52004DC0366

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - La quota di fonti energetiche rinnovabili nell'UE - Relazione della Commissione ai sensi dell'articolo 3 della direttiva 2001/77/CE - La legislazione e le politiche comunitarie per aumentare la quota di fonti energetiche rinnovabili nell'UE: valutazione della loro efficacia e proposte di azioni concrete {SEC(2004) 547} /* COM/2004/0366 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO - La quota di fonti energetiche rinnovabili nell'UE - Relazione della Commissione ai sensi dell'articolo 3 della direttiva 2001/77/CE. La legislazione e le politiche comunitarie per aumentare la quota di fonti energetiche rinnovabili nell'UE: valutazione della loro efficacia e proposte di azioni concrete {SEC(2004) 547}

INDICE

Sintesi

1. Introduzione

1.1. Le sfide globali

1.2. Il ruolo dell'Europa

1.3. Oggetto della presente comunicazione

1.4. Nuovi Stati membri

2. Relazione della Commissione sui progressi compiuti a livello nazionale per conseguire gli obiettivi in materia di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili (E-FER)

2.1. Fonti di informazione usate

2.2. Il quadro generale

2.3. Valutazione dei progressi compiuti a livello nazionale

2.4. Requisiti pratici prescritti dalla direttiva 2001/77/CE

2.5. Garanzia di origine

2.6. La garanzia di origine e il suo ruolo nel calcolo dei progressi compiuti per realizzare gli obiettivi nazionali

2.7. Procedure di infrazione

2.8. Sviluppo della produzione di elettricità dall'energia eolica, dalla biomassa e dall'energia solare

2.8.1. Energia eolica

2.8.2. Elettricità prodotta da biomassa

2.8.3. Elettricità prodotta da sistemi fotovoltaici solari

2.9. Conclusioni sullo sviluppo di elettricità da fonti energetiche rinnovabili

3. Sforzi e risultati per il 2010

3.1. La normativa adottata dal 2000 a oggi

3.2. Azioni degli Stati membri

3.3. Strumenti comunitari di sostegno

3.3.1. Programmi comunitari di sostegno

3.3.2. Diffusione - campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica

3.4. Conseguire l'obiettivo del 12% - gli effetti della normativa comunitaria

3.4.1. Legislazione in materia di efficienza energetica

3.4.2. Normativa in materia di elettricità da fonti energetiche rinnovabili (E-FER)

3.4.3. Biocarburanti

3.5. Fonti energetiche rinnovabili per la produzione di calore

3.5.1. La tendenza nel settore dell'energia geotermica

3.5.2. Energia termica solare.

3.5.3. Biogas

3.5.4. Biomassa legnosa

3.5.5. Sintesi

3.6. Conclusione: scenario per la quota di fonti energetiche rinnovabili nel 2010

4. Azioni concrete

4.1. Nuove iniziative per incrementare i finanziamenti alle fonti energetiche rinnovabili. Iniziative degli Stati membri

4.2. Nuove iniziative per incrementare l'uso delle fonti energetiche rinnovabili e l'efficienza energetica. Azioni a livello europeo

4.3. Altre misure

4.3.1. Un piano comunitario per la biomassa

4.3.2. Sviluppo dell'uso delle fonti energetiche rinnovabili per produrre calore

4.3.3. Politica in materia di energia eolica off-shore

4.3.4. Elettricità solare

4.3.5. Ricerca e sviluppo tecnologico

4.3.6. Il ricorso ai principali strumenti finanziari comunitari

4.3.7. Commercializzazione dei biocarburanti

4.3.8. Disponibilità tempestiva di dati

5. Il contesto politico internazionale e prospettive comunitarie oltre il 2010

5.1. Il processo di Lisbona e la dimensione ambientale

5.2. La conferenza di Johannesburg e il suo seguito

5.3. Il ruolo degli obiettivi a livello comunitario

6. Conclusioni

Sintesi

1. Come spiega il Libro verde sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico (COM(2000)769), le priorità fondamentali della politica energetica dell'Unione europea sono due: affrontare il problema della crescente dipendenza dell'UE dalle importazioni di energia da alcune regioni del mondo e affrontare il problema del cambiamento climatico. Prendendo in considerazione i prossimi venti-trenta anni, il Libro verde attira l'attenzione sulle carenze strutturali e sulle debolezze, di natura geopolitica, sociale e ambientale, dell'approvvigionamento energetico dell'UE, in particolare in relazione agli impegni assunti dall'Europa rispetto al protocollo di Kyoto.

La promozione delle fonti energetiche rinnovabili (FER, renewable energy sources o RES) può contribuire in modo determinante a realizzare entrambi gli obiettivi. Dal 1997 l'Unione si adopera per raggiungere un traguardo ambizioso: portare la quota di energia prodotta da FER al 12% del consumo energetico nazionale lordo entro il 2010. Nel 1997 le FER rappresentavano il 5,4% di questo consumo, mentre nel 2001 avevano raggiunto il 6%.

2. La presente comunicazione fa il punto dello sviluppo raggiunto dalle FER nell'Unione europea, rispondendo a un triplice obiettivo:

- elaborare la relazione che la Commissione è formalmente tenuta a presentare a norma dell'articolo 3 della direttiva 2001/77/CE, valutando i progressi compiuti dall'UE15 nel conseguire gli obiettivi nazionali per il 2010 nel settore dell'elettricità prodotta da FER (E-FER);

- valutare le possibilità di conseguire nel 2010 l'obiettivo del 12% di FER nel consumo totale di energia nell'UE15 (aggregato che comprende il riscaldamento, l'elettricità e i trasporti), tenendo conto della normativa comunitaria emanata dal 2000 e di altre misure in materia di FER ed efficienza energetica;

- proporre azioni concrete a livello nazionale e comunitario per assicurare il conseguimento degli obiettivi stabiliti dall'UE per il 2010 in materia di FER, nell'ambito della Conferenza mondiale di Bonn sull'energia rinnovabile (giugno 2004) e, su questa base, proporre le misure da adottare per il periodo fino al 2020.

3. Ai sensi della direttiva 2001/77/CE, tutti gli Stati membri hanno adottato propri obiettivi nazionali per conseguire la quota di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili, che sono generalmente conformi ai valori di riferimento di cui all'allegato I alla direttiva.

Se gli Stati membri adotteranno le misure necessarie per il conseguimento degli obiettivi nazionali, la quota di E-FER dovrebbe avvicinarsi al 22% della produzione di elettricità dell'UE15, che è la percentuale stabilita come obiettivo dalla direttiva.

Tuttavia, da un'analisi delle relazioni intermedie (progress reports) trasmesse dagli Stati membri alla Commissione è evidente che con le politiche e le misure attualmente in vigore, nel 2010 si raggiungerà probabilmente solo una quota del 18-19% nel 2010 rispetto al 14% del 2000.

Una delle cause di questo scarto sembra dovuta al fatto che un certo numero di Stati membri non ha ancora dato corso a politiche atte a conseguire gli obiettivi fissati.

La Commissione verificherà attentamente la situazione in questi Stati membri, vigilando sulla piena attuazione di tutte le prescrizioni della direttiva, per elaborare successivamente un piano di azione.

4. Dal 2000 la Commissione ha proposto una nutrita serie di atti normativi per promuovere l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica. Il Parlamento europeo e il Consiglio ne hanno adottato la maggior parte. Le restanti proposte sono in una fase avanzata della procedura interistituzionale di adozione.

Sono state adottate le proposte seguenti:

- Direttiva 2001/77/CE sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità (GU L 283/33 del 27.10.2001)

- Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dei biocarburanti (GU L 123/42 del 17.5.2003)

- Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell'edilizia (GU L 1/65 del 4.1.2003)

- Direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione (GU L 52/50 del 21.2.2004)

- Direttiva 2003/96/CE sulla tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità (GU 283/51 del 31.10.2003)

- Direttiva 2000/55/CE sui requisiti di efficienza energetica degli alimentatori per lampade fluorescenti (GU L 279/33 dell'1.11.2000)

- Direttiva 2002/40/CE della Commissione riguardante l'etichettatura indicante il consumo di energia dei forni elettrici per uso domestico (GU L 128/45 del 15.05.2002)

- Direttiva 2002/31/CE della Commissione riguardante l'etichettatura indicante il consumo di energia dei condizionatori d'aria per uso domestico (GU L 86/26 del 3.04.2003)

- Direttiva 2003/66/CE della Commissione riguardante l'etichettatura indicante il consumo d'energia dei frigoriferi elettrodomestici, dei congelatori elettrodomestici e delle relative combinazioni (GU L 170/10 del 9.07.2003)

- Regolamento n. 2422/2001/CE concernente un programma comunitario di etichettatura relativa ad un uso efficiente dell'energia per le apparecchiature per ufficio (GU L 332/1 del 15.12.2001)

Le proposte seguenti sono all'esame del Parlamento europeo e del Consiglio:

- COM (2003)453 dell'1.8.2003 - Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di un quadro per l'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia e recante modifica della direttiva 92/42/CEE del Consiglio

- COM (2003)739 del 10.12.2003 - Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici

5. La Commissione ha inoltre presentato una proposta di programma pluriennale Energia intelligente - Europa (EIE), basato sul successo di precedenti programmi di sostegno comunitari (ALTENER, SAVE ed RTD). Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato la proposta nel giugno 2003 stanziando a tale scopo 250 milioni di euro.

6. La Commissione prevede che, grazie alle misure adottate, la quota di FER nell'UE15 salirà al 10% nel 2010. Il mancato raggiungimento dell'obiettivo del 12% è dovuto alla lenta crescita dei mercati dell'energia rinnovabile per il riscaldamento e il raffreddamento. Per conseguire l'obiettivo del 12% in questo settore sono quindi necessarie ulteriori iniziative.

Tuttavia, questa ipotesi presuppone che le autorità locali e nazionali facciano rispettare tutti i requisiti previsti dalla normativa comunitaria. L'esempio della direttiva 2001/77/CE dimostra che l'osservanza delle norme non può essere data per scontata. Se, per effetto di questa direttiva, nel 2010 solo il 18-19% dell'elettricità sarà prodotta da FER, la quota di energia rinnovabile non supererà il 9% del consumo energetico globale.

In presenza di un contesto normativo comunitario, spetta agli Stati membri assicurare che gli obiettivi e le misure concordati vengano effettivamente attuati. A tal fine è necessario dar vita a tutta una serie di iniziative, sforzandosi concretamente anche di assicurare che le aziende che operano nel settore dell'approvvigionamento energetico contribuiscano ai costi derivanti dalla promozione delle FER.

La presente comunicazione annuncia inoltre varie azioni concrete supplementari a livello comunitario a sostegno degli sforzi compiuti dagli Stati membri per conseguire la quota del 12% nell'UE15.

7. La Conferenza mondiale sull'energia rinnovabile, che si terrà a Bonn nel giugno del 2004, tratterà della promozione dell'energia rinnovabile a livello globale quale strumento per combattere il cambiamento climatico, promuovere la sicurezza dell'approvvigionamento e, soprattutto per i paesi in via di sviluppo, ridurre la povertà.

I partecipanti a una conferenza europea preparatoria, tenutasi a Berlino nel gennaio del 2004, hanno dichiarato che gli obiettivi generali riguardanti le FER dovrebbero essere estesi oltre il 2010. Sono stati citati vari studi tecnici che suggeriscono di fissare per il 2020 un obiettivo minimo del 20% di FER rispetto al consumo globale di energia nell'UE25, ricorrendo agli strumenti previsti dall'attuale normativa comunitaria e attuando azioni integrative per conseguire i risultati auspicati.

La Commissione, che si impegna a contribuire al successo della conferenza, ha evidenziato varie azioni che intende proporre a sostegno del programma di azione internazionale.

1. Introduzione

1.1. Le sfide globali

Come spiega il Libro verde sulla sicurezza dell'approvvigionamento energetico (COM(2000)769), le priorità fondamentali della politica energetica dell'Unione europea sono due: affrontare il problema della crescente dipendenza dell'UE da importazioni di energia provenienti da poche regioni del mondo e affrontare il problema del cambiamento climatico. Prendendo in considerazione i prossimi venti o trenta anni, il Libro verde attira l'attenzione sulle carenze strutturali e sulle debolezze di natura geopolitica, sociale e ambientale dell'approvvigionamento energetico dell'UE, in particolare in relazione agli impegni assunti dall'Europa rispetto al protocollo di Kyoto.

La promozione delle FER può contribuire in modo determinante a realizzare entrambi gli obiettivi. Dal 1997 l'Unione si adopera per raggiungere un traguardo ambizioso: portare la quota di energia prodotta da FER al 12% del consumo energetico nazionale lordo entro il 2010. Nel 1997 le FER rappresentavano il 5,4%, nel 2001 avevano raggiunto il 6% (a titolo comparativo, il petrolio rappresenta il 40%, il gas naturale il 23%, l'energia nucleare il 16% e i combustibili solidi il 15%).

Inoltre, l'energia rinnovabile contribuisce a migliorare la qualità dell'aria, a sviluppare capacità innovative, a creare nuove attività commerciali e posti di lavoro, a favorire lo sviluppo rurale, nell'ambito del rafforzamento dei tre pilastri dello sviluppo sostenibile.

A livello globale, il consumo di energia sta crescendo rapidamente, a un ritmo che è stato del 15% nel decennio 1990-2000 ma che si prevede accelererà tra il 2000 e il 2020.

I combustibili fossili (carbone, gas e petrolio) rappresentano l'80% circa del consumo mondiale di energia. Negli anni novanta il consumo globale di combustibili fossili è aumentato proporzionalmente al consumo complessivo di energia. Si prevede che fino al 2020 l'uso di combustibili fossili aumenterà a un ritmo ancora più rapido di quello del consumo complessivo.

I combustibili fossili offrono numerosi vantaggi. I costi di estrazione sono relativamente bassi, sono facili da usare e disponibili in grande quantità. Le infrastrutture per il loro sfruttamento sono già presenti, le industrie che ne assicurano l'approvvigionamento sono bene organizzate e sono in grado di rifornire quasi tutte le regioni del mondo.

Per contro, questi combustibili presentano due svantaggi principali. In primo luogo, la loro combustione genera sostanze inquinanti e i gas a effetto serra responsabili del cambiamento del clima. In secondo luogo, per i paesi che non dispongono di riserve adeguate (soprattutto di petrolio), aumentano i rischi legati alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico. La dipendenza dalle importazioni e l'aumento della quota di importazioni sono fenomeni preoccupanti in quanto espongono il paese al rischio di interruzioni o difficoltà di approvvigionamento. Tuttavia, la sicurezza dell'approvvigionamento non deve essere riduttivamente intesa come necessità di ridurre la dipendenza dalle importazioni e aumentare la produzione nazionale. Al contrario, la sicurezza dell'approvvigionamento richiede tutta una serie di iniziative politiche volte a diversificare le fonti energetiche e le tecnologie utilizzate, senza dimenticare il contesto geopolitico e le relative implicazioni.

La Commissione europea ha già esposto altrove le sue proposte su come affrontare questi problemi, in particolare nel Libro verde "Verso una strategia europea di sicurezza dell'approvvigionamento energetico" del 2000 [1] e nella comunicazione "La cooperazione energetica con i paesi in via di sviluppo" del 2002 [2].

[1] "Verso una strategia europea di sicurezza dell'approvvigionamento energetico", COM (2000) 769.

[2] "La cooperazione energetica con i paesi in via di sviluppo", COM (2002) 408.

Se usate al posto dei combustibili fossili, le FER possono aiutare ad affrontare il problema del cambiamento climatico, possono migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento aumentando la diversificazione della produzione energetica e offrono inoltre altri vantaggi quali la protezione della qualità dell'aria e la creazione di nuovi posti di lavoro e attività commerciali, di cui molti in aree rurali.

In genere, oggi investire nelle FER non è la strategia più economica per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, perché è meno costoso razionalizzare l'uso dell'energia. Tuttavia, gli investimenti nelle FER sono fondamentali in un'ottica a lungo termine. L'esperienza acquisita in settori quali l'energia eolica ha mostrato che investimenti sostenuti generano innovazioni che abbassano i costi d'uso delle FER. Invece, il costo di misure integrative a favore dell'efficienza energetica aumenta dopo avere ottenuto i primi frutti immediati. Occorrono pertanto investimenti in entrambi i settori.

1.2. Il ruolo dell'Europa

Si prevede che l'Unione europea, anche allargata a 25 membri, rappresenterà soltanto il 7% della crescita del consumo globale di energia tra il 2000 e il 2020. Oltre a un terzo dell'aumento verrà dall'espansione dell'economia della Cina e dell'India. Le decisioni prese in questi paesi e in altri in via di industrializzazione avranno un impatto crescente sui livelli e sulle modalità di uso dell'energia a livello mondiale.

L'Unione europea e altri paesi dell'OCSE hanno il dovere morale e concreto di aiutare i paesi in via di industrializzazione ad adottare politiche che contribuiranno ad assicurare il loro approvvigionamento energetico e a tenere sotto controllo il cambiamento climatico senza compromettere la loro crescita economica.

In media, un cittadino dell'UE25 consuma circa cinque volte più energia prodotta con combustibili fossili di un cittadino medio dell'Asia, dell'Africa e del Medio oriente; lo stesso vale anche per i cittadini della regione geografica Pacifico-Giappone. Il consumo degli abitanti degli Stati Uniti è addirittura 12 volte superiore. Se i paesi più ricchi non riducono i loro consumi di combustibili fossili, sarà poco probabile che riusciranno a convincere i paesi meno ricchi a fare altrettanto, soprattutto visto che molti abitanti dei paesi in via di sviluppo non dispongono servizi energetici adeguati.

L'Unione europea ha apportato uno specifico contributo pratico nel settore delle FER, elaborando soluzioni tecniche e istituzionali più efficaci ed economiche. L'Europa svolge un ruolo pionieristico nello sviluppo e nell'applicazione di moderne tecnologie per le FER. Tra il 1990 e il 2000 l'Europa occidentale, che consumava il 16% dell'energia mondiale, ha rappresentato il 31% dell'aumento mondiale di elettricità generata da biomassa, il 48% dell'aumento del numero di centrali idroelettriche di piccole dimensioni e il 79% dell'aumento di energia eolica. L'Unione europea e gli Stati membri sono stati all'avanguardia nel concordare indirizzi strategici e misure normative, quali gli obiettivi e i piani di finanziamento necessari per promuovere l'energia rinnovabile. Le aziende europee sono leader mondiali nelle tecnologie connesse alle FER.

Se l'Europa vuole continuare a fare la sua parte, non deve accontentarsi dei traguardi raggiunti. Come mostra il grafico seguente, il consumo di energia prodotta da FER in Europa è ancora inferiore a quello dell'energia generata con combustibili solidi, petrolio, gas ed energia nucleare.

L'Unione europea ha bisogno di energia prodotta da FER a costi contenuti per risolvere i problemi di sicurezza dell'approvvigionamento e conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Riconoscendo i numerosi vantaggi offerti dalle FER, l'Europa favorisce attivamente lo sviluppo di soluzioni tecnologiche e istituzionali applicabili anche a livello globale.

Tuttavia, una volta riconosciuto il ruolo importante delle FER, non bisogna ignorare l'esistenza di alcuni problemi.

Innanzitutto, esistono limiti tecnici e pratici alla disponibilità di FER economicamente convenienti. L'incidenza dell'energia eolica e solare è soggetta a notevoli variazioni geografiche.

La produzione di biomassa è in concorrenza con altri usi del suolo, in particolare con l'agricoltura. Il numero di valli che possono essere utilizzate per generare energia idroelettrica è limitato. Il documento di lavoro dei servizi della Commissione pubblicato congiuntamente alla presente comunicazione presenta un'attenta analisi del potenziale delle FER in ciascuno Stato membro. Come annuncia la presente comunicazione, sono previste altre analisi più approfondite.

In secondo luogo, le FER necessitano del supporto delle fonti energetiche classiche. L'energia eolica e solare sono intermittenti e imprevedibili. I fattori climatici possono causare sensibili variazioni nella disponibilità di biomassa e di energia idroelettrica da un anno all'altro. Per queste ragioni, esistono limiti alla quantità di energia prodotta da FER che gli attuali sistemi di approvvigionamento energetico possono assorbire. Da qui la possibilità che venga a crearsi una sovraccapacità di riserva di energia prodotta da fonti tradizionali con i relativi costi addizionali. Lo sviluppo delle FER può anche richiedere ulteriori investimenti nei sistemi energetici esistenti, tra cui reti elettriche. La politica energetica necessita lo sviluppo di una serie di fonti energetiche diverse, elemento questo che non deve essere dimenticato alla luce delle esperienze del passato in materia di diversificazione.

Va infine ricordato che, in genere, oggi lo sviluppo di un sistema energetico più diversificato e sicuro che sfrutti maggiormente le FER comporta costi più elevati. È vero che l'energia idroelettrica e gli usi tradizionali della legna sono competitivi rispetto alle forme convenzionali di energia e che l'energia eolica fornisce prestazioni quasi competitive in determinati siti sulla terraferma in cui il vento fa registrare velocità medie elevate. Tuttavia, molte forme di energia rinnovabile - per esempio l'elettricità prodotta da biomassa e i biocarburanti - costano il doppio o anche di più delle alternative convenzionali, se confrontate su base individuale, senza contare l'impatto sul costo del sistema energetico considerato nel suo insieme. Altre forme di energia, come quella fotovoltaica, sono ancora più costose [3].

[3] Lo studio "Wind energy - the facts" (European Wind Energy Association, 2004) indica che, nel migliore dei casi, il costo della generazione di energia eolica varia tra 4 e 5 centesimi per kWh. Secondo lo studio «Renewables for power generation» (Agence internationale de l'énergie, 2003) l'energia fotovoltaica costa almeno 17 centesimi per kWh, mentre l'elettricità prodotta da biomassa costa a partire dai 7 centesimi in su per kWh. Tuttavia, i costi possono essere ridotti se la biomassa è usata in impianti per la cogenerazione di calore ed energia (5 o 6 centesimi per kWh) o se è usata insieme a combustibili fossili, evitando così investimenti nel ciclo energetico (il costo è di 2 o 3 centesimi per kWh). A titolo comparativo, il costo all'ingrosso dell'elettricità prodotta dalle centrali elettriche convenzionali è di circa 3 centesimi per kWh. La comunicazione della Commissione sui carburanti alternativi per il trasporto stradale e su una serie di misure per promuovere l'uso dei biocarburanti (COM(2001)547) cita costi dell'ordine di 500 euro per 1 000 litri per i biocarburanti, rispetto ai 200-250 euro per 1 000 litri per carburanti a base di petrolio al prezzo di 30 dollari al barile.

Restano pertanto alcuni ostacoli allo sviluppo delle FER. Considerando l'attuale sviluppo tecnologico, è impossibile immaginare un mondo in cui le fonti energetiche convenzionali saranno completamente sostituite dalle FER, mentre è certamente possibile seguire un approccio gradualistico.

Sono già disponibili nuovi e più efficaci strumenti di analisi e di gestione grazie ai quali dovrebbe essere possibile elaborare una risposta adeguata a queste difficoltà e ai principali problemi incontrati. Si tratta per esempio di modelli elaborati per il calcolo dei costi che tengono conto dell'impatto di quote maggiori di FER sui costi globali del sistema energetico o di sofisticati strumenti per l'elaborazione di previsioni meteorologiche che possono essere integrati in moderni sistemi di gestione energetica per armonizzare maggiormente la domanda e l'offerta. Nuove analisi saranno quindi effettuate in tempo utile, come annunciato in appresso.

1.3. Oggetto della presente comunicazione

Dal 1997 l'Unione si adopera per conseguire l'obiettivo generale di portare al 12% entro il 2010 la quota di energia da FER rispetto al consumo energetico complessivo interno nell'UE15, che nel 1995 era del 5,2%. L'ostacolo maggiore è rappresentato dalla diversa intensità dell'impegno dei vari paesi per lo sviluppo delle FER.

Per procedere più rapidamente, dal 2000 l'Unione europea ha emanato mediante atti legislativi due obiettivi indicativi per l'energia rinnovabile:

- entro il 2010 portare al 22% la quota di elettricità prodotta da FER nell'UE15 (nel 2000 la percentuale era del 14%); [4]

[4] Direttiva 2001/77/CE sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità, GU L 283 del 27.10.2001, pagg. 33-40.

- entro il 2010 portare al 5,75% la quota di biocarburanti nel gasolio e nella benzina usati nei trasporti (nel 2002 la percentuale era dello 0,6%). [5]

[5] Direttiva 2003/30/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 maggio 2003 sulla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, GU L 123 del 17.5. 2003, pagg. 42-46. Le cifre includono il contributo dei 10 paesi aderenti. La quota relativa all'UE15 nel 2000 era dello 0,7%.

La Commissione ha inoltre proposto molti nuovi atti normativi per promuovere l'efficienza energetica che sono stati in gran parte adottati dal Parlamento europeo e dal Consiglio, mentre le altre proposte sono in una fase avanzata della procedura legislativa interistituzionale.

La presente comunicazione risponde a un triplice obiettivo:

- fingere da relazione formale della Commissione a norma dell'articolo 3 della direttiva 2001/77/CE, per valutare i progressi compiuti dall'UE15 nel conseguire gli obiettivi nazionali per il 2010 nel settore dell'elettricità prodotta da FER;

- valutare le possibilità di conseguire l'obiettivo del 12% di FER nel consumo totale di energia nell'UE15 nel 2010 (compresi il riscaldamento, l'elettricità e i trasporti), tenendo conto della normativa comunitaria elaborata dal 2000 e di altre misure riguardanti le FER e l'efficienza energetica;

- proporre azioni concrete a livello nazionale e comunitario per assicurare il conseguimento degli obiettivi stabiliti dall'UE per il 2010 in materia di FER, nell'ambito della conferenza mondiale di Bonn sull'energia rinnovabile (giugno 2004) e, su questa base, le misure da adottare per il periodo fino al 2020.

1.4. Nuovi Stati membri

I dieci nuovi Stati membri dell'UE devono ottemperare alle disposizioni della direttiva 2001/77/CE sull'elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili. Gli obiettivi indicativi nazionali per la quota di elettricità prodotta da FER in ogni Stato membro sono stabiliti nel trattato di adesione. Nel complesso, l'obiettivo collettivo per l'UE25 è una quota del 21% di energia rinnovabile nel 2010.

Per quanto riguarda l'UE15, la direttiva chiede alla Commissione di adottare una prima relazione intermedia nel corso del 2004; la relazione occupa il capitolo 2 della presente comunicazione, il quale riguarda quindi l'UE15. Quanto ai nuovi Stati membri, la prima relazione sui loro progressi, basata sulle relazioni nazionali che gli Stati membri in questione devono presentare, è attesa nel 2006. Di conseguenza, la loro situazione non è presa in esame nel capitolo 2, che però cita a titolo informativo alcuni esempi positivi in materia di produzione di elettricità da FER nei nuovi Stati.

I nuovi Stati membri devono anche osservare le disposizioni della direttiva sulla promozione dei biocarburanti (2003/30/CE). Nel 2006 la Commissione presenterà una prima relazione intermedia relativa a questa direttiva che riguarderà tutti i 25 Stati membri.

L'obiettivo di portare al 12% la quota di energia prodotta da FER nel consumo globale di energia riguarda l'UE15. I progressi compiuti per conseguire questo obiettivo sono analizzati nel capitolo 3. Come il capitolo 2, anche questo capitolo riguarda quindi gli Stati membri ai quali si applica l'obiettivo in questione. Anche in questo caso sono citati a fini illustrativi alcuni esempi tratti dai nuovi Stati membri.

I capitoli 4 e 5 descrivono le politiche e le azioni future riguardanti l'intera UE.

Il documento di lavoro dei servizi della Commissione pubblicato unitamente alla presente comunicazione riguarda tutti gli Stati membri.

2. Relazione della Commissione sui progressi compiuti a livello nazionale per conseguire gli obiettivi in materia di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili (E-FER)

2.1. Fonti di informazioni usate

Conformemente all'articolo 3, paragrafo 4 della direttiva 2001/77/CE, la Commissione è tenuta a valutare in quale misura:

"-gli Stati membri hanno progredito verso i rispettivi obiettivi indicativi nazionali,

- gli obiettivi indicativi nazionali siano compatibili con l'obiettivo indicativo globale del 12 % del consumo interno lordo di energia entro il 2010 e in particolare con una quota indicativa del 22,1 % di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili sul consumo totale di elettricità della Comunità entro il 2010."

Ai sensi dell'articolo 3, paragrafi 2 e 3 della stessa direttiva, gli Stati membri adottano relazioni nazionali che stabiliscono gli obiettivi nazionali e analizzano in quale misura essi sono stati raggiunti.

Le relazioni sugli obiettivi nazionali dovevano essere presentate nel 2002. Tutti gli Stati membri dell'UE15 le hanno adottate.

Le relazioni sui progressi compiuti per conseguire gli obiettivi nazionali dovevano essere presentate entro ottobre del 2003. Tutti gli Stati membri tranne la Finlandia, il Lussemburgo e l'Italia le hanno trasmesse alla Commissione (cfr. il documento di lavoro dei servizi della Commissione).

La Commissione ha analizzato le relazioni in oggetto, chiedendo varie consulenze per valutare l'impatto delle misure in esse descritte (cfr. il documento di lavoro della Commissione).

2.2. Il quadro generale

Una prima conclusione è che l'obiettivo adottato da ogni Stato membro è coerente con l'obiettivo di riferimento nazionale di cui all'allegato I della direttiva 2001/77/CE, sebbene la Svezia abbia usato un metodo diverso per fissare un valore differente [6]. Se gli Stati membri rispettano gli obiettivi nazionali, la quota totale della E-FER nell'UE15 sarà di circa 22% nel 2010, come previsto dalla direttiva.

[6] La Svezia ha fissato come obiettivo per il 2010 10 TWh di E-FER prodotte da fonti diverse dall'energia idroelettrica in più rispetto al 2002. Le cifre relative all'energia idroelettrica in Svezia si basano su una media calcolata su un periodo di 50 anni. È pertanto difficile convertire in percentuale i dati svedesi.

Purtroppo, le politiche, le misure e i risultati nazionali illustrati nelle relazioni degli Stati membri delineano un quadro meno idilliaco.

È opportuno ricordare che è difficile prevedere con certezza le conseguenze delle misure adottate oggi sulla quota di E-FER nel 2010. Tuttavia, gli scenari illustrati nel documento di lavoro dei servizi della Commissione portano alla seconda conclusione: malgrado i progressi compiuti per realizzare gli obiettivi fissati, quello stabilito per il 2010 non sarà conseguito con le politiche e le misure attualmente in vigore, neppure nell'ipotesi in cui la domanda di elettricità subisse un calo per effetto di nuove misure di efficienza energetica. Con le attuali misure il risultato sarà invece probabilmente compreso tra il 18% e il 19% nel 2010 (cfr. i grafici).

Una terza conclusione è che il mancato conseguimento dell'obiettivo è dovuto essenzialmente al fatto che la produzione di elettricità da biomassa non ha raggiunto i livelli previsti. La differenza principale tra il secondo grafico (che illustra l'effetto delle politiche e misure nazionali attualmente in vigore o programmate di recente) e il terzo grafico (che illustra le condizioni da creare per conseguire l'obiettivo del 22,1% fissato nella direttiva) è il contributo della biomassa (la parte in verde).

2.3. Valutazione dei progressi compiuti a livello nazionale

Dalle relazioni nazionali balzano in evidenza differenze considerevoli tra i vari Stati membri. La figura 1, basata sulle informazioni dettagliate del citato documento di lavoro, suddivide gli Stati membri in tre gruppi in base alla probabilità di conseguire i rispettivi obiettivi nazionali applicando la politica energetica attualmente in vigore. Il primo gruppo (Germania, Danimarca, Spagna e Finlandia) è sulla buona strada. Gli Stati membri del secondo gruppo (Austria, Belgio, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito e Francia) hanno cominciato a mettere in atto politiche adeguate. Per questo gruppo sussistono elementi al tempo stesso positivi e negativi quanto al conseguimento degli obiettivi fissati per il 2010. Gli Stati membri del terzo gruppo (Grecia e Portogallo) sono in ritardo rispetto agli obiettivi nazionali.

Nel marzo del 2004 l'Italia e il Lussemburgo hanno adottato nuove leggi di cui non è ancora stato possibile valutare i possibili effetti. Tuttavia, negli ultimi tre anni questi due Stati membri hanno fatto registrare solo progressi limitati. Per ulteriori dettagli, si rinvia al documento di lavoro dei servizi della Commissione.

>SPAZIO PER TABELLA>

Figura 1: progressi degli Stati membri verso la realizzazione degli obiettivi nazionali entro il 2010

Sulla buona strada. La Danimarca, se proseguirà con la stessa alacrità, riuscirà probabilmente a conseguire l'obiettivo fissato per il 2010 (29%) già nel 2005. In Danimarca la quota di E-FER è aumentata dall'8,9% nel 1997 al 20% nel 2002. La Germania ha incrementato la quota portandola dal 4,5% nel 1997 all'8% nel 2002 (l'obiettivo nazionale è del 12,5%): l'energia eolica è cresciuta da 3 TWh nel 1997 a 17 TWh nel 2002 (pari al 3% del consumo totale di elettricità nel 2002). La Spagna è al secondo posto in Europa per produzione di energia eolica, mentre la biomassa deve assumere un ruolo maggiore.

In base alla relazione nazionale della Finlandia, il contributo della E-FER è passato da 7 TWh nel 1997 a 10 TWh nel 2002, senza tenere conto dell'energia idroelettrica. In Finlandia il 2002 non è stato un anno positivo per l'energia idroelettrica, mentre l'evoluzione della biomassa è stato notevole negli ultimi anni.

Uno dei fattori fondamentali dei successi registrati in questi quattro Stati è stata la presenza di un attraente sistema di promozione e sostegno inserito in un contesto stabile e a lungo termine.

Quasi sulla buona strada. Per l'elettricità prodotta da FER il Regno Unito e i Paesi Bassi hanno investito con decisione nella nuova politica, ma di questo sforzo non sono ancora noti i risultati completi. L'Irlanda ha istituito un sistema di sostegno tramite gare di appalto, ma si registrano notevoli difficoltà nel collegare gli impianti eolici alla rete. Dal 2002 il Belgio ha un nuovo sistema di certificati verdi che attualmente non mostra risultati apprezzabili.

La Francia ha recentemente applicato un nuovo sistema tariffario, la cui capacità di attrazione è tuttavia indebolita dal limite di 12 MW per progetto. Questo limite incide in particolare sull'energia eolica. Inoltre, i maggiori ostacoli restano i tempi lunghi di approvazione dei progetti e i problemi di connessione alla rete.

Nel maggio del 2003 la Svezia ha inaugurato un sistema di certificati verdi. Tra il 1997 e il 2002 la produzione di E-FER nel paese è stata quasi nulla, ma i segnali registrati nel 2003 sono più incoraggianti.

Per l'Austria le previsioni di crescita sono buone. Questo andamento è agevolato dalle tariffe di alimentazione introdotte nel gennaio del 2003, che non escludono tuttavia una razionalizzazione del sistema di sostegno che introduca ulteriori requisiti di efficienza.

In ritardo. In Grecia, fino ad oggi, lo sviluppo della E-FER è stato lento; gli ostacoli amministrativi impediscono di sfruttare l'elevato potenziale presente sotto forma di energia eolica, biomassa ed energia solare. In Portogallo la produzione di E-FER prodotta da fonti diverse da quelle idroelettriche è aumentata solo di 1 TWh dal 1997. Per conseguire l'obiettivo nazionale occorrono altri 14 TWh.

2.4. Requisiti pratici prescritti dalla direttiva 2001/77/CE

Oltre al requisito riguardante gli obiettivi indicativi nazionali, la direttiva impone agli Stati membri una serie di requisiti pratici suddivisi in quattro aree diverse e destinati ad assicurare condizioni stabili di investimento per la E-FER:

1) l'attuazione di piani di sostegno allettanti, il più possibile efficienti,

2) l'eliminazione degli ostacoli amministrativi,

3) la garanzia di un accesso equo alla rete,

4) il rilascio di una garanzia di origine.

Nella maggioranza degli Stati membri è operativo un sistema di sostegno per l'energia rinnovabile che può assumere la forma di tariffe di alimentazione, quote obbligatorie e certificati verdi.

Le relazioni nazionali mostrano che la presenza di adeguati meccanismi finanziari non è sufficiente. In diversi casi, il successo delle azioni è bloccato da procedure complesse per il rilascio delle licenze, dalla scarsa integrazione della E-FER nella programmazione regionale e locale e da procedure poco trasparenti quanto alla connessione alla rete. La tabella seguente riassume la situazione negli Stati membri.

>SPAZIO PER TABELLA>

Tabella 1: riepilogo degli ostacoli amministrativi e dei problemi connessi alla rete negli Stati membri

Conformemente alla direttiva, nel 2005 la Commissione presenterà una relazione sui meccanismi di sostegno (articolo 4, paragrafo 2) e sulle migliori pratiche nelle procedure amministrative (articolo 6, paragrafo 3).

2.5. Garanzia di origine

L'articolo 5 della direttiva impone agli Stati membri di introdurre un sistema di garanzia di origine dal 27 ottobre 2003.

La realizzazione di questo sistema prevede diverse fasi. Le principali riguardano l'attuazione della normativa, la designazione dell'organismo responsabile per il rilascio delle garanzie di origine e l'istituzione di un sistema accurato e affidabile comprendente la preparazione di documenti e registri.

Sulla base delle relazioni nazionali e di informazioni supplementari, la situazione a marzo 2004 era la seguente:

>SPAZIO PER TABELLA>

Quando l'attuazione è completata - 3 riquadri verdi - può essere rilasciata una garanzia di origine. Nella tabella si vede più verde che rosso, ma l'attuazione non è ancora completata.

La Commissione prenderà in considerazione l'attuazione concreta delle garanzie di origine nella relazione sui meccanismi di sostegno prevista per il 2005 e analizzerà la validità delle garanzie e la necessità di rimborso, l'affidabilità del sistema e l'inclusione di garanzie di origine nei vari meccanismi di sostegno, ove opportuno.

A norma dell'articolo 5 della direttiva, la Commissione prenderà in considerazione l'opportunità di proporre regole comuni per le garanzie di origine.

2.6. Ruolo della garanzia di origine nel calcolo dei progressi compiuti per realizzare gli obiettivi nazionali

All'articolo 3 della direttiva gli obiettivi nazionali sono definiti con riferimento al consumo di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili in percentuale del consumo totale nazionale di elettricità. Il consumo di elettricità è definito come la produzione nazionale con l'aggiunta delle importazioni e la sottrazione delle esportazioni. I valori di riferimento per gli obiettivi nazionali di cui all'allegato I sono definiti esclusivamente come percentuali della produzione nazionale.

Occorre stabilire a quali condizioni uno Stato membro può ritenere che la E-FER importata contribuisca al conseguimento dall'obiettivo stabilito dalla direttiva.

Uno Stato membro non può conseguire i suoi obiettivi con importazioni provenienti dall'esterno dell'UE, come è indicato chiaramente in una nota alla tabella all'allegato I, in cui si legge che ".... In caso di scambi interni di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili (con certificazione riconosciuta od origine registrata) il calcolo di tali percentuali inciderà sui dati per il 2010 relativi ai singoli Stati membri, ma non sul totale per la Comunità."

Tuttavia, la situazione riguardante le importazioni intracomunitarie non è altrettanto chiara.

La Commissione riconosce che è necessario chiarire le modalità di calcolo dei progressi compiuti nel conseguire gli obiettivi nazionali. In particolare, è importante definire il ruolo delle garanzie di origine.

Per valutare in quale misura gli obiettivi nazionali sono rispettati la Commissione ha deciso di applicare il seguente principio:

Uno Stato membro può includere un contributo da importazioni da un altro Stato membro soltanto se lo Stato esportatore ha accettato esplicitamente e dichiarato su una garanzia di origine che non userà la quantità specificata di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili per conseguire il proprio obiettivo, accettando altresì che questa elettricità possa essere presa in considerazione per l'obiettivo dello Stato membro importatore.

È bene sottolineare che è opportuno che vi siano scambi di elettricità da fonti energetiche rinnovabili. Le preferenze dei consumatori possono in ogni caso generare scambi. Tuttavia, in mancanza dell'accordo del paese esportatore, la produzione è presa in considerazione per calcolare la realizzazione dell'obiettivo del paese esportatore.

Gli Stati membri esportatori potrebbero includere questo accordo direttamente nelle garanzie di origine per la E-FER prodotta nel loro territorio. In caso contrario, gli Stati membri importatori potrebbero chiedere un'ulteriore approvazione per la garanzia di origine in questione.

2.7. Procedure di infrazione

La Commissione esaminerà il recepimento delle disposizioni della direttiva 2001/77/CE, in particolare in merito ai requisiti pratici descritti sopra, e prenderà in considerazione la relazione nazionale, adottando le procedure di infrazione del caso.

2.8. Sviluppo della produzione di elettricità dall'energia eolica, dalla biomassa e dall'energia solare

In totale, nel 2002 l'energia prodotta da fonti rinnovabili ha rappresentato circa il 15,2% di tutta l'elettricità prodotta. L'energia nucleare ha rappresentato il 33%, mentre il resto dell'energia è stato prodotto da processi termici con combustibile fossile.

L'UE15 sta usando quasi tutto il potenziale idroelettrico disponibile di grandi dimensioni. Il contributo fornito da questa fonte energetica rinnovabile è elevato ma la capacità totale è destinata a rimanere costante. Le due tecnologie che possono far aumentare la quota di E-FER nell'UE15 entro il 2010 sono l'energia eolica e la biomassa. Tuttavia, nei nuovi Stati membri - in particolare in Slovenia, Ungheria e Lituania - esistono ancora notevoli possibilità di aumentare la produzione di energia idroelettrica.

Le previsioni della produzione di energia da vari usi della biomassa devono essere riesaminate, con riferimento alla sua efficienza e disponibilità. Il punto 2.2 rilevava nette differenze fra i tassi di crescita di queste due fonti energetiche. Inoltre, per ragioni strategiche, in una prospettiva di medio termine (verso il 2020 e oltre), viene presa in considerazione anche l'energia solare.

2.8.1. Energia eolica

L'industria eolica europea rappresenta il 90% del mercato mondiale delle attrezzature del settore. Nove dei dieci principali produttori di turbine eoliche hanno sede in Europa. Questo settore industriale impiega oggi 72 000 persone rispetto alle 25 000 nel 1998. Negli ultimi 15 anni i costi per kWh sono scesi del 50%.

Nel 2003 la capacità installata nell'UE15 è cresciuta del 23% ed oggi supera i 28 GW (figura 2). In un anno con venti nella norma questa capacità può produrre 60 TWh di elettricità, circa il 2,4% del consumo di elettricità nell'UE.

Questo successo non è il risultato di uno sforzo comune europeo. Come mostra il grafico, la Germania, la Spagna e la Danimarca rappresentano l'84% della capacità totale di energia eolica nell'UE15.

Figura 2: crescita della capacità di energia eolica nell'UE15 nel periodo 1997-2003 - tre mercati leader

Nel 1997, nel quadro dell'obiettivo del 12%, la Commissione sperava che entro il 2010 fosse installata capacità di energia eolica per 40 GW, traguardo che sarà nettamente superato. Secondo alcune stime elaborate dall'industria, entro il 2010 potrebbero essere installati 75 GW [7] (che genereranno circa 167 TWh all'anno).

[7] Fonte: Wind energy -The Facts - marzo 2003.

Tuttavia, il risultato finale per il 2010 dipenderà dagli sforzi degli Stati membri in cui l'energia eolica non è ancora decollata.

Nel Regno Unito, in Austria, nei Paesi Bassi e in Italia si registrano segnali positivi grazie a un contesto politico più favorevole. In altri Stati membri l'energia eolica si sta sviluppando lentamente. In Francia, la crescita è stata di 91 MW nel 2003 (contro i ben 2 645 MW in Germania nello stesso anno) e la capacità totale ha raggiunto 239 MW. In Grecia, entro settembre del 2003 è stata completata la procedura amministrativa nazionale per il rilascio della prima autorizzazione per 3 715 MW; tuttavia, la capacità installata era soltanto di 375 MW.

L'esperienza maturata dai tre principali paesi produttori di energia eolica indica che i fattori favorevoli all'espansione dell'energia eolica sono i seguenti:

- un contesto finanziario interessante a lungo termine,

- eliminazione degli ostacoli amministrativi grazie a procedure di pianificazione e sistemi di rilascio di licenze uniformi,

- garanzia di un accesso equo alla rete e tariffe non discriminatorie,

- pianificazione di reti che riducano i costi al minimo.

La stima di 75 GW di capacità installata di energia eolica nel 2010 include 10 GW prodotti in impianti offshore. L'energia eolica prodotta in impianti offshore diventerà sempre più importante visto che oramai tutti i siti con buona esposizione ai venti sulla terraferma sono sfruttati. Gli impianti eolici offshore presentano diversi vantaggi: il vento in mare aperto è più forte e affidabile (si calcola che la maggior parte dei siti nelle acque marittime dell'Europa settentrionale fornirà tra il 20% e il 40% di energia eolica in più rispetto ai siti sulla costa), mentre il numero di abitanti esposti a possibili inconvenienti è minore. Tuttavia, attualmente generare elettricità in impianti eolici offshore costa più che in impianti sulla terraferma.

La Danimarca, che ha la quota più elevata di energia eolica di tutti gli Stati membri, è all'avanguardia nello sfruttamento dell'energia eolica prodotta offshore. Nel luglio del 2003 il Regno Unito ha annunciato il finanziamento di progetti di impianti eolici di questo tipo. Si tratta di sviluppi positivi che altri Stati membri potrebbero seguire.

2.8.2. Elettricità prodotta da biomassa

Purtroppo, il successo dell'energia eolica non compensa la crescita rallentata dell'elettricità prodotta da biomassa.

Tra il 1997 e il 2001 la Finlandia, la Danimarca e il Regno Unito sono stati gli unici Stati membri in cui l'elettricità generata da biomassa (essenzialmente biogas) ha registrato una crescita costante. In alcuni Stati il contributo fornito dalla biomassa è cresciuto in misura paragonabile ma ad intermittenza, mentre in altri è rimasto limitato. In generale, nel settore mancano politiche coordinate e il sostegno finanziario è scarso.

Nel 1997 la Commissione prevedeva che il 68% dell'aumento di E-FER sarebbe venuto dalla biomassa, il 24% dall'energia eolica e l'8% dall'energia idroelettrica, geotermica e fotovoltaica.

Oggi si prevede che la forte crescita dell'energia eolica contribuirà al 50% dell'aumento necessario per conseguire l'obiettivo della direttiva, mentre l'apporto dell'energia idroelettrica, geotermica e fotovoltaica sarà del 10%. Di conseguenza, l'obiettivo sarà raggiunto soltanto se la biomassa coprirà il restante 40%. Questo settore dovrà crescere da 43 TWh nel 2002 [8] a 162 TWh: l'energia prodotta da biomassa dovrà quindi aumentare del 18% all'anno, contro un tasso pari soltanto al 7% annuo negli ultimi sette anni (cfr. il grafico). [9]

[8] Fonte: Eurostat. Dati non consolidati.

[9] L'obiettivo del 22% non fornisce dettagli sulla penetrazione delle varie fonti da cui viene prodotta E-FER. Gli Stati membri hanno la responsabilità di indicare la ripartizione del mix energetico. La suddivisione settoriale fornita qui deve pertanto essere considerata una semplice stima.

Nella maggior parte dei nuovi Stati membri esiste un notevole potenziale di uso della biomassa per la generazione di elettricità e calore, considerando in particolare le risorse ancora in larga misura non sfruttate in Ungheria, Repubblica ceca, Slovacchia, Lettonia, Lituania ed Estonia.

Questo requisito dovrebbe essere preso in considerazione tenendo presente la necessità di maggiori quantità di biomassa non solo per la produzione di elettricità ma anche di calore così come per la fornitura di trasporti (cfr. il capitolo 3) e il potenziale di biomassa per la cogenerazione.

2.8.3. Elettricità prodotta da sistemi fotovoltaici solari

Nel 2003 l'industria fotovoltaica ha prodotto 740 MWp di moduli fotovoltaici (PV) in tutto il mondo, generando un fatturato di 4 miliardi di euro. Negli ultimi cinque anni la crescita annua è stata in media superiore al 30%. Oltre alla crescita esponenziale del mercato mondiale, il più rapido aumento della capacità di produzione del Giappone costituisce una preoccupazione particolare per l'Europa.

Da quando la legge tedesca sull'alimentazione è stata introdotta nel 1999, la produzione europea di energia fotovoltaica è aumentata in media del 50% all'anno, raggiungendo 190 MW nel 2003. La quota del mercato mondiale detenuta dall'Europa è passata nello stesso periodo dal 20% al 26%, mentre quella degli USA è diminuita a causa di un mercato interno debole e quella del Giappone è salita al 49%. L'industria fotovoltaica europea deve mantenere questo tasso di crescita nei prossimi anni per conservare la sua quota di mercato. Tuttavia, sarà possibile conseguire questo obiettivo soltanto in presenza di un contesto politico affidabile, che assicuri all'industria fotovoltaica un rendimento del capitale investito. Oltre all'aspetto politico della questione, occorrono anche interventi mirati per migliorare la tecnologia delle celle solari e la tecnologia del sistema.

La produzione di elettricità fotovoltaica è ancora limitata, la sua crescita nell'UE segue une curva che rispecchia esattamente quella dell'energia eolica, con un ritardo di circa 12 anni. La capacità PV installata in Europa è raddoppiata tra il 2001 e il 2003 e la Germania rappresenta oltre il 70% del totale. Tuttavia, l'energia PV è raddoppiata anche in Spagna e Austria, mentre il Lussemburgo, con 8W a testa, ha la quota più elevata di energia PV per abitante. Se tutta l'UE facesse altrettanto produrrebbe circa 3,6 TWh all'anno con una capacità PV installata di 3,6 GWp.

2.9. Conclusioni sullo sviluppo di elettricità da fonti energetiche rinnovabili

La direttiva 2001/77/CE è stato il primo provvedimento legislativo adottato dal Consiglio e dal Parlamento europeo concernente direttamente lo sviluppo dell'energia rinnovabile.

Nell'ottobre del 2002 gli Stati membri hanno confermato i loro obiettivi nazionali. Globalmente, l'Europa ha confermato l'intenzione di portare al 22% entro il 2010 la quota di E-FER.

Gli Stati membri dovevano adottare le misure legislative e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro l'ottobre del 2003. Tutti gli Stati membri hanno comunicato le loro misure.

Nel 2002 e 2003 nove Stati membri hanno attuato una nuova politica per promuovere l'energia elettrica da FER (cfr. il documento di lavoro dei servizi della Commissione). Due Stati membri avevano già preso misure operative. Gli obiettivi stabiliti dalla direttiva sono in corso di realizzazione.

Tuttavia, le relazioni nazionali mostrano che con le politiche e le misure attualmente in vigore, nel 2010, probabilmente soltanto il 18%-19% dell'elettricità sarà prodotta da fonti energetiche rinnovabili.

In alcuni Stati membri persistono ostacoli amministrativi quali procedure di autorizzazione lunghe e complesse dovute all'insufficiente coordinamento tra i diversi organi amministrativi (articolo 6). Le attuali norme per l'accesso alla rete non offrono un contesto giuridico basato su criteri oggettivi, trasparenti e non discriminatori (articolo 7). Per assicurare una crescita stabile sono essenziali ulteriori progressi volti a migliorare l'accesso alla rete della E-FER.

La crescita lenta del settore della biomassa è dovuta a meccanismi di sostegno inadatti e all'assenza di politiche coordinate. Per favorire un maggiore uso dell'energia generata da biomassa, occorre migliorare i meccanismi di sostegno e le politiche, tenendo conto dei potenziali offerti da questa tecnologia a livello regionale e nazionale.

L'energia eolica ha registrato un aumento notevole in tre Stati membri e questo successo dovrebbe essere esteso ad altri Stati membri attuando le misure elencate al capitolo 2.8.1. Tuttavia, anche il boom dell'energia eolica non sarà sufficiente per controbilanciare il lento sviluppo della biomassa.

Sono necessari sforzi supplementari, in particolare per i diversi usi della biomassa, gli impianti eolici offshore e il sostegno finanziario in generale. Devono essere inoltre mantenute in vigore le misure di sostegno per l'energia geotermica, gli impianti idroelettrici di piccole dimensioni e l'energia fotovoltaica (settore nel quale il Giappone ha superato l'Europa).

La Commissione seguirà attentamente la situazione in tutti gli Stati membri e curerà la piena applicazione di tutte le disposizioni della direttiva per preparare misure di accompagnamento.

3. Sforzi e risultati per il 2010

3.1. La produzione normativa adottata dal 2000 ad oggi

Dal 1997 l'UE15 si adopera per conseguire l'obiettivo generale di portare la quota di energia prodotta da FER al 12% del consumo energetico nazionale lordo entro il 2010 (contro il 5,2% del 1995).

Per realizzare questo obiettivo, dal 2000 la Commissione ha approvato e proposto molti strumenti legislativi per promuovere l'energia rinnovabile e l'efficienza energetica. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato la maggioranza di queste proposte, mentre le altre sono giunte a una fase avanzata dell'iter legislativo interistituzionale.

Gli atti comunitari che sono stati recepiti negli ordinamenti nazionali sono i seguenti:

- Direttiva 2001/77/CE sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità (GU L 283/33 del 27.10.2001)

- Direttiva 2003/30/CE sulla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti (GU L 123/42 del 17.5.2003)

- Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell'edilizia (GU L1/65 del 4.1.2003)

- Direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione (GU L 52/50 del 21.2.2004)

- Direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità (GU L 283/51 del 31.10.2003)

- Direttiva 2000/55/CE sui requisiti di efficienza energetica degli alimentatori per lampade fluorescenti (GU L 279/33 dell'1.11.2000)

- Direttiva 2002/40/CE della Commissione che stabilisce le modalità di applicazione della direttiva 92/75/CEE del Consiglio per quanto riguarda l'etichettatura indicante il consumo di energia dei forni elettrici per uso domestico (GU L 128/45 del 15.05.2002)

- Direttiva 2002/31/CE della Commissione che stabilisce le modalità di applicazione della direttiva 92/75/CEE per quanto riguarda l'etichettatura indicante il consumo di energia dei condizionatori d'aria per uso domestico (GU L 86/26 del 3.04.2003)

- Direttiva 2003/66/CE della Commissione che modifica la direttiva 94/2/CE che stabilisce modalità d'applicazione della direttiva 92/75/CEE del Consiglio per quanto riguarda l'etichettatura indicante il consumo d'energia dei frigoriferi elettrodomestici, dei congelatori elettrodomestici e delle relative combinazioni (GU L 170/10 del 9.07.2003)

- Regolamento (CE) n. 2422/2001 concernente un programma comunitario di etichettatura relativa ad un uso efficiente dell'energia per le apparecchiature per ufficio (GU L 332/1 del 15.12.2001)

Inoltre sono state approvate le seguenti proposte:

- COM (2003)453 dell'1.08.2003 - Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'istituzione di un quadro per l'elaborazione di specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia e recante modifica della direttiva 92/42/CEE del Consiglio

- COM (2003)739 del 10.12.2003 - Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici

L'impatto di una misura specifica, la direttiva 2001/77/CE, è già stato analizzato. Gli effetti delle altre misure saranno presi in considerazione nel presente capitolo. È possibile calcolarne l'impatto presupponendo il loro pieno rispetto e la loro integrale attuazione da parte delle autorità nazionali, regionali e locali. Tuttavia, l'esempio della direttiva 2001/77/CE dimostra che si tratta di ipotesi non sempre verificate.

Esiste un ampio consenso sul fatto che il sistema di scambio delle emissioni (Emissions Trading Scheme, ETS) avrà risvolti positivi dal 2005 in poi sulla capacità delle FER nell'UE. Inoltre, la direttiva sul riconoscimento dei crediti, approvata di recente, avrà un impatto simile sull'adozione di queste tecnologie nei paesi in via di sviluppo e nelle economie in fase di transizione, Il sistema di scambio delle emissioni dell'UE non garantirà di per sé il conseguimento degli obiettivi fissati per il 2010 in materia di energia rinnovabile in quanto riguarda soltanto i benefici che offrono le energie rinnovabili in relazione ai gas a effetto serra. L'effetto positivo si farà sentire sulle estrapolazioni del 2010, sebbene sia prematuro affermarlo in quanto l'assegnazione delle quote non è ancora stata ultimata.

Occorre inoltre ricordare che diverse misure, soprattutto nel settore dell'efficienza energetica, non faranno sentire i loro effetti a breve e anche medio termine (per esempio nel caso di miglioramenti apportati all'edilizia). Pertanto, non è possibile procedere a un'estrapolazione delle attuali tendenze in relazione a queste incidenze.

3.2. Azioni degli Stati membri

Negli ultimi due anni gli Stati membri hanno dato vita a nuove politiche nel settore dell'energia rinnovabile, emanando una normativa più articolata e precisando il quadro finanziario.

Tuttavia, il contesto generale non è del tutto positivo, Soprattutto perché gli Stati membri non si sono impegnati con uguale intensità nello sviluppo delle FER.

La situazione sarebbe molto diversa se l'energia eolica avesse in tutta la Comunità lo stesso successo riscontrato in Danimarca, Germania e Spagna, se la produzione di calore ottenuta da biomassa fosse diffusa ovunque come in Finlandia o se l'energia geotermica avesse raggiunto in tutta l'Unione lo stesso grado di sviluppo che in Svezia e Italia.

A livello comunitario sono stati definiti sia gli obiettivi strategici che il quadro legislativo per lo sviluppo delle FER, Mentre le realizzazioni concrete sono frutto dell'azione degli Stati membri. Per gli Stati membri è giunto il momento di dare nuovo impulso alle azioni a livello locale, regionale e nazionale.

Gli Stati membri sono invitati a sfruttare al meglio i fondi messi a disposizione tramite i fondi strutturali per promuovere azioni a favore delle FER.

3.3. Strumenti comunitari di sostegno

La Comunità dispone di fondi limitati per finanziare le FER e può intervenire solo come catalizzatore e fornire un sostegno. Di seguito si elencano le azioni intraprese.

3.3.1. Programmi comunitari di sostegno

Programma "Energia intelligente - Europa (2003-2006) [10]"

[10] Decisione n. 1230/2003/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2003, che adotta un programma pluriennale di azioni nel settore dell'energia: "Energia intelligente - Europa" (2003-2006), GU L 176 del 15.7.2003, pag. 29.

Il programma pluriennale "Energia intelligente - Europa" (EIE) adottato nel giugno 2003 fa seguito al successo dei programmi Save ed Altener che hanno sostenuto iniziative nei settori dell'efficienza energetica e delle FER dall'inizio degli anni novanta. È importante notare come sia cresciuto il bilancio comunitario destinato alle iniziative degli Stati membri: complessivamente, per i programmi precedenti del decennio 1993-2002 erano stati stanziati 220 milioni di euro, mentre per il nuovo programma nel solo periodo 2003-2006 lo stanziamento è di 250 milioni di euro.

L'EIE intende promuovere l'efficienza energetica (azioni SAVE) così come le fonti energetiche nuove e rinnovabili (azioni ALTENER), sostenere iniziative per l'impiego dell'energia nei trasporti (STEER) e promuovere le FER e l'efficienza energetica nei paesi in via di sviluppo (COOPENER).

Il programma EIE, che favorisce l'applicazione della normativa comunitaria concentrando gli sforzi nazionali, regionali e locali in tutta l'UE, ha per oggetto l'eliminazione degli ostacoli non tecnici, la creazione di opportunità commerciali, la definizione di norme e la creazione di strutture formative, nonché strumenti per la programmazione, lo sviluppo e il monitoraggio. Questo programma costituisce, da un lato, integrazione dei programmi RTD, affrontando il problema degli ostacoli commerciali spesso incontrati nell'attuazione di progetti di dimostrazione e, dall'altro, promuove le iniziative delle comunità locali e delle amministrazione e agenzie comunali e regionali, un elemento vitale per istituire mercati sostenibili delle FER.

L'importanza e il volume crescente del sostegno comunitario ha portato alla creazione dell'Agenzia esecutiva per l'energia intelligente incaricata di assistere la Commissione nell'attuazione del programma EIE.

Ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione

Il Sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2002-2006) [11] contribuisce allo sforzo dell'Unione per promuovere lo sviluppo sostenibile e l'economia basata sulla conoscenza. La priorità n. 6 dell'attuale programma riguarda appunto i sistemi energetici sostenibili. Dei 17 500 milioni di euro complessivamente stanziati per la RTD, 810 milioni sono stati assegnati ai sistemi energetici sostenibili, 405 milioni alla ricerca a medio e lungo termine e 405 milioni alla dimostrazione a medio e breve termine.

[11] Decisione n. 1513/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2002, relativa al sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione volto a contribuire alla realizzazione dello Spazio europeo della ricerca e all'innovazione (2002-2006), GU L 232 del 29.8.2002.

La parte del programma riguardante la ricerca a medio e breve termine si concentra su cinque priorità:

- l'approvvigionamento di energia prodotta da fonti rinnovabili a condizioni economicamente vantaggiose,

- l'integrazione su larga scala dell'energia rinnovabile,

- l'edilizia ecocompatibile,

- la poligenerazione,

- i carburanti alternativi.

Nell'ambito di questa parte del programma per le energie rinnovabili la Commissione ha avviato un'importante iniziativa - denominata CONCERTO - a sostegno dei progetti di dimostrazione finalizzati all'ottimizzazione dei flussi di energia nelle comunità locali mediante forme innovative di integrazione delle tecnologie basate sulle FER e l'efficienza energetica. Un altro importante obiettivo dell'iniziativa consiste nel coinvolgere le comunità locali nelle azioni per lo sviluppo sostenibile. Un'iniziativa analoga - denominata CIVITAS - utilizza i fondi stanziati per i trasporti e la ricerca per promuovere il trasporto urbano sostenibile, compreso l'uso di carburanti alternativi. La Commissione ha avviato altre importanti iniziative - tra cui le piattaforme tecnologiche per l'idrogeno e l'elettricità fotovoltaica - che sono destinate a sondare le prospettive a lungo termine, nonché indicazioni strategiche per queste due tecnologie essenziali.

Il programma di ricerca a medio e lungo termine sulle FER comprende le seguenti priorità:

- concetti nuovi ed avanzati in materia di tecnologie per le FER,

- nuove tecnologie per i vettori energetici, il trasporto e lo stoccaggio, in particolare di idrogeno,

- celle a combustibile, comprese le loro applicazioni,

- modellizzazione socioeconomica, energetica e ambientale.

Per contribuire alla strategia di sviluppo sostenibile dell'UE, la Commissione sta inoltre avviando due grandi iniziative riguardanti l'assetto territoriale e l'agricoltura, sviluppando strumenti e metodi che consentano di valutare l'impatto di politiche alternative. Tra gli utilizzi agricoli e forestali del territorio che saranno presi in considerazione, la produzione di biomassa per generare energia FER sarà oggetto di particolare attenzione. Infine, le tecnologie per le FER saranno analizzate e promosse nell'ambito del Piano di azione per le tecnologie ambientali lanciato dalla Direzione generale della ricerca.

3.3.2. Diffusione - Campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica

La campagna di lancio (2000-2003)

Nel 1999 la Commissione dette il via alla campagna di lancio (Campaign for Take-Off, CTO) per le fonti energetiche rinnovabili [12], tesa a fornire obiettivi quantitativi per 8 settori riguardanti le FER, i quali serviranno da punti di riferimento per i responsabili delle politiche e della programmazione per diffondere le iniziative più valide e le migliori pratiche, ma anche per sensibilizzare ulteriormente le autorità a livello locale, regionale ed europeo.

[12] Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili (Libro bianco per una strategia e un piano d'azione comunitario) - Campagna per il decollo, SEC (1999) 504

Nel periodo 2000-2003 più di 600 organizzazioni dell'UE tra comuni, agenzie, istituti tecnologici, autorità regionali e nazionali, università ed imprese, hanno partecipato con oltre 125 programmi e progetti nel settore delle FER alla campagna.

3.4. Conseguire l'obiettivo del 12% - gli effetti della normativa comunitaria

3.4.1. Legislazione in materia di efficienza energetica

Per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e ridurre le emissioni di gas a effetto serra l'efficienza energetica ha la stessa importanza delle fonti energetiche rinnovabili.

La politica comunitaria in materia di efficienza energetica si è sviluppata secondo criteri diversi da quelli seguiti per la politica in materia di FER.

Per quest'ultimo settore, inizialmente è stato fissato un obiettivo generale (l'obiettivo del 12%) e successivamente sono state elaborate direttive settoriali riguardanti l'elettricità e i trasporti.

Per contro, la legislazione comunitaria in materia di efficienza energetica ha avuto inizialmente per oggetto singoli prodotti. Prima del 2000 si è concentrata sui requisiti minimi di efficienza energetica e sui requisiti di etichettatura per tutta una serie di prodotti, introducendo anche un accordo volontario con i produttori di automobili (l'accordo ACEA). [13]

[13] L'accordo in questione si basa sulla riduzione di emissioni di CO2, tuttavia la sua applicazione riguarda principalmente una serie di miglioramenti all'efficienza energetica delle automobili.

Dopo il 2000 l'Unione europea ha continuato a legiferare sull'efficienza energetica di singoli prodotti, fissando requisiti di efficienza energetica per gli alimentatori (una componente delle lampade fluorescenti) [14] e nuovi requisiti per l'etichettatura di frigoriferi, congelatori, condizionatori d'aria e forni elettrici domestici [15].

[14] Direttiva 2000/55/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 settembre 2000, sui requisiti di efficienza energetica degli alimentatori per lampade fluorescenti (GU L 279 dell'1.11.2000).

[15] Direttiva 2003/66/CE della Commissione, del 3 luglio 2003, che modifica la direttiva 94/2/CE che stabilisce modalità d'applicazione della direttiva 92/75/CEE del Consiglio per quanto riguarda l'etichettatura indicante il consumo d'energia dei frigoriferi elettrodomestici, dei congelatori elettrodomestici e delle relative combinazioni, GU L 170 del 9.7.2003.

Allo stesso tempo l'Unione ha iniziato ad adottare disposizioni legislative riguardanti l'efficienza energetica di interi settori emanando direttive concernenti l'efficienza energetica nell'edilizia e la cogenerazione (produzione di calore ed elettricità) [16].

[16] Direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell'edilizia, GU L 1 del 4.1.2003; Direttiva 2004/8/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 febbraio 2004, sulla promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel mercato interno dell'energia e che modifica la direttiva 92/42/CEE, GU L 52 del 21.2.2004.

A metà del 2003 la Commissione ha proposto una direttiva quadro per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia che dovrebbe consentire di fissare requisiti minimi di efficienza o promuovere accordi volontari in questo settore.

Infine, recentemente la Commissione ha proposto di fissare per via legislativa un obiettivo generale di efficienza energetica per l'Unione europea. Una volta adottata, la direttiva sui servizi energetici obbligherebbe gli Stati membri a ridurre dell'1% all'anno la quantità di energia distribuita ai clienti finali.

Attualmente le proposte di direttive della Commissione sulla progettazione ecocompatibile, sull'efficienza energetica e sui servizi energetici sono all'esame del Parlamento europeo e del Consiglio.

Misure a favore dell'efficienza energetica possono agevolare la realizzazione dell'obiettivo del 12% di FER riducendo il consumo totale di energia in base al quale è calcolata questa percentuale.

La tabella mostra l'impatto stimato della legislazione adottata in materia di efficienza energetica sul consumo totale di energia nell'UE15 entro il 2010.

// Risparmi sul consumo di energia primaria (Mtep)

Direttiva sull'edilizia // 9

Direttiva sulla cogenerazione // 10

Direttiva sugli alimentatori // 1

Etichettatura di forni e condizionatori d'aria // <0,5

Etichettatura dei frigoriferi // 1

Regolamento Energy Star [17] // Stima: 1

[17] La Commissione ha approvato programmi volontari che permetteranno economie di almeno un altro 1 Mtep: GreenLight, Motor Challenge, gli accordi sui risparmi di energia in modalità stand-by per i televisori digitali e l'alimentazione elettrica e l'accordo CEMEP sui motori.

TOTALE // 22

La Commissione prevede che per effetto dei nuovi provvedimenti legislativi nel 2010 il consumo totale di energia nell'UE15 sarà di 1 556 Mtep anziché di 1 578 Mtep, come previsto nello scenario di base della Commissione.

Occorre precisare che questa stima non rappresenta una valutazione completa degli effetti della normativa comunitaria in quanto diverse misure daranno risultati solo dopo il 2010.

La direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell'edilizia riguarda il settore domestico e terziario, che genera circa il 40% della domanda finale di energia nell'UE. Si calcola che a lungo termine sarà possibile risparmiare circa il 22% di energia. La direttiva introduce una metodologia comune per elaborare norme integrate di rendimento energetico nell'edilizia, compresa l'integrazione di fonti energetiche rinnovabili e la cogenerazione. Le norme sono applicate non solo agli edifici nuovi ma anche in caso di importanti lavori di ristrutturazione su edifici esistenti di grandi dimensioni. Gli edifici e le abitazioni devono essere dotati di una certificazione al momento della vendita o locazione. Inoltre devono essere individuate misure di risparmio energetico. Le caldaie, gli impianti di riscaldamento e raffreddamento devono essere sottoposti a ispezioni periodiche e a una verifica che stabilisca eventuali possibili risparmi energetici. La direttiva deve essere recepita negli ordinamenti nazionali entro il 2006.

Si ritiene che entro il 2010 si otterranno un risparmio di 9 Mtep di energia primaria e una riduzione di 20 mtCO2 delle emissioni di CO2. Queste stime sono basate su un modello che prevede ogni anno un livello fisso di miglioramento per un periodo di sei anni.

La direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione intende incrementare la quota della cogenerazione ad alto rendimento rispetto all'attuale 10% del consumo globale di elettricità nell'UE (2000). La direttiva chiarisce che la cogenerazione di calore ed energia di buona qualità (cogeneration of heat and power, CHP) consente risparmi pari almeno al 10% del consumo di energia primaria rispetto alla produzione separata di energia. È probabile che i risparmi di energia primaria si aggireranno intorno al 20-25%. In passato si riteneva che la cogenerazione ad alto rendimento avrebbe potuto fornire il 18% del fabbisogno energetico nel 2010, ma questa percentuale sarà riesaminata alla luce delle relazioni sul potenziale nazionale di cogenerazione ad alto rendimento che gli Stati membri devono presentare nel 2006. La presenza di condizioni eque di accesso alla rete, la razionalizzazione delle procedure amministrative e l'approntamento di un sistema che offra una garanzia di origine per aiutare gli operatori a promuovere la cogenerazione ad alto rendimento sono gli altri strumenti previsti dalla direttiva. La direttiva non prende in considerazione i combustibili, ma promuove la cogenerazione prodotta tanto da FER quanto da combustibili fossili.

Se la quota di elettricità da cogenerazione raggiungerà il 18% nel 2010 invece del valore di base del 13% previsto, il risparmio di energia primaria sarà pari a 18 Mtep, con riduzione delle emissioni di CO2 pari a 42 mtCO2. Se si realizzerà l'obiettivo intermedio (15,5% CHP), indicato nella tabella precedente, si otterrà un risparmio di energia primaria di 10 Mtep e una riduzione di emissioni di 24 mtCO2.

L'efficienza energetica deve essere considerata anche in senso lato come una integrazione su larga scala di processi riguardanti tanto la generazione quanto i consumi. I vantaggi sostanziali dell'efficienza energetica dovrebbero essere adeguatamente illustrati soprattutto a chi si occupa di urbanistica e pianificazione territoriale.

3.4.2. Normativa in materia di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili (E-FER)

Il 45% circa dell'energia consumata nell'UE25 è usata per produrre elettricità. [18]

[18] Metodo di sostituzione; si tratta di una quota dei consumi lordi e non dei consumi finali; esclude gli usi non energetici.

Nel 2001 nell'UE15 è stata prodotta E-FER per 384 TWh, equivalenti al 15,2% del totale (le cifre consolidate per il 2002 non sono ancora disponibili).

Un'analisi dettagliata della direttiva sulla E-FER è già stata fornita al capitolo 2.

3.4.3. Biocarburanti

Nel 2002 la quota di mercato dei biocarburanti ha raggiunto i livelli massimi in Francia (1,3%). Nell'UE15 essi rappresentavano lo 0,6% del mercato della benzina e del gasolio. Nella Repubblica ceca già nel 2001 i biocarburanti rappresentavano l'1,3% di tutti i carburanti per il trasporto stradale. Anche la Polonia ha adottato nuove norme sulla promozione dei biocarburanti che sono entrate in vigore il 1° gennaio 2004.

Il biocarburante più comune è il biodiesel ottenuto da semi di oleaginose, che viene miscelato con il gasolio. Il bioetanolo, prodotto dalle barbabietole o dal grano, è al secondo posto e la sua quota cresce altrettanto rapidamente. È miscelato con la benzina, in parte sotto forma di alcol, in parte dopo trasformazione in ETBE. Altri biocarburanti, ottenuti da rifiuti e residui, rappresentano solo una piccola quota di mercato.

I biocarburanti sono relativamente costosi, sebbene i costi addizionali siano giustificati dai benefici che essi presentano per altri settori. In particolare, essi potrebbero costituire una fonte alternativa e supplementare di carburanti per il settore dei trasporti, che dipende quasi completamente da un unico carburante - la benzina - e rappresenta oltre il 30% del consumo finale di energia nella Comunità. Attualmente i biocarburanti sono l'unico strumento tecnicamente valido per sostituire la benzina come carburante per i trasporti. Essi offrono quindi netti vantaggi quanto alla sicurezza dell'approvvigionamento. Alcuni di questi vantaggi potrebbero concretizzarsi dalle importazioni di biocarburanti, che provengono da zone geopolitiche diverse dalle regioni petrolifere.

Inoltre, i biocarburanti offrono un buon equilibrio sul piano dell'occupazione: si contano circa 16 posti di lavoro per ktep, quasi esclusivamente nelle zone rurali.

Tenendo conto dei vantaggi offerti dai biocarburanti sul piano del cambiamento climatico, della sicurezza dell'approvvigionamento e dell'occupazione nelle zone rurali, nel 2001 la Commissione ha proposto misure legislative per fissare una serie di obiettivi per il loro uso nei trasporti. Una seconda proposta consente agli Stati membri di esentare i biocarburanti dalla tassa sui carburanti senza la previa approvazione della Commissione. A seguito di queste proposte, nel 2003 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno adottato la direttiva sui biocarburanti [19] e una disposizione nella direttiva sulla tassazione dell'energia. [20]

[19] Direttiva 2003/30/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 maggio 2003, sulla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti, GU L 123 del 17.05.2003.

[20] Direttiva 2003/96/CE del Consiglio, del 27 ottobre 2003, che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità, GU L 283 del 31.10.2003.

La direttiva sui biocarburanti stabilisce che gli Stati membri "dovrebbero provvedere affinché una percentuale minima di biocarburanti e di altri carburanti rinnovabili sia immessa sui loro mercati e a tal fine stabiliscono obiettivi indicativi nazionali". Sono fissati valori di riferimento per questi obiettivi: 2% entro la fine del 2005 e 5,75% entro la fine del 2010. Gli Stati membri devono comunicare ogni anno alla Commissione le misure adottate per promuovere i biocarburanti e la quantità di biocarburanti immessa sul mercato nell'anno precedente. La prima relazione, che deve essere presentata entro giugno 2004, deve contenere gli obiettivi indicativi nazionali per il 2005. La relazione che deve essere presentata nel 2007 deve indicare gli obiettivi per il 2010.

La Commissione deve elaborare entro la fine del 2006 una relazione sui progressi compiuti e successivamente ogni due anni. Se dalla relazione emerge che gli obiettivi indicativi non saranno presumibilmente conseguiti per ragioni non giustificate, la Commissione presenterà proposte che indichino "obiettivi nazionali, ivi compresi eventuali obiettivi obbligatori, nella forma opportuna".

La direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici stabilisce che - finché il diritto comunitario non fissa obiettivi vincolanti - gli Stati membri possono esentare i biocarburanti dalle tasse sui carburanti mediante controlli fiscali o applicare tasse di aliquota inferiore. Tuttavia, se il diritto comunitario imponesse obiettivi obbligatori, gli Stati membri potrebbero continuare a concedere riduzioni o esenzioni fiscali a favore dei biocarburanti mediante la procedura di cui all'articolo 19 della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici (proposta della Commissione, autorizzazione del Consiglio). A marzo 2004, sette Stati membri (Austria, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia e Regno Unito) hanno detassato parzialmente o totalmente i biocarburanti.

Se gli obiettivi fissati nella direttiva sui biocarburanti saranno raggiunti, il contributo dei biocarburanti crescerà da 1,4 Mtep nel 2001 a 19 Mtep nel 2010, con un aumento in volume di 18 Mtep.

La Commissione vigilerà attentamente sul mercato dei biocarburanti e sul recepimento della direttiva sui biocarburanti, previsto per dicembre 2004.

I progressi che i biocarburanti sapranno compiere fino al 2010 ed oltre saranno fortemente influenzati dagli sviluppi delle norme di qualità dei carburanti, in particolare dalla competitività dei biocarburanti, dallo sviluppo di nuove tecnologie per i biocarburanti e dalla produzione di biomassa destinata alla produzione di biocarburanti.

3.5. Fonti energetiche rinnovabili per la produzione di calore

Negli ultimi sette anni la quota di FER usata per la produzione di calore è aumentata rapidamente. Se è vero che la direttiva sulla promozione della cogenerazione (direttiva CHP) e la direttiva sull'edilizia hanno un impatto diretto sull'uso efficiente del calore, non esiste però una normativa specifica in materia di produzione di calore da FER. Questo settore è ancora dominato dall'uso tradizionale della biomassa, per cui è necessario un nuovo impulso che dia il contributo necessario per conseguire l'obiettivo del 12% di FER e sviluppare il forte potenziale esistente nei nuovi Stati membri.

Il calore prodotto da FER è usato in molti modi diversi. La domanda di calore per scopi industriali spesso richiede temperature elevate o vapore ad alta pressione. Per soddisfare queste esigenze, in genere il calore prodotto da FER è fornito dalla combustione di biomassa (legna o rifiuti e residui industriali), di preferenza alimentando le caldaie anche con combustibili fossili o dalla cogenerazione. Se il calore è destinato a riscaldare edifici o acqua, la domanda può essere soddisfatta ricorrendo a una gamma più ampia di fonti e tecnologie. In caso di domanda su larga scala, come il teleriscaldamento e il riscaldamento di grandi edifici (ad uso commerciale, pubblico o residenziale) è possibile ricorrere a un'alimentazione centralizzata. Economie di scala possono incoraggiare gli investimenti nelle relative tecnologie (grandi caldaie, impianti geotermici e di cogenerazione di calore ed energia). La domanda di riscaldamento per uso domestico e per altri utilizzi su piccola scala può essere soddisfatta usando altre tecnologie quali pannelli solari, stufe a legna, fonti geotermiche, ecc.

3.5.1. La tendenza nel settore geotermico

Il calore diretto è il modo più antico e comune di sfruttamento dell'energia geotermica: esempi ben noti di questo impiego sono il riscaldamento degli ambienti e il teleriscaldamento, le applicazioni nell'agricoltura, nell'acquacoltura e nell'industria.

A seguito dell'introduzione di pompe di calore con collegamento a terra, il riscaldamento e il raffreddamento degli ambienti è notevolmente aumentato negli ultimi anni. La Svezia guida la classifica, con una capacità stimata a 1 GWth per 176 000 unità nel 2002, pari a un terzo di tutte le pompe di calore installate in Europa. La Germania e la Francia sono rispettivamente al secondo e terzo posto. L'Italia è lo Stato membro leader nell'Unione europea per l'uso dell'energia geotermica per applicazioni a bassa energia, con una capacità di 0,44 GWth, seguita da Francia e Germania.

Sulla base di un 10% di crescita annua delle pompe di calore (il tasso di crescita nel periodo 2002/2001 è stato del 14%), l'obiettivo, calcolato nel 1997, di produrre 5 GWth entro il 2010 verrebbe superato del 60%.

L'energia geotermica è una fonte energetica molto sviluppata in Ungheria, dove la quantità di potenza installata è simile a quella della Francia. La Repubblica ceca, la Slovacchia, la Slovenia e la Polonia usano questa fonte di energia rinnovabile principalmente sotto forma di calore diretto.

3.5.2. Energia termica solare

L'energia termica solare è ampiamente diffusa in Germania, Grecia, Austria e a Cipro. Alla fine del 2002 la superficie installata di collettori solari nell'UE15 era di quasi 12,8 milioni di metri quadrati, rispetto agli 11,8 della fine del 2001. Questo aumento è dovuto essenzialmente al mercato tedesco. Nel 2002, l'80% di tutta la capacità termica solare dell'UE15 era installato nei tre Stati membri che guidano la classifica. Per esempio, l'Austria ha un numero di collettori solari 9 volte superiore alla Spagna. Tra i nuovi Stati membri, Cipro si distingue con i suoi circa 600 000 metri quadrati installati.

I collettori termici solari soddisfano i due terzi del fabbisogno di acqua calda nelle case in Grecia, fino al 90% a Cipro e quasi il 10% in Austria. In Spagna, Portogallo e Italia l'energia termica solare soddisfa soltanto lo 0,5% della domanda di acqua calda.

Negli ultimi quattro anni la produzione di collettori termici solari è aumentata di circa il 9%. Tuttavia, se non saranno adottate misure più energiche, l'obiettivo di installare 100 milioni di m di collettori solari nell'UE15 entro il 2010, fissato nel 1997, non sarà realizzato.

3.5.3. Biogas

Da quando l'ambiente è diventato un settore economico a tutti gli effetti, il settore del biogas ha subito uno sviluppo costante nella maggior parte dei paesi dell'Unione europea. Il biogas offre il duplice vantaggio di eliminare l'inquinamento producendo allo stesso tempo energia. In tutta Europa sono state installate unità di metanizzazione. Per produrre biogas si riutilizzano vari tipi di rifiuti; il gas può essere usato per produrre elettricità e calore o come carburante per i trasporti. Il 60% del biogas è usato per produrre elettricità e il 40% per generare calore.

Nel 2002 la produzione di biogas nell'UE15 era di 2,8 Mtep, il 10% in più rispetto al 2001, ma questo tasso di crescita non è sufficiente per conseguire l'obiettivo di 15 Mtep fissato per il 2010.

Per favorire lo sviluppo del biogas occorre una politica coordinata nei settori dell'energia, dell'ambiente e dell'agricoltura (va ricordato che il letame dei bovini è una fonte di biogas).

3.5.4. Biomassa legnosa

Come in passato, anche oggi la fonte principale della biomassa necessaria per produrre calore è la legna, soprattutto per il riscaldamento domestico. Il mercato della biomassa per il riscaldamento degli ambienti è stagnante, per cui sono necessari incentivi più consistenti per superare questa situazione e incoraggiare l'uso di stufe e caldaie a legna più efficienti. La cogenerazione offre la possibilità di usare la legna su scala industriale. Il potenziale a medio termine dell'UE15 mostra una ripartizione più equilibrata tra le tre tecnologie prese in considerazione: produzione di calore da biomassa, produzione di calore da fonti geotermiche e impianti solari termici (il calore geotermico comprende le pompe di calore geotermiche).

Sono state testate altre forme di biomassa, quali colture energetiche appositamente coltivate, con relativo sviluppo degli strumenti tecnologici e logistici per utilizzarle. Occorre incoraggiarne l'uso, fornendo gli incentivi necessari nella fase iniziale di sviluppo.

Alcuni esempi di buone pratiche sono il programma austriaco destinato a commercializzare l'uso della legna e il "Plan du Bois" francese, che promuove l'installazione di stufe individuali e caldaie collettive che assicurino un buon rendimento. Occorre incoraggiare tutti questi strumenti per favorire la diffusione di pratiche efficienti nell'uso della legna come combustibile.

3.5.5. Sintesi

A livello nazionale si registrano alcune storie di successo nei settori della biomassa e dell'energia termica solare. Il riscaldamento geotermico si sta sviluppando a buon ritmo. Tuttavia, lo sviluppo globale delle FER per la produzione di calore non lascia spazio all'ottimismo: in base alle cifre della tabella seguente, pur rispettando gli obiettivi in materia di E-FER e di biocarburanti, occorrerebbe produrre 29 Mtep supplementari di calore prodotto da FER per rispettare l'obiettivo del 12% fissato per il 2010.

>SPAZIO PER TABELLA>

3.6. Conclusione: scenario per la quota di FER nel 2010

Le tendenze descritte nel documento di lavoro dei servizi della Commissione portano a concludere che, al di là degli indubbi progressi realizzati, l'obiettivo del 2010 non sarà raggiunto con le attuali politiche e misure.

Occorre una più decisa volontà politica, che favorisca gli investimenti nelle FER a livello comunitario.

- La quota di FER è aumentata dal 5,4% nel 1997 al 6% nel 2001.

- Se le attuali tendenze riscontrate nel settore del riscaldamento si confermano e se gli Stati membri attueranno i piani nazionali istituiti nel settore dell'elettricità e rispetteranno i requisiti della direttiva in materia di biocarburanti nel settore dei trasporti, la quota raggiungerà il 9% nel 2010.

- Inoltre, se gli Stati membri rispetteranno pienamente i requisiti della direttiva sulla E-FER, la quota aumenterà al 10%.

- Per conseguire l'obiettivo del 12% nel 2010 sarà necessario accelerare l'orientamento delle politiche nazionali verso l'uso di FER nella produzione di calore.

>SPAZIO PER TABELLA>

4. Azioni concrete

4.1. Nuove iniziative per incrementare i finanziamenti alle FER. Iniziative degli Stati membri

Visto che l'uso di FER cresce troppo lentamente, non è credibile che gli obiettivi dell'Unione europea saranno raggiunti entro il 2010.

Nel settore dell'elettricità, nel 2001 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno concordato di puntare a una quota di FER del 22,1% nell'UE15 entro il 2010. Gli obiettivi nazionali adottati nel 2002 erano conformi a questo obiettivo. Tuttavia, si ritiene che le misure pratiche finora attuate dagli Stati membri consentiranno di raggiungere solo una quota del 18-19%.

In quasi tutti gli Stati membri, le iniziative prese per incoraggiare nuove misure nel settore del riscaldamento sono state scarse.

Nei trasporti, soltanto sei Stati membri hanno adottato misure a favore della produzione di biocarburanti. All'inizio del 2005, a seguito del recepimento della direttiva in materia di biocarburanti, le prospettive saranno più chiare.

In termini generali, premesso che dal 1997 la Comunità si adopera per conseguire una quota del 12% di FER entro il 2010, si possono formulare due ipotesi, in base alle attuali tendenze e alle misure in vigore: nella migliore delle ipotesi la quota ottenuta sarà del 10%, mentre nella peggiore non supererà l'8%.

Nella maggior parte degli Stati membri il contributo delle FER resta minimo e riguarda essenzialmente due usi tradizionali: l'elettricità prodotta con energia idroelettrica e gli usi tradizionali della legna per produrre calore. Tuttavia, le FER hanno iniziato a prendere piede. È necessario che questa tendenza proceda a ritmo accelerato se l'Unione vuole conseguire gli obiettivi fissati in materia di sviluppo sostenibile e sicurezza dell'approvvigionamento. A livello comunitario sono state istituite le condizioni politiche e legislative necessarie. Tocca ora agli Stati membri accelerare il ritmo delle loro iniziative a livello locale, regionale e nazionale.

Un aspetto importante è il finanziamento delle FER. Secondo una stima, per realizzare l'obiettivo del 12% l'UE15 ha bisogno di investimenti lordi dell'ordine di 10-15 miliardi di euro all'anno. [21] I finanziamenti comunitari svolgono un ruolo fondamentale di catalizzatori (cfr. la sezione successiva), ma la Comunità dispone di mezzi limitati per sostenere un vero sviluppo delle FER. Sono gli Stati membri e le industrie del settore energetico ad avere le risorse necessarie per fornire gli investimenti occorrenti.

[21] A. Zervos, "Updating the impact of the Community strategy and action plan for renewable energy sources", progetto di relazione finale, 2003 (sulla base dei prezzi del 2001).

Nel corso del tempo, ogni fonte energetica ha beneficiato di volta in volta di finanziamenti pubblici consistenti e di aiuti per sostenere i rischi legati al suo sviluppo. Nell'UE15 le industrie attive del settore dell'approvvigionamento energetico hanno un fatturato di oltre 200 miliardi di euro all'anno. Per sostenere le FER gli Stati membri possono usare diversi strumenti, quali tariffe di alimentazione, certificati verdi, meccanismi basati sul mercato, esenzioni fiscali... Gli Stati membri devono mettere in pratica queste idee e creare condizioni operative omogenee nel settore dell'energia, includendo nel calcolo costi-benefici in materia di politica energetica i vantaggi che ne trae l'intera società.

4.2. Nuove iniziative per incrementare l'uso delle fonti energetiche rinnovabili e l'efficienza energetica. Azioni a livello europeo

La politica per l'energia pulita mira a conseguire obiettivi fondamentali che sono comuni con molte altre politiche comunitarie, tra cui la politica per l'aumento della competitività e della coesione a favore della crescita e dell'occupazione, per assicurare l'accesso a beni e servizi di base e per promuovere l'UE come soggetto schierato per lo sviluppo sostenibile [22]. Le FER e l'efficienza energetica possono apportare un contributo determinante per raggiungere gli obiettivi che interessano anche gli altri settori. È necessario creare un approccio coordinato capace di raccordare e coinvolgere tutte le politiche comunitarie che hanno un impatto sul settore dell'energia.

[22] Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Costruire il nostro avvenire comune - Sfide e mezzi finanziari dell'Unione allargata 2007-2013", COM(2004) 101 def. del 10.2.2004.

Il futuro quadro finanziario dell'Unione europea per il periodo 2007-2013 dovrebbe prevedere precise disposizioni che dichiarino inequivocabilmente che concetti come efficienza energetica ed energia pulita rientrano nelle priorità, nelle strategie e negli impegni dell'Unione. L'Unione europea allargata potrà così esprimere la propria volontà politica di cambiare rotta e indirizzare gli sforzi verso l'energia sostenibile, assegnando risorse adeguate per promuovere la realizzazione degli obiettivi in questo settore.

Devono essere usati tutti i principali strumenti finanziari comunitari, in particolare i futuri fondi strutturali e di coesione, il sostegno finanziario messo a disposizione grazie ai programmi di cooperazione internazionale della Comunità e la politica agricola comune.

A questo proposito è importante notare che nel febbraio 2004 la Commissione ha adottato una comunicazione riguardante la riforma dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013. Questa relazione definisce come obiettivi prioritari meritevoli di sostegno lo sviluppo e l'uso delle FER, le misure di efficienza energetica, lo sviluppo delle ecoindustrie, di modi di trasporto più puliti e di un trasporto pubblico urbano sostenibile.

Potrebbero essere prese in considerazione alcune azioni supplementari in quattro settori.

In primo luogo, occorre colmare il divario tra la il successo di tecnologie innovative in fase di dimostrazione e il loro effettivo ingresso sul mercato, in modo da favorirne l'uso su ampia scala e promuovere investimenti massicci in tutta l'UE nelle tecnologie e più efficaci.

Per realizzare questo obiettivo è necessario un nuovo strumento comunitario capace di adeguarsi alla diversità e specificità dei settori delle FER e dell'efficienza energetica. Questo strumento dovrebbe sostenere le prime applicazioni commerciali di tecnologie di interesse europeo di nuova sperimentazione. In questo modo l'UE sopporterà parte del rischio connesso allo sfruttamento economico dei risultati delle attività di ricerca e sviluppo.

Questo nuovo strumento potrebbe essere la componente principale del programma che farà seguito al programma "Energia intelligente-Europa, 2003-2006". Assicurerebbe un migliore sfruttamento dei risultati dei progetti, applicandoli su larga scala in tutta l'Unione e sui mercati esteri, e promuoverebbe le numerose tecnologie che stanno per diventare competitive. Per affrontare questo compito con successo sono necessari interventi a livello comunitario, iniziative nazionali e l'intervento di istituti finanziari internazionali.

In secondo luogo, il futuro programma comunitario "Energia intelligente - Europa" dovrebbe anche rafforzare il sostegno alle azioni a livello locale e regionale, con l'obiettivo principale di consentire ai cittadini di prendere decisioni informate in materia di energia e aiutare a eliminare gli ostacoli non tecnologici all'uso dell'energia pulita, puntando sulla capacità istituzionale, sensibilizzando l'opinione pubblica, mettendo a disposizione tecnologie a prezzi accessibili, formando gli specialisti del settore e creando meccanismi efficaci per lo scambio delle competenze e delle migliori pratiche. È inoltre necessario concentrare meglio gli sforzi per condividere le esperienze e le tecnologie europee con i paesi terzi. Questo futuro programma dovrebbe inoltre continuare a sostenere lo sviluppo e la realizzazione della politica comunitaria per le FER e per l'efficienza energetica.

In terzo luogo, è necessario rafforzare il sostegno e accelerare il ritmo del sostegno pubblico alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e alla dimostrazione nei settori delle FER e dell'efficienza energetica in Europa.

Infine, è necessario sfruttare il ruolo rilevante svolto dall'energia nello sviluppo sostenibile e condividerne la responsabilità con altre politiche comunitarie.

Nell'ambito della riforma della politica agricola comune sarà introdotto un nuovo aiuto di 45 euro per ettaro per le aree seminate a coltivazioni energetiche. Inoltre, la produzione non alimentare, per esempio di coltivazioni energetiche, continuerà a essere consentita su terreni ritirati dalla produzione.

La Banca europea per gli investimenti si è già fissata l'obiettivo di raddoppiare dall'8% al 16% la quota di FER nei prestiti erogati al settore energetico. Insieme ai contributi provenienti da altre fonti pubbliche a livello comunitario, nazionale o regionale, questi finanziamenti potrebbero contribuire al finanziamento di fondi di investimento nazionali, regionali o privati per le FER.

4.3. Altre misure

4.3.1. Un piano comunitario per la biomassa

Nel 2001 l'UE15 ha usato circa 56 Mtpe di biomassa per produrre energia. Per conseguire l'obiettivo fissato dall'Unione per il 2010 nel settore delle FER sarebbero necessari circa altri 74 Mtpe così suddivisi: 32 Mtpe per la generazione di elettricità, circa 18 sotto forma di biocarburanti e 24 per il riscaldamento (in totale: 130 Mtpe).

Indicativamente, nell'UE15 sono disponibili 150 Mtpe di biomassa per la produzione di energia (altri 32 Mtpe per l'UE-10, la Romania e la Bulgaria). [23]

[23] La stima di questa cifra prende in considerazione il 10% del suolo arabile (metà per i biocarburanti e metà per la biomassa solida), i prodotti forestali derivati, il letame umido e i rifiuti organici. Fonte: relazione intermedia di BTG.

Il potenziale della biomassa deve essere ulteriormente analizzato, soprattutto in relazione alla disponibilità di terreni, all'uso del terreno per diverse applicazioni nel settore delle FER (calore, elettricità, biocarburanti per i trasporti e prodotti forestali) e ai diversi vantaggi che queste varie applicazioni possono offrire, per esempio per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra nella prospettiva di un ciclo di vita.

Tuttavia, l'efficacia nell'uso della biomassa per la produzione di energia dipende dagli sviluppi del mercato e dalle interazioni tra la politica degli Stati membri nei settori dell'energia, dell'agricoltura, dei rifiuti, delle foreste, dell'industria, dello sviluppo rurale, dell'ambiente e degli scambi commerciali. Ma anche le istituzioni comunitarie svolgono un ruolo fondamentale in tutti questi settori; entro la fine del 2005, la Commissione proporrà un piano coordinato per la biomassa dichiaratamente rivolto ad assicurare approvvigionamenti adeguati di biomassa grazie a misure a livello europeo, nazionale e regionale/locale in questi settori. Questo piano dovrà assicurare che l'uso di biomassa per la produzione di energia non generi distorsioni della concorrenza. Fornirà orientamenti per i meccanismi finanziari comunitari e li ottimizzerà, riorganizzerà le attività svolte nell'ambito delle politiche interessate e cercherà di superare gli ostacoli all'uso di biomassa per la produzione di energia. Un'attenzione particolare sarà rivolta ai nuovi Stati membri, visto l'elevato potenziale ancora non utilizzato che molti di questi Stati possiedono.

4.3.2. Sviluppo dell'uso delle fonti energetiche rinnovabili per produrre calore

È difficile fissare obiettivi per la produzione di calore dalle FER in quanto non esiste un'unica "industria di approvvigionamento del calore" alla quale fare riferimento.

Invece, verranno presentate iniziative specifiche connesse alle applicazioni per il riscaldamento e il raffreddamento.

La Comunità ha già adottato alcune direttive sul rendimento energetico nell'edilizia [24] e sulla cogenerazione [25] che incoraggeranno un uso maggiore delle FER per la produzione di calore. La direttiva sull'edilizia deve essere attuata in modo da favorire l'integrazione di impianti efficienti a biomassa, pompe di calore geotermiche ed energia termica solare nelle abitazioni e nell'edilizia del terziario. L'approvvigionamento energetico decentralizzato basato sulle fonti energetiche rinnovabili previsto da tale direttiva deve prendere in considerazione la possibilità di uno sfruttamento efficiente di queste fonti per produrre calore e raffreddamento, in particolare dotando gli edifici di pannelli solari. Un altro esempio di come le FER possano essere usate nell'edilizia sono le microturbine alimentate a biomassa. Occorre inoltre favorire l'uso di una quota maggiore di biomassa negli impianti di cogenerazione e teleriscaldamento, soprattutto quando gli impianti esistenti possono essere ristrutturati a costi contenuti (per esempio in molti dei nuovi Stati membri).

[24] Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell'edilizia, GU L 1 del 4.1.2003.

[25] Direttiva 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione, GU L 52 del 21.2.2004.

La Commissione presenterà ulteriori iniziative e, se necessario, proposte legislative per accelerare lo sfruttamento del potenziale offerto dalle tre tecnologie di base (produzione di calore tramite biomassa, energia solare ed energia geotermica). Queste iniziative potrebbero riguardare anche la definizione di obiettivi per tecnologie specifiche o l'obbligo per i fornitori di gasolio da riscaldamento e di gas di fornire granulato di legna e biogas.

4.3.3. Politica in materia di energia eolica off-shore

Per consentire agli impianti eolici off-shore di svilupparsi in un quadro di regole certe, i governi dovranno adottare le norme che assegnino loro la giurisdizione necessaria sulla zona al di fuori delle acque territoriali (limite delle 12 miglia nautiche) e procedure rapide per concedere le autorizzazioni per la costruzione di questi impianti.

La politica comunitaria a favore dell'energia eolica off-shore dovrà potenziare la necessaria infrastruttura di rete. Il programma di reti transeuropee per l'energia ha iniziato a sostenere investimenti destinati ad adattare e ottimizzare la rete in modo da potervi integrare progetti off-shore.

È importante garantire che lo sviluppo dell'energia eolica off-shore non sia ostacolato da una valutazione errata dei potenziali problemi, quali la protezione degli uccelli, l'impatto sulla pesca a strascico e la navigazione, lo sviluppo e l'applicazione delle norme di programmazione nazionali, la disponibilità di fondi per ampliare e modernizzare la rete, la disponibilità di copertura assicurativa e la fornitura di protezione giuridica contro i danni a strutture fuori delle acque territoriali degli Stati. La Commissione prenderà sistematicamente in esame gli ostacoli e le obiezioni che bloccano lo sviluppo dell'energia eolica off-shore, i requisiti ambientali che devono essere rispettati ed elaborerà una serie orientamenti per gli Stati membri, presentando anche proposte legislative, se necessario.

La Commissione sosterrà inoltre attività di ricerca e sviluppo per migliorare la tecnologia delle turbine e delle installazioni in mare aperto nonché la stabilità della rete per favorire una penetrazione dell'energia eolica oltre il 20%. Inoltre incoraggerà il coordinamento della ricerca sponsorizzata dalle autorità nazionali sugli effetti delle turbine eoliche sulla vita e l'ambiente marittimi.

4.3.4. Elettricità solare

Diversamente da quanto avviene in Giappone, in Europa manca una politica industriale che segua una strategia ben definita e sia capace di sviluppare sistematicamente un mercato di decine di miliardi di euro. Nonostante il tasso di crescita della produzione europea negli ultimi anni, le intense attività di ricerca e sviluppo tecnologico in Europa e la base di innovazione disponibile, l'Europa è ancora importatrice netta di celle fotovoltaiche.

Grazie a un finanziamento continuo e sempre più mirato delle attività di ricerca e sviluppo la materia prima è usata per applicazioni sempre nuove, le tecnologie di produzione sono sempre meno inquinanti, ottimizzate e spesso integrate nell'edilizia, grazie al ricorso a impianti PV affidabili ed efficienti.

Un'altra possibilità è la produzione di elettricità solare termica, nell'ambito della quale nell'Europa meridionale sono stati avviati di recente alcuni progetti pilota promettenti. Questa tecnologia offre l'ulteriore vantaggio di essere combinata con moderne turbine a gas a costi competitivi, permettendo così di superare il problema dell'intermittenza dell'irradiazione solare e di avere una quota di base di energia solare senza la tecnologia di stoccaggio.

4.3.5. Ricerca e sviluppo tecnologico

È necessario avviare nuove attività di ricerca e sviluppo per diverse tecnologie nel settore delle FER che potrebbero apportare un importante contributo entro il 2020. Da oltre 20 anni l'Unione europea è leader nelle attività di ricerca, dimostrazione e diffusione in materia di FER e questa posizione sarà confermata anche in futuro.

I dati dell'OCSE indicano che soltanto il 10% dei bilanci pubblici per la ricerca e lo sviluppo riguarda le FER, mentre oltre il 50% va alle tecnologie per le fonti energetiche convenzionali (combustibili fossili ed energia nucleare). Come indicato al punto 4.2, per rendere realistiche le aspettative a lungo termine sulla penetrazione delle FER, è necessario aumentare il volume del sostegno pubblico per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e la dimostrazione nel settore delle FER e accelerarne il ritmo.

Nell'ambito del Sesto programma quadro, l'Unione punta essenzialmente alla riduzione dei costi e all'integrazione su larga scala delle fonti energetiche rinnovabili nel sistema di approvvigionamento energetico. A breve e medio termine il programma riguarda la produzione di elettricità da biomassa, energia eolica, energia fotovoltaica, maree, moto ondoso e altre fonti energetiche rinnovabili, la tecnologia per il riscaldamento e il raffreddamento e la produzione nonché la lavorazione di biocarburanti liquidi e gassosi. La ricerca a lungo termine cercherà di trovare i modi per ridurre significativamente i costi della bioenergia, dell'energia fotovoltaica e di altre FER, tra cui il vento, l'oceano, l'energia solare concentrata e l'energia geotermica, ma anche per migliorare l'affidabilità, la sicurezza, la disponibilità e la sostenibilità dei sistemi che utilizzano FER. Il programma riguarda inoltre i temi della generazione distribuita di elettricità, l'idrogeno e le celle a combustibile che incidono sull'ulteriore sviluppo dei sistemi funzionanti con FER.

4.3.6. Il ricorso ai principali strumenti finanziari comunitari

Dal 2004 in poi la Commissione intende porre l'accento sullo sviluppo delle FER e sull'efficienza energetica attraverso l'uso dei fondi strutturali e di coesione e dei fondi di sviluppo dell'UE. Le FER potrebbero svolgere in futuro un ruolo importante nell'intensificare e riqualificare le misure per lo sviluppo rurale (secondo pilastro della politica agricola comune).

4.3.7. Commercializzazione dei biocarburanti

La direttiva sulla qualità dei carburanti [26] stabilisce specifiche minime per la benzina e il combustibile diesel che limitano la miscela di biocarburanti. Un innalzamento dei limiti permetterebbe di conseguire più facilmente e superare la quota del 5,75% per i biocarburanti. Sulla questione dell'innalzamento dei limiti è in atto un dibattito tecnico. La Commissione sta valutando i vari aspetti e presenterà nuove proposte, ove necessario, entro la fine del 2005.

[26] Direttiva 98/70/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 ottobre 1998 relativa alla qualità della benzina e del combustibile diesel e recante modificazione della direttiva 93/12/CEE del Consiglio (GU L 350/58 del 28.12.1998), modificata dalla direttiva 2003/17 del 3.3.2003 (GU L 76/10 del 22.03.2003).

Gli Stati membri possono imporre a ciascuna impresa di commercializzare sul territorio dello Stato membro una determinata quantità di biocarburanti ma non possono esigere che tutto il carburante venduto sia miscelato con biocarburanti. Oltre a rivedere le specifiche per la qualità dei carburanti la Commissione valuterà se sia opportuno intervenire modificando questo aspetto.

4.3.8. Disponibilità tempestiva dei dati

Attualmente i dati ufficiali europei sul contributo delle FER sono disponibili circa 18 mesi dopo la fine dell'anno civile di riferimento. La Commissione metterà a disposizione questi dati con maggiore rapidità. Esaminerà anche in quale modo l'estrapolazione di dati desunti da una serie di campioni possa fornire indicazioni più tempestive dei progressi e come raccordare la raccolta di dati con la certificazione dell'energia rinnovabile e le attività nel settore tecnico-scientifico per identificare e convalidare le linee di tendenza.

5. Il contesto politico internazionale e le prospettive comunitarie oltre il 2010

5.1. Il processo di Lisbona e la dimensione ambientale

Il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 stabilisce al punto 5 delle conclusioni "un nuovo obiettivo strategico per il nuovo decennio: [l'UE deve] diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale".

Aumentare la quota delle FER nel mix energetico contribuisce a conseguire l'obiettivo di una crescita economica sostenibile stabilito dal processo di Lisbona.

Attualmente l'industria dell'energia eolica dà lavoro a 75 000 persone nell'UE15. Il governo tedesco ha confermato che fino al 2003 grazie alla politica in materia di FER sono stati creati 135 000 posti di lavoro. Per produrre energia rinnovabile si usano quasi esclusivamente tecnologie europee. Grazie all'aumento della quota di FER si creano nuovi posti di lavoro nei settori della ricerca, dell'industria e dell'edilizia, nell'industria agro-forestale, nel settore del trattamento dei rifiuti e delle consulenze sviluppando nuove tecnologie e incoraggiando la ricerca e l'innovazione tecnologica. Nell'ipotesi che le FER rappresentino il 12% del consumo di energia nell'UE15 nel 2010, nel mercato comunitario di questo settore troveranno impiego tra 500 000 e 650 000 persone. L'attuazione di una politica energetica capace di apportare benefici significativi a livello di occupazione è di competenza degli Stati membri.

L'Europa è leader mondiale nella tecnologia eolica e occupa una buona posizione nei settori dell'energia idroelettrica, fotovoltaica e geotermica. I mercati di esportazione rappresentano un potenziale enorme per l'industria europea delle FER, che trarrà vantaggio dall'esperienza acquisita sul mercato interno. L'esportazione di tecnologie legate alle FER creerà un numero significativo di nuovi posti di lavoro.

Il Consiglio europeo di Göteborg di giugno 2001 ha concordato una strategia per lo sviluppo sostenibile aggiungendo una dimensione ambientale al processo di Lisbona. Al punto 21 delle conclusioni, il Consiglio europeo "invita l'industria a partecipare allo sviluppo e a un più ampio ricorso a nuove tecnologie rispettose dell'ambiente in settori quali l'energia e i trasporti" e "sottolinea l'importanza di dissociare crescita economica e sfruttamento delle risorse."

5.2. La conferenza di Johannesburg e il suo seguito

Il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (World Summit on Sustainable Development, WSSD) tenutosi a Johannesburg nel settembre 2002 ha affrontato i grandi aspetti dello sviluppo sostenibile, sottolineando la necessità di agire con urgenza per alleviare la povertà. Uno dei risultati principali del vertice è stata la constatazione generale che l'energia, e in particolare l'energia rinnovabile, è uno degli strumenti privilegiati per alleviare la povertà e conseguire uno sviluppo sostenibile a lungo termine.

A Johannesburg l'UE si è impegnata ad assumere un ruolo di leader tramite l'iniziativa "Energia" dell'UE per ridurre la povertà e favorire lo sviluppo sostenibile (EU Energy Initiative for Poverty Reduction and Sustainable Development, EUEI) e tramite la coalizione di Johannesburg per l'energia rinnovabile (Johannesburg Renewable Energy Coalition, JREC). Una delle prime azioni concrete della Commissione a sostegno dell'EUEI è stata l'avvio del programma COOPENER nell'ambito del programma "Energia intelligente - Europa" per incoraggiare la fornitura di servizi energetici sostenibili destinati ad alleviare la povertà nei paesi in via di sviluppo.

Il sostegno per fornire un accesso a moderni servizi idrici ed energetici nell'ambito del programma di sradicamento della povertà è un impegno formale assunto dall'Europa al vertice WSSD. La diffusione delle FER e il trasferimento delle relative tecnologie ai paesi in via di sviluppo contribuiscono a sradicare la povertà e ad innalzare il tenore di vita nei paesi più poveri.

Da quando è stata istituita, la JREC ha svolto attività in stretta collaborazione e con il sostegno di un ampio gruppo di soggetti interessati, tra cui imprese, ONG e università. Tuttavia, soltanto i governi nazionali possono partecipare alla JREC. A marzo 2004, 87 paesi avevano aderito alla coalizione e si prevede che il loro numero aumenterà.

Le riunioni della JREC hanno già offerto ottime occasioni di dialogo tra i governi dell'emisfero settentrionale e meridionale; infatti, a seguito del dibattito tra i membri della JREC dopo il vertice WSSD, tutti concordano sul fatto che i governi degli Stati aderenti si trovano nelle condizioni migliori per adottare e sviluppare ambiziosi obiettivi nazionali e regionali da realizzare entro determinate scadenze.

I membri della JREC si impegnano anche a identificare ed eliminare le carenze e gli ostacoli finanziari, compresi quelli che intralciano la fornitura effettiva di risorse pubbliche e private esistenti ma spesso non utilizzate, necessarie per sviluppare e rafforzare i mercati delle FER, prestando particolare attenzione alle necessità dei paesi in via di sviluppo.

Le priorità e le azioni della JREC sono state elaborate in occasione di conferenze e riunioni ad alto livello, che sono servite anche da piattaforme per sensibilizzare maggiormente i livelli regionali e internazionali sulle iniziative lanciate da governi proattivi, attirando anche l'interesse del mondo finanziario e imprenditoriale.

La conferenza internazionale per l'energia rinnovabile, che si terrà a Bonn nel giugno del 2004, farà seguito alla conferenza di Johannesburg. L'obiettivo è elaborare una forte dichiarazione politica accompagnandola a un ambizioso piano di azione internazionale, comprendente vari impegni e orientamenti per mettere in atto una valida politica in questo settore.

In qualità di ospite del segretariato della JREC, la Commissione ha avviato due iniziative fondamentali per sostenere la JREC e in particolare i paesi membri in via di sviluppo [27]:

[27] La Commissione ha attentamente selezionato e sviluppato queste iniziative tenendo conto del fatto che i paesi in via di sviluppo devono integrare gli strumenti nuovi ed esistenti elaborati nell'ambito di COOPENER, EU EI e di altri programmi collegati.

- una banca dati mondiale on-line su politiche e misure in materia di FER per far fronte alla grave mancanza di informazioni nel settore della progettazione e della realizzazione, in particolare a livello dei paesi che non sono membri dell'OCSE;

- uno studio di fattibilità per l'istituzione di un meccanismo misto pubblico-privato basato su un fondo per creare e fornire "capitale di rischio paziente" per fornire alle imprese attive nel settore delle FER e ai responsabili dei progetti - in particolare nei paesi in via di sviluppo e nelle economie di transizione - un migliore accesso al capitale di rischio, favorendo un impegno più incisivo da parte degli intermediari finanziari e degli investitori aziendali internazionali e locali. [28]

[28] Lo studio in questione è svolto da un consorzio di ingegneri finanziari, specialisti in materia di capitali privati e consulenti tecnici. A condizione che possa essere istituito, un capitale di rischio paziente sarebbe un tipo di capitale proprio o quasi proprio ottenuto combinando gli investimenti pubblici e privati con le relative esigenze. Esso fornirebbe un capitale proprio in attesa di un utile sul capitale investito, secondo criteri tuttavia meno esigenti di un capitale proprio privato puramente di mercato.

La Commissione svilupperà ulteriormente queste azioni trasversali con membri della JREC e altri soggetti interessati.

Nel gennaio del 2004, una conferenza europea preparatoria organizzata dalla Commissione europea a Berlino ha raggiunto le seguenti conclusioni:

- l'attuazione delle direttive comunitarie negli Stati membri dovrebbe fornire un sostegno a lungo termine capace di garantire condizioni stabili per gli investimenti. Gli ostacoli amministrativi alla distribuzione di elettricità verde dovrebbero essere superati. Occorrono progressi nel settore della gestione intelligente della rete.

- I progressi compiuti in Europa in relazione al consumo di energia rinnovabile mostrano che, mentre la produzione di elettricità, soprattutto eolica, sta crescendo molto, gli sviluppi non sono altrettanto notevoli per l'elettricità prodotta da biomassa e le tecnologie usate per produrre riscaldamento e raffreddamento. Inoltre, gli sforzi degli Stati membri non sono affatto uniformi. Gli operatori del settore del riscaldamento e raffreddamento invitano la Commissione a proporre iniziative comunitarie.

- La distorsione del mercato dell'energia, dovuta soprattutto al fatto che i prezzi dell'energia non riflettono i pieni costi socioeconomici, è stata evidenziata come un ostacolo che impedisce di assicurare a tutti i soggetti condizioni operative uniformi. Il principio "chi inquina paga" dovrebbe essere applicato nel settore dell'energia.

Esiste un ampio consenso sul fatto che l'obiettivo generale dell'UE in materia di FER per il 2010 rappresenta un forte stimolo nel processo legislativo e politico a livello nazionale ed europeo. Questa strategia a lungo termine deve essere portata avanti. Una serie di studi tecnici suggerisce di fissare come obiettivo almeno il 20% del consumo interno globale nel 2020 per l'UE25 allargata [29].

[29] Questo obiettivo equivarrebbe a circa il 23% del "metodo di sostituzione". L'approccio sostitutivo offrirebbe diversi vantaggi. Esso rifletterebbe meglio il contributo di diverse forme di energia rinnovabile e rispecchierebbe gli obiettivi della politica in materia di FER in termini di sostituzione dei combustibili fossili, riducendo così le emissioni di CO2, migliorando la sicurezza dell'approvvigionamento e permettendo di confrontare meglio gli effetti dell'energia rinnovabile e le misure in materia di efficienza energetica.

5.3. Il ruolo degli obiettivi a livello comunitario

Dal 1997 la politica comunitaria punta all'obiettivo del 12% di FER. Alcuni Stati membri hanno fissato obiettivi nazionali per la quota di FER nel loro mix energetico nazionale, definendo così una tendenza che dovrebbe essere incoraggiata. La Commissione ha proposto obiettivi operativi per il 2010 riguardanti la E-FER e i biocarburanti, che il Consiglio e il Parlamento europeo hanno approvato. Inoltre, a livello comunitario sono state adottate numerose disposizioni legislative e misure di sostegno in materia di efficienza. Visto che il ritmo di sviluppo è ancora troppo lento per raggiungere l'obiettivo del 12%, la presente comunicazione annuncia misure integrative. È giunta l'ora che tutti gli Stati membri usino gli strumenti legislativi comunitari per rispettare gli obiettivi operativi e aumentare la quota di FER nel loro mix energetico nazionale in modo da conseguire il 12%.

Nell'aprile del 2004 il Parlamento europeo ha preso in considerazione le raccomandazioni della conferenza di Berlino, invitando la Commissione e il Consiglio ad avviare un processo politico che fissi obiettivi ambiziosi, da realizzare secondo un calendario preciso, per aumentare la quota di energia rinnovabile nel consumo finale di energia, in una prospettiva a medio e lungo termine, prima della conferenza internazionale di Bonn. Il Parlamento europeo ha inoltre invitato la Commissione e il Consiglio a compiere gli sforzi necessari per raggiungere l'obiettivo del 20% di FER rispetto al consumo interno di energia nell'UE entro il 2020 [30].

[30] P5_TA-PROV(2004)0276 Conferenza internazionali sull'energia rinnovabile (Bonn, giugno 2004).

La Commissione riconosce l'importanza di fornire una prospettiva a lungo termine, considerando in particolare il fatto che il settore delle FER è ancora relativamente nuovo e che è necessario garantire agli investitori un livello di sicurezza sufficiente. Alla luce del risultato degli studi di fattibilità attualmente disponibili, tuttavia, la Commissione ritiene necessario valutare con maggiore attenzione gli impatti delle risorse FER, in particolare i loro effetti economici globali, prima di adottare obiettivi per il periodo successivo al 2010 e di assumere una posizione sull'obiettivo del 20% per la quota di energia rinnovabile nel 2020.

La Commissione esaminerà periodicamente i progressi compiuti nello sviluppo delle FER, con l'intento anche di assicurarne la compatibilità con la strategia globale di sviluppo sostenibile. A tal fine sarà necessaria un'analisi d'impatto dettagliata di questa politica. Quanto alla dimensione economica, si prenderanno in considerazione, da un lato, la competitività dell'economia comunitaria e, dall'altro, la sicurezza dell'approvvigionamento nonché la fattibilità tecnica. Per quanto riguarda invece la dimensione ambientale, si terrà conto del contributo necessario per conseguire gli obiettivi comunitari fissati in materia di cambiamento climatico e altre priorità ambientali. Infine, il potenziale di sviluppo delle FER dovrebbe essere preso in considerazione.

Questo esame sarà effettuato per la prima volta entro la fine di ottobre 2005 per avviare un dibattito destinato a fissare nel corso del 2007 un obiettivo per il periodo successivo al 2010.

Dando avvio al processo elaborato per creare prospettive a lungo termine per l'energia rinnovabile, la Commissione europea intende contribuire a mantenere la posizione di leader che già occupano alcuni membri della JREC, compresi alcuni Stati membri dell'UE.

6. Conclusioni

L'energia prodotta da fonti rinnovabili ha senza dubbio buone potenzialità. Questo è un fattore importante in una situazione in cui l'approvvigionamento energetico dell'UE presenta carenze strutturali e debolezze di natura geopolitica, sociale ed ambientale, in particolare in relazione agli impegni assunti dall'Europa con il protocollo di Kyoto. Sviluppare il potenziale dell'Europa nel settore delle FER contribuirà ad assicurare l'approvvigionamento energetico, a ridurre le importazioni di combustibile e la dipendenza da esse, a diminuire le emissioni di gas a effetto serra, a migliorare la protezione dell'ambiente, dissociare crescita economica e sfruttamento delle risorse, creare posti di lavoro e consolidare gli sforzi per realizzare una società basata sulla conoscenza. In tutto il mondo, è giunto il momento di operare affinché queste potenzialità si realizzino, in modo da alleviare la povertà e fornire ai più poveri un migliore accesso alle risorse energetiche. Tuttavia, in molti Stati membri dell'Unione europea devono essere adottate ulteriori misure per favorire la diffusione delle FER, anche per garantire il rispetto degli obiettivi fissati.

La presente comunicazione fornisce all'Unione europea una base su cui elaborare le relazioni sui progressi finora compiuti e consente di trarre le seguenti conclusioni:

i) negli ultimi quattro anni è stato istituito un quadro normativo comunitario completo;

ii) gli obiettivi comunitari per il 2010 saranno realizzati soltanto se gli Stati membri daranno piena attuazione a questo quadro normativo, prevedendo anche misure integrative in funzione delle situazioni nazionali;

iii) anche a livello comunitario sono necessarie misure integrative - in particolare di natura finanziaria - come indicato ai punti 2.9 e 4.

La presente comunicazione fornisce un contributo alla Conferenza sull'energia rinnovabile che si terrà a Bonn nel giugno 2004 delineando l'approccio della Commissione alla politica in materia di fonti energetiche rinnovabili.

COMMISSION STAFF WORKING DOCUMENT - The share of renewable energy in the EU - Country Profiles - Overview of Renewable Energy Sources in the Enlarged European Union {COM(2004)366 final}

TABLE OF CONTENTS

FOREWORD

AUSTRIA

BELGIUM

CYPRUS

CZECH REPUBLIC

DENMARK

ESTONIA

FINLAND

FRANCE

GERMANY

GREECE

HUNGARIA

IRELAND

ITALY

LATVIA

LITHUANIA

LUXEMBOURG

MALTA

NETHERLANDS

POLAND

PORTUGAL

SLOVAKIA

SLOVENIA

SPAIN

SWEDEN 101

UNITED KINGDOM 106

FOREWORD

The promotion of renewable energy has an important role to play in addressing the growing dependence on energy imports in Europe and in tackling climate change. Since 1997, the Union has been working towards the ambitious target of a 12% share of renewable energy in gross inland consumption by 2010. In 1997, the share of renewable energy was 5.4%; by 2001 it had reached 6%.

This Staff Working Document gives an overview of the different situations of renewable energy sources in the European Union. It includes part of the formal report that the Commission is required to make under Article 3 of Directive 2001/77/EC on electricity from renewable energy sources, and it completes the overall picture with information at a country level on the heat produced from renewable energies and biofuels in the transport sector. This Staff Working Document complements the Communication on "The share of Renewable Energy sources in the EU".

Data is based on different sources. Firstly, on the reports from Member States on national progress in achieving the targets on electricity from renewable energy sources (Article 3 of Directive 2001/77/EC). These reports can be found in the web site of Directorate General for Energy and Transport [31]. Secondly, on a study launched by the Commission on the evolution of renewable energy sources [32]. And thirdly, on a variety of sources like the European Barometer of renewable energies [33], data from the industry, etc.

[31] http://europa.eu.int/comm/energy/res/ legislation/index_en.htm

[32] FORRES 2020 : Analysis of the Renewable Energy Sources, evolution up to 2020. Contract N° 4.1030/T/02-008.

[33] EurObserv'ER, the European Barometer of renewable energy sources. Pdf documents can be found at http://europa.eu.int/comm/energy/res/ publications/barometers_en.htm

With the enlargement of the European Union, the new Member States are required to adopt the RES-E Directive by 1 May 2004. In the accession treaty, national indicative targets are set and the overall renewable electricity target for the enlarged Union will therefore be 21% of gross electricity consumption by 2010.

The Commission has the legal obligation to report on the degree of achievement of new Member States' targets by 2006. Although it is too early to assess RES-policy in the new Member States due to very recently adopted regulations, this document also includes national information on the States now joining the European Union [34]. This Staff Working Document aims to give an overall picture of the situation and the potentials of renewable energy sources in the enlarged European Union.

[34] In the case of the EU15, the Directive requires the Commssion to adopt a first progress report during 2004. In the case of the new Member States, the Commission report on the assessment in achieving the targets is not due until 2006.

National indicative RES-E targets 2010 for Member States [35]

[35] The percentage contributions of RES-E are based on the national production of RES-E divided by the gross national electricity consumption. For the EU15, the reference year is 1997. For the EU10 (Czech Republic, Estonia, Cyprus, Latvia, Lithuania, Hungary, Malta, Poland, Slovenia and Slovakia), the reference year is based on 1999-2000 data.

>SPAZIO PER TABELLA>

AUSTRIA

1. Summary of RES markets and policy

Background

The feed-in tariffs introduced in January 2003 represent the major modification of the Austrian RES policy. These tariffs included in the Renewable Energy Act are expected to stimulate significant growth especially for wind, biomass electricity and small hydro power. However, the instrument is so far only effective for new installations getting all permissions by December 2004 and finished before June 2006. In December 2003 the contracting of RES-E plants was stopped and the processing of the Ökostromverordnung was set out. This decision was only lifted in March 2004 and caused great insecurity among investors.

RES targets

The RES-E target to be achieved by Austria in 2010 is 78% of gross electricity consumption.

Status renewable energy market

The production of renewable energies in Austria is dominated by large hydropower and biomass for heat generation. The fastest-growing renewable energy source over the last decade was solar thermal energy. There is wide variety of policy measures for the support of renewable energies in Austria not only at the federal level but also at the provincial level. Stimulated by the new feed-in tariffs steady growth is also expected in the sectors of wind energy, biomass electricity as well as small hydro installations.

Main supporting policies

The main promotion schemes for RES in Austria are the following.

Feed-in tariffs

Small hydro:

3.15-6.25 EUR cents /kWh

PV systems:

60 EUR cents /kWh for plants < 20 kWpeak ,47 EUR cents /kWh for plants > 20 kWpeak

Wind systems:

7.8 EUR cents /kWh for new plants

Geothermal energy:

7.0 EUR cents /kWh for electricity fed into the grid

Solid biomass and waste with large biogenic fraction:

10.2-16.0 EUR cents /kWh (10-2 MW), 6.5 EUR cents /kWh (hybrid plants)

Fuels including biogenic wastes:

6.6-12.8 EUR cents /kWh (10-2 MW) 4.0-5.0 EUR cents /kWh (hybrid plants)

Liquid biomass

< 200 kW 13.0 EUR cents /kWh; > 200 kW 10.0 EUR cents /kWh

Biogas

10.3 - 16.5 EUR cents /kWh

Sewage and landfill gas

3.0 - 6.0 EURcents /kWh

Investment subsidy

Subsidy of about 30% of the investment costs for solar thermal, biomass, geothermal, wind, hydropower on project basis

Tax reduction of biodiesel: approximately 95% tax reduction on biodiesel

Key factors

The relatively high feed-in tariffs combined with reasonable investment subsidies has generated large growth rates over the recent past. Continuity could be a problem due to the short operational period (until end of 2004) of the present feed-in tariffs. The possible refusal of the provincial governors to raise the cap on the electricity price caused by RES can create great uncertainty as was seen in early 2004. For PV an upper limit of 15 MW has been set, which will jeopardise further growth.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The production of electricity from RES showed moderate growth during the second half of the 1990s. The relatively limited growth has to be seen in correlation with the high overall production and share of RES-electricity dominated by large hydropower. The total RES electricity production (compare Fig. 1 and Fig. 2) grew from slightly below 35 TWh in 1990 to about 40 TWh in 2002 (only 30 TWh in 2003 due to an extremely bad hydraulic year!). The largest share of this growth is attributed to production from large hydro. The electricity produced from large hydropower grew from 29.0 TWh in 1990 to 35.3 TWh in 2002. The installed large hydro capacity grew by only 0.7 GW during this period, which corresponds to an additional power production of about 3TWh. A major part of the increase in RES-E generation is therefore due to the annual volatility of large hydropower. Especially when judging the figures for 2001 it has to be taken into account that the year 2001 was a very good hydraulic year allowing above-average hydroelectricity production. The growth of small hydro electricity generation (4.0 TWh in 1990 to 4.2 TWh in 2002) is more or less in line with the increase of capacity (816 MW in 1990 to 843 MW in 2002). In fact, the development of small hydro lagged far behind the potential that is seen for this source in Austria.

The installed capacity for electricity generation from solid biomass was almost doubled in the period from 1993 to 2002 (414 MW to 750 MW). The electricity generated grew approximately at the same rate (from 984 GWh to 1 750 GWh). A major share (1400 GWh) of the biomass electricity is attributed to industrial wastes, especially in the paper industry. The remaining 202 new biomass plants produce only a minor share of 350 GWh annually. The biomass plants based on industrial waste are not considered for the purposes of the quota in the Austrian Renewable Energy Act.

Only RES such as PV and wind energy where the use started basically from scratch could achieve significantly higher growth rates. In the case of wind energy a very strong growth occurred in 2003 as a result of the feed-in tariffs that were introduced. The installed capacity grew by almost 200% to about 415 MW in 2003 compared with a growth of only 40% in the year before. Even in absolute terms this growth is rather impressive. It is, however, highly questionable whether it will continue in 2004 owing to the decision by the Verbund APG AG to stop awarding feed-in contracts for new renewable plants, which was only revoked in March 2004 and caused great uncertainty. [36]

[36] The resulting additional costs due to the promotion of 'new' RES are partly paid by all consumers in form of an additional charge per kWh. Of importance in this context is the fact that the law explicitly contains a budget restriction - i.e. the charge is capped to initially 0.22 EURcent/kWh. Due to the prospering development of new RES-E in 2003 a need to increase the cap occurred. Hence, no approval to do so was given before March 2004. As a consequence high uncertaintyprevailed.

Table 1 shows the electricity generation from RES for the years 1997 and 2002 as well as the average annual growth during this period. It can be seen that very high growth rates are obtained only by the new RES-E biogas, wind and PV. However, since the Austrian RES-E sector is mainly dominated by large hydropower, which is hardly growing at all, the total growth of RES-E in Austria is also very limited. Based on total demand, the share of RES electricity in Austria amounted to 68% in 2002 compared with 70% in 1997.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure : RES electricity production in Austria up until 2002 [37]

[37] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure : RES electricity production in Austria up until 2002 excluding large hydro

Table : RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

The RES heat sector shows a somewhat ambiguous picture. Whereas the penetration of biomass heat production was decreasing over recent years, heat production from solar thermal heat and from geothermal heat including heat pumps increased (compare ). But even though the use of biomass heat was falling slightly, it is still by far the most important source for RES-heat, making a contribution of 2.4 Mtoe in 2001. The strong position in absolute figures is due to the continued and widespread use of traditional biomass-based heating. The installed collector area for solar thermal heat generation in Austria grew from 433 thousand m2 in 1990 to 2.66 mill. m2 in 2002. Even higher growth was reached for geothermal energy.

Table : RES-heat production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

* Biomass heat only until 2001

The use of liquid biofuels increased by an average of 17 percent in the period from 1997 to 2002 (compare ), reaching a level of 26 ktoe. In the light of this very moderate absolute contribution to the fuel use, the growth rates could be judged as not very high. The biodiesel production capacities amount to 45 ktoe in 2003 and 90 ktoe in 2004.

Table : RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure : Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Austria

Table : Policy assessment for RES - Austria

>SPAZIO PER TABELLA>

// Sufficiency to promote RES

* // Hardly any or no support

** // Little support

*** // Moderate support

**** // High support

***** // Very high support

BELGIUM

1. Summary of RES markets and policy

Background

The three regions of Flanders, Brussels and the Walloon region implement the national energy policies. It is because of this distribution of implementation that the support differs per region. The Flanders market has been fully opened for competition. In the Walloon region households are only free to choose their supplier when they are supplied exclusively by green electricity suppliers (who have to sell a minimum of 50% of electricity from renewable sources).

RES targets

The RES-E target to be achieved by Belgium in 2010 is 6% of gross electricity consumption.

The target in the Walloon region equals 7% for 2007, for renewable electricity and CHP. In 2005, targets for the period Jan 2008 onwards will be decided. In Flanders the target is 6% for 2010. In Brussels proposed green electricity targets for electricity suppliers are 2% for 2004, 2.25% for 2005 and 2.5% for 2006.

Status renewable energy market

Three different green certificate markets have started, one in Flanders, the Walloon region and the Brussels region. Because of the possibility of banking of certificates and increasing penalty rates and a shortage on certificates not much of trading has taken place, it is more favourable of paying penalties the first year and use the certificates in later periods. The three regional different systems complicate the implementation of RES-E market.

Main supporting policies

The main promotion schemes for RES in Belgium are Green certificate system with mandatory demand or minimum feed-in tariff. Minimum prices are:

Wind offshore: 9 EUR ct/kWh

Wind onshore: 5 EUR ct/kWh

Solar: 15 EUR ct/kWh

Biomass and other RE: 2 EUR ct/kWh

Hydro: 5 EUR ct/kWh

A second main driver for RES investments is the set of investment support schemes available.

Major issues

Flanders and the Walloon Region introduced a green certificate system in 2002. The development of RES-E is up to now shy. The year 2004 is crucial for completing the analysis of this country.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Development of the renewable electricity production in Belgium over the last decade is shown in Figure 1. Hydropower electricity accounts for the largest contribution to total renewable electricity production, with a stable annual production of around 330 GWh over the last decade, corresponding to a share of 31% of the total RES-E production in the year 2002. The share of electricity from biomass (biogas, biowaste, and solid biomass) shows an increasing trend in the last years. Wind energy had a low installed capacity of 34 MW in 2002 and 68 MW in 2003. For achieving the 6% target by 2010, the average annual growth has to increase (acceleration of current RES-E measures) and efficiency instruments are needed for controlling the electricity demand.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES-electricity production up until 2002 [38] in Belgium

[38] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

2 shows that also the RES-heat production has grown, although to a lesser extent than the RES-electricity production. Biomass heat is by far the major source of RES-heat, but it can be seen that the increase of solar thermal heat and geothermal heat has been more pronounced over recent years.

Table 2: RES-heat production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

* Biomass heat only until 2001

The biofuel sector in Belgium is virtually non-existent, as can be seen from 3.

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in Belgium

Table 4: Policy assessment for RES - Belgium

Belgium is divided in three regions Flanders (F), Wallonie (W) & Brussels (B). Federal supports can be recognized by Fed

>SPAZIO PER TABELLA>

>SPAZIO PER TABELLA>

CYPRUS

1. Summary of RES markets and policy

Background

Cyprus is almost totally dependent on oil imports for its energy supply accounting for 91% of the primary energy supply. The burden of cost of energy imports on the economy of Cyprus is considerable.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 6% for Cyprus.

Status of the renewable energy market

Cyprus plans full liberalisation of the electricity market to achieve until 2005. There is no electricity import or export. Almost all energy is produced from imported oil and diesel. The Electricity Authority of Cyprus (EAC) plans to invest in a new fossil fuel power plant, which would lead to an excess capacity for the next few years, being a major barrier for renewable development. Solar thermal energy is the major available renewable energy in Cyprus, and it is traditionally used by hotels and households for thermal purposes. The Government has recently adopted the "New Grant Scheme For Energy Conservation and the Promotion of the Utilization of Renewable Energy Sources" effective from 2003 to 2007.

Main supporting policies

The "New Grant Scheme For Energy Conservation and the Promotion of the Utilization of Renewable Energy Sources" provides financial incentives in the form of governmental grants (30-40% of investments) for investments in wind energy systems, solar thermal, PV, biomass, landfill and sewage waste using RES. There is a fixed purchase price for RES by EAC which is 6,3 EUR cents/kWh (3,7 cyp. cent/kWh). In addition to that EAC pays a special premium depending on the technology used from a Special Fund, financed by a levy on electricity consumption. The feed-in tariffs are as follows:

Wind: first five years: 9,2 EUR cents/kWh (5,4 cyp. cent), for the next 10 years: 4,8 EUR cents/kWh to 9,2 EUR cents/kWh (2,8 to 5,4 cyp. cent/kWh) according to the mean annual wind speed.

Biomass, landfill and sewage: 6,3 EUR cents/kWh (3,7 cyp. cent/kWh)

PV up to 5 kW: 20,4 EUR cents/kWh (12 cyp. cent/kWh)

Key factors

Although the government intents to make Cyprus less dependent on imported energy, the energy infrastructure in Cyprus is set up for fossil fuel generation.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Virtually all electricity in Cyprus (around 99%) is produced with oil and diesel. There is very small amount of electricity from renewable energy, either solar, small-hydro or biomass. Wind is not used up to now for electricity generation.

However, the total energy consumption is slightly different. 3.6% energy is provided by solar thermal. At the moment 92% of all houses and 50% of the hotels have installed solar water heaters. Cyprus has more solar collectors per capita installed than any other country in the world.

Table1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

There is no biofuel production in Cyprus.

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Cyprus

CZECH REPUBLIC

1. Summary of RES markets and policy

Background

The Czech Republic as many other central European countries has a good supply of cheap coal and lignite based energy. However there have been serious efforts made to increase the share of renewable with own windmill design, numerous solar thermal installations, biomass and an extended system of small hydro.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 8% for the Czech Republic.

Status of the renewable energy market

The significant excess of generated electricity of around 27,000 GWh/year with the full commissioning of the Temelin Nuclear Power Plant is a major barrier for renewable electricity development for at least another decade. Poor reputation of wind energy caused by premature sales of prototypes to clients. Biomass and hydro are far the most utilised renewables. Geothermal is mainly utilised for balneological and swimming purposes.

Main supporting policies

The main supporting policies in the Czech Republic are:

Minimum feed-in-tariffs annually adjusted. Minimum prices for 2003:

Wind onshore: 9.6 EUR ct/kWh

Geothermal: 9.6 EUR ct/kWh

Biomass and biogas: 8 EUR ct/kWh

Small Hydro: 5 EUR ct/kWh

PV: 19.2 EUR ct/kWh

Tax incentives:

There is an exemption from property tax for five years for conversion of building heating systems from solid fuel to renewable energy. Also there is a tax relief up to five years (concerning income and property) for investment in renewable energy. The import duty on renewable-energy-equipment is reduced.

Low VAT rate (5% instead of 22%) for small facilities (hydropower: 0.1 MW, wind: 0.075 MW, all solar and biomass units).

Reduced VAT rate of 5% paid by final consumer of biomass fuel and heat. Exemption from excise duty for biodiesel fuel.

Key factors

Existing overcapacity on electricity production has historically hampered the development of renewables.

A new Renewable Energy Act is being prepared and should enter into force the first half of 2004.

The Energy Regulatory Office role for setting prices is unclear. This has resulted in large market uncertainty and investors and financiers have consequently held back on new RES-E investments.

Other issues

The present structure of the power production system is a result of the abundant and cheap supply of coal and especially of lignite.

Lack of capital

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Hydropower and biomass are for the moment the only two renewables contributing to RES electricity. Wind energy potential is for the moment nearly unexploited (around 8 MW currently installed). The utilisation of photovoltaic systems is also very limited.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [39] in the Czech Republic

[39] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

In 1999 about 1.6 million tons of dry biomass were used for energy purposes. Other renewable resources of thermal energy were much less significant. The total production of heat from biomass grew from 358 Mtoe in 1997 to 432 Mtoe in 2001. Energy recovery of biogas exploitations has started in the recent years. Even though this shows a great shift in a five-year period, it is only 10% of the real potential of biomass. Geothermal heat is utilised for domestic and swimming pool heating as well as for some small industries. Moreover about 380 geothermal heat pumps have been installed until 2002. In 2002 there were 100,000 m2 of solar collectors in operation.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

In 2001, biofuels already amounted to 1.3% of all automotive fuels.

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in the Czech Republic

DENMARK

1. Summary of RES markets and policy

Background

With the election of the new government at the end of 2001 fundamental changes were made to existing energy policies and targets. Most of the favourable promotion schemes for RES have been abolished. The introduction of a green certificate market has been announced but has not been implemented so far. Except for two offshore wind parks, which were already in an advanced planning phase, the strong RES development observed in the 90's has stopped.

RES targets

The RES-E target to be achieved by Denmark in 2010 is 29% of gross electricity consumption.

Status renewable energy market

The renewable energy market has dramatically declined over the last two years.

Main supporting policies

The main promotion schemes for RES in Denmark are the following.

Act on payment for green electricity - settlement price instead of formerly high feed-in tariff

Wind onshore:

New installations receive spot price plus (on a monthly basis) an environmental premium (maximum of 1.3 EUR cents/kWh) plus a compensation for offsetting costs (0,3 EUR cents/kWh), in total limited to 4.8 EUR cents/kWh. Turbine owners are responsible for selling and balancing the power. The tariff can be well below the 4.8 EUR cents/kWh in times of a low spot price. The tariff is insufficient to attract new investments.

Wind offshore:

New installations receive spot price plus (on a monthly basis) an environmental premium (maximum of 1.3 EUR cents/kWh) plus a compensation for offsetting costs (0,3 EUR cents/kWh), in total limited to 4.8 EUR cents/kWh. Turbine owners are responsible for selling and balancing the power. The tariff can be well below the 4.8 EUR cents/kWh in times of a low spot price.

Tendering procedure planed but conditions are currently under discussion.

Solid Biomass:

A settlement price of 4 EUR cents/kWh is guaranteed for a period of ten years. Additionally and as a guarantee these plants receive 1 EUR cent/kWh in compensation for an RE certificate.

Biogas:

A settlement price of 4 EUR cents/kWh is paid

Waste:

A settlement price of 1 EUR cent/kWh is paid

Key factors

Termination of the originally high feed-in tariffs. Delay of the implementation of a green certificate scheme. In the new Danish political climate change renewables are of less importance. The feed-in tariffs applied at present are insufficient to attract investments comparable to the development of the last decade.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Due to a focus on environmental issues during the 1980s and 1990s by the Danish governments and the energy administrations renewable energy is already widely used. More than 20 % of the electricity supplied in Denmark is currently based on renewable energy and RES cover approximately 9% of the country's primary energy consumption.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [40] in Denmark

[40] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

The current penetration in terms of the actual power generation is shown in Figure 1. The highest penetration rate as well as the highest growth during the last decade has been achieved by wind onshore. About 5000 GWh electricity was produced by wind onshore power plants in 2002. Up until 1999 economic conditions for wind energy were very stable. All wind generated power was delivered as prioritised dispatch and a feed-in system with a general tariff of approximately 8 EUR cents/kWh. However, over the last few years the situation has changed markedly due to a number of changes to the support schemes. In 2000 the annual installed wind power capacity peaked over 500 MW, but in 2001 only 115 MW was established. In 2002 the installed capacity increased again due to favourable re-powering conditions. Currently the figures for new wind on-shore capacities are very small (about 50 MW in 2003). There was major development with regard to off-shore wind energy in the years 2002 and 2003. In 2002 the off-shore wind park in Horns Rev (160 MW) was completed and in 2003 the large wind farm in Nysted (165.6 MW) as well as three smaller parks went on-line. Accordingly the total installed capacity of off-shore wind energy is about 425 MW. Biomass, especially biowaste, but also solid biomass and biogas, has the second largest RES-E share. The detailed figures can be seen in Table 1. Only very little growth occurred in the biomass sector during 2002 and 2003 because the earlier favourable promotion conditions for biomass were, like those for wind energy, no longer available.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh and average annual growth since 1997

>SPAZIO PER TABELLA>

In the heat sector the dominant renewable energy carrier is biomass, but since 1997 the market has been declining (see 2). Geothermal heat, including heat pumps, has shown the highest growth rate over the last few years.

Table 2: RES-heat production in 1997 and 2002 in ktoe and average annual growth since 1997

>SPAZIO PER TABELLA>

*Biomass heat only up until 2001

Despite the rather low liquid biofuel production up until 2002 shown in 3, Denmark reached a biofuel production capacity of 36 ktoe in 2003. This figure is attributable to a number of experimental pilot plants currently being operated. It is not clear whether or not Denmark will launch commercial production of biofuels. If so, biodiesel seems to be the most likely option.

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials (2020) of RES electricity heat and transport in Denmark

Table 4: Policy assessment for RES - Denmark

>SPAZIO PER TABELLA>

// Sufficiency to promote RES

* // Hardly any or no support

** // Little support

*** // Moderate support

**** // High support

***** // Very high support

ESTONIA

1. Summary of RES markets and policy

Background

Estonia has one of the lowest penetration of RES in the region with an extended oils-shale based energy production employing 10,000 people in this relatively small country.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 5.1% for Estonia.

Status of the renewable energy market

There are low opportunities for solar and geothermal. However there is considerable potential in wind and biomass as well as hydro power. The biomass installations need high investment and though there are several wind projects in the pipeline the feed in tariff is hardly more than half of the amount the developers would favour.

Main supporting policies

Electricity Market Act (EMA): electricity price for renewable energy 1.8 times the residential price, so the price for renewable energy is: 5,2 EUR cents /kWh. This price is paid for 7 years for biomass and hydro and for 12 years for wind. The EMA has come into force on July 2003.

Sales Tax Act: 0% VAT for renewable energies

Key factors

Extensive reserve of domestic fuel (10,000 people working in oil shale industry in the country with very high unemployment rate).

Changes in Energy Law open the possibilities for producing wind energy profitably and start manufacturing wind generators and their components in Estonia.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The share of renewables is 0.2%, because of the huge and cheap supply of electricity from oil shale. This source dominates the Estonian electricity production. Currently there is one wind-farm operational with a total capacity of 1.8 MW. Several projects with a total of 76 MW installed capacity were identified. In Estonia, at present only one 1.2 MW hydro plant exists. The utilization of solar energy in Estonia has no noticeable spreading both for electricity production and heat supply.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production in Estonia up until 2001

The current penetration of biomass is not exactly known but very small. The area occupied by forests constitutes 22 thousand km2 that exceeds a half of the country territory, thus forest residue presents the highest biomass potential.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2001 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

There is no liquid biofuel production in Estonia.

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Estonia

FINLAND

1. Summary of RES markets and policy

Background

The main core of Finnish renewables policy is defined in the Action Plan for Renewable Energy. The most important objective is to increase the competitiveness of renewable sources for the future. The plan has a strong emphasis on R&D activities to achieve this result in the long term. Energy taxation of fossil fuels forms the main instrument for implementation of renewables in the short term.

RES targets

The RES-E target from the EU directive for Finland is 31.5% of gross electricity consumption in 2010. A national target for 2025 has been set which is aimed at increasing the use of renewable energy by 260 PJ.

Status renewable energy market

Renewables currently cover around 28% of the Finnish total electricity consumption supplied by two key sources: hydro power (70%) and biomass (30%). Over the past decade a significant increase has been achieved in the deployment of biomass, in particular in the form of CHP and district heating systems.

Main supporting policies

Exemption from energy tax for renewable electricity. Unlike electricity from fossil or nuclear sources renewable electricity is exempted from the Finnish energy tax paid by end-users. This brings the following benefits for renewables:

wind 69 EUR /MWh

biomass / mini-hydro 42 EUR /MWh

biomass heating fuels 1 EUR /GJ (compared to natural gas)

Investment subsidies are available for new investments which receive a subsidy of 30% (wind: 40%).

Key factors

Subsidies provide absolute certainty regarding lower investment costs. Tax exemptions help to bridge gap with fossil and nuclear competitors. Nevertheless in the case of wind energy, available support is not enough to plug the gap. The existing support systems have allowed a substantial increase to be achieved in the use of biomass for electricity production and district heating.

Political changes and some uncertainty about future energy support programmes have resulted in new renewable energy investments being withheld.

Other issues

The value of total available support does not completely plug the price gap with fossil or nuclear based competitors. This holds in particular for wind energy.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The development of the renewable electricity production over the past decade has resulted in a 30% increase since 1990. In absolute figures bio-energy showed the strongest growth due to a strong expansion of biomass-fueled CHP and district heating. By its efforts Finland is now the largest generator of electricity from biomass within the EU. Nearly 10% of the domestic electricity demand is now met by biomass. Hydro power, however, still remains the largest source of renewable energy in Finland. The use of wind power and photovoltaics is still in its early stages in the Finnish electricity market. In 2002 a total of 51 MW was installed.

The current penetration in terms of the actual power generation is shown in Figure 1 up to 2002 from Eurostat data. The fluctuations reflect the volatility in the supply of hydro power due to variations in weather conditions from year to year. Recent figures for 2002 indicate that electricity from biomass reached a level of 10 TWh. A similar amount was produced by hydro power in 2002. According to the total demand the share of RES electricity in Finland amounted to 25% in 2002 compared with 25% in 1997.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [41] in Finland

[41] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: RES electricity production in Finland up until 2002 without large hydro

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

In the heat sector the use of biomass, in particular in new CHP and district heating installations, has grown substantially over the past decade (by nearly 50% compared with 1990). This substantial growth rate has fallen somewhat of late. With the use of biomass for heating purposes, Finland has become one of the leading Member States within the EU when it comes to the share of heat from biomass in the total energy demand for heating purposes. Solar thermal collectors and heat pumps have been introduced in Finland, but their contribution still remains small.

Table 2: RES-heat production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

* Biomass heat only until 2001

Biofuel for transport has not reached any significant level so far in Finland.

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 3: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in Finland

Table 4: Policy assessment for RES - Finland

>SPAZIO PER TABELLA>

FRANCE

1. Summary of RES markets and policy

Background

France has introduced legislation which provides a strong financial support scheme for renewable energy based on feed-in tariffs. These measures took effect in 2001 and 2002. Before this change, implementation was dependent on modest subsidy programmes.

RES targets

The RES-E target from the EU directive for France is 21% of gross electricity consumption in 2010.

Status of the renewable energy market

Renewables cover currently around 16% of the French total electricity consumption. This supply is met mainly by hydro power. Despite significant resources wind, biomass and geothermal energy currently play an insignificant role in the electricity sector. The current use of heat from RES amounts to approximately 6,0 Mtoe which covers 7% of the domestic energy consumption for heating purposes. The use of biomass forms the main source for renewable heat and is relatively stable in size.

Main supporting policies

Feed-in tariffs:

For renewable energy installations up to 12 MW, guaranteed for 15 or 20 years. Tariffs depend on source type and may include a premium for some sources. Rates are adjusted for inflation.

PV-Systems: 15 EUR cents/kWh

Hydro: Standard rate of 6 EUR cents/kWh, premium up to 7,5 EUR cents/kWh

Biomass: Standard rate of 4,9 EUR cents/kWh, premium up to 6 EUR cents/kWh

Sewage and landfill gas: Standard rate of 5,5 EUR cents/kWh, premium up to 6 EUR cents/kWh

MSW: Standard rate of 3,5 EUR cents/kWh, premium up to 4 EUR cents /kWh

Wind:

8,5 EUR cents/kWh for the first 5 years after installation, then 6,5 EUR cents up to 10 years after installation and 3EUR cents/kWh for a further 5 years.

A tendering system is in place for renewable energy installations > 12 MW. Tenders follow an open bidding procedure, where the winner is awarded a guaranteed-price contract. The tariff contracted depends on the bid. Calls for projects have published for biogas, wind onshore and wind offshore with a total power capacity of 250 MW.

Key factors

The level of the tariff is clearly high enough to only attract small and medium wind-energy projects. Tariffs for other renewables seem relatively low or moderate. Guaranteed periods under the new scheme are sufficiently long to secure investments.

Administrative and grid barriers persist.

Uncertainty in winning a bid for projects larger than 12 MW due to the tendering procedure.

Other issues

The new feed-in tariffs may provide a strong incentive if major obstacles like administrative and grid barriers can be removed.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The development of renewable electricity production over the past decade has resulted in a 14% increase since 1990. This increase is almost entirely due to more hydro power production. Existing installations in particular have increased their output as there was only a modest growth in new capacity. Biomass is the second-largest source of renewable electricity and its use has also risen over the past decade. However, its contribution to the total renewable electricity generation is small (5%). The use of wind power and photovoltaics is still in its early stages in France. France has a considerable geothermal potential.

Current penetration in terms of the power actually generated is shown in Figure 1 up to 2002 (Data from Eurostat). The fluctuations reflect the volatility in the supply of hydro power due to variations in weather conditions from year to year. In 2003 installed wind power increased by 91 MW to total 239 MW. Photovoltaic solar power rose by 3 MW to a total capacity of 17 MW.

On the basis of total demand the share of RES electricity in France amounted to 14.4% in 2002 compared with 15% in 1997.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [42] in France

[42] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: RES electricity production in France up until 2002 without large hydro

Table 1: RES electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Unlike renewable electricity, the heat sector has remained more or less stable over the past decade. The current use of heat from RES amounts to approximately 10 Mtoe, which covers 7% of the domestic energy consumption for heating purposes. The use of biomass forms the main source of renewable heat and is relatively stable in size. The largest contribution comes from wood-firing in households, which covers 90% of the heat production from RES. Geothermal heat is the second-largest form of heat in France. Like biomass, its contribution has remained stable over past years. The figures for recent years demonstrate that solar thermal collectors and heat pumps have attracted sizeable investments especially from private households. A total collector area of about 0,7 Mio. m2 was installed by the end of 2002.

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

*Biomass heat only up until 2001

France is within Europe one of the leading Member States in the production and use of biofuels for transport. Production levels are similar to Germany's.

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 3: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in France

Table 4: Policy assessment for RES - France

>SPAZIO PER TABELLA>

* Time implemented, duration of support and operational period are specified for the main instrument supporting the deployment of the selected renewable energy technology. The main instrument is indicated as the first instrument in the first and second row of the table.

Elaboration of support:

1) Degree and duration of support 2) Non-economic factors (e.g. grid constraints, social constraints and administrative barriers)

* // Insufficient support or very strong barriers

** // Little support or significant constraints

*** // Reasonably sufficient support or acceptable market conditions

**** // High support or good market conditions

***** // Very high support or very good conditions

GERMANY

1. Summary of RES markets and policy

Background

The stability of political support has stimulated continuous and high levels of growth especially in the case of wind energy, PV and solar thermal installations over the past decade. But the sectors of liquid biofuels, heat pumps and to a lesser extent biomass electricity, and biomass heat have also shown relevant growth rates. A new feed-in tariff system is proposed that will lower the tariffs for wind on-shore, increase tariffs for biomass electricity, geothermal electricity and introduce a feed-in tariff for the refurbishment of large hydro.

RES targets

The RES-E target to be achieved by Germany in 2010 is 12.5% of gross electricity consumption (in 2020 10% of total energy consumption and 20% of electricity consumption).

Status of the renewable energy market

The renewable energy market in Germany is mature and showing large growth rates even at high penetration rates. Biomass might be considered as the only source that is significantly lagging behind expectations.

Main supporting policies

The main promotion schemes for RES in Germany are the following.

Renewable Energy Act - feed-in tariff (present scheme) (proposed new law to be implemented in 2004)

Wind: 9 EUR cents/kWh for at least five years after installation. Reduction of tariff to 6 EUR cents/kWh depending on yield of system. Yearly reduction of tariff by 1.5%.

Biomass: up to 500 kW: 10 EUR cents/kWh, up to 5 MWp: 9 EUR cents/kWh, up to 20 MWp: 8,6 EUR cents/kWh,

Hydro, landfill gas, sewage gas: up to 500 kW: 7,7 EUR cents/kWh, form 501 kW to 5 MW: 6,6 EUR cents/kWh

PV: 48 EUR cents/kWh, yearly reduction of tariff by 5%. Starting in 01/2004 FIT of 59 EUR cents/kWh.

(Proposed new law to be implemented in 2004 will contain different tariffs)

Market Incentive Program: Investment subsidy for most sources except wind

Income tax regulations on wind energy investments

Environment and Energy Efficiency Programme: subsidised loans for major share of wind investments

Full exemption from mineral oil tax and environmental tax for all pure liquid and solid biofuels in heat and transport.

Key factors

Partially exploited potentials and limited grid capacity in the northern parts of Germany are currently hampering the growth of onshore wind energy for much of the market. Offshore wind energy is developing more slowly than expected due to high costs and unsolved technical problems (long distance from land and deep water). Biomass development is slower than expected due to fuel price uncertainty and high infrastructure costs. Most of the low-cost potentials (wood wastes) have already been exploited. The proposed new renewable energy act will have a major impact on wind, biomass and large hydropower. The current relatively high feed-in tariffs combined with reasonable investment subsidies and loans has generated a considerable RES market. The termination of the 100 000 roofs programme would have led to a significant slowdown of PV development, however this is now being compensated by higher feed-in tariffs as from in January 2004.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The developments in renewable electricity production have been very dynamic in Germany over the recent years. In absolute figures wind energy showed the strongest growth reaching the combined generation potential of large and small hydropower at the end of 2003 of about 25 TWh. The actual generation of wind energy in 2003 was lower at about 18.5 TWh due to a wind year that was 16% below average as well as due to the fact that most wind turbines are installed at the end of the year. About 50% of the European wind energy capacity is installed in Germany. Hydropower has the second-largest RES-E share, but it has not been showing any significant development over the last five years. Biomass electricity, including the biodegradable fraction of municipal waste, is the third most important RES-E source with about 6.2 TWh of electricity production in 2002. Strong growth rates have also been achieved in the area of photovoltaics, reaching an installed capacity of 258 MW and a generation potential of about 190 GWh in 2002 and about 260 GWh in 2003.

Penetration in 2001 in terms of actual power generation is shown in Figure 1. For wind and hydropower in particular this graph does not truly reflect the development of the installed capacities because of the volatility of power output over the year. In Table 1 electricity generation from RES is shown for the years 1997 and 2002 as well as the average annual growth during this period.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [43] in Germany

[43] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore, hydro power and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

In the heat sector the growth was less rapid than in the electricity sector although solar thermal collectors and heat pumps have attracted sizeable investment especially from private households. A total collector area of about 5 million m2 was installed by the end of 2002. Biomass heating is largely dominated by wood and wood-waste applications in households and a growing share of biogas, accounting for about 13% of the biomass heat consumption by the end of 2001. The production of heat from wood in households remained quite constant over recent years.

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

*Biomass heat only up until 2001

The biofuel sector bas been growing very rapidly over the last 10 years, showing a doubling of production every two years. The existing biofuel mix is based almost entirely on biodiesel produced from rapeseed.

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

The mid-term potentials [44] of RES in the sectors of electricity, heat and transport are shown in Figure 2.

[44] The exact definition of the "mid-term potential" can be found in Annex I - Methodologies of the final report. Compared with the technical potential the mid-term potential represents the so-called realisable potential, taking into account socio-economic restrictions, maximum annual growth restrictions, capacity of RES production industry, etc.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in Germany

Table 4: Policy assessment for RES - Germany

>SPAZIO PER TABELLA>

* Environment and Energy Efficiency Programme of "Deutsche Ausgleichsbank"

// Elaboration of support

* // Insufficient support

** // Little support

*** // Reasonably sufficient support

**** // High support

***** // Very high support

GREECE

1. Summary of RES markets and policy

Background

The current development of RES in Greece showed the first significant growth in the field of active solar thermal systems stimulated by a deduction of the taxable income for final users. However, this measure is temporarily on hold for budgetary reasons. Law 2244/94 on Electricity from Renewables has played a decisive role in starting the large-scale development of RES through private investments The combination of feed-in tariffs (introduced by 2244/94) and subsidies in the order of 40% of the investment cost (provided either through the development law or the 3rd Community Support Framework-CSF) created a large measure of interest among investors. Most of the activity has been concentrated on wind energy and active solar thermal systems. Administrative barriers represent the major constraint to further growth.

RES targets

The RES-E target to be achieved by Greece in 2010 is 20% of gross electricity consumption.

Status of the renewable energy market

Greece has a mature RES market especially for active solar thermal systems, hydro and geothermal installations in the heat sector. The general promotion schemes have been in place for a considerable time already and have undergone only slight change (degree of support) of late. A recent inter-ministerial decision is aimed at reducing the administrative burden affecting RES installations, as well as some geothermal projects.

Main supporting policies

The main promotion schemes for RES in Greece are the following.

Law 2244/94 (feed-in tariff) and Law 2773/1999 (liberalisation) (Feed-in tariff of a bout 7,8 EUR cents/kWh on the islands and 7 EUR cents/kWh on the mainland)

Development Law 2601/98. The Law supports investment activities (including energy investments) of private companies (investment subsidy of about 30%).

The Operational Programme 'Competitiveness' of the Hellenic Ministry of Development is part of the 3rd Community Support Framework (State aid for RES investments, ranging from 30 to 50%).

Law 2364/95 introduces a reduction of the taxable income of final users installating renewable energy systems in private buildings (75% of costs for purchase and installation is tax-deductible).

Key factors

The big danger is that the construction and upgrading of the grid lines will be delayed, postponing as a consequence the development of RES. This fact, in combination with the administrative difficulties and grid connection obstacles causing problems with obtaining construction permits for wind and biomass power plants constitutes the biggest barrier. However, according to the latest inter-ministerial decisions, the licensing procedure for RES power plants will be streamlined and made more efficient. It remains to be seen over the next months how effective this decision proves to be. With regard to the upgrading and extension of power transmission lines, which also contribute to the further deployment of RES, expropriation procedures are being shortened and simplified to speed up implementation for the 2004 Olympics.

The Greek Government has also established a set of rules for the rational use of geothermal energy in line with the Community's view. Any geothermal field is considered to be a single-entity deposit, and a-source that cannot be split up. A specific bidding procedure has been established for the whole range of products, by products and process residues obtained from a geothermal source.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The current status and development in the renewable electricity production in Greece is mostly dominated by traditional RES-E sources such as large-scale hydropower. A major part of the RES-E output is effected by annual fluctuations of precipitation. In 2002, the electricity generated by hydropower accounted for around 2.7 TWh (excluding pumped storage hydro energy). The utilisation of small-scale hydropower has increased moderately over the last 6 years.

Wind energy has been growing modestly since 1997, reaching about 375 MW or 0.5 TWh in 2002. As explained in the policy summary, particular non-technical barriers such as obtaining installation permits for electricity generated by wind turbines, have hindered its development to some extent. In accordance with approved Ministerial Decision 1726/2003. [45], the Greek Government decided to streamline and speed-up its licensing procedure for RES power plants. As a result of these actions, it can be expected that the wind sector will grow more dynamically over the coming years.

[45] 2nd National Report Regarding Penetration Level of Renewable Energy Sources in the Year 2010, Page 6, Athens, October 2003.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [46] in Greece.

[46] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: RES electricity production in Greece up until 2002 without large hydro

With regard to the heat sector, Greece has increased considerably its national geothermal heat capacity (by about a factor of three) since 1997. This increase resulted from the installation of different projects accounting for approximately 80 MWth in 2002. The Greek Government has established a set of rules for the rational use of geothermal energy. A specific bidding procedure was established for the whole range of products, by-products and process residues obtained from geothermal sources.

With respect to other technologies, solar thermal panels show a moderate 7 percent growth rate from 1997. As a result of tax incentives in this sector, the total cumulative capacity for solar thermal systems increased up to 2.8 million m2 in 2002, with Greece now being the second country in Europe after Germany. However, these support mechanisms are temporarily on hold for budgetary reasons and a future prospects look gloomy.

Table 2: RES-heat production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

* Biomass heat only up until 2001

With regard to liquid biofuels production, Greece has been a dynamic country at the experimental stage with several pilot projects related to the different technologies for the production of biofuels. However, currently there is no commercial-scale production. The pilot projects tested so far, looked at the production both of biodiesel and bioethanol fuels for transportation purposes derived from various traditional crops such as wheat, corn, fried and waste oil, sunflower and rape seed. If these attempts prove to be cost-effective in the long run, major support mechanisms for the industry are expected to be implemented in the coming years.

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 3: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Greece

Table 4: Policy assessment for RES - Greece

>SPAZIO PER TABELLA>

Sufficiency to promote RES

* // Hardly any or no support

** // Little support

*** // Moderate support

**** // High support

***** // Very high support

HUNGARIA

1. Summary of RES markets and policy

Background

Hungary is net importer of energy. 70% of the total energy demand of Hungary is covered by import. The energy policy does not include significant actions towards renewable energy sources.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 3.6% for Hungary.

Status of the renewable energy market

There would be good opportunities for biomass, solar, geothermal and some wind energy development, although the investment climate was not favourable until now and only very few investment has taken place with different multilateral funding.

Main supporting policies

Ministerial Decree 56/2002: Guaranteed feed in tariff (on indefinite term), beginning in January 2003, all energy generated from renewable energy resources must be purchased between 6 and 6,8 EUR cents/kWh, not technology specific.

Key factors

No coordinated national action for RES penetration. Insufficient investment climate, although various funds available.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The penetration of the renewable energy sources in the Hungarian primary energy production is relatively small, 3.6 per cent. The share of RES in electricity production is even lower, 0.6 per cent. However due to the building of large hydropower plants in the 1970s on the Tisza river and several small hydro power plants (built in 1930-60) the hydropower has a notable share among the renewable sources. The capacity of the three largest hydropower plants is 43.8 MWe. They provide about 200 GWh of electricity annually. The installed hydro power capacity has been not increased in the last 30 years and further penetration of the hydropower - excluding the refurbishment of the old plants - is unlikely as it faces opposition. Photovoltaic applications have been implemented on an experimental basis in the telecommunications and other sectors, but this technology has not yet reached wide scale of commercialization in Hungary. Wind energy has for the moment a symbolic representatition (2 MW).

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [47] in Hungary

[47] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore, hydro power and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Biomass accounts for the largest share of Hungary's renewable energy consumption. Currently fuel wood combustion is the primary use of biomass. Forestry wastes and sawmill by-products are currently burnt in furnaces to provide heat for the forestry industry or briquetted for retail sale. Nearly 40 percent of the round wood production is used for energy purposes. Consumption of biomass heat in 2001 amounted to 302 Mtoe mainly based in solid biomass uses. One of the largest exploited renewable energy resources in Hungary is geothermal energy with approximately 350 MW of installed capacity for heat generation. The geothermal energy and thermal water is used mainly for balneological purposes and for heating of the bath facilities. In the last 10 years there were several projects completed in the south-eastern part of Hungary for district heating and greenhouse heating. The penetration of heat pumps is proceeding only slowly - however there are several residential and office buildings heated with this technology - because of the high investment costs and that it is relatively unknown. Limited use of solar energy for water and space heating has been observed, based on flat plat collectors.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

A National Biodiesel Programme has been launched some years ago with some pilot factories started but due to discontinuous support, the programme has not given any important results.

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in Hungary

IRELAND

1. Summary of RES markets and policy

Background

Ireland is the last EU country that uses a tendering scheme as the main instrument in supporting renewable energy. The Alternative Energy Requirement (AER) is a competition for investors in which the lowest bidders are offered a Power Purchase Agreement of up to 15 years. The first four competitions were held between 1995 and 1998. Rounds 5 and 6 were held in 2003. The market for household and small industrial consumers is open only for 100% green consumers, resulting in new market entrants that offer competitive green power contracts and investments in commercial wind parks (i.e. not funded through AER).

RES targets

The RES-E target to be achieved by Ireland in 2010 is 13.2% of gross electricity consumption.

Status of the renewable energy market

AER round 6 closed in April 2003. In Ireland there is no real voluntary market for renewable electricity.

Main supporting policies

The Alternative Energy Requirement (tendering scheme) is the main support instrument. Targets and purchase prices specified for the technologies are shown below. No support is provided for renewable heat and biofuels except promotional projects for biofuels that may receive tax exemption.

Technology Support level (EURct/kWh) Specifics

Large-scale wind 5.216 up to 400 MW

Small-scale wind 5.742 up to 85 MW

Offshore Wind 8.4 up to 50 MW; indicative price cap only

Biomass 6.412 up to 8 MW

Biomass-CHP 7.0 up to 28 MW

Biomass-anaerobic digestion 7.0 up to 2 MW

Hydro 7.018 up to 5 MW

Key factors

- The tender is a stop-start programme where the future of target-setting is unknown (both levels and technology preferences).

- The AER tends to lead to relatively poor quality of equipment as the lower-price bids win the competition.

- No stimulation is provided above the targets set.

- Projects eligible may not exceed certain capacity levels which may lead to a certain inefficiency of the project design.

- A lack of co-operation exists in the Irish RE industry as a direct result of the tendering scheme.

- Long-term certainty of supply contract (up to 15 years, for biomass-CHP only 10). A market-based instrument that includes element of competition.

Other issues

An official consultation document on future renewable energy policies is currently being prepared.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Traditionally, hydropower is by far the most important renewable electricity source in Ireland, though in recent years production from other RES-E such as wind and biogas has been increasing. In 2002 the combined production of small-scale and large-scale hydropower stations was 912 GWh, which corresponds to 73% of the total RES-E production for that year.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES-electricity production up until 2002 [48]

[48] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Figure 1 shows that electricity generation from wind has increased from 0.2 GWh in 1990 to 330 GWh in 2002. The contribution of wind power to overall electricity generation from RES in 2002 was 27%. Installed wind power capacity at the end of 2002 was 137 MW. In 2003 installed wind power capacity increased by 49 MW up to 186 MW at the end of 2003. Electricity production from biogas in the year 2002 was 81 GWh, accounting for a contribution of about 7% to the overall electricity generation from RES. Finally, it can be noted that in Ireland there is virtually no RES-E production from solid biomass. The share of RES electricity in overall electricity consumption in Ireland increased from 3.6% in 1997 up to 5.1% in 2002, as shown in Table 1.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: RES-electricity production in Ireland up until 2002 without large hydro

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2 shows data regarding the penetration of RES-heat in Ireland. Biomass heat production over the last few years has been increasing at an average rate of 8% per year. Total biomass heat production in 2001 was 145 ktoe. It can be seen that solar thermal heat and geothermal heat production is still relatively small-scale compared with biomass heat.

As can be seen in Table 3, the biofuel market is virtually non-existent in Ireland.

Table 2: RES-heat production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

*Biomass heat only up until 2001

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 3: Mid-term potentials 2020 of RES electricity, heat and transport in Ireland.

Table 4: Policy assessment for RES - Ireland

>SPAZIO PER TABELLA>

Sufficiency to promote RES

* // Hardly any or no support

** // Little support

*** // Moderate support

**** // High support

***** // Very high support

ITALY

1. Summary of RES markets and policy

Background

The Italian RES policy is an integral part of CO2 reduction policies. In 2001 the main support program CIP6 was replaced by a green certificate system with binding targets. Certificates are issued for plants commissioned after April 1 1999 and only for the first 8 years of operation. The certificate system's overall target of 2% was not reached in the first full year of operation. Decree 387 of December 2003 that implements the EU Renewable Electricity Directive increased the target set for 2004-2006 by 0.35% per year.

RES targets

The RES-E target to be achieved by Italy in 2010 is 25% (76 TWh) of gross electricity consumption.

Status of the renewable energy market

Obligatory demand for producers and importers. The GRTN, Italy's Independent System Operator, may sell certificates produced at eligible RES-E plants under the former CIP6 support scheme at a fixed price and only if the market is short to prevent excessively high prices on the market. Voluntary demand for green electricity may be included in the certificate system. The implementation of the Guarantee of Origin will make the voluntary market more transparent and open.

Main supporting policies

- Certificate system with mandatory demand

- Carbon dioxide tax with exemption for RES (biofuels)

- Funds for specific technologies and/or municipalities

Key factors

- Relatively favourable certificate prices up to 8.4 EURct/kWh.

- Certificates are issued only for plants producing more than 50 MWh per year.

- The major problem with developing new production capacity seems to be problems in obtaining authorisation at local level and the high cost of grid connection.

- The carbon tax is relatively high, which offers competition benefits for renewables.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Development of the renewable electricity production in Italy is shown in Figure 1. Hydropower represents around 85 - 90% of Italy's RES-E production, with a total production of 41 TWh of both small-scale and large-scale hydropower stations in 2001. Electricity production from renewable energy sources other than large hydro is detailed in Figure 1. Geothermal electricity is the second most important RES-E source, representing 8% of the RES-E production. Worth mentioning is also the strong growth of the installed wind power capacity, with a factor of 270 in the period from 1990-2002, up to 785 MWe in 2002. In absolute terms the Italian wind market is however still small in size. Installed PV capacity grew by 600% in the same period, up to an installed capacity of 23 MWp in 2002. According to the total electricity demand the share of RES electricity in Italy increased slightly from 16% in 1997 to 16.8% in 2002.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES-electricity production in Italy up until 2002 [49] in Italy

[49] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: RES electricity production in Italy up until 2002 without large hydro

Table 1: RES electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Data showing the RES-heat production in Italy can be found in Table 2. Biomass heat and solar thermal heat show strong growth rates of 9% and 21%, respectively. As with RES-E, the contribution of geothermal to RES-heat is substantial, with 213 ktoe produced in 2002.

The production of biofuels in Italy also shows an upward trend, as shown in Table 3. Average growth rate for the production of liquid biofuels since 1997 is 32% per year.

Table 2: RES-heat production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

*Biomass heat only up until 2001

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 3: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in Italy

Table 4: Policy assessment for RES - Italy

>SPAZIO PER TABELLA>

>SPAZIO PER TABELLA>

LATVIA

1. Summary of RES markets and policy

Background

Imported energy resources account for 65-70 % of the total energy consumption in the primary energy resource balance of Latvia. Therefore the primary reason for supporting renewable resources in energy generation is security of supply and creation of new jobs. Wood and wind are the most prioritized from renewable energy resources for use in electricity generation.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 49.3% for Latvia.

Status of the renewable energy market

From 1996 to 2002, Latvia experienced significant growth in renewable energy projects as developers took advantage of the so-called double tariff, phased out the 1st January 2003. Latvia had a unique feed-in tariff, which was double the average electricity price for a period of eight years after grid connection for wind and small hydro power plants (less than 2 MW). Annual production at small hydropower plants increased from 2.5 to 30 GWh, while output from windpower plants built during the last three years increased to about 50 GWh.

The plan to build an undersea cable from Finland to import cheap energy may jeopardize RES development. The political support of RES has decreased in Latvia since January 2003. The cheap production of electricity from large-hydro and the low regional import electricity prices are obstacles for further RES development.

Main supporting policies

Law on Energy: With the amendment adopted in 2001 that phased out the so-called double tariff by 1st January 2003, regulations fixing the total capacity for installation and specific volumes for next year are annually published. The annual purchase tariff for small hydro power as well as for power plants using waste or biogas is set at the average electricity sales tariff, while tariffs for wind power plants are approved on a case-by-case basis by the regulator.

Other issues

Long-term loans on favourable conditions for projects in private and public sectors

Owners of buildings and other facilities have the right to choose the most cost-efficient type of energy supply.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The hydroelectric facilities provide about 75% of electric generation in Latvia, however, the supply reliability is complicated due to frozen rivers during very low winter temperatures. Total installed wind energy capacity in Latvia is currently very small (about 22.8 MW).

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2001 [50] in the Latvia

[50] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

The biomass energy is mainly used as firewood in small and, as a rule, low-efficient boilers in the private household utilities. Solar energy is practically not used for heat production.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2001 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in the Latvia

LITHUANIA

1. Summary of RES markets and policy

Background

Lithuania has the highest dependence on nuclear power in its electricity supply of any country in the world, supplied by a single nuclear plant, Ignalina. However, the first of two reactors should be decommissioned in 2005 and the second in 2009. The decommissioning of the nuclear power plant Lithuania should prevent turning back towards fossil fuels as the main source for the electricity production. One of the strategic objectives in the Energy Strategy, 2002 is to strive for a share of renewable energy resources of up to 12% in the total primary energy balance by 2010.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 7% for Lithuania.

Status of the renewable energy market

Especially biomass supply is growing (wood and straw-firing boilers). There is still an important hydro potential. A big investment has been made in 2002 in geothermal energy. Although Lithuania has very good wind potential, there is no development of this energy up to now.

Main supporting policies

Resolution No. 1474 of 5 December 2001: Procedure for promotion of purchasing of electricity generated from renewable and waste energy sources. Average energy prices since February 2002: Hydro: 6.9 EURc/kWh, Wind: 7.5 EURc/kWh, Biomass 6.9 EURc/kWh

Key factors

There are feed in tariffs since February 2002 with no guaranteed time.

There exist delays in supporting secondary legislation (biofuel).

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Large hydro installed capacity was to 112 MW; small hydro to 15 MW. Recently the pump-storage plant Kruonis with 800 MW has been put into service. No wind turbines operate in Lithuania, only a 4 MW demonstration wind project is on the drawing board for a site at Butinge on the Baltic Sea coast.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2001 [51] in Lithuania

[51] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Recently solar energy has been utilized for hot water supply, space heating of premises and drying of agricultural production. Among the biomass energy sources wood was used in Lithuania for space heating of individual houses by burning in stoves with small efficiency. In 1994 waste wood and specially prepared wood chips were started to be used burning them in district heating boilers with higher capacity (> 1 MW). Now the totally installed capacity of such combustion wood boilers achieves around 120 MW. In accordance with the statistic data of 1998 the consumption of wood fuel was equivalent to 571 ktoe. The using of straw fuel in Lithuania was started since 1996. The total installed capacity of straw-fired boilers makes up about 5 MW. Approximately 7500 t of straw is burned annually in these boilers. This amount is equivalent to 2.5 ktoe of primary energy. There are 6 individual geothermal plants with the total capacity of 114 kW. The construction of Vydmantai geothermal plant in Kretinga region has recently started. 41 MW geothermal plant is build in Klaipeda. In the year 2002 this power plant was not yet working in its full capacity, however produced 180 000 kWh thermal energy.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2001 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

There is no biofuel production in Lithuania.

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Lithuania

LUXEMBOURG

1. Summary of RES markets and policy

Background

The 1993 Framework Law is the basis of two main regulations. The ongoing nature of the framework law creates a stable environment and investor confidence. Subsidies are granted to enterprises and companies for investments in eligible technologies, which include solar, wind, biomass, geothermal. Preferential tariffs are given for electricity produced from RES.

RES targets

The RES-E target to be achieved by Luxembourg in 2010 is 5.7 % of gross electricity consumption.

Status of the renewable energy market

The national energy supply company Cegedel just started this year with selling green electricity. The latest support program is limited to 5 years, and there is a limit on RES resources for creating new capacity. Development therefore seems to be restricted.

Main supporting policies

Feed-in tariff: tariff in EUR ct/kWh conditions

Wind, hydro, biomass, biogas: 2.5 up to 3 MW, 10 years

PV for municipalities 25 up to 50 kW, 20 years

PV for non-municipalities 45 - 55 up to 50 kW, 20 years

In addition investors can receive investment subsidies totalling up to 40% of investments.

Key factors

- RES has to compete with combined-cycle technology, a technology enabling the achievement of similar environmental objectives as RES, but more economically.

- Limitations on eligibility and budgets.

- Guaranteed market for electricity from RES provides certainty for investors.

- Broad range of support measures which may be used cumulatively.

Other issues

Some of the support measures seem to have had no or only limited effect. Support measures in general aimed at municipality-level or specific technologies have not resulted in the promotion of RES-E.

In February 2004, the national Parliament approved a modification to the Framework Law for transposing Directive 2001/77.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Development of the renewable electricity production in Luxembourg over the last decade is shown in Figure 1. Hydropower accounts for the largest contribution to the overall renewable electricity production, with a share of around 65-70% over the last few years. Wind makes a small contribution of 27 GWh in 2002. Production of electricity from biowaste shows more stability over time. In the period 1990-2002 electricity production from biowaste was around 23 GWh per year. In Table 2 the electricity generation from RES is given for the years 1997 and 2002, as well as the average annual growth during this period. It can be seen that the contribution of renewable energy sources to the overall electricity generation in Luxembourg was 2.1% in 1997 and 2.2% in 2002.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES-electricity production in Luxembourg upuntil 2002 [52]

[52] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Data covering RES-heat production in Luxembourg are shown in Table 2. Only biomass heat contributes to RES-heat production in Luxembourg with 25 ktoe in 2001. Production from solar thermal and geothermal sources in 2001 and the years before has been virtually zero. In Table 3 it can be seen that the same is true for the production of liquid biofuels.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

* Biomass heat only until 2001

The biofuel sector in Luxembourg is virtually non-existent. No production data are available.

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Luxembourg

Table 4: Policy assessment for RES - Luxembourg

>SPAZIO PER TABELLA>

>SPAZIO PER TABELLA>

MALTA

1. Summary of RES markets and policy

Background

Energy utilisation in Malta is characterised by a total dependence on imported petroleum products and fossil fuels, low efficiency utilisation and no penetration of alternative sources.

Efforts are being directed towards the identification and utilisation of appropriate alternative sources of energy, including solar energy.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 5% for Malta.

Status of the renewable energy market

No commercial utilisation of renewable energy. The Institute of Energy Technology and others have undertaken pilot projects and studies to assess the potential and applicability of renewable sources, mainly wind and solar power.

Main supporting policies

5% VAT (instead of 15%) on solar applications.

At present Malta is formulating a strategy for renewable energy for the Maltese Islands.

Key factors

Energy infrastructure up to now has been oriented to subsidised oil products although the existing potential for renewable energy sources.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The penetration of the renewable energies in Malta is practically zero. Photovoltaic applications in Malta that were so far restricted to research and demonstration systems will soon be available for everyone to install, according to the regulations to be set by the Malta Resources Authority.

Table 1: RES-energy production in 1997 and 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Malta

NETHERLANDS

1. Summary of RES markets and policy

Background

Major support measures and market openness resulted in much higher green power consumption, a large surplus of certificates. However, there were no new RES installations. The policy support scheme was criticised and accordingly revised. The new support scheme has been in operation since July 2003 (see below).

RES targets

The RES-E target to be achieved by the Netherlands in 2010 is 9% of gross electricity consumption. A target of 10% total renewable energy by 2020 has been set with an interim indicative total RES target of 5% by 2010.

Status of the renewable energy market

Early in 2004 the total amount of green power supplied to consumers reached 2.4 million. Competition in green pricing and green power supplies has been fierce in the wake of the opening-up of the green power market in July 2001. Investments in renewable energy have been slowing down over the past few years because of political uncertainty about renewable energy support.

Main supporting policies

The new policy programme MEP to support renewable energy investments has been in operation since 1 July 2003. See underneath the subsidy in EURct/kWh. The 2005 subsidies are higher because of the phasing out of the ecotax).

Technology source Tariff 2004(*) Tariff 2005

Mixed biomass and waste: 2.9 2.9

Wind on-shore 6.3 7.7

Wind off-shore 8.2 9.7

Pure biomass large scale: 5.5

Small-scale biomass < 50 MWe 8.2 9.7

PV, tidal, wave and hydro 8.2. 9.7

(*) from 1 July 2004 onwards

Key factors

Budget constraints caused uncertainty about future energy support programmes with a consequent withholding of new renewable energy investment. A new system, the MEP scheme, has improved investment conditions, although the short duration of the tariffs scheme provided has been criticised.

The opening-up of the green power market for small consumers has resulted in strong competition among utilities for green power products. Combined with a relatively high degree of support for energy-tax exemptions and feed-in tariffs for green power, this has led to large increase in the amount of green power consumed.

Other issues

The system for Guarantee of Origin has been launched by renaming the former certificate system a GoO system. Imports are still allowed (foreign GoO), but are not eligible for the MEP subsidy.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

Renewable electricity production in the period 1990-2002 in the Netherlands is shown in Figure 1. It can be seen that in this period annual RES-E production increased from 0.7 TWh in 1990 to around 3.6 TWh in 2002. Solid biomass is the most important RES-E source and accounted for around 35% of the annual RES-E production in the Netherlands in 2002. The second most important RES-E source is generation by on-shore wind. In 2002 installed wind capacity was increased by 40% to 677 MW, corresponding to a production level of 0.9 TWh in the same year.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES-electricity production up until 2002 [53]

[53] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

1 shows the data for electricity generation from RES in the Netherlands for the years 1997 and 2002, as well as the average annual growth during the intervening period. Figures for RES-E penetration in 1997 have been adjusted from 3.5% (including non-biodegradable waste) to 1.8% (excluding biodegradable waste). The overall amount of renewable electricity production is clearly increasing, but faster development is still needed for achieving the 9% target.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

2 and 3 show data indicating the penetration of RES-heat and RES-biofuel, respectively. Biomass heat production in 2001 was 324 ktoe. Solar thermal heat production is still relatively small compared with biomass heat, but an average annual growth rate of 17% since 1997 has been reported for this technology. Production of geothermal heat and biofuels is still a very small market in the Netherlands, with production figures of virtually zero.

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.1. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in the Netherlands

Table 4: Policy assessment for RES - Netherlands

>SPAZIO PER TABELLA>

The Netherlands

(a) Largest current incentive from MAP funds (Environmental Action Plan).

(b) Biofuels have been stimulated so far only by R&D funds. At the end 2003 policies are expected to be formulated for biofuel support in the Netherlands.

(c) Geothermal energy is not used in the Netherlands (note that this definition excludes heat pumps).

>SPAZIO PER TABELLA>

POLAND

1. Summary of RES markets and policy

Background

Coal-fired power and cogeneration plants dominate electricity generation in Poland. However, more than half of the capacity was built in the 1970's and significant investment in new generation and modernization of existing generation is required.

Poland requires that electric utilities maintain a renewable energy portfolio of at least 2.4 percent in 2001 (2.5% in 2002; 2.65% in 2003, etc., 7.5% in 2010 and in the following years) and has established a target of 7.5% of primary energy production from renewable sources by 2010 and 14% by 2020. However, these targets have not yet been enforced, discouraging large scale renewable development. The key resource for achieving the target is likely to be biomass, mainly forestry and agricultural residues and energy crops.

RES targets

The RES-E and primary energy target to be achieved in 2010 is 7.5% for Poland.

Status of the renewable energy market

Biomass covers more than 98% of renewable energy production. Biomass is considered to be the most promising renewable energy in Poland, for both electricity and thermal energy production. This is because of the abundant potential of straw and wood resources in Poland and maturity of this technology. At present there are 200 ha energy crops grown and estimations indicate that 1,5 million ha of arable land is available for energy crops. Polish hydro power has chances for development as neither the big hydro power plants are fully used (due to antiquated equipment) nor the small plants. There is also a considerable wind energy potential with developments in recent years.

Main supporting policies

Green Power Purchase Obligation.

Law on biofuels

Key factors

No clear enforcement mechanism.

Other issues

There are environmental funds on all levels of administration supporting development of RES with grants or soft loans as well as an organisation called ECOFUND that support environmental protection projects, including RES. In addition, low interest credits are available from banks when the money is used for environmental projects.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The total installed capacity of large hydro-electric power stations is around 630 MW, and of the small ones 160 MW. In 2000 33 MW of wind capacity were installed with another 40 MW project under construction (at the beginning of 2003, 57 MW wind capacity were installed). In Poland 30% of the land surface is economically suitable for wind turbine applications, 5% very favourable. Poland has a good technical potential for wind energy development and local manufacturing. Photovoltaic cells are virtually not used in Poland.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [54] in Poland

[54] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

In solar thermal applications, both liquid and air solar collectors are used in a few areas in Poland. The total number of air collectors is estimated at 50-60 units, and their surface area at 6,000 m2. Around 1,000 solar installations for the heating of usable water have been installed in Poland with the total surface area of the collectors exceeding 10,000 m2. Biomass covers over 98% of renewable energy production. Biomass is considered to be the most promising of renewable energy in Poland. Current installed capacity using geothermal energy is approximately 68.5 MWt, of which 26.2 MWt is from heat pumps, which collectively generate 0,02 Mtoe of energy on an annual basis.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Poland

PORTUGAL

1. Summary of RES markets and policy

Background

Extreme dependence on external energy sources has pushed the Portuguese Government to launch several energy plans and financing measures in order to promote RES-E development. Incentives for renewable electricity mainly comprise investment subsidies and RES-E production incentives (through the establishment of a feed-in tariff scheme consisting of a fixed tariff per kWh for each RES technology).

RES targets

The RES-E target to be achieved by Portugal in 2010 is 39.0% of gross electricity consumption.

Status of the renewable energy market

In the recently approved energy policy, the Portuguese Government has set goals for the development of RES-E, giving special attention to wind power (with an expected capacity of 3.750 MW by 2010) and small hydro (400 MW). For the implementation of the guarantee of origin the grid operator REN is designated as the issuing body.

Main supporting policies

Feed-in Tariffs for 2003 in EUR cents /kWh

Photovoltaics < 5kW 41.0

> 5kW 22.4

Wave 22.5

Small hydro 7.2

Wind Beyond 2600 hours 4.3

From 2400 to 2600 hours 5.1

From 2200 to 2400 hours 6.0

From 2000 to 2200 hours 7.0

First 2000 hours 8.3

In addition, investment subsidies and tax deductions are used to support renewable energies.

Key factors

Feed-in structure delivers investment certainty. The tariffs differ for different technologies. The various support measures are all part of one national strategy and work well together. A monitoring system will guard the process of RES development

The tax measures may change with government structure or budget.

Other issues

The analysis of the Portuguese target must take into account the important variability of large hydro. Grid capacity problems hamper a larger uptake of renewable electricity in some Portuguese regions. Complex and slow licensing procedures have resulted in long lead times for new renewable installations.

2. Current status and potentials of RES

2.1 Current penetration

The production of renewable electricity in Portugal is dominated by hydro large-scale projects, as can be seen in Figure 1. In 2001 85% of Portugal's RES-E production was from this RES-E source, while in 2002 the share of large hydro of the overall Portuguese RES-E production decreased to 72%. In the period from 1990 to 2002 large-scale hydro power production varied between 4.9 TWh (1992) and 14.2 TWh (1996), with a production of 7.5 TWh in 2002. These variations complicate the monitoring of Portugal's efforts in meeting its renewable electricity target for 2010 (see further sections). Other important RES-E sources are small-scale hydro and solid biomass, with a production of 706 GWh and 1.2 TWh in 2002 respectively. Electricity production from biowaste and wind has started to grow over the last few years. In 2002 Portugal's installed wind power was increased by 43% up to 179 MW, accounting for 362 GWh generated electricity. Since 1997, the non-large-hydro RES-E passed from 1.76 TWh in 1997 to 2.9 TWh by 2002.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES-electricity production up until 2002 [55] in Portugal

[55] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: RES electricity production in Portugal up until 2002 without large hydro

Table 1 shows the electricity generation from renewable energy sources in 1997 and 2002, as well as the average annual growth during the intervening period. Due to the wide fluctuations in electricity generated from hydro, the share of RES electricity in 2002 was only around 22% compared with 39% in 1997.

Table 1: RES electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2 and Table 3 show data indicating the penetration of RES-heat and RES-biofuel respectively. Biomass heat production over the past few years has been stable at around 1900 ktoe per year. Solar thermal heat and geothermal heat production is still relatively small compared with biomass heat, showing a contribution of 19 ktoe and 90 ktoe respectively. Geothermal heat production showed a very strong increase in 2001, due to a new large demo plant on the Azores. As shown in Table 3, production of biofuels is still a very small market in Portugal, with production figures of virtually zero.

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

*Biomass heat only up until 2001

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.1. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 3: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in Portugal

Table 4: Policy assessment for RES - Portugal

>SPAZIO PER TABELLA>

>SPAZIO PER TABELLA>

SLOVAKIA

1. Summary of RES markets and policy

Background

The Slovak Republic is a net importer of relatively cheap energy from the Czech Republic and Poland. In 1999, energy imports provided approximately 85% of Slovakia's energy supply. An extensive development of small-hydro energy is going on.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 31% for Slovakia.

Status of the renewable energy market

There is no specific support for wind and solar energy. A very small portion of the biomass potential is used and the government's priority is to use this source only in remote, mountainous, rural areas, where natural gas is not available. For small hydro there is an extended development programme with 250 selected sites for building small-hydro. Geothermal is extendedly used for bathing purposes.

Main supporting policies

Energy Strategy and Policy of the Slovak Republic up to the year 2005 (1993)

Energy Act No.70/1998 (2001)

Key factors

Current low energy prices.

An extended development of the hydro potential is going on.

The government does not recognise opportunity in wind and solar.

The government support only biomass investments in remote, mountainous, rural areas.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

With the exception of the hydro power the share of the renewable energy sources did not grow significantly in the last decade in Slovakia. Only the hydroelectric capacity has grown significantly in the first half of the 1990s, due to the building of the Gabcikovo hydro power plant with a capacity of 720 MWe on the Danube. As of 1999, Slovakia had approximately 2,500 MWe of installed hydroelectric capacity. It is expected that 300 MWe of small hydro capacity may be needed from a large number of smaller facilities. There are currently approx. 180 small hydropower plants with the total installed capacity of more than 60 MW in operation in Slovakia. There are no large scale wind turbines up to now. There are installed 40 pairs of photovoltaic panels to 400 kV transmission line poles between Slovakia and Poland since 1998.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [56] in Slovakia

[56] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Geothermal waters in the Slovak Republic are being utilised on 35 locations offering an aggregate heating capacity of 75 MW and generation of 0,05 Mtoe to heat structures, swimming pools, greenhouses (at the town of Galanta it heats 1,240 flats and a hospital). In present, biomass provides only 0.2 % (0,1 Mtoe) of energy, although biomass represents the largest potential of renewable energy of Slovakia.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Slovakia

SLOVENIA

Summary of RES markets and policy

Background

The new Energy Act substituting the Act on Energy Economy from 1986 was promulgated in September 1999. It gives priority to efficient use of energy and renewable energy sources over supplying from non-renewable sources. According to the law, a national energy programme shall be drawn up every five years. The programme shall promote investing into renewable energy sources and efficient use of energy. Hydropower supplies about one-third of Slovenia's electricity generating capacity. However, many of the smaller hydro plants are very old (pre-World War II) and will need to be refurbished to remain operational.

RES targets

The RES-E target to be achieved in 2010 is 33,6% for Slovenia.

Status of the renewable energy market

Renovation of hydropower plants will increase the efficiency of these units, and could add as much as 150 MWe in generating capacity. Refurbishment of existing small scale hydropower as well as increasing the capacity of the large-scale units is part of the Government's renewable energy strategy.

Main supporting policies

Feed-in tariff:

Hydro up to 1 MW: 6.11 EURc/kWh; Hydro 1 to 10 MW: 5.89 EURc/kWh

Biomass up to 1 MW: 6.98 EURc/kWh; Biomass above 1MW: 6.76 EURc/kWh

Wind up to 1 MW: 6.33 EURc/kWh; Wind above 1 MW: 6.11 EURc/kWh

Geothermal: 6.11 EURc/kWh

Solar up to 36 kW: 27.85 EURc/kWh; Solar above 36 kW: 6.11 EURc/kWh

CO2 tax introduced in 1996 amounts to 15 EUR/t CO2.

Key factors

The Regulation provides the framework for contractual relations between the network manager and the qualified energy producer including a contract for a period of 10 years.

Complicated procedures for acquiring the administrative permissions.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The share of renewable energies in Slovenia's energy sector is constant since the beginning of the '90ies. The mostly utilised renewable energy source in Slovenia is hydro-power. It supplies about one-third of Slovenia's electricity generation (3300 GWh/year). Besides the larger hydroelectric generating units, there are approximately 40 very small hydro units with less than 500 GWh/year electricity generated. There are no wind power plants installed in Slovenia. The photovoltaic peak power installed is very low - about 100 kWp. Photovoltaic applications have been implemented on an experimental basis in the telecommunications and other sectors. Biomass has a minimal penetration in electricity production.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2001 [57] in Slovenia

[57] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2001 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

Biomass, solar and geothermal installations have just a minimal share in the heat production. Wood is an important fuel for space heating, particularly in the residential sector. Forest residues supply about 359 MWth. The existing capacity of geothermal resources in Slovenia amount to about 103 MW of heat plant providing heat to health spas, agriculture and institutions.

Table 2: RES-heat production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

There is no biofuel production is Slovenia.

2.2. Mid-term potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity, heat and transport in Slovenia

SPAIN

1. Summary of RES markets and policy

Background

In 1997 Spain introduced a substantial programme to support RES, which has resulted in an enormous growth in new capacity, mainly wind power. Feed-in tariffs and premiums provided high transparency and certainty in the market and are therefore the main driver for this growth. After Germany Spain is the most favourable country for wind investments.

RES targets

The RES-E target to be achieved by Spain in 2010 is 29.4% of gross electricity consumption.

Status of the renewable energy market

Wind power has developed impressively. The biomass sector still needs an integrated policy which recognises the added value of environmental and rural development . Small hydro needs to overcome the administrative barriers.

Main supporting policies

RES producers may choose between a fixed preferential tariff or a (variable) premium price on top of the market price. Investment support is also provided. Tariffs are specified for plants < = 50MW.

Tariffs specified for 2003: premium (EURct/kWh) feed-in (EURct/kWh)

Solar PV (< 5kW): 36.0 39.6

Solar (other installations): 18.0 21.6

Solar thermal-electric: 12.0

Wind: 2.66 6.21

Small Hydro (? 10MW): 2.94 6.49

Primary Biomass: 3.32 6.85

Secondary Biomass: 2.51 6.05

Geothermal, wave and tidal: 2.94 6.49

Key factors

* Transparent support schemes and the high feed-in tariffs deliver high investment certainty.

* Feed-in tariffs are decreased and might become too low to induce new investments.

* Changes due to liberalisation of the sector cause uncertainty.

* Biomass feed-in tariffs were up-to-now too low to develop new capacity.

Other issues

The system for Guarantee of Origin has not been implemented yet. A draft has been formulated within the Ministry of Economy. Some electricity companies have started to sell green power.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The production of renewable electricity in Spain is shown in Figure 1. It can be seen that hydro generated electricity is by far the most important RES-E source, with a contribution of around 16 TWh in 2002, which corresponds to 41% of the total RES-E production for that year. Strong growth in the electricity production by on-shore wind parks can be observed. Spain achieved 4.100 MW at the end of 2002 (more than 6.000 MW at the end of 2003, similar to the total wind capacity installed in USA) producing 9.6 TWh in 2002. On the other hand it should be noted that the production of RES-E from solid biomass was 2.9 TWh in 2002. This accounted for 8% of the total RES-E production in that year.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES-electricity production up until 2002 [58]

[58] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: RES electricity production in Spain up until 2002 without large hydro

1 shows an overview of the electricity generation from renewable energy sources in Spain in 1997 and 2002, as well as the average annual growth during the intervening period. The electricity generation from RES expressed as share of the overall electricity consumption was 20% in 1997, while it was only 16.2% in 2002.

Table 1: RES electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

* Spain uses a definition for small and large-scale hydro power capacity that is different from the commonly adopted EU definition. In Spain all production capacity lower than 50 MW is considered to be small-scale production capacity.

2 shows data indicating the penetration of RES-heat in Spain. Biomass heat production over the past few years has been stable at around 3300 ktoe per year. Solar thermal heat production is still relatively small compared with biomass heat, but an average annual growth rate of about 10% since 1997 has been reported for this technology.

As can be seen in Table 3, the biofuel market has grown strongly over the past few years. In 1997 virtually no biofuels were produced, while for the year 2002 a production of 119 ktoe was reported.

Table 2: RES-heat production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

Table 3: RES-biofuel production up until 2001

>SPAZIO PER TABELLA>

2.1. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 3: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in Spain

Table 4: RES-Policy assessment Spain

>SPAZIO PER TABELLA>

>SPAZIO PER TABELLA>

SWEDEN

1. Summary of RES markets and policy

Background

Sweden has followed the route of promoting new renewable sources by a combination of energy taxation and environmental bonus schemes up to early 2003. Since May 2003, however, a major policy change has been implemented by introducing a tradable certificate scheme in order to achieve the cost-effective and market-oriented promotion of renewables.

RES targets

The RES-E target from the EU directive for Sweden is 60% of gross electricity consumption in 2010. Sweden has set up the national target in absolute values (10 TWh additional RES by 2010) together with a 17% obligation of non large-hydro RES-E for end users by 2010.

Status of the renewable energy market

Renewables currently cover approximately 50% of Sweden's total electricity consumption. This supply is covered mainly by hydro power. The use of biomass has increased substantially over the past decade, but its share is still relatively small. Wind capacity installed in Sweden is relatively low although the wind resource in the south of the country is comparable to Denmark's. When the new certificate scheme was drawn up by the Government, market parties expressed fear and reluctance to invest.

Main supporting policies

Electricity certificates for wind, solar, biomass, geothermal and small hydro were introduced in May 2003. The system has created an obligation for end-users to buy a certain amount of renewable certificates as part of their total electricity consumption (increasing to 17% in 2010). Non-compliance leads to a penalty which is fixed at 150% of a year's average price. To secure a smooth transition, price guarantees are available for producers up to 2007. Within the system prices will be settled by supply and demand. Forecasts show expected prices in the range of 1,3 - 1,6 EUR cents/kWh for certificates traded.

For wind energy investment grants which offer 15% reduction of costs will remain available. As a transition measure, an environmental bonus for wind will also be available. This bonus has a value of 1,9 EUR cents/kWh this year and will gradually decline to 0 in 2007

Furthermore exemptions for renewables on environmental taxes are applicable, which provide a benefit of around 1,79 EUR /toe for renewables used for transport or heat supply.

Key factors

The certificate system will form an incentive to invest in the most cost-effective options. Guarantees have been built into the system to secure a smoother transition from the previous system into the new situation. The environmental tax benefits can make some biomass CHP systems competitive.

Under the certificate system, prices may fluctuate from year to year depending on production and new investments. This holds for certificates as well as the commodity price of electricity. Both elements form a source of uncertainty for investment decisions.

Other issues

Since the certificate system is in its start-up phase, the effects are as yet difficult to assess. It may result in a cost-effective development of renewables (thereby excluding some sources from the market). The Government has declared that in the (near) future the certificate system may be opened up for imports. This market opening may pose a threat to investments in new renewables in Sweden.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The development of the renewable electricity production over the past decade has resulted in a modest increase of 7% since 1990. The most important growth has occurred in the application of bio-energy which grew by a factor of 2.5 in volume from 1990. The current level is now around 4 TWh. Hydro power still remains the largest source of renewable energy in Sweden, but only a very limited growth in capacity occurred. In 2002 hydro generated 66 TWh. 2003 was a very bad hydraulic year with a total production of 53 TWh. Wind power started recently in Sweden (both on-shore and off-shore) and has a reached level of around 0,6 TWh in 2002. By the end of 2003 the installed wind power capacity was 399 MW.

The current RES-E penetration is shown in 1. The fluctuations reflect the volatility in the supply of hydro power due to variations in weather conditions from year to year. According to the total demand the share of RES electricity in Sweden amounted to 46% in 2002 compared to 49% in 1997.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES electricity production up until 2002 [59] in Sweden

[59] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: RES electricity production in Sweden up until 2002 [60] without large hydro

[60] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Table 1: RES-electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

In the heat sector the use of biomass, in particular in new CHP and district heating installations, has grown substantially over the past decade (by nearly 40% compared with 1990). The current use has reached a level of about 5 Mtoe. Solar thermal collectors have been introduced in Sweden, but their contribution still remains small. The market for solar thermal applications grew by 7% in 2002 to nearly 0,2 million m2 installed capacity. For geothermal heat pumps very strong growth has been observed over recent years.

Table 2: RES-heat production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

*Biomass heat only up until 2001

The biofuel sector has started to develop recently, but the absolute level still remains very small.

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.1. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 3: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in Sweden

Table 4: Policy assessment for RES - Sweden

>SPAZIO PER TABELLA>

>SPAZIO PER TABELLA>

UNITED KINGDOM

1. Summary of RES markets and policy

Background

In the United Kingdom renewable energy is strongly supported by a system with mandatory demand and several grants programs. Renewables are an important part of the climate change strategy. Renewable energy is therefore exempted from the Climate Change Levy (CCL). After one year of the new established certificate market, the CCL and the grants programs in full operation, the development of RES seems to be increasing apace.

RES targets

The RES-E target to be achieved by the UK in 2010 is 10 % of gross electricity consumption. An indicative target for RES-E of 20% for 2020 has been set. No formal targets exist for RES-H and biofuels.

Status of the renewable energy market

The buy-out revenues for non-compliances are recycled to the suppliers in proportion to the certificates they have used for complying with the obligation. This mechanism increased the certificate price above the buy-out price because the market is short. High prices in the first year gave the ROC (Renewable Obligation scheme) market a kick-start. Targets specified for 2010 and scheme duration specified until 2027 provide long-term security for renewable energy investors.

Main supporting policies

* Obligatory targets with tradable green certificate system. The non-compliance 'buy-out' price for 2003-2004 is set at £30.51/MWh (approx4.5 EURct/kWh). This buy-out price will be annually adjusted in line with the retail price index.

* Climate Change Levy: renewable electricity is exempted from the climate change levy on electricity of 0.43 p/kWh (approx. 0.63 EUR ct/kWh)

* Grants schemes: funds are reserved from the New Opportunities Fund for new capital grants for investments in energy crops/biomass power generation (at least £33m (EUR53m) over three years), for small scale biomass/CHP heating (£3m or EUR5m), and. planting grants for energy crops (£29m or EUR46m for a period of seven years).

Major issues

- The targets for the obligatory demand are set up to 2027, ensuring long-term demand.

- High targets and the redistribution of buy-out revenues make RES-E investments economically viable.

- A great differentiation of grant programmes with large budgets aimed at technologies and/or municipalities give a wide range of support to initiatives.

- Grid connection issues and severe competition on the electricity market could disadvantage RES in of the support programs.

Other issues

Government has announced new plans on off-shore wind in 2003 and around 1.400 MW installed capacity has already been approved.

2. Current status and potentials of RES

2.1. Current penetration

The renewable electricity production in the period 1990-2002 in the UK is shown in Figure 1. It can be seen that in this period annual RES-E production increased from 5.8 TWh in 1990 to around 11 TWh in 2002. Hydro generated electricity is the most important RES-E source, although its relative share in the RES-E production is decreasing. In 1990 hydro power was responsible for more than 90% of the annual RES-E production, whereas in 2002 its contribution was 42%. At present the second most important RES-E source is generation with biogas. Over the last decade the contribution of biogas to the RES-E production has increased from 8% in 1990 to 28% in 2002. Responsible for this increase is the production of landfill gas, which accounted for 90% of total biogas electricity production in 2002. Other technologies with an increasing contribution to the overall RES-E production in the UK are on-shore wind (11% in 2002), solid biomass (8% in 2002) and biowaste (8% in 2002). Installed wind power in the UK increased by 19% in 2002 to a total installed capacity of 534 MW.

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 1: RES-electricity production up until 2002 [61]

[61] Based on EUROSTAT data, which are up-to-date only until 2001. For many RES, e.g. wind-onshore and PV more recent data from sector organisations and national statistics have been used.

Table 1: RES electricity production in 1997 and 2002 in GWh

>SPAZIO PER TABELLA>

2 shows data indicating the penetration of RES-heat in the UK. Biomass heat production in 2002 reached 700 ktoe, which is significantly lower than the 917 ktoe reached in 1997. Solar thermal heat and geothermal heat production is still relatively small compared with biomass heat, but solar thermal heat has increased by average annual growth rates of 13% in the period 1997-2002.

As can be seen in 3, the production of biofuel corresponded to 3 ktoe in the year 2002, while in 1997 still virtually no biofuels were being produced.

Table 2: RES-heat production in 1997 and 2002 in ktoe

>SPAZIO PER TABELLA>

*Biomass heat only up until 2001

Table 3: RES-biofuel production up until 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

2.1. Mid-term Potentials

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Figure 2: Mid-term potentials of RES electricity heat and transport in the UK

Table 4: Policy assessment for RES - United Kingdom

>SPAZIO PER TABELLA>

>SPAZIO PER TABELLA>