52005DC0474

Comunicazione della Commissione - Attuare il programma comunitario di Lisbona: un quadro politico per rafforzare l’industria manifatturiera dell’UE - verso un’impostazione più integrata della politica industriale {SEC(2005) 1215} {SEC(2005) 1216} {SEC(2005) 1217} /* COM/2005/0474 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 5.10.2005

COM(2005) 474 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE

Attuare il programma comunitario di Lisbona: un quadro politico per rafforzare l’industria manifatturiera dell’UE – verso un’impostazione più integrata della politica industriale {SEC(2005) 1215} {SEC(2005) 1216} {SEC(2005) 1217}

INDICE

1. La politica industriale dell’UE e il programma d’azione per la crescita e l’occupazione 3

2. L’importanza dell’industria manifatturiera dell’UE 4

3. Valutare la diversità delle sfide politiche nei vari settori 6

4. Verso uno schema di lavoro per la politica industriale 8

4.1. Iniziative politiche intersettoriali 8

4.2. Iniziative di settore 12

5. Conclusioni 13

COMUNICAZIONE SULL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA COMUNITARIO DI LISBONA: UN QUADRO POLITICO PER RAFFORZARE L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA DELL’UE – VERSO UN’IMPOSTAZIONE PIÙ INTEGRATA DELLA POLITICA INDUSTRIALE

LA POLITICA INDUSTRIALE DELL’UE E IL PROGRAMMA D’AZIONE PER LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE

Nel presentare il suo nuovo programma d’azione per la crescita e l’occupazione[1], la Commissione si è impegnata a concentrare sulla crescita e l’occupazione la rinnovata strategia di Lisbona. A questo scopo le priorità dell’UE sono state così definite:

- Rendere l’Europa più capace di attrarre investimenti e lavoro

- Fare della conoscenza e dell’innovazione il fulcro della crescita europea

- Elaborare politiche che consentano alle imprese di creare nuovi e migliori posti di lavoro

La presente comunicazione sulla politica industriale è stata annunciata nel quadro del programma comunitario di Lisbona[2] del luglio 2005 e costituisce un importante contributo alla realizzazione di tali obiettivi. La buona salute dell’industria manifatturiera è essenziale per la capacità di crescita dell’Europa. Essendo essa attualmente oggetto di profonde trasformazioni e di sfide rilevanti, le è indispensabile un contesto favorevole alle imprese per continuare a svilupparsi e a prosperare.

Il compito principale della politica industriale è quello di predisporre un quadro di condizioni favorevoli allo sviluppo e all’innovazione delle imprese, al fine di rendere l’UE più capace di attrarre investimenti industriali e nuovi posti di lavoro. È ovvio che sono essenzialmente le imprese del settore privato – e non il settore pubblico – a generare crescita economica. Spetta alle imprese sviluppare i propri prodotti e processi e migliorare le proprie competenze al fine di aprire nuovi mercati e scoprire nuove opportunità generate dallo sviluppo tecnologico e dalla mondializzazione. Nello sfruttamento di queste opportunità la responsabilità sociale delle imprese e lo sviluppo sostenibile svolgono un ruolo fondamentale.

Sul piano della politica industriale il ruolo delle autorità pubbliche consiste nell’agire solo quando è necessario, vale a dire quando alcuni tipi di fallimenti del mercato giustificano l’intervento pubblico, oppure al fine di promuovere trasformazioni strutturali. Queste possono richiedere l’adozione di misure di accompagnamento volte a ridurne i costi sociali, sulla base di un dialogo permanente con tutte le parti in causa. A questi scopi le autorità pubbliche possono ricorrere a strumenti di intervento quali una migliore disciplina regolamentare, il mercato unico, le politiche d’innovazione e di ricerca, le politiche sociali e dell’occupazione, etc. – che si rivolgono trasversalmente a tutta l’economia senza distinzioni tra settori o imprese – unitamente ad altre misure di accompagnamento intese ad agevolare la coesione sociale ed economica.

La Commissione intende difendere il carattere orizzontale della politica industriale ed evitare il ritorno a politiche interventistiche selettive. Gli strumenti d’intervento tuttavia non dovrebbero limitare il proprio campo d’azione a misure trasversali molto ampie. Per rendere efficace la politica industriale occorre tener conto del contesto specifico dei singoli settori. Occorre predisporre politiche su misura in base alle caratteristiche dei singoli settori e delle specifiche opportunità e sfide che devono affrontare. Di conseguenza, anche se tutte le politiche sono importanti, nell’UE attuale alcune politiche sono più importanti per alcuni settori che per altri.

La Commissione pertanto conferma i suoi precedenti impegni ad incentivare e favorire il processo d’innovazione e trasformazione industriale[3]. Occorre tuttavia una nuova impostazione di politica industriale, finalizzata ad una migliore definizione di politiche più pertinenti, integrate e consensuali.

La comunicazione sul programma d’azione per la crescita e l’occupazione ha rilevato in particolare che la politica industriale si basa su un partenariato tra l’UE e gli Stati membri[4]. A varie sfide industriali occorre rispondere a livello europeo, perché i singoli Stati membri non sono in grado di affrontare con azioni individuali questioni quali i principali casi di concorrenza, la disciplina del mercato unico o la coesione economica e sociale. Restano tuttavia agli Stati membri le competenze su molti aspetti delle politiche industriali, come sottolineano gli orientamenti per i programmi nazionali di riforma. La presente comunicazione approfondisce e completa il quadro per la politica industriale dell’UE concentrandosi sulla sua attuazione concreta nei singoli settori. L’ampiezza e la diversità delle sfide che i vari settori devono affrontare sono state quindi esaminate in modo particolareggiato, disgrazie ad un’indagine sistematica delle opportunità e delle sfide concernenti 27 distinti settori dell’industria manifatturiera e delle costruzioni dell’UE[5]. Su questa base è stato definito uno schema di lavoro per la politica industriale per i prossimi anni.

L’IMPORTANZA DELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA DELL’UE

Un settore industriale forte e vitale è fondamentale per sfruttare pienamente il potenziale di crescita dell’UE e per rafforzare e sostenere la funzione di guida dell’UE in campo economico e tecnologico.

- L’industria manifatturiera dell’UE è intrinsecamente importante – rappresenta circa un quinto della produzione dell’UE e occupa circa 34 milioni persone. Inoltre:

- Essa è fondamentale per trarre profitto dalla nuova economia della conoscenza – più dell’80% delle spese in R&S del settore privato dell’UE[6] riguarda l’industria manifatturiera.

- I prodotti nuovi ed innovativi dell’industria manifatturiera rappresentano circa i tre quarti delle esportazioni dell’UE.

- L’industria manifatturiera dell’UE è in larga parte costituita da PMI, che rappresentano più del 99% delle sue imprese e occupano il 58% dei suoi addetti.

- L’industria manifatturiera crea crescita e occupazione in tutta l’economia dell’UE: è strettamente interconnessa con il settore dei servizi, in quanto genera domanda di servizi alle imprese e fornisce gli input essenziali al settore dei servizi.

L’industria manifatturiera dell’UE è attualmente oggetto di una rivoluzione che genera nuove opportunità e sfide[7]. Stanno emergendo nuove tecnologie che permettono la rapida introduzione di nuovi prodotti e l’aumento della flessibilità nei processi produttivi. Al tempo stesso le imprese dell’UE devono affrontare una crescente internazionalizzazione dell’economia mondiale, dovuta al miglioramento dei trasporti, ai costi decrescenti delle comunicazioni, alla riduzione degli ostacoli agli scambi e agli investimenti e ad una concorrenza più aggressiva. Come sede di investimenti, di produzione e di spese in R&S l’UE deve pertanto affrontare una crescente competizione a livello internazionale.

L’industria manifatturiera dell’UE sta rispondendo positivamente a tali sfide. Il differenziale di crescita della produttività tra l’UE ed altre economie industriali, in particolare gli Stati Uniti, è in qualche misura un effetto della composizione industriale, dovuto alla minor quota di settori che producono TIC nell’industria manifatturiera dell’UE. In effetti la maggioranza dei singoli settori manifatturieri dell’UE ha avuto un buon rendimento rispetto a quello delle controparti di altre economie industriali. Tuttavia, a causa della sua struttura industriale, complessivamente l’economia dell’UE non è in posizione ideale per affrontare il processo di globalizzazione in atto. Mentre importanti settori manifatturieri dell’UE, come l’ingegneria meccanica, i prodotti chimici e gli autoveicoli, possiedono un notevole, reale vantaggio comparato e registrano consistenti eccedenze commerciali rispetto al resto del mondo, complessivamente gli scambi commerciali dell’UE si concentrano tuttora in settori caratterizzati da tecnologie medio-elevate e da competenze professionali medio-basse[8]. L’UE si trova così esposta alla concorrenza dei produttori delle economie emergenti, che stanno accrescendo l’intensità di competenze professionali delle proprie esportazioni e stanno recuperando sul piano dei fattori diversi dal prezzo che spesso sono alla base del vantaggio competitivo dell’UE sui mercati mondiali. Affinché l’Unione europea possa ottimizzare i guadagni derivanti dall’integrazione nell’economia mondiale di Cina, India e altri paesi in rapida crescita, sono indispensabili adattabilità e trasformazioni strutturali che consentano di conseguire una più solida situazione di vantaggio comparativo.

Negli ultimi anni i flussi degli investimenti esteri diretti dall’UE verso le economie asiatiche emergenti sono aumentati, anche se sul totale dei flussi la loro quota resta limitata[9]. Nella maggior parte dei settori manifatturieri dell’UE anche le delocalizzazioni internazionali di posti verso paesi a basso costo del lavoro sono state limitate, anche se a livello locale o di singolo settore possono aver avuto conseguenze alquanto negative, soprattutto sui lavoratori meno qualificati, che dovrebbero essere aiutati a superare gli effetti delle ristrutturazioni industriali.

Si assiste anche ad una crescente concorrenza internazionale in materia di spese in R&S. I cambiamenti nei mercati globali, unitamente a fattori quali le risorse umane, la qualità dei sistemi locali di ricerca e innovazione e la presenza di distretti o poli di eccellenza, svolgono un ruolo sempre più importante nel determinare la destinazione delle spese in R&S. Vi sono indicazioni percui l’UE non è sufficientemente competitiva. Gli Stati Uniti ed il Giappone riescono ad attirare più spese internazionali in R&S rispetto all’UE, mentre paesi come Cina e India stanno diventando importanti destinazioni di nuovi investimenti in R&S. Anche gli USA hanno superato l’UE nell’attirare ricercatori e personale altamente qualificato. Si tratta di tendenze che suscitano notevoli preoccupazioni, in quanto causano all’UE perdite di investimenti in R&S e di ricercatori.

Complessivamente, mentre nel recente passato il rendimento dei diversi settori manifatturieri è stato positivo, restano importanti sfide da affrontare. In particolare è essenziale promuovere condizioni che garantiscano un aumento dell’adattabilità e delle trasformazioni strutturali, al fine di garantire la competitività dell’industria manifatturiera europea, soprattutto a fronte della forte concorrenza della Cina e delle economie asiatiche emergenti.

La sfida che l’industria europea e i suoi diversi settori devono affrontare consiste nel mantenere e migliorare ancora in futuro il proprio rendimento a fronte di ulteriori progressi tecnologici e dell’incessante internazionalizzazione. Per i responsabili politici la sfida consiste nel dare una risposta chiara e coerente per il tramite di miglioramenti sostanziali delle condizioni quadro e deil contesto generale in cui opera l’industria europea.

VALUTARE LA DIVERSITÀ DELLE SFIDE POLITICHE NEI VARI SETTORI

Per fare leva sugli attuali punti di forza dell’industria europea la Commissione ha quindi intrapreso un’indagine dettagliata della competitività di 27 distinti settori dell’industria manifatturiera e delle costruzioni[10], anche con contributi delle parti in causa e degli Stati membri. L’indagine mirava a stabilire in che misura il loro rendimento sia o possa essere influenzato dagli strumenti di politica industriale. Sono state sottoposte ad esame le politiche particolarmente importanti per la crescita della produttività settoriale e per la competitività internazionale:

• assicurare un mercato unico aperto e competitivo, ivi inclusa la concorrenza

• conoscenza (ricerca, innovazione e competenze)

• migliore regolamentazione

• assicurare sinergie tra le politiche della competitività, dell’energia e dell’ambiente

• assicurare una piena ed equa partecipazione ai mercati globali

• promuovere la coesione sociale ed economica

Per mezzo dell’indagine sono state sistematicamente individuate per ciascuno dei settori le sfide più importanti relative alle politiche e alla competitività, sia in termini quantitativi che qualitativi, come riassunto nell’allegato 1[11].

Sulla base dell’indagine i diversi settori sono stati raggruppati in quattro grandi categorie: scienze dell’alimentazione e della vita, macchinari e sistemi, moda e design, e prodotti di base e intermedi[12]. Ciascuna di queste grandi categorie industriali è caratterizzata da un gruppo specifico di sfide.

Industria delle scienze dell’alimentazione e della vita

Queste industrie (ad esempio alimentari e bevande, prodotti farmaceutici, biotecnologie) rappresentano un quinto del valore aggiunto delle attività manifatturiere dell’UE e sono caratterizzate da tassi di crescita medio-alti. Le principali sfide che devono affrontare riguardano la conoscenza e una migliore regolamentazione. Trattandosi d’industrie altamente innovative, nel campo della conoscenza devono affrontare problemi cruciali di R&S, di tutela dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) e di finanziamento dell’innovazione per PMI altamente innovative. Queste industrie fanno anche affidamento sul costante adattamento e aggiornamento della normativa per andare di pari passo con il progresso tecnologico, garantendo nel contempo salute e sicurezza. La convergenza internazionale delle normative è quindi un problema per molti settori. Le sfide chiavi per settori specifici includono l’esigenza di un maggiore progresso nella realizzazione di un mercato unico pienamente concorrenziale per i prodotti farmaceutici, nonché i problemi ambientali e di accesso al mercato per alimentari e bevande, prodotti farmaceutici e cosmetici.

Industria dei macchinari e dei sistemi

Queste industrie (ad esempio TIC, ingegneria meccanica, etc.) rappresentano circa un terzo del valore aggiunto dell’industria manifatturiera dell’UE e sono caratterizzate da tassi di crescita medio-alti, con quote elevate di spesa in R&S. Per questi settori le sfide riguardano soprattutto l’innovazione, la tutela della proprietà intellettuale e la disponibilità di personale altamente qualificato. Per molte di queste industrie il mercato unico dipende da norme tecniche che devono essere continuamente aggiornate. Un migliore accesso ai mercati internazionali è inoltre fondamentale per alcuni settori, in particolare le TIC, l’ingegneria meccanica e elettrotecnica e gli autoveicoli. Il settore dei trasporti deve anche affrontare varie sfide ambientali, in particolare la necessità di migliorare costantemente il rendimento ambientale degli autoveicoli, aeroplani e navi.

Industrie della moda e del design

Queste industrie (ad esempio tessili e calzature), che costituiscono appena l’8% del valore aggiunto dell’industria manifatturiera, negli ultimi anni hanno registrato un aumento minimo o una diminuzione della crescita e spese in R&S piuttosto contenute. La loro sfida prioritaria consiste nel riuscire ad adeguarsi strutturalmente. Progressi riguardanti l’innovazione, la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e le competenze sono essenziali per riuscire a continuare a migliorare la qualità e la diversificazione della loro produzione. Esigenza politica fondamentale di queste industrie è migliorare l’accesso a mercati mondiali attualmente molto protetti.

Industrie dei prodotti di base e intermedi

Queste industrie (ad esempio prodotti chimici, acciaio, cellulosa e carta) rappresentano circa il 40% del valore aggiunto dell’industria manifatturiera dell’UE. Poiché forniscono input essenziali a tutte le altre industrie dell’UE, possono essere un’importante fonte d’innovazione per altri settori. Hanno fatto registrare tassi di crescita medio-bassi, fatta eccezione per i settori ad alto rendimento della chimica e della gomma. Trattandosi di industrie ad elevato consumo di energia, devono affrontare soprattutto sfide riguardanti l’energia e l’ambiente. Sfide rilevanti per settori specifici includono la normativa REACH per i prodotti chimici e i problemi di semplificazione legislativa per le costruzioni. L’adeguamento strutturale è un problema importante per i settori della ceramica, della stampa e dell’acciaio.

VERSO UNO SCHEMA DI LAVORO PER LA POLITICA INDUSTRIALE

Lo schema di lavoro qui presentato comporta una nuova impostazione di politica industriale, finalizzata ad una migliore definizione di politiche più pertinenti, integrate e consensuali. Partendo dall’indagine sulle politiche orizzontali – in termini di effetti concreti per gli specifici settori industriali – questa impostazione consente di individuare le politiche più incisive per ciascun settore. Connettendo in un’unica iniziativa varie dimensioni politiche d’importanza fondamentale per l’industria, essa garantisce maggiore coerenza e integrazione tra le politiche ed una spinta più accentuata alla competitività. Essa cerca infine di ottenere un maggiore consenso attraverso il coinvolgimento delle parti in causa e degli Stati membri fin dalle prime fasi di elaborazione della politica. Le parti sociali europee sono invitate a contribuire a questo processo a livello sia orizzontale che di settore.

Lo schema di lavoro si concentra su una serie di iniziative nuove volte a favorire la competitività di vari settori e non è pertanto completo. Nel quadro del nuovo programma comunitario di Lisbona sono state avviate numerose altre azioni e iniziative politiche destinate ad incidere tanto sull’industria in generale che sui settori.

Iniziative politiche intersettoriali

La presente comunicazione annuncia sette grandi iniziative politiche intersettoriali volte ad affrontare le sfide comuni che interessano gruppi di industrie diverse e a rafforzare le sinergie tra i diversi ambiti d’intervento, avendo come obiettivo la competitività.

Iniziativa in materia di diritti di proprietà intellettuale e contraffazione (2006)

I diritti di proprietà intellettuale (DPI) sono di fondamentale importanza per la competitività di molti settori industriali. Mentre in aree essenziali è stata già attuata l’armonizzazione, si può fare di più per garantire che il quadro normativo corrisponda alle esigenze dell’industria in un periodo di rapido sviluppo tecnologico e di trasformazioni sociali. Alle imprese e ai loro clienti occorrono DPI che stimolino l’innovazione, garantiscano un contesto stabile per le decisioni d’investimento e incentivino lo sviluppo di nuovi modelli operativi efficienti. Il dibattito provocato dalla proposta di direttiva sulla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici ha dimostrato la difficoltà di definire norme sui DPI che bilancino le esigenze di tutte le parti in causa. Pertanto nel 2006 la Commissione avvierà un dialogo con l'industria e le altre parti interessate per stabilire che cosa si possa utilmente fare per garantire all'industria europea un solido quadro di DPI. Inoltre un adeguato rafforzamento dei DPI nel mercato interno e nei paesi terzi è estremamente importante per combattere la contraffazione e la pirateria presenti in vari settori. Le violazioni dei DPI possono porre a rischio attività economiche legittime, minacciare l’innovazione e talvolta creare problemi di sicurezza e sanità pubblica. Molte imprese, soprattutto PMI, non sono ancora consapevoli del proprio diritto di ottenere un’adeguata protezione della proprietà intellettuale, mentre la contraffazione continua ad essere un grave problema in numerosi settori economici. Tenendo conto degli strumenti e delle misure anticontraffazione e antipirateria in vigore e programmati, compresi quelli relativi all’esecuzione forzata [13] e alle dogane, la Commissione esaminerà i progressi compiuti nel campo dei DPI, con particolare attenzione alla competitività, e nel 2006 formulerà proposte al fine di migliorare la situazione.

Gruppo ad alto livello sulla competitività, l’energia e l’ambiente (fine 2005)

Le politiche della competitività, dell’energia e dell’ambiente sono strettamente interconnesse e incidono in modo significativo soprattutto su molte industrie dei prodotti di base e intermedi. Considerata l’esigenza di coerenza tra iniziative politiche e legislative in questi campi e al fine di sfruttare pienamente le loro sinergie, è essenziale un più stretto coordinamento e lo sviluppo di un’impostazione integrata. A questo scopo verrà istituito un gruppo ad alto livello sulla competitività, l’energia e l’ambiente, che opererà come piattaforma consultiva coinvolgendo i commissari responsabili di imprese e industria, concorrenza, energia e ambiente nonché tutte le parti in causa. Esso avrà il compito di esaminare i collegamenti tra le normative in materia di industria, energia e ambiente e di garantire la coerenza delle singole iniziative, migliorandone nel contempo la sostenibilità e la competitività. Per raggiungere questo obiettivo, occorre la partecipazione equilibrata di tutte le parti in causa, finalizzata a creare un quadro normativo stabile e affidabile in cui competitività, energia e ambiente vadano di pari passo. I temi da affrontare dovrebbero comprendere: (i) l’attuazione concreta dei principi di migliore regolamentazione; (ii) il cambiamento climatico, in particolare l’interazione tra il sistema per lo scambio di emissioni e le iniziative di promozione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili; (iii) il funzionamento dei mercati dell’energia, in particolare del mercato dell’elettricità; (iv) l’attuazione della strategia tematica sulla prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti, e la relativa normativa; (v) una maggiore efficienza nell’uso delle risorse e l’adozione di tecnologie ambientali o altrimenti innovative.

Aspetti esterni della competitività e accesso ai mercati (primavera 2006)

L’accesso ai mercati internazionali è un problema prioritario per la maggior parte dei settori. La Commissione sta attualmente lavorando ad un’eventuale comunicazione sulla revisione della strategia di accesso ai mercati, al fine di modificare la strategia e gli strumenti esistenti per concentrarsi sui settori e mercati che offrono i maggiori guadagni potenziali. Gli obiettivi di accesso ai mercati verranno costantemente considerati prioritari, con un uso più efficace del regolamento sugli ostacoli agli scambi. In collaborazione con le parti in causa verrà elaborata ed attuata una strategia dettagliata per eliminare gli ostacoli nei settori e paesi prescelti. Uno specifico piano d’azione per l’accesso ai mercati è già stato adottato per i tessili ed esteso ai prodotti di cuoio ed alle calzature. La Commissione intende altresì avviare un ampio processo di riflessione e di discussione sugli aspetti esterni della competitività dell’UE mediante un’ulteriore comunicazione che riguarderà tra l’altro i problemi connessi ai diritti di proprietà intellettuale, alle questioni normative, agli investimenti ed agli appalti pubblici; verrà considerata in particolare l’eventualità di uno “strumento per gli appalti esterni” per incentivare i paesi terzi a negoziare l’apertura dei loro mercati degli appalti pubblici su basi di reciprocità.

Nuovo programma di semplificazione legislativa (ottobre 2005)

Il miglioramento della normativa a vari livelli costituisce una sfida prioritaria per vari settori, tra i quali le costruzioni, gli autoveicoli, le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e le industrie delle scienze dell’alimentazione e della vita. Le normative in materia di rifiuti sono inoltre state riconosciute come importanti per un’ampia serie di settori, in particolare per le PMI. La Commissione ha già dichiarato[14] che intende rilanciare la propria attività di semplificazione della legislazione in vigore. Dopo aver consultato le parti in causa, in ottobre è prevista la pubblicazione di una comunicazione per un Programma di lavoro di semplificazione comprendente le tre priorità individuate a questo scopo: il settore automobilistico, il settore delle costruzioni e la normativa sui rifiuti. In effetti il gruppo ad alto livello CARS21 ha iniziato ad analizzare la legislazione in vigore al fine di completare l’esame entro la fine del 2005.

Migliorare le competenze settoriali (2006)

La carenza di competenze è stata individuata come una delle sfide prioritarie per un’ampia gamma di settori, comprendenti le TIC, la meccanica, il tessile, il cuoio e varie altre industrie dei prodotti di base e intermedi. Sembra inoltre che in alcuni casi la delocalizzazione dell’attività industriale sia dovuta più a carenze di competenze che non a fattori di costo. La Commissione ha già iniziato ad affrontare i problemi della carenza di competenze per mezzo di varie politiche, quali il programma di lavoro “Istruzione e formazione 2010”, comprendente il quadro europeo delle qualifiche (QEQ) che servirà da riferimento comune per i sistemi europei di istruzione e formazione, agevolando la trasparenza, la circolazione e il riconoscimento delle qualifiche con particolare attenzione al livello settoriale[15]. Per completare le iniziative in corso si propone di valutare le caratteristiche dei problemi di competenze concernenti determinati settori. Le valutazioni dovrebbero includere l’ individuazione degli attuali fabbisogni settoriali in materia di competenze e delle relative carenze , e dovrebbero esaminare i probabili andamenti tendenziali delle competenze relative a settori, inclusi, per quanto possibile, gli effetti sulle PMI. Partendo dal lavoro che sta svolgendo il Cedefop, questa base di informazioni dovrebbe consentire di articolare futuri iniziative politiche di tipo specifico, tenendo conto delle esigenze settoriali in materia di competitività.

Gestire le trasformazioni strutturali nell’industria manifatturiera (fine 2005)

Perseguire l’adeguamento strutturale spetta in primo luogo al settore privato. L’UE tuttavia dispone di strumenti utili per anticipare ed accompagnare le trasformazioni, come riconosce la recente comunicazione sugli effetti delle ristrutturazioni sull’occupazione[16]. È essenziale che a livello di UE le iniziative industriali siano totalmente integrate con l’uso dei fondi strutturali e con gli strumenti politici dei singoli Stati membri. Grazie al processo di indagine i seguenti settori sono stati individuati come interessati dal problema di un potenziale adeguamento strutturale: tessili, cuoio, mobili, calzature, ceramica, stampa, autoveicoli, cantieristica, acciaio e parti delle industrie alimentari. La Commissione s’impegna a garantire che i nuovi programmi dei fondi strutturali prevedano una migliore capacità di anticipazione e di gestione positiva delle ristrutturazioni economiche. Conformemente alle linee guida della strategia comunitaria per la coesione 2007-2013, occorre che i nuovi programmi dei fondi strutturali sostengano gli interventi volti a modernizzare il mercato del lavoro e ad anticipare mutamenti graduali in tutta l’Unione in settori interessati dalla problematica dell’adeguamento strutturale; occorrono contestualmente misure concrete per consolidare la prosperità economica delle regioni[17]. Inoltre la Commissione esaminerà ulteriormente la questione del rafforzamento della cooperazione tra le regioni che devono affrontare sfide e problemi analoghi.

Impostazione europea integrata della ricerca e innovazione industriale (2005)

L’imminente comunicazione sulla ricerca e l’innovazione[18] definirà una nuova impostazione integrata delle politiche e azioni a sostegno della ricerca e dell’innovazione, comprendente varie iniziative alquanto significative per i settori industriali. La recente comunicazione sugli aiuti di Stato per l’innovazione propone di agevolare la concessione di aiuti di Stato intesi a fronteggiare i fallimenti del mercato che ostacolano l’innovazione. Nel quadro della verifica della comunicazione sulla ricerca e l’innovazione, nel 2006 verrà istituito un sistema europeo di osservazione della ricerca e innovazione industriale per presentare un quadro e un’analisi consolidati delle tendenze significative per la ricerca e l’innovazione industriale e per fornire un canale alle opinioni delle parti in causa. Sarà in tal modo garantita la disponibilità di dati e informazioni relative alle attività ed alle politiche industriali, che serviranno ad anticipare le opportunità e gli ostacoli all’aumento degli investimenti in ricerca e innovazione ed alla commercializzazione di nuove tecnologie in Europa. Un gruppo ad alto livello delle parti in causa – comprendente rappresentanti dei responsabili delle politiche – verrà costituito per fornire orientamenti e informazioni sulla specificità e la rilevanza di questa attività a favore della competitività.

Le piattaforme tecnologiche europee[19] – già confermatesi come un importante processo volontario dal basso verso l’alto per mettere a punto strategie politiche e industriali in campi tecnologici prioritari ben definiti per mezzo dei loro “programmi strategici di ricerca” – contribuiranno ad accrescere gli investimenti industriali in ricerca e innovazione e la capacità europea di commercializzare nuove tecnologie.

Iniziative di settore

Oltre alle iniziative intersettoriali, varie nuove iniziative politiche di settore sono state individuate sulla base delle loro caratteristiche o particolare rilevanza. Esse assumono un’ampia varietà di forme. Alcune prevedono nuovi gruppi ad alto livello o forum politici, sulla scorta di esempi di successo come G10 farmaci, LeaderSHIP 2015, e CARS21, che in futuro continueranno a fornire importanti contributi. Ogni qual volta viene proposta una nuova iniziativa di settore, occorre essere molto attenti a garantirne la coerenza con altre iniziative, soprattutto quelle recenti riguardanti le piattaforme tecnologiche, i panel per l’innovazione di settore e le iniziative di collegamento in rete nel quadro dell’iniziativa europea INNOVA e dell’iniziativa i2010 su una società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione. Un elenco completo delle iniziative intersettoriali e di settore, nuove e in corso, per tutti i diversi settori è riportato in sintesi all’allegato 2. Esso comprende azioni politiche, normative o tecniche, secondo la natura del problema.

La Commissione si propone di promuovere le seguenti nuove iniziative:

- Forum farmaceutico (prima riunione nel 2006)

La supervisione della strategia farmaceutica sarà affidata ad un Forum farmaceutico annuale composto da rappresentanti degli Stati membri (a livello ministeriale), rappresentanti ad alto livello dell’industria ed altre preminenti parti in causa, come i pazienti ed il personale sanitario. Per affrontare la frammentazione del mercato farmaceutico europeo, il lavoro si concentrerà su tematiche di R&S e questioni regolamentari a livello di Stato membro, quali i problemi cruciali concernenti la fissazione dei prezzi e l’efficacia relativa.

- Revisione intermedia della strategia per le scienze della vita e le biotecnologie (2006-2007)

Nel 2006-2007 la strategia per le scienze della vita e le biotecnologie sarà oggetto di una revisione intermedia, che comporterà una stretta collaborazione con l’industria tramite il gruppo consultivo sulla competitività nelle biotecnologie, nonché un dialogo triangolare di periodicità annuale con l’industria e gli Stati membri al fine di contribuire a individuare problemi, a proporre priorità ed a formulare raccomandazioni d’intervento.

- Nuovi gruppi ad alto livello sull’industria chimica (2007) e l’industria della difesa

Dopo la prevista adozione di REACH (il nuovo quadro regolamentare per la chimica) nel 2007, si propone di istituire un gruppo ad alto livello per esaminare le modalità di rafforzamento della competitività dell’industria chimica. Un altro gruppo ad alto livello sarà istituito per l’industria della difesa, con il compito di esaminare questioni quali la circolazione dei prodotti per la difesa, gli appalti e la standardizzazione nel settore.

- Programma spaziale europeo

Il programma spaziale europeo costituirà la base programmatica comune, completa e flessibile delle attività dell’Agenzia spaziale europea, dell’UE e dei loro rispettivi Stati membri. Si sta anche lavorando ad una comunicazione sul Monitoraggio globale dell’ambiente e della sicurezza (Global Monitoring for Environment and Security: GMES) che indichi le modalità per realizzare servizi operativi entro il 2008.

- Taskforce sulla competitività nelle TIC (2005/2006)

Per garantire che le politiche pubbliche creino un ambiente propizio alla competitività in un settore TIC in piena evoluzione, verrà costituita una taskforce con i rappresentanti delle parti in causa. In aggiunta alle iniziative che la Commissione sta assumendo nel quadro di i2010[20], essa individuerà i principali ostacoli alla competitività e le possibili risposte politiche, ad esempio in termini di migliore regolamentazione, di competenze, di DIP e di standardizzazione. La taskforce consentirà anche un dialogo strutturato che contribuirà a mobilitare il settore e ad attirare l’attenzione degli Stati membri sugli ostacoli alla competitività nella produzione manifatturiera di TIC in Europa, nonché sugli ostacoli ad un’ampia ed efficace adozione delle stesse.

- Dialogo sulle politiche per l’ingegneria meccanica (2005/2006)

Il dialogo sulle politiche per l’ingegneria meccanica analizzerà i futuri punti di forza e di debolezza del settore e anticiperà come affrontare a lungo termine gli eventuali punti di debolezza.

- Vari studi sulla competitività, comprendenti anche i settori delle TIC, dell’alimentazione, della moda e del design

Questi studi analizzeranno l’andamento tendenziale della competitività dei settori in questione al fine di formulare, ove necessario, nuove proposte di politiche e azioni concrete.

CONCLUSIONI

La presente comunicazione definisce uno schema di lavoro per i prossimi anni per la politica industriale nelle industrie manifatturiere. In tal modo la Commissione rispetta l’impegno assunto nel programma d’azione per la crescita e l’occupazione di contribuire a consolidare la base industriale. Per raggiungere tale obiettivo essa attuerà le azioni necessarie a migliorare le condizioni quadro nell’industria manifatturiera e a garantire la coerenza tra i vari settori d’intervento. Le iniziative orizzontali e di settore qui delineate sono intese a completare il lavoro a livello di Stati membri al fine di contribuire ad affrontare le sfide prioritarie che i diversi settori dell’industria manifatturiera devono affrontare. In base alle necessità, questa impostazione dovrà essere ampliata mediante nuove analisi e proposte di politiche e azioni concrete. Ad una revisione intermedia dello schema di lavoro sarà dedicata una comunicazione prevista per il 2007, che riferirà sullo stato di avanzamento del programma di lavoro presentato in precedenza e prenderà in considerazione l’eventuale inclusione di altri punti focali dell’economia, come ad esempio le tecnologie ambientali.

[pic]

ANNEX 2

[pic]

[pic]

Le azioni di settore comprendono solo azioni e studi direttamente connessi a sfide chiaramente individuate, salvo che queste non siano affrontate mediante azioni orizzontali. L’impostazione europea integrata di ricerca e innovazione industriale per le sue proprie caratteristiche si applica in generale a tutti i settori.

[1] “Lavorare insieme per la crescita e l’occupazione – Il rilancio della strategia di Lisbona” COM(2005) 24.

[2] “Azioni comuni per la crescita e l’occupazione – Il programma comunitario di Lisbona” COM(2005) 330.

[3] Si vedano “La politica industriale in un’Europa allargata” COM(2002) 714 e “Accompagnare le trasformazioni strutturali: una politica industriale per l’Europa allargata” COM(2004) 274.

[4] Articolo 157 del trattato che istituisce la Comunità europea.

[5] Si veda il documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC(2005) 1216. Le sfide che i servizi connessi alle imprese devono affrontare sono descritte nella comunicazione su “La concorrenzialità dei servizi connessi alle imprese ed il loro contributo al rendimento delle imprese europee”, COM(2003) 747, che ha anche annunciato un piano d’azione per i servizi connessi alle imprese.

[6] Fonti: Statistiche sulle imprese di Eurostat.

[7] Si veda anche la prossima relazione annuale sull’economia dell’UE che analizza i fattori che incidono sulla competitività dell’economia dell’UE nel suo complesso.

[8] Si veda la parte VI degli indicatori settoriali di competitività dell’UE 2005, DG Imprese e Industria.

[9] Eurostat “Investimenti esteri diretti dell’UE nel 2003” Statistics in Focus, 20/2005.

[10] Poiché sui nuovi Stati membri sono disponibili solo pochi dati di settore, l’indagine va considerata come preliminare. I dati mancanti vengono attualmente elaborati e analizzati dalla Commissione, che li integrerà nelle iniziative politiche in corso.

[11] Tra le numerose sfide politiche rilevanti riportate dalle tabelle le croci contrassegnano le caselle la cui sfida politica è ritenuta della massima priorità per ciascun settore. L’assenza di una croce quindi non significa che la sfida non è rilevante per il settore, ma che non è ritenuta della massima priorità. Ulteriori particolari su questi ed altri temi sono riportati nei documenti di lavoro dei servizi della Commissione allegati.

[12] Per una sintesi della classificazione si veda la tabella all’allegato I. Una classificazione simile ma non identica è stata utilizzata in “Industry Memorandum: Heart for Industry” del Ministero degli affari economici dei Paesi Bassi (ottobre 2004). Essa si basava sulle sfide industriali comuni e sulle affinità in caratteristiche quali prodotti, processi, etc.

[13] Compresa la proposta di direttiva della Commissione relativa alle “Disposizioni di diritto penale dell’UE per lottare contro le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale”, luglio 2005.

[14] Nella comunicazione “Una migliore regolamentazione per la crescita e l’occupazione”.

[15] “Programma di lavoro sugli obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione” adottato dal Consiglio e dalla Commissione il 14 febbraio 2002; si veda anche il “Piano d’azione della Commissione per le competenze e la mobilità” COM(2002) 72.

[16] Comunicazione “Ristrutturazioni e occupazione” COM(2005) 120.

[17] “Politica di coesione a sostegno della crescita e dell’occupazione: linee guida della strategia comunitaria per il periodo 2007-2013”, COM(2005) 299, 5 luglio 2005.

[18] “Più ricerca e innovazione: investire in crescita e occupazione – un'impostazione comune” COM(2005) imminente.

[19] Relazione al Consiglio europeo sulle piattaforme tecnologiche europee e le iniziative tecnologiche comuni: promuovere il partenariato pubblico-privato in R&S per accrescere la competitività industriale dell’Europa. SEC(2005)800 del 10 giugno 2005.

[20] “i2010 – Una società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione” COM(2005) 229, giugno 2005.