52005DC0134




[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 12.4.2005

COM(2005) 134 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO

Coerenza delle politiche per lo sviluppoAccelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio{SEK(2005)455}

INDICE

1. Coerenza delle politiche per lo sviluppo 3

2. Impegno alla coerenza 4

3. Trasformare gli impegni politici dell’UE in azioni 6

3.1. Commercio 6

3.1.1. Agenda di sviluppo di Doha (DDA) 6

3.1.2. Misure bilaterali e unilaterali 8

3.2. Ambiente 9

3.2.1. Consumo e produzione sostenibili 9

3.2.2. Accordi ambientali multilaterali (MEA) 9

3.2.3. Iniziative dell’UE per lo sviluppo sostenibile 10

3.3. Sicurezza 10

3.3.1. Strategia europea per la sicurezza 10

3.3.2. Buon governo, fragilità degli Stati, prevenzione dei conflitti 11

3.4. Agricoltura 12

3.4.1. Politica agricola comune 12

3.4.2. Aiuti alimentari 13

3.4.3. Misure sanitarie e fitosanitarie 13

3.5. Pesca 14

3.6. Dimensione sociale della globalizzazione, promozione dell’occupazione e di un lavoro dignitoso 15

3.7. Migrazione 16

3.8. Ricerca e innovazione 17

3.9. Società dell’informazione 17

3.10. Trasporti 18

3.11. Energia 19

4. Attuazione e controllo 19

Allegato 1 - Acronimi 21

1. COERENZA DELLE POLITICHE PER LO SVILUPPO

Una migliore cooperazione allo sviluppo, che preveda maggiori finanziamenti e una più efficace distribuzione degli aiuti, è estremamente importante ma non è sufficiente, da sola, per consentire ai paesi in via di sviluppo di conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) entro il 2015. È generalmente riconosciuto che, se si migliorasse concretamente la coerenza delle politiche dei paesi industrializzati[1], i paesi in via di sviluppo avrebbero maggiore facilità a conseguire gli OSM.

In questo contesto, il Consiglio ha deciso che la struttura comune delle relazioni nazionali sugli OSM e della relazione di sintesi dell’UE dovrà contenere una sezione separata sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo [2]. Le conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2004[3] hanno ribadito che l’UE “sosterrà con vigore le iniziative dell’ONU volte ad accelerare la realizzazione degli obiettivi”. In relazione a tale impegno, le conclusioni del Consiglio del novembre 2004[4] hanno accolto con favore l’offerta della Commissione “di elaborare proposte specifiche e ambiziose di azioni in preparazione del 2015, (…) (in particolare nei settori del finanziamento per lo sviluppo, della coerenza delle politiche di sviluppo e dell’attenzione per l’Africa)”.

La presente comunicazione illustra le proposte della Commissione riguardo alla coerenza delle politiche. Gli altri due elementi menzionati nelle conclusioni del Consiglio (finanziamento per lo sviluppo e attenzione per l’Africa) sono trattati in comunicazioni separate[5]. Nell’insieme, le diverse comunicazioni costituiscono il pacchetto di proposte della Commissione relative al contributo che l’UE darà alla revisione degli OSM in occasione dell’evento ad alto livello delle Nazioni Unite del settembre 2005.

L’impegno dell’UE nei confronti della coerenza delle politiche non è solo un impegno politico fondamentale nell’ambito degli OSM, ma ha una solida base giuridica nel trattato CE (art. 178). La nuova Costituzione dell’UE[6] ribadisce in modo ancora più incisivo questo impegno alla coerenza (art. III-292, art. III–316).

All’interno del contesto più ampio della politica dell’UE, la coerenza rappresenta un impegno pluridimensionale che deve permeare l’intero quadro della strategia di sviluppo sostenibile dell’UE. Le politiche che non riguardano lo sviluppo dovrebbero rispettare gli obiettivi della politica di sviluppo e, di converso, la cooperazione allo sviluppo dovrebbe, se possibile, contribuire al conseguimento degli obiettivi delle altre politiche dell’UE. In linea di massima, è questa la definizione generale che si applica, anche nell’ambito dell’imminente revisione della politica di sviluppo. Tuttavia, nel contesto specifico della presente comunicazione, si adotta un approccio più mirato. Nella riflessione su come accelerare i progressi verso la realizzazione degli OSM, l’UE si è impegnata a guardare oltre i confini della cooperazione allo sviluppo e a riflettere su come le politiche diverse da quelle di aiuto possano agevolare il conseguimento degli OSM da parte dei paesi in via di sviluppo.

L’impatto delle politiche non di aiuto dell’UE sui paesi in via di sviluppo non dovrebbe essere sottovalutato, in quanto queste sono in grado di dare un contributo positivo al processo di sviluppo in questi paesi. Le politiche dell’UE in settori quali il commercio, l’agricoltura, la pesca, la sicurezza alimentare, i trasporti e l’energia incidono direttamente sulla capacità dei paesi in via di sviluppo di produrre una crescita economica interna che è il presupposto di ogni progresso sostenibile verso gli OSM. La politica dell’UE in materia di migrazione, incidendo sui flussi delle rimesse degli immigrati, condiziona la bilancia dei pagamenti di molti paesi in via di sviluppo. La politica ambientale dell’UE non solo condiziona direttamente i progressi globali verso la sostenibilità ambientale (OSM 7) ma presenta conseguenze per quasi tutti gli altri obiettivi di sviluppo del millennio, per via degli stretti legami tra ambiente e povertà, accesso alle risorse naturali e loro gestione, ruolo delle donne, sanità, mortalità infantile e frequenza scolastica. Le politiche dell’UE nei settori della ricerca e della società dell’informazione presentano grandi potenzialità per migliorare l’accesso alla sanità e all’istruzione nei paesi in via di sviluppo. Le strategie dell’UE in materia di globalizzazione e nei confronti degli Stati fragili sono fondamentali per creare un contesto politico propizio al conseguimento degli OSM. Tutte queste politiche dell’UE dovrebbero inoltre tener conto della prospettiva della parità tra i sessi, onde evitare che vada perso metà del loro potenziale impatto. Tali politiche dovrebbero, inoltre, essere inserite in un contesto stabile e sicuro, in quanto non ci può essere sviluppo senza pace e sicurezza né pace e sicurezza senza sviluppo.

Nel quadro di un pacchetto globale volto a “semplificare e migliorare la regolamentazione”[7], la Commissione ha introdotto nel 2002 lo strumento dell’analisi di impatto, applicabile a tutte le principali proposte elaborate dai suoi servizi. In questo modo si garantisce una maggiore coerenza delle misure in fase di elaborazione, in quanto tutti i servizi della Commissione interessati sono coinvolti nell’analisi e le eventuali parti interessate sono consultate in merito alle diverse ipotesi per il raggiungimento delle finalità politiche.

2. Impegno alla coerenza

A seguito della richiesta del Consiglio di vagliare le opzioni in materia di coerenza delle politiche, la Commissione ha individuato settori prioritari, nei quali appare particolarmente opportuno realizzare sinergie con gli obiettivi della politica di sviluppo. Tutti questi settori hanno un rapporto diretto con uno o più OSM, perché costituiscono l’elemento centrale di un OSM (commercio, ambiente) oppure potrebbero darvi un contributo valido.

Per ognuno di questi settori prioritari, la Commissione ha stabilito orientamenti generali, definiti come “ coerenza degli impegni a favore dello sviluppo ”, che contribuirebbero al conseguimento più rapido degli OSM, a condizione che, a livello dei paesi in via di sviluppo, siano garantite una politica e una gestione adeguate e si registrino progressi soddisfacenti verso il pieno rispetto dei diritti dell’uomo. La dimensione della parità fra i sessi deve essere presente in tutti questi settori politici.

La Commissione invita il Consiglio, il Parlamento europeo e il Comitato economico e sociale europeo ad accettare questi impegni, come impegno congiunto dell’UE e dei suoi Stati membri verso una maggiore coerenza e contributo consistente dell’UE alla realizzazione degli OSM.

Coerenza dell’UE in materia di impegni per lo sviluppo

Commercio: L’UE è fortemente impegnata a garantire un esito sostenibile e rispettoso dell’ambiente dell’agenda di sviluppo di Doha e degli accordi di partenariato economico UE-ACP (APE). L’UE migliorerà ulteriormente il suo sistema di preferenze generalizzate, al fine di promuovere efficacemente le esportazioni dei paesi in via di sviluppo verso il suo territorio. L’UE continuerà ad operare per integrare il commercio nelle strategie di sviluppo e aiuterà i paesi in via di sviluppo ad attuare, se necessario, riforme interne.

Ambiente: L’UE condurrà sforzi a livello globale per ridurre i modelli di consumo e di produzione non sostenibili. L’UE aiuterà i paesi in via di sviluppo ad attuare gli accordi ambientali multilaterali (MEA), adoperandosi per garantire che nel corso dei negoziati MEA si tenga conto delle capacità di questi paesi. L’UE continuerà a promuovere iniziative e politiche nel settore ambientale a favore dei poveri.

Sicurezza : L’UE tratterà la sicurezza e lo sviluppo come temi complementari, il cui obiettivo comune sia creare un contesto sicuro e rompere il circolo vizioso della povertà, della guerra, del degrado ambientale e di strutture economiche, sociali e politiche carenti. L’UE rafforzerà le sue politiche al fine di promuovere il buon governo e di prevenire la fragilità degli Stati e l’esplosione di conflitti, in particolare potenziando la sua risposta nel caso di partenariati difficili/Stati deboli. L’UE rafforzerà il controllo delle sue esportazioni di armi, per evitare che armi fabbricate nell’UE siano utilizzate contro popolazioni civili o contribuiscano ad aggravare tensioni o conflitti esistenti nei paesi in via di sviluppo. L’UE promuoverà la cooperazione in materia di lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata e al terrorismo.

Agricoltura: L ’ UE porterà avanti i suoi sforzi volti a ridurre al massimo le distorsioni degli scambi dovute alle misure di sostegno al settore agricolo e a facilitare lo sviluppo agricolo dei paesi in via di sviluppo.

Pesca: La CE continuerà a tener debitamente conto degli obiettivi di sviluppo dei paesi con i quali la Comunità concluderà accordi di pesca bilaterali. Nel contesto della nuova politica comunitaria in materia di accordi di partenariato con paesi terzi nel settore della pesca, che è in vigore dal 2003, la CE continuerà a facilitare la conclusione di accordi di pesca per contribuire ad uno sfruttamento razionale e sostenibile delle eccedenze delle risorse marine degli Stati costieri, nell’interesse reciproco delle due parti.

Dimensione sociale della globalizzazione, occupazione e lavoro dignitoso: L’UE contribuirà a rafforzare la dimensione sociale della globalizzazione perché tutti, uomini e donne, possano beneficiare dei massimi vantaggi. L’UE promuoverà come obiettivo globale l’occupazione e il lavoro dignitoso per tutti.

Migrazione: L’UE promuoverà le sinergie tra emigrazione e sviluppo, affinché l’emigrazione diventi un fattore positivo di sviluppo.

Ricerca e innovazione: L’UE promuoverà l’integrazione degli obiettivi di sviluppo, se del caso, nelle sue politiche di ricerca e sviluppo tecnologico e di innovazione, continuando ad aiutare i paesi in via di sviluppo a consolidare le loro capacità interne in questo ambito.

Società dell’informazione : L’UE affronterà il problema del divario digitale, sfruttando le potenzialità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) come strumento di sviluppo e risorsa importante per il conseguimento degli OSM.

Trasporti: L’UE tratterà le esigenze particolari sia dei paesi in via di sviluppo costieri che di quelli isolati, dando la priorità alle questioni di intermodalità, al fine di realizzare l’interconnettività delle reti, e alle questioni relative alla sicurezza.

Energia: L’UE è fortemente impegnata a contribuire a soddisfare le esigenze particolari dei paesi in via di sviluppo, promuovendo l’accesso alle fonti sostenibili di energia e favorendo l’attuazione dell’interconnessione delle infrastrutture e delle reti energetiche.

3. TRASFORMARE GLI IMPEGNI POLITICI DELL’UE IN AZIONI

Gli impegni nei confronti della coerenza di cui sopra sono presenti già, in una certa misura, nelle politiche dell’UE. Sono già stati compiuti molti passi avanti e molte nuove azioni sono già in fase di programmazione.

Il motivo fondamentale della presente comunicazione è che questi impegni e azioni sono valutati nell’ambito degli sforzi globali volti al conseguimento degli OSM. Avendo riconosciuto che questi obiettivi politici devono essere considerati rispetto alla coerenza degli impegni volti allo sviluppo nel contesto degli OSM, l’UE ribadisce e rafforza il suo impegno ad ottenere concreti risultati sulla base di questi orientamenti entro il termine previsto per il conseguimento degli OSM, ossia il 2015.

Il presente capitolo elenca le principali azioni e considerazioni sulle quali poggia la coerenza dell’UE in materia di impegni per lo sviluppo.

3.1. Commercio

La politica commerciale è uno strumento potente per la realizzazione degli OSM relativi alla riduzione della povertà e allo sviluppo sostenibile. La presente sezione esamina in particolare gli impegni e le azioni a livello multilaterale, bilaterale e unilaterale. La questione dell’assistenza in campo commerciale (trade related assistance - TRA) è trattata in modo più approfondito nella comunicazione sul “Finanziamento dello sviluppo”.

3.1.1. Agenda di sviluppo di Doha (DDA)

L’UE è fortemente impegnata a garantire un esito sostenibile e rispettoso dell’ambiente dell’agenda di sviluppo di Doha e degli accordi di partenariato economico UE-ACP (APE).

L’UE è sempre stata tra i principali fautori dell’idea di porre lo sviluppo al centro del ciclo di negoziati OMC attualmente in corso. Al fine di rilanciare l’agenda di sviluppo di Doha, l’UE ha fatto un’enorme concessione, impegnandosi ad eliminare progressivamente i suoi sussidi all’esportazione , a condizione che tutte le altre forme di sovvenzionamento delle esportazioni fossero eliminate.

- Il risultato finale dell’agenda di sviluppo di Doha dovrebbe garantire un migliore accesso ai mercati per i beni agricoli e industriali e per i servizi , il che andrà a vantaggio dei paesi in via di sviluppo e rafforzerà le regole multilaterali.

- Le regole e gli impegni nuovi dovrebbero garantire la necessaria flessibilità ( trattamento speciale e differenziato ) per i paesi in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati (PMS) e le economie piccole e vulnerabili.

- Nel settore dei dazi sui prodotti industriali, l’UE si impegna alla completa eliminazione di quanto rimane del carattere progressivo dei dazi, dei dazi elevati e dei picchi tariffari e alla liberalizzazione settoriale, da parte di tutti i membri dell’OMC, di prodotti di interesse per i paesi in via di sviluppo, cercando nei limiti del possibile di azzerare i dazi sui tessili, sull’abbigliamento e sulle calzature.

- In riferimento all’iniziativa dell’UE “Tutto fuorché le armi” ( Everything but arms) , l’UE si adopererà per convincere altri paesi industrializzati a dare seguito all’impegno assunto nei confronti dei PMS in occasione della conferenza PMS III (Bruxelles, 2001) di concedere un’esenzione dai dazi e dai contingenti a tutte le esportazioni dei PMS , incoraggiando i paesi in via di sviluppo più avanzati ad ampliare l’accesso ai mercati Sud-Sud a livello multilaterale.

- L’UE riconosce inoltre la necessità di tener conto, nel quadro dei negoziati, delle esigenze legittime dei paesi in via di sviluppo in relazione agli aggiustamenti commerciali, inclusi quelli derivanti dall’ erosione delle preferenze . Grazie alla valutazione di impatto per la sostenibilità (SIA), l’UE valuterà la diversa incidenza della liberalizzazione commerciale tra i paesi in via di sviluppo.

- L’UE si adopererà per ottenere un esito positivo dai negoziati nel settore dei servizi (GATS), con il quale verrebbero garantite significative nuove opportunità di accesso al mercato in settori e in modi di fornitura importanti per i paesi in via di sviluppo, tra cui il modo 4 del GATS (che riguarda prestazioni di servizi esteri attraverso la circolazione temporanea di persone fisiche). L’esito dei negoziati dovrebbe tener conto del diritto dei paesi in via di sviluppo di salvaguardare i servizi pubblici e dovrebbe promuovere l’accesso alla tecnologia e alle opportunità di investimento nei principali servizi di infrastrutture, quali le telecomunicazioni, i trasporti, l’energia e i servizi idrici, così come nei servizi finanziari.

- L’UE è decisa a dare piena attuazione alla dichiarazione di Doha relativa ai TRIPS e alla salute pubblica nonché alla relativa decisione dell’OMC del 30 agosto 2003, e, nell’ambito della strategia volta a promuovere l’accesso a medicinali a prezzi accessibili, sosterrà i paesi in via di sviluppo negli sforzi di attuazione.

- L’UE è pronta a sostenere l’introduzione di un sistema che obbligherebbe i richiedenti di brevetti a rivelare la fonte delle risorse genetiche e le relative conoscenze tradizionali.

- L’UE promuoverà ulteriormente il rafforzamento delle norme dell’OMC, soprattutto in settori di particolare interesse per i paesi in via di sviluppo, ossia il settore antidumping e quello delle sovvenzioni alla pesca .

- L’UE è impegnata a promuovere le agevolazioni doganali e commerciali nei paesi in via di sviluppo, tramite la DDA. Con una maggiore semplificazione delle procedure, si promuoverebbero le esportazioni dei paesi in via di sviluppo, sarebbe facilitato l’accesso per i paesi isolati ed aumenterebbe il gettito fiscale.

- L’UE è il principale motore dei negoziati dell’OMC nel settore del commercio e ambiente , i quali prevedono, tra l’altro, la liberalizzazione del commercio di beni e servizi ambientali e la precisazione di regole commerciali relative all’ambiente.

3.1.2. Misure bilaterali e unilaterali

L’UE è fortemente impegnata a garantire un esito sostenibile e rispettoso dell’ambiente dell’agenda di sviluppo di Doha e degli accordi di partenariato economico UE-ACP (APE) (nonché dei negoziati con il Mercosur e l’America centrale, la Comunità andina e la regione del Mediterraneo).

L’UE migliorerà ulteriormente il suo sistema di preferenze generalizzate, al fine di promuovere efficacemente le esportazioni dei paesi in via di sviluppo verso il suo territorio.

L’UE continuerà ad operare per integrare il commercio nelle strategie di sviluppo e aiuterà i paesi in via di sviluppo ad attuare, se necessario, riforme interne.

- L’UE continuerà ad adoperarsi per concludere i negoziati relativi agli accordi di partenariato economico UE-ACP (APE) con tutte e sei le regioni ACP entro il 2007. Tra i principali obiettivi di questo processo si annoverano il commercio Sud-Sud , il consolidamento dei mercati regionali e l’ integrazione . Nei negoziati si terrà conto degli aspetti dello sviluppo sostenibile sulla base delle valutazioni di impatto per la sostenibilità.

- L’attuazione degli APE sarà accompagnata dalla cooperazione allo sviluppo, in particolare mediante il rafforzamento della capacità dal lato dell’offerta e della competitività. In questo contesto, l’UE veglierà all’introduzione dell’assistenza relativa agli APE. Gli APE porteranno con sé riforme in settori chiave quali gli investimenti, le agevolazioni doganali e commerciali, l’imposizione, l’occupazione nonché le politiche sociali ed ambientali.

- L’UE intende affrontare uno dei settori chiave all’interno dei negoziati APE, quello dell’agricoltura . Verrà trattata la questione dell’accesso al mercato dell’UE per i prodotti agricoli dei paesi ACP. L’UE ha proposto che l’apertura del mercato dei paesi ACP avvenga in modo asimmetrico e progressivo. Saranno concessi sufficienti periodi di transizione che possono superare anche i dieci anni a seconda delle esigenze di sviluppo degli ACP. Inoltre, l’introduzione di adeguate clausole di salvaguardia e di sicurezza alimentare dovrebbe assicurare la flessibilità.

- L’UE sta per concludere la revisione delle tariffe preferenziali concesse nell’ambito del Sistema di preferenze generalizzate (SPG) su base autonoma. Il nuovo SPG per il 2005-2008 si concentrerà sui paesi maggiormente bisognosi, risultando più semplice, trasparente e stabile. Inoltre, esso comporterà preferenze tariffarie supplementari per promuovere lo sviluppo sostenibile e il buon governo. L’UE sta inoltre vagliando la possibilità di semplificare e di rendere più flessibili le norme di origine applicate ai suoi regimi commerciali preferenziali al fine di adeguarle meglio alle esigenze e alle difficoltà dei paesi in via di sviluppo.

- Per rafforzare la capacità dei paesi in via di sviluppo di cogliere le migliori opportunità commerciali , l’UE porterà avanti il suo intento di integrare il commercio nelle sue politiche di sviluppo e aiuterà i paesi in via di sviluppo ad attuare le necessarie riforme interne e strutturali per far fronte alle difficoltà dal lato dell’offerta e ai costi di adeguamento.

3.2. Ambiente

E’ generalmente riconosciuto che il mondo è lungi dall’aver realizzato l’obiettivo di sviluppo 7, ossia quello relativo alla sostenibilità ambientale. Per poter realizzare gli obiettivi di sviluppo del millennio, in particolare l’obiettivo 7, occorre tener maggiormente conto dei problemi ambientali.

3.2.1. Consumo e produzione sostenibili

L’UE condurrà sforzi a livello globale per ridurre i modelli di consumo e di produzione non sostenibili.

La sfida per l’UE è innanzitutto controllare l’impatto dei suoi modelli di produzione e di consumo sull’ambiente mondiale (l’”impronta” dell’UE). La crescita economica deve essere dissociata dal degrado ambientale. L’UE ha già introdotto un’ampia serie di politiche e di strumenti destinati a promuovere il consumo e la produzione sostenibili, sia dal lato della domanda che dell’offerta.

- L’UE si è impegnata a sviluppare un quadro decennale di programmi relativi alla produzione e al consumo sostenibili , sia a livello mondiale che all’interno dei suoi confini. L’imminente strategia tematica sullo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali contribuirà anch’essa a realizzare questo obiettivo.

- Occorre portare avanti ed intensificare gli sforzi compiuti per ridurre l’impronta dell’UE a livello mondiale , in particolare nei settori nei quali si registra un deterioramento delle tendenze.

3.2.2. Accordi ambientali multilaterali (MEA)

L’UE aiuterà i paesi in via di sviluppo ad attuare gli accordi ambientali multilaterali (MEA), adoperandosi per garantire che nel corso dei negoziati MEA si tenga conto delle capacità di questi paesi. L’UE continuerà a promuovere iniziative e politiche nel settore ambientale a favore dei poveri.

I paesi in via di sviluppo stanno contraendo obblighi importanti nel quadro degli accordi ambientali multilaterali . L’UE fornisce risorse ingenti per aiutare questi paesi a rispettare i loro impegni ed è consapevole della necessità che i MEA siano progressivamente aggiornati per tener conto dell’esperienza e delle capacità acquisite dai paesi in via di sviluppo nell’adempimento dei loro obblighi.

- I paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici e quindi beneficiano direttamente degli sforzi compiuti a livello mondiale per ridurre questo fenomeno, una priorità per l’UE. Il meccanismo per lo sviluppo pulito nel quadro del protocollo di Kyoto dovrebbe anch’esso comportare per i paesi in via di sviluppo notevoli vantaggi, grazie all’aumento delle risorse destinate allo sviluppo sostenibile.

- L’UE intende svolgere un ruolo di primo piano nell’attuazione della convenzione sulla biodiversità biologica (CDB) e dell’obiettivo relativo alla biodiversità del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD). L’UE dovrebbe aumentare gli stanziamenti destinati alla biodiversità e potenziare le misure volte ad integrare la biodiversità negli aiuti allo sviluppo.

- Nel settore della sicurezza delle sostanze chimiche , l’UE continuerà a promuovere i meccanismi di protezione dei paesi in via di sviluppo nei confronti delle sostanze e dei rifiuti pericolosi, cercando di eliminare dal mondo le più pericolose sostanze artificiali, che sono particolarmente dannose per i paesi in via di sviluppo.

3.2.3. Iniziative dell’UE per lo sviluppo sostenibile

- Il piano d’azione dell’UE per l ’applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT) promuove un sistema di licenze per assicurare che tutte le esportazioni di legname verso l’Europa siano legali ed incoraggia le riforme nei paesi produttori di legname.

- L’ Iniziativa “Acqua” dell’UE e il Fondo per l’acqua ACP-UE (finanziato nel quadro del Fondo europeo di sviluppo (FES) con uno stanziamento di 500 milioni di euro) costituiscono importanti contributi al conseguimento degli OSM e degli obiettivi del vertice mondiale per lo sviluppo sostenibile in materia di acqua e servizi igienico-sanitari, nell’ambito di un approccio integrato alla gestione delle risorse idriche a livello dei bacini idrografici. Le due iniziative mirano ad aumentare l’efficienza dell’assistenza dell’UE e ad ovviare all’insufficienza degli stanziamenti per la realizzazione di tali obiettivi.

- L’iniziativa per l’energia dell’UE e il Fondo per l’energia ACP-UE (che dovrebbe essere finanziato nel quadro del FES con uno stanziamento di 250 milioni di euro) intendono facilitare l’accesso a servizi di energia moderni, tramite l’attuazione degli impegni assunti nel vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, i quali hanno istituito un nesso tra l’energia e il conseguimento degli OSM. L’UE appoggia inoltre la Coalizione di Johannesburg per l’energia rinnovabile, una piattaforma per la cooperazione politica nel settore dell’energia rinnovabile.

3.3. Sicurezza

3.3.1. Strategia europea per la sicurezza

L’UE tratterà la sicurezza e lo sviluppo come temi complementari, il cui obiettivo comune sia creare un contesto sicuro e rompere il circolo vizioso della povertà, della guerra, del degrado ambientale e di strutture economiche, sociali e politiche carenti.

La strategia europea per la sicurezza adottata dal Consiglio europeo nel dicembre 2003 raccomanda un approccio integrato in materia di prevenzione e di gestione delle crisi nonché riguardo alle altre minacce per la sicurezza. Nessuna delle nuove minacce è puramente militare ed è necessario affrontarle utilizzando una combinazione di strumenti civili e militari.

- L’UE potenzierà l’attuazione coerente ed efficace dell’azione esterna UE/CE nel settore della sicurezza e dello sviluppo, promuovendo un insieme integrato di politiche e strumenti .

- L’UE stabilirà un equilibrio tra le risposte alle crisi a breve termine e le strategie a lungo termine, senza creare una gerarchia dei settori politici. Attraverso il consolidamento della dimensione politica del suo partenariato, l’UE cercherà di evitare che aumentino le condizionalità politiche e che vi sia un dirottamento delle risorse di sviluppo rispetto a quello che è il loro obiettivo principale, ossia l’eliminazione della povertà.

- L’UE si prefigge di esportare la stabilità e la sicurezza verso altri paesi garantendo, al contempo, la salvaguardia dei diritti e delle libertà individuali.

3.3.2. Buon governo, fragilità degli Stati, prevenzione dei conflitti

L’UE rafforzerà le sue politiche al fine di promuovere il buon governo e di prevenire la fragilità degli Stati e l’esplosione di conflitti, in particolare potenziando la sua risposta nel caso di partenariati difficili/Stati deboli.

Il numero di Stati che si possono classificare tra i partenariati difficili o tra gli Stati deboli o fragili è aumentato notevolmente negli ultimi anni, il che costituisce per la comunità internazionale una sfida notevole. Non sarà possibile realizzare gli OSM senza compiere progressi in questi paesi, che rappresentano circa il 30% della popolazione che vive con meno di un dollaro al giorno[8].

- L’UE intende contribuire al buon governo, a combattere la corruzione e la criminalità organizzata transnazionale e a prevenire la fragilità degli Stati e dei conflitti. Intende inoltre ottenere maggiore coerenza nella definizione delle politiche relative ai paradisi finanziari e fiscali collaborativi e non collaborativi[9].

- L’UE sosterrà il potenziamento di sistemi di allarme rapido e il consolidamento delle capacità istituzionali dei paesi partner e delle organizzazioni regionali, affinché questi possano rivelarsi efficaci nella prevenzione della fragilità degli Stati e dei conflitti. Inoltre, l’UE si adopererà perché vi sia una migliore analisi della fragilità degli Stati, un controllo e una valutazione comuni dei partenariati difficili/degli Stati deboli.

- L’UE ritiene che il dialogo tra le culture costituisca una componente essenziale della strategia globale verso la convivenza pacifica, e, quindi, verso lo sviluppo. L’UE si prefigge di sviluppare a rafforzare il dialogo interculturale sia all’interno dei paesi in via di sviluppo che tra di essi, nel quadro degli attuali partenariati.

- L’UE contribuirà attivamente a garantire che le donne siano pienamente coinvolte nel processo di risoluzione dei conflitti e di costruzione della pace.

3.3.3. Commercio di armi, non proliferazione delle armi e disarmo convenzionale

L’UE rafforzerà il controllo delle sue esportazioni di armi, per evitare che armi fabbricate nell’UE siano utilizzate contro popolazioni civili o contribuiscano ad aggravare tensioni o conflitti esistenti nei paesi in via di sviluppo.

L’UE continua ad essere uno dei principali produttori ed esportatori di armi al mondo. Questa situazione solleva ovviamente questioni di coerenza politica, in particolare in quanto la maggior parte di queste armi sono effettivamente utilizzate nei paesi in via di sviluppo. L’UE dovrebbe, pertanto, rafforzare i meccanismi previsti per il controllo dei trasferimenti di armi.

- L’UE contribuirà in modo efficace alla non proliferazione delle armi , concentrandosi in particolare sulle armi leggere e di piccolo calibro (SALW), sulle mine antiuomo (APL) e sui residuati bellici esplosivi (ERW). Queste armi possono aggravare le crisi umanitarie, minacciare i processi di pace, incentivare le criminalità e il terrorismo, mettere a rischio la sicurezza nazionale e regionale, minare i programmi di prevenzione dei conflitti ed incidere negativamente sulla ripresa socioeconomica e sullo sviluppo sostenibile.

- In questo contesto, l’UE dovrebbe potenziare la regolamentazione e il controllo delle esportazioni fisiche, della produzione oltremare con licenze, dell’intermediazione, del transito e del trasbordo di armi. L’UE moltiplicherà i suoi sforzi nel quadro del piano di azione dell’ONU sulle armi leggere e di piccolo calibro (SALW), dovrebbe pensare al rafforzamento dell’attuazione del codice di condotta europeo sul trasferimento di armi e sostenere i negoziati relativi ad un trattato internazionale sul commercio di armi.

- L’UE darà un ulteriore sostegno al disarmo nel settore delle armi convenzionali tramite un’ampia gamma di misure (costituzione delle capacità locali, raccolta e distruzione delle armi, controlli alle frontiere e programmi di cooperazione transfrontaliera, ecc.), le quali dovrebbero essere sia specifiche sia integrate all’interno della prevenzione dei conflitti, della gestione delle crisi, della ricostruzione postbellica e della stabilizzazione e dello sviluppo a lungo termine.

3.4. Agricoltura

L’agricoltura è un settore fondamentale per la crescita economica, nonché per la sicurezza alimentare, in molti paesi in via di sviluppo. L’UE appoggia lo sviluppo dell’agricoltura e delle zone rurali nei paesi in via di sviluppo, ad esempio con l’attuazione del piano d’azione dell’UE sui prodotti agricoli. La Commissione è inoltre consapevole del fatto che le politiche e le norme internazionali e dell’UE, quali la politica agricola comune, i regimi di aiuti alimentari, le norme sanitarie e fitosanitarie, devono svolgere un ruolo positivo nella creazione di un contesto internazionale favorevole all’agricoltura e alle zone rurali nei paesi in via di sviluppo. L’obiettivo di migliorare la coerenza delle politiche di sviluppo assume dimensioni ancora più ampie quando si trattano questioni quali la sicurezza alimentare, lo sviluppo rurale, la gestione del territorio, l’accesso alla terra o l’uso sostenibile delle risorse naturali. Queste questioni richiedono un approccio chiaro, interconnesso e globale.

L’UE porterà avanti i suoi sforzi volti a ridurre al massimo le distorsioni degli scambi dovute alle misure di sostegno al settore agricolo e a facilitare l’espansione del settore agricolo nei paesi in via di sviluppo.

3.4.1. Politica agricola comune

Le riforme della politica agricola comune (PAC), concordate nel 2003 e 2004, danno un importante contributo alla riduzione delle distorsioni commerciali dovute al sostegno dell ’UE all’agricoltura e alla promozione di effetti sociali ed ambientali positivi. Al fine di sostenere i progressi in tale direzione e per affrontare le problematiche dello sviluppo:

- La CE porterà a termine la riforma della PAC , in particolare nel settore dello zucchero, al fine di ottenere all’interno dell’UE un’attuazione intersettoriale della riforma e migliorare la coerenza della PAC con l’agenda di sviluppo di Doha. L’UE attuerà un piano d’azione corredato da misure di accompagnamento per i paesi ACP contraenti del Protocollo zucchero , finalizzate ad aiutare questi paesi ad adeguarsi alla riforma del regime dello zucchero dell’UE.

- In conformità del piano di attuazione di Johannesburg, la PAC viene sempre più adeguata agli obiettivi di sostenibilità. La PAC si prefigge, tra i vari obiettivi, quello di aiutare l’agricoltura ad adempiere al suo ruolo multifunzionale nella società, ossia quello di produrre alimenti sicuri e sani, contribuire allo sviluppo sostenibile delle zone rurali e proteggere e rafforzare la situazione dell’ambiente agricolo e della sua biodiversità.

- Tutte le misure della PAC sono valutate regolarmente sulla base di un piano continuativo (rolling plan) e le proposte di riforma della PAC sono soggette ad estese valutazioni di impatto. La Commissione è impegnata inoltre ad istituire un sistema di monitoraggio della riforma nel settore del cotone , al fine di analizzare il suo impatto sulla produzione e sul commercio, prevedendo una relazione nel 2009.

- Nel quadro dell’impegno dell’agenda di sviluppo di Doha relativo all’eliminazione parallela di tutte le forme di sussidi all’esportazione, la CE prevede l’eliminazione delle restituzioni all’esportazione per i prodotti agricoli e alimentari.

3.4.2. Aiuti alimentari

L ’UE ritiene che gli aiuti alimentari non debbano essere utilizzati come strumento per lo smaltimento delle eccedenze agricole, in quanto ciò spinge verso il basso la produzione locale e le transazioni commerciali normali. Questa posizione si riflette completamente nella politica di aiuti alimentari dell’UE, la quale mira a sostenere lo sviluppo agricolo nei paesi in via di sviluppo, a promuovere il commercio regionale e a risolvere le crisi alimentari senza creare distorsioni sui mercati.

- Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo e rendere più efficiente la politica di sviluppo, l’UE è favorevole all’introduzione di una disciplina OMC in materia di aiuti alimentari , ed è riuscita a far inserire questa questione all’ordine del giorno dell’agenda di sviluppo di Doha (concorrenza delle esportazioni).

- L’UE è riuscita anche ad aprire la rinegoziazione della convenzione sugli aiuti alimentari , con l’obiettivo di definire impegni chiari e coerenti da parte dei suoi membri. L’UE adotterà tutte le misure necessarie per garantire che il nuovo accordo includa un “codice di condotta” sulle politiche di aiuti alimentari, nel quale sarebbero indicate le pratiche che presentano aspetti benefici in relazione agli obiettivi di sviluppo.

3.4.3. Misure sanitarie e fitosanitarie

L’UE assisterà attivamente i paesi in via di sviluppo nell’adempimento delle norme sanitarie e fitosanitarie (SPS), in modo tale da aumentare le loro esportazioni di prodotti agricoli e della pesca (inclusi i prodotti trasformati).

- La Commissione rifletterà sull’opportunità di una valutazione sistematica dell’impatto delle sue misure sanitarie e fitosanitarie sui paesi in via di sviluppo e di una possibile assistenza. Ciò servirà, a sua volta, per individuare attivamente misure o azioni appropriate destinate specificamente ai paesi in via di sviluppo.

- Tenuto conto della deperibilità dei prodotti alimentari e dei mangimi, e della rigidità delle forniture a breve termine, è opportuno istituire un meccanismo di intervento rapido per far fronte ai problemi relativi alle misure sanitarie e fitosanitarie, individuando le risorse adeguate.

3.5. Pesca

La CE continuerà a tener debitamente conto degli obiettivi di sviluppo dei paesi con i quali la Comunità concluderà accordi di pesca bilaterali. Nel contesto della nuova politica comunitaria in materia di accordi di partenariato con paesi terzi nel settore della pesca, che è in vigore dal 2003, la CE continuerà a facilitare la conclusione di accordi di pesca per contribuire ad uno sfruttamento razionale e sostenibile delle eccedenze delle risorse marine degli Stati costieri, nell’interesse reciproco delle due parti.

A partire dal 2003, la CE ha iniziato ad attuare una politica nuova nei partenariati con i paesi terzi per quanto riguarda gli accordi di pesca. In questo contesto, l’UE porterà avanti le seguenti azioni:

- In conformità della riforma del 2002 della politica comune della pesca (PCP), la CE trasformerà progressivamente i precedenti accordi di accesso in accordi di partenariato nel settore della pesca (APP)[10]. Tutti gli accordi di accesso che prevedono il versamento di un contributo finanziario della Comunità nei confronti di un paese terzo saranno sostituiti da accordi di partenariato entro, al più tardi, il 2008.

- La CE continuerà a stipulare accordi di partenariato nel settore della pesca al fine di promuovere efficacemente lo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche nei paesi partner. Nell’ambito dei negoziati sugli accordi di partenariato, la CE e i paesi terzi interessati cercheranno di garantire che il paese interessato rivolga una parte cospicua dei suoi sforzi a promuovere lo sfruttamento razionale e sostenibile delle sue risorse e a migliorare la sua politica interna della pesca. La CE rafforzerà il nesso tra la politica di sviluppo e gli accordi di partenariato al fine di migliorare la gestione delle risorse della pesca nelle acque dei paesi terzi e l’attuazione di una politica sostenibile della pesca.

- La CE lancerà un piano d’azione per migliorare la qualità e la disponibilità di informazioni scientifiche sugli stock ittici nelle acque dei paesi non appartenenti all’UE entro il 2006. I migliori dati a disposizione sugli stock saranno utilizzati come base per negoziare i futuri accordi di partenariato nel settore della pesca.

- Il Consiglio dei Ministri potrebbe decidere, se necessario, di completare l’attuale approccio bilaterale degli accordi di partenariato con un approccio regionale .

- Nell’ambito dell’OMC, la CE intende concordare un regime equilibrato multilaterale di sovvenzioni della pesca .

3.6. Dimensione sociale della globalizzazione, promozione dell’occupazione e di un lavoro dignitoso

L’UE contribuirà a rafforzare la dimensione sociale della globalizzazione perché tutti, uomini e donne, possano beneficiare dei massimi vantaggi. L’UE promuoverà come obiettivo globale l’occupazione, la crescita economica equa e il lavoro dignitoso per tutti.

La relazione della Commissione mondiale sulla dimensione sociale della globalizzazione ha auspicato una globalizzazione equa, che porti vantaggi per tutti[11]. Nel maggio 2004 la Commissione ha adottato una comunicazione in merito[12]. L’UE si è impegnata a mobilitare tutte le sue politiche e i suoi strumenti, comprese le politiche commerciali, di sviluppo e nel settore delle relazioni esterne, al fine di affrontare meglio la sfida della globalizzazione. A tal fine, l’UE collaborerà con le autorità nazionali e le parti sociali.

- L’UE moltiplicherà gli sforzi al fine di garantire la coerenza politica tra le istituzioni internazionali nonché il dialogo e la cooperazione tra l’OMC, le istituzioni di Bretton Woods e l’OIL.

- L’UE promuoverà lo sviluppo di un approccio dinamico per far fronte alle conseguenze sociali degli adeguamenti e delle ristrutturazioni dovute alla globalizzazione, ad esempio attraverso la collaborazione con l’OIL per quanto riguarda l’impatto della politica commerciale sull’occupazione e sulle questioni sociali.

- L’UE è favorevole all’ integrazione delle questioni relative all’occupazione e al lavoro dignitoso[13] , in particolare per i giovani, nel quadro dell’imminente revisione degli OSM e della Dichiarazione del millennio. A tal fine, l’UE collaborerà in particolare con le Nazioni Unite, l’OIL ed altre organizzazioni internazionali.

- L’UE sosterrà le iniziative volte a promuovere l’occupazione produttiva , gli investimenti in risorse umane, i meccanismi di ridistribuzione, la protezione sociale, la parità tra i sessi, il dialogo sociale e l’efficace applicazione dei diritti sul posto di lavoro. Ciò potrebbe comportare inoltre iniziative di formazione e volontariato per i giovani, per consentire loro di rendersi maggiormente autonomi ed acquisire nuove esperienze, ed eventualmente qualificarsi per un posto di lavoro.

- L’UE promuoverà la governance nel settore finanziario, fiscale e giudiziario.

- L’UE rafforzerà il suo sostegno al commercio equo e solidale , come strumento per lo sviluppo sostenibile e la riduzione della povertà.

- L’UE continuerà a promuovere la strategia europea sulla responsabilità sociale delle imprese (RSI)[14] quale contributo importante delle imprese allo sviluppo sostenibile e alla riduzione della povertà. Si cercherà di dare una definizione migliore della dimensione di sviluppo della RSI, riguardo: a) all’attuazione delle principali convenzioni internazionali ambientali e sociali, b) alla catena dell’offerta nei paesi in via di sviluppo, c) alla partecipazione delle parti interessate al di fuori dell’UE.

- In questo contesto, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero riflettere sull’opportunità di far dipendere l’accesso agli appalti pubblici dall’accettazione e dal rispetto delle linee guida dell’OCSE per le imprese multinazionali.

3.7. Migrazione

L’UE promuoverà le sinergie tra emigrazione e sviluppo, affinché l’emigrazione diventi un fattore positivo di sviluppo.

L’UE continuerà a promuovere il suo approccio positivo riguardo al nesso tra emigrazione e sviluppo, basandosi sui principi di cui nella comunicazione “Emigrazione e sviluppo” del dicembre 2002[15]. Ulteriori proposte in questo settore saranno contenute in una comunicazione che verrà presentata verso la fine di quest’anno. Esse si fonderanno sulle migliori pratiche e dovrebbero trattare, in particolare, le seguenti questioni:

- L’UE promuoverà una migrazione della forza lavoro internazionale ben gestita, mediante lo sviluppo di una politica dell’UE sulla migrazione economica[16].

- L’UE cercherà di promuovere, in collaborazione con le competenti organizzazioni e agenzie internazionali, canali sicuri ed economicamente accessibili per il trasferimento delle rimesse, ed esaminerà meccanismi per creare opportunità affinché tali flussi finanziari privati agiscano come catalizzatori per gli investimenti orientati allo sviluppo.

- L’UE cercherà di esaminare, in cooperazione con le competenti organizzazioni e agenzie internazionali, come trasformare “la fuga dei cervelli” (brain drain) in un “recupero dei cervelli” (brain gain) [17]. Nel quadro di questo approccio, l’UE cercherà di incoraggiare gli Stati membri dell’UE e le rispettive parti interessate ad evitare di assumere direttamente personale in settori fondamentali per la società e per lo sviluppo ulteriore dei paesi terzi, come nel settore medico e della ricerca, nelle regioni con servizi carenti dei paesi in via di sviluppo che versano in condizioni particolarmente disastrose.

- L’UE passerà al vaglio la possibilità di sostenere e rafforzare gli sforzi delle comunità transnazionali nel promuovere lo sviluppo socioeconomico dei loro paesi d’origine, anche attraverso la migrazione circolare (ad es. tramite una adeguata politica dei visti).

- L’UE esaminerà come potenziare l’impatto sullo sviluppo della migrazione Sud-Sud , ad esempio tramite la sua assistenza allo sviluppo.

3.8. Ricerca e innovazione

L’UE promuoverà l’integrazione degli obiettivi di sviluppo, se del caso, nelle sue politiche di ricerca e sviluppo tecnologico e di innovazione, continuando ad aiutare i paesi in via di sviluppo a consolidare le loro capacità interne in questo ambito.

L’innovazione è il principale motore per il miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo. Il miglioramento delle condizioni economiche, sociali ed ambientali dei paesi in via di sviluppo fa parte di un intenso processo cognitivo che trae notevoli benefici dal sostegno alla ricerca. L’UE appoggia la ricerca nei paesi in via di sviluppo attraverso il programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. In questo contesto:

- L’UE collaborerà con i paesi in via di sviluppo affinché possano: a) promuovere la scienza e la tecnologia e, parallelamente, il ruolo delle piccole e medie imprese, b) migliorare le loro infrastrutture di ricerca, tecnologia e istruzione superiore, c) promuovere le capacità in termini di risorse umane destinate alla ricerca e allo sviluppo tecnologico mediante diversi programmi di mobilità internazionale, cercando allo stesso tempo di evitare “la fuga dei cervelli”, d) destinare risorse all’istruzione superiore per i giovani, in particolare le ragazze.

- L’UE continuerà a costruire lo spazio europeo di ricerca e a potenziare la sua dimensione internazionale al servizio delle priorità di sviluppo. L’UE continuerà a sostenere la ricerca collaborativa sui problemi prioritari dei paesi in via di sviluppo. I numerosi progetti legati agli OSM finanziati tramite gli Stati membri dell’UE e il programma quadro comunitario di ricerca, nonché le altre iniziative collegate di ricerca (es. la componente destinata alla ricerca dell’iniziativa “Acqua” dell’UE) mirano a rafforzare il coordinamento, a sviluppare nuovi partenariati e ad aumentare l’impatto delle azioni altamente cognitive, attuali e future, dando un fondamento scientifico alle nuove sfide.

- L’UE incoraggerà, ove opportuno, l’integrazione delle questioni di sviluppo all’interno delle piattaforme e dei partenariati tecnologici (settore forestale, biotecnologie, forniture idriche e igienico-sanitarie, ricerca nella sanità, ecc.), al fine di accrescere i vantaggi reciproci per l’Europa e i paesi in via di sviluppo, avviati dal partenariato Europa-Paesi in via di sviluppo per gli studi clinici (EDCTP) e dalla piattaforma tecnologica globale sulla salute animale.

- L’UE appoggerà iniziative connesse al miglioramento e all’uso dei dati sull’ osservazione terrestre , al fine di migliorare la programmazione e l’elaborazione delle politiche di sviluppo nei paesi via di sviluppo. In questo contesto, gli Stati africani otterranno vantaggi diretti per le loro politiche di sviluppo grazie all’inserimento in GEOSS.

- L’UE appoggerà il consolidamento delle capacità a livello locale e regionale tramite la ricerca integrata ed attività dimostrative e di formazione che coinvolgono le parti interessate sia dei paesi industrializzati che dei paesi in via di sviluppo, in particolare nel quadro della cooperazione tra UN-HABITAT e la Commissione europea.

3.9. Società dell ’informazione

L’UE affronterà il problema del divario digitale, sfruttando le potenzialità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) come strumento di sviluppo e risorsa importante per il conseguimento degli OSM.

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sono presenti in tutti i settori socioeconomici. Esse contribuiscono ad una fornitura più efficace dei servizi pubblici, favoriscono la crescita economica, il buon governo e svolgono un ruolo fondamentale nella promozione di obiettivi di interesse pubblico, quali la diversità culturale. Nell’ambito della sua politica in materia di TIC, l’UE porterà avanti le seguenti azioni:

- L’UE fornirà assistenza tecnica nel settore della regolamentazione , favorendo il consolidamento delle capacità, appoggiando l’armonizzazione della regolamentazione regionale, istituendo un dialogo sulle strategie online elettroniche e diffondendo le migliori prassi e le analisi comparate, in particolare attraverso la creazione di reti delle parti interessate.

- Al fine di promuovere efficacemente l’ accesso universale alle TIC, in particolare nell’Africa subsahariana, l’UE prenderà in considerazione strategie adeguate a livello nazionale, che sommano alle risorse del settore pubblico investimenti del settore privato. Nell’ambito di queste strategie, l’UE promuoverà inoltre applicazioni TIC quali l’accesso ai servizi digitali (e-Inclusion), l’amministrazione in linea (e-Government), l’apprendimento per via elettronica (e-Learning), la telesanità (e-Health) e il commercio elettronico (e-Business).

- L’UE ha aperto il suo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico alla partecipazione dei paesi in via di sviluppo, anche per quanto riguarda i progetti relativi alla società dell’informazione . Ciò consente di collaudare progetti pilota innovativi e di attingere alle iniziative locali di maggiore successo, facilitando l’estensione delle reti di istruzione e ricerca.

3.10. Trasporti

L’UE tratterà le esigenze particolari sia dei paesi in via di sviluppo costieri che di quelli isolati, dando la priorità alle questioni di intermodalità, al fine di realizzare l’interconnettività delle reti, e alle questioni relative alla sicurezza.

L’UE aumenterà il suo sostegno ai sistemi di trasporto multimodali sostenibili, che sono alla base delle strategie di integrazione regionale e del commercio regionale, in conformità dei principi elencati nella politica europea dei trasporti fino al 2010 e nel programma d’azione Almaty dell’agosto 2003. Tramite la sua politica di trasporto, l’UE assisterà i paesi in via di sviluppo nel modo seguente:

- L’UE continuerà ad adoperarsi per imporre la sua influenza nelle organizzazioni internazionali (quali l’Organizzazione marittima internazionale e l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale al fine di ottenere servizi di trasporto aerei e marittimi efficaci ed efficienti , in un ambiente sicuro e pulito che promuova lo sviluppo sostenibile e il commercio regionale.

- L’UE continuerà a dare appoggio all’Organizzazione internazionale del lavoro nel promuovere condizioni di lavoro eque per gli equipaggi delle navi, in particolare nel contesto della convenzione consolidata sugli standard lavorativi marittimi, che dovrebbe essere adottata all’inizio del 2006.

- L’UE potenzierà il suo sostegno alle organizzazioni internazionali, regionali e subregionali onde trattare la questione della semplificazione del trasporto di transito .

- L’UE continuerà ad adoperarsi per migliorare la sicurezza della catena logistica internazionale, nonché per migliorare la sicurezza del trasporto , promuovendo, a livello bilaterale e regionale, l’allineamento delle leggi dei paesi in via di sviluppo alla legislazione internazionale in materia di sicurezza marittima e aerea.

- L’UE esaminerà le possibilità di estendere ai paesi in via di sviluppo i benefici del sistema di navigazione satellitare europeo Galileo.

3.11. Energia

L’UE è fortemente impegnata a contribuire a soddisfare le esigenze particolari dei paesi in via di sviluppo, promuovendo l’accesso alle fonti sostenibili di energia e favorendo l’attuazione dell’interconnessione delle infrastrutture e delle reti energetiche.

Un accesso sostenibile, di alta qualità, affidabile e economicamente accessibile a fonti sufficienti di energia è fondamentale, sia per coloro che ancora non dispongono di un accesso ai servizi di energia sia in vista dei futuri aumenti di produttività e di sviluppo economico necessari per far fronte all’aumento demografico e all’urbanizzazione previsti per i paesi in via di sviluppo. Tramite la sua politica dell’energia, l’UE dovrebbe assumersi i seguenti impegni:

- L’UE promuoverà il sostegno istituzionale, l’assistenza tecnica e la creazione di reti perché i paesi beneficiari possano dotarsi delle capacità necessarie per attuare le loro scelte energetiche, ad es. mediante lo strumento delle operazioni di gemellaggio , il quale rafforzerebbe le capacità amministrative e normative di questi paesi e i meccanismi di assistenza tecnica ad hoc .

- L’UE contribuirà a mettere a punto un quadro normativo adeguato e meccanismi finanziari innovativi al fine di promuovere gli investimenti nelle tecnologie pulite nell’ambito dei partenariati tra pubblico e privato.

- L’UE rafforzerà il suo sostegno alla cooperazione regionale al fine di stabilire l’interconnessione delle infrastrutture di energia.

- L’UE si adopererà affinché l’energia sia integrata in quanto componente generale delle strategie di sviluppo, come i documenti di strategia per la riduzione della povertà. I programmi e i progetti nel settore dell’energia dovrebbero sistematicamente includere gli obiettivi di efficienza energetica.

4. Attuazione e controllo

Nel dicembre 2004, il Consiglio europeo ha esortato, nel quadro del conseguimento degli OSM, a rafforzare ulteriormente la coerenza delle politiche in materia di sviluppo “avvalendosi in misura più ampia e sistematica dei meccanismi esistenti per la consultazione e la valutazione dell’impatto, nonché delle procedure di controllo dell’impatto esercitato da tutte le politiche pertinenti sui paesi in via di sviluppo” [18] .

Per dar seguito a questa esortazione, l’UE esaminerà, tra l’altro, gli attuali meccanismi di valutazione e di screening applicati all’interno della Commissione europea, vagliando l’opportunità di estendere il loro approccio, in una forma debitamente modificata, al Consiglio e al Parlamento europeo.

La Commissione cercherà di tener fede al suo impegno nei confronti di una maggiore coerenza delle politiche in materia di sviluppo, esaminando come rafforzare ulteriormente gli strumenti di cui dispone attualmente, in particolare la valutazione dell’impatto. La Commissione garantirà che i suoi metodi di valutazione tengano conto della dimensione di genere e misurino quindi l’incidenza delle politiche sia sugli uomini che sulle donne.

La questione del miglioramento dell’analisi di impatto dovrebbe essere trattata sia a livello politico che tecnico. Nel settore della cooperazione allo sviluppo, esistono diversi meccanismi di consultazione volti a potenziare lo scambio di informazioni e l’analisi di impatto e a rafforzare la reciproca cooperazione al fine di promuovere la coerenza delle politiche per lo sviluppo[19]. L’UE rifletterà sull’opportunità di potenziare ed ampliare queste esperienze affinché la questione della coerenza delle politiche di sviluppo sia presa in considerazione non solo dai responsabili della politica di sviluppo ma anche delle altre politiche in generale.

La Commissione propone, in concreto, di controllare l’evoluzione degli impegni di coerenza dell’UE nel quadro degli OSM.

Relazione sulla coerenza delle politiche dell’UE per lo sviluppo

Al fine di promuovere ulteriormente la coerenza delle politiche dell’UE nel contesto specifico del conseguimento degli OSM, la Commissione elaborerà una revisione intermedia della coerenza delle politiche per lo sviluppo dell’UE, che dovrebbe essere effettuata tra oggi e la prossima revisione internazionale degli OSM, nell’ambito della quale saranno esaminati i progressi compiuti riguardo agli impegni di coerenza proposti nella presente comunicazione.

ALLEGATO 1 - ACRONIMI

ACP Africa, Caraibi e Pacifico

PAC Politica agricola comune

CBD Convenzione sulla diversità biologica

PCP Politica comune della pesca

DDA Agenda di sviluppo di Doha

CE Comunità europea

FES Fondo europeo di sviluppo

APE Accordi di partenariato economico

FLEGT Forest Law Enforcement, Governance and Trade - Applicazione delle normative, governance e commercio nel settore forestale

APP Accordi di partenariato nel settore della pesca

CAGRE Consiglio Affari generali e relazioni esterne

GATS Accordo generale sugli scambi di servizi

SPG Sistema di preferenze generalizzate

TIC Tecnologie dell’informazione e della comunicazione

OIL Organizzazione internazionale del lavoro

PMS Paesi meno sviluppati

OSM Obiettivi di sviluppo del millennio

MEA Accordi ambientali multilaterali

OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici

CPS Coerenza delle politiche per lo sviluppo

SALW Small Arms and Light Weapons - Armi leggere e di piccolo calibro

SDT Trattamento speciale e differenziato

SPS Misure sanitarie e fitosanitarie

TRA Assistenza in campo commerciale

TRIPS Accordi sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio

WSSD Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile

[1] L’OCSE ha proposto di definire il concetto di coerenza delle politiche per lo sviluppo nel modo seguente: la coerenza delle politiche per lo sviluppo significa adoperarsi per garantire che gli obiettivi e i risultati delle politiche di sviluppo di un governo non siano minati da altre politiche dello stesso paese che incidono sui paesi in via di sviluppo e per assicurare che queste politiche favoriscano, nei limiti del possibile, il conseguimento degli obiettivi di sviluppo.

[2] Struttura comune per le relazioni relative agli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) per il 2005, approvata nel giugno 2004.

[3] Il Consiglio europeo ha confermato inoltre che “l’Unione deve continuare a rafforzare il suo ruolo di guida nella lotta alla povertà a livello mondiale”, conclusioni del Consiglio europeo, giugno 2004.

[4] Conclusioni del CAGRE, novembre 2004.

[5] “Accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio”, COM (2005) 132 e “Finanziamento dello sviluppo ed efficacia degli aiuti”, COM (2005) 133.

[6] Il Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa è stato firmato a Roma il 29 ottobre 2004 ed entrerà in vigore il 1° novembre 2006, dopo la ratifica di tutti gli Stati membri.

[7] COM (2002) 278 def./2.

[8] “Why we need to work more effectively in fragile states”, DFID, gennaio 2005.

[9] Cfr. la comunicazione sulla prevenzione e la lotta alle pratiche societarie e finanziare scorrette (COM(2004) 611 def. del 27.9.2004).

[10] In conformità delle conclusioni del Consiglio del luglio 2004.

[11] Relazione della Commissione mondiale sulla dimensione sociale della globalizzazione, febbraio 2004.

[12] Comunicazione sulla dimensione sociale della globalizzazione, COM(2004)383, maggio 2004. La relazione della Commissione mondiale e la comunicazione sono state accolte con favore dal Consiglio europeo del dicembre 2004 e dalle conclusioni del Consiglio Occupazione e politica sociale del marzo 2005.

[13] Il concetto di lavoro dignitoso comprende la promozione dell’occupazione (produttiva), la protezione sociale, i diritti sul lavoro (comprese le norme fondamentali del lavoro), nonché il consolidamento del dialogo sociale, in cui rientrano le iniziative volte alla creazione di capacità per le organizzazioni dei datori di lavoro e i lavoratori.

[14] COM (2002) 347.

[15] COM (2002) 703.

[16] Libro verde sull’approccio dell’Unione europea alla gestione della migrazione economica. COM (2004) 811.

[17] Uno degli esempi è il programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, in cui rientrano diversi programmi per la mobilità internazionale che tengono conto di questo problema.

[18] Conclusioni del Consiglio europeo, dicembre 2004.

[19] Tra gli esempi vi sono la rete informale dell’UE per la coerenza delle politiche per lo sviluppo ed altri strumenti di lavoro specifici quali la rete nel settore dell’agricoltura, del commercio e dello sviluppo e la collaborazione intrasettoriale sul piano di azione dell’UE per i prodotti di base agricoli.