Un piano europeo di ripresa economica

In risposta alla crisi finanziaria dell’ottobre 2008, l’Unione europea propone un piano di ripresa economica che mira a proporre soluzioni sia a livello europeo che globale. Il piano si propone di agire da un lato sul breve termine, a livello delle imprese, delle persone e delle banche. Dall’altra parte mira, sul lungo termine, a sviluppare un’economia pulita a basse emissioni di CO2 e tale da favorire la crescita futura.

ATTO

Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo del 26 novembre 2008 “Un piano europeo di ripresa economica” [COM(2008) 800 def. – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

Il piano europeo di ripresa economica è una risposta alla crisi economica globale che ha colpito l’economia reale nel 2008. Esso delinea gli orientamenti per un approccio europeo coordinato che prevede di:

La Commissione europea propone che gli Stati membri e l’Unione europea raggiungano un accordo per un incentivo finanziario immediato del valore di 200 miliardi di euro.

Il piano intende agire sia a livello europeo che a livello globale.

Soluzioni europee

Mercati finanziari e macroeconomia

L’instabilità dei mercati finanziari è all’origine della crisi dell’economia reale. E’ importante che le banche ridefiniscano le loro attività primarie che consistono nel fornire liquidità e nel sostenere gli investimenti nell’economia reale.

La Banca europea per gli investimenti (BEI) aumenterà di circa 15 miliardi di euro i suoi interventi annuali nell’Unione europea mettendo a disposizione prestiti, equity, garanzie e finanziamenti con ripartizione dei rischi, nonché investimenti provenienti da fonti private.

La politica di bilancio deve svolgere un ruolo determinante per stabilizzare le economie e sostenere la domanda. La ripresa dovrà attuarsi nell’ambito del patto di stabilità e di crescita, secondo le priorità delineate dalla strategia di Lisbona.

Persone

Il piano è volto a sostenere le persone che hanno perso il posto di lavoro e che pagano le conseguenze sociali della crisi. In quest’ottica, esso rafforzerà i programmi di attivazione, particolarmente per le persone scarsamente qualificate e vulnerabili, affinché possano seguire corsi di formazione o riqualificarsi in modo da adeguare la domanda all'offerta di lavoro.

A tal fine la Commissione utilizzerà il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in modo da poter finanziare i costi per la formazione e il collocamento di coloro che sono stati giudicati in esubero.

Inoltre, si raccomanda agli Stati membri di ridurre gli oneri sociali a carico dei datori di lavoro per i redditi più bassi, onde promuovere l’occupabilità dei lavoratori meno qualificati. Si incoraggiano altresì soluzioni innovative quali ad esempio i buoni per l’acquisto di servizi domestici e di servizi di assistenza ai bambini, o i sussidi all’assunzione temporanea dei gruppi vulnerabili.

E’ prevista parimenti una riduzione dell’IVA sui servizi ad alta intensità di lavoro.

Imprese

Le imprese devono poter avvalersi di finanziamenti a pari titolo delle banche. Le piccole e medie imprese e le micro-imprese sono le più esposte e devono quindi poter godere di misure urgenti. A tal scopo occorre attuare la legge europea sulle piccole imprese.

La Commissione attuerà misure di semplificazione per accelerare il suo processo decisionale in materia di aiuti di Stato.

Ambiente

Diventa fondamentale sviluppare un’economia pulita. In quest’ottica, l’Unione europea deve dotarsi di nuove imprese e industrie, oltre che di infrastrutture rispettose dell’ambiente.

La Commissione progetta anzitutto di investire in progetti di trasporto transeuropeo, mentre la BEI aumenterà il suo finanziamento per gli investimenti finalizzati alla lotta al cambiamento climatico, alla sicurezza energetica e alle infrastrutture.

Il piano prevede ugualmente di agire sul piano della ricerca e dell’innovazione per incoraggiare lo sviluppo di “prodotti verdi”, in particolare nell’industria della costruzione e nel settore automobilistico.

Soluzioni globali

Il piano mira a rafforzare una più stretta collaborazione tra l’Unione europea e i suoi partner internazionali nei settori economici e climatici.

L'Unione europea deve altresì mantenere i suoi impegni nei confronti dei paesi in via di sviluppo nel quadro degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) e degli aiuti pubblici allo sviluppo, realizzando anzitutto nuovi strumenti per aiutare questi paesi ad affrontare le conseguenze dirette della crisi, sempre nell’ottica dello sviluppo sostenibile.

Contesto

In risposta alla crisi, il piano europeo di ripresa economica deve permettere agli Stati membri di trovare un accordo per rimettere in moto l’economia europea. Per quanto il piano preveda azioni a breve termine, esse tuttavia si inseriscono nel quadro della strategia di Lisbona.

See also

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Ultima modifica: 13.02.2009