COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI OPPORTUNITÀ PER MIGLIORARE L'EFFICIENZA DELLE RISORSE NELL'EDILIZIA /* COM/2014/0445 final */
OPPORTUNITÀ PER MIGLIORARE L'EFFICIENZA
DELLE RISORSE NELL'EDILIZIA
1. INTRODUZIONE
Per la costruzione e l'uso
degli edifici nell'UE si utilizza circa la metà dei materiali estratti [1]
e del consumo energetico[2]
nonché circa un terzo del consumo idrico[3].
Questo settore genera inoltre circa un terzo di tutti i rifiuti[4] ed è associato a
pressioni ambientali che insorgono in fasi diverse del ciclo di vita di un
edificio, fra cui la fabbricazione dei prodotti da costruzione, la costruzione,
l'uso, la ristrutturazione dell'edificio nonché la gestione dei rifiuti edili. Gli obiettivi principali
della presente iniziativa consistono nel promuovere un uso più efficiente delle
risorse usate dall'edilizia commerciale, residenziale e pubblica, sia essa
nuova o ristrutturata nonché nel ridurre gli impatti ambientali complessivi
nell'intero ciclo di vita degli edifici. L'uso delle risorse è determinato in
gran parte dalle decisioni di progettazione e dalle scelte dei materiali da
costruzione. Per contribuire a migliorare l'efficienza delle risorse e a
orientare il processo decisionale, i progettisti, i fabbricanti, gli
appaltatori, le autorità e gli utenti devono poter disporre di informazioni
fruibili e affidabili. La presente iniziativa mira a colmare questa lacuna informativa
presentando un insieme di indicatori chiaramente definiti e misurabili per
valutare la prestazione ambientale degli edifici.
2. RIDURRE
L'USO DELLE RISORSE NEGLI EDIFICI
Il consumo di risorse e i
relativi impatti ambientali durante l'intero ciclo di vita di un edificio
possono essere ridotti:
promuovendo una progettazione migliore dell'edificio
che calibri l'uso delle risorse rispetto alle esigenze e alla funzionalità
dell'edificio e che tenga conto degli scenari di demolizione selettiva;
pianificando meglio le attività di cantiere per
garantire un maggior uso di risorse e prodotti efficienti sotto il profilo
energetico;
promuovendo la fabbricazione di prodotti da
costruzione più efficienti sotto il profilo delle risorse, grazie, per
esempio, al ricorso a materiali riciclati, al riutilizzo di materiali
esistenti e all'uso dei rifiuti come combustibile;
promuovendo una costruzione e una ristrutturazione
più efficienti sotto il profilo delle risorse, in cui si riducono i
rifiuti edili e si riciclano/riutilizzano i materiali e i prodotti in modo
da smaltire in discarica meno rifiuti.
Il riciclaggio o il
riutilizzo dei materiali, o addirittura di interi prodotti, assume un'importanza
crescente come mezzo per migliorare l'uso efficiente dei materiali ed evitare
gli impatti negativi associati ai materiali vergini. L'equilibrio complessivo
dipende tuttavia in larga misura dall'esistenza di un sistema di riciclaggio
efficiente a livello locale, regionale o nazionale che rappresenti un'alternativa
interessante ed efficiente in termini di costi alla discarica. L'interesse
delle alternative di riciclaggio è determinato dalla distanza di trasporto
verso i siti di riciclaggio, dalla possibilità di realizzare il livello di
purezza richiesto dei materiali riciclati e dai processi di riciclaggio e
produzione. Il consumo di energia durante la fase di uso dovuto al
riscaldamento e all'illuminazione è disciplinato da una nutrita normativa
unionale[5],[6],[7],[8]. L'energia
utilizzata nella fabbricazione dei prodotti da costruzione e nel processo di
costruzione svolge anch'essa un ruolo di rilievo nell'impatto ambientale
globale di un edificio. Alcuni studi mostrano che il 5-10% del consumo
energetico totale in tutta l'UE è connesso alla fabbricazione di prodotti da
costruzione[9].
Le emissioni di gas a effetto serra afferenti a un edificio sono in aumento[10] e possono costituire
una quota significativa delle emissioni complessive di gas a effetto serra. Per
affrontare efficacemente gli impatti ambientali è necessario tenere conto dell'intero
ciclo di vita di un edificio. In caso contrario è possibile che si trascurino
eventuali impatti o si creino problemi supplementari in altre fasi del ciclo di
vita. A titolo di esempio, alcune soluzioni intese a migliorare l'efficienza
energetica di un edificio durante la fase di utilizzo possono rendere più
difficoltoso e costoso il riciclaggio in una fase successiva. Ridurre i costi
durante il ciclo di vita Gli edifici progettati e
costruiti per ridurre il loro impatto ambientale in ogni fase del ciclo di vita
presentano vantaggi economici diretti come costi operativi e di manutenzione
inferiori, [11],[12],[13] un
deprezzamento più lento e un maggiore valore in attività[14],[15]. Si
verificano inoltre anche impatti sociali positivi come una migliore salute e
una produttività più alta. Attualmente la maggior parte degli edifici
certificati sono edifici commerciali e pubblici di lusso (per es. alberghi e
uffici prestigiosi) a causa dei costi amministrativi e di certificazione
supplementari, che dovrebbero piuttosto essere visti nell'ottica dei benefici
di lungo termine. Mano a mano che progettisti, fornitori e fabbricanti
diventano consapevoli di questi aspetti, i costi diminuiscono mentre la catena
di approvvigionamento si adegua ai nuovi requisiti e alle nuove prassi. In
Francia uno studio di QUALITEL ha concluso che i costi aggiuntivi della
costruzione sostenibile per l'edilizia residenziale rispetto alla costruzione
standard sono passati dal 10% del 2003 a meno dell'1% oggi[16]. La stessa tendenza è
stata osservata nel Regno Unito[17]. 3. VERSO UN
METODO COMUNE EUROPEO PER VALUTARE LA PRESTAZIONE AMBIENTALE DELL'EDILIZIA Situazione attuale La "Tabella di marcia
per un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse"[18] ha proposto che la
ristrutturazione e la costruzione degli edifici effettuino con una maggiore
efficienza delle risorse, il che richiede politiche che tengano conto di un'ampia
gamma di impatti ambientali durante tutto il ciclo di vita. La "Strategia
per la competitività sostenibile del settore delle costruzioni e delle sue
imprese"[19]
ha ribadito che l'efficienza delle risorse è una delle principali sfide che il
settore si trova ad affrontare nel periodo fino al 2020. La strategia ha
inoltre indicato che la Commissione "proporrà approcci volti al
riconoscimento reciproco o all'armonizzazione dei diversi metodi di valutazione
esistenti, anche al fine di renderli più funzionali e accessibili dal punto di
vista economico per le imprese di costruzioni, le compagnie di assicurazione e
gli investitori". Sebbene esistano diversi
strumenti che disciplinano direttamente e indirettamente gli edifici e i
prodotti da costruzione, come la direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia[20], la direttiva sull'efficienza
energetica[21],
il regolamento sui prodotti da costruzione[22],
il sistema di scambio di quote di emissione dell'UE[23], la direttiva sulle
emissioni industriali[24],
la direttiva quadro sui rifiuti[25]
e la direttiva sulle discariche[26],
essi sono incentrati su risorse e parti diverse del ciclo di vita e attualmente
non sono atti a costituire un approccio globale al ciclo di vita. A livello nazionale,
alcuni Stati membri stanno elaborando strategie connesse all'informazione sul
ciclo di vita. Esiste il rischio che sviluppino indicatori eventualmente
diversi e si crei così un contesto imprenditoriale inutilmente complesso. D'altra
parte l'interesse attuale può essere considerato un'opportunità per coordinare
i diversi approcci nazionali, sviluppare dati confrontabili e condividere le
migliori prassi. Nell'ambito della comunicazione "Strategia per la
competitività sostenibile del settore delle costruzioni e delle sue imprese"[27] la Commissione ha
proposto di migliorare il riconoscimento reciproco dei metodi di valutazione
ambientale per creare ulteriori opportunità commerciali per le piccole e medie
imprese (PMI) del settore edile. Neppure nel settore
privato la prestazione ambientale degli edifici è valutata in misura
significativa poiché poggia su sistemi di certificazione commerciali volontari
che utilizzano criteri diversi. Meno dell'1% degli edifici in Europa è
certificato secondo questi sistemi[28].
La diffusione è rallentata dai costi di certificazione, che si presumono
elevati, nonché dall'incertezza relativa al fatto che il cliente finale
richieda effettivamente una certificazione e, nel tal caso, secondo quale
sistema specifico. Il fatto che non esista una possibilità di confronto fra i
diversi sistemi concordata dalle parti aggiunge ulteriore incertezza e
complessità per le imprese. In sunto, vi è un'assenza di
dati, metodi e strumenti affidabili, confrontabili e accessibili mediante i
quali gli operatori della catena di approvvigionamento possono analizzare e
valutare la prestazione ambientale delle diverse soluzioni. Le decisioni
importanti riguardo alla gestione del rischio nella catena di
approvvigionamento, alle opportunità di mercato e alle priorità relative agli
investimenti interni risultano così di difficile adozione. I consumatori sono
pregiudicati dall'assenza di orientamenti adeguati in merito al modo di tener
conto degli aspetti ambientali nelle loro decisioni di acquisto, il che
ostacola la fiducia nel mercato. Ben il 79% dei cittadini europei intervistati
ritiene che le proprie decisioni dipenderebbero in ampia misura da
considerazioni di ordine ambientale se disponesse delle informazioni[29]. Progressi – Necessità di
dati obiettivi e affidabili Per consentire ai
professionisti, ai decisori e agli investitori in tutta l'UE di tener conto
degli aspetti del ciclo di vita, è necessario disporre di dati empirici,
affidabili, trasparenti e confrontabili[30],
che a loro volta dovranno essere basati su indicatori chiari relativi alla
prestazione degli edifici che incorporino gli obiettivi dei diversi requisiti
normativi e degli standard privati. Sebbene i sistemi nazionali e commerciali possano avere motivi per
divergere lievemente nell'approccio (per es. materiali specifici o
considerazioni climatiche), è tuttavia necessario istituire un quadro di
riferimento comune di indicatori chiave, incentrati sugli aspetti
fondamentali degli impatti ambientali, che consentirà il confronto, fornendo ai
consumatori e ai decisori politici un accesso più agevole a informazioni
affidabili e coerenti. Un quadro di
riferimento unico comprensivo di indicatori chiave:
consentirà di
comunicare facilmente le informazioni ai professionisti e al cittadino
comune;
offrirà dati affidabili e confrontabili da
utilizzare nell'adozione di decisioni che riguardano l'intero ciclo di
vita degli edifici;
consentirà di stabilire obiettivi chiari,
con limiti di sistema, per la prestazione degli edifici, a complemento
della legislazione europea già vigente in materia[31];
incrementerà la sensibilizzazione rispetto
ai vantaggi dell'edilizia sostenibile degli operatori impegnati nell'offerta
edile, nonché dei clienti pubblici e privati, inclusi gli utenti di
edifici;
agevolerà il
trasferimento di buone prassi da un paese all'altro;
ridurrà i costi
per valutare efficacemente e comunicare la prestazione ambientale degli
edifici;
offrirà alle autorità pubbliche un accesso
agli indicatori chiave e a una massa critica di dati pertinenti su cui
basare le proprie iniziative politiche, appalti pubblici verdi compresi;
·
amplierà il mercato dell'edilizia sostenibile a un
numero maggiore di paesi rispetto a quanto emerge dalle tendenze attuali e ad
altri settori dell'edilizia, come quella non residenziale e infine anche a
quella residenziale. I vantaggi per i professionisti del settore in questione (comprese le
PMI) sono i seguenti:
architetti,
progettisti, fabbricanti di prodotti da costruzione, costruttori,
sviluppatori e investitori potranno trarre beneficio dai vantaggi
competitivi basati sulla prestazione ambientale;
i fabbricanti di
prodotti da costruzione dovranno solo fornire le informazioni necessarie
per valutare l'edificio con un'unica modalità, realizzando così un
risparmio sui costi[32];
gli architetti e
i costruttori potranno contare su maggiori
informazioni sia a livello di prodotto che di costruzione, che
consentiranno loro di costruire in modo sostenibile a costi ridotti[33];
gli sviluppatori
potranno confrontare più agevolmente la prestazione dei progetti[34];
gli investitori,
i proprietari e gli assicuratori saranno in grado di migliorare l'allocazione
del capitale e di integrare il rischio ambientale nelle loro decisioni.
Progressi - Selezione di indicatori affidabili In collaborazione con le parti interessate, la Commissione svilupperà un quadro di riferimento con indicatori chiave, inclusi i relativi metodi, da utilizzare per valutare la prestazione ambientale degli edifici durante tutto il ciclo di vita. In base alle politiche, alla normativa e ai dati esistenti[35] a livello unionale e nazionale e senza pregiudicare i risultati dei futuri lavori, questo processo dovrebbe esaminare almeno i seguenti ambiti[36]: l'uso totale di energia, compresa l'energia di esercizio [37](sulla base della legislazione esistente), ed energia contenuta nei prodotti e nei processi di costruzione uso dei materiali e relativi impatti ambientali[38] sostenibilità dei prodotti da costruzione progettazione in vista della demolizione selettiva gestione dei rifiuti di costruzione e di demolizione contenuto riciclato dei materiali di costruzione possibilità di riciclaggio e riutilizzo dei materiali e dei prodotti di costruzione acqua utilizzata dagli edifici[39] intensità di utilizzo degli edifici (prevalentemente pubblici), come la funzionalità flessibile per i diversi utenti in diversi orari del giorno[40] confort interno Tenuto conto dell'ampia gamma
di edifici nell'UE nonché delle differenze nella costruzione di nuovi edifici o
nella ristrutturazione di quelli esistenti, il quadro di riferimento non
riguarderà tutti gli aspetti relativi alla prestazione ambientale ma
comprenderà gli indicatori che sulla scorta della consultazione con le parti
interessate, sono stati individuati come quelli aventi il maggior impatto
ambientale nell'UE. Progressi - Sviluppo di un
quadro di riferimento Il quadro di riferimento con
indicatori chiave e i relativi metodi servirà anche ai seguenti fini:
fornirà orientamenti riguardo alla sua attuazione,
in particolare per i requisiti relativi alla qualità e all'affidabilità
dei dati, promuovendo la verifica da parte di terzi;
includerà le istruzioni necessarie per l'uso degli
indicatori;
presenterà i parametri di riferimento pertinenti
per la prestazione dell'edilizia, oltre all'efficienza energetica;
consentirà di tradurre gli indicatori tecnici in
informazioni utili per la comunità finanziaria, se necessario.
Il quadro di riferimento dev'essere
flessibile in modo da poter essere integrato nei sistemi di valutazione nuovi
ed esistenti, oppure essere applicato da solo. Esso dev'essere sufficientemente
rigoroso da operare miglioramenti nella prestazione e consentire il confronto
fra gli edifici. Il quadro di riferimento
corredato di indicatori chiave nonché la raccolta e la condivisione efficaci
dei dati saranno concordati in collaborazione con le parti interessate e gli
Stati membri. Il processo si svolgerà in circa due anni con periodi di
consultazione con le parti interessate per garantire una corretta partecipazione.
Esso si fonderà in parte su elementi esistenti, come la norma EN 15978[41] nonché sui sistemi di
certificazione commerciali volontari esistenti del settore, compresi i lavori
della Sustainable Building Alliance[42],
ma anche sui pertinenti progetti di ricerca[43]
e sugli sviluppi a livello internazionale. La finalità è produrre un
quadro di riferimento non solo da utilizzarsi a titolo gratuito nelle diverse
fasi del processo decisionale, ma anche da applicarsi a sostegno delle
decisioni politiche a diversi livelli. Pertanto il quadro di riferimento deve:
poter essere incorporato come modulo nei sistemi di
valutazione, accanto a più ampi insiemi di indicatori; oppure
essere utilizzato da solo, come soluzione
accessibile, inizialmente per il settore non residenziale e
successivamente per il settore residenziale, una volta acquisita l'esperienza
necessaria.
4. VERSO UN MERCATO PIÙ
EFFICACE DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE RICICLATI Il quadro di
riferimento intende conferire un'attenzione particolare all'aumento dell'uso
dei materiali riciclati e alla riduzione dei rifiuti di costruzione e di
demolizione, che costituiscono un terzo dei rifiuti prodotti nell'UE[44]. La maggioranza di
questi rifiuti è riciclabile ma, eccezion fatta per alcuni Stati membri che
riciclano fino al 90%, la media del recupero nell'UE a 27 si attesta appena
sotto il 50%[45],[46]. Il riciclaggio di questo tipo
di rifiuti può generare notevoli benefici in termini di ambiente e risorse. Per
quanto riguarda i metalli, per esempio si registra una riduzione globale degli
impatti di oltre il 90% per l'alluminio e il rame e di circa il 15% per l'acciaio
microlegato[47].
Il cemento è il materiale più usato nella costruzione e il suo riciclaggio
riducendo l'impoverimento delle risorse naturali nonché lo smaltimento in
discarica dei rifiuti. Il cemento può spesso essere riciclato in fase di
demolizione o nei siti di costruzione in prossimità delle aree urbane in cui
viene riutilizzato, riducendo in tal modo la domanda di trasporto e i relativi
costi ed emissioni[48]. Il riciclaggio consente di
risparmiare anche su altri materiali. Per quanto riguarda il vetro piano (usato
nelle finestre ecc.), una tonnellata di materiale riciclato comporta un
risparmio di 1 200 kg di materiale vergine, del 25% di energia e di
300 kg di emissioni di CO2 (direttamente collegate al processo di
fusione)[49].
Esistono analoghe possibilità di risparmio in termini di energia ed emissioni
di CO2 per la lana di vetro riciclata[50]. Per quanto concerne
la lana minerale, i risparmi possono essere dell'ordine del 5% rispetto al
consumo energetico e alle relative emissioni[51].
Per quanto attiene al gesso, le valutazioni del ciclo di vita hanno mostrato
riduzioni tipiche del potenziale di riscaldamento globale, di tossicità per l'uomo
e di eutrofizzazione di circa il 4-5% nel caso della produzione di una lastra
avente un contenuto riciclato del 25% rispetto a una lastra prodotta
esclusivamente con materiali vergini[52]. Oltre ai vantaggi di ordine
ambientale, vi possono essere opportunità economiche per i produttori che usano
materiali riciclati. A titolo di esempio, l'industria del vetro piano nell'UE
registra un prezzo di mercato di circa 60-80 EUR/tonnellata per il vetro
riciclato, ritenuto competitivo in quanto sufficientemente inferiore ai 90
EUR/tonnellata del materiale vergine. Nel caso del vetro i fabbricanti trovano
spesso economicamente conveniente usare materiali riciclati. Tuttavia la
domanda di mercato del materiale riciclato spesso non è soddisfatta. Il riciclaggio dei materiali
crea occupazione nella demolizione selettiva, nella differenziazione e nel
riciclaggio dei materiali da costruzione. Si tratta di un lavoro tipicamente
locale in grado di creare opportunità lavorative in tutta l'Europa. Nonostante i potenziali
benefici economici e ambientali del riciclaggio dei rifiuti di costruzione e di
demolizione, una gran parte di essi viene ancora smaltita in discariche o usata
come materiale di riempimento (per colmare vuoti dopo la costruzione o attività
di scavo). Attualmente si riciclano principalmente i metalli, a causa del loro
valore elevato e dei mercati esistenti. Il riciclaggio di molti altri
rifiuti di costruzione e di demolizione spesso si scontra con ostacoli connessi
a due diverse lacune del mercato: il costo del danno ambientale non è internalizzato
nelle tasse sulle discariche né nei costi dei materiali vergini, il che si
traduce in un costo maggiore dei materiali riciclati rispetto a quelli vergini;
e gli incentivi frammentati della catena del valore dei rifiuti di costruzione
e di demolizione, ove i costi sostenuti per smantellare, differenziare e
trasformare i rifiuti sono sostenuti essenzialmente nella fase di demolizione
mentre i benefici potenziali dell'uso di materiali riciclati si riscontrano di
norma nella fase di produzione. Queste lacune del mercato, congiuntamente a
carenze nelle infrastrutture di gestione dei rifiuti in molti Stati membri
impediscono di investire nelle operazioni di demolizione selettiva e
differenziazione, lasciando così che lo smaltimento in discarica e il riempimento
restino le alternative privilegiate. Le imprese di demolizione si trovano in
tal modo ad affrontare l'incertezza in merito alla domanda anche se il prezzo
dei materiali riciclati potrebbe garantire profitti per il fabbricante. I
mercati non sviluppano economie di scala e il quantitativo di materiali
riciclati fornito non corrisponde alla domanda potenziale delle imprese di
prodotti da costruzione. In alcuni casi mancano ancora le tecnologie che
consentono ai materiali riciclati di soddisfare tutti i requisiti tecnici, di
sicurezza e ambientali relativi ai prodotti da costruzione. Talvolta mancano
anche le adeguate procedure di certificazione attestanti la conformità dei
materiali riciclati a tutti i requisiti necessari. La Commissione intende
studiare il modo di abbattere queste barriere. Laddove la revisione delle
diverse parti della legislazione unionale sui rifiuti mira a semplificare
ulteriormente l'acquis in materia e a garantire la coerenza fra i
diversi atti legislativi, la presente comunicazione esplora invece le misure
strategiche volte a promuovere la creazione di mercati per i materiali
riciclati derivati dai rifiuti di costruzione e di demolizione. La revisione
della legislazione sui rifiuti e le azioni qui illustrate sono quindi complementari
in quanto il buon esito della creazione di mercati per i materiali riciclati
darà spontaneamente un forte impulso all'attuazione delle diverse parti della
legislazione in materia. Questa sinergia può svolgere un ruolo importante,
tenuto altresì conto del fatto che la Commissione europea intende valutare la
praticabilità di un'ulteriore restrizione dello smaltimento in discarica dei
rifiuti di costruzione e di demolizione. A tal proposito, le migliori
prassi mostrano che alcuni Stati membri sono riusciti a ridurre lo smaltimento
in discarica e il riempimento aumentando invece il riciclaggio. Le politiche
mirate che abbinano misure di mercato e normative generano vantaggi
particolarmente visibili[53]. 5. SINTESI DELLE
CONCLUSIONI Laddove l'interesse a migliorare
l'efficienza energetica nel settore dell'edilizia è in crescita a livello
nazionale e unionale, la coesistenza di approcci nazionali pubblici e privati
diversi complica l'ambiente di lavoro per tutte le parti interessate. L'assenza
di obiettivi, indicatori e dati comuni, oltre all'assenza di riconoscimento
reciproco dei diversi approcci, può rapidamente minare alla base i progressi
finora compiuti e creare distorsioni del mercato interno per i professionisti
nei settori della pianificazione, della progettazione, della costruzione e
della produzione. La Commissione inviterà pertanto le parti interessate, nella fattispecie autorità pubbliche, parti sociali, investitori, assicuratori, architetti, appaltatori, demolitori, fabbricanti, addetti al riciclaggio e fornitori di sistemi di valutazione, a: discutere obiettivi e indicatori per valutare la sostenibilità degli edifici (2014-2015); discutere l'attuazione pratica di un quadro di riferimento con indicatori chiave (2014‑2015); contribuire allo sviluppo di tale quadro (2015-2016). La Commissione intende inoltre: promuovere lo scambio di migliori prassi e collaborare con gli Stati membri su misure per: deviare i rifiuti di costruzione e di demolizione dallo smaltimento in discarica e dal riempimento, mediante l'aumento degli oneri o misure di regolamentazione; integrare il costo ambientale esterno nel prezzo dei materiali vergini dei prodotti da costruzione per stimolare l'aumento al ricorso a materie prime secondarie, come opportuno; esplorare le possibili misure atte a garantire che i materiali riciclati soddisfino i necessari requisiti di qualità e sicurezza, mediante la standardizzazione e la certificazione; esplorare come i parametri di riferimento per il contenuto di materiali riciclati nei prodotti da costruzione e negli edifici possano stimolare la domanda di materiali riciclati. L'attenzione iniziale sarà conferita ai materiali prioritari, come il cemento a causa delle grandi quantità e l'isolamento termico a causa della sua produzione ad alta intensità di energia, per essere gradualmente esteso a tutti i rifiuti di costruzione e di demolizione riciclabili. L'uso dei parametri di riferimento e gli obiettivi possono essere promossi per esempio nei sistemi di appalti pubblici "verdi" e nella gestione ambientale del settore edile; studiare i flussi specifici di rifiuti di costruzione e di demolizione per identificarne le possibilità di valorizzazione; sviluppare strumenti e orientamenti specifici per valutare gli edifici prima della demolizione e della ristrutturazione al fine di ottimizzare l'uso dei rifiuti di costruzione e di demolizione. In via sussidiaria, la Commissione promuoverà: la ricerca e l'innovazione nel settore del riciclaggio e della produzione di materiali da costruzione a partire dai rifiuti di costruzione e di demolizione attraverso Orizzonte 2020; i progetti dimostrativi, attraverso Orizzonte 2020, COSME, LIFE+ e i fondi strutturali, che illustrino come la collaborazione fra le autorità pubbliche e il settore privato possa creare mercati redditizi per i materiali riciclati. La Commissione sosterrà quindi progetti in settori come: la progettazione per la demolizione selettiva; l'audit delle possibilità di riciclaggio degli edifici destinati alla demolizione o alla ricostruzione; lo sviluppo di tecniche e prassi di differenziazione in situ dei rifiuti di costruzione e di demolizione; lo sviluppo di tecnologie per trasformare i rifiuti di costruzione e di demolizione in materiali riciclati di alta qualità; l'incentivazione dei fabbricanti di prodotti da costruzione affinché usino materiali riciclati; lo sviluppo di sistemi collaborativi fra i settori della demolizione e dei prodotti da costruzione per condividere costi e benefici del riciclaggio dei rifiuti di costruzione e di demolizione. [1] COM(2011) 571 [2] COM(2007) 860 [3] COM(2007) 414 [4] Studio "Management of CDW in the EU": http://ec.europa.eu/environment/waste/pdf/2011_CDW_Report.pdf [5] Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia, GU L
153 del 18.6.2010, pag. 13. [6] Direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 25 ottobre 2012, sull'efficienza energetica, che modifica le
direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE
e 2006/32/CE, GU L 315 del 14.11.2012, pag. 1. [7] Direttiva 2009/125/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativa all'istituzione di un quadro per
l'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti
connessi all'energia, GU L 285 del 31.10.2009, pag. 10. [8] Direttiva 2010/30/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 19 maggio 2010, concernente l'indicazione del consumo di energia
e di altre risorse dei prodotti connessi all'energia, mediante l'etichettatura
ed informazioni uniformi relative ai prodotti, GU L 153 del 18.6.2010, pag. 1. [9] "Resource efficiency in the building
sector", Ecorys and Copenhagen Resource Institute, Rotterdam maggio 2014 (http://ec.europa.eu/environment/eussd/pdf/Resource efficiency in the
building sector.pdf) e "Energy use and
environmental impacts of the Swedish building and real estate management
sector", Toller, S. et al, Journal of Industrial Ecology, 2011, vol. 15,
n. 3. [10] "HQE Performance, Premières tendences pour les
bâtiments neufs (Association HQE 2011) ISBN 978954110107" e lo studio
svedese di cui sopra. [11] "Smart Market Report", (2013) http://www.worldgbc.org/files/8613/6295/6420/World_Green_Building_Trends_SmartMarket_Report_2013.pdf. [12] Parker, J. (2012) "The Value of BREEAM",
relazione A BSRIA. [13] "The business case for green buildings"
(2013), http://www.worldgbc.org/activities/business-case/. [14] "From obsolescence to resilience" 2013, Jones
Lang LaSalle, www.joneslanglasalle.co.uk. [15] www.rehva.eu/publications-and-resources/hvac-journal/2013/012013/energy-efficiency-strategy-at-the-portfolio-of-a-property-owner/. [16] Ana Cunha Cribellier, responsabile dello sviluppo
internazionale, QUALITEL – CERQUAL. [17] "Future of sustainable housing" KN5211 BRE
maggio 2013. [18] COM(2011) 571 [19] COM(2012) 433 [20] Direttiva 2010/31/UE; a norma dell'articolo 11, paragrafo
9, della stessa direttiva, si sta attualmente elaborando un sistema comune
volontario a livello di Unione europea per la certificazione della prestazione
energetica degli edifici non residenziali. [21] Direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 25 ottobre 2012, sull'efficienza energetica, che modifica le
direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE
e 2006/32/CE, GU L 315 del 14.11.2012, pag. 1. [22] Regolamento (UE) n. 305/2011 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 9 marzo 2011, che fissa condizioni armonizzate per la
commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la
direttiva 89/106/CEE del Consiglio, GU L 88 del 4.4.2011, pag. 5 [23] Direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 13 ottobre 2003, che istituisce un sistema per lo scambio di
quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la
direttiva 96/61/CE del Consiglio, GU L 275 del 25.10.2003, pag. 32. [24] Direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali
(prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento), GU L 334 del 17.12.2010,
pag. 17. [25] Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcune
direttive, GU L 312 del 22.11.2008, pag. 3. [26] Direttiva 1999/31/CE del Consiglio, del 26 aprile 1999,
relativa alle discariche di rifiuti, GU L 182 del 16.7.1999, pag. 1. [27] COM(2012) 433 [28] "Resource efficiency in the building sector",
Ecorys e Copenhagen Resource Institute, Rotterdam, maggio 2014 (http://ec.europa.eu/environment/eussd/pdf/Resource efficiency in the
building sector.pdf). [29] Flash Eurobarometro 367 - TNS Politico & Sociale
(luglio 2013) [30] Raccomandazione 2013/179/UE della Commissione, del
9 aprile 2013, relativa all'uso di metodologie comuni per misurare e
comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e
delle organizzazioni. [31] Anche a sostegno dello sviluppo futuro dei criteri di
sostenibilità per le città, quali descritti nel Settimo programma d'azione per
l'ambiente
(http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2013:354:0171:0200:IT:PDF) [32] Spesso sono richiesti formati diversi, il che comporta un
costo ingente per i fabbricanti, secondo quanto confermato da Construction
Products Europe, Glass for Europe ed Eurima. Cfr. anche
Pacheco-Torgal F. et al., "Eco-efficient construction and building
materials", Woodhead Publishing Ltd, 2013, ISBN 0857097679. [33] Si prevede di rafforzare ulteriormente questo settore con
strumenti di modellizzazione per le informazioni sugli edifici, che orientino
la progettazione calcolando le prestazioni di un edificio in base alle sue funzioni
e secondo la configurazione, la scelta dei materiali, ecc. Questi strumenti
tengono conto degli aspetti ambientali in misura molto ridotta. Si prevede che
tali aspetti saranno parte dello sviluppo continuo di tali strumenti se si
elimina l'incertezza relativa ai modi di valutare e comunicare la prestazione
ambientale. [34] Gli sviluppatori lavorano con diversi sistemi commerciali
di certificazione a causa della diversità della domanda. [35] Centro dati sui rifiuti (http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/waste/introduction); Centro dati sulle risorse naturali (http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/data_centre_natural_resources/introduction); Quadro di controllo sull'efficienza delle risorse (http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/europe_2020_indicators/ree_scoreboard); Piattaforma europea sulla valutazione del ciclo di vita
(http://eplca.jrc.ec.europa.eu/) [36] La consultazione pubblica organizzata in relazione a
quest'iniziativa ha indicato le aree elencate. Il confort interno non era stato
incluso nella consultazione ma è stato sottolineato dalle parti interessate. [37] La fase di utilizzo dipende dalla progettazione e dalla
costruzione e dal comportamento degli occupanti; quest'ultimo non è oggetto
dell'iniziativa. [38] Se del caso, tenendo conto anche dell'uso di elementi
infrastrutturali verdi, come tetti e muri verdi (COM(2013) 249, http://ec.europa.eu/environment/nature/ecosystems/index_en.htm [39] Cfr. nota sull'uso energetico supra. [40] Per adeguarsi al crescente fabbisogno di immobili (per es.
uso di edifici inoccupati anziché costruzione di nuovi edifici, utilizzo
multifunzionale, costruzione degli edifici in modo che possano adattarsi a
nuove funzioni o a mutate esigenze) [41] http://www.en-standard.eu/csn-en-15978-sustainability-of-construction-works-assessment-of-environmental-performance-of-buildings-calculation-method/. [42] http://sballiance.org/ [43] Come i progetti del 7° PQ SuPerBuildings
(http://cic.vtt.fi/superbuildings/) e OPEN HOUSE (http://www.openhouse-fp7.eu/about_project/related_projects). [44] Studio "Management of CDW in the EU": http://ec.europa.eu/environment/waste/pdf/2011_CDW_Report.pdf [45] Relazione "Implementing EU waste legislation for
green growth", CDG ENV (2011) [46] Studio "Management of CDW in the EU": http://ec.europa.eu/environment/waste/pdf/2011_CDW_Report.pdf [47] OVAM Ecolizer 2.0 Ecodesign Tool http://www.ecodesignlink.be/images/filelib/EcolizerEN_1180.pdf [48] "The Cement Sustainability Initiative", World
Business Council for Sustainable Development, ISBN 987-3-940388-49-0 [49] Glass for Europe, http://www.glassforeurope.com/images/cont/187_987_file.pdf [50] EURIMA [51] EURIMA [52] Relazione tecnica WRAP " Life cycle assessment of
plasterboard", aprile 2008, 1-84405-378-4 [53] Del Rio Merino, M., Gracia, P. I., Azevedo, I. S. W. (2010)
"Sustainable construction: CDW reconsidered" Waste Management and
Research. 28: 118-129. DOI: 10.1177/0734242X09103841 e caso UK (pag.170) http://ec.europa.eu/environment/enveco/taxation/pdf/annexes_phasing_out_env_harmful_subsidies.pdf