52001DC0770

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo- Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel settore dello sviluppo - Il ruolo delle TIC nella politica di sviluppo della CE /* COM/2001/0770 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO - Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel settore dello sviluppo - Il ruolo delle TIC nella politica di sviluppo della CE

1. Introduzione

I rapidi successi commerciali e tecnologici in atto nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) hanno ripercussioni su quasi tutti i comparti della società, non soltanto nei paesi industrializzati ma anche nei paesi in via di sviluppo.

Anche se la cosiddetta "rivoluzione digitale" crea veri e propri flussi di informazioni a livello mondiale e cambia profondamente il modo di operare in ambito finanziario, commerciale e politico, l'espressione "divario digitale" indica che non tutti fruiscono di questi cambiamenti rivoluzionari. Vi è un forte divario tra chi ha e chi non ha accesso alle tecnologie TIC.

Un terzo della popolazione mondiale non ha mai usato il telefono. Oltre 3 miliari di persone non si possono permettere servizi di comunicazione oppure vivono in zone rurali e isolate nelle quali l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione è scarso o inesistente. Ciò può far dispiacere, ma non giustifica di per sé la promozione delle TIC nella cooperazione allo sviluppo. Sembra assurdo parlare di accesso al computer per chi non dispone ancora dell'elettricità o dell'acqua potabile. Il bilancio da dedicare allo sviluppo è limitato e richiede la fissazione di priorità.

La presente comunicazione cerca di fare un passo avanti. Si argomenta che, anche se le TIC non costituiscono un settore prioritario della cooperazione allo sviluppo, esse sono comunque uno strumento essenziale per inoltrare gli aiuti in modo più razionale ed efficiente e vanno considerati un elemento sempre più importante del tessuto economico e sociale mondiale.

La presente comunicazione dimostra altresì che, facilitando l'accesso delle popolazioni povere alle TIC, si contribuisce alla lotta contro la povertà. Come affermato nella comunicazione sulla nuova politica di sviluppo CE [1], la povertà non è semplicemente la mancanza di reddito e di risorse finanziarie. Essa è anche la non disponibilità di mezzi di base, nonché l'impossibilità di fruire di sanità, risorse naturali, occupazione, terre coltivabili e prestiti finanziari, partecipazione politica, servizi e infrastrutture. Se i PVS cercheranno di facilitare alle loro popolazioni l'accesso all'istruzione, all'informazione e alla comunicazione a prezzi accettabili, in alcuni casi le loro iniziative potranno ricevere il sostegno dei programmi CE di cooperazione allo sviluppo.

[1] COM(2000)212 def., del 26 aprile 2000, pag.16.

La presente comunicazione esordisce con una breve introduzione al concetto di TIC e alle attività della comunità internazionale dei donatori nel settore. Essa illustra poi come gli strumenti TIC possano razionalizzare i programmi di cooperazione allo sviluppo. In un capitolo si descrive come le TIC vengono attualmente usate dai PVS, nonché i rischi e i problemi che tali paesi devono affrontare quando vogliono incrementare l'uso delle TIC nella loro società. Nel capitolo successivo si delinea l'eventuale strategia necessaria per affrontare tali rischi e superare i problemi connessi. Infine viene riassunto quello che, a parere della Commissione, dovrebbe essere il futuro ruolo dell'UE e le future iniziative nel settore.

2. Definizione: che cosa sono le TIC

L'espressione "tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC)" è ampiamente usata per definire una vasta gamma di servizi, applicazioni e tecnologie che ricorrono a vari tipi di attrezzature e software, spesso servendosi di reti di telecomunicazione.

Le TIC comprendono servizi di telecomunicazioni quali la telefonia fissa, quella mobile e i fax. I servizi di telecomunicazione associati all'hardware e al software dei computer costituiscono la base di altri servizi, quali l'e-mail, la trasmissione di file da un computer all'altro, e soprattutto l'Internet, che potenzialmente collega tutti i computer consentendo l'accesso a fonti di informazione contenute nei sistemi informatizzati di tutto il mondo.

Tra le applicazioni si ricorda: la videoconferenza, il telelavoro, l'insegnamento a distanza, i sistemi di gestione dell'informazione, gli inventari; tra le tecnologie si passa da quelle "vecchie" come la radio e la TV a quelle "nuove" tramite i cellulari; le reti invece possono essere costituite da cavi di rame o di fibra ottica, da collegamenti via radio o cellulari o via satellite. Tra le apparecchiature sono compresi apparecchi telefonici, computer ed elementi per reti, quali le stazioni radio, mentre i programmi software sono la linfa vitale di tutti questi componenti, i nuclei di istruzione alla base di tutto, dai sistemi operativi all'Internet.

Si discute, ad esempio, di servizi di base quali la telefonia, come pure di applicazioni complesse quali il "telemetering", che serve a controllare da lontano le condizioni dell'acqua per la previsione delle inondazioni. In pratica molti servizi e applicazioni diventano disponibili parallelamente al servizio telefonico: le stesse tecnologie che trasmettono la voce possono trasmettere fax, dati e video in formato digitale compresso.

L'importanza delle TIC non consiste nelle tecnologie in quanto tali, ma nel fatto che consentono l'accesso alle conoscenze, all'informazione e alla comunicazione, elementi sempre più importanti nelle interazioni economiche e sociali odierne. Le TIC hanno caratteristiche in parte simili a quelle di altre infrastrutture, quali strade, servizi postali e ferrovie, in parte diverse e specifiche.

* Analogamente ai settori classici delle infrastrutture, le TIC sono tecnologie atte a "facilitare la vita". Singoli individui, collettività, imprese o settori governativi che abbiano accesso a comunicazione e computer a prezzi accessibili possono usarli per risparmiare tempo e denaro migliorando così la qualità del loro lavoro e della loro vita, sia nei paesi industrializzati sia nei PVS. Le comunicazioni per telefono, fax o e-mail sono di solito meno costose, più veloci e/o più sicure dei servizi postali.

* La creazione di infrastrutture TIC richiede forti investimenti ed ha sempre avuto un'importanza determinante nelle entità statali e parastatali. Tuttavia, rispetto ad altre infrastrutture, l'economia delle TIC è più dinamica. I rapidi mutamenti tecnologici rendono le apparecchiature e i costi d'esercizio sempre meno onerosi; la memoria e la velocità dei computer aumentano continuamente; i costi di trasmissione e quelli per le componenti dei computer sono in diminuzione; la gamma dei servizi e delle applicazioni offerte si espande, come pure la capacità e il potenziale di collegamento dell'Internet.

* Un maggiore uso delle TIC consente un accesso impareggiabile all'informazione e alle conoscenze, nonché ai mezzi per far uso di tale informazione. Probabilmente l'Internet rappresenta potenzialmente il massimo trasferimento di tecnologia e di know how finora visto. Caratteristica peculiare delle reti di telecomunicazione è un certo livello di "esternalità". Il telefono o l'Internet sono utili in funzione del numero di persone che si possono collegare. Un computer non collegato è molto meno utile di uno collegato. Il valore di accesso a una rete cresce in modo esponenziale con il numero delle persone che si possono collegare.

3. Le TIC e la comunità internazionale dei donatori

Una delle prime occasioni in cui la comunità internazionale ha affrontato l'argomento delle TIC e dello sviluppo e stata la Conferenza G7 sulla società dell'informazione accolta dall'UE a Bruxelles nel 1995. La conferenza si è rammaricata per il divario tecnologico tra paesi industrializzati e PVS ed ha sollecitato una "visione comune della valorizzazione umana". Essa ha chiesto che tutti i paesi si coalizzino in uno sforzo comune a livello mondiale, in modo da dare ai paesi in via di transizione e ai PVS la possibilità di bruciare le tappe dello sviluppo tecnologico e del progresso sociale ed economico.

La conferenza di Bruxelles è poi sfociata in una delle prime conferenze specificamente dedicate alla società dell'informazione e allo sviluppo, la conferenza tenutasi nel 1996 a Midrand, in Sudafrica. La Conferenza di Midrand è stata la sede di una prima riflessione tra paesi industrializzati e PVS sulle regole comuni necessarie, sui settori di cooperazione per la costruzione della società dell'informazione mondiale e sulle priorità di sviluppo.

Nell'ambito del sistema NU, l'Unione internazionale di telecomunicazione (International Telecommunications Union (ITU) svolge una funzione di grande rilievo in quanto fissa norme per la gestione delle frequenze, per le interconnessioni, per quanto riguarda le questioni regolamentari e le tariffe applicate dagli operatori ecc. Tramite l'ufficio per lo sviluppo delle telecomunicazioni, la ITU fornisce assistenza tecnica ai suoi membri dei PVS. L'ITU sta coordinando, per conto del sistema NU, la preparazione del prossimo Vertice mondiale sulla società dell'informazione, che dovrà essere organizzata in due fasi, la prima a Ginevra nel 2003 e la seconda a Tunisi nel 2005.

Parecchie altre organizzazioni internazionali si occupano di questioni TIC, entro i limiti delle proprie competenze. Nel 1996 l'OMC ha adottato un accordo sugli scambi di prodotti della tecnologia dell'informazione inteso ad eliminare i dati su un gran numero di prodotti IT (finora vi sono 55 firmatari dell'accordo; relativamente a certi prodotti ai PVS sono stati concessi lunghi periodi transitori). Nel 1997 l'OMC ha concluso un accordo sui servizi di telecomunicazioni che ha aperto il mercato agli investimenti e ha introdotto in alcuni paesi strutture normative favorevoli alla concorrenza: i paesi che successivamente hanno aderito all'OMC (che sono tutti PVS) hanno tutti adottato tale modello. Nel 1998 l'OMC ha adottato una dichiarazione che introduceva una moratoria sui dazi doganali relativi ai prodotti dell'elettronica. Essa ha varato inoltre un programma di lavoro che studia l'applicazione di regole al commercio elettronico, nonché il suo impatto sui paesi in via di sviluppo. Sin dall'inizio del 2000 l'OMC ha avviato negoziati per incentivare la liberalizzazione e gli investimenti in tutti i servizi.

Nel 1998 l'OCSE ha introdotto tra i suoi membri le cosiddette condizioni quadro di tassazione per il commercio elettronico. L'UNESCO e l'OMC stanno esaminando il ruolo delle TIC rispettivamente nell'istruzione e nella sanità. Tra le commissioni economiche NU, la commissione economica per l'Africa si è adoperata in modo particolare nel sostenere il lavoro analitico e la formulazione di strategie nell'ambito della iniziativa africana per la società dell'informazione. Basandosi in parte su quest'azione, nel luglio 2001 cinque leader africani hanno promosso la nuova iniziativa africana chiedendo agli Stati africani di "far uscire se stessi e il continente dal sottosviluppo e dall'esclusione in un mondo in fase di globalizzazione". Le TIC rientrano in modo esplicito nella strategia globale.

Il Forum economico mondiale, punto d'incontro dei leader mondiali che si riuniscono regolarmente a Davos, ha lanciato nel 2000 un'iniziativa digitale globale per trasformare il divario digitale in una opportunità di crescita. La task force creata a tale scopo è stata molto attiva soprattutto in collegamento con il G8.

In occasione della sessione del millennio, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha prestato particolare attenzione alle TIC sulla base di una relazione preparata da un gruppo di esperti ad alto livello. Essa prende atto dell'esistenza di un crescente divario digitale e della necessità di ridurlo tra paesi industrializzati e PVS. È stata pertanto creata una task force TIC dell'NU come passo concreto inteso al potenziamento della funzione e della leadership del sistema NU e allo sviluppo di vere e proprie partnership con il settore privato, la società civile e gli altri interessati. La sessione ECOSOC del luglio 2001 ha ripreso il tema delle TIC insistendo soprattutto sulle reti della conoscenza.

Altro operatore importante è la Banca mondiale: la sua vasta e diversificata gamma di attività comprende il sostegno alla riforma delle telecomunicazioni, il finanziamento di progetti pilota innovativi (InfoDev) le applicazioni per l'insegnamento a distanza (ad esempio Università virtuale africana cofinanziata dalla CE) e la creazione di strumenti didattici (Global Development Gateway).

Di recente anche il PSNU ha dimostrato di essere un operatore creativo e innovatore: esso ha promosso varie iniziative e partnership con il settore privato e diverse fondazioni. Esso ha prestato assistenza ai vari paesi nella definizione delle strategie nazionali e ha contribuito al dibattito generale su tali strategie. La relazione del 2001 relativa allo sviluppo delle risorse umane insiste sull'importanza delle nuove tecnologie.

Un'altra sede attiva di discussione è il G8. Al Vertice di Okinawa del luglio 2000, il G8 ha redatto la "Carta di Okinawa" sulla società dell'informazione globale e ha istituito la cosiddetta "DOT Force". Quest'ultima ha preparato una relazione "Opportunità digitali per tutti: una sfida globale" che è stata presentata al Vertice di Genova nel luglio 2001. La relazione è il risultato di uno sforzo unico di collaborazione internazionale di vari mesi tra rappresentanti dei paesi G8, nonché della Commissione europea, di 9 PVS, di organizzazioni multilaterali e organizzazioni private e non governative. Essa ha stabilito le funzioni e le responsabilità dei vari operatori, governi nazionali, settore privato, organizzazioni della società civile e organizzazioni internazionali, nella creazione di opportunità digitali per tutti.

La relazione della DOT force ha concluso che le TIC, se usate opportunamente, offrono enormi possibilità di ridurre le diseguaglianze sociali ed economiche e di favorire la creazione di un benessere locale e sostenibile contribuendo a conseguire i più vasti obiettivi di sviluppo che la comunità internazionale si è fissata. La relazione ha preso atto che le TIC non sono una panacea per la risoluzione di tutti i problemi di sviluppo, ma che, tramite il miglioramento delle comunicazioni e lo scambio di informazioni, esse possono creare potenti collegamenti sociali ed economici che, a loro volta, fungeranno da base per il progresso e lo sviluppo.

Tanto nell'ambito del dibattito internazionale sulle TIC, quanto ai fini del sostegno operativo, le Istituzioni UE hanno svolto una funzione estremamente attivava e talvolta addirittura di primo piano. La CE e i suoi Stati membri hanno partecipato attivamente alle varie iniziative di strategia internazionale di cui sopra. Il Parlamento europeo si è espresso chiaramente sull'argomento con l'adozione di una risoluzione riguardante le TIC e i PVS basata su una relazione della signora Dybkjaer [2]. La risoluzione inquadra chiaramente le nuove tecnologie nel contesto della riduzione della povertà e della necessità di garantire che le popolazioni povere ne possano beneficiare. In quanto donatrice la Commissione, e anche la BEI, hanno mostrato crescente interesse e capacità di integrare le TIC nelle iniziative CE di cooperazione allo sviluppo (per maggiori dettagli cfr. capitolo 7).

[2] Doc A5-0191/2001

4. Le TIC come strumento di cooperazione allo sviluppo

L'uso delle TIC nell'ambito della cooperazione allo sviluppo non è fine a se stesso, bensì un mezzo per rendere più efficaci gli interventi. Analogamente a settori disparati, quali la finanza, le specializzazioni, l'automobile o il libro, esse possono essere considerate uno strumento per programmi di sviluppo e altri comparti dell'economia e dell'infrastruttura sociale.

Su invito degli Stati membri la Commissione ha avviato uno studio sull'uso delle TIC nei programmi di sviluppo CE in Asia, America latina e nel Mediterraneo (IS-ALAMED Review) che è stato pubblicato nel gennaio 2001 [3]. Lo studio indica chiaramente che le TIC vengono già usate nei vari progetti CE.

[3] Cfr: http://europa.eu.int/comm/external_relations/info_soc_dev/index.htm

Nel contesto dei programmi di sviluppo le TIC hanno dimostrato di poter espletare parecchie funzioni:

* consentono di intraprendere un'attività precedentemente considerata troppo costosa, riducendo possibilmente i costi da sostenere. Ad esempio, un progetto finanziato dalla Comunità nel Bangladesh inteso a creare infrastrutture in zone infestate da cicloni, prepara nuove carte geografiche costiere sulla base di fotografie aeree. Ciò sarebbe stato troppo costoso senza l'impiego delle TIC [4];

[4] ALAMED Review: Coastal mapping - infrastructure development in cyclone-prone areas, Bangladesh.

* facilitano obiettivi di sviluppo in settori nei quali le TIC di per sé stesse non avrebbero importanza. Le basi di dati su computer semplificano lavori che prima venivano effettuati manualmente. Ad esempio, un programma di immunizzazione è, in linea di massima, più efficace se i dati necessari vengono raccolti in un computer piuttosto che su delle schede;

* creano la possibilità di espletare attività di sviluppo che prima non erano tecnicamente realizzabili, quali un progetto di telemedicina basato su videoconferenze oppure l'insegnamento di lingue tramite Internet;

* diffondono conoscenze e competenze. Ad esempio, un programma in Cina cerca di promuovere con l'uso di basi di dati e Internet la protezione dei diritti di proprietà intellettuale sensibilizzando il pubblico e divulgando le informazioni [5];

[5] ALAMED Review: EU-China intellectual property rights (IPR) programme.

* consentono un adeguamento alle esigenze locali. Le tecnologie più recenti (Internet, insegnamento di lingue, grafici) vanno incontro a persone che hanno solo un'istruzione elementare e nessuna conoscenza linguistica. Attualmente è possibile costruire interfacce grafiche che, per funzioni semplici, non richiedono una particolare istruzione.

La rassegna ALAMED ha messo in evidenza altresì che per potenziare progetti e programmi si sviluppo non è stata messa a punto o seguita nessuna impostazione o metodologia sistematica per l'impiego delle TIC. Alcuni operatori e membri dell'assistenza tecnica inseriscono la tecnologia nei progetti, mentre altri non lo fanno. È pertanto opportuno usare più sistematicamente le TIC nello sviluppo, controllando accuratamente la redditività del loro impiego, in base a indicatori di risultati.

5. L'impiego delle TIC nel paesi in via di sviluppo

Anche se sta aumentando rapidamente, l'accesso alle TIC nei PVS è tuttora molto scarso. Nel 1998 i dati relativi a tale accesso (fisso e mobile) su 100 abitanti era di 72,1 per i paesi OCSE e di 7,8 per i paesi non OCSE. Mentre nei paesi industrializzati oltre il 30% della popolazione ha accesso all'Internet, tale percentuale è inferiore al 2% nei PVS [6].

[6] (ITU Telecommunication Indicators Update, ITU News, No 2, March 2001).

Nonostante la scarsa diffusione va considerato che le telecomunicazioni e le TIC sono già importanti nel funzionamento dei PVS e delle economie emergenti. Grosse imprese e governi dipendono dalle loro reti di comunicazioni e dai computer per funzionare efficacemente a livello di amministrazione, analisi e divulgazione dei dati e per ridurre i costi delle transazioni, si tratti di linee aeree, attività bancarie, esportazioni, servizi finanziari, fiscalità o turismo. Analogamente in alcune economie è importante la produzione di "servizi di informazione" (ad esempio produzione di software in India).

Oltre alla loro rilevanza per l'economia e per lo Stato in senso lato, le TIC vengono usate sempre più spesso da privati nei PVS. È ovvio che le TIC possono essere usate estensivamente solo se è disponibile un servizio telefonico e solo da parte di chi se lo può permettere. Gli utenti sono coloro che si possono permettere un telefono in casa (o che lo possono usare in ufficio) oppure che vivono nelle zone urbane meglio servite. Si tratta di un gruppo di persone estremamente limitato. Circa il 90% dei collegamenti telefonici in India avviene in zone urbane, anche se i tre quarti della popolazione vive in zone rurali. In parecchi altri paesi e soprattutto in quelli meno industrializzati, la disponibilità di TIC per i meno ambienti è molto più bassa. I paesi africani meno industrializzati registrano una "teledensità" media dello 0,6%, il che significa che ci sono soltanto sei telefoni fissi per ogni mille persone. [7]

[7] ITU Tecnologie della comunicazione e dell'informazione nei paesi meno avanzati 1989-1999, Ginevra, 2001.

È ovvio che tale inegualità di accesso alle TIC e quindi alle opportunità di sviluppo che esse creano riflette in modo esasperato gli attuali squilibri esistenti tra i diversi paesi e all'interno di uno stesso paese. Il "divario digitale" non fa che confermare l'attuale realtà socioeconomica.

I problemi che i PVS devono affrontare sono molteplici e vari e alcuni di essi ostacolano gravemente la loro capacità di sviluppare le TIC. Gli obiettivi generali da perseguire sono:

* aumento del potere d'acquisto della popolazione povera

* formazione e valorizzazione delle risorse umane

* aumento dell'istruzione

* miglioramento della disponibilità di energia elettrica

* accesso al capitale e richiamo degli investimenti

La Banca mondiale ha valutato che sarebbero necessari 350 miliardi di euro per migliorare le infrastrutture di telecomunicazione nei PVS e nelle economie emergenti. A titolo di paragone l'aiuto globale (ODA - assistenza ufficiale allo sviluppo) è stata pari a circa 40 miliardi di euro nel 2000. È evidente che nessun governo nei PVS sarà mai in grado di pagare una cifra del genere, dati i mezzi limitati di cui dispone e date le altre priorità da affrontare. Spetta pertanto al settore privato e la mercato di colmare questo vuoto.

Sinora la partecipazione del settore privato è stata limitata. A prima vista ciò sembrerebbe una conseguenza logica della mancanza di un buon mercato di consumatori. Tuttavia, dall'esperienza in paesi quali l'Uganda, risulta che la domanda di telecomunicazioni è estremamente dipendente dal prezzo e che il tasso di utilizzazione della telefonia mobile tra tutti gli strati della popolazione, compresa quella povera, aumenta rapidamente man mano che diminuisce il prezzo. Vi è pertanto un circolo vizioso da superare. Tanto maggiore è la domanda di servizi, tanto maggiore è il profitto dell'operatore il quale può installare un maggior numero di reti, soddisfare la domanda, abbassare i prezzi ecc.. I PVS devono inoltre affrontare una seconda serie più specifica di problemi quali:

* mancanza di adeguate strategie TIC. Parecchi PVS non hanno una strategia TIC coerente adeguata alla loro situazione e al livello di sviluppo. Tale strategia globale presuppone di norma una serie di fattori che stanno alla base della società dell'informazione nel suo complesso e che riguardano l'accesso alle nozioni tecniche, il commercio elettronico, la concorrenza leale, la situazione locale, la sensibilizzazione alle TIC, la formazione, il diritto alla privacy, la composizione delle vertenze, i diritti di proprietà intellettuale, i diritti d'autore e la tutela del consumatore, nonché l'importanza di usare le TIC in settori quali istruzione e sanità;

* mancanza di un adeguato quadro normativo. Attraverso tale quadro, i PVS potrebbero facilitare la distribuzione geografica delle infrastrutture di telecomunicazione, ridurre i prezzi dei servizi e le diseguaglianze, definire la funzione e le responsabilità dei normatori e delle società, superare le carenze di collegamento, tutelare dal punto di vista giuridico i potenziali investitori ecc.;

* tariffe elevate su prodotti d'importazione. In molti paesi i dazi all'importazione su computer (fino al 30% in alcuni casi), cellulari (fino al 15%), periferici (fino al 55%) e software sono estremamente elevati.

Anche se alcuni paesi hanno già definito valide strategie TIC, la loro applicazione pratica è spesso bloccata dai costi elevati di accesso ai servizi di telecomunicazione. Attualmente tali servizi vengono forniti per lo più in condizioni di monopolio che rispondono alla domanda in modo insufficiente, sono relativamente costosi e offrono prestazioni di scarsa qualità.

Per parecchi PVS l'iniziativa più importante per aumentare l'accesso alle telecomunicazioni e alle TIC potrebbe essere quella di introdurre la concorrenza tramite il quadro normativo. Del resto la relazione della DOT force non è la prima a far riferimento specifico all'esigenza di aiutare i PVS a impostare una politica di concorrenza e un quadro normativo, come requisito per la creazione di una infrastruttura di comunicazioni aggiornata.

Tuttavia il consentire la concorrenza nel settore non costituisce il solo aspetto del quadro normativo richiesto: la concorrenza può stimolare la crescita e la creazione di ricchezza, ma non riuscirà necessariamente a risolvere i problemi delle popolazioni povere o di quelle isolate. Anzi esse possono accentuare i divari di ricchezza e produrre uno sviluppo ineguale. La liberalizzazione del mercato deve pertanto permettere l'accesso alle TIC delle popolazioni e delle regioni più svantaggiate e deve coinvolgere il settore privato, quello pubblico e altri operatori, in particolare la società civile. Le strategie TIC dovranno favorire uno sviluppo economico equo e gli scambi, promuovere l'istruzione e il potenziamento delle capacità e aumentare la disponibilità di servizi sociali che possano essere valorizzati dalle TIC.

6. Problemi collegati ad una strategia TIC

Come abbiamo già detto, la scarsa disponibilità di infrastrutture di telecomunicazione e l'impossibilità di praticare prezzi accessibili per i servizi e per le attrezzature TIC costituiscono i principali ostacoli all'accesso e all'uso delle TIC nei PVS e nelle economie emergenti. La soluzione consiste in un cambiamento di strategia inteso ad aumentare le reti telefoniche e a ridurre il prezzo dei servizi grazie alle nuove tecnologie.

Molte iniziative sono già state prese nei PVS, sotto la spinta della tecnologia, di quanto si verifica nei paesi industrializzati, delle norme implicite nei negoziati OMC e del sostegno dei donatori. L'ITU valuta che in tutto il mondo siano state istituite oltre 100 autorità nazionali di regolamentazione nel settore ed è evidente che i servizi di comunicazione e la loro regolamentazione acquistano sempre più importanza nell'economia e nella vita di tutti i giorni. Di conseguenza, i vari paesi dovranno avere una visione e una strategia che inglobi la programmazione economica, la politica fiscale, l'istruzione, la sanità, i servizi sociali, la giustizia e gli affari interni ecc.

Disponiamo ora di molta esperienza, nei paesi industrializzati e nei PVS, a proposito delle strategie che hanno funzionato e di quelle che non hanno funzionato. Le principali di esse comprendono le seguenti componenti complementari e interattive.

6.1. Partecipazione diretta

Le iniziative connesse alle TIC dovrebbero riflettere la domanda degli utilizzatori. Sarà necessario identificare e realizzare nuove iniziative sulla base della partecipazione diretta e della responsabilità. Ciò ne garantirà la durevolezza. Le stesse iniziative dovranno tener conto delle condizioni e dei problemi locali, mentre sarà necessario un collegamento dei vari operatori tra loro e con gli obiettivi dell'intervento. Le iniziative avranno un maggiore impatto se affronteranno i problemi dello sviluppo in modo globale e coordinato, non solo basandosi sulle TIC.

6.2. Ingresso di nuovi operatori commerciali

Persiste la necessità di maggiore concorrenza nel settore TIC. Tanto i paesi industrializzati quanto i PVS cercano di aprire gradualmente l'attuale monopolio pubblico delle telecomunicazioni alla concorrenza con fornitori privati di servizi. Va rilevato ovviamente che il punto di partenza di questi paesi non è lo stesso. Di solito i paesi industrializzati hanno avuto per parecchi decenni enti pubblici che andavano a installare l'elettricità e il telefono nelle campagne. La maggior parte dei PVS non ha avuto la stessa esperienza, per cui parecchi di loro ritengono giustificato il mantenimento del sostegno statale e la protezione delle società nazionali di telecomunicazioni. E comunque non tutte le imprese pubbliche devono essere necessariamente privatizzate; è solo necessario consentire l'ingresso sul mercato di altri operatori. L'esperienza nell'UE e nel mondo ha mostrato che ciò non è facile, ma che in un secondo momento i vantaggi di una tale liberalizzazione sul consumatore sono notevoli.

L'apertura del mercato TIC comporterebbe anche una riduzione degli elevati dazi all'importazione che parecchi PVS impongono su hardware e software, soprattutto quando non esiste una produzione locale. All'inizio ciò si può ripercuotere sulle entrate fiscali del paese e quindi sulla sua capacità finanziaria di ridistribuire equamente il reddito. Successivamente però tale riduzione di reddito viene rapidamente compensata dall'aumento delle merci importate a tariffa ridotta. I governi potranno ricavare entrate supplementari dalla messa all'asta delle licenze d'importazione, soprattutto nel settore della telefonia mobile.

6.3. Enti di regolamentazione indipendenti e potenziamento delle capacità

I migliori risultati si ottengono quando le funzioni normative dei monopoli pubblici di telecomunicazione sono separati da quelle operative e quando sono stati istituiti enti di regolamentazione indipendenti che amministrano il settore in modo trasparente e obiettivo. Tale elemento è fondamentale se si vogliono attrarre investimenti.

Tuttavia anche in settori quali commercio, concorrenza, fiscalità, servizi pubblici, giustizia e affari interni sono necessarie nuove competenze. Molti dei problemi attinenti vengono attualmente discussi a livello internazionale presso l'OMC, l'ITU, l'UNESCO, l'UNCTAD, il PSNU, la Banca mondiale, l'OMC, gli enti che disciplinano Internet, quali l'ICANN, ed altre organizzazioni dei PVS. Per questi ultimi è importante partecipare a discussioni e decisioni internazionali e mettere in pratica le norme che vengono approvate a livello internazionale.

6.4. Emanazione di norme

Affinché le strategie TIC producano effetti concreti, sono necessarie norme chiare e trasparenti, la cui applicazione va accuratamente seguita. Il sistema normativo ha una forte connotazione economica in quanto determina l'ingresso sul mercato di nuovi operatori, i lori obblighi e spesso la loro redditività, nonché il mantenimento di un equilibrio tra i vantaggi ricavati dai consumatori e dai fornitori di servizi. Di norma gli enti di regolamentazione espletano una vasta gamma di mansioni, tra cui:

- le licenze servono a controllare l'entrata degli operatori sul mercato. Per poter entrare legalmente sul mercato è necessario rilasciare ai nuovi concorrenti e agli operatori dominanti licenze riguardanti le reti mobili e fisse. Ciò deve avvenire in condizioni obiettive, non discriminatorie e trasparenti che potrebbero comprendere l'obbligo di servire zone a scarsa densità di utenti, eventualmente con l'apporto di sovvenzioni;

- il collegamento tra operatori nuovi e dominanti è necessario affinché i "nuovi arrivati" possano concretamente prestare i loro servizi ai propri clienti. Le condizioni e i prezzi di collegamento determinano a loro volta, le condizioni economiche effettive di entrata sul mercato; il regolatore deve fissare le regole per la negoziazione degli standard, dei prezzi e degli accordi di collegamento;

- la politica dei prezzi dà la possibilità al regolatore di rendere la telefonia vocale accessibile a gruppi mirati di utenti nel contesto di un servizio o accesso universale. Inoltre l'operatore dominante dovrà addebitare ai suoi concorrenti tariffe adeguate ai costi per il collegamento alla sua rete o per l'affitto dei suoi circuiti.

6.5. Accesso universale

Il servizio o accesso universale è una delle principali preoccupazioni per i PVS a scarsa densità telefonica. Si intende di solito una serie minima di servizi (ad esempio telefonia vocale) che deve essere accessibile a tutti ad un prezzo ragionevole. La fornitura di un servizio o di un accesso universale è in genere collegata alla gestione di come finanziare le linee non remunerative.

"Disponibile a tutti" non significa necessariamente "ad ogni abitazione" ma, se possibile, ad una distanza percorribile a piedi (cfr. anche il prossimo capitolo). "La possibilità economica di accesso" va definita per ogni paese alla luce di diverse priorità e livelli di benessere.

Il regolatore può rendere la richiesta di servizio universale più operativa ricorrendo a misure compensative se la rete viene estesa alle zone più svantaggiate geograficamente ed economicamente, oppure può chiedere ai nuovi operatori di investire in zone non redditizie. Ad esempio, le Filippine chiedono ai nuovi concessionari di "gateways" internazionali e di sistemi cellulari di installare un certo numero di linee in zone rurali attualmente non coperte.

6.6. Accesso del pubblico

Un settore strategico che attrae un'attenzione sempre maggiore è quello del miglioramento dell'accesso fisico ed economico alle telecomunicazioni e alle TIC, per chi risiede in zone isolate o dispone di un reddito insufficiente, attraverso un servizio a disposizione del pubblico. Non si può pretendere che tutti debbano possedere o affittare un telefono o un PC. Analogamente a quanto accadeva nei paesi industrializzati quando era troppo costoso per i più possedere un telefono (telefoni pubblici a pagamento) si potrebbe applicare ai PVS lo stesso sistema. L'installazione di posti accessibili al pubblico si è già dimostrata una buona strategia, soprattutto nelle zone isolate. Si tratta di telefoni a pagamento, Internet caffè e telecentri di vario tipo che possono essere installati o da privati in centri commerciali o in sedi di ONG, oppure in sedi pubbliche o pubbliche/private, in edifici pubblici, quali biblioteche, scuole, uffici postali e luoghi d'incontro delle collettività.

Si tratta di riuscire a trovare un prezzo accessibile allo scarso potere d'acquisto di alcune collettività, senza rinunciare all'autosufficienza. I punti di accesso al pubblico quali i telecentri possono, se ben concepiti, contribuire a tale scopo dosando opportunamente i servizi offerti. Infatti c'è una grossa differenza tra il pagarsi una telefonata breve e il doversi comprare una intera tesserina da usare in un telefono pubblico.

6.7. Collegamento a Internet

L'elevato prezzo di accesso a Internet viene spesso citato come un ostacolo per gli utenti dei PVS. Anche se l'accesso a Internet è un problema commerciale e strategico complesso e in rapida evoluzione, a breve e medio termine la riforma in questo settore presenta il problema della perdita di reddito connessa alle telefonate internazionali. Tuttavia, dato che un volume di traffico sempre maggiore passa attraverso Internet piuttosto che attraverso le reti di Telecom tradizionali, chi prende decisioni politiche nei PVS dovrà tenere nella dovuta considerazione tale problema, che va inquadrato in un più ampio contesto macroeconomico, piuttosto che occuparsi di questioni meno importanti. Diventa urgente una più stretta cooperazione internazionale tra i governi e il settore privato per quanto attiene alla collettività internazionale e all'applicazione di adeguate misure regolamentari atte ad incrementare la concorrenza.

Inoltre, la tutela dei cittadini in termini di sicurezza dei dati e di privacy sono di importanza particolare, anche se non esclusiva, per l'Internet.

6.8. Infrastrutture

Nell'ultimo decennio le tecnologie delle telecomunicazioni hanno avuto una evoluzione radicale e molte innovazioni recenti offrono la prospettiva di estendere i servizi a costi inferiori al previsto. La recente disponibilità di tecnologie "senza fili" relativamente poco costose, quali la radio, circuiti di collegamento locale, e alcuni aspetti di tecnologia satellitare, consentono il collegamento con zone anche estremamente isolate, mentre la combinazione di una maggiore domanda e di tecnologie meno costose rende le zone rurali più interessanti per gli investimenti.

Le soluzioni tecniche ottimali (telefonia fissa o mobile, satellitare, circuiti a fibre ottiche ecc.) per ciascun PVS dipendono da un equilibrio di fattori che comprendono la geografia, la densità demografica e l'attività economica. È compito del quadro normativo di indurre gli operatori ad optare per la tecnologia più conveniente e per far beneficiare il consumatore della riduzione di prezzo.

Prescindendo dall'infrastruttura specifica TIC, il quadro politico deve affrontare anche il problema dello stato globale dell'infrastruttura di quel dato paese, in particolare quello della disponibilità di energia elettrica. Inoltre la situazione di strade, reti ferroviarie, porti ed aeroporti e il tessuto sociale influenzeranno il progresso economico in generale e, di conseguenza, la domanda di servizi TIC e la loro redditività.

È ovvio che si tratta di un problema costoso e complesso, che richiede una pianificazione pubblica e investimenti privati.

6.9. Sviluppo del settore privato

Si arriva ad un aspetto ancora più generico del quadro strategico, ovvero l'incentivo dell'attività economica, dell'iniziativa imprenditoriale e degli scambi. Non è necessario trattare in questa sede l'opportunità di una sana gestione economica o di programmi di sviluppo del settore privato, ma, nel campo specifico della strategia TIC, i PVS potrebbero concentrarsi su programmi di sostegno a PMI e altre società che intendono operare nel commercio elettronico o nel settore TIC.

6.10. Risorse umane

Altrettanto globale e importante è lo sviluppo delle risorse umane. Ciò potrebbe comprendere il sostegno all'istruzione connesso alle TIC, dallo studio dell'informatica alla formazione tecnica; la formazione degli insegnanti; l'insegnamento a distanza; i centri di eccellenza virtuali; il potenziamento delle università, lo sviluppo dell'interattività con le reti didattiche e con quelle di ricerca, comprendendo le relazioni sud-sud ecc. Gli investimenti nelle infrastrutture e strategie connesse potrebbero essere inutili se non si cerca di sviluppare le risorse umane e i piani di studio e se non si coinvolgono strettamente le università che possono servire da richiamo sulle loro reti internazionali.

6.11. Adeguamento alle condizioni locali

Infine qualsiasi quadro strategico dovrebbe favorire l'adeguamento alle condizioni locali. Le applicazioni TIC avranno successo solo se si terrà conto delle esigenze dei beneficiari, in un linguaggio comprensibile e adeguato alle condizioni e all'ambiente di lavoro locali. La partecipazione locale all'informazione è fondamentale per la sostenibilità del progetto.

7. Le TIC e la politica di sviluppo della comunità europea

7.1. Programmi in corso

La CE nella sua veste di donatore sta gradualmente ampliando e diversificando la sua gamma di interventi nel campo delle TIC associate allo sviluppo. Da sempre attiva nel settore delle comunicazioni, soprattutto in Africa, di recente essa si è spostata verso quello della società dell'informazione, promuovendo due grossi programmi in Asia (Asia IT&C) e nel Mediterraneo (Eumedis e un programma di telecomunicazioni connesso). Essa sta inoltre per lanciare un programma analogo per l'America latina (@LIS).

Per la zona ACP esistono parecchi programmi con componenti TIC, ma nessun programma di rilievo dedicato alla società dell'informazione. Tale programma è in fase di valutazione per i paesi dell'Oceano indiano. Inoltre sono in corso discussioni con la regione dei Caraibi affinché si associ al programma @LIS con fondi FES. Nel quadro della strategia e dei finanziamenti attuali, analoghi programmi per la regione africana possono essere presi in considerazione nel contesto della programmazione del 9° FES.

Anche la Banca europea per gli investimenti ha appoggiato un certo numero di programmi di telecomunicazioni nei PVS, intesi ad ampliare e ammodernare le reti fisse e mobili. Negli ultimi cinque anni tale sostegno è stato di circa 750 milioni di euro. La BEI ha finanziato altresì progetti PMI minori per l'adozione di tecnologie informatiche o per la fornitura di servizi TIC.

7.2. Attività future

Ulteriori iniziative CE nel settore delle TIC e della cooperazione allo sviluppo saranno mantenute nello stretto contesto della nuova politica di sviluppo CE con i suoi sei settori prioritari, intesi complessivamente alla riduzione della povertà. A tale riguardo è citato un elenco ancora incompleto di possibili interventi. In occasione della futura programmazione potrebbero emergere nuove applicazioni o altri programmi specifici.

Priorità 1 - Commercio e sviluppo

Un ampio accesso alle TIC facilita la partecipazione di società PVS agli scambi locali, regionali e internazionali. Per promuovere l'uso delle TIC da parte degli operatori privati e pubblici dei PVS nell'ambito degli scambi e dello sviluppo, la CE progetta di intraprendere (o, se del caso, di continuare) le seguenti iniziative:

* assistenza tecnica e potenziamento delle capacità dei PVS ai fini della progettazione e attuazione di un adeguato quadro politico e normativo per le TIC;

* assistenza tecnica e potenziamento delle capacità ai fini dell'applicazione delle TIC nel settore privato, in particolare per le PMI;

* assistenza tecnica e potenziamento delle capacità ai fini dell'applicazione delle TIC nelle dogane e in altri servizi commerciali connessi, al fine di facilitare le procedure e ridurre i costi delle transazioni;

* assistenza per la creazione e lo sviluppo di telecentri (compresa la fornitura di energia elettrica e infrastrutture) in zone rurali per agevolare tra l'altro l'accesso degli imprenditori locali alle informazioni commerciali di loro interesse. In una fase successiva potrebbe essere presa in considerazione l'assistenza a sistemi di servizi universali a taluni PVS, qualora tali servizi siano trasparenti, non discriminatori e neutrali nei confronti della concorrenza.

* nel contesto degli opportuni negoziati bilaterali o multilaterali, eliminazione graduale dei dazi doganali e riduzione delle misure non tariffarie sui prodotti TIC, nonché, se del caso, assistenza per riforme normative ai fini dell'introduzione della concorrenza nei relativi servizi, in particolare telecomunicazioni ed elettricità.

Priorità 2 - Integrazione regionale e cooperazione

La cooperazione nel settore delle TIC può facilitare notevolmente l'intervento dei governi, dei legislatori e degli enti di regolamentazione nazionali. Essa può ridurre le distorsioni che saranno originate dalle forti divergenze tra quadri normativi di paesi diversi o tra mercati nazionali. Essa può fissare modelli e parametri di riferimento di buona condotta e giurisprudenza a livello sopranazionale e forse far evolvere gradualmente i regolamenti armonizzati. Essa si può altresì adoperare affinché il mercato arrivi al punto di far scattare nuove possibilità di sviluppo tecnologico e investimenti finanziari. In tale contesto la CE cercherà di fornire tra l'altro:

* sostegno e assistenza a gruppi regionali che desiderino creare norme comuni riguardanti le telecomunicazioni e il commercio elettronico, basandosi sulla collaborazione di organismi internazionali;

* sostegno a gruppi regionali affinché valutino la preparazione elettronica e lo stato di avanzamento dei rispettivi Stati membri;

* sostegno alle reti regionali di ricerca virtuale nei settori prioritari della cooperazione allo sviluppo della CE per migliorare la produzione e la divulgazione di dati.

Priorità 3 - Sostegno alle politiche macroeconomiche e alla promozione di un accesso equanime ai servizi sociali

Le TIC sono strumenti utili a migliorare la gestione finanziaria pubblica e a prestare assistenza strategica e sostegno finanziario diretto. La prestazione di servizi sociali quali la sanità e l'istruzione ai poveri sarà più efficace e di prezzo ragionevole se verranno applicate le TIC del caso. La mancanza di accesso all'informazione è un grave ostacolo per la professione di medico. La possibilità di accedere a materiale didattico tramite Internet ha una grande potenzialità e la stessa cosa vale per l'istruzione a distanza. L'accesso della popolazione povera alle TIC è una potenziale fonte di benessere (ad esempio per avere informazioni sui prezzi di mercato, per partecipare ad attività remunerative, per ridurre l'importanza degli intermediari) e di potere (ad esempio potenziare le possibilità di difesa giuridica dei gruppi o organizzazioni svantaggiati). La CE studierà tra l'altro la possibilità di cooperare con i PVS affinché essi:

* migliorino il proprio sistema di gestione delle finanze pubbliche e del bilancio mediante un sistema TIC integrato;

* inseriscano l'uso appropriato delle TIC nei rispettivi sistemi sanitari e didattici nazionali.

Priorità 4 - Trasporti

Per creare infrastrutture di telecomunicazione e sistemi di trasporto intelligenti nei PVS potranno essere istituite partnership pubbliche-private, soprattutto per quanto riguarda le reti principali regionali. Essendo la CE un donatore primario nel settore stradale, soprattutto nell'Africa subsahariana, essa potrebbe invitare società private o altri interessati a installare cavi di fibre ottiche durante la costruzione di nuove strade (in questo caso la spesa principale non è il cavo, ma lo scavo della strada). La CE potrebbe pertanto:

* facilitare i lavori di altri operatori pubblici o privati ai fini del miglioramento delle infrastrutture di Telecom nei PVS, in particolare nel contesto di collegamenti regionali ad alta velocità e laddove si possano ottenere effetti sinergici a basso costo;

* aiutare i PVS ad inserire le appropriate TIC nell'aviazione civile o nei trasporti marittimi.

Priorità 5 - Sicurezza alimentare e sviluppo rurale sostenibile

Le TIC consentono la raccolta e la divulgazione di informazioni essenziali sull'andamento dei mercati a vantaggio delle attività economiche (ad esempio calendario agricolo, prezzo delle derrate) e delle esigenze sociali (contatti con le famiglie lontane). Le TIC permettono una migliore conoscenza delle risorse e delle calamità naturali. Vi è ad esempio un'abbondanza di informazioni via satellite che possono essere elaborate e usate da coltivatori e ambientalisti in tutti i PVS. La CE studierà la possibilità di finanziare tra l'altro,

* l'istituzione di servizi di divulgazione ad opera dei ministeri per l'agricoltura e delle ONG collegate ai centri agricoli (ricerca) internazionali di eccellenza (FAO, CTA, CGIAR ecc.) al fine di raccogliere i dati utili alle popolazioni rurali, soprattutto nelle lingue locali;

* programmi di raccolta, elaborazione e distribuzione dei dati basati sull'osservazione della terra per quanto attiene al controllo e alla gestione delle risorse naturali, le previsioni del tempo, nonché la preparazione in caso di disastri naturali e il loro contenimento, importanti per i PVS, su base regionale (ad esempio Africa) e/o tematica (ad esempio per controllare il disboscamento illegale).

Priorità 6 - Potenziamento della capacità istituzionale

L'istituzione e il rafforzamento di enti di regolamentazione autonomi per il settore delle telecomunicazioni è una componente importante di un vero e proprio quadro normativo. In generale le TIC possono essere uno strumento potenziale di miglioramento dei servizi erogati dallo Stato, attraverso una maggiore efficienza e trasparenza dello Stato stesso e degli enti locali (compresa la gestione finanziaria pubblica). Esse possono facilitare altresì una interazione democratica con la popolazione e contribuire alla promozione della democrazia in generale. Le TIC sono essenziali per facilitare l'accesso alle informazioni sulla legislazione e sui diritti, informazioni che aiutano i singoli e la società civile a difendere la propria causa, facilitando pertanto un buon governo e il rispetto dei diritti dell'uomo. La CE cercherà tra l'altro di

* finanziare la creazione e il potenziamento di enti di regolamentazione autonomi per il settore delle telecomunicazioni;

* promuovere l'inserimento di adeguate TIC, in particolare di Internet, nei programmi dei governi o delle ONG nei settori della democrazia, dei diritti umani e del buon governo;

* promuovere programmi che migliorino i servizi pubblici prestati ai cittadini. Settori prioritari sono la registrazione dei votanti, il censimento, il monitoraggio elettorale, l'istituzione di un sistema fiscale sostenibile e la registrazione della proprietà fondiaria.

7.3. Pianificazione, programmazione ed attuazione

Per quanto si riferisce all'effettiva pianificazione, programmazione e attuazione delle iniziative di cui sopra, si ricorrerà a procedure normali e verranno usati i fondi disponibili. La procedura decisionale è specifica per paese e per regione ed è disciplinata dalle seguenti considerazioni.

* La questione se e in qual modo l'uso degli strumenti TIC o il potenziamento delle politiche TIC nazionali nei PVS vadano presi in particolare considerazione nel contesto della cooperazione allo sviluppo con la CE deve essere affrontata nel quadro dei documenti di strategia nazionale e regionale. Il Consiglio Sviluppo del novembre 2000 ha messo in rilievo l'importanza di documenti di strategia nazionale e regionale come propulsori della complementarità. Il primo ciclo di DSN (documento di strategia nazionale) e di DSR (documento di strategia regionale) riguarda paesi e regioni ACP nel contesto del nuovo accordo di Cotonou. La Commissione europea dovrà garantire che nell'elaborazione di queste strategie verrà dato il dovuto rilievo alle TIC e alla loro potenzialità nello sviluppo. Se le TIC verranno incorporate in DSN/DSR, si garantirà la "partecipazione" del paese e della regione in questione, nonché la differenziazione e la priorità in funzione delle esigenze e della situazione politica.

* Una volta deciso, nel quadro di un DSN o DSR, di intraprendere attività specifiche nel settore delle TIC e dello sviluppo, la CE seguirebbe una impostazione "a partecipazione multipla" a livello nazionale e internazionale. A livello internazionale la CE potrebbe cooperare più attivamente con rappresentanti della comunità imprenditoriale e con la società civile. Le ONG che si occupano di sviluppo sono partner fondamentali per dar potere ai poveri tramite le TIC (e anch'esse fanno un uso continuo di queste ultime). A livello nazionale la Comunità potrebbe sostenere la formulazione strategica e programmatica con la partecipazione attiva dei principali operatori.

* Le TIC e lo sviluppo sono un settore di cooperazione relativamente nuovo. Come si dimostra nella rassegna ALAMED, è necessario impostare in modo sistematico l'uso delle TIC nello studio delle esigenze di sviluppo, al fine di controllare e valutare meglio i risultati. Esistono alcuni sistemi di gestione dell'informazione in grado di trarre vantaggio dall'esperienza e dalla pratica. Si suggerisce alla CE e agli Stati membri di partecipare attivamente a tali iniziative e/o di creare un sistema collettivo di gestione delle conoscenze relative alle TIC e allo sviluppo. Dovrebbero essere favorite rassegne periodiche analoghe ad ALAMED.

* Dato che un numero sempre crescente di agenzie di aiuto umanitario degli Stati membri si occupano di TIC e di sviluppo, è importante che le attuali disposizioni in materia di complementarità e coordinamento vengano effettivamente applicate. Il gruppo di esperti informale CE/Stati membri sulla società dell'informazione e sullo sviluppo potrebbe inoltre continuare a svolgere una importante funzione di scambio di esperienze e di discussione su iniziative future. Si spera che le iniziative internazionali attuali, in particolare il G8 e la task force UN IT, diano qualche orientamento sui più ampi temi del coordinamento e delle sinergie.

8. Conclusione

Le TIC offrono possibilità e prospettive di sviluppo economico e sociale, soprattutto nei paesi più poveri del mondo. Esse offrono enormi possibilità di ridurre le diseguaglianze sociali ed economiche e di sostenere la creazione di ricchezza sostenibile a livello locale, contribuendo alla realizzazione di obiettivi di sviluppo più ampi. D'altro lato, se usate in modo inappropriato, le TIC potrebbero tradursi in una ulteriore marginalizzazione dei poveri, aggiungendo un "divario digitale" alle disuguaglianze sociali ed economiche già esistenti all'interno dei e tra i PVS.

Analogamente ad altri problemi di sviluppo, la decisione di cogliere queste nuove opportunità spetta ai PVS stessi e agli operatori interessati, segnatamente le collettività locali. È indispensabile che tali collettività siano autonome. Da parte sua la comunità internazionale può svolgere una funzione di primo piano, evidenziando i vantaggi potenziali delle nuove strategie e assistendo i paesi interessati a scegliere strategie adeguate in funzione della loro situazione e delle loro priorità.

La CE appoggerà e userà le TIC non come un settore prioritario, ma piuttosto come uno strumento per realizzare gli obiettivi intersettoriali della nuova politica comunitaria di sviluppo. Le TIC non devono essere considerate separatamente, ma in quanto parte di una strategia di sviluppo globale e nell'ambito del dialogo con i paesi beneficiari.