Strategia di allargamento 2006 - 2007: sfide e capacità d'integrazione

La strategia di allargamento attuale offre un nuovo consenso in materia di allargamento per garantire all'Unione europea capacità sufficienti ad accogliere nuovi membri. Questo consenso si basa sulla strategia esistente e la arricchisce, integrando gli insegnamenti tratti dal quinto allargamento, per sostenere i paesi sulla via dell'adesione. Il consenso propone inoltre strumenti atti a rafforzare il sostegno della popolazione in previsione di futuri allargamenti.

ATTO

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, dell'8 novembre 2006 « Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2006-2007, comprendente una relazione speciale sulla capacità dell'Unione europea di accogliere nuovi Stati membri » [COM(2006) 649 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

La strategia di allargamento attuale garantisce un nuovo consenso per evitare che le future adesioni ostacolino il funzionamento dell'Unione europea (UE). Il quinto allargamento ha dimostrato che l'UE è in grado di funzionare normalmente accentuando, al tempo stesso, la visibilità e il peso dell'Unione a livello internazionale.

Gli allargamenti contribuiscono alla creazione di uno spazio di pace e stabilità imperniato su valori comuni, promuovono la prosperità e la competitività, rilanciano l'economia e la dotano degli strumenti necessari per far fronte alla globalizzazione. Contribuisce a questo obiettivo anche la progressiva estensione della zona euro (Slovenia dal 1° gennaio 2007). La libera circolazione dei lavoratori, cittadini dei nuovi membri, si è inoltre rivelata vantaggiosa per gli Stati membri che non hanno imposto restrizioni, come il Regno Unito (reddito nazionale o risposta alla mancanza di manodopera qualificata).

Le precedenti adesioni hanno arricchito il processo di allargamento. La Bulgaria e la Romania hanno proseguito nel 2006 i preparativi per l'adesione del 1° gennaio 2007, mostrando la via ai paesi candidati e candidati potenziali.

PROCESSO DI ALLARGAMENTO

La strategia di allargamento è incentrata sui tre principi seguenti, definiti dalla strategia 2005 (es de en fr):

La strategia di preadesione si basa in particolare sui partenariati di adesione e sui partenariati europei, che individuano i settori prioritari nei quali sarebbe opportuno realizzare progetti. Viene proposto un partenariato europeo per il Montenegro; gli altri partenariati saranno riveduti alla fine del 2007.

I partenariati costituiscono il quadro dell'assistenza finanziaria: il nuovo strumento di assistenza preadesione (IAP) 2007-2013 a favore dei paesi candidati e dei paesi candidati potenziali è stato razionalizzato per rendere l'erogazione di fondi comunitari più flessibile ed efficace, consentire un uso ottimale delle risorse e migliorare il coordinamento con le istituzioni finanziarie internazionali (IFI). La Commissione presenterà un quadro finanziario pluriennale in cui saranno indicati gli importi assegnati per paese e per settore e la cui attuazione sarà progressivamente demandata alle delegazioni della Commissione, a cui subentreranno le autorità nazionali quando saranno pronte.

Le attività dell' Agenzia europea per la ricostruzione dovrebbero cessare entro la fine del 2008, poiché i suoi principali obiettivi in Serbia, Montenegro e ex Repubblica jugoslava di Macedonia saranno stati raggiunti.

I negoziati di adesione si svolgono entro un quadro ben definito e secondo regole rigorose, basate sull'adozione e sull'applicazione dell'acquis e sull'accettazione delle finalità politiche dei trattati. L'avvio dei negoziati con la Croazia e la Turchia dovrebbe motivare questi paesi a proseguire le riforme e ad instaurare relazioni di buon vicinato.

In quest'ottica, sono stati introdotti nuovi criteri di riferimento * per il negoziato di ciascun capitolo dell'acquis che si avvalgono degli insegnamenti tratti dal quinto allargamento. Al rispetto di questi criteri, che dovrebbero motivare i paesi candidati ad avviare rapidamente le riforme, sono subordinate l'apertura e la chiusura dei negoziati di un capitolo, pena la sospensione dei negoziati o la loro riapertura per un capitolo chiuso in via provvisoria.

Per consolidare il processo, si svolgono inoltre dialoghi politici ed economici fra l'UE e i paesi candidati i cui risultati vengono integrati nei negoziati.

Per quanto riguarda i Balcani occidentali, il rispetto degli obblighi derivanti dagli accordi di stabilizzazione e di associazione (ASA), specialmente in campo commerciale, costituiranno un criterio chiave per la valutazione delle domande di adesione. L'UE introdurrà progressivamente negli ASA il cumulo diagonale delle norme di origine onde incentivare il commercio e gli investimenti regionali. L'adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) (EN), (ES), (FR) svolgerà un ruolo importante al riguardo, anche se la Bosnia-Erzegovina, il Montenegro e la Serbia devono ancora adoperarsi con impegno per poter raggiungere questo obiettivo.

L'UE ha confermato la prospettiva europea di questi paesi nel 2006 a Salisburgo invitandoli ad intensificare la cooperazione regionale, fattore di stabilità, di sviluppo economico e di riconciliazione. Occorre definire un quadro di cooperazione. La Comunità dell'energia (EN) e lo spazio aereo comune (EN) sono diventati realtà e nel 2006 si stava negoziando la firma di un accordo regionale di libero scambio.

L'UE intende agevolare il rilascio dei visti (tranne che per la Croazia) e la riammissione (tranne che per l'Albania) mediante la conclusione di accordi volti a favorire i contatti interpersonali (studenti, ricercatori). L'UE si concentrerà inoltre su settori chiave come l'energia, i trasporti e la cooperazione economica.

È fondamentale che l'allargamento sia sostenuto dalla pubblica opinione. Ciò presuppone una migliore informazione sui vantaggi che ne conseguono, una maggiore trasparenza, tramite la diffusione dei principali documenti di lavoro (relazioni periodiche, posizioni negoziali comuni, ecc.), e la disponibilità di informazioni conviviali e più specifiche su siti web. Le attività d'informazione devono essere realizzate da tutte le parti interessate: Stati membri, autorità regionali e locali e società civile, con il sostegno della Commissione, delle sue rappresentanze e delegazioni e del Parlamento europeo.

È altrettanto fondamentale la comprensione reciproca, che sarà favorita dal dialogo avviato nel 2005 a livello della società civile onde promuovere, in particolare, i contatti interpersonali nel campo della cultura, dell'istruzione e della ricerca.

CAPACITÀ DI ACCOGLIERE NUOVI MEMBRI

Come era stato chiesto dal Consiglio europeo del giugno 2006, la relazione speciale valuta, a medio e a lungo termine, la capacità dell'UE di accogliere nuovi membri. La capacità d'integrazione o di assorbimento dell'UE, la cui importanza era stata sottolineata nel 1993 dal Consiglio europeo di Copenaghen, va tenuta in considerazione per ciascun allargamento ai fini di un'integrazione agevole e armoniosa. La Commissione eseguirà valutazioni d'impatto a tutti gli stadi del processo di adesione tenendo conto delle specificità di ciascun paese candidato, come faceva nei suoi pareri sulle domande di adesione e durante i negoziati.

Questo concetto funzionale presuppone una capacità di proseguire l'approfondimento dell'UE contemporaneamente agli allargamenti, vale a dire « la capacità dell'UE di assorbire nuovi membri, in un determinato momento o periodo, senza compromettere gli obiettivi politici e strategici stabiliti dai trattati ».

Tre sono gli elementi essenziali per i quali la Commissione definisce un metodo di valutazione:

SFIDE PER IL 2007

L'UE deve mantenere il proprio impegno durante tutto il processo, poiché queste sfide sono connesse alla sua sicurezza e stabilità.

La sfida principale che si pone dopo il quinto allargamento è la soluzione globale del problema cipriota e la riunificazione dell'isola sotto l'egida delle Nazioni Unite. L'UE sostiene il processo e contribuisce a mettere fine all'isolamento dell'isola (adozione del regolamento relativo alla linea verde, che assicura la libera circolazione in tutta l'isola, e del programma di aiuti a favore della comunità turco-cipriota).

Per quanto riguarda i paesi candidati, la Croazia e la Turchia hanno avviato i negoziati di adesione e soddisfano nel complesso i criteri di Copenaghen. Entrambe hanno intrapreso riforme, che però procedono più a rilento nel caso della Turchia. La Commissione raccomanda di proseguire e accelerare il processo.

La Croazia dovrà concentrarsi sull'allineamento con l'acquis, sulla riforma del settore giudiziario e della pubblica amministrazione, sulla lotta alla corruzione e sulla riforma economica. La cooperazione regionale e i rapporti di buon vicinato sono altrettanto fondamentali per risolvere i problemi bilaterali tuttora in sospeso. Si rivolgerà particolare attenzione ai diritti delle minoranze e al rientro dei profughi.

La Turchia deve dar prova di maggiore impegno per quanto riguarda la libertà di espressione (in particolare, l'abrogazione dell'articolo 301 del codice penale), la libertà di culto, i diritti delle donne, i diritti delle minoranze e i diritti sindacali, il rafforzamento del controllo democratico civile sul potere militare e l'armonizzazione dell'applicazione della legislazione e delle prassi giudiziarie. Occorre migliorare la situazione socioeconomica nel sud-est e la tutela dei diritti della popolazione curda. Il paese deve inoltre normalizzare le relazioni con tutti gli Stati membri mediante l'applicazione integrale e non discriminatoria del protocollo aggiuntivo all'accordo di Ankara e la soppressione degli ostacoli alla libera circolazione delle merci (dichiarazione della Comunità europea e dei suoi Stati membri del 21 settembre 2005). La Commissione farà raccomandazioni in tal senso in occasione del Consiglio europeo del dicembre 2006.

Il conferimento dello status di paese candidato all'ex Repubblica jugoslava di Macedonia dal dicembre 2005 costituisce al tempo stesso un riconoscimento delle riforme già attuate e un incitamento a impegnarsi maggiormente in prospettiva dell'adesione. In tale contesto, il paese dovrebbe accelerare le riforme, specie per quanto riguarda la polizia e il settore giudiziario, la lotta contro la corruzione, l'applicazione integrale dell'ASA e l'applicazione dell'accordo di Ohrid.

I paesi candidati potenziali progrediscono nella loro prospettiva europea in base alla tabella di marcia (es de en fr) definita dalla Commissione nel 2005. La conclusione di ASA contribuirà ad avvicinare l'UE a questi paesi. In attesa dell'entrata in vigore dell'ASA che l'UE ha firmato con l'Albania, a decorrere dal 1° dicembre 2006 sarà applicato un accordo interinale sulle questioni commerciali. Il progresso dei negoziati per un ASA con la Bosnia-Erzegovina dipende dalla piena cooperazione di questo paese, del Montenegro, indipendente dal giugno 2006 a seguito del referendum, e della Serbia con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (TPIJ).

È indispensabile potenziare le istituzioni di questi paesi, le cui riforme devono riguardare in particolare i settori politico, giudiziario ed economico, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Per favorire la sua prospettiva europea, la Bosnia-Erzegovina deve avviare le necessarie riforme politiche, specie a livello costituzionale, ed economiche. Il Montenegro, le cui priorità sono definite nel progetto di partenariato europeo, deve attuare le riforme necessarie per costruire uno Stato. Pur dovendo ancora risolvere questioni importanti come lo status del Kosovo, dopo l'indipendenza dal Montenegro, nei cui confronti ha adottato un'impostazione costruttiva, la Serbia è progredita verso l'integrazione economica con l'UE e dovrebbe concludere un ASA in modo da raggiungere gli altri paesi. La sua nuova costituzione dovrebbe favorire il rafforzamento della governance. Il paese è riuscito a mantenere la stabilità macroeconomica, a portare avanti le privatizzazioni e ad attirare gli investimenti stranieri. L'agevolazione dei visti e la sua partecipazione ai programmi comunitari dovrebbero favorire questa tendenza.

Il Kosovo beneficia dell'impegno dell'UE, che aiuta l'UNMIK e sostiene il processo di definizione del suo status in corso sotto l'egida dell'inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite Martti Ahtisaari. A tal fine occorrerà attuare riforme importanti (Stato di diritto, economia e pubblica amministrazione, diritti delle minoranze).

Termini chiave dell'atto

ATTI COLLEGATI

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, del 3 maggio 2006 « L'allargamento due anni dopo - Un successo economico » [COM(2006) 200 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

Comunicazione della Commissione al Consiglio, del 29 novembre 2006 « Negoziati di adesione con la Turchia » [COM(2006) 773 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

Ultima modifica: 11.04.2007