52011DC0500

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI A Budget for Europe 2020 /* COM/2011/0500 definitivo */


Introduzione

L'Unione europea si adopera ogni giorno per contribuire a realizzare le aspirazioni dei suoi 500 milioni di cittadini. Ritengo che possa imprimere uno slancio verso il rinnovamento dell'economia sociale di mercato altamente competitiva in Europa e a livello mondiale. Per realizzare questo obiettivo ci serve un bilancio innovativo. Un bilancio che sia in sintonia con le nuove realtà della globalizzazione. Un bilancio che risponda alle sfide odierne e crei opportunità per il domani.

Questo è un bilancio innovativo. Vi invito a guardare oltre le tradizionali rubriche e a concentrarvi su come attraverso il bilancio conseguiremo gli obiettivi di Europa 2020 che abbiamo definito insieme. È per questo che rompiamo con la cultura del "diritto acquisito" secondo la quale alcune autorità pubbliche intendono spendere i fondi come desiderano. Adesso ogni domanda deve essere chiaramente collegata agli obiettivi e alle priorità che abbiamo concordato. In questo modo ogni euro speso servirà per molteplici obiettivi. Un euro può contemporaneamente rafforzare la coesione, migliorare l'efficienza energetica e incoraggiare la lotta contro il cambiamento climatico, promuovere obiettivi sociali, aumentare l'occupazione e ridurre la povertà. Può avere un notevole effetto di leva in numerosi settori.

In tutta Europa, i governi, le imprese e le famiglie scelgono con cura come spendere il loro denaro. Oggigiorno è necessario riflettere attentamente dove tagliare e dove investire per il futuro. Dobbiamo essere rigorosi e, allo stesso tempo, abbiamo anche bisogno di investire a favore della crescita in Europa.

Anche l'Unione europea deve funzionare entro i limiti delle proprie risorse e nel contempo investire per il futuro. Abbiamo un bilancio relativamente modesto, pari a solamente l’1% circa della ricchezza dell'Europa (in termini di RNL), che rappresenta un cinquantesimo del bilancio degli Stati membri. Ma dobbiamo avere un impatto notevole e sfruttare tutto il potenziale di ogni singolo euro speso.

Oggi stiamo facendo le scelte che incideranno sul periodo che va dal 2014 al 2020.

Il bilancio dell'UE che proponiamo non costerà ai contribuenti più dell'attuale, ma darà loro di più. Stiamo modernizzando il bilancio europeo per risparmiare in alcuni settori e poter spendere di più nei settori prioritari veramente importanti. Quello che sto presentando è un bilancio ambizioso in settori nei quali l'Europa può avere un ruolo decisivo. È un bilancio basato su una logica paneuropea, concentrato sui settori in cui possiamo beneficiare di sinergie mettendo in comune le risorse e che finanzia azioni che sarebbero più costose se finanziate separatamente a livello nazionale.

Il nuovo bilancio sarà più semplice, più trasparente e più equo. Proponiamo un bilancio in grado di mobilitare i finanziamenti privati e proponiamo di modificare le modalità di finanziamento del bilancio, ricorrendo a nuovi flussi di entrate creati per sostituire parzialmente i contributi basati sul reddito nazionale lordo di ogni Stato membro. Riteniamo che ciò andrà a beneficio delle famiglie e dei governi e che darà luogo a un vero e proprio bilancio europeo, un bilancio per l'integrazione. Un bilancio che evita la duplicazione delle spese da parte degli Stati membri e che apporta un valore aggiunto attraverso la sinergia delle azioni che possono essere decise a livello europeo e che non possono essere realizzate senza tale prospettiva europea.

Buona parte del bilancio è volta a incrementare la popolazione attiva e alla crescita economica, in connessione con la strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Ad esempio, un meccanismo per collegare l'Europa finanzierà i collegamenti mancanti nel settore dell'energia, dei trasporti e delle tecnologie dell'informazione, rafforzando in tal modo l'integrità del mercato interno, collegando l'est con l'ovest e il nord con il sud e creando una reale coesione territoriale a vantaggio di tutti. Il bilancio investirà nei "cervelli" europei aumentando gli importi stanziati per l'istruzione, la formazione, la ricerca e l'innovazione. Questi settori sono fondamentali per la competitività globale dell'Europa e consentono la creazione di posti di lavoro e di idee per il domani. In un mondo in cui siamo in concorrenza con altri blocchi di paesi, la migliore possibilità per l'Europa è quella di mettere in comune le risorse a disposizione, in modo da poter conseguire un'economia sociale di mercato altamente competitiva che soddisfi gli obiettivi della strategia Europa 2020. Con le nostre economie ora più interdipendenti che mai, tutti noi abbiamo interesse a consolidare la ripresa economica in ciascuno Stato membro.

Analogamente, la quota del bilancio destinata all’agricoltura costituisce il fondamento di una vera politica europea comune di importanza strategica, nella quale oltre il 70% del finanziamento non è più nazionale e in cui il finanziamento a livello dell'UE è meno costoso di 27 politiche agricole nazionali. La politica agricola comune sarà modernizzata per fornire prodotti alimentari sicuri e sani, nonché per tutelare l'ambiente e andare a maggiore vantaggio dei piccoli produttori. Essa illustra in quale modo un euro può e deve servire a raggiungere vari obiettivi.

Il mondo sta diventando sempre più piccolo. I cambiamenti di alleanze e i nuovi poteri emergenti fanno sì che l'Europa debba fare di più per far sentire la propria voce. Il denaro investito affinché l'Europa possa interagire con il mondo sarà aumentato. Vi saranno più fondi per i paesi confinanti, e più risorse per rispettare gli impegni assunti per aiutare le popolazioni più povere del mondo. Se noi siamo in un momento difficile adesso, loro lo sono sempre.

La presente proposta sancisce il tema della solidarietà - la solidarietà con le regioni e gli Stati membri più poveri, la solidarietà per affrontare insieme le sfide dell'immigrazione, la solidarietà in termini di sicurezza energetica e la solidarietà con i cittadini dei paesi terzi.

La percezione comune che l’Europa spenda gran parte delle proprie risorse per i propri funzionari ed uffici è errata. Tali spese corrispondono in realtà soltanto al 6% del bilancio. Ritengo tuttavia che anche le istituzioni europee debbano mostrare solidarietà verso i cittadini europei, in un momento in cui è richiesto risparmiare e ottenere la massima efficienza a tutti i livelli. È per questo che non saranno incrementate le spese amministrative e il personale delle istituzioni europee sarà ridotto del 5% nei prossimi sette anni.

Ritengo che stiamo presentando proposte ambiziose ma responsabili. Tagliamo i costi in alcuni settori e spendiamo di più nei settori prioritari. Abbiamo resistito alla tentazione di introdurre piccole modifiche da cui sarebbe risultato un bilancio sostanzialmente invariato. Soprattutto, cerchiamo di fornire un buon rapporto costi/benefici ai cittadini europei.

Il Parlamento europeo, gli Stati membri e la Commissione devono ora riunirsi per trasformare queste proposte in un accordo. Mi aspetto una serie di difficili dibattiti nei mesi a venire ma, con un vero spirito europeo da parte di tutti, ritengo che si possa raggiungere un accordo su un bilancio ambizioso e innovativo capace di incidere effettivamente sulla vita dei cittadini.

Jose Manuel Durão Barroso

Presidente della Commissione europea

1. CONTESTO

Nell’elaborare le proprie proposte per il futuro bilancio dell'Unione europea, la Commissione ha affrontato la sfida di finanziare il numero crescente di settori strategici in cui l'intervento dell'UE può risultare più efficace nell'attuale clima nazionale di austerità e di risanamento di bilancio. Ciò ha condotto a proporre un bilancio con una forte connotazione paneuropea, volto a promuovere la strategia di crescita Europa 2020. La presente proposta è innovativa per la qualità delle sue proposte di spesa e anche per le modalità secondo cui il bilancio dell'UE dovrebbe essere finanziato in futuro, che potrebbero attenuare l’impatto diretto sui bilanci nazionali e renderlo un vero bilancio europeo.

A seguito della crisi economica e finanziaria, l’Unione europea ha adottato misure significative allo scopo di migliorare il coordinamento della governance economica per sostenere la ripresa. Il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno riconosciuto i vantaggi della gestione dell'interdipendenza dell'UE mediante l'approccio strutturato stabilito durante il semestre europeo del coordinamento delle politiche economiche. Il quadro finanziario che verrà applicato è stato concepito per sostenere questo processo e fornisce una visione a lungo termine dell'economia europea al di là delle attuali difficoltà di bilancio di alcuni Stati membri. Il bilancio dell'UE non è un bilancio destinato a "Bruxelles" ma a tutti i cittadini dell'UE. È di modesta entità ed è investito negli Stati membri, al fine di offrire vantaggi per l'Unione europea e i suoi cittadini. Il bilancio dell'Unione contribuisce a realizzare la strategia di crescita dell'UE perché ha un forte effetto catalizzatore, in particolare se sfruttato per raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020.

Il filo conduttore della presente proposta è la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La Commissione propone di aumentare gli importi stanziati per la ricerca e l'innovazione, l'istruzione e lo sviluppo delle PMI. Propone di valorizzare maggiormente il potenziale del mercato unico fornendo le infrastrutture di cui necessita per funzionare nel ventunesimo secolo. Propone di rendere la politica agricola comune più efficiente sotto il profilo delle risorse, in modo che essa non solo produca prodotti alimentari di alta qualità ma contribuisca anche a gestire l'ambiente e a lottare contro i cambiamenti climatici. Anche il tema della solidarietà ricorre in questa proposta: solidarietà con le regioni e gli Stati membri più poveri concentrando la maggior parte delle spese relative alla coesione sulle loro necessità, solidarietà nell'affrontare insieme le sfide dell'immigrazione e nel far fronte alle catastrofi, solidarietà in termini di sicurezza energetica e solidarietà con i cittadini dei paesi terzi che necessitano del nostro sostegno per i loro bisogni umanitari immediati e il loro sviluppo a lungo termine.

La Commissione condivide la preoccupazione del Parlamento europeo[1], secondo cui "il modo in cui è andato evolvendosi il sistema delle risorse proprie … pone un'enfasi eccessiva sui saldi netti tra gli Stati membri, contraddicendo così il principio della solidarietà dell'Unione, riducendo l'interesse comune europeo e ignorando per lo più il valore aggiunto europeo". Nel formulare queste proposte la Commissione intende imprimere alle finanze UE una direzione diversa, iniziando a spostarsi da un bilancio dominato da contributi basati sul reddito nazionale lordo verso un bilancio dell'UE con una quota di vere "risorse proprie", più in linea con le disposizioni del trattato, secondo cui il bilancio è finanziato integralmente tramite risorse proprie.

Nel redigere la presente proposta per il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP), la Commissione ha esaminato l'impatto degli attuali strumenti e programmi di spesa, ha svolto un'ampia consultazione con le parti interessate[2] e ha analizzato le opzioni per elaborare gli strumenti e i programmi nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale[3].

2. La proposta di quadro finanziario pluriennale

Nel decidere l'importo globale da proporre per il prossimo QFP, la Commissione ha tenuto in considerazione il parere del Parlamento europeo, che ritiene che "il congelamento del prossimo QFP ai livelli del 2013 ... non rappresenti un'opzione auspicabile … [e che]… le risorse per il prossimo QFP debbano essere incrementate almeno del 5%"[4]. La Commissione ha inoltre tenuto conto delle conclusioni del Consiglio europeo[5] secondo cui è essenziale che "il prossimo quadro finanziario pluriennale rifletta[no] gli sforzi di risanamento dei conti pubblici attualmente compiuti dagli Stati membri per condurre il disavanzo e il debito su una via più sostenibile. Nel rispetto del ruolo delle diverse istituzioni e tenendo conto dell'esigenza di realizzare gli obiettivi dell'Europa …. [è necessario] assicurare che la spesa a livello europeo dia un contributo adeguato a questi lavori".

La Commissione è convinta del valore aggiunto della spesa a livello dell'UE. La spesa prevista dall'attuale QFP rappresenta poco più dell'1% del RNL dell'UE ed è modesta rispetto ai fabbisogni paneuropei sistematicamente individuati dal Parlamento europeo e dal Consiglio. La Commissione propone un quadro finanziario con impegni pari all'1,05% del RNL che si traducono in pagamenti pari all'1% provenienti dal bilancio UE. Un ulteriore 0,02% di spese potenziali non comprese nel quadro finanziario e lo 0,04% di spese non comprese nel bilancio porteranno la cifra totale all'1,11%, comprendente gli importi finanziari destinati alla capacità di reazione alle crisi ed emergenze (che non sono prevedibili, come gli interventi umanitari) e le spese che ricevono contributi ad hoc dagli Stati membri (ad esempio il FES che ha un criterio di contribuzione diverso da quello del bilancio UE). Nel proporre il presente quadro finanziario, la Commissione ha cercato di trovare il giusto equilibrio tra ambizione e realismo, tenuto conto del momento in cui si svolgeranno le trattative di bilancio.

In linea con la prassi consolidata per il quadro finanziario pluriennale, la Commissione presenta la sua proposta in termini di impegni finanziari futuri. Essa fornisce inoltre informazioni dettagliate sul ritmo previsto dei pagamenti in modo da dare una maggiore prevedibilità, di particolare importanza in un momento di risanamento del bilancio che richiede un controllo rigoroso sui livelli di pagamento all'inizio del prossimo periodo.

La Commissione ha deciso di proporre il seguente quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020:

·

3. Finanziamento del bilancio dell'UE

La necessità di ammodernamento del quadro finanziario non si applica soltanto alle priorità di spesa e alla loro concezione, ma anche al finanziamento del bilancio dell'UE, che è stato sempre più spesso messo in discussione negli ultimi anni. Il trattato sul funzionamento dell'Unione europea ribadisce l'intenzione originale che il bilancio dell'UE sia finanziato integralmente tramite risorse proprie. Tuttavia, la situazione reale è che ad oggi oltre l'85% del finanziamento dell'UE si basa su aggregati statistici derivanti dal reddito nazionale lordo (RNL) e dall'IVA. Questi sono in genere considerati contributi nazionali che gli Stati membri devono ridurre al minimo. Ciò ha fatto sì che i contribuenti netti assumessero l'atteggiamento che si può riassumere nell'espressione "rivoglio i miei soldi", distorcendo la logica di fondo del bilancio dell'UE e mettendo in discussione il principio generale di solidarietà dell'Unione. Questo ha anche determinato un'enfasi eccessiva sui pagamenti netti e sui saldi e ha impedito al bilancio dell'UE di svolgere appieno il suo ruolo di fornire valore aggiunto per l'UE nel suo insieme.

È giunto il momento di iniziare a riallineare il finanziamento dell'UE con i principi di autonomia, trasparenza ed equità e di dotare l'UE dei mezzi per raggiungere i suoi obiettivi strategici convenuti. Lo scopo di proporre nuove risorse proprie non è aumentare il bilancio generale dell'UE, ma abbandonare l'atteggiamento "rivoglio i miei soldi" e introdurre più trasparenza nel sistema. Non si tratta di attribuire sovranità fiscale all'UE, ma piuttosto di ritornare a meccanismi di finanziamento più fedeli all'intenzione originaria dei trattati. Pertanto, la proposta della Commissione determinerebbe una riduzione dei contributi diretti a carico dei bilanci degli Stati membri.

Nella revisione del bilancio[6], la Commissione ha proposto un elenco non esaustivo di possibili mezzi di finanziamento che potrebbero sostituire gradualmente i contributi nazionali e alleggerire l'onere sui bilanci nazionali. Sono altresì elencati vari criteri da applicare nella loro valutazione. La Commissione ha effettuato un'analisi approfondita delle opzioni[7] e ha deciso di proporre un nuovo sistema di risorse proprie basato su una tassa sulle transazioni finanziarie e una nuova risorsa IVA. Queste nuove risorse proprie finanzierebbero in parte il bilancio dell'UE e potrebbero sostituire completamente il complesso sistema di risorse proprie esistente basato sull'IVA, che la Commissione propone di eliminare, e ridurre il peso della risorsa basata sull'RNL. La proposta della Commissione di decisione del Consiglio sulle nuove risorse proprie è illustrata nel relativo testo legislativo[8]. In questo contesto, la Commissione sostiene la richiesta formulata dal Parlamento europeo relativa ad una conferenza interparlamentare con i parlamenti nazionali per discutere l'argomento.

Per le ragioni suesposte, la Commissione propone inoltre un'importante semplificazione al problema di riduzioni e rettifiche. I tentativi di uniformare le differenze tra i versamenti degli Stati membri al bilancio dell'UE e le entrate provenienti da varie politiche di spesa dell'Unione europea causano distorsioni nel bilancio e pregiudicano la sua capacità di fornire valore aggiunto. Per questo motivo la Commissione propone, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo di Fontainebleau del 1984, di limitare i contributi degli Stati membri che altrimenti affronterebbero un onere di bilancio eccessivo rispetto alla loro prosperità relativa.

4. Principi alla base del bilancio dell'UE

Il bilancio dell’UE è diverso dai bilanci nazionali: non finanzia le cure sanitarie dirette o l'istruzione, non finanzia le forze di polizia e l'esercito, come fanno i bilanci nazionali. Esso risponde a una logica paneuropea, non nazionale. La sua entità relativamente modesta gli consente di concentrarsi dove ottiene un elevato valore aggiunto per l'UE[9]. Il bilancio dell'UE non cerca di finanziare interventi che gli Stati membri potrebbero finanziare da soli: esiste perché ci sono attività che devono essere finanziate per consentire il funzionamento dell'UE o che possono essere svolte in maniera più economica ed efficace mediante il finanziamento collettivo del bilancio dell'UE. Il bilancio dell'UE è chiamato a:

(a) finanziare le politiche comuni che gli Stati membri hanno convenuto di trattare a livello dell'UE (ad esempio, la politica agricola comune);

(b) esprimere solidarietà tra tutti gli Stati membri e le regioni, al fine di sostenere lo sviluppo delle regioni più deboli, permettendo altresì all'UE di funzionare come uno spazio economico unico (per esempio, attraverso la politica di coesione);

(c) finanziare le azioni per completare il mercato interno, che nemmeno lo Stato membro più prospero potrebbe finanziare con mezzi propri. Il bilancio dell'UE consente di avere una prospettiva paneuropea piuttosto che puramente nazionale (per esempio, finanziando investimenti infrastrutturali paneuropei) e contribuisce inoltre a ridurre le costose duplicazioni fra regimi nazionali diversi che perseguono in parte gli stessi obiettivi;

(d) garantire sinergie ed economie di scala, agevolando la cooperazione e la soluzione comune di questioni che non possono essere risolte dai singoli Stati membri (ad esempio, la ricerca e l'innovazione di livello mondiale, la cooperazione in materia di affari interni, l'immigrazione e la giustizia);

(e) rispondere alle sfide persistenti ed emergenti che richiedono un approccio comune e paneuropeo (per esempio, l'ambiente, il cambiamento climatico, gli aiuti umanitari e la cultura, il cambiamento demografico e la cultura).

Sulla base di queste considerazioni, nell'elaborare il nuovo QFP la Commissione ha messo in atto i principi enunciati nella revisione del bilancio 2010:

· concentrare l'attenzione sulla realizzazione delle priorità strategiche fondamentali;

· concentrare l'attenzione sul valore aggiunto UE;

· concentrare l'attenzione sull'impatto e sui risultati;

· fornire vantaggi reciproci in tutta l'Unione europea.

Il bilancio dell'UE traduce "la politica in numeri": pertanto i finanziamenti devono andare di pari passo con il quadro normativo esistente e le priorità strategiche nei settori pertinenti. I finanziamenti devono conseguire i risultati attesi – le autorità pubbliche non hanno un "diritto acquisito" a ricevere fondi da spendere liberamente, al contrario, i finanziamenti che ricevono dall'UE servono ad aiutarle a raggiungere gli obiettivi concordati dell'UE. Pertanto, i programmi e gli strumenti compresi nella presente proposta di QFP sono stati rielaborati per garantire che i loro risultati e impatti permettano di realizzare le priorità strategiche fondamentali dell'UE. Le principali caratteristiche della nuova serie di programmi e strumenti finanziari saranno l'attenzione ai risultati, un maggiore ricorso alla condizionalità e la semplificazione dell'esecuzione:

· i risultati saranno chiaramente connessi all'attuazione della strategia Europa 2020 e al raggiungimento dei suoi obiettivi. Ciò significa concentrare i programmi su un numero limitato di priorità di alto livello e su azioni che conseguono una massa critica ed evitare la frammentazione e interventi non coordinati tra loro. Ove possibile, i programmi esistenti saranno fusi (per esempio in settori quali affari interni, istruzione e cultura) e/o rielaborati (nei settori della ricerca e della coesione), al fine di assicurare una programmazione integrata e un’unica serie di meccanismi di attuazione, rendicontazione e controllo;

· semplificazione: le attuali regole di finanziamento sono cambiate non solo in risposta all'esigenza di responsabilità sulle modalità di spesa del denaro pubblico ma anche per tenere conto dei problemi precedenti. Il risultato è un insieme diverso e complesso, di difficile attuazione e controllo. Tale complessità comporta un pesante onere amministrativo per i beneficiari nonché per la Commissione e gli Stati membri, che può avere l'effetto indesiderato di dissuadere dal partecipare e di ritardare l'esecuzione. Attualmente si sta lavorando per semplificare sia le norme generali (regolamento finanziario) sia le norme settoriali specifiche;

· condizionalità: al fine di concentrarsi maggiormente sui risultati piuttosto che sugli elementi iniziali, verrà introdotto il principio della condizionalità nei programmi e negli strumenti. Ciò è particolarmente importante per i grandi capitoli di spesa relativi alla politica di coesione e all'agricoltura, per i quali gli Stati membri e i beneficiari saranno tenuti a dimostrare che i finanziamenti ricevuti servono ad agevolare il raggiungimento delle priorità strategiche dell'UE. Più in generale, la Commissione assicurerà la coerenza tra la politica economica globale dell'Unione e il bilancio UE, in particolare al fine di evitare situazioni in cui l'efficacia dei finanziamenti europei sia compromessa da politiche macro finanziare inadeguate;

· effetto di leva degli investimenti: lavorando con il settore privato su strumenti finanziari innovativi è possibile accrescere l'impatto del bilancio UE, stimolando un maggior numero di investimenti strategici e rafforzando così il potenziale di crescita dell'Unione. L'esperienza di lavoro, in particolare con il gruppo Banca europea per gli investimenti (BEI), con le istituzioni finanziarie pubbliche nazionali e internazionali, è stata positiva e sarà portata avanti nel prossimo quadro finanziario pluriannuale. Le garanzie e gli accordi di condivisione dei rischi possono consentire al settore finanziario di fornire maggiori capitali e di concedere più prestiti alle imprese innovative, o ai progetti infrastrutturali. In tal modo, questi strumenti finanziari possono anche contribuire allo sviluppo globale dei mercati finanziari a seguito della crisi.

5. I principali nuovi elementi

L'ambizione della Commissione per il prossimo bilancio UE è spendere in modo diverso, con una maggiore enfasi sui risultati e sull'efficacia, concentrandosi sulla realizzazione del programma Europa 2020 mediante una maggiore condizionalità nella politica di coesione e introducendo la dimensione ecologica nei pagamenti diretti agli agricoltori. Il prossimo bilancio sarà modernizzato ridistribuendo le risorse a settori prioritari quali le infrastrutture paneuropee, la ricerca e l'innovazione, l'istruzione e la cultura, rendendo più sicure le frontiere esterne e garantendo le priorità della politica in materia di relazioni esterne, come la politica di vicinato dell'UE. Esso è rivolto alle priorità strategiche trasversali, quali la protezione dell'ambiente e la lotta contro il cambiamento climatico, come parte integrante di tutti i principali strumenti e interventi. I dettagli dell'approccio in ogni settore strategico sono forniti nella parte II della presente comunicazione. Le sezioni seguenti illustrano le modifiche fondamentali che saranno introdotte nei principali settori di spesa.

5.1. Orizzonte 2020: un quadro strategico comune per la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo tecnologico

L'UE deve fronteggiare un notevole divario in materia di innovazione[10], che deve essere colmato se l'Unione vuole competere con altre economie sviluppate e con economie emergenti, in via di sviluppo. Nel suo insieme, l'Unione europea è in ritardo rispetto a Giappone e Stati Uniti relativamente a una serie di indicatori fondamentali, quali il numero di brevetti depositati, le esportazioni di prodotti a medio e alto contenuto tecnologico e la percentuale del PIL destinata alla ricerca e sviluppo.

La ricerca e sviluppo contribuisce a creare posti di lavoro, ad aumentare la prosperità e a migliorare la qualità di vita. L'UE occupa una posizione di primissimo piano per molte tecnologie, ma è esposta sempre più alla concorrenza non solo dei partner tradizionali, ma anche delle economie emergenti. I programmi comuni riuniscono le attività di ricerca e possono quindi ottenere risultati che gli Stati membri non possono conseguire da soli.

La sfida consiste nel favorire un aumento degli investimenti nella ricerca e sviluppo in tutta l'UE, in modo da conseguire l'obiettivo generale della strategia Europa 2020 di investire il 3% del PIL nella R&S. L'UE deve anche incrementare la trasformazione del sapere scientifico in processi e prodotti brevettati a disposizione non solo delle industrie a tecnologia avanzata ma, forse ancor più importante, anche nei settori tradizionali. Ciò richiede un impegno da parte delle autorità pubbliche, del settore privato e della comunità della ricerca. La Commissione ha avviato una riorganizzazione approfondita delle strutture di governance della ricerca dell'UE con la creazione del Consiglio europeo della ricerca, che sta attualmente dando risultati positivi. La Commissione propone di andare oltre e di riorganizzare gli attuali strumenti di finanziamento dell'UE per la ricerca e l'innovazione (in particolare i programmi quadro per la ricerca e il programma per la competitività e l'innovazione) onde stabilire un più forte collegamento con determinati obiettivi strategici e semplificare le procedure di esecuzione. Ciò permetterà inoltre di alleviare l’onere amministrativo che grava sui beneficiari.

La Commissione propone che, in futuro, il finanziamento della ricerca e dell'innovazione si basi su tre grandi settori che sono saldamente ancorati alla strategia Europa 2020:

· eccellere nella base scientifica;

· affrontare le sfide sociali;

· creare una leadership industriale e rafforzare la competitività.

Un quadro strategico comune (che sarà denominato Orizzonte 2020) eliminerà la frammentazione e garantirà più coerenza, anche con i programmi di ricerca nazionali. Esso sarà strettamente collegato alle priorità strategiche settoriali fondamentali quali la salute, la sicurezza alimentare e la bioeconomia, l'energia e il cambiamento climatico. L'Istituto europeo di tecnologia sarà parte del programma Orizzonte 2020 e avrà un ruolo fondamentale nel riunire i tre lati del triangolo della conoscenza - l'istruzione, l'innovazione e la ricerca - mediante le sue comunità della conoscenza e dell'innovazione. Una caratteristica della nuova strategia in materia di finanziamento della ricerca sarà il maggiore ricorso a strumenti finanziari innovativi, a seguito del buon esempio del meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi.

La Commissione propone di stanziare 80 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020 a favore del quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione. Questo finanziamento sarà integrato da un importante sostegno per la ricerca e l'innovazione derivante dai fondi strutturali. Per esempio, in tutte le regioni d'Europa sono stati spesi circa 60 miliardi di EUR in ricerca e innovazione nel periodo 2007-2013 e per il futuro si possono prevedere analoghi livelli di spesa.

5.2. Solidarietà e investimenti per la crescita sostenibile e l'occupazione

La politica di coesione è un'espressione importante della solidarietà con le regioni più deboli e più povere dell'UE – ma è anche qualcosa di più. Uno dei principali successi conseguiti dall'UE è stata la sua capacità di innalzare il tenore di vita di tutti i suoi cittadini. Ciò è stato possibile non solo contribuendo allo sviluppo e alla crescita delle regioni e degli Stati membri più poveri ma anche mediante il suo ruolo nell'integrazione del mercato interno, la cui dimensione consente di accedere a nuovi mercati e realizzare economie di scala per tutte le regioni dell'UE, a prescindere dalla loro ricchezza o dimensione. La valutazione della precedente spesa della Commissione ha rivelato molti esempi di valore aggiunto e di investimenti che hanno apportato crescita e posti di lavoro, che non sarebbero stati realizzati senza il sostegno del bilancio dell'UE. Tuttavia, i risultati mostrano anche una certa dispersione e la mancanza di priorità. In un momento in cui i fondi pubblici sono scarsi e gli investimenti a favore della crescita sono più necessari che mai, la Commissione ha deciso di proporre modifiche importanti alla politica di coesione.

La politica di coesione riveste un ruolo importante anche nel perseguimento degli obiettivi e dei traguardi di Europa 2020 in tutta l'UE. La Commissione propone di porre maggiore enfasi sui risultati e sull'efficacia della spesa relativa alla coesione, abbinando più sistematicamente la politica di coesione agli obiettivi di Europa 2020. Essa propone inoltre di introdurre una nuova categoria di regioni, delle cosiddette "regioni in transizione", per sostituire l'attuale sistema di phasing-out e phasing-in. Questa categoria comprenderà tutte le regioni con un PIL pro capite fra il 75% e il 90% della media UE-27.

Disoccupazione e tassi di povertà costantemente elevati richiedono un'azione a livello UE e nazionale. Poiché l'Unione soffre sempre più di bassi livelli di competenze, di risultati insoddisfacenti delle politiche attive del mercato del lavoro e dei sistemi di istruzione, dell'esclusione sociale di gruppi emarginati e della scarsa mobilità del lavoro, occorre adottare iniziative politiche e offrire un sostegno concreto. Molte di queste problematiche sono state acuite dalla crisi economica e finanziaria, dall'andamento demografico e dell'immigrazione e dalla rapidità del cambiamento tecnologico. Se non affrontate efficacemente, possono compromettere seriamente la coesione sociale e la competitività. È pertanto indispensabile accompagnare gli investimenti a favore della crescita nelle infrastrutture, nella competitività regionale e nello sviluppo imprenditoriale con misure connesse alla politica del mercato del lavoro, all’istruzione, alla formazione, all’inclusione sociale, all’adattabilità dei lavoratori, alle imprese e agli imprenditori e alla capacità amministrativa.

In tale ambito il Fondo sociale europeo (FSE) svolge un ruolo fondamentale; si propone che gli Stati membri siano tenuti a definire le modalità con cui i diversi strumenti di finanziamento contribuiscono a conseguire gli obiettivi generali della strategia Europa 2020, anche stabilendo quote minime del sostegno dei fondi strutturali a favore del FSE per ciascuna categoria di regioni (25% per le regioni dell'obiettivo convergenza, 40% per le regioni in transizione, 52% per le regioni dell'obiettivo competitività, in base al presupposto che il Fondo di coesione continui a rappresentare un terzo degli stanziamenti relativi alla politica di coesione negli Stati membri ammissibili e escludendo la cooperazione territoriale). L'applicazione di queste percentuali determina una percentuale minima complessiva per il FSE pari al 25% del bilancio destinato alla politica di coesione, ossia 84 miliardi di EUR. Il FSE sarà integrato da una serie di strumenti gestiti direttamente dalla Commissione, quali PROGRESS e la rete EURES per favorire la creazione di posti di lavoro.

Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) è un fondo flessibile, non compreso nel quadro finanziario, che sostiene coloro che hanno perso il lavoro a seguito di mutamenti strutturali del commercio mondiale e li aiuta a trovare un'altra occupazione il più rapidamente possibile. Gli importi necessari variano da anno in anno ed è per questo che la Commissione propone di non includere il FEG nel quadro finanziario. Può essere fatto ricorso al FEG anche per aiutare i lavoratori del settore agricolo il cui sostentamento potrebbe risentire della globalizzazione.

Per migliorare l'efficacia della spesa dell'UE e conformemente all'impostazione territoriale del trattato di Lisbona, la Commissione propone di istituire un quadro strategico comune per tutti i fondi strutturali, per tradurre gli obiettivi della strategia Europa 2020 in priorità d'investimento. Ciò al fine di a dare piena attuazione all'obiettivo di coesione territoriale del trattato di Lisbona. In termini operativi, la Commissione propone di concludere un contratto di partenariato con ciascuno Stato membro. Questi contratti definiranno l'impegno dei partner a livello nazionale e regionale a utilizzare i fondi stanziati per dare attuazione alla strategia Europa 2020, un quadro di riferimento dei risultati con il quale valutare i progressi in relazione agli impegni.

Occorre quindi uno stretto collegamento con i programmi nazionali di riforma e i programmi nazionali di stabilità e convergenza elaborati dagli Stati membri e con le raccomandazioni specifiche per ciascun paese adottate dal Consiglio sulla base di questi ultimi. Per garantire che l'efficacia della spesa relativa alla coesione non sia compromessa da politiche macro‑finanziarie inadeguate, la condizionalità connessa alla nuova governance economica integrerà la condizionalità ex ante specifica per settore definita in ogni contratto.

I contratti definiranno chiaramente gli obiettivi e gli indicatori e fisseranno una serie di condizionalità (sia ex ante che relative al conseguimento dei risultati in modo che possano essere monitorate) e prevedranno l’impegno di rendere conto annualmente dei progressi compiuti nelle relazioni annuali sulla politica di coesione. I finanziamenti si concentreranno su un numero limitato di priorità: le regioni dell'obiettivo competitività e le regioni in transizione dovrebbero innanzitutto utilizzare tutta la loro dotazione di bilancio, escluso il FSE, per l'efficienza energetica, le energie rinnovabili e la competitività e innovazione delle PMI, mentre le regioni dell'obiettivo convergenza dovrebbero destinare il loro stanziamento a una più ampia serie di priorità (se necessario, compreso il rafforzamento delle capacità istituzionali).

Per rafforzare l'attuazione, saranno introdotte nuove disposizioni relative alla condizionalità per garantire che il finanziamento dell'UE sia incentrato sui risultati e che incentivi fortemente gli Stati membri a garantire l'effettivo conseguimento degli obiettivi di Europa 2020 mediante la politica di coesione. La condizionalità consisterà sia di condizioni ex ante che devono essere presenti prima dell'erogazione dei fondi sia di condizioni ex post che subordineranno l'erogazione di ulteriori finanziamenti ai risultati ottenuti. In assenza di progressi per adempiere a queste condizioni, i finanziamenti potranno essere sospesi o cancellati.

La condizionalità sarà basata sui risultati e sugli incentivi ad attuare le riforme necessarie per assicurare l'uso efficiente delle risorse finanziarie. Al fine di concentrare l'attenzione sui risultati e sul raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, il 5% del bilancio destinato alla coesione sarà accantonato e assegnato, durante una valutazione intermedia, a quegli Stati membri e regioni i cui programmi hanno realizzato le tappe fondamentali relative al raggiungimento degli obiettivi del programma connessi ai traguardi di Europa 2020. Le tappe fondamentali saranno definite in base ai regolamenti in materia di politica di coesione.

L'esperienza acquisita con l'attuale quadro finanziario indica che molti Stati membri hanno difficoltà ad assorbire ingenti fondi UE su un periodo di tempo limitato. Ritardi nella preparazione dei progetti, negli impegni e nella spesa sono responsabili di una considerevole quantità di stanziamenti non utilizzati al termine dell'attuale periodo di finanziamento. Inoltre, la situazione di bilancio in alcuni Stati membri rende più difficile sbloccare i fondi per fornire il cofinanziamento nazionale. Per rafforzare la capacità di assorbimento di fondi, la Commissione propone una serie di misure:

· fissare al 2,5% del RNL il tasso massimo di stanziamenti relativi alla coesione;

· consentire un aumento temporaneo del tasso di cofinanziamento da 5 a 10 punti percentuali quando uno Stato membro beneficia di assistenza finanziaria a norma dell'articolo 136 o 143 del TFUE, riducendo la partecipazione richiesta ai bilanci nazionali in un periodo di risanamento di bilancio, pur mantenendo lo stesso livello complessivo di finanziamenti UE;

· inserire nei contratti di partenariato determinate condizioni relative al miglioramento della capacità amministrativa.

Per il prossimo QFP, la Commissione propone di concentrare la maggior parte dei finanziamenti relativi alla coesione nelle regioni e negli Stati membri più poveri. Essa propone anche di aiutare le regioni che perdono la qualifica di regione dell'obiettivo convergenza limitando la riduzione dell'intensità di aiuto che si verificherebbe se acquisissero immediatamente lo status di regione dell'obiettivo competitività. Pertanto, la Commissione propone che esse mantengano, per il prossimo periodo del QFP, due terzi degli stanziamenti precedentemente loro attribuiti. Tali regioni, unitamente ad altre regioni con livelli analoghi di PIL (tra il 75% e il 90% del PIL dell'UE) costituiranno una nuova categoria di "regioni in transizione".

La Commissione propone di stanziare 376 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020 a favore degli strumenti della politica di coesione. Questo importo comprende: · 162,6 miliardi di EUR per le regioni dell'obiettivo convergenza · 38,9 miliardi di EUR per le regioni in transizione · 53,1 miliardi di EUR per le regioni dell'obiettivo competitività · 11,7 miliardi di EUR per la cooperazione territoriale · 68,7 miliardi di EUR per il Fondo di coesione e 40 miliardi di EUR per il meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe facility, si veda la sezione 5.3). Il Fondo sociale europeo (basato sulla ripartizione 25/40/52 per categoria di regioni) rappresenterà almeno il 25% della dotazione relativa alla coesione, senza tenere conto del meccanismo per collegare l'Europa, pari a 84 miliardi di euro Non compresi nel QFP: · 3 miliardi di EUR per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione · 7 miliardi di EUR per il Fondo di solidarietà dell'Unione europea.

5.3. Collegare l'Europa

Un mercato unico pienamente funzionante dipende da un'infrastruttura moderna ed efficiente che collega l'Europa in particolare nei settori del trasporto, dell'energia e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC).

Per il periodo 2014-2020 si stima che occorra investire circa 200 miliardi di EUR per completare le reti transeuropee dell'energia, 540 miliardi di EUR nella rete transeuropea dei trasporti e oltre 250 miliardi di EUR nelle TIC. Mentre il mercato può e deve garantire la maggior parte degli investimenti necessari, occorre ovviare ai fallimenti del mercato, per colmare le lacune persistenti, eliminare le strozzature, e garantire adeguati collegamenti transfrontalieri. Tuttavia l'esperienza accumulata dimostra che i bilanci nazionali non attribuiranno mai un'elevata priorità agli investimenti plurinazionali e transfrontalieri per dotare il mercato unico dell'infrastruttura di cui ha bisogno. Questo è un altro esempio del valore aggiunto del bilancio UE: può garantire i finanziamenti per i progetti paneuropei che collegano il centro e la periferia, a vantaggio di tutti.

Pertanto, la Commissione ha deciso di proporre la creazione di un meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe facility), per accelerare lo sviluppo delle infrastrutture di cui l'UE ha bisogno. Tali collegamenti che stimolano la crescita forniranno un migliore accesso al mercato interno e porranno fine all'isolamento di talune "isole" economiche. Ad esempio, le zone dell'UE che non sono ancora connesse alle principali reti elettriche e del gas dipendono da investimenti effettuati in altri Stati membri per il proprio approvvigionamento energetico. Il meccanismo per collegare l'Europa fornirà inoltre un contributo essenziale alla sicurezza energetica, garantendo un accesso paneuropeo a diverse fonti e fornitori, all'interno e all'esterno dell'Unione. Esso contribuirà altresì a mettere in pratica il nuovo concetto di coesione territoriale introdotto dal trattato di Lisbona. La disponibilità di reti TIC ad alta velocità e di servizi paneuropei relativi alle TIC in tutta Europa risolverà la frammentazione del mercato unico e andrà a beneficio delle PMI in cerca di opportunità di crescita al di là del loro mercato nazionale.

Il meccanismo per collegare l'Europa finanzierà predeterminate infrastrutture prioritarie di interesse per l'intera UE nei settori del trasporto, dell'energia e delle TIC, infrastrutture sia fisiche che telematiche, che rispettano i criteri di sviluppo sostenibile. Un elenco preliminare delle infrastrutture proposte (i collegamenti mancanti) è allegato alla presente proposta.

Il meccanismo per collegare l'Europea sarà gestito a livello centrale e sarà finanziato da risorse di bilancio specifiche e mediante importi del Fondo di coesione destinati al trasporto. Gli investimenti realizzati in regioni dell'obiettivo convergenza avranno tassi di cofinanziamento dal bilancio dell'UE superiori a quelli realizzati in regioni dell'obiettivo competitività. Le infrastrutture locali e regionali saranno collegate alle infrastrutture principali dell’UE, che collegano tutti i cittadini dell'UE, e possono essere (co)finanziate dai Fondi strutturali (Fondo di coesione e/o FESR, a seconda della situazione di ogni Stato membro/regione). Considerando le carenze infrastrutturali nei nuovi Stati membri, la Commissione ha deciso di proporre una ripartizione relativamente invariata per il Fondo di coesione. Ciò contribuirà a rafforzare gli investimenti nel settore dei trasporti nelle regioni ammissibili e a sostenere i collegamenti fra queste e il resto dell'UE.

Il meccanismo per collegare l'Europa offre la possibilità di utilizzare strumenti di finanziamento innovativi per accelerare e garantire maggiori investimenti rispetto a quanto potrebbe essere ottenuto soltanto tramite fondi pubblici. La Commissione collaborerà strettamente con la BEI e con altre banche per gli investimenti pubblici al fine di unire i finanziamenti per questi progetti. In particolare, la Commissione intende promuovere l'uso di obbligazioni UE per il finanziamento di progetti[11] come mezzo per portare avanti la realizzazione di tali importanti progetti.

Alcuni dei progetti infrastrutturali di interesse per l'UE dovranno passare attraverso paesi confinanti e paesi in fase di preadesione. La Commissione proporrà mezzi semplificati per collegarli e finanziarli mediante il nuovo meccanismo, al fine di garantire la coerenza tra strumenti interni ed esterni. Ciò implica l'esistenza di una serie integrata di regole che permettano di finanziare i progetti di rilievo con risorse provenienti da varie rubriche del bilancio UE.

La Commissione propone di stanziare 40 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020 a favore del meccanismo per collegare l'Europa, da integrare con 10 miliardi di EUR aggiuntivi riservati a investimenti correlati ai trasporti nell'ambito del Fondo di coesione. Questo importo comprende 9,1 miliardi di EUR per il settore energetico, 31,6 miliardi di EUR per i trasporti (compresi 10 miliardi di EUR del Fondo di coesione) e 9,1 miliardi di EUR per le TIC.

5.4. Una politica agricola comune efficiente sotto il profilo delle risorse

La politica agricola comune (PAC) è una delle poche politiche veramente comuni dell'UE. È concepita per avere un settore agricolo sostenibile in Europa, rafforzando la sua competitività, assicurando un approvvigionamento alimentare adeguato e sicuro, preservando l'ambiente e la campagna e assicurando al tempo stesso un tenore di vita equo alla popolazione agricola. Essa sostituisce le 27 diverse politiche agricole nazionali e consente dei risparmi per i bilanci nazionali, in quanto il bilancio dell'Unione europea fornisce un sostegno diretto agli agricoltori senza cofinanziamento nazionale.

Attraverso le modifiche proposte al finanziamento della PAC, la Commissione integra maggiormente questa politica all'interno della strategia Europa 2020, garantendo nel contempo livelli stabili di reddito per gli agricoltori europei. In futuro, il bilancio agricolo non dovrà solamente essere utilizzato per aumentare la produttività agricola, per assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, per stabilizzare i mercati, per garantire la disponibilità degli approvvigionamenti e per assicurare che raggiungano il consumatore a prezzi ragionevoli, ma dovrà anche finanziare la gestione sostenibile delle risorse naturali e l'azione per il clima e sostenere uno sviluppo equilibrato del territorio in tutta l'Europa. I tre ambiti della strategia Europa 2020 – una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva – saranno parte della prossima fase di sviluppo della PAC.

Le modifiche proposte dalla Commissione intendono condurre a un sistema di sostegno più giusto e più equo in tutta l'UE, collegando la politica agricola e dell’ambiente alla gestione sostenibile del territorio e garantendo che l'agricoltura continui a contribuire ad un'economia rurale dinamica. Nel corso degli anni, sono stati inclusi nella PAC vari obblighi e doveri che è più opportuno che rimangano propri di altri settori strategici. La Commissione coglierà l'occasione presentata dal nuovo QFP per riportare l'attenzione della PAC sulle sue attività nuove e fondamentali. Così, ad esempio, i fondi destinati alla sicurezza alimentare sono stati spostati nella rubrica 3 del bilancio e in futuro gli aiuti alimentari per gli indigenti saranno finanziati dalla rubrica 1 poiché collimano maggiormente con l'obiettivo di riduzione della povertà della strategia Europa 2020. La Commissione proporrà di estendere la portata del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per includere gli aiuti agli agricoltori il cui sostentamento potrebbe risentire della globalizzazione.

La struttura di base a due pilastri della PAC sarà mantenuta. Le principali modifiche proposte dalla Commissione sono le seguenti:

ecologizzazione dei pagamenti diretti: per garantire che la PAC aiuti l'UE a raggiungere i suoi obiettivi in materia di ambiente e di azione per clima, al di là dei requisiti di condizionalità della legislazione in vigore, il 30% degli aiuti diretti sarà subordinato al rispetto dell'ambiente. Ciò significa che tutti gli agricoltori devono impegnarsi ad adottare procedure ecologiche che saranno definite nella legislazione e che saranno verificabili. Il risultato sarà orientare il settore agricolo verso la sostenibilità e gli agricoltori riceveranno pagamenti per fornire beni pubblici ai loro concittadini;

convergenza dei pagamenti: per garantire una più equa distribuzione degli aiuti diretti, tenendo conto delle differenze ancora esistenti nei livelli salariali e nei costi dei fattori produttivi, i livelli degli aiuti diretti per ettaro saranno progressivamente adeguati. Questo obiettivo verrà raggiunto nella maniera seguente: nel corso del periodo in oggetto, tutti gli Stati membri con un livello di pagamenti diretti inferiori al 90% della media colmeranno un terzo della differenza fra il loro livello attuale e questo livello. Questa convergenza sarà finanziata proporzionalmente da tutti gli Stati membri che beneficiano di pagamenti diretti superiori alla media UE. Del pari, lo stanziamento di fondi per lo sviluppo rurale sarà riesaminato in base a criteri più obiettivi e più adeguati agli obiettivi della politica. Ciò garantirà un più equo trattamento degli agricoltori che svolgono le stesse attività. Per consentire alla PAC di risolvere le problematiche connesse alle specificità economiche, sociali, ambientali e geografiche dell'agricoltura europea nel ventunesimo secolo e di contribuire efficacemente agli obiettivi di Europa 2020, la Commissione proporrà di permettere la flessibilità fra i due pilastri;

fissare il livello dei pagamenti diretti limitando il livello base del sostegno diretto al reddito che possono ricevere le grandi aziende agricole, tenendo conto delle economie di scala delle strutture più grandi e dei posti di lavoro direttamente generati da tali strutture. La Commissione propone che i risparmi vengano riutilizzati nello stanziamento di bilancio per lo sviluppo rurale e che siano mantenuti nelle dotazioni nazionali degli Stati membri in cui hanno origine.

La Commissione ritiene che questi nuovi elementi possano inserirsi nell'attuale struttura a due pilastri della PAC. La futura PAC avrà pertanto un primo pilastro più rispettoso dell'ambiente e più equamente distribuito e un secondo pilastro più incentrato sulla competitività e l'innovazione, il cambiamento climatico e l'ambiente. Politiche più mirate dovrebbero determinare un uso più efficiente delle risorse finanziarie disponibili. Il secondo pilastro della PAC, relativo allo sviluppo rurale, continuerà a contribuire alle esigenze specifiche nazionali e/o regionali, rispecchiando le priorità dell'UE, e sarà soggetto alle stesse disposizioni relative alla condizionalità basata sui risultati di Europa 2020 analogamente agli altri fondi strutturali. Per il periodo successivo al 2013, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) verrà incluso nel quadro strategico comune per tutti i fondi strutturali e nei contratti previsti con tutti gli Stati membri. Evidenziando la dimensione territoriale dello sviluppo socioeconomico e riunendo tutti i fondi UE disponibili in un unico contratto, lo sviluppo economico delle aree rurali di tutta l'UE riceverà in futuro un migliore sostegno.

Infine la Commissione propone di ristrutturare le misure per il mercato attualmente presenti nel primo pilastro della PAC. Oggi l'agricoltura europea affronta una serie di sfide, in particolare deve saper reagire a circostanze imprevedibili o agevolare gli adeguamenti richiesti dagli accordi commerciali internazionali. Per tali ragioni la Commissione propone di creare due strumenti non compresi nel quadro finanziario pluriennale che saranno soggetti alla stessa procedura accelerata applicata alla riserva per gli aiuti d'urgenza: un meccanismo di emergenza per reagire a situazioni di crisi (per esempio un problema relativo alla sicurezza alimentare) e un nuovo campo di applicazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione.

La Commissione, per il periodo 2014-2020, propone di stanziare 281,8 miliardi di EUR a favore del primo pilastro della politica agricola comune e 89,9 miliardi di EUR favore dello sviluppo rurale. Questi finanziamenti saranno integrati da ulteriori 15,2 miliardi di EUR: · 4,5 miliardi di EUR per la ricerca e l'innovazione in materia di sicurezza alimentare, la bioeconomia e l'agricoltura sostenibile (nell'ambito del quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione) · 2,2 miliardi di EUR per la sicurezza alimentare nella rubrica 3 · 2,5 miliardi di EUR per gli aiuti alimentari agli indigenti nella rubrica 1 · 3,5 miliardi di EUR per una nuova riserva per crisi nel settore agricolo · fino a 2,5 miliardi di EUR per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione.

5.5. Investire nel capitale umano

Gli obiettivi generali di Europa 2020 relativi all'incremento della percentuale di persone con formazione di livello universitario e alla riduzione dell'abbandono scolastico precoce non saranno ottenuti senza un maggiore investimento nel capitale umano. Il principale contributo finanziario proveniente dal bilancio dell'UE per quanto riguarda gli investimenti nelle persone proviene dal Fondo sociale europeo. Oltre le sue attività, c'è margine di manovra per aumentare il sostegno UE a tutti i livelli di istruzione formale e di formazione (a scuola, formazione secondaria, professionale, per adulti), nonché all'istruzione informale e non formale e alle attività di formazione. Uno dei principali successi dell'attuale programma di apprendimento permanente (LLP) e dei programmi Erasmus Mundus e Gioventù è la crescita della mobilità transnazionale nel campo dell'apprendimento. Al fine di migliorare le competenze e di contribuire a ridurre l'elevato livello di disoccupazione giovanile in molti Stati membri, per il prossimo periodo del QFP saranno potenziate le azioni attualmente finanziate dal programma Leonardo, che aiuta le persone a beneficiare dell'istruzione e della formazione in un altro paese dell'UE in campi quali l'istruzione professionale iniziale e contribuisce allo sviluppo di politiche innovative e al loro trasferimento fra Stati membri. Attualmente, il sostegno finanziario disponibile per coloro che desiderano fare un master in un altro Stato membro è molto esiguo. La Commissione proporrà di sviluppare, con la partecipazione della BEI, un programma innovativo per fornire garanzie per la mobilità degli studenti di master. Pertanto, la Commissione propone di rafforzare i programmi dell'UE per l'istruzione e la formazione e di aumentare i finanziamenti destinati a queste attività.

Il finanziamento UE a favore della cultura e delle attività dei media sostiene il patrimonio culturale comune degli europei e contribuisce ad aumentare la circolazione di opere creative europee all’interno e all'esterno dell'UE. I programmi attuali rivestono un ruolo cruciale per stimolare la cooperazione transfrontaliera, promuovere l'apprendimento fra pari e rendere questi settori più professionali. Il crescente ruolo economico della cultura e del settore delle industrie creative è perfettamente in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020.

Tuttavia, l’attuale architettura dei programmi e degli strumenti è frammentata. Essi sono stati caratterizzati da una proliferazione di progetti su piccola scala e alcuni di essi non hanno la massa critica per avere un impatto di lunga durata. Vi sono anche alcune sovrapposizioni tra azioni che hanno determinato maggiori costi di gestione e hanno confuso i potenziali richiedenti.

Pertanto, la Commissione propone di razionalizzare e semplificare l'attuale struttura proponendo un unico programma integrato relativo all'istruzione, alla formazione e alla gioventù. Verrà posta l'attenzione sullo sviluppo delle competenze e sulla mobilità del capitale umano. Per le stesse ragioni, verranno realizzate sinergie anche nei programmi correlati alla cultura.

Le procedure di domanda e il controllo e la valutazione dei progetti saranno semplificati, anche attraverso la gestione dei progetti da parte di agenzie nazionali.

La Commissione, per il periodo 2014-2020, propone di stanziare 15,2 miliardi di EUR a favore del settore dell'istruzione e della formazione e 1,6 miliardi di EUR a favore del settore della cultura. Questo finanziamento sarà integrato da un importante sostegno per l'istruzione e la formazione derivante dai fondi strutturali. Per esempio, in tutte le regioni d'Europa sono stati spesi circa 72,5 miliardi di EUR per l'istruzione e la formazione nel periodo 2007-2013 e per il futuro si possono prevedere analoghi livelli di spesa.

5.6. Rispondere alle sfide della migrazione

Le politiche relative al settore Affari interni, riguardante la sicurezza, la migrazione e la gestione delle frontiere esterne, hanno acquisito un’importanza crescente negli ultimi anni. Questo è anche uno dei settori in cui il trattato di Lisbona ha introdotto importanti cambiamenti. La loro importanza è stata confermata dal programma di Stoccolma[12] e dal relativo piano d'azione[13].

L'obiettivo di creare uno spazio senza frontiere interne, nel quale i cittadini dell'UE e cittadini di paesi terzi, con diritti giuridici di ingresso e di soggiorno, possano entrare, spostarsi, vivere e lavorare con la certezza del pieno rispetto dei propri diritti e della propria sicurezza è della massima importanza. Al tempo stesso, è cresciuta la preoccupazione dei cittadini relativa all'immigrazione clandestina e all'integrazione. È fondamentale elaborare delle politiche per l'immigrazione legale e per l'integrazione orientate al futuro al fine di potenziare la competitività dell'UE e la coesione sociale, arricchendo le nostre società e creando opportunità per tutti. Il completamento di un regime d'asilo europeo comune più sicuro ed efficiente che rispecchi i nostri valori rimane una priorità. Nel complesso, questo è un settore con un evidente valore aggiunto per mobilitare il bilancio dell'UE.

Per il prossimo quadro finanziario pluriennale, la Commissione propone di semplificare la struttura degli strumenti di spesa, riducendo il numero di programmi a una struttura a due pilastri, creando un fondo per la migrazione e l'asilo e un fondo per la sicurezza interna. Entrambi i fondi avranno una dimensione esterna per assicurare la continuità del finanziamento, cominciando dall'UE e proseguendo nei paesi terzi, ad esempio per quanto riguarda il reinsediamento dei rifugiati, la riammissione e i programmi di protezione regionale. La Commissione prevede inoltre il passaggio dalla programmazione annuale alla programmazione pluriennale, con la conseguente riduzione del carico di lavoro per la Commissione, gli Stati membri e i beneficiari finali.

Il trattato di Lisbona prevede la cooperazione dell'UE nella lotta contro la criminalità organizzata, nella tratta degli esseri umani e nel contrabbando di armi e di droga, nonché in materia di protezione civile per garantire una migliore protezione delle persone e dell'ambiente in caso di gravi catastrofi naturali o dovute all'azione dell'uomo. L'aumento delle catastrofi che colpiscono i cittadini europei richiede un'azione più sistematica a livello europeo: pertanto la Commissione propone di incrementare l'efficienza, la coerenza e la visibilità della capacità dell'UE di reagire alle catastrofi.

La Commissione, per il periodo 2014-2020, propone di stanziare 8,2 miliardi di EUR a favore del settore affari interni e 455 milioni di EUR per la protezione civile e la capacità europea di reazione alle emergenze.

5.7. L'UE come attore globale

Gli avvenimenti esterni all'Unione europea possono ripercuotersi, e di fatto si ripercuotono, direttamente sulla prosperità e sulla sicurezza dei cittadini dell'Unione. È pertanto interesse dell'UE impegnarsi attivamente per influenzare il mondo esterno, anche mediante l'utilizzo di strumenti finanziari.

Il trattato di Lisbona segna un nuovo inizio per le relazioni dell'UE con il resto del mondo. La creazione della carica di Alto rappresentante che è anche vicepresidente della Commissione, con un forte ruolo di coordinamento, proviene dal desiderio di avere un'interazione efficace e unitaria con i nostri partner internazionali, basata sui principi fondamentali della democrazia, dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, della dignità dell'uomo, dell'uguaglianza e della solidarietà e nel rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. L'UE continuerà a promuovere e a difendere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto anche fuori dai propri confini. Difendere i valori dell'UE è uno degli aspetti principali dell'azione esterna dell'Unione.

Un'altra priorità fondamentale è rispettare l'impegno formale dell'UE di destinare lo 0,7% del prodotto nazionale lordo (PNL) allo sviluppo dei paesi d'oltremare, conservando la quota proveniente dal bilancio UE come parte dello sforzo comune compiuto dall'Unione nel suo insieme entro il 2015 e facendo così un passo significativo verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. Nell'ambito dello strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI), sarà creato uno strumento panafricano per sostenere l'attuazione della Strategia comune Africa – Europa, che porrà l'accento sull'evidente valore aggiunto delle attività interregionali e intercontinentali. Questo strumento sarà abbastanza flessibile da accogliere i contributi degli Stati membri dell'UE, degli stati africani, degli istituti finanziari e del settore privato. Inoltre, lo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI) si concentrerà sull'eradicazione della povertà e sul conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) nelle rispettive regioni del mondo.

L'impegno dell'UE deve essere adeguato alle circostanze individuali. Fra i nostri partner ci sono sia economie dello sviluppo che paesi meno sviluppati che hanno bisogno dell'assistenza specifica dell'UE. Conformemente alla sua recente comunicazione in materia di politica europea di partenariato e vicinato[14], l'UE si è impegnata sul lungo termine per creare uno spazio di stabilità, prosperità e democrazia nel proprio vicinato. Gli sviluppi storici che hanno interessato il mondo arabo richiedono inoltre ingenti investimenti a sostegno delle trasformazioni che sono chiaramente nel loro e nel nostro interesse. L'UE intensificherà le attività in materia di prevenzione delle crisi al fine di preservare la pace e rafforzare la sicurezza internazionale.

I nostri strumenti possono anche agevolare l'impegno dell'Unione con paesi terzi in merito a questioni di rilevanza mondiale, come il cambiamento climatico, la protezione ambientale, l'immigrazione clandestina e le instabilità regionali, e consentire all'Unione europea di reagire in modo rapido ed efficace alle catastrofi naturali o provocate dall'uomo in tutto il mondo. L'UE contribuirà finanziariamente per onorare i propri impegni internazionali in materia di cambiamento climatico e biodiversità. Nel 2003 ha avuto luogo una grande razionalizzazione degli strumenti che ha iniziato a dimostrare la sua efficacia. Sebbene proponga alcuni miglioramenti e rafforzi l'investimento globale, la Commissione non ritiene necessaria un'altra importante modifica della struttura legislativa per il prossimo periodo del QFP.

Per riflettere i cambiamenti attualmente in corso a livello internazionale, la Commissione propone di riorientare il finanziamento dei programmi nei paesi industrializzati ed emergenti e di introdurre al loro posto un nuovo strumento di partenariato a sostegno dei nostri interessi economici nel resto del mondo. Ciò può aumentare le opportunità per le imprese dell'UE mediante la promozione degli scambi e della convergenza normativa nei casi in cui il finanziamento può contribuire a rafforzare le relazioni economiche dell'Unione europea in tutto il mondo. Questo assicurerà che le imprese europee beneficino delle trasformazioni economiche in corso in molte parti del mondo, che offrono opportunità senza precedenti ma che sono anche estremamente concorrenziali.

Gli aiuti umanitari dell'UE sono adesso riconosciuti nel trattato di Lisbona come una politica a sé stante nel settore dell'azione esterna dell'UE, con un forte valore aggiunto. Un'impostazione coerente, complementare e coordinata a livello dell’UE per fornire aiuti umanitari garantisce che le risorse, già limitate, siano utilizzate in modo efficace per soddisfare i fabbisogni individuati e sostiene una più efficace risposta umanitaria a livello internazionale. L'aumento del numero delle catastrofi naturali o provocate dall'azione dell'uomo e del loro impatto economico richiede un'azione sistematica a livello europeo per migliorare la preparazione e rafforzare le capacità di reazione, sia all’interno che all’esterno dell’UE. La Commissione propone che per la capacità di reazione alle crisi, la loro prevenzione e gestione sia fatto ricorso allo Strumento per l’aiuto umanitario, mentre il Meccanismo di protezione civile interverrà per reagire a catastrofi naturali o causate dall'azione dell'uomo, che continueranno in conseguenza del cambiamento climatico.

La Commissione ritiene che gli strumenti di finanziamento in alcuni settori della politica interna, come l'istruzione e l'immigrazione, dovrebbero essere utilizzati anche per sostenere le azioni nei paesi terzi, a causa degli evidenti benefici derivanti da un'impostazione razionalizzata e semplificata.

La Commissione propone di stanziare 70 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020 a favore degli strumenti esterni. E non compresi nel QFP: · Fondo europeo di sviluppo (paesi ACP) 30 miliardi di EUR · Fondo europeo di sviluppo (paesi e territori d'oltremare) 321 milioni di EUR · Fondo mondiale per il clima e la biodiversità · Riserva per gli aiuti d'urgenza 2,5 miliardi di EUR.

5.8. Voci con uno status specifico

Vi sono diverse modalità per finanziare attività che sono realizzate a nome dell’Unione europea o nell’ambito delle sue politiche. Per diverse ragioni, alcune attività sono finanziate da una diversa chiave di bilancio o solo da alcuni Stati membri. Nella presente proposta di QFP, la Commissione richiama inoltre l'attenzione su una serie di proposte di spesa con uno status specifico.

5.8.1. Il Fondo europeo di sviluppo

Il Fondo europeo di sviluppo (FES) finanzia gli aiuti allo sviluppo per i paesi in via di sviluppo partner dell'UE. Il suo finanziamento è tradizionalmente non compreso nel bilancio dell'UE, al fine di tener conto delle particolari relazioni storiche che alcuni Stati membri presentano con diverse parti del mondo. La Commissione ritiene che, nelle circostanze attuali, con l'accordo di Cotonou (in base al quale il FES offre sostegno ai paesi ACP) che scadrà nel 2020, non ricorrono le condizioni perché il FES possa diventare parte del bilancio. Tuttavia, al fine di una futura inclusione, la Commissione valuterà se proporre di avvicinare il criterio di contribuzione del FES a quello usato per il bilancio dell'UE. Ciò contribuirà altresì alla visibilità degli importi assoluti forniti come aiuti allo sviluppo. Si propone inoltre di migliorare il controllo democratico del FES uniformandolo al DCI, pur tenendo conto delle specificità di questo strumento.

5.8.2. Grandi progetti

L'esperienza acquisita nel corso degli anni ha mostrato che i progetti di grandi dimensioni di interesse per l’UE tendono a essere eccessivamente costosi per il suo modesto bilancio. Per la loro specifica natura essi spesso oltrepassano le proiezioni iniziali di costo e la conseguente necessità di reperire ulteriori finanziamenti provoca la riassegnazione di fondi che sono già stati destinati ad altre esigenze prioritarie. Questa non è una soluzione sostenibile e la Commissione ha pertanto deciso di presentare proposte alternative per il finanziamento futuro dei progetti scientifici su larga scala, facendo distinzione tra Galileo e gli altri progetti.

L'UE è l'unica proprietaria del progetto Galileo e, come parte del presente pacchetto, viene proposto un bilancio sufficiente per il suo fabbisogno futuro. Sarà necessario impegnarsi costantemente per tenere i costi sotto controllo e ciò sarà garantito nel regolamento che stabilisce il QFP. All'inizio del periodo del prossimo quadro finanziario saranno raggiunte la piena fase costitutiva e la fase operativa del progetto: a quel punto si dovranno valutare nuovi meccanismi di governance sul lungo termine.

Per i progetti come ITER e GMES, i cui costi e/o il superamento dei costi previsti sono troppo onerosi per essere sostenuti dal bilancio dell'UE, la Commissione propone di escludere il loro finanziamento dal QFP dopo il 2013. L'UE sarà in grado di continuare a soddisfare pienamente i suoi impegni internazionali.

6. Strumenti e attuazione 6.1. Semplificazione per migliorare l'esecuzione

Le procedure di attuazione e di controllo dei programmi dell'UE devono garantire in modo efficace la responsabilità, ma devono anche essere economicamente efficienti. Le modifiche introdotte nel corso degli anni hanno dato luogo a un sistema che è ora ampiamente considerato troppo complesso e spesso scoraggia la partecipazione e/o ritarda l'attuazione. In questo contesto, la Commissione ha deciso di proporre una semplificazione radicale che interessa il futuro QFP nella sua interezza. In questo contesto, è importante che la futura base giuridica di tutti i programmi settoriali trovi il giusto equilibrio tra gli obiettivi strategici, le modalità di esecuzione e i costi della gestione e dei controlli. In particolare, le condizioni per il conseguimento degli obiettivi strategici saranno definite in maniera economicamente efficiente, assicurando nel contempo chiare condizioni di ammissibilità, responsabilità e un livello adeguato di controllo che limiti il rischio di errori e di frodi a un livello e a un costo ragionevole.

Per apportare significative semplificazioni nell'uso dei finanziamenti dell’UE sarà necessario l'impegno congiunto di tutte le istituzioni per riesaminare sia le regole generali del regolamento finanziario che la normativa settoriale in corso di preparazione. Tuttavia, l'attività di semplificazione a livello dell'UE non produrrà pienamente i suoi effetti se non sarà accompagnata da un contestuale impegno a livello nazionale, ad esempio nel settore della gestione concorrente. La Commissione pubblicherà una comunicazione specifica sulla semplificazione alla fine del 2011 quando saranno state presentate tutte le proposte specifiche per settore.

6.1.1. Ridurre il numero di programmi

Un primo modo per raggiungere questo obiettivo è ridurre il numero di programmi e strumenti differenti; molteplici obiettivi strategici possono essere raggiunti senza moltiplicare inutilmente il numero di strumenti per realizzarli e senza norme di gestione estremamente differenti da un programma all’altro. I programmi complessi che non hanno dato risultati positivi saranno semplificati e resi più efficaci oppure interrotti. Questo è l'approccio proposto in alcuni settori - Affari marittimi e pesca, giustizia e diritti fondamentali, affari interni, istruzione e cultura.

6.1.2. Inserire vari strumenti in un unico quadro

Un altro modo per semplificare la gestione dei programmi è inserirli in un unico quadro con norme comuni, limitando le eccezioni o particolarità. Ad esempio:

· la Commissione propone di riunire le tre principali fonti di finanziamento per la ricerca e l'innovazione (l'attuale settimo programma quadro, l’attuale parte relativa all'innovazione del programma per la competitività e l'innovazione, nonché l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (IET)), in un unico quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione (QSC);

· per i fondi in gestione concorrente - il FESR, il FSE, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il futuro Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca - un quadro strategico comune sostituirà l'attuale approccio in base al quale vengono elaborate serie distinte di orientamenti strategici per i diversi strumenti.

6.1.3. Esternalizzazione

La Commissione propone inoltre di sfruttare la possibilità di un più ampio ricorso alle agenzie esecutive esistenti. Come confermato dalla Corte dei conti, queste agenzie forniscono servizi migliori e rafforzano la visibilità dell'UE. Questa possibilità è particolarmente importante per proseguire gli attuali programmi minori che non sono ancora stati esternalizzati e che comportano una massa critica di operazioni omogenee o standardizzate che consentono economie di scala. Ciò non significa creare nuove agenzie esecutive ma riesaminare, se necessario, il mandato di quelle esistenti. Ad esempio, le proposte relative ai programmi in materia di istruzione e cultura seguono questo approccio.

6.1.4. Integrare le priorità nell'insieme delle politiche

Il raggiungimento ottimale degli obiettivi in alcuni settori, compresi l'azione per il clima, l'ambiente, la politica dei consumatori, la salute e i diritti fondamentali, dipende dall'integrazione delle priorità in una serie di strumenti in altri settori strategici. Ad esempio, l'azione per il clima e gli obiettivi ambientali devono riflettersi in strumenti per assicurare che contribuiscano a costruire un'economia a basse emissioni di carbonio, efficiente sotto il profilo delle risorse e resistente ai cambiamenti climatici che rafforzerà la competitività dell'Europa, creerà posti di lavoro più "verdi", rafforzerà la sicurezza energetica e porterà benefici per la salute. Nel settore della cooperazione allo sviluppo, il clima e l'ambiente e in particolare la biodiversità saranno integrati in tutti i programmi pertinenti.

Di conseguenza, la pertinente quota del bilancio UE aumenterà in seguito a un'efficace razionalizzazione in tutte le principali politiche dell'Unione (quali la coesione, la ricerca e l'innovazione, l'agricoltura e la cooperazione esterna). Poiché la stessa azione può e dovrebbe perseguire obiettivi diversi contemporaneamente, una razionalizzazione promuoverà sinergie nell'impiego dei fondi destinati a diverse priorità e determinerà una maggiore coerenza e efficienza della spesa.

6.1.5. Un'amministrazione più efficiente

Le spese amministrative rappresentano attualmente il 5,7% della spesa attuale. Questo bilancio finanzia tutte le istituzioni dell'Unione europea: il Parlamento europeo (20%), il Consiglio europeo e il Consiglio (7%), la Commissione (40%) e le istituzioni minori e gli organismi (15%). Da parte sua, la Commissione ha dimostrato un impegno considerevole negli ultimi dieci anni per riformare la gestione delle proprie risorse umane e di bilancio e per assicurare una maggiore efficienza nel loro utilizzo. La riforma del 2004 ha consentito da sola un risparmio di 3 miliardi di EUR dal 2004 e, con gli ulteriori effetti del processo di riforma, saranno risparmiati altri 5 miliardi di EUR fino al 2020. Nell'ambito del suo costante impegno a limitare i costi di gestione delle politiche dell'UE, la Commissione ha continuato a lavorare con una "crescita zero" delle risorse umane dal 2007.

La Commissione propone di semplificare e razionalizzare ulteriormente la gestione delle istituzioni, delle agenzie e degli organismi dell'UE per renderla un'organizzazione moderna, efficace e dinamica conformemente agli obiettivi di Europa 2020. Consapevole delle pressioni sui bilanci degli Stati membri e tenendo conto dei tagli alla spesa per le amministrazioni pubbliche nazionali, la Commissione ha riveduto le spese amministrative delle istituzioni per individuare ulteriori fonti di efficienza e di riduzione dei costi. Nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriannuale, ha deciso di proporre una riduzione del 5% dell'organico di ciascuna istituzione/servizio, agenzia o altro organismo. Insieme ad altri miglioramenti in termini di efficienza, ciò manterrà al minimo la quota delle spese amministrative nel quadro del prossimo QFP.

Senza aspettare fino al 2014, data d'inizio del prossimo QFP, la Commissione ha deciso di proporre una serie di modifiche allo statuto applicabile ai funzionari delle istituzioni dell'Unione europea. Le modifiche comprendono un nuovo metodo di calcolo dell'adeguamento delle retribuzioni, un aumento delle ore lavorative (da 37,5 a 40 ore settimanali) senza un corrispondente adeguamento salariale, un innalzamento dell'età pensionabile e la modernizzazione di talune condizioni obsolete in linea con tendenze analoghe nelle amministrazioni nazionali. La Commissione sta preparando un progetto di regolamento che sarà prima discusso con i rappresentanti del personale nel quadro del normale processo di dialogo sociale e in seguito presentato formalmente al Parlamento europeo e al Consiglio per adozione non appena possibile.

7. Durata, struttura e flessibilità del quadro finanziario pluriennale

Tenendo in considerazione la posizione del Parlamento europeo, la Commissione ha deciso di proporre un orizzonte temporale di sette anni per il prossimo QFP. Ciò rafforzerà il legame con la puntuale realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020. Nel 2016 la Commissione presenterà una valutazione dell'esecuzione del quadro finanziario accompagnata, se necessario, da proposte pertinenti. La Commissione propone di modificare le rubriche utilizzate nel quadro 2007-2013 così da riflettere gli obiettivi della strategia Europa 2020.

La Commissione conviene con il Parlamento europeo circa la necessità di una maggiore flessibilità all'interno e fra rubriche di bilancio per consentire all'Unione europea di affrontare le nuove sfide e per agevolare il processo decisionale all'interno delle istituzioni. La Commissione propone pertanto cinque strumenti non compresi nel quadro finanziario (la Riserva per gli aiuti d'urgenza, lo Strumento di flessibilità, il Fondo di solidarietà e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e un nuovo strumento per reagire alle situazioni di crisi nel settore agricolo), più qualche cambiamento aggiuntivo presentato nelle proposte che accompagnano il regolamento che stabilisce il QFP e il nuovo accordo interistituzionale sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria. Inoltre, la futura base giuridica per i vari strumenti proporrà l'uso estensivo di atti delegati per consentire una maggiore flessibilità nella gestione delle politiche durante il periodo di finanziamento, nel rispetto delle prerogative dei due rami legislativi.

D’altro canto, la gestione dei programmi deve tenere in maggior conto la necessità di una programmazione più rigorosa delle spese future ed evitare un eccessivo accumulo dei pagamenti in futuro. La Commissione intende pertanto proporre misure miranti ad assicurare norme più rigorose per la pianificazione finanziaria e la gestione dei programmi finanziati dall’UE, in particolare nei Fondi strutturali, prendendo altresì in considerazione le responsabilità degli Stati membri nella gestione di tali fondi.

8. Conclusioni

Nei testi legislativi che accompagnano la presente comunicazione la Commissione propone un regolamento che adotta un nuovo quadro finanziario pluriennale, un accordo interistituzionale (AII) in materia di bilancio e di sana gestione finanziaria e una decisione sulle risorse proprie (con la relativa legislazione di esecuzione).

Nei prossimi mesi prima della fine del 2011, l’approccio presentato in questa comunicazione sarà illustrato in dettaglio nelle proposte legislative per i programmi di spesa e gli strumenti dei singoli settori strategici.

Il Parlamento europeo e il Consiglio sono invitati ad avallare gli orientamenti definiti nella presente comunicazione e a prendere i provvedimenti necessari nel corso dei negoziati per garantire che gli atti legislativi pertinenti, compresi i programmi di spesa e gli strumenti settoriali, vengano adottati in tempo per consentire la regolare esecuzione del nuovo quadro finanziario pluriennale il 1° gennaio 2014. La Commissione proporrà gli adeguamenti necessari del quadro se, come previsto, la Repubblica di Croazia diverrà Stato membro dell’Unione europea prima dell’entrata in vigore del nuovo QFP.

[1]               Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 giugno 2011 su "Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva".

[2]               Si vedano, ad esempio, le informazioni sul processo di consultazione precedente all’adozione della revisione del bilancio dell'UE, http://ec.europa.eu/budget/reform/issues/read_en.htm.

[3]               Maggiori informazioni sulla valutazione della Commissione della spesa a titolo del QFP 2007-2013 e l'analisi degli impatti delle attuali proposte figurano nel relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC (2011) 868.

[4]               Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 giugno 2011 su "Investire nel futuro: un nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) per un'Europa competitiva, sostenibile e inclusiva".

[5]               Conclusioni del Consiglio europeo del 29 ottobre 2010.

[6]               COM(2010) 700.

[7]               Per maggiori informazioni si veda il relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC (2011) 876.

[8]               COM(2011) 510.

[9]               Esempi del valore aggiunto della spesa dell'UE figurano nel relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC (2011) 867.

[10]             Si veda la relazione sulla competitività dell’Unione dell’innovazione 2011, SEC(2011) 739.

[11]             Per maggiori informazioni si veda il relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC (2011) 868.

[12]             Documento del Consiglio 17024/09.

[13]             COM(2010) 171.

[14]             COM(2011) 303.

INDICE

Agricoltura e sviluppo rurale.......................................................................................................... 3

Cittadini........................................................................................................................................ 8

Protezione civile.......................................................................................................................... 10

Azione per il clima....................................................................................................................... 13

Competitività e PMI.................................................................................................................... 18

Unione doganale e fiscalità.......................................................................................................... 23

Coesione economica, sociale e territoriale.................................................................................... 26

Istruzione e cultura...................................................................................................................... 31

Occupazione e affari sociali......................................................................................................... 35

Ambiente.................................................................................................................................... 40

Azione esterna............................................................................................................................ 45

Lotta antifrode............................................................................................................................ 50

Salute e consumatori................................................................................................................... 52

Affari interni................................................................................................................................ 55

Infrastrutture – Un meccanismo per collegare l'Europa................................................................. 58

Strumenti finanziari innovativi....................................................................................................... 80

Giustizia...................................................................................................................................... 83

Politica in materia di pesca e affari marittimi................................................................................. 85

Ricerca e innovazione.................................................................................................................. 88

Amministrazione.......................................................................................................................... 93

Agricoltura e sviluppo rurale

1. Obiettivi strategici

L'agricoltura e la silvicoltura interessano la stragrande maggioranza del nostro territorio e svolgono un ruolo fondamentale per il paesaggio e la solidità delle economie rurali. Gli agricoltori svolgono numerose e varie funzioni, dalla produzione di alimenti e di altri prodotti agricoli non alimentari alla gestione del paesaggio, dalla conservazione della natura al turismo.

La politica agricola comune (PAC) è concepita in modo da dotare l'Europa di un settore agricolo moderno, sostenibile ed efficiente. Essa mira a promuovere la competitività del settore, a garantire approvvigionamenti alimentari adeguati e sicuri e a preservare l'ambiente e il paesaggio, assicurando al tempo stesso un adeguato tenore di vita alla comunità agricola.

La PAC è una politica tipicamente europea. Invece di gestire 27 politiche agricole separate, con i relativi bilanci, gli Stati membri mettono in comune le risorse per portare avanti un'unica politica europea con un unico bilancio europeo. Naturalmente ciò significa che la PAC rappresenta una quota rilevante del bilancio dell' UE. Tuttavia, questo approccio risulta più efficace ed economico rispetto ad un approccio nazionale non coordinato.

Oggi l'agricoltura europea deve far fronte ad una serie di sfide. Negli ultimi anni i prezzi agricoli sono aumentati del 50%, ma i prezzi dell'energia e dei fertilizzanti sono aumentati rispettivamente del 200% e del 150% e questo ha determinato un drastico calo a lungo termine dei redditi agricoli. Il settore deve inoltre rispondere alle sfide del cambiamento climatico e del degrado ambientale e alle pressanti preoccupazioni relative alla sicurezza alimentare, all'equilibrio territoriale e al perseguimento di una crescita sostenibile.

Di fronte a queste sfide negli ultimi anni la PAC è cambiata notevolmente. L'imminente riforma porterà avanti questo processo e renderà la PAC una politica più moderna e più verde, dotata degli strumenti necessari per contribuire attivamente al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, sbloccando il potenziale economico delle aree rurali, sviluppando mercati e occupazione a livello locale, accompagnando la ristrutturazione dell'agricoltura e sostenendo il reddito degli agricoltori in modo da mantenere un settore agricolo sostenibile in tutta l'Europa.

Con la riforma della PAC si intende promuovere una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva incrementando l'efficienza delle risorse, al fine di mantenere la base produttiva per i generi alimentari, i mangimi e le fonti di energia rinnovabili in tutta l'UE. A tale scopo si mira a incentivare le azioni volte alla mitigazione e all'adattamento al cambiamento climatico, in modo da tutelare gli ecosistemi e combattere la perdita di biodiversità e sostenere la diversificazione delle attività economiche nelle zone rurali al fine di promuovere uno sviluppo territoriale equilibrato in tutta l'Europa.

2. Strumenti

La Commissione propone di mantenere per la PAC l'attuale struttura a due pilastri:

· il primo pilastro continuerà a fornire aiuto diretto agli agricoltori e a sostenere le misure di mercato. L'aiuto diretto e le misure di mercato sono finanziati interamente dal bilancio dell'UE, così da assicurare l'applicazione di una politica comune nell'intero mercato unico e permettere un sistema integrato di gestione e controllo.

· Il secondo pilastro della PAC continuerà a fornire beni pubblici ambientali specifici, a migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale e a promuovere la diversificazione dell'attività economica e della qualità della vita nelle zone rurali. Gli Stati membri dispongono di una certa flessibilità nell'elaborazione delle misure, sulla base di esigenze nazionali e regionali specifiche, ma tenendo conto delle priorità dell'UE. Le misure del secondo pilastro sono cofinanziate dagli Stati membri; ciò contribuisce a garantire che gli obiettivi fondamentali siano raggiunti e rafforza l'effetto leva della politica di sviluppo rurale. Mediante aliquote di cofinanziamento più elevate per le regioni più povere dell'UE, il secondo pilastro contribuisce anche agli obiettivi di coesione dell'UE.

All'interno della struttura dei due pilastri, i lineamenti di questa politica saranno globalmente modernizzati e semplificati in modo da ottenere una politica più equa e più verde, in linea con gli obiettivi di Europa 2020.

I principali elementi della riforma comprendono:

· Una più equa ripartizione del sostegno diretto al reddito

Per ragioni storiche, il livello di sostegno diretto per ettaro agli agricoltori dell'UE varia notevolmente da una zona all'altra dell'Unione. Ad esempio, il pagamento diretto medio per ettaro potenzialmente ammissibile e per beneficiario per l'anno 2013 è pari a 94,7 euro in Lettonia e a 457,5 euro nei Paesi Bassi. La media dell'UE-27 è di 269,1 euro.

La riforma della PAC prevederà un sistema di "convergenza" volto a ridurre tali disparità e a promuovere una distribuzione più equa del sostegno finanziario. Il riequilibrio del sostegno è un elemento fondamentale della riforma volto a ottenere un utilizzo più efficace delle risorse di bilancio grazie a pagamenti diretti più equi e più mirati e ad una maggiore corrispondenza tra la futura distribuzione del sostegno allo sviluppo rurale e gli obiettivi politici. Esso sarà raggiunto nel modo seguente: tutti gli Stati membri con un livello di pagamenti diretti inferiore al 90% della media dell'UE-27, colmeranno, entro un dato periodo, un terzo del divario esistente tra il loro attuale livello e il 90% della media UE dei pagamenti diretti.

Anche l'assegnazione degli aiuti per lo sviluppo rurale verrà modernizzata, con quote determinate sulla base di una serie di criteri territoriali ed economici obiettivi, che rispecchino i futuri obiettivi strategici in materia economica, sociale, ambientale e territoriale.

· Inverdimento dei pagamenti diretti

L'inverdimento obbligatorio dei pagamenti diretti è un pilastro fondamentale della riforma, che servirà a migliorare le prestazioni ambientali del settore, mostrando chiaramente in che modo la PAC riformata contribuisce al raggiungimento di una gamma più ampia di priorità dell'Unione.

Più specificamente, in futuro il 30% dei pagamenti diretti sarà subordinato al rispetto di una serie di pratiche ecologicamente corrette, che andranno al di là della condizionalità.

· Sostegno agli agricoltori attivi

Per garantire l'uso efficiente delle risorse della PAC, la possibilità di beneficiare del sostegno diretto sarà riservata agli agricoltori attivi.

· Massimale per i pagamenti diretti a favore degli agricoltori più grandi

Attualmente le grandi aziende agricole ricevono dalla PAC una quota sproporzionata di sostegno diretto al reddito. La PAC riformata introdurrà, in modo moderato e progressivo, un massimale dei livelli di sostegno diretto al reddito per le aziende più grandi, pur tenendo conto delle economie di scala delle strutture più grandi e dell'occupazione diretta da esse generata.

· Una politica di sviluppo rurale incentrata sui risultati

Al fine di massimizzare le sinergie fra la politica di sviluppo rurale e gli altri fondi per lo sviluppo territoriale dell'UE, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) sarà integrato nei contratti di partenariato tra la Commissione e ciascuno Stato membro. Questi contratti, collegati agli obiettivi della strategia Europa 2020 e ai programmi nazionali di riforma, definiranno una strategia integrata per lo sviluppo territoriale sostenuta da tutti i pertinenti fondi strutturali dell'UE, compreso quello per lo sviluppo rurale. Essi prevederanno obiettivi basati su indicatori concordati, investimenti strategici e una serie di condizioni.

· Regime semplificato per i piccoli agricoltori

Molti dei beneficiari del sostegno diretto sono piccoli agricoltori; un meccanismo di assegnazione semplificato per il sostegno destinato a questi piccoli agricoltori ridurrà sostanzialmente gli oneri amministrativi tanto per gli Stati membri quanto per gli agricoltori stessi, pur restando neutro per il bilancio dell'UE.

· Spesa di mercato e meccanismi di gestione delle crisi

Oggi l'agricoltura europea deve affrontare una serie di sfide, riguardanti in particolare la necessità di reagire a circostanze imprevedibili, che hanno un impatto immediato sul reddito agricolo, o la necessità di facilitare gli adeguamenti/transizioni imposti dagli accordi commerciali internazionali.

Per questi motivi si propone di ristrutturare le misure di mercato che attualmente sono raggruppate nel primo pilastro, per creare e ampliare due strumenti al di fuori del quadro finanziario pluriennale. Sarà creato un meccanismo di emergenza che, in reazione alle situazioni di crisi (che potrebbero risultare da un problema di sicurezza alimentare o da improvvise evoluzioni dei mercati), fornisca aiuto immediato agli agricoltori tramite una procedura accelerata. La procedura di mobilitazione di questo fondo sarà la stessa utilizzata per la mobilitazione della riserva per aiuti d'urgenza.

Si propone anche di estendere il campo di intervento del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione destinato a fornire sostegno transitorio agli agricoltori per facilitare il loro adattamento a una nuova situazione di mercato derivante da effetti indiretti della globalizzazione. Inoltre, la Commissione propone di trasferire al primo pilastro il finanziamento di aiuti alimentari per gli indigenti, in modo da raggruppare le azioni di lotta contro la povertà e l'emarginazione e da trasferire il finanziamento della sicurezza alimentare nello stesso pilastro in cui figurano le azioni relative alla sanità pubblica.

3. Attuazione

Con la creazione del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), la base legislativa della PAC è stata ristrutturata per allinearne i due pilastri. Per il periodo successivo al 2013 si propone di mantenere per quanto possibile l'allineamento dei due fondi.

La proposta di un nuovo articolo del regolamento finanziario relativo alla gestione concorrente è in linea con gli attuali sistemi di gestione e controllo applicati per il FEAGA e per il FEASR.

È stata inoltre intrapresa, con l'organizzazione comune dei mercati unica (OCM, regolamento (CE) n. 1234/2007), una notevole opera di razionalizzazione della legislazione dell'UE relativa all'organizzazione dei mercati agricoli, che riunisce in un unico regolamento le disposizioni in precedenza coperte da OCM settoriali.

Riguardo al periodo successivo al 2013, è attualmente in corso un riesame di tutte le basi legislative della PAC volto a garantire che la semplificazione venga proseguita laddove necessario e possibile.

4. Dotazione di bilancio

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 di cui · Pilastro I - pagamenti diretti e spese di mercato · Pilastro II – sviluppo rurale · Sicurezza alimentare · Persone indigenti · Riserva per le crisi nel settore agricolo · Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione · Ricerca e innovazione in materia di sicurezza alimentare, bioeconomia e agricoltura sostenibile (nel quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione) || 386,9 miliardi di euro 281,8 miliardi di euro 89,9 miliardi di euro 2,2 miliardi di euro 2,5 miliardi di euro 3,5 miliardi di euro Fino a 2,5 miliardi di euro 4,5 miliardi di euro

Cittadini

1. Obiettivi strategici

Il trattato di Lisbona conferisce ai cittadini e alle associazioni di cittadini il potere di partecipare pienamente alla vita democratica dell'UE.

Il programma "L'Europa per i cittadini" sostiene progetti transnazionali nel campo della partecipazione dei cittadini e dell'identità europea. Mentre esistono misure specifiche in vari settori strategici, il programma "L'Europa per i cittadini" è il solo strumento che consente ai cittadini di partecipare a un dibattito su questioni europee di interesse generale, tanto di carattere istituzionale - per esempio in materia di trattati dell'UE o di elezioni del Parlamento europeo - o di carattere trasversale.

Comunicare, ossia informare il grande pubblico sulle politiche dell'UE, è un altro modo di rafforzare la consapevolezza dei cittadini sulle questioni europee e sui propri diritti. Le attività di comunicazione portano a conoscenza del pubblico le priorità politiche dell'Unione e creano un sostegno nei confronti di tali priorità.

2. Strumenti

La quota maggiore del programma "L'Europa per i cittadini" è destinata a sostenere partenariati transnazionali di gemellaggio tra città. Il programma fornisce inoltre sostegno strutturale alle organizzazioni ombrello della società civile a livello UE e a think tank. Tali partenariati strategici garantiscono che le organizzazioni di interesse pubblico possano sviluppare il loro contributo ai dibattiti a livello dell'UE. Ciò fa sì che la società civile e i cittadini dell'UE si sentano maggiormente coinvolti nell'elaborazione dell'agenda dell'Unione con una conseguente promozione della cultura della partecipazione civica a vantaggio dell'UE e degli Stati membri. Il programma contribuisce anche a sviluppare una visione comune della storia europea (in particolare per quanto attiene all'Olocausto e allo stalinismo) sostenendo progetti di commemorazione.

· Dal 2007, sono circa 1 milione i cittadini europei che ogni anno partecipano direttamente ad azioni sostenute dal programma.

· Tra il 2007 e il 2010, ci sono stati circa 800 progetti relativi alla società civile e alla memoria, e più di 4 000 progetti di gemellaggio tra città.

· Il programma sostiene anche oltre 50 importanti think tank, organizzazioni ombrello e reti a livello dell'UE, che sono i principali interlocutori delle istituzioni dell'UE nonché i principali moltiplicatori di informazioni.

Per garantire che le priorità strategiche dell'Unione siano comunicate efficacemente, oltre a questo programma specifico sono necessarie una più efficace comunicazione al vasto pubblico e sinergie più forti tra le attività di comunicazione della Commissione. Pertanto, nel quadro della nuova generazione di strumenti giuridici 2014-2020, ciascuna base giuridica conterrà una disposizione relativa alla comunicazione, compresa la comunicazione istituzionale.

3. Attuazione

Il programma "L'Europa per i cittadini" è gestito a livello centrale dalla Commissione assistita dall'agenzia esecutiva per l'istruzione e gli audiovisivi (EACEA). Entrambe sono sostenute da un comitato del programma composto di rappresentanti dei governi degli Stati membri. Nella maggior parte dei paesi partecipanti sono stati istituiti punti di contatto dell'"Europa per i cittadini" per assistere i beneficiari a livello nazionale e fornire alla Commissione europea un riscontro circa l'attuazione del programma. Nel quadro del programma è organizzato un dialogo regolare con le parti interessate.

Le sinergie e la condivisione di risorse appartenenti a diverse basi giuridiche per la comunicazione garantiranno una maggiore coerenza, economie di scala e un migliore impiego delle risorse per azioni di comunicazione rivolte al vasto pubblico.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 || 203 milioni di euro

Protezione civile

1. Obiettivi strategici

Gli obiettivi generali della cooperazione UE nel campo della protezione civile mirano a garantire una migliore protezione delle persone, dell'ambiente, dei beni e del patrimonio culturale nel caso di gravi catastrofi naturali, tecnologiche o di origine umana.

L'aumento del numero e dell'intensità delle catastrofi, naturali o di origine umana, e del relativo impatto economico richiede un'azione sistematica a livello europeo volta a rafforzare la preparazione e a potenziare le capacità di risposta tanto all'interno quanto fuori dall'UE. La cooperazione e la solidarietà europee permettono all'UE nel suo insieme di essere preparata collettivamente a far fronte a gravi catastrofi e consentono agli Stati membri e agli altri Stati partecipanti (Norvegia, Liechtenstein, Islanda e Croazia) di mettere in comune le loro risorse e di fornire risposte collettive. L'impatto della risposta alle catastrofi ne risulta massimizzato con una riduzione al minimo delle perdite umane e materiali. In caso di catastrofe che colpisca l'UE o un paese terzo, le autorità del paese colpito possono beneficiare di assistenza immediata e tangibile attraverso il meccanismo di protezione civile dell'UE.

La cooperazione dell'UE nel campo della protezione civile mira a:

– facilitare una risposta rapida ed efficiente alle catastrofi;

– garantire una sufficiente preparazione dei responsabili e degli operatori della protezione civile rispetto alle emergenze;

– elaborare misure per la prevenzione delle catastrofi.

L'UE ha sviluppato un approccio integrato alla gestione delle catastrofi, approccio che ingloba le attività di risposta, di preparazione e di prevenzione. Nel 2010, la Commissione ha adottato una comunicazione intitolata "Potenziare la reazione europea alle catastrofi"[1], che è stata approvata dal Consiglio nello stesso anno. L'obiettivo principale è quello di migliorare l'efficacia, la coerenza e la visibilità della risposta dell'UE. Tale obiettivo sarà raggiunto facendo tesoro dell'esperienza maturata in occasione delle catastrofi naturali che hanno colpito l'Europa e i paesi terzi nel 2010 (ad esempio la tempesta Xynthia, le inondazioni nell'Europa orientale, gli incendi boschivi nell'Europa meridionale, lo sversamento di fanghi rossi in Ungheria, il terremoto ad Haiti, le inondazioni in Pakistan).

La creazione di una capacità europea di reazione alle emergenze sarà in gran parte basata sulle capacità attualmente esistenti negli Stati membri con una conseguente eliminazione di costi aggiuntivi. A livello dell'UE, la creazione di un Centro europeo di risposta alle emergenze dotato di funzioni di pianificazione e coordinamento rafforzate andrà a beneficio dell'intera Unione poiché determinerà a livello degli Stati membri un risparmio superiore ai costi sostenuti a livello del bilancio dell'UE, benché, ovviamente, i vantaggi di una risposta rapida ed efficace alle catastrofi in termini di vite umane salvate non possano essere misurati in termini puramente finanziari.

Tra le misure strategiche in materia di prevenzione e preparazione, previste nelle comunicazioni della Commissione e nelle conclusioni del Consiglio[2] rientrano anche un sostegno per la formazione e le esercitazioni, scambi di esperti e progetti di cooperazione che sperimentino nuovi approcci per ridurre il rischio di catastrofi. Studi indipendenti per organizzazioni tra cui la Banca mondiale hanno indicato che il ritorno sugli investimenti nella prevenzione delle catastrofi si situa tra il 400% e il 700%.

2. Strumenti

La Commissione propone di rinnovare lo strumento finanziario per la protezione civile così da fornire un sostegno finanziario ad attività pertinenti ai diversi aspetti del ciclo di gestione delle catastrofi, ossia una risposta più coerente e meglio integrata nelle emergenze, una migliore preparazione a far fronte alle catastrofi e azioni innovative per la riduzione del rischio di catastrofi. Si ricorrerà allo strumento finanziario per la protezione civile anche per la creazione della capacità europea di reazione alle emergenze, che avrà come base una condivisione volontaria dei mezzi di protezione civile degli Stati membri, così da determinare un rapporto costi-efficacia più favorevole grazie alla disponibilità coordinata dei mezzi di protezione civile.

Lo strumento finanziario riveduto rafforzerà ulteriormente e potenzierà la capacità di gestione delle catastrofi dell'UE mediante il passaggio a sistemi prevedibili e pianificati in anticipo. Ciò avverrà attraverso una raccolta più completa di informazioni in tempo reale sulle catastrofi, una migliore localizzazione dei mezzi di protezione civile degli Stati membri e un approccio coordinato per agevolare il rapido spiegamento di personale e di materiale nell'area interessata dalla catastrofe. Esso sosterrà anche le attività di preparazione tese a migliorare la qualità della formazione, ad ampliarne la portata in modo da includere anche la prevenzione e ad integrare formazione ed esercitazioni. Verranno sostenuti anche gli sforzi degli Stati membri volti a rafforzare la pianificazione della gestione del rischio e a sviluppare meccanismi di finanziamento innovativi (come il pooling assicurativo regionale).

3. Attuazione

La revisione dello strumento finanziario per la protezione civile terrà conto tanto dei risultati della valutazione delle parti interessate nel settore della protezione civile e delle loro proposte circa le possibilità di semplificazione delle procedure e dei meccanismi di finanziamento quanto dell'esperienza maturata mediante progetti pilota e azioni di preparazione in materia di risposta rapida.

Le attività di protezione civile attuate dai competenti organismi degli Stati membri saranno sostenute e integrate dalle attività dell'UE anche attraverso la facilitazione di un'azione coordinata. Ciò avverrà attraverso attività quali la condivisione volontaria di risorse, la formazione e la copertura dei costi di trasporto dei mezzi di protezione civile verso i luoghi delle emergenze.

Verrà così facilitata la semplificazione delle procedure utilizzate nell'ambito dell'attuale strumento e verranno snellite le procedure amministrative, soprattutto nel settore delle sovvenzioni, tenendo conto dei principi di trasparenza e di parità di trattamento. Le opzioni attualmente all'esame si riferiscono al tipo di operazioni da sostenere: formazione, esercitazioni inerenti alle emergenze, sostegno agli Stati membri per trasporti in caso di emergenze, progetti di cooperazione sulla prevenzione e sulla preparazione alle catastrofi.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 per lo strumento per la protezione civile di cui || 455 milioni di euro

Protezione civile – interna || 245 milioni di euro

Protezione civile – esterna e capacità europea di reazione alle emergenze || 210 milioni di euro

Azione per il clima

1. Obiettivi strategici

La lotta ai cambiamenti climatici costituisce una delle grandi sfide cui devono far fronte l'UE e i suoi partner internazionali. La necessità di un'azione urgente si esprime chiaramente nella strategia Europa 2020 e negli ambiziosi obiettivi 20/20/20 che l'UE si è posta, ovverosia

– ridurre le emissioni di gas serra del 20% (del 30% se le condizioni lo permettono),

– ridurre il consumo di energia del 20%, grazie a una maggiore efficienza energetica, e

– soddisfare il 20% del fabbisogno di energia utilizzando fonti rinnovabili.

La realizzazione di un'economia a basse emissioni di carbonio e resistente al cambiamento climatico permetterà di aumentare la competitività dell'Europa, di creare opportunità di lavoro nuove e più rispettose dell'ambiente, di rafforzare la sicurezza energetica e di avere effetti benefici sulla salute grazie al miglioramento della qualità dell'aria.

Per conseguire gli obiettivi energetici e climatici per il 2020 e oltre sono necessari impegni e investimenti notevoli. L'UE ha svolto un ruolo centrale a livello di monitoraggio e perseguimento di tali obiettivi. Per esempio, sarà necessario intensificare in misura significativa gli sforzi, se si vuole raggiungere l'obiettivo di aumentare del 20% l'efficienza energetica (considerando che secondo le stime attuali l'aumento previsto sarà inferiore al 10%), la quale, a sua volta, può generare una riduzione del 25% delle emissioni di gas a effetto serra. La Commissione ha definito le azioni che potrebbero permettere all'Unione europea di ottenere, entro il 2050, una riduzione dell'80-95% delle emissioni di gas a effetto serra[3].

Il bilancio dell'UE può svolgere un ruolo importante nella promozione dell'azione per il clima in tutti i settori dell'economia europea e nel catalizzare gli investimenti specifici necessari per conseguire gli obiettivi in materia di cambiamenti climatici e garantire la resilienza a questo fenomeno. Tali investimenti riguardano un'ampia gamma di tecnologie che migliorano l'efficienza energetica, le fonti energetiche rinnovabili e le relative infrastrutture e l'adeguamento ai cambiamenti climatici.

Gli investimenti relativi alle misure di attenuazione, che, secondo le stime, si aggirerebbero intorno ai 125 miliardi di euro all'anno[4] per il periodo 2014-2020 dovrebbero essere sostenuti principalmente dagli investitori privati, ma il bilancio UE può fungere da stimolo per la spesa nazionale ed offrire agli investitori privati una prevedibilità a lungo termine. Tra i settori più promettenti rientrano il rinnovo di immobili, l'innovazione dei trasporti e l'introduzione di nuove tecnologie, come le reti intelligenti e le energie rinnovabili.

Tali investimenti hanno un enorme potenziale di stimolo della competitività e della crescita in tutta l'UE. Il bilancio dell'UE può apportare un valore aggiunto UE particolarmente significativo, facilitando gli investimenti negli Stati membri con un alto potenziale di riduzione delle emissioni con metodi economicamente vantaggiosi, ma che hanno una capacità relativamente ridotta di effettuare investimenti. Investendo nell'efficienza energetica in tutti gli Stati membri aumenterà anche la produttività generale e si contribuirà a risolvere i problemi della sicurezza energetica e della povertà energetica. Sostenendo tali investimenti, il bilancio dell'UE può contribuire a ridurre notevolmente la spesa complessiva necessaria per raggiungere gli obiettivi UE in materia di clima e di energia.

2. Strumenti 2.1. Integrazione in politiche e programmi dell'azione per il clima

Oggi l'azione per il clima è integrata in molti settori politici e viene attuata tramite una serie di strumenti volti a conseguire molteplici obiettivi UE, ad esempio, le politiche di tutela della biodiversità e di attenuazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Già oggi, una porzione del bilancio UE è destinata all'integrazione della dimensione climatica in politiche e programmi, contribuendo così alla transizione dell'Europa verso una società a basse emissioni di carbonio e resistente al cambiamento climatico. La Commissione intende elevare tale porzione almeno al 20%, avvalendosi dei contributi di diversi settori politici in base ai risultati dalle valutazioni d'impatto.

Per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 e per aiutare altre regioni del mondo a intensificare la lotta contro i cambiamenti climatici, la proporzione destinata al clima del bilancio dell'Unione europea deve essere nettamente aumentata e comprendere investimenti in progetti che non riguardano esclusivamente i cambiamenti climatici, ma che hanno una forte componente climatica.

Per raggiungere tale obiettivo, le azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adeguamento ad essi saranno integrate in tutti i principali programmi UE.

· Le politiche in materia di coesione, energia e trasporti hanno una forte rilevanza climatica. Per quanto riguarda la politica di coesione, la forte enfasi sui risultati e la presenza di condizioni più rigide garantiranno che i progetti finanziati dal bilancio dell'UE contribuiscano attivamente al conseguimento degli obiettivi dell'UE in materia di clima. I contratti di partenariato con gli Stati membri verranno utilizzati per stimolare e verificare i progressi conseguiti a livello degli investimenti che contribuiscono a realizzare gli obiettivi 20/20/20. L'integrazione nei programmi dell'azione per il clima dovrebbe avere come obiettivo verificare se gli investimenti rispettano la normativa in materia di clima (climate-proofing). Attraverso i suoi programmi operativi che riguardano l'intera UE, la politica di coesione può svolgere la funzione fondamentale di intensificare gli sforzi per raggiungere l' obiettivo di aumentare del 20% l' efficienza energetica.

· Ricerca e innovazione: l'azione per il clima sarà un pilastro centrale del futuro quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione e sosterrà gli interventi con un impatto positivo diretto o indiretto sul clima, in settori quali i trasporti, l'energia, la ricerca sui materiali e la bioeconomia sostenibile. Secondo le stime contenute nel piano strategico per le tecnologie energetiche, il fabbisogno relativo al periodo 2010‑2020 per lo sviluppo tecnologico necessario per far fronte ai cambiamenti climatici, garantire l'approvvigionamento energetico dell'UE e garantire la competitività è pari a 50 miliardi di euro. Una parte significativa del bilancio dovrebbe essere investita attraverso strumenti finanziari (finanziamento del debito e conferimento di capitale) che permettano di ovviare al difficile assorbimento da parte del mercato delle tecnologie innovative a bassa emissione di carbonio e di adeguamento ai cambiamenti climatici[5].

· Rendere più verde il sistema dei pagamenti diretti agli agricoltori sarà uno dei principali elementi della riforma della politica agricola comune (PAC). Oltre agli attuali requisiti in materia di condizionalità, il 30% dei pagamenti agli agricoltori è subordinata al rispetto di un certo numero di pratiche sane sotto il profilo ambientale che contribuiranno a rendere l'agricoltura più rispettosa del clima. In tal modo, la riforma della PAC darà un importante contributo alla realizzazione degli obiettivi dell'UE in materia di clima, sia in termini di attenuazione (per esempio, aumento della materia organica del suolo e riduzione delle emissioni derivanti dall'uso di concimi e fertilizzanti) che in termini di adeguamento (ad esempio, aumento della resilienza contro gli animali nocivi e capacità di adeguarsi ad una minore disponibilità di acqua).

· Inoltre, gli interventi in materia di sviluppo rurale saranno sempre più strettamente legati all'azione per il clima. Grazie all'integrazione delle problematiche climatiche ed ambientali, gli agricoltori saranno fortemente incentivati a produrre beni pubblici UE e ad utilizzare maggiormente le tecnologie in grado di creare un settore agricolo più ecologico, più rispettoso del clima e più resiliente.

2.2. Programma LIFE+

Oltre all'integrazione dell'azione per il clima e degli obiettivi ambientali, la Commissione propone di confermare il programma LIFE+, allineandolo maggiormente agli obiettivi di Europa 2020 e inserendo un numero maggiore di azioni per il clima. Il programma LIFE+ continuerà a fungere da piattaforma per lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri e come catalizzatore per investimenti più efficaci. Esso contribuirà a sostenere l'azione per il clima, sia a livello di progetti di rafforzamento delle capacità locali e regionali che di sostegno agli operatori privati, in particolare alle PMI, nel collaudo di tecnologie su piccola scala a bassa emissione di carbonio e di tecnologie di adeguamento.

Saranno necessari capitali di avviamento per progetti pilota in materia tanto di adeguamento quanto di attenuazione, per garantire l'apprendimento strategico e un ulteriore sviluppo delle politiche nell'ambito di queste nuove priorità dell'UE. Il sottoprogramma "azione per il clima" si concentrerà su progetti pilota e progetti dimostrativi su piccola scala. Saranno inoltre utilizzati progetti integrati per, ad esempio, promuovere strategie transfrontaliere di adeguamento in zone a rischio di inondazioni.

Tale sottoprogramma sosterrà in particolare i progetti volti a realizzare i seguenti obiettivi:

(1) Attenuazione: Sostegno per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Iniziative per creare progetti pilota che possano essere utilizzati per collaudare approcci innovativi anche attraverso il sostegno alle PMI, per migliorare la base di conoscenze e per agevolare l'attuazione dell'acquis in materia di cambiamenti climatici.

(2) Adeguamento: Sostegno alle iniziative volte a potenziare le capacità di resilienza ai cambiamenti climatici. Azioni a sostegno dello sviluppo o attuazione a livello nazionale/regionale/locale delle strategie di adeguamento. Azioni che consentano ai responsabili politici di utilizzare in concreto le informazioni e i dati sull'incidenza dei cambiamenti climatici, in particolare ai fini di una programmazione che tenga conto dell'adeguamento a tali cambiamenti.

(3) Governance e sensibilizzazione: sostegno alle iniziative volte a migliorare la sensibilizzazione, la comunicazione, la cooperazione e la divulgazione relative alle misure di mitigazione e adeguamento. Azioni di sensibilizzazione destinate ai cittadini dell'Unione europea e alle parti interessate, relative anche ai necessari cambiamenti comportamentali.

2.3. La dimensione globale

Il trattato di Lisbona ha reso la lotta contro i cambiamenti climatici a livello internazionale un obiettivo specifico dell'UE. L'UE, in quanto principale donatore di aiuti mondiale e precursore dei meccanismi basati sul mercato, può mettere a disposizione esperienze e competenze uniche. L'erogazione di contributi finanziari e la presenza negli organi direttivi degli strumenti e dei fondi internazionali permetteranno all'UE di continuare ad essere uno dei protagonisti dell'elaborazione di una futura strategia internazionale sul clima. L'UE è determinata a realizzare i suoi impegni internazionali in materia di finanziamento di misure a favore del clima.

La strategia in materia di clima sarà integrata - e le sarà riconosciuto un ruolo sempre maggiore - negli strumenti geografici di azione esterna, con l'obiettivo di un graduale, ma significativo, aumento dei finanziamenti connessi ai cambiamenti climatici nell'ambito della rubrica azioni esterne; per quanto riguarda gli strumenti tematici del DCI, l'UE dovrebbe cercare di spendere almeno il 25% della dotazione del programma per "beni pubblici globali" in campo ambientale e per la lotta ai cambiamenti climatici. Inoltre, il bilancio UE contribuirà ai fondi finanziari internazionali per il clima previsti per i paesi in via di sviluppo entro il 2020 (100 miliardi di dollari l'anno) in sede di negoziati UNFCCC.

Oltre all' integrazione dell'azione per il clima nel bilancio dell'azione esterna, la Commissione sta vagliando l'opportunità di creare un meccanismo/fondo esterno al bilancio, ove convogliare i contributi degli Stati membri e i finanziamenti UE.

3. Attuazione 3.1. Integrazione in politiche e programmi

L'integrazione della tematica ambientale nelle politiche e nei programmi permette di ottimizzare le strategie in materia di clima e quelle relative ad altri settori a condizione di essere visibile e consistente. Essa sarà accompagnata da un esplicito obbligo trasversale di individuare gli ambiti in cui i programmi hanno stimolato l'azione per il clima o favorito l'efficienza energetica, in modo che l'UE sia in grado di quantificare chiaramente la parte della sua spesa che riguarda l'azione per il clima.

Si propone di stabilire parametri di riferimento chiari e norme precise relative al controllo e alla rendicontazione per tutti i pertinenti strumenti politici UE. Tale quadro dovrebbe essere semplice e pragmatico ed articolarsi lungo due direttrici: 1) procedure comuni relative alla tracciabilità delle spese in materia di clima; e 2) definizione di obiettivi per tutte le politiche con rilevanza climatica e monitoraggio dei risultati.

Le procedure che garantiscono la tracciabilità delle spese in materia di clima saranno integrate nell'attuale metodologia di misurazione dei risultati utilizzata per i programmi UE. Tutti gli strumenti utilizzati comprenderanno un obiettivo specifico legato al clima, accompagnato da un indicatore di risultato.

Tutte le spese saranno classificate in base all'appartenenza alle seguenti tre categorie: con esclusiva rilevanza climatica (100%); con significativa rilevanza climatica (40%) e senza rilevanza climatica (0%). Tale classificazione si basa su una metodologia OCSE ("marcatori di Rio"), ma non esclude il ricorso a metodologie più precise per i settori in cui queste sono disponibili.

La verifica del conseguimento dei risultati garantirà l'efficacia delle attività di integrazione nel prossimo ciclo di bilancio e contribuirà inoltre ad individuare l'efficacia dei vari programmi di spesa e delle condizionalità cui essi sono subordinati.

3.2. LIFE+

L' attuale programma LIFE+ è gestito dalla Commissione in modalità di gestione centralizzata diretta. La Commissione ritiene che anche in futuro il programma debba rimanere gestito a livello centrale, ma che i compiti di gestione possano in larga misura venire delegati a un'agenzia esecutiva esistente. I termini e le condizioni della delega dovranno tener conto della necessità, per la Commissione, di mantenere forti connessioni a livello di strategie tra progetti integrati.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011. Non sono inclusi i fondi destinati all'integrazione in politiche e programmi della dimensione ambientale, che sono compresi nelle dotazioni di bilancio per gli strumenti di finanziamento settoriale.

Programma LIFE+ (sottoprogramma con rilevanza climatica) || 800 milioni di euro

Competitività e PMI

1. Obiettivi strategici

Promuovere la competitività dell'industria europea, in particolare delle piccole e medie imprese (PMI), e contribuire all'adattamento dei processi di produzione e dei servizi ad un'economia a basse emissioni di carbonio, resistente ai cambiamenti climatici ed efficiente nell'impiego delle risorse, sono obiettivi fondamentali della strategia Europa 2020. L'UE è impegnata a migliorare il contesto in cui operano le imprese e a favorire lo sviluppo di una base industriale forte e diversificata, in grado di competere su scala mondiale.

È necessario uno sforzo particolare per promuovere lo sviluppo delle PMI. Esse sono una fonte rilevante di crescita economica e di creazione di posti di lavoro nell'UE e rappresentano oltre il 67% dei posti di lavoro del settore privato e oltre il 58% del fatturato totale nell'UE. Creare le condizioni affinché le PMI possano svilupparsi fa parte della strategia dell'UE per la crescita e l'occupazione descritta nella comunicazione faro sulla politica industriale "Europa 2020" della Commissione[6].

L'UE ha un ruolo importante da svolgere per liberare il potenziale di crescita delle PMI, in particolare attraverso l'uso selettivo del bilancio dell'UE. Le attività in questo campo mirano principalmente ad affrontare le principali carenze del mercato che limitano la crescita delle PMI, ad esempio per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti, e a garantire che le PMI possano sfruttare appieno l'enorme potenziale del mercato unico europeo.

L'uso strategico ed innovativo del bilancio dell'UE contribuirà in modo significativo a questi sforzi. Il bilancio dell'UE verrà utilizzato per contribuire a fornire i necessari finanziamenti, sia del capitale che del debito, ricorrendo a strumenti finanziari innovativi, nonché per sostenere un'ampia gamma di attività finalizzate a promuovere lo sviluppo delle PMI a livello europeo. La combinazione di queste attività darà un notevole impulso a queste imprese.

2. Strumenti

La strategia europea per la competitività industriale e le PMI punterà soprattutto a promuovere attività favorevoli alle PMI attraverso l'intera gamma delle politiche e dei programmi di spesa dell'UE e a fornire sostegno mirato e servizi tenendo conto delle esigenze particolari delle PMI a livello europeo.

2.1. Promuovere la competitività industriale e le PMI

È essenziale tenere conto degli interessi e delle circostanze specifiche delle PMI nell'elaborazione di tutte le politiche e i programmi di finanziamento dell'UE.

In particolare, il futuro quadro finanziario sarà concepito in modo da facilitare la partecipazione delle piccole imprese ai programmi di finanziamento, ad esempio semplificando le norme, riducendo i costi di partecipazione, accelerando le procedure di aggiudicazione e offrendo uno "sportello unico" per semplificare le cose ai beneficiari dei finanziamenti dell'UE.

2.2. Un programma specifico per la competitività industriale e le PMI

Oltre alla promozione degli interessi delle PMI e alle misure che sono state adottate per rafforzare il coordinamento e la semplificazione dei programmi di finanziamento, il bilancio dell'UE fornirà anche un sostegno finanziario mirato alle PMI. La Commissione propone di creare un programma specifico "Programma per la competitività e le PMI" che farà seguito alla parte dell'attuale "Programma quadro per la competitività e l'innovazione" (CIP) che non riguarda l'innovazione. L'intero sostegno alla ricerca e all'innovazione a favore delle PMI (compresa l'innovazione nell'ambito del CIP) confluirà nel quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione. Il "Programma per la competitività e le PMI" sarà imperniato principalmente su misure finalizzate a promuovere PMI più dinamiche e competitive a livello internazionale. Tali misure includeranno:

2.2.1. Accesso ai finanziamenti: gli strumenti finanziari per la crescita

Gli strumenti finanziari per la crescita agevoleranno l'accesso delle PMI ai finanziamenti attraverso l'uso di strumenti finanziari innovativi. Questi strumenti sfrutteranno appieno le nuove piattaforme in materia di capitale e debito per fornire strumenti sia di capitale e debito che di garanzia sui prestiti. Gli strumenti finanziari per gli investimenti in fase di avvio e di crescita, in particolare i capitali di rischio, saranno messi a disposizione nel quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione per le imprese innovative e le PMI. Tra gli strumenti inclusi nel Programma per la competitività e le PMI figurano:

(1) Uno strumento di capitale proprio per gli investimenti in fase di sviluppo che fornirà, tramite intermediari finanziari, finanziamenti di capitale proprio rimborsabili ad orientamento commerciale, principalmente sotto forma di venture capital, alle PMI. Sono previste due misure:

– investimenti in fondi di venture capital che operano a livello transnazionale all'interno dell'UE e sono finalizzati a investire nelle imprese orientate alla crescita, sostenendo in tal modo lo sviluppo di un mercato di venture capital a livello UE.

– un "fondo di fondi" (o "Fondo europeo") che effettua investimenti transfrontalieri in venture capital che successivamente investono nelle imprese, in particolare nella loro fase di espansione internazionale.

(2) Uno strumento di prestito che prevede accordi diretti o altri accordi di condivisione del rischio con intermediari finanziari per coprire i prestiti destinati alle PMI. Questo strumento dovrebbe avere un forte effetto leva e fornire i prestiti transfrontalieri o multipaese difficilmente ottenibili attraverso gli strumenti a livello nazionale.

Onde garantirne la complementarietà, tali attività saranno strettamente coordinate con il tipo di azione intrapresa nell'ambito della politica di coesione nel quadro della gestione concorrente.

2.2.2. Migliorare la competitività e la sostenibilità dell'industria europea

Questo filone del Programma per la competitività e le PMI sosterrà azioni quali:

· attività volte a migliorare la competitività europea: L'azione dell'UE in questo settore si concentrerà sul sostegno ad un'attuazione coerente nonché sui processi decisionali coerenti a livello europeo. In particolare, servirà per migliorare il contesto economico e normativo attraverso il benchmarking, lo scambio di migliori pratiche e iniziative settoriali;

· sviluppare la politica in materia di PMI e promuoverne la competitività in linea con gli obiettivi del quadro fondamentale per la piccola impresa. Tra le azioni dell'UE figurano il rafforzamento del principio della "corsia preferenziale per le piccole imprese" ("Think Small First") nel processo decisionale politico dell'UE e degli Stati membri, individuare e scambiare le migliori pratiche al fine di contribuire all'attuazione del quadro fondamentale per la piccola impresa (Small Business Act), mantenendo un punto di accesso unico per le politiche dell'UE (il portale europeo per le piccole imprese) ed aiutare le PMI a sfruttare le potenzialità del mercato unico;

· turismo: Le misure dell'UE a favore del turismo saranno incentrate, tra l'altro, sulla messa a disposizione di informazioni affidabili sulle tendenze nella domanda turistica a livello europeo; sviluppare la competitività del settore del turismo e favorire l'adozione delle TIC da parte delle imprese; contrastare la stagionalità del turismo; promuovere prodotti e destinazioni del turismo sostenibile; sviluppare un quadro per le capacità e competenze per dipendenti e datori di lavoro del settore; facilitare lo scambio di migliori pratiche e la creazione di partenariati. Conformemente alle disposizioni del trattato di Lisbona, le misure dell'UE a favore del turismo incoraggeranno la cooperazione tra gli Stati membri contribuendo alla diversificazione dell'offerta turistica transnazionale, coordinando gli sforzi nazionali per migliorare la visibilità dell'Europa nei mercati terzi, e promuovendo congiuntamente le destinazioni europee emergenti e non tradizionali;

· nuovi concetti imprenditoriali per prodotti sostenibili, indirizzati all'utente e con una marcata componente di design: Questa iniziativa s'incentra sull'uso commerciale delle idee e dei relativi concetti nel settore tessile, calzaturiero e sportivo nonché in altri settori dei beni di consumo.

2.2.3. Accesso ai mercati

Queste attività comprenderanno:

· fornitura di servizi di sostegno alle imprese orientate alla crescita tramite l'Enterprise Europe Network: Quale sportello unico per le PMI, la Enterprise Europe Network, che conta 600 organizzazioni partner in 49 paesi, continuerà a fornire alle PMI servizi globali e integrati che comprendono:

– servizi di informazione e consulenza sulle questioni relative all'UE;

– agevolazione di partnership transfrontaliere mediante la gestione di una banca dati per la cooperazione con 13 000 richieste attive e offerte di cooperazione;

– servizi di internazionalizzazione all'interno dell'UE, in grado di dare vita ogni anno a 2 500 accordi di partenariato per la cooperazione commerciale, tecnologica e in materia di ricerca e sviluppo;

– informare le PMI sulla legislazione dell'UE e promuovere i programmi di finanziamento dell'UE, compreso il quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione;

– creazione di un canale di comunicazione a due sensi tra le PMI e la Commissione, cui hanno partecipato 10 000 PMI;

– sostegno per migliorare le conoscenze finanziarie delle PMI e

– accesso alle competenze in materia di efficienza energetica, clima e ambiente da parte delle PMI.

· sostegno imprenditoriale alle PMI nei mercati al di fuori dell'UE: Per poter accedere con successo ai mercati dei paesi terzi, le PMI devono essere dotate delle capacità necessarie e di una conoscenza del quadro normativo del paese terzo. Le attività proposte in questo settore comprendono il raffronto tra la domanda di servizi e la prestazione attuale di servizi, la creazione di un portale on-line e in casi specifici la creazione e/o il mantenimento del sostegno ai centri per le PMI dell'UE, in cooperazione con i centri locali a livello europeo e le organizzazioni imprenditoriali degli Stati membri. I centri per le PMI dell'UE forniranno servizi di supporto globali per le PMI che operano su mercati al di fuori dell'UE.

· cooperazione industriale internazionale: Le attività dovranno mirare a ridurre le differenze nei contesti normativi ed economici tra l'UE e i suoi principali partner commerciali e i paesi della "politica europea di vicinato" tramite il dialogo regolamentare, intergovernativo e tra imprese e con "azioni dirette" con i paesi terzi quali seminari tematici e conferenze.

2.2.4. Promozione dell' imprenditorialità

Le attività in questo settore comprenderanno la semplificazione delle procedure amministrative e lo sviluppo di competenze e attitudini imprenditoriali, in particolare tra i nuovi imprenditori, i giovani e le donne. Tutte le attività dovranno avere una forte dimensione europea.

Il programma di scambio Erasmus per gli imprenditori offre ai nuovi o possibili imprenditori l'occasione di collaborare per un periodo della durata massima di sei mesi con un imprenditore già affermato in un altro paese dell'UE. Questo regime europeo di mobilità mira a promuovere l'imprenditorialità e a sostenere l'internazionalizzazione e la competitività delle micro- e piccole imprese nell' UE.

3. Attuazione

La gestione del nuovo programma per la Competitività e le PMI sarà in larga misura affidata a organismi esterni, in particolare il gruppo BEI per gli "strumenti finanziari per la crescita" e (il successore) dell'Agenzia esecutiva per la competitività e l'innovazione (EACI) per altre attività connesse alle PMI.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Programma per la competitività e le PMI || 2,4 miliardi di euro

Unione doganale e fiscalità

1. Obiettivi strategici

Una delle pietre angolari del mercato interno è l'Unione doganale, che permette ad un mercato interno senza frontiere di funzionare garantendo che le merci originarie di paesi terzi siano conformi alle norme concordate al momento dell'entrata o dell'immissione in circolazione, in modo da potere circolare liberamente nel mercato interno. L'unione doganale è anche il braccio operativo della politica commerciale comune, nell'ambito della quale vengono applicati gli accordi commerciali bilaterali e multilaterali, riscossi i dazi e applicate misure commerciali (ad esempio, le norme di origine), decisioni di embargo e altre restrizioni.

Inoltre, l'amministrazione doganale ha sempre più una funzione protettiva, contribuendo per esempio alla sicurezza della catena dell'approvvigionamento, alla lotta contro il terrorismo e la criminalità internazionale (ad esempio, il riciclaggio del denaro, i precursori di droga e il traffico illecito di armi) e all'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale alle frontiere. Essa contribuisce a creare condizioni di parità, assicurando che le merci importate siano conformi alle stesse norme tecniche, sanitarie e di sicurezza delle merci prodotte nell'UE.

Gli scambi internazionali sono in costante espansione e l'esistenza di efficienti procedure di importazione e di esportazione sono di fondamentale importanza per la competitività dell'economia UE. Allo stesso tempo, però, aumentano i rischi per la sicurezza. L'Unione europea si trova quindi ad affrontare una doppia sfida che definirà le sue priorità per il futuro: agevolare il flusso delle merci gestito dagli operatori legittimi, proteggendo al tempo stesso i cittadini contro i rischi per la sicurezza.

Responsabili del corretto funzionamento quotidiano dell'Unione doganale sono i funzionari doganali nazionali. Tale compito presuppone l'esistenza di un sistema sviluppato di networking operativo tra le amministrazioni doganali e di infrastrutture e sistemi informatici di punta che consentano alle varie amministrazioni comunali di agire come un'unica amministrazione doganale di livello mondiale. Finanziare alcune azioni tramite il bilancio UE invece che tramite diversi programmi nazionali ha un senso dal punto di vista economico. ed è per questo che un programma finanziato dall'UE – il programma di cooperazione doganale - sostiene il sistema di networking e la cooperazione in una serie di modi concreti.

Le imprese e i cittadini dell'Unione europea devono far fronte a una serie di ostacoli di natura fiscale quando si impegnano in attività transfrontaliere. Tali ostacoli dipendono dalla frammentazione delle procedure e dalle divergenze tra i modi in cui le stesse operazioni sono trattate nei diversi Stati membri. Questo è il motivo per cui l'eliminazione di tali barriere e l'obiettivo di un ulteriore coordinamento fiscale tra gli Stati membri - nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri in questo settore - rientrano tra le priorità per il rafforzamento e lo sviluppo in profondità del mercato unico.

La frode fiscale è stata e continua ad essere una sfida importante per l'Unione europea e per gli Stati membri, tanto più in un'epoca in cui la disciplina di bilancio è fondamentale. La lotta contro la frode fiscale nel mercato unico occupa quindi uno dei primi posti dell'elenco delle priorità della politica fiscale dell'Unione. Per combattere le frodi all'interno del mercato unico, sono necessari solidi accordi di cooperazione amministrativa tra le amministrazioni fiscali degli Stati membri e un efficace scambio di informazioni sulle transazioni, sulle imprese e sui casi di frode. A titolo di esempio, la lotta contro le frodi in materia di accise e di IVA può venire notevolmente agevolata da sistemi informatici che permettono il rapido scambio di informazioni fra le amministrazioni.

L'UE svolge un ruolo indispensabile nell'aiutare gli Stati membri a porre in essere i sistemi e i processi necessari ad una cooperazione transfrontaliera efficace. In particolare, il programma di cooperazione Fiscalis svolge una funzione fondamentale nel favorire tale cooperazione, conferendo valore aggiunto all'impegno degli Stati membri in questo settore.

2. Strumenti

La Commissione propone una nuova generazione di programmi in materia di dogane ("Dogana 2020") e fiscalità ("Fiscalis 2020").

Entrambi i programmi saranno determinanti per sostenere e rafforzare il mercato interno nel prossimo decennio. Dei vantaggi beneficeranno tutte le parti interessate, grazie ad un ambiente commerciale più efficiente e sicuro, ad una maggiore sicurezza per i cittadini e ad un'esecuzione più efficiente ed efficace delle normative in materia di ordine pubblico da parte dei governi.

Tali programmi aiuteranno le amministrazioni fiscali e doganali degli Stati membri ad interagire in modo più efficiente, grazie al contributo di sistemi moderni ed efficienti di scambio di informazioni che agevolano gli scambi legittimi e combattono le attività fraudolente. Tali servizi di portata paneuropea possono essere forniti nel modo più efficiente ed economico a livello UE. A titolo di esempio, la presenza di una rete informatica transeuropea sicura che collega su scala europea le amministrazioni doganali e fiscali permette ogni anno un risparmio di 35 milioni di euro per gli Stati membri, a fronte di un costo di soli 11 milioni di euro a livello centrale dell'UE.

I programmi serviranno a sostenere le seguenti attività:

· sistemi informatici transeuropei per la condivisione di dati e procedure tra le autorità doganali e fiscali nazionali, attraverso l'interoperabilità delle applicazioni informatiche che consentano alle amministrazioni di cooperare e "agire come un'amministrazione unica" e potenzino ulteriormente l'amministrazione on-line per le imprese e i cittadini;

· consolidamento delle reti umane e delle competenze, per incentivare la cooperazione pratica, la condivisione delle conoscenze e l'individuazione e la divulgazione delle migliori pratiche e azioni di formazione tra funzionari doganali nazionali, funzionari nazionali delle imposte e rappresentanti del settore commerciale;

· consolidamento delle capacità a livello di infrastrutture al fine di cofinanziare l'acquisto delle attrezzature operative specifiche necessarie per i controlli doganali e la sorveglianza delle frontiere esterne dell'UE, nell'interesse di tutti gli Stati membri.

3. Attuazione

I programmi Dogana e Fiscalis sono attuati sulla base di priorità. Assieme alle parti interessate, vengono definiti i programmi di lavoro che stabiliscono le priorità per un periodo determinato. La base giuridica sarà rielaborata in modo che tali programmi di lavoro diventino da annuali a pluriennali e che le disposizioni attuali siano semplificate.

La modalità di gestione centrale diretta attualmente in vigore sarà conservata e completamente razionalizzata per entrambi i programmi al fine di garantire un'efficienza massima in termini di sostegno alla gestione quotidiana a livello di Stati membri e di Commissione e permettere una migliore comprensione delle modalità d'esecuzione da parte di tutte le parti interessate.

I contratti d'appalto, che rappresentano la maggior parte del bilancio dei programmi, saranno principalmente eseguiti dalla Commissione in base alla normativa UE e utilizzando norme comuni a livello di garanzia della qualità e collaudo.

Entrambi i programmi sono progettati in modo tale che l'UE sia in grado di reagire adeguatamente e rapidamente in situazioni in rapida evoluzione. Il fatto di disporre di una serie di strumenti su misura per i programmi e di un meccanismo flessibile per la presentazione delle proposte permetterà l'attuazione efficiente delle attività previste dal programma.

L'esperienza suggerisce di applicare modalità alternative di finanziamento dei costi di partecipazione e organizzazione. La Commissione intende sostituire (almeno in parte) l'attuale pagamento dei costi effettivamente sostenuti con il pagamento di somme forfettarie.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 per i programmi Dogana 2020 e Fiscalis 2020 || 690 milioni di euro

coesione economica, sociale e territoriale

1. Obiettivi strategici

L'obiettivo principale della politica di coesione dell'UE è ridurre le forti disparità economiche, sociali e territoriali ancora esistenti tra le varie regioni europee. Un mancato intervento per ridurre queste disparità lederebbe alcuni dei principi fondamentali dell'UE, compreso il mercato unico e la sua valuta, l'euro.

Anche la politica di coesione svolge inoltre un ruolo fondamentale nella realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020 in tutta l'UE. Una spesa mirata nel settore della coesione può dare un effettivo valore aggiunto, stimolando la crescita e creando posti di lavoro nelle regioni europee. Conformemente alle conclusioni della quinta relazione sulla coesione[7], la Commissione propone di concentrarsi maggiormente sui risultati e sul valore aggiunto UE, subordinando la politica di coesione in modo più sistematico agli obiettivi di Europa 2020.

In particolare, la Commissione propone modifiche di rilievo al modo di concepire e realizzare la politica di coesione. I finanziamenti saranno concentrati su un numero più ridotto di priorità, i progressi compiuti sulla base degli obiettivi concordati saranno oggetto di un controllo più approfondito e saranno fissate condizioni rigorose nei contratti di partenariato con gli Stati membri. Ciò farà sì che la politica di coesione dell'UE possa dare il più grande contributo possibile alla coesione economica, sociale e territoriale, nonché alla creazione di crescita e occupazione.

2. Strumenti 2.1. Un quadro strategico comune

La Commissione propone di raggruppare il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo di coesione in un Quadro strategico comune nel quale rientreranno anche il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Sarà così garantita una maggiore coerenza tra le fonti di finanziamento e un'attenzione molto maggiore alla strategia Europa 2020.

2.2. Maggiore concentrazione sulla strategia Europa 2020

Per aumentare l'efficacia delle spese per la coesione, i finanziamenti saranno orientati in futuro su un numero ristretto di obiettivi connessi alle priorità della strategia Europa 2020.

I finanziamenti per la coesione continueranno a concentrarsi sulle regioni e gli Stati membri meno sviluppati. Tuttavia, in considerazione delle difficoltà incontrate dagli Stati membri nell'assorbire i finanziamenti strutturali e nell'ottenere il necessario cofinanziamento, la dotazione per la coesione sarà limitata al 2,5% dell'RNL.

Sarà introdotta una nuova categoria di regione, le "regioni in transizione", che sostituirà l'attuale sistema di phasing-out e phasing-in. Questa categoria comprenderà tutte le regioni con un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media dell'UE-27, e più in particolare:

· le regioni attualmente ammissibili a titolo dell'obiettivo "convergenza", ma il cui PIL pro capite ha superato il 75% della media dell' UE-27. Come rete di sicurezza, dette regioni dovranno mantenere i due terzi della loro dotazione attuale; e

· le regioni che, anche se attualmente non ammissibili a titolo dell'obiettivo "convergenza", hanno un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media dell'UE-27. L'entità del sostegno potrà variare in funzione del livello del PIL, cosicché le regioni con un PIL prossimo al 90% della media dell'UE potranno beneficiare di un'intensità di aiuto simile a quella delle regioni più sviluppate.

Le regioni dell'obiettivo "competitività" con un PIL superiore al 90% della media dell'UE continueranno a ricevere il sostegno della politica di coesione per un numero limitato di priorità.

Le regioni in transizione e le regioni dell'obiettivo "competitività" saranno tenute a concentrare l'intera dotazione di finanziamenti sulla coesione (tranne per il FSE) principalmente sull'efficienza energetica e le energie rinnovabili, la competitività delle PMI e l'innovazione. In queste regioni, gli investimenti nell'efficienza energetica e nelle energie rinnovabili dovranno rappresentare almeno il 20%. Le regioni dell'obiettivo "convergenza" saranno in grado di destinare la propria dotazione ad una serie più vasta di obiettivi che riflette la loro più ampia gamma di esigenze di sviluppo.

Infine, la cooperazione territoriale continuerà a svolgere il proprio compito nell'aiutare le regioni a superare gli svantaggi della loro ubicazione presso la frontiere interne o esterne, contribuire ad una politica di vicinato ambiziosa e affrontare le sfide comuni transfrontaliere e transnazionali.

Gli strumenti di coesione saranno utilizzati per perseguire obiettivi distinti ma complementari:

· Fondo europeo di sviluppo regionale

Il FESR mira a rafforzare la coesione economica e sociale nell'Unione europea correggendo gli squilibri tra le sue regioni. Il FESR sostiene lo sviluppo regionale e locale attraverso il cofinanziamento di investimenti in ricerca e sviluppo e innovazione, i cambiamenti climatici e l'ambiente, il sostegno commerciale alle PMI, i servizi di interesse economico generale, le telecomunicazioni, l'energia e le infrastrutture di trasporto, la sanità, l'istruzione e le infrastrutture sociali, nonché lo sviluppo urbano sostenibile.

Contrariamente a quanto avviene nel periodo in corso, in futuro tutti questi tipi di investimenti potranno essere finanziati non solo dalle sovvenzioni ma anche dagli strumenti finanziari (fondi di capitale di rischio, fondi locali di sviluppo, ecc.).

· Fondo sociale europeo

Il Fondo sociale europeo mira a rafforzare la coesione economica e sociale promuovendo l'occupazione, gli investimenti in competenze, istruzione e formazione lungo tutto l'arco della vita, l'inclusione sociale e la lotta contro la povertà, nonché il miglioramento della capacità istituzionale e l'efficienza della pubblica amministrazione.

Saranno stabilite quote minime per il Fondo sociale europeo per ogni categoria di regioni (25% per le regioni dell'obiettivo "convergenza", 40% per le regioni in transizione e il 52% per le regioni dell'obiettivo "competitività"). La portata del Fondo sociale europeo sarà estesa per includere il costo delle attrezzature collegate agli investimenti in capitale sociale e umano.

· Fondo di coesione

Il Fondo di coesione aiuta gli Stati membri il cui PIL pro capite è inferiore al 90% della media dell'UE-27 nella realizzazione degli investimenti nelle reti di trasporto TEN-T e nell'ambiente. Parte della dotazione del Fondo di coesione (10 miliardi di euro) sarà accantonata per finanziare un nucleo di reti di trasporto nell'ambito del "meccanismo per collegare l'Europa ("Connecting Europe facility") (cfr. anche la scheda specifica). Il Fondo di coesione può inoltre sostenere progetti nel settore dell'energia, purché presentino un chiaro vantaggio per l'ambiente, per esempio promuovendo l'efficienza energetica e il ricorso alle energie rinnovabili.

3. Attuazione 3.1. Gestione concorrente

Il sostegno fornito attraverso la politica di coesione continuerà ad essere oggetto di gestione concorrente della Commissione europea e degli Stati membri (ad eccezione del meccanismo per collegare l'Europa, che sarà gestito in maniera centralizzata), che continuerà a richiedere il cofinanziamento. I paesi che ricevono un contributo finanziario a norma dell'articolo 136 o dell'articolo 143 del TFUE avranno la possibilità di beneficiare di un tasso più elevato di cofinanziamento.

3.2. Contratti di partenariato

I contratti di partenariato tra la Commissione e ciascuno Stato membro definiranno gli impegni tra i partner a livello nazionale e regionale e la Commissione. Essi saranno collegati agli obiettivi della strategia Europa 2020 e ai programmi nazionali di riforma. Questi contratti definiranno una strategia integrata per lo sviluppo territoriale sostenuta da tutti i Fondi dell'UE e comprenderanno obiettivi basati su indicatori concordati, investimenti strategici e una serie di condizioni. Essi contengono impegni a dare annualmente conto dei progressi nelle relazioni annuali sulla politica di coesione e in altre relazioni pubbliche.

3.3. Programmazione integrata

In futuro gli Stati membri dovranno essere incoraggiati ad utilizzare programmi multifondo con processi comuni per la preparazione, negoziazione, gestione e attuazione, in particolare quando è maggiore la necessità di un miglior coordinamento del capitale umano e degli investimenti infrastrutturali.

Se del caso, sarà istituito un "fondo leader", collegato al settore o ai settori del programma. Gli interventi del fondo leader saranno integrati dagli interventi degli altri fondi strutturali, così da assicurare un sostegno coerente a tutti i diversi obiettivi tematici nel quadro della politica di coesione.

3.4. Condizionalità

Saranno introdotte nuove disposizioni per garantire che i finanziamenti dell'UE siano incentrati sui risultati e creino forti incentivi affinché gli Stati membri garantiscano l'effettivo raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 mediante la politica di coesione. Inoltre, per garantire che l'efficacia della spesa per la coesione non sia compromessa da politiche macroeconomiche inadeguate, le condizioni legate alla nuova governance economica saranno integrata nelle condizioni specifiche settoriali definite in ciascun contratto.

La condizionalità assumerà la forma di condizioni "ex ante" che devono essere in vigore prima dell'erogazione dei fondi e condizioni "ex post" che vincoleranno l'erogazione di fondi supplementari al conseguimento di risultati prestabiliti. A tal fine, sarà specificata una serie di traguardi e indicatori chiari e i progressi saranno monitorati rigorosamente mediante relazioni annuali. La mancanza di progressi darà luogo alla sospensione o all'annullamento dei finanziamenti.

3.5. Riserva di efficacia ed efficienza

Al fine di concentrarsi maggiormente sui risultati e sulla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020, il 5% del bilancio per la coesione sarà accantonato e assegnato, nell'ambito del riesame intermedio, agli Stati membri e alle regioni i cui programmi hanno raggiunto i traguardi fissati per quanto riguarda la realizzazione degli obiettivi del programma collegati agli obiettivi della strategia Europa 2020. Le tappe saranno definite secondo i regolamenti nel settore della politica di coesione.

3.6. Finanziamenti innovativi

Oltre alla concessione di sovvenzioni, si propone che il sostegno alla coesione per le imprese e i progetti da cui ci si attendono notevoli risultati finanziari sia fornito principalmente attraverso strumenti finanziari innovativi. (Si veda anche la scheda specifica sugli strumenti finanziari innovativi).

4. dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva di bilancio proposta per il periodo 2014-2020 di cui || 376 miliardi di euro

· Regioni dell'obiettivo "convergenza" · Regioni in transizione · Regioni dell'obiettivo "competitività" · Cooperazione territoriale · Fondo di coesione · Dotazione supplementare per le regioni ultraperiferiche e a bassa densità di popolazione || 162,6 miliardi di euro 39 miliardi di euro 53,1 miliardi di euro 11,7 miliardi di euro 68,7 miliardi di euro 926 milioni di euro

· Meccanismo per collegare l'Europa per i trasporti, l'energia e le TIC || 40 miliardi di euro, più 10 miliardi di euro riservati all'interno del Fondo di coesione

Istruzione e cultura

1. Obiettivi strategici

L'istruzione e la formazione sono elementi essenziali dello sviluppo e della crescita dell'economia europea e svolgeranno un ruolo fondamentale nel perseguimento collettivo degli obiettivi della strategia Europa 2020. Maggiori investimenti nel capitale umano e la modernizzazione dei sistemi d'istruzione e formazione contribuiranno a rendere l'economia UE un'economia intelligente, sostenibile e inclusiva.

Gran parte di questi investimenti verranno effettuati a livello nazionale. Tuttavia, con l'aumento del numero di cittadini europei che cercano al di là dei confini nazionali opportunità di istruzione e formazione, riveste una grande importanza il compito dell'UE, che deve garantire che le opportunità del mercato unico siano accessibili a tutti.

L'UE si impegna a promuovere l'istruzione e la formazione in molti modi diversi. I programmi di promozione della mobilità transnazionale finalizzata all'apprendimento, come ad esempio il programma Erasmus, hanno riscosso un grande successo, permettendo ai beneficiari di acquisire le nuove competenze che saranno necessarie per i posti di lavoro di domani. Una maggiore mobilità può anche contribuire alla riforma dei sistemi di istruzione e formazione, facilitando la diffusione oltreconfine delle idee e delle migliori pratiche. Mediante una combinazione di programmi di finanziamento mirati e in combinazione con altre fonti di finanziamento, quali i fondi strutturali, il bilancio UE può fornire un valore aggiunto reale promuovendo la mobilità, agevolando la cooperazione e lo scambio delle migliori pratiche e sostenendo gli Stati membri nella modernizzazione dei loro sistemi di istruzione e di formazione.

La diversità culturale europea è uno dei nostri maggiori punti di forza, che arricchisce e ispira i cittadini e si traduce in vantaggi economici concreti. Il ruolo economico e sociale dell'industria culturale e creativa è sempre più evidente e ha rappresentato il 4,5% del PIL europeo totale nel 2008, assorbendo il 3,8% circa della forza lavoro. L'UE opera in stretta collaborazione con gli Stati membri in questo settore, per mettere a frutto il potenziale del mercato unico e per creare le condizioni adatte allo sviluppo florido delle industrie culturali e creative.

La prossima generazione di programmi finanziati dal bilancio dell'UE affronterà i punti deboli che limitano il potenziale di crescita di questo settore, cercando di risolvere la frammentazione del mercato, rafforzando la competitività nei settori della cultura e dell'audiovisivo e concentrandosi sulle misure di sviluppo delle capacità e di sostegno nell'ambito della circolazione delle opere culturali.

2. Strumenti

La Commissione propone che il bilancio dell'Unione europea sostenga le strategie in materia di istruzione e cultura attraverso due strumenti principali:

2.1. Un programma relativo al settore istruzione, formazione e giovani - "Istruzione Europa"

Tale programma riunirà i sottoprogrammi, attualmente separati, del programma sull'apprendimento permanente e le componenti internazionali dei programmi relativi all'istruzione superiore, tra cui Erasmus Mundus e Gioventù in azione. Così facendo, si otterranno una maggiore efficienza, un più preciso orientamento strategico e nuove sinergie da sfruttare tra i vari aspetti del programma.

Anche se rappresentano le forme più efficaci di offerta formativa dal punto di vista delle professionalità innovative e della ricerca, gli attuali strumenti dell'UE per la mobilità non sono adatti agli studenti dei master. Il modo più efficiente sotto il profilo dei costi per raggiungere questa categoria di studenti consiste nell'utilizzare il bilancio dell'UE per sollecitare i finanziamenti da parte del settore privato, soprattutto le banche nazionali, per garantire la portabilità delle borse di studio e dei prestiti agli studenti.

Le azioni attualmente sostenute dal programma Leonardo saranno potenziate nel quadro dell'impegno contro la disoccupazione giovanile e la Commissione collaborerà con la BEI per fornire garanzie sui prestiti a studenti di master che intendono studiare in un altro Stato membro.

Il nuovo programma prevede in particolare di:

– fornire opportunità di apprendimento transnazionale mirate;

– adeguare le competenze alla domanda del mercato del lavoro, al fine di stimolare l'occupabilità, lo spirito imprenditoriale e la partecipazione dei giovani;

– stimolare le attività di volontariato e l'apprendimento non formale e informale e

– fornire un ampio sostegno alla riforma e alla modernizzazione dei sistemi di istruzione e di formazione europei ed extraeuropei.

Concretamente, il programma comprende tre direttrici principali:

(1) mobilità transnazionale finalizzata all'apprendimento – ben 800 000 cittadini dell'UE, soprattutto studenti, potrebbero essere aiutati ogni anno a realizzare i propri progetti di mobilità;

(2) promozione di attività di cooperazione tra gli istituti di istruzione e il mondo del lavoro per stimolare la modernizzazione dell'istruzione, l'innovazione e l'imprenditorialità;

(3) assistenza a favore della raccolta di informazioni sull'efficacia degli investimenti nell'istruzione e del sostegno all'attuazione di politiche efficaci da parte degli Stati membri.

Per garantire un valore aggiunto europeo molto elevato è necessario rispettare rigorose condizioni di qualità per la mobilità, concentrarsi su obiettivi strategici fondamentali se si può raggiungere una massa critica e favorire la complementarità con altri programmi UE.

Il programma "Istruzione Europa" incorporerà i programmi internazionali esistenti, quali Erasmus Mundus, Tempus, Alfa ed Edulink e i programmi di cooperazione con i paesi industrializzati nel quadro dello stesso strumento, e concilierà obiettivi diversi (attrattiva dell'area europea dell'istruzione superiore, eccellenza, solidarietà ed equità).

Questo approccio consentirà di porre fine all'attuale frammentazione degli strumenti UE di sostegno alla cooperazione internazionale nell'ambito dell'istruzione superiore, che rende difficile per gli studenti e per le università accedere alle informazioni sulle opportunità d'istruzione superiore in Europa ed ostacola la visibilità sulla scena mondiale dell'istruzione superiore UE.

2.2. Lo sport

Nell'ambito del programma "Istruzione Europa" è stato proposto un sottoprogramma relativo allo sport, che sarà incentrato sugli aspetti seguenti:

· affrontare le minacce transnazionali che gravano sul mondo dello sport, quali il doping, la violenza, il razzismo e l'intolleranza, e le questioni relative all'integrità delle competizioni e degli sportivi;

· sviluppare forme di cooperazione europea nello sport attraverso, ad esempio, l'elaborazione di orientamenti sulla doppia carriera degli atleti o di parametri di buona governance destinati alle organizzazioni sportive e

· sostenere le organizzazioni sportive di base, che possono svolgere un ruolo importante per affrontare sfide socioeconomiche più ampie, quali l'inclusione sociale.

Questo programma apporterà un valore aggiunto UE ai problemi insiti nella natura stessa dello sport, mobilitando i finanziamenti di operatori privati attivi nel settore dello sport e sostenendo le organizzazioni sportive alla base della piramide, non quelle di alto livello professionale.

2.3. Un programma per la cultura e il settore audiovisivo – "Europa creativa"

Questo programma riunirà gli attuali programmi "Cultura", "MEDIA" e "MEDIA Mundus" al fine di concentrare il sostegno sulla realizzazione degli obiettivi di Europa 2020 e contribuire a liberare il potenziale di creazione di posti di lavoro dei settori culturale e creativo. Il programma integrerà altri programmi UE, focalizzandosi specificatamente sulle esigenze dei settori culturale e creativo in un'ottica di superamento delle frontiere nazionali e con una forte enfasi sulla promozione della diversità culturale e linguistica. Saranno prese in considerazione le specificità di ciascun settore, anche attraverso un apposito stanziamento di bilancio, mentre una terza parte è destinata a fornire un sostegno orizzontale alle industrie creative e culturali attraverso l'uso di strumenti finanziari innovativi.

3. Attuazione

L'attuazione dei nuovi programmi sarà considerevolmente semplificata.

Il nuovo programma Istruzione Europa permetterà di realizzare una significativa semplificazione delle azioni e delle norme tramite l'eliminazione dei sottoprogrammi, una diminuzione del numero totale delle attività e un maggiore ricorso a importi forfettari.

Il programma Europa creativa sarà gestito a livello centrale dall'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA), come succede adesso per i programmi "Cultura" e "MEDIA". Un numero esiguo di azioni sarà gestito direttamente dalla Commissione (ad es. le capitali europee della cultura, i premi culturali dell'UE e azioni comuni con istituzioni internazionali).

Le componenti "Cultura" e "MEDIA" del programma "Europa creativa" sarà integrato da uno strumento finanziario innovativo, gestito dal gruppo BEI, che fornisce finanziamenti del debito e conferimenti di capitale alle industrie culturali e creative. In questo modo si potrà superare uno dei principali ostacoli allo sviluppo di contenuti culturali e creativi – l'accesso ai finanziamenti - e si potranno raggiungere le industrie culturali e creative che non beneficiano del sostegno previsto da altri programmi UE.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 di cui || 16,8 miliardi di euro

· Istruzione Europa || 15,2 miliardi di euro

· Europa creativa || 1,6 miliardi di euro

Occupazione e affari sociali

1. Obiettivi strategici

L'Unione europea deve affrontare sfide cruciali nei settori degli affari sociali e dell'occupazione. Si contano attualmente quasi 23 milioni di disoccupati e si stima che oltre 113 milioni di persone siano esposte al rischio di povertà o esclusione[8]. I cittadini europei accordano particolare importanza alle questioni sociali e occupazionali, settori un cui ci si aspetta di più dall'Unione europea. Nonostante un recente miglioramento dello scenario economico, le prospettive occupazionali a medio termine restano incerte, a causa tra l'altro della situazione di squilibrio tra gli Stati membri e della prevista pressione che l'economia mondiale eserciterà sulla ristrutturazione economica.

La disoccupazione e il persistere di elevati tassi di povertà richiedono un intervento globale. Occorre aggiornare e rafforzare le politiche già adottate, mentre l'Unione deve misurarsi con sfide sempre più urgenti: carenza di competenze, scarsi risultati delle politiche attive a favore del mercato del lavoro e dei sistemi di istruzione, esclusione sociale dei gruppi emarginati e bassa mobilità della manodopera. Molte di queste sfide sono state aggravate dalla crisi finanziaria ed economica, dalle tendenze demografiche e migratorie e dalla rapidità dei progressi tecnologici ma, se non saranno affrontate in maniera efficace, costituiranno una grave minaccia per la coesione sociale e la competitività.

La principale responsabilità di ammodernare i sistemi del mercato del lavoro e della politica sociale ricade sugli Stati membri. Dal canto suo, però, l'Unione europea apporta un valore aggiunto, fungendo da catalizzatore per promuovere e facilitare la riforma, erogare finanziamenti, in particolare tramite il Fondo sociale europeo, e coinvolgere le parti sociali, le organizzazioni della società civile e altre parti interessate che svolgono un ruolo di primo piano nella realizzazione della riforma.

2. Strumenti

Sarà intrapresa un'iniziativa europea a favore dell'occupazione e dell'inclusione sociale, attraverso un'azione comune nei settori dell'istruzione e della formazione professionale, dell'occupazione e dell'inclusione. I finanziamenti in quest'ambito saranno erogati essenzialmente attraverso tre strumenti principali, nel pieno rispetto degli obiettivi della strategia Europa 2020. L'erogazione dei finanziamenti sarà migliorata grazie a una maggiore complementarità con altri strumenti e alla semplificazione delle procedure pertinenti.

2.1. Il Fondo sociale europeo

Il Fondo sociale europeo (FSE) finanzierà azioni strutturali per la coesione economica, sociale e territoriale. I finanziamenti si concentreranno sulle priorità fondamentali della strategia Europa 2020, in particolare attraverso quattro "finestre di investimento":

– promozione dell'occupazione;

– investimenti nelle competenze, nell'istruzione e nell'apprendimento permanente;

– inclusione sociale e lotta alla povertà;

– miglioramento delle capacità istituzionali e dell'efficienza della pubblica amministrazione.

In questo contesto, il FSE contribuirà altresì al conseguimento di altri obiettivi strategici, quali agevolare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e basata su un uso efficiente delle risorse, promuovere la ricerca e l'innovazione, in particolare nel sociale, rafforzare l'uguaglianza di genere e combattere la discriminazione. Si propone di raggruppare le azioni, in particolare quelle a favore dell'inclusione sociale, trasferendo nell'ambito del FSE il programma di aiuti alimentari per gli indigenti.

Per il periodo successivo al 2013, il FSE sarà parte del quadro strategico comune (QSC) per i fondi strutturali[9]. I finanziamenti saranno programmati nell'ambito dei contratti di partenariato negoziati con i singoli Stati membri. Gli obiettivi fissati saranno allineati con i programmi nazionali di riforma e saranno tradotti in decisioni sugli investimenti.

Per concentrare l'attenzione sui risultati, sarà istituito un meccanismo di condizionalità, basato su un'ampia gamma di requisiti definiti a priori, allo scopo di amplificare al massimo l'impatto del bilancio dell'UE e di avviare e sostenere le riforme necessarie negli Stati membri.

Affinché il FSE contribuisca realmente al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, è necessaria una massa critica di finanziamento sia a livello dell'UE sia a livello dei programmi operativi. Il valore minimo necessario degli investimenti della politica di coesione da destinare al FSE sarà stabilito sulla base delle diverse categorie di regioni, tenendo conto dei diversi livelli di intensità di aiuto ricevuti e delle sfide da affrontare. A tal fine, per ciascuna categoria di regione saranno stabilite quote minime di sostegno dei fondi strutturali per il FSE (25% per le regioni di convergenza, 40% per le regioni in transizione, il 52% per le regioni dell'obiettivo competitività, tenendo conto del fatto che il fondo di coesione continua a rappresentare un terzo della dotazione della politica di coesione negli Stati membri ammissibili ed escludendo la cooperazione territoriale). Dall'applicazione di tali quote risulta una quota minima complessiva a favore del FSE pari a 25% del bilancio destinato alla politica di coesione.

2.2. Un programma integrato per l'occupazione, la politica sociale e l'inclusione

Il programma integrato per l'occupazione, la politica sociale e l'inclusione contribuirà alla realizzazione della strategia Europa 2020 e dei suoi obiettivi principali, che si rafforzano reciprocamente, sostenendo azioni volte a promuovere un elevato livello di occupazione e protezione sociale adeguata, a combattere l'esclusione sociale e la povertà e a migliorare le condizioni di lavoro. Il programma agirà come catalizzatore di cambiamento negli Stati membri e includerà i seguenti elementi:

· costituire una piattaforma di portata europea dedicata ai processi di reciproco apprendimento, intesa a consolidare la base fattuale per l'elaborazione e l'attuazione della riforma, nonché a promuovere la partecipazione delle parti interessate nei processi di elaborazione delle politiche, allo scopo di rafforzare la titolarità degli obiettivi dell'UE in materia di occupazione, politica sociale e inclusione, mettendo a frutto i risultati positivi del programma Progress;

· promuovere l'innovazione sociale basata sull'esperienza, al fine di potenziare le azioni degli Stati membri intese ad ammodernare i sistemi nazionali sociali e delle politiche occupazionali, ricorrendo a metodi comprovati per concepire, attuare e valutare l'innovazione e per migliorare la divulgazione delle informazioni;

· promuovere la mobilità del lavoro all'interno dell'UE e migliorare l'accesso alle opportunità professionali, in particolare per i giovani, sulla base delle attività della rete EURES;

· incentivare l'imprenditorialità e il lavoro autonomo, in quanto strumenti di creazione di posti di lavoro e di lotta all'esclusione sociale, ampliando la disponibilità e l'accessibilità dei microfinanziamenti a favore dei gruppi vulnerabili, delle microimprese e dell'economia sociale, prendendo spunto dallo strumento europeo di microfinanziamento Progress.

2.3. Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione

I lavoratori licenziati a seguito di profondi cambiamenti strutturali beneficeranno di un aiuto specifico erogato attraverso il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG).

Tramite il FEG, l'Unione europea continuerà ad aiutare gli Stati membri a fornire un'assistenza ad hoc ai lavoratori licenziati in ragione di mutamenti strutturali fondamentali provocati dalla crescente globalizzazione dei modelli di produzione e di scambio. Inoltre, l'intervento a titolo del FEG riguarderà anche i licenziamenti collettivi indotti da gravi squilibri dell'economia locale, regionale o nazionale, a loro volta causati da una crisi improvvisa e inattesa. Il FEG mira a conseguire l'obiettivo del 50% di lavoratori assistiti a trovare un nuovo posto di lavoro stabile entro 12 mesi[10].

La Commissione proporrà di estendere il campo di applicazione del FEG per compensare, in certi casi, gli effetti della globalizzazione in alcuni settori agricoli.

2.4. Linee di bilancio autonome

Oltre a tali strumenti e in virtù delle competenze che le sono conferite dal trattato, la Commissione continuerà ad attuare linee di bilancio autonome[11] al fine di:

– agevolare il dialogo sociale europeo, elemento essenziale del modello sociale europeo;

– analizzare e valutare le tendenze prevalenti nelle legislazioni nazionali in materia di libera circolazione delle persone e promuovere il coordinamento dei sistemi nazionali di sicurezza sociale;

– analizzare la situazione sociale e l'impatto dei cambiamenti demografici.

3. Attuazione

La riduzione del numero di strumenti finanziari e delle linee di bilancio, insieme alla razionalizzazione dei metodi e dei sistemi di gestione e attuazione, consentiranno una maggiore integrazione tra gli strumenti e comporteranno una notevole semplificazione, in particolare per i beneficiari.

3.1. Il Fondo sociale europeo

L'attuazione del FSE si concentrerà sulla combinazione di un approccio maggiormente basato sui risultati, attraverso l'integrazione del FSE nel quadro strategico comune per quanto riguarda tutti gli strumenti di gestione condivisi, e dei contratti di partenariato negoziati con gli Stati membri.

L'attuazione sarà a sua volta semplificata. Le opzioni semplificate in materia di costi saranno maggiormente utilizzate, in particolare per i piccoli progetti, riducendo in tal modo gli oneri amministrativi per gli Stati membri e le regioni, nonché agevolando l'accesso ai finanziamenti in favore delle iniziative locali. Sulla base di piani d'azione comuni, sarà stabilita una relazione più stretta tra i pagamenti e il conseguimento degli obiettivi definiti nei contratti di partenariato.

Infine, saranno introdotti meccanismi di incentivo basati sui risultati, per premiare i programmi e le misure di successo e stimolare cambiamenti laddove i risultati non siano sufficienti.

3.2. Un programma integrato (gestione diretta) per l'occupazione, la politica sociale e l'inclusione

Il nuovo programma integrato per l'occupazione e l'inclusione sociale sarà gestito direttamente dalla Commissione. Le principali procedure prevedono gare d'appalto, inviti a presentare proposte e gestione comune, in particolare per attuare lo strumento di microfinanziamento in collaborazione con il Fondo europeo per gli investimenti. Il nuovo programma si concentrerà su grandi progetti con un chiaro valore aggiunto dell'UE, al fine di raggiungere la massa critica e ridurre gli oneri amministrativi. Saranno introdotte procedure e norme armonizzate e semplificate, onde agevolare l'accesso al programma, in particolare per le piccole organizzazioni.

Inoltre, sarà istituita una programmazione pluriennale per definire obiettivi strategici a lungo termine con dotazione annuale, garantendo in questo modo che il programma sia davvero uno strumento incentrato sulle politiche. Il programma sarà attuato attraverso un sistema di gestione che tiene conto dei risultati ottenuti, a sua volta basato sul controllo regolare dei progressi realizzati rispetto a chiari indicatori.

3.3. Sostegno per i lavoratori licenziati

L'autorità di bilancio continuerà a decidere in merito alla mobilitazione del FEG. La Commissione cercherà di garantire che il funzionamento del FEG diventi più semplice e più efficace nel rispondere alle mutevoli condizioni economiche.

3.4. Linee di bilancio autonome

L'attuazione delle linee di bilancio autonome sarà pienamente coordinata con questi due strumenti, per evitare sovrapposizioni e accrescere le sinergie. Il numero delle linee di bilancio sarà ridotto e i progetti di grande portata avranno la priorità, allo scopo di raggiungere una massa critica e ridurre gli oneri amministrativi.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 di cui || 88,3 miliardi di euro

· Fondo sociale europeo (basato sulla formula per categoria del 25/40/52%, da cui si ottiene il 25% della dotazione per la coesione, ad eccezione del meccanismo per collegare l'Europa) || 84 miliardi di euro

· Politica integrata per l'occupazione, la politica sociale e l'inclusione || 850 milioni di euro

· Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione || 3 miliardi di euro

· Linee di bilancio autonome || 400 milioni di euro

Ambiente

1. Obiettivi strategici

La politica ambientale dell'Unione europea contribuisce al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Gli investimenti a tutela dell'ambiente sono investimenti nella modernizzazione delle nostre società e contribuiranno a trasformare l'Europa in un'economia basata sulla conoscenza e su un uso efficiente delle risorse. Essi sono indispensabili per la tutela ed il miglioramento della qualità dell'ambiente.

Per rendere l'economia più verde è necessario ridurre i costi ambientali, grazie ad un uso più efficiente delle risorse, contribuendo in tal modo alla crescita, alla competitività e alla creazione di posti di lavoro. Proteggendo la biodiversità - il nostro capitale naturale - e potenziando la resilienza degli ecosistemi si fornirà un importante contributo ai nostri obiettivi di crescita sostenibile. Gli ecosistemi, che forniscono cibo, acqua dolce, materie prime e numerosi altri beni, contribuiscono a garantire la produttività e la qualità della vita e ridurre la spesa sanitaria pubblica. Il ripristino degli ecosistemi e dei servizi che essi forniscono contribuisce all'economia verde mediante nuove competenze e nuove opportunità lavorative e commerciali, per la promozione dell' innovazione e per far fronte alle sfide dei cambiamenti climatici.

Il valore aggiunto della cooperazione a livello europeo per conseguire gli obiettivi ambientali comuni è ampiamente riconosciuto, dal momento che le questioni ambientali non si limitano ai territori nazionali. Collaborare strettamente con i paesi vicini dell'UE e con le economie emergenti è una condizione indispensabile per un'Europa più verde. La sostenibilità ambientale è anche uno degli obiettivi di sviluppo del millennio al cui conseguimento l'Unione europea si è impegnata.

Oltre ai vantaggi della normativa ambientale europea, anche il bilancio dell'UE può contribuire agli obiettivi ambientali, sia attraverso programmi specifici sia garantendo che gli obiettivi ambientali siano saldamente integrati in tutte le attività finanziate dal bilancio dell'UE.

2. Strumenti 2.1. Integrazione nelle politiche e nei programmi

Le priorità della politica ambientale saranno integrate in tutti i principali strumenti UE di finanziamento, compresi i programmi relativi ai settori della coesione, dell'agricoltura, degli affari marittimi e della pesca, della ricerca e innovazione e degli aiuti esterni. Questo approccio consentirà di ottimizzare le sinergie tra le politiche ambientali e quelle degli altri settori, partendo dal presupposto che le stesse azioni possono e devono perseguire una serie di obiettivi complementari. Inoltre, esso contribuirà ad evitare la proliferazione dei programmi e a ridurre al minimo gli oneri amministrativi.

· Agricoltura. Uno degli obiettivi principali della riforma della politica agricola comune (PAC) è quello di promuovere gli obiettivi ambientali rendendo più verde il sistema dei pagamenti diretti agli agricoltori. Il 30% dei pagamenti diretti sarà subordinato al rispetto di una serie di migliori prassi ambientali, fermi restando gli attuali obblighi di condizionalità. Inoltre, lo sviluppo rurale nel quadro della PAC sarà ulteriormente riorientato sulla fornitura di beni pubblici, anche attraverso l'introduzione di misure agroambientali. Queste misure contribuiranno a far sì che il settore agricolo UE risulti sostenibile e continui ad essere un importante fornitore di beni pubblici ambientali, garantendo la disponibilità di acqua pulita, la protezione della biodiversità e del suolo, il miglioramento della qualità dell'aria e la difesa del paesaggio. Esse contribuiranno inoltre al conseguimento degli obiettivi UE in materia di clima, sia a livello di attenuazione degli effetti che di adeguamento ai cambiamenti.

· Affari marittimi e pesca. La sostenibilità ambientale sarà al centro delle future politiche in materia di affari marittimi e pesca, e sarà favorita anche riducendo il sovrasfruttamento e la sovraccapacità e attenuando gli effetti diretti (quali le catture accessorie e l'impatto sui fondali marini), nonché sostenendo le aree marine protette. Nel quadro dell' attuazione della direttiva quadro sulla strategia marina, la politica marittima integrata definirà più precisamente i limiti della sostenibilità delle attività umane che hanno un impatto sull'ambiente marino.

· Politica di coesione. La politica di coesione sarà modificata alla luce delle priorità della strategia Europa 2020, in particolare dell'obiettivo di rendere l'economia UE più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva. Questo obiettivo sarà raggiunto con una forte attenzione ai risultati e alle condizionalità, anche in relazione alle finalità di natura ambientale. In tali finalità rientrano la promozione dell'attuazione dell'acquis ambientale (normative in materia di risorse idriche, rifiuti, ambiente marino, nitrati, direttiva sulle emissioni industriali, qualità dell'aria e inondazioni) e il finanziamento delle relative infrastrutture ambientali, la protezione e il ripristino della biodiversità e dei servizi ecosistemici, in particolare tramite lo sviluppo di infrastrutture verdi e la riduzione e la prevenzione della desertificazione. Nel quadro della politica di coesione sarà inoltre rafforzata la verifica del rispetto della normativa ambientale (environmental proofing).

· Ricerca e innovazione. Il nuovo quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione contribuirà a catalizzare le scoperte scientifiche e tecnologiche necessarie alla transizione verso un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse. Anche diffondendo maggiormente i finanziamenti destinati all'ecoinnovazione sarà possibile favorire una crescita intelligente e sostenibile. I partenariati per l'innovazione avranno un impatto diretto sull'efficienza delle risorse, ad esempio in materia di risorse idriche, ecosistemi, materie prime e città intelligenti.

· Nell'ambito dell'azione esterna, lo strumento di preadesione aiuterà i paesi candidati a finanziare le infrastrutture ambientali e lo sviluppo delle capacità necessarie per conformarsi all'acquis dell'Unione europea. Attraverso il dialogo politico a livello regionale e nazionale, la Commissione continuerà ad integrare il sostegno alla tutela dell'ambiente nello strumento europeo di vicinato. La dimensione ambientale dovrebbe inoltre essere ulteriormente integrata nei programmi di aiuto ai paesi in via di sviluppo. La biodiversità e gli ecosistemi sono beni pubblici essenziali a livello mondiale e la loro difesa sarà una componente del progetto di programma tematico relativo ai beni pubblici e alle sfide globali. Il trattato di Lisbona conferisce all'UE una funzione più importante nel settore degli accordi multilaterali e della governance ambientale internazionale, che si tradurrà in un aumento dei finanziamenti.

2.2. Uno strumento specifico per l'Ambiente e per l'Azione per il clima

Oltre all'integrazione della tematica ambientale nelle sue politiche e nei suoi programmi, la Commissione propone di proseguire l'attuazione del programma LIFE+, allineandolo maggiormente agli obiettivi di Europa 2020. Come previsto dall'attuale periodo di programmazione, il nuovo strumento coprirà, all'interno di un solo programma, un'intera serie di azioni nei settori dell'ambiente e dell'azione per il clima.

Nell'ambito del sottoprogramma relativo all'ambiente[12], lo strumento si concentrerà su due tipi di progetto: nuovi progetti integrati, il cui numero e la cui dotazione finanziaria aumenteranno gradualmente durante la durata del programma, e progetti "tradizionali". La Commissione ritiene che i progetti integrati possano svolgere il ruolo essenziale di catalizzatori verso il conseguimento di obiettivi quali la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, la gestione efficace della rete Natura 2000, la promozione della governance ambientale, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche nonché l'effettiva mobilitazione di altri fondi a tal fine. I progetti continueranno a essere scelti in funzione del loro valore aggiunto UE e il loro potenziale di trasferimento di conoscenze e competenze.

L'obiettivo dei progetti integrati LIFE è dimostrare l'attuazione sostenibile di piani d'azione ambientali[13] relativi alle principali direttive UE in campo ambientale, come la direttiva habitat e la direttiva quadro in materia di acque. I progetti integrati sosterranno una serie di attività e misure specifiche. I finanziamenti complementari di cui tali progetti avranno bisogno proverranno da altri programmi di finanziamento UE, da fondi pubblici nazionali e regionali e da fondi del settore privato e saranno gestiti congiuntamente, assicurandosi che siano utilizzati per conseguire gli obiettivi di tutela ambientale. I finanziamenti LIFE dovrebbe pertanto agire come catalizzatori, garantendo la coerenza con la strategia ambientale e sfruttando al massimo le sinergie. Nel quadro del quadro strategico comune, verrà inoltre garantita una cooperazione più strutturata con gli altri fondi UE.

Il sottoprogramma ambientale si articolerà nelle seguenti componenti prioritarie:

(a) LIFE biodiversità, pur continuando a riguardare la rete Natura 2000 e l'elaborazione e la condivisione delle migliori pratiche in materia di biodiversità, affronterà anche sfide più ampie, conformemente agli obiettivi della strategia Europa 2020 relativi alla biodiversità, ovverosia la conservazione e il ripristino degli ecosistemi e dei relativi servizi;

(b) LIFE ambiente si incentrerà sul sostegno all'attuazione della politica ambientale dell'UE da parte del settore pubblico e privato e in particolare sull'attuazione delle normative ambientali volte a conseguire gli obiettivi di efficienza delle risorse della strategia Europa 2020 (quali la direttiva quadro sulle acque e la direttiva quadro sui rifiuti).

(c) LIFE governance sosterrà la creazione di piattaforme per lo scambio delle migliori pratiche per migliorare la conformità alle priorità e l'applicazione della politica ambientale dell'UE, l'elaborazione delle politiche stesse e il processo decisionale basato sulle conoscenze (per esempio, l'ampia diffusione dei risultati dei progetti), con una particolare attenzione per la buona amministrazione. Questa componente sosterrà inoltre le ONG attive nella protezione dell'ambiente e promuoverà azioni di sensibilizzazione al rispetto dell'ambiente e di difesa e di diffusione delle informazioni in materia, interventi strettamente funzionali alla pratica della buona amministrazione e all'attuazione completa, nonché al rispetto, della normativa in materia.

2.3. Finanziamenti volti a proteggere la biodiversità

Per finanziare la strategia UE in materia di biodiversità fino al 2020[14] è necessario integrare la dimensione della biodiversità in tutto il bilancio dell'UE, sia all'interno dell'UE, attraverso i principali strumenti di finanziamento, che attraverso il finanziamento esterno delle azioni. Per aumentare l'efficacia della spesa UE è importante anche ottimizzare le sinergie con i finanziamenti dei programmi con rilevanza climatica, sovvenzionando progetti di adeguamento e di attenuazione basati sulla realtà degli ecosistemi in grado di fornire servizi ecosistemici più ampi, sia all' interno che all' esterno dell'UE.

La gestione efficace e il ripristino delle zone protette nel quadro della rete Natura 2000 è essenziale per il conseguimento degli obiettivi – presenti nella strategia Europa 2020 - di arrestare e invertire il declino della biodiversità nell'UE, stabiliti dal Consiglio europeo nel 2010. A livello UE, un approccio integrato rafforzato che utilizzi i vari fondi settoriali UE, garantendone la coerenza con le priorità della rete Natura 2000, in combinazione con il potenziamento della componente LIFE biodiversità, costituirà una solida base per la nuova strategia di finanziamento di Natura 2000.

Sul piano esterno, l'Unione si è impegnata, insieme con altri organismi che hanno partecipato alla decima riunione della Conferenza delle parti della convenzione sulla diversità biologica (CBD COP10) tenutasi nell'ottobre 2010 a Nagoya, ad aumentare sostanzialmente entro il 2020 lo stanziamento di risorse finanziarie per la biodiversità a livello mondiale. Gli stanziamenti provenienti dal bilancio UE saranno forniti attraverso le dotazioni geografiche e regionali dei programmi UE di azione esterna e attraverso il programma tematico per i beni pubblici globali.

Oltre all'integrazione della dimensione della biodiversità nel bilancio dell'azione esterna, la Commissione propone di creare un meccanismo/fondo esterno al bilancio, ove convogliare i contributi degli Stati membri e i finanziamenti UE.

3. Attuazione 3.1. Integrazione nelle politiche e nei programmi

Gli elementi della politica ambientale saranno integrati nelle politiche e nei programmi descritti nelle schede relative alle altre politiche settoriali. Al fine di garantire il conseguimento di risultati, saranno stabiliti parametri di riferimento chiari e norme sul controllo e la rendicontazione applicabili a tutti gli strumenti UE pertinenti, accompagnate da opportuni indicatori.

Per ottimizzare le sinergie tra i diversi obiettivi strategici è allo studio una procedura di tracciabilità delle spese relative alla tutela ambientale, simile a quella in fase di elaborazione per le spese relative al clima.

Per quanto riguarda la biodiversità, i "marcatori di Rio", stabiliti dall'OCSE e già utilizzati dalla Commissione per gli strumenti esterni, saranno integrati nella metodologia di misurazione dei risultati attualmente impiegata per i programmi UE. I marcatori contribuiranno inoltre a dimostrare i vantaggi accessori delle spese relative a tutela ambientale e clima e a evidenziare i benefici collaterali a livello di biodiversità ottenibili con i finanziamenti relativi al clima per quanto riguarda il programma REDD + (riduzione delle emissioni originate dalla deforestazione e il degrado forestale).

3.2. Uno strumento specifico per l'Ambiente e per l'Azione per il clima

L' attuale programma LIFE+ è gestito dalla Commissione in modalità di gestione centralizzata diretta. La Commissione ritiene che anche in futuro il programma debba rimanere gestito a livello centrale, ma che i compiti di gestione possano in larga misura venire delegati a un'agenzia esecutiva esistente. La portata, i termini e le condizioni della delega dovranno tener conto della necessità che la Commissione mantenga forti connessioni strategiche tra i progetti integrati.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011. Non sono inclusi i fondi destinati all'integrazione in politiche e programmi della dimensione ambientale, che sono compresi nelle dotazioni di bilancio per gli strumenti di finanziamento settoriale.

Programma LIFE+ (sottoprogramma ambientale) || 2,4 miliardi di euro

Azione esterna

1. Obiettivi strategici

L'Unione europea è un'entità di levatura mondiale, in virtù della sua popolazione e del suo peso economico. Con 500 milioni di abitanti, essa rappresenta più del 25% del prodotto nazionale lordo mondiale e un quinto del commercio globale. L'Unione è anche una realtà politica attiva, con interessi e responsabilità in materia di sicurezza a livello sia regionale (soprattutto per quanto riguarda i paesi vicini) sia mondiale. In particolare, essa è un veicolo di solidarietà, fornendo più di metà degli aiuti internazionali allo sviluppo a livello mondiale ed essendo il principale donatore mondiale di assistenza umanitaria. L'Unione europea partecipa attivamente alla difesa dei diritti dell'uomo e alla promozione dell'agenda per un lavoro dignitoso, di altri valori universali e del rispetto delle convenzioni internazionali ambientali e sociali.

L'UE è sempre più attiva nei settori della prevenzione dei conflitti, della gestione delle crisi e del consolidamento della pace, attraverso missioni di gestione delle crisi dirette dall'Unione europea e strumenti UE di risposta alle crisi e di stabilizzazione. L'UE sostiene anche le missioni dell'ONU e dell'Unione africana di mantenimento e ripristino della pace in paesi fragili o distrutti dalla guerra. Inoltre, l'UE si è impegnata a sostenere il sistema multilaterale e la sua riforma, i negoziati di Doha sugli scambi multilaterali, i negoziati della UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) sui cambiamenti climatici, i negoziati della CBD (Convention on Biological Diversity) sulla biodiversità, negoziati su altri accordi multilaterali, le riforme G-8 e G-20 e il programma di governance globale.

La politica estera rappresenta pertanto un importante campo d'azione per l'UE. Il nuovo quadro istituzionale istituito con il trattato di Lisbona prevede un rafforzamento di questo ambito di attività.

Tramite l'uso di strumenti finanziari per le relazioni esterne, l'UE sostiene l' attuazione delle sue strategie di politica estera, che consistono in particolare:

(1) conducendo un'azione di promozione e di difesa dei valori dell'UE all'estero, azione imperniata sui diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto. I recenti eventi verificatisi in diverse parti del mondo evidenziano l'esigenza di una revisione dell'assistenza dell'UE ai processi democratici e di transizione e alla società civile;

(2) proiettando le strategie dell'UE verso le più scottanti sfide planetarie, quali la lotta contro i cambiamenti climatici, l'inversione del processo di impoverimento della biodiversità e la protezione dei beni pubblici e delle risorse globali. La Commissione propone di elaborare con i paesi terzi un programma proattivo relativo agli interessi UE e agli interessi reciproci, in cui vengano privilegiati i partner strategici;

(3) potenziando l'impatto della cooperazione dell'UE allo sviluppo, con il principale obiettivo di contribuire ad eliminare la povertà. L' UE intende concentrare gli aiuti in quelle aree in cui l'UE gode di particolari competenze ed esperienze, operando una distinzione tra i paesi e le regioni partner, onde garantire che le risorse siano assegnate in base alle esigenze, alle capacità, agli interessi e agli impegni, migliorare il coordinamento degli aiuti e la coerenza tra le strategie di sviluppo e garantire un finanziamento adeguato a tali strategie. Sarà creato uno strumento panafricano per sostenere l'attuazione della strategia comune Africa Europa, sottolineando l'importanza evidente del valore aggiunto insito nelle attività interregionali e intercontinentali. Tale strumento sarà sufficientemente flessibile per accogliere i contributi degli Stati membri dell'UE, dei paesi africani, delle istituzioni finanziarie e del settore privato;

(4) investendo nella prosperità e nella stabilità a lungo termine dei paesi vicini dell'UE. L'obiettivo di creare una zona di stabilità, prosperità e democrazia verrà perseguito sia attraverso la preparazione all'adesione dei paesi candidati e candidati potenziali sia attraverso una nuova politica di vicinato. L'UE sosterrà attivamente i valori e principi democratici nei paesi vicini ed una più equa distribuzione dei benefici della crescita tramite una cooperazione politica più intensa e una maggiore integrazione economica sia a Sud che a Est;

(5) rafforzando la solidarietà europea in caso di calamità naturali o provocate dall'uomo. Difendendo i principi del diritto umanitario concordati a livello internazionale e potenziando le proprie capacità negli ambiti degli aiuti umanitari e della protezione civile, l'Unione europea, tramite il suo bilancio, sosterrà le azioni che permettono di anticipare le calamità, di prepararsi ad esse, di evitarle o di reagirvi più rapidamente e si impegnerà con maggiore flessibilità in interventi di sviluppo che permettono la ricostruzione dopo le crisi e, in prospettiva, lo sviluppo delle capacità di recupero;

(6) migliorando la prevenzione delle crisi e la loro risoluzione. Verrà potenziata l'azione dell'UE per la prevenzione delle crisi e la loro risoluzione, il mantenimento della pace e il consolidamento della sicurezza internazionale, anche grazie al rafforzamento delle capacità dell'UE di preparazione alle crisi.

Un'Europa aperta, che funzioni in un contesto internazionale basato su regole, è il modo migliore per sfruttare i benefici della globalizzazione e rilanciare la crescita e l'occupazione.

2. Strumenti

La Commissione propone la seguente struttura per i futuri strumenti di azione esterna dell'UE.

2.1. Cooperazione allo sviluppo

La Commissione propone di basarsi sull'attuale strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI) per quanto riguarda la portata geografiche e tematica. Essa propone altresì che il Fondo europeo di sviluppo (FES), che riguarda la cooperazione con i paesi ACP (paesi dell' Africa, dei Caraibi e del Pacifico) e i PTOM (paesi e territori d' oltremare) dovrebbe rimanere al di fuori del bilancio per il periodo del prossimo QFP.

2.2. Strumento per i paesi candidati all'allargamento

Come pilastro finanziario della strategia di allargamento viene proposto uno strumento integrato di preadesione unico, che comprenda tutte le dimensioni delle politiche interne e delle questioni tematiche. La finalità dello strumento sarà di garantire che i paesi candidati e candidati potenziali vengano adeguatamente preparati per l'adesione. L'accento sarà posto sullo sviluppo socioeconomico, sulla cooperazione regionale, sull'adozione e l'attuazione dell'acquis, e sulla preparazione per la gestione delle politiche interne al momento dell'adesione. Lo strumento sarà attuato attraverso programmi nazionali/multibeneficiari concordati con i beneficiari e si ispirerà ai fondi strutturali, al Fondo di coesione e al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), tenendo conto della nuova priorità di questi ultimi, che consiste nella fornitura di beni pubblici. Inoltre, gli strumenti utilizzati in caso di crisi politica e finanziaria (assistenza macrofinanziaria, strumento di stabilità) continueranno ad essere disponibili per essere utilizzati, se necessario, nei paesi candidati.

2.3. Strumento europeo di vicinato

Dello strumento europeo di vicinato, che sostiene una più intensa cooperazione politica, una più stretta integrazione economica con l'UE e una transizione effettiva e sostenibile verso la democrazia, beneficeranno i paesi vicini dell'UE. L'intensità della cooperazione con i paesi vicini dell'UE sarà proporzionale ai progressi compiuti, in linea con le conclusioni della comunicazione della Commissione intitolata "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento". Lo strumento europeo di vicinato fornirà la parte più cospicua dei finanziamenti dell'UE ai paesi vicini e sarà eventualmente integrato da altri strumenti esterni[15].

2.4. Strumento di partenariato

Questo nuovo programma fornirà un sostegno ad hoc per la cooperazione con tutti i paesi terzi (in via di sviluppo e non in via di sviluppo), con un'attenzione specifica ai partner strategici e alle economie emergenti. Esso finanzierà attività volte a proiettare le politiche dell'UE all'estero, attraverso la cooperazione bilaterale e l'elaborazione di un approccio comune alle sfide, partenariati economici e cooperazione tra imprese, attività e reti di diplomazia pubblica, contatti interpersonali, lo svolgimento di discussioni politiche e di attività congiunte con i singoli paesi partner e la promozione degli scambi e degli investimenti e della convergenza normativa con i partner strategici.

2.5. Promozione dei diritti umani nel mondo

Lo strumento europeo per la democrazia e i diritti dell' uomo (EIDHR) verrà rafforzato e si concentrerà su due attività. In primo luogo, è previsto un più forte sostegno allo sviluppo di società civili prospere e dinamiche e al loro ruolo precipuo di strumenti di cambiamento e di difensori dei diritti umani e della democrazia. Tale sostegno prevede anche il rafforzamento delle capacità dell'UE di reagire prontamente alle violazioni gravi dei diritti dell'uomo nonché un maggiore sostegno ai meccanismi di difesa dei diritti dell'uomo e di controllo del rispetto di tali diritti. In secondo luogo, è previsto un sostegno alle missioni di osservazione elettorale e un sostegno per il miglioramento delle procedure elettorali.

2.6. Solidarietà e aiuto a favore delle popolazioni vittime di calamità naturali e di calamità provocate dall'uomo

L'assistenza umanitaria e la protezione civile saranno rafforzate e continueranno a seguire un approccio basato su principi e sui bisogni.

– Lo strumento per l'aiuto umanitario permetterà di reagire alle calamità naturali e alle calamità provocate dall'uomo, sulla base dei principi internazionali del diritto umanitario e tramite il ricorso a organizzazioni specializzate.

– Il meccanismo di protezione civile permetterà di reagire alle calamità naturali e alle calamità provocate dall'uomo nei paesi terzi, tramite il coordinamento delle agenzie di protezione civile degli Stati membri dell'UE.

2.7. Prevenzione e gestione delle crisi

L'azione dell'UE in questo settore sii articola in diverse componenti:

· Reazione alle crisi, tra cui le calamità naturali, attraverso lo strumento di stabilità (IfS), con un'attenzione particolare alla prevenzione dei conflitti e al consolidamento della pace e delle istituzioni statali. La sua capacità a lungo termine permetterà di affrontare le minacce mondiali e transregionali, quali la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, la prevenzione dei traffici illeciti, ecc.

· Risposta al fabbisogno di finanziamento a breve termine dei paesi oggetto di programmi di stabilizzazione e di adeguamento, mediante l'assistenza macrofinanziaria (MFA).

· La promozione della sicurezza nucleare a sostegno delle normative internazionali, attraverso lo strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare (INSC). L' obiettivo sarà sostenere la promozione di un livello elevato di sicurezza nucleare e di protezione dalle radiazioni e l'applicazione di misure di salvaguardia efficienti ed efficaci concernenti il materiale nucleare nei paesi terzi.

· Inoltre, il bilancio della politica estera e di sicurezza comune permetterà di sostenere le azioni senza implicazioni militari e di difesa.

3. Attuazione

L'attuazione dei nuovi programmi sarà ulteriormente semplificata, in particolare dal punto di vista dell'efficacia degli aiuti. Se del caso, i nuovi strumenti prevederanno l'applicazione del principio della responsabilità reciproca nell'assegnazione e nell'erogazione di fondi. Si cercherà di aumentare le sinergie nell'uso di fondi esterni per conseguire obiettivi strategici UE multipli, ad esempio nel caso degli impegni di finanziamento UE in materia di riduzione della povertà, clima e biodiversità.

Verrà inoltre proposta una maggiore flessibilità per quanto riguarda le azioni esterne. I meccanismi di bilancio esterni al quadro finanziario utilizzati in caso di grandi eventi imprevisti (riserva per gli aiuti d' urgenza e strumento di flessibilità) saranno rafforzati.

Si procederà ad una semplificazione delle procedure mediante una più chiara definizione degli strumenti e una riduzione delle ridondanze, in modo da assegnare a ciascuno di essi obiettivi strategici chiaramente definiti. Sarà inoltre proposta la semplificazione delle norme e delle procedure relative alla fornitura dell'assistenza dell'UE, in particolare affinché la programmazione degli interventi agevoli l'azione congiunta con gli Stati membri.

Sarà proposto un maggiore impiego di strumenti finanziari innovativi nell'ambito di tutti gli strumenti (in particolare l'utilizzo di meccanismi di investimento regionali), che dovrebbe consentire una quantità maggiore di sovvenzioni da associare ai prestiti, in modo da stanziare fondi supplementari necessari a coprire il fabbisogno di investimenti dei paesi partner.

Si ritiene che il controllo democratico dell'aiuto esterno debba essere migliorato. Tale miglioramento si potrebbe ottenere ricorrendo agli atti delegati previsti dall' articolo 290 del trattato, in relazione a determinate componenti dei programmi, non soltanto ponendo i co‑legislatori su un piano di parità, ma anche garantendo una maggiore flessibilità della programmazione. Per il FES, si propone di allineare il controllo con il DCI, pur tenendo conto delle peculiarità di tale strumento.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 di cui || 70 miliardi di euro

· Strumento di cooperazione allo sviluppo || 20,6 miliardi di euro

· Strumento di preadesione || 12,5 miliardi di euro

· Strumento europeo di vicinato || 16,1 miliardi di euro

· Strumento di partenariato || 1 miliardo di euro

· Strumento di stabilità || 2,5 miliardi di euro

· Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani || 1,4 miliardi di euro

· Politica estera e di sicurezza comune || 2,5 miliardi di euro

· Strumento per l'aiuto umanitario || 6,4 miliardi di euro

· Capacità di reazione di protezione civile alle emergenze || 0,2 miliardi di euro

· Corpo volontario europeo di aiuto umanitario || 0,2 miliardi di euro

· Strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare || 0,56 miliardi di euro

· Assistenza macrofinanziaria || 0,6 miliardi di euro

· Fondo di garanzia per le azioni esterne || 1,26 miliardi di euro

Riserva per aiuti d'urgenza || 2,45 miliardi di euro

Bilancio totale proposto a titolo dell'11° FES || 30,3 miliardi di euro

Lotta antifrode

1. Obiettivi strategici

Obiettivo della politica antifrode dell'UE è tutelare gli interessi finanziari dell'Unione europea mediante attività di prevenzione, dissuasione e di indagine, garantendo l'avvio di azioni penali contro le frodi a danno del bilancio dell'UE. Tale politica è attuata dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), che, pur facendo parte della Commissione, svolge indagini in piena indipendenza.

In quanto servizio della Commissione, l'OLAF gestisce i programmi descritti di seguito a sostegno delle strategie antifrode dell'Unione. Una componente specifica dell'attività antifrode è la difesa dell'euro contro la falsificazione di banconote e monete, attività essenziale ai fini del funzionamento della moneta unica.

2. Strumenti

Sono tre i programmi destinati a coordinare l'azione degli Stati membri nella lotta contro la frode ai danni del bilancio, in osservanza del dovere di stretta e regolare cooperazione stabilito dall'articolo 325 del TFUE.

· Il programma Hercule II promuove l'attività antifrode potenziando la cooperazione transnazionale e pluridisciplinare, la formazione, gli studi giuridici specializzati, la fornitura di altri servizi antifrode specializzati alle autorità degli Stati membri competenti in tale settore (polizia e agenzie doganali, pubblici ministeri ecc.), la realizzazione di reti professionali che includano anche i paesi candidati e in via di adesione, nonché il finanziamento di attrezzature tecniche per gli Stati membri. Il programma Hercule svolge un ruolo specifico a sostegno della lotta contro il contrabbando di sigarette.

· Il sistema di informazione antifrode (AFIS) fornisce un'infrastruttura sicura per lo scambio di informazioni tra Stati membri e tra gli Stati membri e la Commissione in materia di frode. Questa infrastruttura permette anche di effettuare operazioni doganali congiunte che vedono coinvolti Stati membri e paesi terzi e che prevedono il coordinamento delle risorse di servizi diversi su obiettivi ad alto rischio di interesse comune.

· Il programma Pericle, dedicato alla protezione dell'euro contro la falsificazione, prevede scambi di personale, assistenza e programmi di formazione. Nella lotta contro la falsificazione dell'euro sono stati conseguiti successi grazie ad un pacchetto di misure coerenti che hanno posto l'accento sulla necessità di una stretta cooperazione tra tutte le parti coinvolte a livello nazionale e europeo, nonché sulla formazione e sulle attività di sensibilizzazione.

Oltre ai programmi di spesa specifici per la lotta antifrode, occorrerebbe una maggiore coerenza tra le disposizioni antifrode di tutti i programmi di spesa che contribuirebbe a garantire un'efficace attuazione dell'impegno dell'Unione nella lotta alla frode. Pertanto, sarà previsto l'inserimento di disposizioni antifrode in ciascuna base giuridica della nuova generazione di programmi 2014-2020.

3. Attuazione

Dalla valutazione dei precedenti programmi Hercule sono emersi notevoli effetti in termini di miglioramento nel livello delle attrezzature tecniche impiegate dagli Stati membri, di facilitazione delle operazioni transfrontaliere e di qualità delle prove. Sono stati rafforzati i contatti tra funzionari di polizia specializzati nel settore. Studi giuridici incentrati su questioni specifiche relative alle operazioni antifrode transfrontaliere hanno rafforzato la base per la cooperazione.

L'uso di AFIS negli Stati membri è aumentato considerevolmente a seguito dell'introduzione di una nuova tecnologia nel 2010. Sono previsti ulteriori miglioramenti, in particolare per la facilitazione dell'analisi dei rischi. Sarà potenziata la capacità di effettuare operazioni doganali congiunte.

Il programma Pericle ha contribuito ai livelli relativamente bassi di falsificazione dell'euro (banconote e monete) come anche ad efficaci azioni di intercettazione della valuta falsificata prima ancora che venisse messa in circolazione. Con circa 110 azioni e quasi 6 000 funzionari formati, Pericle è una parte importante del pacchetto di misure di protezione dell'euro contro la falsificazione.

Questi programmi sono attuati tramite sovvenzioni e appalti pubblici.

Per tutti e tre i programmi, la proposta è quella di migliorare l'attuale impostazione alla luce dell'esperienza, restando in linea con la strategia di lotta antifrode della Commissione e mantenendo adeguati livelli di spesa.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 per HERCULE, PERICLE e AFIS || 150 milioni di euro

Salute e consumatori

1. Obiettivi strategici

La politica dell'Unione europea in materia di salute e consumatori è incentrata su questioni di primaria importanza per tutti i cittadini europei: la loro salute e sicurezza e la disponibilità di un'ampia gamma di alimenti e prodotti di consumo all'interno di un mercato interno sicuro ed efficiente. Le politiche dell'UE in questo ambito sono state concepite per rafforzare la posizione dei consumatori europei, tutelare e migliorare la salute dei cittadini europei, garantire che gli alimenti siano sani e sicuri, nonché proteggere la salute delle piante e il benessere e la salute degli animali.

La Commissione ha una responsabilità specifica nel tutelare e migliorare lo stato di salute e le condizioni degli animali nel territorio comunitario, con particolare riferimento agli animali destinati alla produzione alimentare, agevolando il commercio intracomunitario e le importazioni di animali vivi e di prodotti derivati da animali conformi alle norme sanitarie ed agli obblighi internazionali. Analogamente, l'UE controlla la commercializzazione e l'impiego dei prodotti fitosanitari e fissa norme atte a verificare e controllare i residui dei pesticidi. Essa mette in atto misure preventive per tutelarsi contro l'introduzione e la diffusione di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali all'interno dell'UE. Inoltre garantisce condizioni di qualità per la vendita di sementi e materiali di moltiplicazione all'interno dell'UE. Questo compito viene svolto in maniera più efficiente ed economica attraverso il bilancio dell'UE piuttosto che mediante 27 bilanci nazionali.

Promuovere la buona salute fa parte integrante degli obiettivi di crescita intelligente e inclusiva della strategia Europa 2020. Mantenere i cittadini attivi e in buona salute più a lungo ha ricadute positive sulla produttività e la competitività. L'innovazione nelle cure sanitarie può contribuire a raccogliere la sfida della sostenibilità nel settore, nel contesto dei cambiamenti demografici in corso.

Analogamente, la politica dei consumatori contribuisce in maniera significativa all'efficienza dell'economia europea, permettendo ai cittadini di svolgere un ruolo importante nel mercato unico e dando loro maggiori garanzie per quanto riguarda l'acquisto di beni e servizi oltrefrontiera, particolarmente on-line. Considerato che la spesa per i consumi rappresenta il 56% del PIL dell'UE, una politica dei consumatori efficace può contribuire attivamente agli obiettivi della strategia Europa 2020.

I programmi finanziati come parte della politica per la salute e i consumatori dell'UE contribuiscono al benessere dei cittadini europei. Il valore aggiunto dei programmi per la salute e i consumatori dell'UE risiede nella loro capacità di affrontare questioni che non possono essere risolte altrettanto efficacemente dagli Stati membri da soli. Ad esempio, le attività per promuovere gli acquisti oltrefrontiera o per rispondere a malattie o pandemie che interessano più Stati membri richiedono un'impostazione coordinata e coerente. Parimenti, le malattie degli animali e delle piante non rispettano le frontiere nazionali. Garantire un livello elevato e uniforme di salute degli animali e la sicurezza alimentare in tutta l'UE permette la libera circolazione degli animali vivi e dei prodotti animali, che è fondamentale ai fini del funzionamento del mercato unico e va a beneficio dei consumatori offrendo una scelta più vasta e una maggior competizione, consentendo inoltre ai produttori alimentari dell'UE di realizzare economie di scala.

2. Strumenti

La Commissione propone i seguenti programmi per contribuire a realizzare la politica per la salute e i consumatori dell'UE.

2.1. Salute 2.1.1. Programma Salute per la crescita

Il nuovo programma "Salute per la crescita" sarà orientato verso le azioni con un chiaro valore aggiunto dell'UE, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020 e con i nuovi obblighi di legge. Lo scopo principale è collaborare con gli Stati membri per proteggere i cittadini dalle minacce sanitarie transfrontaliere, accrescere la sostenibilità dei servizi sanitari e migliorare la salute della popolazione, favorendo al tempo stesso l'innovazione in campo sanitario. Ad esempio, il programma sosterrà la politica sanitaria elaborando migliori pratiche e orientamenti per la diagnosi e la cura delle malattie rare, sostenendo le reti europee di riferimento sulle malattie, sviluppando migliori pratiche e orientamenti in materia di screening dei tumori e mettendo a punto un'impostazione comune a livello della UE per quanto riguarda le valutazioni delle tecnologie sanitarie e la sanità elettronica. Le azioni di ricerca e innovazione nel settore della sanità saranno finanziate nell'ambito del quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione.

2.1.2. Salute delle piante e degli animali e sicurezza alimentare

Il programma per la salute delle piante e degli animali e la sicurezza alimentare si concentra sull'eradicazione delle malattie degli animali, sul fondo veterinario di emergenza e sulle azioni correlate come il finanziamento dei laboratori di riferimento dell'UE, i programmi di formazione e le banche di vaccini. Il programma futuro proseguirà tali attività con una maggiore enfasi sui risultati. Il programma intende inoltre finanziare ulteriori e assai necessari provvedimenti per risolvere il problema dei parassiti e delle malattie delle piante che si manifestano sempre più in tutta l'UE.

2.2. Consumatori

Programma per i consumatori

Il programma per i consumatori promuoverà il potere dei consumatori quale mezzo fondamentale per conseguire un elevato livello di tutela in tutto il mercato unico. Il programma sarà incentrato sul miglioramento del flusso di informazioni ai consumatori e sulla rappresentanza degli interessi dei consumatori. Esso consentirà di sostenere l'effettiva applicazione delle norme a tutela dei consumatori attraverso la cooperazione tra le autorità e le organizzazioni responsabili della loro attuazione, l'informazione, l'istruzione e la risoluzione delle controversie. Il nuovo programma si baserà sui risultati positivi ottenuti dall'attuale programma, riorientato per affrontare nuove priorità. In particolare, la Commissione propone di aumentare le risorse dedicate alla risoluzione alternativa delle controversie e allo sviluppo delle capacità per consigliare i consumatori negli acquisti oltrefrontiera.

3. Attuazione

Il bilancio dedicato alla salute e ai consumatori viene eseguito mediante gestione centralizzata diretta e indiretta. La parte più consistente del bilancio per i prodotti alimentari e i mangimi è eseguito mediante gestione centralizzata diretta, in particolare mediante sovvenzioni versate alle autorità degli Stati membri.

Nel 2004 la Commissione ha istituito un'Agenzia esecutiva per la salute e i consumatori destinata a gestire il programma di sanità pubblica. Il mandato dell'Agenzia è stato ampliato nel 2008 e copre l'attuazione del programma consumatori e delle azioni di formazione sulla sicurezza alimentare finanziati nell'ambito del bilancio per i prodotti alimentari e i mangimi. Una serie di altre agenzie di regolamentazione operano in questo settore: l'Ufficio comunitario delle varietà vegetali (UCVV) il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (CEPCM), l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l'Agenzia europea per i medicinali (EMA). L' UCVV è interamente autofinanziata mediante contributi. Il CEPCM e l'EFSA sono finanziate tramite una sovvenzione annuale di bilancio, mentre l'EMA riceve una sovvenzione di bilancio insieme con commissioni dal settore privato. Tali organismi saranno utilizzati per attuare i nuovi programmi nelle rispettive zone di competenza.

4. dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutti gli importi sono espressi a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il periodo 2014-2020 di cui || 2,75 miliardi di euro

· Sicurezza alimentare || 2,2 miliardi di euro

· Programma Salute per la crescita || 396 milioni di euro

· Programma per i consumatori || 175 milioni di euro

Affari interni

1. Obiettivi strategici

L'obiettivo della politica degli affari interni dell'Unione europea è di creare uno spazio senza frontiere interne in cui le persone possano entrare, circolare, vivere e lavorare liberamente, certe del fatto che i loro diritti sono rispettati integralmente e la loro sicurezza tutelata.

L'UE ha un ruolo decisivo da svolgere nella lotta contro le minacce della criminalità grave e organizzata, la criminalità informatica e il terrorismo, e per garantire la gestione efficace delle frontiere esterne dell'UE e rispondere rapidamente alle crisi emergenti causati da catastrofi naturali o causate dall'uomo. Nell'era della globalizzazione, in cui le minacce sono in crescita e sempre più hanno una dimensione transnazionale, nessuno Stato membro è in grado di rispondere efficacemente da solo. È necessaria una risposta europea globale e coerente onde garantire che le autorità di contrasto possano lavorare efficacemente attraverso le frontiere e le giurisdizioni.

La cooperazione e la solidarietà a livello dell'UE hanno già permesso di progredire notevolmente nella costruzione di un'Europa più aperta e più sicura. L'UE continuerà ad affrontare sfide importanti, in particolare nel contesto dell'invecchiamento demografico e della diminuzione della forza lavoro. Una politica lungimirante in materia di immigrazione e integrazione è fondamentale per migliorare la competitività e la coesione sociale dell'UE, arricchendo le nostre società e creando opportunità per tutti. Dobbiamo affrontare il problema dell'immigrazione clandestina e combattere contro la tratta di esseri umani e altre forme moderne di schiavitù. Al tempo stesso, l'UE deve continuare a dimostrare solidarietà verso coloro che necessitano di protezione internazionale. Il completamento di un sistema comune europeo di asilo più sicuro ed efficiente che riflette i nostri valori resta una priorità.

Il sostegno attraverso il bilancio dell'UE può offrire un effettivo valore aggiunto in questo settore. Il finanziamento dell'UE è un segnale tangibile della solidarietà e della condivisione delle responsabilità, che sono indispensabili per rispondere a sfide comuni. Ad esempio, il controllo delle frontiere esterne dell'UE è una condizionale fondamentale per la libera circolazione ed è svolto da alcuni Stati membri nell'interesse e per conto di tutta l'UE. Inoltre, nei casi in cui lo Stato membro ha dovuto far fronte a pressioni eccezionali sulle sue frontiere, l'UE dovrebbe essere in grado di fornire un sostegno adeguato. Analogamente, gli Stati membri che, a motivo della loro situazione geografica, sostengono costi sproporzionati a causa dei flussi migratori dovrebbero ricevere un adeguato finanziamento tramite il bilancio dell'UE.

Il finanziamento dell'UE può servire anche a promuovere l'efficienza attraverso la messa in comune di risorse transnazionali e a rafforzare la cooperazione pratica fra gli Stati membri, nonché fra gli Stati membri e i paesi terzi. Questo aspetto è di particolare importanza nel settore della sicurezza interna, in cui il sostegno finanziario per le operazioni congiunte, quali le squadre investigative comuni, migliora la cooperazione tra forze di polizia, autorità doganali, guardie di frontiera e autorità giudiziarie.

Oltre al sostegno per gli aspetti interni delle politiche per gli affari interni, dovrebbe anche essere disponibile un sostegno sufficiente da parte dell'UE per potenziare la dimensione esterna della politica degli affari interni, in piena conformità dell'azione esterna dell'UE; ad esempio favorendo l'attuazione di accordi di riammissione e partenariati per la mobilità, aiutando i paesi terzi a sviluppare le proprie capacità di sorveglianza delle frontiere o fornendo finanziamenti per la lotta contro le reti criminali internazionali, la tratta di esseri umani e il traffico di armi e droga.

2. Strumenti

La Commissione propone di semplificare la struttura del finanziamento dell'UE in questo settore riducendo il numero di programmi finanziari a due:

– il Fondo per la migrazione e l'asilo che sosterrà azioni in materia di asilo e di migrazione, integrazione di cittadini di paesi terzi e rimpatrio;

– il Fondo per la sicurezza interna fornirà assistenza finanziaria per le iniziative nel'ambito delle frontiere esterne e della sicurezza interna.

Entrambi i fondi dovrebbero avere una notevole dimensione esterna onde garantire che l'UE abbia i mezzi per perseguire le sue priorità in materia di affari interni nelle relazioni con i paesi terzi e tutelare gli interessi generali dell' UE. Sarà fornito un sostegno finanziario per garantire la continuità territoriale dei finanziamenti, a partire dall'UE e a seguire nei paesi terzi. Ad esempio per quanto riguarda il reinsediamento dei rifugiati, gli accordi di riammissione, i programmi di protezione regionale, la lotta contro l'immigrazione illegale, il rafforzamento della gestione delle frontiere e la cooperazione di polizia, ad esempio con i paesi confinanti.

Gli strumenti dovranno anche prevedere una risposta rapida in caso di emergenze, strutturando il Fondo o i Fondi in modo tale che l'UE possa reagire in modo adeguato in situazioni in rapida evoluzione.

3. Attuazione

La riduzione del numero dei programmi e le corrispondenti norme di attuazione semplificheranno le procedure e dovrebbero consentire una migliore comprensione delle norme da parte di tutti gli operatori.

Il passaggio alla gestione concorrente in luogo della gestione diretta, ove possibile, consentirà di eliminare inutili oneri burocratici. La gestione diretta sarà mantenuta per progetti specifici particolarmente innovativi o transnazionali e per sostenere gli attori non statali, nonché per promuovere eventi e studi. Inoltre, sarà mantenuta per il meccanismo di pronto intervento flessibile e la dimensione esterna.

Per i fondi in gestione concorrente, si propone di passare ad un sistema di programmazione pluriennale orientata ai risultati, abbandonando i programmi annuali. Ne conseguirà una maggiore attenzione agli obiettivi e ai risultati, con una riduzione del carico di lavoro per tutte le parti interessate e un accorciamento dei tempi per l'approvazione dei programmi nazionali così da accelerare lo sblocco dei fondi.

L'azione dell'UE in questo settore è sostenuta da una serie di agenzie, compreso l'Europol, Frontex, l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, l'Accademia europea di polizia, l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze e l'agenzia IT. Vi è la possibilità e l'esigenza di migliorare le sinergie e la coerenza tra le attività della Commissione e delle sue agenzie, in modo da garantire che le agenzie possano sostenere efficacemente la cooperazione concreta tra gli Stati membri.

I sistemi informatici su ampia scala (quali SIS II e VIS) assorbono una quota significativa del bilancio in questo settore. Essi apportano un elevato valore aggiunto UE. Attualmente questi sistemi sono gestiti dalla Commissione, ma la loro gestione sarà gradualmente trasferita alla futura agenzia IT, che diventerà operativa nel 2012. L'agenzia IT sarà inoltre incaricata di sviluppare e gestire i futuri sistemi informatici in questo settore.

4. dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il periodo 2014-2020 di cui || 8,23 miliardi di euro

· Fondo per la migrazione e l'asilo || 3,4 miliardi di euro

· Fondo per la sicurezza interna || 4,1 miliardi di euro

· Sistemi informatici || 730 milioni di euro

Infrastrutture – Un meccanismo per collegare l'Europa

1. Obiettivi strategici

Il futuro economico dell'Europa richiede reti energetiche, digitali e di trasporto intelligenti, sostenibili e pienamente interconnesse. Tali reti sono una condizione necessaria per il completamento del mercato unico europeo e contribuiranno al conseguimento degli obiettivi di crescita sostenibile dell'UE delineati nella strategia Europa 2020, nonché degli ambiziosi obiettivi "20-20-20" nel settore della politica energetica e climatica[16].

Se da un lato ci si aspetta che il mercato svolga un ruolo di primo piano garantendo le infrastrutture necessarie attraverso opportuni meccanismi di investimento e di formazione dei prezzi, senza un opportuno intervento pubblico (anche a titolo del bilancio dell'UE) alcuni investimenti nelle infrastrutture non si realizzeranno o saranno rimandati ben oltre il 2020.

Nel settore energetico, nel 2010 la Commissione ha definito corridoi prioritari per il trasporto dell'energia elettrica (quattro), del gas (tre) e del petrolio. Si stima che, fino al 2020, saranno necessari investimenti del valore di circa 200 miliardi di euro per i gasdotti e le reti elettriche. Di questo investimento totale, 100 miliardi di euro dovrebbero provenire dal mercato in assenza di aiuti, mentre per i restanti 100 miliardi di euro sarà necessario un intervento pubblico per rifornire e mobilitare il capitale privato necessario.

Nel settore dei trasporti, le infrastrutture devono essere pianificate in modo tale da massimizzarne l'impatto positivo sulla crescita economica e ridurre al minimo le conseguenze negative per l'ambiente. Lo sviluppo dell'infrastruttura di trasporto è avvenuto in modo disomogeneo nelle parti orientale e occidentale dell'UE e deve pertanto essere uniformato. L'Europa ha bisogno di una "rete principale" paneuropea dotata di corridoi, in grado di sostenere il trasporto merci e il traffico passeggeri in modo altamente efficiente e poco inquinante, capace di sfruttare il più possibile le infrastrutture esistenti, completare i collegamenti mancanti, ridurre le strozzature e utilizzare servizi più efficienti nelle combinazioni multimodali. Questa rete principale sarà sostenuta dal meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe Facility) e integrata da una rete globale di infrastrutture nazionali (che a sua volta può essere sostenuta dai fondi strutturali dell'UE). La rete principale sarà stabilita utilizzando una metodologia di pianificazione paneuropea. Oltre a mantenere le risorse esistenti, la rete globale dovrebbe basarsi sull'attuale rete TEN-T e includere le infrastrutture utilizzate e previste negli Stati membri. Il costo per sviluppare l'infrastruttura di trasporto dell'Unione europea in modo da soddisfare la domanda è stato stimato a 1,5 trilioni di euro nel periodo 2010-2030. Il completamento della rete TEN-T richiederà circa 500 miliardi di euro fino al 2020, di cui circa 250 saranno destinati all'eliminazione delle principali strozzature.

Le reti digitali, sia materiali sia di servizi, sono strumenti decisivi per una crescita intelligente. Nell'ambito dell'agenda digitale, tutti i cittadini europei dovrebbero avere accesso alla banda larga di base entro il 2013 e alla banda larga veloce e superveloce entro il 2020. Nel settembre 2010 la Commissione ha illustrato le prossime tappe che anche gli Stati membri potranno intraprendere per avviare l'investimento di 180-270 miliardi di euro necessario per portare la banda larga in tutte le case entro il 2020. Saranno necessari interventi pubblici mirati per stimolare gli investimenti privati laddove il mercato sia debole. Man mano che l'Europa si modernizza, architetture comuni di servizi digitali sosterranno cittadini sempre più "mobili", consentiranno la nascita di un mercato unico del digitale, stimoleranno lo sviluppo dei servizi transfrontalieri e ridurranno i costi delle transazioni per le imprese, in particolare per le PMI in cerca di opportunità di crescita oltre i rispettivi mercati nazionali.

2. strumenti

All'interno della rubrica che riunisce tutte le azioni volte a sostenere la coesione economica, sociale e territoriale, la Commissione propone di creare un meccanismo per collegare l'Europa allo scopo di promuovere il completamento della "rete principale di trasporto", dei "corridoi energetici prioritari" e dell'infrastruttura digitale, indispensabili all'UE per assicurare in modo sostenibile la sua futura competitività. Tale meccanismo sosterrà le infrastrutture aventi dimensione europea e di mercato unico, indirizzando l'aiuto dell'UE verso le reti prioritarie che devono essere realizzate entro il 2020 e le questioni che maggiormente richiedono un intervento europeo. Data la crescente complessità delle reti, solo a livello europeo sarà possibile ottenere il coordinamento efficace necessario per ridurre al minimo i costi per tutti i cittadini.

Inoltre, il compito consiste nel creare un ambiente favorevole agli investimenti privati e nello sviluppare strumenti interessanti per gli investitori specializzati nelle infrastrutture. Gli Stati membri e l'Unione europea devono stabilire le condizioni necessarie per stimolare gli investimenti privati e devono intensificare i loro sforzi nonostante ma soprattutto date le attuali difficoltà finanziarie cui devono far fronte tutte le autorità pubbliche. Per essere più efficaci, tali strumenti devono essere multisettoriali e multinazionali, onde ottimizzare la diversificazione e quindi ridurre i rischi. Ciò può essere conseguito solo a livello europeo, sulla base di corridoi ben definiti e di specifiche aree di investimento. Attirando risparmi negli investimenti a lungo termine in grado di stimolare la crescita, sarà possibile rilanciare l'economia, creare posti di lavoro, aumentare il consumo e contribuire al raggiungimento degli obiettivi concordati da tutte la parti nel quadro della strategia Europa 2020.

Lo strumento per collegare l'Europa sosterrà progetti paneuropei che prevedono un approccio coordinato e ottimizzato per ridurre i costi collettivi o risolvere la questione della disparità dei profitti. Inoltre, mediante la definizione congiunta di strumenti finanziari, il meccanismo fornirà leve per attirare i finanziamenti del settore privato provenienti sia dall'interno sia dall'esterno dell'Unione. Il finanziamento dei progetti sarà pertanto complementare e rafforzerà l'utilizzo dei fondi dell'UE. Il meccanismo per collegare l'Europa sfrutterà inoltre le sinergie delle infrastrutture materiali (per esempio, realizzando congiuntamente grandi collegamenti transfrontalieri energetici e di trasporto) e sfruttando tecnologie dell'informazione intelligenti nell'infrastruttura energetica e di trasporto.

3. Attuazione

Le infrastrutture del meccanismo beneficeranno di un unico fondo di 40 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Questo importo comprende finanziamenti specifici per le reti energetiche, dei trasporti e digitali. Il meccanismo sarà gestito a livello centrale dalla Commissione con il sostegno di un'agenzia esecutiva (quale l'attuale agenzia esecutiva TEN-T) e da intermediari finanziari. I promotori del progetto saranno responsabili dell'attuazione tecnica pratica dei progetti sul campo (per esempio, gare e appalti). Il meccanismo sarà integrato da ulteriori 10 miliardi di euro, stanziati nell'ambito del Fondo di coesione a favore di investimenti correlati in infrastrutture di trasporto.

A seconda dei settori, della posizione geografica e del tipo di progetti, saranno applicati diversi tassi di cofinanziamento per bilanciare la necessità di massimizzare l'effetto leva e per accelerare considerevolmente l'attuazione del progetto. I tassi massimi di cofinanziamento saranno modulati sulla base di un'analisi costi-benefici per ciascun progetto, della disponibilità di risorse di bilancio e della necessità di massimizzare l'effetto moltiplicatore dei finanziamenti dell'Unione europea. Per i tre settori, l'incidenza del tasso di cofinanziamento applicabile dipende in larga misura dal livello di sviluppo e dalle condizioni economiche dei paesi interessati[17]. Nello specifico, per quanto concerne l'energia, il piano europeo di ripresa economica ha inoltre dimostrato che un maggiore tasso di cofinanziamento è stato necessario per avviare i progetti intesi ad accrescere la sicurezza di approvvigionamento[18].

Il meccanismo per collegare l'Europa combinerà strumenti basati sul mercato e il sostegno diretto dell'Unione europea, al fine di ottimizzare l'impatto del finanziamento. L'elevato effetto leva degli strumenti finanziari innovativi (che potrebbe per esempio arrivare fino a 1:25 per le obbligazioni per il finanziamento dei progetti) e l'assorbimento efficace del sostegno diretto dell'UE (come è avvenuto per il piano europeo di ripresa economica o per il programma TEN-T) contribuiranno in misura significativa ad attenuare i rischi e ad agevolare l'accesso al capitale per coprire l'enorme fabbisogno di investimenti.

Le esigenze di una rete principale che si sviluppa su tutto il territorio europeo sono state identificate dalla Commissione nella revisione degli orientamenti TEN-T (la cui adozione è prevista per settembre 2011), nel pacchetto sulle infrastrutture energetiche (COM(2010) 677), adottato dal Consiglio europeo il 4 febbraio 2011, e nell'Agenda digitale europea (COM(2010) 245).

L'elenco proposto dei collegamenti da finanziare è fornito in allegato.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Strumento per collegare l'Europa di cui || 40 miliardi di euro

· Energia || 9,1 miliardi di euro

· Trasporti || 21,7 miliardi di euro

· TIC/Digitale || 9,2 miliardi di euro

Importi stanziati per le infrastrutture di trasporto nel Fondo di coesione || 10 miliardi di euro

Totale || 50 miliardi di euro

Elenco preliminare dei corridoi europei della mobilità e dei progetti relativi alla rete principale di trasporto

Priorità orizzontali

Gestione e servizi innovativi || Cielo unico europeo - SESAR

Gestione e servizi innovativi || Sistemi di gestione del traffico stradale, ferroviario e fluviale (STI, ERTMS e RIS)

Gestione e servizi innovativi || Rete principale di porti e aeroporti

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Corridoi europei

Riserva di progetti sui corridoi della rete principale TEN-T || Tratti da finanziare fino al 2020 || modo || Principali scadenze

1. Corridoio Baltico-Adriatico - Helsinki – Tallinn – Riga – Kaunas – Varsavia – Katowice - Gdynia – Katowice - Katowice – Ostrava – Brno- Vienna - Katowice – Žilina – Bratislava – Vienna - Vienna – Graz – Udine (Koralm compresa) – Venezia - Graz – Maribor – Lubiana – Trieste / Capodistria – Venezia - Venezia – Bologna - Ravenna || || ||

|| Tallinn - Riga - Kaunas - Varsavia || Multimodale || Studio di fattibilità finalizzato, l'adeguamento della linea esistente deve essere completato entro il 2015, i lavori della nuova linea devono essere avviati entro il 2020.

Collegamento multimodale Gdynia - Katowice || Multimodale || È in corso l'adeguamento per i 160 km/h.

Katowice - Ostrava - Brno e Katowice - Žilina - Bratislava || Ferrovia || Adeguamento in corso.

Collegamento ferroviario - aeroporto di Vienna - Vienna || Ferrovia || Collegamento con l'aeroporto in costruzione.

Collegamento ferroviario Vienna - Graz, Klagenfurt (Semmering - Koralm) || Ferrovia || Studi particolareggiati in corso per Semmering, lavori di costruzione in corso per Koralm, fino al 2024.

Collegamento ferroviario Klagenfurt - Udine (Pontebbana) || Ferrovia || Sistemi di gestione del traffico da introdurre.

Collegamento ferroviario Graz - Maribor || Ferrovia || Da completare dopo il 2020.

Collegamento ferroviario Maribor - Lubiana - Trieste || Ferrovia || Sono in corso studi e un adeguamento parziale.

Collegamento ferroviario di Capodistria || Ferrovia || Adeguamento in corso.

Venezia – Bologna - Ravenna || Ferrovia || Sistemi di gestione del traffico da introdurre, adeguamento dell'interconnessione modale.

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2. Corridoio Varsavia—Berlino - Amsterdam - Amsterdam (Rotterdam) – Hannover – Berlino – Poznań – Varsavia || || ||

|| Collegamento multimodale Varsavia - Poznań – frontiera tedesca || Multimodale || Adeguamento della rete stradale e ferroviaria in corso, studi per linee ferroviarie ad alta velocità in corso.

Collegamento ferroviario frontiera polacca - Berlino - Hannover - Amsterdam || Ferrovia || Studi in corso, sistemi di gestione del traffico da introdurre.

Chiuse di Amsterdam || Vie navigabili interne || Studi in corso.

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3. Corridoio Mediterraneo - Algeciras – Madrid – Tarragona - Valencia – Tarragona - Tarragona – Barcellona – Perpignan – Lione – Torino – Milano - Milano – Venezia - Lubiana – Budapest – frontiera ungherese || || ||

|| Collegamento ferroviario - Madrid || Ferrovia || Studi in corso, lavori da avviare entro il 2015, da completare entro il 2020.

Collegamento ferroviario - Tarragona - Barcellona || Ferrovia || Costruzione tra il 2014 e il 2020.

Barcellona - Perpignan || Ferrovia || Lavori in corso, da completare entro il 2015.

Collegamento ferroviario diretto Perpignan - Montpellier || Ferrovia || Lo snodo Nîmes - Montpellier deve essere operativo nel 2017, lo snodo Montpellier – Perpignan entro il 2020.

Collegamento ferroviario Lione - Torino || Ferrovia || Fine dei lavori nel 2025.

Milano - Brescia || Ferrovia || Adeguamento in corso.

Brescia - Venezia - Trieste || Ferrovia || Lavori da avviare entro il 2014 in diversi punti.

Trieste - Divača || Ferrovia || Sono in corso studi e un adeguamento parziale.

Maribor - Budapest – Záhony || Ferrovia || Lavori in corso.

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4. Corridoio Amburgo – Rostock – Costanza – Burgas – Pireo – Nicosia - Amburgo – Berlino - Rostock – Berlino - Berlino – Praga – Brno – Bratislava – Budapest - Arad - Arad – Bucarest – Costanza - Arad – Timisoara – Sofia – Burgas - Sofia – Salonicco – Pireo – Nicosia || || ||

|| Amburgo - Berlino e Rostock – Berlino - Dresda || || Sistemi di gestione del traffico da introdurre.

Dresda - Praga || || Sistemi di gestione del traffico da introdurre, studi in corso per il sistema ferroviario ad alta velocità.

Chiuse di Děčín || Vie navigabili interne || Studi in corso.

Collegamento multimodale Bratislava - Budapest (compresa la circonvallazione di Budapest) || Multimodale || Lavori in corso.

Collegamento multimodale Budapest – Bucarest – Costanza, Arad - Timisoara - Calafat || Multimodale || In Ungheria adeguamento quasi ultimato, ancora in corso in Romania.

Connessione multimodale Calafat - Sofia - Burgas Sofia - Salonicco || Multimodale || In corso studi per il collegamento Sofia- Calafat – Salonicco, adeguamento in corso in corso per Sofia – Burgas.

Investimenti nei porti e nelle connessioni multimodali a Cipro || Multimodale || Sistemi di gestione del traffico da introdurre, adeguamento dell'interconnessione modale.

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5. Corridoio Helsinki – La Valletta - Helsinki – Turku – Stoccolma – Malmö – Copenaghen – Amburgo (compreso Fehmarn) - Amburgo – Hannover – Norimberga – Monaco – Verona (compresa la galleria di base del Brennero) – Bologna – Roma – Napoli – Bari – La Valletta || || ||

|| Helsinki - Turku || Multimodale || Lavori in corso.

Stoccolma - Malmö (Triangolo nordico) || Multimodale || Lavori in corso.

Solo Fehmarn || Multimodale || Studi in corso, lavori di costruzione a Fehmarn tra il 2014 e il 2020.

Connessione multimodale Copenaghen - Amburgo via Fehmarn: vie di accesso || Multimodale || Vie di accesso per la Danimarca da completare entro il 2020, vie di accesso per la Germania da realizzare in due fasi (2020 - 2027).

Strozzature ferroviarie tra Amburgo e Monaco || Ferrovia || Completamento previsto per il 2017.

Monaco - Wörgl: accesso alla galleria di base del Brennero e tratto transfrontaliero || Ferrovia || Studi avviati.

Galleria di base del Brennero || Ferrovia || Lavori per la galleria principale 2010-2024.

Vie di accesso della galleria di base del Brennero per Verona || Ferrovia || Studi in corso.

Verona - Bologna - Roma - Napoli || Ferrovia || Adeguamento dell'interconnessione modale.

Napoli - Bari – La Valletta || Ferrovia || Studi in corso.

Investimenti nei porti e nelle connessioni multimodali a Malta || Multimodale || Sistemi di gestione del traffico da introdurre, adeguamento dell'interconnessione modale

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6. Corridoio Genova – Rotterdam - Genova – Milano/Novara – Basilea – Mannheim – Colonia - Colonia– Düsseldorf – Rotterdam - Colonia– Liegi – Bruxelles– Zeebrugge || || ||

|| Terzo Valico - Milano/Novara - Genova || Ferrovia || Studi e lavori in corso.

Collegamento ferroviario Karlsruhe - Basilea || Ferrovia || Lavori da completare entro la fine del 2020.

Collegamento ferroviario Francoforte - Mannheim || Ferrovia || Studi in corso.

Collegamento ferroviario Rotterdam - Oberhausen || Ferrovia || Lavori da completare entro il 2017.

Chiuse marittime a Zeebrugge. || Marittimo || Studi in corso.

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7. Corridoio Atlantico - Sines / Lisbona – Madrid - Valladolid - Lisbona - Aveiro - Porto - Aveiro – Valladolid – Vitoria – Bordeaux – Parigi || || ||

|| Collegamento ferroviario ad alta velocità Sines/Lisbona - Madrid || Ferrovia || Studi e lavori in corso, adeguamento dell'interconnessione modale.

Sistema ferroviario ad alta velocità Porto - Lisbona || Ferrovia || Studi in corso.

Collegamento ferroviario Aveiro - Spagna || Ferrovia || Lavori transfrontalieri in corso.

Collegamento ferroviario Bergara - San Sebastián - Bayonne || Ferrovia || Fine dei lavori prevista entro il 2016 in Spagna, ed entro il 2020 in Francia.

Bayonne - Bordeaux || Ferrovia || Consultazione pubblica in corso.

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8. Corridoio Dublino – Londra – Parigi – Bruxelles - Belfast – Dublino - Dublino – Holyhead - Holyhead – Birmingham – Londra – Lille – Bruxelles - Lille – Parigi (incluso il canale Senna – Schelda) || || ||

|| Collegamento ferroviario Dublino - Belfast || Ferrovia || Lavori in corso fino al 2018.

Connessioni multimodali in Inghilterra (compresa la linea ad alta velocità 2) || Multimodale || Da ultimare entro il 2025.

Canale Senna - Schelda || Vie navigabili interne || Progetto completato, procedura di dialogo competitivo lanciata, completamento totale previsto entro il 2018.

Adeguamento delle vie navigabili in Vallonia || Vie navigabili interne || Studi in corso.

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9. Corridoio Anversa – Lione – Basilea - Rotterdam – Anversa – Bruxelles – Lussemburgo - Lussemburgo– Digione – Lione - Lussemburgo – Strasburgo – Basilea || || ||

|| Adeguamento per la Mosa. || Vie navigabili interne || Da ultimare entro il 2015.

Adeguamento delle chiuse a Terneuzen || Vie navigabili interne || Studi in corso.

Chiuse marittime ad Anversa || Marittimo || Studi in corso.

Eurocaprail || Ferrovia || Lavori in corso.

Collegamenti ferroviari Lussemburgo – Digione - Lione (TGV Reno - Rodano) || Ferrovia || Studi in corso.

Canale Saona - Mosella || Vie navigabili interne || Studi in corso.

Strasburgo - Mulhouse - Basilea || Multimodale || Studi e adeguamento in corso.

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10. Corridoio Senna-Danubio Le Havre - Parigi – Strasburgo – Stoccarda – Monaco – Vienna || || ||

|| Connessione ad alta velocità Le Havre - Parigi || Ferrovia || Studi in corso.

Collegamento ferroviario - Parigi Strasburgo: Seconda fase LGV Est || Ferrovia || Da ultimare entro il 2016.

Collegamento ferroviario Strasburgo – Kehl Appenweier || Ferrovia || Da ultimare entro il 2016.

Karlsruhe - Stoccarda – Monaco || Ferrovia || Studi e lavori in corso.

Collegamento ferroviario Monaco – Salisburgo || Ferrovia || Studi e lavori in corso.

Collegamento ferroviario Wels - Vienna || Ferrovia || Fine dei lavori prevista entro il 2017.

Adeguamento Danubio || Vie navigabili interne || Studi e lavori in corso.

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Altri tratti della rete principale

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Transfrontaliero || Collegamento ferroviario Sofia – Plovdiv - Istanbul || Ferrovia || Adeguamento in corso.

Transfrontaliero || Collegamento stradale Sofia – Bucarest, via Ruse || Strada || Studi in corso.

Transfrontaliero || Collegamento stradale e ferroviario Sofia - Skopje || Multimodale || Studi in corso.

Transfrontaliero || Collegamento ferroviario e stradale Timisoara - Belgrado || Multimodale || Studi in corso.

Transfrontaliero || Collegamento ferroviario Norimberga - Praga || Ferrovia || Studi e lavori in corso.

Transfrontaliero || Collegamento ferroviario e stradale Wrocław - Dresda || Multimodale || Adeguamento in corso.

Transfrontaliero || Collegamento multimodale Norimberga - Linz || Multimodale || Lavori in corso.

Strozzatura || Rete ferroviaria nord-ovest tra Spagna e Portogallo || Ferrovia || Lavori in corso.

Strozzatura || Collegamento ferroviario Francoforte - Fulda - Erfurt - Berlino || Ferrovia || Studi in corso.

Strozzatura || Halle - Lipsia - Norimberga || Ferrovia || Lavori in corso, da completare entro il 2017.

Strozzatura || Linea al alta velocità Provenza - Costa Azzurra || Ferrovia || Studi in corso.

Strozzatura || Linea ferroviaria Egnathia (Grecia) || Ferrovia || Studi in corso.

Strozzatura || Vie navigabili interne Dunkerque - Lille || Vie navigabili interne || Studi in corso.

Strozzatura || Linea ad alta velocità parallela Parigi- Lione || Ferrovia || Studi preliminari in corso.

Altra rete principale || Rete principale, collegamenti ad alta velocità tra Saragozza – Pamplona - Logrono, Valladolid - La Coruña || Ferrovia || Lavori parziali in corso.

Altra rete principale || Collegamento ferroviario Shannon - Cork - Dublino || Ferrovia || Studi in corso.

Altra rete principale || Adeguamento della rete ferroviaria e collegamento ferroviario ad alta velocità tra le principali città della Polonia (tra cui Varsavia, Łódź, Wrocław, Poznań, Cracovia) || Ferrovia || Studi in corso.

Altra rete principale || Collegamento ferroviario di Wilhelmshaven e Bremerhaven || Ferrovia || Studi in corso.

Elenco preliminare dei corridoi energetici prioritari

Priorità orizzontali

Introduzione di reti intelligenti || Investimenti in progetti di vasta portata per bilanciare la domanda e l'offerta, ricorrendo a soluzioni di reti intelligenti per le reti elettriche ad alta e media tensione nelle grandi regioni transfrontaliere con produzione altamente variabile di elettricità.

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Corridoi europei dell'energia elettrica

|| Obiettivo da raggiungere entro il 2020 || Paesi interessati || Principali strozzature a breve termine

1. Rete elettrica offshore nei mari del Nord Europa || Una rete offshore integrata nei mari del Nord Europa per trasportare i previsti 40 GW prodotti da fonti energetiche rinnovabili fino ai centri di consumo. || BE, DE, DK, FR, IE, LU, NL, SE, UK (NO) || - Soluzioni di rete ottimali che si avvalgono di collegamenti sottomarini radiali e in poli fino a terra e a collegamenti T mediante interconnettori nel Mare del Nord, nel Mare d'Irlanda e nella regione della Manica.

- Potenziamento delle reti terrestri per consentire il passaggio dei flussi di elettricità fino ai principali centri di consumo nei paesi che si affacciano sul Mare del Nord.

- Maggiore accesso alle capacità di stoccaggio idroelettrico e di altro tipo per creare riserve e mantenere l'equilibrio

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2. Interconnessioni elettriche in Europa sudoccidentale || Interconnessioni nella regione sudoccidentale tra gli Stati membri dell'UE e i paesi terzi del Mediterraneo. || ES, FR, IT, MT, PT (CH, paesi del Nordafrica) || - Interconnessioni tra la penisola iberica e la Francia.

- Ulteriori connessioni verso l'Europa centrale.

- Interconnessioni tra Italia/Spagna e i paesi del Nordafrica alla luce del loro potenziale di energie rinnovabili più a lungo termine.

- Adeguata connessione di Malta con l'Italia

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3. Connessioni elettriche in Europa centro-orientale e sudorientale || Rafforzare la rete elettrica regionale nelle direzioni di transito dell'elettricità nord-sud ed est-ovest, per completare il mercato interno e integrare le energie rinnovabili attraverso interconnessioni e linee interne. || AT, BG, CZ, DE, GR, HU, IT, PL, RO, SI, SK (AL, BA, FYROM, HR, ME, SP) || - Rafforzamento delle reti interne di Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Croazia e Bulgaria, nonché di Austria e Germania in direzione nord-sud.

- Nuove interconnessioni tra la Germania e la Polonia, la Slovacchia e l'Ungheria.

- Aumento delle capacità di trasferimento tra la Romania, la Bulgaria e la Grecia, anche con i paesi del trattato della Comunità dell'energia.

- Collegamenti fra l'Italia e i paesi della Comunità dell'energia (in particolare il Montenegro, ma anche l'Albania e la Croazia)

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4. Piano di interconnessione del mercato energetico del Baltico (BEMIP - Baltic Energy Market Interconnection Plan) || Porre fine all'isolamento dei tre Stati baltici e aumentare la loro indipendenza dalla rete elettrica russa. Nel lungo termine, collegare in modo sincrono detti paesi al sistema continentale europeo coperto dalla REGST dell'elettricità. || DE, DK, EE, FI, LT, LV, PL, SE (NO) || - Collegamenti elettrici tra i tre paesi baltici alla Svezia, alla Finlandia e alla Polonia.

- Rafforzare la rete interna dei paesi baltici secondo bisogno, in particolare in Lettonia.

- Garantire maggiore interconnessione tra la Lettonia e l'Estonia per andare verso un sistema indipendente.

- Migliorare la rete polacca nella regione nord-orientale, nonché accrescere la capacità transfrontaliera tra la Polonia e la Lituania, per preparare la connessione sincrona.

Corridoi europei del gas

5. Corridoio meridionale del gas || Aprire un quarto corridoio di approvvigionamento del gas verso l'UE, in grado di collegare l'Europa ai giacimenti di gas del bacino del Mar Caspio e del Medio Oriente (90,6 mila milioni di metri cubi di riserve effettive). || Direttamente: IT, EL, BG, RO, AT, HU Indirettamente: DE, CZ, PL, FR (AL, BA, FYROM, HR, ME, SP; Georgia, Iraq, Turchia, i paesi della regione del Mar Caspio) || - Gasdotti che fornirebbero un collegamento diretto tra il territorio dell'UE e i giacimenti di gas del Mar Caspio e del Medio Oriente.

- Sono esaminate molteplici opzioni e configurazioni di gasdotto, tra cui un gasdotto ad hoc attraverso il territorio della Turchia e gasdotti sottomarini sul fondo del Mar Caspio e del Mar Nero (Turkmenistan-Azerbaigian e Georgia-UE).

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6. Corridoio del gas nord-sud in Europa occidentale || Nuove interconnessioni sull'asse nord-sud in Europa occidentale per collegare meglio la regione mediterranea alla regione nordoccidentale del gas, garantendo in tal modo un'altra alternativa all'Italia e alla Spagna e maggiore concorrenza nell'intera zona, fornendo accesso all'approvvigionamento dall'Africa, dalla Norvegia e dalla Russia e aumentando la flessibilità dell'intera rete del gas dell'UE. || BE, CY, DE, ES, FR, IE, IT, LU, MT, NL, PT, UK (paesi del Nordafrica) || - Maggiori capacità di interconnessione tra la penisola iberica e la Francia e rimozione delle strozzature interne.

- Maggiori capacità di interconnessione per l'Italia, a nord con l'Austria e a sud con la regione nordafricana.

- Soluzioni adeguate per gasdotti GNL/GNC a Cipro e Malta.

- Più infrastrutture per accrescere le capacità nel Regno Unito e in Irlanda (per esempio, stoccaggio/GNL)

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7. Connessioni nord-sud per il gas in Europa centrale e sudorientale || Connessioni per il gas tra la regione del Mar Baltico e i mari Adriatico ed Egeo fino al Mar Nero, per rafforzare la sicurezza di approvvigionamento e diversificare le fonti di approvvigionamento nella regione. In una seconda fase, questo processo di integrazione deve essere esteso ai paesi membri del trattato della Comunità dell'energia mediante un' adeguata capacità di interconnessione. || BG, HU, CZ, PL, RO, SK, AT, GR, SI (HR, paesi della Comunità dell'energia) || - Connessioni nord-sud nei paesi e fra i paesi, in particolare ammodernamento o installazione di nuovi gasdotti in Polonia, Bulgaria e Romania, interconnessioni fra la Polonia e la Slovacchia e tra e la Slovacchia e l'Ungheria.

- Aumentare la capacità transfrontaliera o consentire flussi bidirezionali tra la Polonia e la Repubblica ceca, la Polonia, la Germania, la Romania e l'Ungheria.

- Creare nuove infrastrutture per le importazioni di gas da nuove fonti e collegarle alla rete regionale del gas a nord e a sud, attraverso nuovi gasdotti e terminali GNL in Polonia, in Croazia e in Romania, per coprire una zona più ampia.

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8. Piano di interconnessione del mercato energetico del Baltico (BEMIP - Baltic Energy Market Interconnection Plan) || Porre fine all'isolamento dei tre Stati baltici e della Finlandia, ponendo fine anche alla dipendenza dal fornitore unico e rafforzando la sicurezza dell'approvvigionamento in tutta la regione del Mar Baltico diversificando maggiormente l'approvvigionamento dalla Norvegia. || DK, EE, FI, LT, LV, PL, SE, DE (NO) || - Interconnettori che collegano la Finlandia e l'Estonia, la Polonia e la Lituania e un terminale GNL nella regione del Baltico orientale.

- adeguamenti del sistema interno al fine di raggiungere una capacità sufficiente per consentire la libera circolazione di gas in tutte le direzioni.

- Per la regione del Baltico occidentale, fornire maggiori possibilità di interconnessione tra i sistemi norvegese e danese, e un'interconnessione tra Polonia e Danimarca; aumentare le capacità bidirezionali tra Germania e Danimarca.

Elenco preliminare delle aree interessate dalla banda larga e dei corridoi europei delle infrastrutture dei servizi digitali

Priorità orizzontali

Gestione e servizi innovativi || Classificare le infrastrutture della banda larga a livello paneuropeo permetterà di monitorare da vicino quanto accade e di raccogliere documentazione relativa ai siti pertinenti, di analizzare i diritti di passaggio, di valutare il potenziale per un ammodernamento delle strutture esistenti, ecc.

Gestione e servizi innovativi || Misure di assistenza tecnica, tra cui pianificazione di progetti e di investimenti e studi di fattibilità, a sostegno di misure d'investimento e di strumenti finanziari.

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                                           Aree interessate dalla banda larga

Riserva di progetti sulle aree prioritarie interessate dalla banda larga || Descrizione delle aree interessate da finanziare fino al 2020 || Rilevanza/Date principali

1. Sviluppo di un portafoglio di progetti geograficamente eterogeneo in materia di banda larga che contribuisca al conseguimento degli obiettivi definiti dall'agenda digitale europea || Portafoglio di progetti geograficamente eterogeneo in materia di banda larga che corrispondono alle aree interessate dalla banda larga, identificate principalmente nelle aree suburbane. Grazie a questo portafoglio le imprese potranno accedere a strumenti finanziari ad hoc, catalizzati e/o sostenuti economicamente dal bilancio dell'UE per 1 miliardo di euro. Il contributo finanziario è suscettibile di attirare altri fondi provenienti dal settore pubblico o privato che potrebbero sostenere investimenti lordi nella banda larga di 6-15 miliardi di euro, in funzione del fabbisogno di finanziamento e dei profili di rischio degli investimenti sottostanti. Nella prima serie di aree interessate dalla banda larga è probabile che le aziende di telecomunicazioni affermate (operatori storici) investiranno in regioni in cui la pressione delle società di distribuzione via cavo è forte. Altre imprese di servizi pubblici (acqua, fognature, elettricità) sono invitate a investire passivamente nelle reti a banda larga, a titolo individuale o in collaborazione con operatori. Numerosi operatori (spesso attivi nei mercati della telefonia fissa e mobile) possono unire le forze per costruire una nuova generazione di infrastrutture. I partenariati comportano più rischi rispetto agli investimenti dei singoli. || Una banda larga veloce comporta notevoli benefici economici e sociali. L'effetto sull'occupazione nel settore della costruzione e installazione della banda larga ad alta velocità è immediato. Nel medio termine, effetti diretti riguarderanno il potenziamento e il miglioramento del rapporto costo/efficacia dei servizi basati sulle TIC (ad esempio le reti intelligenti, l'e-government, i vantaggi per i consumatori in termini di prestazione di servizi sanitari). Uno studio dell'OCSE ha dimostrato che un aumento di oltre il 5% del tasso di diffusione della banda larga aumenta la produttività di oltre 0,07 punti percentuali. A lungo termine vi saranno effetti duraturi sul PIL.

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                                    Corridoi europei delle infrastrutture digitali

Riserva di progetti sulle infrastrutture prioritarie || Descrizione delle infrastrutture di servizio da finanziare fino al 2020 || Rilevanza/Date principali

1. Consentire l'accesso alle risorse digitali del patrimonio culturale europeo (Europeana) || Infrastruttura di servizio per esplorare le risorse digitali dei musei, delle biblioteche, degli archivi e delle collezioni audiovisive d'Europa. Questa infrastruttura mira a fornire un accesso online, unico e facile, al contenuto culturale europeo e farà delle risorse culturali d'Europa un bene duraturo per l'economia digitale, da abbinare a un'infrastruttura ad hoc per i diritti e che serva da piattaforma per le industrie creative e innovative per il riutilizzo innovativo del materiale culturale Si basa su Europeana e mira a raccogliere gradualmente tutte le collezioni mai utilizzate prima in tutti gli Stati membri. || Europeana promuove l'accesso alla conoscenza, alla diversità culturale e ai contenuti creativi e mira a favorire la digitalizzazione e la diffusione delle opere culturali in Europa. Il rafforzamento di Europeana è stato deciso nelle conclusioni del Consiglio di maggio 2010. L'industria culturale e creativa è uno dei settori europei più dinamici, rappresenta il 3,3% del PIL complessivo dell'UE e ha un tasso di occupazione del 3%. Il forte patrimonio culturale dell'Europa costituisce una base solida per il settore dei contenuti. Tutti i capolavori di pubblico dominio saranno disponibili nel 2016. Un'ulteriore diffusione dei contenuti e dei servizi è prevista a partire dal 2016.

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2. Identificazione e autenticazione elettroniche sicure e interoperabili in tutta Europa || Infrastruttura di servizio per rendere possibile in tutta Europa l'identificazione elettronica (eID) a livello transfrontaliero, compresa l'autenticazione, in modo che i cittadini e le imprese possano accedere ai servizi digitali in qualsiasi Stato membro in cui si trovano. I servizi di identificazione e autenticazione elettronica saranno estesi a tutti gli Stati membri che partecipano a tale infrastruttura di servizio e saranno integrati in servizi supplementari di livello superiore (gare d'appalto elettroniche, mobilità degli operatori economici, scambio elettronico di informazioni giudiziarie). || Una serie di altre infrastrutture di servizio dipenderà dalla diffusione transfrontaliera dell'infrastruttura di servizio dell'eID, quali lo sportello unico previsto dalla direttiva servizi, lo scambio dei casellari giudiziari, delle cartelle cliniche dei pazienti, ecc. Azioni per testare il funzionamento del concetto di servizio, in un contesto limitato, dovrebbero essere attuate fino al 2014. Il funzionamento su larga scala dovrebbe iniziare a partire dal 2014.

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3. Servizi transfrontalieri e interoperabili di appalti elettronici || Infrastruttura di servizio che permette a qualsiasi impresa nell'UE di rispondere a gare d'appalto europee da qualsiasi Stato membro, e riguarda attività prima e dopo l'aggiudicazione dell'appalto. Coinvolgere gradualmente tutti gli Stati membri, integrando attività quali il Virtual Company Dossier, cataloghi, ordini e fatture in formato elettronico. || Gli appalti pubblici elettronici ampliano il mercato per le imprese e le amministrazioni pubbliche e rafforzano la concorrenza tra le offerte. Potenzialmente, ciò potrebbe portare a risparmiare annualmente tra l'1% e il 2% del valore del mercato globale degli appalti pubblici, ovvero 2 000 miliardi di euro, grazie all'impiego di procedure d'appalto più efficaci e competitive. A partire dal 2014, l'infrastruttura di servizio sarà estesa a tutti gli Stati membri, conformemente al Libro bianco sulle misure per l'interconnessione delle capacità in materia di appalti pubblici elettronici nel contesto del mercato unico.

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4. Procedure elettroniche per avviare un'impresa in un altro paese europeo (nel contesto della direttiva servizi) || Infrastruttura di servizi dedicata ai fornitori di servizi che intendono offrire servizi professionali al di fuori del loro paese di origine. Mira a garantire procedure elettroniche transfrontaliere contigue per creare un'impresa in un altro paese europeo, per gestire dall'estero le necessarie procedure amministrative per via elettronica attraverso gli sportelli unici, definiti nel quadro della direttiva servizi. || Infrastruttura di servizio interoperabile, prevista nella direttiva servizi. Le iniziative volte a eliminare le barriere amministrative che le imprese europee devono affrontare per offrire i loro servizi all'estero saranno in vigore fino al 2014 in un contesto limitato. Il funzionamento su larga scala dovrebbe iniziare a partire dal 2014, con estensione a tutti gli Stati membri.

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5. Supporto elettronico interoperabile per l'assistenza sanitaria in tutta l'UE || Infrastruttura di servizio intesa a collegare le istituzioni sanitarie e a superare gli ostacoli linguistici, amministrativi e tecnici fornendo soluzioni di eHealth. I servizi comprendono lo scambio delle cartelle cliniche dei pazienti e delle prescrizioni elettroniche in tutta Europa e sostengono la diffusione transfrontaliera dei servizi di telemedicina. || L'infrastruttura sarà parte del meccanismo di attuazione dell'articolo 14 della direttiva concernente i diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera in materia di eHealth, mediante l'adozione di un'insieme comune di norme per la semantica e la procedura delle cartelle cliniche. Le azioni per testare il funzionamento del servizio, in un contesto limitato, dovrebbero essere attuate fino al 2015. Il funzionamento su larga scala dovrebbe partire dal 2015.

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6. Data.eu || Infrastruttura di servizio per aggregare in un unico punto di accesso insiemi di dati di enti pubblici degli Stati membri a livello nazionale, regionale o locale e dalle istituzioni europee, per permettere l'utilizzo e il riutilizzo di dati tra le applicazioni. Il portale Data.eu fornisce un servizio di ricerca/accesso alle banche dati in qualsiasi lingua utilizzata dagli enti pubblici negli Stati membri, per ricerche e consultazioni. Fornisce strumenti accessibili a tutti per interagire con l'infrastruttura (ricerca di dati, raccolta di dati statistici, download di dati) per lo sviluppo di nuove imprese. || Le informazioni del settore pubblico non rappresentano soltanto una delle principali fonti di dati, ma anche un importante strumento per creare servizi innovativi (servizi basati sull'ubicazione, servizi finanziari, marketing, controllo sull'ambiente). In quanto parte del servizio di informazioni del settore pubblico, il mercato mondiale dell'informazione geografica è stato stimato a 5,3 miliardi di dollari USA nel 2009. È già in produzione un portale pilota in un contesto limitato. La progressiva introduzione di un'infrastruttura paneuropea di dati si estenderà gradualmente a tutte le pubbliche amministrazioni nell'Unione europea a partire dal 2014.

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7. Internet più sicuro per i minori || Infrastruttura di servizio per tutelare meglio i giovani utenti della rete. Offrirà una piattaforma a livello dell'UE per condividere sistemi di informazione e software. Collegare tra loro i centri "Internet più sicuro" permetterà di fornire contenuti pedagogici, informazioni sulla sicurezza online e strumenti di sensibilizzazione, integrando tecnologie per l'accesso agli strumenti di controllo parentale, per verificare l'età minima e il rispetto dei codici di condotta dell'industria (ad esempio i giochi online), per sviluppare strumenti innovativi di creazione di contenuti, per garantire l'interoperabilità di liste bianche intese a integrare lo sviluppo di ambienti Internet più sicuri per i bambini più piccoli e per promuovere l'accesso a contenuti di qualità a seconda della fascia di età. || Questa infrastruttura contribuisce a realizzare gli obiettivi della Commissione in materia di protezione dei minori, in linea con l'agenda digitale europea. La piattaforma e gli strumenti di attuazione e diffusione dei diversi servizi saranno attivi a partire dal 2014. L'integrazione e la diffusione sono previste a partire dal 2018.

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8. Servizi multilinguistici || Infrastruttura di servizio che fornisce alle imprese elettroniche (fornitori di eCommerce) libero accesso a elementi multilingue riutilizzabili, basati sulla traduzione online, servizi interattivi di riconoscimento vocale e ricerca di contenuti multilingue. L'infrastruttura contiene e fornisce un accesso dal valore aggiunto alle risorse di dati in tutte le lingue dell'UE (ad esempio, materiale tradotto, corpora multilingue, banche dati terminologiche e glossari), i relativi metadati, strumenti e norme, e consente la condivisione e lo scambio di risorse linguistiche (dati e strumenti) provenienti dai settori pubblico e privato. || Il superamento delle barriere linguistiche favorisce la creazione di un mercato unico digitale transfrontaliero, funzionante ed efficace. Uno studio del 2009 stimava il valore dell'industria linguistica dell'UE nel 2008 a 8,4 miliardi di euro, compresi i servizi di traduzione e interpretazione, la localizzazione di software, lo sviluppo di strumenti tecnologici in ambito linguistico, i servizi di consulenza e l'insegnamento; il tasso di crescita annuale per questa industria è stato stimato ad almeno il 10% nel corso degli anni successivi. L'infrastruttura inizierà collegando e ampliando le iniziative esistenti (ad esempio, TAUS, ELRA, LDC, reti UE come META-NET) e si diffonderà a partire dal 2016.

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9. La dorsale pubblica transeuropea || Infrastruttura di servizio che collega servizi essenziali del settore pubblico a una "dorsale" paneuropea ad altissima velocità, in cui altri servizi di più alto livello potrebbero essere forniti e sulla cui base potrebbero svilupparsi servizi pubblici transeuropei. In tal modo, la domanda sarà aggregata riducendo quindi i costi e raggiungendo molto più rapidamente la massa critica per quanto riguarda la fornitura di servizi. || Le autorità pubbliche che operano un servizio sono le principali parti interessate che trarrebbero beneficio da una rete ad alta velocità (ad esempio, i servizi sanitari, banche dati pubbliche, uffici di statistica, le agenzie di monitoraggio ambientale, la protezione civile, istituzioni culturali). A decorrere dal 2014, tale servizio paneuropeo potrebbero essere introdotto con un ritmo sufficiente in 2-4 anni. Una seconda fase potrebbe colmare carenze specifiche in aree geografiche e/o tematiche. Un punto di partenza per questa infrastruttura di servizio trans europea è s-TESTA.

Strumenti finanziari innovativi

1. Obiettivi strategici

Il ricorso a strumenti finanziari innovativi offre un'alternativa ai finanziamenti tradizionali mediante sovvenzioni associati con il bilancio dell'Unione europea e può costituire una nuova e importante fonte di finanziamento per investimenti strategici. Un vantaggio fondamentale degli strumenti finanziari innovativi è il fatto che essi creano un effetto moltiplicatore per il bilancio dell'Unione europea, agevolando e attraendo altri finanziamenti pubblici e privati per progetti di interesse per l'Unione europea.

Per progetti con potenzialità commerciali, i fondi dell'Unione europea possono essere utilizzati in partenariato con il settore privato e con quello bancario, in particolare attraverso la Banca europea per gli investimenti (BEI), al fine di concorrere al superamento delle imperfezioni del mercato nel finanziamento di progetti e attività di interesse strategico per l'Unione ed i suoi cittadini.

Esiste il potenziale per un maggiore ricorso a tali strumenti a sostegno di una vasta gamma di politiche. Da più di dieci anni il bilancio dell'Unione utilizza strumenti finanziari quali le garanzie e gli investimenti in capitale proprio per le PMI. Nell'ambito del vigente quadro finanziario è stata messa a punto, in collaborazione con la BEI, una nuova generazione di strumenti finanziari come il meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi (RSFF) nell'ambito del settimo programma quadro di R&S o lo strumento di garanzia dei prestiti per i progetti TEN-T. Per quanto riguarda le attività al di fuori dell'Unione europea, è stato istituito il fondo mondiale per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili per fornire investimenti in capitale proprio nei paesi in via di sviluppo. Nel settore dei fondi strutturali, sono stati creati strumenti finanziari a sostegno delle imprese, dello sviluppo urbano e dell'efficienza energetica mediante fondi di rotazione.

Tali strumenti hanno avuto successo ma sono stati sviluppati in modo sperimentale. Di conseguenza, nell'ambito del futuro quadro finanziario, la Commissione propone di introdurre un approccio più razionalizzato e standardizzato all'uso degli strumenti finanziari innovativi, contribuendo a garantire che i fondi dell'Unione vengano utilizzati nel modo più efficace a sostegno delle politiche dell'Unione.

2. Strumenti

Viene proposta una razionalizzazione degli strumenti finanziari esistenti di modo da fornire norme comuni per gli strumenti di capitale proprio e di debito, in modo da costituire una visione integrata dell'uso degli strumenti finanziari a livello dell'Unione e a livello nazionale/regionale. Tali norme razionalizzeranno i rapporti con i partner finanziari, in particolare la BEI e le istituzioni finanziarie internazionali, e forniranno trasparenza nei confronti dei mercati sul modo in cui l'UE interviene mediante strumenti di capitale proprio e di debito, garantendo una maggiore visibilità degli interventi dell'Unione europea.

La Commissione propone un nuovo tipo di strumento, ossia l'iniziativa relativa ai prestiti obbligazionari UE per il finanziamento di progetti che verrebbe utilizzata come mezzo per garantire risorse per gli investimenti a favore di progetti infrastrutturali di fondamentale interesse strategico. Un contributo dal bilancio dell'Unione sarà destinato al sostegno di progetti rafforzandone il rating di credito, attirando in tal modo i finanziamenti da parte della BEI, di altri istituzioni finanziarie e di investitori privati sul mercato dei capitali. Gli strumenti finanziari non comportano maggiori rischi rispetto alle sovvenzioni, in quanto il rischio per il bilancio dell'UE è in ogni caso rigorosamente limitato al contributo di bilancio. Il bilancio UE non può prevedere un disavanzo.

A livello esterno, è in corso di elaborazione una piattaforma UE specifica per la cooperazione esterna e lo sviluppo, che combina i rispettivi punti di forza della Commissione, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie europee multilaterali e bilaterali (in particolare la BEI) operanti nell'ambito della cooperazione esterna e dello sviluppo. La piattaforma potrà contribuire a promuovere la coerenza delle politiche dell'Unione europea, l'efficacia, l'efficienza e la visibilità dei finanziamenti esterni, tenendo conto delle specificità dei partner esterni dell'Unione.

3. Attuazione

Gli strumenti finanziari costituiranno parte degli interventi a carico del bilancio dell'Unione europea in vari ambiti strategici, in particolare quelli volti a realizzare i seguenti obiettivi:

(1) promuovere la capacità del settore privato di creare crescita, occupazione e/o innovazione: sostegno a start-up, PMI, società di media capitalizzazione (mid-caps), microimprese, trasferimento di conoscenze, investimenti in proprietà intellettuale;

(2) costruire infrastrutture ricorrendo a sistemi di partenariato pubblico-privato per rafforzare la competitività dell'UE e la sostenibilità nei settori dei trasporti, dell'energia e delle TIC;

(3) sostenere meccanismi che mobilitano gli investimenti privati per fornire beni pubblici, come tutela del clima e dell'ambiente, in altri ambiti.

L'elaborazione degli strumenti sarà guidata dai seguenti principi:

· solidi dispositivi di governance: le piattaforme del debito e del capitale proprio disporranno di solide strutture di governance per garantire che l'Unione disponga di un efficace controllo delle operazioni finanziarie e degli investimenti, nonché il conseguimento degli obiettivi strategici;

· finanziamento attraverso diverse linee di bilancio: non vi sarà una dotazione finanziaria specifica nel bilancio per il finanziamento di questo tipo di strumenti; gli strumenti finanziari saranno invece finanziati mediante linee di bilancio dei settori di azione specifici, combinate in appropriati strumenti di capitale proprio o di debito;

· strumenti istituiti come parte del regolamento finanziario: i principi fondamentali delle due piattaforme verranno integrati nel regolamento finanziario, attualmente all'esame del Consiglio e del Parlamento europeo. Ciò contribuirà notevolmente alla razionalizzazione e alla standardizzazione.

· il ricorso a norme comuni per strumenti di capitale proprio e di debito sarà obbligatorio per le politiche interne e si applicherà a livello orizzontale agli strumenti applicati in tali settori di intervento. Gli strumenti finanziari innovativi esistenti saranno allineati alle norme comuni. Nel caso della politica di coesione, il principio della gestione condivisa con gli Stati membri verrà rispettato e quindi i modelli UE saranno offerti come modelli opzionali per le migliori pratiche, accompagnati da forti incentivi per gli Stati membri a seguire l'approccio adottato a livello di Unione europea. Per l'azione esterna, una maggiore quota di sovvenzioni dell'Unione europea (eventualmente attraverso meccanismi di investimento regionali) sarà accompagnata da prestiti o utilizzata in strumenti di capitale proprio o di condivisione del rischio. Questo contribuirà a mobilitare fondi supplementari, anche dal settore privato, a sostegno delle priorità dell'UE ed a coprire il fabbisogno di investimenti dei paesi partner. Ciò sarà agevolato dall'entrata in vigore della proposta di nuove disposizioni nel regolamento finanziario relativamente agli strumenti finanziari e dalla definizione di principi comuni per tali strumenti al livello adeguato per il contesto delle azioni esterne;

· gestione da parte di istituzioni finanziarie: la gestione e l'attuazione di strumenti finanziari dovrebbe, in linea generale, essere delegata al gruppo BEI, ad altre istituzioni finanziarie internazionali o a istituti finanziari pubblici in cui almeno uno Stato membro detenga una partecipazione. La gestione può avvenire anche mediante una struttura di veicoli di investimento istituita a norma del diritto nazionale e la messa in comune di risorse provenienti da diverse fonti del settore pubblico e privato. È possibile anche un'ulteriore delega a soggetti finanziari privati.

Giustizia

1. Obiettivi strategici

La politica dell'Unione europea per la giustizia, i diritti fondamentali, la cittadinanza e le politiche di parità si basano sui valori e i principi fondamentali dell'Unione, quali la democrazia, la libertà, la tolleranza, la non discriminazione e lo Stato di diritto. Tali politiche servono da supporto alla creazione di uno spazio paneuropeo di legalità, diritti e giustizia, per il bene di tutti i cittadini dell'UE.

Nell'Europa di oggi, milioni di cittadini sono coinvolti in attività che oltrepassano le frontiere: nella loro vita privata, nel loro lavoro o negli studi, o in quanto consumatori. La Commissione cerca di offrire soluzioni pratiche ai problemi transfrontalieri dei cittadini e delle imprese: ai primi, permettere di sentirsi a loro agio se vivono, viaggiano o lavorano in un altro Stato membro e di confidare che i loro diritti sono tutelati indipendentemente dallo Stato dell'Unione in cui si trovano; alle seconde, consentire di trarre pieno vantaggio dalle opportunità offerte dal mercato unico.

Lo strumento principale per costruire uno spazio europeo di giustizia è la legislazione e la Commissione ha un programma ambizioso per stabilire norme a livello dell'Unione europea in modo che i cittadini possano contare sullo stesso livello minimo di giustizia (per esempio qualora siano vittime di reato) e ricevere un trattamento non discriminatorio ovunque in Europa. Il trattato di Lisbona offre nuove opportunità per la cooperazione giudiziaria in materia penale e civile e affida all'Unione europea il compito di facilitare l'accesso alla giustizia in tutta l'UE. Esso prevede anche l'incorporazione dei principi generali dell'uguaglianza tra uomini e donne e della non discriminazione basata sulla razza o l'origine etnica, la religione o convinzioni personali, le disabilità, l'età o l'orientamento sessuale in tutte le politiche e attività dell'UE.

Per rendere tali diritti e leggi efficaci in pratica, essi devono essere correttamente attuati e ciascuno – dai cittadini ai giudici – deve poterne capire il contenuto e conoscerne le modalità di esperimento. La Commissione gestisce pertanto una serie di appositi programmi finanziari a sostegno della legislazione e delle politiche, concentrandosi su questioni di carattere transnazionale che possono essere adeguatamente affrontate solo mediante un'azione coordinata a livello dell'Unione europea.

2. Strumenti

La Commissione propone di semplificare i programmi in questo settore riunendoli nei due programmi Giustizia e Diritti e cittadinanza. Così facendo verranno semplificate le soluzioni di finanziamento e verrà data maggior coesione e coerenza all'insieme delle attività finanziate. I programmi integrati si concentreranno su una serie di priorità tematiche e finanzieranno attività che offrano un chiaro valore aggiunto a livello UE, quali:

· la formazione degli operatori del diritto (giudici e pubblici ministeri), per fornire loro gli strumenti necessari ad applicare nella pratica i diritti e la giustizia dell'UE e creare fiducia reciproca, fattore alla base dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia;

· il consolidamento delle reti, ossia organizzazioni a livello UE per agevolare la preparazione delle future iniziative in questo settore, nonché promuovere la loro applicazione uniforme in Europa;

· la cooperazione transnazionale in materia di attuazione, ad esempio mediante l'istituzione di sistemi di allarme per i minori scomparsi, o il coordinamento della cooperazione antidroga a livello operativo e transfrontaliero, e

· l'informazione e la sensibilizzazione del pubblico, ivi compreso il sostegno a campagne nazionali ed europee per informare i cittadini circa i loro diritti, garantiti dalla normativa europea, e i mezzi per farli valere nella pratica.

Ove possibile, i programmi prevedranno la possibilità di un'eventuale partecipazione di paesi candidati e potenzialmente di altri paesi terzi.

3. Attuazione

Riducendo il numero dei programmi di finanziamento e concentrandone tutte le priorità, diventerà possibile applicare lo stesso complesso di norme a tutti i settori e semplificare le procedure.

Ciò porterà a una maggior efficienza sia per la Commissione che per i beneficiari dei finanziamenti europei. La riduzione del numero di basi giuridiche e di linee di bilancio consentirà una maggiore flessibilità, permettendo una migliore concentrazione sulle priorità di politica dell'UE e una più efficace esecuzione di bilancio.

La Commissione propone di proseguire il finanziamento delle agenzie esistenti in materia di giustizia e diritti fondamentali, dato che tutte apportano un notevole valore aggiunto all'elaborazione e all'attuazione delle politiche in questo settore. Fra tali agenzie sono incluse Eurojust, l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere e l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Dotazione complessiva proposta per il 2014-2020 di cui Programma Giustizia Programma Diritti e cittadinanza || 802 milioni di euro 416 milioni di euro 387 milioni di euro

Politica in materia di pesca e affari marittimi

1. Obiettivi strategici

Un ambiente marino in buona salute è una fonte importante di biodiversità, che presenta un'ampia gamma di benefici economici, sociali e ambientali. Inoltre fornisce quei prodotti del mare nutrienti e sicuri che in Europa apprezziamo quale parte importante della nostra alimentazione. Con i loro stili di vita, le loro culture, tradizioni e conoscenze maturate nel tempo, le comunità costiere in cui la pesca svolge un ruolo importante dipendono dai posti di lavoro connessi a questa attività: nelle flotte pescherecce, nell'acquacoltura, nel settore della trasformazione alimentare o nei porti di pesca. Le zone costiere e di pesca sono inoltre particolarmente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui le inondazioni, l'erosione delle coste e l'innalzamento del livello del mare.

L'UE è decisa a realizzare una gestione sostenibile della pesca, basata su un approccio ecosistemico. A seguito di una revisione integrale della politica comune della pesca (PCP), la Commissione presenterà tra breve una riforma radicale che introdurrà cambiamenti fondamentali nella gestione di questa politica, tali da assicurare lo sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche e il futuro della pesca in Europa. Questa riforma si accompagnerà ad un'importante ridestinazione dei finanziamenti a favore della politica comune della pesca (PCP) e della politica marittima integrata (PMI), prevedendo le seguenti misure:

· Riassegnazione delle sovvenzioni dirette inefficienti alle flotte, conformemente agli obiettivi della strategia Europa 2020, compresi gli incentivi per riformare e innovare l'industria della pesca e praticare una pesca sostenibile;

· colmare il divario d'innovazione tra la pesca e altri settori economici, consentendo alle flotte pescherecce dell'Unione europea di diventare redditizie e competitive e di contribuire alla crescita e all'occupazione nelle comunità dipendenti dalla pesca;

· agevolare la transizione verso la pesca a basso impatto, con l'eliminazione dei rigetti in mare e una riduzione dell'impatto sugli ecosistemi marini;

· contribuire alla gestione sostenibile degli ecosistemi marini e degli ecosistemi che dipendono dall'acquacoltura;

· sostenere maggiormente le azioni collettive, comprese la commercializzazione e la produzione, ritagliando un ruolo di rilievo alle organizzazioni di produttori;

· puntare maggiormente sulla sostenibilità economica delle comunità costiere e interne dipendenti dalla pesca, anche aumentando il valore aggiunto delle attività connesse alla pesca e diversificando verso altri settori dell'economia marittima;

· praticare un'acquacoltura competitiva e sostenibile, in grado di fornire ai consumatori europei prodotti sani ed altamente nutrienti;

· rafforzare il controllo e la raccolta dei dati, in modo da garantire una maggiore conformità e una vera e propria politica basata sulla conoscenza;

· una politica marittima integrata incentrata sulla promozione della crescita sostenibile nelle regioni e nei settori marittimi.

2. Strumenti

La nuova politica marittima e della pesca sarà imperniata su un nuovo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) che sarà strutturato intorno a 4 pilastri:

· pesca intelligente ed ecocompatibile (gestione concorrente) per favorire il passaggio alla pesca sostenibile, che è più selettiva, non comporta rigetti in mare e causa meno danni agli ecosistemi marini, contribuendo in tal modo alla loro gestione sostenibile; fornire un sostegno mirato all'innovazione e al valore aggiunto, così da rendere il settore della pesca economicamente redditizio e in grado di reggere agli shock esterni e alla concorrenza di paesi terzi;

· acquacoltura intelligente ed ecocompatibile (gestione concorrente) onde avere un settore dell'acquacoltura economicamente redditizio, competitivo ed ecocompatibile, in grado di far fronte alla concorrenza mondiale e di offrire ai consumatori europei prodotti di elevato valore nutrizionale;

· sviluppo territoriale sostenibile e inclusivo (gestione concorrente) per invertire il declino di molte comunità costiere ed interne dipendenti dalla pesca, dando maggiore valore aggiunto alla pesca e alle attività connesse e diversificando orientandosi su altri settori dell'economia marittima;

· politica marittima integrata (gestione centralizzata diretta) per sostenere le priorità trasversali che hanno un effettivo potenziale di risparmio e crescita, ma che gli Stati membri non intraprendono di propria iniziativa, quali la ricerca marina, la pianificazione dello spazio marittimo, la gestione integrata delle zone costiere e la sorveglianza marittima integrata e l'adattamento agli effetti avversi del cambiamento climatico sulle zone costiere.

Oltre ai quattro pilastri, il FEAMP comprenderà misure di accompagnamento nei seguenti ambiti: raccolta dei dati e consulenza scientifica, controllo e sorveglianza, mercati della pesca (comprese le regioni periferiche), pagamenti volontari alle organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORP) e assistenza tecnica. Esso prenderà le mosse dalle azioni relative alla politica marittima e della pesca che saranno finanziate nell'ambito del quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione.

La politica sarà integrata da due strumenti internazionali:

· gli accordi di partenariato nel settore della pesca (APP) che istituiscono il quadro giuridico, economico e ambientale delle attività di pesca svolte dai pescherecci dell'Unione europea nelle acque dei paesi terzi che non sono in grado, da soli, di sfruttare pienamente i loro stock ittici in modo sostenibile;

· le organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORP), organismi internazionali di cui fanno parte Stati, organizzazioni di integrazione economica regionale (l'UE) e gli organismi di pesca istituiti al fine di garantire la conservazione e la sostenibilità delle risorse alieutiche in alto mare.

3. Attuazione

L'architettura degli atti giuridici su cui si baseranno i programmi sarà fortemente semplificata. Sarà creato un singolo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca che raccoglierà in un unico quadro tutti gli strumenti marittimi e della pesca esistenti, eccetto gli accordi internazionali di pesca e la partecipazione dell'UE alle ORP. Questa impostazione permetterà maggiori sinergie e una riduzione degli oneri amministrativi per quanto riguarda la programmazione, gestione, sorveglianza e valutazione, sia per gli Stati membri che per la Commissione.

Inoltre, il quadro strategico comune che raggruppa tutti i fondi strutturali consentirà di programmare le misure a sostegno della politica marittima e della pesca negli altri fondi coperti dal quadro.

Il numero di settori di spesa disciplinati dalla gestione concorrente sarà aumentato, accordando maggiore flessibilità agli Stati membri e una prospettiva strategica più a lungo termine. Il FEAMP rientrerà nel quadro strategico comune e nei contratti di partenariato conclusi per tutti i fondi dell'UE nell'ambito della gestione concorrente.

4. dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) e accordi internazionali di pesca/ORP || 6,7 miliardi di euro

Ricerca e innovazione

1. Obiettivi strategici

L'Europa ha bisogno di un settore della ricerca e dell'innovazione all'avanguardia, che superi i confini nazionali, combini le più diverse discipline scientifiche, tecnologie e competenze imprenditoriali e attiri i talenti di tutto il mondo. La ricerca e l'innovazione sono essenziali per sostenere la posizione dell'Unione europea nei mercati di oggi, globalizzati e in rapida evoluzione, e per rispondere alle sfide future. Gli investimenti a favore della ricerca e dell'innovazione permetteranno di creare nuove opportunità di lavoro e garantiranno la crescita sostenibile e la competitività a lungo termine dell'Europa.

I progressi scientifici, le nuove tecnologie e le innovazioni sono inoltre indispensabili per affrontare sfide sociali urgenti, quali il cambiamento climatico, l'invecchiamento della popolazione e la scarsità di risorse. Per affrontare queste sfide enormi è necessario realizzare grandi progressi nel campo della ricerca e dell'innovazione, di cui alcuni realizzabili solo con un'azione coordinata a livello europeo. In passato, per esempio, la ricerca finanziata dall'UE ha unito le competenze dei centri di punta di tutta Europa consentendo, grazie a un metodo innovativo, di diagnosticare e curare il morbo di Alzheimer. Scoperte del genere hanno un grande impatto sulla vita dei cittadini europei in termini di migliore qualità delle cure sanitarie, di riorganizzazione della vita professionale e privata e di maggiore sicurezza dei mezzi di sostentamento. Le innovazioni di successo che rispondono a tali sfide daranno alle imprese enormi opportunità per crescere e creare nuovi posti di lavoro.

Tuttavia, seppur di fondamentale importanza, le prestazioni europee nel settore della ricerca e dell'innovazione sono in ritardo rispetto a quelle di Stati Uniti e Giappone, mentre altri paesi quali Cina, Brasile e India guadagnano rapidamente terreno. Per invertire la tendenza attuale, la strategia Europa 2020 pone l'obiettivo di portare la spesa per la ricerca e lo sviluppo al 3% del PIL entro il 2020. Una priorità specifica consiste nel potenziare le attività di ricerca e innovazione basate sulle esigenze delle imprese, mediante, per esempio, l'utilizzo di finanziamenti pubblici per favorire gli investimenti privati.

Sommandosi ai finanziamenti nazionali e del settore privato, il bilancio dell'UE può contribuire efficacemente al conseguimento di tali obiettivi e al potenziamento delle prestazioni nel settore europeo della ricerca e dell'innovazione.

2. Strumenti

Una tappa fondamentale per modernizzare i programmi dell'Unione europea a favore della ricerca e dell'innovazione consiste nel riunire, all'interno di un quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione (QSC), le tre principali iniziative e fonti di finanziamento esistenti:

– il settimo programma quadro (7° PQ);

– la componente relativa all'innovazione del programma quadro per la competitività e l'innovazione (CIP), e

– l'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT).

Il quadro strategico comune delineerà gli obiettivi strategici di tutte le iniziative di finanziamento dell'UE a favore di ricerca e innovazione, prevedrà procedure più snelle rispetto agli attuali meccanismi di finanziamento e sarà attuato mediante regole e procedure armonizzate. In questo modo, le attività di ricerca e innovazione saranno affiancate in modo coerente e i finanziamenti dell'UE avranno un maggiore impatto. Il quadro strategico comune aumenterà il valore aggiunto degli interventi dell'Unione europea, poiché permetterà di conseguire un elevato livello di risorse, competenze ed eccellenza per la ricerca e l'innovazione che altrimenti non potrebbe essere raggiunto a livello nazionale.

Semplificando e rendendo più coerenti i meccanismi di finanziamento della ricerca nell'UE, il quadro strategico comune sarà inoltre più favorevole alle PMI e aperto a nuovi partecipanti; migliorerà la diffusione del know-how necessario all'innovazione e all'elaborazione delle politiche; consentirà al Centro comune di ricerca di contribuire più efficacemente al processo di elaborazione delle politiche; fornirà un orientamento più strategico alla cooperazione internazionale e sosterrà lo Spazio europeo della ricerca.

In tale contesto generale, il quadro strategico comune riguarderà la ricerca diretta e indiretta, ciascuna delle quali si sviluppa intorno a tre componenti distinte ma che si rafforzano a vicenda, in linea con le priorità della strategia Europa 2020:

(1) Eccellenza delle basi scientifiche. Questa componente è intesa a rafforzare l'eccellenza dell'UE in campo scientifico a livello mondiale, facendo crescere talenti in Europa e attirando ricercatori di primo piano. Particolare rilievo verrà dato a: un maggiore sostegno alla "ricerca di frontiera" (attraverso il Consiglio europeo della ricerca); le tecnologie future ed emergenti; le capacità, la formazione e lo sviluppo della carriera dei ricercatori (azioni Marie Curie); il collegamento in rete delle infrastrutture di ricerca prioritarie, nonché il loro accesso e sviluppo (comprese le infrastrutture elettroniche).

(2) Affrontare le sfide sociali. Per rispondere direttamente alle sfide individuate nella strategia Europa 2020, questa componente mira a sostenere tutte le attività comprese nell'area che va dalla ricerca al mercato, integrando azioni in materia di innovazione (progetti pilota, dimostrazioni, banchi prova, sostegno agli appalti pubblici e alla diffusione dell'innovazione sul mercato), approcci interdisciplinari e la ricerca in ambito socioeconomico e umanistico. La ricerca si incentrerà sui seguenti aspetti: salute, andamenti demografici e benessere; sicurezza alimentare e bioeconomia; energia sicura, pulita ed efficiente; trasporto intelligente, verde e integrato; approvvigionamento di materie prime; efficienza delle risorse e intervento a favore del clima; società inclusive, innovative e sicure (tra cui la sicurezza informatica e rendere Internet un luogo più sicuro). Attraverso le sue comunità della conoscenza e dell'innovazione, l'EIT contribuirà in larga misura a far fronte a tali sfide, con una dotazione finanziaria notevolmente incrementata.

(3) Creare leadership industriale e contesti competitivi. Sostenere e promuovere l'attività di ricerca e innovazione delle imprese in materia di tecnologie abilitanti; sostenere i servizi e i settori emergenti, con particolare attenzione per la promozione degli investimenti del settore privato a favore di R&S; affrontare i problemi specifici delle PMI. Le azioni prioritarie riguarderanno: l'aumento degli investimenti strategici e il consolidamento della leadership nel settore attuale e futuro delle tecnologie abilitanti e industriali e dei servizi, fornendo un sostegno ad hoc alle TIC (tra cui la micro-/nanoelettronica e la fotonica); la nanotecnologia, i materiali avanzati, i sistemi di fabbricazione avanzati; la biotecnologia industriale; la ricerca e l'innovazione in ambito spaziale, le tecnologie a basse emissioni di carbonio e di adattamento, assicurando in particolare un approccio integrato alle principali tecnologie abilitanti; un più facile accesso al capitale di rischio (sulla base del meccanismo di finanziamento con ripartizione del rischio del 7° PQ e degli strumenti finanziari del CIP); un ampio sostegno a livello dell'UE all'innovazione nelle PMI ad alto potenziale di crescita.

In questo contesto saranno previste sia attività programmate, sia spazi più aperti in cui i richiedenti potranno presentare progetti innovativi e soluzioni rivoluzionarie.

3. Attuazione

In linea con il concetto di un quadro strategico comune, il progetto sarà semplificato e standardizzato. La semplificazione riguarderà i meccanismi di finanziamento e le norme amministrative in materia di partecipazione e divulgazione dei risultati. Il nuovo insieme unico di norme si applicherà alle tre componenti del QSC, tenendo conto delle specificità dell'EIT (e delle sue esigenze di regolamentazione flessibile) e di quelle delle PMI. Le principali caratteristiche operative del QSC includeranno:

· Una serie di strumenti e meccanismi di finanziamento razionalizzati che saranno utilizzati nell'ambito del quadro comune di riferimento per portare avanti, tra i programmi esistenti, quelli che funzionano, accorpare i programmi con obiettivi simili e sospendere quelli che non sono più adatti allo scopo. Oltre ai finanziamenti di tipo borsistico, si ricorrerà più spesso a strumenti finanziari innovativi. Anche gli appalti precommerciali e i premi saranno tenuti in considerazione.

· Un insieme unico di norme riguardanti l'ammissibilità, la contabilità, la rendicontazione e la revisione contabile si applicherà a tutti i livelli. Occorrerà un nuovo equilibrio tra fiducia e controllo, e tra assunzione e limitazione dei rischi. Per alleggerire l'onere amministrativo sui beneficiari delle sovvenzioni, sarà introdotto un sistema di rimborso dei costi molto più semplice, basato sulla più ampia accettazione possibile delle pratiche abituali di contabilità e gestione dei beneficiari e un maggiore ricorso a importi e tassi forfettari. I beneficiari saranno chiamati a sfruttare i risultati o a pubblicarli attraverso opportuni canali di divulgazione.

· I progetti potranno iniziare prima, poiché le fasi di selezione e di negoziazione ex-post saranno molto più brevi. I richiedenti e i partecipanti potranno accedere a un portale informatico dedicato per ottenere servizi semplificati di orientamento e consulenza. Inoltre, le strutture di sostegno all'interno degli Stati membri saranno razionalizzate per creare uno sportello unico, nella lingua nazionale, per tutte le attività nell'ambito del QSC. Verranno introdotte misure specifiche a favore dei ricercatori e innovatori di talento che mancano di esperienza nell'accedere ai finanziamenti dell'Unione europea. Un approccio unico in materia di revisione contabile sarà applicato in tutto il QSC.

· L'esternalizzazione permetterà di rafforzare la qualità, l'efficienza e la coerenza di attuazione del QSC, sulla base dei progressi compiuti nei programmi in corso. Le agenzie esecutive istituite nell'ambito dei programmi attuali saranno ampliate per realizzare economie di scala. Si ricorrerà maggiormente ai programmi di partenariato pubblico-privato con le imprese e ai programmi di partenariato pubblico-pubblico con gli Stati membri, tra l'altro sfruttando le nuove possibilità previste dal regolamento finanziario riveduto. Tali partenariati poggeranno sul forte impegno di tutte le parti di condividere le risorse, al fine di stimolare gli investimenti in settori strategici e di superare la frammentazione degli sforzi.

· L'allineamento strategico delle risorse dell'UE, nazionali e regionali, realizzato attraverso una programmazione congiunta con gli Stati membri, aumenterà il valore aggiunto e l'impatto complessivo degli investimenti.

· Per favorire gli investimenti privati nella ricerca e nell'innovazione, si farà maggiore ricorso a strumenti finanziari innovativi, tra cui investimenti in capitale di rischio a favore di imprese innovative e ad alta tecnologia, in particolare le PMI. La gestione di tali strumenti sarà affidata esternamente al gruppo Banca europea per gli investimenti o ad altre istituzioni finanziarie internazionali o istituzioni finanziarie pubbliche in cui almeno uno Stato membro detiene una partecipazione, in linea con le norme comuni in materia di debito e capitale.

In tal modo, si prevede che circa due terzi del bilancio del QSC (attualmente è all'incirca la metà) potrebbero essere attuati esternamente dopo essere stati ripartiti tra i diversi meccanismi di sostegno. Il livello e la natura dell'esternalizzazione saranno determinati, tra l'altro, dall'impatto sull'efficienza e dal bilancio globale in gestione e possono comportare un'ulteriore semplificazione delle regole applicabili alla gestione esternalizzata. La Commissione, tuttavia, manterrebbe le responsabilità in materia di gestione diretta, segnatamente in settori specifici connessi alle competenze politiche fondamentali.

Saranno garantite la complementarietà e le sinergie con i finanziamenti alla ricerca e all'innovazione stanziati mediante la politica di coesione, con una chiara distinzione tra gli obiettivi e le modalità di intervento. La ricerca e l'innovazione sono al centro della prosperità e del benessere di tutte le regioni dell'Unione europea ed è pertanto nell'interesse di tutti gli Stati membri creare sistemi di ricerca e innovazione eccellenti, forti ed efficaci. Gli interventi nell'ambito del QSC contribuiranno al conseguimento di tale obiettivo mediante sovvenzioni erogate sulla base dei livelli di eccellenza raggiunti nella ricerca e nell'innovazione, indipendentemente dalla posizione geografica. Gli interventi nell'ambito della politica di coesione saranno rafforzati, in quanto costituiscono lo strumento più importante per intraprendere il consolidamento delle capacità in materia di ricerca e innovazione a livello regionale, ivi compreso lo sviluppo di infrastrutture necessarie alla ricerca, attraverso finanziamenti basati su stanziamenti predeterminati a favore delle regioni ammissibili. I contratti di partnership con gli Stati membri, insieme al QSC, sosterranno strategie di specializzazione intelligente, perseguendo le priorità contenute nel QSC e sulla base di una valutazione della situazione regionale/locale. Ciò dovrebbe creare un "ascensore verso l'eccellenza" e, con il tempo, permettere a un maggior numero di ricercatori e innovatori eccellenti provenienti dalle regioni (in particolare dalle regioni di convergenza) di stabilire programmi in linea con il QSC, nonché rafforzare la capacità delle regioni di sfruttare appieno il loro potenziale in materia di innovazione. Verrà inoltre stabilito un adeguato collegamento con la PAC per sostenere la ricerca e l'innovazione nel settore dell'agricoltura, nonché con le pertinenti attività in materia di istruzione e nell'ambito di altri programmi dell'UE, compresa la sicurezza.

4. Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Tutte le cifre sono espresse a prezzi costanti 2011

Quadro strategico comune per la ricerca e l'innovazione || 80 miliardi di euro

Amministrazione

La rubrica amministrativa del bilancio dell'UE finanzia le attività di tutte le istituzioni dell'Unione: il Parlamento europeo (circa 20%), il Consiglio europeo e il Consiglio (7%), la Commissione (40%) e le altre istituzioni come la Corte di giustizia, il Servizio europeo per l'azione esterna o il Mediatore europeo (15%), oltre che le pensioni (16%) e le scuole europee (2%).

L'amministrazione rappresenta una parte relativamente esigua del bilancio dell'UE – il 5,7% dell'attuale QFP. Tale quota non ha subito modifiche sostanziali negli ultimi anni, nonostante il più grande allargamento che l'Unione abbia mai effettuato, un numero crescente di istituzioni e organismi con sede in tutta l'UE, compiti supplementari che hanno portato naturalmente ad una crescita numerica del personale e, successivamente, anche dei pensionati. La parte amministrativa del bilancio è destinata a pagare gli stipendi e le pensioni, le spese di funzionamento come edifici, riunioni di esperti, spese di missione, sistemi informatici e altre spese connesse. Essa contempla i costi di traduzione e di interpretazione legati alla gestione di un'Unione con 23 lingue. Ed è sempre la stessa parte del bilancio che provvede al pagamento del sistema delle scuole europee con scuole in diversi Stati membri.

Poiché la spesa per le pensioni e per le scuole europee è di natura differente ed è influenzata da tendenze a lungo termine, la proposta di QFP della Commissione presenta la spesa amministrativa necessaria per il funzionamento delle istituzioni dell'UE separatamente, come sottorubrica all'interno della rubrica V (ad eccezione delle pensioni e delle scuole europee).

La Commissione ritiene che sia difficile, ma fattibile, contenere la crescita dei costi amministrativi (rubrica V del bilancio) nel prossimo periodo di programmazione in base ai massimali 2013. Per il periodo 2014-2020, ciò significherebbe che non vi sarebbero incrementi della spesa amministrativa di funzionamento, fatti salvi i costi aggiuntivi derivanti dai futuri allargamenti.

Nel 2004 l'Unione europea ha interamente riformato la propria funzione pubblica e si è dotata del più moderno statuto del personale che vi fosse in quel momento. La prima riforma generale operata dal 1968 sulla legislazione relativa alla funzione pubblica europea ha introdotto numerosi cambiamenti tra cui una nuova struttura di carriere orientata ai risultati e basata sul merito, un nuovo status contrattuale per il personale che svolge compiti non fondamentali, una riforma del sistema pensionistico, nuovi metodi di lavoro nonché condizioni lavorative che conciliano la vita lavorativa e la vita familiare. Questa riforma non ha interessato solo le istituzioni, ma anche gli organismi e le agenzie dell'UE che hanno sede in quasi tutti gli Stati membri. Questa riforma, che ha consentito all'Unione europea di risparmiare finora circa 3 miliardi di euro, continuerà a produrre per il bilancio dell'UE un risparmio che fino al 2020 sarà di circa 5 miliardi di euro.

I recenti eventi che hanno interessato l'economia mondiale e la conseguente necessità di risanare le finanze pubbliche impongono ad ogni pubblica amministrazione e al relativo personale un particolare impegno volto a migliorare l'efficienza e ad adeguarsi al contesto socioeconomico in evoluzione, contesto che riguarda anche la funzione pubblica europea e le amministrazioni delle istituzioni europee. La Commissione, in quanto amministrazione, negli ultimi anni ha fatto fronte a tale responsabilità seguendo una politica di crescita zero del personale, rispettando le nuove priorità politiche attraverso la ridistribuzione interna delle risorse umane, attivando strumenti e procedure volti a migliorare la propria organizzazione interna ed efficacia e, più di recente, proponendo di congelare la sua spesa amministrativa per il 2012.

Al di là di queste misure amministrative, la Commissione ha deciso di proporre alcune modifiche all'attuale statuto del personale che permetteranno a tutte le istituzioni, agli organismi e alle agenzie di ottenere ulteriori guadagni in termini di efficacia e di economie, pur garantendo una funzione pubblica europea attraente e di livello molto elevato composta di cittadini di tutti gli Stati membri.

La Commissione ritiene che tutte le istituzioni, gli organismi e le agenzie devono e possono attuare ulteriori economie. Al tal fine, la Commissione ha deciso di proporre una riduzione del 5% del personale di tutte le istituzioni, gli organismi e le agenzie. Questo sarà uno dei principali elementi destinati a realizzare economie e rientrerà in un più ampio incentivo per tutte le istituzioni ad aumentare l'efficienza. Tale riduzione del personale dovrebbe essere compensata da un incremento dell'orario di lavoro del personale senza adeguamenti salariali compensativi.

La sfida di contenere la crescita della spesa amministrativa richiederà, tuttavia, ulteriori modifiche del quadro normativo relativo al personale dell'UE. La Commissione intende, in particolare:

· modificare il metodo di adeguamento delle retribuzioni, prorogando al tempo stesso il periodo di applicazione dell'attuale "prelievo speciale", versato da tutti i funzionari, alla corrente aliquota massima del 5,5%;

· in linea con gli sviluppi demografici in Europa, elevare l'età pensionabile da 63 a 65 anni e l'età per il pensionamento anticipato da 55 a 58 anni, rendendo al tempo stesso interessante la possibilità di continuare a lavorare fino a 67 anni.       Il metodo di calcolo dell'aliquota di contributo al regime pensionistico sarà anch'esso allineato agli standard internazionali in materia di accantonamenti. Tale modifica è volta a fornire alle istituzioni e agli Stati membri un'aliquota di contributo pensionistico più stabile, meno sensibile alle variazioni dei tassi di interesse a breve termine e quindi meno soggetta a perturbazioni;

· stabilire un nesso chiaro fra responsabilità e grado: la carriera nel gruppo di funzioni AST sarà ristrutturata in modo che i due gradi superiori (AST 10 e 11) siano riservati ai funzionari che in questa categoria sono investiti del più alto livello di responsabilità, in termini di gestione del personale, in termini finanziari o di coordinamento;

· assumere le unità di personale amministrativo/di segreteria con la qualifica di agenti contrattuali su base permanente invece che mediante nomine da funzionari di ruolo. Al fine di evitare sovrapposizioni permanenti tra agenti contrattuali e funzionari che svolgono le medesime funzioni, le funzioni amministrative, gradualmente, non verranno più affidate a funzionari;

· portare il numero minimo di ore di lavoro prestate per settimana da 37,5 a 40, mantenendo l'attuale massimo di 42 ore settimanali. Tale aumento nelle ore di lavoro contribuirà a compensare la riduzione del 5% del personale;

· adeguare il calcolo delle indennità di viaggio.

Riguardo alle agenzie, la Commissione desidera anche presentare alcune modifiche alle norme relative al personale al fine di consentire un'attuazione più coerente e agevole dello statuto del personale che tenga in maggiore considerazione le caratteristiche specifiche delle agenzie. Sulla base delle conclusioni del gruppo di lavoro interistituzionale sulle agenzie, in futuro potrebbero essere presentate ulteriori misure, tese a determinare risparmi supplementari sulle spese amministrative delle agenzie, da prendere in considerazione nella pertinente rubrica del bilancio dell'UE.

La Commissione proporrà che tali misure vengano applicate a partire dal 2013, vale a dire prima del periodo di programmazione 2014-2020.

Dotazione di bilancio proposta per il periodo 2014-2020

Cifre a prezzi costanti 2011

Amministrazione di cui: || 62,6 miliardi di euro

· Spesa per le pensioni e le scuole europee || 12,2 miliardi di euro

· Spesa amministrativa delle istituzioni || 50,45 miliardi di euro

[1]               COM(2010) 600 definitivo, adottata il 26 ottobre 2010.

[2]               COM (2009) 82 definitivo e conclusioni del Consiglio del 30.11.2009 relative a un quadro comunitario sulla prevenzione delle catastrofi all'interno dell'UE e conclusioni del Consiglio del 14.11.2008 su una formazione europea per la gestione delle catastrofi.

[3]               COM(2011) 112: Una tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050, 8 marzo 2011.

[4]               In base alla valutazione d' impatto della tabella di marcia il 2050.

[5]               Sulla base dell'esperienza acquisita con il programma "NER 300" che dovrebbe mobilizzare, nel periodo 2011-2015, circa 10 miliardi di euro (di cui tra 4 e 5 miliardi di euro in entrate della vendita all'asta delle quote di emissioni) per sostenere i progetti dimostrativi relativi a cattura e stoccaggio del carbonio ed energie rinnovabili.

[6]               COM(2010) 614.

[7]               COM(2010) 642.

[8]               Relazione di Eurostat sulla disoccupazione, del 10 maggio 2011, e dati Eurostat sugli indicatori Europa 2020, del 20 maggio 2011.

[9]               Il QSC includerà il FSE, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.

[10]             I dati finora raccolti indicano che il tasso di reinserimento è di circa il 40% dopo 12 mesi, mentre si riscontrano migliori risultati se si analizza un periodo di tempo più lungo.

[11]             Come stabilito dal regolamento finanziario, queste azioni non richiedono un atto di base specifico per la loro attuazione. Gli stanziamenti finanziari sono assegnati dall'autorità di bilancio su base annuale.

[12]             Cfr. scheda relativa alla politica in materia di Azione per il clima per la caratteristiche proposte del sottoprogramma con rilevanza climatica.

[13]             I piani d'azione ambientali sono i piani o programmi di attuazione di una determinata politica ambientale previsti dalle direttive UE in materia ambientale (ad esempio, un quadro d'azione prioritaria nell'ambito della direttiva habitat, un piano di gestione di un bacino idrografico nell'ambito della direttiva quadro sulle acque, un piano di riduzione al minimo dei rifiuti nell'ambito della direttiva quadro sui rifiuti, un piano di riduzione dell'inquinamento atmosferico volto a soddisfare i requisiti a livello di qualità dell'aria previsti dal programma CAFE, ecc.) o elaborati dalle autorità conformemente alle raccomandazioni dell'UE (ad esempio, un progetto urbanistico sostenibile, i piani di gestione integrata delle zone costiere, ecc.).

[14]             COM(2011) 244.

[15]             Nel quadro dello strumento europeo di vicinato, la Russia continuerà a beneficiare di un sostegno alla cooperazione transfrontaliera e regionale.

[16]             Ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% la quota di energia rinnovabile nel consumo finale di energia nell'UE e accrescere del 20% l'efficienza energetica entro il 2020.

[17]             Per i progetti nel settore dei trasporti, i tassi di cofinanziamento varieranno tra le diverse modalità di trasporto in funzione della disponibilità del finanziamento per il progetto. Saranno previsti tassi di cofinanziamento più elevati per i progetti transfrontalieri. Nelle regioni di convergenza i tassi di cofinanziamento saranno basati sui tassi di cofinanziamento per gli investimenti stanziati nell'ambito delle nuove norme per i Fondi strutturali e di coesione.

[18]             Sulla base dell'esperienza acquisita nell'ambito del piano europeo di ripresa economica, si stima che, generalmente, un cofinanziamento fino al 30% può determinare la decisione definitiva d'investimento e far avanzare correttamente i difficili progetti transfrontalieri. Nel caso in cui un progetto non sia commercialmente redditizio, ma miri a migliorare la sicurezza di approvvigionamento o terminare l'isolamento di alcuni Stati membri, il tasso di cofinanziamento richiesto potrebbe anche essere più elevato (fino all'80%).