52001DC0539

Relazione della Commissione - Dodicesima relazione annuale sui Fondi strutturali (2000) /* COM/2001/0539 def. */


RELAZIONE DELLA COMMISSIONE - Dodicesima relazione annuale sui Fondi strutturali (2000)

La presente relazione è stata elaborata dalla Direzione generale Politica regionale della Commissione europea, in collaborazione con le Direzioni generali Occupazione e affari sociali, Agricoltura e Pesca nonché con il contributo delle Direzioni generali Affari economici e finanziari, Concorrenza, Energia e trasporti, Ambiente, Società dell'informazione, Mercato interno, Bilancio e dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode.

In seguito all'introduzione dell'euro il 1° gennaio 1999, gli importi che figurano nella presente relazione sono espressi in euro, anche se le operazioni sono antecedenti a tale data. Il simbolo « ¬ » utilizzato nella relazione si riferisce all'ecu per gli importi relativi al periodo fino al 31 dicembre 1998 e all'euro a partire dal 1° gennaio 1999.

INDICE

SINTESI GENERALE

CAPITOLO 1: EVENTI SALIENTI DEL 2000 NEL QUADRO DEL NUOVO PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2000-2006

1.1. Adozione dei rimanenti elenchi dell'obiettivo 2

1.2. Adozione dei QCS/DOCUP/PO per il periodo 2000-2006

1.3. Gli orientamenti per le iniziative comunitarie

1.4. I progetti di orientamenti per le azioni innovative

1.5. Chiusura dei vecchi programmi

CAPITOLO 2: ATTUAZIONE ED ESECUZIONE DEI PROGRAMMI NEGLI STATI MEMBRI

2.1. Panoramica generale

2.1.1. Attuazione degli obiettivi 1, 2 e 3

2.1.2. Attuazione delle iniziative comunitarie

2.1.3. Le azioni innovative e l'assistenza tecnica

2.1.4. La verifica ex ante dell'addizionalità

2.2. L'attuazione dei programmi negli Stati membri

2.2.1. BELGIO

2.2.2 DANIMARCA

2.2.3. GERMANIA

2.2.4. GRECIA

2.2.5. SPAGNA

2.2.6. FRANCIA

2.2.7. IRLANDA

2.2.8. ITALIA

2.2.9. LUSSEMBURGO

2.2.10. PAESI BASSI

2.2.11. AUSTRIA

2.2.12. PORTOGALLO

2.2.13. FINLANDIA

2.2.14. SVEZIA

2.2.15. REGNO UNITO

2.3. Coordinamento con gli oltri strumenti finanziari

2.3.1. Coordinamento con il Fondo di coesione

2.3.2. Coordinamento con la Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI)

2.3.3. Il contributo finanziario per le Reti transeuropee (RTE)

2.4. Coerenza con altre politiche comunitarie (ai sensi dell'articolo 12 del regolamento generale sui Fondi strutturali)

2.4.1. Fondi strutturali e politica in materia di occupazione

2.4.2. Fondi strutturali, politica di sviluppo rurale e politica della pesca

2.4.3. Fondi strutturali e politica in materia d'ambiente

2.4.4. Fondi strutturali e politica di concorrenza

2.4.5. Fondi strutturali e politica in materia di appalti pubblici

2.4.6. Fondi strutturali e politica in materia di pari opportunità tra donne e uomini

CAPITOLO 3: VALUTAZIONE E CONTROLLO FINANZIARIO

3.1. Valutazione ex ante dell'obiettivo 2

3.2. Valutazione finale del FSE (1994-1999)

3.3. Conferenza di Edimburgo sulla valutazione

3.4. Controlli effettuati

CAPITOLO 4: DIALOGO/INFORMAZIONE

4.1. Parlamento europeo

4.2. Comitati dei Fondi

4.3. Dialogo con il Comitato Economico e Sociale e il Comitato delle Regioni

4.4. Parti sociali

4.5. Informazione/Pubblicità

ALLEGATI FINANZIARI

Allegato 1: Esecuzione finanziaria 2000 per obiettivo

Allegato 2: Esecuzione finanziaria 2000 dell'assistenza tecnica

Allegato 3: Esecuzione di bilancio

SINTESI GENERALE

La presente relazione trova la sua ragion d'essere nel disposto dell'articolo 45, paragrafo 2, del regolamento generale (CE) n. 1260/1999 sui Fondi strutturali. Il suo scopo consiste nel presentare l'applicazione della regolamentazione sui Fondi strutturali nel corso del 2000 e, in particolare, il perseguimento degli obiettivi 1, 2 e 3 e delle Iniziative comunitarie.

Oltre alle parti corrispondenti alle esigenze regolamentari, la relazione esamina nel primo capitolo i principali eventi che hanno caratterizzato il 2000, in particolare l'adozione di documenti di programmazione e l'avvio dei primi interventi in loco.

L'anno 2000

L'attività dell'anno in esame nel campo della politica di coesione economica e sociale è dominata da due grandi temi:

1. L'adozione dei programmi per il periodo 2000-2006, e degli orientamenti per le Iniziative comunitarie e le azioni innovative

Come già avvenuto per gli ultimi preparativi attuati nel 1999 (cfr. la undicesima relazione annuale), in questo primo anno di esecuzione la Commissione è stata in grado di adottare molti documenti di programmazione (QCS/DOCUP/PO).

La situazione dei programmi dell'obiettivo 1 (regioni in ritardo di sviluppo) si rivela particolarmente soddisfacente, in quanto di tutti i 7 QCS e i 19 DOCUP solo un programma non è stato adottato (programma nazionale informatico francese). È stata adottata anche la metà dei programmi operativi derivanti dai quadri comunitari di sostegno (46 adottati nel 2000; 51 ancora da adottare nel 2001).

Per quanto riguarda l'obiettivo 2 (zone in riconversione economica), è stato possibile adottare solo i DOCUP relativi a Finlandia, Svezia e Danimarca, ossia 8 DOCUP nel complesso, in quanto la Commissione ha ricevuto la maggior parte dei piani solo all'inizio del 2000.

Nel corso del 2000 sono stati adottati i QCS/PO o i DOCUP di tutti gli Stati membri interessati dall'obiettivo 3 (risorse umane).

Nel 2000 sono stati adottati in totale 111 interventi (DOCUP e PO) a titolo degli obiettivi 1, 2 e 3.

Nel corso dell'anno la Commissione ha adottato gli orientamenti relativi alle quattro iniziative comunitarie: INTERREG III, URBAN II, EQUAL, LEADER+.

A titolo di esempio, INTERREG III comporta tre strumenti: cooperazione transfrontaliera; cooperazione transnazionale; cooperazione interregionale.

URBAN II è inteso alla rivitalizzazione di alcuni quartieri urbani in crisi.

L'iniziativa EQUAL mira alla parità di trattamento sul mercato del lavoro e alla promozione delle pari opportunità tra uomini e donne.

Al pari di LEADER I e II, anche LEADER+ interviene a favore dello sviluppo rurale.

Nel mese di luglio, la Commissione ha adottato il progetto di orientamenti in merito alle azioni innovative. Nel mese di gennaio 2001 è stata adottata la versione definitiva di detti orientamenti, a seguito degli emendamenti richiesti dal Parlamento europeo.

Dopo l'adozione dei documenti di programmazione a titolo degli obiettivi 1, 2 e 3, in questo primo anno è stato possibile avviare alcuni programmi. Pertanto, al 31 dicembre 2000 risultava impegnato il 13% degli stanziamenti globali e pagato il 5%. Questi tassi di esecuzione sono paragonabili a quelli registrati nel 1994, primo anno del precedente periodo di programmazione (1994-1999).

2. La chiusura dei vecchi programmi

Nel 2000 sono stati chiusi vari programmi dei periodi precedenti. Per gli interventi anteriori al 1989 il numero di programmi da chiudere si è pertanto ridotto, passando da 89 a 35. È stato compiuto uno sforzo particolare per quanto riguarda i programmi italiani, che erano i più numerosi da completare.

Nel corso dell'anno sono stati chiusi 73 programmi relativi al periodo 1989-1993, mentre 101 sono ancora da portare a termine. I programmi italiani e britannici hanno registrato progressi di particolare rilievo.

Nel 2000 è stata altresì avviata la fase di chiusura dei programmi dell'obiettivo 2 (1994-1996).

CAPITOLO 1: EVENTI SALIENTI DEL 2000 NEL QUADRO DEL NUOVO PERIODO DI PROGRAMMAZIONE 2000-2006

1.1. Adozione dei rimanenti elenchi dell'obiettivo 2

Dopo la fissazione dei massimali di popolazione ammissibile in data 1° luglio 1999, la Commissione aveva invitato gli Stati membri interessati a trasmettere entro il 31 agosto 1999 le corrispondenti proposte di zone ammissibili all'obiettivo 2. Le comunicazioni sono state inviate tra il 16 agosto 1999 e il 3 dicembre 1999.

Ne consegue che nel 1999 la Commissione aveva potuto adottare decisioni di massima su alcuni elenchi, in particolare per Finlandia, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito e Spagna. Nel 1999 la Commissione ha anche adottato una decisione definitiva per i primi cinque Stati membri succitati.

Il 18 gennaio 2000 la Commissione ha adottato le decisioni di massima sugli elenchi delle zone ammissibili all'obiettivo 2 per gli altri Stati membri interessati da tale obiettivo (Francia, Svezia, Austria, Lussemburgo), ad eccezione dell'Italia, per i cui elenchi la decisione di massima è stata adottata nel mese di luglio. Nel corso del primo trimestre 2000 la Commissione ha adottato le decisioni definitive sugli elenchi che erano ancora da approvare, ad esclusione di quelli dell'Italia (terzo trimestre).

1.2. Adozione dei QCS/DOCUP/PO per il periodo 2000-2006

Poiché la Commissione ha ricevuto la maggior parte dei piani a titolo dell'obiettivo 1 entro il 31 dicembre 1999, nel 2000 è stato possibile adottare tutti i QCS e i DOCUP, ad eccezione del programma nazionale informatico francese, adottato all'inizio del 2001. Per quanto riguarda i programmi operativi derivanti dai quadri comunitari di sostegno, gli Stati membri presentano situazioni differenti (cfr. tabella infra).

Per quanto riguarda l'obiettivo 2, gli elenchi delle zone ammissibili sono stati definiti meno celermente, e al 31 dicembre 1999 non era pervenuto alla Commissione alcun piano a titolo di questo obiettivo. Quasi tutti i piani sono stati trasmessi tra il 1° gennaio 2000 e il 30 aprile 2000. I DOCUP adottati nel 2000 si riferiscono solo a tre Stati membri rispetto ai dodici interessati dall'obiettivo 2 (Finlandia, Svezia, Danimarca). Per gli altri Stati membri, la maggior parte degli interventi a titolo dell'obiettivo 2 è stata adottata nel primo trimestre del 2001.

È opportuno notare che per quanto attiene alla programmazione dell'obiettivo 2 la Francia è il solo Stato membro che abbia deciso di integrare nel DOCUP le misure di sviluppo rurale (finanziate dal FEAOG-Garanzia, che non è un Fondo strutturale), mentre tutti gli altri Stati membri hanno inserito l'insieme delle misure di sviluppo rurale in un "piano di sviluppo rurale" specifico.

Va altresì notato che alcuni Stati membri hanno deciso di non integrare il FSE nella programmazione dell'obiettivo 2, e hanno preferito ricorrere al sostegno di tale Fondo nel quadro della programmazione dell'obiettivo 3 (cofinanziato esclusivamente dal FSE).

Nel corso del 2000 sono stati adottati i QCS/PO o DOCUP di tutti gli Stati membri interessati dall'obiettivo 3 (Portogallo, Grecia e Irlanda sono esclusi essendo completamente coperti dall'obiettivo 1 o dal sostegno transitorio di questo obiettivo), il che rappresenta un totale di 39 interventi (25 PO per Italia, Spagna e Regno Unito, nonché 14 DOCUP per gli altri Stati membri).

Per quanto riguarda gli interventi dello SFOP al di fuori dell'obiettivo 1, nel 2000 sono stati adottati nove DOCUP (Germania, Austria, Belgio, Danimarca, Spagna, Finlandia, Francia, Regno Unito, Svezia). Non sono interessati i tre paesi (Grecia, Irlanda e Portogallo) interamente coperti dall'obiettivo 1, o dal sostegno transitorio di questo obiettivo. I due DOCUP dell'Italia e dei Paesi Bassi devono ancora essere adottati. Non è previsto alcun intervento per quanto concerne il Lussemburgo.

Nel 2000 sono stati adottati in totale 111 interventi (DOCUP e PO) a titolo degli obiettivi 1, 2 e 3. Di questi, 64 riguardano l'obiettivo 1, ossia 18 DOCUP e 46 PO (la gran maggioranza dei PO italiani, portoghesi e tedeschi è stata adottata, mentre per la Grecia non era stato adottato alcun PO e per la Spagna restava ancora da adottare una parte rilevante). 8 DOCUP riguardano la programmazione a titolo dell'obiettivo 2, mentre 39 interventi l'obiettivo 3.

Interventi adottati nel 2000:

>SPAZIO PER TABELLA>

1.3. Gli orientamenti per le iniziative comunitarie

Il 28 aprile 2000 la Commissione ha adottato gli orientamenti per la nuova iniziativa comunitaria INTERREG III per il periodo 2000-2006, nonché la ripartizione finanziaria indicativa per Stato membro. La partecipazione totale del FESR per tutto il periodo di programmazione è pari a 4.875 milioni di euro (prezzi 1999).

L'iniziativa INTERREG è stata istituita nel 1990 allo scopo di promuovere la cooperazione transfrontaliera e aiutare le regioni situate lungo i confini interni ed esterni dell'Unione europea a risolvere i problemi riconducibili al loro isolamento. La nuova iniziativa INTERREG III per il periodo 2000-2006 estende il proprio campo d'azione sostenendo anche la cooperazione interregionale e transnazionale. INTERREG III si impernia quindi sugli interventi che riguardano tre livelli territoriali:

· Sezione A: la cooperazione transfrontaliera tra regioni di frontiera contigue ai fini della creazione di poli socioeconomici transfrontalieri mediante strategie di sviluppo territoriale.

· Sezione B: la cooperazione transnazionale tra autorità nazionali, regionali e locali ai fini della promozione di una maggiore integrazione tra ampi raggruppamenti di regioni. Sono previsti tredici programmi per l'Unione nel complesso.

· Sezione C: la cooperazione interregionale destinata a migliorare l'efficacia degli strumenti di sviluppo regionale, soprattutto mediante la creazione di reti destinate alle regioni e alle autorità pubbliche responsabili delle politiche regionali. Questo settore di intervento riguarda anche la cooperazione tra regioni non contigue.

URBAN II: a seguito del parere favorevole del Parlamento europeo, alla fine del mese di aprile 2000 la Commissione ha adottato gli orientamenti relativi alla nuova iniziativa comunitaria URBAN II per il periodo 2000-2006, che sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale C 141 del 19 maggio 2000.

EQUAL prende le mosse dalle iniziative comunitarie OCCUPAZIONE e ADAPT e si basa sugli insegnamenti tratti da questi programmi. Si distingue dal programma generale del Fondo sociale europeo, concentrandosi sull'esame di nuove modalità di attuazione delle priorità politiche e ponendo l'accento sul partenariato in un contesto di cooperazione transnazionale. I principi generali di EQUAL sono:

· Partenariato: comprende le autorità pubbliche (in particolare a livello nazionale e regionale), i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, le Commissioni per la parità, le comunità deputate all'istruzione e alla formazione, il settore del volontariato e quello associativo e le autorità di gestione dei vari paesi.

· Approccio tematico: esaminare nuovi modi di affrontare i problemi comuni a diversi tipi di discriminazione e disuguaglianza, anziché focalizzarsi su un gruppo specifico.

· Transnazionalità: lavorare in cooperazione con partenariati di altri Stati membri, trarre insegnamento dalle iniziative precedenti ed elaborare nuovi metodi e approcci per quanto riguarda la formazione e la creazione di posti di lavoro.

· Partecipazione attiva: i destinatari degli aiuti avranno la possibilità di partecipare alla definizione e alla valutazione delle attività proposte in loro favore.

· Innovazione: elaborare, tra l'altro, nuovi metodi di attuazione, nuovi sistemi o azioni innovative intesi a porre fine alle disuguaglianze individuate in relazioni fondamentali redatte, ad esempio, dall'unità "Protezione sociale e integrazione sociale".

· Diffusione e integrazione nelle politiche (mainstreaming): ispirare l'elaborazione di politiche a livello nazionale e comunitario.

La dotazione finanziaria assegnata a EQUAL è modesta, 2.847 milioni di euro. Ciononostante, restano indubbi il carattere strategico e l'elevata visibilità di EQUAL dovuti all'approccio innovativo e alla particolare attenzione riservata a programmi più "tradizionali" (integrazione nelle politiche (mainstreaming) - diffusione delle pratiche migliori).

LEADER+: il 14 aprile 2000 la Commissione ha approvato gli orientamenti per la nuova iniziativa comunitaria per lo sviluppo rurale denominata LEADER+ destinati agli Stati membri. Il contributo comunitario complessivo previsto per LEADER+ nel periodo 2000-2006 sarà di 2 020 milioni di euro, finanziati dal FEAOG-Orientamento.

Come indica il nome stesso, LEADER+ non si limiterà ad essere la semplice continuazione dell'attuale iniziativa LEADER II, ma sarà un'iniziativa più ambiziosa volta a incoraggiare e sostenere un elevato livello di qualità e strategie integrate di alto profilo ai fini dello sviluppo rurale locale, dando particolare risalto alla cooperazione e alla costituzione di reti tra zone rurali dell'Unione europea, che in linea di massima potranno tutte beneficiare di LEADER+.

I quattro temi prioritari proposti a livello europeo riguardano aspetti fondamentali dello sviluppo nell'Europa rurale: aumento della competitività dei prodotti e dei servizi rurali attraverso l'utilizzazione di nuove conoscenze e nuove tecnologie; miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali; promozione più adeguata dei prodotti locali agevolando, mediante un'azione collettiva, l'accesso ai mercati; valorizzazione e protezione delle risorse naturali e culturali.

1.4. I progetti di orientamenti per le azioni innovative

Ai sensi dell'articolo 22 del regolamento generale sui Fondi strutturali, il FESR può cofinanziare azioni innovative con un contributo non superiore allo 0,4% della sua dotazione annuale. Il 12 luglio 2000 la Commissione ha approvato i nuovi orientamenti per le azioni innovative del FESR, che riflettono la volontà espressa nel regolamento generale di garantire una maggiore efficacia nell'utilizzo dei Fondi strutturali principalmente attraverso le proposte di seguito specificate:

· un'impostazione per programma anziché un'impostazione per singoli progetti;

· una riduzione del numero di tematiche strategiche da 8 a 3;

· una più stretta collaborazione tra i responsabili delle azioni innovative e le autorità di gestione dei programmi degli obiettivi 1 e 2 ai quali partecipa il FESR;

· una gestione e un'attuazione decentrate a livello regionale.

Scopo principale dei nuovi programmi regionali di azioni innovative è di migliorare la qualità dei programmi degli obiettivi 1 e 2 per quanto riguarda le tre tematiche strategiche di seguito riportate:

· economia regionale fondata sulla conoscenza e sull'innovazione tecnologica: aiutare le regioni svantaggiate ad innalzare il loro livello tecnologico;

· eEuropaRegio: la società dell'informazione al servizio dello sviluppo regionale;

· identità regionale e sviluppo sostenibile: promuovere la coesione e la competitività regionale mediante l'impostazione integrata delle attività economiche, ambientali, culturali e sociali.

Nel quadro del nuovo sistema descritto negli orientamenti, tutte le regioni dell'Unione europea sono invitate a presentare una proposta di programma che contenga una strategia per promuovere l'innovazione nel contesto dello sviluppo regionale. La strategia deve essere definita da un partenariato di cui facciano parte tutti gli operatori regionali e si deve basare su un'analisi dei punti di forza e delle lacune specifiche della regione. I programmi regionali devono essere considerati un laboratorio che offre alle regioni l'opportunità di sperimentare nuove idee in modi che non sono sempre possibili nei programmi generali dei Fondi strutturali. Lo scopo deve essere tuttavia di trasferire i risultati positivi ai programmi operativi, nell'ambito dei quali possono essere riprodotti su scala più vasta. A tal fine è indispensabile una stretta cooperazione tra i responsabili delle azioni innovative e le autorità di gestione dei programmi degli obiettivi 1 e 2.

Contrariamente a quanto avveniva in passato, la Commissione non selezionerà più singoli progetti. Partendo dal presupposto che le regioni sono le più adatte a determinare ciò che è innovativo per loro, questo compito spetterà ai comitati direttivi regionali. I singoli progetti possono essere di ampia portata e includere studi, progetti pilota, elaborazione di piani strategici, costituzione di reti, e via dicendo. I progetti pilota devono essere rivolti alle PMI e alle microimprese.

La costituzione di reti riveste una considerevole importanza e le regioni che vi partecipano sono invitate a riservare all'uopo almeno l'1% e al massimo il 3% della loro dotazione finanziaria. Inoltre, la Commissione è disposta a cofinanziare un numero limitato di specifici programmi relativi alle reti che coinvolgano almeno cinque regioni di cinque Stati membri che intendono creare nuove reti per promuovere l'innovazione nel quadro delle tre tematiche succitate.

Dopo essere stati modificati dalla Commissione per tener conto delle raccomandazioni del FESR e della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo del Parlamento europeo, i progetti di orientamenti sono stati formalmente adottati dalla Commissione nel gennaio 2001. Si prevede che le prime proposte di programma verranno presentate entro la fine di maggio 2001. Ogni anno tra il 2001 e il 2005, la Commissione selezionerà programmi destinati a essere cofinanziati in base a una serie di criteri oggettivi con un accento particolare sulla qualità e sul carattere innovativo della proposta. Il contributo del FESR varierà da un minimo di 300.000 ¬ a un massimo di 3 milioni di euro per un periodo non superiore a due anni. Una volta avviati i programmi regionali, la Commissione organizzerà due concorsi per individuare i progetti o le azioni migliori che contribuiscono a promuovere l'innovazione nel contesto dello sviluppo regionale.

1.5. Chiusura dei vecchi programmi

Nel 2000 l'attività di chiusura di vecchi programmi è stata intensa. Uno schema definito all'inizio di marzo 2001 precisa il numero di programmi completati per ciascun periodo di programmazione. Ne emerge quanto di seguito riportato.

- Per quanto riguarda gli interventi anteriori al 1989, il numero di programmi da chiudere è stato ridotto da 89 (30 giugno 2000) a 35 (fine febbraio 2001). L'importo da liquidare è pari a 124 milioni di euro. Tra i fascicoli chiusi, va segnalata una notevole riduzione dei programmi italiani ancora aperti che costituivano la maggior parte dei programmi in attesa di totale chiusura (75 fascicoli italiani su 89 a metà 2000): alla fine del mese di febbraio i programmi italiani da chiudere erano solo 24.

- Per i programmi relativi al periodo 1989-1993, il numero di programmi chiusi da giugno 2000 si attesta a 73, per un importo totale pari a 516 milioni di euro. Alla fine del mese di febbraio 2001 i fascicoli ancora da chiudere erano 101, corrispondenti a un importo complessivo di 714 milioni di euro. Sono particolarmente positivi i progressi registrati dai programmi italiani (33 fascicoli chiusi) e britannici (26 fascicoli chiusi). Si prosegue in questa direzione e il primo semestre 2001 dovrebbe registrare la chiusura dei fascicoli spagnoli (17) e francesi (11).

- Come previsto, è iniziata la fase di chiusura dei programmi dell'obiettivo 2 (1994-1996), il cui totale iniziale era rappresentato da 65 fascicoli corrispondenti ad un importo di 759 milioni di euro. La chiusura dei fascicoli dell'obiettivo 2 del periodo di programmazione 1994-1996 che non pongono particolari difficoltà è prevista per la fine dell'estate 2001.

CAPITOLO 2: ATTUAZIONE ED ESECUZIONE DEI PROGRAMMI NEGLI STATI MEMBRI

2.1. Panoramica generale

Il presente capitolo tratta soltanto l'attuazione delle nuove programmazioni per il periodo 2000-2006. I programmi per il periodo 1994-1999 sono illustrati in breve alla sezione 2.2 del presente capitolo, nel caso in cui siano proseguiti registrando risultati degni di nota. Questa sezione riporta anche le azioni innovative, in quanto non sono oggetto di una ripartizione degli stanziamenti per Stato membro.

2.1.1. Attuazione degli obiettivi 1, 2 e 3

Il 2000 ha sancito la progressiva attuazione degli interventi per il periodo 2000-2006. È peraltro continuata l'esecuzione in loco della maggior parte dei programmi del periodo di programmazione 1994-1999.

Stanziamenti d'impegno dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006, in milioni di euro (prezzi 1999), al di fuori delle iniziative comunitarie e azioni innovative

>SPAZIO PER TABELLA>

(2) Inclusi gli stanziamenti di PEACE (2000-2004) (3) Inclusi gli stanziamenti del programma speciale per le zone costiere svedesi

Esecuzione degli stanziamenti per tutti gli obiettivi

Poiché nel 2000 sono stati adottati 115 interventi (PO e DOCUP), nel corso di questo primo anno del periodo di programmazione è stato possibile avviare in loco alcune azioni (cfr. sezione 2.2 per i dettagli sui singoli Stati membri). La maggior parte dei programmi ha peraltro beneficiato dell'ammissibilità retroattiva riguardo alle corrispondenti spese alla data del 1° gennaio 2000, secondo quanto disposto dal regolamento generale. Il modesto numero di programmi adottati a titolo dell'obiettivo 2 non ha tuttavia consentito di registrare nell'anno un tasso d'esecuzione globale che risultasse soddisfacente.

Per l'insieme degli obiettivi risulta quindi che è stato impegnato il 13% degli stanziamenti del periodo 2000-2006 e pagato il 5%, tassi di esecuzione, questi, paragonabili a quelli del 1994, anno di avvio del precedente periodo di programmazione 1994-1999. Nel 2001 l'esecuzione registrerà verosimilmente una notevole accelerazione, poiché è l'anno in cui vengono avviati in loco i programmi a titolo dell'obiettivo 2. I meccanismi dell'anticipo del 7% e dell'impegno annuale automatico consentono difatti di attuare le azioni in modo più agevole.

L'allegato 1 riporta l'esecuzione dei Fondi per Stato Membro e per Fondo (impegni e pagamenti effettuati rispetto agli stanziamenti totali assegnati).

L'allegato 3 illustra peraltro l'esecuzione finanziaria di bilancio (vale a dire gli impegni e i pagamenti effettuati rispetto alla dotazione disponibile per l'anno).

Dall'esecuzione del bilancio risulta che nel complesso è stato impegnato il 51,8% degli stanziamenti disponibili per il 2000, per l'insieme di obiettivi, iniziative comunitarie e azioni innovative. Il livello di assorbimento degli stanziamenti si è rivelato molto eterogeneo a seconda delle linee di bilancio: per l'obiettivo 3 è stato infatti utilizzato il 94,6% degli stanziamenti disponibili per l'anno, mentre per l'obiettivo 2 risulta solo il 4,6% (cfr. spiegazioni infra). Anche lo SFOP al di fuori dell'obiettivo 1 registra un elevato livello di esecuzione degli stanziamenti d'impegno disponibili. Per quanto riguarda gli stanziamenti di pagamento, si può osservare un andamento analogo, con un ottimo livello di assorbimento degli stanziamenti disponibili per l'obiettivo 3 e per lo SFOP al di fuori dell'obiettivo 1, un assorbimento modesto degli stanziamenti di pagamento per l'obiettivo 2, e nessun pagamento a titolo delle iniziative comunitarie. Dal momento che nel 2000 l'esecuzione degli stanziamenti non è stata completa, sarà necessario riportare alcuni di essi agli anni successivi.

Gli stanziamenti d'impegno riportati dal 2000 agli anni successivi

Poiché nel 2000 non è stato possibile adottare o attuare alcuni interventi, la Commissione ha proposto di procedere ad una riprogrammazione degli stanziamenti d'impegno del 2000 e di trasferire il corrispondente importo sugli anni 2002-2006, proposta che il Parlamento europeo ha approvato nel maggio 2001. Si tratta in totale di 6.152 milioni di euro in stanziamenti d'impegno ripartiti nel seguente modo: 3.589 milioni di euro per l'obiettivo 1, 864 milioni di euro per l'obiettivo 2, 4,5 milioni di euro per lo SFOP al di fuori dell'obiettivo 1 e 1.695 milioni di euro per le iniziative comunitarie. Il 2000 è il primo anno dell'attuazione del periodo di programmazione 2000-2006 ed è l'unico anno che consenta di procedere a questo tipo di trasferimento.

L'attuazione dell'obiettivo 1 (regioni in ritardo di sviluppo)

Nel 2000 sono stati adottati quasi tutti i DOCUP e tutti i QCS. Nel corso dell'anno è stato possibile adottare circa la metà dei programmi operativi derivanti dai quadri comunitari di sostegno (46 PO adottati e 51 ancora da adottare nel 2001). Tale situazione ha consentito di impegnare stanziamenti e di avviare numerose azioni in loco. Nel 2000 tutti gli Stati membri, fatta eccezione per la Grecia, hanno pertanto potuto attuare i rispettivi programmi. In termini di impegno degli stanziamenti, lo stato di avanzamento dei programmi si rivela molto omogeneo nei vari Stati membri. È opportuno tuttavia notare che l'Irlanda registra un tasso di impegno nettamente superiore alla media comunitaria (21% rispetto ad una media del 9%), riconducibile in particolare ad una preparazione più adeguata sotto il profilo del partenariato (istituzione e consultazione del comitato di sorveglianza), e all'esistenza di eventuali progetti ammissibili «di riserva», in attesa di cofinanziamento. In termini di pagamenti, le differenze sono più marcate: mentre la grande maggioranza degli Stati membri registra un tasso di pagamento di circa il 7%, che corrisponde all'anticipo erogato al momento dell'adozione del programma, tre Stati membri hanno accumulato un certo ritardo (Germania, Francia e soprattutto Spagna). Questo ritardo è imputabile in gran parte al fatto che i programmi sono stati adottati alla fine del 2000 (per alcuni si tratta di fine dicembre), il che non ha permesso di effettuare i rispettivi pagamenti nel corso dell'anno. I primi pagamenti sono stati eseguiti all'inizio del 2001. Il tasso medio di pagamento a titolo dell'obiettivo 1 è pertanto del 3,3%.

L'attuazione dell'obiettivo 2 (riconversione delle zone in difficoltà strutturale)

Nel 2000 è stato possibile adottare solo i DOCUP di tre Stati membri (Danimarca, Finlandia, Svezia). Ne consegue che solo questi Stati membri hanno potuto avviare i rispettivi programmi in loco. È tuttavia opportuno notare che i DOCUP svedesi dell'obiettivo 2 sono stati adottati alla fine del mese di dicembre 2000, e che pertanto nel corso di tale anno non ha potuto essere effettuato alcun pagamento. Danimarca e Finlandia registrano un tasso di pagamento del 7%, che corrisponde, come nel caso dell'obiettivo 1, all'anticipo erogato al momento dell'adozione dei programmi. Per quanto riguarda gli altri Stati membri, la Commissione ha adottato gran parte dei programmi nel primo trimestre 2001, il che consentirà un'attuazione in loco caratterizzata da un buon ritmo, e fa sperare che nel corso dell'anno le azioni registrino progressi soddisfacenti. Il tasso di impegno globale è pari al 15% per un tasso di pagamento del 4%.

L'attuazione dell'obiettivo 3

L'obiettivo 3 sostiene le azioni a favore delle risorse umane in tutte le zone al di fuori dell'obiettivo 1. Tre quarti circa del contributo totale del FSE nell'ambito dell'obiettivo 3 saranno assegnati ad appena 4 Stati membri: Germania, Francia, Italia, Regno Unito. Il diverso livello di sostegno del FSE negli Stati membri ha svolto un ruolo fondamentale per quanto riguarda i negoziati e il contenuto dei programmi. I programmi di portata più ampia sono solitamente inseriti nel quadro delle politiche attive a favore del mercato del lavoro esistenti, mentre i programmi più piccoli finanziati dal FSE tendono a concentrarsi in misura maggiore su una serie più limitata di attività (spesso) più innovative.

Nel corso del 2000 sono stati adottati vari documenti di programmazione a titolo dell'obiettivo 3, e pertanto in questo primo anno di programmazione è stato possibile avviare l'attuazione in loco. Tuttavia per i tre Stati membri che hanno optato per una programmazione attraverso un QCS strutturato in più programmi operativi (a differenza degli altri Stati Membri che hanno scelto una programmazione tramite DOCUP), nel 2000 sono stati adottati i QCS, ma per i rispettivi programmi si è dovuto attendere il 2001 (Spagna, Italia, Regno Unito). Tale situazione spiega il motivo per cui l'obiettivo 3 registri un tasso d'esecuzione più modesto rispetto agli obiettivi 1 e 2, in particolare a livello degli impegni: il tasso di impegno globale è quindi del 10% per un tasso di pagamento del 4,5%.

2.1.2. Attuazione delle iniziative comunitarie

INTERREG III

Dopo l'adozione degli orientamenti relativi a INTERREG III, gli Stati membri sono stati invitati a presentare proposte particolareggiate di programmi di iniziativa comunitaria entro sei mesi dalla data di pubblicazione della comunicazione definitiva nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee.

Verso la fine del 2000 alla Commissione sono pervenuti 46 programmi transfrontalieri (sezione A) e 7 programmi transnazionali (sezione B). I servizi della Commissione hanno avviato l'istruzione e i negoziati con le regioni interessate in merito a molti dei programmi in questione allo scopo di riuscire ad approvarli entro le scadenze più adeguate. L'attuazione concreta dei programmi sul campo è di conseguenza iniziata nel 2001.

URBAN II

Dopo la pubblicazione degli orientamenti relativi a URBAN II, la Commissione ha fornito la propria assistenza ai vari interlocutori in seno agli Stati membri nella preparazione dei nuovi programmi, fornendo in particolare un vademecum, consultabile sul server Internet di Inforegio a partire dal mese di settembre 2000.

Le domande che gli Stati membri hanno inviato alla Commissione riguardano un numero di centri urbani nettamente superiore rispetto ai 55 previsti inizialmente. La Commissione ha acconsentito a compiere uno sforzo particolare per accettare un totale di 70 città sostenute dal programma URBAN. Al 31 dicembre 2000 erano stati tuttavia presentati solo 28 programmi.

EQUAL

Gli orientamenti relativi ad EQUAL sono stati adottati il 14 aprile 2000 a Lisbona, durante la Presidenza portoghese dell'Unione europea. I progetti di programmi sono pervenuti nel mese di settembre 2000, data che ha sancito l'inizio dei negoziati tra la Commissione e gli Stati membri. Tali negoziati si sono svolti per tutto l'autunno e l'inverno e hanno registrato risultati positivi a partire da marzo 2001, con l'adozione di 17 programmi (il Belgio ha presentato due programmi distinti: uno relativo alla parte francofona e germanofona e uno per la parte di lingua olandese; l'Irlanda del Nord ha un programma specifico nell'ambito del Regno Unito).

LEADER+

L'iniziativa comunitaria LEADER+ sarà attuata tramite 73 programmi, di cui 12 a livello nazionale e 61 a livello regionale, approvati nel corso del primo semestre 2001.

2.1.3. Le azioni innovative e l'assistenza tecnica

Le azioni innovative

Nel 2000 non è stato avviato alcun nuovo progetto o azione innovativa. Parallelamente all'elaborazione dei nuovi orientamenti per il periodo 2000-2006, sono proseguite l'attuazione e il completamento dei «vecchi» progetti approvati nel periodo 1994-1999. All'inizio del 2000, erano in fase di svolgimento 295 dei 329 progetti originari. Alla fine del 2000 questo numero era sceso a 252: molti di questi programmi saranno chiusi nel 2001, i restanti nel 2002.

Gli eventi di particolare interesse che nel 2000 hanno riguardato questi progetti sono stati i seguenti:

· Dopo 10 anni, su iniziativa della Commissione ha avuto luogo nel dicembre 2000 a Palermo, Sicilia, l'EUROPARTENARIATO finale. D'ora innanzi, questo tipo di eventi può essere organizzato dalle regioni nel contesto dei programmi degli obiettivi 1 e 2.

· Nel giugno 2000 si è svolto a Madrid un seminario per le regioni che partecipano alle RIS/RTT (tecnologia dell'informazione), cui hanno preso parte oltre 200 rappresentanti di quasi 100 regioni europee, compresi i paesi candidati all'adesione. Il seminario ha offerto un'opportunità per uno scambio di buone pratiche e per un ulteriore sviluppo della cooperazione interregionale nel settore della promozione dell'innovazione.

· RINNO (assistenza tecnica per lo sviluppo di una base di dati sulle misure di politica regionale d'innovazione) è un progetto congiunto DG "Politica regionale" e DG "Imprese" del valore di 1 milione di euro, avviato nel gennaio 2000, che durerà 2 anni. RINNO costituisce per le regioni una banca dati centrale che consentirà di ottenere informazioni sulle misure inerenti alle buone pratiche e su ciò che gli altri fanno nel settore della promozione dell'innovazione (tecnologica), con particolare riguardo alle PMI.

· Nel 2000 è proseguita in 30 regioni l'attuazione dei piani d'azione delle strategie d'innovazione regionale (RIS) e 6 progetti RTT di trasferimento di tecnologie basati sulla cooperazione interregionale sono giunti agli ultimi stadi della fase di attuazione.

· Iniziative RISI 1/RISI 2/RISI+ (Regional Information Society Initiative - Iniziativa regionale della società dell'informazione): nel 2000 sono stati portati a termine 6 progetti; 22 sono ancora in fase di svolgimento. Di questi, 13 progetti RISI+ hanno aiutato le regioni a integrare i risultati dei progetti pilota nei programmi generali degli obiettivi 1 e 2. Nel luglio 2000 si è tenuta a Sovia, Spagna, una conferenza cui hanno partecipato circa 50 regioni. L'obiettivo era di rendere note alle regioni modalità di sviluppo di una società dell'informazione su scala più vasta. Queste azioni sono finanziate dal FESR o dal FSE.

· ECOS-OUVERTURE (cooperazione interregionale con paesi terzi): nel gennaio 2000 si è svolto a Bruxelles un seminario per le regioni che partecipano al programma. Attualmente tutti i 63 progetti sono in fase di svolgimento.

· Nel luglio 2000 si è tenuto a Napoli un seminario sui patti territoriali per l'occupazione, cui hanno preso parte 400 persone. Sono stati discussi esempi di esperienze di patti territoriali per l'occupazione che erano stati integrati nei programmi generali. I finanziamenti per l'assistenza tecnica per i patti previsti dall'articolo 10 del FESR avranno termine al più tardi nel dicembre 2001. Alcuni patti si sono già assicurati una continuazione delle azioni svolte nel loro ambito nei nuovi DOCUP e programmi operativi per il periodo 2000-2006.

· CULTURA 2000: la maggior parte dei 37 progetti è stata ormai portata a termine. Tuttavia, 3 progetti devono ancora trasmettere la rispettiva relazione finale e sono necessarie informazioni complementari in merito ad altri 11 progetti. Uno dei progetti proseguirà fino alla metà del 2001.

Una valutazione dei progetti del periodo 1994-1999 effettuata nel 1999 ha evidenziato che essi avevano in gran parte conseguito buoni risultati. Un metro di paragone per valutare il loro successo è costituito altresì dal fatto che questi tipi di attività costituiscono ormai parte integrante dei programmi generali. Ciò ha consentito alla Commissione di avviare una nuova generazione di azioni innovative basate sull'approccio strategico utilizzato per le RIS e le RISI, che è imperniato sulle richieste della nuova economia.

Per quanto riguarda il settore delle risorse umane (articolo 6 del regolamento del FSE), è opportuno citare i progressi compiuti nel 2000.

· Nuove fonti di occupazione: nel dicembre 2000 era stata portata a termine la maggior parte dei progetti originariamente selezionati nel 1996 e nel 1997. Tenuto conto della stretta analogia di contenuto rispetto all'azione pilota "Terzo sistema e occupazione", una selezione dei progetti ha avuto luogo nel quadro del processo di capitalizzazione avviato per i progetti relativi al Terzo sistema. I risultati di questa operazione sono stati finora di carattere settoriale (ad esempio cultura o servizi zonali), orizzontale (ad esempio, creazione di posti di lavoro, nuove tecnologie dell'informazione) o strumentale (strumenti di sviluppo e finanziamenti).

All'inizio del 2000, la Commissione ha pubblicato una guida ai progetti contenente descrizioni e dati di contatto degli 82 progetti finanziati nel contesto degli inviti del 1996 e 1997. La guida è stata distribuita a numerose organizzazioni, fra cui le Missioni FSE negli Stati membri.

· Capitale sociale locale: i 30 progetti previsti in 12 Stati membri nel quadro dell'azione pilota "Capitale sociale locale" sono iniziati il 1° settembre 1999. L'azione pilota consentirà di individuare le buone pratiche nell'attuazione delle disposizioni dell'articolo 4, paragrafo 2 del nuovo regolamento FSE in merito ai programmi degli obiettivi 1 e 3. Gli organismi intermediari per il capitale sociale locale sono organismi senza scopo di lucro che forniscono sostegno sia finanziario che tecnico per microprogetti intesi al ripristino della coesione sociale, al rafforzamento delle reti locali e dei gruppi attivi nel settore dell'inserimento sociale delle persone e all'avviamento di microimprese e di cooperative.

Dall'8 all'11 luglio 2000 si è svolto in Belgio un seminario cui hanno partecipato rappresentanti di tutti gli organismi intermediari, i valutatori esterni e la Commissione europea. Si è incentrato su specifiche questioni pratiche quali la selezione e il controllo di microprogetti e la gestione di partenariati, basandosi sui dibattiti avviati in merito al forum di discussione elettronico CIRCA. Il seminario ha altresì fornito ai promotori di progetti l'occasione per incontrarsi e scambiarsi informazioni ed esperienze.

Nel novembre 2000 i valutatori esterni responsabili della valutazione intermedia ed ex post dell'azione pilota nel suo complesso hanno presentato la relazione relativa al primo anno di attività, la quale concludeva che in generale l'azione è ormai pienamente consolidata e operativa (compresi i sistemi di gestione finanziaria) e dispone di un numero considerevole di microprogetti e di partenariati locali che funzionano in modo adeguato. La relazione è stata presentata al Comitato del Fondo sociale europeo in occasione della sua riunione del 15 dicembre 2000.

· Mobilità del lavoro: per promuovere l'innovazione ai fini del conseguimento degli obiettivi del piano di azione per la libera circolazione dei lavoratori (COM(97)586), è stato fornito il contributo del FSE a 13 progetti legati a trasformazioni e ristrutturazioni industriali e incentrati sull'impatto degli ostacoli alla libertà di circolazione e/o sul sostegno della mobilità geografica e occupazionale. Questi progetti sono attualmente nelle fasi finali di attuazione.

· Dialogo sociale interprofessionale e settoriale: in seguito a un invito a presentare proposte rivolto all'inizio del 1999 alle organizzazioni delle parti sociali europee, viene fornito sostegno a 9 progetti nei settori delle nuove forme di organizzazione del lavoro, delle nuove metodologie di formazione e delle nuove forme di dialogo.

L'assistenza tecnica

Oltre alle misure di assistenza tecnica finanziate nell'ambito dei QCS e degli interventi (PO e DOCUP), la Commissione può intraprendere operazioni di assistenza tecnica d'interesse comunitario al fine di rispondere ad esigenze specifiche che accompagnano l'attuazione dei Fondi strutturali. Ci si trova pertanto in una situazione in cui la Commissione deve affrontare compiti che non può realizzare senza ricorrere ad esperti esterni. Gli aiuti possono assumere la forma di contratti o di sovvenzioni.

Questa assistenza tecnica fornita su iniziativa della Commissione per il periodo di programmazione 2000-2006 è definita all'articolo 23 del regolamento generale sui Fondi strutturali. Il regolamento fissa inoltre l'importo massimo da destinare all'assistenza tecnica, pari allo 0,25% della dotazione annuale di ciascun Fondo.

Per il 2000, l'esecuzione finanziaria delle azioni di assistenza tecnica a livello comunitario si presenta come riportato di seguito (in milioni di euro):

>SPAZIO PER TABELLA>

L'allegato 2 riporta i tipi di misure e i corrispondenti importi impegnati.

All'inizio dell'esercizio la Direzione generale della politica regionale, responsabile della gestione del FESR, presenta le previsioni di assorbimento da attuare nel corso dell'anno al comitato per lo sviluppo e la riconversione delle regioni (che riunisce i rappresentanti degli Stati membri) al fine di ottenerne il parere, secondo quanto previsto all'articolo 48, paragrafo 3, lettera c), del regolamento.

2.1.4. La verifica ex ante dell'addizionalità

Dal 1989 la regolamentazione dei Fondi strutturali prevede l'applicazione del principio di addizionalità, che impone agli Stati membri di mantenere le spese strutturali nazionali (al di fuori del contributo dell'Unione europea) in termini reali almeno allo stesso livello del periodo di programmazione precedente. Le spese strutturali pubbliche comprendono le spese cofinanziate dai programmi dei Fondi strutturali e quelle che avrebbero potuto esserlo in ragione della loro ammissibilità.

Per il periodo 2000-2006, il processo di valutazione dell'addizionalità è stato semplificato. Invece della verifica annuale precedente ne sono previste tre: una verifica ex ante, una verifica intermedia (2003) e una verifica prima della fine del 2005. Inoltre, il livello di spese da mantenere nel periodo 2000-2006 rispetto al periodo 1994-1999 tiene conto delle condizioni macroeconomiche generali prevalenti in ciascuno Stato membro, nonché di talune situazioni specifiche quali privatizzazioni, livelli straordinari dello sforzo pubblico a finalità strutturale durante il periodo precedente ed eventuali riduzioni del contributo dei Fondi strutturali nel periodo 2000-2006 rispetto al periodo 1994-1999.

L'addizionalità si intende verificata:

- quando al momento della verifica ex ante, e fatta eccezione per certuni casi menzionati all'articolo 11 del regolamento generale sui Fondi strutturali, le spese medie annuali previste per il periodo 2000-2006 hanno raggiunto almeno l'importo delle spese medie annuali del periodo di programmazione precedente;

- quando al momento della verifica a fine 2003 le spese medie annuali per il periodo 2000-2002 hanno raggiunto almeno il livello medio delle spese per il periodo 2000-2006 stabilite nell'ambito della verifica ex ante;

- quando in fase di verifica a fine 2005 le spese medie annuali per il periodo 2000-2004 hanno raggiunto almeno il livello medio delle spese per il periodo 2000-2006 stabilite nell'ambito della verifica ex ante o oggetto di una revisione intermedia.

Lo Stato membro deve soddisfare questa condizione riguardo alle spese globali relative alle regioni cui si applica l'obiettivo 1. Per quanto attiene agli obiettivi 2 e 3 si prendono in considerazione le spese effettuate a livello nazionale.

Nesso tra programmazione e addizionalità

L'addizionalità è collegata alla programmazione e alle varie fasi di valutazione cui sono sottoposti i programmi dei Fondi strutturali, ossia verifica ex ante, intermedia e finale, e pertanto è legata alle diverse decisioni della Commissione al momento della programmazione, e in particolare a quanto di seguito riportato.

- In applicazione dell'articolo 11 del regolamento generale, la Commissione non approva il QCS/DOCUP nella misura in cui non si è proceduto alla verifica ex ante dell'addizionalità.

- Nei QCS/DOCUP la Commissione ha introdotto una clausola che esclude l'approvazione da parte della Commissione stessa della riprogrammazione intermedia qualora lo Stato membro interessato non abbia trasmesso a fine 2003 i dati pertinenti necessari per procedere alla verifica intermedia dell'addizionalità. In questi casi eccezionali e giustificati e allo scopo di evitare di accumulare un eccessivo ritardo nel processo di programmazione, la Commissione può introdurre nella decisione relativa alla verifica intermedia una clausola che preveda di sospendere nuovi impegni fino al momento in cui non siano pervenute tutte le informazioni relative alla verifica intermedia dell'addizionalità.

- A fine 2005, qualora la Commissione constati, sulla base delle informazioni di cui dispone, che uno Stato membro non rispetta effettivamente il principio di addizionalità (non si tratta più della trasmissione di informazioni, bensì del mancato mantenimento del livello di spese), potrebbe essere prevista una riduzione degli stanziamenti dei Fondi strutturali a favore di quello Stato membro per il periodo successivo.

Verifica ex ante 2000-2006

Prima di approvare qualsiasi programma degli Stati membri per il nuovo periodo, doveva essere completata la verifica dell'addizionalità. Questa operazione è stata effettuata separatamente per le regioni dell'obiettivo 1, da un lato, e per gli obiettivi 2 e 3 considerati complessivamente, dall'altro lato, per i quali la metodologia di verifica ha subito un cambiamento radicale rispetto al periodo di programmazione precedente.

Obiettivo 1

Per quanto riguarda l'obiettivo 1, il regolamento stabilisce la necessità di determinare il livello delle spese pubbliche o assimilabili, a finalità strutturale, che lo Stato membro deve conservare nell'insieme delle sue regioni cui si applica detto obiettivo 1. In generale, tale livello deve essere almeno pari, in termini reali, all'importo speso nel periodo precedente. I risultati principali di questi calcoli, forniti dagli Stati membri ed esaminati dalla Commissione, sono indicati nella tabella di seguito riportata.

Nell'interpretare la tabella risulta difficile effettuare una comparazione tra Stati membri, se non altro a causa delle differenze in termini di dimensioni della popolazione e di economie delle regioni dell'obiettivo 1 nei vari Stati membri. Inoltre, le diverse condizioni istituzionali esistenti in ciascuno Stato membro richiedono metodologie e ipotesi specifiche al fine di mantenere i costi amministrativi della verifica dell'addizionalità entro limiti ragionevoli. Per questo motivo, quando sono state definite le metodologie è stata attribuita maggiore importanza alla comparabilità dei dati nel tempo in uno Stato membro anziché a una comparabilità complessiva tra Stati membri.

I dati fondamentali sono quelli riportati nella colonna riferita al periodo 2000-2006, che indicano il livello delle spese medie annuali che gli Stati membri devono raggiungere e che sarà verificato prima della fine del 2003 e nuovamente prima della fine del 2005. Le spese del periodo 1994-1999 hanno fornito qualche utile indicazione per determinare il livello per il periodo 2000-2006 anche se, a causa dei termini previsti per la verifica ex ante, che per la maggior parte degli Stati membri si doveva concludere alla fine del 1999 o all'inizio del 2000, molte cifre relative al 1998 e 1999 erano ancora provvisorie. Quando si confrontano le variazioni percentuali tra i periodi 1994-1999 e 2000-2006, si deve tener presente quanto segue:

- La Commissione ha ritenuto la riduzione del 10% delle spese della Germania conforme ai requisiti dell'addizionalità. Il regolamento prevede infatti che, quando si determina ex ante il livello delle spese da raggiungere durante il periodo, "si deve tener conto di situazioni economiche specifiche, quali (...) il livello straordinario dello sforzo pubblico a finalità strutturale o assimilabile dello Stato membro durante il precedente periodo di programmazione". Una situazione del genere si è chiaramente verificata nel caso della Germania in seguito all'unificazione.

- Negli Stati membri beneficiari del Fondo di coesione sono stati registrati aumenti considerevoli derivanti dai requisiti di cofinanziamento e dagli sforzi necessari per ridurre ulteriormente i divari in termini di capitale fisico e umano rispetto al resto dell'Unione europea. Nel caso specifico dell'Irlanda, l'aumento previsto di quasi il 100% è riconducibile a un piano di sviluppo nazionale molto ambizioso inteso a ridurre gli ostacoli allo sviluppo al fine di consentire il mantenimento di un elevato ritmo di crescita.

- In Italia, l'aumento del 20% delle spese deve essere considerato in rapporto al livello delle spese inferiore alle previsioni del periodo 1994-1999, e si basa sull'impegno assunto dal governo di aumentare le spese in conto capitale allo scopo di stimolare lo sviluppo economico del Mezzogiorno.

- Nei restanti paesi, i problemi economici e sociali nelle regioni dell'obiettivo 1 sono meno marcati e non giustificano necessariamente aumenti considerevoli da un periodo all'altro.

Tabella: media annuale della spesa pubblica a finalità strutturale o assimilabile nelle regioni dell'obiettivo 1 e nelle regioni oggetto di eliminazione progressiva degli aiuti a titolo dell'obiettivo 1 (in milioni di euro, prezzi 1999)

>SPAZIO PER TABELLA>

Gli obiettivi 2 e 3 considerati complessivamente

Gli Stati membri devono stabilire il livello delle spese nazionali da destinare alla politica attiva a favore del mercato del lavoro e, se del caso (e dietro giustificazione dello Stato membro), altre spese necessarie per conseguire i risultati perseguiti dagli obiettivi 2 e 3. Ne consegue che

- gli obiettivi 2 e 3 sono oggetto di una sola verifica realizzata sulla base degli stessi dati;

- le spese riguardano l'insieme del territorio dello Stato, comprese quelle delle regioni cui si applica l'obiettivo 1; si tratta quindi di dati che derivano direttamente da statistiche condotte a livello nazionale.

Per favorire lo sviluppo di un'analisi comparativa trasparente per quanto attiene alla spesa pubblica, la Commissione ha incoraggiato gli Stati membri a tener conto dei dati sulle politiche attive a favore del mercato del lavoro raccolti dall'OCSE. Da più di dieci anni l'OCSE produce una serie di dati annuale sulle spese relative a tali politiche negli Stati membri. I dati sono riconosciuti a livello internazionale, hanno una comprovata attendibilità e gli stessi Stati membri forniscono i dati secondo definizioni comuni. La maggior parte degli Stati membri ha deciso di adottare i dati come punto di partenza per le discussioni sull'evoluzione delle spese per facilitare la valutazione dell'addizionalità.

Tuttavia, nel promuovere l'utilizzo di una serie di dati comune lo scopo non era di avere un rigido sistema di valutazione dell'addizionalità. Nel caso in cui gli Stati membri abbiano fornito una prova convincente del fatto che i dati non riflettevano appieno i programmi a favore del mercato del lavoro (Svezia) o i mutamenti tendenziali della situazione economica (Finlandia), le tabelle relative all'addizionalità sono state modificate per tener conto di questi fattori. Durante il periodo di programmazione, l'utilizzo dei dati dell'OCSE costituirà un prezioso parametro di riferimento per valutare l'aderenza degli Stati membri al principio di addizionalità nei programmi dei Fondi strutturali nel quadro degli obiettivi 2 e 3.

2.2. L'attuazione dei programmi negli Stati membri

2.2.1. BELGIO

Periodo 1994-1999

Il bilancio finale degli impegni del DOCUP dell'obiettivo 1 per l'Hainaut, chiuso a fine 1999, indica un tasso di impegno superiore al 98%. I principali beneficiari dei Fondi strutturali sono state le misure di aiuto diretto alle imprese (aiuti agli investimenti e alla ricerca) e le misure di sostegno indirette (sistemazione di zone industriali). Sono continuati anche lo sviluppo e l'allestimento di centri di ricerca e di poli di eccellenza. Si può notare un risultato positivo per quanto riguarda il numero di posti di lavoro creati, considerato che la sola misura d'aiuto agli investimenti ha già portato alla creazione di 6692 posti rispetto ai 4800 inizialmente previsti. Secondo le valutazioni disponibili il risultato finale sarà verosimilmente di 12.000 posti di lavoro.

Sono proseguite le azioni volte alla modernizzazione dell'insegnamento, affiancate e soprattutto precedute da una formazione del personale insegnante sia sul versante delle nuove tecnologie sia su quello delle relative implicazioni sotto il profilo pedagogico. Il settore delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (NTIC) non è stato privilegiato solo in ambito scolastico, ma anche nelle azioni a favore delle persone in cerca di lavoro e dei dipendenti delle PMI. Questa misura ha portato alla creazione di nuove strutture quali il CEMI (Centro di eccellenza in manutenzione industriale), il Centro di tecnologie avanzate e CEQUAL.

Le azioni previste nel quadro del DOCUP dell'obiettivo 2 per la zona Mosa-Vesdre procedono. A metà giugno si contavano già 906 posti di lavoro creati e 63 progetti di ricerca sostenuti. I lavori della maggior parte dei progetti di infrastrutture (sistemazione degli accessi, infrastrutture di accoglienza, di R&S, progetti turistici, recupero di siti) sono in fase di svolgimento o sono terminati. Nel quadro del DOCUP di Aubange è stata avviata la costruzione del centro di servizi telematici nella zona di attività del «Point Triple» (zona delle tre frontiere Belgio/Francia/Lussemburgo) e proseguono i progetti di sviluppo economico.

Nelle Fiandre, dopo l'adozione delle ultime decisioni di modifica nel 1999, tutti i fondi disponibili sono stati impegnati. Il ritmo dei pagamenti indica che i due programmi dell'obiettivo 2 procedono come previsto. Per entrambe le zone (Limburgo e Turnhout), i programmi sono incentrati sulla promozione del settore dei servizi, in particolare i servizi che dovrebbero consentire di creare ulteriori posti di lavoro per le donne.

In materia di risorse umane, le misure di formazione di breve durata per i lavoratori e le persone in cerca di lavoro e le misure di formazione nel settore delle nuove tecnologie hanno registrato un autentico successo. Le azioni integrate del FSE/FESR riguardanti il potenziamento dei centri di ricerca sono state coronate da risultati soddisfacenti. Le misure a favore dello sviluppo dell'economia sociale sono state avviate concretamente solo nel 2000 e fanno presumere il conseguimento di un risultato positivo anche se molto inferiore agli obiettivi sperati.

Obiettivo 3: nelle Fiandre le risorse disponibili sono state impiegate soprattutto per azioni a favore dei disoccupati di lunga durata, degli ex detenuti, degli immigrati, dei disabili e di coloro che abbandonano prematuramente gli studi.

Nell'ambito della comunità francese (Vallonia e Bruxelles) l'attuazione dei dispositivi del percorso d'inserimento ha prodotto i suoi risultati. I «forum per la formazione» svolgono appieno il loro ruolo di strumenti d'informazione e di consulenza volti ad assicurare la trasparenza dell'offerta e la diffusione delle informazioni a favore delle persone e degli operatori locali.

A Bruxelles, la maggior parte delle risorse del programma dell'obiettivo 3 è stata utilizzata per la definizione di misure di sostegno e di accompagnamento e lo sviluppo di centri di promozione per gli aiuti sociali (missioni locali).

Obiettivo 4: nelle Fiandre sono stati compiuti ulteriori sforzi nel settore della formazione. I fondi settoriali hanno incaricato alcuni consulenti di svolgere un lavoro di promozione e definizione di potenziali fascicoli di formazione presso le imprese. Nel 2000 queste idee sono state concretizzate e trasferite in progetti di formazione.

A fine 2000 la dotazione destinata alla comunità francese è stata quasi del tutto utilizzata, nonostante gli inizi non privi di difficoltà. L'Osservatorio vallone per l'occupazione, la cui creazione è iniziata a titolo dell'obiettivo 4, realizza studi e svolge indagini nei settori dell'adeguamento/della riconversione, nei nuovi settori e nel settore non commerciale. Sono proseguite le varie misure a favore delle PMI e delle MI (microimprese), in particolare il progetto PLATO che combina un programma di formazione alla gestione per PMI con l'assistenza (tutoraggio) di quadri di grandi imprese allo scopo di perfezionare i dirigenti di PMI nella gestione della loro impresa, consentendo lo scambio di esperienze e di know-how.

Periodo 2000-2006

Il 15 maggio 2000 la Commissione ha approvato il DOCUP dell'obiettivo 1 per l'Hainaut (in sostegno transitorio). Il contributo dei Fondi strutturali comunitari è pari a 645 milioni di euro.

Le sei priorità prese in considerazione sono rispettivamente:

· orientare la crescita sviluppando la base produttiva,

· sviluppare e valorizzare il potenziale dell'Hainaut in materia di ricerca e d'innovazione tecnologica,

· valorizzare il potenziale nei settori dell'agricoltura, della silvicoltura, dell'acquacoltura e dell'ambiente rurale,

· accrescere l'attrattiva rinnovando e promuovendo l'immagine,

· prevenire la disoccupazione, e

· promuovere una manodopera competente e migliorare il reinserimento professionale.

Una task force, cui è stato affidato l'incarico di esaminare se i progetti presentati dagli operatori sono adeguati alle priorità del DOCUP, ha iniziato a svolgere l'analisi richiesta e nei primi mesi del 2001 ne comunicherà i risultati al governo vallone che procederà a selezionare i progetti che beneficeranno del sostegno dei Fondi strutturali.

La Commissione ha ricevuto la notifica dei progetti del DOCUP relativi all'obiettivo 2 per il bacino Mosa-Vesdre (contributo del FESR e del FSE pari a 158 milioni di euro) e per la zona rurale di Dinant-Philippeville (contributo del FESR e del FSE di 58 milioni di euro) che nel luglio 2000 sono stati considerati ricevibili. Il secondo semestre del 2000 è stato dedicato ai negoziati su questi due DOCUP.

Lo stesso dicasi del DOCUP relativo all'obiettivo 2 per la regione di Bruxelles-Capitale (contributo del FESR pari a 43 milioni di euro), notificato alla Commissione e considerato ricevibile nel maggio 2000.

Le Fiandre hanno proposto quattro programmi a titolo dell'obiettivo 2, ognuno dei quali comprende anche una componente di eliminazione progressiva degli aiuti per quanto riguarda Limburgo, Anversa, Fiandre occidentali e Fiandre orientali. La dotazione totale destinata a questi programmi (FESR e FSE) è di 148,2 milioni di euro per le zone del nuovo obiettivo 2 e di 38,2 milioni di euro per le zone oggetto di eliminazione progressiva degli aiuti. I programmi sono incentrati su quanto segue: sviluppo del turismo, con particolare riguardo per il turismo rurale, aumento dell'attrattiva, per le imprese e gli abitanti potenziali, dei quartieri urbani industriali, riutilizzo di vecchi siti minerari e misure volte ad accrescere le opportunità per la forza lavoro locale. I negoziati sui quattro programmi stanno per essere completati e i programmi dovrebbero essere adottati nel corso dei mesi di aprile-maggio 2001.

In Belgio la Commissione ha adottato 5 programmi a titolo dell'obiettivo 3 a favore della formazione professionale e dell'occupazione per un importo complessivo di 737 milioni di euro, nonché un programma a titolo del sostegno transitorio relativo all'Hainaut con un intervento del FSE di 192 milioni di euro.

DOCUP Ministero federale dell'Occupazione e del Lavoro: 69,1 milioni di euro. La metà della dotazione sarà destinata a misure a favore del reinserimento nel mercato del lavoro di gruppi svantaggiati. Sono previste altre misure intese al consolidamento dell'occupazione e azioni a favore delle pari opportunità fra uomini e donne sul lavoro.

DOCUP Fiandre: 376,2 milioni di euro. La situazione del mercato del lavoro fiammingo è caratterizzata da una mancanza di manodopera qualificata, un modesto tasso d'occupazione dei lavoratori più anziani e da un elevato tasso di disoccupazione tra i giovani, le donne e gli immigrati.

DOCUP Vallonia/Bruxelles: 285,5 milioni di euro. La priorità continua ad essere la lotta contro la disoccupazione. Inoltre, l'esclusione sociale e professionale riguarda molte persone, sia uomini sia donne.

DOCUP Bruxelles-Capitale: 23,7 milioni di euro. Pur essendo il principale bacino occupazionale del paese, la regione registra il più elevato tasso di disoccupazione del Belgio. Le misure adottate sono intese all'inserimento socioprofessionale delle persone in cerca di un posto di lavoro.

DOCUP Comunità germanofona: 10,7 milioni di euro. L'aiuto è inteso a ridurre la disoccupazione di lunga durata, incoraggiare l'inserimento nel mercato del lavoro di gruppi svantaggiati, promuovere la formazione e l'istruzione, sviluppare l'adattabilità e l'imprenditorialità e, infine, rafforzare le pari opportunità tra uomini e donne.

DOCUP Hainaut: 191,9 milioni di euro. Queste risorse finanziarie saranno utilizzate soprattutto nel quadro dei due assi prioritari del FSE: approccio di tipo preventivo nei confronti del mercato del lavoro e miglioramento del reinserimento professionale e dell'integrazione sociale.

SFOP al di fuori dell'obiettivo 1: il programma adottato prevede una dotazione finanziaria di 35,3 milioni di euro destinata al settore della trasformazione del pesce e al rinnovo e all'ammodernamento della flotta di pesca.

2.2.2 DANIMARCA

Periodo 1994-1999

I programmi a titolo dell'obiettivo 2 per il Lolland e il Nordjylland per il periodo 1997-1999 sono giunti alla fase finale di attuazione.

Entrambi i programmi hanno ottenuto buoni risultati nel periodo 1997-1999 in termini di attuazione finanziaria e fisica: la creazione di posti di lavoro, ad esempio, ha superato gli obiettivi fissati. Inoltre, la domanda relativa a questi programmi è stata molto elevata e, di conseguenza, alla fine del 1999 sono risultati impegnati tutti i fondi disponibili.

Nel settore della pesca, nel corso del 2000 il programma ha continuato a procedere come previsto. La Commissione ha effettuato tutti i pagamenti destinati a questo programma, tranne quello finale, che viene erogato solo dopo la chiusura del programma.

Periodo 2000-2006

Il 9 novembre 2000 la Commissione ha adottato la decisione finale in merito al programma a titolo dell'obiettivo 2 per la Danimarca per il periodo 2000-2006. La dotazione totale del programma è pari a 617 milioni di euro, di cui 189 milioni di euro sono costituiti da risorse dell'Unione europea (di cui a loro volta 27 milioni di euro sono destinati alle regioni oggetto di eliminazione progressiva degli aiuti).

In generale la Commissione ha ritenuto la proposta di programma di elevata qualità, raccomandando tuttavia in modo particolare alcune modifiche per quanto attiene all'analisi SWOT e all'oggetto principale della strategia. Le autorità danesi hanno accettato queste modifiche adeguando il programma di conseguenza.

Il programma è volto a creare le condizioni favorevoli a una crescita indipendente nelle regioni della Danimarca con difficoltà strutturali. L'aspetto più importante da sottolineare è che il programma contribuirà - in un modo sostenibile dal punto di vista ambientale - a creare e salvaguardare più di 6.000 posti di lavoro, a ridurre il divario di reddito, a potenziare la capacità di innovazione delle piccole imprese nuove ed esistenti, nonché a fornire formazione per migliaia di persone favorendo un aumento del livello di istruzione (soprattutto quello delle donne).

Il programma prevede una combinazione di azioni nel quadro del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE), rispettivamente con il 71% e il 29% delle risorse comunitarie.

Per realizzare questo obiettivo sono state selezionate tre priorità, ossia: 1) Sviluppo della regione - concentrandosi sulle condizioni favorevoli alla crescita (infrastrutture, consulenza, studi, e così via), 2) Sviluppo delle imprese - per quanto riguarda principalmente le PMI (aiuti agli investimenti, consulenza, piani di sviluppo, e via dicendo) e 3) Sviluppo di competenze/risorse umane (più specificamente sviluppo di competenze nelle imprese, creazione di infrastrutture strategiche e ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse del FSE). Inoltre, vengono resi disponibili fondi per l'assistenza tecnica (sorveglianza, valutazione, campagne d'informazione, seminari, ecc.).

Il 6 marzo 2001 si è svolta la prima riunione del comitato di sorveglianza per i programmi dell'obiettivo 2, nel corso della quale è stato presentato il complemento di programmazione.

Obiettivo 3: nel 2000 la Commissione ha approvato un programma volto a sostenere l'istruzione, la formazione e l'occupazione in Danimarca per i prossimi sette anni per un importo di 379 milioni di euro.

Il programma fissa cinque priorità, che riflettono gli obiettivi del piano di azione nazionale per l'occupazione 1999 del paese:

· rafforzare le politiche attive a favore del mercato del lavoro allo scopo di prevenire la disoccupazione di lunga durata e migliorare le strutture del mercato del lavoro;

· promuovere le pari opportunità per tutti nell'accesso al mercato del lavoro;

· sviluppare competenze e formazione;

· stimolare l'imprenditorialità e lo spirito innovativo;

· riservare un ulteriore importo pari al 3% della dotazione finanziaria (12 milioni di euro) da destinare all'assistenza tecnica necessaria per la gestione, l'attuazione e la valutazione dei risultati del programma.

La dotazione complessiva del programma danese è di 758 milioni di euro, di cui 285 milioni di euro provenienti dal settore pubblico, 379 milioni di euro dall'Unione europea e 94 milioni di euro da altre fonti.

Il coordinamento, la gestione e la sorveglianza quotidiani del DOCUP spettano alla Direzione del mercato del lavoro del ministero del Lavoro. All'attuazione delle misure e dei progetti prenderanno parte anche i comitati regionali del Fondo sociale europeo delle contee. Il comitato di sorveglianza sarà composto da rappresentanti dei ministeri competenti, della Commissione europea, dell'associazione dei consigli di contea, dell'associazione dei consigli locali, delle parti sociali e di altri gruppi di interesse pertinenti.

Per quanto riguarda il programma relativo alla pesca, il contributo dello SFOP è di 205 milioni di euro. I settori principali su cui il programma è incentrato sono la trasformazione, le infrastrutture portuali e la flotta che deve essere ammodernata al fine di migliorare le condizioni di lavoro e la selettività degli attrezzi di pesca.

2.2.3. GERMANIA

Periodo 1994-1999

Alla fine del 1999 sono stati eseguiti gli ultimi impegni nel quadro del precedente periodo di programmazione 1994-1999. Nel corso del 2000 è proseguita l'attuazione degli ultimi progetti selezionati, il cui completamento è previsto per la fine del 2001. Sulla base delle spese sostenute nell'ambito dei vari programmi, la Commissione ha potuto impegnare i fondi complessivamente disponibili, ad eccezione di 2 programmi dell'obiettivo 5b (relativi al Saarland e alla Renania settentrionale-Vestaflia). Per tutte le iniziative comunitarie è stato possibile impegnare l'intera dotazione disponibile.

Per quanto riguarda i pagamenti a titolo del FESR effettuati dalla Commissione la situazione appare migliore per l'obiettivo 1, nel cui caso alla Germania è già stato pagato in media il 93% della dotazione del FESR disponibile. Per alcuni programmi dell'obiettivo 2 (periodo 1997-1999) e specifici programmi di iniziativa comunitaria l'avanzamento dei pagamenti effettuati dalla Commissione registra un certo ritardo e richiede ulteriore attenzione nel corso del 2001, che è l'ultimo anno di pagamento.

Periodo 2000-2006

Obiettivo 1: nel 2000 si sono conclusi i negoziati sul quadro comunitario di sostegno (QCS). A dieci anni dall'unificazione tedesca, i nuovi Länder stanno entrando in una fase critica del loro adeguamento strutturale, nel momento in cui il processo di recupero ha di fatto subito una battuta d'arresto. Destinando un pacchetto di aiuti rilevante ai nuovi Länder, l'Unione europea contribuirà a sviluppare e realizzare il potenziale disponibile al fine di superare i problemi economici e sociali esistenti in queste regioni. Il Bund e i Länder attueranno 9 programmi operativi (fra cui un programma di eliminazione progressiva degli aiuti relativo a Berlino Est) nell'ambito del quadro comunitario di sostegno per i nuovi Bundesländer e Berlino Est:

Un programma regionale multifondo per ogni Land, nel quale i contributi del FESR, del FSE e del FEAOG-Orientamento sono coordinati.

Tre programmi monofondo relativi a settori specifici per l'intera regione ammissibile: misure inerenti alle infrastrutture di trasporto d'importanza sovraregionale (FESR); programma federale di sviluppo per l'occupazione (FES); programma di ristrutturazione del settore della pesca (SFOP).

Il contributo totale dell'Unione europea è di 20,7 miliardi di euro. Il cambiamento principale rispetto al QCS precedente è costituito dallo spostamento (in termini relativi) dagli investimenti produttivi alle infrastrutture (con particolare riguardo non solo per le infrastrutture fondamentali, ma anche per quelle di R&S, scolastiche e urbane). Le massime priorità nell'ambio del QCS sono le infrastrutture (cui è destinato il 27,7% del contributo dei Fondi strutturali) e le risorse umane (27,1%), seguite da investimenti produttivi (19,3%), agricoltura/pesca (17%), ambiente (7,2%) e assistenza tecnica (1,8%).

Il QCS dovrebbe favorire la creazione e il mantenimento di 370.000 nuovi posti di lavoro e di posti di lavoro temporanei per un totale di 265.000 unità equivalenti a tempo pieno. Nell'ambito dei programmi sostenuti dal FSE verranno formate circa 1, 35 milioni di persone. Uno degli obiettivi principali delle misure relative alle risorse umane è di ridurre il numero di disoccupati di lunga durata (che attualmente rappresentano il 31% circa del numero totale di disoccupati).

Nel settore agricolo e dello sviluppo rurale, la priorità è attribuita agli investimenti nelle aziende agricole, alle misure forestali, al risanamento rurale, al rinnovo e allo sviluppo di villaggi, nonché alla tutela e alla conservazione del patrimonio rurale. Nei programmi il prepensionamento e l'ingegneria finanziaria rivestono un ruolo di secondaria importanza.

Per quanto attiene alla pesca, il programma è incentrato in particolare sugli investimenti nei porti di pesca.

Nell'ambito dei QCS approvati sono proseguiti i negoziati relativi ai vari programmi operativi, che si sono conclusi prima della fine del 2000 per tutti i programmi tranne due. I negoziati sul PO "Infrastrutture di trasporto" e sul PO "Risorse umane" erano rispettivamente terminati e quasi terminati prima della fine dell'anno. L'approvazione è avvenuta all'inizio del 2001.

Nel 2000 si è già svolta la prima riunione del comitato di sorveglianza per i nuovi programmi, in occasione della quale sono stati discussi le norme procedurali e i progetti di complementi di programmazione. Alla fine dell'anno è emersa la necessità di introdurre una prima modifica del QCS allo scopo di garantire la coerenza tra la tabella finanziaria del QCS e le tabelle finanziarie dei 9 programmi previsti in tale ambito.

Obiettivo 2: per il periodo di programmazione 2000-2006 la Germania ha diritto all'importo di 3.096 milioni di euro per l'obiettivo 2 e di 530 milioni di euro per le regioni oggetto di eliminazione progressiva degli aiuti (ammissibili sino alla fine del 2005).

Nel primo semestre del 2000 la Commissione ha ricevuto 11 proposte per i programmi dell'obiettivo 2. Otto programmi sono stati presentati prima del 30 aprile 2000 e approvati dalla Commissione per i negoziati: le spese per questi programmi sono quindi ammissibili dal 1° gennaio 2000. I progetti di programmi per il Baden-Württemberg, Amburgo e Berlino non sono pervenuti prima del 30 aprile e/o non sono stati ritenuti completi: per questi programmi la data di inizio di ammissibilità delle spese è fissata quindi alla data di ricezione dell'ultimo elemento richiesto per completare il documento.

All'inizio del 2001 la Commissione ha approvato in linea di massima 6 programmi, per i quali gli impegni dell'esercizio 2000 hanno potuto essere riportati all'esercizio 2001, e sono proseguiti i negoziati per gli altri 5 programmi (Assia, Amburgo, Schleswig-Holstein, Berlino Ovest, Baviera), per i quali l'esercizio 2000 ha dovuto essere frazionato e ripartito tra gli altri esercizi finanziari.

Per quanto riguarda i programmi dell'obiettivo 2, le discussioni tra la Commissione e le autorità tedesche si sono concentrate su quanto segue (oltre agli argomenti già citati in merito all'obiettivo 1):

· l'introduzione di priorità multifondo nei programmi nei quali misure del FSE e del FESR sono integrate nella stessa priorità e le misure del FSE sono concepite in modo specifico per la strategia a titolo dell'obiettivo 2 (a differenza delle misure orizzontali nell'ambito dell'obiettivo 3);

· il principio di partenariato: ruolo delle varie parti interessate prima e dopo l'approvazione dei programmi;

· l'introduzione di nuovi strumenti finanziari nei programmi;

· le PMI come oggetto principale delle priorità di sviluppo delle imprese;

· la differenziazione delle strategie tra zone dell'obiettivo 2 e zone oggetto di eliminazione progressiva degli aiuti nell'ambito dello stesso programma;

· la differenziazione delle strategie tra Länder costituiti da città (Amburgo, Brema), Länder con un'ampia quota di zone urbane interessate dall'obiettivo 2 e Länder con una quota più alta di zone rurali interessate dall'obiettivo 2: è stata prestata particolare attenzione alle zone urbane in crisi.

Le autorità tedesche avevano presentato un documento unico di programmazione (DOCUP) per l'obiettivo 3 che raggruppa tutte le attività del governo federale e degli 11 Länder interessati da questo obiettivo. I negoziati che erano già iniziati alla fine del 1999 sono proseguiti fino all'estate 2000 e si sono concentrati sui punti di seguito riportati.

· Rafforzamento dell'approccio di tipo preventivo contro la disoccupazione di lunga durata a livello federale e di Länder.

· Sviluppo delle competenze per i lavoratori più anziani.

· Potenziamento dei servizi.

· Riduzione del rischio di abbandoni scolastici.

· Miglioramento del sistema di sorveglianza e di valutazione.

Considerata la sua importanza rispetto alla strategia europea per l'occupazione il primo argomento (rafforzamento dell'approccio di tipo preventivo) ha dominato i negoziati, in esito ai quali la Commissione ha riconosciuto gli sforzi compiuti nell'ambito della politica a favore del mercato del lavoro tedesco per rafforzare le azioni preventive, mentre le autorità federali tedesche e dei Länder si sono assunte l'impegno di aumentare la quota di disoccupati di breve durata nelle azioni sostenute dal FSE nel corso dell'attuazione del programma.

Il miglioramento del sistema di sorveglianza e di valutazione ha costituito un altro importante risultato dei negoziati. È stato infatti concordato un "minimo comune" di dati da raccogliere nel processo di sorveglianza. L'aspetto più importante è costituito dalla decisione di raccogliere dati per ogni singolo beneficiario, impresa e operatore nel campo della formazione (Stammblattverfahren). Le attività relative a sorveglianza e valutazione saranno coordinate da un gruppo pilota composto da rappresentanti del governo federale, dei Länder e dei servizi della Commissione, compresi rappresentanti delle amministrazioni delle zone interessate dall'obiettivo 1.

Il documento unico di programmazione è stato approvato il 10 ottobre 2000. Il contributo del FSE è pari a 4,756 milioni di euro, di cui il 95% è destinato a finanziare i 5 settori di intervento definiti dal regolamento del FSE. Inoltre, l'1% è riservato a piccoli progetti volti a promuovere l'occupabilità e lo sviluppo sociale locale, con un ulteriore 4% stanziato per le misure di assistenza tecnica. Il DOCUP descrive altresì il modo in cui si è tenuto conto dei temi orizzontali - iniziative locali per l'occupazione, società dell'informazione e integrazione trasversale della dimensione di genere nei programmi «gender mainstreaming» - nell'elaborazione di questa strategia per l'obiettivo 3 e nella selezione delle priorità.

Le misure relative alla pesca al di fuori dell'obiettivo 1 (111,1 milioni di euro) sono incentrate sulla trasformazione e commercializzazione dei pesci e sul rinnovo e ammodernamento della flotta di pesca.

2.2.4. GRECIA

L'anno 2000 è stato fondamentalmente un periodo di negoziazione per quanto riguarda sia il QCS 2000-2006 per la Grecia sia i 24 programmi operativi previsti nel suo ambito, di cui 11 programmi operativi per settori specifici a livello nazionale e 13 programmi operativi regionali, ossia uno per ogni regione del paese.

La conclusione dei negoziati relativi al QCS ha consentito alla Commissione di approvare il quadro comunitario di sostegno nel novembre 2000. Il QCS prevede una strategia di sviluppo globale per l'utilizzo di 22,71 miliardi di euro di sovvenzioni dei Fondi strutturali (e di 3,32 miliardi di euro di sovvenzioni del Fondo di coesione). Il piano di investimenti complessivo, tenendo anche conto del contributo nazionale dello Stato membro e di fondi privati, supera i 50 miliardi di euro.

I principali assi d'intervento della strategia di sviluppo previsti dal QCS del periodo 2000-2006 per la Grecia sono i seguenti:

· Miglioramento del livello di capacità delle risorse umane (10% circa dell'investimento complessivo del QCS).

· Intensificazione degli sforzi volti a completare le principali infrastrutture di comunicazione (27% circa).

· Aumento della competitività del settore produttivo (18% circa).

· Sviluppo delle zone rurali e dell'agricoltura (8,5% circa).

· Miglioramento della qualità della vita per i cittadini del paese (4% circa).

· Accesso e utilizzo della tecnologia dell'informazione (4% circa).

· Misure per promuovere lo sviluppo equilibrato delle regioni del paese (26%).

La Commissione e le autorità greche sono pienamente consapevoli del fatto che questo ambizioso QCS costituisce un'ardua sfida per le capacità gestionali delle organizzazioni incaricate dell'esecuzione. Il regolamento sui Fondi strutturali prevede che la Grecia introduca nuove strutture per la gestione del QCS e dei successivi programmi operativi. I risultati dipenderanno in larga misura dalla loro efficienza e, più in particolare, dalla qualità del processo di elaborazione e di selezione dei progetti.

Il 31 ottobre 2000 il parlamento greco ha approvato una legge sull'organizzazione della gestione del QCS, che costituisce un importante passo avanti e crea un nuovo quadro giuridico che è indispensabile per una gestione efficace e trasparente del QCS e dei corrispondenti programmi operativi.

In merito ai programmi operativi, alla fine del 2000 i negoziati hanno compiuto progressi rilevanti. La maggior parte dei programmi operativi è stata approvata nel primo trimestre del 2001, e un numero limitato nell'aprile 2001. Entro la stessa data le autorità greche avrebbero dovuto compiere considerevoli passi avanti per quanto riguarda l'istituzione e l'operatività delle autorità e delle strutture di gestione, sulla base delle procedure previste dalla nuova legge succitata, e il nuovo sistema informatico di gestione che riguarda tutti i progetti e le azioni del QCS e del Fondo di coesione avrebbe dovuto essere operativo. In questo modo l'attuazione del QCS in Grecia inizierà su solide basi e in condizioni che costituiranno la migliore garanzia del successo di questo enorme sforzo di sviluppo e di investimento.

Le misure del FSE si concentrano soprattutto in due programmi operativi («promozione dell'occupazione e formazione continua», e «istruzione e formazione professionale iniziale»). Gli obiettivi principali di queste misure sono: prevenire la disoccupazione di lunga durata attraverso interventi attivi, preventivi e personalizzati; promuovere le pari opportunità per tutti nell'accesso al mercato del lavoro; promuovere e migliorare la formazione e l'istruzione; promuovere l'imprenditorialità, nonché l'adattabilità e la produttività della forza lavoro; migliorare l'accesso delle donne al mercato del lavoro.

In materia di agricoltura e di sviluppo rurale, il FEAOG-Orientamento cofinanzia gli assi d'intervento "Agricoltura" e "Sviluppo regionale" con un importo di 2.260,3 milioni di euro per l'intero periodo di programmazione 2000-2006.

Il FEAOG-Orientamento interviene da solo alla realizzazione dell'asse d'intervento "Agricoltura" per un importo di 1.233,4 milioni di euro. Contribuisce anche, insieme agli altri Fondi, all'attuazione dell'asse d'intervento "Sviluppo regionale" con un'assegnazione di 1.026,9 milioni di euro. Le finalità delle misure principali sono le seguenti:

· miglioramento in termini di competitività dell'agricoltura tramite interventi integrati a livello dell'azienda agricola, della trasformazione, standardizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e silvicoli, nonché interventi mirati ai prodotti agricoli;

· sviluppo sostenibile e integrato delle zone rurali e ripristino dell'equilibrio sociale, miglioramento dei meccanismi di sostegno all'informazione e sensibilizzazione della popolazione rurale e dei piani integrati di sviluppo delle zone rurali;

· mantenimento dell'ambiente e della coesione sociale attraverso lo sviluppo e la tutela delle risorse naturali e ambientali.

Nel 2000 non è stato assunto alcun impegno in termini di previsioni di spese.

Per i programmi relativi alla pesca (contributo SFOP di 211,1 milioni di euro), gli orientamenti sono simili a quelli precedenti, salvo che è stata riservata maggiore attenzione al miglioramento della qualità dei prodotti della pesca e delle condizioni di lavoro, nonché alla lotta contro l'inquinamento ambientale.

2.2.5. SPAGNA

Periodo 1994-1999

Obiettivo 1: per quanto riguarda i programmi relativi al periodo 1994-1999, tutte le risorse sono state impegnate e pertanto a livello dei pagamenti non restano che i saldi di chiusura. La Commissione dispone già di un primo bilancio riguardo all'azione del FESR per il periodo in questione, realizzato da un valutatore indipendente su richiesta delle autorità spagnole.

La relazione traccia un bilancio senza dubbio positivo sottolineando i risultati conseguiti, la loro coerenza rispetto alle esigenze iniziali, l'efficacia in confronto agli obiettivi previsti, il livello di efficienza raggiunto nell'utilizzo delle risorse e il rispetto delle politiche e dei principi comunitari.

Nondimeno, la relazione indica varie lacune che riguardano soprattutto la complessità del sistema, il coordinamento tra istituzioni, gli interventi strutturati secondo un'impostazione troppo tradizionale, una disponibilità estremamente ridotta di risorse destinate agli investimenti immateriali delle imprese e la mancanza di sensibilità da parte dei gestori al principio di pari opportunità tra uomini e donne. I negoziati condotti in merito all'attuale QCS hanno tenuto conto di questi elementi.

Obiettivo 2: per quanto attiene ai programmi del periodo 1997-1999, le decisioni relative alla riprogrammazione sono state firmate nei mesi di maggio (PO di Baleari, La Rioja e Navarra), giugno (PO dell'Aragona) e ottobre (PO dei Paesi baschi); le altre due decisioni sono state siglate nel 2001 (PO di Catalogna e Madrid).

I pagamenti effettuati dal FESR alla fine del 2000 a favore dei sette interventi interessati sono stati erogati in base ad uno scaglionamento del 50% per i Paesi baschi e dell'84% per Aragona.

Per quanto riguarda i programmi per il periodo 1994-1996, dopo l'elaborazione delle relazioni di chiusura in merito agli interventi del FESR, alla fine del 2000 sono stati portati a termine tutti i pagamenti, fatta eccezione per quello del PO di Madrid (il cui pagamento finale è stato effettuato nel 2001). Il tasso di assorbimento degli stanziamenti comunitari disponibili è stato del 100% in quattro casi (Aragona, Catalogna, Navarra e Paesi baschi) e vicino al 100% in due casi (Baleari e La Rioja).

Periodo 2000-2006

Obiettivo 1: il 19 ottobre 2000 la Commissione ha approvato il QCS spagnolo relativo al periodo 2000-2006 che prevede, a prezzi correnti e al di fuori della riserva di efficacia ed efficienza, stanziamenti comunitari per un importo pari a 39.548 milioni di euro, vale a dire circa il 28% delle risorse dei Fondi strutturali assegnate all'obiettivo 1, per un investimento totale di 84.754 milioni di euro. Finanziato dai quattro Fondi strutturali dell'Unione europea (FESR 61,2% del totale, FSE 22,4%, FEAOG 12,6% e SFOP 3,8%), si tratta del più importante strumento finanziario di aiuti strutturali per il periodo 2000-2006. Le regioni spagnole coperte da questo obiettivo sono le stesse del periodo precedente (Andalusia, Asturie, Canarie, Cantabria, Castiglia-Léon, Castiglia-La Mancha, Estremadura, Galizia, Murcia, Valencia, Ceuta e Melilla). È opportuno tuttavia segnalare che la comunità autonoma della Cantabria è ammissibile all'obiettivo 1 in regime transitorio.

Le priorità del programma sono le seguenti: miglioramento della competitività e sviluppo del tessuto produttivo; innovazione, R&S, società dell'informazione, ambiente, ambiente naturale e risorse idriche; sviluppo delle risorse umane, dell'occupazione e delle pari opportunità; sviluppo locale e urbano; reti di trasporti ed energia; agricoltura e sviluppo rurale; strutture di pesca e acquacoltura.

Tra le innovazioni più significative introdotte rispetto al precedente QCS si può osservare quanto di seguito riportato.

· Un rafforzamento del principio di partenariato sia in materia di programmazione sia di gestione dei Fondi, che nei PO regionali si traduce nella responsabilità divisa tra le autorità centrali e regionali nell'ambito delle funzioni attribuite all'autorità di gestione, e, a livello delle parti economiche e sociali, nella possibilità di partecipare per la prima volta all'attuazione dei Fondi in Spagna, alle riunioni del comitato di sorveglianza, nonché del QCS e dei vari PO.

· L'integrazione dei vari Fondi (FESR, FSE, FEAOG) a livello regionale nei «Programmi Operativi Integrati» che consente di aumentarne l'efficacia e la flessibilità in loco, oltre al loro coordinamento effettivo.

· Nell'attuale QCS, in conseguenza di quanto indicato al punto precedente, è stato ridotto in misura considerevole il numero delle forme di intervento (23 contro 73 del periodo precedente), il che significa non solo una semplificazione degli strumenti di gestione, ma anche una migliore concentrazione delle risorse a livello regionale e settoriale.

· Infine, a livello dei grandi equilibri settoriali, sul versante dello sviluppo si è scelto di attribuire priorità alle azioni che riguardano la società della conoscenza e l'ambiente a detrimento soprattutto delle reti di trasporto e di energia.

La valutazione ex ante del QCS prevede un'ulteriore crescita media annua del PIL dello 0,34%, tendenza che al termine del periodo di programmazione dovrebbe far registrare per il PIL delle regioni spagnole ammissibili un risultato superiore del 2,4% rispetto a quello che esse conseguirebbero senza il QCS. Lo stesso modello di previsione stima altresì una media annua di 219.000 posti di lavori creati o mantenuti grazie al QCS durante il periodo 2000-2006.

Il QCS è attuato attraverso 23 programmi operativi, 12 regionali, ciascuno dei quali relativo a regioni dell'obiettivo 1, e 11 a carattere pluriregionale. Il 29 dicembre 2000 la Commissione ha approvato i PO di Andalusia, Estremadura, Murcia, Ceuta e Melilla. Motivi tecnici hanno impedito di adottare a quella stessa data gli altri programmi per i quali erano stati conclusi i negoziati. Essi sono stati pertanto approvati nel corso del primo trimestre del 2001, ad eccezione del programma della società dell'informazione trasmesso dalle autorità spagnole dopo gli altri.

Obiettivo 2: le autorità spagnole hanno di nuovo optato per un QCS strutturato attraverso 7 PO per le 7 regioni cui si applica l'obiettivo 2. L'insieme di questi programmi, ad eccezione di quello di Madrid, ha ottenuto l'accordo di massima della Commissione in data 29 dicembre 2000.

Il contributo comunitario previsto per le zone ammissibili è pari a 2.649 milioni di euro, dotazione che costituisce il 12,93% dell'aiuto totale concesso dall'Unione alle zone cui si applica l'obiettivo 2, ossia la stessa percentuale di popolazione spagnola ammissibile rispetto a quella comunitaria complessiva. L'importo è ripartito tra i sette PO in misura proporzionale alla percentuale di popolazione coperta in ciascuna regione rispetto al totale della Spagna.

Il contributo comunitario previsto per le zone in regime transitorio è di 99 milioni di euro.

I sette PO si articolano intorno a cinque assi di intervento prioritari, e ad un sesto asse relativo alle azioni di assistenza tecnica, e più precisamente: miglioramento della competitività e dell'occupazione, nonché sviluppo del tessuto produttivo; ambiente, ambiente naturale e risorse idriche; società della conoscenza (innovazione, R&S, società dell'informazione); sviluppo delle reti di comunicazione e di energia; sviluppo locale e urbano, assistenza tecnica.

Le azioni da finanziare a titolo del FSE nei sei interventi riguardano il 5% del cofinanziamento totale dei Fondi per cinque PO e il 7% per Madrid. Queste azioni corrispondono a competenze dell'amministrazione centrale. Per quanto attiene al PO della Catalogna, la percentuale del FSE supera il 21%. Le priorità delle azioni del FSE sono tre: sviluppo dell'imprenditorialità; rafforzamento della stabilità e dell'adattabilità nell'occupazione; sostegno alle iniziative locali di creazione di posti di lavoro.

Il 27 settembre 2000 la Commissione ha approvato con una decisione il QCS dell'obiettivo 3 per la Spagna. Il QCS è attuato attraverso 12 programmi operativi, 8 dei quali sono stati approvati il 9 novembre 2000. Sette di questi programmi sono regionali (uno per ciascuna comunità autonoma) e saranno attuati dai governi regionali competenti (Aragona, Baleari, Catalogna, Madrid, Navarra, Paesi baschi e La Rioja). Gli altri cinque programmi hanno carattere tematico e pluriregionale e i relativi obiettivi sono la promozione dell'occupazione, i sistemi di formazione professionale, l'imprenditorialità e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, l'inserimento sociale e l'assistenza tecnica.

Il Fondo sociale europeo contribuisce al finanziamento dell'obiettivo 3 con un importo pari a 2.221,8 milioni di euro. I programmi operativi di maggiore importanza sotto il profilo finanziario sono due programmi pluriregionali: "Promozione dell'occupazione" (36,2%) e "Iniziativa imprenditoriale e formazione continua" (20,4%).

Le priorità dell'obiettivo 3 riguardano i seguenti settori: inserimento dei disoccupati nel mercato del lavoro; rafforzamento delle competenze imprenditoriali, promozione dell'attività autonoma e della creazione di piccole e medie imprese; promozione dell'adattabilità di tutti i lavoratori e della stabilità dell'occupazione per le persone più esposte alla precarietà del posto di lavoro; miglioramento della formazione professionale; valorizzazione del potenziale umano nei settori della ricerca, della scienza e della tecnologia ponendo un particolare accento su un più adeguato trasferimento dei risultati all'industria; rafforzamento della partecipazione delle donne sul mercato del lavoro; inserimento di gruppi svantaggiati nel mondo del lavoro; incoraggiamento dell'economia locale.

Le misure relative alla pesca al di fuori dell'obiettivo 1 ricevono un sostegno dello SFOP pari a 207,5 milioni di euro. Gli investimenti prioritari previsti riguardano la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti della pesca, nonché la ristrutturazione e il rinnovo della flotta.

2.2.6. FRANCIA

Periodo 1994-1999

Obiettivo 2: la Commissione ha proceduto a chiudere 12 dei 19 DOCUP del periodo di programmazione 1994-1996. Per quanto attiene ai DOCUP del periodo 1997-1999, la data fissata per presentare le richieste di saldi di pagamento è il 30 giugno 2001.

Periodo 2000-2006

Per quanto riguarda l'obiettivo 1 e il sostegno transitorio di questo obiettivo, tra ottobre e dicembre 2000 la Commissione ha approvato i corrispondenti 6 DOCUP. Le regioni interessate sono i 4 dipartimenti francesi d'oltremare (Martinica, Guadalupa, Guiana, Riunione), ammissibili a pieno titolo all'obiettivo 1, e le due regioni metropolitane ammissibili al sostegno transitorio, vale a dire la Corsica e una parte del Nord-Pas-de-Calais (circoscrizioni di Douai, Avesnes e Valenciennes). L'importo globale dell'intervento dei Fondi strutturali per questi 6 programmi è di circa 4 miliardi di euro.

Nel complesso questi DOCUP consentiranno segnatamente la creazione di oltre 55.000 posti di lavoro netti, l'aiuto diretto a circa 10.000 PMI e il finanziamento di più di 560.000 azioni individuali di formazione.

Nel settore agricolo, le misure principali riguardano l'ammodernamento e la diversificazione dell'agricoltura. Per quanto attiene ai dipartimenti d'oltremare, è stato posto l'accento sul consolidamento dei settori agricoli per i quali esiste un'organizzazione comune di mercato (banane e filiera canna-zucchero-rum).

Per quanto concerne il settore della pesca, nei dipartimenti d'oltremare è stata attribuita priorità al miglioramento delle attrezzature portuali, ad una più adeguata commercializzazione dei prodotti e allo sviluppo dell'acquacoltura. In Corsica le priorità riguardano il mantenimento dei posti di lavoro, una razionalizzazione dello sforzo di pesca e l'aumento delle capacità in acquacoltura.

Le autorità francesi hanno presentato anche un programma di informatica («Présage») a carattere pluriregionale e relativo a più di un obiettivo (1 e 2), per il quale il 28 dicembre 2000 la Commissione ha adottato una decisione di massima. Questo programma prevede l'assegnazione di 19,3 milioni di euro di risorse comunitarie e mobilizzerà circa 34,7 milioni di euro di investimenti totali. Esso consentirà di gestire, controllare e valutare oltre 10 miliardi di euro di aiuti comunitari grazie ad un software unico distribuito nelle 26 regioni francesi. Il programma nazionale d'informatica fornirà alle autorità di gestione uno strumento utile, contribuirà a ovviare alle difficoltà incontrate in passato e rafforzerà il partenariato grazie alla trasparenza della gestione, della sorveglianza, della valutazione e del controllo.

Obiettivo 2: i progetti di DOCUP sono stati presentati a fine aprile, le riunioni di partenariato si sono concluse a fine settembre e il 28 dicembre 2000 la Commissione ha adottato una decisione di massima in merito. Questi DOCUP riguardano le 21 regioni della Francia metropolitana (la Corsica non è ammissibile all'obiettivo 2, poiché è totalmente coperta dal sostegno transitorio dell'obiettivo 1).

Le zone ammissibili hanno una popolazione di 19 milioni di abitanti, ossia il 31,3% della popolazione francese contro il 41,3% del precedente periodo 1994-1999.

Le autorità francesi hanno proposto alla Commissione di integrare il 15% del volume degli stanziamenti del FEAOG-Garanzia nei DOCUP dell'obiettivo 2.

L'importo complessivo dell'intervento dei Fondi strutturali (FESR + FSE) e del FEAOG-Garanzia assegnato per il periodo 2000-2006 a favore dei 21 programmi regionali e del programma d'informatica «Présage» è di circa 7 miliardi di euro.

Nel complesso questi DOCUP consentiranno segnatamente la creazione o il mantenimento di varie centinaia di migliaia di posti di lavoro diretti, l'aiuto diretto a diverse decine di migliaia di PMI e il finanziamento di parecchie centinaia di migliaia di azioni individuali di formazione.

Tra le priorità della Commissione che sono state riprese nei DOCUP, è opportuno sottolineare lo sforzo compiuto a favore della diffusione delle NTIC, di misure intese alla tutela dell'ambiente e alle pari opportunità tra uomini e donne, nonché una volontà politica di sostenere la creazione e il mantenimento dei posti di lavoro e la valorizzazione in generale delle risorse umane in stretto collegamento con la strategia europea dell'occupazione, nell'ambito di un autentico approccio integrato.

Per quanto attiene alle risorse umane, le misure del FSE non sono raggruppate in un solo asse di intervento, bensì distribuite nei vari assi d'intervento del DOCUP, impostazione, questa, che consente una migliore integrazione e una maggiore complementarità con gli altri Fondi. La priorità d'intervento auspicata dalla Francia riguarda le azioni a favore delle microimprese e le azioni intraprese nel quadro delle politiche della città. Nondimeno, sono state verificate e rispettate la complementarità con le azioni finanziate a titolo dell'obiettivo 3 e la coerenza con i piani d'azione nazionali per l'occupazione. Inoltre, sono ben integrate le tre priorità trasversali: pari opportunità tra uomini e donne, azioni di formazione, iniziative locali.

In materia di attuazione, va notato che il partenariato è stato esteso a tutti i responsabili istituzionali, agli operatori economici e alle parti sociali. Uno degli elementi di rafforzamento di questo partenariato è altresì la copresidenza dei comitati di sorveglianza e di programmazione assunta dal prefetto della regione e dal presidente del consiglio regionale.

Obiettivo 3: il 2000 è stato caratterizzato dai negoziati e dall'adozione del DOCUP.

L'importo di cofinanziamento concesso alla Francia per il periodo 2000-2006 per l'obiettivo 3 è di 4.713,56 milioni di euro.

Il DOCUP dell'obiettivo 3 attribuisce priorità all'approccio di tipo preventivo ed è strutturato in sei assi d'intervento.

· L'asse d'intervento 1 "Politiche attive a favore del mercato del lavoro" costituisce il 20,5% della dotazione totale e si pone l'obiettivo di offrire un nuovo impiego ai giovani e agli adulti disoccupati, di lottare contro la disoccupazione migliorando l'orientamento e la definizione dei progetti di formazione delle persone in cerca di lavoro, di sviluppare formazioni qualificanti per i destinatari di "Nuovo impiego".

· L'asse d'intervento 2 "Pari opportunità, integrazione sociale" riguarda le persone più gravemente colpite dalla disoccupazione, che incontrano difficoltà di ogni genere che le tengono lontane dal mercato del lavoro. Questo asse rappresenta il 26% della dotazione totale.

· L'asse d'intervento 3 "Istruzione e formazione lungo tutto l'arco della vita" costituisce il 23% della dotazione totale e i relativi obiettivi consistono nell'agevolare la riuscita dei giovani nelle formazioni alternative, nello sviluppare l'accesso alla convalida dell'esperienza professionale e personale e nel promuovere un dispositivo di formazione che indichi in modo sistematico la convalida preventiva delle competenze professionali acquisite.

· L'asse d'intervento 4 "Adattabilità dei lavoratori, spirito imprenditoriale, ricerca, innovazione, tecnologia" costituisce il 22,5% della dotazione totale e i suoi obiettivi consistono nell'ammodernare l'organizzazione del lavoro e nello sviluppare le competenze, nell'incoraggiare lo sviluppo dello spirito imprenditoriale in tutti i settori d'attività e nel favorire l'innovazione, la ricerca e la tecnologia, la creatività e le azioni intese all'internazionalizzazione promuovendo l'investimento in competenze.

· L'asse d'intervento 5 "Migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro" riguarda le misure specifiche intese ad eliminare le disparità tra uomini e donne sul mercato del lavoro e completa l'approccio integrato trasversale ai quattro primi assi. L'asse d'intervento 5 insieme al 6 (iniziative locali per le pari opportunità) rappresenta il 5% della dotazione totale.

Lo sviluppo e l'impiego delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) occupano un posto di rilievo, rafforzano e completano le azioni previste nei piani d'azione nazionali per l'occupazione.

Un altro elemento importante del programma è l'integrazione della dimensione delle pari opportunità tra uomini e donne, dimensione trasversale cui è stata riservata una particolare attenzione. In questo contesto, in varie azioni che riguardano i primi quattro settori sono stati definiti obiettivi quantificati in merito alla percentuale di presenza femminile.

La promozione delle iniziative locali a favore dell'occupazione è coerente con gli sforzi compiuti per imprimere un ulteriore impulso all'approccio per territorio e tiene conto delle specifiche competenze in materia di occupazione e di formazione riservate alle amministrazioni locali.

Per la prima volta sono stati istituiti comitati di sorveglianza regionali copresieduti dal prefetto di regione e dal presidente del consiglio regionale, o dai rispettivi rappresentanti. La loro composizione è identica a quella del comitato di sorveglianza nazionale. I comitati di sorveglianza regionali riuniscono i rappresentanti dei servizi decentrati dello Stato, della Regione, delle altre collettività territoriali, delle parti sociali, degli operatori economici e delle associazioni.

Le misure a favore della pesca al di fuori dell'obiettivo 1 (233,7 milioni di euro) sono concentrate sulla gestione a lungo termine delle risorse alieutiche, sull'ammodernamento delle aziende per consentire loro di aumentare il valore aggiunto prodotto e sul rafforzamento socioeconomico delle zone che dipendono dalla pesca.

2.2.7. IRLANDA

Periodo 1994-1999

Alla fine del 1999 sono state apportate le modifiche finali ai programmi relativi al periodo 1994-1999. Nel 2000 è proseguita l'attuazione dei restanti progetti, che si prevede saranno portati a termine nel corso del 2001. In alcuni casi, la Commissione ha concesso brevi estensioni del periodo per il completamento dei pagamenti. Nel corso del 2000 alla Commissione sono prevenute le relazioni annuali per il 1999 per quanto riguarda la maggior parte dei programmi.

Periodo 2000-2006

Per il periodo 2000-2006, in Irlanda la regione frontaliera, le Midlands e la regione occidentale, nelle quali risiede il 26,6% della popolazione del paese, restano ammissibili ai fondi a titolo dell'obiettivo 1. Il resto del paese, le regioni meridionale e orientale in precedenza interessate dall'obiettivo 1, durante il periodo di programmazione beneficeranno del sostegno transitorio decrescente.

Nel novembre 1999 è stato presentato alla Commissione il piano di sviluppo nazionale (PSN), che riguardava l'Irlanda nel suo complesso. Il piano comprende non solo le spese cofinanziate, ma anche le spese considerevoli non cofinanziate delle autorità irlandesi. La componente cofinanziata è pari a 7 miliardi di euro compreso un contributo dei Fondi strutturali di 3,2 miliardi di euro, su una spesa complessiva dell'ordine di 57 miliardi di euro.

Questo approccio integrato implica che i vantaggi del sistema di programmazione possono ora essere sfruttati in altri settori della spesa pubblica. Molti dei settori non cofinanziati sosterranno e saranno strettamente connessi ai Fondi strutturali; in alcuni casi si potrà trattare di settori ammissibili nel quadro dei regolamenti, ma che non possono essere cofinanziati a causa della riduzione del livello di assistenza dell'Unione europea.

Elementi salienti del quadro comunitario di sostegno

Alla fine di gennaio 2000 la Commissione ha trasmesso alle autorità irlandesi il mandato di negoziato per il quadro comunitario di sostegno. Il mandato poneva in evidenza i punti fondamentali che la Commissione intendeva sottolineare nei negoziati, e in particolare la necessità di evitare rischi di surriscaldamento dell'economia irlandese tenuto conto dei programmi di spesa estremamente ambiziosi contenuti nel piano di sviluppo nazionale; l'accento posto su uno "sviluppo regionale equilibrato" attraverso i programmi regionali e la strategia per l'assetto del territorio nazionale proposta, la necessità di affrontare le strozzature in tutti i settori dell'economia, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture e il mercato del lavoro, attraverso gli investimenti, ma anche con misure orizzontali volte a migliorare l'efficienza dei settori e, infine, la priorità attribuita dalla Commissione alle questioni ambientali e in particolare alla protezione dei siti della rete NATURA 2000.

Nei mesi di febbraio e marzo 2000 si è svolto il negoziato formale sui contenuti del quadro comunitario di sostegno, che si è tradotto in una serie di modifiche rispetto alle proposte irlandesi originarie. In termini di organizzazione del QCS, il sostegno a favore dell'agricoltura e dello sviluppo rurale è stato trasferito dal livello nazionale e quello regionale. Inoltre, tenuto conto della presenza nei programmi di spese non cofinanziate, è stata riservata particolare attenzione a sottolineare le spese cofinanziate, includendo tabelle finanziarie distinte per le spese cofinanziate e per quelle generali. In merito al contenuto delle proposte, le spese cofinanziate nel settore della ricerca e sviluppo si sono concentrate in misura maggiore su alcune azioni fondamentali. Inoltre, è stato intensificato lo sforzo di ricerca e sviluppo a livello regionale.

Nel 2000 sono già stati adottati sei dei sette programmi complessivi.

Nell'ottobre 2000 ha avuto luogo la prima riunione del comitato di sorveglianza del PSN/QCS, che in tale occasione ha intrapreso un breve esame degli ultimi sviluppi, ha concordato di elaborare un modello comune per le relazioni sulle riunioni future dei comitati di sorveglianza e ha deciso di istituire quattro comitati di coordinamento orizzontali in materia di ambiente, pari opportunità e integrazione sociale, sviluppo rurale e occupazione e risorse umane.

Priorità politiche per gli interventi nel settore delle risorse umane: la trasformazione subita dal mercato del lavoro irlandese negli ultimi sei anni ha richiesto un importante cambiamento politico con conseguenti significative modifiche di orientamento per quanto riguarda il FSE. Mentre finora nel piano di azione nazionale per l'occupazione è emerso un approccio prevalentemente preventivo in materia di disoccupazione, attualmente viene attribuito un peso più rilevante alla mobilitazione della manodopera. Questo approccio è unito a un'intensificazione degli sforzi volti a migliorare l'occupabilità attraverso l'istruzione, la formazione e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Particolare attenzione è altresì rivolta a uno sforzo più generalizzato inteso ad aumentare la formazione nelle aziende dal punto di vista quantitativo e qualitativo, e a un forte sostegno a favore dell'attuazione di un quadro operativo per l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Inoltre, la necessità di migliorare i tassi di partecipazione al mercato del lavoro per tutti, e soprattutto per le donne, assume un ruolo di primo piano. Il FSE, insieme al FESR, cofinanzia ingenti investimenti nel settore dei servizi di custodia dei bambini (115 milioni di euro tramite i programmi operativi regionali), la cui mancanza viene considerata un ostacolo particolare alla partecipazione delle donne al lavoro e all'istruzione.

Le dotazioni per i quattro pilastri della strategia europea per l'occupazione sono le seguenti: più del 5 % del FSE sarà destinato a sostenere l'occupabilità delle persone, più del 17% sarà assegnato all'imprenditorialità e all'adattabilità. Il 12% circa del FSE sarà utilizzato per rafforzare la parità tra uomini e donne e la disponibilità di servizi di custodia dei bambini in Irlanda. Nell'ambito del quadro comunitario di sostegno del periodo 2000-2006 il contributo del FSE per l'Irlanda è di poco superiore a 1 miliardo di euro, che rappresenta il 34% circa della dotazione complessiva dei Fondi strutturali (una quota superiore rispetto ad altre regioni interessate dall'obiettivo 1). Un ulteriore importo di 32 milioni di euro del FSE è disponibile nel quadro dell'iniziativa comunitaria EQUAL.

Misure agricole e di sviluppo rurale nel contesto della priorità "sviluppo regionale equilibrato". Se ne prevede l'attuazione attraverso due programmi operativi regionali (regione frontaliera, Midlands, regione occidentale e regioni meridionale e orientale) per le priorità nel settore "sviluppo delle imprese locali " (silvicoltura) e "agricoltura e sviluppo rurale" e nel contesto di un programma operativo "PEACE". Il contributo del FEAOG-Orientamento per il QCS irlandese per il periodo 2000-2006 è di 182,0 milioni di euro.

Le misure cofinanziate fanno parte di un pacchetto di misure più ampio che deve essere finanziato con risorse nazionali nel quadro dei relativi programmi. I fondi del FEAOG-Orientamento per l'anno 2000 sono stati interamente impegnati.

Nel corso del 2000 è stato presentato congiuntamente da Irlanda e Gran Bretagna un piano per un programma "PEACE".

Nel settore della pesca, lo SFOP interviene in due programmi regionali e in quello orizzontale «settore produttivo». Il contributo totale dello SFOP è pari a 67,6 milioni di euro. Le priorità consistono principalmente nello sviluppo dell'acquacoltura, nell'ammodernamento dei porti e nel miglioramento della qualità e della sicurezza della flotta di pesca.

2.2.8. ITALIA

Periodo 1994-1999 e periodi precedenti

L'Italia registra di gran lunga i ritardi più rilevanti per quanto riguarda la chiusura degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali (segnatamente il FESR) sia riguardo al periodo 1989-1993 sia a prima del 1989.

All'inizio del 2000 risultavano 88 forme d'intervento ancora da chiudere, 35 delle quali sono state effettivamente chiuse nel corso dell'anno. Per le altre forme d'intervento la chiusura è prevista per il 2001.

Per quanto riguarda il periodo di programmazione 1994-1999, dai dati finanziari più recenti trasmessi dal governo italiano alla Commissione emerge che il ritardo accumulato nell'attuazione in Italia dei Fondi strutturali è stato ampiamente recuperato, fatta eccezione per le iniziative comunitarie: le autorità di gestione dei programmi hanno impegnato tutti i fondi a disposizione entro l'ultima data prevista, il 31 dicembre 1999. Sarà tuttavia necessario sorvegliare che i progetti ancora in corso di esecuzione siano portati a termine e che le spese siano effettuate entro il termine fissato (31 dicembre 2001), il che richiede di procedere ad un ritmo più sostenuto.

Periodo 2000-2006

Il 1° agosto 2000 la Commissione ha approvato il quadro comunitario di sostegno dell'Obiettivo 1 per il periodo di programmazione 2000-2006. L'importo dei fondi assegnati all'Italia per le regioni ammissibili all'Obiettivo 1 è pari a 23.758 milioni di euro, cui si aggiungono 201 milioni di euro a titolo del sostegno transitorio, per un totale di 23.959 milioni di euro.

Il QCS è strutturato in sei assi prioritari di sviluppo: 1) risorse naturali; 2) risorse culturali; 3) risorse umane; 4) sistemi locali di sviluppo; 5) città; 6) reti e nodi di servizio. Esso contempla una serie di obiettivi specifici da conseguire attraverso l'attuazione di 14 programmi operativi: 7 programmi regionali (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise, regione, questa, che beneficia del sostegno transitorio) e 7 programmi pluriregionali. Nel 2000 la Commissione ha approvato 12 programmi operativi (i sette programmi regionali e i cinque pluriregionali «Sviluppo locale», «Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e alta formazione», «Ordine pubblico per lo sviluppo del Mezzogiorno», «Scuola» e «Pesca»).

L'approvazione di questi programmi operativi è un risultato importante, frutto di negoziati intensi e proficui. La strategia dell'intervento presuppone di procedere ad un riequilibrio di fondo tra le politiche di miglioramento del contesto e i regimi d'aiuto diretto alle imprese. Tale processo comporta:

a) la graduale riduzione della quota di risorse destinata agli aiuti e l'introduzione di metodi più concorrenziali per accedervi;

b) interventi integrati nel contesto economico su sistemi territoriali omogenei;

c) l'utilizzazione di aiuti mirati, non distribuiti «in qualsiasi direzione».

L'attuazione dei programmi operativi approvati è iniziata negli ultimi mesi del 2000 in concomitanza con le prime riunioni dei comitati di sorveglianza e la presentazione dei complementi di programmazione.

Per le regioni italiane cui si applica l'Obiettivo 1, il 2000 ha rappresentato una svolta decisiva sotto il profilo della strategia d'intervento del FSE. Per la prima volta la programmazione ha potuto tener conto e trasporre nella pratica i quattro pilastri della strategia europea dell'occupazione, dando forma nei QCS e nei PO del nuovo periodo alle raccomandazioni formulate dal Consiglio all'Italia in merito alla politica in materia di occupazione.

Tra gli elementi nuovi che sono stati oggetto di negoziati svoltisi nel corso del primo semestre del 2000 e che hanno portato alla programmazione approvata dalla Commissione, è opportuno notare che innanzitutto è stato posto l'accento sull'approccio di tipo preventivo, di difficile attuazione in regioni che registrano tassi di disoccupazione molto elevati in generale e segnatamente per quanto riguarda la disoccupazione di lunga durata. La particolare attenzione riservata alla promozione delle pari opportunità e della regolarizzazione del lavoro non dichiarato è altresì strettamente collegata alle caratteristiche del mercato del lavoro del Mezzogiorno. Tra gli altri elementi di novità, vanno anche menzionati il sostegno alla riforma dei servizi pubblici per l'occupazione e la realizzazione di un sistema di riconoscimento dei centri di formazione. I programmi approvati nel 2000 relativi a tutto il periodo di programmazione prevedono un contributo del FSE pari a 4.092 milioni di euro. Si tratta di sette programmi regionali per un importo di 2.931 milioni di euro e di cinque programmi gestiti a livello centrale per un totale di 1.161 milioni di euro.

Nel settore agricolo e dello sviluppo rurale, il contributo del FEAOG-Orientamento è pari a 2.983 milioni di euro e cofinanzia, insieme agli altri Fondi, gli assi "Risorse naturali", "Risorse culturali" e "Sistemi locali di sviluppo". Le misure principali prevedono interventi intesi all'ammodernamento e al miglioramento della competitività delle aziende agricole e dell'industria agroalimentare, tenendo comunque conto degli ostacoli ambientali. Sono altresì previsti interventi di diversificazione volti a garantire alle imprese un reddito complementare o alternativo. Altre misure riguardano le popolazioni e i territori rurali e mirano a valorizzare non solo le risorse agricole, ma anche quelle ambientali, storiche e culturali. Gli interventi dovrebbero creare nuove possibilità in termini di occupazione, ad esempio nel turismo o nel settore forestale, e pertanto consentire di migliorare il reddito della popolazione interessata. Gli importi previsti nei piani finanziari per il 2000 sono stati impegnati per 6 delle 7 regioni; quelli relativi alla Calabria sono stati riportati al primo trimestre 2001.

Nel settore della pesca, il programma operativo dispone di una dotazione SFOP di 122 milioni di euro destinata a finanziare misure relative alla flotta. Le priorità strategiche comprendono l'adeguamento dello sforzo di pesca in funzione delle risorse alieutiche disponibili, il rinnovo e l'ammodernamento della flotta e l'assistenza tecnica. Altre misure nel settore della pesca per le regioni cui si applica l'Obiettivo 1 sono contenute in programmi distinti per ciascuna regione interessata.

Solo in data 21 giugno 2000 le autorità italiane hanno trasmesso alla Commissione una proposta di zone ammissibili all'Obiettivo 2 considerata ricevibile (la proposta precedente, presentata il 1° ottobre 1999, non era ricevibile, in quanto non rispettava l'obbligo previsto dal regolamento secondo cui le zone conformi ai criteri comunitari d'ammissibilità devono coprire almeno il 50% della popolazione ammissibile). La Commissione ha immediatamente avviato una procedura accelerata per l'istruzione di questa nuova proposta e ha potuto approvare le zone ammissibili all'obiettivo 2 dopo solo tre settimane dalla presentazione della proposta.

Rispetto alla fase di programmazione precedente, la popolazione ammissibile all'Obiettivo 2 è diminuita, passando da 11,150 milioni a 7,402 milioni (in virtù dell'applicazione della clausola di salvaguardia in base alla quale la copertura in termini di popolazione dell'Obiettivo 2 non deve risultare ridotta di più di un terzo rispetto alla copertura prevista in passato). Le quattordici regioni del Centro-Nord d'Italia sono in parte ammissibili all'Obiettivo 2.

L'importo dei fondi assegnati all'Italia per l'Obiettivo 2 è pari a 2.228 milioni di euro, cui si aggiungono 377 milioni di euro a titolo del sostegno transitorio, per un totale di 2.605 milioni di euro.

Nonostante il ritardo accumulato nella fase di approvazione delle zone ammissibili all'Obiettivo 2, le regioni hanno proceduto nella preparazione dei nuovi progetti di DOCUP al fine di non frenare ulteriormente la fase di attuazione. Le proposte relative ai DOCUP sono state ufficialmente trasmesse alla Commissione nei termini prescritti dal regolamento.

Obiettivo 3: L'esistenza della strategia europea per l'occupazione ha fornito la giustificazione per gli interventi del FSE in Italia. Le raccomandazioni del Consiglio agli Stati membri hanno costituito la base per affrontare i problemi e un chiaro obiettivo da conseguire. La filosofia consiste nel trasformare il FSE nel braccio finanziario della strategia europea per l'occupazione. In termini operativi, la giustificazione è attuare la strategia a livello regionale. Il versante dell'attuazione rappresenta una delle carenze del PAN italiano. Ciò è dovuto in parte alla suddivisione delle competenze tra le varie amministrazioni: le politiche occupazionali rientrano nelle responsabilità delle regioni, mentre il ministero del Lavoro redige il PAN a livello centrale. La dotazione finanziaria fornita dal FSE costituisce quindi un utile strumento per indurre le regioni italiane ad attuare la strategia europea per l'occupazione a livello locale.

Gli interventi del FSE in Italia per il periodo 2000-2006 hanno comportato un considerevole cambiamento rispetto al periodo 1994-1999. Primo, il numero di programmi: durante il periodo 1994-1999 per le regioni dell'Obiettivo 3, considerando gli Obiettivi 2, 3, 4 e 5b complessivamente, ve ne erano 54. Oggi le regioni dell'obiettivo 3 saranno interessate da 15 programmi, di cui 14 regionali e uno nazionale. Secondo, il ruolo delle regioni: nel periodo 1994-1999 le regioni disponevano dell'83% dei fondi complessivi del FSE. Nel periodo 2000-2006 le regioni gestiranno il 95% dei fondi. Il ruolo nazionale consisterà in un'attività di coordinamento e di rafforzamento del sistema, mentre nel periodo 1994-1999 si è sovrapposto in larga misura alle azioni delle regioni. Terzo, la portata dei programmi: ai prezzi 1999 alle regioni centrosettentrionali sono stati destinati 2.243 milioni di euro, mentre nel periodo 2000-2006 l'importo aumenta a 3.887 milioni di euro. Quarto, gli obiettivi dei programmi: mentre nel precedente periodo di programmazione la maggior parte degli interventi era incentrato sulla formazione, oggi il FSE è diventato uno strumento per promuovere la partecipazione nel mercato del lavoro attraverso vari meccanismi: formazione, consulenza, creazione di imprese, aiuti all'occupazione, sostegno ai servizi pubblici per l'occupazione, ricerca e sviluppo, corsi universitari, e così via.

Nelle regioni dell'Obiettivo 3 gli interventi del FSE saranno attuati attraverso un QCS e 15 programmi operativi, uno nazionale e 14 regionali, uno per ogni regione.

I principali problemi che il FSE affronterà saranno costituiti dalle tre fasi attraversate dall'occupazione nel corso degli anni '90. All'inizio del decennio, si è verificata una grave recessione, a metà la situazione era stagnante e negli ultimi anni si sono manifestati i primi segni di ripresa. Questi fenomeni sono solo in parte legati alla situazione economica nel suo complesso. La situazione dell'occupazione è stata in larga misura influenzata dai cambiamenti che hanno avuto luogo nel settore produttivo (crescita nel settore dei servizi, riconversione di grandi imprese, ecc.) e nell'offerta di manodopera (effetti demografici, e così via). Le politiche attive a favore del mercato del lavoro hanno svolto un ruolo importante nel contenere le perdite di posti di lavoro e, negli ultimi anni, nell'incentivare la ripresa dell'occupazione.

Gli obiettivi fissati nel QCS sono due:

(a) aumentare il contenuto occupazionale della crescita economica, in particolare nelle regioni in cui la disoccupazione è più elevata;

(b) aumentare l'integrazione occupazionale dei gruppi svantaggiati.

In questo modo si contribuirà a migliorare la coesione sociale tra le regioni e la coesione tra i gruppi sociali.

Per le misure relative alla pesca al di fuori dell'Obiettivo 1, lo SFOP destina all'Italia un importo di 99,6 milioni di euro. La massima priorità è il rinnovo e la riduzione della flotta di pesca.

2.2.9. LUSSEMBURGO

Periodo 1994-1999

Obiettivo 2: lo studio condotto sui siti industriali ha consentito di individuare i 4 principali siti da ripristinare e per i quali sono stati realizzati i lavori preparatori di riconversione. Sul sito di Belval sono in corso attività di bonifica.

Le azioni di sostegno alla crescita attraverso lo sviluppo delle risorse umane hanno suscitato un vivace interesse e il tasso di assorbimento della dotazione finanziaria disponibile è stato del 100%. Considerato l'attuale ritmo di spese vi è tuttavia motivo di temere che per alcune misure l'importo disponibile non sarà totalmente speso; si tratta, ad esempio, della misura di sensibilizzazione e di assistenza tecnologica o della misura volta a stimolare gli investimenti produttivi.

Obiettivi 3 e 4: a fine 1999 tutti i progetti relativi al periodo di programmazione 1994-1999 sono stati chiusi e i circa 23 milioni di euro di contributo del FSE sono stati esauriti. Al termine del periodo in questione il mercato dell'occupazione del Lussemburgo registra risultati positivi. Infatti, si osservano, da un lato, una crescita dell'occupazione interna, con una ripresa dell'attività industriale, e, dall'altro, una diminuzione della disoccupazione, che nel 1999 è del 2,3%, con un tasso di disoccupazione femminile del 3,3% e dei giovani soltanto del 2,3%.

Periodo 2000-2006

Con decisione del 25 febbraio 2000 la Commissione ha approvato l'elenco delle zone ammissibili all'obiettivo 2 del Lussemburgo per il periodo 2000-2006. Il progetto di DOCUP che copre le azioni da intraprendere nelle tre zone indicate e nelle zone che beneficiano del sostegno transitorio è stato trasmesso alla Commissione in data 13 dicembre 2000 e ritenuto ricevibile.

La Commissione ha adottato un programma d'istruzione, formazione e occupazione per il Lussemburgo che beneficia di un contributo europeo di 39 milioni di euro finanziato dal Fondo sociale europeo a titolo dell'obiettivo 3. Nonostante gli elevati tassi di crescita occupazionale, il mercato lussemburghese del lavoro si trova a dover affrontare vari problemi, tra cui in particolare il modesto tasso di occupazione dei lavoratori più anziani e il fatto che un elevato numero di persone in età lavorativa dipende da prestazioni d'invalidità e da programmi volti a garantire un reddito minimo.

Il programma del Lussemburgo è incentrato su quattro grandi priorità: (1) prevenzione della disoccupazione e riduzione del numero di persone che dipendono da regimi "passivi", quali il prepensionamento e l'invalidità (28%); (2) promozione dell'integrazione sociale (35%), per cui sono previste misure che comprendono la formazione, se possibile nel settore dell'informatica, e l'aiuto all'inserimento nell'economia sociale e sul mercato aperto del lavoro; (3) promozione dell'insegnamento e della formazione lungo tutto l'arco della vita, e dell'imprenditorialità (30%); (4) rafforzamento delle pari opportunità tra uomini e donne sul mercato del lavoro (5%).

2.2.10. PAESI BASSI

Periodo 1994-1999

Obiettivo 1: è troppo presto per trarre un bilancio definitivo del programma relativo al periodo 1994-1999, ma si può constatare che finora è stata raggiunta la maggior parte degli indicatori fissati. Alcuni esempi sono costituiti dalla creazione di nuove imprese (obiettivo: 10% delle imprese esistenti, realizzazione: 17% in media) e dal numero di partecipanti ai corsi di formazione (obiettivo: 11.353, realizzazione: 19.591).

Il precedente periodo di programmazione comprendeva 5 regioni dell'obiettivo 2: Limburgo meridionale, Brabante sudorientale, Arnhem-Nimega, Twente e Groninga-Drenthe.

La maggior parte di questi programmi ha richiesto una proroga del periodo di pagamento per quanto riguarda il periodo di programmazione 1994-1996. Le relazioni finali relative a questi programmi e le corrispondenti richieste di pagamento finale sono state presentate alla Commissione nel corso del 1999 (Brabante sudorientale e Groninga-Drenthe) e del 2000 (Limburgo meridionale, Arnhem-Nimega e Twente).

Per il periodo di programmazione 1997-1999, il periodo ammissibile per gli impegni terminava il 31 dicembre 1999. Ne consegue che il 2000 deve essere considerato un anno operativo nel quale i progetti, adottati in anni precedenti, sono stati controllati e portati a termine.

Obiettivo 3: le irregolarità rilevate in alcuni progetti del FSE nel 1999 hanno causato non pochi problemi anche nel 2000. Le autorità olandesi hanno effettuato un gran numero di verifiche, in seguito alle quali sono state scoperte altre irregolarità. L'importo totale che dovrà essere rimborsato per il vecchio periodo può essere determinato solo dopo che i controlli saranno stati completati. Le autorità olandesi hanno anche creato uno speciale comitato d'inchiesta indipendente diretto dall'ex presidente della Corte dei conti olandese, Koning, che presenterà la sua relazione nel giugno 2001.

Obiettivo 5a - pesca: è stato impegnato l'80% circa della dotazione complessiva dello SFOP. Un numero considerevole di progetti è stato impegnato solo alla fine del 1999. Ne consegue che alla fine del 2000 la spesa totale dello SFOP pagata ai beneficiari finali è stata pari solo al 20% circa degli impegni complessivi. Tuttavia, si prevede che nel 2001 le spese saranno rilevanti, in conseguenza dello sforzo finale compiuto per completare le attività previste.

Periodo 2000-2006

L'evento principale del 2000 è stato naturalmente il lancio del nuovo programma di eliminazione progressiva degli aiuti nell'ambito dell'obiettivo 1 che riguarda gli anni dal 2000 al 2006. Il piano è stato presentato alla Commissione nel novembre 1999. I negoziati si sono svolti da febbraio a marzo 2000.

Questo nuovo programma per il Flevoland è stato elaborato nel contesto di un'economia olandese che sta attraversando una fase molto positiva, con una riduzione del tasso di disoccupazione nazionale a livelli ragionevoli. Sebbene il Flevoland benefici anche di questo clima economico favorevole, la struttura economica della regione è ancora sottosviluppata. Ciò si manifesta in modo particolare in un alto livello di pendolarità legato al lavoro fuori dalla regione. Il programma rappresenta 126 milioni di euro di finanziamento comunitario.

Nel documento unico di programmazione che è stato approvato sono previsti quattro settori generali di attività o priorità: sviluppo delle zone urbane (39,1 milioni di euro), sviluppo delle zone rurali (23,7 milioni di euro), rafforzamento delle strutture produttive (39,5 milioni di euro) e coesione sociale e mercato del lavoro (20,2 milioni di euro).

Il programma per il Flevoland è inteso a promuovere gli investimenti nelle imprese o nelle attività di sostegno alle imprese con un elevato potenziale di crescita nelle zone interessate. Le piccole e medie imprese saranno oggetto di particolare attenzione attraverso il sostegno alla ricerca e sviluppo, lo sviluppo del commercio elettronico e l'internazionalizzazione delle loro attività. Un aspetto interessante del programma è costituito dallo sviluppo della periferia attraverso la promozione del turismo e delle attività ricreative.

Il contributo del FEAOG-Orientamento è pari a 10 milioni di euro. Questo programma riguarda la continuazione di una politica attiva di rinnovamento nel Flevoland. Saranno sostenute attività coerenti che contribuiscano a rafforzare la zona rurale interessata. La sopravvivenza dell'attività agricola riveste un'importanza fondamentale per l'economia della provincia, e lo stesso vale per la conservazione del paesaggio rurale. Le attività ricreative e il turismo diventano sempre più importanti nell'area di transizione tra zona urbana e zona rurale, la periferia. Un altro scopo consiste nel migliorare la vitalità economica e nel valorizzare le risorse naturali della zona rurale.

Un importo di 6 milioni di euro è stato destinato alle misure nel settore della pesca. Gli investimenti previsti riguardano principalmente l'adeguamento dello sforzo di pesca e la trasformazione e commercializzazione dei pesci.

Il 22 dicembre 1999 la Commissione ha formalmente approvato l'elenco delle zone ammissibili nell'ambito dell'obiettivo 2 per i Paesi Bassi. Nell'aprile 2000, le autorità olandesi hanno comunicato alla Commissione 9 programmi riguardanti l'obiettivo 2 per il periodo 2000-2006. Su richiesta della Commissione, il numero di programmi dell'obiettivo 2 è stato ridotto; è stato effettuato un raggruppamento regionale dei programmi e il numero dei programmi operativi è stato ridotto a quattro.

Nel corso del 2000 si sono svolti i negoziati su tutti questi quattro programmi, la cui adozione dovrebbe avere luogo nella prima metà del 2001.

Una quota significativa (46%) della dotazione dell'obiettivo 2 prevista per i Paesi Bassi è stata assegnata al programma "Noord-Nederland", che beneficerà di un contributo dell'Unione europea di 329 milioni di euro. Il programma comprende solo i fondi del FESR, è inteso a stimolare la riconversione industriale ed economica della regione e le sue priorità operative sono il rafforzamento del settore del mercato, lo sviluppo dei centri urbani e il funzionamento del mercato del lavoro.

Il secondo programma "Zone urbane nei Paesi Bassi" beneficia di un contributo dell'Unione europea di quasi 200 milioni di euro. Il programma riguarda le zone urbane in difficoltà, comprende quartieri di diverse città in un documento unico di programmazione e riflette le priorità attribuite alla questione delle zone urbane dagli Stati membri, ma anche l'integrazione di tale problematica nella politica generale dei Fondi strutturali dell'Unione europea. Il programma interessa 11 zone urbane in 9 città, coinvolge le 4 città più grandi (Amsterdam, Rotterdam, Utrecht e L'Aia) e 5 città di medie dimensioni (Eindhoven, Maastricht, Arnhem, Nimega e Enschede). Il ministero degli Interni olandese ha condotto la selezione delle zone ammissibili sulla base dei criteri del "livello di povertà" e della "disoccupazione di lunga durata".

I due programmi finali "Zuid-Nederland" e "Oost-Nederland" hanno un carattere più marcatamente rurale. Il contributo dell'Unione europea è pari rispettivamente a 152 e 122 milioni di euro. Il DOCUP "Zuid-Nederland" è costituito da varie sottozone; l'oggetto principale del programma è una zona rurale che comprende parti delle province del Brabante settentrionale e del Limburgo. Del programma fanno parte anche zone oggetto di eliminazione progressiva degli aiuti nelle regioni Brabante sudorientale, Limburgo meridionale e Zelanda. Oggetto principale del DOCUP "Oost-Nederland" è una zona rurale che comprende parti delle province di Gelderland, Overijssel e una parte molto piccola di Utrecht. Del programma fanno anche parte le zone di Twente e Arnhem-Nimega oggetto di eliminazione progressiva degli aiuti nell'ambito dell'obiettivo 2. Entrambi i programmi coinvolgono solo fondi del FESR. Le priorità operative sono le seguenti: sviluppo territoriale, promozione dell'attività economica e coesione sociale.

Obiettivo 3: per evitare irregolarità durante il nuovo periodo sono già state adottate molte misure per migliorare aspetti quali selezione, sorveglianza e controllo. Il ministro dell'Occupazione e degli Affari sociali ha altresì deciso di trasferire l'unità di esecuzione del FSE (ESF-Nederland) dall'Arbeidsvoorziening nell'ambito del proprio ministero sotto forma di agenzia.

Il nuovo DOCUP per l'obiettivo 3 è stato approvato dalla Commissione l'8 agosto 2000 per un importo complessivo di 1.750,4 milioni di euro. La Commissione ha anche pagato gli anticipi per il nuovo periodo 2000-2006. Tuttavia, in seguito a tutti i problemi sorti nel precedente periodo, le autorità olandesi non hanno ancora avviato i nuovi progetti, la cui data di inizio prevista è fissata al 1° aprile 2001.

SFOP al di fuori dell'obiettivo 1: il 29 dicembre 2000 è stato presentato alla Commissione il programma strutturale relativo alla pesca per le regioni al di fuori dell'obiettivo 1, che prevede un contributo dello SFOP di 32,1 milioni di euro. Il programma sarà esaminato nel 2001.

2.2.11. AUSTRIA

Periodo 1995-1999

Nel 2000 è proseguita la positiva attuazione dell'unico programma dell'obiettivo 1 dell'Austria, quello relativo al Burgenland. La dotazione del FESR e del FSE è stata interamente assegnata ai progetti. Le misure che più di tutte hanno contribuito alla positiva attuazione del programma alla fine del periodo sono quelle relative ai settori dell'industria, delle imprese e della R&S (investimenti nelle telecomunicazioni).

L'obiettivo originario del programma era di creare 7.300 nuovi posti di lavoro; questa cifra è stata adeguata al livello più realistico di 1.200 nuovi posti di lavoro (risultato netto) sulla base della valutazione intermedia. I risultati evidenziano che sono state sostenute o mantenute 173 nuove imprese, sono stati creati 2.400 nuovi posti di lavoro e ne sono stati mantenuti più di 6.200. Il sostegno agli investimenti per le imprese individuali è stato accordato a oltre 1000 aziende.

I quattro programmi dell'obiettivo 2 austriaci hanno registrato un avanzamento soddisfacente nel 2000. Alla fine del periodo le variazioni principali consistevano in adeguamenti finanziari volti ad assegnare i fondi alle misure che avevano ottenuto i risultati migliori.

Attraverso il programma dell'obiettivo 2 di portata più ampia, relativo alla Stiria, si prevede di creare 2.338 nuovi posti di lavoro e di mantenerne 21.551 sulla base dei progetti approvati. Per quanto riguarda l'Austria inferiore si presume di poter creare 1.474 nuovi posti di lavoro e di mantenerne 9.840. Nei programmi più piccoli per l'Austria superiore e il Vorarlberg, si prevede la creazione rispettivamente di 490 nuovi posti di lavoro (oltre al mantenimento di 2.960) e 752 nuovi posti di lavoro (oltre al mantenimento di 4.742) sulla base dei fondi impegnati alla fine del 1999. Il risultato complessivo che si intende ottenere per i programmi dell'obiettivo 2 è la creazione di 5.054 posti di lavoro.

Le misure volte agli investimenti produttivi e diretti nelle imprese sono quelle che registrano i tassi di esecuzione più elevati tra le varie misure del FESR. Le misure volte al turismo, all'innovazione e al trasferimento di tecnologia e agli aiuti "soft" alle imprese (consulenza) accusano un certo ritardo rispetto agli obiettivi previsti.

Periodo 2000-2006

Il Burgenland è ancora ammissibile all'obiettivo 1 per il periodo 2000-2006. Il contributo complessivo dei Fondi strutturali di 271 milioni di euro contribuirà ad incentivare investimenti per un importo totale di quasi 835 milioni di euro - di cui il cofinanziamento privato è stimato a più di 490 milioni di euro. Il programma è stato approvato dalla Commissione europea il 7 aprile 2000.

Il 22 maggio il comitato di sorveglianza ha adottato le norme procedurali e il complemento di programmazione nel corso della sua prima riunione svoltasi a Eisenstadt.

Nell'agosto 2000 è stato effettuato il primo pagamento pari al 3,5% del contributo dell'Unione europea (6,8 milioni di euro).

Per il programma del nuovo obiettivo 1 relativo al Burgenland sono stati definiti tre obiettivi principali:

trasformare il Burgenland in una moderna regione dell'Europa centrale;

preparare il Burgenland per l'allargamento dell'Unione europea (soprattutto la cooperazione con l'Ungheria);

ridurre le disparità interne nel Burgenland.

La parte del programma relativa al FSE è stata stabilita in partenariato con il servizio pubblico per l'occupazione regionale, la federazione austriaca delle organizzazioni sindacali, la federazione austriaca dei datori di lavoro, l'istituto per la promozione delle imprese di Eisenstadt e varie altre organizzazioni. Questa parte del programma aggiunge alcuni nuovi approcci a quello generale che emerge dal precedente periodo di programmazione. È prevista una nuova misura per la promozione dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, sfruttando le possibilità offerte dal nuovo regolamento del FSE. La misura consiste nella promozione della formazione nel settore delle TIC, nella creazione di reti tra centri di formazione e imprese, nonché in progetti per formare i formatori.

Il DOCUP prevede un contributo del FEAOG-Orientamento pari a 41,345 milioni di euro per l'insieme del periodo 2000-2006. Le misure principali sono l'ammodernamento dell'agricoltura, la formazione agricola, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il settore forestale, lo sviluppo rurale e la tutela della natura. Circa il 27% degli stanziamenti è destinato allo sviluppo rurale (diversificazione, prodotti di qualità, rinnovo di villaggi, piccole infrastrutture agricole), il 23% alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli, il 18% all'ammodernamento dell'agricoltura (investimenti nell'impresa agricola, insediamento di giovani agricoltori), il 13% alle misure forestali, il 13% alla protezione del patrimonio naturale e il 6% alla formazione (misure di qualificazione agricola, di riqualificazione professionale segnatamente per i servizi legati al settore agricolo, le attività che riguardano la tutela della natura e lo sviluppo delle reti rurali di qualificazione). La totalità degli stanziamenti previsti per il 2000 è stata impegnata (a livello comunitario).

Per il periodo 2000-2006 otto regioni ("Länder"), ossia Carinzia, Austria inferiore, Austria superiore, Stiria, Salisburgo, Vorarlberg, Tirolo e Vienna, sono parzialmente interessate dall'obiettivo 2. Il contributo complessivo dei Fondi strutturali di 703 milioni di euro è suddiviso in 600 milioni di euro per le zone dell'obiettivo 2 e 103 milioni di euro per le zone in sostegno transitorio. Per quanto riguarda l'Austria il massimale di popolazione è di circa 1 994 853 abitanti nelle zone dell'obiettivo 2 e 1 098 794 abitanti nelle zone in sostegno transitorio.

I programmi del nuovo obiettivo 2 per le regioni Carinzia, Austria inferiore, Austria superiore, Stiria, Salisburgo, Vorarlberg e Tirolo sono stati inviati alla Commissione nell'aprile 2000. Tutti e sette i programmi sono stati approvati alla fine di aprile e all'inizio di maggio. Il programma per la città di Vienna è stato presentato alla Commissione in giugno e approvato nel luglio 2000.

Nei tre programmi relativi a Carinzia, Vienna e Stiria è prevista anche una partecipazione del FSE.

I negoziati per tutte queste regioni, tranne Vienna, si sono conclusi nel luglio 2000.

Obiettivo 3: in Austria la politica a favore del mercato del lavoro ha dovuto affrontare sfide vecchie e, al tempo stesso, estremamente nuove. Il fatto che la disoccupazione colpisca in modo particolare determinati gruppi e la rigida suddivisione del mercato del lavoro tra uomini e donne sono fenomeni evidenti ormai da diversi anni. Nuovi problemi sono derivati dalla maggiore flessibilità delle strutture del mercato del lavoro, da nuove forme di organizzazione del lavoro, dalla richiesta di nuove qualifiche e dalle differenze di attività economica tra i vari settori e le regioni. Il piano d'azione nazionale per il 2000 conteneva tutti gli strumenti politici disponibili per affrontare queste problematiche.

Il programma del nuovo obiettivo 3 a titolo del FSE, per il quale i negoziati tra le autorità austriache e la Commissione sono iniziati l'8 dicembre 1999 e che è stato approvato dalla Commissione l'8 agosto, costituisce il principale strumento finanziario di cui l'Unione europea dispone per sostenere la strategia a favore del mercato del lavoro austriaco.

Il programma si basa sulle esperienze acquisite nell'ultimo periodo d'intervento 1995-1999. Gli strumenti d'intervento dovrebbero essere ulteriormente sviluppati e ottimizzati. L'elemento di novità nel periodo 2000-2006 è rappresentato innanzitutto dall'introduzione di una priorità in materia di apprendimento lungo tutto l'arco della vita la cui attuazione è affidata al ministero dell'Istruzione, della Scienza e della Cultura. Inoltre, il FSE è il tramite per attuare l'approccio di integrazione delle pari opportunità, in base al quale si deve mirare alla riduzione delle discriminazioni fra i sessi in tutti i rami della politica austriaca a favore del mercato del lavoro.

La sezione 3 del DOCUP sottolinea il modo in cui gli interventi del FSE contribuiscono all'attuazione dei quattro pilastri della strategia europea per l'occupazione:

- Occupabilità: questo pilastro assorbe la maggior parte delle risorse. L'approccio di tipo preventivo, che implica un intervento tempestivo per aiutare le persone che hanno perso il posto di lavoro, costituisce un principio fondamentale in questo contesto.

- Imprenditorialità: l'1% delle risorse dell'obiettivo 3 è destinato all'assistenza ai patti territoriali per l'occupazione che sono intesi a sfruttare le opportunità d'impiego a livello locale.

- Adattabilità: le esperienze acquisite con il DOCUP del vecchio obiettivo 4 hanno indotto a concentrare gli sforzi sulla selezione di gruppi destinatari maggiormente minacciati dal cambiamento strutturale, sull'assistenza per i piani di sviluppo del personale e sull'anticipazione delle tendenze del mercato del lavoro.

- Pari opportunità: vengono sostenute la crescita dell'occupazione femminile nelle professioni non tradizionali e in quelle nuove, il miglioramento delle opportunità di carriera, soprattutto nel settore della scienza e della tecnologia.

Il principio di partenariato è un elemento integrato del processo di attuazione. Le parti sociali, le autorità regionali e le ONG fanno parte del comitato di sorveglianza, che il 26 luglio ha tenuto la sua riunione costitutiva, nel corso della quale hanno potuto essere concordate le disposizioni operative per gli anni a venire.

2.2.12. PORTOGALLO

Periodo 1994-1999

Poiché tutte le risorse sono state impegnate, l'esecuzione prosegue a ritmo sostenuto e alla fine del 2000 ha registrato un tasso del 95%. Si devono effettuare i pagamenti dei saldi e la chiusura dei programmi, che per alcuni di essi sarà realizzata nel 2001.

Da un primo bilancio tracciato in fase di valutazione intermedia è emerso che in Portogallo l'impatto dei Fondi strutturali è stato rilevante, a livello macroeconomico, dell'occupazione o sotto il profilo dell'andamento delle disparità regionali.

I settori delle infrastrutture e dell'ambiente hanno registrato i risultati migliori. Per contro, il settore dell'innovazione e della ricerca e sviluppo è quello in cui i risultati sono stati meno visibili, ed è per tale motivo che è stato oggetto di particolare attenzione nella fase dei negoziati del QCS per il periodo 2000-2006.

Periodo 2000-2006

Il QCS portoghese per il periodo 2000-2006 è stato approvato dalla Commissione in data 30 marzo 2000 e prevede, a prezzi correnti, stanziamenti comunitari pari a 20.535 milioni, ossia circa il 15% delle risorse dei Fondi strutturali assegnati all'obiettivo 1. L'investimento globale indicato nel QCS portoghese è di 42.199 milioni di euro.

L'intervento dei Fondi strutturali è ripartito nel modo seguente: FESR 64,8%; FSE 23%, FEAOG-Orientamento 11,1% e SFOP 1,1%.

Le regioni portoghesi ammissibili all'obiettivo 1 sono le stesse di quelle del periodo 1994-1999 (vale a dire l'intero territorio); la regione di Lisbona e la Valle del Tago beneficiano tuttavia del regime transitorio.

La strategia del QCS è incentrata su 4 assi di intervento prioritari: (1) aumentare il livello di qualificazione dei portoghesi, promuovere l'occupazione e la coesione sociale; (2) orientare le capacità produttive verso le attività del futuro; (3) affermare l'importanza del territorio e della posizione geoeconomica del paese; (4) incoraggiare lo sviluppo sostenibile delle regioni e la coesione nazionale.

Per quanto riguarda gli interventi direttamente legati allo sviluppo delle risorse umane, il FSE costituisce il 23% dell'aiuto comunitario, percentuale pressoché identica a quella del QCS per il periodo 1994-1999.

Il contributo del FEAOG-Orientamento in materia agricola e di sviluppo rurale è pari a 2.284 milioni di euro. Le misure principali attuate sono intese alla promozione di un'agricoltura sostenibile e al sostegno alle attività delle filiere produttive agrorurali e agroforestali.

Nel settore della pesca, lo SFOP interviene con un contributo di 217,5 milioni di euro per l'insieme delle regioni interessate. Le principali misure che beneficiano del finanziamento riguardano la protezione e lo sviluppo delle risorse acquatiche, l'attrezzatura dei porti, l'ammodernamento della flotta, la trasformazione dei prodotti del mare.

Rispetto al QCS precedente quello attuale presenta le innovazioni riportate di seguito.

· Un significativo decentramento degli stanziamenti comunitari verso le regioni: circa il 47% dei Fondi programmati è assegnato ai programmi regionali.

· Integrazione dei quattro Fondi nei programmi regionali che consentirà di coordinare in modo più adeguato, a livello regionale, le azioni attuate e di rispondere con più efficacia ai problemi in loco.

· A livello settoriale, la società dell'informazione, la ricerca e l'innovazione hanno assunto una dimensione prioritaria nel QCS. Per contro, è stato ridotto il sostegno al settore dell'energia.

· In conformità delle disposizioni del regolamento, la responsabilità delle autorità regionali e locali ha assunto un peso più rilevante nella gestione e nella sorveglianza degli interventi. Tale aspetto implica un rafforzamento dei sistemi di sorveglianza, gestione, valutazione e controllo.

Per quanto riguarda l'occupazione, il QCS prevede la creazione o il mantenimento di 68.000 posti di lavoro all'anno.

Il QCS è attuato attraverso 19 PO (7 programmi regionali e 12 programmi pluriregionali). Nel corso del quarto trimestre 2000 si sono svolti i negoziati in merito al programma d'assistenza tecnica, che è stato poi approvato all'inizio del 2001.

Durante l'ultimo trimestre 2000 i vari comitati di sorveglianza si sono riuniti per approvare il loro regolamento interno e i complementi di programmazione.

2.2.13. FINLANDIA

Periodo 1995-1999

Alla fine del 1999 sono stati effettuati gli ultimi impegni nel quadro del precedente periodo di programmazione 1995-1999. Nel corso del 2000 è proseguita l'esecuzione degli ultimi progetti selezionati, il cui completamento è previsto per la fine del 2001. Le relazioni annuali per il 1999 sono pervenute alla Commissione nel giugno 2000.

Dalla valutazione intermedia è emerso che la strategia di sviluppo regionale scelta per la regione dell'obiettivo 6 era corretta. Si è ritenuto, tuttavia, che gli obiettivi iniziali del programma fossero troppo ambiziosi rispetto alle risorse ad esso assegnate e sono stati adeguati di conseguenza. Alla fine del 1999 anche il piano finanziario ha subito lievi modifiche ed è stato approvato con decisione della Commissione nell'aprile 2000.

Secondo la relazione annuale 1999, alla fine del 1999 era stato erogato ai progetti il 79,8 % dei fondi pubblici complessivi. Il programma ha consentito di creare più di 19 000 nuovi posti di lavoro e 2 600 imprese. È proseguita la migrazione dalle regioni dell'obiettivo 6 (e 2 e 5b), tendenza questa che ha caratterizzato negativamente il periodo di programmazione.

Il programma dell'obiettivo 2 è stato attuato tramite due DOCUP nei periodi 1995-1996 e 1997-1999. Il pagamento finale è stato effettuato dalla Commissione nella primavera del 2000 dopo che alla fine del 1999 e all'inizio del 2000 erano state fornite alcune informazioni supplementari ai fini della chiusura dei conti per questo programma. Alla fine del 1999 era stato pagato ai progetti il 50,5% dei fondi pubblici complessivi del programma 1997-1999.

Secondo la valutazione intermedia il programma dell'obiettivo 2 finlandese ha inciso in misura sensibile sull'aumento del numero di imprese e sulla crescita dell'occupazione nella zona interessata dalla programmazione, nella quale sono state create nuove imprese a un ritmo pari a quello delle zone di riferimento della Finlandia meridionale e centrale. Si è calcolato che alla fine del 1999 il programma aveva creato quasi 15 000 nuovi posti di lavoro e più di 1 400 nuove imprese. Queste ultime sono state avviate principalmente nel settore dei servizi, soprattutto i servizi alle imprese nonché quelli sociali, sanitari e altri. La valutazione evidenziava tuttavia che gli effetti dei progetti sono in gran parte qualitativi. Le osservazioni e le raccomandazioni che figurano nella valutazione intermedia sono state prese in considerazione anche nell'elaborazione dei programmi del nuovo obiettivo 2 per il periodo 2000-2006.

Periodo 2000-2006

Alla fine del 1999 e all'inizio del 2000 si sono tenuti a Helsinki i negoziati per i programmi dei nuovi obiettivi 1 e 2 tra le autorità finlandesi e le Direzioni generali competenti per i Fondi strutturali. I temi principali oggetto di discussione sono stati la quantificazione dei risultati e degli impatti previsti, gli indicatori, i sistemi di sorveglianza e di controllo, l'addizionalità, la riserva di efficacia ed efficienza, i progetti interregionali, Finnvera (istituzione nazionale che fornisce capitali di rischio), i piani di prestito, l'ambiente/NATURA 2000 e la società dell'informazione. La Commissione ha chiesto in particolare di incentrare in misura maggiore le priorità inerenti allo sviluppo delle PMI e alle risorse umane sulla mancanza di determinate capacità e qualifiche e sullo sviluppo rurale (per quanto riguarda l'obiettivo 1). Di queste raccomandazioni si è tenuto conto nei DOCUP finali.

Il 31 marzo 2000 la Commissione ha approvato entrambi i programmi dell'obiettivo 1 finlandesi (Finlandia orientale e Finlandia settentrionale) quali primi programmi regionali del nuovo periodo di programmazione 2000-2006. Il contributo totale dell'Unione europea è pari a 913 milioni di euro (prezzi 1999). La linea di sviluppo si basa su conoscenze, nuove tecnologie e società dell'informazione. Le misure previste dal programma sono intese ad aumentare la competitività delle imprese e la crescita economica, a creare nuovi posti di lavoro e imprese, a ridurre la disoccupazione e a rallentare lo spopolamento delle zone rurali e delle regioni nel loro complesso.

Le misure relative alle risorse umane sono conformi al quadro di riferimento politico del FSE. Gli interventi del FSE sono pari complessivamente a 273 milioni di euro per entrambi i programmi. Le priorità del FSE comprendono: rafforzamento di competenze, qualifiche e occupabilità della manodopera; sviluppo delle imprese.

Per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, gli interventi del FEAOG-Orientamento sono di 197,1 milioni di euro. Le misure principali comprendono: sviluppo delle zone rurali; silvicoltura; formazione; insediamento di giovani agricoltori.

Nel settore della pesca, lo SFOP interviene per un importo di 6,85 milioni di euro, e le misure principali riguardano la trasformazione, i porti di pesca e l'acquacoltura.

Le prime riunioni del comitato di sorveglianza svoltesi in maggio a Oulu e Mikkeli hanno dato il via al nuovo periodo approvando le norme procedurali, i criteri di selezione dei progetti, i complementi di programmazione e i piani di pubblicità. Le seconde riunioni del comitato di sorveglianza si sono tenute in novembre a Kajaani, dove sono stati completati i complementi di programmazione, il comitato ha discusso il processo e lo stato di attuazione, il sistema di sorveglianza, le azioni di informazione e pubblicità, e i nuovi sistemi di prestiti per il cofinanziamento del FESR. Nel contesto delle riunioni del comitato di sorveglianza sono state organizzate conferenze stampa e visite ai progetti.

Il 30 giugno 2000 la Commissione ha approvato i DOCUP relativi alla Finlandia occidentale e meridionale quali primi programmi dell'obiettivo 2 del nuovo periodo. Le prime riunioni del comitato di sorveglianza svoltesi all'inizio di ottobre sono state precedute in giugno da una riunione preparatoria. Nella loro riunione di dicembre a Jyväskylä i comitati di sorveglianza hanno discusso gli stessi temi trattati nelle riunioni relative all'obiettivo 1 citati in precedenza e hanno osservato che l'attuazione del programma era iniziata in modo soddisfacente.

Il programma dell'obiettivo 2 relativo alle isole Åland, che era stato presentato separatamente alla Commissione, è stato approvato il 20 dicembre 2000. Le isole Åland sono una provincia finlandese autonoma di lingua svedese che comprende più di 6 500 isole, scogli e isolotti, dei quali 65 sono disabitati. Il programma è volto ad aumentare la competitività delle imprese, ad ottenere uno sviluppo della popolazione nelle zone dell'arcipelago, ad integrare la popolazione della regione nella società dell'informazione e ad accrescere la consapevolezza ambientale.

Il contributo complessivo dell'Unione europea ai programmi dell'obiettivo 2 finlandesi è di 489 milioni di euro (prezzi 1999). I DOCUP relativi alla Finlandia meridionale e occidentale sono intesi a promuovere l'imprenditorialità e l'occupazione aumentando la competitività e la diversificazione dell'economia regionale. A tale scopo essi sono incentrati sui settori di crescita, sui raggruppamenti di imprese e sulla competitività basata sulle conoscenze. Entrambi i programmi riservano una particolare attenzione alla società dell'informazione e sono imperniati sullo sviluppo delle PMI.

Nella Finlandia occidentale l'assistenza del FSE si concentra su quanto segue: sviluppo delle imprese e ristrutturazione economica; sviluppo di qualifiche e nuove tecnologie; ammodernamento delle infrastrutture e miglioramento delle condizioni di vita. Nella Finlandia meridionale, le misure del FSE sono incentrate su: competitività delle imprese e attrattiva dell'ambiente imprenditoriale; sviluppo delle conoscenze e delle risorse umane; sviluppo delle sottoregioni, delle zone urbane, e attrattiva delle comunità locali.

Il DOCUP relativo all'obiettivo 3 per le regioni al di fuori dell'obiettivo 1 è stato approvato dalla Commissione il 1° agosto 2000. I fondi del FSE assegnati al programma sono pari a 416 milioni di euro. Il DOCUP prevede quattro priorità politiche in conformità del quadro di riferimento politico del FSE:

1. Sfruttare la domanda di manodopera e migliorare l'occupabilità (29% della dotazione del FSE).

2. Promuovere la parità e le pari opportunità nella vita lavorativa (19% della dotazione del FSE).

3. Migliorare la qualità e l'efficacia dell'istruzione e della formazione, promuovere la mobilità occupazionale e rafforzare l'integrazione tra istruzione e vita lavorativa (19% della dotazione FSE).

4. Sviluppare il capitale umano allo scopo di sostenere l'imprenditorialità e la qualità della vita lavorativa e sfruttare la ricerca e la tecnologia (29% della dotazione del FSE).

Inoltre, è prevista una priorità per l'assistenza tecnica (4% della dotazione del FSE).

Per quanto riguarda il ministero del Lavoro il tasso di impegni rispetto alla dotazione prevista per il 2000 è stato pari all'80%. Sono stati concessi aiuti a circa 350 progetti e il numero di persone coinvolte nei progetti è stato pari a 9000.

Il 27 settembre 2000 è stato approvato un programma dell'obiettivo 3 distinto per le isole autonome di Åland, cui sono stati assegnati fondi del FSE per un importo di 2,6 milioni di euro.

I principali problemi del mercato del lavoro che i programmi del FSE si propongono di affrontare sono i seguenti: l'elevato tasso di disoccupazione, la minaccia di esclusione di taluni gruppi (ad esempio, i disoccupati di lunga durata, i giovani disoccupati, le persone anziane e i disabili) dal mercato del lavoro e le crescenti strozzature di tale mercato, un tasso relativamente basso di imprenditori, la mancanza di qualifiche per quanto riguarda soprattutto i lavoratori anziani con un basso livello di istruzione e competenze superate, la segregazione uomo-donna sul mercato del lavoro e nel campo dell'istruzione, la necessità di migliorare il rapporto tra ricerca, istruzione/formazione e vita lavorativa e di aumentare le opportunità e la pratica dell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita.

Il ministero del Lavoro è, come in precedenza, l'autorità di gestione nonché l'autorità di pagamento per quanto riguarda il funzionamento del FSE in Finlandia per il nuovo periodo di programmazione. L'attuazione dei programmi è stata in gran parte decentrata a livello regionale. È stata elaborata una nuova normativa nazionale per l'attuazione dei programmi dei Fondi strutturali in Finlandia.

Settore della pesca al di fuori dell'obiettivo 1: il contributo dello SFOP è di 32 milioni di euro, il 55% del quale è destinato alla tutela e allo sviluppo delle risorse acquatiche, all'acquacoltura, alle infrastrutture dei porti di pesca, alla trasformazione e commercializzazione e alla pesca nelle acque interne, mentre l'11% è assegnato alle isole Åland per le quali è previsto un programma distinto.

2.2.14. SVEZIA

Periodo 1995-1999

Alla fine del 1999 sono stati effettuati gli ultimi impegni nel quadro del precedente periodo di programmazione per i cinque programmi dell'obiettivo 2, il programma dell'obiettivo 6 e gli otto programmi INTERREG II A. Nel corso del 2000 è proseguita l'esecuzione degli ultimi progetti selezionati, il cui completamento è previsto prima della fine del 2001. Le relazioni annuali per il 1999 sono pervenute nel giugno 2000.

Periodo 2000-2006

Il 23 novembre 1999 sono state presentate alla Commissione le versioni complete dei DOCUP dell'obiettivo 1 relativi alla regioni di Norra Norrland e Södra Skogslän. Le decisioni di massima sono state adottate rispettivamente il 12 e 17 maggio e i programmi sono stati adottati il 24 maggio 2000.

Il contributo dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006 sarà di 748 milioni di euro, di cui il 52% sarà assegnato alla regione di Norra Norrland e il 48% alla regione di Södra Skogslän. Tenuto conto del cofinanziamento pubblico e privato nazionale risultano mobilizzati investimenti per un importo di 2 miliardi di euro. In ogni programma sono previste dotazioni distinte per le zone interne e per le zone costiere (il programma speciale).

I due programmi dell'obiettivo 1 riguardano zone vaste e scarsamente popolate caratterizzate da clima rigido e lontane dai centri economici più importanti. L'obiettivo principale consiste nel creare 20 000 posti di lavoro e 3 500 nuove imprese sviluppando un settore imprenditoriale a elevata intensità di conoscenze e competitivo, avvalendosi dei vantaggi offerti dalla tecnologia moderna e migliorando l'attrattiva della zona come luogo in cui vivere e lavorare, il che implica la salvaguardia dell'ambiente incontaminato, la garanzia di elevati livelli di istruzione e il rafforzamento del patrimonio culturale: tutto questo per indurre le imprese a insediarsi nella zona. Si prevede che alle attività di formazione parteciperanno 4000 imprese e 40 000 persone. Ogni programma contempla misure speciali volte a promuovere lo sviluppo della cultura e delle attività tradizionali dei Sami.

Nel 2000 si sono tenute due riunioni del comitato di sorveglianza per ogni programma, a Luleå e Östersund a metà giugno e a Umeå e Höga Kusten in ottobre. I principali punti all'ordine del giorno sono stati l'adozione delle norme procedurali per i comitati di sorveglianza e i complementi di programmazione, compresi i criteri di selezione, gli indicatori di controllo e i piani di informazione e comunicazione. I programmi sono diventati operativi a partire dall'estate e nell'autunno sono state effettuate le prime selezioni. Alla fine dell'anno risultavano selezionati circa 250 progetti. La domanda è stata elevata fin dall'inizio dei programmi, per cui rispetto al precedente periodo di programmazione la situazione è nettamente migliorata.

Nel 2000 la Commissione ha posto un accento particolare su informazione e pubblicità. Nel contesto delle riunioni dei comitati di sorveglianza sono state organizzate conferenze stampa e visite ai progetti.

Per il settore agricolo e dello sviluppo rurale, il contributo complessivo del FEAOG-Orientamento è di 115,3 milioni di euro. Le misure principali riguardano: investimenti in aziende agricole, orticole e di allevamento delle renne; sviluppo sostenibile delle zone rurali attraverso la diversificazione, promozione di trasformazione e commercializzazione, agriturismo, conservazione del patrimonio rurale.

Per il settore della pesca, l'intervento dello SFOP è pari a 11,5 milioni di euro e si concentra sugli investimenti nell'acquacoltura, nella trasformazione e nella protezione e sviluppo delle risorse acquatiche.

Il 26 aprile 2000 sono stati dichiarati ricevibili i progetti di documenti unici di programmazione (DOCUP) per le quattro zone svedesi cui si applica l'obiettivo 2 (Norra, Västra, Södra e Öarna). Il 19 giugno si è tenuta la riunione di negoziato con rappresentanti dei partenariati regionali, il governo svedese e le DG "Politica regionale" e "Occupazione e affari sociali" in rappresentanza della Commissione. I negoziati si sono conclusi con un successivo scambio di lettere. Le decisioni di massima per i quattro programmi nel loro complesso sono state adottate in ottobre, quelle finali per i DOCUP il 15 e 20 dicembre, e le prime riunioni del comitato di sorveglianza per ognuno dei quattro programmi si sono svolte nel mese di dicembre 2000 a Karlskoga, Gävle e Jönköping.

Il contributo dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006 è di 423 milioni di euro, dei quali l'87% proviene dal Fondo europeo di sviluppo regionale e il 13% dal Fondo sociale europeo. Complessivamente questo finanziamento dell'Unione europea mobilizzerà fondi UE, nazionali e privati per un importo di circa 1,5 miliardi di euro.

I problemi che devono affrontare le zone interessate dai quattro DOCUP sono approssimativamente identici, ossia livelli di disoccupazione superiori alla media, livelli di istruzione più bassi e industrie caratterizzate da difficoltà strutturali. Gli obiettivi principali dei programmi sono quindi di creare un clima favorevole alle imprese, incoraggiare lo spirito imprenditoriale, sviluppare le imprese e migliorare i livelli di istruzione/qualificazione allo scopo di aumentare l'occupabilità e aiutare l'industria a diventare più competitiva grazie ad una più vasta gamma di conoscenze. La competitività viene rafforzata anche attraverso la promozione della cooperazione tra industria e università. In tutti i programmi viene promosso in varia misura il miglioramento delle condizioni di vita, con azioni a favore della cultura e del miglioramento dei servizi e della partecipazione locale (empowerment). Vengono incoraggiate e sostenute le iniziative locali.

Tutti i programmi riservano un'attenzione specifica ai giovani e alle donne e prevedono come priorità orizzontali lo sviluppo sostenibile, la parità e l'integrazione degli immigranti. Scopo dei programmi è di creare o mantenere 29 400 posti di lavoro e 5 900 nuove imprese; inoltre sarà fornita formazione a diverse migliaia di persone per aumentarne l'occupabilità.

Obiettivo 3: il documento unico di programmazione (DOCUP), quale è risultato dopo 7 mesi di negoziati tra le autorità svedesi e la Commissione, è stato approvato dalla Commissione il 27 settembre 2000. Fatta eccezione per le regioni cui si applica l'obiettivo 1, la Svezia è ammissibile per 747 milioni di euro di fondi FSE con una dotazione complessiva di 2,780 milioni di euro, dei quali 729 milioni di cofinanziamento pubblico e 1,303 milioni di cofinanziamento privato nazionale. Il complemento di programmazione definito alla fine dell'anno integra i DOCUP e specifica le misure da adottare. Le cinque priorità fondamentali sono le seguenti:

1. Sviluppo delle competenze dei lavoratori dipendenti. È previsto che questa priorità venga attuata di concerto tra datori di lavoro e lavoratori dipendenti. Tra tutti gli Stati membri dell'Unione europea, la Svezia è quello in cui si registra il più alto livello di finanziamento nel settore in questione. Questa priorità è rivolta ai lavoratori dipendenti dei settori pubblico e privato con particolare riguardo per le PMI con un numero di dipendenti inferiore a 50 persone.

2. Aumento dell'occupabilità e dello spirito imprenditoriale. I gruppi destinatari comprendono gli occupati e i disoccupati (disponibilità finanziaria: 258 milioni di euro o 34,5 % della dotazione del FSE).

3. Integrazione, molteplicità e pari opportunità.

4. Sviluppo locale.

5. Assistenza tecnica.

Il Consiglio del FSE svedese è stato istituito dal governo svedese quale autorità di gestione indipendente per il programma. L'autorità di pagamento è il Comitato nazionale del mercato del lavoro (AMS). Il comitato di sorveglianza, un ampio partenariato che assicura la verifica del DOCUP, si è riunito due volte nel 2000 per approvare il complemento di programmazione, per istituire strutture di controllo e per avviare il programma.

Nonostante l'avvio tardivo del programma, alla fine del 2000 sono risultati approvati complessivamente 1100 progetti con un totale di 30 000 partecipanti.

Per il settore della pesca al di fuori dell'obiettivo 1, la dotazione dello SFOP è di 62 milioni di euro e si concentra sulla ristrutturazione dell'industria della trasformazione e sull'ammodernamento della flotta.

2.2.15. REGNO UNITO

Periodo 1994-1999

Obiettivo 1: alla fine del 1999 sono state concordate con le autorità competenti le modifiche finali da apportare ai programmi per il periodo 1994-1999. Nel corso del 2000 è proseguita l'attuazione dei restanti progetti, di cui si prevede il completamento al 31 dicembre 2001.

I fondi assegnati ai programmi degli obiettivi 3 e 4 sono stati interamente impegnati per il periodo 1994-1999. Finora non è pervenuta alcuna richiesta di pagamento finale.

Periodo 2000-2006

Il Regno Unito comprende sei regioni cui si applica l'obiettivo 1: una di esse, il Merseyside, rientra ancora nell'obiettivo 1 come nel periodo 1994-1999; tre regioni, Cornovaglia e isole Scilly, South Yorkshire e Galles occidentale e Valleys, sono interessate per la prima volta dall'obiettivo 1, mentre due regioni, Irlanda del Nord e Highlands & Islands, non sono più ammissibili all'obiettivo 1, ma riceveranno un sostegno transitorio fino al 2005.

Nel caso delle cinque regioni cui si applica l'obiettivo 1 in Gran Bretagna, i Fondi strutturali vengono attuati attraverso i documenti unici di programmazione (DOCUP). Ne consegue che i piani di sviluppo regionale sono stati presentati sotto forma di progetti di DOCUP. Nel caso dell'Irlanda del Nord, i Fondi sono attuati tramite un quadro comunitario di sostegno e programmi operativi basati su un piano di sviluppo regionale.

I negoziati relativi ai DOCUP dell'obiettivo 1 per la Gran Bretagna hanno avuto luogo da dicembre 1999 ad aprile 2000. Nel caso dell'Irlanda del Nord, mentre il piano regionale è stato presentato alla fine del 1999, il QCS è stato adottato solo nel dicembre 2000 e l'adozione dei PO è stata portata a termine solo all'inizio del 2001. Questo periodo più lungo è dovuto agli sviluppi politici e amministrativi intervenuti nell'Irlanda del Nord nel corso del 2000, e in particolare il decentramento di poteri all'Assemblea dell'Irlanda del Nord.

Ciascun DOCUP dell'obiettivo 1 per la Gran Bretagna individua da quattro a sei settori di azione prioritaria, che possono essere raggruppati nel seguente modo: sostegno alle piccole e medie imprese; sostegno all'ammodernamento delle imprese; rinnovamento dell'economica locale; sviluppo delle risorse umane; sviluppo di infrastrutture strategiche. Inoltre, un programma riguarda in modo specifico i problemi delle zone rurali, un altro tratta il concetto della particolarità regionale.

Nel caso dell'Irlanda del Nord, il QCS è attuato attraverso due programmi operativi: il programma a titolo del sostegno transitorio dell'obiettivo 1 (favorire la prosperità sostenibile) e il programma dell'Unione europea per la pace e la riconciliazione nell'Irlanda del Nord e nelle contee limitrofe dell'Irlanda (PEACE II) 2000-2004. Il QCS viene attuato attraverso le seguenti priorità principali: crescita economica e competitività, occupazione, sviluppo delle risorse umane e integrazione sociale, rivitalizzazione urbana e sociale; agricoltura, sviluppo rurale e pesca e ambiente.

Il programma dell'Unione europea per la pace e la riconciliazione nell'Irlanda del Nord e nelle contee limitrofe dell'Irlanda (PEACE II) 2000-2004 è la continuazione del programma speciale di sostegno alla pace ed alla riconciliazione nell'Irlanda del Nord e nelle contee limitrofe dell'Irlanda (PEACE I) 1995-1999. Esso intende mettere a frutto i risultati acquisiti con PEACE I attraverso un'ampia serie di azioni nel quadro delle seguenti priorità: rinnovamento economico; integrazione sociale, inclusione e riconciliazione; strategie di sviluppo e di rinnovamento a livello locale, trasformazione dell'Irlanda in una regione aperta al mondo esterno e proiettata al futuro e cooperazione transfrontaliera.

Il programma a titolo del sostegno transitorio dell'obiettivo 1 (favorire la crescita sostenibile) è la componente più rilevante del quadro comunitario di sostegno dell'Irlanda del Nord e rappresenta approssimativamente due terzi del contributo complessivo dei Fondi strutturali. Questo programma costituirà quindi il principale strumento per la realizzazione della transizione economica e sociale individuata nel QCS. Sono state adottate le seguenti priorità: crescita economica e competitività, occupazione, rivitalizzazione urbana e sociale, agricoltura, sviluppo rurale, silvicoltura, pesca, ambiente.

Nel settore agricolo e dello sviluppo rurale, il FEAOG-Orientamento stanzia un importo complessivo di 388 milioni di euro per le 5 regioni ammissibili. Le priorità sono diverse in ciascuna regione: sostegno alle PMI e alle microimprese e adeguamento strutturale delle zone rurali in Cornovaglia; assistenza alle comunità rurali nelle Highlands & Islands; sviluppo di settori di nicchia nel Merseyside; ammodernamento delle imprese e sostegno alle comunità per affrontare la transizione al rinnovamento economico nel South Yorkshire; utilizzo sostenibile delle risorse naturali nel Galles occidentale; sviluppo urbano e rurale equilibrato, crescita e rinnovamento economico nell'Irlanda del Nord.

Per il settore della pesca, il contributo dello SFOP è di 60,3 milioni di euro.

Il Regno Unito comprende quattordici regioni cui si applica l'obiettivo 2: Gibilterra, Midlands occidentali, Yorkshire e Humberside, Midlands orientali, Inghilterra nordorientale, Inghilterra nordoccidentale, Inghilterra orientale, Inghilterra sudorientale, Londra, Inghilterra sudoccidentale, Scozia meridionale, Scozia orientale, Scozia occidentale e Galles orientale. Tutte le regioni tranne due contengono anche zone ammissibili al sostegno transitorio. I negoziati relativi ai DOCUP dell'obiettivo 2 hanno avuto luogo da luglio a dicembre 2000.

Tutti i programmi sono incentrati su 6 temi o questioni: piccole e medie imprese; opportunità di sviluppo strategico; competenze; zone rurali e di pesca; rinnovamento dell'economia locale; crescita dell'occupazione. In tutti i temi o questioni viene riservata particolare attenzione al rispetto dell'ambiente nonché alle pari opportunità. Queste due tematiche sono integrate nelle attività e rientrano nella valutazione del progetto e in quella dello stato di avanzamento del programma.

Delle 14 regioni cui si applica l'obiettivo 2 nel Regno Unito, 6 hanno deciso di non includere una componente FSE nei loro programmi. Tali regioni affronteranno le questioni relative alle risorse umane stabilendo un nesso diretto con i programmi dell'obiettivo 3. Gli altri 8 programmi dell'obiettivo 2 contengono una componente FSE che varia dal 10% al 20% del contributo complessivo dei Fondi strutturali destinato a questi programmi. Le misure del FSE contenute in tali piani si concentrano specificamente sui settori di intervento dell'integrazione sociale per tutti, dell'adattabilità e dell'imprenditorialità. Durante i negoziati la Commissione ha assicurato che le azioni del FSE programmate nelle zone dell'obiettivo 2 rispondessero ai due criteri dell'integrazione con la strategia di sviluppo locale/regionale e del coordinamento con gli interventi del FESR nel settore, senza sovrapposizioni con quanto previsto nel quadro dell'obiettivo 3.

Per quanto riguarda i programmi dell'obiettivo 2 per il periodo precedente, le regioni hanno totalmente impegnato la dotazione FSE, e i pagamenti sono pari finora al 64% degli impegni totali.

L'effetto del decentramento di poteri ha modificato la struttura del programma dell'obiettivo 3 del Regno Unito per il periodo 2000-2006. Nel periodo 1994-1999 era previsto un unico DOCUP per il paese nel suo complesso. Nel nuovo periodo vi è un QCS per il Regno Unito e programmi operativi distinti per Inghilterra, Scozia e Galles. Inoltre, il programma operativo inglese sarà attuato a livello regionale. Esistono tuttavia molte analogie tra le priorità dei DOCUP dei vecchi obiettivi 3 e 4 e quelle del QCS del nuovo obiettivo 3. Tenuto conto della tendenza generale alla diminuzione del numero di disoccupati nel Regno Unito, nei programmi è stato attribuito maggior peso (dal 31,6% al 40,0%) all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, all'adattabilità e all'imprenditorialità. Allo stesso tempo, continua a essere riservato un importo rilevante (53%) per affrontare il problema della disoccupazione e per incoraggiare l'integrazione sociale. La quota della dotazione assegnata ad azioni specifiche volte a promuovere le pari opportunità tra uomini e donne è quasi raddoppiata (dal 3,6% al 7,0%).

Il PO inglese è strutturato in base all'approccio dei cinque settori di intervento previsti dal regolamento del FSE e ha seguito rigorosamente l'impostazione definita nel QCS del Regno Unito. Il valore totale del programma è di 4.111 milioni di euro, ossia l'87% della dotazione complessiva assegnata all'obiettivo 3 nel Regno Unito. La ripartizione tra i settori di intervento è la seguente: politiche attive a favore del mercato del lavoro - 25%, pari opportunità per tutti, promozione dell'integrazione sociale - 26%, apprendimento lungo tutto l'arco della vita - 26%, adattabilità e imprenditorialità - 14%, miglioramento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro - 7%, assistenza tecnica - 2,0%

Il PO scozzese ha un valore di 498 milioni di euro e pone un accento particolare sui problemi dell'integrazione sociale incontrati in talune zone urbane, in particolare a Glasgow. La ripartizione per settore di intervento del regolamento del FSE è la seguente: aumento dell'occupabilità (23%), integrazione sociale (37%), apprendimento lungo tutto l'arco della vita (10%), un'economia competitiva (22%), diseguaglianze di genere (7%) e assistenza tecnica (1%).

Il valore totale del PO gallese è di 132 milioni di euro e rispetto agli altri PO viene riservata maggiore attenzione ai settori dell'imprenditorialità e dell'adattabilità. La ripartizione fra i settori di intervento è la seguente: politiche attive a favore del mercato del lavoro - 25%, promozione dell'integrazione sociale - 21%, apprendimento lungo tutto l'arco della vita - 22%, adattabilità e imprenditorialità - 23%, miglioramento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro - 7% e assistenza tecnica - 2,0%.

Per il settore della pesca al di fuori dell'obiettivo 1, lo SFOP stanzia 125,5 milioni di euro. La massima priorità è costituita dal disarmo dei pescherecci, seguito in ordine d'importanza da acquacoltura, infrastrutture dei porti di pesca, trasformazione e commercializzazione. In seguito all'approvazione del programma, devono essere definiti il complemento di programmazione e le procedure amministrative. È quindi improbabile che la selezione dei progetti per lo SFOP possa avere luogo prima del secondo trimestre del 2001.

2.3. Coordinamento con gli oltri strumenti finanziari

2.3.1. Coordinamento con il Fondo di coesione

Il 2000 è il primo anno dell'attuazione della nuova normativa che disciplina il funzionamento del Fondo di coesione. Poiché durante il periodo di programmazione 1994-1999 questo fondo ha dato risultati soddisfacenti, alla regolamentazione di base del 1994 sono stati apportati solo alcuni emendamenti.

I nuovi regolamenti adottati il 21 giugno 1999, in vigore a partire dal 1° gennaio 2000, prevedono alcune modifiche per tener conto dell'introduzione dell'euro, semplificare la gestione e migliorare l'efficacia. Le principali modifiche riguardano altresì i principi di base (regolamento) e le modalità di applicazione (allegato II del regolamento di base).

I contributi concessi a titolo del Fondo di coesione consentono di finanziare progetti d'infrastrutture di trasporto partecipando all'attuazione delle reti transeuropee, nonché progetti ambientali il che permette ai paesi interessati di avanzare verso gli obiettivi previsti dalla politica comunitaria in materia di ambiente. Il Fondo di coesione consente ai quattro Stati membri beneficiari di continuare ad impegnarsi in misura rilevante sotto il profilo degli investimenti pubblici in questi due settori d'interesse comune, pur rispettando gli obiettivi di riduzione dei disavanzi di bilancio previsti dai programmi di convergenza economica stabiliti nel quadro dell'Unione economica e monetaria.

Il quadro di riferimento strategico è lo strumento principale di coordinamento tra gli interventi del Fondo di coesione e i Fondi strutturali. Il fatto che gli Stati membri debbano presentare alla Commissione un quadro di riferimento strategico rappresenta il logico completamento del nuovo dispositivo giuridico che disciplina le attività del Fondo di coesione. Il regolamento (CE) n. 1265/1999 stabilisce infatti che "gli Stati membri forniscono inoltre i risultati della procedura di valutazione dell'impatto ambientale in conformità della normativa comunitaria, e la relativa coerenza con una strategia generale di livello territoriale o settoriale riguardante l'ambiente o i trasporti".

Inoltre, le disposizioni del "Vademecum per il Fondo di coesione 2000-2006", distribuito alle amministrazioni nazionali dei quattro Stati membri beneficiari, prevedono in particolare che la strategia da seguire dovrà essere definita e inserita in un documento di orientamenti che costituirà il "quadro di riferimento" degli interventi del Fondo di coesione. Detto quadro di riferimento, da definirsi al livello più opportuno, dovrà contemplare i seguenti elementi: definizione degli obiettivi a lungo termine; indicazione dei progetti individuali, determinazione degli obiettivi intermedi da conseguire nel 2006; individuazione dei progetti da realizzare per raggiungere tali obiettivi; riguardo ad ogni singolo progetto, una prima indicazione dei costi di investimento e una pianificazione indicativa in merito alle fonti di finanziamento.

I quattro Stati membri che beneficiano del Fondo di coesione hanno presentato i rispettivi quadri di riferimento strategici relativi ai settori dell'ambiente e dei trasporti in occasione di una riunione d'informazione destinata agli Stati membri e organizzata dalla Commissione il 18 dicembre 2000. In alcuni casi questi quadri di riferimento strategici sono parte integrante dei programmi operativi approvati a titolo della programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006, aspetto, questo, che rafforza il coordinamento tra gli interventi del Fondo di coesione e quelli dei Fondi strutturali.

2.3.2. Coordinamento con la Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI)

Il 19 gennaio 2000 la Commissione e la BEI hanno firmato un accordo di cooperazione a titolo dell'azione strutturale comunitaria per il periodo 2000-2006. L'accordo verte sul rafforzamento della cooperazione tra la Banca e la Commissione nei seguenti settori: fasi preparatorie di programmazione di negoziati in merito alle operazioni strutturali; cofinanziamento degli interventi strutturali; valutazione dei grandi progetti.

In applicazione di detto accordo, il 7 giugno 2000 la Commissione (DG REGIO) e la BEI hanno siglato un contratto quadro per il periodo 2000-2006 che riguarda la valutazione che la Banca deve effettuare in merito ad alcuni grandi progetti presentati dagli Stati beneficiari per ottenere il finanziamento dei Fondi strutturali.

È stato inoltre realizzato un dispositivo di contatti tra le entità geografiche della Commissione e della BEI. Questo dispositivo ha registrato risultati positivi e il suo successo è stato confermato da una riunione ad alto livello svoltasi il 4 dicembre 2000 a Lussemburgo e alla quale hanno partecipato il Direttore generale della DG REGIO, da un lato, e i Direttori generali della Banca, dall'altro. Le conclusioni della riunione hanno indicato i settori in cui si dovrebbe favorire una stretta cooperazione tra le due istituzioni. Per attuare tali orientamenti sono stati istituiti alcuni gruppi di lavoro.

Per quanto riguarda le priorità di cooperazione, è stata rivolta una particolare attenzione all'iniziativa i2i e ai prodotti finanziari innovativi, vale a dire il capitale di rischio e i prestiti globali nel quadro della prima priorità, ossia il sostegno efficace allo sviluppo regionale.

In merito all'attività della Banca nel 2000, essa ha stanziato 30,6 miliardi di euro contro i 27,8 miliardi di euro del 1999 a progetti nell'ambito dell'Unione europea. Il sostegno della Banca alle regioni più svantaggiate è di 13,7 miliardi di euro sotto forma di prestiti individuali e di 6,2 miliardi di euro sotto forma di prestiti globali (aumento rilevante dei finanziamenti a favore delle PMI). I principali Stati che beneficiano dei prestiti della BEI sono la Germania (19,7%), l'Italia (18,4%), la Spagna (13,7%), il Regno Unito (10,8%) e la Francia (10,8%).

>SPAZIO PER TABELLA>

Per quanto attiene al FEI, il 7 dicembre 2000 quest'ultimo e la Banca europea per gli investimenti hanno firmato un accordo di base allo scopo di rafforzare i rapporti tra le due istituzioni e di semplificare il tipo di operazioni offerte da ciascuna di esse.

Questo accordo riguarda, da un lato, il trasferimento della gestione di tutti gli investimenti in capitale di rischio della BEI al FEI e, dall'altro lato, il trasferimento del portafoglio di garanzie del FEI alla BEI.

Nell'ambito del gruppo BEI, il FEI tratta ora esclusivamente tutto il capitale di rischio e le garanzie di portafoglio per le PMI (risorse della Comunità europea e risorse BEI/FEI).

Nell'ambito dei due settori d'intervento del FEI menzionati sono stati approvati gli importanti orientamenti di seguito illustrati:

- Il progetto della Comunità europea nel settore del capitale di rischio "Sportello MET per l'avviamento" sarà rafforzato e riorientato al finanziamento di incubatori di imprese e fondi di avviamento.

- L'attività di garanzia del FEI a favore delle PMI sarà estesa per ampliare la gamma degli strumenti disponibili fornendo garanzie per microcrediti, partecipazioni al capitale, investimenti delle PMI nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC).

- Il Consiglio dell'Unione europea del 20 dicembre 2000 ha ribadito il ruolo del FEI quale strumento finanziario specifico delle PMI dell'Unione europea.

Inoltre, da settembre 2000, il Consiglio d'amministrazione del FEI ha approvato 10 operazioni di capitale di rischio per complessivi 186 milioni di euro e 11 operazioni di garanzia per un importo totale di 206 milioni di euro.

2.3.3. Il contributo finanziario per le Reti transeuropee (RTE)

Il coordinamento tra il bilancio delle reti transeuropee nei settori del trasporto e dell'energia (RTE) e i Fondi strutturali, in particolare le risorse del FESR, è importante nelle zone degli obiettivi 1 e 2 e negli Stati membri beneficiari del Fondo di coesione giacché questi strumenti finanziari comunitari tengono conto della necessità di collegare con le regioni centrali della Comunità quelle che presentano svantaggi strutturali derivanti da insularità, mancanza di vie di accesso e perifericità.

Sebbene il regolamento RTE non autorizzi, in linea di principio, il finanziamento cumulativo della stessa fase di un progetto a titolo del bilancio RTE e di altre fonti comunitarie, in alcuni casi il finanziamento di studi di fattibilità sul bilancio RTE può essere seguito da un sostegno dei Fondi strutturali e della BEI nel (co)finanziamento degli investimenti materiali. Nel settore del trasporti spesso il FESR finanzia lavori destinati a dare accesso alla rete transeuropea di trasporto, le cui componenti sono a loro volta finanziate dalla linea di bilancio relativa alle RTE e/o dal Fondo di coesione.

Per il 2000 la dotazione della linea di bilancio relativa alle RTE era pari a 14 milioni di euro in stanziamenti d'impegno e 11 milioni di euro in stanziamenti di pagamento, per il settore dell'energia, ed a 594 milioni di euro in stanziamenti d'impegno e 486 milioni di euro in stanziamenti di pagamento, per il settore dei trasporti.

Il regolamento (CE) n. 2236/95, che stabilisce i principi generali per la concessione di un contributo finanziario della Comunità nel settore delle reti transeuropee, è stato modificato dal regolamento (CE) n. 1655/99 allo scopo di favorire una programmazione a medio termine attraverso programmi di investimento pluriennali e di incoraggiare i partenariati tra settore pubblico e settore privato, nonché l'utilizzo di una piccola parte della linea di bilancio (1-2%) a sostegno di progetti che comportano capitale di rischio. Nel corso del 2000 il Comitato di assistenza finanziaria, incaricato di assistere la Commissione nell'applicazione del regolamento relativo alle reti transeuropee, ha espresso un parere favorevole sulla programmazione a medio termine per il periodo 2000-2006, che sarà riveduta nel 2003. La proposta attuale, che sarà adottata dalla Commissione prima dell'estate 2001, prevede un importo totale di circa 2,8 miliardi di euro per gli 11 progetti prioritari (progetti di Essen), il progetto di sistema globale di navigazione via satellite ("Galileo") e quattro gruppi di progetti di interesse comune.

Nel 1997 la DG "Società dell'informazione" e la DG "Politica regionale" hanno avviato un'iniziativa congiunta volta a migliorare la qualità dell'informazione locale in materia di turismo e di PMI attraverso una massa critica di informazioni interconnesse e attendibili. Nel quadro di questa iniziativa sono stati cofinanziati dal programma TEN-Telecom 15 progetti, il cui scopo era promuovere l'utilizzo del commercio elettronico attraverso Internet tra PMI operanti nel settore del turismo e situate nelle regioni svantaggiate dell'Unione. Nel 2000 la Commissione ha condotto una valutazione di questi progetti con l'ausilio di esperti esterni. La conclusione generale è stata che essi hanno contribuito in misura significativa a favorire un'azione innovativa verso l'eEuropa, integrando le azioni a livello locale con quelle a livello europeo, nel rispetto del principio di sussidiarietà.

2.4. Coerenza con altre politiche comunitarie (ai sensi dell'articolo 12 del regolamento generale sui Fondi strutturali)

2.4.1. Fondi strutturali e politica in materia di occupazione

In conformità di quanto disposto dal Trattato di Amsterdam, al Consiglio europeo straordinario di Lussemburgo svoltosi nel novembre 1997 i Capi di Stato e di governo sono pervenuti ad un accordo su un quadro d'azione basato sull'impegno assunto dagli Stati membri di fissare una serie di obiettivi comuni per la politica in materia di occupazione rispetto a quattro pilastri: occupabilità, imprenditorialità, adattabilità e pari opportunità. Il cosiddetto processo di Lussemburgo si basa su diverse componenti: gli orientamenti in materia di occupazione per le politiche occupazionali degli Stati membri, i piani di azione nazionale degli Stati membri, la relazione comune sull'occupazione e le raccomandazioni ai singoli paesi. In questo modo, il processo di Lussemburgo procede come un programma continuativo di pianificazione annuale, sorveglianza, valutazione ed adeguamento. I PAN costituiscono un'occasione importante per riferire sul nesso tra attività dei Fondi strutturali e strategia per l'occupazione. Dai PAN del 2000 è risultato che erano state apportate alcune prime modifiche nel periodo di programmazione 1994-1999 procedendo a riassegnazioni finanziarie a favore dell'azione preventiva e di altre priorità del FSE nell'ambito dei gruppi destinatari individuati per il sostegno del FSE. Per il periodo 2000-2006, tutti gli Stati membri utilizzeranno il Fondo sociale europeo per sostenere la strategia europea per l'occupazione.

L'analisi dei documenti di programmazione finora concordati pone in evidenza che i nuovi programmi del FSE effettueranno un investimento in risorse umane per un importo di circa 60 miliardi di euro nel contesto dell'ammodernamento e della riforma dei mercati del lavoro. Dai negoziati relativi ai programmi del FSE è emerso l'impegno assunto dagli Stati membri di assegnare i fondi comunitari in conformità delle loro politiche occupazionali secondo quanto stabilito nel quadro del processo di Lussemburgo. In questo senso, il FSE ha dato una svolta alla sua azione, cessando di essere un programma incentrato essenzialmente sulla formazione, per diventare uno strumento strategico che prevede un'ampia serie di misure di investimento nelle risorse umane. L'esempio più chiaro di questo riorientamento è la priorità attribuita alle azioni preventive nell'ambito dei suoi programmi allo scopo di offrire ai lavoratori una forma di intervento tempestivo per evitare che diventino disoccupati di lunga durata. I nuovi programmi si prefiggono di promuovere la parità tra uomini e donne, l'inserimento sociale, l'economia basata sulla conoscenza e un accesso più ampio ai vantaggi offerti dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. I fondi del FSE nell'ambito degli obiettivi 1 e 3 sosterranno i quattro pilastri dello SSSE nel modo di seguito indicato:

· Occupabilità: circa il 60% (34 miliardi di euro) della dotazione del Fondo sociale europeo sarà destinato al miglioramento dell'occupabilità nell'intera Unione europea. Particolare attenzione è riservata alla prevenzione della disoccupazione di lunga durata; al miglioramento della transizione dalla scuola al lavoro per i giovani; all'istruzione e alla formazione per gli adulti; all'ammodernamento dei servizi pubblici per l'occupazione. Un importo dell'ordine di 9 miliardi di euro è riservato alla lotta contro l'esclusione sociale.

· Imprenditorialità: la promozione dell'imprenditorialità riceverà 8 miliardi di euro dal FSE, che forniranno l'impulso necessario alla creazione di nuove imprese, alla promozione delle iniziative locali a favore dell'occupazione e alla creazione di posti di lavoro nel settore dei servizi e nell'economia sociale.

· Adattabilità: un importo pari a quasi 11 miliardi di euro sarà investito nell'adattabilità della forza lavoro europea, le cui principali priorità saranno lo sviluppo della formazione continua, l'utilizzo delle TIC e le attività destinate alle PMI. Inoltre, altre azioni affrontano le questioni delle forme alternative e flessibili di organizzazione del lavoro.

· Pari opportunità: l'integrazione di questa finalità nell'insieme della strategia per l'occupazione non consente di indicare l'importo esatto destinato a tale pilastro. La dotazione stanziata per azioni specifiche è pari tuttavia a circa 4 miliardi di euro. L'integrazione del principio delle pari opportunità ha acquistato maggiore impulso in relazione all'attuazione dei PAN a partire dal 1998 e verrà ulteriormente sviluppata.

L'insieme di queste misure di sostegno fornirà una solida base per promuovere sia la strategia europea per l'occupazione sia gli impegni politici assunti nel corso del Consiglio europeo di Lisbona. Il FSE sarà altresì utilizzato per sostenere le azioni intraprese per conformarsi alle raccomandazioni del Consiglio in merito all'attuazione delle politiche degli Stati membri, in tutti i casi in cui tale sostegno sia ammissibile. Parallelamente e con strumenti propri la Commissione si adopererà per individuare l'ambito di nuove tematiche e approcci istituzionali, operativi e procedurali, ad esempio lo sviluppo di una dimensione locale dello SSSE attraverso l'articolo 6. La sfida per le autorità nazionali, regionali e locali, nonché per le parti sociali e la Commissione europea consiste ora nel far funzionare i programmi.

Migliorare il nesso tra FSE e PAN

Le autorità regionali e locali svolgono tradizionalmente un ruolo importantissimo nell'attuazione degli interventi del FSE. Il loro coinvolgimento nella formulazione delle principali priorità politiche del sostegno FSE ha consentito di tener conto delle diversità regionali e delle esigenze locali nei programmi nel quadro dei piani d'azione nazionali. Tuttavia, sono ancora possibili miglioramenti e le amministrazioni nazionali dovrebbero adoperarsi per valorizzare appieno le sinergie tra la formulazione politica, da un lato, e gli strumenti finanziari con partecipazione dell'Unione europea, dall'altro lato. Dalle informazioni raccolte in merito al processo di elaborazione dei PAN nell'anno 2000 risulta che i principali miglioramenti da apportare sono costituiti quindi innanzitutto da contributi più visibili e ambiziosi da parte degli altri Fondi strutturali e, in secondo luogo, da un rafforzamento del nesso tra attuazione dei programmi ormai decisi e processo di elaborazione dei PAN a livello locale.

2.4.2. Fondi strutturali, politica di sviluppo rurale e politica della pesca

La politica di sviluppo rurale, condotta grazie agli interventi del FEAOG-Orientamento (per l'obiettivo 1 e l'iniziativa comunitaria LEADER+) o del FEAOG-Garanzia per l'obiettivo 2 e i piani nazionali di sviluppo rurale), è intesa in particolare a rafforzare la competitività delle regioni rurali e a contribuire pertanto al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro in queste zone.

Nel quadro della riforma della politica agricola comune, le misure di sviluppo rurale accompagnano e completano le politiche di mercato della PAC.

Tali misure contribuiscono ad incoraggiare l'adeguamento delle strutture agricole nell'ambito della riforma della politica agricola comune, nel contesto della promozione di un'agricoltura multifunzionale, e hanno altresì quale obiettivo una diversificazione delle attività economiche delle zone rurali.

L'articolo 37 del regolamento (CE) n. 1257/1999 relativo al sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEAOG stabilisce che detto sostegno è concesso soltanto per misure conformi alla normativa comunitaria, e ribadisce la necessità di garantire la coerenza con le altre politiche comunitarie e con le misure applicate nel quadro di tali politiche, nonché con le misure attuate nell'ambito di altri strumenti della politica agricola comune (organizzazioni comuni di mercato, qualità dei prodotti agricoli, condizioni sanitarie).

Lo scopo prioritario della politica strutturale della pesca, una delle componenti della politica comune in questo campo, è ricercare un equilibrio sostenibile tra le risorse alieutiche ed il loro sfruttamento. Essa deve contribuire altresì al mantenimento ed alla crescita razionale, anche dal punto di vista ecologico, delle imprese del settore, migliorare l'approvvigionamento e la valorizzazione dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura e contribuire alla rivitalizzazione delle zone che dipendono dalla pesca.

Gli aiuti alla flotta di pescherecci, comunitari o nazionali, non devono in alcun caso contribuire ad aumentare lo sforzo di pesca. Oltre agli aiuti al ritiro definitivo di capacità, che restano disponibili, gli aiuti pubblici a favore della costruzione di nuove navi sono autorizzati solo in caso di ritiro definitivo (senza aiuti pubblici) di capacità di pesca almeno equivalenti, se non addirittura in certi casi notevolmente superiori.

Gli interventi cofinanziati dallo SFOP devono inoltre aiutare tutte le componenti del settore (flotta, trasformazione e commercializzazione dei prodotti, acquacoltura, infrastrutture portuali) ad affrontare diverse sfide: mondializzazione delle economie, maggiori esigenze del consumatore in termini di qualità dei prodotti, norme sanitarie più severe, miglioramento delle condizioni di lavoro a bordo delle navi.

2.4.3. Fondi strutturali e politica in materia d'ambiente

Regolamenti dei Fondi e potenziamento della dimensione ambientale

I regolamenti dei Fondi per il periodo 2000-2006 prevedono che gli aspetti ambientali vengano presi in considerazione in modo più sistematico. Problematiche come lo sviluppo sostenibile e la tutela e riqualificazione dell'ambiente costituiscono ormai un elemento trasversale che ricorre in tutti gli obiettivi dei Fondi strutturali e di cui si deve tener conto in ciascuna delle fasi di elaborazione, sorveglianza e valutazione dei programmi.

A questo principio sono infatti improntate le disposizioni concernenti la designazione del partenariato, la compatibilità delle operazioni finanziate dai Fondi e la differenziazione delle aliquote di partecipazione, soprattutto attraverso l'applicazione del criterio precauzionale, di quello preventivo e del principio «chi inquina paga».

Inoltre, piani e interventi devono essere corredati di una valutazione ex ante della situazione ambientale nella regione interessata, comprendente dati quantitativi che illustrino tale situazione, una previsione dell'impatto che la strategia e gli interventi dovrebbero avere sull'ambiente, nonché le disposizioni destinate a garantire che l'intervento tenga debitamente conto della dimensione ambientale e rispetti la normativa comunitaria in materia ambientale.

Oltre ai regolamenti, anche le «Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006» attribuiscono particolare importanza all'integrazione della dimensione ambientale in tutte le politiche comunitarie, conformemente ai due principi orizzontali riportati da queste linee direttrici, cioè lo sviluppo sostenibile e le pari opportunità.

La partecipazione in seno ai comitati di sorveglianza dei Fondi strutturali da parte delle autorità responsabili in materia di ambiente, nazionali e regionali, è un prezioso elemento che va ad arricchire la struttura della programmazione per il nuovo periodo.

Normativa ambientale e Fondi strutturali

Il rispetto della normativa ambientale comunitaria nel quadro degli interventi dei Fondi strutturali si applica agli ambiti più importanti di tale normativa, segnatamente la protezione della natura, la tutela delle risorse idriche e la valutazione dell'impatto ambientale.

Natura

Per quanto riguarda la protezione della natura, la materia è disciplinata da due direttive: la direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 2 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (direttiva «habitat») e la direttiva 79/409/CEE del Consiglio, concernente la conservazione degli uccelli selvatici (direttiva «uccelli»).

La prima di queste due direttive prevede la costituzione di una rete europea di aree protette (Natura 2000) comprendente le aree di protezione speciale designate nel quadro delle due direttive. I problemi e i ritardi registrati nell'esecuzione dei programmi del periodo 1994-1999 (dovuti al fatto che diversi Stati membri non avevano ancora designato le aree soggette a protezione) sono in parte diminuiti nel corso del 2000.

Ciononostante, e allo scopo di rispettare la normativa applicabile per il periodo 2000-2006, Michel Barnier, Commissario competente per la politica regionale, in accordo con Margot Walström, Commissario responsabile dell'ambiente, si è rivolto agli Stati membri ricordando loro gli obblighi in materia e sottolineando che è imperativo che i documenti di programmazione per il nuovo periodo comportino impegni chiari e irrevocabili onde garantire la coerenza delle programmazioni con la protezione dei siti prevista nel quadro di Natura 2000. Nei documenti relativi a QCS, DOCUP e PO è prevista una clausola di questo tipo, qualora necessario.

A sua volta, il Commissario competente per l'agricoltura Franz Fischler si è rivolto agli Stati membri affinché nei rispettivi documenti di programmazione assumano chiari impegni riguardo al rispetto della direttiva «nitrati».

Risorse idriche

Il 2000 è stato caratterizzato dall'adozione della direttiva quadro relativa ad una politica comunitaria in materia di acque (2000/60/CE) approvata il 23 ottobre. Questa direttiva si pone due grandi obiettivi. Da un lato, essa mira ad ottenere un buona qualità ecologica e chimica di tutte le acque (superficiali, sotterranee, delle zone protette) grazie ad una gestione integrata della risorsa nei bacini idrografici, mentre, dall'altro, esorta gli Stati membri a tener conto del principio del recupero dei costi dei servizi idrici, compresi quelli ambientali e delle risorse, e a prendere in considerazione il principio «chi inquina paga».

Per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue urbane, la direttiva 91/271/CEE, modificata dalla direttiva 98/15/CE, fissava due scadenze principali di applicazione, e più precisamente il 31 dicembre 1998 e il 31 dicembre 2000. Nel 2000 i Fondi strutturali hanno ancora cofinanziato alcune infrastrutture che contribuiscono all'attuazione dei principi attinenti alle aree sensibili e ai grandi agglomerati. Nel periodo 2001-2005 gli sforzi saranno concentrati sul completamento dell'attuazione della direttiva, grazie alla realizzazione di strutture adeguate per gli agglomerati più piccoli.

Gestione dei rifiuti

Nel 2000 la Commissione ha adottato la direttiva 2000/76/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sull'incenerimento dei rifiuti. La direttiva ha lo scopo di evitare o di limitare per quanto possibile l'inquinamento dovuto alle emissioni nell'atmosfera, nelle acque e nel suolo derivanti dall'incenerimento e dal coincenerimento dei rifiuti, nonché i rischi per la salute umana che ne risultano. Nel 2000 sono altresì proseguiti i lavori per definire i requisiti tecnici in merito all'attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti. La decisione 2000/532/CE ha apportato una profonda modifica al catalogo europeo dei rifiuti e all'elenco dei rifiuti pericolosi, definendo un nuovo e più esaustivo elenco che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2002.

Valutazione dell'impatto ambientale

Il 14 marzo 1999 è entrata in vigore la direttiva 97/11/CE sulla valutazione dell'impatto ambientale, che modifica la direttiva 85/337/CEE. Tuttavia questa direttiva ha iniziato ad essere applicata effettivamente solo durante il 2000: è aumentato il numero di progetti di infrastrutture riportati nell'allegato I per i quali è obbligatorio effettuare una valutazione dell'impatto ambientale, e quelli elencati nell'allegato II, a loro volta più numerosi, devono essere sottoposti a valutazione conformemente alla procedura indicata all'allegato III della direttiva in questione.

2.4.4. Fondi strutturali e politica di concorrenza

Alla fine del 1997, la Commissione ha adottato nuovi orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale nella Comunità, con i quali essa intendeva rafforzare il controllo su questa importante categoria di aiuti di Stato. I nuovi orientamenti hanno consolidato i criteri applicati per valutare la compatibilità degli aiuti di Stato a finalità regionale, oltre a chiarire le norme di delimitazione delle regioni ammissibili agli aiuti regionali ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettere a) e c) del trattato CE.

All'inizio del 1998, la Commissione ha informato gli Stati membri dei nuovi orientamenti, invitandoli a conformare i loro regimi di aiuti regionali vigenti alle nuove norme entro il 2000. Un elemento fondamentale di questa operazione è stata la revisione delle carte degli aiuti regionali in ciascuno dei 15 Stati membri. Le difficoltà dell'operazione sono state accentuate dal fatto che la Commissione intendeva utilizzare questa opportunità per attuare una considerevole riduzione della copertura delle carte degli aiuti regionali nella Comunità.

Nel corso del 1999-2000, sono state elaborate nuove carte degli aiuti regionali per ognuno dei 15 Stati membri. La Commissione ritiene di aver conseguito con questa azione gli obiettivi principali che si era prefissata. Tutte le carte sono state definite sulla base di un metodo trasparente e obiettivo che ha assicurato la parità di trattamento ai 15 Stati membri. Nel contempo, la Commissione è riuscita, con l'aiuto degli Stati membri, a ridurre in misura significativa la popolazione coperta dalle carte degli aiuti regionali dal 46,7% al 42,7% della popolazione comunitaria. Una rigorosa applicazione dei criteri di ammissibilità ha comportato una più rigida delimitazione delle regioni assistite. Ciò dovrebbe consentire agli Stati membri di concentrare gli aiuti a finalità regionale sulle regioni caratterizzate dai problemi economici più gravi. La Commissione è convinta che in questo modo sarà possibile migliorare il carattere incentivante degli aiuti a finalità regionale concessi, accrescendone così l'efficacia globale.

2.4.5. Fondi strutturali e politica in materia di appalti pubblici

Ai sensi dell'articolo 12 del regolamento (CE) n. 1260/1999 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali le operazioni oggetto di un finanziamento comunitario «devono essere conformi alle disposizioni del trattato e degli atti emanati in virtù dello stesso, nonché alle politiche comunitarie, ivi comprese (...) le norme concernenti l'aggiudicazione di appalti pubblici». La gestione dei Fondi strutturali è stata maggiormente decentrata, accrescendo le competenze degli Stati membri e, in particolare, delle autorità di gestione per quanto riguarda l'aggiudicazione degli appalti finanziati dai Fondi comunitari. Per garantire che queste procedure siano conformi alle norme comunitarie, la Commissione, fatti salvi i suoi poteri di intervento in caso di violazione del diritto comunitario, incoraggia l'adozione di misure preventive da parte delle autorità nazionali, quali l'adeguata formazione del personale preposto all'aggiudicazione degli appalti, e la redazione di guide e vademecum in materia.

La Commissione vigila a che le procedure di aggiudicazione degli appalti siano conformi al diritto comunitario verificando il recepimento delle direttive comunitarie pertinenti e ricorrendo al proprio potere di intervento in caso di violazione.

2.4.6. Fondi strutturali e politica in materia di pari opportunità tra donne e uomini

In seguito al nuovo quadro giuridico introdotto dal trattato di Amsterdam e dalla strategia europea per l'occupazione, la promozione della parità tra donne e uomini risulta più saldamente radicata nei nuovi regolamenti sui Fondi strutturali, che propongono una strategia integrata in materia di parità. Oltre all'integrazione orizzontale delle pari opportunità (gender mainstreaming), sono necessarie misure specifiche di promozione delle donne allo scopo di ridurre le disparità persistenti tra uomini e donne. Questo nuovo quadro giuridico riveste un'enorme importanza quale base giuridica e quale incentivo per attuare la politica di integrazione trasversale della parità nei Fondi strutturali. La Commissione ha redatto al riguardo un documento tecnico che delinea alcuni orientamenti in termini di disposizioni pratiche per l'integrazione della parità tra donne e uomini nelle operazioni cofinanziate dai Fondi strutturali. La dimensione delle pari opportunità è stata altresì integrata nei documenti di lavoro metodologici redatti dai servizi della Commissione in materia di programmazione, valutazione ex ante, sorveglianza e valutazione.

Nei negoziati con gli Stati membri in merito al contenuto dei nuovi programmi, la Commissione ha sottolineato la necessità di un'azione più efficace in materia di parità. Un approccio più completo che tiene conto dell'integrazione della parità e misure specifiche sono state introdotte nei nuovi quadri comunitari di sostegno (QCS) e documenti unici di programmazione (DOCUP). È intervenuta, ad esempio, un'analisi più approfondita delle sperequazioni socioeconomiche tra le donne e gli uomini. Tuttavia, all'analisi non hanno sempre fatto seguito obiettivi quantificati ai fini di una maggiore parità. Alcuni programmi prevedono l'integrazione della dimensione delle pari opportunità nei comitati di sorveglianza, ad esempio attraverso una partecipazione più equilibrata delle donne e degli uomini, assicurando la partecipazione di enti che promuovono la parità, creando gruppi di lavoro sulle pari opportunità. In alcuni Stati membri una maggiore attenzione è riservata allo sviluppo di servizi di custodia dei bambini quale misura volta a conciliare lavoro e vita familiare.

Poiché la parità tra uomini e donne è oggetto di integrazione nell'ambito dell'intera strategia, per il momento non è possibile calcolare esattamente l'entità dei fondi ad essa destinati. Una valutazione dei complementi di programmazione per i programmi dei Fondi strutturali forniranno ulteriori dati sul livello dei fondi assegnati all'integrazione della parità tra uomini e donne.

Occorre pertanto tener conto della parità tra uomini e donne nell'esecuzione delle operazioni.

I Fondi strutturali dovrebbero svolgere un ruolo catalizzatore nei confronti delle politiche comunitarie e nazionali in materia di pari opportunità. Migliorare l'utilizzo dei Fondi strutturali per promuovere le pari opportunità è uno degli obiettivi della strategia quadro comunitaria per la parità tra donne e uomini (2001-2005). Tale strategia prevede che la Commissione predisponga una comunicazione sull'inserimento dell'aspetto pari opportunità nei nuovi documenti di programmazione, evidenziando le migliori esperienze realizzate in proposito. Allo scopo di rafforzare la cooperazione all'interno dei suoi servizi e tra i responsabili a livello nazionale, la Commissione istituirà un gruppo ad hoc sulle pari opportunità nei Fondi strutturali nell'ambito del gruppo interservizi della Commissione sulla parità tra donne e uomini e una rete di persone che negli Stati membri siano competenti in materia di integrazione delle problematiche inerenti alle pari opportunità nei Fondi strutturali.

CAPITOLO 3: VALUTAZIONE E CONTROLLO FINANZIARIO

3.1. Valutazione ex ante dell'obiettivo 2

Lo scopo e i requisiti per la valutazione ex ante sono stati stabiliti nei regolamenti sui Fondi strutturali adottati nel 1999. L'articolo 41 specifica che organizzare una valutazione ex ante rientra nella responsabilità delle autorità competenti per la preparazione dei piani, degli interventi e del complemento di programmazione. La valutazione ex ante è parte integrante dei piani, degli interventi e del complemento di programmazione e costituisce pertanto uno dei requisiti da soddisfare nell'elaborazione di tutti i DOCUP dell'obiettivo 2.

Organizzazione e contenuto della valutazione ex ante

Il documento di lavoro della Commissione sulla valutazione ex ante ha fornito orientamenti in termini di contenuto e organizzazione della valutazione ex ante. Gli elementi principali sono:

· analisi dei risultati delle precedenti valutazioni;

· analisi dei punti di forza, delle lacune e del potenziale dello Stato, della regione o del settore interessato;

· valutazione delle motivazioni e della coerenza d'insieme della strategia;

· quantificazione degli obiettivi;

· valutazione degli impatti socioeconomici prevedibili e giustificazione della politica e della dotazione finanziaria; e

· qualità dell'attuazione e dei dispositivi di sorveglianza.

Il concetto di valutazione ex ante comprende il processo attraverso il quale essa viene effettuata, nonché il contenuto della relazione di valutazione. Il regolamento sui Fondi strutturali specifica che la valutazione fa parte del documento di programmazione. Il documento metodologico della Commissione indica la valutazione ex ante quale processo interattivo tra il valutatore e i responsabili della preparazione dei piani nell'ambito del quale i valutatori formulano giudizi e raccomandazioni espressi da esperti ed instaurano un dialogo costruttivo con i pianificatori. La valutazione ex ante non si limita quindi al solo contenuto della relazione di valutazione, ma include il processo attraverso il quale i valutatori interagiscono con i pianificatori. Scopo dell'operazione è di migliorare la qualità dei documenti di programmazione e, di conseguenza, l'efficacia e l'impatto degli interventi sostenuti dai Fondi strutturali.

Organizzazione delle valutazioni ex ante

Le valutazioni ex ante di tutti i 95 DOCUP dell'obiettivo 2 sono state effettuate e trasmesse alla Commissione europea unitamente ai DOCUP o facevano parte dei DOCUP presentati nel corso del 2000. Nella maggior parte dei casi per le valutazioni ex ante si è fatto ricorso a valutatori esterni indipendenti selezionati attraverso gare d'appalto pubbliche. Per alcune delle valutazioni condotte in Spagna e Italia si è optato per una combinazione tra attività di valutazione interna e cessione in appalto di alcuni elementi (ad esempio, analisi macroeconomica, analisi dell'impatto ambientale, ecc.). Anche in Francia per una delle valutazioni ex ante ci si è avvalsi di competenze interne. Un'altra differenza ha riguardato il coordinamento dei DOCUP dell'obiettivo 2 e della valutazione ex ante gestito a livello di organi centrali dello Stato membro anziché in modo decentrato e autonomo a livello delle regioni.

Alle valutazioni ex ante svolte nell'intera area dell'obiettivo 2 è stato associato un gran numero di valutatori. In Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Germania e Francia lo stesso valutatore è stato impegnato in non più di tre valutazioni in regioni diverse nell'ambito dello Stato membro. Il fatto che siano state effettuate 95 valutazioni ex ante dimostra l'esistenza di un mercato delle valutazioni relativamente aperto.

Nella maggior parte dei casi le valutazioni ex ante hanno rispettato gli orientamenti della Commissione in termini di contenuto, sebbene si siano differenziate riguardo al modo in cui sono state trasmesse. In alcuni casi la valutazione è stata integrata nel DOCUP, mentre in altri la valutazione ex ante completa è stata allegata.

L'innovazione forse più significativa è l'importanza attribuita al processo interattivo quale importante elemento del lavoro di valutazione. Nelle varie regioni sono state riscontrate differenze rilevanti nel grado di interazione, che vanno dalla valutazione ex ante ridotta a un semplice lavoro eseguito a tavolino dopo la stesura del DOCUP, all'uso limitato di valutatori per la raccolta di informazioni e prove empiriche a sostegno della strategia scelta per o nella regione, fino alla dimostrazione di un'effettiva interazione tra valutatori e pianificatori. Data la novità del concetto, questa diversità di approccio era prevedibile; essa rappresenta tuttavia uno sviluppo significativo su cui potersi basare in futuro nella prassi di valutazione delle regioni dell'obiettivo 2.

Impatto delle valutazioni ex ante

L'impatto delle valutazioni ex ante dipendeva da due fattori:

· la qualità della valutazione, compresa la capacità e la propensione dei valutatori a stimolare in modo costruttivo i responsabili della preparazione dei DOCUP; e

· la volontà delle autorità nazionali o regionali a impegnarsi in un processo dinamico di elaborazione del DOCUP attraverso il processo della valutazione ex ante.

La qualità delle verifiche ex ante non è risultata omogenea all'interno e tra i vari Stati membri, e ciò vale anche per quanto riguarda l'atteggiamento dei responsabili della preparazione dei progetti di DOCUP. Nel migliore dei casi la valutazione ex ante è stata effettivamente un processo che ha assicurato una più elevata qualità del DOCUP, anziché una relazione di valutazione che, pur avendo rispettato i requisiti previsti in materia di contenuto, non è stata integrata nel DOCUP. In questi casi, si è instaurato un dialogo costruttivo tra i valutatori e i responsabili dell'elaborazione dei DOCUP.

L'impatto delle valutazioni ex ante è evidente soprattutto in relazione al miglioramento degli aspetti tecnici dei DOCUP, il cui valore aggiunto più significativo si manifesta nella qualità dell'analisi socioeconomica, dell'analisi SWOT e della quantificazione degli obiettivi.

· Le analisi socioeconomiche sono migliorate attraverso il lavoro delle valutazioni ex ante: esse illustrano con più chiarezza le situazioni fondamentali che i DOCUP intendono affrontare. Per quanto riguarda le valutazioni e più precisamente i DOCUP è emersa una difficoltà laddove le regioni dell'obiettivo 2 erano di dimensioni molto piccole e i dati non erano disponibili al livello specifico pertinente. In alcuni casi è stato necessario presentare i dati relativi a regioni più grandi fondandosi sulla situazione delle regioni dell'obiettivo 2.

· Grazie al contributo apportato alle analisi SWOT, le valutazioni ex ante si sono rivelate uno strumento utile per rafforzare il nesso tra le analisi socioeconomiche e la strategia dei DOCUP, migliorando in questo modo la coerenza dell'iter di pianificazione nel suo complesso.

· Le valutazioni ex ante hanno avuto un impatto particolare sulla quantificazione degli obiettivi. In generale, gli orientamenti della Commissione in materia di indicatori - uso di indicatori di output, di risultato e di impatto, nonché di indicatori fondamentali in alcune regioni - sono stati rispettati. Ne è conseguita una maggiore coerenza e comparabilità dei dati nelle regioni dell'obiettivo 2.

Le valutazioni ex ante hanno anche contribuito alla quantificazione di punti di riferimento inerenti alle pari opportunità, all'ambiente, all'occupazione e alla società dell'informazione, tutte priorità fondamentali per la Commissione. Tuttavia, al fine di soddisfare appieno i requisiti della Commissione in materia di pari opportunità e ambiente, in alcuni casi gli esperti incaricati di effettuare la valutazione ex ante o altri esperti hanno dovuto intraprendere ulteriori lavori.

Si può concludere che l'impatto delle valutazioni ex ante relative all'obiettivo 2 ha migliorato la qualità della programmazione. L'effetto finale di questo miglioramento si dovrebbe riflettere in una maggiore efficacia e in un impatto più incisivo degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali a titolo dell'obiettivo 2 tra il 2000 e il 2006.

3.2. Valutazione finale del FSE (1994-1999)

Conclusioni delle valutazioni finali del FSE: obiettivi 1, 3 e 4

Le valutazioni finali degli interventi del FSE, realizzate negli Stati membri in partenariato con i servizi della Commissione (sintetizzate a livello comunitario), riguardano tutti gli interventi del FSE nell'ambito degli obiettivi 1, 3 e 4 e la questione delle pari opportunità tra uomini e donne.

Il periodo di programmazione 1994-1999 per il Fondo sociale europeo (FSE) è stato caratterizzato da alcune innovazioni, quali la concentrazione sui gruppi più lontani dal mercato del lavoro e il nuovo obiettivo 4. Il FSE ha consentito di sviluppare o di rafforzare componenti strategiche delle politiche nazionali. I programmi hanno conseguito i loro obiettivi finanziari. Nel caso degli obiettivi 1 e 3, l'attenzione rivolta ai gruppi più vulnerabili (disoccupati di lunga durata, donne e altri gruppi svantaggiati) è rimasta relativa (la popolazione beneficiaria è costituita da giovani e disoccupati qualificati, gli uomini sono sovrarappresentati). L'obiettivo 4, incentrato sulle PMI e sui lavoratori minacciati dalla disoccupazione, ha contribuito soprattutto alla formazione di quadri, dirigenti di imprese, lavoratori qualificati, nell'intento di indurre un effetto moltiplicatore su tutti i lavoratori dipendenti. Le donne sono state sottorappresentate.

Per tutti gli obiettivi il FSE ha finanziato in maggioranza azioni di formazione, ma con una diversificazione e una migliore integrazione tra i vari tipi di azione.

L'impatto sui beneficiari diretti comporta un miglioramento dell'occupabilità delle persone e/o del loro inserimento sul mercato del lavoro.

· Durante il periodo 1994-1999 sono aumentati i tassi di collocamento lordi sul mercato del lavoro, ciò che rispecchia in particolare il miglioramento della situazione di tale mercato. Questi tassi tendono a essere più elevati per i gruppi di persone giovani, qualificate, e/o disoccupate da poco tempo. La percentuale di presenza femminile è maggiore nei lavori temporanei e a tempo parziale, aspetto questo che tende a rafforzare la segregazione professionale in base al sesso.

· Questi risultati cambiano quando si esaminano i tassi di collocamento netti, i quali indicano che le azioni destinate a gruppi più svantaggiati o lontani dal mercato del lavoro sono più efficaci (disoccupati anziani, disoccupati di lunga durata, disoccupati meno qualificati). I tassi di aumento o di transizione sono più elevati per le donne che per gli uomini.

· Le azioni integrate (percorso di inserimento) si traducono in un miglioramento dei tassi di inserimento e di aumento rispetto alle sole azioni di formazione.

· Per i lavoratori dipendenti gli effetti positivi in termini di occupabilità (o di riduzione del rischio di disoccupazione) non sono molti e danno risultati di portata modesta.

Gli impatti sui sistemi variano a seconda degli Stati membri e degli obiettivi considerati.

· In tutti gli Stati membri il FSE ha contribuito a rafforzare le politiche attive a favore del mercato del lavoro, favorendo approcci innovativi, rivolgendosi a gruppi tradizionalmente esclusi dal campo delle politiche attive, aumentando i mezzi a disposizione delle misure, strutturando l'offerta di formazione continua e la capacità di anticipazione.

· Nel quadro dell'obiettivo 1 il FSE ha contribuito a migliorare la qualità dei sistemi di istruzione e di formazione, in particolare per la certificazione e l'accreditamento nonché per il ravvicinamento tra i sistemi di istruzione e di formazione.

Raccomandazioni formulate nelle relazioni

· Rivolgere una maggiore attenzione ai problemi del mercato del lavoro e concentrare gli interventi in modo da garantire una certa "visibilità" e un valore aggiunto del FSE rispetto ai dispositivi e alle politiche nazionali.

· Garantire un'individuazione più adeguata delle problematiche individuali e incoraggiare approcci integrati.

· Strutturare i sistemi di formazione e di insegnamento in modo più flessibile e affrontare i problemi della qualità dei sistemi (istruzione, formazione) dopo aver trattato le questioni inerenti alle capacità, principalmente nelle grandi zone dell'obiettivo 1.

· Definire modalità di esecuzione che consentano una maggiore flessibilità degli interventi, avvicinare maggiormente i meccanismi di attuazione degli obiettivi politici.

· Rafforzare i sistemi di sorveglianza e di valutazione, affinché costituiscano uno strumento di aiuto per le decisioni politiche.

Conclusioni delle valutazioni finali delle iniziative OCCUPAZIONE e ADAPT

A livello comunitario è stata effettuata una valutazione specifica per le iniziative comunitarie del FSE, che ha riguardato la transnazionalità, l'innovazione e l'integrazione trasversale nelle politiche nazionali. Per quanto attiene alla transnazionalità, l'analisi dei partenariati transnazionali ha consentito di individuare diversi modelli di cooperazione transnazionale e fattori di successo.

Dal lavoro dei valutatori sono scaturite alcune raccomandazioni, come riportato di seguito.

· Si potrebbe migliorare la qualità dei progetti tramite attività di informazione sulle modalità di presentazione dei progetti; una fase di sviluppo dei progetti, compresa la possibilità di finanziare la ricerca di partner; la sincronizzazione della selezione dei progetti attraverso gli Stati membri; il potenziamento del ruolo delle strutture di sostegno (NSS).

· Si dovrebbero semplificare le procedure amministrative adottando criteri di selezione chiaramente definiti, applicando procedure di pagamento meno complesse, ecc.

· Si dovrebbe incoraggiare una collaborazione più stretta tra gli operatori del mercato del lavoro nazionale e i responsabili delle iniziative comunitarie.

· Si dovrebbe definire una strategia di trasferimento dei risultati, segnatamente di diffusione dei risultati e dei prodotti su scala più vasta, a livello locale, regionale, settoriale, nazionale ed europeo.

Le raccomandazioni sono state discusse e ampiamente integrate nella formulazione della nuova iniziativa EQUAL e nella rispettiva comunicazione. Si tratta in particolare di disporre di tre fasi per l'attuazione dei progetti che riguardano l'istituzione di partenariati, il loro sviluppo e la loro diffusione. Sulla base dei risultati della valutazione sono anche stati definiti i tipi di innovazioni attesi.

3.3. Conferenza di Edimburgo sulla valutazione

La quarta conferenza della Commissione sulla valutazione è stata organizzata dalla Direzione generale della politica regionale a Edimburgo nel settembre 2000. Questa serie di conferenze, iniziata a Bruxelles nel 1995, è volta a contribuire allo sviluppo di una "cultura europea della valutazione". La quarta conferenza è stata intitolata "Valutazione per la qualità" e ha trattato la valutazione nel quadro della riforma amministrativa. Gli obiettivi principali erano due:

· promozione della qualità nella valutazione e buona pratica in tutta l'Unione allo scopo di migliorare la gestione dei Fondi strutturali, e

· sviluppo di contatti più stretti tra le amministrazioni che gestiscono i Fondi e gli esperti valutatori, allo scopo di attribuire un peso più rilevante ai risultati e alle raccomandazioni delle valutazioni.

Alla conferenza erano presenti 370 partecipanti, 206 dei quali non erano esperti valutatori, bensì persone che si occupano della gestione della valutazione. Erano rappresentati tutti gli Stati membri (alcuni in misura maggiore di altri) nonché sei dei paesi candidati. La rappresentanza comprendeva le parti sociali, alcune ONG, la Banca europea per gli investimenti e la Corte dei conti oltre a valutatori e rappresentanti delle amministrazioni degli Stati membri. Anche i presidenti delle quattro società di valutazione nazionali nell'Unione europea hanno svolto un ruolo attivo nella conferenza.

I temi affrontati nella conferenza sono stati:

· Valutazione dell'impatto di piani di ampia portata - l'accento è stato posto in particolare sulla necessità di sviluppare e migliorare le tecniche per la valutazione dell'impatto macroeconomico di tali programmi. La Commissione ha sostenuto con forza gli sviluppi in questo settore e ha incoraggiato l'armonizzazione delle analisi macroeconomiche nei quattro paesi beneficiari del Fondo di coesione (il modello HERMIN).

· Valutazione dei programmi operativi e dei DOCUP - a questo proposito negli ultimi anni sono stati registrati progressi rilevanti per quanto riguarda la qualità e l'impatto delle valutazioni, cui hanno contribuito i documenti tecnici e gli orientamenti forniti dalla Commissione. Alcuni oratori intervenuti alla conferenza hanno affrontato la questione di come promuovere il dibattito sulle valutazioni affinché esse favoriscano reali cambiamenti. È stato proposto di presentare le conclusioni delle valutazioni in modo più semplice evitando d ricorrere ad un linguaggio tecnico laddove non sia necessario.

· Analisi costi/benefici -questo aspetto ha registrato progressi. È stata definita la base per ulteriori miglioramenti per il periodo 2000-2006.

· Valutazioni tematiche -ricerca e sviluppo e pari opportunità sono i due settori nei quali le valutazioni hanno avuto un impatto particolare. Promosse dalla Commissione, le valutazioni tematiche hanno gli effetti più netti a livello nazionale. A livello comunitario e nazionale le valutazioni tematiche contribuiscono al perfezionamento delle priorità dei programmi, aiutando allo stesso tempo a consolidare il valore aggiunto comunitario. Due temi prioritari per la valutazione nel prossimo futuro sono lo sviluppo sostenibile e la società dell'informazione.

· Quantificazione degli obiettivi e analisi comparativa - sul versante della quantificazione degli obiettivi, i risultati fondamentali registrati sono stati la standardizzazione della terminologia, un'accettazione dei principi e un reale progresso nei documenti di programmazione per il periodo 2000-2006. L'analisi comparativa, dal canto suo, procede a ritmo meno sostenuto ed è necessario compiere ulteriori sforzi.

La conferenza stessa e i temi oggetto del dibattito erano conformi alle priorità contemplate nella comunicazione della Commissione sulla valutazione nel quadro della riforma amministrativa (azione 16). Oltre a esaminare gli strumenti per migliorare la situazione attuale in relazione alla pratica e all'uso della valutazione, la conferenza ha cercato di estendere il dibattito a questioni di carattere più politico, in particolare quelle legate al tema della "governance". Le questioni discusse comprendevano i processi che si dovrebbero attuare per garantire la coerenza delle valutazioni intraprese in partenariato, la definizione del valore aggiunto di ogni parte interessata e l'etica di questa interazione tra i responsabili politici e i valutatori nel settore privato. Michel Barnier, Commissario competente per la politica regionale, e Guy Crauser, Direttore generale, sono intervenuti alla conferenza, ponendo l'accento sull'aspetto politico della valutazione.

3.4. Controlli effettuati

Il FESR

Conformemente alla decisione della Commissione del 12 luglio 2000, l'Unità della Direzione generale del controllo finanziario, che era responsabile del controllo della spesa del FESR, è stata trasferita alla Direzione generale della politica regionale nella quale è stata integrata. Nel primo semestre dell'anno, nell'ambito della Direzione generale per il controllo finanziario l'Unità ha effettuato 9 missioni di controllo. Nella seconda parte dell'anno, in seguito all'attuazione della decisione della Commissione, sono state portate a termine altre 7 missioni di controllo. In Grecia, Italia, Portogallo e Regno Unito sono state effettuate due missioni, in tutti gli altri Stati membri, ad eccezione di Danimarca, Finlandia e Lussemburgo, una sola.

Gli obiettivi principali di tali missioni consistevano nel verificare la fondatezza delle dichiarazioni di spesa trasmesse dagli Stati membri verificando la pista di controllo e nell'esaminare l'adeguatezza dei sistemi di gestione e di controllo.

Gli errori e le irregolarità più frequenti individuati durante i controlli sono stati i seguenti:

· l'inclusione di spese non ammissibili nelle dichiarazioni (ad esempio IVA su oneri bancari);

· il mancato rispetto delle corrette procedure per l'aggiudicazione dei contratti o la loro successiva modifica;

· l'assenza di una chiara pista di controllo, compresa la mancata adozione di un sistema contabile distinto;

· il mancato rispetto delle scadenze per l'ammissibilità della spesa;

· la mancanza di conformità con le norme in materia di pubblicità.

La verifica del seguito riservato alle raccomandazioni e alle azioni richieste in seguito ai controlli effettuati deve essere completata prima della chiusura dei programmi.

Il FSE

Nel 2000 i servizi della Commissione hanno effettuato 52 missioni di controllo per verificare l'impiego degli stanziamenti del FSE. La lieve flessione registrata nel numero di controlli rispetto al 1999 si spiega con il trasferimento nel luglio 2000 delle funzioni di verifica ex post dalla DG "Controllo finanziario" alla DG "Occupazione e affari sociali" e con le operazioni di riorganizzazione delle relative risorse umane. Il programma delle missioni per il 2000 è stato quindi riveduto nell'ottobre dello stesso anno allo scopo di tener conto di queste modifiche.

Il programma annuale di controllo stabilito dalla DG "Occupazione e affari sociali" è stato trasmesso agli Stati membri e successivamente discusso con le autorità nazionali di ispezione in occasione delle varie riunioni di coordinamento allo scopo di ottenere il massimo impatto possibile.

Per quanto riguarda i controlli finanziari, è stata attribuita una priorità particolare al controllo degli interventi che prevedono una partecipazione del FSE superiore a 10 milioni di euro.

Le verifiche del sistema di controllo e di certificazione si sono concentrate sui meccanismi di chiusura degli interventi attuati a titolo del periodo di programmazione 1994-1999 e sull'applicazione del regolamento (CE) n. 2064/97.

Una parte rilevante dei controlli che saranno effettuati nel 2001 riguarderà anche questi due temi e consentiranno di completare le informazioni raccolte nel 2000. La valutazione dell'attendibilità delle certificazioni richieste ai sensi dell'articolo 8 del regolamento (CE) n. 2064/97 sarà considerata con particolare attenzione tenuto conto delle disposizioni adottate dagli Stati membri in questo contesto.

I principali problemi rilevati nell'ambito delle missioni di controllo hanno riguardato:

· l'attendibilità delle dichiarazioni di spesa (in particolare la non corretta applicazione delle norme di ammissibilità e del principio di annualità, l'assenza di documenti giustificativi e un'eccessiva richiesta di spesa);

· la mancanza di visibilità e di pubblicità degli interventi cofinanziati dal FSE;

· il mancato rispetto da parte di alcuni promotori delle norme applicabili in materia di gare d'appalto e di concorrenza;

· i doppi finanziamenti e le sovrapposizioni con interventi finanziati da altri programmi europei.

Molti di questi controlli hanno comportato rettifiche finanziarie da parte degli Stati membri interessati e l'applicazione, da parte dei servizi della Commissione, dell'articolo 24 del regolamento (CEE) n. 4253/88, modificato dal regolamento (CEE) n. 2082/93.

Il FEAOG-Orientamento

Nel 2000 sono state effettuate 22 missioni di controllo per verificare l'impiego degli stanziamenti del FEAOG-Orientamento gestiti dagli Stati membri. Gli obiettivi principali delle missioni consistevano nella valutazione dei sistemi di gestione e di controllo applicati (segnatamente sulla base del regolamento (CEE) n. 2064/97), nella verifica della conformità dei rapporti finanziari e contabili e dell'esecuzione materiale con la normativa comunitaria, le decisioni di concessione degli aiuti e le spese dichiarate al FEAOG-Orientamento. Si è cercato di garantire una rappresentazione più ampia possibile delle regioni e delle amministrazioni interessate. Soprattutto in questa fase finale del periodo di programmazione l'attenzione è stata rivolta ai programmi i cui sistemi di gestione istituiti a livello regionale non sono ancora stati controllati o sono stati modificati.

In più Stati membri e per numerose misure sono state individuate alcune carenze e irregolarità. Si ricorda in particolare la mancanza di conformità con la normativa comunitaria sugli appalti pubblici, la concessione di aiuti per spese non ammissibili (per la loro natura o la data di pagamento), i notevoli ritardi nel pagamento ai beneficiari, l'assenza di pubblicità e informazione sul cofinanziamento comunitario, le misure di controllo insufficienti e l'applicazione non corretta dei tassi di conversione. Le lacune dei sistemi di gestione dei pagamenti sono state segnalate alle amministrazioni competenti. In seguito all'individuazione di tali problemi, le dichiarazioni di spesa sono state modificate verso il basso e, in determinati casi, è stato ridotto il cofinanziamento comunitario.

Particolare attenzione è stata inoltre riservata alle azioni gestite direttamente dalla Commissione (progetti pilota dell'articolo 8) e sono stati effettuati numerosi controlli a tale riguardo. In seguito ai controlli in parola, la Commissione ha adottato un certo numero di decisioni per recuperare i contributi concessi a titolo dei progetti pilota del FEAOG-Orientamento.

Lo SFOP

Nel 2000 nel quadro dello SFOP la Commissione ha effettuato missioni di controllo in loco in Germania, Portogallo, Grecia e Austria. I controlli hanno riguardato in modo particolare progetti in materia di acquacoltura, di trasformazione, di ammodernamento dei pescherecci e alcuni studi. Il controllo effettuato in Austria era anche incentrato sulla chiusura del programma 1995-1999 dell'obiettivo 5a-pesca.

Nel corso di tali controlli sono stati perseguiti i seguenti obiettivi:

· corrispondenza delle procedure amministrative o organizzative con le procedure definite dai sistemi di controllo dello Stato membro;

· correttezza dell'imputazione finanziaria e dell'esecuzione dei progetti;

· attuazione dei progetti conforme ai regolamenti e alle procedure;

· processo di selezione e tasso di esecuzione;

· conformità dei controlli in loco effettuati dalle autorità competenti con i regolamenti in materia.

Controlli effettuati dall'OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode)

Nel 2000 l'OLAF ha avviato 33 nuove indagini su casi di frode o di sospetto di frode e ha effettuato 15 missioni di controllo inerenti alle azioni strutturali.

Per nove di tali missioni l'OLAF ha applicato come base giuridica per i controlli il regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96 relativo ai controlli e alle verifiche sul posto effettuati dalla Commissione ai fini della tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee contro le frodi e altre irregolarità, e per 2 casi si è avvalsa della base settoriale per i controlli, vale a dire l'articolo 23 del regolamento (CEE) n. 4253/88, modificato dal regolamento (CEE) n. 2082/93.

Quattro di queste missioni erano finalizzate a fornire assistenza alle autorità giudiziarie per indagini avviate negli anni precedenti che si sono concluse con il ricorso alle autorità giudiziarie (regolamento (CE) n. 1073/99).

È opportuno infatti segnalare che, oltre alle indagini operative e al loro coordinamento a livello comunitario, l'OLAF presta tutta l'assistenza necessaria per facilitare il coordinamento delle indagini avviate dalle autorità nazionali competenti, amministrative e giudiziarie.

Quasi la metà delle missioni riguarda le indagini avviate in periodi precedenti e l'altra metà casi nuovi.

Queste indagini riguardavano la totalità dei Fondi strutturali con una prevalenza del settore del FSE, seguito dal FESR.

Le indagini hanno posto in evidenza reti di falsificazione di documenti, di sovrafatturazione, di spese non ammissibili, e così via.

Inoltre, per il 2000 gli Stati membri hanno comunicato alla Commissione, ai sensi del regolamento (CE) n. 1681/94, circa 1217 casi di irregolarità o di frode per un importo totale di circa 114,2 milioni di euro (contro circa 120,6 milioni di euro nel 1999).

Ne consegue che il numero di casi di irregolarità comunicato è in aumento rispetto agli anni precedenti, ma resta ancora molto da fare affinché gli Stati membri soddisfino tutti gli obblighi derivanti dalla normativa. Va tuttavia segnalato che gli importi in causa sono in diminuzione, nonostante l'aumento del numero di casi.

Nel 2000 sono stati peraltro registrati progressi rilevanti per quanto attiene all'applicazione dell'articolo 5 del regolamento succitato che impone agli Stati membri di informare la Commissione, caso per caso, circa il seguito riservato all'irregolarità individuata. Restano tuttavia ancora casi comunicati cui non è stato dato alcun seguito, nonostante siano decorsi i termini di chiusura di alcuni programmi.

Ai sensi dell'articolo 24 del regolamento (CEE) n. 4253/88, modificato dal regolamento (CEE) n. 2083/93, la Commissione può avviare una procedura per ridurre, sospendere o annullare il contributo dei Fondi. In tal caso, la Commissione deve valutare la gravità di eventuali irregolarità prima di adottare una decisione in base a detto regolamento.

Le irregolarità possono derivare innanzitutto da una pessima gestione finanziaria. Nel 2000 la Commissione ha avviato inchieste su diversi casi di questo genere.

Inoltre, la Commissione ha sospeso il contributo dei Fondi in casi legati alla violazione di altre normative comunitarie, ad esempio quelle in materia di protezione dell'ambiente e di appalti pubblici. A questo proposito, un caso esemplare è costituito dalla sospensione dei pagamenti del Fondo di coesione destinati a un progetto ferroviario che non era stato sottoposto a una valutazione dell'impatto ambientale in conformità di quanto previsto dalla direttiva 85/337/CEE.

CAPITOLO 4: DIALOGO/INFORMAZIONE

4.1. Parlamento europeo

Il dialogo con il Parlamento europeo avviene essenzialmente nel quadro delle commissioni parlamentari settoriali, segnatamente attraverso la commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo, che ha elaborato varie relazioni d'iniziativa approvate in sessione plenaria e più precisamente:

· sul progetto di orientamenti relativi all'iniziativa comunitaria concernente la rivitalizzazione economica e sociale delle città e delle zone adiacenti in crisi, per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile (URBAN II);

· sul progetto di orientamenti dell'iniziativa comunitaria riguardante la cooperazione transeuropea volta a incentivare uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio comunitario (INTERREG III);

· sulla decima relazione annuale dei Fondi strutturali 1998;

· sulla relazione annuale del Fondo di coesione 1998;

· sui problemi dello sviluppo delle regioni ultraperiferiche dell'Unione europea;

· sull'allargamento e la politica strutturale;

· sugli orientamenti per le azioni innovative del FESR.

Michel Barnier, Commissario competente per la politica regionale, è tenuto ad informare con regolarità e di persona il Parlamento europeo in merito all'andamento dei vari fascicoli.

In occasione di tre riunioni (27 gennaio, 22 maggio e 11 settembre 2000) egli ha pertanto presentato il proprio programma di lavoro, illustrando lo stato di avanzamento della programmazione dell'obiettivo 1, delle zone ammissibili all'obiettivo 2 e dell'esecuzione di bilancio, le iniziative INTERREG III e URBAN, l'attuazione dell'ISPA, gli orientamenti per le azioni innovative e l'andamento della seconda relazione sulla coesione economica e sociale.

Nel corso dell'anno il Parlamento europeo ha più volte discusso con procedure d'urgenza i vari casi di catastrofi naturali che hanno colpito alcuni Stati membri. Il 25 ottobre 2000 si è svolto un ampio dibattito incentrato sui cambiamenti climatici.

A determinare le relazioni tra le due istituzioni è essenzialmente il nuovo codice di condotta sull'attuazione delle politiche strutturali, firmato il 6 maggio 1999 dal Presidente della Commissione europea e dal Presidente del Parlamento europeo. Nel 2000 la Commissione ha trasmesso al Parlamento i piani (progetti di programmi) degli Stati membri e i documenti adottati nel quadro delle diverse programmazioni del periodo 2000-2006.

Il FSE ha inoltre mantenuto contatti molto stretti con il Parlamento europeo, in particolare con la commissione per gli affari sociali e l'occupazione. Il FSE ha trasmesso al Parlamento europeo il progetto di orientamenti relativi alle azioni innovative e terrà conto del parere espresso da questa istituzione. Il FSE ha altresì incontrato i membri della commissione per gli affari sociali nell'ambito del gruppo di lavoro informale Parlamento/FSE, ed ha affrontato, in tale contesto, vari aspetti dell'avanzamento della propria programmazione.

Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, il dialogo con il Parlamento europeo è stato incentrato soprattutto sul programma LEADER+. La commissione parlamentare per l'agricoltura e lo sviluppo rurale ha elaborato una relazione in cui ha proposto alcuni emendamenti e che è stata approvata nella seduta plenaria di febbraio 2000. Nella versione definitiva degli orientamenti rivolti agli Stati membri in merito all'attuazione di questa iniziativa comunitaria la Commissione europea ha in parte tenuto conto del parere espresso dal Parlamento. I deputati del Parlamento hanno sottoposto all'attenzione della Commissione 69 interrogazioni scritte e 4 orali sul settore dello sviluppo rurale.

4.2. Comitati dei Fondi

Nel 2000 il Comitato per lo sviluppo e la riconversione delle regioni (CSRR), che esercita le competenze di comitato di gestione e di comitato consultivo secondo quanto disposto all'articolo 48 del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999, si è riunito undici volte.

Nell'esercizio delle competenze di comitato di gestione esso si è pronunciato a favore delle iniziative comunitarie INTERREG e URBAN e degli orientamenti relativi alle azioni innovative del FESR per il periodo 2000-2006. Ha inoltre avviato i lavori in merito alla cooperazione interregionale INTERREG III Sezione C.

Nell'esercizio della funzione consultiva, il CSRR si è espresso per quanto riguarda la limitazione delle zone ammissibili all'obiettivo 2, dei documenti unici di programmazione (DOCUP) e dei quadri comunitari di sostegno (QCS).

Il Comitato ha altresì approvato i regolamenti concernenti:

- l'utilizzazione dell'euro nell'esecuzione del bilancio dei Fondi strutturali,

- le azioni d'informazione e di pubblicità da parte degli Stati membri in merito agli interventi dei Fondi strutturali,

- l'ammissibilità delle spese nel quadro delle operazioni cofinanziate dai Fondi strutturali,

- la procedura di attuazione e gli orientamenti per definire le rettifiche finanziarie,

- i sistemi di gestione e di controllo dei contributi concessi a titolo dei Fondi strutturali.

Il Comitato ha accolto con favore l'integrazione della politica in materia di pari opportunità tra donne e uomini nel quadro dei programmi e progetti dei Fondi strutturali, il finanziamento a titolo di INTERREG III e gli orientamenti per il periodo 2001-2006 relativi all'osservatorio in rete sull'assetto del territorio europeo (ORATE).

Infine, il CSRR ha avviato i lavori inerenti al ruolo del comitato per lo sviluppo degli spazi e all'istituzione di un gruppo di esperti «Sviluppo territoriale e urbano».

Nel 2000 il Comitato del FSE si è riunito 4 volte. I membri del Comitato hanno espresso il proprio parere sui QCS/DOCUP che prevedono l'intervento del Fondo sociale europeo. In questo stesso contesto, alcuni rappresentanti dei governi hanno presentato le priorità del Fondo sociale europeo e della strategia dell'occupazione nonché i nessi con i piani nazionali d'azione considerati nella nuova programmazione. I membri del Comitato sono stati altresì consultati in merito alle misure che possono essere finanziate a titolo dell'assistenza tecnica e hanno espresso il proprio parere sul progetto di orientamenti della Commissione relativi ai vari tipi di azioni innovative (successivamente trasmessi al Parlamento europeo), nonché sui progetti di regolamenti finanziari concernenti la gestione e il controllo dei Fondi strutturali e le rettifiche finanziarie ai sensi dell'articolo 39 del regolamento (CE) n. 1260/1999.

Il Comitato del FSE si è altresì occupato del programma di azioni sociali nel 2000, dei rapporti tra il FSE e i servizi per l'occupazione, dell'allargamento, in particolare per quanto riguarda la preparazione dei paesi candidati alla strategia europea dell'occupazione e al FSE.

Sotto il profilo tematico, ha avuto luogo uno scambio di opinioni sulle pari opportunità nella nuova programmazione, sulla formazione continua, sul capitale locale a finalità sociale e sulle azioni «dialogo sociale» ai sensi dell'articolo 6 del regolamento del FSE.

Sono state sottoposte all'attenzione del Comitato del FSE la relazione della Corte dei conti e le conclusioni delle valutazioni del Fondo sociale. Nel corso dell'intero anno i membri del Comitato sono stati informati in merito all'andamento generale della strategia dell'occupazione per quanto attiene ogni aspetto e implicazione per il Fondo sociale europeo.

Nel 2000 il Comitato per le strutture agrarie e lo sviluppo rurale (comitato STAR) si è riunito 15 volte e ha esercitato la competenza di comitato di gestione conformemente alla procedura prevista all'articolo 47, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1260/99 riguardo alle questioni illustrate di seguito.

a) Parere favorevole sul regolamento (CE) n. 2075/2000 della Commissione, del 29 settembre 2000, che modifica il regolamento (CE) n. 1750/1999 recante disposizioni di applicazione del regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEAOG. Detto regolamento interviene nelle condizioni di ammissibilità di alcune misure finanziate dalla sezione Orientamento e dalla sezione Garanzia del FEAOG, segnatamente per quanto riguarda gli aiuti alle imprese agricole di dimensione economica molto piccola. Esso estende l'applicazione del regolamento (CE) n. 1685/2000 recante disposizioni d'esecuzione del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio ad alcune misure finanziate dal FEAOG-Garanzia nel quadro dell'obiettivo 2.

b) Parere favorevole sugli orientamenti relativi all'iniziativa comunitaria LEADER+ espresso in data 22 febbraio 2000.

Il Comitato ha esercitato le competenze di comitato consultivo conformemente alla procedura ex articolo 47, paragrafo 2, quando ha trattato le questioni seguenti:

a) L'elaborazione dell'elenco delle zone che possono beneficiare dell'obiettivo 2. Il Comitato ha espresso dieci pareri su differenti elenchi proposti.

b) Le parti degli interventi concernenti le strutture agricole e lo sviluppo rurale incluse nei progetti di decisione della Commissione relativi ai quadri comunitari di sostegno e le informazioni corrispondenti contenute nei documenti unici di programmazione per le regioni degli obiettivi 1 e 2. Il Comitato ha espresso 26 pareri.

c) Le modalità di applicazione di cui all'articolo 53, paragrafo 2, il regolamento (CE) n. 1685/00 recante le disposizioni relative alla procedura di esecuzione delle rettifiche finanziarie che si possono applicare agli interventi nel quadro dei Fondi strutturali, il regolamento della Commissione che stabilisce le modalità di applicazione per quanto riguarda i sistemi di gestione e di controllo dei contributi concessi nell'ambito dei Fondi strutturali, nonché la forma e il contenuto delle informazioni contabili che gli Stati membri devono tenere a disposizione della Commissione a fini di controllo dei conti dei Fondi strutturali.

Il Comitato per le strutture del settore della pesca e dell'acquacoltura ha espresso parere favorevole in merito a:

a) la parte "pesca" dei QCS e dei DOCUP dell'obiettivo 1;

b) l'elenco delle zone ammissibili all'obiettivo 2;

c) i DOCUP "pesca" al di fuori dell'obiettivo 1;

d) i tipi di azioni di assistenza tecnica ai sensi dell'articolo 23 del regolamento generale sui Fondi strutturali;

e) i progetti di orientamento per i vari tipi di azioni innovative previste in applicazione dell'articolo 22 del regolamento generale sui Fondi strutturali;

f) un regolamento della Commissione relativo alle disposizioni di attuazione delle azioni definite dal regolamento (CE) n. 2792/1999 del Consiglio (regolamento SFOP).

4.3. Dialogo con il Comitato Economico e Sociale e il Comitato delle Regioni

La Commissione ha continuato a seguire attentamente i lavori del Comitato economico e sociale (CES). Nel settore della politica regionale, il CES ha adottato pareri sulla relazione annuale del 1998 del Fondo di coesione e sulla decima relazione annuale dei Fondi strutturali. Il CES ha rivolto particolare attenzione alle regioni insulari svantaggiate adottando un parere d'iniziativa, nonché al ruolo svolto dalla BEI.

Per quanto attiene alla politica agricola comune, nel parere espresso sulla seconda relazione annuale dei Fondi strutturali (1998), adottato il 12 luglio 2000, il CES ha ritenuto che le informazioni relative al coordinamento con la PAC e le politiche in materia di concorrenza e di trasparenza dei mercati non siano pertinenti, in quanto non consentono di stabilire con chiarezza se le direttive comunitarie sono seguite e rispettate. Il CES ha preso nota della semplificazione contenuta nella proposta di regolamento avanzata dalla Commissione in merito al FEAOG e che riguarda essenzialmente i settori di intervento. Nel suo parere su «donne rurali e sviluppo sostenibile», il Comitato ha dato risalto ai problemi specifici incontrati dalle donne nell'ambiente rurale e ha posto l'accento sull'interesse manifestato in merito al fatto di riunirsi in organizzazioni o gruppi di lavoro per poterli risolvere.

Il Comitato delle regioni (CDR) ha adottato vari progetti di parere relativi al settore di competenza della DG "Politica regionale". È opportuno segnalare in particolare il parere espresso riguardo al progetto di comunicazione della Commissione agli Stati membri su «le regioni nella nuova economia - orientamenti per le azioni innovative del FESR», per il quale il Comitato era già stato consultato. Gli altri pareri riguardavano segnatamente la problematica delle regioni ultraperiferiche, la società dell'informazione e lo sviluppo regionale.

Il 13 aprile 2000 il Commissario Barnier ha partecipato a una riunione plenaria del CDR riguardante «il ruolo delle regioni, l'attuazione e l'avvenire della politica regionale, la conferenza intergovernativa».

Il 28 giugno 2000 Guy Crauser, Direttore generale della Direzione generale della politica regionale, è intervenuto in merito alle «modalità dell'estensione della politica regionale ai paesi candidati» e in data 27 e 28 novembre 2000 ha altresì partecipato a una conferenza organizzata dal CDR e dalla Generalidad Valenciana incentrata sul concetto di una nuova politica regionale europea.

Per quanto riguarda il settore agricolo e dello sviluppo rurale, il CDR si è congratulato per il miglioramento registrato dal tasso di esecuzione dei programmi sostenuti dal FEAOG. In un altro parere riguardante «l'accessibilità delle zone rurali» ha incoraggiato il ricorso ai Fondi strutturali per lo sviluppo delle infrastrutture e ha raccomandato la promozione della multifunzionalità dell'agricoltura. Nel settore della competitività rurale, il CDR ha sottolineato le opportunità che i Fondi strutturali offrono sul versante dello sviluppo. In merito all'iniziativa comunitaria LEADER+ (2000-2006), il Comitato ha ritenuto che il piano globale debba essere efficace, innovativo e che dovrebbe beneficiare (il primo strumento: strategie territoriali di sviluppo rurale) della dotazione più consistente.

Per quanto attiene al settore della pesca, il Comitato economico e sociale ha adottato un parere sul tema "2002 - La politica comune della pesca e la situazione della pesca nell'Unione europea".

4.4. Parti sociali

In materia di sviluppo regionale, è proseguito il dialogo con le parti sociali ed economiche e il 16 febbraio 2000 si è svolto l'incontro annuale previsto ai sensi dell'articolo 8 del regolamento (CE) n. 1260/1999. L'ordine del giorno riportava due punti principali, e più precisamente la situazione della programmazione relativa ai 3 obiettivi e le iniziative comunitarie per il periodo 2000-2006.

· Dopo una presentazione della situazione da parte dei servizi della Commissione, le parti hanno riconosciuto a grande maggioranza che la consultazione delle parti ha conseguito risultati migliori rispetto al precedente periodo di programmazione. Nondimeno, sembra che sia stata condotta in modo più sistematico per l'obiettivo 1 che per l'obiettivo 2. Inoltre, è emerso che le parti sociali difficilmente riescono ad accedere agli stanziamenti di assistenza tecnica.

· Si sono altresì delineate differenze di rilievo per quanto riguarda il partenariato considerato in funzione delle regioni, indipendentemente dall'obiettivo in causa. Gli Stati membri non hanno pertanto ancora proceduto ad una piena integrazione della «cultura» del partenariato.

· Sono state sollevate altre questioni quali la difficile gestione del FEAOG-Garanzia nell'ambito dell'obiettivo 2, dal momento che questo strumento finanziario non si annovera tra i Fondi strutturali, le modalità di ripartizione della riserva di efficacia ed efficienza, e il funzionamento dei comitati di sorveglianza.

· Le tre DG interessate si sono espresse in merito al contenuto delle nuove iniziative comunitarie. Sono state poste domande in particolare in merito ai criteri adottati per scegliere le città nell'ambito di URBAN, alle procedure a priori complesse di EQUAL o all'ammissibilità delle frontiere esterne nel quadro di INTERREG III.

Le parti hanno concluso auspicando che le occasioni di confronto con la Commissione non si limitino alla sola riunione annuale, ma siano più frequenti e incentrate su argomenti specifici quali, ad esempio, l'ISPA, lo SSSE, l'obiettivo 2, e via dicendo. È stato concordato che gli incontri potrebbero intensificarsi a partire dal 2001, dopo l'adozione dei programmi del nuovo periodo di programmazione.

Nel settore delle risorse umane, oltre al ruolo che le organizzazioni delle parti sociali svolgono a livello nazionale o regionale nell'attuazione di azioni nel quadro dei pilastri Occupabilità e Adattabilità o di specifiche iniziative comunitarie, le organizzazioni delle parti sociali europee hanno definito misure innovative volte a promuovere nuovi approcci e a individuare esempi di buone pratiche con una significativa componente di dialogo sociale. Diversi settori, compresi quelli commerciale, grafico e ferroviario, hanno portato a termine alcuni progetti interessanti concepiti per integrarsi nelle attività dei comitati di dialogo settoriale. A titolo di esempio, il progetto nel settore ferroviario ha affrontato l'introduzione di nuove tecnologie nelle società ferroviarie francesi, belghe, spagnole e italiane. La relazione ha posto in evidenza che i sistemi di formazione di ciascuna società ferroviaria non potevano essere analizzati senza aver prima esaminato l'organizzazione del lavoro e i sistemi di integrazione dei lavoratori in tali società. Anche il tipo di rapporti sociali esistenti nell'organizzazione possono influire sui sistemi impiegati per la formazione.

Il Comitato consultivo dello sviluppo rurale, istituito dalla Commissione nel quadro della decisione 98/235/CE relativa al funzionamento dei comitati consultivi nel settore della politica agricola comune, si è riunito due volte nel 2000, il 17 maggio e il 15 novembre. In entrambe le occasioni ha avuto luogo uno scambio di informazioni tra i servizi della Commissione e i rappresentanti delle organizzazioni socioprofessionali dell'Unione europea in merito allo stato di adozione dei piani di sviluppo rurale e ai piani di applicazione del programma SAPARD. Il 17 novembre si è svolta una discussione anche sull'applicazione degli articoli 3 e 4 del regolamento (CE) n. 1259/99 del Consiglio che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell'ambito della politica agricola comune, e i servizi della Commissione hanno altresì informato il comitato sullo stato della programmazione per quanto attiene all'obiettivo 1 e all'obiettivo 2.

In merito all'attuazione dei piani di sviluppo rurale, in entrambe le riunioni i membri del comitato hanno espresso preoccupazione riguardo al fatto che, nonostante l'accento posto dalla Commissione sull'importanza del partenariato, nella fase di attuazione le dimostrazioni della volontà di operare in uno spirito di partenariato siano state scarse. Alcuni hanno espresso il parere che il concetto e la pratica del partenariato non sono stati uniformi nell'Unione europea e che i risultati ottenuti dagli Stati membri sono risultati talvolta insoddisfacenti.

Altre questioni sollevate il 15 novembre includevano, inter alia, le preoccupazioni in merito al bilancio dovute ai ritardi accusati nell'avvio dei programmi e i timori che i termini fissati per le domande relative ai progetti LEADER PLUS fossero troppo brevi.

Nella riunione del 17 maggio ha avuto luogo anche uno scambio di vedute su LEADER PLUS.

Il Comitato consultivo della pesca e dell'acquacoltura, di cui fanno parte rappresentanti delle organizzazioni e degli ambienti interessati, ha discusso in varie occasioni i differenti regolamenti di applicazione della Commissione per l'attuazione del regolamento (CE) n. 2792/1999 del Consiglio (regolamento SFOP).

4.5. Informazione/Pubblicità

Tra le principali pubblicazioni del 2000 figurano la guida che raggruppa i Fondi strutturali, il Fondo di coesione e l'ISPA («Politiche strutturali 2000-2006 - Schede esplicative e testi normativi»), nonché il vademecum che riporta le «norme comunitarie applicabili agli aiuti di Stato». Sono stati altresì pubblicati altri documenti relativi a strumenti specifici della politica regionale, quali la guida dei patti territoriali 2000-2006; la relazione finale dell'azione innovativa TERRA; uno studio sull'audit urbano; una guida sui Centri europei d'impresa e innovazione (CEII). Sono stati anche elaborati sei studi riguardanti rispettivamente: le prospettive dell'assetto territoriale nel contesto dell'allargamento; l'impatto dell'Unione economica e monetaria sulla coesione; le iniziative collegate all'occupazione nel Regno Unito; le pari opportunità nell'ambito dei Fondi strutturali; lo sviluppo locale; la gestione strategica e sostenibile delle risorse idriche.

Tra le pubblicazioni del 2000 è opportuno ricordare anche gli opuscoli che riportano progetti significativi attinenti alle regioni montane, nonché una presentazione di progetti finanziati a titolo dell'iniziativa comunitaria URBAN.

Le schede informative «INFOREGIO» riportano una sintesi degli orientamenti generali relativi all'utilizzazione dei Fondi strutturali nel quadro degli obiettivi 1, 2 e 3, nonché una sintesi della relazione annuale del 1998 sui Fondi strutturali. È proseguita anche la pubblicazione del bollettino d'informazione «INFOREGIO NEWS».

Il 2000 è stato anche caratterizzato dall'uscita di Panorama, rivista trimestrale che offre innanzitutto uno spazio agli operatori locali o regionali affinché possano esprimersi e portare la loro testimonianza riguardo alle rispettive esperienze in loco.

Si è proceduto ad aggiornare in modo sistematico e con regolarità il sito Internet INFOREGIO e le pagine del sito EUROPA dedicate alla politica regionale, e a mettere in linea progressivamente tutti i regolamenti d'applicazione dei Fondi strutturali adottati nel corso dell'anno. Sul sito relativo alla normativa sulle azioni d'informazione e pubblicità che gli Stati membri devono condurre per gli interventi dei Fondi strutturali sono stati pubblicati quaderni d'informazione, il regolamento sull'utilizzazione dell'euro nell'ambito dei Fondi strutturali, il regolamento sull'ammissibilità delle spese, nonché gli orientamenti per INTERREG III e URBAN II.

È stata istituita una base di dati che riporta le sintesi dei nuovi programmi cofinanziati dal FESR per il periodo 2000-2006. Durante l'anno si è proseguito ad arricchire la base di dati relativi a progetti di particolare successo («esperienze riuscite»).

Per quanto riguarda l'informazione su avvenimenti organizzati dalla Commissione, sono stati messi in linea tre avvenimenti salienti del 2000: la conferenza svoltasi nel mese di giugno sulla «corresponsabilità nella gestione decentrata dei Fondi strutturali»; la conferenza tenutasi a settembre sulla «valutazione degli interventi finanziati dai Fondi strutturali»; e la conferenza di dicembre su «la società dell'informazione e la coesione».

Infine, nel 2000 è stato adottato un nuovo concetto di linea editoriale, incentrato su una maggiore coerenza e una struttura meglio definita in termini di tipologia d'informazione e di supporto (carta e web). Sono state individuate cinque serie di prodotti d'informazione: le attualità e le decisioni relative alla politica regionale; la valorizzazione dei progetti realizzati per paese; la valorizzazione dei progetti realizzati per tema; la valorizzazione dei progetti per tipo di territorio, e in ultimo i prodotti d'informazione di altro genere, quali cartine, cataloghi, e così via.

Per quanto attiene al FSE, è stato posto un accento particolare sull'informazione e sulla pubblicità dell'avvio di nuovi programmi al fine di garantire la trasparenza e di presentare un'immagine coerente del FSE in tutti gli Stati membri. Ciò è avvenuto tramite un programma di pubblicazioni ridotto, ma "su misura" che comprende un opuscolo generale sul FSE e il suo nuovo ruolo come principale strumento finanziario della strategia europea per l'occupazione. Inoltre è stato creato un sito Web relativo al FSE (http://europa.eu.int/esf) che contiene in forma concisa un'ampia serie di informazioni utili e di cui è previsto un regolare aggiornamento. Comunicati stampa sull'adozione dei programmi dell'obiettivo 3 nonché schede relative al FSE negli Stati membri sono stati distribuiti agli organi di stampa accreditati a Bruxelles e, tramite gli uffici della Commissione, agli organi di stampa negli Stati membri. I mezzi di comunicazione hanno riservato un'attenzione particolare ai programmi, cui è stato dato risalto nella stampa nazionale, regionale e locale, anche se in misura diversa a seconda dello Stato membro.

In conformità del regolamento (CE) n. 1159/2000, nell'aprile 2000 la Commissione ha organizzato a Waterloo (Belgio) la settima riunione della rete informale dei funzionari dell'informazione del FSE per sostenerli negli sforzi compiuti per pubblicizzare il FSE. A questo proposito, è stato intrapreso uno studio volto a fornire agli Stati membri orientamenti sul modo di valutare le loro attività nel settore dell'informazione e della pubblicità. Questi orientamenti saranno disponibili all'inizio del 2001.

Inoltre, il processo di ampliamento è stato sostenuto attraverso la pubblicazione di una "Brief Guide to the ESF for Future Member States" nonché la creazione di una rete informale di funzionari dell'informazione del FSE nei 10 paesi PHARE, che sarà aggiornata sui principali sviluppi del FSE nell'Unione europea.

Nel settore dello sviluppo rurale, la Commissione ha continuato a fornire informazioni sul suo sito Web, su carta stampata (sotto forma di opuscoli, schede e nel suo Bollettino), e nel quadro di seminari, conferenze, visite e riunioni. Si è proceduto alla preparazione di uno speciale sottosito 'Sviluppo rurale' sul sito Web principale della DG "Agricoltura" che dovrebbe diventare operativo nel febbraio 2001. Le questioni dello sviluppo rurale sono state nuovamente affrontate nel corso di uno scambio informale di informazioni svoltosi nel giugno 2000 tra 100 uffici regionali con sede a Bruxelles. Nell'agosto 2000 è stato pubblicato un opuscolo dal titolo 'Le donne e lo sviluppo rurale - Per garantire un futuro all'Europa rurale'. In novembre si è svolta a Washington una conferenza sul tema 'La funzione dell'agricoltura nello sviluppo rurale' organizzata dall'Ambasciata di Francia e dalla Delegazione della Commissione europea negli Stati Uniti. Alla conferenza hanno partecipato 150 persone (agricoltori e rappresentanti degli agricoltori, membri del Congresso degli Stati Uniti, funzionari delle amministrazioni federali, funzionari di ambasciate, e così via).

Nel 2000 l'Osservatorio europeo LEADER (OEL) ha continuato a svolgere un importante ruolo informativo nell'ambito della rete europea per lo sviluppo rurale. Esso ha pubblicato nove edizioni di 'Info LEADER', che hanno riguardato un'ampia serie di argomenti quali, ad esempio, i vari programmi di sviluppo rurale in corso di attuazione negli Stati membri e la promozione delle pari opportunità nei programmi e nei progetti dei Fondi strutturali.

L'altra pubblicazione dell'OEL, LEADER Magazine, una rivista trimestrale, ha affrontato argomenti quali la (ri)popolazione delle zone urbane, il valore aggiunto di LEADER II e un tema catalizzatore, ossia lo sviluppo territoriale integrato. Due di questi temi erano 'Il valore aggiunto di LEADER II' e 'Lo sviluppo territoriale integrato'. Nel 2000 è stata anche pubblicata una guida metodologica.

Proseguendo la pubblicazione della serie di cinque fascicoli dedicata al tema dell'innovazione in ambito rurale, iniziata nel 1999 riservando un'attenzione particolare alla costruzione di una strategia di sviluppo territoriale, l'Osservatorio europeo LEADER ha concluso con altri quattro fascicoli sulla competitività sociale, la competitività ambientale, la competitività economica e la competitività nel contesto globale, allo scopo di stimolare il dibattito tra gli operatori del mondo rurale europeo in cerca di una nuova forma di competitività territoriale fondata sulla consultazione e sulla cooperazione.

Nel 2000 l'OEL ha altresì organizzato diversi seminari negli Stati membri su temi generali quali l'integrazione di LEADER nelle politiche rurali, lo sviluppo di opportunità per le donne e i giovani, lo sviluppo di opportunità per l'artigianato e i servizi nelle zone rurali e su argomenti più specifici a carattere regionale.

Ulteriori informazioni in sei lingue si possono trovare sul sito: http://www.rural-europe.aeidl.be.

Nel quadro dello SFOP, nel 2000 le attività si sono concentrate sulla diffusione di informazioni destinate in particolare ai mezzi di comunicazione specializzati nel settore della pesca, nonché sull'aggiornamento degli strumenti di comunicazione e dei materiali sulla politica comune della pesca.

In occasione della fiera internazionale «European seefood» dedicata alla trasformazione e al commercio dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, è stato organizzato un seminario rivolto agli operatori del settore e incentrato sull'informazione e sul commercio dei prodotti della pesca dell'Unione europea.

ALLEGATI FINANZIARI

Allegato 1: Esecuzione finanziaria 2000 per obiettivo

Allegato 2: Esecuzione finanziaria 2000 dell'assistenza tecnica

Allegato 3: Esecuzione di bilancio

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ALLEGATO 2

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ALLEGATO 2

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ALLEGATO 2

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ALLEGATO 3

ESECUZIONE DI BILANCIO

I/ Esecuzione del bilancio degli stanziamenti di impegno

(in milioni di euro)

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II/ Esecuzione del bilancio degli stanziamenti di pagamento

(in milioni di euro)

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