52009DC0540

Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Relazione intermedia sulla politica marittima integrata dell'UE {SEC(2009) 1343} /* COM/2009/0540 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 15.10.2009

COM(2009)540 definitivo

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

RELAZIONE INTERMEDIA SULLA POLITICA MARITTIMA INTEGRATA DELL 'UE

{SEC(2009) 1343}

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

RELAZIONE INTERMEDIA SULLA POLITICA MARITTIMA INTEGRATA DELL 'UE

1. Introduzione

La politica marittima integrata dell'UE (PMI) si è imposta come nuovo approccio per valorizzare, in maniera sostenibile, lo sviluppo ottimale di tutte le attività connesse al mare. Essa ha confermato l'idea che, integrando in un'unica strategia le politiche in materia di mari e oceani, l'Europa può ottenere risultati migliori con un impatto di gran lunga più attenuato sull'ambiente. Le istituzioni dell'Unione europea, gli Stati membri e le regioni hanno creato strutture di governance al fine di assicurare che le politiche correlate ai mari non siano più elaborate in maniera isolata, ma tengano conto dei collegamenti e delle sinergie con altri ambiti strategici. Le parti interessate hanno confermato il notevole interesse manifestato nel corso dell'ampio processo di consultazione del 2006-2007, che ha fatto della PMI una politica particolarmente improntata ad un approccio ascendente. Strumenti trasversali come la pianificazione dello spazio marittimo, la sorveglianza integrata o le conoscenze oceanografiche hanno fatto registrare progressi tangibili e dovrebbero generare miglioramenti concreti nella nostra gestione degli oceani. Tutte le politiche settoriali dell'Unione europea che incidono sui mari e sulle coste, come la pesca, i trasporti, l'ambiente, l'energia, l'industria o la ricerca, sono state radicalmente orientate verso una maggiore integrazione e coerenza. Anche la Commissione ha cominciato a muovere i primi passi verso l'attuazione della PMI a livello regionale. In sostanza, la PMI dell'Unione europea sta cambiando l'atteggiamento dei cittadini europei nei confronti dei propri mari ed oceani e contribuisce a riaffermare l'importanza strategica dei mari e delle regioni costiere del continente.

Nell'approvare la PMI dell'UE e il Libro blu[1], il Consiglio europeo del 14 dicembre 2007[2] ha chiesto alla Commissione di riferire entro due anni in merito ai progressi compiuti in questo settore. La presente comunicazione riassume tali risultati e traccia la rotta della prossima fase della PMI. Mostra inoltre in che modo la definizione congiunta di politiche relative ai settori marittimi, ai mari e alle aree costiere può contribuire a risolvere i problemi generati dall'attuale crisi economica mondiale e dalla necessità di intervenire in modo deciso per contrastare i cambiamenti climatici e il degrado ambientale. Il Libro blu dell'ottobre 2007 propone un piano d'azione ambizioso, che comprende nuovi metodi di lavoro, strumenti trasversali e un'ampia gamma di azioni specifiche che puntano a migliorare l'economia marittima, a proteggere e ripristinare l'integrità dell'ambiente marino, a potenziare la ricerca e l'innovazione, a promuovere lo sviluppo nelle regioni costiere e ultraperiferiche, ad orientare e dirigere gli affari marittimi internazionali e ad accrescere la visibilità della dimensione marittima dell'Europa.

Il quadro fornito dalla PMI si prefigge in sostanza lo scopo di conseguire (e ha già iniziato a farlo) quattro obiettivi:

- promuovere l'integrazione delle strutture di governance, rendendole meno isolate e più collaborative;

- rafforzare la base di conoscenze e gli strumenti trasversali necessari per consentire l'attuazione di politiche integrate;

- migliorare la qualità delle politiche settoriali, attraverso una ricerca attiva di sinergie e una maggiore coerenza tra settori;

- nell'attuazione di tali obiettivi, tener conto delle specificità dei mari regionali europei, proponendo soluzioni ad hoc.

L'attuazione del piano d'azione è progredita con buoni risultati. Delle 65 azioni pianificate, 56 sono state lanciate o ultimate (perlopiù sotto forma di atti della Commissione o del Consiglio). Per 9 azioni sono state intraprese varie iniziative, sebbene non siano stati ancora adottati documenti formali. Terminata la prima fase, la Commissione e gli Stati membri stanno ora concentrando o propri sforzi sull'effettiva attuazione sul campo, se necessario con attività supplementari in tutti i settori strategici pertinenti.

Il Libro blu e il piano d'azione sono stati redatti in un clima economico radicalmente diverso. La crisi non ha risparmiato l'economia marittima, causando contrazioni dei redditi e stasi congiunturali. Oltre ai risultati finora conseguiti, il presente documento specifica pertanto in quali ambiti saranno necessari ulteriori interventi per liberare l'indiscutibile potenziale dei nostri mari ed oceani e delle nostre regioni costiere, ma anche per risolvere i problemi economici che colpiscono i settori marittimi.

2. GOVERNANCE MARITTIMA E COINVOLGIMENTO DELLE PARTI INTERESSATE

Il Libro blu ha auspicato un ripensamento totale del nostro approccio gestionale nei confronti dei mari e degli oceani a tutti i livelli di governo, ossia a livello di istituzioni dell'UE, di Stati membri e di regioni. Nel complesso gli attori politici hanno risposto in maniera molto propositiva a questo approccio; a distanza di due anni, sono stati fatti passi avanti in tutta l'Unione europea per superare la compartimentazione delle varie politiche collegate al mare, per coinvolgere maggiormente le parti interessate del settore marittimo e per individuare sinergie strategiche.

2.1. Istituzioni dell'UE

La Commissione ha adottato varie iniziative volte a favorire l'integrazione delle sue politiche marittime. Dal 2005 è operativo un gruppo direttivo di commissari che ha discusso tutte le principali iniziative politiche incluse nel piano d'azione del Libro blu. Sono state create strutture per ospitare riunioni periodiche tra le direzioni generali interessate, così da favorire l'individuazione di sinergie ed eliminare eventuali incoerenze politiche. La Commissione ha inoltre riorganizzato i propri servizi ed esteso il mandato della sua direzione generale degli Affari marittimi e della pesca per garantire il coordinamento generale delle politiche e, se necessario, elaborare strumenti intersettoriali, nonché per tener conto delle specificità regionali.

Il Consiglio ha dimostrato un forte impegno a favore della PMI. Nelle sue conclusioni dell'8 dicembre 2008[3] non solo ha riconosciuto la natura trasversale di tale politica ponendola all'ordine del giorno del Consiglio Affari generali e Relazioni esterne, ma ha altresì confermato che un approccio integrato alle questioni marittime costituisce un obiettivo fondamentale, data la necessità di rafforzare le sinergie, la coerenza e il valore aggiunto delle misure settoriali adottate dall'Unione europea, integrandole in una visione globale dei mari, degli oceani e delle fasce costiere che tenga conto delle specificità regionali.

In termini istituzionali, la partecipazione attiva del Consiglio e degli Stati membri si concretizza nelle attività del Consiglio "Affari generali" e nei gruppi di contatto per la PMI degli Stati membri. Questi gruppi garantiscono che l'esperienza di cui dispongono le amministrazioni nazionali venga sfruttata appieno, che le esigenze specifiche degli Stati membri e delle regioni costiere ottengano piena considerazione e che il consenso politico sia raccolto con la massima trasparenza e con il maggiore impatto possibile.

L'interesse e il sostegno alla politica marittima in seno al Parlamento europeo sono stati molto positivi[4]. Tuttavia, le questioni di politica marittima sono tuttora discusse separatamente da una serie di commissioni e strutture.

Il Comitato delle regioni ha impresso uno slancio positivo alla PMI. In particolare, la Commissione ha tenuto conto del suo parere nel Libro blu[5], che contiene interessanti suggerimenti per le attività future. Il recente parere del Comitato, intitolato "Pacchetto marittimo e costiero"[6], offre un esempio importante di come interessi divergenti possano essere collegati in modo coerente, complementare e sinergico.

Il Comitato economico e sociale europeo ha formulato un parere particolarmente favorevole alla PMI in data 14 aprile 2008[7].

2.2. Stati membri

All'epoca del Libro verde esistevano soltanto poche iniziative a favore di approcci integrati negli Stati membri. Due paesi, Francia e Paesi Bassi, hanno riferito di possedere una struttura amministrativa in grado di organizzare il coordinamento politico delle questioni correlate al mare. All'epoca il Portogallo aveva già adottato misure concrete a favore di una strategia per gli oceani.

Da allora sono stati fatti progressi importanti e più Stati membri hanno varato iniziative per l'integrazione delle politiche marittime e una sempre maggiore condivisione delle migliori prassi negli approcci integrati di politica marittima. Tali sviluppi sono perfettamente in linea con gli orientamenti pubblicati dalla Commissione nel giugno 2008[8] e riguardano i cambiamenti organizzativi e/o l'elaborazione di strategie integrate di più lungo termine per lo sviluppo sostenibile dei settori marittimi e delle regioni costiere.

Esempi importanti sono il "Nationaal Waterplan" nei Paesi Bassi, il "Grenelle de la Mer" in Francia, il piano "Entwicklungsplan Meer" in Germania, il disegno di legge svedese su una politica marittima coerente, il piano interdipartimentale per la politica marittima in Polonia e il disegno di legge "Marine Bill"nel Regno Unito.

Irlanda, Portogallo e Slovenia hanno fatto passi avanti in questa direzione. Attività correlate sono riferite da Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Italia, Grecia, Finlandia e Spagna.

2.3. Regioni

Le regioni costiere hanno aderito attivamente alla PMI sin dall'inizio. Esse sono nella posizione migliore per stabilire che cosa è necessario per attuare le politiche a livello locale e di ciascun bacino marino. Hanno inoltre dimostrato una grande capacità di collaborare con le autorità nazionali e con le regioni di altri Stati membri al fine di promuovere soluzioni integrate ai problemi correlati al mare. La Conferenza delle regioni periferiche marittime (CPMR), che raggruppa circa 160 regioni europee, segue da vicino i progressi del piano d'azione partecipando regolarmente alle riunioni del gruppo di lavoro Aquamarina, istituito per promuovere le azioni della PMI a livello regionale.

In questo contesto vale la pena sottolineare tre importanti iniziative:

- i primi piani d'azione regionali sulla politica marittima integrata – il piano marittimo delle Asturie[9] e il piano d'azione marittima dello Schleswig-Holstein[10];

- la carta dei litorali della Bretagna del 29 aprile 2009[11];

- l'atlante "Channel Spaces — A world within Europe"[12], a cura di Arc Manche (novembre 2008), che costituisce un esempio di buona prassi in materia di documentazione delle relazioni marittime transnazionali.

La Commissione è al corrente del fatto che altre regioni hanno adottato prassi integrate innovative in materia di governance delle regioni marittime e costiere e sostiene pienamente tali iniziative.

2.4. Parti interessate

Dall'epoca della loro risposta massiccia al processo di consultazione avviato nel 2006, le parti interessate hanno svolto un ruolo fondamentale nell'elaborazione di una politica marittima integrata per l'Unione europea. Operatori regionali, imprese e ONG sono stati i primi a riconoscere la necessità di integrare le politiche dell'Unione europea che incidono sui mari, sui settori marittimi e sulle regioni costiere. I loro contributi hanno rappresentato un terreno fertile per lo sviluppo di idee e strumenti innovativi.

La summenzionata CPMR, il Forum delle industrie marittime (MIF)[13] che attualmente rappresenta 25 associazioni di categoria marittime, e la Rete europea dei poli marittimi[14] sono stati sostenitori attivi della PMI comunitaria. Anche alcune importanti ONG attive nel settore ambientale partecipano attivamente al processo della PMI.

La conferenza delle parti interessate nell'ambito della Giornata marittima europea si è affermata come evento annuale in cui si realizzano scambi altamente produttivi[15]. La Commissione continuerà a promuovere la partecipazione dei portatori di interesse a questo evento. Al tempo stesso le parti interessate saranno incoraggiate a organizzare nuovi eventi decentrati in concomitanza della giornata marittima europea del 20 maggio, in modo da fornire contributi nazionali, regionali e locali alla PMI.

Di recente sono emersi segnali molto incoraggianti che confermano che gli attori della PMI stanno istituendo proprie strutture di scambio più permanenti. Mentre la comunità scientifica, le organizzazioni regionali, le industrie marittime e le ONG ambientaliste possiedono, per tradizione, mezzi propri individuali per rivolgersi alle istituzioni dell'Unione europea, il dialogo pubblico tra i diversi gruppi di interessi ha rappresentato un'eccezione. La Commissione rafforzerà il suo sostegno all'autorganizzazione delle parti interessate nei diversi settori.

3. STRUMENTI INTERSETTORIALI

Il Libro blu ha evidenziato la necessità di disporre di strumenti trasversali per sostenere la PMI, quali in particolare la pianificazione dello spazio marittimo, la sorveglianza integrata e la creazione di una base di conoscenze oceanografiche. Lo sviluppo di questi tre strumenti è progredito bene e i primi importanti risultati possono già essere divulgati.

3.1 Pianificazione dello spazio marittimo (PSM) e gestione integrata delle zone costiere (GIZC)

L'aumento delle attività sui mari europei determina un incremento della concorrenza per i limitati spazi marittimi. La PSM, strumento cruciale per equilibrare gli interessi settoriali e garantire l'uso sostenibile delle risorse marittime, è fondata sull'approccio ecosistemico. Si tratta di un processo che offre alle autorità pubbliche e alle parti interessate un quadro di pianificazione stabile, affidabile e mirato per coordinare le loro attività e ottimizzare l'uso dello spazio marittimo in maniera tale da favorire sia lo sviluppo economico sia l'ambiente marino.

La Commissione ha adottato nel 2008 la "Tabella di marcia per la pianificazione dello spazio marittimo: definizione di principi comuni nell'UE"[16]. La comunicazione definisce 10 principi basilari e si propone di discutere l'elaborazione di un'impostazione comune negli Stati membri che incoraggi l'attuazione della PSM a livello nazionale ed europeo.

Le parti interessate di tutti i settori marittimi pertinenti hanno approvato i 10 principi basilari, considerandoli validi, esaustivi e adatti a formare una base importante per lo sviluppo della PSM a livello europeo nei dibattiti organizzati dalla Commissione nel 2009[17]. La Commissione ha inoltre avviato due azioni preparatorie nel Mar Baltico (nell'ambito della strategia dell'Unione europea per la regione del Mar Baltico) e nel Mare del Nord/Atlantico nordorientale, allo scopo di intervenire su aspetti della cooperazione transfrontaliera della PSM, oltre che uno studio sul potenziale della pianificazione dello spazio marittimo nel Mar Mediterraneo e sui benefici economici della PSM.

A seguito della raccomandazione formulata nel Libro blu a favore della creazione di un sistema di scambio di buone pratiche per lo sviluppo della gestione integrata delle zone costiere (GIZC), la Commissione ha varato nel 2009 un progetto di sostegno per incoraggiare la condivisione di buone pratiche e promuovere l'efficace attuazione della GIZC[18]. Alla fine del 2008 il Consiglio ha firmato il protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere nell'ambito della Convenzione di Barcellona.

3.2 Integrazione della sorveglianza marittima

L'integrazione della sorveglianza marittima dovrebbe rafforzare l'efficacia delle azioni in mare e ridurre i costi operativi. I potenziali risparmi a livello di Unione europea sono significativi, se si considera il bisogno crescente di individuare, monitorare, intercettare e controllare le attività illegali in mare, nonché prevenire incidenti in mare, individuare gli scarichi illegali di idrocarburi, monitorare le attività di pesca e salvaguardare l'ambiente.

Ad oggi la Commissione ha prodotto sintesi dettagliate delle diverse iniziative realizzate a livello nazionale, regionale ed europeo sull'integrazione della sorveglianza marittima[19], ha ultimato uno studio sugli aspetti giuridici e regolamentari dell'integrazione della sorveglianza marittima e ha svolto un esercizio di valutazione di concerto con l'Agenzia europea per la difesa e lo Stato maggiore dell'UE in risposta a una richiesta del Consiglio "Difesa"[20]. Ha inoltre lanciato due inviti a presentare proposte, per un importo totale di 5,7 milioni di EUR[21], per progetti pilota sull'integrazione della sorveglianza marittima che promuovano una maggiore collaborazione tra autorità nazionali nel Mediterraneo e in un bacino marittimo dell'Europa del Nord.

Queste azioni hanno notevolmente rafforzato il coordinamento interno tra i servizi della Commissione e con gli Stati membri su questa delicata questione. La comunicazione intitolata "Verso l'integrazione della sorveglianza marittima nell'Unione europea"[22] fa tesoro delle attività svolte fino a questo momento e definisce i principi guida per la creazione di un ambiente comune per la condivisione delle informazioni per il settore marittimo dell'Unione europea, sulla base delle capacità di sorveglianza nuove ed esistenti, compresi i servizi GMES preoperativi. Dovrà essere organizzata un'ampia consultazione tra la Commissione e gli Stati membri per tradurre questi principi in programmi politici.

3.3 Creare una base di conoscenze oceanografiche

Non può esistere una politica marittima senza informazioni e conoscenze adeguate sui mari e sulle coste dell'Europa. Per il momento le conoscenze oceanografiche sono ancora molto isolate e inefficienti sotto il profilo dei costi. La rete europea per l'osservazione e la raccolta di dati sull'ambiente marino (EMODNET), annunciata nel Libro blu, si prefigge lo scopo di migliorare l'affidabilità delle conoscenze oceanografiche e di ridurre i costi operativi per i soggetti che ne fanno uso. Occorre procedere a una valutazione delle basi dati e dei programmi di osservazione esistenti in termini di copertura, risoluzione e frequenza di rilevazione dei dati. I dati provenienti da diverse fonti devono essere raccolti nell'ambito di un sistema globale e compatibile e essere resi accessibili in quanto strumento per una migliore governance. Sono in corso azioni preparatorie concrete per raccogliere, a livello di bacini marini, corpus di dati nei settori dell'idrografia, della geologia, della biologia e della chimica. La Commissione, attraverso il suo servizio statistico, ha raccolto dati socioeconomici relativi ai bacini marini e identificato una serie di sfide analitiche.

Il progetto intitolato "Atlante europeo del mare" intende sensibilizzare l'opinione pubblica sulle problematiche legate al mare.

4. AZIONI CHIAVE NELLE POLITICHE SETTORIALI

Il piano d'azione prevede misure settoriali in tutti i comparti strategici pertinenti correlati al mare, siano essi i trasporti, l'ambiente, l'energia, l'industria, l'occupazione, la ricerca, la pesca, le relazioni esterne o altri settori. Particolare attenzione è stata accordata all'adozione di un approccio integrato in grado di realizzare collegamenti tra queste diverse politiche e di individuare sinergie, riducendo le incoerenze tra settori. Nel caso di talune politiche settoriali sono state intraprese importanti iniziative di natura altamente integrata, la cui attuazione presenterà un interesse diretto, nei prossimi anni, per l'elaborazione di approcci trasversali nell'ambito più generale della PMI. A tale riguardo occorre menzionare i seguenti due casi importanti.

La strategia per la ricerca marina e marittima[23] è la prima strategia europea in assoluto a promuovere la ricerca marina. Si tratta di un'azione pioneristica per l'attuazione dello Spazio europeo della ricerca, che promuove l'eccellenza scientifica e lo sviluppo di innovazioni all'avanguardia sia attraverso la migliore integrazione delle iniziative di ricerca in atto sia attraverso il rafforzamento di nuove capacità in un ambiente scientifico multidisciplinare. Questa strategia di ricerca integrata contribuirà ad assistere settori primari dell'economia marittima, dall'energia alla navigazione e alle nuove biotecnologie blu, fino al raggiungimento degli obiettivi della politica ambientale dell'Unione europea.

La direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino[24] (MSFD), che costituisce il pilastro ambientale della PMI, impone agli Stati membri il conseguimento di un buono stato ecologico nelle loro zone marine entro il 2020 e tutela quindi la base di risorse su cui poggiano le attività economiche e sociali correlate al mare. L'attuazione di questa direttiva beneficerà dell'ulteriore introduzione di strumenti trasversali della PMI, tra cui la pianificazione dello spazio marino ed EMODNET; viceversa, le diverse azioni necessarie per la sua attuazione, come l'analisi socioeconomica delle attività antropiche correlate al mare che dovrebbe essere presentata nel 2012 e successivamente a cadenza regolare, sosterranno l'ulteriore sviluppo della PMI. Anche la politica comune della pesca, che è strettamente correlata all'MSFD, ha integrato l'approccio ecosistemico come principio generale. A difesa del patrimonio comune, l'Unione europea ha assunto un ruolo di primo piano nella definizione delle politiche a livello mondiale, adottando un regolamento relativo alla protezione degli ecosistemi marini vulnerabili d'alto mare dagli effetti negativi degli attrezzi da pesca di fondo[25].

Inoltre, al di là di tali sviluppi integrati nell'ambito di alcune politiche settoriali, la Commissione è riuscita, in generale, a migliorare il coordinamento e a definire un approccio più strategico alla definizione di politiche settoriali, cosa che dovrebbe avere un impatto positivo duraturo e per la quale si attendono ulteriori progressi in futuro.

Di conseguenza, il 13 novembre 2008 la Commissione ha adottato una comunicazione sull'energia eolica offshore[26] che individua le sfide da affrontare per poter sfruttare il potenziale di energia eolica offshore dell'Europa. Un punto cruciale a questo proposito è costituito dal contributo che la pianificazione dello spazio marittimo potrà offrire allo sviluppo sostenibile dell'energia offshore.

Nelle sue conclusioni sulla politica marittima integrata dell'8 dicembre 2008, il Consiglio ha accolto favorevolmente la comunicazione, dichiarandola un contributo importante alla politica marittima integrata; ha tuttavia sottolineato la necessità di continuare a lavorare allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile offshore diverse dall'energia eolica, quali l'energia del moto ondoso, delle maree, delle correnti marine e del gradiente termico[27].

I finanziamenti della politica di coesione dell'UE per il periodo 2007-2013 supportano importanti programmi caratterizzati da una chiara dimensione marittima, per esempio nelle isole greche o nel Mar Baltico. La politica di coesione sostiene inoltre programmi a favore delle regioni ultraperiferiche, con notevoli possibilità di finanziamento per azioni destinate al settore marittimo.

La strategia dei trasporti marittimi per il 2009-2018[28] presenta i principali obiettivi per il sistema europeo dei trasporti marittimi negli anni a venire. Individua i settori principali in cui l'azione dell'UE rafforzerà la competitività del settore migliorando contemporaneamente la qualità della navigazione, la sicurezza e le condizioni sociali ed ambientali.

Particolarmente importante in questo contesto è la Comunicazione e piano d'azione nella prospettiva della creazione di uno spazio europeo per il trasporto marittimo senza frontiere[29]. Le misure proposte, prevalentemente nel settore delle ispezioni doganali e sanitarie, richiedono un elevato grado di collaborazione intersettoriale. Tali misure semplificheranno e velocizzeranno le procedure amministrative per il trasporto marittimo tra porti situati nell'UE ed estenderanno il mercato interno ai trasporti marittimi intracomunitari. Ciò dovrebbe promuovere il trasporto marittimo a corto raggio in Europa, generando nuove opportunità di crescita e di occupazione.

Per migliorare le condizioni di lavoro dei marittimi sono stati recepiti nel diritto comunitario alcuni elementi della Convenzione sul lavoro marittimo del 2006[30]. La Commissione sta altresì riesaminando l'esclusione dei lavoratori marittimi da alcuni capitoli della legislazione sociale e del lavoro vigente in Europa.

La PMI ha inoltre chiaramente rafforzato il coordinamento in molte altre politiche pertinenti dell'Unione europea, comprese quelle riguardanti la sicurezza della navigazione e dei porti, la promozione dei poli marittimi, il sostegno al settore europeo delle costruzioni navali e delle apparecchiature marittime nell'ambito dell'iniziativa LeaderSHIP 2015, lo sviluppo del turismo costiero e marittimo sostenibile o la strategia sull'adeguamento ai cambiamenti climatici.

Nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente relazione figurano altre iniziative settoriali correlate al mare promosse dalla Commissione ed una serie di documenti della Commissione che, pur non essendo direttamente correlati al mare, hanno una chiara dimensione marittima[31].

In conclusione, quindi, questa Commissione non ha limitato il suo intervento allo sviluppo di azioni trasversali e settoriali a sostegno della crescita sostenibile delle regioni costiere e dei settori marittimi. Al contrario, essa ha rivolto un'attenzione prioritaria all'attuazione di un approccio più strategico e integrato alla definizione delle politiche marittime settoriali, cosa che dovrebbe produrre un impatto positivo durevole e su cui si continuerà a lavorare.

5. STRATEGIE REGIONALI

I bacini marini dell'Europa sono straordinariamente vari. I loro ecosistemi e le loro economie sono stati modellati da influssi geografici, climatici, storici, politici e umani estremamente diversi tra loro. Se, da un lato, i principi generali su cui poggia la PMI sono ovunque validi senza eccezioni, dall'altro l'attuazione di tale politica impone che siano tradotti in strategie mirate e in misure specifiche concepite in funzione delle peculiarità di ciascun bacino marino. Pertanto, per l'attuazione della PMI la Commissione ha adottato un approccio basato sui bacini marini, la cui premessa fondamentale è che ogni regione marittima è unica e necessita di un intervento individuale per garantire un equilibrio sostenibile tra i vari utilizzi. Analogamente, le specificità ambientali dei mari europei costituiscono un elemento chiave della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (MSFD), che identifica varie regioni marine.

Il rafforzamento della collaborazione tra queste regioni marine è quindi un elemento fondamentale per l'attuazione efficace della PMI.

Ad oggi la Commissione ha proposto approcci regionali per l'Artico e il Mar Mediterraneo e ha avviato una strategia per il Mar Baltico.

La comunicazione "L'Unione europea e la regione artica"[32] formula proposte specifiche per tutelare e preservare l'Artico di concerto con la sua popolazione, promuovere l'uso sostenibile delle risorse e contribuire a una migliore governance multilaterale. La Commissione intende rafforzare il suo contributo al Consiglio artico e consolidare il dialogo con gli Stati artici e i relativi gruppi di interesse.

Nel giugno 2009 la Commissione ha proposto una strategia dell'Unione europea per la regione del Mar Baltico[33]. Si tratta della prima strategia macroregionale dell'Unione europea, con cui si intendono affrontare le sfide ambientali, le questioni connesse all'energia e ai trasporti, il potenziale di crescita economica e le problematiche legate alla sicurezza e alla protezione. Con la sua marcata dimensione marittima e il suo approccio integrato, la strategia costituisce un importante primo passo verso l'attuazione della PMI nella regione del Baltico. Essa contribuirà a far fronte alle sfide con cui si deve confrontare la regione non soltanto attraverso un rafforzamento del coordinamento interno tra Stati membri, ma anche tramite reti transfrontaliere e una buona collaborazione con la Russia.

La comunicazione della Commissione sul Mediterraneo[34] suggerisce come stabilire una politica marittima integrata nel complesso contesto politico della regione. Il Mediterraneo, che è un mare semichiuso con coste molto densamente popolate, può essere gestito soltanto attraverso un dialogo più intenso e una maggiore collaborazione tra Stati membri dell'UE affacciati sulle sue acque e paesi terzi costieri. La comunicazione suggerisce soluzioni per migliorare la governance in materia di affari marittimi e per garantire un più ampio coinvolgimento dei paesi costieri nella gestione dello spazio marittimo.

6. PROSPETTIVE E ASPETTATIVE

Gli ultimi due anni hanno confermato che la PMI è una politica estremamente promettente, in grado di offrire un contributo significativo alla crescita, all'occupazione e alla sostenibilità dell'ambiente per le zone costiere dell'Europa e al di là di esse. Nonostante la sua giovane età, questa nuova politica europea ha già cambiato il modo in cui l'Europa gestisce il suo patrimonio marittimo e costiero.

Dopo tre anni di intense deliberazioni è fondamentale mantenere questo slancio per affrontare le principali sfide di medio e lungo termine rappresentante dalla protezione dell'ambiente e dalla crescita e dal benessere economico. Il doppio impatto dei cambiamenti climatici e della crisi economica è particolarmente sentito nel mondo marittimo: gli oceani sono il motore del nostro clima e le industrie marittime sono state il motore della globalizzazione e della prosperità. È quindi importante liberare il potenziale economico dell'Europa marittima, ottimizzare l'azione governativa nei confronti dei mari e ricercare nuove sinergie che consentano alla crescita economica e alla stabilità ambientale di sostenersi a vicenda.

La Commissione è del parere tali obiettivi possano essere più facilmente conseguiti procedendo in sei direzioni strategiche.

La governance marittima integrata deve essere ulteriormente potenziata. I progressi registrati negli ultimi anni devono essere trasformati in strutture integrate efficaci a tutti i livelli di governo. Le istituzioni dell'Unione europea, gli Stati membri e le regioni costiere hanno la precipua responsabilità di garantire l'integrazione delle politiche a monte, di adottare programmi comuni in materia di affari marittimi e di contrastare la diffusa tendenza a formulare politiche settoriali isolate. Anche la partecipazione delle parti interessate alla definizione delle politiche marittime dovrebbe essere maggiormente radicata nelle strutture di governo. Ciò dovrebbe contribuire a intrecciare un dialogo più intenso tra l'Unione europea, i governi degli Stati membri e le regioni costiere, che spesso possiedono il patrimonio di esperienza necessario per un approccio integrato agli affari marittimi. Per lo stesso motivo dovrebbe essere supportata la creazione di una piattaforma intersettoriale per il dialogo delle parti interessate sugli affari marittimi.

Gli strumenti politici trasversali sono fondamentali per favorire lo sviluppo economico, il monitoraggio dell'ambiente, la sicurezza e la protezione e l'osservanza delle norme nei mari e negli oceani d'Europa. In particolare, la pianificazione dello spazio marittimo, associata all'aumento delle conoscenze oceanografiche, può mobilitare ingenti investimenti economici e migliorare drasticamente la gestione dei nostri spazi marittimi, preservando gli ecosistemi. Deve diventare uno strumento pratico a tutti i pertinenti livelli di governo, compresi i meccanismi atti a garantire un processo decisionale congiunto sugli investimenti transfrontalieri. L'integrazione della sorveglianza marittima può cambiare il modo con cui obiettivi politici cardine, come la lotta contro l'immigrazione clandestina, la salvaguardia della navigazione commerciale e la protezione delle risorse naturali, vengono perseguiti dalle autorità nazionali. Gli Stati membri e la Commissione dovranno continuare a collaborare su questi aspetti affinché i processi che sono stati avviati negli ultimi due anni producano i frutti sperati.

La definizione dei limiti della sostenibilità delle attività umane avrà un impatto sull'ambiente marino nei prossimi anni nell'ambito della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, offrirà una visione chiara e una piattaforma su cui costruire con maggior successo tutte le attività marittime, tenendo conto dei loro impatti cumulativi. L'attuazione della direttiva continuerà pertanto a costituire un obiettivo fondamentale della PMI, che dovrebbe inoltre sviluppare la necessaria cooperazione in questo senso tra tutti i settori e i servizi pertinenti, comprese le scienze marine e la politica in materia di ambiente marino.

Le strategie correlate ai bacini marini sono indispensabili per un'attuazione efficace della PMI. È a questo livello che le priorità e gli strumenti della politica possono essere adattati agli specifici contesti geografici, economici e politici di ciascuna grande regione marittima. La collaborazione con e tra Stati membri e regioni che si affacciano sullo stesso bacino marittimo è un fattore di successo fondamentale e, ove necessario, dovrebbe essere accompagnata da un opportuno dialogo con i paesi terzi che condividono un bacino marittimo con l'UE. Anche l'azione a livello di sottobacini può essere utile per stabilire esempi positivi e migliori prassi.

Anche la dimensione internazionale della PMI[35] richiederà maggiore attenzione, come precisato nella comunicazione dedicata a questo argomento e pubblicata unitamente alla presente relazione. L'Europa deve assumere un ruolo di spicco nel miglioramento della governance marittima globale, come già ha fatto in settori quali la pirateria o l'uso di pratiche di pesca distruttive. La Commissione intende potenziare il dialogo con un numero limitato di importanti partner marittimi e rafforzare la propria partecipazione a consessi internazionali e iniziative informali.

L'attuazione della PMI, nel contesto attuale di crisi economica, dovrebbe riportare l'attenzione sulla crescita economica sostenibile, l'occupazione e l'innovazione . In futuro, quindi, l'Unione europea dovrebbe ricercare sinergie tra la politica energetica europea e la PMI, promuovendo la generazione di energia dal mare, comprese le forme rinnovabili di energia, e un maggior sfruttamento dei mari per il trasporto di energia attraverso condutture, reti di distribuzione sottomarine e imbarcazioni. Parimenti, sarà necessario rafforzare il collegamento tra la politica dell'UE sui cambiamenti climatici e la PMI, elaborando una strategia per l'adeguamento ai cambiamenti climatici nelle zone costiere e marittime che punti a proteggere le infrastrutture costiere e a preservare la biodiversità marina. Nel dibattito sulla coesione territoriale sarà importante fare in modo che venga data piena attenzione alle zone marittime e costiere.

L'Unione europea dovrà inoltre promuovere un migliore trasporto via mare per stimolare la co-modalità, mettere in atto il concetto di autostrade del mare e migliorare il programma dell'Unione europea per la navigazione marittima a corto raggio. Sempre puntando allo sviluppo economico delle attività marittime, sarà necessario trovare mezzi e modalità per stimolare maggiormente l'occupazione nel settore marittimo e gli investimenti a favore del trasporto marittimo europeo, senza perdere di vista il concetto di navi non inquinanti. In effetti il sostegno all'innovazione e alla ricerca per lo sviluppo di navi ad emissioni zero o prossime allo zero continuerà a costituire un elemento fondamentale della strategia promossa dalla Comunità per un settore strategicamente importante quale quello delle costruzioni navali. In questo modo l'Unione europea potrà dare ai cantieri navali e all'industria delle apparecchiature marittime dell'UE un vantaggio tecnologico competitivo rispetto ad altre regioni del mondo, rendendo il trasporto marittimo più sicuro e più sostenibile, soprattutto lungo le coste d'Europa.

Infine, nell'ambito della sua riflessione generale sulla prossima previsione finanziaria, la Commissione sta esaminando le future esigenze di finanziamento che possono scaturire dalle azioni associate alla PMI.

La Commissione intende produrre nel 2010 un documento strategico che specifichi progetti e iniziative volti a sviluppare ulteriormente questi sei orientamenti strategici, dopo un processo di consultazione con le parti interessate.

[1] Una politica marittima integrata per l'Unione europea, COM(2007) 575 definitivo del 10.10.2007 e SEC(2007) 1278 del 10.10.2007.

[2] 16616/1/07 REV 1.

[3] 16503/1/08 REV 1.

[4] Non da ultimo grazie alla relazione del compianto Willi Piecyk, membro del Parlamento europeo: A6-0163/2008 (commissione su trasporti e turismo).

[5] CoR 22/2008 fin, adottato il 9.4.2008.

[6] CoR 416/2008 fin, adottato il 17.6.2009.

[7] GU 2008/C 211/07.

[8] COM(2008) 395 definitivo del 26.6.2008.

[9] Cfr. “inforegio panorama”, n. 23 del settembre 2007, ISSN 1608-389X.

[10] Landesinitiative Zukunft Meer, cfr. http://www.schleswig-holstein.de

[11] Charte des espaces côtiers Bretons, cfr. http://www.bretagne.fr/

[12] Espace Manche: un monde en Europe, cfr. http://www.arcmanche.com

[13] Cfr. http://www.mif-eu.org

[14] http://www.european-network-of-maritime-clusters.eu/

[15] La documentazione completa della EMD 2009 può essere reperita al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/maritimeaffairs/maritimeday/index_en.html

[16] COM(2008) 791 definitivo del 25.11.2008.

[17] http://ec.europa.eu/maritimeaffairs/spatial_planning_en.html#6

[18] http://ec.europa.eu/maritimeaffairs/maritimeday/index_en.htm

[19] SEC(2008) 2337.

[20] COSDP 949, PESC 1366.

[21] Inviti a presentare proposte MARE/2008/13 e 2009/04.

[22] COM(2009) 538 definitivo del 14.10.2009 e SEC(2009) 1341.

[23] COM(2008) 534 definitivo del 3.9.2008.

[24] Direttiva 2008/56/CE del 17.6.2008.

[25] Regolamento (CE) n. 734/2008, GU L 201 del 30.7.2008, pag. 8.

[26] COM(2008) 768 definitivo del 13.11.2008.

[27] Punto 8 del documento del Consiglio 16503/1/08 Rev 1 del 5.12.2008.

[28] COM(2009) 8 definitivo del 21.1.2009.

[29] COM(2009) 10 definitivo del 21.1.2009.

[30] Direttiva 2009/13/CE.

[31] SEC(2009) 1343.

[32] COM(2008) 763 definitivo del 20.11.2008.

[33] COM(2009) 248 definitivo e SEC(2009) 712 del 10.6.2009.

[34] “Una politica marittima integrata per una migliore governance nel Mediterraneo”, COM(2009) 466 definitivo dell'11.9.2009.

[35] “Sviluppare la dimensione internazionale della politica marittima integrata dell'Unione europea”, COM(2009) 536 definitivo del 14.10.2009.