52007DC0233

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca centrale europea - L’introduzione dell’euro in Slovenia /* COM/2007/0233 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 4.5.2007

COM(2007)233 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO DELLE REGIONI E ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA

L’introduzione dell’euro in Slovenia

INTRODUZIONE

A seguito della richiesta, formulata il 2 marzo 2006 dalla Slovenia, di una valutazione sulla convergenza a norma dell’articolo 122, paragrafo 2, del trattato CE, la Commissione e la Banca centrale europea hanno preparato le rispettive relazioni[1], nelle quali esaminavano se il paese avesse realizzato un grado elevato di convergenza sostenibile, segnatamente rispetto ai criteri di Maastricht fissati dal trattato. Successivamente alla proposta della Commissione del 16 maggio 2006, l’11 luglio dello stesso anno il Consiglio ha deciso di abrogare la deroga della Slovenia, oltre a fissare la data di adozione dell’euro da parte del paese (1° gennaio 2007) e il tasso di conversione della valuta nazionale rispetto all’euro (239 640 tolar/euro).

Confermato così l’ingresso della Slovenia nella zona euro, il paese ha intensificato e perfezionato i preparativi pratici per la transizione. Il piano generale predisposto dalla Slovenia per tale passaggio si basa sull’ipotesi cosiddetta del “Big bang”,[2] in cui l’introduzione di banconote e monete in euro coincide con l’adozione di questa valuta come moneta nazionale (1° gennaio 2007 nel caso della Slovenia). Il periodo di doppia circolazione, durante il quale sia il tolar sloveno che l’euro erano valuta legale, è andato dal 1° al 14 gennaio 2007; successivamente a tale data l’euro è diventato l’unica moneta a corso legale.

Se è vero che la Slovenia ha beneficiato di varie condizioni favorevoli, ad assicurare la riuscita della transizione è stato comunque il lavoro di preparazione puntuale e meticoloso. La presente comunicazione presenta gli aspetti salienti del passaggio all’euro in Slovenia, in particolare per quanto riguarda il denaro liquido, la conversione dei sistemi amministrativi e finanziari nel settore pubblico e privato, l’andamento dei prezzi (e le relative percezioni) connesso al passaggio all’euro e il giudizio complessivo datone dai cittadini. Infine la presente comunicazione trae da questa esperienza i principali insegnamenti da tenere in conto per i futuri passaggi all’euro.

IL RAPIDO INGRESSO DELL’EURO NELLA VITA QUOTIDIANA DEGLI SLOVENI

Abitanti di un paese limitrofo a due paesi della zona euro (Italia e Austria), i cittadini sloveni si erano già in gran parte familiarizzati con l’euro molto prima che esso diventasse la loro valuta nazionale. I risultati di sondaggi effettuati nei nuovi Stati membri[3] hanno dimostrato che gli sloveni erano, fra tutti, quelli che meglio conoscevano il contante sotto forma di euro, dal momento che il 95% di loro aveva già visto banconote in euro (contro una media del 77% per i dieci nuovi Stati membri) e il 93% aveva già visto monete in euro (contro una media del 70%). Analogamente, molti avevano già utilizzato banconote (80%) o monete euro (77%). Molto prima del 1° gennaio 2007 molti cittadini e imprese sloveni possedevano già una certa quantità di denaro in euro o avevano aperto un conto in banca in questa valuta.

Una volta che l’euro è diventato corso legale, il 1° gennaio 2007, la quota relativa di questa valuta in circolazione è rapidamente decollata, come risulta dal grafico 1, basato sui risultati di un sondaggio telefonico quotidiano organizzato per la Commissione presso un campione della popolazione slovena, in cui si chiedeva agli intervistati di riferire il contenuto dei loro portafogli e portamonete. Già il 5 gennaio (sera) oltre metà degli intervistati comunicava di avere in portafoglio e portamonete soltanto banconote e monete euro.

Grafico 1

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Agli intervistati si chiedeva inoltre di riferire in merito alle più recenti operazioni di pagamento in liquido da loro effettuate (cfr. grafico 2). Il 4 gennaio 2007 più della metà di tutti i pagamenti in liquido erano stati effettuati in euro. La quota dei pagamenti in euro ha continuato ad aumentare rapidamente nei giorni successivi. Il grafico 2 illustra inoltre i paralleli osservabili tra il progresso dell’euro e l’evoluzione media constatata nella zona euro durante la prima ondata, nel 2002.

Grafico 2

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Se è vero che la Slovenia ha generalmente beneficiato di circostanze favorevoli, la riuscita della transizione dal tolar all’euro va certamente attribuita alla qualità e tempestività dei preparativi pratici, già iniziati effettivamente prima del gennaio 2005, quando era stato adottato il piano nazionale di passaggio all’euro del paese[4]. I diversi elementi che hanno contribuito a questo successo verranno analizzati nella presente comunicazione.

Il passaggio all’euro in Slovenia è chiara conferma di quanto appreso dalla prima ondata: che prepararsi in modo tempestivo e proattivo è una strategia pagante. I paesi ben preparati si trovano premiati da una transizione rapida e senza intoppi e dalla percezione positiva che di essa hanno i loro cittadini.

IL PASSAGGIO ALL’EURO IN SLOVENIA: DENARO LIQUIDO

Il passaggio all’uso del contante in euro costituisce l’elemento più visibile della transizione a livello nazionale. Si tratta di un’operazione che riguarda direttamente, in pratica, tutti i cittadini e tutte le imprese, il cui successo dipende in gran parte dall’anticipo (rispetto alla data della transizione, o €-day) con il quale la banca centrale nazionale rifornisce di banconote e monete euro le banche e gli altri enti finanziari (prealimentazione). A loro volta le banche provvedono a rifornire in euro prima dell’€-day le imprese che effettuano operazioni comportanti l’uso di denaro liquido, in particolare i dettaglianti, segnatamente per consentire loro di dare il resto esclusivamente in euro ed evitare così di riciclare la vecchia moneta nazionale. Nel mettere in circolazione contante in euro, le banche e i dettaglianti devono allo stesso tempo affrontare e risolvere il problema rappresentato dalla rapida restituzione della vecchia moneta nazionale.

Operazioni di prealimentazione e sub-prealimentazione prima dell’€-day

La Banca di Slovenia ha ricevuto in totale 94,5 milioni di banconote con un valore facciale di 2 175,0 milioni di euro dalle scorte logistiche dell’Eurosistema[5]. Un totale di 296,3 milioni di monete euro con un valore facciale di 104,0 milioni di euro è stato fornito dalla zecca di Finlandia[6].

Le operazioni di prealimentazione degli enti creditizi hanno avuto inizio il 25 settembre 2006 per le monete e il 29 novembre 2006 per le banconote. In totale le banche slovene hanno ricevuto banconote euro per un valore di 772 milioni di euro e 250 milioni di monete (che rappresentano circa 84 milioni di euro) prima della fine del 2006.

Il processo di sub-prealimentazione dei dettaglianti e delle altre imprese da parte degli enti creditizi ha avuto inizio nel dicembre 2006. La sub-prealimentazione ha rappresentato lo 0,9% in valore dell’importo totale oggetto di prealimentazione per quanto riguarda le banconote, e il 7,4% in valore per quanto riguarda le monete: in questa cifra è compresa la fornitura di mini-kit preconfezionati per i le professioni indipendenti, per un valore di 201 EUR ciascuno, nonché i 450 000 mini-kits (per un valore di 12,52 EUR ciascuno), contenenti uno o più monete euro di ciascuna denominazione, messi a disposizioni del pubblico sloveno a partire dal 15 dicembre 2006, che sono stati quasi esauriti. La sub-prealimentazione ha svolto un ruolo relativamente modesto rispetto alla transizione del 2002, ma molte imprese e molti cittadini in Slovenia avevano acquisito, o possedevano già, contante in euro proveniente da altre fonti.

Il periodo di doppia circolazione

Le autorità slovene hanno deciso di limitare il più possibile il periodo di doppia circolazione. Il piano organizzativo iniziale, adottato nel gennaio 2005, prevedeva una sola settimana, che è stata poi estesa a due in una versione successiva. Questa durata è notevolmente inferiore a quella dei periodi di doppia circolazione applicati nel 2002, diversi da paese a paese ma la cui durata andava spesso fino a due mesi[7].

Le banche commerciali hanno riaperto i battenti soltanto il 3 gennaio 2007, ma alcune di esse hanno aperto un certo numero di succursali (52 in totale in tutto il paese) il 1° e 2 gennaio unicamente per le operazioni di cambio. Inoltre la Banca di Slovenia ha aperto il proprio sportello.

La conversione dei distributori automatici di banconote (ATM) si è svolta a ritmo celere: i due terzi dei 1 500 ATM del paese erano già pronti a distribuire banconote euro il 1° gennaio 2007 alle 4 del mattino, e oltre il 93% di essi si presentava pienamente operativo nella distribuzione di euro alla fine dello stesso giorno. La conversione del parco distributori ATM è stata completata il 3 gennaio. La rapidità di conversione degli ATM è in linea di massima analoga a quella osservata nel 2002.

Il basso numero di transazioni ATM constatato nei primi giorni del gennaio 2007, molto inferiore al volume medio di transazioni giornaliere, segna tuttavia una netta differenza rispetto all’esperienza del 2002, quando si erano registrati carichi massimi in termini di operazioni giornaliere e di valore ritirato, in un quadro caratterizzato da un massiccio afflusso ai distributori per il ritiro delle prime banconote in euro. Questa impazienza si spiega in parte con la curiosità nei confronti delle nuove banconote, effetto praticamente inesistente in Slovenia, dove la popolazione si era in larga misura familiarizzata con il contante in euro molto prima che il paese adottasse questa valuta venisse adottata. I dati raccolti mediante il sondaggio telefonico del 29 dicembre 2006 (cfr. grafico 1) confermano inoltre che una percentuale significativa della popolazione possedeva già denaro in euro prima dell’€-day. In generale i cittadini e le imprese non avevano avuto alcuna difficoltà ad acquisire euro anche prima di tale data.

La conversione della rete dei terminali di pagamento nel punto di vendita (POS) è stata completata nelle prime ore del 1° gennaio 2007. Il numero di operazioni POS effettuate dal 3 gennaio, data di riapertura dei negozi, al 6 gennaio è ritornato rapidamente ai livelli normali.

L’ampia disponibilità di contante in euro, sia prima che dopo l’€-day, ha costituito un importante contributo all’ordinato svolgimento della conversione all’euro per il denaro liquido. Se è vero che i tempi del passaggio sono stati molto simili a quelli del 2002, cittadini ed imprese hanno però avuto più tempo e opportunità di acquisire i necessari importi di liquido in euro.

L’esperienza slovena conferma inoltre la fattibilità tecnica di un periodo breve (due settimane) di doppia circolazione, che contribuisce a minimizzare l’onere per i negozianti e le altre imprese.

La rapida restituzione del contante nazionale

La restituzione del denaro contante in tolar ha avuto inizio nel novembre e dicembre 2006 (alcune banche hanno offerto ai clienti un deposito in euro sul loro conto in banca al tasso di conversione e senza oneri a partire dal 1° dicembre 2006). Il 1° gennaio una percentuale prossima al 28%[8] del valore totale delle banconote in tolar era rientrata nelle banche; il valore delle monete in tolar restituite era sempre trascurabile rispetto alla circolazione totale[9].

La restituzione del contante nazionale è proseguita a ritmo sostenuto (cfr. grafico 1): più della metà del valore delle banconote in tolar era già stata restituita il 4 gennaio 2007, e oltre l’80% l’11 gennaio 2007. Alla fine di gennaio era ancora in circolazione l’8,5% appena della banconote in tolar. Questa percentuale regge molto bene il confronto con la situazione della zona euro nel 2002, in cui solo il 40% delle banconote nazionali era stato restituito entro metà gennaio, e il 70% entro la fine dello stesso mese. La restituzione delle monete in tolar è stata per contro molto più graduale (cfr. grafico 1), visto che alla fine di gennaio era ancora in circolazione il 71,5% di esse.

Grafico 3

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La restituzione della moneta nazionale, che aveva dato luogo a gravi strozzature nel corso della prima ondata del 2002, è risultata particolarmente celere soprattutto nel caso delle banconote.

Fino al 1° marzo 2007 era ancora possibile cambiare gratuitamente i contanti presso le banche; successivamente la Banca di Slovenia ha continuato il cambio gratuito delle banconote in tolar per un periodo illimitato, e delle monete sino alla fine del 2016.

Per fornire un servizio diretto al grande pubblico, e conformemente all’articolo 52 SEBC/BCE, le banche centrali nazionali del sistema euro hanno adottato misure volte a garantire che durante i primi due mesi del 2007 le banconote in tolar fino ad un controvalore di 1000 euro, per qualsiasi parte/transazione e in qualsiasi data, venissero cambiate in euro al valore nominale in almeno una località del territorio nazionale (formule analoghe erano state applicate durante il passaggio all’euro del 2002).

LA CONVERSIONE DEI SISTEMI FINANZIARI E AMMINISTRATIVI

I circa 2,3 milioni di conti in banca detenuti da persone sia fisiche che giuridiche sono stati felicemente convertiti in euro. Nei primi giorni di gennaio un numero di persone molto più elevato del solito ha consultato gli sportelli automatici per verificare il saldo del proprio conto in euro.

Per quanto riguarda la conversione dei sistemi amministrativi, finanziari, contabili e connessi, lo scenario “Big bang” è molto più vincolante dello scenario “Madrid” applicato nel corso della prima ondata. A quell’epoca infatti la maggioranza delle amministrazioni pubbliche e delle imprese private aveva beneficiato di un periodo di transizione di tre anni, dal 1999 al 2001 (un anno nel caso della Grecia), per convertire in euro questi sistemi. Dato che lo scenario “Big bang” non consente un tale periodo di transizione, tutte le amministrazioni e imprese slovene hanno dovuto utilizzare esclusivamente il tolar fino al 31 dicembre 2006 per convertire tutti i propri sistemi all’euro dal 1° gennaio 2007.

Le imprese ed amministrazioni pubbliche suddette sono riuscite a superare la prova preparandosi adeguatamente e per tempo. Secondo le informazioni raccolte dall’eurobarometro Flash 201a del febbraio 2007[10], il 31% delle imprese slovene ha avviato i preparativi nel primo semestre del 2006 o anche prima, mentre il 64% ha iniziato dopo il giugno 2006. Oltre il 94% delle imprese slovene ha confermato che i suoi sistemi contabili, di fatturazione e di calcolo dei salari erano completamenti pronti al passaggio all’euro il 1° gennaio 2007. Non sono stati avvertiti o segnalati particolari problemi.

L’esperienza della transizione slovena conferma l’importanza della formula “Big bang” per i futuri aderenti all’euro, in particolare i paesi più piccoli. Dato che il denaro contante in euro è disponibile dal 2002, questo scenario risulta il più allettante per i futuri membri della zona euro, segnatamente a motivo della sua semplicità in termini di comunicazione e informazione.

EVOLUZIONE DEI PREZZI

Controllo sui prezzi durante il passaggio all’euro

La doppia indicazione dei prezzi ha avuto inizio nel marzo 2006 e resterà in vigore per legge fino alla metà del 2007. L’Associazione slovena dei consumatori ha controllato e continua a controllare i prezzi (PriceWatch) avvalendosi anche del contributo dei consumatori, avendo invitato il pubblico a segnalare aumenti di prezzi significativi, comprovati ad esempio dal raffronto tra le vecchie ricevute e fatture (in tolar) e le nuove (in euro). Gli incrementi di rilievo eventualmente confermati dopo verifica vengono segnalati periodicamente al pubblico. Questa politica aiuta i consumatori ad individuare immediatamente gli aumenti e contribuisce così a limitare i possibili abusi.

L’Associazione slovena dei consumatori ha inoltre sottolineato che nel corso del 2006 i costi dei servizi bancari hanno subito un aumento significativo e che le banche hanno iniziato ai primi del 2006 ad aumentare il costo di alcuni servizi (come il costo del ritiro del denaro contante agli sportelli automatici). Per quanto riguarda i servizi di pagamento per i consumatori (gestione dei conti, servizi bancari in linea, ecc.), tra il marzo e il dicembre 2006 sono stati osservati aumenti considerevoli presso alcune banche, mentre le piccole imprese deploravano il costo elevato dei depositi di contanti.

Evoluzione dei prezzi dal dicembre 2006 al febbraio 2007

Il tasso annuale di inflazione IACP per il gennaio 2007 in Slovenia è stato pari a 2,8%, percentuale che rappresenta una flessione rispetto al 3,0% del dicembre 2006 e che ha evidenziato un declino da mese a mese (-0,5%), come era avvenuto negli ultimi anni in gennaio a motivo dell’impatto dei saldi stagionali. La diminuzione osservata nel gennaio 2007 è stata lievemente maggiore di quella constatata nello stesso mese per gli anni precedenti, soprattutto a causa delle modifiche intervenute nei prezzi dell’energia, come segnalato dall’ufficio statistico della repubblica di Slovenia (ISRS). Nel febbraio 2007 il tasso annuale di inflazione IACP è ulteriormente sceso al 2,3%.

Nel gennaio 2007 l’ISRS ha pubblicato la prima analisi dell’impatto esercitato sui prezzi dal passaggio all’euro nel dicembre 2006. Sono stati osservati alcuni aumenti insoliti in ristoranti, bar e caffè, nonché incrementi in alcuni altri gruppi di spese (servizi personali, calzolerie, riparazione di elettrodomestici, servizi di riparazione e di trasporto). Nel dicembre 2006 l’impatto di tali aumenti insoliti nei ristoranti, bar e caffè è stato stimato ad una percentuale fino a 0,12 punti, con un impatto supplementare di 0,12 punti percentuali esercitato dagli altri gruppi di spese. Per il gennaio 2007 l’ISRS ha messo in rilievo alcuni altri aumenti insoliti per gli stessi acquisti, cui vanno ad aggiungersi altri aumenti per i servizi sportivi e ricreativi.

Sulla base delle informazioni preliminari riportate dall’ISRS, Eurostat ritiene che l’impatto totale probabile del passaggio all’euro sull’inflazione dei prezzi al consumo durante il passaggio e successivamente ad esso potrebbe arrivare a 0,3 punti percentuali. Tenendo conto della caduta al 2,8% del tasso di inflazione IACP annuale per tutte le voci di spesa nel gennaio 2007 e dell’ulteriore caduta registrata nel febbraio 2007, questo risultato dimostra anche che gli effetti del passaggio, seppur visibili, non sembrano rivestire dimensioni tali da trainare l’inflazione dei prezzi al consumo, misurata dall’IACP per tutte le voci di spesa. Queste osservazioni rispecchiano in larga misura l’esperienza del passaggio del 2002[11]. Anche l’Istituto per le analisi macroeconomiche e lo sviluppo della Slovenia ha analizzato l’effetto del passaggio all’euro sull’inflazione, concludendo in via preliminare che l’effetto totale sull’inflazione ai prezzi al consumo è stato pari a 0,24 punti percentuali.

L’Eurostat aggiornerà se necessario le proprie conclusioni sull’impatto del passaggio all’euro, a mano a mano che si renderanno disponibili ulteriori informazioni.

Percezione dei prezzi

Le analogie con la precedente esperienza valgono anche per le percezioni in materia di prezzi, dato che in Slovenia l’inflazione percepita è nettamente aumentata nel gennaio 2007 per subire un ulteriore lieve incremento in febbraio (cfr. grafico 4), sebbene nel corso di questi due mesi i prezzi fossero semmai in complesso diminuiti. Tuttavia le percezioni in materia di inflazione hanno subito un lieve declino in marzo. Sebbene sia troppo presto per trarre conclusioni, questo declino farebbe pensare che la più intensa attività delle autorità slovene sul piano della comunicazione stia producendo risultati.

Grafico 4

Inflazione reale e percepita in Slovenia

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Fonte: Eurostat

Se i risultati di marzo si trovassero confermati da ulteriori dati, l’andamento sloveno potrebbe risultare infine assai diverso da quello osservato nella zona euro, dove l’inflazione percepita ha subito una rapida e costante ascesa per quasi un anno intero dopo l’introduzione delle banconote e monete euro nel 2002 (cfr. grafico 5). A cinque anni di distanza il divario fra le due serie si sta gradualmente chiudendo, ma non è stato ancora eliminato.

Grafico 5

Inflazione reale e percepita nella zona euro

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Fonte: Eurostat

L’esperienza slovena dimostra ancora una volta che le percezioni, le aspettative e la realtà non corrispondono necessariamente per quanto riguarda l’evoluzione dei prezzi. Il cambiamento di valuta si ripercuote sulla scala dei valori e fa scattare un processo graduale di aggiustamento psicologico, e tutti questi fattori svolgono un ruolo nel processo in corso. Le percezioni in materia di prezzi restano certamente un aspetto molto importante di cui tenere conto per i futuri passaggi all’euro.

REAZIONE DEL PUBBLICO AL PASSAGGIO ALL’EURO

L’Eurobarometro Flash 205 della Commissione, sondaggio effettuato verso la fine di gennaio 2007, conferma la soddisfazione provata dalla grande maggioranza (95%)[12] dei cittadini sloveni per la rapidità ed efficienza della transizione. Si tratta di un risultato eccellente rispetto all’esperienza della prima ondata, in cui pochi paesi avevano raggiunto il livello del 90% e la media era prossima all’80%.

Per quanto riguarda la transizione in termini di denaro liquido, il 97% non ha avuto alcun problema nel cambiare tolar in euro o nel ritirare euro nella prima settimana di gennaio. Gli interpellati hanno inoltre espresso reazioni positive circa l’utilità della doppia indicazione dei prezzi (84%) e la sua corretta applicazione (94%).

Il quadro si presenta più sfumato per quanto riguarda la conversione dei prezzi, che è considerata generalmente equa da una debole maggioranza (56%) degli interrogati, mentre il 44% è del parere opposto. Solo una minoranza del 38% è disposta a considerare equo l’“arrotondamento” dei prezzi durante e dopo la transizione; il 62% è del parere opposto.

Infine, il 92% dei cittadini sloveni si ritiene ben informato sull’euro (il 36% si considera addirittura molto ben informato) e il 91% è o abbastanza soddisfatto o molto soddisfatto delle informazioni trasmesse dalle autorità nazionali. Questi tassi di approvazione molto elevati vanno a corroborare l’elevato grado di soddisfazione sul grado di informazione (99,2%) che era stato misurato da un analogo sondaggio Eurobarometro condotto nel febbraio 2006 tra le imprese slovene.

Lo stato dell’opinione pubblica in Slovenia è ulteriore conferma del ruolo cruciale svolto dalle informazioni e dalla comunicazione nell’assicurare il successo della transizione.

I cittadini e le imprese che sono pienamente informati delle conseguenze pratiche dell’euro si sentono sistematicamente meno apprensivi per l’introduzione della moneta unica e sembrano provare pochissime difficoltà. Viceversa, nella maggioranza dei casi la mancanza di informazioni instilla inquietudine e provoca malintesi.

[1] COM(2006)224 del 16 maggio 2006 e Relazione sulla convergenza della BCE del maggio 2006.

[2] I paesi attualmente nella zona euro hanno introdotto l’euro conformemente allo scenario cosiddetto di "Madrid", che prevedeva un periodo di transizione di tre anni: l’euro è diventato la loro valuta nel 1999 (nel 2001 per la Grecia), mentre banconote e monete in euro sono state introdotte soltanto nel 2002.

[3] Sondaggio Eurobarometro 191 effettuato nel settembre 2006.

[4] Cfr. inoltre la quarta relazione della Commissione sui preparativi pratici per il futuro allargamento dell’area dell’euro (COM(2006)671 del 10 novembre 2006).

[5] Dati relativi al passaggio all’euro per quanto riguarda il denaro liquido sono stati forniti dalla Banca di Slovenia e dalla Banca centrale europea.

[6] La Slovenia non dispone di zecca nazionale e ha scelto la zecca finlandese come fornitrice di monete ad esito di una procedura di gara.

[7] Il periodo di doppia circolazione è durato dal 1° gennaio al 28 febbraio 2002 in nove paesi (BE, GR, ES, IT, LX, NL, AU, PT, FI). Ha avuto termine il 9 febbraio 2002 in IR e il 17 febbraio 2002 in FR. Il periodo è stato ridotto a zero in DE, sebbene fosse possibile utilizzare denaro liquido denominato in DEM fino al 28 febbraio 2002 sulla base di una dichiarazione comune delle associazioni bancarie e del commercio al dettaglio.

[8] Il valore totale delle banconote in tolar in circolazione al 31.12.2006 ammontava a 149 631 miliardi di SIT (622,7 milioni di EUR), cifra che rappresenta il 72,1% del valore medio delle banconote in tolar in circolazione nel corso dell’ottobre 2006 (207 039 miliardi di SIT corrispondente a 864 milioni di EUR).

[9] Il valore totale delle monete in tolar in circolazione a[10](*5=>ABFUVWuvwxy¥¦ÝÞå- ! " 3 4 D F R S É Ê Ó â ã HIJÒÜ89š¢ùòçòùòùãòÜãÜãÜÑòÑòÑòùÊùãÃùÊù¿ù¿¸òù¸­¥­š­š­ˆš­š­¥­€hÒUJB*[pic]ph"jl 31.12.2006 ammontava a 3 602 miliardi di SIT (15 milioni di EUR), cifra che rappresenta il 96,0% del valore medio delle monete in tolar in circolazione nel corso dell’ottobre 2006 (3 752 miliardi di SIT Corrispondente a 15,7 milioni di EUR).

[11] Cfr. http://ec.europa.eu/public_opinion/euro_en.htm per tutti gli Eurobarometri sull’euro.

[12] Eurostat News Release 69/2003 del 18.6.2003.

[13] Le percentuali che figurano in questa sezione si basano sugli interpellati che hanno fornito una risposta specifica e non tengono conto di coloro che non hanno espresso opinioni in materia.