10.3.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 75/57


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 1316/2013 e (UE) 2015/1017 per quanto riguarda la proroga del Fondo europeo per gli investimenti strategici e il potenziamento tecnico di tale Fondo e del polo europeo di consulenza sugli investimenti»

[COM(2016) 597 final — 2016/0276 (COD)]

(2017/C 075/11)

Relatore:

Alberto MAZZOLA

Consultazione

Consiglio dell’Unione europea 26.9.2016, e Parlamento europeo 3.10.2016

Base giuridica

Articoli 172, 173, 175 e 182 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

Sezione competente

Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale

Adozione in sezione

29.11.2016

Adozione in sessione plenaria

15.12.2016

Sessione plenaria n.

521

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

172/0/3

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il Comitato economico e sociale europeo esprime il proprio forte sostegno per l’iniziativa della Commissione di estendere, sia in termini temporali che di dotazione finanziaria, il Fondo europeo per gli investimenti strategici — FEIS, di cui condivide finalità e rilevanza per assicurare stabilità e certezza agli investitori e ai promotori di progetti. Il CESE è favorevole ad estendere termini e dotazioni del FEIS per prospettive anche di più ampio respiro che assicurino sistematicità e continuità di intervento.

1.2.

Il CESE esprime apprezzamento per la buona riuscita del primo anno di attività del FEIS nel mobilitare da subito un valore degli investimenti in linea con quanto ipotizzato e giudica in particolare un successo la finestra di finanziamento a favore delle PMI. L’Osservatorio del mercato unico del CESE dovrebbe assicurare il monitoraggio costante dell’intervento FEIS per le PMI attraverso indicatori di impatto.

1.3.

Il CESE ritiene che il FEIS 2.0 dovrebbe tendere a coinvolgere sempre più i capitali privati, superando il 62 % raggiunto il primo anno. A tale riguardo il CESE propone di esaminare attentamente la possibilità di estendere la sua attività ad altri settori finanziari, oltre quello bancario: il mercato obbligazionario, i fondi assicurativi e i fondi pensionistici. I fondi di assicurazione e pensionistici europei ed internazionali potrebbero apportare un contributo cruciale agli investimenti.

1.4.

Il CESE sottolinea l’importanza che venga mantenuto un orientamento market driven, che venga preso in seria considerazione l’impatto sociale e occupazionale del FEIS e che sia rafforzata l’addizionalità del FEIS rispetto agli altri strumenti UE e alla normale attività della BEI. Il Comitato si rammarica che il FEIS non garantisca che i fondi vengano investiti nei paesi che ne hanno più bisogno. Il CESE chiede che il FEIS assicuri una copertura geografica equilibrata della UE tenendo conto dell’attività economica complessiva di ciascun paese, della creazione di posti di lavoro e del carattere demand and market driven dell’iniziativa, senza imporre quote preallocate e preservando adeguati livelli di flessibilità tra settori d’intervento.

1.5.

Secondo il CESE, il FEIS 2.0 dovrebbe focalizzare i propri interventi sui settori del futuro quali Industria 4.0, le reti infrastrutturali intelligenti energetiche, digitali e di trasporto, la salvaguardia dell’ambiente, i progetti transfrontalieri, compresi i progetti europei su larga scala in settori caratterizzati dai più elevati moltiplicatori economici del PIL, sulla base del volume di investimenti potenziali, senza trascurare l’agricoltura, per ottimizzare l’impatto di crescita e occupazione, con la possibilità di apertura di altri fondi UE, comprese le tecnologie a duplice uso relative alle industrie della sicurezza e della difesa, e modificare di conseguenza l’elenco dei settori esclusi dalla BEI.

1.6.

Il CESE raccomanda di promuovere il polo europeo di consulenza sugli investimenti (PECI) in modo che intensifichi la propria attività nei singoli paesi e assuma un ruolo proattivo in particolare nelle regioni meno favorite, di rafforzare il ruolo delle banche di promozione nazionali come pure di creare piattaforme territoriali di assistenza. Si dovrebbe anche considerare la possibilità di utilizzare i fondi strutturali e di investimento per cofinanziare i progetti FEIS senza intoppi e complicazioni burocratiche e di garantire un miglior dialogo con gli enti locali e regionali.

1.7.

Il CESE chiede un rafforzamento della dimensione sociale degli interventi FEIS ad esempio in termini di istruzione, formazione e formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente, sviluppo delle industrie creative e culturali, soluzioni sanitarie e medicine innovative, nonché servizi sociali, alloggi sociali e assistenza all’infanzia, infrastrutture di sviluppo turistico e salvaguardia ambientale. Il piano di investimenti per l’Europa dovrebbe sostenere chiaramente gli impegni assunti nel quadro della COP 21.

1.8.

Il CESE raccomanda di rafforzare la visibilità dei finanziamenti FEIS con una forte azione sul territorio attraverso una campagna d’informazione in tutta l’Unione, il lancio di un logo FEIS sulle iniziative finanziate, specie per le PMI, ed il rafforzamento del dialogo con le autorità locali e regionali.

1.9.

Il Comitato chiede, in relazione all’importanza della riuscita del FEIS per la società civile e la rappresentanza europea, di essere consultato con regolarità per fornire rapporti informativi sulle operazioni di finanziamento e investimento e sul funzionamento del fondo di garanzia. Una particolare attenzione verrà prestata alla creazione di posti di lavoro e all’impatto ambientale, così come alla valutazione degli esperti indipendenti dell’applicazione del regolamento sul FEIS e delle modifiche apportate, avvalendosi di chiari indicatori socioeconomici e ambientali e illustrando l’addizionalità di tale iniziativa.

1.10.

Alla luce dei molteplici effetti positivi prodotti dagli investimenti sociali, in particolare sul mercato del lavoro e sulle finanze pubbliche, il CESE ritiene che si dovrebbero esaminare ulteriormente delle modalità per collegare il «piano Juncker 2» con gli obiettivi del pacchetto di investimenti sociali.

2.   Il quadro di sviluppo del FEIS: la situazione attuale

2.1.

Il 28 giugno 2016 il Consiglio europeo ha concluso che il «Piano di investimenti per l’Europa, in particolare il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) ha già prodotto risultati concreti e rappresenta una misura essenziale per contribuire a mobilitare gli investimenti privati facendo nel contempo un uso intelligente delle scarse risorse di bilancio».

2.2.

Da quando, a novembre 2014, è stato presentato il piano di investimenti per l’Europa, stanno tornando alcuni elementi di fiducia nell’economia e nella crescita, tuttavia i disoccupati sono ancora 22 milioni e il livello degli investimenti resta ancora del 15 % inferiore a quello registrato prima della crisi del 2008, e servirebbero ulteriori 300 miliardi di EUR annui di investimenti per recuperare il livello pre-crisi. Per il quarto anno consecutivo l’UE registra una ripresa moderata, con una crescita del PIL del 2 % nel 2015: benché i progetti di investimento su più vasta scala non possano produrre effetti macroeconomici immediati, l’impegno a tutto campo avviato con il piano di investimenti sta già dando risultati concreti.

2.3.

Il primo anno di attuazione del FEIS ha dimostrato la solidità del piano iniziale: attuato e cofinanziato dal gruppo BEI, il FEIS procede verso il conseguimento dell’obiettivo di mobilitare almeno 315 miliardi di EUR di investimenti aggiuntivi nell’economia reale entro metà 2018. Nel primo anno sono state approvate operazioni per un ammontare superiore a 115 miliardi di EUR, di cui il 62 % finanziate da investitori privati — al 15 novembre 2016 la cifra ha raggiunto i 154 miliardi di EUR, pari al 49 % del totale previsto (1).

2.4.

L’assorbimento da parte del mercato è stato particolarmente rapido nell’ambito dello sportello relativo alle PMI, nel quale i risultati del FEIS superano di gran lunga le aspettative: a luglio 2016 tale sportello è stato quindi incrementato di 500 milioni di EUR nel rispetto dei vigenti parametri previsti dal regolamento (UE) 2015/1017. Al termine del primo anno di attività erano state approvate operazioni a favore delle PMI per oltre 47 miliardi di EUR, pari al 64 % di quanto atteso per l’intero triennio.

2.5.

Iniziativa comune di Commissione (CE) e Banca europea per gli investimenti (BEI), ma con una governance propria, il FEIS sta anche aiutando a finanziare progetti nel campo dell’innovazione e delle infrastrutture in vari settori (dati al 15 novembre 2016): ricerca e sviluppo (20 %), energia (22 %), digitale (12 %), trasporti (7 %), ambiente ed uso efficiente delle risorse (4 %), infrastrutture sociali (4 %).

2.6.

Il Comitato ha accolto con favore il lancio del Piano di investimenti per l’Europa ed ha apprezzato «il cambiamento di enfasi dall’austerità al risanamento di bilancio», sottolineando che «il Piano di investimenti è un passo nella direzione giusta, ma deve rispondere a un certo numero di importanti interrogativi riguardanti le sue dimensioni in rapporto alle enormi esigenze di investimento dell’Europa, l’elevato livello dell’effetto leva atteso, il potenziale flusso di progetti d’investimento adeguati, il coinvolgimento delle PMI — con particolare attenzione alle microimprese e alle piccole imprese — e la sua cornice temporale» (2). Ciò nondimeno, il CESE si rammarica che il FEIS non abbia assicurato che i fondi fossero investiti nei paesi che ne avevano più bisogno: gli Stati membri sottoposti alla procedura per i disavanzi eccessivi nel quadro del braccio correttivo del patto di stabilità e crescita non possono approfittare delle possibilità di flessibilità (Ecofin 2012 ed Ecofin 2014).

2.7.

Il CESE ha beneficiato dell’esperienza e dei pareri, ampiamente positivi sul FEIS, di rappresentanti delle parti sociali e della società civile organizzata nel corso dell’audizione del 10 novembre 2016.

3.   Le proposte della Commissione

3.1.

La CE propone di estendere la durata del FEIS di ulteriori due anni sino al 2020, aumentare la garanzia della UE da 16 miliardi di EUR a 26 e il contributo della BEI da 5 miliardi di EUR a 7,5 con l’obiettivo di mobilizzare investimenti per circa 500 miliardi di EUR nel periodo. A tal fine la Commissione propone di aumentare il fondo di garanza di 1,1 miliardi di EUR per raggiungere 9,1 miliardi. Tale aumento sarà prevalentemente finanziato con fondi CEF e dall’utile derivante dalle operazioni della BEI nell’ambito del FEIS.

3.2.

Obiettivi strategici pluriennali del FEIS 2.0 a sostegno ad investimenti di stimolo della crescita in linea con le priorità di bilancio UE, vengono individuati nei seguenti settori prioritari:

infrastrutture strategiche con investimenti nel digitale ed energia in linea con le politiche UE;

infrastrutture di trasporto in agglomerati industriali, ambiente, istruzione, R&I;

investimenti di stimolo dell’occupazione, in particolare mediante finanziamenti alle PMI e misure a favore dell’occupazione giovanile;

capitale umano, cultura e salute.

3.3.

Secondo la Commissione europea, l’iniziativa dovrebbe permettere alla BEI e al FEIS di eseguire operazioni di finanziamento e di investimento nei settori previsti con un volume di finanziamento maggiore e, per la BEI, progetti più rischiosi ma sostenibili sotto il profilo economico, grazie alla prestazione della garanzia UE alla BEI, con un effetto moltiplicatore in grado di generare, per ogni euro di garanzia, un investimento di circa 15 EUR nei progetti, per un importo di almeno 500 miliardi di EUR da qui alla scadenza dell’attuale quadro finanziario pluriennale.

3.4.

Le modifiche principali proposte dalla Commissione rispetto al regolamento 2015/1017 riguardano:

rafforzamento dell’addizionalità dei progetti inclusi i progetti infrastrutturali transfrontalieri e servizi collegati, specificamente indicati come progetti rispondenti a tale requisito;

aumento della diffusione del FEIS nelle regioni meno sviluppate e/o in transizione con possibilità di combinare più facilmente al sostegno del FEIS i fondi SIE, Orizzonte 2020 e il Meccanismo per collegare l’Europa-CEF;

sostegno alle regioni meno sviluppate e alle regioni in transizione attraverso un riferimento esplicito a qualsiasi settore che non sarebbe altrimenti contemplato dagli obiettivi generali;

maggiore concentrazione del FEIS su progetti finalizzati al conseguimento di obiettivi COP 21 e di priorità in materia di cambiamenti climatici;

possibilità di includere nel FEIS anche i progetti di investimento collegati alla difesa tenuto conto del considerevole effetto moltiplicatore economico;

promozione di obiettivi di diversificazione settoriale e geografica del FEIS, salvaguardando l’orientamento market driven;

maggiore trasparenza della gestione del FEIS.

4.   Osservazioni generali

4.1.

Il CESE esprime apprezzamento e un forte sostegno per l’iniziativa della Commissione di estendere, sia in termini temporali che di dotazione finanziaria, il FEIS di cui condivide finalità e rilevanza per promuovere lo sviluppo degli investimenti nell’Unione europea e conferma l’orientamento già espresso (3) sulla necessità di un Piano europeo per la crescita e l’occupazione, nel cui contesto sia inquadrato un FEIS anche più ambizioso, insieme con gli altri programmi comunitari a favore della crescita, in specie Orizzonte 2020, CEF e fondi strutturali. Il CESE appoggia l’apertura di altri fondi dell’UE per sostenere finanziariamente la garanzia degli investimenti nei loro settori specifici.

4.2.

Tali programmi di sovvenzioni nonché gli investimenti pubblici vanno mantenuti e non devono essere compromessi nella loro specificità vista la loro importanza e le loro potenzialità in termini di crescita e occupazione.

4.3.

Il CESE esprime apprezzamento per la buona riuscita del primo anno di attività del FEIS nel mobilitare da subito un valore degli investimenti in linea con quanto ipotizzato — pur essendo ancora in attesa di un’analisi quali-quantitativa più precisa dei risultati — e giudica un successo la finestra di finanziamento a favore delle PMI, che dà attuazione a quanto già espresso dal CESE sui compiti del FEIS in tema di capitali di rischio e la necessità di finanziare l’incremento dell’occupazione e la crescita delle imprese, in particolare delle PMI (4).

4.4.

Secondo il Comitato, il successo del FEIS per le PMI è anche il risultato dei problemi persistenti nel meccanismo di trasferimento finanziario dalle banche alle imprese testimoniato dai depositi giacenti presso la BCE: al riguardo, l’Osservatorio del mercato unico del CESE dovrebbe assicurare il monitoraggio costante dell’intervento FEIS per le PMI attraverso indicatori di impatto.

4.5.

Il CESE ritiene che il FEIS 2.0 dovrebbe tendere a coinvolgere sempre più i capitali privati, superando il 62 % raggiunto il primo anno. A tale riguardo il CESE propone di esaminare attentamente la possibilità di estendere la sua attività ad altri settori finanziari, oltre quello bancario: il mercato obbligazionario, i fondi assicurativi e i fondi d’investimento (5), e condivide la necessità di un Fondo complementare finalizzato a mobilitare prevalentemente gli investimenti privati. A livello europeo gli investitori istituzionali gestiscono asset per un valore di circa 13 500 miliardi di EUR (6), di cui meno dell’1 % investito in infrastrutture.

4.6.

Il CESE chiede alle istituzioni europee di prendere in considerazione la possibilità di accordare agli Stati membri che versano in situazioni difficili una maggiore flessibilità nell’aumentare gli investimenti pubblici, affinché con le risorse del FEIS essi possano finanziare le infrastrutture e la ricerca, un’istruzione di qualità e servizi di assistenza all’infanzia, sanitari e sociali.

4.6.1.

La modifica delle regole del mercato unico dei capitali, come Solvency II, che rendono difficili gli investimenti in infrastrutture da parte di fondi assicurativi e pensionistici europei, si rende necessaria per poter aumentare tali fondi, ad esempio in Canada la loro quota di investimento in infrastrutture, tra cui anche europee, raggiunge il 15 % degli asset in gestione. Una piattaforma finanziata da CEF, BEI e fondi assicurativi potrebbe attenuare tale difficoltà e garantire un uso adeguato di tali fondi.

4.7.

Per il successo dell’iniziativa FEIS 2.0, il Comitato ritiene importante che sia mantenuto un orientamento market driven nonché sia rafforzata l’addizionalità del FEIS rispetto agli altri strumenti UE e alla normale attività della BEI: ogni singolo progetto, oltre a mantenere la coerenza con le politiche UE, dovrà essere giudicato sulla base dei propri meriti e dei risultati economici attesi.

4.8.

Il CESE condivide la necessità di un rafforzamento dell’addizionalità dei progetti sostenuti dal FEIS aumentando la bancabilità/finanziabilità di progetti più rischiosi, chiarendo che fra i criteri di ammissibilità si deve annoverare la necessità che i progetti sostenuti facciano fronte ai fallimenti del mercato e alle situazioni di investimento subottimali e che i progetti infrastrutturali transfrontalieri, compresi i servizi collegati, siano stati indicati specificamente come progetti intrinsecamente rispondenti al requisito della addizionalità, facendo sì che il piano di investimenti rilanci effettivamente l’economia europea e promuova la creazione di posti di lavoro e la coesione economica e sociale.

4.9.

Il CESE chiede con forza che il FEIS intervenga con maggiore intensità nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente, come anche nello sviluppo delle industrie creative e culturali, della salute e delle infrastrutture sociali e turistiche.

4.10.

Il Comitato ritiene che il FEIS debba tendere a una copertura geografica equilibrata della UE che tenga conto dell’attività economica complessiva di ciascun paese e del carattere demand and market driven del FEIS, senza l’imposizione di quote preallocate e conservando adeguati livelli di flessibilità di assegnazione finanziari tra settori. Il CESE condivide l’opportunità di un potenziamento del polo europeo di consulenza sugli investimenti (PECI) che intensifichi la propria attività nei singoli paesi, così come la possibilità di utilizzare i fondi strutturali e di investimento per cofinanziare i progetti FEIS senza intoppi e complicazioni burocratiche.

4.10.1.

Il ruolo del polo europeo di consulenza sugli investimenti (PECI) nonché delle banche nazionali di promozione dovrebbe essere accresciuto non solo per fornire servizi di assistenza tecnica più mirati al livello locale in tutta l’UE, ma anche per garantire un miglior dialogo tra autorità locali e regionali ed il FEIS 2.0.

4.10.2.

Per il successo del FEIS è essenziale anche il ruolo delle banche di promozione nazionali. Attraverso il FEIS, l’UE e i governi nazionali hanno aiutato e dovrebbero continuare a sostenere in misura crescente i progetti in siti industriali sia vergini sia dismessi che altrimenti non sarebbero finanziariamente sostenibili. Ciò vale in particolare per i progetti con rischio non quantificabile di utilizzo/domanda. Una parte di tale rischio potrebbe essere attenuata attraverso un parziale ricorso alle garanzie fornite da banche di promozione nazionali, il che potrebbe, in molti casi, rendere commercializzabile presso gli investitori istituzionali un’operazione che altrimenti non sarebbe commercializzabile.

4.11.

Il CESE condivide che «i contributi al FEIS provenienti dagli Stati membri non siano inclusi nei calcoli relativi al disavanzo di bilancio» e auspica che tale principio sia esteso ai programmi di investimento, ad esempio nella forma di una vera e propria «regola d’oro» (golden rule) per gli investimenti pubblici strategici.

4.12.

Secondo il Comitato, per attivare gli investimenti europei ma anche per attirare gli investimenti stranieri (7), da prevedere nel regolamento a condizioni di reciprocità, e raggiungere effettivamente l’obiettivo di un effetto leva di 1 a 15 tra garanzia e investimento, occorre rilanciare l’economia e la crescita in Europa ma anche accelerare la piena applicazione del terzo pilastro del piano d’investimenti con l’attuazione delle riforme strutturali e la rimozione degli ostacoli agli investimenti, a integrazione del contributo del FEIS.

4.13.

Il CESE raccomanda di rafforzare la visibilità dei finanziamenti FEIS con una forte azione sul territorio con una campagna d’informazione e indicando e ponendo, in particolare per le PMI, il logo del FEIS su ogni contratto di finanziamento sostenuto anche dal FEIS. A parere del Comitato è importante, per tutta la società civile che rappresenta e per le realtà locali e regionali, il monitoraggio sulle operazioni di finanziamento e di investimento e sull’andamento e funzionamento del fondo di garanzia così come la valutazione degli esperti indipendenti dell’applicazione del regolamento sul FEIS e le modifiche apportate. Si chiede quindi che tali relazioni siano presentate non solo al Parlamento e al Consiglio ma anche al CESE ed al CdR.

5.   Osservazioni specifiche

5.1.

A livello di settori prioritari, il FEIS 2.0 dovrebbe finanziare in modo equilibrato e flessibile, sulla base del volume di investimenti potenziali, i diversi settori dell’economia in particolare in campo energetico e digitale, economia circolare e di obiettivi di COP 21, trasporti sostenibili e reti transfrontaliere ma anche in settori quali agricoltura, bioeconomia, produzione e servizi nelle regioni meno sviluppate e nelle regioni in transizione per ottimizzarne l’impatto occupazionale, comprese le tecnologie a duplice uso relative alle industrie della sicurezza e della difesa, a sostegno dell’avvio di una base unitaria industriale e tecnologica di difesa europea (EDITB) forte e meglio definita, con «più coordinamento e pianificazione comune nella prospettiva di una futura Unione europea di difesa» (8).

5.1.1.

In particolare il CESE raccomanda il sostegno alla digitalizzazione dell’industria manifatturiera (Industria 4.0) e uno sviluppo sicuro e armonizzato di Reti Cloud e Data Centers.

5.2.

Per quanto concerne la governance del FEIS, secondo il CESE, sarebbe opportuna una rotazione dei rappresentanti della CE, ad esclusione della DG ECFIN, e della BEI nel comitato direttivo, per includere anche rappresentanti delle DG settoriali — come quelle del settore dei trasporti, digitale e ambiente — per contribuire a un finanziamento bilanciato di tutti i settori. Anche il comitato per gli investimenti che decide quali progetti saranno sostenuti dalla garanzia UE deve essere totalmente indipendente con decisioni trasparenti senza ingerenze da parte di BEI e CE o di altri contributori pubblici o privati ma dovrebbe anche essere ampliato con esperti settoriali che assicurino conoscenze specifiche sulla situazione dei mercati geografici d’intervento.

5.3.

Il FEIS ha una dimensione finanziaria ben superiore a quella delle altre iniziative comunitarie e in quanto tale consente operazioni di investimento su progetti europei di grande scala dal valore superiore anche ai 10 miliardi di EUR, sostenute prevalentemente da capitali privati (9), per la realizzazione dei quali occorre, a parere del Comitato, il rafforzamento del ruolo proattivo della CE a sostegno dell’attivazione congiunta di diversi programmi europei e nella definizione di un quadro regolatorio appropriato in particolare nel settore delle reti di trasporto, energia e TIC caratterizzate dai più elevati moltiplicatori economici del PIL.

5.4.

Il FEIS dovrebbe, a parere del CESE, porre maggiore attenzione all’economia collaborativa digitale in Europa promuovendo anche Piattaforme europee di investimento a sostegno della crescita delle start up di questo settore che creano posti di lavoro di qualità. Occorre garantire i diritti dei lavoratori, come pure la protezione dei consumatori.

Bruxelles, 15 dicembre 2016

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Georges DASSIS


(1)  Dati forniti dal gruppo BEI, 12 ottobre 2016.

(2)  Parere del CESE Un Piano di investimenti per l’Europa (GU C 268 del 14.8.2015, pag. 27).

(3)  Cfr. nota 1.

(4)  Parere del CESE Crescita e debito pubblico nell’UE: due proposte innovative (GU C 143 del 22.5.2012, pag. 10).

(5)  Cfr. nota 1.

(6)  Piano d’azione dell’UE per sfruttare al meglio i nuovi meccanismi di finanziamento.

(7)  Cfr. ad esempiio il programma cinese One Belt One Road.

(8)  Cfr. parere CESE sul tema La nuova strategia dell’UE in materia di politica estera e di sicurezza (GU C 264 del 20.7.2016, pag. 1).

(9)  Ad es.: Il Sistema europeo di controllo del traffico aereo — ERTMS, il Sistema di controllo del traffico ferroviario, la Guida Automatica e connessa delle Autovetture, Offshore Wind North Sea Meshed Grid, Giganet industriale, High Performance Computing, Broadband Rollout a scala europea.