Turchia – Giustizia e sicurezza

I paesi candidati conducono negoziati con l’Unione europea (UE) al fine di prepararsi all’adesione. Tali negoziati di adesione riguardano l’adozione e l’applicazione della legislazione europea (acquis) e specificatamente le priorità identificate congiuntamente dalla Commissione e dai paesi candidati, nel corso dello screening dell’acquis politico e legislativo dell’UE. Ogni anno la Commissione esamina i progressi compiuti dai candidati al fine di valutare gli sforzi ancora da effettuare fino alla loro adesione. Questo monitoraggio è oggetto di relazioni annuali presentate al Consiglio e al Parlamento europeo.

ATTO

Relazione della Commissione [COM(2011) 666 final – SEC(2011) 1201 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

La relazione 2011 stila un bilancio contrastato nel settore della giustizia e della sicurezza del paese. Il potere giudiziario registra alcuni progressi, come l’adozione della legislazione relativa all’Alto Consiglio della magistratura e alla Corte costituzionale. La lotta contro la corruzione nonché la tutela dei diritti umani e delle minoranze hanno registrato minimi progressi, mentre in materia di giustizia, libertà e sicurezza si sono rilevati progressi non omogenei.

ACQUIS DELL’UNIONE EUROPEA (secondo i termini della Commissione)

Obiettivo delle politiche comunitarie nel settore della giustizia e affari interni è preservare e sviluppare l'Unione europea come spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Su questioni quali: i controlli alle frontiere, i visti, l'immigrazione, il diritto d'asilo, la cooperazione di polizia, la lotta alla criminalità organizzata e la cooperazione nel settore degli stupefacenti, la cooperazione doganale e la cooperazione giudiziaria in materia penale e civile, è necessario che gli Stati membri dispongano di risorse e materiale per garantire standard adeguati e accettabili di applicazione delle norme comuni sempre più numerose. A tal fine è fondamentale che tutte le istanze responsabili dell’applicazione della legge e gli altri organi competenti dispongano di capacità amministrative forti e ben integrate, conformi alle norme stabilite. Un altro elemento di fondamentale importanza è poi l’istituzione di una polizia professionale, affidabile ed efficiente. La parte più dettagliata delle politiche dell’UE relative alla giustizia, alla libertà e alla sicurezza è l'acquis di Schengen, che comporta la soppressione dei controlli alle frontiere interne dell'UE. Tuttavia, parti sostanziali dell’acquis di Schengen sono applicate dai nuovi Stati membri in seguito a una distinta decisione presa del Consiglio dopo la loro adesione.

Le politiche dell’UE nel settore dell’organizzazione giudiziaria e dei diritti fondamentali mirano a perseguire e a sostenere lo sviluppo dell’Unione quale spazio di libertà, sicurezza e giustizia. L’attuazione di un’organizzazione giudiziaria indipendente ed efficiente riveste un’importanza capitale. L’imparzialità, l’integrità e un alto livello di competenza in materia di giudizio da parte dei tribunali sono essenziali per il mantenimento dello Stato di diritto. Ciò presuppone un fermo impegno ad eliminare qualsiasi influenza esterna sull’organizzazione giudiziaria, a stanziare risorse finanziarie e adeguati mezzi di formazione. È necessario offrire le garanzie giuridiche necessarie per raggiungere eque procedure giudiziarie. Gli Stati membri devono lottare altresì efficacemente contro la corruzione poiché rappresenta una minaccia per la stabilità delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto. È opportuno realizzare un quadro giuridico solido e istituzioni affidabili su cui fondare una politica coerente di prevenzione e di dissuasione dalla corruzione. Gli Stati membri devono garantire il rispetto dei diritti fondamentali e dei diritti dei cittadini europei, quali sanciti dall’acquis e dalla Carta dei diritti fondamentali.

VALUTAZIONE (secondo i termini della Commissione)

Si rilevano progressi nel settore giudiziario. L'adozione della legislazione sul Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri e sulla Corte costituzionale fornisce il quadro necessario per rafforzare l'indipendenza e l'imparzialità della magistratura. Sono inoltre stati presi provvedimenti volti a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario. Occorrono ulteriori provvedimenti in tutti i settori, compreso il sistema giudiziario penale. La Turchia ha un notevole arretrato di casi penali gravi e per la maggior parte della popolazione carceraria non vengono pronunciate condanne definitive. Occorre inoltre monitorare l'attuazione, perché le misure adottate finora hanno creato divisioni tra il mondo giuridico e la società civile del paese. I procedimenti giudiziari non sono abbastanza trasparenti. I tribunali e le procure non informano né le parti interessate né la popolazione in generale sulle questioni di pubblico interesse. La strategia di riforma giudiziaria deve essere riveduta di concerto con tutte le parti interessate, con i giuristi turchi e con la società civile.

L'attuazione della strategia e del piano d'azione anticorruzione è in fase iniziale. La corruzione è ancora molto diffusa in numerosi settori. Fra i principali problemi che ancora sussistono vanno segnalate la mancanza di trasparenza nel finanziamento dei partiti politici e la portata delle immunità. Occorre un maggiore sostegno politico a favore del potenziamento e dell'applicazione del quadro legislativo anticorruzione.

I progressi in termini di diritti umani e tutela delle minoranze sono stati limitati e il paese dovrà dar prova di notevole impegno nella maggior parte dei settori, in particolare, la libertà di espressione e di culto.

I progressi compiuti in materia di giustizia, libertà e sicurezza sono disomogenei. L'adozione della legge sugli stranieri e sulla protezione internazionale rimane prioritaria al fine di garantire una base giuridica solida per un sistema efficiente in materia di asilo e gestione della migrazione, nonché per tutelare i diritti dei migranti e dei rifugiati. Il paese ha compiuto solo progressi limitati per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in campo civile e penale, qualche progresso in materia di droga e criminalità organizzata, progressi limitati per quanto riguarda la cooperazione di polizia, il terrorismo, la politica dei visti e la cooperazione doganale e progressi molto limitati nel campo della gestione delle frontiere, i cui aspetti principali sono l'adozione di una legge sulla creazione di un'agenzia per la sicurezza dei confini e la collaborazione fra agenzie. La Turchia rimane un importante paese di transito e di destinazione per i migranti irregolari. Il paese deve adoperarsi per lottare contro la migrazione irregolare e riammettere i migranti irregolari.

ATTI CONNESSI

Relazione della Commissione [COM(2010) 660 – SEC(2010) 1327 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]. La relazione 2010 evidenziava sostanziali progressi in materia di politica dell’immigrazione e di diritto d’asilo. Sono state anche apportate modifiche nei settori della lotta al traffico di stupefacenti e della cooperazione doganale. Restavano tuttavia degli sforzi da compiere nel settore della cooperazione giudiziaria in materia civile e criminale, nel controllo delle frontiere esterne, nella politica dei visti, nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo.

Relazione della Commissione [COM(2009) 533 def. – SEC(2009) 1334 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

La relazione dell’ottobre 2009 sottolinea che la Turchia ha compiuto progressi disomogenei nel suo allineamento con la legislazione dell’UE. Progressi limitati sono stati realizzati nel settore delle frontiere esterne e di Schengen, come pure in materia di immigrazione e asilo. Il sistema per l’asilo deve ancora essere riorganizzato. Pochi progressi si registrano nella politica dei visti e nessun progresso nella cooperazione giudiziaria.

Relazione della Commissione [COM(2008) 674 def. – SEC(2008) 2699 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]. La relazione del novembre 2008 riferiva che l'allineamento con la legislazione UE era in corso e che alcuni progressi erano stati realizzati, soprattutto nella lotta contro il traffico di droga e la tratta di esseri umani. Andavano però potenziati gli sforzi soprattutto in materia di politica dei visti, cooperazione giudiziaria in materia penale e lotta contro la criminalità organizzata. Ulteriori sforzi erano inoltre necessari in materia di asilo, migrazione e gestione delle frontiere.

Relazione della Commissione [COM(2007) 663 def. – SEC(2007) 1436 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

La relazione del novembre 2007 mostrava alcuni progressi della Turchia nell'allineamento della sua legislazione sull'acquis e sulle pratiche dell'UE. Si osservavano altresì dei progressi nella lotta alla criminalità organizzata, nel riciclaggio di denaro e nel traffico di esseri umani. Tuttavia, significativi sforzi dovevano ancora essere compiuti nei settori della cooperazione tra le forze di polizia, delle frontiere esterne, della migrazione e dell'asilo.

Relazione della Commissione [COM(2006) 649 def. – SEC(2006) 1390 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

La relazione del novembre 2006 notava alcuni progressi particolarmente nei settori dell'asilo, della gestione delle frontiere, della lotta alla tratta degli esseri umani, nonché della cooperazione doganale e di polizia. L'allineamento alla legislazione dell’UE relativa al presente capitolo era in corso, ma erano ancora necessari sforzi significativi in materia di migrazione, lotta alla criminalità organizzata, riciclaggio di denaro e cooperazione giudiziaria in materia civile e penale.

Relazione della Commissione [COM(2005) 561 def. – SEC(2005) 1426 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

La relazione dell’ottobre 2005 riportava alcuni progressi della Turchia nell'allineamento della sua legislazione sull'acquis e sulle pratiche dell'UE. Tuttavia, restavano dei progressi da compiere in un certo numero di settori come l'attuazione del piano di azione nazionale a favore dell'allineamento sull'acquis in materia di immigrazione clandestina e di asilo, la cooperazione con l'UE in materia di immigrazione clandestina e lotta alla tratta degli esseri umani, l'elaborazione della strategia nazionale di lotta alla criminalità organizzata e il quadro legislativo di lotta contro il riciclaggio di denaro.

Relazione della Commissione [COM(2004) 656 def. – SEC(2004) 1201 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

Nella sua relazione dell’ottobre 2004, la Commissione riconosceva i progressi realizzati dalla Turchia nell'allineamento della sua legislazione sull'acquis e sulle pratiche dell'UE. Ulteriori progressi restavano da compiere nella riforma del sistema giudiziario, nella lotta alla corruzione e alla tratta degli esseri umani e nel controllo dei flussi migratori irregolari.

Relazione della Commissione [COM(2003) 676 def. – SEC(2003) 1212 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

La relazione del novembre 2003 constatava che la Turchia aveva fatto grossi passi in avanti, in particolare grazie al miglioramento e al rafforzamento della sua cooperazione con l'UE e gli Stati membri in diversi settori, come la lotta contro la migrazione illegale e la criminalità organizzata. Restava però l'esigenza di attuare le strategie già adottate e di intensificare i suoi sforzi per allineare il suo quadro giuridico ed istituzionale.

Relazione della Commissione [COM(2002) 700 def. – SEC(2002) 1412 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

Secondo la relazione dell’ottobre 2002, il paese doveva intensificare i suoi sforzi per allineare il suo quadro giuridico relativo alla protezione dei dati, alla lotta contro l'immigrazione clandestina, al rafforzamento dei controlli alle frontiere e all'adozione dell'acquis in materia di asilo e di immigrazione. Era inoltre necessario migliorare il coordinamento tra i servizi preposti all'applicazione della legge e proseguire la riforma del sistema giudiziario.

Relazione della Commissione [COM(2001) 700 def. – SEC(2001) 1756 – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

Nella sua relazione del novembre 2001 la Commissione notava che la Turchia aveva compiuto alcuni progressi nel settore della giustizia e degli affari interni.

Relazione della Commissione [COM(2000) 713 def. – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

Nella sua relazione del novembre 2000 la Commissione notava che nessun progresso significativo era stato realizzato nel settore della giustizia e degli affari interni. La Turchia doveva ancora compiere sforzi per allinearsi all'acquis comunitario in materia di lotta alla frode e alla corruzione, lotta contro gli stupefacenti e cooperazione doganale e giudiziaria.

Relazione della Commissione [COM(1999) 513 def. – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

La relazione dell’ottobre 1999 sottolineava che, nonostante alcuni miglioramenti, erano necessari ulteriori progressi particolarmente nel settore dell'immigrazione e dell'asilo (conclusione di accordi sulla riammissione, eliminazione della riserva geografica alla convenzione di Ginevra del 1951), dei controlli delle frontiere (fusione dei vari servizi coinvolti), della lotta alla criminalità organizzata (rafforzamento della lotta alla tratta degli esseri umani) e della lotta al traffico di stupefacenti (cooperazione rafforzata con gli Stati membri). Nel settore della cooperazione giudiziaria in materia civile e penale diversi accordi internazionali dovevano ancora essere ratificati.

Relazione della Commissione [COM(1998) 711 def. – Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

La relazione del novembre 1998 affermava che le risoluzioni del Consiglio di associazione CE-Turchia del 1995 prevedevano una cooperazione tra l'Unione europea (UE) e la Turchia in materia di giustizia e di affari interni. Per ragioni politiche l'attuazione di questo dispositivo non era stata possibile prima del 1998. In quello stesso anno, si era tenuta una riunione a Bruxelles tra il comitato specializzato del Consiglio e le autorità turche, nel corso della quale erano state affrontate diverse tematiche relative alla giustizia e agli affari interni. La Commissione sottolineava l'esigenza di sviluppare una cooperazione attiva con la Turchia in materia di immigrazione.

See also

Ultima modifica: 03.01.2012