52005DC0231

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Le finanze pubbliche nell'UEM – 2005 {SEC(2005) 723} /* COM/2005/0231 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 1.6.2005

COM(2005) 231 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Le finanze pubbliche nell'UEM – 2005 {SEC(2005) 723}

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Le finanze pubbliche nel l'UEM – 2005

La presente comunicazione trae i principali messaggi politici dalla relazione 2005 sulle finanze pubbliche nell'UEM predisposta dai servizi della Commissione[1]. La relazione, che viene pubblicata annualmente dal 2000, presenta una panoramica dell'andamento recente dei conti pubblici nell'UE, delinea l'evoluzione della sorveglianza di bilancio dell'UE e analizza le questioni di politica di bilancio rilevanti per il dibattito politico a livello dell'UE.

In alcuni paesi persistono ampi squilibri di bilancio…

Dopo il deterioramento registrato per tre anni consecutivi, in larga misura dovuto al rallentamento dell'economia, nel 2004 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche nell'area dell'euro è migliorato in misura marginale (passando dal 2,8% del PIL nel 2003 al 2,7% nel 2004). Il disavanzo dell'UE a 25 è anch'esso diminuito (dal 2,9 al 2,6% del PIL), per lo più a seguito della consistente riduzione del disavanzo registrata in alcuni degli Stati membri di recente adesione. Secondo le previsioni di primavera 2005 dei servizi della Commissione, nell'ipotesi di politiche invariate i disavanzi dell'area dell'euro e dell'UE dovrebbero mantenersi più o meno stabili nel 2005 e nel 2006. Al contrario, il rapporto debito/PIL dovrebbe aumentare sia nell'area dell'euro che nell'insieme dell'UE, raggiungendo rispettivamente il 71,9% e il 64,2% del PIL nel 2006. Le cifre aggregate del disavanzo nascondono sostanziali differenze tra i paesi. Nel 2004 sei paesi dell'UE, tra cui tre paesi dell'area dell'euro, hanno registrato posizioni di bilancio in pareggio o positive. Quattro Stati membri dell'area dell'euro (Grecia, Germania, Francia e Italia) e sette paesi non appartenenti all'area dell'euro (Repubblica ceca, Cipro, Ungheria, Malta, Polonia, Slovacchia e Regno Unito) presentavano invece un disavanzo superiore al valore di riferimento del 3% del PIL. Nel 2005 o nel 2006 il disavanzo dovrebbe ridursi in alcuni dei paesi attualmente oggetto della procedura per i disavanzi eccessivi (Germania, Francia, Cipro, Malta); a politiche invariate, l'Italia e il Portogallo dovrebbero invece registrare un disavanzo superiore al 3% del PIL nel 2005.

…che hanno reso necessari ulteriori provvedimenti nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi

A partire dall'estate del 2004 sono state avviate procedure per i disavanzi eccessivi nei confronti di dieci paesi dell'UE. Nel dicembre 2004 la Commissione e il Consiglio hanno chiarito le loro posizioni in merito alla procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti della Germania e della Francia, dopo la decisione della Corte di giustizia del luglio 2004. Dato che entrambi i paesi avevano adottato provvedimenti che potevano plausibilmente consentire di correggere il disavanzo eccessivo nel 2005, è stato deciso che in quella fase non fossero necessari altri provvedimenti nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi. Per quanto riguarda i Paesi Bassi, oggetto anch'essi di una procedura per i disavanzi eccessivi, nell'ottobre 2004 il Consiglio ha concluso che il governo olandese aveva dato seguito effettivo alle raccomandazioni. Tenuto conto dei dati di bilancio trasmessi nel marzo 2005 che indicavano che il disavanzo dei Paesi Bassi era sceso al 2,5% del PIL nel 2004, il 18 maggio 2005 la Commissione ha proposto di revocare la decisione sull'esistenza di un disavanzo eccessivo. Per quanto riguarda la Repubblica ceca, l'Ungheria, Malta, la Polonia e la Slovacchia, dopo la loro adesione all'UE il Consiglio ha adottato una decisione con la quale constatava l'esistenza di disavanzi eccessivi in ognuno di questi paesi, formulando di conseguenza raccomandazioni ai sensi dell'articolo 104, paragrafo 7, del trattato. Nel febbraio 2005 un'ulteriore raccomandazione è stata indirizzata all'Ungheria che, diversamente dagli altri cinque nuovi Stati membri, non aveva dato seguito effettivo alla prima raccomandazione.

Nel febbraio 2005 il Consiglio ha deciso, per la prima volta, di ricorrere all'intimazione prevista dall'articolo 104, paragrafo 9, l'ultima fase della procedura prima delle sanzioni. L'intimazione, indirizzata alla Grecia, prorogava di un anno, ossia al 2006, il termine per la correzione del disavanzo eccessivo, in ragione di sostanziali revisioni dei dati del disavanzo. Al momento della comunicazione dei dati nel settembre 2004 e nel marzo 2005, i dati di bilancio della Grecia sono stati sottoposti ad una revisione di un'entità senza precedenti: il rapporto disavanzo/PIL è stato rivisto al rialzo per tutti gli anni precedenti fino al risalire al 1997, e il disavanzo per il 2003 e per il 2004 è balzato rispettivamente al 5,2% e al 6,1% del PIL.

La revisione di entità eccezionale dei conti pubblici della Grecia è intervenuta in un momento in cui il miglioramento della governance statistica in materia di bilancio stava acquistando sempre maggiore rilevanza. Il Consiglio ha chiesto alla Commissione di migliorare il controllo della qualità dei dati di bilancio comunicati e di presentare proposte per rafforzare la governance statistica dell'UE. Nella comunicazione della Commissione del dicembre 2004 dal titolo "Verso una strategia europea di governance delle statistiche di bilancio", la Commissione ha definito tre linee di intervento in materia: i) consolidamento del quadro legislativo, ii) sviluppo delle capacità operative della Commissione, e iii) definizione di norme europee sull'indipendenza degli istituti di statistica. La Commissione ha anche preso misure per dare attuazione alle tre linee di intervento. Il 2 marzo 2005 ha adottato una proposta di modifica del regolamento (CE) n. 3605/93 del Consiglio che disciplina la trasmissione dei dati di bilancio, al fine di migliorare la qualità dei dati statistici utilizzati nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi. Il 25 maggio 2005 la Commissione ha inoltre adottato una comunicazione che include una raccomandazione agli Stati membri sulle norme a livello dell'UE relative agli istituti nazionali di statistica, tra cui i principi di indipendenza professionale, di riservatezza, di attendibilità e tempestività dei dati e di adeguatezza delle risorse a disposizione degli istituti di statistica.

Un buon quadro di bilancio, che andava però migliorato: la riforma del 2005 del patto di stabilità e crescita

Al quadro di bilancio dell'UE si devono gli importanti progressi realizzati nel corso dell'ultimo decennio: ha permesso di riportare sotto controllo i disavanzi molto elevati registrati agli inizi degli anni Novanta e ha consentito ad alcuni Stati membri di conseguire consistenti avanzi di bilancio. Tuttavia, con gli anni è emersa l'esigenza di riesaminare alcune delle sue componenti al fine di rafforzarne l'efficacia.

Il processo di revisione che ha portato alla riforma del 2005 del patto di stabilità e crescita è stato avviato dalla Commissione con la comunicazione dal titolo "Rafforzare la governance economica e chiarire l'implementazione del Patto di Stabilità e di Crescita"[2]. In risposta alla comunicazione della Commissione, l'Eurogruppo, il Consiglio Ecofin e la Commissione hanno tenuto una serie di intense discussioni per giungere ad un consenso, discussioni alla quali la Commissione e gli Stati membri hanno fornito il loro apporto tecnico. Le negoziazioni hanno rivelato l'esistenza di divergenze tra gli Stati membri sull'ampiezza del margine di discrezionalità ritenuto necessario per tener conto in maniera adeguata dell'andamento economico nella valutazione dei risultati di bilancio. L'esigenza di consentire un certo margine di apprezzamento è stata soppesata in rapporto agli obiettivi di preservare norme semplici e trasparenti e di garantire parità di trattamento.

In occasione della sua riunione straordinaria del 20 marzo 2005 il Consiglio Ecofin ha adottato la relazione dal titolo "Migliorare l'attuazione del Patto di stabilità e crescita", che mira a migliorare il quadro di bilancio dell'UE. La relazione, successivamente approvata dal Consiglio europeo del 22-23 marzo 2005, aggiorna e integra il vigente quadro giuridico del patto di stabilità e crescita. L'accordo che figura nella relazione del Consiglio Ecofin prevede modifiche sia dell'aspetto preventivo che di quello correttivo del patto e contiene raccomandazioni volte a migliorare la governance di bilancio e statistica sia a livello dell'UE che a livello nazionale.

Si è rafforzato l'aspetto preventivo del patto assicurando che, nel fissare gli obiettivi di bilancio a medio termine, venga data la dovuta attenzione alle esigenze fondamentali della sostenibilità del bilancio. Questo aspetto è stato ulteriormente rafforzato dall'impegno assunto dagli Stati membri a intensificare gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche nei periodi di congiuntura economica favorevole e dalla possibilità concessa alla Commissione di indirizzare direttamente agli Stati membri che omettessero di farlo un parere sulle politiche da seguire. Il nuovo accordo prevede anche incentivi agli Stati membri ad attuare riforme strutturali per adeguare il loro quadro di bilancio alla rinvigorita strategia di Lisbona[3]. In particolare, nella valutazione delle politiche di bilancio si terrà conto delle implicazioni delle riforme strutturali più importanti che hanno un impatto positivo verificabile sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche.

Le principali modifiche dell' aspetto correttivo del patto riguardano la definizione di "disavanzo eccessivo" e le modalità di correzione, che consentono ora una valutazione economica più ampia dell'andamento del bilancio nel contesto della procedura per i disavanzi eccessivi. In particolare, le nuove norme prevedono il termine di un anno per la correzione del disavanzo eccessivo, che può essere prorogato di un altro anno (per ragioni di carattere economico), e la ripetizione di determinate fasi della procedura (qualora si verifichino eventi economici negativi e purché lo Stato membro abbia dato seguito effettivo alle raccomandazioni). Il nuovo accordo specifica una serie di "fattori significativi" di cui la Commissione e il Consiglio possono tenere conto ai fini dell'adozione delle decisioni nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi. Tra questi fattori rientrano la crescita potenziale e le condizioni congiunturali prevalenti, ma anche la sostenibilità del debito e l'attuazione di politiche volte al conseguimento degli obiettivi del programma di Lisbona. Sono assicurate la disciplina di bilancio e la tempestiva correzione dei disavanzi eccessivi. I paesi che presentano un disavanzo superiore al 3% del PIL, che non sia prossimo al valore di riferimento e che non abbia carattere temporaneo, verranno considerati in situazione di disavanzo eccessivo. Inoltre, agli Stati membri nei confronti dei quali sia stata avviata la procedura per i disavanzi eccessivi sarà richiesto un minimo di sforzo di risanamento del bilancio. Infine, nel valutare se il disavanzo eccessivo sia stato corretto, il Consiglio considererà con attenzione ogni superamento del valore di riferimento che sia dovuto all'attuazione di riforme delle pensioni che comportino il passaggio obbligatorio, parziale o totale, dal sistema a ripartizione a quello a capitalizzazione.

Per ripristinare pienamente la credibilità del patto e per rafforzare l'attuazione della disciplina di bilancio, la relazione del Consiglio Ecofin contiene elementi complementari per migliorare la governance di bilancio . Innanzitutto, al fine di rafforzare il sostegno reciproco, il Consiglio e la Commissione si impegnano a motivare pubblicamente la loro posizione in tutte le fasi appropriate della procedura UE di sorveglianza di bilancio. In secondo luogo, viene proposto di attribuire alle norme e alle istituzioni nazionali un ruolo più prominente nella procedura nazionale di sorveglianza di bilancio, in modo da rafforzare e integrare la procedura di sorveglianza a livello dell'UE. Nel dovuto rispetto delle competenze nazionali in questo settore, la relazione invita ad una maggiore partecipazione dei parlamenti nazionali nel processo UE di sorveglianza di bilancio, ad esempio esaminando i programmi di stabilità e di convergenza o le misure adottate in risposta alle raccomandazioni formulate nel quadro della procedura per i disavanzi eccessivi. Infine, l'accordo sostiene il lavoro attualmente in corso per rafforzare la governance delle statistiche di bilancio.

Il Consiglio europeo del 22-23 marzo 2005 ha invitato la Commissione a presentare proposte legislative volte ad adeguare la vigente regolamentazione al nuovo accordo. Il 20 aprile la Commissione ha adottato le proposte di modifica del regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio e del regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio[4]. Le proposte dovranno essere adottate dal Consiglio previa debita consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea[5].

Nel complesso, l'attuazione del patto di stabilità e crescita sarà caratterizzata in futuro da un più ampio margine di apprezzamento economico nella procedura di sorveglianza di bilancio e nella valutazione della situazione dei singoli paesi. Ciò permetterà un dialogo politico più costruttivo e trasparente tra la Commissione e il Consiglio e tra gli Stati membri e consentirà di ripristinare a livello nazionale un sentimento di condivisione delle norme. L'accordo verrà messo alla prova nei mesi e negli anni a venire. Il maggior margine di apprezzamento sottolinea quanto sia importante garantire sia la parità di trattamento sia il controllo effettivo dell'attuazione del nuovo sistema, attribuendo in tal modo maggiore responsabilità sia alla Commissione, che valuta l'andamento del bilancio, sia al Consiglio, che decide delle misure da adottare nell'ambito della procedura di sorveglianza.

Gli sviluppi nella sorveglianza di bilancio dell'UE

La relazione sulle finanze pubbliche nell'UEM fornisce a scadenza regolare un'analisi intesa ad accrescere la comprensione delle questioni attinenti alle finanze pubbliche nell'UE e a migliorare la sorveglianza di bilancio. Tra le varie questioni trattate, quest'anno la relazione analizza le discrepanze tra i programmi di bilancio presentati nel quadro dei programmi di stabilità o di convergenza e i risultati conseguiti, le determinanti della dinamica del debito e la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche.

Realizzazione di un'efficace programmazione di bilancio e relativa sorveglianza

Il processo della sorveglianza di bilancio ha consentito di raccogliere un'ingente mole di dati sui programmi di bilancio, sui risultati e sulle valutazioni, che sono stati utilizzati al fine di confrontare l'andamento reale del bilancio e i programmi, e di valutare in che modo la valutazione dei programmi di stabilità o di convergenza effettuata dalla Commissione è andata evolvendo nel corso degli anni. Per quanto riguarda il primo aspetto, i dati dimostrano che in alcuni anni gli scostamenti tra programmi di bilancio e risultati sono stati frequenti e significativi, anche tenendo conto di imprevisti nella crescita. Tali scostamenti appaiono principalmente dovuti a differenze tra l'andamento programmato e l'andamento effettivo del rapporto spesa/PIL, mentre le discrepanze nel rapporto entrate/PIL sembrano aver avuto un'incidenza minore. Questa analisi evidenzia l'importanza di evitare scostamenti nella spesa e di programmarla meglio, in modo da accrescerne la qualità – anche al fine di orientarla maggiormente verso le nuove priorità del programma di Lisbona – e di garantirne la sostenibilità. La Commissione ha reagito alle discrepanze tra programmi di bilancio e risultati concentrando sempre più la sua valutazione sulla credibilità del percorso di risanamento illustrato nei programmi di stabilità o convergenza e valutando nel tempo le politiche di bilancio degli Stati membri, tenendo in tal modo maggiormente conto anche degli aspetti relativi alla sostenibilità e alla qualità delle finanze pubbliche.

Comprensione delle determinanti della dinamica del debito

Nella sorveglianza di bilancio dell'UE viene data un'accresciuta rilevanza all'andamento del debito. La dinamica del rapporto debito/PIL dipende dal saldo di bilancio conseguito, dalla crescita nominale e dal cosiddetto "aggiustamento stock/flussi", che misura la discrepanza residua tra la variazione dello stock del debito in essere e il disavanzo della pubblica amministrazione, come definito nel protocollo allegato al trattato di Maastricht. L'analisi tradizionale pone l'accento sui disavanzi e sulla crescita nominale, dedicando un'attenzione molto minore all'aggiustamento stock/flussi. Tuttavia, questa componente fornisce informazioni importanti sull'andamento dell'attivo e del passivo delle amministrazioni pubbliche (ad esempio, in esito a operazioni di privatizzazione) e sulla discrepanza tra disavanzi di cassa e disavanzi di competenza. La relazione sulle finanze pubbliche nell'UEM mira a colmare questa carenza analizzando le determinanti dell'aggiustamento stock/flussi per gli Stati membri dell'UE. Essa dimostra che negli anni passati l'aggiustamento stock/flussi è stato in media positivo (contribuendo quindi all'incremento del debito) e che in alcuni paesi esso è in parte legato al fatto che i disavanzi di cassa sono sistematicamente superiori ai disavanzi previsti dal trattato di Maastricht. E' un ulteriore riprova di quanto sia importante prestare attenzione alla dinamica del debito nella sorveglianza di bilancio.

Maggiore attenzione alla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche

Le conseguenze dell'invecchiamento della popolazione che incombono sui bilanci e la necessità di finanziare in maniera duratura il modello sociale europeo incitano ad ampliare l'ambito della gestione delle finanze pubbliche e della sorveglianza di bilancio nell'UE includendovi considerazioni sulla sostenibilità a lungo termine. In linea con la rinvigorita strategia di Lisbona e con gli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione[6], molti paesi hanno realizzato importanti riforme miranti a rafforzare la sostenibilità. Tuttavia, l'impatto di queste riforme sulla sostenibilità non è né facilmente quantificabile né facilmente comparabile tra i paesi.

A livello dell'UE, dal 2001 l'analisi della sostenibilità viene effettuata dai servizi della Commissione nel quadro della valutazione dei programmi di stabilità e convergenza, sulla base dei dati ivi forniti e delle stime della spesa legata all'invecchiamento della popolazione fino al 2050. La relazione 2005 sulle finanze pubbliche nell'UEM indica che senza il risanamento di bilancio a medio termine molti Stati membri non saranno in grado di raggiungere una posizione sostenibile. Rischi per la sostenibilità sono stati evidenziati in dieci Stati membri (Belgio, Repubblica ceca, Germania, Francia, Italia, Cipro, Ungheria, Malta e Slovenia). La relazione descrive inoltre l'approccio attualmente seguito dalla Commissione nell'effettuare l'analisi della sostenibilità, esamina la solidità delle proiezioni relative al debito e gli indicatori di sostenibilità in relazione alle ipotesi più importanti alla base dell'analisi e formula suggerimenti per possibili miglioramenti.

Alla luce del pacchetto di riforme 2005 del patto di stabilità e crescita, nella sorveglianza di bilancio nell'UE verrà dato maggior risalto a considerazioni di lungo periodo. A questo riguardo, un maggior scambio di informazioni tra gli Stati membri e con la Commissione sulle proiezioni della spesa legata all'invecchiamento della popolazione potrebbe accrescere la trasparenza e consentire una migliore valutazione della sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche e delle implicazioni per la fissazione degli obiettivi a medio termine[7].

Le riforme strutturali e gli obiettivi di bilancio

La revisione intermedia da parte della Commissione della strategia di Lisbona e degli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione ha dedicato una maggiore attenzione alle riforme economiche che favoriscono la crescita e accrescono l'occupazione tramite interventi a livello macro- e microeconomico e sul mercato del lavoro. La parte III della relazione sulle finanze pubbliche nell'UEM passa in rassegna e analizza il legame tra la realizzazione delle riforme strutturali e i bilanci nel contesto dell'attuazione del quadro UE in materia di politica di bilancio, una questione poco studiata che si prevede acquisterà rilevanza per la sorveglianza di bilancio nell'UE.

Le riforme possono migliorare sostanzialmente i conti pubblici nel medio e lungo periodo. Ad esempio, le riforme miranti direttamente a contenere l'aumento di alcune voci della spesa pubblica (ad esempio, la riforma delle pensioni o gli incrementi di efficienza nel settore sanitario, che consentono una risposta più efficace alle pressioni generate dall'invecchiamento della popolazione) possono avere un impatto sull'andamento futuro dei bilanci e del debito pubblico[8]. Le riforme che accrescono il prodotto potenziale e favoriscono la crescita (tra le quali, ad esempio, le riforme dei mercati del lavoro e del prodotto) potrebbero anch'esse avere indirettamente effetti positivi. Si dice spesso che le regole numeriche per limitare i disavanzi possono scoraggiare le riforme strutturali. Una prima ragione a favore di un possibile compromesso tra riforme e obiettivi di bilancio è la presenza di costi diretti a breve termine delle riforme a carico del bilancio (ad esempio, riforme delle pensioni miranti ad introdurre un pilastro a capitalizzazione esterno al settore pubblico oppure gli investimenti pubblici per l'istruzione e per la formazione che generano benefici a lungo termine che potrebbero più che compensare i costi iniziali). La seconda ragione è connessa con il fatto che le riforme possono essere costose per determinati gruppi sociali, il che rende necessarie agevolazioni fiscali o trasferimenti pubblici per superare la resistenza alla loro introduzione.

L'analisi sviluppata nella relazione sulle finanze pubbliche nell'UEM prende in esame le riforme del mercato del prodotto, del mercato del lavoro e delle pensioni (tralasciando i progetti intesi a promuovere la crescita che comportano costi immediati a carico del bilancio, ad esempio per lo sviluppo di infrastrutture fisiche, per l'istruzione e per la formazione o per le attività di R&S) e si concentra su due questioni. In primo luogo, quali sono le conseguenze delle riforme sui bilanci nel breve periodo? In secondo luogo, ci sono prove che il risanamento di bilancio impedisce le riforme? Nonostante i limiti relativi alla qualità e alla disponibilità dei dati sulle riforme strutturali, l'analisi giunge a risultati interessanti. La supposizione che le riforme siano meno frequenti negli anni in cui si verifica il risanamento di bilancio non sembra trovare solide conferme nei dati. Tuttavia, nel periodo successivo alle riforme si verifica in genere un leggero deterioramento dei saldi di bilancio. I risultati differiscono in funzione del tipo di riforme prese in considerazione e del modo in cui sono state concepite. Dall'analisi emergono indicazioni che lasciano ritenere che la riforma del patto di stabilità e crescita vada nella giusta direzione ma che occorra anche essere cauti sul modo di considerare le riforme strutturali nell'attuazione del patto. Vista la grande variabilità dei risultati, occorre evitare un approccio meccanicistico e uniforme che consideri allo stesso modo tutte le riforme, ovvero tutte le riforme appartenenti ad alcune categorie generali. Occorre cioè esercitare un giudizio attento caso su caso e tener conto delle caratteristiche più importanti delle specifiche riforme che si stanno analizzando.

La riforma 2005 del patto di stabilità e crescita include disposizioni miranti ad assicurare che gli obiettivi di bilancio del quadro di bilancio dell'UE non entrino in collisione con le riforme strutturali che possono contribuire al risanamento delle finanze pubbliche e che favoriscono la crescita nel medio e lungo periodo. La loro applicazione secondo le indicazioni descritte in precedenza potrebbe consentire un contributo efficiente delle finanze pubbliche alla sostenibilità della strategia di Lisbona.

Problemi di bilancio nella fase di convergenza negli Stati membri di recente adesione

Nel 2004 dieci Stati membri hanno compiuto, con la loro adesione, un importante passo nel processo di integrazione all'UE. L'integrazione economica è tuttavia destinata a proseguire con l'allineamento dei livelli di reddito registrati in questi paesi e con la prevista adozione dell'euro come moneta. La politica di bilancio può fornire un contributo determinante a questo processo con politiche di bilancio e di spesa efficienti e sostenibili e con il sostegno ad uno sviluppo stabile dell'economia. Nel lungo periodo queste due funzioni sono complementari. Una crescita forte aumenta le capacità di finanziamento dell'economia; la stabilità a sua volta è fondamentale per gli investimenti privati e per un recupero duraturo del ritardo che questi paesi registrano. Nel breve periodo, tuttavia, alcuni dei nuovi Stati membri dovranno compiere delle scelte: maggiori spese per le infrastrutture, per l'istruzione o per le attività di R&S possono rendere più difficile il contenimento dei disavanzi di bilancio, e le riforme fiscali e pensionistiche miranti ad introdurre pilastri a capitalizzazione esterni al settore pubblico possono anch'esse comportare costi immediati a carico del bilancio. La parte IV della relazione 2005 sulle finanze pubbliche nell'UEM analizza i principali problemi che i nuovi Stati membri potrebbero dover affrontare nei prossimi anni nell'attuazione della politica di bilancio.

I nuovi Stati membri godono di vantaggi che consentono loro di finanziarie parte dei loro bisogni: un elevato potenziale di crescita e, in alcuni casi, un basso livello del debito pubblico. Tuttavia, potrebbero continuare a registrare una certa volatilità delle finanze pubbliche, che riflette le trasformazioni in corso dell'economia reale e, per quanto riguarda la regione del Baltico e l'Europa centrale, del settore finanziario. Inoltre, lo stock delle sopravvenienze passive è relativamente elevato in molti degli Stati membri di recente adesione, un fatto questo che determina il rischio di improvvise impennate dei livelli del debito qualora sorgano fattori che comportino pagamenti pubblici connessi a garanzie esplicite o implicite.

L'esperienza in altri Stati membri evidenzia quanto sia importante risanare il bilancio nei periodi di forte crescita, per avere così un margine di manovra adeguato per stabilizzare l'economia nei periodi di recessione. Si tratta di una lezione di estrema rilevanza per gli Stati membri di recente adesione. In vista di una possibile esplosione del credito e dei prezzi dei titoli finanziari in questi paesi, nel fissare gli obiettivi della politica di bilancio è importante non sovrastimare la crescita potenziale e identificare adeguatamente gli elementi transitori nella valutazione della dinamica delle entrate fiscali. Inoltre, nel periodo precedente all'adozione dell'euro, particolare importanza rivestono la credibilità dei programmi di bilancio e il dosaggio equilibrato delle politiche. Questi fattori impongono prudenza nella fissazione degli obiettivi di bilancio nel medio termine. Nel frattempo nei paesi che conserveranno la moneta nazionale per un periodo più lungo, occorre dar prova di cautela per quanto riguarda l'accumularsi, nei bilanci, di fattori di vulnerabilità associati a prestiti in valuta straniera non garantiti.

Pur riconoscendo le differenze tra i vari paesi, i responsabili politici nei nuovi Stati membri dispongono di un margine per realizzare sinergie per il conseguimento della crescita e degli obiettivi di stabilità. Innanzitutto, dispongono di un margine per ristrutturare i vigenti programmi di spesa e per incrementare le entrate fiscali secondo modalità che consentano di rafforzare le finanze pubbliche e di migliorare gli incentivi alla crescita, già nel breve periodo. In secondo luogo, andrebbero migliorate le istituzioni di bilancio, anche tramite una maggiore trasparenza nelle procedure di bilancio e creando un quadro efficace per la programmazione pluriennale di bilancio e per il controllo della spesa. In terzo luogo, politiche di sorveglianza ben concepite contribuirebbero a migliorare la gestione del rischio nel settore privato, consentendo quindi di contenere le sopravvenienze passive pubbliche, e politiche monetarie ben ideate potrebbero indirizzare le aspettative del mercato verso la stabilità.

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Nel complesso, l'analisi effettuata indica che, sebbene il quadro della sorveglianza economica e di bilancio nell'UEM abbia consentito di ottenere risultati positivi – in termini di risultati di bilancio e di riforme già attuate dalla maggior parte degli Stati membri – molto rimane ancora da fare per raggiungere i risultati sperati. La riforma del patto di stabilità e crescita, in parallelo con il rilancio della strategia di Lisbona, ha rafforzato la corrispondenza tra norme e processi di governance e la realtà e i bisogni dell'economia dell'Europa e dei suoi Stati membri. Ora occorre sfruttare le sinergie tra stabilità macroeconomica, incentivi alla crescita e creazione di occupazione tramite riforme importanti dell'economia. Come nel caso della rinnovata strategia di Lisbona, la riforma del patto di stabilità e crescita sarà messa alla prova nei mesi e negli anni a venire: il modo in cui il nuovo quadro sarà attuato sin dall'inizio è fondamentale per la sua credibilità e per il successo generale dell'ambizioso approccio che l'Europa ha deciso di adottare. Tutti gli Stati membri dell'UE sono fortemente incoraggiati a proseguire questa strategia, migliorando la qualità delle loro finanze pubbliche e assicurandone la sostenibilità.

[1] Disponibile all'indirizzo Internet: http://europa.eu.int/comm/economy_finance/publications/publicfinance_en.htm

[2] COM(2004) 581 del 3 settembre 2004.

[3] Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo "Lavorare insieme per la crescita e l'occupazione. Il rilancio della strategia di Lisbona", COM (2005) 24 del 2 febbraio 2005.

[4] COM(2005) 154 e COM (2005) 155 del 20 aprile 2005.

[5] Il trattato prevede la procedura di cooperazione per il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio e la procedura di consultazione per il regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio.

[6] COM(2005) 141 del 12 aprile 2005.

[7] La Commissione riferirà alla fine del 2006 sui progressi raggiunti su questo fronte.

[8] Gli incrementi di efficienza sono un fattore fondamentale affinché le riforme strutturali possano avere un impatto positivo a lungo termine sulle finanze pubbliche. Il miglioramento delle procedure di appalto pubblico potrebbe contribuire al conseguimento di tali incrementi.