Bruxelles, 6.12.2017

COM(2017) 823 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE

SU UN MINISTRO EUROPEO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE


1.INTRODUZIONE

Nel suo discorso del 2017 sullo stato dell'Unione e nella lettera d'intenti che lo accompagna, il presidente Juncker ha prospettato la possibile creazione della carica di ministro europeo dell'Economia e delle finanze 1 . Il presidente ha dichiarato che "Le funzioni di ministro dell'Economia e delle finanze dovrebbero spettare al Commissario per gli affari economici e finanziari, idealmente anche vicepresidente, che dovrebbe anche presiedere l'Eurogruppo." La presente comunicazione, che fa seguito a questo annuncio, si basa sul dibattito avviato dal documento di riflessione sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria 2 e definisce le misure concrete da adottare, tenendo conto degli spunti contenuti nella relazione dei cinque presidenti 3 , delle idee espresse dal Parlamento europeo 4 e di quelle emerse al vertice sull'euro dell'ottobre 2011, durante il quale i capi di Stato e di governo avevano già discusso sulla possibilità di nominare un presidente a tempo pieno dell'Eurogruppo 5 . 

L'architettura attuale dell'Unione economica e monetaria è intrinsecamente complessa. A differenza della politica monetaria, che è unificata per gli Stati membri della zona euro e facilmente riconoscibile per i cittadini, la politica economica è gestita essenzialmente dai singoli Stati membri e gli sforzi di coordinamento a livello di UE e di zona euro sono affidati a un gran numero di soggetti diversi. Le istituzioni competenti, che si sono progressivamente evolute negli anni, comprendono le istituzioni dell'UE e alcuni organismi intergovernativi. Questi organismi hanno un proprio presidente, hanno sviluppato i propri sistemi di rendicontabilità e operano in quadri giuridici diversi che, a volte, si sovrappongono fra loro. Ciò ha portato a processi decisionali complessi, che sono stati spesso criticati perché poco comprensibili ed efficienti, e significa anche che un'applicazione totalmente coerente delle politiche e degli strumenti richiede un notevole coordinamento fra i diversi attori.

Come evidenziato nella relazione dei cinque presidenti, una governance efficace e un ulteriore rafforzamento della responsabilità democratica sono elementi essenziali per il completamento dell'Unione economica e monetaria. La creazione di un ministro europeo dell'Economia e delle finanze sarebbe un altro passo importante in questa direzione. Combinando funzioni esistenti a livello di UE e mettendo insieme strumenti politici strettamente legati fra loro, il ministro contribuirebbe a creare nuove sinergie e migliorerebbe quindi la coerenza e l'efficacia globali delle politiche economiche dell'UE. Il ministro agirebbe all'interno del quadro giuridico dell'UE, contribuendo quindi ad aumentare la trasparenza della definizione delle politiche dell'Unione, la responsabilità nei confronti del Parlamento europeo e l'interazione con le autorità nazionali, senza interferire con le competenze nazionali o su questioni che vengono gestite meglio a livello nazionale.

Negli ultimi anni la Commissione ha progressivamente intensificato il coordinamento delle questioni economiche nel collegio. Con la Commissione Juncker il ruolo dei vicepresidenti è stato ulteriormente rafforzato, anche per le questioni connesse all'euro, al semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche e al dialogo sociale, per potenziare ancora di più la funzione di coordinamento. Questo permette di avere una visione globale di un'ampia gamma di tematiche connesse a diversi portafogli e ai rispettivi servizi.

La governance attuale dell'Unione economica e monetaria è complessa

Fonte: Commissione europea

Nella presente comunicazione la Commissione illustra il modo in cui un futuro ministro europeo dell'Economia e delle finanze potrebbe svolgere un ruolo nell'architettura della governance dell'Unione economica e monetaria. La comunicazione specifica i compiti principali che dovrebbe svolgere un ministro europeo dell'Economia e delle finanze, definisce il quadro istituzionale in cui opererebbe e fissa un possibile calendario per l'istituzione di questa nuova carica. La comunicazione descrive in particolare il valore aggiunto che deriverebbe, a termine, da una fusione della funzione di vicepresidente della Commissione responsabile dell'Unione economica e monetaria con quella di presidente dell'Eurogruppo, sottolineando che questo potrebbe già essere realizzato in virtù dei trattati vigenti dell'Unione.

Possibili competenze di un ministro europeo dell'Economia e delle finanze in una situazione stabile

Fonte: Commissione europea

2.COMPITI DI UN MINISTRO EUROPEO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE: GARANTIRE COERENZA ED EFFICIENZA

I compiti principali che potrebbe svolgere un ministro europeo dell'Economia e delle finanze in una situazione definitiva sono indicati più avanti. Il raggruppamento di questi compiti contribuirebbe a rafforzare la coerenza e l'efficacia globali delle politiche economiche dell'UE.

Perseguire l'interesse generale dell'economia dell'UE e della zona euro e rappresentarla a livello mondiale

Ora come ora, l'interesse comune dell'Unione e della zona euro non è rappresentato adeguatamente nel dibattito pubblico e nel processo decisionale in tutta Europa. A differenza della politica monetaria, che è centralizzata a livello della zona euro, tutte le politiche di bilancio, fiscali e settoriali sono decentrate, rispecchiando le competenze e le circostanze nazionali ma senza riflettere spontaneamente o necessariamente le priorità comuni. Da qualche anno a questa parte, la formulazione di una raccomandazione sulla politica economica della zona euro nell'ambito del semestre europeo ha migliorato il coordinamento delle politiche della zona euro. La sua attuazione presuppone tuttavia una volontà collettiva da parte degli Stati membri e il coordinamento delle politiche richiede una guida e un monitoraggio costanti a livello di UE.

Al tempo stesso, l'euro si è affermato come una delle monete più importanti del mondo, ma la sua rappresentazione a livello globale è ancora frammentata. Sebbene, dal suo lancio, l'euro sia diventato la seconda valuta più usata nel mondo, la zona euro non è rappresentata come entità unica nelle istituzioni finanziarie internazionali, ad esempio il Fondo monetario internazionale. La rappresentanza economica esterna dell'UE è attualmente separata da quella della zona euro, con ruoli diversi assegnati alla Commissione, alla Banca centrale europea, al presidente dell'Eurogruppo e alla presidenza del Consiglio dell'UE. Spesso questa rappresentanza frammentata riduce considerevolmente il peso politico ed economico della zona euro nel mondo.

Un ministro europeo dell'Economia e delle finanze potrebbe contribuire a promuovere meglio l'interesse generale dell'economia dell'UE e della zona euro, sia a livello interno che su scala mondiale. Il nuovo ministro rappresenterebbe un interlocutore chiave a livello di UE, per quanto riguarda le politiche economiche, finanziarie e di bilancio, nei confronti delle istituzioni e degli organi dell'Unione, degli Stati membri e del grande pubblico. Ovviamente il ministro assumerebbe anche la funzione di rappresentanza esterna dell'euro 6 .

Rafforzare il coordinamento delle politiche e vigilare sulle norme economiche, finanziarie e di bilancio

Il coordinamento delle politiche economiche nell'UE è stato notevolmente potenziato in seguito alla crisi economica e finanziaria. Il semestre europeo è stato costantemente migliorato per promuovere le riforme e la loro attuazione. Il Servizio di assistenza per le riforme strutturali (SRSS) recentemente creato dalla Commissione fornisce assistenza tecnica agli Stati membri per aiutarli a portare avanti questo processo. A ciò si aggiungono altre iniziative adottate a livello di UE, come quelle volte a combattere la disoccupazione giovanile e l'evasione fiscale o la recente proclamazione del pilastro europeo dei diritti sociali. L'UE ha già compiuto passi decisivi verso l'Unione dei mercati dei capitali e il completamento dell'Unione bancaria e deve proseguire in questa direzione. L'attuazione delle riforme negli Stati membri, tuttavia, è ancora disomogenea. Si sono inoltre perse occasioni di migliorare il coordinamento e imparare gli uni dagli altri, ed è costante la necessità di allineare le priorità nazionali e dell'UE in funzione delle mutate circostanze.

Un ministro europeo dell'Economia e delle finanze potrebbe contribuire a rafforzare ulteriormente il coordinamento delle politiche economiche e garantire la coerenza fra i diversi settori, proseguendo il lavoro già svolto dalla Commissione insieme agli Stati membri. Mantenendo uno stretto dialogo bilaterale e multilaterale con le autorità nazionali e il Parlamento europeo, il ministro potrebbe promuovere il coordinamento e l'attuazione delle riforme negli Stati membri. Dato che le riforme strutturali possono avere ricadute positive, il ministro fornirebbe inoltre un valore aggiunto esaminando il programma di riforme ottimale per l'UE e l'intera zona euro 7 . 

Pronunciarsi sulla politica di bilancio appropriata per la zona euro a sostegno della politica monetaria della Banca centrale europea

Insieme alla politica monetaria, la politica di bilancio svolge un ruolo determinante per stabilizzare il contesto macroeconomico, favorendo inoltre la realizzazione dei più ampi obiettivi di sostenibilità del bilancio e ridistribuzione 8 . La Commissione rivolge periodicamente al Consiglio raccomandazioni sulle politiche di bilancio degli Stati membri tenendo conto della flessibilità insita nell'insieme delle norme UE vigenti in materia di bilancio 9 . Negli ultimi anni, inoltre, la Commissione e il Consiglio hanno posto maggiormente l'accento sull'orientamento aggregato della politica di bilancio della zona euro, considerando l'interesse generale e la responsabilità collettiva della zona euro nel suo insieme 10 . Tuttavia, l'attuazione efficace di una politica di bilancio appropriata per la zona euro richiede la volontà individuale e collettiva, da parte degli Stati membri, di darvi seguito.

Un ministro europeo dell'Economia e delle finanze potrebbe contribuire all'elaborazione e all'attuazione di una politica di bilancio appropriata per l'intera zona euro. In quanto membro della Commissione, il ministro coordinerebbe la sorveglianza delle politiche di bilancio degli Stati membri, garantendo la sostenibilità di bilancio e applicando il patto di stabilità e crescita secondo la lettura in chiave economica prevista dalle norme. Una parte di questo compito consisterebbe nel valutare l'adeguatezza dell'orientamento di bilancio della zona euro, contribuendo in tal modo a trovare un equilibrio fra gli interessi di bilancio degli Stati membri e la soluzione migliore per l'intera zona euro. Un altro compito consisterebbe nel promuovere la qualità e la miglior composizione delle finanze pubbliche e il funzionamento dei quadri di bilancio nazionali onde massimizzarne l'impatto sulla crescita e sull'occupazione. In questa veste il ministro terrebbe conto del parere del Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche 11 e rappresenterebbe un interlocutore chiave per i consigli nazionali per le finanze pubbliche.

Monitorare l'uso degli strumenti di bilancio dell'UE e della zona euro, compresi quelli a sostegno delle riforme, della stabilizzazione macroeconomica e della convergenza.

Il bilancio dell'UE e gli altri strumenti di bilancio dell'UE e della zona euro svolgono già un ruolo strategico nell'aiutare gli Stati membri a promuovere la convergenza, la crescita a lungo termine, gli investimenti e la stabilità finanziaria. Circa metà dei finanziamenti UE viene attualmente destinata a progetti concreti attraverso i cinque fondi strutturali e d'investimento europei. Il collegamento tra questi fondi e le priorità del semestre europeo è stato rafforzato nel corso degli anni al fine di sostenere le priorità comuni. Le azioni sostenute dal bilancio dell'UE sono integrate da una serie di strumenti e organismi dell'Unione e della zona euro, come la Banca europea per gli investimenti e il meccanismo europeo di stabilità. La crisi ha dimostrato tuttavia che l'architettura e la portata delle finanze pubbliche dell'UE non rispondono ancora in modo ottimale alle necessità specifiche della zona euro. Sebbene la capacità di prestito dell'UE e della zona euro sia aumentata da qualche anno a questa parte, il loro potenziale di stabilizzazione macroeconomica e di sostegno della convergenza è ancora limitato 12 . In una prospettiva a più lungo termine, la Commissione propone oggi una serie di nuovi strumenti di bilancio per una zona euro stabile nel quadro dell'Unione 13 . 

Il ministro europeo dell'Economia e delle finanze coordinerebbe l'uso degli strumenti di bilancio pertinenti dell'UE e della zona euro e ne ottimizzerebbe l'impatto a sostegno delle priorità comuni. Il ministro cercherebbe di far sì che questi strumenti siano utilizzati in modo coerente ed efficace e promuoverebbe costantemente le sinergie nella loro attuazione, in stretta collaborazione con i commissari responsabili e con le autorità pubbliche competenti a tutti i livelli. Coordinare il lavoro della Commissione sul piano di investimenti per l'Europa sarebbe un compito particolarmente importante 14 . In questa veste, il ministro sarebbe responsabile anche delle relazioni della Commissione con la Banca europea per gli investimenti.

3.ASPETTI ISTITUZIONALI: RESPONSABILITÀ E LEGITTIMITÀ DEMOCRATICHE

La nuova figura del ministro europeo dell'Economia e delle finanze potrebbe contribuire a razionalizzare ulteriormente il quadro di governance dell'UE e rafforzare la dimensione europea della definizione delle politiche economiche. Di fatto, la possibilità di cumulare due funzioni, membro della Commissione e presidente dell'Eurogruppo, è già prevista dai trattati vigenti. A norma dell'articolo 2 del protocollo n. 14 sull'Eurogruppo, allegato ai trattati, "I ministri degli Stati membri la cui moneta è l'euro eleggono un presidente per un periodo di due anni e mezzo, a maggioranza di tali Stati membri." 15 . Il ministro non creerebbe un nuovo livello burocratico sovranazionale e non interferirebbe con le competenze nazionali. Combinando le funzioni esistenti e le competenze disponibili a livello di UE, il ministro contribuirebbe a creare sinergie e, di conseguenza, a rendere più efficiente il quadro di governance.

Il ministro come vicepresidente della Commissione

Visto il ruolo istituzionale della Commissione come promotrice dell'interesse generale, un vicepresidente della Commissione potrebbe riprendere questo ruolo in qualità di ministro europeo dell'Economia e delle finanze. Questo consentirebbe di creare un rappresentante unico, dotato di un mandato chiaro, degli interessi economici e di bilancio dell'UE e della zona euro considerate complessivamente, che costituirebbe anche un punto di riferimento fondamentale all'interno e all'esterno della Commissione.

Il ministro potrebbe guidare e coordinare il lavoro di diversi portafogli e servizi all'interno della Commissione, rappresenterebbe la Commissione, senza diritto di voto, alle riunioni del consiglio direttivo della Banca centrale europea, come previsto all'articolo 284, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, e sarebbe responsabile del dialogo sociale a livello di UE e dell'interazione con le principali parti interessate. 

Il ministro come presidente dell'Eurogruppo

Il ministro europeo dell'Economia e delle finanze potrebbe essere eletto presidente dell'Eurogruppo affinché tenga conto degli interessi dell'intera zona euro. Finora l'Eurogruppo è stato presieduto dal ministro delle Finanze di uno Stato membro della zona euro. In quanto presidente dell'Eurogruppo, il ministro illustrerebbe l'orientamento politico generale e la strategia globale della zona euro e mirerebbe a ottenere un consenso in merito, contribuendo a equilibrare e allineare le posizioni dei ministri nazionali con le priorità comuni perseguite a livello di zona euro e di UE. Il ministro garantirebbe inoltre una preparazione coerente dei vertici sull'euro.

Evoluzione del ruolo dell'Eurogruppo e del suo presidente

L'Eurogruppo è un organo informale in cui i ministri delle Finanze degli Stati membri della zona euro discutono delle questioni che rientrano nelle loro responsabilità condivise in merito all'euro. Il suo compito principale è quello di garantire uno stretto coordinamento delle politiche economiche tra gli Stati membri della zona euro nel pieno rispetto dei poteri conferiti al Consiglio a norma dell'articolo 121 del TFUE.

Il Consiglio europeo ha approvato la creazione dell'Eurogruppo il 13 dicembre 1997 16 . In una risoluzione sul coordinamento delle politiche economiche, il Consiglio ha concluso che "i Ministri degli Stati partecipanti all'area dell'euro possono riunirsi in modo informale per discutere su questioni connesse con le competenze specifiche che condividono in materia di moneta unica". L'Eurogruppo si è riunito per la prima volta il 4 giugno 1998. Nei primi anni, l'Eurogruppo è stato presieduto dalla presidenza di turno del Consiglio tranne quando la presidenza era esercitata da un paese che non faceva parte della zona euro, nel qual caso è subentrato il primo paese della zona euro che avrebbe esercitato la presidenza del Consiglio.

Il 10 settembre 2004 l'Eurogruppo ha deciso di dotarsi di un presidente permanente nominato per un periodo di due anni. Jean-Claude Juncker è stato eletto primo presidente permanente dell'Eurogruppo durante una riunione ECOFIN informale tenutasi a Scheveningen, nei Paesi Bassi.

A norma del protocollo n. 14 sull'Eurogruppo, entrato in vigore il 1° dicembre 2009 con il trattato di Lisbona, i ministri degli Stati membri la cui moneta è l'euro si riuniscono a titolo informale per discutere questioni attinenti alle responsabilità specifiche da essi condivise in materia di moneta unica ed eleggono un presidente per un periodo di due anni e mezzo a maggioranza semplice.

I capi di Stato o di governo della zona euro si riuniscono periodicamente dall'ottobre 2008. Durante la riunione del 26 ottobre 2011, i capi di Stato o di governo hanno convenuto che alla scadenza del mandato della persona in carica all'epoca si sarebbe deciso se il presidente dell'Eurogruppo "debba essere eletto tra i membri dell'Eurogruppo ovvero trattarsi di un presidente a tempo pieno con sede a Bruxelles". È stato inoltre deciso che le riunioni dell'Eurogruppo sarebbero state preparate dal gruppo di lavoro "Eurogruppo" sulla base delle competenze fornite dalla Commissione. È stato altresì specificato che il gruppo di lavoro "Eurogruppo" sarebbe stato presieduto da un presidente a tempo pieno con sede a Bruxelles che, in linea di principio, sarebbe stato eletto contestualmente al presidente del comitato economico e finanziario  17 .

L'Eurogruppo potrebbe decidere di eleggere il ministro alla presidenza per l'intera durata del mandato della Commissione. Questo sarebbe compatibile con i compiti del ministro in quanto membro della Commissione incaricato di rappresentare l'interesse generale e non richiederebbe una revisione dei trattati 18 .

Il ministro europeo sarebbe coadiuvato nella preparazione delle riunioni dell'Eurogruppo dal presidente permanente del comitato economico e finanziario/del gruppo di lavoro "Eurogruppo" e da un segretariato, avvalendosi di tutte le competenze disponibili ed evitando la creazione di strutture supplementari o la duplicazione di quelle esistenti 19 .

Il ministro sorveglia l'operato del Fondo monetario europeo

Attualmente il presidente dell'Eurogruppo presiede il consiglio dei governatori del meccanismo europeo di stabilità. Quest'ultimo è stato creato durante la crisi, a livello intergovernativo, per fornire sostegno agli Stati membri che versavano in difficoltà finanziarie. Basandosi sul meccanismo europeo di stabilità, la Commissione propone oggi di integrare il Fondo monetario europeo nel quadro giuridico dell'Unione 20 . 

In quanto presidente dell'Eurogruppo, il ministro presiederebbe quindi anche il consiglio dei governatori del Fondo monetario europeo. In questa veste il ministro svolgerebbe un ruolo neutrale, tenendo conto in modo equilibrato degli interessi degli azionisti del Fondo monetario europeo.

Responsabilità nei confronti del Parlamento europeo

La Commissione è responsabile nei confronti del Parlamento europeo. I membri della Commissione interagiscono inoltre attivamente con il Parlamento europeo sulle questioni economiche e di bilancio, in particolare attraverso i dialoghi economici istituiti dalla normativa "Six-Pack" e "Two‑Pack" 21 . L'Eurogruppo e il meccanismo europeo di stabilità interagiscono con il Parlamento europeo su base volontaria.

Il ministro dovrebbe rendere conto al Parlamento europeo su tutte le questioni connesse alle sue funzioni e sarebbe inoltre disponibile per il dialogo con i parlamenti nazionali. In quanto membro del collegio dei commissari, il ministro sarebbe soggetto a un'audizione da parte del Parlamento europeo. Dopo un voto di approvazione, il ministro sarebbe nominato come membro del collegio dei commissari. Il ministro manterrebbe dialoghi regolari con il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali. Inoltre, in linea con la procedura in vigore per l'esame dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro, i parlamenti nazionali potrebbero chiedere al ministro di presentare loro il parere della Commissione sul rispettivo documento programmatico di bilancio.

4.CONCLUSIONI

La Commissione ritiene che la carica di ministro europeo dell'Economia e delle finanze sarebbe un passo istituzionale importante per rendere più coerente, efficace e responsabile la governance economica dell'Unione europea.

Invita il Parlamento europeo, il Consiglio e gli Stati membri a riflettere sulle idee espresse nella presente comunicazione per raggiungere un'intesa nell'ambito delle discussioni sull'approfondimento dell'Unione economica e monetaria previste nell'agenda dei leader.

In virtù dei trattati esistenti, questa carica potrebbe essere istituita in più fasi successive, secondo il calendario seguente:

·la funzione del ministro in quanto vicepresidente della Commissione potrebbe essere istituita nell'ambito della nomina della nuova Commissione a decorrere dal novembre 2019;

·l'Eurogruppo potrebbe decidere di eleggere il ministro come suo presidente per due mandati consecutivi, accettando quindi di allinearne il mandato con quello della Commissione. 

(1)

   Discorso sullo stato dell'Unione 2017 del presidente Jean-Claude Juncker, 13 settembre 2017.

(2)

   COM(2017) 291 del 31 maggio 2017.

(3)

   Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa, relazione di Jean-Claude Juncker, in stretta collaborazione con Donald Tusk, Jeroen Dijsselbloem, Mario Draghi e Martin Schulz, 22 giugno 2015.

(4)

   Nella sua risoluzione del 16 febbraio 2017 sulla possibile evoluzione e adeguamento dell'attuale struttura istituzionale dell'Unione europea, il Parlamento europeo ha invitato "a concentrare il potere esecutivo [dell'Unione] nella Commissione attraverso la figura di un ministro delle Finanze dell'UE".

(5)

   Durante il vertice sull'euro del 26 ottobre 2011, i capi di Stato o di governo della zona euro hanno concordato dieci misure per migliorare la governance della zona euro, convenendo che alla scadenza del mandato della persona attualmente in carica si sarebbe deciso se il presidente dell'Eurogruppo "debba essere eletto tra i membri dell'Eurogruppo ovvero trattarsi di un presidente a tempo pieno con sede a Bruxelles".

(6)

   Cfr. anche COM(2015) 602 final, del 21 ottobre 2015, su una tabella di marcia verso una rappresentanza esterna più coerente della zona euro nei consessi internazionali e COM(2015) 603 final, del 21 ottobre 2015, su una proposta della Commissione che stabilisce talune misure volte alla progressiva introduzione di una rappresentanza unificata della zona euro nel Fondo monetario internazionale.

(7)

   COM(2017) 825 e COM(2017) 826 del 6 dicembre 2017.

(8)

   La dichiarazione rilasciata l'8 luglio 2017 dai leader del G20 ha inoltre sottolineato la necessità di utilizzare, individualmente e collettivamente, la politica di bilancio, unitamente alla politica monetaria e alle politiche strutturali, per raggiungere l'obiettivo di una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva, rafforzando nel contempo la resilienza economica e finanziaria.

(9)

   COM(2015) 12 final del 13 gennaio 2015.

(10)

   L'"orientamento della politica di bilancio", solitamente inteso come orientamento che le decisioni discrezionali dei governi in materia di fiscalità e spesa imprimono alla politica di bilancio, determina il ruolo che la politica di bilancio svolge all'interno del ciclo economico. Se progettata bene, in particolare in combinazione con le riforme e il sostegno agli investimenti, una politica di bilancio più attiva può contribuire a una più rapida riduzione della disoccupazione nel breve periodo, ma anche a stimolare, nel medio termine, il potenziale di crescita o la crescita stessa della zona euro. Cfr. anche COM(2016) 727 final del 16 novembre 2016.

(11)

   Il Comitato è un organo consultivo indipendente che coadiuva la Commissione sulle questioni di bilancio per garantire un dibattito pubblico più informato e un miglior coordinamento delle politiche di bilancio nazionali.

(12)

   Cfr. anche il documento di riflessione della Commissione sulle finanze pubbliche dell'UE, COM(2017) 358 del 28 giugno 2017.

(13)

   COM(2017) 822 del 6 dicembre 2017.

(14)

   Il piano di investimenti per l'Europa, varato dalla Commissione e dalla Banca europea per gli investimenti per stimolare gli investimenti privati nell'economia dell'UE e affrontare gli ostacoli agli investimenti, ha già iniziato a dare risultati significativi, mobilitando ad oggi 251 miliardi di euro di investimenti.

(15)

   I ministri dell'Eurogruppo dovrebbero semplicemente modificare a maggioranza semplice i loro metodi di lavoro attuali, che vengono concordati a livello informale, secondo i quali i candidati alla presidenza devono ricoprire la carica di ministro delle Finanze nazionale.

(16)

   Consiglio europeo, conclusioni della presidenza, Lussemburgo, 12-13 dicembre 1997. 

(17)

   Nel maggio 2013 la Francia e la Germania hanno inoltre presentato un documento congiunto dal titolo "Insieme per un'Europa più forte della stabilità e della crescita", che proponeva di rafforzare la governance della zona euro "dopo le prossime elezioni europee" prospettando, in questo contesto, la possibile nomina di un presidente a tempo pieno dell'Eurogruppo.

(18)

   La Commissione partecipa ai lavori dell'Eurogruppo, come previsto nel protocollo n. 14 dei trattati. L'articolo 17, paragrafo 1, del TUE conferisce alla Commissione la missione di promuovere l'interesse generale dell'Unione, cosa che fa in tutte le sue attività. Il diritto primario dell'Unione, quindi, specifica chiaramente che non vi è incompatibilità fra i compiti di un membro della Commissione e la partecipazione ai lavori dell'Eurogruppo.

(19)

   Il lavoro dell'Eurogruppo è preparato dal gruppo di lavoro "Eurogruppo", Il gruppo di lavoro "Eurogruppo" e il comitato economico e finanziario sono presieduti dal 2012 da un presidente permanente. Il presidente del comitato economico e finanziario/del gruppo di lavoro "Eurogruppo" è ospitato dal Consiglio e coadiuvato da un segretariato il cui personale è messo a disposizione in gran parte dalla Commissione e lavora nei suoi locali. Quest'organizzazione, che ha permesso di creare sinergie e si è dimostrata efficiente, potrebbe essere ulteriormente sviluppata con la creazione della carica di ministro europeo dell'Economia e delle finanze.

(20)

   COM(2017) 827 del 6 dicembre 2017.

(21)

   Regolamenti (UE) n. 1173/2011, 1174/2011, 1175/2011, 1176/2011, 1177/2011, 472/2013 e 473/2013.