Bruxelles, 25.1.2017

COM(2017) 42 final

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

sulle attività volte a rendere pienamente operativa la guardia di frontiera e costiera europea


1.GUARDIA DI FRONTIERA E COSTIERA EUROPEA - REALIZZARE UNA PROTEZIONE RAFFORZATA DELLE FRONTIERE ESTERNE

Proteggere le frontiere esterne dell’Unione europea, anche tramite l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, è uno dei principali pilastri della politica migratoria globale europea su cui l’Unione europea si sta concentrando al fine di affrontare le esigenze immediate, a medio e a lungo termine individuate nell’Agenda europea sulla migrazione 1 .

La guardia di frontiera e costiera europea segue il concetto e i principi di gestione integrata delle frontiere e riunisce, in uno spirito di responsabilità condivisa, una solida Agenzia europea per le frontiere e le autorità di frontiera degli Stati membri, comprese le guardie costiere nella misura in cui svolgono compiti di controllo di frontiera. Per conseguire tale obiettivo sono essenziali il ruolo primario e la competenza degli Stati membri nel rafforzare il controllo alle frontiere esterne, forti delle loro attuali capacità di oltre 100 000 agenti della guardia di frontiera e costiera 2 .

L’avvio delle attività e degli strumenti della guardia di frontiera e costiera europea all’inizio di gennaio, appena tre mesi dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento 3 , promette garanzie supplementari per rafforzare la gestione e la sicurezza delle frontiere esterne dell’UE.

La presente relazione fa il punto sui progressi realizzati nell’arco di tre mesi nei settori definiti prioritari e individua i prossimi provvedimenti da adottare per garantire la piena operatività e il completo equipaggiamento della guardia di frontiera e costiera europea. Ciò consentirà all’Unione europea e ai suoi Stati membri di rispondere rapidamente ed efficacemente alle sfide poste dalla migrazione alle frontiere esterne. La presente relazione è la prima di una serie di relazioni periodiche che serviranno a mettere in atto le risposte adeguate e a dotarsi degli strumenti idonei per una migliore protezione delle frontiere esterne.

La protezione delle frontiere esterne è un requisito indispensabile al normale funzionamento dello spazio Schengen senza frontiere interne. Gli investimenti e l’impegno comuni per garantire che la guardia di frontiera e costiera europea sia pienamente operativa il più rapidamente possibile costituisce un’espressione concreta dell’impegno degli Stati membri a condividere le responsabilità e a dimostrare solidarietà nell’interesse comune.

2.UN SOSTEGNO OPERATIVO IN CONTINUO AUMENTO AGLI STATI MEMBRI IN PRIMA LINEA

Rafforzando le capacità e le risorse di Frontex, la guardia di frontiera e costiera europea continua a fornire sostegno adeguato sul terreno agli Stati membri in prima linea nella gestione delle frontiere 4 . Lo fa attraverso operazioni congiunte periodiche dispiegate in diverse sezioni delle frontiere esterne dell’UE (ad esempio le operazioni congiunte “Triton” nel Mediterraneo centrale e “Poseidon” in Grecia, e Attività flessibili e Punti focali in relazione alla rotta dei Balcani occidentali) e sostenendo le operazioni di rimpatrio negli Stati membri.

Sulla base delle preesistenti riserve delle squadre della guardia di frontiera e costiera europea e delle attrezzature tecniche 5 , l’Agenzia fornisce agli Stati membri in prima linea il massimo sostegno operativo sinora mai realizzato. Per rafforzare l’organico della guardia di frontiera nazionale responsabile, attualmente sono impiegati più di 1 550 membri delle squadre di guardia di frontiera e costiera europea in operazioni congiunte periodiche da parte dell’Agenzia alle frontiere esterne degli Stati membri in prima linea. A titolo di esempio, ciò significa che gli agenti dispiegati in Grecia si aggiungeranno alle circa 10 000 guardie frontaliere e costiere greche 6 . Queste squadre sono assistite da 24 imbarcazioni e navi, 6 aeromobili ed elicotteri e da oltre 80 autoveicoli da pattuglia e 13 veicoli con termovisori. 

Tale dispiegamento combinato rappresenta la maggiore messa in comune delle risorse degli Stati membri dell’UE nelle missioni civili, che si aggiunge alle guardie di frontiera nazionali dispiegate dallo Stato membro responsabile:

760 agenti dispiegati in Grecia, compresi gli esperti inviati al confine terrestre greco-turco e nelle isole dell’Egeo ad assistere nel controllo delle frontiere, nell’attuazione dell’approccio basato sui punti di crisi e della dichiarazione UE-Turchia (nel 2016 l’Agenzia ha assistito la Grecia nella riammissione di 908 migranti in Turchia);

600 agenti dispiegati in Italia e nelle operazioni nel Mediterraneo centrale, compresi i membri dell’equipaggio dei mezzi dispiegati e gli esperti che assistono nell’attuazione dell’approccio basato sui punti di crisi;

130 agenti dispiegati in Bulgaria per assistere e controllare le frontiere terrestri, anche al fine di prevenire i movimenti secondari irregolari;

circa 70 agenti sono attualmente dispiegati in altri Stati membri al fine di assistere nella gestione delle frontiere nella regione dei Balcani occidentali.

Inoltre, sono in corso preparativi con la Grecia per dispiegare squadre della guardia di frontiera e costiera europea alla frontiera terrestre con l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia e con l’Albania, per intensificare la sorveglianza delle frontiere e prevenire i movimenti secondari irregolari e per rafforzare ulteriormente la risposta dell’UE alle sfide poste dalla rotta dei Balcani occidentali. L’operazione dovrebbe iniziare all’inizio di febbraio.

Nonostante tali dispiegamenti, la gestione delle operazioni è confrontata costantemente con carenze, sia in termini di risorse umane che di attrezzature tecniche. Queste carenze devono essere colmate per poter disporre di una migliore protezione delle frontiere esterne.

Prossime tappe:

Gli Stati membri dovrebbero:

garantire che le risorse concordate siano sempre messe a disposizione della guardia di frontiera e costiera europea, per le operazioni in corso e per le riserve obbligatorie;

fornire le seguenti risorse sulla base delle carenze attualmente individuate:

carenze per la Grecia (operazione congiunta Poseidon)

-fino al 16 febbraio 2017: 4 agenti, 1 elicottero, 2 automezzi da trasporto

-16 febbraio - 30 marzo 2017: 10 agenti, 1 elicottero, 1 motovedetta costiera (solo per marzo), 4 autoveicoli da pattuglia, 2 automezzi da trasporto

carenze per la Grecia (attività flessibili dell’operazione congiunta presso il confine terrestre tra Turchia e Grecia settentrionale)

-febbraio 2017: 54 agenti, 26 autoveicoli da pattuglia, 3 unità cinofile, 1 veicolo con termovisore, 2 automezzi da trasporto

-marzo 2017: 54 agenti, 26 autoveicoli da pattuglia, 3 unità cinofile, 1 veicolo con termovisore, 2 automezzi da trasporto

carenze per la Bulgaria (operazione congiunta Attività flessibili e Punti focali)

-1° febbraio - 1° marzo 2017: 87 agenti, 34 autoveicoli da pattuglia, 16 unità cinofile, 4 veicoli con termovisore

-1° - 29 marzo 2017: 69 agenti, 33 autoveicoli da pattuglia, 16 unità cinofile, 1 veicolo con termovisore

carenze per l’Italia (operazione congiunta Triton)

-gennaio 2017: 37 agenti, 1 aeromobile ad ala fissa

-febbraio 2017: 27 agenti, 1 elicottero, 1 motovedetta

-marzo 2017: 26 agenti, 1 pattugliatore offshore, 2 motovedette

L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera dovrebbe:

al fine di garantire il regolare ed efficace funzionamento delle riserve obbligatorie, informare mensilmente gli Stati membri circa le risorse necessarie sulla base del monitoraggio continuo della situazione alle frontiere esterne.

3.PROGRESSI COMPIUTI NEI PRINCIPALI SETTORI PRIORITARI

In aprile 2016 gli Stati membri durante il Consiglio “Giustizia e affari interni” hanno individuato e approvato cinque settori prioritari per una rapida operatività dell’Agenzia:

1.porre in essere la condivisione obbligatoria di risorse per migliorare la capacità di reazione rapida dell’Agenzia;

2.effettuare valutazioni preventive delle vulnerabilità basate su una metodologia comune;

3.migliorare il sostegno alle attività di rimpatrio;

4.istituire un meccanismo di denuncia e

5.spianare la strada a una migliore cooperazione operativa con i principali paesi terzi mediante la definizione di un modello di accordo sullo status per il dispiegamento delle attività operative dell’Agenzia nei paesi terzi.

3.1    Rafforzare le capacità di reazione rapida dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, tra cui la condivisione obbligatoria di risorse

Per consentire all’UE di reagire rapidamente, uno dei principali obiettivi raggiunti dal regolamento relativo alla guardia di frontiera e costiera europea era rafforzare notevolmente la capacità di rapida reazione dell’Agenzia nell’effettuare interventi rapidi alle frontiere 7 , oltre alle operazioni congiunte in corso. A tal fine, è stata costituita la condivisione obbligatoria di risorse umane e tecniche con due riserve di reazione rapida:

La riserva di reazione rapida è destinata ad essere un corpo permanente di 1 500 guardie di frontiera ed altro personale posto a diretta disposizione dell’Agenzia, in modo da consentirle di eseguire interventi rapidi alle frontiere. Le guardie di frontiera di questa riserva devono essere dispiegate a partire da ciascuno Stato membro entro cinque giorni lavorativi dalla data di approvazione del piano operativo da parte del direttore esecutivo e dello Stato membro ospitante. Il pool è organizzato in circa 14 profili specializzati e dovrebbe includere, tra gli altri, 467 agenti di sorveglianza delle frontiere, 458 esperti nelle registrazioni e nel rilevamento delle impronte digitali, 97 agenti per il controllo dei documenti con competenze avanzate e 137 esperti di controllo della nazionalità;

la riserva di attrezzatura di reazione rapida sarà composta da attrezzature da dispiegare entro 10 giorni lavorativi dalla data di approvazione del piano operativo da parte del direttore esecutivo e dello Stato membro ospitante per coprire le esigenze iniziali nel quadro dell’intervento rapido alle frontiere.

Entrambe le riserve di reazione rapida sono state istituite a partire dal 7 dicembre 2016, come previsto dal regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea. Sebbene per la riserva di reazione rapida gli Stati membri abbiano confermato la disponibilità di oltre 1 500 guardie di frontiera e di altri agenti, esistono ancora carenze considerevoli per la maggior parte dei tipi di attrezzatura da rendere disponibili per la riserva di attrezzatura di reazione rapida, specialmente in relazione ai pattugliatori offshore e agli elicotteri, rispetto al numero deciso dal consiglio di amministrazione, l’organo dell’Agenzia responsabile dell’adozione delle decisioni strategiche nel quale è rappresentato ciascuno Stato membro insieme alla Commissione. Sebbene talune esigenze possano essere soddisfatte con le capacità proprie dell’Agenzia, gli Stati membri devono urgentemente impegnarsi a colmare le carenze al fine di garantire la necessaria disponibilità di tutti i tipi di attrezzature.

Prossime tappe:

Gli Stati membri dovrebbero:

colmare urgentemente, entro la fine del mese di febbraio, le carenze della riserva di attrezzatura di reazione rapida per garantire la sua piena capacità durante tutto l’anno.

3.2    Effettuare valutazioni preventive delle vulnerabilità basate su una metodologia comune

Il regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea ha dotato l’Agenzia di un nuovo meccanismo efficace per valutare le vulnerabilità e le capacità degli Stati membri e, a complemento del meccanismo di valutazione Schengen, per rafforzare ulteriormente il controllo di qualità preventivo del funzionamento dello spazio Schengen. Le valutazioni delle vulnerabilità consentiranno all’UE e agli Stati membri di essere meglio preparati ad affrontare le sfide presenti e future alle frontiere esterne. In particolare, il processo annuale di valutazione garantirà una preparazione collettiva ad una crisi migratoria, individuando e affrontando in anticipo i punti deboli degli Stati membri per quanto riguarda l’attrezzatura, il personale, i sistemi informatici, la pianificazione di emergenza e le infrastrutture necessarie per la gestione delle frontiere, compresa la loro capacità di far fronte al potenziale arrivo di un elevato numero di persone sul loro territorio, cosicché le carenze individuate non avrebbero effetti sul funzionamento dello spazio Schengen.

La metodologia comune per la valutazione delle vulnerabilità, adottata alla fine del 2016, stabilisce un unico processo di valutazione globale. Attraverso valutazioni di base, l’Agenzia valuterà ogni anno la capacità di tutti gli Stati membri di affrontare le sfide attuali alle frontiere esterne, esaminando le capacità esistenti (ad esempio, attrezzature, infrastrutture, personale, sistemi, pianificazione di emergenza) insieme ai pertinenti indicatori della minaccia sulla base di una serie di criteri obiettivi.

In funzione delle valutazioni di base, l’Agenzia dovrà anche effettuare annualmente esercizi di simulazione per valutare il grado di preparazione ad affrontare le sfide future da parte degli Stati membri selezionati secondo la metodologia. Inoltre, l’Agenzia istituirà un meccanismo per le minacce emergenti che consenta un monitoraggio costante della situazione alle frontiere esterne e che potrebbe dar luogo a una specifica valutazione delle vulnerabilità.

In conformità della procedura di cui all’articolo 13 del regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea, ove si renda necessario, le valutazioni effettuate dall’Agenzia consentiranno al direttore esecutivo dell’Agenzia, in consultazione con lo Stato membro interessato, di presentare una raccomandazione che stabilisce le misure necessarie per lo Stato membro in modo da eliminare le vulnerabilità individuate entro un periodo di tempo specifico.

La programmazione per il 2017 è stata approvata dal consiglio di amministrazione nella riunione del 23 e 24 novembre 2016. Sebbene il carico di lavoro dell’Agenzia per la raccolta e l’analisi dei dati e l’individuazione di eventuali vulnerabilità rappresenti una sfida, è essenziale mantenere l’elevato livello di ambizione per l’attuazione del processo di valutazione nel 2017, in linea con la metodologia concordata in comune. Si prevede di procedere a valutazioni di base sulle sfide attuali e, se del caso, a esercizi di simulazione, anche per valutare in tutti i relativi Stati membri le relative capacità di affrontare le sfide future. Saranno essenziali l’impegno e la partecipazione a pieno titolo degli Stati membri, in particolare per la raccolta dei dati.

Al fine di sostenere l’Agenzia nell’attuazione di questo compito importante e di garantire scambi regolari e la cooperazione con gli Stati membri, è stata istituita la rete di valutazione delle vulnerabilità composta da esperti degli Stati membri, dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera europea e della Commissione. La sua prima riunione si è svolta il 12 e 13 dicembre 2016 a Varsavia.

Il 18 gennaio 2017 al fine di avviare le valutazioni di base, l’Agenzia ha iniziato la raccolta di dati su tutte le capacità esistenti degli Stati membri necessarie per la gestione delle frontiere; a tal fine gli Stati membri dovranno fornire circa 90 000 posizioni di dati, che l’Agenzia dovrà analizzare. I dati così raccolti serviranno da base e punto di riferimento fondamentale per lo svolgimento delle valutazioni delle vulnerabilità nel 2017 e negli anni successivi. Al fine di sostenere gli sforzi degli Stati membri volti a raccogliere e a trasmettere tempestivamente i dati, l’Agenzia distaccherà temporaneamente diversi membri del personale in alcuni Stati membri selezionati per sostenerli in questo impegnativo esercizio.

Nel contesto del processo di valutazioni delle vulnerabilità, i primi risultati di questo lavoro dovranno contribuire a rimediare, in via prioritaria, alle vulnerabilità più urgenti che saranno individuate. Questo significa essere in grado di rispondere nei prossimi mesi alle vulnerabilità connesse alle principali sfide in materia di migrazione a cui occorre attualmente far fronte.

Prossime tappe:

L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera dovrebbe:

garantire un processo prioritario per l’individuazione delle vulnerabilità più urgenti in base ai primi risultati del processo di valutazione delle vulnerabilità e ad altre informazioni;

effettuare entro aprile 2017 valutazioni di base sulle attuali sfide per tutti gli Stati membri;

effettuare tra aprile e ottobre 2017 esercizi di simulazione sulle sfide future in relazione a tutti gli Stati membri per cui la metodologia lo richiederà;

istituire e applicare dal mese di aprile 2017 un meccanismo per la valutazione delle minacce emergenti.

Gli Stati membri dovrebbero:

creare entro la fine di gennaio 2017 una capacità di valutazione delle vulnerabilità a livello nazionale e porre in essere un sistema per la raccolta dei dati da parte di tutte le autorità competenti;

fornire entro il 17 febbraio 2017 all’Agenzia tutti i dati necessari sulle capacità esistenti in linea con la richiesta dell’Agenzia;

se del caso, nel periodo tra aprile e ottobre 2017 contribuire attivamente e cooperare pienamente con l’Agenzia nella conduzione di esercizi di simulazione per valutare le rispettive capacità di affrontare le sfide future in tutti gli Stati membri.

3.3    Sostegno al rimpatrio

Il regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea ha fatto del rimpatrio dei migranti in posizione irregolare un settore prioritario di attività dell’Agenzia, consentendo a quest’ultima di aumentare considerevolmente il sostegno che essa fornisce agli Stati membri, che hanno la responsabilità principale per il rimpatrio dei migranti irregolari. Ciò rientra nell’ambito degli sforzi ambiziosi compiuti dalla Commissione per creare un quadro legislativo e operativo che renda il sistema di rimpatrio dell’UE più efficace e per migliorare la cooperazione con i paesi terzi in materia di riammissione.

Il regolamento amplia il mandato dell’Agenzia in misura significativa, consentendole di offrire a tutti i livelli assistenza in materia di rimpatrio, per quanto riguarda sia le partenze volontarie che i rimpatri forzati, mediante l’organizzazione di operazioni di rimpatrio, fornendo assistenza in materia di cooperazione consolare con i paesi terzi in vista dell’identificazione dei migranti irregolari. Dal 7 gennaio 2017 sono disponibili per le operazioni tre nuove riserve di osservatori del rimpatrio forzato, di scorte per i rimpatri forzati e di specialisti in materia di rimpatrio. Esse possono ora essere mobilitate per formare squadre europee di intervento per i rimpatri. Su richiesta degli Stati membri, queste squadre possono fornire un sostegno operativo per rafforzare le capacità degli Stati membri per effettuare i rimpatri. 22 Stati membri 8 hanno dato il proprio contribuito per tali riserve, fornendo 395 dei 690 esperti necessari. Gli Stati membri devono colmare tale carenza e garantire che tutti i profili siano adeguatamente rappresentati nelle riserve.

L’Agenzia ha rapidamente aumentato le sue attività in materia di rimpatrio – nel 2016 ha organizzato un numero record di 232 operazioni, rimpatriando 10 700 migranti in posizione irregolare – con un aumento pari a quattro volte rispetto al 2015, periodo in cui sono stati rimpatriati 3 565 migranti in 66 operazioni; dall’entrata in vigore del regolamento fino al 12 gennaio l’Agenzia ha organizzato 78 operazioni di rimpatrio, più che in tutto il 2015, per rimpatriare 3 421 migranti irregolari. L’Agenzia dovrebbe espandere ulteriormente la sua assistenza, fornendo supporto ai rimpatri mediante i voli commerciali e con lo sviluppo di hub all’interno dell’UE per le operazioni di rimpatrio.

L’Agenzia ha inoltre rafforzato l’assistenza agli Stati membri nelle cosiddette attività “prerimpatrio”. In tale contesto, essa ha organizzato missioni di identificazione dal Mali, Gambia e Nigeria a diversi Stati membri, al fine di confermare l’identità dei migranti irregolari. L’Agenzia fornisce inoltre assistenza alla Grecia, promuovendo la cooperazione consolare per assicurare il rimpatrio e fornire analisi dei rischi prima delle operazioni di rimpatrio.

L’aumento significativo delle risorse messe a disposizione dell’Agenzia ha permesso tale ampliamento dei lavori in materia di rimpatrio. Sia nel 2016 che nel 2017 66,5 milioni di EUR sono stati destinati all’attività di rimpatrio, mentre nel 2015 erano stati soltanto 9,5 milioni di EUR; 52 persone si occuperanno di attività relative al rimpatrio nel 2017, e tale numero dovrebbe arrivare a 117 entro il 2020.

Una delle misure chiave annunciate dalla Commissione è stata l’istituzione di un Sistema integrato di gestione dei rimpatri, al fine di contribuire a promuovere le sinergie operative tra il lavoro in materia di rimpatrio e di riammissione degli Stati membri, della guardia di frontiera e costiera europea, della Commissione e i programmi finanziati dall’UE, ERIN (rete europea dello strumento di reintegrazione), EURINT (strategia europea integrata per il rimpatrio verso paesi terzi) e EURLO (rete europea dei funzionari di collegamento per il rimpatrio). Il sistema integrato di gestione dei rimpatri si prefigge di agevolare l’offerta di sostegno operativo agli Stati membri (ad esempio con l’organizzazione di missioni di identificazione) e lo scambio delle migliori pratiche.

Come primo passo, per facilitare la pianificazione delle operazioni di rimpatrio e per assistere gli Stati membri e l’Agenzia nella raccolta e nella condivisione delle informazioni operative, la Commissione ha sviluppato una piattaforma sicura, l’applicazione di gestione integrata dei rimpatri (IRMA). Nell’ambito del programma della rete europea dei funzionari di collegamento per i rimpatri sono stati inviati nove funzionari europei per i rimpatri in paesi rilevanti ai fini della riammissione, come l’Afghanistan o l’Etiopia, per fornire supporto a tutti gli Stati membri in materia di riammissione, ed è in corso di pianificazione l’invio di altro personale. L’Agenzia, in accordo con i programmi dell’UE e di concerto con la Commissione, ha inoltre avviato un processo graduale di trasferimento all’Agenzia stessa delle attività di supporto operativo attualmente svolte dai programmi, come il sostegno agli Stati membri nell’organizzazione di missioni di identificazione o lo scambio delle migliori pratiche attraverso gruppi di lavoro specializzati sui paesi terzi.

Gli sforzi dell’Agenzia intesi a rafforzare il suo sostegno alle operazioni di rimpatrio beneficeranno di un dibattito più ampio e del lavoro volto a migliorare i rimpatri e le riammissioni all’interno dell’Unione europea e dovrebbero uscirne rafforzati. Alla luce delle nuove esigenze nelle prossime settimane la Commissione aggiornerà il piano d’azione dell’UE sul rimpatrio, per garantire una risposta efficace in tempi rapidi. In particolare, sulla base delle attuali norme dell’UE e avvalendosi della flessibilità da esse concessa, la Commissione individuerà le modalità con cui è possibile ottenere una migliore applicazione delle decisioni in materia di rimpatrio e fornirà chiari orientamenti in proposito.

Prossime tappe:

L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera dovrebbe:

assicurare che le riserve che si occupano di rimpatri siano perfettamente attrezzate e operative;

sfruttare appieno il suo nuovo mandato mediante lo sviluppo di nuove modalità di supporto al rimpatrio, in particolare attraverso i voli commerciali.

Gli Stati membri dovrebbero:

colmare con urgenza le carenze della riserva di esperti in materia di rimpatri;

raccogliere in tempo reale informazioni precise sui rimpatri;

fornire all’Agenzia tutte le informazioni necessarie all’esercizio del suo mandato.

La Commissione:

presenterà nelle prossime settimane un piano d’azione riveduto sul rimpatrio.

3.4    Istituzione del meccanismo di denuncia dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

Il 6 ottobre 2016 il direttore esecutivo dell’Agenzia, in consultazione con la responsabile dei diritti fondamentali, ha istituito un meccanismo di denuncia per monitorare e assicurare il rispetto dei diritti fondamentali nell’ambito delle attività svolte dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Sul sito web dell’Agenzia è disponibile il modulo di denuncia in sei lingue (inglese, francese, arabo, pashtu, urdu, tigrinya), tuttavia le denunce possono essere presentate in una qualsiasi delle lingue ufficiali dell’UE. A metà gennaio 2017 era stata presentata all’Agenzia soltanto una denuncia.

L’Agenzia intende inoltre istituire una rete di autorità negli Stati membri che abbiano il compito di gestire le denunce nei confronti del personale degli Stati membri trasmesse dalla responsabile dei diritti fondamentali dell’Agenzia. Nella rete saranno inclusi anche gli organismi nazionali competenti in materia di diritti fondamentali. Nel dicembre 2016 è stata organizzata a Bruxelles una prima riunione introduttiva tra la responsabile dei diritti fondamentali e tali punti di contatto.

Al fine di sostenere l’attuazione del meccanismo di denuncia e di promuovere la generale diffusione dei diritti fondamentali in tutte le attività dell’Agenzia, il finanziamento dell’UE per l’Agenzia è stato specificamente aumentato di 500 000 EUR all’anno. Inoltre, nel 2017 la responsabile dei diritti fondamentali riceverà personale supplementare, perché la sostenga nei suoi compiti.

Prossime tappe:

L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera dovrebbe:

definire, entro la fine di marzo 2017, le priorità e avviare la procedura di assunzione del personale necessario a sostenere la responsabile dei diritti fondamentali.

3.5    Preparare il terreno a una migliore cooperazione operativa con i paesi terzi prioritari mediante la definizione di un modello di accordo sullo status

Il regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea ha altresì potenziato il ruolo dell’Agenzia nella cooperazione con i paesi terzi. L’Agenzia ha in precedenza istituito accordi di lavoro bilaterali in materia di gestione delle frontiere e di rimpatrio con 18 paesi terzi prioritari, come ad esempio tutti i paesi dei Balcani occidentali e la Turchia. Dall’aprile 2016 l’Agenzia ha distaccato un funzionario di collegamento in Turchia.

Al momento l’Agenzia sta riesaminando tutti gli accordi di lavoro esistenti in linea con il nuovo mandato. Sono stati erogati fondi e forniti posti supplementari per consentire all’Agenzia di inviare nei prossimi anni fino a 10 altri funzionari di collegamento nei paesi prioritari, a partire dal Niger e dalla Serbia – in quest’ultimo caso è previsto che il funzionario si occupi dell’intera regione dei Balcani occidentali.

In passato, tuttavia, l’Agenzia non era legalmente abilitata a inviare personale sul territorio di paesi terzi. Tale limitazione si è rivelata particolarmente problematica nel 2015 nell’affrontare i flussi migratori sulla rotta dei Balcani occidentali. Per la prima volta il regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea prevede ora la possibilità per l’Agenzia di svolgere azioni con competenze esecutive sul territorio di paesi terzi limitrofi, a condizione che tra l’Unione europea e il paese terzo in questione sia stato previamente concluso un accordo.

Il 22 novembre 2016 la Commissione ha adottato un modello di accordo sullo status per accordi di questo tipo. La Commissione ha selezionato due paesi terzi prioritari, la Serbia e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, e attualmente è in corso una serie di colloqui esplorativi in vista del perseguimento di tali accordi. Il 25 gennaio 2017 la Commissione ha adottato raccomandazioni destinate al Consiglio al fine di autorizzare l’avvio di negoziati con la Serbia e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

Prossime tappe:

Il Consiglio dovrebbe:

autorizzare rapidamente l’avvio dei negoziati con la Serbia e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia sui rispettivi accordi sullo status.

L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera dovrebbe:

completare le assunzioni e successivamente l’invio dei funzionari di collegamento in Niger e in Serbia, rispettivamente entro aprile e giugno 2017.

3.6    Accordo di sede

Per oltre undici anni l’Agenzia ha operato senza un accordo di sede con lo Stato membro ospitante. A norma dell’articolo 57 del regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea, tale accordo dovrebbe essere concluso entro il 7 aprile 2017. A seguito dell’entrata in vigore del regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea, l’Agenzia e la Polonia hanno rilanciato le discussioni in vista del conseguimento di tale obiettivo. I negoziati tecnici si sono conclusi il 23 gennaio 2017.

Prossima fase: 

La Polonia e l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera dovrebbero:

concludere l’accordo di sede secondo le pertinenti procedure entro il 7 aprile 2017.

3.7    Aumento del bilancio e del personale

Il finanziamento dell’UE all’Agenzia aumenterà gradualmente da 250 milioni di euro nel 2016 a 320 milioni di euro nel 2020 e il personale dell’Agenzia passerà da 400 unità nel 2016 a 1 000 nel 2020.

In un primo tempo erano previsti per il 2017 quasi 240 posti supplementari di diverso tipo (agenti temporanei, agenti contrattuali, esperti nazionali distaccati), quale primo passo per raggiungere il numero definitivo di 1 000 unità entro il 2020. Tuttavia, al fine di dotare l’Agenzia del personale necessario il prima possibile, l’autorità di bilancio ha deciso, il 1º dicembre 2016, di modificare la tabella dell’organico dell’Agenzia per il 2016 per consentirle di assumere, già nel 2016, 50 dei 130 agenti temporanei previsti per il 2017. Nel frattempo l’Agenzia ha proattivamente avviato le pertinenti procedure di assunzione relative ai 50 posti anticipati. Restano tuttavia necessari maggiori sforzi per assorbire con urgenza le risorse stanziate.

Prossime tappe:

L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera dovrebbe:

avviare entro la fine di marzo 2017 le procedure di assunzione per i posti previsti dalla tabella concordata dell’organico del 2017, in particolare per rispondere alle esigenze di risorse umane nei settori prioritari;

garantire l’efficace assorbimento delle risorse finanziarie supplementari in linea con le priorità approvate dall’autorità di bilancio.

4.CONCLUSIONI

Nei primi tre mesi di operatività le attività e gli strumenti del regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea hanno evidenziato che tutti i portatori di interessi stanno lavorando per garantire il rafforzamento della capacità di proteggere le frontiere esterne. In particolare, sono stati compiuti i primi passi tramite la creazione delle nuove riserve obbligatorie.

È stata ora avviata la procedura del meccanismo preventivo per individuare e affrontare le vulnerabilità degli Stati membri, una parte essenziale di questo nuovo approccio per migliorare significativamente la protezione delle frontiere. I primi risultati di questo lavoro dovrebbero contribuire a risolvere, in via prioritaria, le fragilità più urgenti individuate e ciò comporta la capacità di rispondere nei prossimi mesi alle vulnerabilità connesse alle principali sfide attuali in materia di migrazione.

Ottenere risultati in materia di rimpatrio dei migranti in posizione irregolare – anche come strumento per scoraggiare e ridurre ulteriormente la migrazione irregolare – è un’altra priorità cui deve andare un sostegno significativamente maggiore dell’Agenzia, parallelamente a sforzi intensificati da parte degli Stati membri. Partendo dai buoni risultati già raggiunti, dovrebbero essere sviluppati nuovi strumenti per fornire maggiore sostegno in materia di rimpatrio. Da parte sua, la Commissione presenterà nelle prossime settimane un piano d’azione riveduto sul rimpatrio.

Il 1º marzo 2017 la Commissione riferirà nuovamente sui progressi compiuti nel rafforzamento delle frontiere esterne.

(1)

     COM(2015) 240 final.

(2)

     Questa cifra stimata si basa su dati raccolti per lo studio di fattibilità del 2014 in vista della creazione del sistema europeo di guardie di frontiera. Questo tipo di dati precisi saranno raccolti e compilati dall’Agenzia nel quadro della valutazione delle vulnerabilità nei prossimi mesi.

(3)

     La guardia di frontiera e costiera europea è stata creata in tempi record. Il 15 dicembre 2015 la Commissione europea ha presentato la proposta legislativa. Il 22 giugno 2016 è stato raggiunto l’accordo politico, che ha consentito l’adozione definitiva del regolamento relativo alla guardia di frontiera e costiera europea da parte del Parlamento europeo e del Consiglio il 14 settembre 2016, solo nove mesi dopo la presentazione della proposta. Il regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea è entrato in vigore il 6 ottobre 2016, e la riserva di reazione rapida nonché la riserva di rimpatrio rapido sono diventate operative, rispettivamente, il 7 dicembre 2016 e il 7 gennaio 2017.

(4)

     L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è altresì impegnata a rafforzare la cooperazione con l’Agenzia europea di controllo della pesca e l’Agenzia europea per la sicurezza marittima per quanto riguarda le funzioni di guardia costiera.

(5)

     A differenza delle nuove riserve di reazione rapida, le riserve preesistenti erano già operative nell’ambito del precedente mandato dell’Agenzia per lo svolgimento di operazioni congiunte. I contributi a queste riserve vengono forniti dagli Stati membri e i dispiegamenti sono concordati in precedenza tra l’Agenzia e gli Stati membri. I contributi più recenti sono stati fissati nel dicembre 2016 per coprire le esigenze operative previste dell’Agenzia nel 2017.

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     La cifra si basa su uno studio del 2014 sulla fattibilità del sistema europeo di guardie di frontiera. 

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     Contrariamente alle operazioni congiunte programmate in anticipo durante un anno, un meccanismo di interventi rapidi alle frontiere è concepito per rispondere a sfide impreviste alle frontiere esterne. A norma dell’articolo 20, paragrafo 5, del regolamento relativo alla guardia di frontiera e costiera europea, in base alla richiesta dello Stato membro che deve far fronte a tali sfide, il direttore esecutivo dell’Agenzia decide, entro due giorni lavorativi, in merito all’avvio di un intervento rapido alle frontiere e, entro tre giorni lavorativi dalla data della decisione, di comune accordo con lo Stato membro ospitante, in merito al piano operativo per l’invio. Inoltre, al fine di consentire la copertura del fabbisogno finanziario iniziale per il dispiegamento di un tale intervento rapido alle frontiere, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è inoltre tenuta ogni anno ad accantonare una riserva del 4% nell’ambito del suo bilancio operativo.

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     Situazione al 12 gennaio 2017.