52004DC0343

Comunicazione della Commissione - Un partenariato più forte per le regioni ultraperiferiche /* COM/2004/0343 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE - Un partenariato più forte per le regioni ultraperiferiche

1. Introduzione

Il Consiglio europeo di Siviglia [1] ha invitato la Commissione a presentare una relazione che delineasse una strategia globale e coerente rispetto alla caratteristiche particolari delle regioni ultraperiferiche e gli strumenti con cui farvi fronte. Inoltre ha invitato il Consiglio e la Commissione ad approfondire l'applicazione dell'articolo 299, paragrafo 2, del trattato e ad adottare le misure necessarie per tener conto dei bisogni specifici delle regioni ultraperiferiche, in particolare per quanto riguarda la politica dei trasporti e la riforma della politica regionale. Questa comunicazione presenta i tratti essenziali di questa strategia, che saranno trattati più ampiamente in una prossima comunicazione.

[1] Consiglio europeo di Siviglia del 21-22 giugno 2002, paragrafo 58 delle conclusioni del Consiglio.

L'Unione europea comprende sette regioni ultraperiferiche:

- la comunità autonoma spagnola delle Isole Canarie;

- i quattro dipartimenti francese d'oltremare (DOM); Guadalupa, Guiana, Martinica e Riunione;

- le regioni autonome portoghesi delle Azzorre e di Madera.

Successivamente all'adozione dei programmi di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità (POSEI) nel 1989 e nel 1991, le misure specifiche adottate per le regioni ultraperiferiche si sono basate sul riconoscimento pieno delle loro specificità e sull'obiettivo di promuoverne lo sviluppo socioeconomico ai fini della loro convergenza e integrazione con il resto dell'Unione europea.

Il riconoscimento dello status speciale delle regioni ultraperiferiche definito dall'articolo 299, paragrafo 2 , del trattato, si fonda sui principi di uguaglianza e di proporzionalità, che consentono un trattamento differenziato per tener conto della situazione particolare di tali regioni. In virtù di tale status, l'Unione europea modula gli interventi comunitari affinché i cittadini delle regioni ultraperiferiche possano fruire delle stesse opportunità che nel resto dell'Unione. Inoltre va ricordato che dal 1989 la politica di coesione è intervenuta per colmare le disparità economiche di cui risentono le regioni ultraperiferiche, che beneficiano di un livello più elevato di sostegno finanziario dai Fondi strutturali e, per quelle che fanno parte del Portogallo e della Spagna, dal Fondo di coesione.

Le regioni ultraperiferiche devono infatti fare fronte alle difficoltà specifiche enumerate nel trattato - grande distanza, insularità, superficie ridotta, topografia e clima difficili, dipendenza economica da alcuni prodotti - la cui persistenza e il cui cumulo recano grave danno al loro sviluppo. Esse hanno caratteristiche comuni che ne accentuano l'isolamento e ne indeboliscono le condizioni socioeconomiche e lo sviluppo (principalmente la scarsissima diversificazione delle attività economiche, basate principalmente sul turismo e sull'agricoltura).

La sollecitazione del Consiglio europeo di Siviglia è stata reiterata più volte dal Parlamento europeo, dal Comitato economico e sociale e dal Comitato delle Regioni, che hanno costantemente sottolineato la necessità di elaborare una vera e propria strategia per le regioni ultraperiferiche.

Queste regioni e i tre Stati membri interessati hanno inoltre periodicamente trasmesso relazioni alle istituzioni europee, che la Commissione ha esaminato attentamente nel quadro delle sue relazioni di partenariato con tali regioni. Sulla base di queste relazioni, la Commissione ha elaborato una strategia di sviluppo per le regioni ultraperiferiche.

Questa comunicazione presenta le raccomandazioni operative contenute nel documento di lavoro della Commissione intitolato « Un partenariato più forte per le regioni ultraperiferiche; bilancio e prospettive».

Su questa base la Commissione ha individuato tre priorità d'azione che orienteranno la futura strategia di sviluppo per queste regioni: la competitività, l'accessibilità e la compensazione degli altri svantaggi e l'integrazione nell'ambiente geografico regionale (compresa la giustizia e gli affari interni). Tali priorità sono concomitanti all'impegno della Comunità nell'ambito della strategia di Lisbona e di Göteborg per un'Unione europea competitiva e capace di uno sviluppo economico sostenibile. Le priorità per le regioni ultraperiferiche saranno quindi realizzate attraverso strumenti specifici: la politica di coesione economica e sociale, mediante i suoi strumenti finanziari, e le altre politiche comunitarie.

Per elaborare questo piano d'azione, la Commissione intende consolidare le proprie relazioni di partenariato, coinvolgendo sistematicamente i rappresentanti delle autorità nazionali direttamente interessate negli incontri tra la Commissione e il comitato di sorveglianza delle regioni ultraperiferiche. Inoltre intende aumentare il numero degli incontri tematici e mirati, facendo incontrare i rappresentanti delle categorie socioprofessionali e le organizzazioni non governative.

2. Misure previste dalla terza relazione sulla coesione economica e sociale

Il 18 febbraio 2004 la Commissione ha adottato la terza relazione sulla coesione economica e sociale. Le conclusioni di questa relazione illustrano le proposte della Commissione per una rinnovata politica di coesione dopo il 2006, compreso il quadro generale della riforma della politica di coesione, il programma specifico di compensazione dei costi supplementari e il piano d'azione "grande vicinato". Lo status futuro delle regioni ultraperiferiche [2] rientra in questo contesto.

[2] Estratti dalle conclusioni della Terza relazione sulla coesione economica e sociale del 18/2/2004 : « La Commissione intende, nell'ambito dell'obiettivo della convergenza, istituire un programma specifico destinato a compensare le difficoltà specifiche delle regioni ultraperiferiche, come riconosciuto dall'articolo 299, paragrafo 2, del trattato e come sollecitato dal Consiglio europeo di Siviglia del 21-22 giugno 2002. Inoltre nei nuovi programmi di «cooperazione territoriale europea» sarà inclusa un'azione «Grande vicinato», volta a migliorare la cooperazione con i paesi confinanti. Come chiesto del Consiglio, la Commissione presenterà prossimamente una relazione sulla strategia globale per le regioni ultraperiferiche ».

2.1. Misure nel contesto generale della riforma della politica di coesione

Per quanto riguarda l'intervento dei Fondi strutturali, è previsto che in occasione della riforma della futura politica di coesione le regioni ultraperiferiche saranno ammissibili a tutti gli obiettivi, in funzione del relativo livello di sviluppo.

Va sottolineato che è prematuro, allo stadio attuale, pronunciarsi sullo status futuro delle sette regioni ultraperiferiche nel quadro della politica di coesione rinnovata, giacché l'ammissibilità delle regioni dell'Unione agli obiettivi di tale politica sarà stabilita soltanto all'atto dell'adozione delle prospettive finanziarie, sulla base dei dati statistici del PIL pro capite degli ultimi tre anni disponibili al momento dell'adozione della decisione. Tuttavia, l'andamento attuale di sviluppo fa supporre che tutte le regioni ultraperiferiche dovrebbero essere ammissibili alla futura politica di coesione, a titolo dell'obiettivo « Convergenza » o dell'obiettivo « Competitività regionale e occupazione » e beneficiare dell'obiettivo « Cooperazione territoriale europea ».

Inoltre, in aggiunta alle norme comuni sulla programmazione, la gestione, il controllo e la valutazione dei progetti cofinanziati, la Commissione propone che le nuove norme sulla politica di coesione prevedano una maggiorazione dei tassi d'intervento a favore delle regioni ultraperiferiche. In particolare, il massimale degli interventi realizzati a titolo delle priorità « Convergenza » e « Competitività regionale e occupazione » sarà innalzato all'85%.

2.2. Programma specifico di compensazione dei costi supplementari

Nelle conclusioni della terza relazione sulla coesione del 18 febbraio 2004 si afferma che « (...) la Commissione intende, nell'ambito dell'obiettivo della convergenza, istituire un programma specifico destinato a tener conto delle difficoltà specifiche delle regioni ultraperiferiche, come riconosciuto dall'articolo 299, paragrafo 2, del trattato e come sollecitato dal Consiglio europeo di Siviglia del 21-22 giugno 2002 ».

La politica di coesione deve intervenire sia per ridurre l'impatto degli svantaggi elencati all'articolo 299, paragrafo 2, del trattato, che per aumentare la competitività di tali economie fortemente isolate.

Sebbene il bilancio delle misure adottate dall'Unione per le regioni ultraperiferiche sia ampiamente positivo, persistono alcune difficoltà per quanto attiene allo sviluppo e all'integrazione rispetto alle altre regioni europee. Permangono infatti sia la scarsa accessibilità di queste regioni che gli ostacoli alla competitività delle loro imprese nel contesto del mercato unico.

Nonostante la graduale eliminazione delle barriere commerciali all'interno del mercato unico europea abbia permesso di rafforzare le economie di scale e le economie esterne nella maggior parte delle regioni europee, le barriere naturali agli scambi che permangono nelle regioni ultraperiferiche indeboliscono la posizione delle imprese situate in queste regioni rispetto alle regioni che beneficiano pienamente dell'accesso al mercato comunitario. Le imprese delle regioni ultraperiferiche continuano a operare su di un mercato locale esiguo, frammentato e distante, che non consente loro di beneficiare in misura paragonabile delle economie esterne e di scala.

Inoltre alcune politiche comunitarie non sembrano tenere adeguatamente conto delle caratteristiche particolari di tali regioni. Alcuni strumenti comunitari risultano inadeguati in quanto concepiti per la Comunità nel suo insieme, senza tener conto della dimensione specifica delle regioni ultraperiferiche. Tre settori illustrano questo problema in misura diversa: l'ambiente, i trasporti e il mercato interno.

Per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile, tutte le politiche comunitarie prevedono obblighi legati alla tutela dell'ambiente, in un'ottica di sinergia. Attente a preservare il proprio ecosistema, le regioni periferiche spendono un volume ingente di finanziamenti, principalmente nel quadro dei loro programmi regionali, per lo sviluppo di infrastrutture specificamente legate all'ambiente. Per quanto riguarda le preoccupazioni ambientali, va sottolineato che alcuni obblighi rimangono sproporzionati tenuto conto, in particolare, della distanza e dell'esiguità del territorio delle regioni ultraperiferiche. A titolo di esempio, alcune categorie di rifiuti non possono essere trattate in loco e devono essere spedite verso centri di trattamento dei rifiuti nell'Europa continentale. Ne consegue un aumento sistematico dei costi, che grava esclusivamente sulle regioni ultraperiferiche.

La rifusione degli orientamenti sulle reti transeuropee di trasporto (TEN-T) rientra in una logica che è chiaramente centrata sulla rete del continente europeo in previsione dell'allargamento. Mentre quindi da un lato tali reti vengono concepite per migliorare l'integrazione delle regioni centrali e periferiche dell'Unione, migliorando i collegamenti ad alta capacità allo scopo di tutelare la competitività dell'economia europea, le regioni ultraperiferiche rimangono isolate e distanti nei propri mercati locali, mentre i progetti per collegarle tra di loro e con il continente non vengono classificati come prioritari. Il finanziamento delle infrastrutture di trasporto a titolo dei Fondi strutturali risolve il problema della realizzazione di infrastrutture moderne e ad alta capacità, ma non è inteso a fornire una risposta soddisfacente al problema dell'accessibilità soprattutto interna, dei costi supplementari dovuti alla situazione geografica delle regioni ultraperiferiche, degli effetti della concorrenza limitata e della mancanza di concorrenza intermodale nelle altre regioni continentali.

Un ultimo esempio riguarda il processo di attuazione del mercato unico, che in queste regioni remote non ha avuto gli effetti positivi previsti. Gli effetti della liberalizzazione economica nei settori regolamentati, in particolare i servizi d'interesse generale, hanno infatti avuto determinate conseguenze sulla concorrenza e sui prezzi di tali servizi nelle regioni ultraperiferiche. A causa dell'esiguità dei mercati, in tali regioni si sono create situazione di monopolio di fatto, che penalizzano la competitività dell'economia di queste regioni nel suo insieme e generano effetti inflazionistici. Inoltre è diventato più difficile mantenere i sistemi di compensazione per assicurare un'applicazione omogenea delle tariffe praticate sull'insieme dei territori nazionali. Non bisogna tuttavia concludere che lo sforzo di liberalizzazione non vada proseguito nelle regioni ultraperiferiche; piuttosto, esso deve essere sostenuto ricorrendo agli strumenti nazionali e comunitari disponibili per migliorare la concorrenza (in particolare gli articoli 81 e 82 del trattato CE, gli obblighi di servizio pubblico e gli altri strumenti di liberalizzazione regolamentata).

Tutti questi fattori raccomandano la creazione di un programma specifico per compensare le difficoltà delle regioni ultraperiferiche adeguato alle loro particolarità e finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), nel quadro delle prospettive finanziarie per il periodo 2007 - 2013. Gli obiettivi perseguiti sono in un primo tempo di ridurre le difficoltà di accesso di tali regioni, non soltanto rispetto all'Europa continentale ma anche tra una regione e l'altra e, in un secondo tempo, di migliorare la competitività delle loro imprese. Gli obiettivi del programma si baseranno sui tre settori seguenti:

(1) Le difficoltà di accesso dovute alla grande lontananza, alla frammentazione e alla topografia del loro territorio: l'obiettivo sarà di ridurre gli effetti degli svantaggi principali delle regioni - grande distanza, insularità, superficie ridotta, topografia e clima difficili - e quindi migliorare la loro capacità di accesso economico, soprattutto al mercato comunitario. Particolare attenzione sarà accordata al trasporto di merci, al fabbisogno energetico e all'accesso alle reti e ai servizi tecnologici delle comunicazioni e dell'informazione (TIC).

(2) L'esiguità del mercato regionale, le rotture di carico e la diversificazione economica mancante o insufficiente: l'obiettivo è di tener conto di una serie di svantaggi dovuti all'esiguità dei mercati in tali regioni. Per quanto riguarda il problema dell'insufficiente diversificazione economica, sarà dato maggiore sostegno ai settori innovativi, anche mediante misure a favore della ricerca e dell'innovazione (per quelle che non sono ancora state finanziate a titolo del PQRST o degli strumenti della politica di coesione), della formazione delle risorse umane o della promozione delle produzioni locali al di fuori di tali regioni.

(3) Le difficoltà climatiche e ambientali (tra cui i cicloni e l'attività vulcanica e sismica) e la tutela della biodiversità: le misure dovranno riguardare soprattutto la valorizzazione delle condizioni ambientali, il trattamento dei rifiuti e l'adeguamento dei costi supplementari dovuti alle condizioni climatiche particolari.

Le modalità d'intervento di questo programma saranno definite rigorosamente. In generale, i principi applicabili in virtù della riforma generale della politica di coesione (programmazione, partenariato, addizionalità, valutazione e coordinamento con gli altri strumenti finanziari comunitari esistenti) si applicheranno al programma specifico per le regioni ultraperiferiche. Inoltre, dovrà essere garantito il rispetto delle altre politiche comunitarie (in particolare la politica in materia di concorrenza e le norme sugli appalti pubblici).

La Commissione proporrà di adeguare le norme sull'ammissibilità delle spese a titolo del FESR in base all'articolo 299, paragrafo 2, del trattato, allo scopo di includere gli aiuti al funzionamento destinati a tener conto dei costi supplementari. Per quanto riguarda più particolarmente i mezzi di trasporto, la Commissione potrebbe autorizzarne il cofinanziamento, qualora vengano utilizzati esclusivamente per le comunicazioni all'interno delle regioni ultraperiferiche e tra le regioni ultraperiferiche appartenenti alla medesima zona geografica.

Il tasso massimo di cofinanziamento sarà del 50% del costo totale ammissibile.

Affinché il programma specifico per le regioni ultraperiferiche abbia un impatto economico concreto, gli stanziamenti comunitari concessi non dovranno sostituire le spese strutturali pubbliche o assimilabili degli Stati membri interessati.

2.3. Piano d'azione "Grande vicinato"

La terza relazione sulla coesione del 18 febbraio 2004 annuncia che sarà inclusa nei nuovi programmi per la «cooperazione territoriale europea» un'azione «Grande vicinato», volta a promuovere la cooperazione con i paesi confinanti.

Uno dei settori d'intervento più promettenti per l'Unione riguarda infatti il rafforzamento dei legami economici, sociali e culturali delle regioni ultraperiferiche con i territori vicini. L'obiettivo perseguito è di integrare meglio le regioni ultraperiferiche nel loro spazio socioeconomico e culturale, riducendo le barriere che limitano gli scambi con i paesi confinanti. Tali regioni sono molto distanti dall'Europa continentale ma assai vicine ai mercati geografici dei Caraibi, dell'America e dell'Africa e in particolare dei paesi ACP [3].

[3] Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, parti dell'Accordo di Partenariato ACP - CE firmato a Cotonou il 23 giugno 2000 (GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3).

A tale scopo sarà necessario promuovere lo sviluppo degli scambi di beni e servizi e la circolazione delle persone in modo coerente, insieme allo scambio di esperienze. La Commissione propone che il piano d'azione "grande vicinato" si basi su due principi fondamentali: la cooperazione transnazionale e transfrontaliera e gli scambi commerciali e le misure doganali. Inoltre, il piano d'azione per il grande vicinato dovrà essere accompagnato da una campagna di sensibilizzazione di tutti i soggetti interessati, tra cui le delegazioni della Commissione nei paesi terzi, sull'importanza della sfida per le regioni ultraperiferiche e per i paesi confinanti.

2.3.1. Cooperazione transnazionale e transfrontaliera:

La Commissione ha valutato sia il modo per aumentare la cooperazione tra le regioni ultraperiferiche e i paesi confinanti che i settori prioritari di tale cooperazione.

Nell'ambito dell'obiettivo "cooperazione territoriale europea" della politica di coesione rinnovata, la Commissione intende rafforzare la cooperazione transnazionale e transfrontaliera a beneficio delle regioni ultraperiferiche. Una parte dei finanziamenti stanziati per la cooperazione transfrontaliera nelle regioni ultraperiferiche potrebbe così essere assegnata a progetti attuati con i paesi terzi confinanti (in particolare i paesi ACP e quelli del bacino Mediterraneo). Questa deroga alle norme territoriali sull'ammissibilità si baserà sull'articolo 299, paragrafo 2, del trattato. Essa è giustificata dagli svantaggi intrinseci delle regioni ultraperiferiche e dall'efficacia dell'azione di cooperazione.

Inoltre i programmi di cooperazione potranno essere coordinati a livello della programmazione e dell'esecuzione con i programmi indicativi regionali (PIR) finanziati dal Fondo europeo di sviluppo (FES) nei paesi ACP. Per quanto riguarda i paesi e i territori d'oltremare (PTOM) e in mancanza di PIR, le misure finanziate potranno essere sollecitate dalle autorità dei PTOM e rientrare negli ambiti di cooperazione elencati nella decisione di associazione dei PTOM all'UE [4]. Infine, l'eventuale iscrizione a bilancio del FES consentirà di migliorare questa strategia di coordinamento, destinando una dotazione specifica nell'ambito dei PIR per consolidare la cooperazione tra le regioni ultraperiferiche e i paesi ACP.

[4] Decisione del Consiglio del 27.11.2001 (GU L 314 del 30.11.2001, pag. 1).

Le modalità di gestione non prevedono eccezioni particolari al sistema di gestione dell'insieme dell'obiettivo di cooperazione della riforma, salvo per i due casi seguenti, in base all'articolo 299, paragrafo 2, del trattato:

- Nel caso dell'intervento del FESR nei paesi terzi, per quanto riguarda l'attuazione dei progetti le autorità nazionali degli Stati membri interessati saranno responsabili finanziariamente della loro attuazione e del rispetto delle disposizioni del trattato e degli atti adottati in virtù di esso, nonché delle politiche e delle azioni comunitarie, comprese quelle relative alle norme sulla concorrenza, gli appalti pubblici, la protezione e il miglioramento dell'ambiente.

- Inoltre, è opportuno prevedere un intervento comunitario limitato, a titolo del FESR, che consenta di finanziare gli aiuti al funzionamento. Ciò si applicherà unicamente, previo esame caso per caso, agli aiuti per l'avvio dei servizi di trasporto tra le regioni ultraperiferiche e i paesi terzi confinanti. Questi aiuti saranno rigorosamente controllati per evitare di creare distorsioni della concorrenza con i vettori non comunitari sulle linee in questione e determinare una reazione da parte dei paesi terzi interessati.

Tra i settori prioritari dell'obiettivo "cooperazione territoriale europea" è necessario tener conto in modo particolare dei seguenti tre orientamenti:

- Promuovere gli scambi per quanto riguarda i trasporti, i servizi e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. È necessario un coordinamento migliore con gli accordi e i programmi esistenti.

- Agevolare la circolazione delle persone: per essere efficace, la cooperazione deve basarsi su una circolazione più agevole dei cittadini dei paesi confinanti muniti di documenti regolari. Questo tipo di scambio è fondamentale per promuovere l'integrazione economica delle regioni ultraperiferiche nella loro zona geografica e per consentire ai paesi vicini di trarre il massimo vantaggio per il loro sviluppo da tale cooperazione.

- Tali scambi dovranno tenere conto anche del problema della lotta contro l'immigrazione clandestina. Le misure di carattere generale già contemplate dalla Commissione nel quadro della politica per la giustizia e gli affari interni e per i territori interessati dalla Convenzione di Shengen - un'agenzia europea per migliorare la gestione della cooperazione operativa, un programma di assistenza tecnica e finanziaria ai paesi terzi in materia di asilo e immigrazione [5] e il varo di misure preparatorie per il 2004 e 2005 per i programmi integrati di rientro - dovranno accordare un'attenzione particolare alle esigenze specifiche delle regioni ultraperiferiche e degli Stati confinanti. Infine, sarà necessario tener conto dei flussi migratori nell'ambito della cooperazione con gli Stati ACP della zona dei Caraibi e dell'Oceano indiano (cfr. articolo 13, paragrafo 4, dell'Accordo di Cotonou).

[5] Regolamento (CE) n. 491/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2004, che istituisce un programma di assistenza finanziaria e tecnica ai paesi terzi in materia di migrazione e asilo (AENEAS). GU L 80 del 18.3.2004, pag. 1.

- Scambio di esperienze in materia di integrazione regionale: per ottimizzare il capitolo commerciale di questo piano d'azione (vedi sopra), la cooperazione dovrà riguardare anche lo scambio di esperienze in materia di integrazione regionale, il sostegno alla cooperazione economica e gli scambi commerciali tra regioni ultraperiferiche e paesi confinanti. L'obiettivo è di accompagnare e anticipare la costituzione di partenariati economici tra paesi ACP poiché le regioni ultraperiferiche hanno tutto l'interesse a seguire ed eventualmente associarsi ai processi di integrazione regionale in corso nelle rispettive zone geografiche.

2.3.2. Le misure della politica commerciale e doganale

La politica commerciale può servire per migliorare l'integrazione delle regioni ultraperiferiche nell'economia regionale, sia nel settore dei beni e dei servizi che in altri settori commerciali (diritti di proprietà intellettuale, misure sanitarie e fitosanitarie, ecc.). Occorre fare una distinzione tra gli accordi con i paesi ACP e gli altri accordi e misure dell'Unione.

(1) ACP: L'Accordo di Cotonou prevede già la conclusione di accordi di partenariato economico (APE) « ACP-UE » che, per la fine del 2007, aumenteranno la cooperazione economica e sociale, comprese le zone di libero scambio tra i paesi ACP (raggruppati in blocchi commerciali) e l'Unione europea, compatibili con le norme dell'OMC. L'interesse principale dell'Unione in tali accordi è di migliorare il processo di integrazione economica degli Stati ACP e promuoverne lo sviluppo sostenibile. È importante in questo contesto coinvolgere le regioni ultraperiferiche.

Per fare ciò sarà opportuno tenere conto degli interessi specifici delle regioni ultraperiferiche nei negoziati degli APE « ACP-UE ». Sarà necessario identificare con precisione gli interessi di ciascuna regione ultraperiferica nel quadro degli scambi commerciali regionali, guardando alla complementarità economica tra le regioni ultraperiferiche e i paesi ACP. A tale fine la Commissione inviterà le regioni e gli Stati membri a comunicarle i settori e i tipi di scambi che ritengono importanti per le regioni ultraperiferiche. La Commissione valuterà tali comunicazioni nell'esercizio delle sue competenze. La stessa impostazione potrebbe essere seguita per il commercio dei servizi e per i settori attinenti al commercio, al fine di identificare gli interessi specifici delle regioni ultraperiferiche.

Questo nuovo quadro di relazioni commerciali rafforzate con i loro vicini dovrebbe portare i dipartimenti francesi d'oltremare e le Isole Canarie ad avviare una riflessione sul coordinamento tra gli strumenti commerciali e doganali e gli strumenti fiscali quali il «dazio di mare» e l'« arbitrio sobre las importaciones y entregas de mercancías en las Islas Canarias ».

(2) Altri accordi e misure: per quanto riguarda i nuovi accordi preferenziali dell'UE con i paesi terzi, la Commissione effettuerà un'analisi dell'impatto di tali accordi sull'economia delle regioni ultraperiferiche. La Commissione trarrà le conclusioni pertinenti sulle misure che le regioni ultraperiferiche possono adottare per cogliere le opportunità per promuovere le loro attività economiche e commerciali e far fronte agli sfide di adeguamento e ad altre questioni connesse alle misure e agli accordi commerciali.

La Commissione è quindi disposta a esaminare la riduzione o l'eliminazione dei dazi della tariffa doganale comune per consentire l'approvvigionamento di materie prime non agricole, allo scopo di promuovere la produzione nelle regioni ultraperiferiche. Inoltre in casi particolari debitamente giustificati, la Commissione è disposta a valutare le domande di sospensione temporanea dei dazi negli stessi settori. Per i prodotti della pesca, eventuali sospensioni temporanee dei dazi della tariffa doganale comune riguarderanno i prodotti destinati al mercato locale. Per contribuire all'integrazione regionale è opportuno verificare se le materie prime per le quali sono richieste le sospensioni non siano disponibili nella zona geografica in questione.

3. Attuazione della strategia di sviluppo nelle altre politiche comunitarie

Gli strumenti istituiti nell'ambito di altre politiche comunitarie contribuiscono all'elaborazione della strategia di sviluppo per le regioni ultraperiferiche e completano in modo coerente il piano d'azione "grande vicinato".

3.1. Misure in materia di competitività e crescita

Le regioni ultraperiferiche devono sopportare costi supplementari a causa di svantaggi la cui persistenza e cumulo recano grave danno allo sviluppo di determinati settori. Questi costi supplementari gravano sulla maggior parte dei settori dell'economia locale che producono beni e servizi, determinando una diversificazione assai scarsa, un'economia scarsamente capace di creare posti di lavoro e una forte dipendenza rispetto al resto dell'Unione europea. Il Consiglio ha tenuto conto di tali svantaggi economici, in particolare all'atto dell'adozione di due regimi fiscali speciali per le Isole Canarie e per i dipartimenti francesi d'oltremare: l'« Arbitrio sobre las Importaciones y Entregas de Mercancías en las Islas Canarias » nel 2001 e il dazio di mare nel 2004.

- Lo sviluppo delle risorse umane è la chiave della coesione economica e sociale. Le risorse umani rivestono un'importanza fondamentale per lo sviluppo economico e la competitività nella società della conoscenza ed è pertanto necessario dare un forte impulso a questo settore. Le regioni ultraperiferiche sono invitate a monitorare a livello locale le caratteristiche particolari e l'andamento dei loro mercati del lavoro e a elaborare una strategia per l'occupazione sul piano regionale. Sinora le regioni ultraperiferiche non si sono avvalse delle misure innovative finanziate dal Fondo sociale europeo. La Commissione le incoraggia vivamente a farlo in futuro.

- I servizi d'interesse generale sono fondamentali per la realizzazione degli obiettivi dell'Unione europea. L'esistenza di una rete di servizi d'interesse generale è di fondamentale importanza per la coesione sociale. La disponibilità di servizi efficienti nelle regioni ultraperiferiche è una condizione essenziale per l'insediamento delle attività produttive, sia per le imprese che li utilizzano che per i lavoratori che vi operano.

Una delle caratteristiche di queste regioni assai distanti dall'Europea continentale e isolate nella zona geografica nella quale si trovano è che risentono dell'esiguità dei loro mercati, e in particolare della mancanza di un'effettiva concorrenza tra gli operatori economici, sia pubblici che privati. Le sole forze di mercato non bastano ad assicurare una distribuzione ottimale delle risorse in questi territori a beneficio della società nel suo insieme. Sarebbe utile disporre di uno studio che esaminasse caso per caso il funzionamento di tali forze di mercato nelle regioni ultraperiferiche.

Il funzionamento nelle regioni ultraperiferiche di settori come i servizi di trasporto e le telecomunicazioni (sia fisse che mobili), l'elettricità e il gas formeranno oggetto di un esame approfondito da parte di un gruppo di lavoro incaricato di formulare opportune raccomandazioni.

- Innovazione, società dell'informazione e ricerca e sviluppo tecnologico; la Commissione s'impegna ad assicurare che si tenga conto della situazione particolare delle regioni ultraperiferiche per conseguire gli obiettivi della strategia di Lisbona. Le riforme avviate dovranno permettere a tali regioni distanti dall'Europea continentale di migliorare i loro risultati economici, partecipare allo stimolo della crescita, creare posti di lavoro e evitare i rischi di esclusione.

Le imprese delle regioni ultraperiferiche devono rompere il proprio isolamento e rispondere in modo più adeguato alle pressioni esercitate sui mercati, adottando una politica d'innovazione efficace che si concretizzi in interventi in senso lato, assimilando nei propri processi di produzione idee provenienti da altri settori d'attività e ridisegnando i propri prodotti e servizi in modo da adeguare l'offerta alla domanda di nuovi e sinora inesplorati mercati.

La Commissione invita le regioni ultraperiferiche a presentare un programma specifico per una rete di « Azioni innovative » coinvolgendo altre regioni europee che risentono di problematiche simili (isole, regioni di dimensioni esigue, zone turistiche, ecc.) o utilizzando un'impostazione innovativa che possa essere applicata alle regioni ultraperiferiche (accesso a Internet attraverso collegamenti ad alta velocità o via satellite, ecc.). La Commissione cofinanzierà quindi programmi specifici per la creazione e il funzionamento di reti che interesseranno almeno cinque regioni di almeno cinque Stati membri.

La Commissione si adopererà affinché per il periodo 2003-2005 le regioni ultraperiferiche non risentano di pratiche discriminatorie per quanto riguarda le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in particolare il controllo delle tariffe e dei prezzi dei servizi di telecomunicazione; essa incoraggerà riduzioni dei prezzi attraverso una maggiore concorrenza. Sarà effettuato uno studio sugli ostacoli all'accesso alle telecomunicazioni nelle regioni ultraperiferiche. Parallelamente, la Commissione continuerà ad elaborare linee guida per migliorare l'efficacia della direttiva sulle telecomunicazioni nelle regioni ultraperiferiche, espandere l'accesso alle reti a banda larga ed eliminare le discriminazioni tariffarie.

Gli orientamenti relativi ai criteri e alle modalità di attuazione dei Fondi strutturali a favore delle comunicazioni elettroniche del 28 luglio 2003 [6] dovrebbero permettere di elaborare iniziative basate sull'utilizzazione della banda larga nelle regioni ultraperiferiche e lo sviluppo di servizi a prezzi ragionevoli. Su questa falsariga, uno dei progetti « quickstart » dell'iniziativa europea per la crescita [7] riguarda la copertura europea delle regioni remote e rurali. Questo progetto è ammesso a beneficiare dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006.

[6] SEC (2003) 895

[7] COM (2003) 690 def.

Per conseguire gli obiettivi di Lisbona ed integrare pienamente le regioni ultraperiferiche nello Spazio europeo della ricerca, è opportuno aumentare sostanzialmente le attività di ricerca e di sviluppo tecnologico (RST) nei settori di particolare interesse per esse. Il programma quadro di ricerca e di sviluppo tecnologico (PQRST) offre alle regioni ultraperiferiche numerose possibilità per aumentare la loro capacità di RST, soprattutto partecipando a progetti o ad attività di coordinamento dei programmi di ricerca e di innovazione con i piani nazionali e regionali (programma ERA-NET, aperto alle regioni), come pure ad azioni riguardanti le infrastrutture di ricerca. Il livello attuale di partecipazione a tali attività e progetti delle regioni ultraperiferiche potrebbe aumentare notevolmente attuando opportune iniziative d'informazione e di divulgazione.

Nonostante esistano alcuni supporti d'informazione efficaci (come il sito CORDIS [8]) accessibili a tutti gli organismi che desiderano partecipare al PQRST, è necessario potenziare il lavoro d'informazione nel settore dell'RST per venire incontro ai bisogni specifici delle regioni ultraperiferiche.

[8] http:// www.cordis.lu

Dopo una serie di analisi e di studi previsionali nel settore della ricerca e dell'innovazione e in collegamento con i dati socioeconomici sullo sviluppo, si potrà disporre di sistemi di monitoraggio e di un osservatorio dei cambiamenti di tali dati nelle sette regioni ultraperiferiche per incoraggiare gli scambi e la diffusione delle buone pratiche. Tali studi dovrebbero essere condotti da un gruppo di esperti interregionali provenienti dalla regioni ultraperiferiche, in collaborazione con alcuni esperti internazionali, sulla scorta del « Mutual Learning Platform » che deve essere istituto dalla Commissione per elaborare le proprie strategie nella dimensione regionale della ricerca.

Se sarà possibile concentrare gli sforzi attraverso la specializzazione regionale della ricerca, sarà più facile per i gruppi di ricerca delle regioni ultraperiferiche intensificare i loro sforzi per partecipare e rispondere più attivamente alle raccomandazioni del PQRST.

Infine, le regioni ultraperiferiche sono invitate a sfruttare pienamente le possibilità di cofinanziamento dei Fondi strutturali per i progetti cofinanziati dal 6° programma quadro di ricerca e sviluppo [9]. Per poter beneficiare di un cofinanziamento supplementare dei Fondi strutturali, gli organismi che hanno già ricevuto cofinanziamenti a titolo del 6° programma quadro devono farne domanda alle autorità che gestiscono uno dei programmi dei Fondi strutturali. Se tali programmi non prevedono misure che consentono il finanziamento dei progetti in questione, le autorità di gestione possono chiedere la modifica dei programmi, conformemente alle procedure stabilite per la gestione dei Fondi strutturali.

[9] La possibilità di ricevere un cofinanziamento supplementare è limitata ai soli organismi delle regioni in ritardo di sviluppo (obiettivo 1) o beneficiarie del sostegno transitorio a titolo dell'obiettivo 1 - Decisione 1513/2002/CE del 27.6.2002 relativa al sesto programma quadro, GU L 232/1 del 29.8.02, allegato III.

- Ambiente; la Commissione incoraggerà sistematicamente le domande specifiche presentate dalle regioni ultraperiferiche per migliorare l'ambiente con ogni mezzo possibile, tra cui il 6° programma di azione comunitaria per l'ambiente, che permette di tener conto della necessità delle regioni ultraperiferiche di tutelare il proprio ambiente.

3.2. Misure relative alle difficoltà delle regioni ultraperiferiche

3.2.1. Accessibilità

Una delle priorità principali dell'azione comunitaria per le regioni ultraperiferiche è di compensare i problemi di accessibilità delle regioni ultraperiferiche al territorio comunitario. In generale, l'utilizzazione degli strumenti esistenti nel settore del trasporto aereo e marittimo (obblighi di servizio pubblico, aiuti sociali e a finalità regionale) è vivamente incoraggiata. I collegamenti in questione sono quelli tra le regioni ultraperiferiche e l'Europa continentale (nei due sensi), tra le regioni ultraperiferiche stesse e all'interno di esse.

In ogni caso, la Commissione sorveglierà le condizioni di concorrenza determinate dal sistema posto in essere. Gli aiuti concessi non potranno essere utilizzati per rafforzare la posizione dominante degli operatori dei trasporti.

Le raccomandazioni della Commissione in questo settore sono le seguenti:

- La procedura per introdurre gli obblighi di servizio pubblico (OSP) potrebbe essere resa più flessibile, in particolare per ottenere una proroga della concessione per quanto riguarda gli OSP aerei.

- La Commissione è disposta a esaminare le proposte presentate dalle regioni ultraperiferiche per migliorare il funzionamento dei servizi di navigazione a breve distanza tra alcune regioni ultraperiferiche e l'Europa continentale.

- Per quanto riguarda i trasporti locali, l'introduzione di sistemi di trasporto pubblico alternativi abbinata ad una migliore integrazione tra i diversi modi di trasporto pubblico esistenti e cofinanziati a livello comunitari potrebbe ridurre i gravi problemi di congestione attuali.

- Il regolamento della Commissione sugli aiuti de minimis sarà modificato per ampliarne il campo d'applicazione alle imprese del settore dei trasporti (sarebbero disciplinati tutti i modi di trasporto, tra cui quello fluviale, ad eccezione degli aiuti per l'acquisto di materiale rotabile da parte delle compagnie di trasporto stradale).

- Per quanto riguarda gli aiuti di Stato per il trasporto marittimo, la Commissione ha recentemente autorizzato la concessione di aiuti al funzionamento per l'introduzione di servizi di navigazione a breve distanza tra i porti dell'Unione europea [10]. Tali aiuti al funzionamento, limitati ai primi tre anni di servizio, non possono superare il 30% del costo totale dei nuovi servizi introdotti. Parimenti, è prevista l'introduzione di norme semplificate (regime de minimis) per la concessione di contratti di servizio pubblico (OSP) per i collegamenti con le isole piccole che hanno un traffico inferiore a 100.000 passeggeri l'anno. Tale semplificazione comporterebbe l'esonero dalle notifiche e dai bandi di gara per quanto riguarda i trasporti d'interesse puramente locale.

[10] GU C 13 del 17.1.2004, pag. 3.

- Nel quadro del riesame delle linee direttrici degli aiuti di Stato a finalità regionale, si propone di autorizzare la compensazione dei costi supplementari determinati dal trasporto di merci all'interno del mercato dell'Unione e non soltanto entro le frontiere nazionali del paese interessato qualora un regime siffatto sia proposto da uno Stato membro per una regione ultraperiferica. Il calcolo di tali costi supplementari si dovrebbe basare sui costi di trasporto generati tra una regione periferica e il suo Stato di appartenenza, senza tuttavia che vi sia necessariamente un transito tra questa regione e la sua metropoli d'origine prima di arrivare a destinazione in uno degli Stati membri dell'Unione.

3.2.2. Aiuti di Stato

Per garantire che la strategia di sviluppo a favore delle regioni ultraperiferiche sia efficace e coerente, è opportuno tenere conto della situazione particolare di tali regioni anche nel quadro del riesame delle linee direttrici sugli aiuti di Stato a finalità regionale. La Commissione intende pertanto proporre che:

- Le regioni ultraperiferiche ammissibili all'obiettivo « convergenza » beneficino di una trattamento speciale e siano ammissibili all'articolo 87, paragrafo 3, lettera a), del trattato.

- Le regioni ultraperiferiche ammissibili all'obiettivo « convergenza » ma che, nel quadro della politica di coesione, risentiranno dell'«effetto di esclusione statistica » o che non rientreranno nel nuovo obiettivo « convergenza », beneficino di un regime speciale transitorio di aiuti di Stato che stabilisca massimali degli aiuti dapprima paragonabili a quelli stabiliti dall'articolo 87, paragrafo 3, lettera a), del trattato, che saranno successivamente e gradualmente ridotti.

- La Commissione propone inoltre di accordare alle regioni ultraperiferiche un amento del 10% dell'intensità dell'aiuto regionale per l'investimento iniziale che fisserà per le regioni ammissibili alla deroga prevista all'articolo 87, paragrafo 3, lettere a) e c), che abbiano una situazione socioeconomica analoga.

Per quanto riguarda gli aiuti al funzionamento, sarà mantenuto in vigore il principio della non riduzione progressiva e della non limitazione nel tempo per tutte le regioni ultraperiferiche, a prescindere dalla finalità dell'aiuto (ambiente, ricerca e sviluppo, ecc.) fatti salvi gli adeguamenti ulteriori che la Commissione potrebbe prendere in considerazione. Parimenti saranno mantenute le disposizioni per assicurare che l'aiuto concesso sia proporzionale agli svantaggi da compensare.

In termini di procedure, un progetto di regolamento della Commissione specificherà le formalità relative agli obblighi di notifica e di controllo degli aiuti di Stato.

3.2.3. Produzioni tradizionali dell'agricoltura e della pesca

La produzione agricola delle regioni ultraperiferiche è estremamente precaria a causa di fattori naturali ed economici che incidono sulla produzione. Essa costituisce tuttora una parte considerevole dell'economia locale, soprattutto in termini di posti di lavoro, e aiuta così a sostenere l'industria agroalimentare locale, che rappresenta il grosso della produzione industriale di tali regioni.

Gli orientamenti nel settore agricolo possono essere così sintetizzati:

- Nel quadro del futuro Fondo per lo sviluppo rurale, la Commissione si adopererà affinché l'impegno comunitario per la ripartizione regionale delle risorse finanziarie e dell'intensità degli aiuti tenga conto degli svantaggi specifici delle regioni ultraperiferiche.

- Nel settore della banana, la Commissione ha già avviato un esercizio per valutare l'organizzazione di mercato e riferire al Consiglio e al Parlamento prima della fine del 2004. In questo contesto saranno prese in considerazione modifiche dei meccanismi di aiuto ai produttori comunitari. Per quanto riguarda il capitolo esterno dell'organizzazione di mercato, allo stadio attuale della riflessione sulla sua riforma la Commissione intende stabilire un livello tariffario adeguato, sulla base dei più recenti dati disponibili.

- Nel quadro della riforma dell'organizzazione di mercato nel settore dello zucchero, la Commissione disporrà un trattamento differenziato per le regioni ultraperiferiche in base alle loro caratteristiche particolari.

- Per quanto riguarda i regolamenti (CE) n. 1452/2001, 1453/2001 e 1454/2001 del Consiglio (regolamenti sulle misure POSEI nel settore agricolo) e in seguito alla riforma della politica agricola comune del 2003, occorre continuare a garantire la stabilità delle risorse stanziate per mantenere il sostegno alle regioni svantaggiate e, per quanto possibile, decentrare l'assunzione di decisioni e semplificare le modalità di gestione.

Nel settore della pesca, la Commissione giudica particolarmente importante che la politica comune della pesca tenga conto delle caratteristiche particolari delle regioni ultraperiferiche. Una delle preoccupazioni costanti è anche la coerenza tra gli aspetti interni ed esterni della PCP. Gli altri orientamenti possono essere sintetizzati come segue:

- Nel quadro del futuro strumento finanziario di orientamento della pesca, la Commissione si adopererà affinché l'impegno comunitario dopo il 2006 nell'ambito della politica comune della pesca (in termini di assegnazione regionale delle risorse finanziarie e di intensità degli aiuti) tenga conto degli svantaggi specifici delle regioni ultraperiferiche e dei bisogni identificati.

- La creazione di Consigli consultivi regionali dovrebbe costituire un forum in seno al quale le regioni ultraperiferiche possono partecipare attivamente ai dibattiti sullo sfruttamento sostenibile delle risorse di pesca in queste zone dell'oceano. Un organismo simile deve essere istituito per le regioni ultraperiferiche, in particolare per quelle più isolate (Guiana francese e Riunione) nelle rispettive zona marittime, che sono vicine a quelle dei paesi terzi.

- Gli orientamenti per l'esame degli aiuti di Stato nel settore della pesca e dell'acquacoltura saranno riesaminati nel 2004. In tale occasione sarà accordata particolare attenzione al mantenimento del trattamento favorevole attualmente concesso alle regioni ultraperiferiche.

4. Verso uno strumento di valutazione sistematica degli svantaggi delle regioni ultraperiferiche e delle misure comunitarie

La Commissione dispone già di numerosi elementi e dati quantificati con esattezza sui costi supplementari e sugli svantaggi che gravano sulle regioni ultraperiferiche in occasione dell'attuazione delle politiche comunitarie. Tuttavia, tutti questi dati devono essere consolidati in un sistema multisettoriale globale e orizzontale per valutare gli svantaggi delle regioni ultraperiferiche e delle misure comunitarie, in particolare il futuro programma specifico destinato a tener conto degli svantaggi. In tale occasione la Commissione assicurerà che la compensazione per i costi supplementari prevista dai vari strumenti sia conforme alle norme sul cumulo degli aiuti di Stato.

La Commissione intende inoltre esaminare più approfonditamente i fattori che incidono sulla competitività delle regioni ultraperiferiche.

Questo esercizio, da svolgersi in collaborazione con le autorità nazionali e regionali, comporterà la necessità di raccogliere periodicamente dati statistici sulle regioni ultraperiferiche. A tal fine è importante prevedere la messa in rete degli istituti statistici interessati.

Questa analisi potrebbe inoltre dare luogo ad un adeguamento dei programmi esistenti nei vari settori come l'agricoltura e la pesca e la valutazione di misure in materia di concorrenza, fiscalità e politica regionale.

5. Conclusioni

L'Unione europea deve affrontare una delle più grandi sfide che abbia mai conosciuto nella sua storia: l'ampliamento, che richiede profonde riforme a livello istituzionale, una riaffermazione dei suoi valori fondamentali e una riflessione profonda sui meccanismi che permetteranno di assicurare la sua coesione economica, sociale e territoriale.

Per garantire pari opportunità a tutte le regioni e a tutti i cittadini dell'Unione e promuovere la sua crescita, è necessario porre in essere meccanismi pertinenti ed efficaci.

In questo contesto le regioni ultraperiferiche dell'Unione devono non soltanto consolidare i livelli di sviluppo conseguiti, principalmente grazie alle misure comunitarie, ma anche impegnarsi in una strategia di adeguamento alla situazione specifica dell'Europa e alle proprie caratteristiche particolari.

Le presenti raccomandazioni della Commissione affrontano in modo trasversale le principali questioni che riguardano lo sviluppo e l'integrazione delle regioni ultraperiferiche. Esse si incardinano su tre filoni di analisi e d'intervento: l'accessibilità delle regioni ultraperiferiche, la loro competitività e cooperazione con le altri regioni europee nonché la loro integrazione nella zona geografica.

Su questa base, la Commissione metterà a punto per le regioni ultraperiferiche le misure descritte nella presente comunicazione. Questa strategia sarà progressivamente attuata in funzione dei calendari delle politiche interessate dalle misure da adottare. Oltre alle propose di misure nelle varie politiche comunitarie, saranno proposte due nuove iniziative: un programma specifico destinato a tener conto dei costi supplementari e un piano d'azione per un grande vicinato. La Commissione presenterà, nel quadro della nuova normativa sulla politica di coesione, le disposizioni legislative opportune che consentano di istituire queste due iniziative. Come risulta dalla valutazione contenuta nella relazione della Commissione che illustra le misure, la Commissione ha già proposto al Consiglio una serie di misure e ha proseguito il programma di azione che aveva descritto nella sua relazione del marzo 2000. Adesso deve proseguire l'impegno, conformemente al processo di Lisbona e di Göteborg affinché le regioni ultraperiferiche possano sviluppare pienamente il loro potenziale.