52006DC0021




[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 25.1.2006

COM(2006) 21 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

UNA STRATEGIA TEMATICA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE Portare avanti i programmi di sicurezza alimentare per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio

INDICE

1. Introduzione 3

2. Contesto 4

2.1. Analisi del tema 4

2.2. Quadro politico in vigore 5

2.3. Esperienza passata/insegnamenti 6

2.4. Motivazioni di un approccio tematico 6

3. Programma tematico 7

3.1. Campo di applicazione (compresa la copertura geografica) 7

3.2. Principi a cui si ispira la programmazione 7

3.3. Obiettivi 9

3.4. Priorità strategiche 9

3.5. Priorità strategiche a sostegno della fornitura di beni pubblici internazionali e del finanziamento dei programmi globali. 9

3.5.1. Beni pubblici internazionali (BPI) 9

3.5.2. Programmi globali (e continentali) 9

3.5.3. Sostegno al programma mondiale in materia di sicurezza alimentare e suoi progressi. 10

3.6. Affrontare l’insicurezza alimentare in situazioni eccezionali di transizione e fragilità istituzionale 10

3.7. Promuovere politiche e strategie innovative 11

3.8. Beneficiari 12

3.9. I partner attuatori del programma tematico 12

ANNEXES 13

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

UNA STRATEGIA TEMATICA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE Portare avanti i programmi di sicurezza alimentare per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio

1. Introduzione

Al fine di razionalizzare e semplificare l’attuale quadro normativo che disciplina le azioni esterne della Comunità, la Commissione europea ha proposto sei nuovi strumenti nell'ambito delle prospettive finanziarie 2007-2013. Tre strumenti (aiuti umanitari, stabilità e assistenza macrofinanziaria) sono di natura orizzontale e possono rispondere a bisogni e circostanze particolari. Gli altri tre (aiuti di preadesione, sostegno alla politica europea di prossimità e partenariato e cooperazione allo sviluppo e cooperazione economica) sono stati concepiti per essere applicati a politiche particolari ed hanno un campo di applicazione geografica ben preciso. In futuro, tali strumenti forniranno gli atti legislativi di base relativi alle spese della Comunità a favore dei programmi di cooperazione esterna, compresi i programmi tematici e sostituiranno, tra le altre cose, gli attuali regolamenti tematici.

Uno dei sette programmi tematici individuati dalla Commissione[1] è il programma tematico sulla sicurezza alimentare. Le sue basi giuridiche saranno lo strumento di cooperazione allo sviluppo e di cooperazione economica e lo strumento europeo di prossimità e partenariato. In base alla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo relativa agli strumenti di assistenza esterna nel quadro delle future prospettive finanziarie 2007-2013 [COM(2004) 626], tutto l’aiuto alimentare di carattere umanitario sarà incluso nello strumento aiuti umanitari anziché essere gestito a titolo di finanziamenti tematici diversi.

Secondo queste proposte, i programmi tematici offrono un valore aggiunto specifico e comprendono attività volte ad integrare i programmi geografici, che restano l’ambito privilegiato per la cooperazione comunitaria con i paesi terzi.

La Commissione si è impegnata ad avviare un dibattito con il Parlamento europeo ed il Consiglio, attraverso comunicazioni ufficiali alle due istituzioni, sulla portata, gli obiettivi e le priorità di ciascun programma tematico. L’esito di questo processo fornirà gli orientamenti politici per le fasi di programmazione successive, in particolare l’elaborazione dei documenti strategici tematici conformemente alle disposizioni degli strumenti sopra citati.

2. Contesto

2.1. Analisi del tema

È del tutto giustificato affrontare il tema dell’insicurezza alimentare[2], che fa parte degli obiettivi di sviluppo del millennio (dimezzare fra il 1990 e il 2015 il numero di persone che soffrono la fame). Si stima oggi che nei paesi in via di sviluppo ci siano 815 milioni di persone in stato di insicurezza alimentare ‘cronica’ e che un altro 5-10% della popolazione rischi l’incertezza alimentare ‘acuta’ a seguito di crisi di origine naturale o umana. Nonostante i progressi registrati per la riduzione della fame a livello globale, l'obiettivo di sviluppo del millennio numero 1 resta vago nell'Africa subsahariana, dove un'insicurezza alimentare persistente si accompagna a una situazione di instabilità politica ricorrente.

In Africa le connessioni fra insicurezza alimentare e conflitti, governance scadente e la pandemia HIV/AIDS pongono gravi sfide tanto ai governi nazionali, quanto ai donatori e alla società civile. Un apporto alimentare sufficiente costituisce un problema fondamentale, come dimostra la diffusione a livello mondiale della 'fame nascosta', vale a dire una carenza di vitamine e minerali rispetto al fabbisogno. Sono vari i fattori che incidono su un apporto alimentare sufficiente, come la distribuzione intrafamiliare degli alimenti, i metodi di alimentazione madre-bambino, la preparazione dei cibi, la loro qualità e sicurezza, l’acqua e l’igiene. L’insicurezza alimentare è aggravata dal degrado ambientale, da sistemi produttivi mediocri, dal cattivo funzionamento dei mercati e dalle capacità umane limitate, nonché dalle ineguaglianze e da diritti al cibo su cui incidono fattori sociali quali il genere, l’età e l’etnia. È dimostrato che la fame è diffusa soprattutto nelle aree rurali, dove si registra un accesso economico e fisico al cibo insufficiente. Con l’aumento della povertà nelle città, tuttavia, l’insicurezza alimentare si diffonde anche nelle aree urbane, dove non può essere trascurata.

L’insicurezza alimentare, che è al tempo stesso causa e conseguenza della povertà assoluta, non è sufficientemente riconosciuta, né come obiettivo dello sviluppo né come indicatore di progresso economico e sociale. Spesso è strettamente associata a misure a breve termine come la fornitura di aiuto alimentare o l’aumento della fornitura alimentare, trascurandone il carattere pluridimensionale. Come obiettivo, la lotta all’insicurezza alimentare non è sufficientemente integrata/armonizzata nelle strategie nazionali di sviluppo a lungo termine. D’altro canto, va citato anche un aspetto positivo, vale a dire che la seconda generazione di strategie per la riduzione della povertà tiene maggiormente conto di tale aspetto in quanto i governi sono sempre più consapevoli dell'importanza di definire strategie e programmi nazionali.

Negli ultimi anni è emerso che, nelle situazioni di crisi, in particolare quelle di carattere complesso e prolungato, e nel caso di instabilità politica, nonché nei paesi in transizione, gli obiettivi di sicurezza alimentare sono i più difficili da realizzare. L’insicurezza alimentare a livello globale colpisce soprattutto una serie di Stati fragili e vulnerabili, privi delle capacità e delle strutture istituzionali necessarie per attuare strategie a lungo termine in situazioni di crisi. Nel 2005, 43 paesi, di cui 23 in Africa e altri in Asia e America latina, hanno dovuto fronteggiare gravi situazioni di carenza alimentare. La gravità e la frequenza del problema impongono un approccio strutturale a lungo termine per intervenire sulle radici profonde dell’insicurezza alimentare.

2.2. Quadro politico in vigore

La politica comunitaria di sicurezza alimentare, istituita nel 1996 con il regolamento (CE) n. 1292/96 del Consiglio continua a fornire gli indirizzi per l’azione della Commissione nella lotta contro la fame. Si è trasformata dalla semplice fornitura di aiuto alimentare a un sostegno a strategie ad ampio raggio di sicurezza alimentare a livello nazionale, regionale e globale, dove l’aiuto alimentare è indipendente e costituisce uno strumento riservato alle situazioni di emergenza.

La Comunità è un donatore internazionale di punta nel campo della sicurezza alimentare (dal 1996 l’FS-BL ha assegnato 4,9 miliardi di euro, pari a una media annua di 500 milioni di euro) e i suoi aiuti vanno a sostenere varie fasi della transizione: i) nei paesi in crisi e in fase di post-crisi; ii) nei paesi che soffrono di insicurezza alimentare cronica; e iii) nelle economie in transizione. La Commissione si impegna inoltre attivamente nel dibattito politico internazionale, ad esempio nel campo del commercio e degli aiuti alimentari (OMC, Convenzione sull'aiuto alimentare, sottocomitato consultivo della FAO per la collocazione delle eccedenze) ed è uno dei principali donatori nel campo della ricerca agricola a livello sia mondiale (Gruppo consultivo per la ricerca agricola internazionale, GCRAI) che regionale (in particolare in Africa) e nazionale.

La politica comunitaria mette in rilievo il ruolo centrale di strategie per la riduzione della povertà elaborate e gestite a livello nazionale per raggiungere una sicurezza alimentare a lungo termine e l’esigenza di porre la fame come priorità fondamentale nella lotta contro la povertà. Essa mostra inoltre che la sicurezza alimentare può essere estremamente fragile, e anche una crisi transitoria può scatenare problemi alimentari cronici perché le risorse vengono esaurite rapidamente e i mezzi di sussistenza risultano compromessi.

Nel 2004 una valutazione esterna ha confermato la validità del quadro strategico comunitario per la sicurezza alimentare, che si applica quindi anche al presente programma tematico: in base ad essa la sicurezza alimentare può essere raggiunta solo affrontando simultaneamente la disponibilità di cibo, l’accessibilità ad esso, la qualità della nutrizione e la prevenzione delle crisi alimentari.

Nell’ambito del quadro politico di sviluppo più ampio, sulla scorta della dichiarazione sulla politica di sviluppo del 2000, la sicurezza alimentare resta una priorità nel “consenso europeo per lo sviluppo” [COM(2005) 311] adottato dalla Commissione nel luglio 2005 e approvato dal Consiglio nel novembre 2005.

La strategia dell’Unione europea per l’Africa [COM(2005) 489], recentemente approvata dalla Commissione e dal Consiglio, ribadisce l’importanza di affrontare il tema della sicurezza alimentare nel continente nel quadro di una crescita volta ad alleviare la povertà e dello sviluppo agricolo e mette in rilievo infine l’importanza della ricerca agricola.

Nella transizione dall’emergenza (fase umanitaria) allo sviluppo, l’aiuto comunitario è concepito in un ampio contesto economico, sociale e politico definito nella comunicazione della Commissione “Collegare l'aiuto, il risanamento e lo sviluppo”[3] (CARS) come: “Programmi di risanamento destinati a sostituire gradualmente l'aiuto di emergenza per stabilizzare la situazione economica e sociale e agevolare la transizione a una strategia di sviluppo a medio e lungo termine”.

2.3. Esperienza passata/insegnamenti

Oltre a confermare la validità della politica comunitaria, la recente valutazione esterna della politica comunitaria di sicurezza alimentare e della linea di bilancio (2004) ha messo in rilievo il suo valore aggiunto specifico rispetto ad altri donatori per il fatto di essere centrata sul CARS, sui partenariati tra più operatori e su una combinazione di strumenti di attuazione diversi. La valutazione ha individuato anche i seguenti ambiti passibili di miglioramento, che sono presi in considerazione nel programma tematico:

- CARS: un approccio più sistematico al CARS per reagire più efficacemente al carattere dinamico e pluridimensionale dell’insicurezza alimentare.

- Povertà: una migliore integrazione della sicurezza alimentare come settore prioritario nei documenti di strategia per la riduzione della povertà o nei documenti di strategia nazionale.

- Sviluppo politico strategico: maggiore dialogo e sostegno ai governi al fine di introdurre un dialogo politico a lungo termine sulla sicurezza alimentare.

- Coerenza politica: maggiore coerenza a livello nazionale integrando la sicurezza alimentare nei documenti di strategia nazionale (e regionale) (DSN).

2.4. Motivazioni di un approccio tematico

La strategia della Commissione prevede l’integrazione degli obiettivi di sicurezza alimentare nelle politiche e strategie a lungo termine e su ampia scala per la riduzione della povertà. I programmi sia geografici che tematici servono a raggiungere tali obiettivi.

I programmi geografici saranno lo strumento standard per attuare la politica comunitaria di sicurezza alimentare a livello mondiale, in tutti i casi in cui esiste ed è operativo un quadro di cooperazione con il governo. Le future assegnazioni nazionali delle risorse degli strumenti geografici terranno debitamente conto del livello di sicurezza alimentare nazionale. Nei paesi dove prevale l’insicurezza alimentare il programma tematico può sostenere lo sviluppo di politiche volte a garantire che l’approccio strategico alla sicurezza alimentare sia inserito nelle strategie nazionali per la riduzione della povertà.

Nei paesi in crisi, dove l’assistenza umanitaria è necessaria per salvare/proteggere vite umane, l’aiuto sarà fornito tramite lo strumento di aiuto umanitario. In coordinamento con i servizi interessati della Commissione, il programma tematico verrà utilizzato se necessario in tali situazioni al termine dell’aiuto di urgenza per agevolare la ripresa e il risanamento e ridurre la vulnerabilità mediante un particolare impegno a favore della sicurezza alimentare.

Nel contesto della transizione, un aiuto tematico piuttosto che geografico è giustificato da una serie di scenari diversi, che possono essere raggruppati in tre grandi categorie:

- situazioni e paesi in cui si può rivelare difficile concordare azioni di sicurezza alimentare con i governi partner a causa di priorità diverse. Ad esempio, l’insicurezza alimentare può concentrarsi in particolari aree (al di fuori del controllo statale) o fra gruppi particolari (sfollati);

- paesi in cui la cooperazione è stata sospesa o non esiste un quadro di cooperazione (DSN). In caso di assenza di uno Stato in grado di funzionare la società civile e le organizzazioni multilaterali acquisiscono un ruolo più importante e più efficace (es. Somalia);

- “crisi dimenticate” in cui può essere difficile stabilire una cooperazione con i governi nazionali mediante strumenti geografici.

Sulla base di quanto precede, il nuovo programma avrà i seguenti obiettivi:

(i) coerenza politica e continuità degli interventi in tutto il processo CARS, (ii) complementarità fra diversi livelli geografici di intervento affrontando questioni globali/continentali e promuovendo approcci innovativi, e iii) coordinamento, armonizzazione e allineamento con i partner dello sviluppo per quanto riguarda il programma di sicurezza alimentare.

3. Programma tematico

3.1. Campo di applicazione (compresa la copertura geografica)

Nel documento “Azioni esterne varate attraverso i programmi tematici nell’ambito delle future prospettive finanziarie 2007-2013” [COM(2005) 324], la Commissione prevede un programma tematico capace di “i) dare sostegno alla fornitura di beni pubblici internazionali che concorrono direttamente alla sicurezza alimentare e al finanziamento di programmi globali, ii) affrontare il problema dell’insicurezza alimentare nei paesi o nelle regioni in cui il governo è inesistente o non controlla una parte del paese o in cui non è stato attuato un quadro strategico nazionale e iii) promuovere politiche e strategie innovative nel settore della sicurezza alimentare”.

La copertura del programma varia secondo la componente:

- la prima è una componente globale e in quanto tale si concentra in primo luogo sui livelli continentale, interregionale e regionale con particolare attenzione per l’Africa e altre zone in cui si possono registrare situazioni di sicurezza alimentare deteriorate;

- la seconda componente del programma verrà attuata principalmente a livello nazionale e locale, a complemento, se necessario, dello strumento geografico;

- la terza componente sostiene politiche, strategie e approcci innovativi, indipendentemente dal livello geografico, che può essere globale, regionale, nazionale o locale.

3.2. Principi a cui si ispira la programmazione

Il programma tematico sarà programmato come segue:

- Nel rispetto del principio di sussidiarietà : escludendo aiuti strutturali a lungo termine, che devono essere finanziati tramite i programmi geografici (programmati tramite DSN/DSR), e sostenendo interventi transitori in linea con l’obiettivo di cui alla sezione 2.4. Il programma può sostenere progetti innovativi e azioni pilota a carattere regionale, nazionale e locale volti a sperimentare nuovi approcci e strumenti.

- Con sufficiente flessibilità per reagire a un ambiente in rapido mutamento, come nel caso di situazioni successive a crisi di cui alla componente 2. Ciò può richiedere l’adeguamento del calendario degli aiuti, delle procedure di finanziamento, del tipo di strumenti e dei partner per l’attuazione.

- Sostenendo la gestione delle organizzazioni regionali e continentali, nonché il loro ruolo e le loro priorità quando sono pertinenti per la sicurezza alimentare, in complementarità con altri partner o strumenti.

- Incentivando un approccio partecipativo , grazie a un rafforzamento del partenariato con le organizzazioni della società civile, in particolare dei paesi in via di sviluppo, mediante reti organizzate e associazioni professionali, nel quadro di un dialogo strategico.

- Promuovendo la coerenza a livello interno ed esterno garantendo: (i) la sincronizzazione della programmazione con il ciclo di programmazione dei DSN/DSR; (ii) una stretta cooperazione con altri servizi della Commissione al fine di sviluppare e attuare strategie nazionali CARS e l’introduzione/conclusione del programma tematico; (iii) una coerenza politica e operativa fra azioni di aiuto alimentare intraprese nel contesto dell’assistenza umanitaria nel programma di sicurezza alimentare; iv) il coinvolgimento degli Stati membri UE in fase quanto più iniziale possibile per promuovere il progresso del programma UE in materia di sicurezza alimentare; v) un incoraggiamento alla coerenza esterna e alla complementarità in linea con la Dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti dell’OCSE. A questo proposito il programma tematico sfrutterà l’esperienza delle agenzie ONU e di altre organizzazioni internazionali per far avanzare il programma internazionale in materia di sicurezza alimentare e fornire beni pubblici internazionali.

- Concentrandosi sulle aree e sui gruppi più vulnerabili e in situazione di insicurezza alimentare, sulla base di valutazioni di tale aspetto e in coordinamento con altre parti in causa.

- Garantendo la sostenibilità delle azioni appoggiate, compreso il loro impatto sulla società, l’economia e l’ambiente locali e regionali.

- Conformemente alle procedure di comitatologia, la Commissione adotterà due documenti strategici tematici, il primo relativo a quattro anni (2007-2010) e il secondo relativo a tre anni (2011-2013).

- In base alla programmazione pluriennale, la Commissione preparerà programmi d’azione annuali che illustrano le azioni prioritarie, gli obiettivi specifici, i risultati attesi e gli importi indicativi.

- Il programma sarà attuato in conformità della riforma della gestione dell'assistenza esterna del 2000, che prevede, fra l’altro, la deconcentrazione delle responsabilità di gestione alle delegazioni, se opportuno.

- Per quanto riguarda la revisione intermedia, si procederà inoltre ad una valutazione esterna delle attività svolte nei primi tre anni (2007-2009) che possa fornire elementi utili alla preparazione del secondo documento strategico tematico (2011-2013). Le relazioni saranno trasmesse agli Stati membri e al Parlamento europeo e verranno discusse con essi.

3.3. Obiettivi

In linea con la nuova dichiarazione UE sulla politica di sviluppo, l’obiettivo generale del programma tematico è far progredire il programma sulla sicurezza alimentare e contribuire al raggiungimento del primo OSM sulla fame.

L’obiettivo specifico del programma è migliorare l’impatto della politica comunitaria in materia di sicurezza alimentare, in particolare sui gruppi più vulnerabili, mediante una serie di priorità e azioni coerenti che completino i programmi nazionali e ne migliorino la coerenza.

3.4. Priorità strategiche [4]

Sulla scorta di ampie consultazioni interne ed esterne è stata individuata una serie di priorità strategiche. La selezione definitiva dell’aiuto prioritario si baserà su valutazioni dettagliate delle esigenze, eseguite in collaborazione con i servizi interessati in sede e nelle delegazioni.

3.5. Priorità strategiche a sostegno della fornitura di beni pubblici internazionali e del finanziamento dei programmi globali.

3.5.1. Beni pubblici internazionali (BPI)[5]

- Ricerca e innovazione tecnologica basate sulla domanda e volte ad alleviare la povertà, in primo luogo nel settore agricolo (compreso bestiame, foreste e pesca/acquacultura) con particolare attenzione per la sicurezza alimentare. Il programma di sostegno comprende la diffusione verso il basso e il rafforzamento delle capacità degli istituti di ricerca regionali/nazionali

- Sostegno all’utilizzo e alla diffusione di immagini e dati via satellite

- Sviluppo delle capacità e formazione

- Collegamento in rete e gemellaggi Nord-Sud e Sud-Sud in campo scientifico e tecnologico.

3.5.2. Programmi globali (e continentali)

I programmi globali costituiscono uno strumento per lo sviluppo di approcci comuni in regioni di zone specifiche, toccate dalla sicurezza alimentare. Le priorità sono in particolare:

- Sistemi di informazione e allerta precoce sulla sicurezza alimentare , monitoraggio dei mezzi di sussistenza. I programmi globali svilupperanno, sperimenteranno, standardizzeranno e divulgheranno metodologie e strumenti, capacità di sostegno e sviluppo istituzionale a livello regionale e nazionale.

- Strategie di sicurezza alimentare. Sostegno mediante un programma globale ai governi che desiderano sviluppare strategie e piani di sicurezza alimentare, in particolare quando la sicurezza alimentare non è selezionata fra i settori prioritari di assistenza. Il programma tematico non finanzierà programmi nazionali di sicurezza alimentare, che devono essere sostenuti mediante strumenti geografici.

- Sostegno a programmi continentali e regionali di sicurezza alimentare , in settori di particolare rilievo in tale prospettiva, come l’agricoltura, lo scambio di prodotti agricoli e la gestione sostenibile delle risorse naturali, compresi il settore forestale e la pesca. I programmi globali/continentali e regionali si concentreranno sui settori prioritari, il vantaggio comparativo e il valore aggiunto dell’organizzazione regionale/continentale e completeranno, se del caso, l’aiuto fornito dagli strumenti geografici.

- Collegamento in rete di esperti politici ad alto livello , costituendo un forum e fornendo un’occasione di formazione per la formulazione e l’attuazione di politiche/strategie. Collegamento in rete di organizzazioni della società civile, associazioni di agricoltori e sindacat i (Sud-Sud e Nord-Sud), per favorire i progressi del programma mondiale in materia di sicurezza alimentare.

3.5.3. Sostegno al programma mondiale in materia di sicurezza alimentare e suoi progressi

La Commissione continuerà ad occuparsi delle questioni chiave attinenti alla sicurezza alimentare nel dibattito internazionale e a favorire l’armonizzazione e l’allineamento con i partner in fase di sviluppo e i donatori. Particolare importanza rivestirà un’alleanza più solida con le organizzazioni della società civile.

3.6. Affrontare l’insicurezza alimentare in situazioni eccezionali di transizione e fragilità istituzionale

Nel nuovo “consenso europeo per lo sviluppo” si afferma chiaramente che, quando è in gioco la sicurezza alimentare, “particolare attenzione sarà rivolta alle situazioni di transizione”. C’è un forte impegno a “rivolgere maggiore attenzione ai paesi meno efficienti, ai partenariati difficili e agli Stati fragili e in dissoluzione (“failing states”)”[6], riconoscendo che il 30% delle popolazioni più povere e in situazione di insicurezza alimentare vivono in Stati fragili.

Nei paesi obiettivo, il programma fornirà uno strumento per garantire, durante un periodo di transizione, il seguito delle attività finanziate a titolo dello strumento umanitario prima di introdurre attività a lungo termine per la sicurezza alimentare nel quadro di programmi di sviluppo geografico. In questa fase di transizione il programma garantirà che la sicurezza alimentare venga affrontata adeguatamente e tempestivamente. Il programma:

- elaborerà strategie nazionali CARS incentrate in particolare sulla sicurezza alimentare. A livello della Commissione, le attività saranno dirette da un gruppo di lavoro interservizi CARS permanente nell’ambito della Commissione che esaminerà il programma rinnovabile e sorveglierà l’attuazione. I CARS richiedono flessibilità e rapida assegnazione delle risorse;

- migliorerà l’introduzione e il ritiro progressivi mediante: (i) un sostegno all’informazione in materia di sicurezza alimentare (cfr. componente 1); (ii) lo sviluppo di approcci innovativi (cfr. componente 3); (iii) il miglioramento dei criteri per l’introduzione e il ritiro progressivi e la loro introduzione a partire dal momento della pianificazione della fase di soccorso, caso per caso; (iv) la promozione di un coordinamento più stretto; e (v) la sensibilizzazione e lo sviluppo di metodologie per l’approccio CARS.

Inoltre, nel caso di una crisi alimentare che coinvolge più paesi di una regione, è necessaria una risposta a livello regionale che completi le azioni nazionali (es. a proposito dei sistemi di allerta precoce, dei mercati regionali di prodotti alimentari, ecc.). In una situazione di questo tipo possono non essere disponibili risorse nel Programma indicativo regionale e il programma tematico sulla sicurezza alimentare potrebbe, se necessario, colmare la lacuna fra emergenza e sviluppo.

Nell’elaborare azioni concrete per questa componente, il programma darà la priorità fra l’altro, ai seguenti aspetti:

- Destinatari (chi): la valutazione di vulnerabilità si concentrerà sulle comunità più colpite e sui gruppi più vulnerabili (cfr. dettagli sui beneficiari alla sezione 3.8).

- Interventi (cosa): il programma sarà incentrato sugli aspetti seguenti: (i) gli investimenti essenziali per proteggere, conservare e recuperare beni produttivi e sociali vitali per la sicurezza alimentare per consentire l’integrazione economica e il risanamento a lungo termine e (ii) la reazione alla vulnerabilità di fronte alle crisi e il rafforzamento della resistenza delle persone grazie a un aiuto alla prevenzione e alla gestione delle crisi.

- Strumenti e approcci (come): In linea con la politica comunitaria di sicurezza alimentare, le operazioni saranno finanziate in primo luogo in contanti per stimolare la produzione e i mercati locali. In mancanza di mercati efficienti e di opzioni alternative, i partner attuatori possono utilizzare le dotazioni in contanti per acquistare e distribuire cibo. Sarà essenziale lavorare insieme alle autorità e alle comunità locali per individuare le forme di assistenza più adeguate. Saranno garantiti il coordinamento e l’armonizzazione massimi con gli altri donatori.

- I partner (con chi): i partner principali saranno le ONG internazionali e locali, le autorità locali ogniqualvolta sia possibile e le agenzie ONU se opportuno.

3.7. Promuovere politiche e strategie innovative

Al fine di restare al passo con le sfide mutevoli riguardo alla sicurezza alimentare a livello locale, nazionale e regionale, il programma tematico può sostenere lo sviluppo e la sperimentazione di politiche innovative, sostenibili e gestite a livello locale, nonché la diffusione delle migliori pratiche nel campo della sicurezza alimentare.

Fra i settori d'intervento tipici figurano: agricoltura e gestione delle risorse naturali; sicurezza alimentare e sviluppo rurale/locale (comprese le questioni urbane/periurbane); gestione sostenibile e accesso alle risorse naturali, compresi il settore forestale e la pesca; nutrizione, questioni demografiche e di lavoro, migrazioni; sicurezza alimentare e sanità/istruzione (ecc.).

Concentrandosi sull’innovazione il programma si porrà i seguenti obiettivi: promuovere e completare azioni di operatori della società civile; fornire un’assistenza basata sulla capacità di risposta delle persone e le loro soluzioni innovative; sostenere iniziative metodologiche e azioni volte a ridurre la vulnerabilità; consentire ai politici di effettuare ricerche e programmazioni per far fronte alle nuove sfide in materia di sicurezza alimentare; stimolare il potenziale di riproduzione delle innovazioni e la loro diffusione Sud-Sud.

3.8. Beneficiari

In quanto strumento chiave per conseguire gli obiettivi di sicurezza alimentare, il programma mira a ridurre l’insicurezza alimentare a livello mondiale e coinvolgerà pertanto un’ ampia serie di beneficiari . Le tre componenti del programma verranno concepite e attuate con l'obiettivo ultimo di migliorare le condizioni di sussistenza e la sicurezza alimentare delle fasce povere rurali e urbane, soprattutto fra i gruppi più sfavoriti.

In questo contesto, in particolare nella componente 2, l’aiuto alla sicurezza alimentare si rivolgerà a beneficiari in due grandi gruppi sfavoriti: i) coloro che non sono autosufficienti e hanno bisogno di sostegno temporaneo per la loro vita (es. mediante reti di sicurezza), e 2) coloro che hanno bisogno di sostegno temporaneo per uscire da un’assoluta povertà e impegnarsi in attività produttive. In linea generale, verrà data priorità ai seguenti gruppi: bambini di età inferiore a 5 anni; comunità con membri affetti da HIV/AIDS o altre malattie croniche; comunità e gruppi colpiti dalla guerra e sfollati; donne, in particolare donne capofamiglia; pastori esposti a insicurezza alimentare, piccoli agricoltori e pescatori; braccianti e operai agricoli, persone in condizioni di estrema povertà nelle aree urbane.

Il programma si rivolgerà anche a un’ampia serie di beneficiari intermedi mediante creazione di capacità, in particolare personale di amministrazioni nazionali e regionali, organismi governativi e non governativi, istituzioni del settore privato, ecc.

3.9. I partner attuatori del programma tematico

Il programma è destinato a funzionare con una serie di operatori pubblici e non statali diversi. In particolare, nelle situazioni in cui lo Stato viene meno, l’aiuto verrà apportato sulla base delle valutazioni, priorità e iniziative delle parti interessate a livello locale.

La Commissione prende misure concrete per promuovere i partenariati strategici con agenzie ONU e multilaterali in settori che portano contribuiti coerenti ai programmi comunitari in materia di sicurezza alimentare. I partenariati strategici sostengono anche l’impegno della Commissione nel dialogo politico internazionale in materia di sicurezza alimentare.

Il ruolo delle organizzazioni della società civile come partner sarà di importanza fondamentale in tutte le componenti: come alleati strategici nelle attività di sensibilizzazione, come partner prioritari nella concezione e attuazione dell’aiuto in situazioni di transizione e instabilità, e come promotori di innovazione. Il programma sosterrà la capacità delle ONG del Nord e del Sud di impegnarsi nel dialogo politico in materia di sicurezza alimentare e incoraggerà la cooperazione fra ONG e altri attori non statali, da un lato, e il settore pubblico e privato, dall’altro. Si promuoverà attivamente il ruolo di associazioni professionali, sindacati e istituzioni private.

A seconda delle situazioni specifiche, gli attori pubblici potrebbero essere anche partner del programma. Le autorità locali svolgono un ruolo importante negli Stati fragili e nelle fasi di post-crisi. Le istituzioni a livello continentale, regionale e nazionale potrebbero essere associate ai programmi globali per la distribuzione di beni pubblici mondiali, come la ricerca e l’innovazione. Si potrebbero infine coinvolgere operatori pubblici nella promozione di politiche e strategie innovative in materia di sicurezza alimentare.

ANNEX

ANNEX 1 – PROGRAMME’S STRATEGIC PRIORITIES, BENEFICIARIES AND PARTNERS

1. STRATEGIC PRIORITIES TO SUPPORT THE DELIVERY OF INTERNATIONAL PUBLIC GOODS AND THE FINANCING OF GLOBAL PROGRAMMES

1.1. International Public Goods (IPGs)[7]

- Pro-poor and demand-driven research and technological innovation, primarily in agriculture (including livestock, forestry, fisheries/aquaculture) and sustainable management of natural resources, with an explicit focus on food security. International public institutions should be eligible for funding, including in partnership with the private sector. The support package would include downstream dissemination of information and technology as well as best practices and strengthening of capacities of regional/national research institutions. Research themes would include: sustainable agricultural productivity, efficient use of water resources, animal health, nutrition (so-called hidden hunger) market and trade (e.g. dynamics of local and regional markets and prices, Sanitary and Phytosanitary Standards, knowledge dissemination). Research should also contribute to a better understanding of the root causes of food insecurity (social, anthropological, environmental and economic aspects).

- Support for the use and dissemination of satellite imagery and data, not only for crop monitoring and early warning systems, but also for food security systems, e.g. including such dimensions as land use and management.

- Capacity development and training, such as distance learning tools, to expand the reach of research and know-how in remote areas.

- Networking: Partnerships with EU research initiatives that are relevant for food security and complementary to those funded by existing programmes (such as the 6th and 7th Research Framework Programmes). North-South and South-South Scientific and technological networking of scientists, students, experts, institutes (including twinning) to promote sharing of experiences and foster initiatives on an inter-regional, continental and global scale.

1.2. Global (and continental ) programmes

Global programmes are a means of developing common approaches across regions in specific areas relevant to food security. Priorities include:

- Food security information and early warning systems, livelihood monitoring. Global programmes will develop, test, standardise and disseminate methodology and tools, and support capacity and institutional development at regional and national level, ensuring consistency and coherence between systems at different levels Emphasis will be on methodologies designed to ensure that the information is made available and is accessible by all. The funding of national systems will however be provided by geographical instruments or governments or other donors. Such programmes will help to harmonise and align donors’ approaches, in particular EU Member States. Their implementation will rely both on specialised organisations including UN agencies and on a large platform of expert NGOs and international institutions. The Programme will be instrumental in coordinating and aligning food security information methodologies and systems currently supported by different EC instruments, e.g. in LRRD situations.

- Food Security Strategies. Support through a global programme will be provided to governments willing to develop food security strategies and plans, where food security is not selected as a priority area for assistance and in collaboration with international organisations. The Thematic Programme will not fund national food security programmes, which will have to be supported by way of the geographical instruments.

- Networking of senior policy experts, providing a forum and at the same time a training opportunity for policy formulation and implementation.

- Networking of civil society organisations, to improve their access to information, facilitate sharing of experiences and best practices, and strengthen their advocacy capacity, in particular of women and disadvantaged groups. South-South and North-South networks will be supported. Farmers’ associations and trade unions (agricultural labourers) will also be eligible for support, including in twining/collaboration with EU organisations.

- Support for continental and regional FS programmes, in fields of specific relevance to food security, such as agriculture, sustainable management of natural resources and agricultural trade in support of regional organisations’ priorities. Other themes of relevance could include: commodity chains, diversification within and from agriculture, markets (including capital and labour), access to land and water, HIV-AIDS. Global/continental programmes will focus on the areas of comparative advantage and value added of the regional/continental organisation with a demonstrable impact downstream.

1.3. Advocacy and advancement of the global food security agenda

The Commission will continue to advocate for and address key food security issues in the international debate and foster harmonisation and alignment with developing partners and donors. Particularly important will be a stronger alliance with civil society organisations. Key issues include: (i) the role of food aid in food security (so as to foster a greater international consensus on food aid policies); needs assessments (currently overly food aid-biased); (ii) Poverty Reduction Strategies, pro-poor growth and food security; (iii) trade (international and regional trade have a strong impact on food security); (iv) governance (food security is heavily affected by governance failures); (v) the right to food (as reflected in the Voluntary Guidelines to which the EU subscribes).

2. ADDRESSING FOOD INSECURITY IN EXCEPTIONAL SITUATIONS OF TRANSITION AND STATE FRAGILITY

The new “EU Consensus on Development” clearly states that, where food security is concerned, “particular attention will be paid to transition situations”. There is a strong commitment to “paying greater attention to poorer countries, difficult partnerships and fragile and failed states”[8], recognising that 30% of the poorest, and food-insecure, people live in fragile states.

The Thematic Programme focuses on the dynamic nature of food insecurity: the transition from relief to rehabilitation and development is rarely a linear one as, due to the high vulnerability of the extreme poor, even a small shock can have a serious adverse effect on their survival capabilities. Failure to address such vulnerability leads to the repeated mobilisation of emergency support when humanitarian conditions deteriorate. Hence, the overriding priority of Food Security support in transition countries will be to address vulnerability to prevent any regression back into crisis by promoting resilience and opportunities for sustainable livelihoods.

In the case of transition from emergency to development, EC aid is conceived within a broad economic, social and political context, defined in the EC Communication on “Linking Relief, Rehabilitation and Development”[9] as:

“Rehabilitation programmes which gradually take over the relief/emergency aid to stabilise the economic and social situation and to facilitate the transition towards a medium and long term development strategy”.

This definition recognises a gap or “grey zone” between humanitarian assistance, rehabilitation and development. Implementation of the LRRD concept has been rather disappointing so far, particularly because of the nature of the humanitarian and development instruments, and the timing and forms of their application.

Of particular concern is the food security policy response in situations of protracted crises. It is now estimated that 50 million people worldwide live in an area affected by protracted crises lasting for five years or more (e.g. Sudan). The term applies most often where vulnerability is associated with violent conflict or political instability. Moreover, in more recent times, it has been linked to the HIV/AIDS pandemic, which has a disastrous impact on economies already weakened by governance failure and periodic economic and natural shocks.

In the context of transition, a number of different scenarios justify thematic, rather than geographical, assistance. These may be grouped into three broad categories:

- Situations and countries in which it may be difficult to agree on Food Security actions with partner governments owing to alternative priorities. For example, food insecurity may be concentrated in particular areas (out of state control) or among particular groups (Internally Displaced People).

- Countries in which cooperation has been suspended or no cooperation framework (CSP) is in place. The absence of a functioning state means an increased role for civil society and multilateral organisations to intervene effectively (e.g. Somalia).

- “Forgotten crises” in which cooperation with national governments may be difficult to establish through geographical instruments.

In all cases EC aid responds to the needs of the most vulnerable and acts as an entry point for more systematic policy dialogue and longer-term cooperation arrangements.

In target countries, the programme will provide an instrument to ensure, during a transition period, the follow-up of activities financed under the humanitarian instrument before the phasing-in of long-term food security activities under geographical development programmes. In this transition period, the Programme will ensure that food security is properly and timely addressed.

Similarly, in the event of a food crisis involving several countries in a region (e.g. as in 2005 in Western Africa), a regional response is required to complement national actions (e.g. on early warning systems, regional food markets, etc.). In such an event, resources may not be available in the Regional Indicative Programme and the FS TP could, if required, bridge the gap between the emergency and the development response.

The need to devise effective criteria for phasing-in and phasing-out different instruments raises the question of how to assess short-term needs (life saving situation) and longer-term needs (life protecting) and identify the right stakeholders. In situations of state failure, the role of local stakeholders, their communities and organisations as partners becomes even more essential.

To respond to the above challenges in exceptional situations, the Programme will:

- establish LRRD country strategies , with a specific focus on food security. Work at the Commission level will be steered by a standing LRRD Commission inter-service working group who will review the rolling programme and oversee implementation. LRRD requires flexibility and fast resource allocation. This may mean adapting the timeframe of aid, the financing procedures, the choice of instruments, beneficiaries and implementing partners.

- Improve phasing-in and phasing-out by: (i) supporting Food Security information (see component 1); (ii) adopting innovative approaches (see component 3) such as the Integrated Food Security Phase Classification (IFSPC) tool developed by the Somalia Food Security Assessment Unit; (iii) working jointly with the Humanitarian Aid Instrument in order to improve criteria and introduce them as of the planning of the relief phase, on a case by case basis; (iv) promoting effective coordination among international organisations, national and local governments, civil society and beneficiaries; and (v) raising awareness of the LRRD approach.

As indicated earlier, a tough challenge in addressing food insecurity is how to overcome crises in countries marked by conflict and political instability where phases of transition do not follow the linear LRRD approach but often overlap. Examples of countries in protracted[10] and complex crisis[11] include DRC, Eritrea, Ethiopia, Haiti, Somalia, Sudan, West Bank and Gaza.

Furthermore, in the event of a food crisis involving several countries in a region a regional response is required to complement national actions (e.g. on early warning systems, regional food markets, etc.). In such an event resources may not be available in the Regional Indicative Programme and the FS TP could, if required, bridge the gap between the emergency and the development response.

In devising concrete action for this component, the Programme will prioritise, inter alia, the following:

- On targeting (who): vulnerability assessment will focus on the most affected communities and vulnerable groups with lower resilience to shocks, and will be careful to avoid any discrimination that might lead to conflict (see details in chapter 5 on beneficiaries).

- On aid (what): very often the relief approach is protracted by the delivery of unconditional transfers of food aid and handouts, while protection and recovery of productive and social assets vital for food security is neglected. Investments are crucial to allow economic integration and longer-term recovery. Concrete examples of aid are: the rehabilitation of local infrastructure combined with productive and social safety nets, improved availability/access to agricultural inputs, non-agricultural income generating activities, etc., addressing vulnerability to shocks and strengthening people’s resilience through support for crisis prevention and management.

- On tools and approaches (how): in line with the EC FS policy, operations will be financed primarily with cash to stimulate local production and markets. In the absence of functional markets and alternative options, implementing partners may use cash allocations to purchase and distribute food. The time frame of the rehabilitation programmes will have to allow for a gradual consolidation of livelihoods and institutions so as to restart the normal development processes. In this context predictability of support is important. Working together with local authorities and communities will be of paramount importance to identifying the most appropriate types of assistance. The Programme will support by every possible means coordination and harmonisation with other donors’ intervention.

- On partners (with whom): prime partners will be international and local NGOs, local authorities whenever possible and UN agencies where appropriate.

3. PROMOTING INNOVATIVE POLICIES AND STRATEGIES

IN ORDER TO KEEP PACE WITH EVOLVING FOOD SECURITY CHALLENGES AT LOCAL, NATIONAL AND REGIONAL LEVELS, THE THEMATIC PROGRAMME MAY SUPPORT THE DEVELOPMENT AND TESTING OF INNOVATIVE SUSTAINABLE AND LOCALLY OWNED POLICIES, STRATEGIES, AND APPROACHES, AS WELL AS DISSEMINATION OF BEST PRACTICES IN THE FIELD OF FOOD SECURITY. THE AREAS BELOW HAVE BEEN IDENTIFIED BY THE COMMISSION AS POSSIBLE FIELDS FOR INTERVENTION; THIS LIST IS NOT EXHAUSTIVE AND MAY BE REVIEWED AS NEEDS AND SITUATIONS REQUIRE.

- Pro-poor growth-orientated agriculture, fisheries/aquaculture and forestry with an emphasis on low-cost, locally owned, sustainable solutions

- Prevention and preparedness strategies to avert food crises or mitigate its effects

- Food security and rural/local development (decentralisation, rural-urban linkages, local development and area-based management are priority areas in the new EU policy statement). Stimulation of the local private sector

- Sustainable management of and access to natural resources (land, water and energy), impact of the degradation of natural resources on household and national food security

- Urban and peri-urban food security, landless food-insecure and income diversification through non-agricultural activities

- Nutrition and the neglected issue of “hidden hunger” (micronutrient deficiencies have an enormous impact on the lives of mothers and children in particular)

- Demographic, labour issues and migration

- Relations between key social issues and food security (safety nets, the HIV-AIDS pandemic, sanitation, the role of education in fostering food security, etc.)

- Gender equity, minorities and ethnic groups usually targeted as extreme poor and food-vulnerable.

Through its focus on innovation the Thematic Programme will:

- promote and complement actions of civil society stakeholders, who are leading players in developing effective aid which has the potential to link relief, rehabilitation and development;

- promote aid that builds on people’s coping capacities, their innovative solutions and supports methodological work and action aimed at reducing vulnerability;

- strengthen the capacity of the Community to engage in effective policy dialogue with developing partners and donors;

- allow policy-makers to research and plan for new food security challenges that might arise in the medium to long term;

- enhance the potential for replication and upscaling of innovations and their South-South dissemination.

4. B ENEFICIARIES

Being a key instrument to fulfilling food security objectives, the Programme aims to reduce food insecurity worldwide and therefore will concern a broad range of beneficiaries. All three components of the Programme will be designed and implemented with the ultimate aim of improving the livelihoods and food security of the rural and urban poor, especially among the most disadvantaged groups.

In this context, particularly in component 2, food security aid will target beneficiaries belonging to two broad disadvantaged groups: i) those who are not self-reliant and need temporary support (e.g. safety nets), and ii) those who need temporary support to graduate from absolute poverty and engage in productive activities. Priority will be broadly given to the following groups:

- Children under the age of 5: In 2005, despite abundant global food supplies, at least 150 million children under five were suffering from various forms of malnutrition. The results of childhood malnutrition leave a legacy of underweight children, stunted growth, susceptibility to infections, as well as other physical and cognitive disabilities.

- Communities with members suffering from HIV/AIDs or other chronic illnesses: HIV/AIDS and other illnesses such as malaria and tuberculosis inflict a heavy burden of care on families, thereby triggering food insecurity. There is often a household trade-off between food and health care provision, as households deplete a limited asset base and exhaust social networks of ‘kin and community’ to provide care. When the most productive worker dies a household often experiences a food gap.

- War-affected communities and Internally Displaced People: Aid must target war-affected populations and provide assistance to internally displaced populations, who are often the casualties in a protracted crisis. It must aim at food self-reliance of affected populations.

- Women: The prevalence of food insecurity particularly applies to women, who, despite their multiple roles as food producers, household managers, care givers and income generators, continue to be the most vulnerable to food insecurity. This prioritisation complements the support of programmes focusing on children under the age of five.

- Food-insecure pastoralists, small farmers and fisher folk: Aid must support these three groups, who are often the extremely poor and most dependent on a limited asset base.

Landless and farm labourers, urban ultra-poor : These categories are often neglected, but demographic pressure, combined with inadequate and inequitable economic growth, in both Asia and certain African regions, drives increasing numbers of poor out of agriculture.

The Programme will target a broad range of intermediate beneficiaries by way of capacity building, including staff from national and regional administrations, governmental and non-governmental institutions, and private sector institutions, etc.

5. IMPLEMENTING PARTNERS OF THE THEMATIC PROGRAMME

The Programme is intended to work with a range of different public and non-state actors, at global, national and local level. In particular, aid in situations of state failure will rely on local stakeholders’ assessments, priorities and own initiatives.

The EC is taking concrete steps to promote strategic partnerships with UN and multilateral agencies in areas which make coherent contributions to EC food security programmes. Strategic partnerships also support the work of the EC in policy dialogue in the international food security arena . Strategic partnerships provide a means of building upon the respective comparative advantages in specific areas, whilst also reinforcing the ‘added value’ of a consistent approach amongst donors. Recently, the Commission has signed memoranda of understanding with the FAO and WFP. Other UN agencies do relevant work in terms of food security, UNICEF, UNDP, WHO, IFAD, UNRWA, for example. The CGIAR group is a prime partner of the Commission as far as agricultural research is concerned.

The role of civil society organisations as Programme partners will be of primary importance in all components of the programme, as strategic allies in advocacy, as prime partners in the design and provision of aid in situations of transition and instability and as promoters of innovation. The programme will support the capacity of Northern and Southern NGOs to engage in policy dialogue on food security. The Programme will foster cooperation between NGOs and other non-state actors, and the private and public sector. The role of professional associations, trade unions and private institutions will be actively promoted.

Depending on the specific situations, public stakeholders could also be partners of the programme. Local authorities play an important role in fragile states and situations of post-crisis. Continental, regional and national institutions might be associated with global programmes for the delivery of global public goods, such as research and innovation. There could also be scope for involving public stakeholders in the promotion of innovative food security policies and strategies.

ANNEX II - PUBLIC CONSULTATION REPORT

In a spirit of consultation and dialogue, as enshrined in the Commission Communication COM(2002) 704, the drafting of the Food Security Thematic Programme involved the participation of both Commission departments and a wide range of stakeholders and civil society organisations .

Using an issues paper for the purposes of the consultation process was chosen in order to facilitate a truly participatory consultation process. First of all, the paper was prepared on the back of literature made available by specialised agencies in food security, informal discussions and a critical review by the Commission departments concerned. The issues paper was sent to 50 Delegations in countries where food insecurity prevails. It was circulated to policy departments of specialised agencies, such as IFPRI (CGIAR), FAO and WFP, as well as, informally, to EU Member States. The paper was published on the Europa website for general public information. It was also discussed at meetings with two NGO networks, the EU Food Security Group of CONCORD and the International Food Security Network, which facilitates the work of local NGOs in 12 food-insecure countries.

Feedback from the consultation, which was generally very positive on the pertinence and substance of the Thematic Programme, provided interesting material for the drafting of the Communication.

In particular, Delegations underlined the need to ensure flexibility and rapid procedures for the implementation of the Programme, together with greater coordination/synergy among the different cooperation instruments, be they geographical or thematic (other budget lines) and particularly relief.

Specialised agencies provided valuable inputs both on policy and methodological issues, according to their main areas of competence. FAO highlighted the importance of continued investment to develop capacities and food security information systems while applying a strategy combining short and long-term approaches. WFP focused on the second component of the Thematic Programme, situations of transition, and elaborated on the phasing-in/phasing-out of relief and the need for a good mix of assistance for long-term recovery and development, supporting community building and local authorities. IFPRI underlined the need for a broad approach to food security by investing in rural development and agriculture, without neglecting urban food security, particularly in capacities and technology.

EU Member States stressed the need for an integrated approach to food security as part of poverty reduction and pro-poor growth, and underlined the importance of good governance and decentralisation/local development. They emphasised the importance of not neglecting poor urban dwellers, the landless and the private sector as a partner.

Civil society organisations warned against procedures that might make the Programme rigid and slow to implement, while NGOs stressed the importance of their role not only as implementing partners, but particularly in advocacy and policy-making. The need for increased NGO/South-South and North-South cooperation was also highlighted. NGOs provided a number of concrete and interesting inputs for the future programming of the new thematic instrument.

[1] Cfr. la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo “Azioni esterne varate attraverso i programmi tematici nell’ambito delle future prospettive finanziarie 2007-2013” - COM(2005) 324, 3.8.2005.

[2] La sicurezza alimentare può essere definita come una condizione in cui tutti, in tutti i momenti hanno accesso, sul piano fisico ed economico, a una nutrizione sufficiente e sicura, in grado di soddisfare le loro esigenze e preferenze alimentare per una vita attiva e sana (dichiarazione di Roma sulla sicurezza alimentare mondiale e piano di azione del vertice alimentare mondiale. FAO, 1996.

[3] COM(2001) 153.

[4] Dati particolareggiati sulle priorità strategiche sono forniti all’allegato 1.

[5] Quali definiti dalla task force operativa internazionale sui beni pubblici globali. I beni pubblici internazionali riguardano questioni che: i) sono importanti per la comunità internazionale, ii) non possono, o non saranno, adeguatamente affrontate da singoli paesi che agiscono da soli, e quindi iii) sono affrontati collettivamente, su base multilaterale, dai paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo.

[6] Questo concetto comprende i partenariati difficili e le situazioni di crisi e post-crisi.

[7] As defined by the International Task Force on Global Public Goods: International public goods address issues that: i) are important to the international community, ii) cannot, or will not, be adequately addressed by individual countries acting alone, and therefore iii) are addressed collectively on a multilateral basis, by both developed and developing countries.

[8] This concept covers difficult partnerships and crisis/post-crisis situations.

[9] COM(2001) 153.

[10] Protracted crises can be defined as ‘situations in which large sections of the population face acute threats to life and livelihoods over an extended period, with the state and other governance institutions failing to provide adequate levels of protection or support’. The term has been applied most often where vulnerability is associated with violent conflict or political instability. Moreover, it has been linked to the impact of the HIV/Aids pandemic, which has a disastrous impact on economies already weakened by governance failure and periodic economic and natural shocks.

[11] An increasing number of emergencies are related to conflict and have come to be known as "complex emergencies". The Inter-Agency Standing Committee (IASC) defines a "complex" emergency as: "a humanitarian crisis in a country, region or society where there is a total or considerable breakdown of authority resulting from internal or external conflict and which requires an international response that goes beyond the mandate or capacity of any single agency and/or the ongoing UN country programme". (Source FAO (2004), FAO's Emergency Activities: Technical Handbook Series).