Bruxelles,9.11.2017

COM(2017) 654 final

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

sull’attuazione degli accordi di libero scambio

1° gennaio 2016 – 31 dicembre 2016

{SWD(2017) 364 final}


1.Introduzione

1.1.Efficacia, trasparenza, cooperazione

1.2.Struttura della relazione

2.Accordi di libero scambio di “nuova generazione”: Corea del Sud, Colombia e Perù, America centrale

2.1.Flussi commerciali

2.2.Contingenti tariffari (CT)

2.3.Tasso di utilizzo delle preferenze

2.4.Servizi e investimenti

2.5.Organi di attuazione

3.Zone di libero scambio globali e approfondite – Ucraina, Moldova, Georgia

3.1.Flussi commerciali

3.2.Contingenti tariffari

3.3.Tassi di utilizzo delle preferenze

3.4.Servizi e investimenti

3.5.Organi di attuazione

4.Accordi di partenariato economico – Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP)

4.1.Situazione attuale degli accordi

4.2.Flussi commerciali

4.3.Investimenti

4.4.Assistenza dell’UE per l’attuazione degli APE

4.5.Assistenza allo sviluppo

4.6.Attività istituzionale

5.Accordi di libero scambio di “prima generazione”

5.1.Flussi commerciali

5.2.Contingenti tariffari

5.3.Tassi di utilizzo delle preferenze

5.4.Servizi e investimenti

5.5.Organi di attuazione

6.In evidenza: capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile

6.1.Attività nell’ambito degli ALS di “nuova generazione”

6.2.Riunioni tra amministrazioni sul commercio e lo sviluppo sostenibile

6.3.Altre riunioni

6.4.Situazione attuale e sfide future

7.Valutazione ex-post dell’impatto degli accordi di libero scambio – Cile e Messico

7.1.Cile

7.2.Messico

8.Prepararsi per attuare gli accordi di libero scambio in modo efficace

9.Intensificare la comunicazione esterna

10.Conclusioni

10.1.Flussi commerciali

10.2.Contingenti tariffari

10.3.Tassi di utilizzo delle preferenze

10.4.Servizi e investimenti

10.5.Commercio e sviluppo sostenibile

10.6.Questioni irrisolte

10.7.Esecuzione forzata

Allegato 1 – Ambito di applicazione della relazione e dati utilizzati

Allegato 2 – Sommario degli accordi esaminati nella presente relazione

Allegato 3 – Statistiche sull’utilizzo delle preferenze

Allegato 4 - Utilizzo delle preferenze per le importazioni nell’UE

Allegato 5 - Utilizzo delle preferenze per le esportazioni dall’UE



1.Introduzione

1.1.Efficacia, trasparenza, cooperazione

Negli ultimi tempi la capacità della politica commerciale di gestire la globalizzazione e sostenere i cittadini e le imprese nell’UE e non solo è stata messa in discussione da più parti. Ottenere il massimo beneficio dagli accordi di libero scambio (ALS) dell’UE è quindi uno dei principali obiettivi della Commissione.

In quest’ottica, nella comunicazione “Commercio per tutti” 1 la Commissione ha sottolineato l’importanza di attuare e applicare gli ALS in modo efficace e si è impegnata a elaborare una relazione annuale sull’attuazione di tali accordi, della quale questa è la prima edizione.

Scopo principale della relazione è garantire la trasparenza. Essa pone in evidenza i progressi compiuti e i problemi e le carenze individuati, in modo da consentire alle altre istituzioni dell’UE, alla società civile e a chiunque sia coinvolto nella politica commerciale dell’UE di analizzare e discutere le attuali modalità di attuazione degli accordi di libero scambio.

La Commissione intende inoltre instaurare una più stretta collaborazione con le altre istituzioni dell’Unione, gli Stati membri dell’UE e le organizzazioni imprenditoriali e di altro tipo per raccogliere nuove idee su come rendere più efficaci gli ALS e trovare soluzioni per aiutare le imprese in tutta l’UE e nei paesi partner a farne un uso migliore.

Attualmente non esiste un documento che fornisca un quadro completo dell’attuazione di tutti gli accordi di libero scambio dell’UE, ma per alcuni viene elaborata una relazione annuale 2 . La presente relazione si basa sulle prassi esistenti e mira a essere esauriente e a proseguire il monitoraggio e la condivisione delle informazioni sull’attività dell’UE ai fini dell’applicazione degli ALS.

1.2.Struttura della relazione 

La relazione fornisce una breve descrizione delle principali conclusioni riguardanti gli ALS applicati dall’UE. Li raggruppa in:

·ALS di “nuova generazione”,

·zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA),

·accordi di partenariato economico (APE),

·ALS di “prima generazione”.

La relazione contiene inoltre:

·testimonianze di aziende, soprattutto piccole imprese, che evidenziano i benefici degli ALS dell’UE,

·un capitolo dedicato all’attuazione delle disposizioni degli ALS dell’UE in materia di commercio e sviluppo sostenibile,

·una spiegazione delle valutazioni ex-post della Commissione concernenti l’impatto degli ALS e

·un capitolo sulla preparazione delle prossime attività di attuazione relative ai nuovi ALS.

La presente relazione è accompagnata da un documento di lavoro dei servizi della Commissione contenente resoconti annuali individuali più dettagliati sui DCFTA con la Georgia, la Moldova e l’Ucraina, nonché schede tecniche sugli ALS di “prima generazione” e sugli APE.

La Commissione si augura di poter discutere le conclusioni della presente relazione e invita tutti gli interessati a fornire il proprio contributo.



2.Accordi di libero scambio di “nuova generazione”: Corea del Sud, Colombia e Perù, America centrale

Ai fini della presente relazione, gli ALS di “nuova generazione” indicano gli accordi di libero scambio negoziati dopo il 2006, in seguito all’annuncio, nella comunicazione “Europa globale” 3 , dell’intenzione della Commissione di negoziare accordi commerciali di ampia portata con alcuni paesi terzi selezionati. Fra gli accordi applicati, rientrano in questa categoria gli ALS con la Corea del Sud (Corea), con la Colombia e il Perù e con l’America centrale.

2.1.Flussi commerciali 

Se si esamina l’andamento degli scambi commerciali, l’ALS con la Corea emerge come storia di successo delle esportazioni europee.

2.1.1.Corea del Sud

Dall’inizio dell’applicazione dell’accordo, le esportazioni dell’UE in Corea sono aumentate del 59,2% 4 . Il disavanzo della bilancia commerciale dell’UE, pari a 11,6 miliardi di EUR nel 2010, si è trasformato in un’eccedenza di 3,1 miliardi di EUR nel 2016.

Nello stesso anno, tuttavia, le esportazioni dell’UE sono diminuite per la prima volta durante l’applicazione dell’ALS (6,9%). Il calo si è registrato soprattutto nelle categorie macchine e apparecchi (dell’8,2%) e materiale da trasporto (del 6,4%). Questi due settori rappresentano più del 50% delle esportazioni dell’UE in Corea.

Le importazioni dalla Corea nel complesso sono rimaste relativamente stabili. Nel 2016 si è registrata una diminuzione del 2,2%. Si è inoltre osservato un calo del 4,9% nelle importazioni dalla Corea di macchine e apparecchi e materiale da trasporto.

Gli autoveicoli sono un settore di interesse specifico nel caso dell’ALS UE-Corea e, anche in questo ambito, l’andamento delle esportazioni europee è stato estremamente positivo.

Dall’inizio dell’applicazione dell’accordo, le esportazioni di autoveicoli dell’UE sono aumentate del 244% e rappresentano il 13% di tutte le esportazioni dell’UE in Corea.

Le importazioni dell’UE dalla Corea sono cresciute del 53% e costituiscono il 10% del totale delle importazioni dell’UE provenienti da questo paese.

Nel 2016, tuttavia, si è registrato un calo del 7,5% delle esportazioni di autoveicoli dell’UE (in parte a causa dello scandalo delle emissioni dei motori diesel) e del 9% delle importazioni.

Altri motivi della diminuzione delle esportazioni complessive dell’UE sono rappresentati dal calo delle esportazioni di petrolio del Regno Unito (dovuto alla cessazione delle sanzioni contro l’Iran) e dalle minori forniture di aeromobili (con un maggior numero di consegne previste per i prossimi anni).

Le esportazioni aiutano un fabbricante austriaco di attrezzatura alpinistica a salire in vetta

Sopprimendo i dazi doganali, l’accordo commerciale UE-Corea ha aiutato AustriAlpin ad avviare attività commerciali in Corea del Sud e rafforzare la propria posizione sui mercati asiatici e globali. Il fabbricante di attrezzatura alpinistica oggi esporta circa l’80% dei suoi prodotti, in gran parte grazie agli accordi commerciali dell’UE.

Pur contando meno di cento dipendenti, nel 2015 AustriAlpin ha realizzato vendite totali ammontanti a 8,5 milioni di EUR, 7,1 milioni di EUR dei quali provenivano dalle esportazioni.

Un produttore francese di cosmetici biologici raggiunge il successo in Corea del Sud

Laboratoire Soniam produce estratti vegetali per il settore dei cosmetici. La piccola impresa ha beneficiato dell’accordo commerciale UE-Corea, in quanto la riduzione dei dazi doganali le ha permesso di offrire i propri prodotti a prezzi più interessanti.

Sostenute dalla certificazione Ecocert dei prodotti biologici e dall’etichetta “made in France”, le esportazioni di Soniam in Corea nel 2016 sono aumentate del 20%.

2.1.2.Colombia e Perù

L’UE è il secondo partner commerciale della Colombia e il terzo del Perù. Dall’inizio dell’applicazione degli ALS, gli scambi bilaterali tra l’UE e la Colombia sono diminuiti del 23,5% e tra l’UE e il Perù dell’11% 5 . La contrazione si può attribuire principalmente al rallentamento dell’economia in America latina e al calo dei prezzi delle materie prime sul mercato mondiale, che hanno avuto ripercussioni sulle esportazioni di entrambi i paesi.

Tuttavia, l’accordo di libero scambio ha avuto un effetto stabilizzatore: la diminuzione complessiva del commercio di questi due paesi con il mondo durante lo stesso periodo (circa 36% per la Colombia e 18% per il Perù) è superiore a quella degli scambi con l’UE. È dunque lecito ritenere che, senza l’ALS, la flessione degli scambi con l’UE probabilmente sarebbe stata maggiore.

Durante i primi due anni di applicazione dell’accordo, le esportazioni dell’UE in Colombia sono aumentate del 18%, ma nel 2016 si è registrato un calo del 17% dovuto al ristagno della domanda. Le importazioni dell’UE dalla Colombia sono diminuite del 37,5% dall’inizio dell’applicazione dell’ALS.

Per quanto riguarda il Perù, alla fine del 2016 si registrava un aumento delle esportazioni dell’UE del 4% rispetto al 2012, mentre le importazioni erano diminuite, anch’esse del 4%.

Tuttavia, a prescindere dalla modesta evoluzione generale degli scambi commerciali, le esportazioni dell’UE di prodotti agricoli sono cresciute notevolmente su entrambi i mercati, con un aumento dell’82% in Colombia e del 73% in Perù. Lo stesso vale per le importazioni dell’UE dai due paesi, che registrano un incremento del 33% per la Colombia (45% per il caffè) e del 19% per il Perù (120% per la frutta, 30% per pesci e molluschi e 226% per il cacao).

Nello stesso periodo le importazioni di materie prime e minerali da entrambi i paesi sono diminuite.

Birra lussemburghese nei bar della Colombia

L’accordo commerciale dell’UE con la Colombia e il Perù ha aiutato il birrificio lussemburghese “Brasserie Nationale”, noto per la sua birra Bofferding, a cominciare a esportare in Colombia, un mercato cento volte più grande di quello del Lussemburgo. Grazie all’accordo, la società sbriga direttamente tutti le formalità relative all’esportazione, senza bisogno di rivolgersi a esperti o di negoziare con intermediari ogni volta che spedisce un container in Colombia.

Le notevoli esportazioni in Colombia hanno dato slancio alla crescita del birrificio, che oggi esporta complessivamente 34 000 ettolitri di birra l’anno.

Il vino austriaco furoreggia sulle Ande

L’azienda vinicola Rainer Wess è situata nella valle di Wachau in Austria. Produce vino dal 2003 ed esporta il 65% della produzione in più di venti paesi.

L’accordo commerciale dell’UE con la Colombia e il Perù ha permesso all’azienda di beneficiare di tariffe doganali ridotte e di un onere amministrativo meno gravoso. Il vino sta acquistando popolarità presso alcuni dei migliori ristoranti di Lima, la capitale peruviana.

2.1.3.America centrale

Per quanto riguarda l’accordo di libero scambio con l’America centrale 6 , il commercio è in crescita. Le esportazioni dell’UE sono aumentate del 22%, mentre le importazioni da cinque paesi dell’America centrale sono cresciute del 18,3%.

La sola eccezione è la Costa Rica, che risente della delocalizzazione in Asia del suo ex principale esportatore di componenti informatici. Di conseguenza, nel 2015 le esportazioni costaricane di attrezzature per ufficio e telecomunicazioni sono diminuite di circa il 94%. Nello stesso anno le esportazioni della Costa Rica verso l’UE si sono ridotte del 40% e ciò ha contribuito anche a un calo del totale dei flussi commerciali tra l’UE e l’America centrale pari allo 0,78%.

La principale destinazione delle esportazioni dell’UE in America centrale è la Costa Rica (25%), seguita da Panama (24%) e dal Guatemala (22%).

Una torrefazione belga crea partenariati nel mondo

Fondata nel 2001, la torrefazione belga OR si è ampliata e ha esteso la propria attività ai mercati internazionali, convinta che i migliori chicchi di caffè si ottengano direttamente dai coltivatori.

Gli accordi commerciali dell’UE con i paesi dell’America centrale e meridionale consentono alle imprese europee di fornire più facilmente caffè originario della regione. Imponendo agli esportatori di tali paesi il rispetto delle norme europee in materia di condizioni di lavoro e protezione dell’ambiente, tali accordi apportano inoltre benefici anche per la popolazione locale.

2.2.Contingenti tariffari (CT)

Alle importazioni di prodotti soggetti a contingenti tariffari sono applicati dazi doganali ridotti fino alla soglia quantitativa stabilita, superata la quale le importazioni sono gravate da dazi più elevati.

2.2.1.Colombia e Perù

La Colombia e il Perù usano entrambi i rispettivi CT per lo zucchero. Il Perù fa sempre più ricorso ai contingenti tariffari anche per il granturco dolce e l’aglio, mentre per altri prodotti i CT sono poco utilizzati.

Nel complesso l’UE utilizza in larga misura i contingenti tariffari stabiliti nell’accordo. Per alcuni prodotti il tasso di utilizzo è tuttavia molto basso; per esempio, per le esportazioni di formaggio in Colombia è stato utilizzato soltanto il 7,9% del contingente totale (il 4,3% in Perù) e solo il 3,8% del contingente totale per le esportazioni di prodotti a base di zuccheri in Colombia.

2.2.2.America centrale

L’America centrale usa i propri contingenti tariffari soltanto per lo zucchero e il rum, mentre gli altri CT non sono utilizzati.

All’UE sono stati accordati contingenti tariffari per quattro prodotti, ma l’utilizzo rimane limitato: 26% del CT totale per il prosciutto salato, 14% per il latte in polvere, 44% per il formaggio e solo il 4,9% per le carni suine trasformate.

2.3.Tasso di utilizzo delle preferenze 

Il tasso di utilizzo delle preferenze indica la misura in cui le imprese usano le preferenze tariffarie offerte da un accordo di libero scambio con l’UE.

Esso considera le importazioni totali da un paese partner nell’UE (o viceversa) ammesse a beneficiare della riduzione preferenziale dei dazi doganali e indica la quota di tali importazioni totali per la quale è stata effettivamente utilizzata la tariffa ridotta 7 .

La misura in cui gli esportatori dell’UE utilizzano le preferenze tariffarie previste dagli ALS è un’importante indicazione dell’efficacia degli accordi. 

2.3.1.Corea del Sud

Il tasso di utilizzo delle preferenze per le esportazioni dell’UE in Corea nel 2016 è stato del 71%, il livello più elevato raggiunto finora (68% nel 2015 e 65% nel 2014 e 2013). L’utilizzo delle preferenze per i prodotti agricoli è stato superiore a quello per i prodotti industriali (86% contro 64%). I tassi complessivi più elevati (93%) sono stati registrati per materiale da trasporto e animali vivi e prodotti del regno animale. L’utilizzo delle tariffe ridotte è stato inferiore al 50% per le esportazioni dell’UE di prodotti minerali, perle e pietre preziose, metalli comuni e macchine.

Nel 2016 gli esportatori coreani hanno utilizzato le preferenze tariffarie per l’87% delle esportazioni ammissibili. Il tasso di utilizzo delle preferenze è stato superiore al 90% per prodotti minerali, materiale da trasporto e materie plastiche e gomma, mentre per il legno è stato del 9% e per le perle del 34%. I coreani hanno utilizzato i dazi ridotti per le macchine in misura di gran lunga maggiore rispetto agli esportatori dell’UE in Corea (tassi di utilizzo delle preferenze rispettivamente del 72% e del 48%).

2.3.2.Colombia e Perù

Secondo i dati statistici colombiani, il tasso di utilizzo delle preferenze per le esportazioni dell’UE in Colombia nel 2016 è stato del 70,6% (rispetto al 50,7% nel 2014). Non sono disponibili dati per il Perù.

Per quanto riguarda le esportazioni della Colombia e del Perù verso il mercato dell’UE, più del 95% delle esportazioni ammissibili avviene in regime preferenziale.

2.3.3.America centrale

Per l’America centrale, i dati statistici sulle esportazioni dell’UE sono disponibili soltanto in Costa Rica: solo il 16,6% delle esportazioni ammissibili dell’UE in Costa Rica ha beneficiato dell’accordo di libero scambio.

Nel caso delle esportazioni costaricane nell’UE il tasso è stato del 92%.

2.4.Servizi e investimenti 

2.4.1.Corea del Sud

Dall’inizio dell’applicazione dell’accordo di libero scambio, le esportazioni di servizi dell’UE in Corea sono aumentate del 49%, nonostante il calo del 7% registrato nel 2015. Sono aumentate anche le importazioni di servizi dalla Corea, complessivamente del 32%, e del 7,3% nel 2015.

Gli stock di investimenti dell’UE in Corea sono aumentati del 32,8% dall’inizio dell’applicazione dell’ALS, mentre gli stock coreani nell’UE sono cresciuti del 60%. Gli stock dell’UE in Corea (49,7 miliardi di EUR nel 2015) sono circa 2,5 volte superiori agli stock coreani nell’UE (20,9 miliardi di EUR nel 2016).

2.4.2.Colombia e Perù

Nel caso dei paesi dell’America Latina, si possono osservare alcuni modesti sviluppi. Le esportazioni di servizi dell’UE in Colombia sono rimaste stabili e in Perù sono cresciute dell’11%. Le importazioni dalla Colombia sono salite del 3% e quelle dal Perù sono scese del 6%.

Gli stock di investimenti dell’UE sono aumentati del 4% in Colombia e del 15% in Perù. L’UE è il maggiore investitore estero in entrambi i paesi.

2.4.3.America centrale

Complessivamente, gli scambi di servizi dell’UE con l’America centrale sono diminuiti del 3%. Si sono registrate ampie fluttuazioni nelle importazioni ed esportazioni da e verso i diversi paesi centroamericani, ma nel caso della Costa Rica e di Panama gli scambi di servizi sono aumentati in entrambe le direzioni.

In questa regione, Panama è il maggiore partner commerciale dell’UE nel settore dei servizi (53%), seguito da Costa Rica (21%) e Guatemala (13%).

2.5.Organi di attuazione 

Gli accordi di libero scambio di nuova generazione prevedono una struttura completa di organi di attuazione. Diversi sottocomitati e gruppi di lavoro si riuniscono una volta l’anno e riferiscono a un comitato per il commercio (o un comitato di associazione, nel caso dell’America centrale). I comitati per il commercio, in molti casi riuniti a livello ministeriale, fanno il punto degli sviluppi in tutti i settori e discutono i problemi di attuazione degli ALS individuati, al fine di trovare soluzioni adeguate.

2.5.1.Corea del Sud

Le principali questioni sollevate in seno al comitato per il commercio con la Corea nel periodo di riferimento sono state costituite da problematiche sanitarie e fitosanitarie, in particolare l’accesso al mercato delle carni bovine e l’applicazione dei principi di regionalizzazione per quanto riguarda le carni suine, ma devono ancora essere affrontate. D’altra parte, la buona cooperazione con la Corea in materia di benessere degli animali è un esempio da seguire. L’esperienza con la Corea riguardo alle questioni sanitarie e fitosanitarie illustra l’importanza di inserire negli accordi di libero scambio capitoli chiari e dettagliati in materia.

Nell’ambito della protezione della proprietà intellettuale, i diritti di esecuzione pubblica sono tuttora una questione irrisolta, così come l’inserimento delle nuove indicazioni geografiche per garantirne la tutela nel quadro dell’ALS, che non è ancora avvenuto nonostante le richieste che l’UE presenta sin dal 2014.

Anche il commercio e lo sviluppo sostenibile sono stati ampiamente discussi, volgendo particolare attenzione alla ratifica e all’attuazione delle convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) nonché alla tutela dei diritti dei lavoratori da parte della Corea. Purtroppo tali discussioni non hanno ancora portato alla soluzione dei problemi individuati.

L’ALS contiene anche chiare disposizioni in materia di trasparenza degli appalti pubblici che consentirebbero di monitorare l’effettivo accesso al mercato delle imprese europee in Corea. La Corea, tuttavia, non ha ancora comunicato i dati sugli appalti pubblici aggiudicati a imprese dell’UE. La questione sarà affrontata in occasione della prossima riunione del gruppo di lavoro sugli appalti pubblici.

2.5.2.Colombia e Perù

Nel 2016 la Colombia ha compiuto significativi progressi nell’affrontare le questioni sanitarie e fitosanitarie (tra cui l’attuazione del principio della singola entità e la procedura di pre-listing), nonché il regime discriminatorio applicato agli alcolici, con l’adozione di una nuova legge entrata in vigore il 1° gennaio 2017. Nel 2016 il valore delle esportazioni di alcolici dell’UE in Colombia ammontava a 43,7 milioni di EUR, ovvero il 12% del totale delle esportazioni agricole dell’UE in Colombia. Anche il Perù ha fatto progressi in questo ambito, ma deve ancora compiere ulteriori passi avanti.

Il principio di regionalizzazione, stabilito nel capitolo sulle questioni sanitarie e fitosanitarie, è applicato da entrambi i paesi alle importazioni dall’UE.

La discussione sull’accesso al mercato degli appalti pubblici a livello decentrato in Colombia è proseguita in una direzione positiva.

In Perù permangono problemi riguardanti, per esempio, il trattamento discriminatorio degli alcolici importati e i diritti di esecuzione pubblica.

L’applicazione delle indicazioni geografiche è ancora fonte di preoccupazione in entrambi i paesi. Resta da risolvere anche la questione della spedizione diretta, riguardo alla quale l’UE desidera mantenere le preferenze previste dall’ALS per le spedizioni che vengono frazionate mentre sono in transito.

2.5.3.America centrale

Nel caso dell’America centrale, le questioni principali riguardano:

·l’applicazione delle indicazioni geografiche (in particolare in Guatemala e Honduras),

·gli appalti pubblici (Panama),

·la discriminazione fiscale applicata alla birra (Costa Rica) e

·l’attuazione degli impegni concernenti determinate regolamentazioni tecniche per favorire una maggiore integrazione regionale.



3.Zone di libero scambio globali e approfondite – Ucraina, Moldova, Georgia

L’Ucraina, la Repubblica di Moldova (Moldova) e la Georgia hanno concluso i rispettivi accordi di associazione con l’UE. Gli accordi prevedono l’approfondimento dell’associazione politica e la graduale integrazione economica tra l’UE e tali partner orientali.

Gli accordi di libero scambio globali e approfonditi (DCFTA) sono i pilastri economici degli accordi di associazione e stabiliscono le condizioni per relazioni economiche e commerciali rafforzate. Prevedono un più ampio e progressivo ravvicinamento della legislazione dei partner a quella dell’UE.

Scopo dei DCFTA è creare un nuovo quadro e un nuovo clima per gli scambi commerciali e gli investimenti con tali partner e contribuire alla ristrutturazione, modernizzazione e diversificazione delle economie dei paesi interessati. Poiché hanno per obiettivo la graduale integrazione nel mercato interno dell’UE, i DCFTA si spingono oltre gli accordi di libero scambio di “nuova generazione” e rappresentano un tipo particolare di accordo commerciale.

I DCFTA hanno due componenti principali:

1) graduale e reciproca apertura del mercato (eliminazione/riduzione dei dazi ed eliminazione degli ostacoli non tariffari) delle due parti, con alcune asimmetrie a vantaggio dei partner orientali e

2) ravvicinamento normativo di vasta portata al diritto dell’Unione negli ambiti attinenti al commercio.

3.1.Flussi commerciali 

L’UE è il maggiore partner commerciale di tutti e tre i paesi e nel 2016 rappresentava il 55% (Moldova), il 41% (Ucraina) e il 30% (Georgia) del totale dei rispettivi scambi commerciali. L’UE presenta un saldo commerciale positivo con tutti e tre i paesi.

3.1.1.Ucraina

Nel 2016, primo anno di applicazione dell’accordo, le importazioni e le esportazioni dell’UE da e verso l’Ucraina sono aumentate rispettivamente dell'1,9% e del 17,6% 8 . Tale aumento è in gran parte dovuto alla ripresa dell’economia ucraina, che sta lentamente riemergendo dalla recessione del 2015, quando il PIL si è ridotto del 9,9% e gli investimenti diretti esteri netti sono passati da 8,2 miliardi di EUR nel 2012 a 3 miliardi di EUR nel 2015.

3.1.2.Moldova

Nel periodo 2014-2016 le esportazioni dell’UE in Moldova sono diminuite del 13% a causa della contrazione della domanda interna, di problemi interni (frode nel settore bancario) e di difficoltà economiche nella regione. Nello stesso periodo, le importazioni dell’UE dalla Moldova hanno registrato un incremento del 13,5%, in particolare quelle di prodotti agricoli, ma anche di macchine, mobili e abbigliamento.

3.1.3.Georgia

Le esportazioni dell’UE in Georgia nel periodo 2014-2016 sono aumentate del 2,8%, mentre le importazioni dell’UE da questo paese sono diminuite del 16,4%. Il calo dei prezzi mondiali dei prodotti di base è fra le principali cause della riduzione del valore delle esportazioni della Georgia, in quanto consistono prevalentemente in materie prime e prodotti semilavorati. In termini di volume, invece, il livello delle esportazioni è rimasto stabile.

La geodesia e la topografia dell’UE si avvalgono dei droni e dei servizi post-vendita ucraini

La società Drone.ua con sede a Kiev produce veicoli aerei senza equipaggio, o droni, che sono venduti in Europa. Ha creato un’impresa comune in Lituania, denominata UAV.tools, per diffondere la propria tecnologia in quindici paesi europei. Presto aprirà uffici nel Regno Unito e in Moldova.

La società non solo esporta aeromobili, ma offre anche assistenza tecnica e attività di formazione e di elaborazione dei dati. In Ucraina i droni sono utilizzati nell’agricoltura, mentre nell’UE sono comunemente usati nella geodesia e nella topografia.

L’Ucraina rafforza la propria posizione in Europa nel settore dell’alimentazione degli animali

Nel maggio 2017 una società ucraina, Kormotech LLC, è stata inclusa nell’elenco dei 50 maggiori fabbricanti di alimenti per animali da compagnia nel mondo e in Europa (nell’elenco figurano soltanto tre società dell’Europa centrale e orientale).

Grazie al DCFTA, nel corso degli ultimi due anni i prodotti della società (cibo per gatti e cani) hanno cominciato a conquistare nuovi mercati nell’UE, in quanto gli impianti di produzione soddisfano le norme europee in materia di qualità e sicurezza alimentare. Kormotech LLC produce 16 000 tonnellate di cibo umido e 30 000 tonnellate di cibo secco pronto all’uso l’anno ed esporta i suoi prodotti in quindici paesi.

3.2.Contingenti tariffari

I contingenti tariffari (CT) per i prodotti agricoli non sono stati interamente utilizzati da tutti e tre i partner DCFTA, a causa della non conformità ai requisiti sanitari e fitosanitari dell’UE.

Nel caso dell’Ucraina, sono stati interamente utilizzati 11 CT su un totale di 36.

In Moldova sono stati utilizzati due CT su un totale di sei gruppi di prodotti.

Per quanto riguarda la Georgia, l’unico contingente tariffario in esenzione da dazio doganale, accordato per l’aglio fresco e refrigerato, non è stato utilizzato.

3.3.Tassi di utilizzo delle preferenze 

Questi dati sono disponibili soltanto per le esportazioni dei partner orientali verso l’UE. Sono molto elevati, intorno all’80% per la Georgia e al 90% per l’Ucraina e la Moldova.

3.4.Servizi e investimenti 

Per quanto riguarda i servizi, nel periodo 2014-2015 le importazioni e le esportazioni dell’UE da e verso la Moldova sono aumentate rispettivamente del 17% e del 3%, mentre nel caso della Georgia sono rimaste stabili.

Sono aumentati anche i flussi di investimenti tra l’UE e la Moldova, in entrambe le direzioni (gli investimenti dell’UE in Moldova del 127% e gli investimenti della Moldova nell’UE del 67%), pur restando molto bassi in cifre assolute. Nel caso della Georgia i flussi di investimenti sono rimasti stabili 9 .

3.5.Organi di attuazione 

Il ravvicinamento normativo è un elemento fondamentale dell’attuazione dei DCFTA. Questo argomento è stato anche al centro della riunione degli organi di attuazione, ossia i comitati di associazione nella formazione “Commercio” e i quattro sottocomitati tematici:

·Dogane,

·Indicazioni geografiche,

·Misure sanitarie e fitosanitarie e

·Commercio e sviluppo sostenibile.

Per quanto riguarda le misure sanitarie e fitosanitarie, l’UE e la Moldova hanno adottato congiuntamente una strategia completa, mentre nel caso della Georgia è stata concordata una tabella di marcia legislativa. L’adozione ufficiale della strategia sulle misure sanitarie e fitosanitarie con l’Ucraina è prevista nella seconda metà del 2017. Tali documenti diventano parte integrante degli accordi di associazione/DCFTA e orienteranno l’attività di ravvicinamento giuridico e rafforzamento delle capacità istituzionali dei paesi partner nei prossimi anni.

Sono stati adottati programmi di riforma analoghi per le norme e le regolamentazioni tecniche. In entrambi gli ambiti, tuttavia, è necessario rafforzare la capacità amministrativa in tutti e tre i paesi per portare a termine i lavori e assicurare l’attuazione e l’applicazione efficace della normativa.

Per quanto riguarda gli appalti pubblici, sono state elaborate strategie di riforma complete in tutti i paesi. Va inoltre segnalato che nel 2016 la Moldova e l’Ucraina hanno aderito all’accordo dell’OMC sugli appalti pubblici.

In termini di perturbazione degli scambi, l’Ucraina ha applicato (tra luglio 2016 e luglio 2017) dazi all’esportazione dei rottami metallici e applica tuttora un divieto all’esportazione di legname incompatibile con il DCFTA e l’OMC. Per quanto riguarda la protezione delle indicazioni geografiche (IG) dell’UE in Georgia, le due parti hanno compiuto enormi sforzi per eliminare dal mercato le denominazioni in conflitto con le IG protette nell’UE. In Moldova sussistono problemi riguardanti la protezione di alcune indicazioni geografiche dell’UE, per esempio “Prosecco”, e l’esistenza di misure non trasparenti e discriminatorie nel settore della distribuzione di energia elettrica. L’eliminazione di tali ostacoli è in discussione in seno agli organi di attuazione del DCFTA e a livello politico.

Il ravvicinamento normativo e il rafforzamento delle capacità istituzionali richiederà l’impegno costante delle autorità dei paesi partner e dell’UE. L’attuazione efficace dei DCFTA e la facilitazione degli scambi tra l’UE e i paesi partner dipendono dalla riuscita di questo processo.

L’UE fornisce assistenza finanziaria e tecnica a sostegno delle riforme e del rafforzamento delle capacità amministrative negli ambiti attinenti al commercio, tra cui:

·l’eliminazione degli ostacoli tecnici agli scambi (tramite l’allineamento delle infrastrutture metrologiche e di normazione); il sistema di valutazione della conformità (compreso l’accreditamento degli organismi di valutazione) e il sistema di vigilanza del mercato secondo le norme europee,

·l’introduzione delle regole di concorrenza (anche in materia di aiuti di Stato),

·il ravvicinamento delle misure sanitarie e fitosanitarie al sistema dell’UE (in particolare per quanto riguarda il rafforzamento delle capacità istituzionali ai fini del controllo della sicurezza alimentare),

·la tutela e l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale,

·l’allineamento del sistema di appalto pubblico ai fini dell’apertura reciproca del mercato,

·la promozione delle organizzazioni dei produttori e l’ottimizzazione della catena del valore,

·lo sviluppo delle PMI.

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, i tre paesi beneficiano dello strumento per le piccole e medie imprese previsto dal DCFTA (200 milioni di EUR per i tre paesi).



4.Accordi di partenariato economico – Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) 

Nel 2016 il numero di accordi di partenariato economico (APE) applicati è salito a sette, per un totale di 28 paesi:

·nei Caraibi, nel Pacifico e nella subregione dell’Africa orientale e australe (AOA),

·il Camerun nell’Africa centrale,

·il gruppo APE della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC),

·il Ghana e la Costa d’Avorio nell’Africa occidentale.

4.1.Situazione attuale degli accordi

4.1.1.SADC

Un importante traguardo è stato raggiunto nel giugno 2016, quando l’UE ha siglato un APE con sei paesi della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC), la cui applicazione provvisoria è cominciata nell’ottobre 2016. Oltre alle classiche disposizioni in materia di scambi commerciali, i paesi della SADC partecipanti (Botswana, Lesotho, Namibia, Sud Africa, Swaziland e Mozambico) e l’UE si sono impegnati ad attuare un partenariato incentrato sullo sviluppo sostenibile, compresa la promozione delle norme sociali e ambientali.

L’accordo sostiene direttamente l’integrazione economica della regione, favorendo legami più stretti fra i sei paesi. Nel 2016 soltanto il Mozambico (il settimo paese della SADC) non aveva ancora ratificato l’accordo e non lo applicava.

4.1.2.Africa occidentale

L’applicazione provvisoria dell’accordo di partenariato economico con la regione dell’Africa occidentale è ritardata dalla mancata firma da parte di tre paesi (su 16). Intanto due paesi della regione, la Costa d’Avorio e il Ghana, hanno firmato e ratificato i rispettivi APE individuali 10 . La Costa d’Avorio ha cominciato ad applicare l’APE nel settembre 2016 e il Parlamento europeo ha espresso il proprio consenso all’accordo con il Ghana il 1° dicembre 2016, autorizzandone l’applicazione in via provvisoria.

4.1.3.Comunità dell’Africa orientale (EAC)

In questo caso sono ancora necessarie le firme di tre paesi (su cinque) per poter ottenere il consenso del Parlamento europeo e cominciare l’applicazione in via provvisoria.

4.2.Flussi commerciali 

L’andamento degli scambi commerciali nel quadro degli APE applicati esaminati nella presente relazione (con i partner dei Caraibi – Cariforum, del Pacifico e dell’AOA e con il Camerun) presenta un quadro disomogeneo. Alcuni paesi, come il Camerun e le Figi, non attuano gli APE da un periodo di tempo sufficiente per trarre conclusioni certe. Tuttavia, negli ultimi anni, in altri paesi si sono osservate fluttuazioni degli scambi commerciali in entrambe le direzioni, in alcuni casi legate alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime, che incidono sulle esportazioni dei partner dell’APE.

Alcuni paesi mostrano una costante tendenza all’aumento delle esportazioni verso l’UE, in particolare il Madagascar e la Repubblica dominicana.

In tutte le regioni ACP, tranne i Caraibi, i paesi partner dell’UE nell’ambito degli APE presentano un saldo commerciale positivo con l’Unione.

Nei Caraibi dal 2013 si registra una tendenza alla diminuzione delle esportazioni verso l’UE, con alcune eccezioni. Nel 2016 si è verificato un calo del 23% legato al crollo dei prezzi delle materie prime che ha colpito le esportazioni di Trinidad e Tobago.

4.3.Investimenti 

Gli investimenti dell’UE nei territori dei paesi partner dell’APE sono in crescita, tranne nel caso del Cariforum, dove sono rimasti stabili. Gli investimenti del Cariforum nell’UE sono invece aumentati.

Tessuti malgasci per i consumatori dell’UE

Il settore tessile e dell’abbigliamento del Madagascar ha beneficiato della conclusione dell’APE, che offre accesso al mercato dell’UE esente da dazi e contingenti e norme migliori in materia di origine. Dall’inizio dell’applicazione dell’APE nel 2012, il Madagascar ha visto crescere le esportazioni verso l’UE di circa il 15% l’anno. Nel 2015 i tessuti e l’abbigliamento erano i principali prodotti esportati, per un valore superiore a 300 milioni di EUR, e rappresentavano quasi un terzo del totale delle esportazioni del paese verso l’UE.

Tra i beneficiari spicca l’impresa tessile locale Epsilon, che oggi impiega 2 000 dipendenti, rispetto ai 100 iniziali. L’APE ha anche contribuito a creare migliori condizioni di vita per i lavoratori e le loro famiglie.

4.4.Assistenza dell’UE per l’attuazione degli APE

È importante mettere a punto meccanismi di monitoraggio per seguire il funzionamento e l’impatto degli APE e per far sì che la cooperazione allo sviluppo e l’assistenza attinente al commercio ne sostengano l’attuazione.

Nei capitoli relativi alla cooperazione economica e allo sviluppo di vari APE, l’UE si è impegnata a cooperare con i paesi interessati, soprattutto attraverso l’assistenza tecnica e finanziaria.

L’UE ha coordinato l’attuazione degli APE con la politica in materia di sviluppo, la cooperazione e gli aiuti al commercio svolgendo discussioni con le autorità competenti a livello nazionale, il settore privato e i gruppi della società civile.

Insieme hanno elaborato “piani nazionali di attuazione degli APE”, che mirano a individuare le esigenze dei paesi in termini di:

·conformità, gestione e monitoraggio degli APE,

·comunicazione in merito agli APE,

·promozione di un ambiente imprenditoriale che permetta ai paesi e alle imprese di cogliere appieno i benefici offerti dagli accordi.

Tale promozione comprende l’attuazione delle riforme necessarie per:

·favorire la crescita, la diversificazione economica e il valore aggiunto locale,

·attrarre investimenti e

·sostenere la creazione di posti di lavoro.

Su queste basi, l’UE sta individuando le esigenze ed esaminando i collegamenti tra le varie possibili fonti di finanziamento, che possono comprendere fondi messi a disposizione:

·da diversi strumenti di assistenza allo sviluppo dell’UE a livello nazionale, regionale e intra-ACP,

·dagli Stati membri dell’UE,

·dalla Banca europea per gli investimenti,

·da altre istituzioni di finanziamento dello sviluppo ed eventuali altri donatori.

Nel complesso, i piani nazionali di attuazione degli APE contribuiranno a integrare le risposte alle sfide e alle opportunità connesse all’attuazione degli accordi in modo coerente e incisivo.

4.5.Assistenza allo sviluppo 

Ai diversi paesi e regioni che attuano gli APE è stata destinata assistenza allo sviluppo, in aggiunta ad altre fonti di finanziamento dell’UE che rispondono in maniera meno diretta alle esigenze connesse agli APE.

Nei Caraibi sono stati assegnati più di 100 milioni di EUR al programma regionale del Cariforum, nel quadro dell’undicesimo Fondo europeo di sviluppo, per rafforzare la cooperazione regionale e i processi di integrazione.

Nel Pacifico, il commercio regionale, l’ambiente imprenditoriale e la partecipazione del settore privato sono classificati come priorità nell’ambito della dotazione regionale ammontante a 50 milioni di EUR.

Nella regione dell’AOA è stata assegnata una dotazione di 10 milioni di EUR a ciascuno dei quattro paesi partner dell’APE, nel quadro del programma regionale per l’Africa orientale e australe.

In Africa occidentale sono stati completati i preparativi per mettere fondi a disposizione del Ghana e della Costa d’Avorio nell’ambito del programma regionale per la competitività, che comprenderà attività specifiche attinenti all’attuazione dell’APE.

In Africa centrale, il Camerun sta valutando come usare i fondi messi a disposizione nel quadro della dotazione regionale di 211 milioni di EUR per l’integrazione regionale.

Per quanto riguarda i paesi ACP in generale, l’UE ha profuso sforzi particolari per stimolare gli scambi e gli investimenti nel settore agroalimentare affinché tali paesi possano cogliere i benefici offerti dagli APE.

4.6.Attività istituzionale 

L’attività istituzionale nel quadro degli APE esaminati nella presente relazione è stata considerevole:

·gli organi direttivi degli APE del Cariforum, del Camerun e dell’AOA (ma non del Pacifico) hanno tenuto le loro riunioni annuali,

·i rappresentanti della società civile hanno svolto la seconda riunione del comitato consultivo misto dell’accordo di partenariato economico Cariforum-UE (Bruxelles, aprile 2016).

Si possono trovare maggiori informazioni su queste riunioni nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente relazione.

5.Accordi di libero scambio di “prima generazione” 

L’UE ha concluso ALS di “prima generazione” prima dell’adozione della comunicazione “Europa globale” nel 2006. Questi accordi in genere prevedono soltanto lo scambio di merci e in molti casi i prodotti agricoli sono persino stati aggiunti in una fase successiva.

Gli accordi di libero scambio appartenenti a tale categoria sono molto eterogenei e comprendono:

·l’unione doganale con la Turchia,

·gli ALS con l’Islanda, la Norvegia 11 e la Svizzera risalenti agli anni ’70,

·gli ALS con le isole Fær Øer, il Messico, il Cile e il Sud Africa,

·gli ALS con i paesi partner del Mediterraneo 12 nell’ambito degli accordi di associazione conclusi negli anni ’90 13 .

Sono previsti piani per aggiornare la maggior parte di questi accordi trasformandoli in ALS globali, che si adattino meglio agli scambi economici più complessi che intercorrono oggi fra l’UE e i suoi partner. Sono in corso negoziati per aggiornare l’ALS con il Messico e sono stati avviati negoziati anche con il Marocco e la Tunisia. Si stanno ultimando i preparativi per avviare i negoziati relativi alla modernizzazione dell’unione doganale con la Turchia e dell’ALS con il Cile, mentre l’ALS con il Sud Africa è ormai superato dall’APE concluso con la SADC.

Esportazioni di pasta italiana tradizionale in Sud Africa

Pasta Astorino, un’azienda familiare con sede in Calabria, produce e commercializza pasta in Italia e all’estero. L’accordo commerciale UE-Sud Africa è entrato in vigore nel 2000. Ha determinato un notevole incremento delle esportazioni europee di pasta in Sud Africa, in termini sia di valore (43%) sia di quantitativi (67%).

Grazie all’accordo commerciale con il Sud Africa, Pasta Astorino ha cominciato a fare affari nel paese e nel 2015 ha esportato una tonnellata di pasta. Anche le imprese locali che riforniscono l’azienda hanno beneficiato dell’accordo commerciale dell’UE.

5.1.Flussi commerciali 

L’andamento degli scambi commerciali nel complesso è positivo e in tutti i casi si è registrato un incremento degli scambi reciproci durante l’applicazione degli ALS.

5.1.1.Svizzera

La Svizzera è il terzo partner commerciale dell’UE e dal 2002 le esportazioni e le importazioni dell’UE sono cresciute entrambe del 96%.

5.1.2.Turchia

La Turchia è il quinto partner commerciale dell’UE. Durante il periodo di applicazione, le esportazioni dell’UE verso la in Turchia sono aumentate del 185% e le importazioni del 160%. Le esportazioni dell’UE verso la Turchia tuttavia sono stabili dal 2014, mentre le importazioni continuano ad aumentare, il che ha determinato una riduzione del saldo commerciale dell’Unione da 20 a 10 miliardi di EUR.

5.1.3.Cile

Per quanto riguarda il Cile, le esportazioni dell’UE sono aumentate del 170% rispetto al 2002, quasi il triplo rispetto alle importazioni, che nello stesso periodo hanno registrato un incremento del 50%. Tuttavia, dati i numerosi accordi di libero scambio conclusi dal paese con altri partner commerciali in seguito alla firma dell’ALS UE-Cile, nel corso del tempo l’UE ha progressivamente perso quote di mercato in Cile a favore di altri partner commerciali 14 .

Esportazione di pasta per pane austriaca in Messico

Backaldrin è un’azienda a conduzione familiare che produce ingredienti per fornai ad Asten, in Alta Austria. La società ha inventato il pane multicereale Kornspitz ed esporta i suoi prodotti in più di cento paesi. L’accordo commerciale UE-Messico del 2001 ha aiutato Backaldrin a immettere i suoi prodotti sul mercato messicano.

Backaldrin oggi esporta l’80% della sua produzione e la solida attività internazionale ha garantito investimenti continui e la creazione di posti di lavoro. Nel 2013 Backaldrin ha aperto un centro per l’innovazione e la tecnologia e prevede di creare 50 posti di lavoro per lavoratori altamente qualificati nel prossimo futuro.

5.1.4.Paesi del Mediterraneo

Gli accordi con i paesi del Mediterraneo prevedono la liberalizzazione reciproca di tutti gli scambi di prodotti industriali e, in varia misura, degli scambi di prodotti agricoli, prodotti agricoli trasformati e prodotti della pesca.

Tali accordi in genere contengono elementi di asimmetria, per esempio lunghi periodi transitori e/o una liberalizzazione più limitata degli scambi di prodotti agricoli. In tal modo si conferisce un vantaggio ai partner del Mediterraneo, principalmente al fine di sviluppare la regione e favorire una migliore integrazione nel mercato dell’UE.

L’Unione è il principale partner commerciale della maggior parte dei paesi partner della regione. I paesi del Mediterraneo dipendono fortemente dall’UE tanto per le importazioni quanto per le esportazioni.

Nonostante l’intensificazione degli scambi reciproci, nella maggior parte dei paesi le esportazioni dell’UE sono cresciute più rapidamente delle importazioni. A titolo di eccezione, le esportazioni dal Marocco e dalla Tunisia verso l’UE sono aumentate più delle esportazioni dell’UE verso i loro mercati in seguito all’entrata in vigore degli accordi. I paesi che hanno compiuto i maggiori progressi in termini di riforme strutturali e diversificazione, come il Marocco, la Tunisia e Israele, presentano disavanzi commerciali relativamente più modesti e stabili.

Anche l’Algeria è un caso particolare, in quanto più del 90% delle sue esportazioni verso l’UE è costituito da combustibili minerali, fattore che ha determinato un’eccedenza commerciale anno dopo anno fino al 2012. Dal 2012 il valore di queste esportazioni è tuttavia sceso notevolmente, in linea con il calo dei prezzi del petrolio a livello mondiale. Dal 2015 l’Algeria registra un disavanzo commerciale con l’UE.

Crescono le esportazioni di biscotti spagnoli in Algeria

Galletas Gullón è uno dei principali produttori di biscotti in Europa. Esporta i suoi prodotti in più di cento paesi. L’accordo commerciale UE-Algeria, entrato in vigore nel 2005, ha ridotto gli ostacoli tariffari, che in precedenza raggiungevano il 30%. Ciò ha permesso a imprese europee come Galletas Gullón di esportare più facilmente i loro prodotti in tale paese.

Nel corso degli ultimi cinque anni Galletas Gullón ha registrato un incremento delle vendite in Algeria del 36%, raggiungendo 2 milioni di EUR nel 2015. La domanda continuativa ha permesso a Galletas Gullón di diventare il maggiore esportatore di biscotti in Algeria, un risultato che secondo l’impresa non sarebbe stato possibile ottenere senza l’accordo di libero scambio.

5.2.Contingenti tariffari 

In generale, i contingenti tariffari non sono utilizzati in modo ottimale, oppure sono usati solo per un numero limitato di prodotti. Fa eccezione Israele, che perlopiù usa completamente i suoi CT. Molti paesi partner del Mediterraneo hanno difficoltà a esportare verso il mercato dell’UE a causa dei requisiti normativi e delle norme dell’UE. In molti casi il contesto normativo nei paesi partner non corrisponde ai requisiti europei.

L’instabilità regionale ha avuto ripercussioni economiche per i partner del Mediterraneo. Tra gli esempi di difficoltà incontrate da questi paesi figurano:

·la chiusura delle rotte commerciali tradizionali,

·la difficile situazione politica,

·la presenza di un numero elevato di rifugiati e

·la difficoltà ad attrarre investimenti esteri in un periodo di instabilità.

Gli effetti della crisi dei rifugiati siriani si fanno sentire in modo particolarmente acuto nelle economie piccole e vulnerabili, come la Giordania e il Libano. L’UE sta esaminando come rafforzare la cooperazione economica e l’assistenza attinente al commercio al fine di garantire che i paesi del Mediterraneo traggano maggiori benefici dalla liberalizzazione degli scambi con l’UE. L’iniziativa del luglio 2016 con la Giordania, riguardante la semplificazione delle norme in materia di origine vincolata all’assunzione di rifugiati siriani, è un esempio della volontà dell’Unione di rispondere alle sfide specifiche con cui si misurano i partner del Mediterraneo.

5.3.Tassi di utilizzo delle preferenze 

Non sono disponibili dati relativi alle esportazioni dell’UE per tutti i paesi interessati. Dai dati disponibili, i tassi risultano tuttavia di gran lunga inferiori per le esportazioni dell’UE, rispetto alle importazioni dai partner dell’ALS verso l’UE. I tassi di utilizzo delle preferenze dei partner degli ALS di “prima generazione” variano tra il 96% (importazioni dalla Tunisia e dall’Egitto) e il 66% (importazioni dalla Norvegia), con un valore medio dell’84%. Per le esportazioni dell’UE, il tasso varia tra il 74% (esportazioni verso il Libano e il Cile) e il 23,5% (esportazioni verso la Tunisia), con un valore medio del 53%.

5.4.Servizi e investimenti 

In generale, l’UE è il maggior partner o figura tra i principali partner in termini di scambi di servizi e apporto di investimenti in tutti i paesi interessati. L’andamento degli scambi di servizi e investimenti in generale è positivo. Negli ultimi anni gli sviluppi più generali, in particolare nella regione del Mediterraneo, hanno tuttavia inciso sugli scambi di servizi di alcuni paesi, soprattutto nel settore del turismo.

5.4.1.Cile

I servizi non sono inclusi negli ALS di “prima generazione”, tranne nel caso del Messico e del Cile. Tra il 2010 e il 2015 le esportazioni di servizi dell’UE verso il Cile sono aumentate del 27% e le importazioni del 29%.

Per quanto riguarda gli investimenti, l’UE è il maggiore investitore in Cile, ma negli ultimi anni si registra un calo, forse dovuto alla crisi del settore minerario del paese.

5.4.2.Messico

Nel periodo 2010-2015 le esportazioni di servizi dell’UE verso il Messico sono aumentate del 54% e le importazioni del 47%.

Nel caso del Messico, dall’inizio dell’applicazione dell’accordo il flusso di investimenti medio annuo proveniente dall’UE è triplicato.

5.5.Organi di attuazione

Gli ALS di “prima generazione” non hanno una struttura di organi di attuazione elaborata come quella degli accordi più recenti, ma è prevista, e di solito si svolge, una riunione annuale per fare il punto sugli sviluppi.

Le questioni sollevate in occasione di tali riunioni sono molto eterogenee e riflettono la situazione specifica di ogni paese partner. Gli argomenti trattati più di frequente in queste riunioni sono:

·le procedure doganali complicate,

·le restrizioni applicate agli scambi di prodotti agricoli,

·i prodotti farmaceutici,

·gli appalti pubblici e

·le restrizioni applicate agli investimenti diretti esteri.

Nel caso dei paesi del Mediterraneo, è stata discussa anche l’assistenza attinente al commercio, prestando attenzione al ravvicinamento della legislazione alle disposizioni dell’UE, in particolare per quanto riguarda le misure sanitarie e fitosanitarie, le norme e la valutazione di conformità.



6.In evidenza: capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile 

Gli accordi di libero scambio dell’UE contengono disposizioni in materia di sviluppo sostenibile, concernenti per esempio il rispetto di importanti strumenti e norme internazionali in materia di lavoro e ambiente, anche per quanto riguarda il legname e i pesci, e la promozione della produzione sostenibile e della responsabilità sociale delle imprese.

La natura e l’entità delle attività svolte nell’ambito dei capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile variano tra i diversi partner e dipendono dal tempo trascorso dall’entrata in vigore di tali capitoli.

Nel contesto degli accordi di associazione con la Georgia, la Moldova e l’Ucraina, le disposizioni attinenti al commercio sono state applicate solo di recente. L’attività nel 2016 è stata quindi perlopiù dedicata alla creazione di istituzioni, tra cui meccanismi della società civile, e all’individuazione dei settori prioritari di intervento.

6.1.Attività nell’ambito degli ALS di “nuova generazione”

Gli accordi di più vecchia data sono quelli conclusi con la Corea del Sud, l’America centrale e la Colombia e il Perù. Di seguito sono descritte alcune attività intraprese nel 2016 nel quadro di questi tre accordi.

È stato condotto uno studio comparativo sull’attuazione della convenzione n. 111 dell’OIL relativa alla parità di trattamento sul luogo di lavoro nell’UE e in Corea (con seminari a Seoul e Bruxelles).

Sono in corso progetti con l’OIL in El Salvador e Guatemala finalizzati a rafforzare l’attuazione delle convenzioni fondamentali dell’OIL e riguardanti:

·la libertà di associazione,

·la contrattazione collettiva e la parità di trattamento e

·il lavoro minorile.

Con la Colombia è proseguito il dialogo concernente l’attuazione della convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES).

Nel complesso, sono stati compiuti graduali progressi nell’attuazione dei capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile. Ciò ha creato un solido terreno per instaurare un dialogo regolare e mirato con i partner commerciali dell’UE sulle questioni relative al lavoro e all’ambiente che interessano il commercio e per cominciare a individuare le priorità e le opportunità in materia di commercio e sviluppo sostenibile.

6.2.Riunioni tra amministrazioni sul commercio e lo sviluppo sostenibile

Nel periodo di riferimento, si sono svolte riunioni con l’America centrale, la Colombia e il Perù, la Corea, la Georgia e la Moldova.

Sul tema del lavoro, fra gli argomenti discussi nel 2016 figurano:

·l’ispezione del lavoro (Colombia, Perù, Honduras, Moldova, Georgia),

·la contrattazione collettiva (Colombia, Guatemala),

·gli atti di violenza contro i sindacati (Colombia),

·la libertà di associazione (El Salvador, Panama),

·il lavoro minorile (Colombia, El Salvador, Guatemala, Panama, Georgia),

·la consultazione tripartita 15 (Georgia) e

·la salute e la sicurezza sul lavoro (Colombia, Perù, Moldova).

Fra le principali questioni ambientali discusse figurano:

·CITES:

oGeorgia, Moldova,

ocommercio di pelli di coccodrillo e caimano provenienti dalla Colombia,

olegno (genere Dalbergia) con Guatemala e Panama,

osquali e razze con Panama;

·lotta al cambiamento climatico nel quadro dell’accordo di Parigi:

oriduzione delle emissioni industriali di CO2 in Costa Rica,

oripristino degli ecosistemi, riforestazione e lotta contro la deforestazione (in El Salvador, Honduras, Nicaragua, Georgia),

oconvenzione sulla diversità biologica (in particolare il protocollo di Nagoya) con Panama e Moldova.

6.3.Altre riunioni

Sono state organizzate riunioni aperte tra i rappresentanti dell’amministrazione e della società civile, compresi i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, a ridosso delle riunioni tra amministrazioni sul commercio e lo sviluppo sostenibile. I gruppi di consultazione della società civile dell’UE si sono riuniti per tutti gli accordi al fine di discutere l’attuazione dei capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile, e il Comitato economico e sociale europeo ha messo a disposizione il segretariato.

6.4.Situazione attuale e sfide future 

In generale, gli accordi mirano a fornire un valido quadro in cui affrontare le questioni che possono sorgere riguardo all’interazione tra obiettivi commerciali, sociali e ambientali.

L’attività relativa al commercio e allo sviluppo sostenibile, tuttavia, deve ancora realizzare il suo pieno potenziale 16 . Si dovranno compiere ulteriori sforzi per migliorare le politiche in materia di lavoro e di ambiente, rispettando gli impegni internazionali e mirando a un livello elevato di tutela.

L’attuazione degli impegni in materia di commercio e sviluppo sostenibile dipende dalla cooperazione a lungo termine con i partner commerciali e dallo stretto coordinamento tra i diversi livelli di autorità responsabili delle politiche in settori come quelli del lavoro e dell’ambiente. Queste ultime non sempre percepiscono o comprendono il collegamento tra tali politiche e il commercio internazionale. L’impegno con le organizzazioni della società civile, compresi i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, è un elemento importante di tale processo. Dovrebbero svolgere un ruolo sempre maggiore nel monitoraggio dell’attuazione.

Durante il 2016 la Commissione si è adoperata al fine di attuare in modo più efficace i capitoli degli ALS relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile. Ha cercato di interagire meglio con le imprese e altri portatori di interessi della società civile e di migliorare il coordinamento con le organizzazioni internazionali, in particolare l’OIL.

La Commissione intende utilizzare meglio le strutture di vigilanza e monitoraggio degli organismi internazionali, per esempio l’OIL e gli accordi ambientali multilaterali, come fonte primaria di informazioni per valutare l’efficacia dell’attuazione dei capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile.

La Commissione ha affidato a terzi la conduzione di indagini pilota, anche mediante consultazioni con le parti sociali, per verificare lo stato di attuazione, di diritto e di fatto, delle norme fondamentali in materia di lavoro in alcuni paesi pilota (Colombia, Georgia e Guatemala). La Commissione intende ampliare tali indagini nel periodo 2018-2019.

La Commissione ha adottato un meccanismo per rafforzare la propria cooperazione con gli Stati membri dell’Unione sull’attuazione dei capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile tramite un gruppo di esperti ad hoc. Il gruppo si riunisce regolarmente e consente lo scambio di informazioni e il coordinamento. I partenariati con gli Stati membri e la cooperazione in materia di commercio e sviluppo sostenibile si intensificheranno durante il periodo 2017-2018.



7.Valutazione ex-post dell’impatto degli accordi di libero scambio – Cile e Messico

La presente relazione descrive lo stato di attuazione degli ALS nel 2016, tenendo conto anche dei dati relativi agli ultimi cinque anni a fini di confronto. Nell’ambito delle valutazioni ex-post si effettua un’analisi approfondita dell’impatto degli ALS. Finora tali valutazioni sono state elaborate per gli accordi con il Cile e con il Messico 17 . Un’analisi dell’accordo con la Corea sarà completata nel 2017. È inoltre in corso uno studio generale che esamina l’impatto degli ALS sul benessere degli animali.

7.1.Cile 

In questo caso lo studio ha concluso che le riduzioni tariffarie hanno avuto un impatto significativo sui flussi commerciali bilaterali. Le simulazioni mostrano che, in assenza di un accordo di libero scambio, le esportazioni del Cile verso l’UE nel 2009 sarebbero state inferiori del 20% e le esportazioni dell’UE verso il Cile nel 2010 si sarebbero ridotte di almeno il 40%.

Lo studio ha evidenziato il calo della quota dell’UE sul totale degli scambi commerciali del Cile in seguito all’entrata in vigore dell’accordo, nonostante il notevole aumento dei flussi commerciali bilaterali. Ciò lascia supporre che, in assenza di un accordo, gli esportatori dell’UE avrebbero potuto essere in buona parte esclusi dal mercato cileno, a causa del numero considerevole di accordi di libero scambio conclusi dal Cile con altri partner.

Per quanto riguarda i servizi, lo studio ha concluso che le esportazioni di servizi dell’UE hanno registrato un incremento maggiore dopo l’entrata in vigore dell’accordo nei settori oggetto di un più alto grado di liberalizzazione rispetto agli impegni previsti dal GATS 18 dell’OMC. Anche l’andamento delle esportazioni di servizi del Cile verso l’UE è stato positivo in vari settori in cui gli impegni previsti dall’ALS si spingono oltre quelli assunti nel quadro del GATS.

La valutazione d’impatto ex-post ha evidenziato effetti disomogenei, ma nel complesso marginali sulle risorse naturali e sul degrado ambientale. Il maggiore impiego di fertilizzanti e l’aumento delle esportazioni di molibdeno, salmone, molluschi e prodotti del legno hanno contribuito, se pur in modo limitato, a diverse forme di inquinamento dell’aria e dell’acqua. Questi impatti sono stati tuttavia controbilanciati in certa misura dalle norme ambientali più severe imposte dall’UE.

Lo studio ha stimato anche l’impatto sociale, soprattutto in Cile, in quanto ha concluso che l’accordo non aveva causato costi di adeguamento sociale evidenti nell’UE.

Nel settore agricolo cileno le piccole aziende agricole potrebbero aver perso terreno in favore di imprese relativamente più grandi. Nel complesso, hanno comunque beneficiato dell’aumento del reddito agricolo generale e della riduzione delle disparità, in termini di accesso al mercato, presenti tra l’agricoltura e gli altri settori, resa possibile dall’ALS.

7.2.Messico 

In questo caso l’analisi ha concluso che gli scambi bilaterali di merci tra l’UE e il Messico si sono notevolmente intensificati dopo l’entrata in vigore dell’accordo, in particolare per quanto riguarda i prodotti non agricoli.

Le esportazioni di prodotti agricoli dell’UE in Messico continuano a scontrarsi con dazi elevati e notevoli ostacoli sanitari e fitosanitari.

Le esportazioni e le importazioni sono più che raddoppiate, evidenziando una crescita leggermente più rapida delle esportazioni dall’UE al Messico rispetto a quelle dal Messico all’UE. La quota di esportazioni messicane destinate all’UE era del 3,8% nel 1999 e del 4,9% nel 2013. La quota di esportazioni dell’UE destinate al Messico è salita dallo 0,5% allo 0,7%.

In termini percentuali, il PIL del Messico è stimato superiore dello 0,34% grazie all’ALS e il PIL dell’Unione è stimato superiore dello 0,01%. L’effetto asimmetrico è dovuto alla diversa classificazione delle due parti rispetto a ciascun’altra come partner commerciali.

Esaminando i flussi commerciali bilaterali, le esportazioni dell’UE in Messico mostrano un aumento leggermente superiore (19%) rispetto alle esportazioni messicane verso l’UE, il cui aumento è stimato al 15%.

Negli scambi di servizi, si osserva una notevole intensificazione dei flussi commerciali bilaterali, ma queste variazioni sono in linea con l’andamento degli scambi globali di servizi.

I flussi di investimenti diretti esteri tra i due partner mostrano un andamento oscillante, che non si scosta molto dalle tendenze generali in questo comparto.

L’occupazione, i diritti umani, le variazioni del livello di povertà e disuguaglianza non sono stati condizionati in modo significativo dall’accordo. Se si sono verificati cambiamenti, sono stati assai modesti, ma positivi.

Lo studio non è stato in grado di trarre conclusioni in merito all’esistenza di un chiaro impatto sull’ambiente e, per quanto riguarda i diritti dei lavoratori, la protezione sociale e il dialogo sociale, non è stato individuato un chiaro collegamento con l’ALS.



8.Prepararsi per attuare gli accordi di libero scambio in modo efficace

Grazie all’esperienza acquisita nelle prime fasi di applicazione degli ALS UE-Corea e UE-Colombia/Perù, la Commissione ha compreso l’importanza di una preparazione accurata, indispensabile per l’applicazione ordinata e regolare dell’accordo. In futuro, una volta conclusi i negoziati, accanto alle necessarie misure che l’UE dovrà attuare, la Commissione comincerà quindi a elaborare una tabella di marcia per l’attuazione, nella quale saranno elencate le misure legislative e amministrative che il paese partner dell’ALS deve adottare per rispettare gli impegni previsti dall’accordo.

Essa concorderà e verificherà con i paesi partner l’attuazione delle tabelle di marcia per garantire l’applicazione efficace dell’accordo. Nel caso del Vietnam e di Singapore, la Commissione ha già cominciato a elaborare le tabelle di marcia per l’attuazione. Nel caso dei paesi in via di sviluppo e meno sviluppati, le tabelle di marcia comprenderanno anche misure volte ad aiutare tali paesi a sfruttare meglio le opportunità offerte dagli accordi commerciali dell’UE, in linea con la revisione della strategia dell’UE in materia di aiuti al commercio effettuata quest’anno.

Le delegazioni dell’UE nei paesi partner degli ALS hanno un ruolo fondamentale da svolgere ai fini dell’attuazione degli accordi. Sono nella posizione migliore per seguire gli sviluppi interni che rivestono importanza per il funzionamento efficace di un ALS. Sono in stretto contatto con i rappresentanti degli Stati membri, delle associazioni di imprese locali e di altri portatori di interessi, con i quali costituiscono gruppi per l’accesso ai mercati per monitorare l’eliminazione degli ostacoli al commercio. Nei paesi partner degli ALS, i gruppi per l’accesso ai mercati si occupano dell’attuazione degli accordi in via prioritaria. Le delegazioni dell’UE sono essenziali anche per monitorare l’attuazione delle tabelle di marcia.

La Commissione intende inoltre coinvolgere altre istituzioni, Stati membri e organizzazioni delle imprese e di altra natura per prepararsi ad avviare l’applicazione degli ALS in modo efficace.


9.Intensificare la comunicazione esterna 

La scarsa conoscenza degli ALS è stata individuata fra i principali motivi per cui le imprese non si avvalgono degli accordi. La Commissione sta quindi intensificando le iniziative finalizzate a colmare questa lacuna:

·sono state pubblicate informazioni esaurienti sul CETA 19 e sull’ALS con il Vietnam 20 ;

·sono state individuate e pubblicizzate online e sui media tradizionali storie di successo degli esportatori 21 ;

·sono stati definiti piani per:

omigliorare l’offerta di informazioni riguardanti gli ALS nella banca dati dell’UE sull’accesso ai mercati 22 e

ofare un uso migliore delle reti e degli altri strumenti della Commissione disponibili per diffondere informazioni relative agli ALS.

Nel periodo 2017-2018 saranno realizzati nuovi strumenti di comunicazione digitale rivolti alle PMI.

Oltre alla Commissione, anche gli Stati membri hanno un ruolo cruciale da svolgere per favorire la diffusione di informazioni sugli ALS tra i rispettivi portatori di interessi. Ciò vale in particolare per le PMI, che in molti casi richiedono informazioni nella lingua locale e in regioni diverse.

Nel 2016 la Commissione ha avviato discussioni con gli Stati membri e le organizzazioni delle imprese, alle quali hanno preso parte anche il comitato consultivo sull’accesso ai mercati e il comitato della politica commerciale del Consiglio, sulle modalità per incrementare la collaborazione ai fini dell’attuazione degli ALS. Una migliore comunicazione esterna a livello centrale e locale è stata considerata particolarmente importante.

Questi scambi di opinioni hanno anche evidenziato che una stretta cooperazione tra le ambasciate degli Stati membri e le delegazioni dell’UE nei paesi partner degli ALS è un fattore determinante per garantire l’attuazione efficace degli accordi.

Il lavoro con gli Stati membri, il Parlamento europeo e i portatori di interessi imprenditoriali e non imprenditoriali prosegue nel 2017 al fine di individuare le migliori prassi.



10.Conclusioni

L’UE si avvale di una grande varietà di accordi di libero scambio, che presentano ampie differenze in termini di ambito di applicazione e obiettivi.

L’attività relativa all’attuazione degli APE e dei DCFTA deve essere intensificata da entrambe le parti. Il successo di questi sforzi è strettamente legato ai progressi compiuti nei seguenti ambiti:

·ravvicinamento e rafforzamento della capacità istituzionale nel caso dei DCFTA e

·rafforzamento della capacità di attuazione nel caso degli APE.

I paesi del Mediterraneo continuano ad avere difficoltà a esportare sul mercato dell’UE. Il problema persiste nonostante il lungo periodo di attuazione degli ALS. Gli sviluppi interni degli ultimi anni, tra cui la crisi dei rifugiati, si sono trasformati in ulteriori sfide da affrontare per rafforzare la capacità di esportazione e diversificare l’economia, fattori che aiuterebbero questi partner a trarre maggiori benefici dalle opportunità offerte dagli accordi.

10.1.Flussi commerciali 

Nel complesso, gli scambi di merci aumentano, in particolare per quanto riguarda le esportazioni dell’UE. Quando le esportazioni dell’UE diminuiscono, il calo sembra essere causato soprattutto da fattori esterni che si ripercuotono sull’economia del paese partner interessato, non dal funzionamento dell’accordo in sé.

Il notevole incremento delle esportazioni dell’UE di prodotti agricoli e autoveicoli nel caso della nuova generazione di accordi di libero scambio è molto positivo e ha superato le aspettative iniziali. Il numero elevato di imprese dell’UE che si avvalgono delle tariffe preferenziali previste dagli ALS in questi settori indica che gli accordi hanno svolto un ruolo essenziale nel favorire queste tendenze.

10.2.Contingenti tariffari 

Per quanto riguarda i contingenti tariffari, le possibilità di aumentare le esportazioni bilaterali con tutti i partner non sono ancora pienamente sfruttate, in quanto l’utilizzo dei CT in generale resta limitato.

10.3.Tassi di utilizzo delle preferenze 

Sulla base dei dati disponibili, i tassi relativi alle imprese dell’UE in generale sono molto più bassi di quelli dei partner commerciali. La Commissione ha esaminato la questione e ha individuato tre principali cause dell’utilizzo limitato degli accordi di libero scambio:

·la scarsa conoscenza degli ALS,

·la difficoltà a comprendere le norme relative a ciascun prodotto e

·le procedure complicate per ottenere i documenti necessari per beneficiare del trattamento preferenziale.

La Commissione si sta adoperando per colmare queste lacune. Sta migliorando le informazioni disponibili sui suoi siti Internet, anche per strumenti esistenti come le decisioni anticipate in materia di origine. Sta inoltre mettendo a punto nuovi tipi di strumenti digitali e guide per diffondere informazioni sugli ALS in modo più efficace e aiutare le imprese ad avvalersene.

La stretta cooperazione con gli Stati membri e la comunità imprenditoriale sarà essenziale per cogliere tutti i benefici offerti da questi strumenti e raggiungere il maggior numero possibile di imprese.

La mancanza di dati sui tassi di utilizzo delle preferenze per le esportazioni dell’UE verso alcuni paesi partner è un problema da affrontare con i paesi interessati in via prioritaria. I futuri ALS conterranno una disposizione sullo scambio dei dati, ma il problema rimane per quanto riguarda gli accordi già in corso di applicazione. Senza tali dati non sarà possibile monitorare l’utilizzo degli accordi, né l’impatto di tutte le iniziative rafforzate adottate per aiutare le imprese dell’UE ad avvalersene. I dati permetterebbero inoltre di individuare i settori in cui i tassi di utilizzo delle preferenze sono bassi per poter intervenire in modo mirato.

10.4.Servizi e investimenti 

I servizi e gli investimenti fanno parte di tutti i DCFTA e gli ALS di “nuova generazione”, ma è difficile individuare il nesso tra gli accordi e gli sviluppi in questi settori. Occorre più tempo per valutare l’impatto reale.

Nel caso degli ALS applicati con il Cile e il Messico, l’andamento degli scambi è positivo.

10.5.Commercio e sviluppo sostenibile

L’attuazione dei capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile richiede iniziative volte a stimolare l’intervento dei partner degli ALS, ma si osservano già sviluppi positivi.

Si devono ora individuare le attività prioritarie da svolgere nei prossimi anni. Spingersi oltre la semplice ratifica degli strumenti internazionali fondamentali e garantire un’attuazione efficace, di diritto e di fatto, è una sfida che resta da affrontare. La cooperazione intensificata con le organizzazioni internazionali, come l’OIL, favorirà le future attività di monitoraggio.

10.6.Questioni irrisolte 

In proposito, sono stati compiuti progressi nei seguenti ambiti:

·misure sanitarie e fitosanitarie (Colombia, Perù, Moldova, Georgia, Ucraina),

·regime discriminatorio applicato agli alcolici (Colombia) e

·norme e regolamentazioni tecniche (Ucraina, Georgia).

Ciononostante, persistono problemi riguardanti:

·le misure sanitarie e fitosanitarie,

·le restrizioni applicate agli scambi di prodotti agricoli,

·l’applicazione delle indicazioni geografiche e

·gli appalti pubblici.

Al fine di concentrare gli sforzi sull’apertura dei mercati, nel 2016 l’UE e gli Stati membri hanno adottato una nuova strategia in materia di misure sanitarie e fitosanitarie con chiare priorità relative all’accesso al mercato per venti partner commerciali, tra cui paesi con i quali l’UE ha concluso o sta negoziando accordi di libero scambio. Si stanno compiendo ulteriori sforzi nell’ambito dei negoziati in corso sugli ALS per prevenire problemi futuri 23 .

Quanto più lungo è il periodo durante il quale un ALS è stato applicato, tanto meno l’UE dovrebbe tollerare la continua violazione degli impegni previsti dall’accordo. Dopo cinque anni di applicazione dell’ALS UE-Corea:

·l’UE non può ancora esportare carni bovine,

·la Corea deve ancora accettare il principio di regionalizzazione e

·l’UE continuerà a lavorare con la Corea per ampliare l’elenco delle IG protette dell’UE, come previsto dall’accordo.

Per quanto riguarda il Perù, il regime fiscale discriminatorio per gli alcolici persiste dopo tre anni di applicazione, in contrasto con i progressi compiuti in questo ambito nel caso della Colombia. La questione andrà affrontata in via prioritaria.

10.7.Esecuzione forzata

Non si è fatto ricorso al sistema di risoluzione delle controversie previsto dall’ALS, ma l’UE ha richiesto l’istituzione di un panel dell’OMC incaricato di riesaminare il regime discriminatorio applicato agli alcolici mantenuto dalla Colombia. A seguito di tale richiesta, la Colombia ha adottato una legge, entrata in vigore nel gennaio 2017, che sembra aver risolto il problema in questione. L’UE ne sta monitorando l’attuazione.

Ciò dimostra che l’avvio di un’azione legale in alcuni casi permette di ottenere risultati rapidi senza necessità di affrontare l’intero procedimento. La Commissione valuterà la possibilità di ricorrere alle vie legali, in particolare nei casi di grande importanza economica o sistemica.



Allegato 1 – Ambito di applicazione della relazione e dati utilizzati

Ambito di applicazione

La relazione riguarda gli accordi di libero scambio globali negoziati dopo il 2006 (ALS di “nuova generazione”) e gli accordi conclusi prima di tale data, che in genere hanno un campo di applicazione più limitato (ALS di “prima generazione”).

Gli accordi di partenariato economico (APE) e le zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA) sono esaminati separatamente, alla luce della specifica attenzione dedicata in tali accordi al ravvicinamento legislativo nel caso dei DCFTA e allo sviluppo nel caso degli APE.

L’elenco completo è fornito nell’allegato 2.

Anche l’attuazione dei capitoli relativi al commercio e allo sviluppo sostenibile è trattata in un capitolo distinto, che comprende tutti gli ALS contenenti disposizioni in materia.

Dati utilizzati

La relazione descrive la situazione nel 2016 e prende in considerazione gli ALS che alla fine del 2016 erano applicati da almeno un anno. Sono utilizzati dati EUROSTAT:

·del 2016 sugli scambi di prodotti,

·del 2015 sui servizi e sugli investimenti,

·a partire dal 2002 per gli ALS di “prima generazione”, in quanto da tale anno sono disponibili dati armonizzati per l’UE28.

Per quanto riguarda l’ALS con l’America centrale, sono utilizzati dati diversi a causa delle notevoli differenze presenti tra le statistiche di EUROSTAT e quelle centroamericane. La relazione copre il periodo 2015-2016, utilizzando:

·dati EUROSTAT estratti nell’ottobre 2016 per le importazioni dell’UE,

·dati statistici centroamericani sulle esportazioni dell’UE disponibili per tale periodo.



Allegato 2 – Sommario degli accordi esaminati nella presente relazione

ALS di “nuova generazione”

·UE-Corea del Sud: applicato da luglio 2011.

·UE-Colombia-Perù: applicato da marzo 2013 con il Perù e da agosto 2013 con la Colombia.

·Accordo di associazione UE-America centrale: applicato dal 2013 24 .

Zone di libero scambio globali e approfondite

·UE-Georgia: applicato dal 1° settembre 2014 ed entrato pienamente in vigore il 1° luglio 2016.

·UE-Moldova: applicato dal 1° settembre 2014 ed entrato pienamente in vigore il 1° luglio 2016.

·UE-Ucraina: applicato dal 1° gennaio 2016 ed entrato pienamente in vigore il 1° settembre 2017.

Accordi di partenariato economico

·UE-Cariforum (Antigua e Barbuda, Belize, Bahamas, Barbados, Dominica, Repubblica dominicana, Grenada, Guyana, Giamaica, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Suriname, Trinidad e Tobago): applicato dal 29 dicembre 2008.

·UE-Pacifico (Figi, Papua Nuova Guinea): applicato dal 28 luglio 2014 con le Figi e dal 20 dicembre 2009 con la Papua Nuova Guinea.

·UE-Subregione dell’Africa orientale e australe (AOA) (Madagascar, Maurizio, Seychelles e Zimbabwe): applicato dal 14 maggio 2012.

·UE-Camerun (Africa centrale): applicato dal 4 agosto 2014.

ALS di “prima generazione”

·Unione doganale UE-Turchia: accordo di associazione firmato nel 1963; fase finale dell’unione doganale completata il 1° gennaio 1996.

·UE-Svizzera: applicato dal 1972.

·UE-Norvegia: applicato dal 1° luglio 1973.

·UE-Algeria: applicato dal 1° settembre 2005.

·UE-Egitto: applicato dal 21 dicembre 2003.

·UE-Israele: applicato dal 1996.

·UE-Giordania: applicato dal 1° maggio 2002.

·UE-Libano: applicato dal 1° marzo 2003.

·UE-Marocco: applicato dal 1° marzo 2000.

·UE-Palestina: applicato dal 1° luglio 1997.

·UE-Tunisia: applicato dal 1° marzo 1998.

·Accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione UE-Sud Africa: applicato dal 1° gennaio 2000.

·Accordo globale UE-Messico: applicato da ottobre 2000.

·Accordo di associazione UE-Cile: applicato dal 1° febbraio 2003.

·Accordo di associazione e stabilizzazione UE-Serbia: applicato dal 1° luglio 2008.



Allegato 3 – Statistiche sull’utilizzo delle preferenze

I dati statistici contenuti nella presente relazione sull’utilizzo da parte degli importatori delle preferenze offerte dagli accordi di libero scambio dell’UE si basano sui dati amministrativi raccolti dal paese importatore.

Essi riflettono le importazioni in regime preferenziale che hanno sfruttato le preferenze disponibili (“preferenze utilizzate”) in percentuale del totale delle importazioni che avrebbero potuto beneficiare delle preferenze (“preferenze ammissibili”). Le importazioni sono considerate solo nel caso in cui esista una potenziale preferenza, vale a dire qualora la tariffa preferenziale applicata sia inferiore alla tariffa della nazione più favorita (MFN) normalmente applicata.

1.Utilizzo delle preferenze per le importazioni nell’UE dai paesi partner degli ALS

Il regime tariffario utilizzato si desume dal documento amministrativo (doganale) unico. In tale documento l’importatore indica il regime in base al quale è effettuata l’importazione. Viene quindi verificata l’ammissibilità, desunta dai dati TARIC. Ove necessario e possibile, si inseriscono correzioni per eliminare gli errori.

La serie di dati così ottenuta è coerente e consente di effettuare confronti tra paesi partner, anni e, nella maggior parte dei casi, linee tariffarie. Alcuni errori tuttavia sfuggono al controllo (per es. le condizioni di “impiego finale”) e i risultati a livello dettagliato di prodotto devono quindi essere interpretati con prudenza.

Cfr. allegato 4.

2.Utilizzo delle preferenze per le esportazioni dall’UE verso i paesi partner degli ALS

Le statistiche sull’utilizzo delle preferenze per le esportazioni dall’UE verso i paesi terzi si basano sui dati amministrativi raccolti in ciascun paese terzo importatore. Per definizione, queste statistiche non sono armonizzate e i confronti tra paesi partner o con le importazioni dell’UE sono rischiosi a causa della qualità variabile e spesso dubbia dei dati.

Si individuano discrepanze, per esempio importazioni preferenziali indicate in linee tariffarie che non rientrano in alcuna preferenza, o ampie differenze tra i totali delle importazioni ed esportazioni indicati, forniti da Eurostat. Una certa armonizzazione è inserita ex-post, eliminando gli scambi in linee tariffarie per le quali non sono previste preferenze secondo la banca dati sull’accesso ai mercati della DG Trade (per es. quando MFN=0).

La serie di dati sulle esportazioni dell’UE così ottenuta è quindi coerente soltanto se usata per confrontare l’utilizzo delle preferenze all’interno di un particolare paese nel corso del tempo e in certa misura tra le diverse categorie di prodotti. La serie di dati non va utilizzata per confrontare l’utilizzo delle preferenze tra i vari paesi (né tra le importazioni dell’UE).

Cfr. allegato 5.



Allegato 4 - Utilizzo delle preferenze per le importazioni nell’UE

Paese esportatore

2013

2014

2015

2016

Albania

88%

88%

87%

86%

Algeria

95%

94%

97%

95%

Cile

93%

94%

95%

95%

Colombia

85%

96%

97%

97%

Costa Rica

89%

96%

96%

97%

Egitto

96%

96%

95%

96%

El Salvador

80%

91%

82%

74%

Georgia

86%

78%

83%

80%

Guatemala

89%

94%

95%

95%

Honduras

84%

93%

91%

92%

Israele

89%

89%

89%

90%

Giordania

76%

79%

79%

68%

Libano

79%

87%

76%

71%

Messico

67%

61%

52%

57%

Moldova

89%

89%

91%

88%

Marocco

97%

97%

97%

95%

Nicaragua

90%

96%

94%

94%

Norvegia

74%

72%

71%

66%

Territori palestinesi occupati

71%

78%

78%

81%

Panama

70%

81%

70%

61%

Perù

95%

97%

98%

97%

Serbia

92%

94%

93%

90%

Sud Africa

91%

91%

85%

79%

Corea del Sud

82%

84%

85%

87%

Svizzera

92%

91%

86%

83%

Tunisia

95%

95%

95%

96%

Turchia

92%

93%

93%

93%

Ucraina

89%

86%

87%

89%

APE Africa centrale (Camerun)

98%

98%

91%

97%

APE Africa orientale e australe (AOA)

96%

96%

97%

97%

APE Cariforum

79%

80%

91%

92%

America centrale 6

86%

94%

92%

92%



Allegato 5 - Utilizzo delle preferenze per le esportazioni dall’UE

Paese importatore

2013

2014

2015

2016

Albania

73%

76%

80%

Cile

78%

78%

76%

74%

Colombia

56%

63%

71%

Costa Rica

18%

38%

Egitto

78%

85%

Ex repubblica jugoslava di Macedonia

90%

90%

Israele

89%

Kosovo

44%

Libano

49%

74%

74%

Messico

68%

Montenegro

86%

86%

85%

85%

Marocco

52%

Nicaragua

0%

12%

22%

Perù

42%

Serbia

89%

90%

89%

90%

Corea del Sud

65%

65%

68%

71%

Svizzera

80%

80%

78%

79%

Turchia

95%

(1) Commissione europea, comunicazione “Commercio per tutti: Verso una politica commerciale e di investimento più responsabile”, COM(2015) 497. Questi concetti sono ribaditi nella “Relazione sull’attuazione della strategia commerciale Commercio per tutti” della Commissione europea, COM(2017) 491.
(2)

 Per il periodo di riferimento, si tratta degli accordi di libero scambio UE-Corea del Sud [cfr. la relazione annuale più recente, COM(2017) 614], UE-America centrale [cfr. COM(2017) 160] e UE-Colombia/Perù [cfr. COM(2017) 585].

(3) Commissione europea, comunicazione “Europa globale: Competere nel mondo”, COM(2006) 567.
(4) L’ALS UE-Corea è applicato dal luglio 2011.
(5) L’ALS UE-Perù è applicato dal marzo 2013 e l’ALS UE-Colombia dall’agosto 2013.
(6) L’ALS è applicato in via provvisoria dal 1° agosto 2013 con Honduras, Nicaragua e Panama, dal 1° ottobre 2013 con Costa Rica ed El Salvador e dal 1° dicembre 2013 con il Guatemala e comprende tutti e sei i partner centroamericani.
(7) Cfr. allegato 3 per una spiegazione più dettagliata.
(8) Il DCFTA UE-Ucraina è applicato in via provvisoria dal 1° gennaio 2016. I DCFTA con la Georgia e la Moldova sono applicati in via provvisoria dal 1° settembre 2014.
(9) Non sono disponibili dati sugli scambi UE-Ucraina nel settore dei servizi per il periodo successivo all’applicazione del DCFTA.
(10) Entrambi gli APE individuali prevedono la rispettiva sostituzione con l’APE UE-Africa occidentale quando quest’ultimo comincerà a essere applicato.
(11) L’accordo sullo Spazio economico europeo (SEE) del 1992 con l’Islanda e la Norvegia ha rafforzato la libera circolazione delle merci, dei servizi, degli investimenti e delle persone in tutta l’area. Non è oggetto della presente relazione.
(12) Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Palestina e Tunisia.
(13) Cfr. allegato 2 per l’elenco completo.
(14)  Per salvaguardare e rafforzare la sua posizione di mercato nel paese, l’UE sta esaminando con il Cile la possibilità di negoziare la modernizzazione dell’accordo esistente.
(15) Consultazione tra i rappresentanti delle imprese , dei lavoratori e dello Stato .
(16)

 La Commissione è impegnata in ampie discussioni con il Parlamento europeo, il Consiglio e i portatori di interessi al fine di migliorare l’efficacia dell’attuazione e dell’applicazione delle disposizioni in materia di commercio e sviluppo sostenibile contenute negli accordi. L’11 luglio 2017 ha pubblicato un documento informale che serve da base per tali discussioni. Cfr.: http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2017/july/tradoc_155686.pdf .

(17) La valutazione dell’ALS con il Cile è stata elaborata da ITAQA Sarl nel 2012 e quella dell’ALS con il Messico da Ecorys nel 2016. Le relazioni finali sono a disposizione del pubblico ai seguenti indirizzi:http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2012/august/tradoc_149881.pdf ehttp://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2017/august/tradoc_156011.pdf.
(18) Accordo generale sugli scambi di servizi.
(19)

  http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ceta/ .

(20) http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2016/june/tradoc_154622.pdf.
(21) http://ec.europa.eu/trade/trade-policy-and-you/in-focus/exporters-stories/.
(22) http://madb.europa.eu/madb/indexPubli.htm.
(23) Per esempio, la Commissione ora cerca di introdurre disposizioni sulla cooperazione in materia di benessere degli animali e resistenza antimicrobica in tutti i nuovi accordi, al fine di garantire un piano di parità tra le norme in materia di produzione agricola dell’UE e quelle applicate dai partner commerciali.
(24) L’ALS è applicato in via provvisoria dal 1° agosto con Honduras, Nicaragua e Panama, dal 1° ottobre con Costa Rica ed El Salvador e dal 1° dicembre con il Guatemala.