52007DC0242

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Comunicazione su un'agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione {SEC(2007) 570} /* COM/2007/0242 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 10.5.2007

COM(2007) 242 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Comunicazione su un'agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione

{SEC(2007) 570}

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONEAL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Comunicazione su un'agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione

«La cultura è l'insieme dei sogni e delle opere tesi alla piena realizzazione dell'uomo. La cultura impone un patto paradossale: la diversità quale fondamento dell'unità, la presa d'atto delle differenze non quale fonte di divisioni, ma di ulteriore arricchimento della cultura. L'Europa è una cultura o non è.» Denis de Rougemont*

1. Introduzione

La cultura si colloca al centro dello sviluppo umano e della civiltà. È la cultura che fa sperare e sognare, sollecitando la nostra sensibilità e proponendoci modi nuovi di guardare la realtà. Avvicina le persone stimolando il dialogo e alimentando le passioni in una forma che unisce piuttosto che dividere. La cultura dovrebbe essere vista come un insieme di tratti spirituali e materiali caratteristici, propri di una società o di un gruppo sociale. Comprende la letteratura e le arti, come pure modi di vivere, sistemi di valori, tradizioni e convinzioni.

Come ha giustamente rilevato Dario Fo, " ancora prima che l'Europa fosse unita a livello economico o fosse concepita in termini di interessi economici e di scambi, è stata la cultura a unire tutti i paesi d'Europa. Le arti, la letteratura e la musica sono il collante dell'Europa ". In effetti gli europei condividono un comune retaggio culturale, che è il prodotto di secoli di creatività, flussi migratori e scambi. Dispongono anche di una ricca diversità culturale e linguistica, che ha influenzato e influenza molti paesi in tutto il mondo.

L'originalità e il successo dell'Unione europea risiedono nella sua capacità di rispettare – nella loro pluralità e nel loro intreccio – la storia, le lingue e le culture degli Stati membri e di dare contestualmente vita a un sentire e a norme comuni, che hanno garantito pace, stabilità, prosperità e solidarietà. A queste si accompagnano un patrimonio culturale e una creatività estremamente ricchi, che si sono progressivamente accresciuti con i vari allargamenti. Attraverso l'unità nella diversità sono proprio il rispetto della diversità culturale e linguistica e la promozione di un comune patrimonio culturale a porsi al centro del progetto europeo e questo è più che mai indispensabile in un mondo in via di globalizzazione.

Oggi in Europa gli scambi culturali sono più che mai vivaci e intensi. La libertà di circolazione sancita dal trattato CE ha notevolmente agevolato il dialogo e gli scambi culturali transfrontalieri. Si diffondono le attività culturali e la domanda di beni culturali, cui i nuovi strumenti di comunicazione offrono un accesso senza precedenti. Contemporaneamente la globalizzazione ha accresciuto l'esposizione alle culture più lontane di ogni parte del mondo. Ciò ha sollecitato la nostra curiosità e la nostra capacità di rapportarci proficuamente con altre culture, contribuendo anche alla diversità delle nostre società. Ciononostante questo stesso processo ha fatto sorgere interrogativi circa l'identità dell'Europa e la sua capacità di garantire società interculturali e coese.

A livello planetario la diversità culturale e il dialogo interculturale sono diventati importanti sfide per un ordine mondiale basato sulla pace, sulla comprensione reciproca e sul rispetto di valori condivisi, quali la protezione e la promozione dei diritti umani e la salvaguardia delle lingue. A questo proposito, l'entrata in vigore, in data 18 marzo 2007, della convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali deve essere vista come una tappa fondamentale cui l'UE ha fornito un notevole contributo.

La ricchezza e la diversità culturali dell'Europa sono strettamente connesse al suo ruolo e alla sua influenza nel mondo. L'Unione europea non è un mero processo economico o una semplice potenza commerciale: è già ampiamente e giustamente percepita come un progetto sociale e culturale di successo, che non ha precedenti. L'UE è ed aspira a diventare ancora di più un modello di "potere morbido" ( soft power ), fondato su norme e valori, quali la dignità umana, la solidarietà, la tolleranza, la libertà di espressione, il rispetto della diversità e il dialogo interculturale, i quali possono rappresentare un modello di riferimento per il mondo di domani, purché sostenuti e promossi.

La ricchezza culturale dell'Europa, fondata sulla sua diversità, costituisce anche – e in misura crescente – una risorsa importante in un mondo basato sulla conoscenza. Già ora il settore culturale europeo imprime un impulso molto dinamico all'attività economica e all'occupazione in tutta l'UE. Le attività culturali possono anche contribuire a promuovere una società inclusiva, nonché a prevenire e ridurre la povertà e l'esclusione sociale. Come riconosciuto nelle conclusioni del Consiglio europeo di primavera del 2007, gli imprenditori creativi e un'industria culturale vivace costituiscono una straordinaria fonte di innovazione per il futuro. Occorre prendere atto, ancora di più, di queste potenzialità e sfruttarle pienamente.

Scopo della comunicazione

Cresce la consapevolezza del fatto che l'UE ha un eccezionale ruolo da svolgere nella promozione della sua ricchezza e diversità culturali in Europa e nel mondo. Si riconosce anche che la cultura è un elemento essenziale per conseguire gli obiettivi strategici dell'UE in materia di prosperità, solidarietà e sicurezza, e garantire nel contempo una presenza più forte sulla scena internazionale.

La presente comunicazione, fondata su un'ampia consultazione[1], esamina il rapporto tra cultura ed Europa in un mondo in via di globalizzazione e propone gli obiettivi di una nuova agenda europea per la cultura, che deve essere condivisa da tutti i soggetti interessati (la Commissione, gli Stati membri, la società civile e il Parlamento europeo). La Commissione intende pertanto istituire nuovi partenariati e sviluppare nuovi metodi di cooperazione tra questi soggetti.

2. Il contributo dell'UE alla cultura [2]

DI NORMA SI RICONOSCE LA DIFFICOLTÀ DI DEFINIRE IL TERMINE "CULTURA". PUÒ INDICARE LE ARTI, CHE COMPRENDONO UNA MOLTEPLICITÀ DI OPERE D'ARTE, BENI E SERVIZI CULTURALI, E HA ANCHE UN SIGNIFICATO ANTROPOLOGICO. LA CULTURA È ALLA BASE DI UN MONDO SIMBOLICO DI SIGNIFICATI, CONVINZIONI, VALORI, TRADIZIONI, CHE SI ESPRIMONO ATTRAVERSO LA LINGUA, L'ARTE, LA RELIGIONE E I MITI. COME TALE SVOLGE UN RUOLO FONDAMENTALE NELLO SVILUPPO UMANO E NELLA COSTRUZIONE COMPLESSA DELLE IDENTITÀ E DELLE ABITUDINI DEI SINGOLI E DELLE COLLETTIVITÀ.

L'attenzione della presente comunicazione si concentra principalmente sull'importanza che rivestono i diversi aspetti della cultura nell'elaborazione di strategie all'interno dell'UE e con i paesi terzi.

La base giuridica dell'azione dell'UE nel campo della cultura discende dal trattato, che all'articolo 151 stabilisce quanto segue.

"La Comunità contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune." "L'azione della Comunità è intesa ad incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, ad appoggiare e ad integrare l'azione di questi ultimi ....." "La Comunità e gli Stati membri favoriscono la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti in materia di cultura, in particolare con il Consiglio d'Europa." "La Comunità tiene conto degli aspetti culturali nell'azione che svolge a norma di altre disposizioni del presente trattato, in particolare ai fini di rispettare e promuovere la diversità delle sue culture." |

Pertanto la cultura è e resterà fondamentalmente una prerogativa degli Stati membri e in alcuni paesi la materia è in larga misura trattata a livello regionale, se non addirittura locale. L'articolo 151 non contempla, ad esempio, l'armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri. L'azione a livello comunitario deve essere intrapresa nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, che vede l'UE svolgere un ruolo complementare e di sostegno, ma non sostitutivo rispetto a quello degli Stati membri; deve essere altresì condotta rispettandone la diversità e stimolando gli scambi, il dialogo e la comprensione reciproca.

2.1. Il ruolo delle politiche interne e dei programmi dell'UE

L'UE contribuisce già in molti modi alla promozione delle attività culturali in Europa attraverso i suoi programmi e le sue politiche.

- I programmi comunitari nel campo della cultura si sono rivelati molto proficui. L'attuale programma Cultura (2007-2013)[3] procederà anch'esso nella direzione di agevolare la comprensione reciproca, stimolare la creatività e contribuire all'arricchimento reciproco delle nostre culture. Concorrerà all'ideazione e all'attuazione di progetti culturali e artistici da parte di migliaia di organizzazioni culturali, migliorando la conoscenza e la diffusione del patrimonio culturale europeo, promuovendo gli scambi culturali, la creazione letteraria e artistica e la traduzione letteraria. Il programma sosterrà anche gli organismi attivi nel settore della cultura a livello europeo e darà un riconoscimento a importanti realizzazioni culturali europee attraverso premi nel campo dell'architettura, del patrimonio culturale e della musica e alla manifestazione "capitali europee della cultura".

- Un forte impatto positivo sulla cultura è esercitato da molti altri programmi attraverso specifici progetti culturali, la promozione dell'uso delle lingue straniere, la forte associazione tra apprendimento e cultura o lo stimolo di esperienze culturali personali. Tra essi figurano il programma Europa per i cittadini (2007-2013)[4], la cui base giuridica è rappresentata anch'essa dall'articolo del trattato dedicato alla cultura e la cui finalità è la promozione della cittadinanza europea attiva, nonché i programmi a sostegno dell'apprendimento permanente (compresi Erasmus e Erasmus Mundus), del multilinguismo e degli scambi di giovani.

- Nel settore audiovisivo e cinematografico il programma MEDIA[5] promuove fin dal 1991 la competitività dell'industria audiovisiva europea. Esso intende promuovere anche il dialogo interculturale, favorire una maggiore conoscenza reciproca fra le culture europee e sviluppare il potenziale culturale. Inoltre il 16 novembre 2005 è stata adottata una raccomandazione relativa al patrimonio cinematografico e alla competitività delle attività industriali correlate, la quale delinea interventi concreti per quanto concerne il patrimonio cinematografico.

- Una serie di altri programmi finanziati dalla Comunità fornisce un importante contributo alla cultura. Il sostegno fornito dalla politica di coesione o da quella per lo sviluppo rurale può, ad esempio, essere uno strumento efficace di promozione del recupero del patrimonio culturale e delle industrie creative, per accrescere l'attrattiva di una regione o sostenere la formazione di professionisti della cultura. Lo stesso vale per lo sviluppo della società dell'informazione (es. l'iniziativa "biblioteche digitali" che mira a rendere più accessibile on line il variegato patrimonio culturale e scientifico europeo) o la ricerca (programmi quadro di ricerca).

Un ruolo importante nella definizione del quadro normativo del settore culturale è svolto anche da una serie di politiche comunitarie.

Per quanto attiene all'azione comunitaria a norma dell'articolo 151, paragrafo 4, del trattato, spesso la sfida consiste nel trovare il giusto equilibrio tra i molteplici e legittimi obiettivi delle politiche pubbliche, che comprendono anche la promozione della diversità culturale.

- Esiste un forte nesso tra la promozione della cultura e della creatività, da un lato, e la normativa comunitaria in materia di diritto d'autore e diritti connessi, dall'altro. Si tratta di disposizioni che tutelano i diritti degli autori, dei produttori e degli artisti in modo che essi percepiscano un compenso adeguato per le loro opere, ma nel contempo consentono un'ampia diffusione delle opere o dei fonogrammi protetti, promuovendo quindi l'accesso dei cittadini al ricco e variegato patrimonio culturale europeo.

- La direttiva "televisione senza frontiere", adottata nel 1989, ha posto le condizioni per la trasmissione transfrontaliera di programmi televisivi nel mercato interno europeo, e ha così istituito un quadro giuridico per la libera circolazione dei contenuti audiovisivi europei nell'UE. Ciò ha contribuito in misura considerevole a rafforzare il pluralismo dei media e la diversità culturale, la quale viene promossa in questo ambito anche attraverso misure a favore delle produzioni europee e indipendenti.

- In materia di aiuti concessi dagli stati, l'aspetto culturale entra in gioco a seguito dell'introduzione dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera d)[6], operata dal trattato di Maastricht. In virtù di tale disposizione la Commissione ha in passato approvato un'ampia gamma di misure nazionali di cui hanno usufruito beneficiari tra loro disparati, quali i musei, i beni culturali, le produzioni teatrali e musicali, le pubblicazioni culturali e il settore audiovisivo e cinematografico.

- L'UE ha proclamato il 2008 "anno europeo del dialogo interculturale"[7] per dare espressione e un elevato profilo alle migliori pratiche e ai processi di dialogo interculturale, con l'obiettivo di instaurare una strategia sostenibile oltre il 2008. Un'attenzione particolare verrà riservata alla dimensione multilinguistica di questo dialogo.

- Infine, sulla base degli attuali programmi finanziati dalla Comunità, la Commissione intende dichiarare il 2009 "anno europeo della creatività e dell'innovazione" attraverso l'istruzione e la cultura, in modo da sensibilizzare l'opinione pubblica, promuovere un dibattito politico all'interno degli Stati membri e contribuire a incoraggiare la creatività, l'innovazione e le competenze interculturali.

Negli ultimi anni gli Stati membri hanno esplorato nuove forme di cooperazione flessibile per collaborare più strettamente in vista del conseguimento di obiettivi comuni. Il Consiglio ha approvato il piano di lavoro pluriennale per il periodo 2005-2007[8], e sono state sviluppate forme di cooperazione flessibile su temi specifici, quali la mobilità delle collezioni dei musei. Anche periodiche conferenze ministeriali hanno contribuito agli scambi delle migliori pratiche e al dialogo sulle politiche.

Nelle sue relazioni e raccomandazioni[9] il Parlamento europeo ha regolarmente sollecitato un rafforzamento della cooperazione. Inoltre il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni hanno posto l'accento sul ruolo della società civile organizzata e delle collettività locali e regionali.

La Commissione, sulla base di queste esperienze e dei risultati delle ampie consultazioni condotte ai fini dell'elaborazione della presente comunicazione, è giunta alla conclusione che sono ormai maturi i tempi per sviluppare una comune agenda culturale, nonché nuovi partenariati e metodi di cooperazione con gli Stati membri, la società civile e i paesi terzi.

2.2. Relazioni esterne dell'UE

La cultura occupa un posto importante nei principali programmi e strumenti di cooperazione dell'UE[10], nonché negli accordi bilaterali dell'Unione con i paesi terzi. Costituisce anche un elemento centrale della cooperazione con il Consiglio d'Europa, la quale ha consentito di realizzare insieme le giornate europee del patrimonio e alcune azioni nei Balcani occidentali.

Da molti anni viene attuata un'ampia gamma di progetti e programmi culturali nel quadro dell'assistenza tecnica e finanziaria che l'Unione fornisce in ogni regione in via di sviluppo del mondo. Obiettivo di queste azioni culturali sono la conservazione e il recupero di siti del patrimonio culturale, la produzione e la circolazione di opere d'arte, la creazione e il restauro di musei, il consolidamento delle capacità degli operatori culturali e degli artisti a livello locale e l'organizzazione di importanti manifestazioni culturali. La Commissione gestisce inoltre fondi e azioni a sostegno della nascita e del rafforzamento delle industrie culturali nei paesi partner, soprattutto nel settore audiovisivo e cinematografico, e per la promozione dell'accesso locale alla cultura e della diversità culturale nei paesi terzi.

Strettamente connessa a ciò è la crescente attenzione che l'Unione ha riservato alla difesa dei diritti umani, in particolare la tutela e la promozione dei diritti culturali, dei diritti delle popolazioni indigene e dei diritti delle persone appartenenti a minoranze e degli emarginati.

Il dialogo interculturale, che costituisce uno dei principali strumenti al servizio della pace e della prevenzione dei conflitti, costituisce ovviamente uno dei principali obiettivi di queste azioni. Su sollecitazione di un gruppo consultivo istituito dal presidente della Commissione, sono state varate azioni prioritarie in tal senso, che hanno determinato tra l'altro la nascita della Fondazione euromediterranea Anna Lindh per il dialogo tra le culture, con sede ad Alessandria d'Egitto, e l'avvio di uno specifico dibattito sulla cultura inserito nel dialogo politico con molti paesi terzi.

Recentemente la Commissione ha iniziato a rafforzare, anche attraverso eventi culturali, la propria diplomazia pubblica, spesso in collaborazione con istituzioni culturali degli Stati membri o attraverso una cooperazione tra tali istituzioni: il fine è quello di diffondere nei paesi terzi importanti messaggi relativi all'Europa, alla sua identità e alla sua esperienza nel costruire ponti tra le diverse culture.

Da un punto di vista più generale la Commissione ha presentato programmi tematici pluriennali nell'ambito delle prospettive finanziarie 2007-2013 per finanziare interventi comunitari sia nei paesi e nelle regioni in via di sviluppo sia a livello internazionale. I programmi tematici "Investire nelle persone" e "Attori non statali e autorità locali nello sviluppo" consentono di integrare, in ambito culturale, la cooperazione geografica attraverso i documenti di strategia per paese. Recenti sondaggi hanno evidenziato in modo chiaro che sotto la spinta della globalizzazione la maggior parte dei cittadini europei, in primis i capi di Stato e di governo nel giugno 2006[11], auspica una maggiore presenza dell'Europa nel mondo accompagnata da una politica esterna che ne rifletta i valori. In questa impostazione multilaterale basata sulla costruzione di un consenso è ovviamente centrale il ruolo della cultura.

La rapida entrata in vigore della convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali illustra il nuovo ruolo che occupa la diversità culturale a livello internazionale: la Comunità e i suoi Stati membri si sono impegnati, quali parti contraenti, a costruire un nuovo pilastro di governance mondiale e di sviluppo sostenibile in ambito culturale, soprattutto attraverso il rafforzamento della cooperazione internazionale.

3. Obiettivi di un'agenda europea per la cultura

L'ampia consultazione condotta nel 2006 ha consentito alla Commissione di verificare l'esistenza di un forte consenso a favore di una nuova agenda dell'UE per la cultura, destinata a prendere le mosse dai risultati conseguiti in passato e a potenziare le attività in corso. L'agenda si fonderebbe su una triplice serie di obiettivi tra loro correlati:

- la promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale;

- la promozione della cultura quale catalizzatore della creatività nel quadro della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione;

- la promozione della cultura quale elemento essenziale delle relazioni internazionali dell'UE.

Sono questi obiettivi che indirizzerebbero l'azione dell'UE in futuro. Ogni protagonista sarebbe chiamato a dare il proprio contributo nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà.

- Per gli Stati membri e le loro regioni, ciò comporterebbe un ulteriore sviluppo delle proprie politiche in questi settori in funzione di obiettivi comuni, uno sforzo di indirizzo anche attraverso il metodo aperto di coordinamento per quanto concerne le attività congiunte, nonché un'analisi delle opportunità offerte dai finanziamenti comunitari;

- per quanto riguarda i soggetti interessati in ambito culturale, quali organizzazioni professionali, istituzioni culturali, organismi non governativi, reti europee, fondazioni, ecc., ciò comporterebbe un coerente impegno di dialogo con le istituzioni dell'UE e il sostegno all'elaborazione di nuove politiche e azioni comunitarie, nonché lo sviluppo di un dialogo tra tali soggetti;

- per la Commissione ciò significherebbe l'attivazione delle sue politiche interne ed esterne, dei programmi di finanziamento comunitari, nonché un rinnovato ruolo di animazione, lo scambio di buone pratiche e il dialogo con tutti i protagonisti;

- per tutti i protagonisti ciò comporterebbe un rinnovato senso di partenariato e di adesione all'azione comunitaria per il conseguimento di questi obiettivi.

La parte che segue spiega in maggiore dettaglio ciascuno di questi obiettivi generali.

3.1. Diversità culturale e dialogo interculturale

« È l'arte a poter strutturare la personalità dei giovani cittadini nel senso dell'apertura dello spirito, del rispetto dell'altro, del desiderio di pace. » Yehudi Menuhin

Il pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali è un importante obiettivo dell'UE sancito dal trattato CE. Per dare contemporaneamente visibilità al nostro retaggio culturale comune e riconoscere il contributo di tutte le culture presenti nelle nostre società, occorre alimentare la diversità culturale in un quadro di apertura e di scambi tra le diverse culture. Dato che viviamo in società sempre più multiculturali, dobbiamo favorire il dialogo e le competenze interculturali, che sono essenziali anche in rapporto a un'economia globale per accrescere l'occupabilità, l'adattabilità e la mobilità degli artisti e dei lavoratori del settore culturale, come pure la mobilità delle opere d'arte. Considerato che i cittadini sono tra i principali beneficiari dello sviluppo della diversità culturale, dobbiamo agevolare il loro accesso alla cultura e alle opere culturali.

Gli obiettivi specifici da perseguire dovrebbero essere:

- la promozione della mobilità degli artisti e dei professionisti della cultura, e la promozione della circolazione transnazionale di ogni espressione artistica:

- mobilitazione di risorse pubbliche e private a favore della mobilità degli artisti e dei lavoratori della cultura nell'UE;

- promozione della mobilità delle opere d'arte e delle altre espressioni artistiche;

- migliore coordinamento europeo di quei fattori che incidono sulla mobilità dei lavoratori della cultura nell'UE, in modo da tener conto dei bisogni derivanti dalla mobilità frequente e di breve durata tra Stati membri;

- la promozione e il rafforzamento delle competenze e del dialogo interculturali, in particolare mediante lo sviluppo della "consapevolezza e dell'espressione culturale", delle "competenze sociali e civiche" e della "comunicazione nelle lingue straniere", che fanno parte delle competenze chiave per l'apprendimento permanente individuate dal Parlamento europeo e dal Consiglio nel 2006[12].

3.2. La cultura quale catalizzatore della creatività nel quadro della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione

« L'intelligenza è programmata alla creazione del diverso . » Francesco Alberoni

Le industrie culturali e il settore creativo contribuiscono in misura importante al PIL, alla crescita e all'occupazione in Europa. Come testimoniano le stime di uno studio indipendente realizzato di recente per conto della Commissione, nel 2004 più di 5 milioni di persone, pari al 3,1% del totale degli occupati dell'UE a 25, lavoravano nel settore della cultura, che ha rappresentato circa il 2,6% del PIL dell'Unione europea nel 2003, con una crescita significativamente maggiore rispetto a quella dell'economia in generale nel periodo 1999-2003[13]. Queste industrie e la creatività che producono sono una risorsa essenziale per l'economia e la competitività europee nel quadro della globalizzazione.

Occorre studiare e promuovere il ruolo della cultura quale strumento di sostegno e promozione della creatività e dell'innovazione. La creatività è alla base dell'innovazione sociale e tecnologica e di conseguenza costituisce un importante motore di crescita, competitività e occupazione nell'UE.

Gli obiettivi specifici da perseguire dovrebbero essere:

- la promozione della creatività nell'istruzione coinvolgendo il settore culturale nello sfruttamento delle potenzialità della cultura quale strumento e fattore concreto di apprendimento permanente, e anche favorendo un impulso alla cultura e alle arti nell'istruzione formale e informale (compreso l'apprendimento delle lingue);

- la promozione delle capacità nel settore della cultura attraverso un sostegno alla formazione riguardante le competenze manageriali, l'imprenditorialità, la conoscenza delle attività di mercato e la dimensione europea, e attraverso lo sviluppo di fonti di finanziamento innovative, tra le quali la sponsorizzazione, cui sia più agevole accedere;

- la realizzazione di partenariati creativi tra il settore della cultura e altri settori (TIC, ricerca, turismo, parti sociali, ecc.) al fine di rafforzare l'impatto socioeconomico degli investimenti in cultura e creatività, soprattutto per quanto riguarda la promozione della crescita e dell'occupazione e lo sviluppo e la capacità di attrazione di regioni e città.

3.3. La cultura quale elemento essenziale delle relazioni internazionali

«Qualsiasi cultura nasce dalla commistione, dall'interazione, dallo scontro. È invece nell'isolamento che una civiltà muore. » Octavio Paz

La Comunità e gli Stati membri, quali parti contraenti della convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, hanno riaffermato il loro impegno a sviluppare un nuovo ruolo culturale più proattivo dell'Europa nelle relazioni internazionali e a includere la dimensione culturale quale elemento essenziale nei rapporti dell'Europa con i paesi e le regioni partner. Ciò dovrebbe contribuire a promuovere la conoscenza e la comprensione delle culture europee nel mondo.

Per quest'ultimo fine è fondamentale sviluppare un attivo dialogo interculturale con tutti i paesi e tutte le regioni, sfruttando ad esempio i legami linguistici dell'Europa con molti paesi. In questo quadro è importante altresì promuovere la ricca diversità culturale dei nostri partner, porsi al servizio delle identità locali, promuovere l'accesso alla cultura delle popolazioni locali e sviluppare una risorsa economica in grado di incidere direttamente sullo sviluppo socioeconomico.

Tenuto conto di questo l'UE seguirà una duplice strategia, così articolata:

- integrazione sistematica della dimensione culturale e dei diversi aspetti della cultura in tutte le politiche e in tutti i progetti e programmi in materia di relazioni esterne e sviluppo, per rafforzare la qualità del suo impegno diplomatico come pure la validità e la sostenibilità delle attività di cooperazione dell'UE;

- sostegno a specifiche azioni e manifestazioni culturali. La cultura è una risorsa in sé e l'accesso alla cultura dovrebbe essere considerato prioritario nelle politiche di sviluppo.

Gli obiettivi specifici da perseguire dovrebbero essere:

- sviluppare ulteriormente il dialogo politico nel settore della cultura con tutti i paesi e tutte le regioni e promuovere gli scambi culturali tra l'UE e le regioni e i paesi terzi;

- promuovere l'accesso al mercato europeo e agli altri mercati dei beni e dei servizi culturali dei paesi in via di sviluppo attraverso azioni mirate, nonché attraverso accordi che riconoscano un regime preferenziale e altre misure di assistenza commerciale;

- utilizzare le politiche esterne e di sviluppo per proteggere e promuovere la diversità culturale: ciò attraverso un sostegno finanziario e tecnico finalizzato, da un lato, alla tutela del patrimonio culturale e all'accesso a tale patrimonio e, dall'altro, a stimolare e incoraggiare attivamente le attività culturali nel mondo;

- garantire che tutti i programmi e progetti di cooperazione dell'UE tengano conto, in fase di elaborazione e attuazione, della cultura locale e contribuiscano a migliorare l'accesso alla cultura e ai mezzi di espressione culturale, compresi i contatti interpersonali. Particolarmente importante è l'istruzione, compreso il sostegno affinché nei paesi in via di sviluppo la cultura entri nei programmi di insegnamento a ogni livello didattico;

- promuovere il coinvolgimento attivo dell'UE nei lavori delle organizzazioni internazionali che si occupano di cultura e nell'ambito dell'iniziativa delle Nazioni Unite "Alleanza di civiltà".

4. NUOVI PARTENARIATI E METODI DI LAVORO

Per l'attuazione dell'agenda per la cultura l'Europa deve contare su un forte partenariato tra tutti i protagonisti, articolato su quattro aspetti essenziali.

4.1. Ulteriore sviluppo del dialogo con il settore culturale

La Commissione è impegnata a proseguire il dialogo strutturale con il settore; è in tale sede che si scambierebbero regolarmente opinioni e migliori pratiche, si raccoglierebbero contributi per l'elaborazione di politiche e si procederebbe al follow-up e alla valutazione.

Per ragioni di legittimità, è opportuno che il settore della cultura continui – per quanto possibile – a organizzarsi autonomamente in modo che si possano individuare interlocutori rappresentativi. La Commissione accoglie favorevolmente il processo di graduale strutturazione in atto, che ha visto la nascita di alcune organizzazioni rappresentative e di alcune strutture di cooperazione, quali la piattaforma della società civile sul dialogo interculturale.

La Commissione riconosce tuttavia le peculiarità del settore, in particolare la sua eterogeneità (organizzazioni professionali, istituzioni culturali più o meno indipendenti, organizzazioni non governative, reti europee e non, fondazioni, ecc.), la mancanza – in passato – di comunicazione tra le industrie culturali e altri protagonisti della cultura, nonché le sfide che questa situazione pone in rapporto a una maggiore strutturazione del settore. Tutto ciò ha indebolito la capacità del settore culturale di far sentire la propria voce a livello europeo.

Per sviluppare un migliore dialogo tra la Commissione e i diversi protagonisti suddetti, la Commissione propone le seguenti iniziative:

- procedere a una rilevazione del settore per individuare e meglio comprendere quali siano tutti i soggetti interessati;

- istituire un "forum culturale" per consultare i soggetti interessati e favorire la nascita di una piattaforma che si strutturi autonomamente o di una serie di piattaforme tra i soggetti interessati;

- incoraggiare l'espressione di giudizi rappresentativi da parte di singoli artisti e intellettuali a livello europeo ("ambasciatori culturali"), studiando tra l'altro la possibilità e la fattibilità di un forum europeo virtuale on line che consenta lo scambio di opinioni, l'espressione artistica e il contatto con i cittadini;

- sollecitare le parti sociali del settore della cultura a sviluppare ulteriormente il loro autonomo dialogo culturale previsto dagli articoli 138 e 139 del trattato. È su queste basi che sono già stati istituiti comitati di dialogo sociale settoriale nel settore audiovisivo e dello spettacolo;

- far entrare, attraverso le rappresentanze della Commissione, una dimensione culturale nei dibattiti pubblici europei. Mettere la cultura al centro della scena promuoverà il dibattito e consentirà di raggiungere nuovi pubblici.

4.2. Adozione di un metodo aperto di coordinamento

Come già in precedenza ricordato, gli Stati membri hanno adottato, in sede di Consiglio, un piano di lavoro congiunto per il periodo 2005-2007. Ora occorre rinnovare il piano di lavoro e la Commissione ritiene che sia giunto il momento perché gli Stati membri facciano avanzare ulteriormente la loro cooperazione utilizzando per questo lo strumento del metodo aperto di coordinamento (OMC) in uno spirito di partenariato.

Nel settore della cultura l'OMC offre un quadro adeguato per la cooperazione tra gli Stati membri. Si tratta di un quadro intergovernativo non vincolante che consente lo scambio di esperienze a livello politico e l'azione concertata e si adatta a un ambito nel quale la competenza resta in larga misura a livello degli Stati membri. Questo metodo comporta la fissazione di obiettivi comuni, una verifica periodica dei progressi compiuti nel loro conseguimento, lo scambio delle migliori pratiche e dei dati pertinenti in modo da favorire l'apprendimento reciproco.

Il metodo aperto di coordinamento è applicato nei settori dell'occupazione, della protezione sociale, dell'istruzione e della gioventù. In tali settori esso ha contribuito a rafforzare l'elaborazione di politiche da parte degli Stati membri, in quanto la partecipazione regolare a un processo europeo valorizza tali politiche a livello nazionale, fornendo un ulteriore stimolo. Consente anche agli Stati membri di apprendere l'uno dall'altro e offre ai protagonisti attivi in questi ambiti politici la possibilità, che altrimenti non avrebbero, di far sentire la propria voce a livello europeo.

Nell'elaborazione di un OMC in ambito culturale è tuttavia essenziale tener conto delle peculiarità proprie del settore. In uno spirito di partenariato con gli Stati membri, ciò implica l'adozione di un approccio flessibile, caratterizzato dalla fissazione di obiettivi generali e da un sistema agile di rendicontazione periodica.

La Commissione propone che il Consiglio dei Ministri approvi, sulla base della presente comunicazione, gli obiettivi sopradelineati, stabilendo priorità e concordando un follow-up biennale, nel quadro del quale si collocherebbe la relazione congiunta che la Commissione elaborerebbe ogni due anni con i rappresentanti di alto livello degli Stati membri. La relazione sintetizzerebbe i temi e le tendenze principali ed esaminerebbe i progressi compiuti dagli Stati membri verso il raggiungimento degli obiettivi comuni.

Gli Stati membri sarebbero incoraggiati ad associare pienamente a questa attività di follow-up le collettività locali e regionali e i protagonisti nazionali della cultura e a descrivere nelle proprie relazioni le modalità del loro coinvolgimento. A livello dell'UE la Commissione coinvolgerebbe in questo processo i soggetti interessati attraverso il forum culturale cui si è fatta precedentemente allusione. Nell'anno precedente la pubblicazione della relazione la Commissione organizzerebbe un incontro per raccogliere i contributi della società civile.

A questo processo dovrebbero partecipare il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni.

Per quanto attiene alla realizzazione degli obiettivi connessi alle relazioni esterne, ove opportuno entrerebbe in gioco il quadro comunitario competente, compresi i ministri degli Affari esteri. Insieme agli Stati membri la Commissione si impegnerebbe per accrescere il coordinamento comunitario delle attività relative alla cooperazione culturale, tra l'altro attraverso l'individuazione e lo scambio delle migliori pratiche. Al centro degli sforzi di coordinamento e armonizzazione resterebbe la preparazione dei documenti di strategia nazionale e delle strategie comuni di assistenza.

4.3. Sostegno all'elaborazione di politiche fondate su dati fattuali

La Commissione svolgerà, se del caso, un ruolo di sostegno e di coordinamento in relazione a ciascuno degli obiettivi sopradescritti e al metodo aperto di coordinamento proposto.

Il perseguimento di tali obiettivi comporta una migliore comprensione del contributo del settore della cultura all'agenda di Lisbona, così da agevolare una strategia fondata su dati fattuali. Ciò comporta la condivisione dei dati, studi di casi e la cooperazione in materia di metodologie di valutazione e analisi di impatto, ma impone anche di esaminare e, se necessario, affinare i dati statistici nazionali e garantire una migliore comparabilità delle statistiche nazionali, sotto il coordinamento di Eurostat.

In questo quadro la Commissione avvierà una serie di studi e una cooperazione interservizi per promuovere gli obiettivi proposti, nonché l'elaborazione di politiche e interventi fondati su dati fattuali. Incoraggerà la creazione di reti tra i soggetti coinvolti nella valutazione d'impatto e nella valutazione della politica culturale a livello europeo, nazionale, regionale o locale.

4.4. Integrazione della cultura in tutte le politiche pertinenti

In forza dell'articolo 151, paragrafo 4, del trattato CE la Comunità è chiamata a tener conto degli aspetti culturali nell'azione che svolge a norma di altre disposizioni del trattato, in particolare ai fini di rispettare e promuovere la diversità delle sue culture.

Per meglio adempiere a tale compito, la Commissione rafforzerà il coordinamento interservizi interno e approfondirà l'analisi del rapporto tra diversità culturale e altre politiche comunitarie, in modo che nell'adozione di decisioni o nella presentazione di proposte a carattere normativo o finanziario si trovi il giusto equilibro tra i molteplici obiettivi legittimi delle politiche pubbliche, che comprendono anche la promozione della diversità culturale. A tal fine la Commissione ha, ad esempio, istituito di recente un nuovo gruppo interservizi.

Per quanto attiene alla dimensione esterna, un'attenzione particolare è riservata al dialogo multiculturale e interculturale e interreligioso, alla promozione della comprensione tra l'UE e i suoi partner internazionali e all'apertura sempre maggiore verso un pubblico più vasto nei paesi partner. In questo quadro un ruolo importante è svolto dall'educazione e in particolare dall'educazione ai diritti umani. A ciò contribuirà il nuovo programma Erasmus Mundus. La Commissione sostiene il dialogo e le attività legate alla cultura nel quadro della politica europea di vicinato (PEV), del programma "Investire nelle persone", di istituzioni quali la Fondazione euromediterranea Anna Lindh, e anche nell'ambito dell'iniziativa dell'ONU "Alleanza di civiltà". Specifici programmi di cooperazione culturale (quale il fondo per la cultura nel caso dell'India) sono stati istituiti con alcuni paesi partner della regione interessata dalla PEV, come pure in Asia e altrove nel mondo. Si tratta di attività tra loro interdipendenti.

Per sostenere efficacemente specifiche azioni culturali nei paesi ACP la Commissione propone la creazione di un fondo culturale UE-ACP quale contributo europeo comune a favore della distribuzione e in alcuni casi della produzione di beni culturali degli ACP. Il Fondo stimolerà la nascita di mercati e industrie locali, agevolando e promuovendo l'accesso della popolazione locale alla cultura e ai vari mezzi di espressione culturale; esso amplierà anche l'accesso dei beni culturali degli ACP ai mercati europei attraverso un migliore accesso alle reti e alle piattaforme di distribuzione dell'UE.

Il 10° Fondo europeo di sviluppo fornirà la base iniziale di finanziamento di questo fondo culturale, cui si aggiungeranno i contributi degli Stati membri dell'UE.

5. CONCLUSIONI

« La cultura non è un lusso ma una necessità . » Gao Xingjian

La Commissione ritiene che sia giunto il momento per una nuova agenda europea per la cultura che tenga conto della realtà della globalizzazione in atto.

La presente comunicazione contiene proposte concrete relative a una serie di obiettivi condivisi e a nuovi metodi per potenziare la cooperazione culturale nell'UE.

Il Parlamento europeo, il Consiglio, il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale europeo sono invitati a prendere posizione su questa comunicazione.

Il Consiglio è invitato ad adottare le misure opportune così da stabilire una serie di obiettivi condivisi e un idoneo sistema di rendicontazione nel quadro del metodo aperto di coordinamento che è stato proposto, mentre il Consiglio europeo è a sua volta invitato ad approvare tali misure nelle sue conclusioni.[pic][pic][pic]

* Nota del traduttore: per quanto concerne le citazioni di Denis de Rougemont, Yehudi Menuhin, Octavio Paz e Gao Xingjiang contenute in questo documento, esse erano in lingua inglese nel testo di partenza e sono state tradotte, senza che fosse possibile accedere alle traduzioni ufficiali italiane eventualmente esistenti. Anche le citazioni di Dario Fo e F. Alberoni erano in lingua inglese nel testo di partenza: nel primo caso non è stato possibile determinare con esattezza la fonte e di conseguenza il testo proposto è una traduzione dall'inglese; nel secondo caso la frase è tratta dal volume "L'amicizia" e il testo italiano è quello originale dell'autore.

[1] Cfr. http://ec.europa.eu/culture/eac/communication/consult_en.html ehttp://ec.europa.eu/development/body/theme/human_social/pol_culture1_en.htm.

[2] Per maggiori dettagli, consultare il documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato "Inventory of Community actions in the field of culture" (Inventario delle azioni comunitarie nel campo della cultura).

[3] Decisione n. 1855/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 (GU L 372 del 27.12.2006).

[4] Decisione n. 1904/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 (GU L 378 del 27.12.2006).

[5] Decisione n. 1718/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 novembre 2006 (GU L 327 del 24.11.2006).

[6] "Possono considerarsi compatibili con il mercato comune: (...) d) gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, quando non alterino le condizioni degli scambi e della concorrenza nella Comunità in misura contraria all'interesse comune;".

[7] Decisione n. 1983/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 (GU L 412 del 30.12.2006).

[8] Conclusioni della 2616a sessione del Consiglio "Istruzione, gioventù e cultura", 15 e 16 novembre 2004.

[9] Cfr. relazione sulla cooperazione culturale nell'Unione europea, relatore Giorgio Ruffolo - A5-0281/2001.

[10] Ad esempio l'accordo di Cotonou con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, lo strumento europeo di vicinato e partenariato con i paesi vicini e la Russia, e lo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo che interessa l'Asia, l'America centrale e l'America latina.

[11] In tale occasione il Consiglio europeo ha adottato la proposta della Commissione "L'Europa nel mondo – Proposte pratiche per una maggiore coerenza, efficacia e visibilità", COM(2006) 278.

[12] Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente (GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10).

[13] V. lo studio dal titolo "The Economy of Culture in Europe", realizzato dalla società KEA per conto della Commissione europea nel 2006, alla pagina web http://ec.europa.eu/culture/eac/sources_info/studies/studies_en.html.