Ungheria

1) RIFERIMENTI

Parere della Commissione COM(97) 2001 def. [COM(97) 2001 def. - Non pubblicato nella Gazzetta ufficiale]Relazione della Commissione [COM(98) 700 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]Relazione della Commissione [COM(1999) 505 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]Relazione della Commissione [COM(2000) 705 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]Relazione della Commissione [COM (2001) 700 def. - SEC (2001) 1748 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]Relazione della Commissione [COM (2002) 700 def. - SEC (2002) 1404 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]Relazione della Commissione [COM (2003) 675 def. - SEC (2003) 1205 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale]Trattato di adesione dell'Unione europea [Gazzetta ufficiale L 236 del 23.09.2003]

2) SINTESI

Nel parere del luglio 1997, la Commissione europea riteneva che, data la portata della ristrutturazione e dell'ammodernamento finora effettuati dall'Ungheria, vi fosse motivo di sperare che a medio termine la maggior parte dei settori industriali ungheresi potessero essere competitivi nel mercato unico, soprattutto quelli che beneficiano di investimenti diretti esteri (IDE).

La relazione di novembre 1998 constata la realizzazione di taluni progressi e, soprattutto, lo sviluppo della competitività dell'industria ungherese grazie alla cooperazione con quella comunitaria e al livello elevato degli investimenti, anche esteri, nonché all'adozione di norme comunitarie in materia di normalizzazione e di valutazione di conformità. La relazione sottolinea tuttavia la necessità di proseguire la ristrutturazione della siderurgia.

La relazione dell'ottobre 1999 constatava una grande convergenza tra la politica industriale ungherese e quella dell'Unione europea. La ristrutturazione dell'industria continuava, sebbene con ritardo nel settore della siderurgia. Gli investimenti diretti esteri (IDE) rivestivano un ruolo importante nell'espansione di questo settore. Per quanto riguarda le PMI, una nuova strategia era stata adottata per sostenerne lo sviluppo. Buoni risultati erano ottenuti dalla partecipazione dell'Ungheria al terzo programma pluriennale comunitario a favore delle piccole e medie imprese (PMI) (1997 - 2000).

La relazione del novembre 2000 constatava che la privatizzazione era stata condotta praticamente a termine. Dalla pubblicazione dell'ultima relazione la ristrutturazione dell'industria era continuata. Gli investimenti esteri continuavano a svolgere un ruolo di primo piano.

La relazione del novembre 2001 indicava che l'Ungheria continuava a progredire in fatto di politica industriale. Aveva favorito misure innovative, la creazione di reti e gli investimenti esteri. La ristrutturazione industriale e le privatizzazione erano proseguite. Quanto alle PMI, la strategia ungherese mirava ad assicurarne lo sviluppo, a rafforzarne la base finanziaria, ad aiutarle ad accedere all'innovazione e ai mercati esteri. Erano state anche prese disposizioni per semplificarne l'ambiente.

La relazione dell'ottobre 2002 segnalava gli sforzi compiuti dall'Ungheria nel quadro della politica industriale e in materia di politica a favore delle PMI.

La relazione del novembre 2003 rileva che l'Ungheria rispetta fondamentalmente gli impegni presi in fatto di politica industriale e di politica a favore delle PMI, ma deve proseguire il suo programma di privatizzazione e di ristrutturazione.

Il trattato di adesione è stato firmato il 16 aprile 2003 e l'adesione ha avuto luogo il 1° maggio 2004.

"ACQUIS" COMUNITARIO

La politica industriale comunitaria mira a rafforzare la concorrenza ai fini di un innalzamento del tenore di vita e dell'occupazione. Essa punta a favorire la creazione di un ambiente favorevole alle iniziative, allo sviluppo delle imprese in tutta la Comunità europea, alla cooperazione industriale, nonché a promuovere un migliore sfruttamento del potenziale industriale delle politiche di innovazione, della ricerca e dello sviluppo tecnologico. La politica industriale della Comunità europea è la combinazione di vari strumenti ripresi da diverse politiche comunitarie: essa comprende strumenti correlati al funzionamento dei mercati (specifiche dei prodotti e accesso ai mercati, politiche commerciali, aiuti di Stato e politica di concorrenza) e misure riguardanti la capacità dell'industria di adeguarsi ai cambiamenti (stabilità del contesto macroeconomico, tecnologia, formazione, ecc.).

Per poter resistere alla pressione della concorrenza e delle forze di mercato esistenti all'interno dell'Unione europea, l'industria dei paesi candidati dovrà aver raggiunto, al momento dell'adesione, un adeguato livello di competitività. I paesi candidati dovranno dimostrare che perseguono politiche intese all'apertura dei mercati e alla concorrenza, in linea con le disposizioni dell'articolo 157 (ex 130) del trattato sull'Unione europea. La buona cooperazione tra l'Unione europea e tali paesi nei settori della cooperazione industriale, degli investimenti, della normalizzazione e della valutazione della conformità alle regole comunitarie, prevista dall'Accordo europeo, rappresenta un importante indicatore dello sviluppo dei paesi candidati.

VALUTAZIONE

La politica industriale dell'Ungheria continua a dare la precedenza alla promozione dell'industria nazionale e agli investimenti nazionali ed esteri. Il processo di privatizzazione deve proseguire.

Rispetto alla situazione descritta nel parere del 1997, l'Ungheria ha compiuto notevoli progressi modernizzando la propria politica industriale. Occorrerà però attenuare gli squilibri regionali e migliorare la situazione delle piccole imprese locali nei confronti delle multinazionali.

Questo capitolo è provvisoriamente chiuso, non è stato chiesto alcun regime transitorio e l'Ungheria ha rispettato i propri impegni (v. Relazione 2002).

Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, l'Ungheria ha adottato la Carta europea delle piccole imprese. Il piano Széchenyi a favore delle PMI ha avuto inizio nel 2001. Il piano dovrebbe essere riveduto per essere concentrato sulle PMI e sui progetti di preadesione.

L'Ungheria ha proseguito i propri sforzi per migliorare le condizioni economiche in cui operano le imprese. L'accesso al finanziamento resta difficile e la definizione delle PMI non è pienamente conforme a quella comunitaria. Sforzi devono anche essere compiuti nel settore dei servizi di sostegno alle PMI.

Rispetto alla situazione descritta nel parere del 1997, l'Ungheria ha compiuto notevoli progressi modernizzando la propria politica industriale. Occorrerà però facilitare l'accesso delle PMI ai finanziamenti, migliorare i programmi e i servizi di sostegno. Questo capitolo è provvisoriamente chiuso, non è stato chiesto un regime transitorio e l'Ungheria ha rispettato i propri impegni (v. relazione 2002).

Dal 1998 l'Ungheria partecipa al terzo programma pluriennale comunitario a favore delle PMI (1997 - 2000) (1).

See also

1) Decisione del Consiglio di associazione tra le Comunità europee ed i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Ungheria, dall'altra, del 23 novembre 1998, recante adozione delle condizioni e delle modalità di partecipazione dell'Ungheria al programma comunitario per le piccole e medie imprese.

Gazzetta ufficiale n. L 343 del 18/12/1998

Ultima modifica: 05.03.2004