52014DC0332

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI relativa ad un quadro strategico dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2014-2020 /* COM/2014/0332 final */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

relativa ad un quadro strategico dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2014-2020

1. Introduzione e contesto

Garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro a oltre 217 milioni di lavoratori nell'UE è un obiettivo strategico della Commissione europea, che opera a tale fine in stretta collaborazione con gli Stati membri, le parti sociali e le altre istituzioni e gli altri organismi dell'UE. Essendo i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori sostanzialmente simili in tutta l'UE, l'Unione è chiamata a svolgere un ruolo chiaro per aiutare gli Stati membri a farvi fronte in modo più efficiente e per garantire parità di condizioni in tutta l'UE. Tale ruolo è esplicitamente riconosciuto dal Trattato[1], che conferisce all'Unione una competenza condivisa per incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri e per adottare le direttive che stabiliscono i requisiti minimi per il miglioramento dell'ambiente di lavoro, al fine di proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori.

L'azione dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro (SSL) si è svolta nel corso degli anni nell'ambito di un quadro strategico comprendente due elementi chiave:

un vasto corpus legislativo dell'UE riguardante i rischi professionali più importanti e che fornisce definizioni, strutture e regole comuni che sono adattate dagli Stati membri alle diverse circostanze nazionali; e una serie di programmi d'azione pluriennali, tra il 1978 e il 2002, cui hanno fatto seguito strategie europee (2002-06 e 2007-12) per individuare le priorità e gli obiettivi comuni, fornire un quadro di riferimento per coordinare le politiche nazionali e promuovere un approccio olistico alla cultura della prevenzione. A seguito della strategia per il periodo 2007-12, 27 Stati membri si sono dotati di strategie nazionali.

Prevenire i rischi e operare al fine di rendere il luogo di lavoro più sicuro e più sano è fondamentale non solo per migliorare la qualità e le condizioni di lavoro, ma anche per promuovere la competitività. Mantenendo in salute i lavoratori si ottengono effetti positivi, diretti e misurabili, sulla produttività e si contribuisce a migliorare la sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale. Per consentire ai lavoratori di lavorare più a lungo è fondamentale prevenire gli incidenti gravi o le malattie professionali e promuovere la salute durante tutto l'arco della vita lavorativa, sin dalla prima occupazione. Ciò contribuisce anche a controbilanciare gli effetti a lungo termine dell'invecchiamento demografico, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva[2]. L'orientamento n. 7 sull'occupazione, in particolare, ha messo l'accento sul miglioramento della qualità del lavoro. Il pacchetto per l'occupazione[3] ha evidenziato il fatto che un miglioramento delle condizioni di lavoro si riflette positivamente sulla produttività e sulla competitività.

Un investimento in SSL contribuisce al benessere dei lavoratori ed è efficiente in termini di costi. In base a stime recenti, gli investimenti in questo settore sono in grado di generare alti tassi di rendimento, compresi in una fascia fra 1,29 e 2,89, per una media pari a 2,2[4] [5].

I risultati della valutazione della strategia 2007-12[6] in materia di SSL confermano il valore di un quadro di azione strategico dell'UE in materia di SSL e mostrano un forte sostegno delle parti interessate al mantenimento di un approccio strategico a livello di UE. Dalla valutazione emerge la necessità di rivedere gli obiettivi, le priorità e i metodi di lavoro per adattare il quadro strategico dell'UE all'evoluzione dei modelli di lavoro e a rischi nuovi ed emergenti.

Nel 2013, la Commissione ha svolto una consultazione pubblica online[7] per chiedere il parere delle parti interessate sull'attuazione della precedente strategia in materia di SSL e sul modo di procedere. Le oltre 500 risposte hanno confermato la necessità di proseguire in questo settore con il coordinamento a livello di UE e hanno fornito suggerimenti utili relativamente al contenuto di un nuovo quadro strategico. Secondo la grande maggioranza delle risposte, si dovrebbe fare di più per ridurre gli oneri amministrativi e i costi di messa in conformità che gravano sulle piccole e medie imprese (PMI). Nella maggior parte delle risposte è stato anche precisato che tali obiettivi dovrebbero essere perseguiti mantenendo un alto livello di conformità ai principi della sicurezza e della salute sul lavoro, indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa.

Nella sua proposta di quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro per il periodo 2014-20, la Commissione ha tenuto debitamente conto dei numerosi contributi favorevoli al lancio di un'iniziativa strategica, in particolare dei contributi ricevuti dal Parlamento Europeo[8], dal Comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul lavoro (CCSS)[9] e dal Comitato degli alti responsabili dell'ispettorato del lavoro (CARIP)[10].

Per completare il processo di consultazione, la Commissione ha organizzato una conferenza sulle "condizioni di lavoro"[11], che ha riunito le principali parti interessate al fine di discutere delle sfide fondamentali e delle priorità per migliorare la salute e la sicurezza sul posto di lavoro.

L'attuazione di questo quadro strategico procederà parallelamente alla valutazione ex post della legislazione dell'UE in materia di SSL, le cui conclusioni dovrebbero essere disponibili entro la fine del 2015. Tale valutazione, che è prescritta dalla direttiva quadro 89/391/CEE ed è inclusa nel Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT) della Commissione[12], fornirà maggiori elementi concreti per eventuali nuove iniziative future. Per questo motivo, e data l'importanza fondamentale di questo esercizio, il quadro strategico attuale sarà riesaminato nel 2016 per tenere pienamente conto dei risultati della valutazione e della revisione della strategia Europa 2020.

La presente comunicazione fissa i principali obiettivi strategici e una serie di azioni per promuovere la salute e la sicurezza dei lavoratori (parte 4), individuando i problemi da risolvere (parte 2) e le grandi sfide (parte 3).

2. Punto della situazione: progressi compiuti e problemi da risolvere in tema di salute e sicurezza sul lavoro

I progressi conseguiti a livello di UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro nel corso degli ultimi 25 anni sono attribuibili essenzialmente agli atti legislativi e alle azioni strategiche globali adottati e attuati dall'Unione, dagli Stati membri e dalle parti interessate, come le parti sociali.

La maggior parte delle iniziative legislative e non legislative previste dalla strategia dell'UE per il periodo 2007‑2012 in materia di salute e sicurezza sul lavoro è stata attuata.

La strategia dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro ha fornito un quadro comune per il coordinamento e una prospettiva comune. 27 Stati membri possiedono adesso una strategia nazionale in materia di SSL, adattata al contesto nazionale e ai settori chiave prioritari. Fra il 2007 e il 2011, nell'UE è stato possibile ridurre del 27,9% il tasso di incidenza degli infortuni che hanno comportato un'assenza superiore a tre giorni[13]. Le iniziative di sensibilizzazione svolte a livello nazionale e dell'UE hanno contribuito al rafforzamento di una cultura della prevenzione dei rischi.

Secondo una recente indagine Eurobarometro[14], un'ampia maggioranza di lavoratori (85%) si dichiara soddisfatta della salute e della sicurezza sull'attuale posto di lavoro e più di tre quarti (77%) asseriscono che sul loro posto di lavoro sono disponibili informazioni concernenti la salute e la sicurezza sul lavoro e/o corsi di formazione sul tema.

La valutazione della strategia 2007-12 in materia di salute e sicurezza sul lavoro ha confermato che l'attuazione della strategia dell'UE è stata nel complesso efficace e che i suoi obiettivi principali sono stati conseguiti. La strategia dell'UE ha contribuito a migliorare l'attuazione della normativa in materia di SSL e a chiarire le norme dell'UE. L'attuazione continua tuttavia a costituire una sfida, soprattutto per le PMI, che hanno difficoltà a rispettare alcune prescrizioni normative. Sono state constatate anche delle lacune, in particolare per quanto riguarda gli effetti su singole imprese a livello locale, specialmente PMI. Mentre le autorità governative hanno partecipato attivamente all'attuazione della strategia, è risultato più difficile coinvolgere altri partner dell'UE, in particolare le parti sociali nazionali. La raccolta di dati statistici e lo sviluppo di strumenti di monitoraggio si sono rivelati insufficienti. In particolare, la valutazione della strategia 2007-12 ha messo in rilievo la necessità di affrontare più efficacemente l'impatto di specifiche azioni preventive su singole imprese (in particolare PMI), l'interazione della SSL con l'ambiente e le sostanze chimiche e la prevenzione efficace delle malattie professionali e legate al lavoro.

Nonostante la riduzione significativa del numero degli infortuni e i progressi ottenuti nel campo della prevenzione, la salute e la sicurezza sul lavoro nell'UE necessitano di ulteriori miglioramenti.

· Ogni anno più di 4 000 persone muoiono a causa di incidenti sul lavoro e più di tre milioni di lavoratori sono vittima di gravi incidenti sul lavoro cui fa seguito un periodo di assenza dal lavoro superiore a tre giorni[15].

· Il 24,2% dei lavoratori ritiene che la propria salute e la propria sicurezza siano a rischio a causa del lavoro che svolge, mentre il 25% ha dichiarato che il lavoro ha un effetto essenzialmente negativo sulla propria salute[16].

· Oltre alle sofferenze umane, gli alti costi connessi alle assenze per malattie legate al lavoro sono inaccettabili. In Germania, 460 milioni di giorni di assenza per malattia all'anno si traducono in una perdita di produttività stimata pari al 3,1% del PIL[17].

· Anche i costi per la sicurezza sociale dovuti a malattie o infortuni sono troppo elevati. Nel periodo contabile 2010/11, il costo netto a carico della sola amministrazione del Regno Unito è stato stimato in 2 381 milioni di sterline[18].

Al fine di migliorare ulteriormente la salute e la sicurezza dei lavoratori, come previsto dal trattato (articoli 153 e 156), è opportuno che la Commissione adotti misure politiche di portata adeguata in collaborazione con gli Stati membri. I vantaggi economici e sociali delle politiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono ben documentati: ripercussioni positive sulla crescita, maggiore produttività, riduzione degli infortuni e minore incidenza delle malattie gravi. Al momento di attuare gli interventi, tuttavia, occorre tenere conto dei costi per le imprese.

3. Quali sono le sfide principali?

La situazione descritta nella sezione precedente illustra le sfide fondamentali che sono comuni a tutta l'Unione e che richiedono ulteriori iniziative strategiche.

· Prima sfida: migliorare l'attuazione delle disposizioni di legge da parte degli Stati membri, in particolare rafforzando la capacità delle microimprese e delle piccole imprese di mettere in atto misure di prevenzione dei rischi efficaci ed efficienti

Vi sono diversi approcci per attuare nella pratica la legislazione in materia di SSL negli Stati membri. Ciò vale in particolare per quanto concerne la misura in cui le prescrizioni sono rispettate nelle imprese private e negli organismi pubblici, nei vari settori di attività economica e nelle imprese di dimensioni diverse.

Nella maggior parte dei casi, la portata e l'efficacia della gestione della SSL costituiscono una sfida particolare per le microimprese e per le piccole imprese. Le aziende più piccole tendono ancora a conformarsi in misura minore alle norme nazionali e dell'UE e a far registrare una minore quantità di misure di gestione della SSL rispetto alle aziende di grandi dimensioni[19].

I motivi di tale situazione sono molteplici e spaziano dalle difficoltà insite nel conformarsi alle disposizioni regolamentari e amministrative, spesso a causa della mancanza di competenze specifiche direttamente disponibili, alla non consapevolezza degli obblighi, all'assenza di orientamento fino alle carenze in fase di applicazione. In termini relativi, i costi di adeguamento alla normativa sono inoltre più elevati per le PMI.

Nella strategia 2007-12, la Commissione e l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) hanno elaborato guide pratiche e materiali sulle buone pratiche per aiutare le PMI ad attuare le misure in materia di SSL. Lo strumento interattivo online per la valutazione dei rischi (OiRA)[20] sviluppato dall'agenzia EU-OSHA costituisce un contributo importante per aiutare le PMI ad adempiere agli obblighi di legge in materia di SSL. È necessario tuttavia un maggiore sforzo concentrato sia a livello dell'UE che a livello nazionale. I responsabili delle politiche dovrebbero considerare le particolari circostanze e limitazioni che si trovano ad affrontare le microimprese e le piccole imprese quando stabiliscono e attuano misure regolamentari in materia di SSL e tenere conto del fatto che gli obblighi derivanti dalla legislazione in materia di SSL non possono essere ottemperati allo stesso modo dalle grandi imprese e dalle piccole imprese e non hanno per esse, in proporzione, lo stesso costo.

Per tenere conto della situazione delle microimprese e delle piccole imprese è necessario ricorrere a soluzioni più semplici e più efficienti, che permettano di garantire una protezione efficace della salute e della sicurezza dei lavoratori in tutti i luoghi di lavoro, indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa. Ciò impone di semplificare la legislazione ove opportuno e di fornire orientamenti e un sostegno su misura alle microimprese e alle piccole imprese per agevolarne la valutazione dei rischi.

· Seconda sfida: migliorare la prevenzione delle malattie legate al lavoro affrontando i rischi attuali, nuovi ed emergenti

Le malattie professionali, comprese quelle provocate o aggravate dalle cattive condizioni di lavoro, pesano molto sui lavoratori, sulle imprese e sui sistemi di sicurezza sociale[21].

Secondo le stime disponibili più recenti dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO),[22] nel 2008 si sono avuti nell'UE‑27 complessivamente 159 500 casi di malattia mortale legata al lavoro, con il cancro al primo posto fra le cause di decesso (95 500 casi). Si stima che una percentuale compresa fra il 4% e l'8,5% di tutti i casi di cancro sia attribuibile all'esposizione sul luogo di lavoro. I decessi connessi alle sostanze chimiche hanno rappresentato quasi la metà di tutti i decessi correlati all'attività lavorativa.

Sono stati compiuti sforzi notevoli per prevenire le malattie professionali e i rischi nuovi o emergenti. Sono state promulgate leggi dell'UE per regolamentare le sostanze chimiche, con l'obiettivo di garantire un alto livello di protezione della salute umana e dell'ambiente (REACH[23] e CLP[24]) e di limitare l'esposizione ai campi elettromagnetici. Parallelamente sono state adottate iniziative di carattere non legislativo, come la diffusione di informazioni, lo scambio di buone pratiche e il lancio di campagne semestrali paneuropee di sensibilizzazione da parte dell'agenzia EU OSHA[25]. Data la gravità della sfida, è necessario continuare a dedicare un'attenzione particolare alle patologie causate dall'amianto, al cancro, alle malattie polmonari, alle malattie della pelle, all'asma e ad altre patologie croniche.

Molte nuove tecnologie e innovazioni in materia di organizzazione del lavoro hanno considerevolmente migliorato il benessere sul lavoro e le condizioni di lavoro. Per prevenire in modo efficace le malattie legate al lavoro, tuttavia, occorre prevedere i potenziali effetti negativi delle nuove tecnologie sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Dall'applicazione industriale di nuove tecnologie derivano nuovi prodotti e nuovi processi, che devono essere sufficientemente esaminati e controllati in modo da accertarsi che siano sicuri e che non comportino rischi rilevanti per i consumatori e per i lavoratori. Ne sono un esempio i nanomateriali, i quali possono possedere proprietà uniche che possono richiedere nuovi metodi di verifica della tossicità e nuovi strumenti di previsione dei rischi a partire dalla fase di sviluppo del prodotto, affinché siano presi nella dovuta considerazione gli aspetti relativi alla sicurezza. Occorre inoltre considerare anche altri rischi emergenti, connessi con lo sviluppo delle biotecnologie e delle tecnologie verdi.

I cambiamenti nell'organizzazione del lavoro determinati dallo sviluppo delle tecnologie dell'informazione, in particolare la possibilità di essere costantemente connessi, aprono enormi possibilità per processi di lavoro flessibili e interattivi. Aumenta anche la diversità nella forza lavoro, che si riflette in nuove modalità di lavoro e in nuovi accordi contrattuali atipici, così come aumenta la fluttuazione, dovuta alla maggiore brevità della durata dei contratti, in particolare per i lavoratori giovani. Secondo una recente indagine Eurobarometro, tuttavia, i lavoratori considerano lo stress uno dei principali rischi connessi al lavoro (53%), seguito dai rischi ergonomici (movimenti ripetitivi o posizioni stancanti o dolorose, 28%) e dal sollevare, trasportare o muovere pesi quotidianamente (24%). Si dovrebbe dedicare un'attenzione particolare alle conseguenze dei cambiamenti dell'organizzazione del lavoro sotto gli aspetti fisici e psichici. In particolare, le donne possono andare incontro a rischi peculiari, come patologie muscoloscheletriche o determinati tipi di cancro, a causa della natura di alcuni lavori svolti in maggioranza da personale di sesso femminile[26].

· Terza sfida: far fronte al cambiamento demografico

La popolazione dell'UE sta invecchiando: il numero delle persone di età pari o superiore a 60 anni nell'UE aumenta di oltre due milioni di unità all'anno. E invecchia anche la popolazione attiva, la cui quota di lavoratori anziani è in crescita rispetto a quella dei lavoratori giovani. In base alle proiezioni Eurostat sulla popolazione (Europop 2010), nell'UE-27 si prevede un aumento della popolazione attiva di età compresa tra i 55 e i 64 anni pari a circa il 16% tra il 2010 e il 2030.

Nel Libro bianco della Commissione relativo alle pensioni si chiede l'allungamento della vita lavorativa al fine di mantenere i sistemi pensionistici adeguati e sostenibili. Ciò richiederà adeguate condizioni di lavoro[27].

Buona salute e sicurezza dei lavoratori sono indispensabili per una vita lavorativa sostenibile e per un invecchiamento attivo e in salute, in particolare alla luce dell'incremento dell'età media della popolazione attiva e dell'allungamento della vita lavorativa. Occorre pertanto garantire alla forza lavoro, che è sempre più diversificata, un ambiente sano e sicuro per tutta la durata della vita lavorativa. Per conseguire questo obiettivo è essenziale promuovere una cultura della prevenzione.

Il conseguimento dell'allungamento della vita lavorativa dipende in larga misura da un adeguamento opportuno dei luoghi di lavoro e dell'organizzazione del lavoro, compresi l'orario di lavoro, l'accessibilità del luogo di lavoro e gli interventi sul luogo di lavoro studiati appositamente per i lavoratori anziani. Andrebbe inoltre migliorata l'occupabilità dei lavoratori lungo l'intero arco della vita, al fine di tenere conto dell'evoluzione delle loro capacità dovuta all'invecchiamento. Esistono prodotti e servizi TIC innovativi (ad esempio la domotica applicata al lavoro) che offrono un'ampia gamma di opzioni per il miglioramento dell'occupabilità. Occorrono inoltre misure per la reintegrazione e la riqualificazione che consentano il rapido ritorno al lavoro dopo un incidente o una malattia, per evitare l'esclusione permanente dei lavoratori dal mercato del lavoro.

4. Principali obiettivi strategici

Al fine di affrontare in modo olistico e interdisciplinare le tre sfide individuate nella sezione 3, la Commissione propone una serie di azioni, raggruppate in sette obiettivi strategici fondamentali, da attuare o sviluppare in stretta collaborazione con gli Stati membri, le parti sociali e gli altri soggetti interessati. La misura in cui tali obiettivi sono stati raggiunti e i progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione saranno oggetto di un'attività sistematica di monitoraggio e valutazione e saranno tenuti in considerazione come parte integrante della valutazione della legislazione in materia di SSL.

4.1. Ulteriore consolidamento delle strategie nazionali

Il ruolo di coordinamento dell'UE è ampiamente riconosciuto ed è visto come un riferimento credibile. Dalla valutazione della strategia 2007-12 dell'UE in materia di SSL è emerso che 27 Stati membri hanno predisposto strategie nazionali in tema di salute e sicurezza in linea con la strategia dell'UE.

Un'analisi sintetica delle strategie nazionali mostra che esse rispecchiano in generale le priorità stabilite nella strategia dell'UE, adattandole al rispettivo contesto nazionale. Nella maggior parte degli Stati membri, le parti interessate a livello nazionale hanno sottolineato che la strategia dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro ha contribuito a rendere tale tematica una priorità politica nazionale e a influenzare i processi decisionali nazionali in tale ambito. Vi è tuttavia la possibilità di rendere più forte e più sistematico il ruolo dell'UE nel sostenere l'attuazione delle strategie nazionali: coordinando le politiche, favorendo l'apprendimento reciproco e utilizzando i finanziamenti dell'UE. Gli Stati membri sono invitati a considerare l'eventualità di una revisione delle loro strategie nazionali alla luce del nuovo quadro strategico dell'UE in materia di SSL, in stretta consultazione con le parti interessate, fra cui le parti sociali.

Azioni a partire dal 2014:

· rivedere le strategie nazionali in tema di SSL alla luce del nuovo quadro strategico dell'UE ® Stati membri di concerto con le parti interessate, fra cui le parti sociali;

· costituire una banca dati di tutti i quadri strategici nazionali in materia di SSL ® Commissione in collaborazione con l'agenzia EU-OSHA; e

· designare referenti per le strategie nazionali (Stati membri) che si incontreranno periodicamente per identificare e scambiarsi buone pratiche ® Commissione, EU-OSHA, CCSS e CARIP.

4.2. Agevolazione dell'adempimento degli obblighi di legge in materia di SSL, in particolare da parte delle microimprese e delle piccole imprese

Le PMI hanno più difficoltà a rispettare i requisiti normativi in questo settore. È pertanto fondamentale migliorare la qualità degli orientamenti e fornire strumenti pratici per agevolare l'adempimento degli obblighi di legge in materia di SSL. Le esigenze delle microimprese e delle piccole imprese saranno prese in considerazione al momento dell'attuazione delle azioni a livello di UE e a livello nazionale, anche mediante l'opportuno adattamento di strumenti come OiRA.

Azioni a partire dal 2014:

· fornire sostegno finanziario e tecnico per l'implementazione di OiRA e di altri strumenti informatici negli Stati membri, con attenzione particolare ai settori prioritari ® Stati membri, con il sostegno del Fondo sociale europeo (FSE) e dell'agenzia EU-OSHA;

· elaborare orientamenti e individuare esempi di buone pratiche, tenendo in considerazione la natura specifica e le condizioni delle PMI e in particolare delle microimprese ® Commissione e EU-OSHA;

· promuovere lo scambio di buone pratiche, con le PMI che riceveranno l'aiuto delle grandi aziende nell'ambito della catena committente-fornitore-acquirente per migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro ® Commissione, in collaborazione con gli Stati membri e con il CCSS; e

· proseguire le campagne di sensibilizzazione ® Commissione, in collaborazione con gli Stati membri e con l'agenzia EU‑OSHA.

4.3. Migliore applicazione della legislazione in materia di SSL da parte degli Stati membri

Spesso aziende e lavoratori vengono a conoscenza della normativa in tema di SSL solo quando ricevono la visita di un ispettore del lavoro. Ciò è indice di lacune informative che devono essere affrontate in modo sistematico. È essenziale che gli ispettori del lavoro siano visti come persone che agevolano l'adempimento degli obblighi di legge e non come ostacoli all'attività delle imprese.

Gli ispettorati del lavoro svolgono anche un ruolo fondamentale nell'individuare e scoraggiare il lavoro sommerso. Questo è il motivo per cui le ispezioni, pur concentrandosi sempre sul rispetto degli obblighi di legge, dovrebbero fornire sostegno ed essere mirate a rischi specifici. Nell'UE ci sono circa 20 000 ispettori del lavoro, all'incirca uno per ogni 9 000 lavoratori che rientrano nella giurisdizione degli ispettorati del lavoro nazionali competenti[28], che effettuano circa 1 500 000 ispezioni l'anno[29].

L'efficacia delle ispezioni sul lavoro dipende in larga misura dalla competenza degli ispettori del lavoro e dalla loro capacità di effettuare tali ispezioni. Gli ispettori del lavoro necessitano di formazione in materia di SSL, in particolare sui rischi emergenti e sulle nuove tecnologie, per poter effettuare correttamente ispezioni incentrate sui rischi.

Tenuto conto dei vincoli di bilancio, si potrebbero utilizzare meglio i programmi di finanziamento dell'UE (in particolare il FSE) al fine di fornire agli ispettorati del lavoro le risorse necessarie. Lo scambio di buone pratiche tra gli ispettorati del lavoro a livello di UE costituisce, e deve continuare a costituire, uno strumento per migliorare la loro efficienza.

Azioni a partire dal 2014:

· rilevare le risorse degli ispettorati del lavoro e valutare la loro capacità di svolgere le proprie mansioni principali nel far applicare la legislazione in materia di SSL ® Comitato degli alti responsabili dell'ispettorato del lavoro (CARIP);

· valutare il programma di scambio/formazione degli ispettori del lavoro ed esaminare le modalità per migliorare gli attuali strumenti di cooperazione nell'ambito del CARIP, tenendo conto delle nuove sfide in materia di SSL ® Commissione, in collaborazione con il CARIP; e

· valutare l'efficacia delle sanzioni e delle ammende amministrative imposte dagli Stati membri, nonché delle altre misure di applicazione non coercitiva e delle modalità non tradizionali di controllo della conformità ® Commissione, in collaborazione con gli Stati membri attraverso il CARIP e il CCSS.

4.4. Semplificazione della legislazione esistente

In linea con gli obiettivi del programma REFIT[30], occorre uno sforzo congiunto continuativo da parte della Commissione, delle altre istituzioni europee e degli Stati membri per semplificare la legislazione dell'UE ed eliminare gli oneri amministrativi inutili. Nei prossimi anni si tratterà principalmente di valutare se la legislazione esistente in materia di SSL sia adatta al suo scopo, esaminando come migliorarne l'attuazione, e di assicurare una conformità maggiore, efficace ed equivalente in tutti gli Stati membri e fra le imprese.

A norma della direttiva 89/391/CEE, la Commissione è impegnata in una valutazione globale dell'intero corpus legislativo in materia di salute e sicurezza sul lavoro[31]. Nell'ambito di questo esercizio, gli Stati membri hanno di recente presentato alla Commissione le loro relazioni nazionali sull'attuazione di 24 direttive in tema di SSL. La Commissione sta analizzando tali relazioni nazionali e ne terrà conto per la sua valutazione.

Nella valutazione si presterà particolare attenzione a individuare le possibilità di semplificazione e/o di riduzione degli oneri amministrativi, in particolare per le microimprese e le piccole imprese, pur mantenendo un livello elevato di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Questo processo è pertinente non solo con riguardo al diritto dell'UE, ma anche alle disposizioni giuridiche e amministrative nazionali di recepimento del diritto comunitario. Gli Stati membri sono pertanto incoraggiati a svolgere un'operazione analoga in parallelo. I risultati della valutazione, che saranno disponibili nel 2015, saranno tenuti in considerazione al momento della revisione del quadro strategico nel 2016.

Azioni a partire dal 2014:

· individuare eventuali possibilità di semplificazione e/o di riduzione degli oneri amministrativi come parte integrante della valutazione della legislazione in materia di SSL e promuovere un dibattito pubblico con tutte le parti interessate ® Commissione e CCSS;

· invitare gli Stati membri a individuare le fonti di oneri amministrativi specifici derivanti dal recepimento della legislazione in materia di SSL e dalla legislazione nazionale e analizzare le relazioni nazionali sull'attuazione al fine di identificare le buone pratiche e di promuovere lo scambio di informazioni ® Stati membri in collaborazione con la Commissione; e

· valutare la situazione delle microimprese nei settori a basso rischio e le possibilità di semplificare l'attuazione della valutazione dei rischi, compresa la relativa documentazione ® Commissione.

4.5. Iniziative per affrontare l'invecchiamento della forza lavoro e i nuovi rischi emergenti, prevenzione delle malattie professionali e legate al lavoro

L'evoluzione delle tecnologie, la comparsa di nuovi prodotti e la commercializzazione di nuove sostanze chimiche rendono necessario raccogliere e valutare dati scientifici validi al fine di individuare i modi migliori per affrontare i nuovi rischi emergenti. Le istituzioni dell'UE, e in particolare la Commissione, dovrebbero affidare un tale compito ai migliori specialisti disponibili.

I rischi riguardanti particolari fasce di età, i lavoratori con disabilità e le donne, inoltre, meritano particolare attenzione e richiedono un'azione mirata. Con il progetto pilota in materia di SSL per i lavoratori più anziani si individuerà come promuovere la salute fisica e psicologica di questi lavoratori. Tale progetto fornirà inoltre esempi di buone pratiche e faciliterà lo scambio di informazioni[32]. Il programma congiunto Ambient Assisted Living (domotica per categorie deboli) contribuisce ad affrontare la sfida rappresentata dall'invecchiamento della forza lavoro.

La valutazione, sulla base di dati scientifici, dei nuovi rischi emergenti e la diffusione dei risultati costituiranno parte integrante della valutazione ex post dell'attuale legislazione in materia di SSL.

Azioni a partire dal 2014:

· istituire una rete di professionisti e scienziati impegnati nel settore della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e valutare la necessità di costituire un organismo scientifico indipendente di tipo consultivo, le cui raccomandazioni confluirebbero nel lavoro della Commissione ® Commissione;

· aiutare la diffusione fra i soggetti interessati delle risultanze dell'Osservatorio europeo dei rischi ® Commissione in collaborazione con l'agenzia EU-OSHA;

· promuovere l'individuazione e lo scambio di buone pratiche su come migliorare le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro di categorie specifiche di lavoratori, ad esempio i lavoratori anziani, i lavoratori giovani inesperti (compresi quelli occupati con forme varie di contratti temporanei), gli apprendisti, i lavoratori con disabilità e le donne ® EU-OSHA;

· promuovere misure di riqualificazione e reinserimento dando attuazione alle risultanze del progetto pilota del Parlamento europeo relativo ai lavoratori anziani e della campagna "Ambienti di lavoro sani e sicuri" 2016‑17 ® Commissione in collaborazione con l'agenzia EU-OSHA; e

· individuare e diffondere le buone pratiche in materia di prevenzione dei problemi di salute psichica sul lavoro ® agenzia EU-OSHA.

4.6. Miglioramento della raccolta dei dati statistici e sviluppo della base di informazioni

Se si vogliono sviluppare politiche che siano basate su dati comprovati, è importante raccogliere dati statistici affidabili, tempestivi e comparabili sugli infortuni e le malattie legati al lavoro, le esposizioni professionali e la cattiva salute connessa al lavoro, e analizzare costi e benefici in materia di SSL. Per quanto concerne gli infortuni sul lavoro, il regolamento (UE) n. 349/2011[33] della Commissione ha istituito una raccolta di dati annuale a partire dal 2013. Permangono tuttavia difficoltà per quanto concerne i dati sulle esposizioni professionali e sulla cattiva salute connessa al lavoro. È pertanto ancora difficile raffrontare i risultati degli Stati membri in materia di SSL e trarre da tali confronti delle conclusioni sulle politiche che siano basate su dati comprovati. La situazione è particolarmente complessa per quanto riguarda le malattie professionali e legate al lavoro.

È quindi opportuno che gli esperti di statistica nazionali e dell'UE collaborino e intensifichino i loro sforzi volti a migliorare la raccolta dei dati e l'elaborazione di approcci comuni al fine di individuare e misurare i rischi per la salute dei lavoratori, tenendo debitamente conto dei costi amministrativi a carico delle aziende e delle amministrazioni nazionali.

Azioni a partire dal 2014:

· valutare la qualità dei dati relativi agli infortuni sul lavoro trasmessi dagli Stati membri nel quadro della raccolta dati delle statistiche europee sugli infortuni sul lavoro (ESAW), al fine di migliorarne la copertura, l'affidabilità, la comparabilità e l'attualità ® Commissione e autorità nazionali competenti;

· esaminare entro la fine del 2016 varie opzioni per migliorare la disponibilità e la comparabilità dei dati sulle malattie professionali a livello dell'UE e per valutare la possibilità di semplificare la trasmissione dei dati ® Commissione e autorità nazionali competenti;

· avviare un dibattito in sede di CCSS, chiedendo il parere degli esperti nazionali, con l'obiettivo di stilare raccomandazioni riguardo alla creazione di una banca dati comune sulle esposizioni professionali ® Commissione, CCSS ed esperti nazionali;

· esaminare prima del 2016 le possibilità di migliorare le informazioni sui costi e i benefici nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro; e

· sviluppare prima del 2016 uno strumento che consenta di monitorare l'attuazione del quadro strategico dell'UE per il periodo 2014-2020, che preveda indicatori strategici e di risultato, sulla base del quadro di valutazione della strategia del 2009 ® Commissione e CCSS.

4.7. Migliore coordinamento degli sforzi dell'UE ed internazionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e assunzione di impegni con le organizzazioni internazionali

In un'economia globalizzata, è nell'interesse dell'UE stabilire norme sul lavoro più severe e migliorarne l'applicazione effettiva su scala mondiale, intervenendo a livello multilaterale in collaborazione con gli organismi internazionali competenti e, a livello bilaterale, nel quadro delle relazioni con i paesi terzi. L'UE deve inoltre aiutare i paesi candidati, nonché i candidati potenziali, a conformare le loro capacità strutturali e la loro legislazione alle prescrizioni derivanti dal diritto dell'UE.

Il ruolo di riferimento della politica dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro è ampiamente riconosciuto da partner e osservatori internazionali. Ciò si riflette nella rapida espansione, negli ultimi anni, della cooperazione bilaterale, non solo con i partner tradizionali ad economia sviluppata, quali gli Stati Uniti, ma anche e soprattutto con i nuovi partner delle economie emergenti come la Cina e l'India.

La Commissione può contribuire in misura significativa a ridurre gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali a livello globale. A partire dalle attività di cooperazione in corso, è necessario uno sforzo congiunto dell'UE e dell'ILO, in particolare, e di altre organizzazioni specializzate come l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), volto a conseguire risultati migliori sia all'interno dell'UE che anche e soprattutto al di fuori di essa. Occorre migliorare la cooperazione operativa per ottenere un approccio uniforme e coerente e per sfruttare meglio le sinergie a livello internazionale e dell'UE.

Azioni a partire dal 2014:

· continuare a sostenere gli sforzi dei paesi candidati nell'ambito dei negoziati di adesione sul capitolo 19 e dei candidati potenziali che beneficiano di un accordo di stabilizzazione e di associazione mirati ad armonizzare le loro legislazioni al diritto dell'UE in materia di SSL ® Commissione;

· rafforzare la cooperazione in tema di SSL, soprattutto con l'ILO, ma anche con OMS e OCSE ® Commissione;

· avviare una revisione del protocollo d'intesa con l'ILO al fine di rispecchiare maggiormente la strategia in materia di SSL ® Commissione;

· contribuire ad attuare il capitolo sullo sviluppo sostenibile degli accordi di libero scambio e sugli investimenti dell'UE in tema di SSL e di condizioni di lavoro ® Commissione;

· collaborando in particolare con l'ILO: affrontare i problemi di salute e sicurezza sul lavoro della filiera globale di approvvigionamento e contribuire a tale riguardo alle iniziative del G20 volte ad aumentare la sicurezza sul lavoro ® Commissione; e

· rafforzare la collaborazione e il dialogo in atto in tema di SSL con i partner strategici à Commissione.

5. Strumenti dell'UE

5.1. Legislazione

La legislazione si è dimostrata valida nel dotare l'UE di un corpus comune di definizioni, norme, metodi e strumenti di prevenzione nel settore della salute e della sicurezza sul lavoro. È fondamentale che l'UE disponga di un quadro legislativo in materia di salute e sicurezza sul lavoro per garantire un alto livello di protezione ai lavoratori e parità di condizioni a tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, dall'ubicazione e dal settore di attività. È stato dimostrato che l'adempimento degli obblighi giuridici e delle misure di esecuzione adottate dagli organismi di controllo, tra cui gli ispettorati del lavoro, rimangono fattori essenziali per la gestione della sicurezza e della salute sul lavoro nella maggior parte degli stabilimenti[34].

Data però la varietà di situazioni per quanto riguarda le dimensioni delle aziende e la diversità della forza lavoro, nonché la necessità di adottare misure strategiche mirate ed efficaci, ai fini pratici è opportuno ricorrere anche a strumenti non legislativi, quali l'analisi comparativa, l'individuazione e lo scambio di buone pratiche, le campagne di sensibilizzazione, la promulgazione di norme facoltative e il ricorso a strumenti informatici di facile utilizzo.

La Commissione continuerà a controllare l'attuazione da parte degli Stati membri della legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, al fine di garantire un'adeguata osservanza delle norme. I risultati della valutazione in corso della legislazione dell'UE in tema di SSL contribuiranno a definire le future iniziative della Commissione.

5.2. Fondi UE

Attualmente, 13 Stati membri dell'UE usano il Fondo sociale europeo (FSE) per migliorare le proprie politiche nazionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Gli Stati membri sono incoraggiati a utilizzare il FSE e altri fondi strutturali e di investimento europei per finanziare iniziative a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Per il periodo di programmazione 2014‑20, i finanziamenti del FSE saranno disponibili per sostenere azioni volte, tra l'altro, a promuovere la sostenibilità, la qualità dell'occupazione e l'inclusione sociale, in particolare tramite:

- la priorità di investimento sull'"adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti" mediante l'elaborazione e l'attuazione di modalità di organizzazione del lavoro innovative e maggiormente produttive, comprendenti gli aspetti della salute e della sicurezza sul lavoro, della formazione, dei programmi di istruzione, dell'integrazione delle buone pratiche ecc.;

- il prolungamento della vita lavorativa in buona salute attraverso l'elaborazione e l'attuazione di misure intese a promuovere un ambiente sano e il benessere psichico sul lavoro. Tale tematica può essere affrontata nell'ambito della priorità di investimento sull'"invecchiamento attivo e in buona salute";

- il sostegno all'assunzione e al ritorno al lavoro delle persone affette da malattie croniche o rare, disabili o con disturbi psichici, attraverso percorsi integrati che combinino varie forme di misure per l'occupabilità, quali servizi personalizzati di sostegno, di consulenza, di orientamento, l'accesso all'istruzione e alla formazione generale e professionale, nonché l'accesso a determinati servizi, in particolare ai servizi sanitari e sociali;

- l'elaborazione e l'attuazione di misure volte a promuovere stili di vita sani e ad affrontare i fattori determinanti per la salute di natura professionale e/o ambientale (quali, ad esempio, l'esposizione a sostanze tossiche o al fumo di tabacco negli ambienti), che possono causare malattie fra cui il cancro;

- il sostegno alle attività di sensibilizzazione/formazione destinate agli ispettori del lavoro, al fine di migliorarne le conoscenze, le competenze e le capacità amministrative per quanto riguarda le questioni relative alla salute e alla sicurezza sul lavoro;

- il sostegno alle attività di formazione svolte dalle piccole e medie imprese per quanto concerne l'implementazione di OIRA e di altri strumenti informatici in tutti gli Stati membri.

Sarà inoltre utilizzato il programma operativo per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) per sostenere iniziative a favore della cooperazione, della comunicazione e della raccolta di competenze nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro.

Il nuovo programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione per il periodo 2014-2020 (Orizzonte 2020[35]) offrirà opportunità finanziarie per affrontare le sfide sociali della salute, del cambiamento demografico e del benessere. Fra le aree di intervento figurano:

comprensione della salute; invecchiamento e malattie; miglioramento dell'invecchiamento attivo e in buona salute; promozione efficace della salute; profilassi; e preparazione e controllo.

Tali aspetti riflettono la necessità di un approccio "traslazionale" e integrato alle sfide, che preveda un sostegno sia alla ricerca a medio e a lungo termine che alle attività di innovazione a breve termine.

È stato proposto alle regioni di individuare nell'innovazione basata sulle TIC per l'invecchiamento attivo e in buona salute uno dei settori prioritari di specializzazione intelligente per i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). Le connessioni e le sinergie con il partenariato europeo per l'innovazione sull'invecchiamento attivo e in buona salute e con il (secondo) programma congiunto "Active Assisted Living" aprono ad ulteriori possibilità di finanziamento e di sviluppo del mercato.

5.3. Dialogo sociale

In conformità alle disposizioni del trattato, le parti sociali dell'UE svolgono un ruolo importante nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro e nella promozione di un ambiente sano e sicuro in Europa. Le parti sociali dell'UE hanno dimostrato la capacità di trovare risposte che tengano conto sia degli interessi dei lavoratori che di quelli delle aziende e hanno contribuito direttamente all'attuazione delle strategie dell'UE in questo settore. Gli accordi tra le parti sociali dell'UE (ad esempio l'accordo multisettoriale sulla silice cristallina e gli accordi settoriali sull'uso di strumenti taglienti o acuminati nel settore sanitario e sulle condizioni di lavoro nel settore marittimo), attuati in maniera autonoma o attraverso la legislazione[36], e altre iniziative delle parti sociali hanno un impatto diretto sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.

La Commissione continuerà a sostenere l'operato delle parti sociali dell'UE e dei loro affiliati nazionali in relazione alle politiche in tema di salute e sicurezza sul lavoro nell'ambito dei loro programmi di lavoro autonomi. Invita i comitati di dialogo sociale a valutare le modalità più efficaci per raggiungere le microimprese e le piccole imprese e per sviluppare soluzioni innovative in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Le parti sociali dell'UE sono inoltre invitate a contribuire alla valutazione in corso dell'acquis legislativo dell'UE.

Occorre migliorare le sinergie tra i contributi del dialogo sociale dell'UE a livello multisettoriale o settoriale e l'attuazione delle priorità strategiche dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro, nel pieno rispetto dell'autonomia delle parti sociali.

È fondamentale responsabilizzare le parti sociali rispetto all'attuale quadro strategico dell'UE, anche coinvolgendole nell'ideazione e nell'attuazione di iniziative specifiche a livello di UE, nazionale, locale e sul posto di lavoro. Il Comitato consultivo tripartito per la sicurezza e la salute sul lavoro e le strutture del dialogo sociale europeo dovrebbero svolgere in questo ambito un ruolo chiave.

5.4. Comunicazioni e informazione

Il successo di qualunque politica in materia di SSL dipende in larga misura dall'efficacia dei canali di comunicazione e degli strumenti utilizzati per raggiungere i vari soggetti interessati, dai responsabili delle politiche ai lavoratori stessi.

Mezzi di comunicazione quali Internet, le applicazioni online e i social network forniscono una gamma di strumenti possibili, che deve essere ulteriormente esplorata. Tali strumenti possono risultare più efficaci degli approcci tradizionali nel raggiungere i lavoratori giovani. Nella fase di attuazione della legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, la Commissione incoraggerà un maggiore coinvolgimento delle parti interessate, fra cui le parti sociali, gli esperti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, i rappresentanti delle microimprese e delle piccole imprese e le associazioni professionali.

L'agenzia EU-OSHA svolge un ruolo fondamentale, in quanto raccoglie e diffonde le informazioni in tema di SSL, agevola lo scambio di buone pratiche ed elabora campagne di sensibilizzazione, contribuendo in tal modo a una più efficace attuazione della politica in materia di salute e sicurezza sul lavoro a livello di UE. La realizzazione, da parte dell'agenzia EU-OSHA, di una banca dati sulle buone pratiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro contribuirà a una migliore attuazione delle politiche in tale ambito da parte delle imprese. L'agenzia EU-OSHA continuerà a svolgere campagne paneuropee di sensibilizzazione sul tema della salute e della sicurezza sul lavoro, ricorrendo anche ai social media per ottenere una migliore interazione.

5.5. Sinergie con altri settori strategici

Le politiche pubbliche in altri settori possono contribuire a migliorare l'ambiente di lavoro. Occorre esaminarne in modo più attivo le potenziali sinergie con le politiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro. A tale riguardo, i settori chiave sono i seguenti:

Istruzione: la sensibilizzazione verso il tema della salute e della sicurezza sul lavoro comincia a scuola. È stato raccomandato di tenere maggiormente conto delle questioni relative alla salute e alla sicurezza sul lavoro nei programmi scolastici (in particolare nei corsi di formazione professionale) e di promuovere meglio la salute e il benessere psichici[37]. Sono stati sperimentati con successo alcuni progetti pilota[38], i cui risultati devono però essere diffusi meglio. Devono proseguire le azioni informative e di formazione destinate agli imprenditori; Ricerca: sono state definite le priorità della ricerca nel settore della salute e della sicurezza sul lavoro, incentrate sull'impatto dell'invecchiamento demografico, della globalizzazione, delle nuove tecnologie e delle disabilità e delle malattie professionali e legate al lavoro. Occorre diffondere meglio i risultati di tale ricerca e tenerne maggiormente conto al momento dell'elaborazione delle politiche; Sanità pubblica: in questo campo è necessario un migliore coordinamento fra i responsabili delle politiche, affinché si possano sviluppare gli orientamenti e i programmi esistenti e si possa dare vita a sinergie. Occorre che le principali parti interessate (utilizzatori finali, autorità pubbliche, industria) cooperino nell'ambito dell'azione congiunta sulla salute e sul benessere mentale e del partenariato europeo per l'innovazione sull'invecchiamento attivo e in buona salute[39]. Ciò consentirà di migliorare le condizioni di diffusione dell'innovazione e degli investimenti in innovazione; Ambiente: bisognerebbe cercare di incrementare la complementarità e la coerenza fra la politica ambientale e la tutela dei lavoratori, in quanto il luogo di lavoro può essere considerato un micro-ambiente in cui può verificarsi un'analoga esposizione a sostanze pericolose, pur se a livelli diversi e con determinanti specifici; Politica industriale: soluzioni semplici, come ad esempio orientamenti per prevenire gli incidenti o avvertenze circa l'esposizione alle vibrazioni, possono aiutare le PMI a tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro in un modo più efficiente dal punto di vista dei costi, in quanto non avrebbero bisogno di ricorrere alle valutazioni di esperti del settore. Ci si dovrebbe sforzare di aumentare la coerenza e di creare sinergie tra la politica industriale e la politica di tutela dei lavoratori, in particolare per quanto riguarda le sostanze chimiche. Uguaglianza: la politica in materia di salute e sicurezza sul lavoro può contribuire a combattere la discriminazione e a promuovere le pari opportunità nelle politiche dell'UE, in particolare favorendo l'esatta applicazione della direttiva 2000/78/CE[40] relativa alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro delle persone con disabilità e della direttiva 2006/54/CE[41], che vieta il trattamento meno favorevole delle donne sul posto di lavoro a causa di gravidanza o maternità.

6. Attuazione del quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro

La presente comunicazione definisce un quadro di azione, cooperazione e scambio di buone pratiche nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro per il periodo 2014-20, che può essere attuato soltanto con la collaborazione attiva delle autorità nazionali e delle parti sociali. La Commissione intende pertanto dar vita ad un dibattito aperto con i principali soggetti interessati nelle sedi pertinenti circa i pareri e le proposte contenuti nella presente comunicazione e coinvolgerli, ove opportuno, negli interventi attuativi. Rivestiranno particolare importanza i pareri ricevuti dalle istituzioni dell'UE, dai partner sociali, dai comitati specializzati come il CCSS e il CARIP e dall'agenzia EU-OSHA.

Questo quadro strategico sarà riesaminato nel 2016 alla luce dei risultati della valutazione ex-post del corpus normativo dell'UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro e del livello di attuazione raggiunto.

La Commissione garantirà il monitoraggio dell'attuazione del quadro strategico, utilizzando le sedi esistenti e coinvolgendo pienamente le istituzioni dell'UE e tutte le parti interessate.

[1] Articoli 151 e 153 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).

[2] COM(2010) 2020 e COM(2014) 130 final.

[3] COM(2012) 0173 definitivo.

[4] International Social Security Association (Associazione internazionale per la sicurezza sociale) (ISSA), The return on prevention: Calculating the costs and benefits of investments in occupational safety and health in companies, http://www.issa.int.

[5] BenOSH, Socio-economic costs of accidents at work and work-related ill health, http://ec.europa.eu/social.

[6] SWD (2013) 202.

[7] http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=333&langId=en&consultId=13&visib=0&furtherConsult=yes.

[8] Risoluzione A7-0409/2011 del Parlamento europeo, del 15 dicembre 2011, sull'analisi interlocutoria della strategia comunitaria; risoluzione 2013/2685(RSP) del Parlamento europeo, del 12 settembre 2013, sulla strategia europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

[9] Parere adottato il 1º dicembre 2011.

[10] Parere adottato il 9 febbraio 2012.

[11] Conferenza sulle condizioni di lavoro, tenutasi il 28 aprile 2014. http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=en&catId=88&eventsId=979&furtherEvents=yes

[12] COM(2012) 746.

[13] Statistiche europee degli infortuni sul lavoro (ESAW), stima Eurostat. Dati relativi alla NACE Rev. 2, settori A C-N.

[14] Eurobarometro flash sulle condizioni di lavoro http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/flash_arch_404_391_en.htm#398

[15] Statistiche europee degli infortuni sul lavoro (ESAW), 2011.

[16] Indagine europea sulle condizioni di lavoro (EWCS), 2010.

[17] Rapporto del BAuA e del Ministero del lavoro sulla salute e la sicurezza sul lavoro, 2011.

[18] Costs to Britain of workplace fatalities and self-reported injuries and ill-health, 2010/11, HSE, 2013.

[19]             In base alla relazione relativa all'indagine fra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER) del 2012, i fattori che influiscono maggiormente sulla gestione in materia di SSL sono le dimensioni dell'azienda, il ramo industriale e il paese.

[20] http://www.oiraproject.eu/ OiRA è una piattaforma web che permette di creare strumenti settoriali di valutazione dei rischi in qualsiasi lingua in modo semplice e standardizzato. Essa consente di realizzare strumenti online di facile uso e gratuiti in grado di aiutare le micro e le piccole organizzazioni ad attuare un processo passo-passo di valutazione dei rischi, a partire dall'individuazione e dalla valutazione dei rischi connessi al luogo di lavoro, attraverso il processo decisionale e l'adozione di misure preventive, per giungere alla fase del monitoraggio e della rendicontazione.

[21] Cfr., ad esempio, uno studio specifico su questo tema: Binazzi et al., The burden of mortality with costs in productivity loss from occupational cancer in Italy, American Journal of Industrial Medicine, 2013 Nov; 56(11): pagg. 1272-9.

[22] http://www.ilo.org/safework/lang--en/index.htm http://www.ilo.org/public/english/region/eurpro/moscow/areas/safety/docs/safety_in_numbers_en.pdf.

[23] Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), GU L 136 del 29.5.2007.

[24] Regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele, GU L 353 del 31.12.2008.

[25] Campagna 2012-13 dell'agenzia EU-OSHA "Lavoriamo insieme per la prevenzione dei rischi".

Campagna 2010-11 dell'agenzia EU-OSHA "Manutenzione sicura".

Campagna 2008-09 dell'agenzia EU-OSHA "Valutazione dei rischi".

Campagna 2007-08 dell'agenzia EU-OSHA "The Healthy Workplace Initiative" (iniziativa per un luogo di lavoro salubre).

[26] EU-OSHA, 2013. New risks and trends in the safety and health of women at work. https://osha.europa.eu/en/publications/reports/new-risks-and-trends-in-the-safety-and-health-of-women-at-work/view.

[27] Libro bianco. Un'agenda dedicata a pensioni adeguate, sicure e sostenibili, COM(2012) 55 def.

[28] Relazioni 2011 degli ispettorati del lavoro nazionali, inviate al CARIP.

[29] Relazioni 2009 degli ispettorati del lavoro nazionali, inviate al CARIP.

[30] COM(2013) 685 final.

[31]  In conformità all'articolo 17 bis della direttiva 89/391/CEE del Consiglio, del 12 giugno 1989, concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro, GU L 183 del 29.6.1989, pag. 1.

[32] https://osha.europa.eu/en/priority_groups/ageingworkers/ep-osh-project.

[33] Regolamento (UE) n. 349/2011 della Commissione, dell'11 aprile 2011, recante disposizioni attuative del regolamento (CE) n. 1338/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche comunitarie in materia di sanità pubblica e di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, per quanto riguarda le statistiche degli infortuni sul lavoro, GU L 97 del 12.4.2011, pagg. 3-8.

[34] Indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER) — Gestione della sicurezza e della salute sul lavoro, relazione 2010 dell'Osservatorio europeo dei rischi.

[35] Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione (2014-20) Orizzonte 2020 COM(2011) 809 definitivo.

[36] In caso di attuazione attraverso la legislazione, la Commissione esegue una valutazione preventiva che copre la rappresentatività, la conformità al diritto dell'UE, l'impatto sulle PMI e l'analisi costi-benefici, se del caso.

[37] OCSE (2012), Sick on the Job? Myths and Realities about Mental Health and Work, Mental Health and Work.

[38] L'integrazione o "mainstreaming" della salute e della sicurezza sul lavoro nell'istruzione e nella formazione è essenziale per sviluppare una cultura della prevenzione, insegnando a bambini e ragazzi a vivere e lavorare in condizioni di sicurezza. L'agenzia EU-OSHA fornisce numerose informazioni in tema di buone pratiche in questo settore. https://osha.europa.eu/en/topics/osheducation.

[39] http://ec.europa.eu/research/innovation-union/index_en.cfm?section=active-healthy-ageing&pg=about.

[40] Direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, GU L 303 del 2.12.2000.

[41] Direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego (rifusione), GU L 204 del 26.7.2006, pag. 23.