Bruxelles, 23.7.2014

COM(2014) 520 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

L'efficienza energetica e il suo contributo a favore della sicurezza energetica e del quadro 2030 in materia di clima ed energia

{SWD(2014) 255 final}
{SWD(2014) 256 final}


1.Introduzione

La Commissione ha presentato recentemente un quadro per le politiche dell'energia e del clima per il periodo dal 2020 al 2030 1 . Questo quadro prevede obiettivi ambiziosi in materia di riduzione delle emissioni di gas serra e di energie rinnovabili nell'ambito della transizione dell'Unione europea verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio. Promuove altresì la riduzione della dipendenza energetica e la fornitura di energia a prezzi più accessibili per le imprese e i consumatori grazie a un mercato interno ben funzionante. Il quadro 2030 è stato successivamente integrato da un'analisi più dettagliata della sicurezza energetica dell'Unione, alla luce dei recenti eventi geopolitici alla frontiera orientale dell'UE, e da una strategia che propone azioni concrete per ridurre la dipendenza energetica nel futuro prossimo e a lungo termine 2 .

Conformemente alla richiesta del Consiglio europeo 3 , la presente comunicazione illustra e quantifica il contributo che l'efficienza energetica potrebbe apportare alla riduzione delle emissioni di gas serra e al rafforzamento della sicurezza energetica dell'Unione, che sono due aspetti di un quadro integrato per la politica in materia di clima e di energia. In linea con la direttiva sull'efficienza energetica, la comunicazione riferisce inoltre sulle prospettive per il conseguimento dell'obiettivo del 20% di efficienza energetica nel 2020.

L'efficienza energetica è destinata a svolgere un ruolo fondamentale nella transizione verso un sistema energetico sostenibile, sicuro e competitivo incentrato su un mercato interno dell'energia. L'energia è il motore delle nostre società e della nostra economia, ma in futuro la crescita dovrà essere garantita con un minor consumo energetico e a costi ridotti. L'UE può istituire questo nuovo modello di crescita. Come indicato nella figura, ben prima della crisi del 2008 l'UE aveva iniziato a dissociare la crescita economica dal consumo di energia grazie al rafforzamento dell'efficienza energetica. Da allora la separazione tra crescita economica e consumo energetico è proseguita, sostenuta dai segnali di prezzo e da un'ampia gamma di politiche in materia di efficienza energetica (cfr. figura).

Figura 1. Evoluzione del consumo di energia e del PIL nell'UE tra il 1995 e il 2013

Fonte: Servizi della Commissione sulla base di dati EUROSTAT

2.Prospettive per il conseguimento dell'obiettivo del 2020

Quadro attuale in materia di efficienza energetica

Un obiettivo indicativo di risparmio energetico del 20% entro il 2020 è stato fissato quale obiettivo principale per quanto riguarda l'efficienza energetica 4 . Gli Stati membri hanno fissato obiettivi nazionali non vincolanti in materia di efficienza energetica. Le misure che contribuiscono al conseguimento di questi obiettivi sono:

la direttiva sull'efficienza energetica 5 ;

la direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia 6 ;

la regolamentazione relativa ai prodotti che stabilisce norme minime di efficienza energetica e l'obbligo di riportare informazioni in materia di prestazioni energetiche sulle etichette 7 ;

le norme di prestazione in materia di emissioni di CO2 per le autovetture e i furgoni 8 ;

l'aumento dei finanziamenti dell'UE attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei, il programma Orizzonte 2020, strumenti specifici come ELENA 9 e il Fondo europeo per l'efficienza energetica;

l'introduzione di contatori intelligenti a seguito della direttiva concernente il mercato interno dell'elettricità 10 ;

il sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE (ETS) 11 .

Lo stato attuale dell'attuazione della normativa vigente è riportato nel riquadro 1.

Riquadro 1: Attuazione delle principali disposizioni legislative in materia di efficienza energetica - Stato di avanzamento

Il termine per il recepimento nell'ordinamento nazionale della direttiva sull'efficienza energetica è scaduto di recente. I piani d'azione 2014 degli Stati membri in materia di efficienza energetica evidenziano un rafforzamento delle politiche nazionali di efficienza energetica (cfr. la sintesi generale nell'allegato I).

La direttiva sull'efficienza energetica sta spingendo società di servizi energetici a ripensare il loro modello economico. Essa impone agli Stati membri di promuovere meccanismi di finanziamento a favore dell'efficienza energetica. In Germania, la banca KfW di proprietà pubblica propone prestiti agevolati per i lavori di adeguamento, ai fini dell'efficienza energetica, degli edifici esistenti e per la costruzione di edifici nuovi. Tra il 2006 e il 2013, sono state adeguate 2,8 milioni abitazioni e sono state costruite 540 000 nuove abitazioni ad elevata efficienza.

In Francia, un nuovo progetto di legge prevede numerose azioni concrete, in particolare per gli edifici. Tra le misure previste c'è, a partire da settembre 2014, la riduzione fino al 30% dei costi delle ristrutturazioni a fini di efficienza energetica.

I meccanismi di finanziamento nel quadro dei Fondi strutturali e di investimento europei sono in corso di diversificazione, nell'ottica di un maggiore ricorso agli strumenti finanziari.

Il numero di Stati membri che applicano regimi obbligatori di efficienza energetica per le imprese di pubblica utilità dovrebbe passare da cinque a sedici. In Polonia, le disposizioni pertinenti della direttiva sull'efficienza energetica saranno interamente recepite mediante un sistema di questo tipo.

La direttiva sull'efficienza energetica promuove programmi intesi a sensibilizzare i nuclei famigliari in merito ai benefici degli audit energetici attraverso servizi di consulenza adeguati. Nel Regno Unito un servizio specializzato contribuisce all'elaborazione delle politiche sulla base di ricerche concernenti le modalità per incentivare le decisioni dei consumatori in materia di efficienza energetica ("economia comportamentale").

Nonostante i progressi registrati, solo cinque Stati membri hanno notificato il pieno recepimento della direttiva sull'efficienza energetica. La Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora a tutti gli altri Stati membri.

Anche l'attuazione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia è in ritardo, nonostante il termine di recepimento fosse luglio 2012. Al momento, nove Stati membri non hanno ancora completato il processo di recepimento. In quattro casi la Commissione ha avviato un procedimento giudiziario.

Le politiche in materia di efficienza energetica stanno dando risultati tangibili

Le misure di efficienza energetica consentono di ridurre il consumo energetico degli edifici, di eliminare progressivamente dal mercato le apparecchiature poco efficienti e di aiutare i consumatori a compiere scelte di acquisto consapevoli, grazie alle etichette apposte sugli apparecchi domestici, come televisori e caldaie. Le amministrazioni pubbliche, le imprese, le PMI e le famiglie sono sempre più consapevoli delle possibilità di risparmio energetico. Nel settore dei trasporti le prescrizioni in materia di prestazioni del CO2 consentiranno di ridurre le emissioni medie dei nuovi autoveicoli del 40% entro il 2021 rispetto al 2007.

L'integrazione di tali elementi in un quadro comune dell'UE ha consentito di trarre vantaggio dalla dimensione del mercato interno, permettendo ai responsabili politici nazionali di condividere le proprie esperienze. Questo quadro europeo integra le misure nazionali, quali gli accordi volontari, gli obblighi in materia di efficienza energetica, i meccanismi di finanziamento e le campagne di informazione. I progressi compiuti dagli Stati membri nel campo dell'efficienza energetica sono riesaminati con cadenza annuale nel quadro del semestre europeo.

Nell'insieme si osserva, sia a livello nazionale che a livello UE, una dinamica crescente a favore delle politiche e delle misure di efficienza energetica.

Sono necessari ulteriori sforzi per conseguire l'obiettivo di risparmio energetico dell'UE entro il 2020

Sulla base di un'analisi delle misure adottate dagli Stati membri e di nuove previsioni, la Commissione stima attualmente che l'UE riuscirà a realizzare risparmi energetici pari a circa 18-19% nel 2020 12 . Va notato che circa un terzo dei progressi verso gli obiettivi del 2020 è attribuibile alla crescita più lenta del previsto durante la crisi finanziaria. È opportuno pertanto non compiacersi eccessivamente del raggiungimento dell'obiettivo del 20% e evitare di sottovalutare gli sforzi che saranno necessari per il conseguimento dei nuovi obiettivi per il periodo successivo al 2020.

Considerati i notevoli vantaggi dell'efficienza energetica e l'accumularsi dei riscontri sull'adeguato funzionamento della politica di efficienza energetica, è fondamentale compiere gli sforzi supplementari necessari per assicurare che l'obiettivo sia pienamente conseguito. L'attuazione del quadro legislativo dell'Unione, procede tuttora a rilento (cfr. allegati II e III). Se tutti gli Stati membri si attivano adesso con lo stesso impegno per attuare pienamente la legislazione concordata, l'obiettivo del 20% potrà essere raggiunto senza la necessità di ulteriori misure.

Gli sforzi dovrebbero incentrarsi sugli elementi seguenti:

-rassicurare i consumatori sulla qualità dei loro edifici mediante il rafforzamento delle verifiche locali e regionali delle norme edilizie nazionali e informarli correttamente in merito alle prestazioni energetiche degli edifici in vendita o in locazione 13 ;

-coinvolgere strettamente le imprese di pubblica utilità affinché collaborino con i loro clienti per ottenere risparmi energetici 14 ;

-rafforzare la sorveglianza del mercato per quanto riguarda l'efficienza energetica dei prodotti che deve essere finanziata in tutti gli Stati membri e che assicurerà la parità di condizioni per l'industria, fornendo nel contempo ai consumatori le informazioni necessarie per compiere scelte consapevoli 15 .

3.Efficienza energetica: valutazione del potenziale per il 2030

Un obiettivo chiave della futura politica in materia di clima ed energia è garantire che l'energia sia disponibile per le imprese, l'industria e i consumatori a prezzi accessibili. Ne consegue che il quadro 2030 (e gli obiettivi ivi contenuti) è fondato sulla necessità di conseguire gli obiettivi climatici ed energetici nel modo più efficace possibile rispetto ai costi. Questo approccio presuppone che agli Stati membri sia garantita una certa flessibilità quanto al modo con cui rispettano i loro impegni, tenendo conto del loro contesto nazionale. La Commissione ha pertanto proposto per il 2030 obiettivi vincolanti per ridurre le emissioni di gas serra del 40% (rispetto ai livelli del 1990) e far sì che nel 2030 almeno il 27% dell'energia consumata provenga da fonti rinnovabili. Si tratta di tappe intermedie lungo il percorso all'insegna dell'efficacia dei costi verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050.

Per quanto riguarda l'efficienza energetica, il quadro 2030 indica inoltre che il conseguimento dell'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra all'insegna dell'efficacia dei costi richiederebbe un aumento del risparmio energetico dell'ordine del 25% 16 . Il presente documento si basa su questo presupposto e analizza in modo più dettagliato il potenziale, caratterizzato da un buon rapporto costi/efficacia, di miglioramento dell'efficienza energetica e gli altri benefici apportati dall'efficienza energetica.

3.1.    Competitività dell'UE: crescita, occupazione e industria

L'efficienza energetica potrebbe contribuire in maniera significativa all'aumento dell'occupazione 17 e della crescita, in particolare incentivando l'edilizia, il settore maggiormente in grado di reagire rapidamente per sostenere il rilancio dell'economia, senza essere esposto alle delocalizzazioni.

Nel settore industriale, la politica di efficienza energetica mira a ridurre la quantità di energia necessaria per uno stesso processo o prodotto — si tratta di fare lo stesso o di più con meno, senza ostacolare le prospettive di crescita. Le imprese europee, in particolare l'industria manifatturiera, hanno già contribuito in ampia misura a fare dell'Europa una delle regioni al mondo più efficienti dal punto di vista energetico. In questo settore in particolare, il miglioramento dell'efficienza energetica è stato spesso una reazione spontanea di adattamento all'evoluzione dei prezzi. Per esempio, l'industria europea ha sempre utilizzato l'energia in modo più efficiente rispetto la sua controparte statunitense – e tra il 2001 e il 2011 ha ulteriormente ridotto la propria intensità energetica di quasi il 19%, rispetto al 9% degli USA 18 . Tra il 1990 e il 2009, l'intensità energetica nell'industria dell'UE27 è diminuita del 30% 19 .

È già stato predisposto il quadro regolamentare per sostenere queste tendenze in cui il sistema UE di scambio di emissioni è il principale strumento per promuovere l'efficienza energetica (e la riduzione dei gas serra) nell'industria, garantendo nel contempo la necessaria prevedibilità delle disposizioni regolamentari. La prevedibilità sarà rafforzata dalla riserva stabilizzatrice del mercato dell'ETS che renderà il sistema più resistente agli shock.

Il quadro dell'UE in materia di efficienza energetica si è rivelato un motore di innovazione e di crescita economica per le imprese europee. L'efficienza energetica è diventata una vera opportunità commerciale, soprattutto nel settore dell'edilizia (settore in cui predominano le PMI). Stimola la competitività creando mercati per apparecchi efficienti ad elevato valore aggiunto e per le tecnologie per la gestione decentralizzata dell'energia. L'aumento del ricorso alle TIC in molti dei settori interessati rappresenta un'opportunità per realizzare ulteriori incrementi di efficienza a condizione che i sistemi e le piattaforme siano dotati di interfacce standard aperte che permettano di effettuare gli aggiornamenti agevolmente e consentano ulteriori innovazioni. Con l'aumento della domanda mondiale di prodotti efficienti sotto il profilo energetico, la politica di efficienza energetica conferisce vantaggi ai prodotti europei sui mercati a crescita mondiale e contribuisce allo sviluppo economico sostenibile.

Le nuove tecnologie nei settori dell'edilizia, manifatturiero e dei trasporti possono migliorare ulteriormente l'efficienza energetica se utilizzate adeguatamente su larga scala.

3.2. Edifici - riduzione delle bollette energetiche per i consumatori

I miglioramenti dell'efficienza energetica negli edifici possono far risparmiare denaro ai consumatori. In media, i nuclei famigliari dell'UE spendono il 6,4% del proprio reddito disponibile in prodotti energetici legati all'abitazione, di cui circa due terzi per il riscaldamento e un terzo per altri scopi 20 . Nel 2012 quasi l'11% della popolazione dell'UE non è stato in grado di scaldare adeguatamente la propria abitazione 21 . Ciò è dovuto all'aumento dei prezzi dell'energia, il cui impatto è stato tuttavia attenuato dall'intensificazione della concorrenza nel mercato interno dell'energia e dalla maggiore efficienza energetica.

A seguito dell'introduzione di requisiti di efficienza nelle norme per l'edilizia, gli edifici nuovi oggi consumano meno della metà rispetto agli edifici costruiti negli anni 80. Tuttavia, il 64% degli apparecchi per il riscaldamento d'ambiente, per esempio, sono nel migliore dei casi dei modelli a bassa temperatura poco efficienti 22 , e il 44% delle finestre ancora adesso non ha i doppi vetri 23 . Le nuove norme in termini di efficienza ed etichettatura per gli apparecchi per il riscaldamento d'ambiente e per gli scaldacqua avranno presto un impatto sul mercato. Per quanto riguarda l'elettricità, i progressi in materia di efficienza degli apparecchi dovrebbero consentire ai consumatori di risparmiare entro il 2020 100 miliardi di euro l'anno sulle loro bollette energetiche, pari a 465 euro per nucleo familiare.

Il fatto di disporre di bollette più dettagliate, trasparenti e frequenti e di partecipare ai mercati della gestione della domanda (demand response), offre ai consumatori la possibilità di gestire attivamente il loro consumo di energia. Gli Stati membri dovrebbero, al momento di preparare o agevolare l'introduzione di sistemi di misurazione intelligenti, sforzarsi di creare un mercato dei servizi energetici innovativi in cui gli investimenti in apparecchiature efficienti e nel consumo e nella produzione intelligenti garantiscano risultati adeguati.

L'efficienza energetica degli edifici aumenta dell'1,4% l'anno 24 . Questa percentuale relativamente limitata è dovuta in larga misura ai tassi ridotti delle ristrutturazioni. Gli Stati membri che hanno ottenuto il maggior successo nel ridurre gli sprechi energetici hanno associato prescrizioni rigorose di efficienza per gli edifici nuovi o ristrutturati a programmi a favore della ristrutturazione 25 .

Per sfruttare i benefici dell'efficienza energetica degli edifici, la sfida principale è accelerare e finanziare gli investimenti iniziali e aumentare la percentuale di ristrutturazione del parco immobiliare esistente dall'1,4% attuale ad oltre il 2% l'anno.

Una delle difficoltà è l'accelerazione di questo processo in modo socialmente accettabile. Occorrerà ridurre al minimo gli effetti collaterali negativi per i segmenti più deboli della società e riflettere sulle modalità per consentire a tutte le componenti della società di beneficiare degli investimenti a favore delle misure di efficienza energetica. A tal fine è necessario predisporre gli strumenti finanziari adeguati che siano accessibili a tutte le categorie di consumatori, a prescindere dalla loro situazione finanziaria.

La riduzione della domanda di combustibili fossili comporterà a sua volta la diminuzione dei prezzi dell'energia. Secondo una stima, per ogni 1% di risparmi energetici aggiuntivi i prezzi del gas diminuiranno dello 0,4% e i prezzi del petrolio dello 0,1% nel 2030 26 .

3.3.    Efficienza energetica nei trasporti

Il consumo di energia nel settore dei trasporti è aumentato del 35% nel periodo 1990-2007, ma successivamente la tendenza si è invertita. Ad oggi, lo strumento più efficace sono state le norme di emissione di CO 2 che riducono le emissioni di gas serra e rendono le autovetture e i furgoni più efficienti dal punto di vista energetico 27 , anche se altri fattori come i prezzi elevati del petrolio e il rallentamento dell'attività economica nel settore della mobilità hanno contribuito al calo del consumo energetico dell'8% tra il 2007 e il 2012.

Alcuni segnali indicano che il comportamento degli utenti dei trasporti sta cambiando. In alcuni Stati membri, il numero di auto di proprietà sta raggiungendo il punto di saturazione; su scala urbana, una serie di iniziative a favore del passaggio a forme di trasporto più efficienti - veicoli elettrici, trasporti pubblici, utilizzo della bicicletta e spostamenti a piedi - hanno ottenuto buoni risultati. La direttiva sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi 28 e il nuovo "pacchetto sulla mobilità urbana" 29 , di recente adozione, rafforzeranno questa tendenza.

Altre iniziative adottate dalla Commissione, sulla scia del Libro bianco sui trasporti del 2011 30 , mirano a favorire l'utilizzo di modi di trasporto più efficienti sotto il profilo energetico, migliorando ad esempio la qualità e la scelta nei servizi di trasporto ferroviario 31 , rafforzando gli investimenti a favore della ricerca e dell'innovazione nel trasporto ferroviario 32 e incentivando il ricorso alle vie navigabili interne 33 .

Per una massima efficacia, è necessaria una trasformazione graduale dell'intero sistema di trasporto verso una maggiore integrazione tra i modi di trasporto, l'innovazione e la diffusione di combustibili alternativi e una migliore gestione dei flussi di traffico mediante sistemi di trasporto intelligenti. Questa evoluzione dovrebbe essere accompagnata da politiche urbane e di uso del suolo più efficienti a livello dell'UE e degli Stati membri.

3.4.    Trovare il giusto equilibrio tra costi e benefici

Il Consiglio europeo si sta adoperando per approvare in ottobre gli obiettivi per il 2030 in modo che l'Unione possa svolgere un ruolo attivo nei negoziati internazionali in materia di clima attualmente in corso. Il contributo adeguato dell'efficienza energetica al quadro 2030 deve fondarsi su un'analisi approfondita dei costi e dei benefici supplementari legati al superamento dell'obiettivo del 25% di risparmio energetico stabilito in precedenza dalla Commissione. Nella tabella 1 figurano alcuni aspetti chiave delle diverse opzioni 1.

Tabella 1. Costi e vantaggi di vari obiettivi di efficienza energetica 34

REF2013
Scenario di riferimento

GHG40
(40% GES, 27% RES, 25% EE)

Obiettivo più ambizioso per l'efficienza energetica (%)

EE27

EE28

EE29

EE30

EE35

EE40

Risparmi energetici nel 2030
(valutati rispetto alle proiezioni dello scenario di riferimento del 2007 per il consumo di energia primaria)

21,0%

25,1%

27,4%

28,3%

29,3%

30,7%

35,0%

39,8%

Consumo di energia primaria nel 2030 (Mtep) [consumo energetico interno lordo, ad esclusione degli usi non energetici]

1490

1413

1369

1352

1333

1307

1227

1135

Costi dei sistemi energetici, ad esclusione degli impatti dell'efficienza energetica sui costi non finanziari 35
(media annuale 2011-2030 in miliardi di EUR del 2010)

2067

2069

2069

2074

2082

2089

2124

2181

Spese di investimento, media annuale 2011-2030 (in miliardi di EUR del 2010) 36

816

854

851

868

886

905

992

1147

Importazioni nette di gas nel 2030 (in miliardi di m³) 37

320

276

267

256

248

237

204

184

I costi delle importazioni di combustibili fossili (media annua 2011-2030 in miliardi di EUR del 2010)

461

452

447

446

444

441

436

434

Occupazione nel 2030 (in milioni di persone)

231,74

n.d. 38

 n.d.

232,39

 n.d.

232,53

233,16

235,21

Prezzo medio dell'energia elettrica nel 2030 (EUR/MWh)

176

179

180

179

178

178

177

182

Secondo le stime, un obiettivo di risparmio energetico del 25% dovrebbe incrementare il costo medio annuale del sistema energetico da 2067 a 2069 miliardi di euro l'anno (2011-2030), pari a circa 2 miliardi di euro l'anno, ovvero lo 0,09%. I notevoli costi che gli Stati membri dovranno sostenere sono legati al rinnovamento in corso di un sistema energetico obsolescente 39 . Con il 25% di risparmio energetico, il quadro 2030 consentirebbe di ridurre notevolmente la dipendenza energetica dell'Unione, con un risparmio di 9 miliardi di euro l'anno nelle importazioni di combustibile fossile (riduzione del 2%) e una riduzione del 13% delle importazioni di gas (circa 44 miliardi di m3), rispetto alle tendenze e alle politiche attuali.

L'obiettivo di risparmio energetico del 40% auspicato dal Parlamento europeo avrebbe un impatto importante sulla dipendenza energetica, riducendo in particolare le importazioni di gas. Questi benefici in termini di sicurezza energetica, tuttavia, comporterebbero un aumento considerevole dei costi totali del sistema energetico che passerebbero da 2069 a 2181 miliardi di euro l'anno, cioè di circa 112 miliardi di EUR l'anno nel periodo 2011-2030.

La Commissione ha considerato una serie di livelli di ambizione corrispondenti a risparmi energetici situati tra il 25 e il 40%. Da quest'analisi è emerso che i vantaggi aumentano con l'aumento dell'ambizione in termini di efficienza energetica e che le importazioni di gas diminuirebbero del 2,6% per ogni punto percentuale aggiuntivo di risparmio energetico. Ciò incide direttamente sul rafforzamento della sicurezza di approvvigionamento dell'UE — anche se al di sopra del 35% di risparmio energetico, il tasso di riduzione delle importazioni di gas cala drasticamente.

Più in generale, dalla tabella 1 e dalla figura 2 qui di seguito emerge chiaramente che un obiettivo più ambizioso in termini di efficienza energetica comporta maggiori vantaggi, in particolare per quanto riguarda le importazioni di combustibili fossili. I benefici aggiuntivi comprendono quelli legati alla riduzione delle emissioni di gas serra, alla riduzione dell'inquinamento atmosferico, acustico, dell'acqua e del suolo, al minor uso di risorse per l'estrazione, la trasformazione, il trasporto e l'utilizzo dell'energia, nonché benefici collaterali per la salute umana e lo stato degli ecosistemi. A questi si aggiungono i benefici potenziali in termini di creazione di posti di lavoro. Tuttavia, si registrerebbero costi supplementari superiori a quelli legati al conseguimento dell'obiettivo di riduzione dei gas serra del 40%. Per esempio, nel periodo dal 2011 al 2030 un obiettivo del 28% per l'efficienza energetica determinerebbe un aumento dei costi complessivi del sistema energetico da 2069 miliardi di euro l'anno (per il 25% di risparmi) a 2074 miliardi di euro, vale a dire un aumento di circa 5 miliardi di euro l'anno, o dello 0,24% l'anno. La figura 2 evidenzia inoltre che i costi di efficienza energetica aumentano più rapidamente dei risparmi legati alle importazioni di combustibili fossili.

Figura 2. Costi medi annui aggiuntivi del sistema energetico e risparmi sulle importazioni di combustibili fossili rispetto allo scenario centrale che fissa per il 2030 un obiettivo del 40% di riduzione dei gas serra, del 27% di energie rinnovabili e del 25% di risparmi energetici.

Nota. La tabella 1 riassume i principali costi e benefici dei diversi livelli di risparmio energetico nel 2030

La distribuzione degli impatti è un altro aspetto importante da considerare. Ulteriori misure per migliorare l'efficienza energetica dovrebbero riguardare soprattutto la questione dell'efficienza energetica degli edifici e dei prodotti, e interesserebbero dunque in ampia misura settori non coperti dall'ETS. Per il settore edilizio, che rappresenta circa il 10% del PIL dell'UE, i miglioramenti dell'efficienza energetica degli edifici sono il motore più promettente per rilanciare la crescita dopo la recessione.

4.Finanziamento dell'efficienza energetica per coprire il periodo fino al 2030

Le opportunità in materia di efficienza energetica individuate nella presente analisi possono essere finanziate a condizione di istituire un adeguato quadro di finanziamento per far fronte ai considerevoli costi iniziali.

I fondi dell'Unione dovrebbero esercitare un effetto leva sui finanziamenti privati

L'Unione metterebbe a disposizione ingenti fondi unionali per l'attuazione delle misure di efficienza energetica nel periodo antecedente il 2020, nell'ambito dell'attuale quadro finanziario pluriennale. L'uso di questi fondi costituisce sin d'ora un importante tema di discussione con gli Stati membri in relazione all'accordo globale sul quadro 2030 e l'auspicio di una giusta ed equa distribuzione degli sforzi.

Se spesi adeguatamente, gli investimenti effettuati nel periodo antecedente il 2020 continueranno a determinare risparmi energetici anche dopo il 2020. Le possibilità di risparmio energetico risiedono per la maggior parte nel settore dell'edilizia dato che il 40% del consumo energetico dell'UE è legato agli edifici, che quasi il 90% delle superfici immobiliari dell'UE è posseduto da privati e che oltre il 40% degli edifici residenziali risale a prima del 1960. Da qui nasce la necessità di ingenti finanziamenti privati. È pertanto indispensabile che nasca un mercato per i miglioramenti dell'efficienza energetica e che i fondi pubblici siano utilizzati per reperire capitali privati.

A titolo di esempio, gli investitori istituzionali nell'UE (che hanno aderito all'iniziativa per la realizzazione di investimenti responsabili) gestiscono attualmente più di 12 000 miliardi di euro di fondi e l'importo che hanno investito in beni immobili privati è stimato a oltre 1 500 miliardi di euro nel 2012. Si tratta di risorse disponibili che devono essere sbloccate grazie ad un uso adeguato dei fondi pubblici, nell'ambito di un quadro regolamentare a lungo termine, trasparente e stabile. Nella valutazione d'impatto è stato accertato che sarebbero necessari 38 miliardi di euro/anno di investimenti aggiuntivi per realizzare gli obiettivi del quadro del 2030. In questo contesto, la Commissione ritiene che gli Stati membri dovrebbero destinare una quota significativa dei finanziamenti della politica di coesione e/o dei fondi nazionali per sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, in un'ottica di mobilitazione di capitali privati. Nel bilancio dell'UE per il periodo 2014-2020, l'impegno a favore dell'efficienza energetica è notevolmente aumentato. Nell'ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020, saranno disponibili almeno 38 miliardi di euro per investimenti nell'economia a basse emissioni di carbonio — e questa somma sarà moltiplicata dai cofinanziamenti nazionali e regionali e dalla mobilitazione di capitali privati.

Inoltre, l'innovazione a favore dell'efficienza energetica beneficerà di ulteriori apporti del programma Orizzonte 2020 e dei Fondi strutturali e di investimento europei. Nel periodo 2014-2020, si prevede di disporre di circa 2000 milioni di euro, in particolare a titolo della parte "Efficienza energetica" della sfida per la società "Energia sicura, pulita ed efficiente" di Orizzonte 2020, e nell'ambito dei partenariati pubblico-privato "Edilizia ad alta efficienza energetica", "Fabbriche del futuro" e per "Sustainable Process Industry through Resource and Energy Efficiency (SPIRE)".

Negli ultimi anni, l'UE ha avviato progetti pilota di strumenti innovativi di finanziamento, come il Fondo europeo per l'efficienza energetica ("EEE F"), il Fondo mondiale per l'efficienza energetica e l'energia rinnovabile ("GEEREF") e lo "Strumento di finanziamento privato per l'efficienza energetica" ("PF4EE") nell'ambito del programma LIFE, che possono essere utilizzati direttamente o come esempi da riprodurre a livello degli Stati membri. Inoltre, viste le prime esperienze positive nel periodo 2007-2013, ad esempio con l'iniziativa JESSICA 40 , l'utilizzo di strumenti finanziari nell'ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei per il periodo 2014-2020 è stata fortemente incoraggiata, ad esempio tramite il "Prestito per la ristrutturazione". Questi strumenti offriranno maggiori opportunità agli Stati membri di esercitare un forte effetto leva grazie ai Fondi strutturali e di investimento europei. Sono sempre più evidenti i notevoli vantaggi derivanti dall'uso di fondi pubblici per reperire capitali privati: utilizzo più efficace rispetto ai costi delle risorse pubbliche limitate, considerevole effetto leva in relazione agli investimenti del settore privato, miglior adeguamento del sostegno pubblico al ciclo di investimento economico, coinvolgimento del settore finanziario, maggiore trasparenza e oneri amministrativi ridotti.

Devono essere esaminati i fattori che influenzano l'offerta e la domanda di finanziamento di investimenti

Sul versante della domanda, i consumatori di energia devono essere meglio informati circa l'insieme dei vantaggi dell'efficienza energetica, che non si limitano al semplice utile sugli investimenti o dei chilowattore risparmiati, ma che comprendono anche una migliore qualità di vita e una maggiore competitività delle imprese. La domanda aggiuntiva può essere promossa con una più efficace attuazione del quadro normativo esistente, l'assistenza nella messa a punto di un insieme di progetti di investimenti validi e su scala variabile e nella loro dimostrazione e la condivisione di conoscenze ed esperienze.

La disponibilità di mezzi finanziari può essere rafforzata utilizzando i fondi pubblici per strutturare e riprodurre regimi di finanziamento specifici esistenti, offrendo prodotti finanziari interessanti, di facile accesso (vicini agli operatori del mercato) e semplici, come i prestiti a tassi agevolati per vari tipi di consumatori.

Inoltre, al fine di spronare i consumatori a reperire finanziamenti per migliorare l'efficienza energetica, è necessaria una ricerca socioeconomica maggiormente orientata ai finanziamenti al fine di comprendere meglio il comportamento dei consumatori - compresi gli affittuari e i nuclei familiari a basso reddito - al momento di decidere sulle misure di efficienza energetica. Un'attenzione particolare dovrebbe essere prestata al mercato emergente dei servizi energetici (compresi i contratti di rendimento energetico e gli accordi in materia di servizi energetici). La fornitura di nuovi servizi (ad esempio in materia di risparmio energetico) sulla base di modelli economici legati alla gestione della domanda avrà sicuramente un impatto sulla domanda di investimenti e finanziamenti.

Al fine di incentivare gli investimenti a favore dell'efficienza energetica, occorre impegnarsi per dimostrare chiaramente l'attrattiva economica per gli investitori e i finanziatori. La trasparenza, la scalabilità e la standardizzazione sono elementi necessari per creare un mercato secondario dei prodotti finanziari a favore dell'efficienza energetica e liberare il potenziale di rifinanziamento degli investimenti nell'efficienza energetica tramite prodotti e strutture disponibili sul mercato dei capitali.

La mobilitazione dell'offerta e della domanda di finanziamento degli investimenti comporta pertanto:

l'individuazione, la misurazione, la contabilizzazione e la stima di tutti i benefici degli investimenti a favore dell'efficienza energetica, sulla base di dati e elementi di prova affidabili che possono essere utilizzati dai responsabili (privati e delle imprese) delle decisioni in materia di investimenti, nonché dal settore finanziario, in particolare i certificati di efficienza energetica nel settore dell'edilizia;

l'elaborazione di norme per ciascun elemento del processo di investimento nell'efficienza energetica, compresi contratti giuridici, procedure di presentazione di progetti, l'aggiudicazione, la misurazione, la verifica, l'elaborazione di relazioni, la prestazione energetica (contratti e certificati) e l'assicurazione;

l'offerta ai consumatori di strumenti e servizi per controllare il consumo energetico che permettano loro di confrontare i costi di (capitale) degli investimenti a favore dell'efficienza energetica con i costi (operativi) del consumo energetico;

un uso più mirato dei fondi dell'UE (in particolare dei Fondi strutturali e di investimento europei), in particolare avvalendosi di strumenti di finanziamento pubblico-privati per rafforzare i volumi di investimento e contribuire ad accelerare l'apporto di finanziamenti del settore privato, anche tramite una adeguata condivisione del rischio. Analogamente i proventi dell'ETS potrebbero essere destinati a finanziamenti a favore dell'efficienza energetica;

gli Stati membri dovrebbero rinunciare ai finanziamenti tradizionali mediante sovvenzioni e cercare modelli operativi che rispondano meglio alle esigenze di investimento nelle ristrutturazioni destinate a migliorare l'efficienza energetica del loro parco immobiliare (come indicato nelle loro strategie nazionali di ristrutturazione degli edifici);

il rafforzamento del dialogo tra il settore finanziario, i responsabili del settore pubblico e altri professionisti, che consenta loro di strutturare i meccanismi finanziari e i regimi di investimento e di dimostrare quali sono, tra questi, i più efficaci in quanto meglio si adattano al livello locale o a segmenti specifici del mercato e sono riproducibili in tutta l'UE.

Il ruolo della Commissione

La Commissione rafforzerà la cooperazione con gli Stati membri, i responsabili del settore pubblico, gli investitori e le istituzioni finanziarie, compresa la Banca europea per gli investimenti ("BEI"), al fine di approfondire le conoscenze dei meccanismi di finanziamento esistenti in materia di efficienza energetica, al di là della mera concessione di finanziamenti, ma anche dei loro risultati e del loro impatto, compresi gli aspetti relativi alla valutazione dei rischi, alle stime e alla normalizzazione. La Commissione continuerà a collaborare con le istituzioni finanziarie e con gli Stati membri per la creazione o la diffusione di strumenti e iniziative finanziari adeguati, in modo da aumentare la liquidità disponibile per le misure di efficienza energetica.

Particolare attenzione verrà prestata alla cooperazione con gli Stati membri per quanto riguarda l'uso dei Fondi strutturali e di investimento europei, al fine di tener conto delle diverse esigenze, ostacoli e opportunità in tutta l'UE. La Commissione ha già pubblicato orientamenti esaustivi su come finanziare i lavori di ristrutturazione degli edifici con i fondi della politica di coesione, al fine di aiutare le autorità di gestione a pianificare e concretizzare, nell'ambito di programmi operativi, gli investimenti nel parco immobiliare. Questi orientamenti contengono un elenco di buone pratiche e studi di casi. Analizzano inoltre i diversi meccanismi di finanziamento di cui possono avvalersi le autorità al fine di realizzare investimenti su ampia scala nella ristrutturazione energetica di edifici e attirare maggiori investimenti del settore privato.

Inoltre la Commissione continuerà a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri, fornendo ulteriori orientamenti se necessario ad integrazione di quelli esistenti, al fine di sostenere l'attuazione della direttiva sull'efficienza energetica 41 e lo scambio di buone pratiche. Inoltre, la Commissione continuerà a vigilare affinché il diritto dell'UE sia correttamente recepito e applicato, garantendo la parità di trattamento tra gli Stati membri e ottimizzando il risparmio energetico.

5.Prospettive

Dopo un avvio incerto, la politica europea in materia di efficienza energetica sta producendo risultati. L'obiettivo di risparmio energetico del 20% per il 2020, ha determinato una dinamica costante a livello europeo e a livello nazionale. Con la piena attuazione e il monitoraggio della legislazione già adottata, l'UE è sulla strada giusta per conseguire tale obiettivo, ossia ridurre il suo consumo energetico di 170 Mtep tra il 2010 e il 2020.

I recenti sviluppi, in particolare la crisi ucraina, non fanno che rammentarci quanto sia vulnerabile la situazione dell'UE sotto l'aspetto della sicurezza energetica, in particolare per quanto riguarda le importazioni di gas. La recente strategia per la sicurezza energetica europea sottolinea il ruolo dell'efficienza energetica nel miglioramento della sicurezza di approvvigionamento dell'Unione — ogni ulteriore 1% di risparmio energetico consente di ridurre le importazioni di gas del 2,6%.

In quest'ottica, la Commissione ritiene che sia opportuno mantenere l'attuale dinamica a favore dei risparmi energetici e proporre un ambizioso obiettivo di efficienza energetica del 30%. Ciò apporterà ulteriori considerevoli vantaggi e il costo aggiuntivo rappresenta un equilibrio ragionevole alla luce della recrudescenza dei rischi che gravano sulla sicurezza energetica, mantenendo nel contempo l'accessibilità economica della strategia 2030 in materia di clima ed energia.

L'attuale quadro, basato su un obiettivo indicativo a livello dell'UE e un mix di misure vincolanti dell'UE e di interventi a livello nazionale, è riuscito a produrre importanti progressi negli Stati membri. Questo approccio dovrebbe pertanto continuare fino al 2030 e l'efficienza energetica dovrebbe diventare parte integrante del quadro di governance proposto nella comunicazione per il 2030 che semplificherebbe gli attuali obblighi di monitoraggio e comunicazione. L'efficienza energetica sarebbe pertanto una componente essenziale dei piani nazionali degli Stati membri per un'energia competitiva, sicura e sostenibile che garantirebbero una maggiore coerenza delle politiche e delle misure in materia di clima e di energia.

Sulla base dei piani nazionali pervenuti e avvalendosi delle sue analisi su scala UE in materia di energia e clima, la Commissione, sulla base di adeguati indicatori energetici di base, esaminerà i piani nazionali e valuterà le prospettive di conseguimento degli obiettivi nazionali/UE in materia di clima ed energia (e di efficienza energetica), le prospettive della dipendenza energetica dell'UE e l'adeguato funzionamento del mercato interno dell'energia. In questo contesto, la Commissione esaminerà la possibilità di utilizzare indicatori supplementari, per esprimere e monitorare i progressi compiuti verso l'obiettivo dell'efficienza energetica, ivi compresa l'intensità energetica che tiene più adeguatamente conto dell'evoluzione e delle proiezioni del PIL e della crescita della popolazione. Inoltre, la Commissione esaminerà i progressi compiuti in materia di efficienza energetica nel 2017, tenendo conto di questi elementi. Infine, il processo di governance fornirà il quadro entro cui valutare l'efficacia delle politiche degli Stati membri e dell'UE in relazione agli obiettivi del 2030 in materia di clima ed energia.

La Commissione continuerà inoltre ad adoperarsi per rafforzare ulteriormente il grado di sofisticazione della modellizzazione energetica ed economica utilizzata per valutare i costi e i benefici delle misure di efficienza energetica.

La Commissione continuerà a sostenere le iniziative degli Stati membri attraverso misure politiche di livello europeo, per contribuire al raggiungimento dei risparmi stabiliti. Questo approccio si fonderà sugli elementi seguenti:

-la valutazione e la revisione prossime della direttiva sull'etichettatura energetica e di alcuni aspetti della direttiva sulla progettazione ecocompatibile, previste per la fine del 2014, forniranno l'occasione per aggiornare il quadro politico applicabile ai prodotti;

-il proseguimento della messa a punto di strumenti finanziari e dell'assistenza allo sviluppo di progetti, al fine di mobilitare gli investimenti del settore privato in apparecchiature e tecnologie efficienti sotto il profilo energetico;

-la valutazione e la revisione delle direttive sull'efficienza energetica e sulla prestazione energetica nell'edilizia, dell'articolo 7 della direttiva sull'efficienza energetica, e dei prossimi piani d'azione nazionali per l'efficienza energetica nel 2017, offriranno l'occasione di valutare quali elementi della politica sarebbero necessari per attirare degli investimenti nell'efficienza energetica, in particolare alla luce dell'attuale piano di graduale eliminazione di alcuni elementi chiave della direttiva sull'efficienza energetica nel 2020;

-la comunicazione sul mercato al dettaglio di prossima pubblicazione si incentrerà sulla creazione di un mercato in cui servizi innovativi basati su una tariffazione dinamica garantiscono che il mercato offra prodotti che promuovono l'uso efficiente dell'energia, sulla base di un dialogo con gli Stati membri e le autorità di regolamentazione e nel quadro della direttiva sull'efficienza energetica e della legislazione sul mercato interno dell'energia;

-la realizzazione della riserva stabilizzatrice del mercato del sistema di scambio di quote di emissione, che determinerà miglioramenti dell'efficienza energetica nel settore industriale e consentirà di valorizzare le sinergie tra efficienza energetica e le politiche in materia di clima;

-la graduale attuazione del programma presentato nel Libro bianco sui trasporti del 2011 42 ;

-l'utilizzo del programma di ricerca e innovazione "Orizzonte 2020" e una stretta cooperazione con gli Stati membri per favorire la fornitura di prodotti efficienti sotto il profilo energetico, innovativi e a costi accessibili, e lo sviluppo, a tal fine, di nuovi modelli commerciali.

6.Conclusioni

Le previsioni indicano che l'attuale obiettivo per il 2020 in materia di efficienza energetica sta per essere conseguito. La Commissione non intende proporre nuove misure, ma invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi per garantire il conseguimento dell'obiettivo 2020. La Commissione integrerà queste iniziative con opportuni orientamenti e la diffusione delle migliori pratiche per garantire la piena valorizzazione delle risorse finanziarie disponibili dell'Unione.

La comunicazione della Commissione su un quadro 2030 per le politiche in materia di clima e energia ha individuato un livello di risparmio energetico del 25% come elemento di una strategia volta a realizzare l'obiettivo di riduzione del 40% delle emissioni di gas serra nel modo più efficace possibile rispetto ai costi. Tuttavia, data la crescente necessità di rafforzare la sicurezza energetica dell'UE e ridurre la dipendenza dell'Unione in materia d'importazione, la Commissione ritiene opportuno proporre un obiettivo più ambizioso del 30%. Ciò aumenterebbe i costi del quadro 2030 di 20 miliardi di euro l'anno ma determinerebbe comunque considerevoli vantaggi sul piano economico e in termini di sicurezza dell'approvvigionamento energetico.

(1)

   COM(2014) 15.

(2)

   COM(2014) 330.

(3)

   Conclusioni del Consiglio europeo, 26-27 giugno 2014, EUCO 79/14.

(4)

   Ossia un consumo di energia primaria di 1483 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) nel 2020

(5)

   e gli atti che la precedono, come la direttiva sulla cogenerazione (direttiva 2004/8/CE) e la direttiva concernente i servizi energetici (2006/32).

(6)

   Direttiva 2010/31/CE sulla prestazione energetica nell'edilizia.

(7)

   In particolare la direttiva 2009/125/CE sulla progettazione ecocompatibile e le relative misure di esecuzione; e la direttiva 2010/30/UE sull'etichettatura energetica e le relative misure di attuazione.

(8)

   Regolamento (UE) n. 333/2014 e regolamento (UE) n. 443/2009.

(9)

   Programma per l'assistenza energetica europea a livello locale gestito dalla Banca europea per gli investimenti; http://www.eib.org/products/elena/index  

(10)

   Direttiva 2009/72/CE relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica e che abroga la direttiva 2003/54/CE.

(11)

   Direttiva 2003/87/CE, modificata dalla direttiva 2009/29/CE e dalla decisione n. 1359/2013/UE.

(12)

   Ciò significa che l'obiettivo di risparmio energetico del 20% non sarà conseguito per 20-40 Mtep

(13)

   La Commissione ritiene che queste azioni possono garantire ulteriori risparmi pari a 15 Mtep entro il 2020. "Study evaluating the National Policy Measures and Methodologies to implement Article 7 of the Energy Efficiency Directive", CE Delft, studio preliminare commissionato dai servizi della Commissione.

    http://ec.europa.eu/energy/efficiency/eed/guidance_notes_en.htm  

(14)

   La Commissione ritiene che queste azioni possano garantire ulteriori risparmi pari a 20 Mtep entro il 2020. vedi anche http://ec.europa.eu/energy/efficiency/eed/guidance_notes_en.htm .

(15)

   Ciò dovrebbe evitare la perdita di almeno 4 Mtep di risparmi.

(16)

   Supponendo che per misurare i progressi si utilizzi lo stesso metodo utilizzato attualmente per l'obiettivo di migliorare l'efficienza energetica del 20% nel 2020.

(17)

   Comunicazione sull'iniziativa per favorire l'occupazione verde: Sfruttare le potenzialità dell'economia verde di creare posti di lavoro, COM(2014) 446 final.

(18)

   COM(2014) 21 Costi e prezzi dell'energia in Europa, pag. 12; SWD(2014) 19, Energy Economic Developments in Europe, pagg. 36 e 41.

(19)

   Agenzia europea dell'ambiente 2012, http://www.eea.europa.eu/data-and-maps/indicators/energy-efficiency-and-energy-consumption .

(20)

   "Energy prices and costs report", documento di lavoro dei servizi della Commissione, SWD(2014) 20 final/2.

(21)

   Come sopra.

(22)

   European Heating Industry, dati per il 2012, EU28 ad esclusione di Cipro, Lussemburgo e Malta.

(23)

   Studio preparatorio nell'ambito della direttiva sulla progettazione ecocompatibile, VHK, risultati preliminari.

(24)

   "Energy Efficiency Trends in the EU", Odysee-Mmure, 2011.

(25)

   Per esempio, in Germania e Slovacchia, il consumo medio di energia per alloggio è diminuito del 50% dal 1990.

(26)

   POLES, "Quick analysis of the impact of energy efficiency policies on the international fuel prices", Centro comune di ricerca, 2014.

(27)

   Le emissioni delle autovetture nuove vendute nel 2013 sono diminuite ad una media di 127 g/km: l'obiettivo di 130 g/km fissato per il 2015 è stato pertanto conseguito con due anni di anticipo.

(28)

   COM(2013) 18 final.

(29)

   COM(2013) 913 final.

(30)

   COM(2011) 144 final.

(31)

   Forth Railways Package, disponibile all'indirizzo:     http://ec.europa.eu/transport/modes/rail/packages/2013_en.htm

(32)

   Shift2Rail, disponibile all'indirizzo: http://ec.europa.eu/transport/modes/rail/news/shift-to-rail_en.htm

(33)

   Pacchetto NAIADES II, disponibile all'indirizzo: http://ec.europa.eu/transport/modes/inland/promotion/naiades2_en.htm

(34)

   La tabella 1 si basa sulle analisi più recenti disponibili.

(35)

   Il concetto di costi dei sistemi energetici comprende fondamentalmente due elementi: costi di capitale e acquisti di energia. I costi di capitale possono essere suddivisi in tre elementi principali: (i) il costo vivo degli investimenti a favore dell'efficienza energetica; (ii) le spese sostenute per ottenere i finanziamenti a tale scopo; e (iii) i costi non finanziari attribuibili agli ostacoli che i consumatori devono affrontare, quali lo sforzo necessario per ottenere informazioni sugli edifici o i prodotti efficienti sotto il profilo energetico Le politiche di efficienza energetica si incentrano su questi ostacoli e ne riducono i costi.

(36)

   Benché lo scenario GHG40 sia meno costoso di 0,5 miliardi dello scenario EE27 nel periodo 2011-2030 in termini di costi complessivi del sistema energetico (2068,5 rispetto 2069 miliardi di euro), esso comporta spese di investimento leggermente più elevate. Ciò è dovuto soprattutto all'ambizione più limitata dell'EE27 in termini di riduzioni di gas serra (- 40,6% rispetto a - 40,1%) e all'introduzione di politiche di efficienza energetica a basso costo per eliminare le barriere non commerciali (presenti invece nello scenario GHG40) e valorizzare il potenziale di efficienza energetica presente nell'UE.

(37)

   Dato che la produzione PRIMES è in Mtep, è stato utilizzato un fattore di conversione di 0,90567 (rif: AIE).

(38)

   Per l'occupazione è stato ipotizzato un numero di scenari più limitato in quanto dall'analisi preliminare è emerso che i risultati — ad esempio per l'EE27 e l'EE28 — erano molto simili. Sono stati creati modelli solo per l'EE28, l'EE30, l'EE35 e l'EE40.

(39)

   Si stima che per i prossimi dieci anni occorrerà investire circa 1000 miliardi di euro nella produzione e nel trasporto e 600 miliardi di euro nella trasmissione e la distribuzione.

(40)

   Sostegno europeo congiunto per gli investimenti sostenibili nelle aree urbane (JESSICA).

(41)

   Comunicazione "Attuazione della direttiva sull'efficienza energetica — orientamenti della Commissione" [COM(2013) 762 final].

(42)

   COM(2011) 144 final.


Bruxelles, 23.7.2014

COM(2014) 520 final

ALLEGATI

della

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

L'efficienza energetica e il suo contributo alla sicurezza energetica e al quadro 2030 in materia di clima ed energia

{SWD(2014) 255 final}
{SWD(2014) 256 final}


ALLEGATO I
Sviluppi strategici notificati nei piani di azione nazionali per l'efficienza energetica
2014

Austria

Obblighi in materia di efficienza energetica per i distributori di energia, soprattutto in relazione all’efficienza degli edifici esistenti.

Nuove misure per aumentare la quota di teleriscaldamento.

Audit, progetti pilota e dimostrazioni per l’efficienza energetica dell'industria.

Le imposte sull’energia continueranno a svolgere un ruolo significativo.

Belgio

Misure incentrate sul settore dell’edilizia.

Sgravi fiscali per la ristrutturazione degli edifici.

Miglioramento dei sistemi di misurazione e fatturazione.

Cipro

Sponsorizzazioni e piani di assegnazione per il risparmio energetico

Campagna a favore della sostituzione dei prodotti inefficienti che consumano energia.

Progetti per promuovere l’efficienza energetica degli autoveicoli e altre misure di efficienza energetica nel settore dei trasporti.

Repubblica ceca

Nuovo regime finanziario incentrato su:

misure di risparmio energetico negli edifici in tutti i settori (involucro e tecnologia dell'edificio);

risparmi energetici nei processi dell’industria e dei servizi;

infrastrutture energetiche più efficienti (soprattutto impianti di teleriscaldamento); riduzione delle perdite nei sistemi di distribuzione di energia elettrica e calore;

promozione della cogenerazione ad alto rendimento.

Danimarca

Obblighi più rigorosi in materia di efficienza energetica per passare dal 2,6% al 3% di risparmi annui.

Informazioni destinate ai consumatori (ad esempio per quanto riguarda gli attestati di prestazione energetica degli edifici).

Informazioni circa l’efficienza energetica per le banche e le società di credito ipotecario.

Estonia

Nuovi programmi per la ristrutturazione degli edifici, sostegno agli audit energetici e agli investimenti in materia di efficienza energetica nell’industria, e sostituzione dell’illuminazione stradale.

Sovvenzioni, prestiti agevolati e garanzie per sostenere la ristrutturazione di condomini; regime di sostegno per migliorare l’efficienza dei piccoli edifici residenziali.

Mantenimento del ruolo delle imposte.

Finlandia

Rafforzamento delle misure esistenti, tra cui gli accordi volontari con l’industria, più che introduzione di nuove misure. Gli accordi volontari comprenderanno elementi come gli audit energetici, gli incentivi fiscali e la formazione.

Saranno rafforzate anche le misure destinate agli edifici. Si tratta di norme per l’edilizia, campagne di informazione e vari incentivi, ivi inclusi i crediti d’imposta. La priorità sarà soprattutto continuare ad aumentare l’efficienza del riscaldamento (le vendite annue di pompe di calore sono aumentate da meno di 1000 nel 1999 a 60 000 nel 2012).

Francia

Raddoppio del livello di ambizione del regime obbligatorio di efficienza energetica.

Fondo speciale per la ristrutturazione degli edifici che funge da garanzia per incentivare gli investimenti privati.

La tassazione nel settore dei trasporti potrebbe determinare ulteriori risparmi.

Germania

Da calcoli aggiornati sulla base di statistiche recenti emerge che il consumo di energia primaria della Germania sarà inferiore di quasi il 10% rispetto all’obiettivo notificato nel 2013.

Le misure vigenti saranno rafforzate, comprese le prescrizioni in materia di efficienza degli edifici, fiscalità, consulenze/sensibilizzazione e aiuto agli investimenti, in particolare attraverso il regime della KfW.

Un elemento importante delle nuove iniziative strategiche sarà lo sviluppo del mercato delle società di servizi energetici (ESCO)

Irlanda

Le misure previste nel piano dovrebbero generare risparmi leggermente superiori all’obiettivo nazionale.

Nel settore dell’edilizia, l'accento sarà posto sullo sviluppo di sistemi di misurazione e di verifica, al fine di determinare con precisione i risparmi conseguiti.

Ciò consentirà di incentivare la domanda di alloggi e di apparecchiature più efficienti (ad esempio da parte del settore bancario)

Italia

Rafforzamento delle norme minime di costruzione degli edifici nuovi e di ristrutturazione degli edifici esistenti.

Consolidamento degli esoneri fiscali per la ristrutturazione degli edifici e rafforzamento degli incentivi per gli edifici di proprietà pubblica.

Rafforzamento del sistema di attestati di efficienza energetica ("certificati bianchi").

Incentivi per il rinnovo del parco delle autovetture e dei furgoni fino a 3,5 tonnellate.

Lettonia

Gli obblighi di efficienza energetica saranno imposti ai distributori di energia

Questi, in combinazione con un nuovo fondo di rotazione nazionale per l’efficienza energetica, riguarderanno principalmente le ristrutturazioni di immobili.

Lituania

Il regime obbligatorio di efficienza energetica sarà applicato alle principali imprese di distribuzione dell’energia che dovrebbero sostenere gli investimenti legati all’efficienza energetica allo stadio dell’utilizzazione finale, soprattutto nel settore edilizio e dell’industria.

Meccanismo di sostegno per il miglioramento dell’efficienza delle reti locali di teleriscaldamento.

Fondo nazionale per migliorare la prestazione energetica degli edifici.

Malta

Il livello di ambizione dell'obiettivo indicativo nazionale è aumentato del 12%.

Regime obbligatorio di efficienza energetica

Audit energetico gratuito per le famiglie e le PMI su richiesta.

Altri settori di intervento: installazione di contatori intelligenti, campagne di informazione, ristrutturazione di edifici, misure nel settore dei trasporti, modernizzazione degli impianti produttivi, miglioramento dell'efficienza energetica della distribuzione dell'acqua.

Paesi Bassi

Accordo energetico a favore di una crescita sostenibile cui hanno aderito amministrazioni centrali, regionali e locali, organizzazioni dei datori di lavoro e organizzazioni dei lavoratori, altre organizzazioni della società civile e istituzioni finanziarie, anche nel settore dell’efficienza energetica. L’accordo riguarda gli edifici, l'efficienza energetica nell'industria e nel settore agricolo.

Portogallo

Il Portogallo manterrà i meccanismi esistenti, attualmente in corso di revisione al fine di concentrarsi su quelli più efficaci rispetto ai costi.

I meccanismi che promuovono l’isolamento termico delle abitazioni avranno probabilmente il maggiore impatto.

Spagna

L’ambizione dell’obiettivo indicativo nazionale è stata leggermente rivista al rialzo rispetto al 2013.

Obblighi per le imprese del settore energetico in materia di efficienza energetica.

Ristrutturazione di edifici residenziali e commerciali grazie ad un fondo nazionale per l’efficienza energetica.

Incentivi a favore di trasporti efficienti sul piano energetico, misure fiscali, formazione, campagne d’informazione nazionali in materia di efficienza energetica.

Svezia

La questione dell’efficienza energetica continuerà a essere sostenuta principalmente attraverso la tassazione.

Regno Unito

I risparmi maggiori risultano dalle prescrizioni in materia di efficienza energetica applicabili agli edifici.

Priorità al miglioramento del meccanismo "Green Deal"

ALLEGATO II
Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia - Situazio
ne del recepimento al 22 luglio 2014

Stato membro

Recepimento, come dichiarato dallo Stato membro

Casi di mancata comunicazione

Relazione sui livelli ottimali in funzione dei costi (articolo 5)

Informazioni consolidate sugli edifici a energia quasi zero

(articolo 9)

Data limite:

9 luglio 2012

21 marzo 2013

4 marzo 2014

Austria

No

In corso

Belgio

No

In corso

Bulgaria

Chiusura della procedura

Croazia

In corso 1

Dichiarato parziale

Cipro

Chiusura della procedura

Repubblica ceca

In corso

Danimarca

Chiusura della procedura

Estonia

Chiusura della procedura

Finlandia

No

In corso

Francia

Chiusura della procedura

Germania

Chiusura della procedura

Grecia

Chiusura della procedura

No

No

Ungheria

Chiusura della procedura

Irlanda

Chiusura della procedura

Italia

In corso

Lettonia

Chiusura della procedura

Lituania

Chiusura della procedura

Lussemburgo

Chiusura della procedura

Malta

Chiusura della procedura

Paesi Bassi

No

In corso

Polonia

No

In corso

Portogallo

Chiusura della procedura

Romania

Chiusura della procedura

No

No

Spagna

Chiusura della procedura

No

Repubblica slovacca

Chiusura della procedura

Slovenia

No

In corso

No

Svezia

Chiusura della procedura

Regno Unito

Chiusura della procedura

ALLEGATO III
Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia - Situazio
ne del recepimento al 16 luglio 2014

Stato membro

Obiettivi di efficienza energetica

(Articolo 3)

Strategia di ristrutturazione degli immobili

(Articolo 4)

Regimi obbligatori di efficienza energetica e/o misure strategiche alternative

(Articolo 7)

Piani di azione nazionali per l'efficienza energetica

(Articolo 24, paragrafo 2)

Recepimento, come dichiarato dallo Stato membro

Data limite:

30 aprile 2013

30 aprile 2014

5 dicembre 2013

30 aprile 2014

5 giugno 2014

Austria

No

Belgio

No

Bulgaria

No

Croazia

No

Cipro

Repubblica ceca

No

Danimarca

Estonia

No

Finlandia

No

Francia

No

Germania

No

Grecia

No

Ungheria

No

Irlanda

No

Italia

Lettonia

No

Lituania

No

Lussemburgo

No

Malta

Paesi Bassi

No

Polonia

No

Portogallo

No

Romania

No

Spagna

No

Repubblica slovacca

No

Slovenia

No

Svezia

Regno Unito

No

(1) Procedimento di infrazione nella fase dell’invio della lettera di costituzione in mora.