DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA COMMISSIONE SINTESI DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO che accompagna il documento Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Un partenariato rafforzato per lo Spazio europeo della ricerca a favore dell’eccellenza e della crescita (Testo rilevante ai fini del SEE) /* SWD/2012/0211 final */
DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA
COMMISSIONE SINTESI DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO che accompagna il documento Comunicazione della Commissione al
Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al
Comitato delle regioni Un partenariato rafforzato per lo
Spazio europeo della ricerca a favore dell’eccellenza e della crescita
(Testo rilevante ai fini del SEE) 1. Introduzione Lo Spazio europeo della ricerca (SER) è uno
spazio di ricerca unificato aperto al mondo e fondato sul mercato interno, nel
quale i ricercatori, le conoscenze scientifiche e le tecnologie circolano
liberamente e grazie al quale l’Unione e gli Stati membri rafforzeranno le loro
basi scientifiche e tecnologiche, nonché la loro competitività e la loro capacità
di affrontare collegialmente le grandi sfide. Lanciato nel marzo
2000, il SER è divenuto uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione,
dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona[1]. Nel 2010 sono stati annunciati
un quadro per il SER e misure di sostegno nell’ambito dell’iniziativa
faro “Unione dell’innovazione”[2]
della strategia Europa 2020[3].
In due occasioni (febbraio 2011 e marzo 2012) il Consiglio europeo ha
sollecitato il completamento del SER entro il 2014. In un contesto di crisi economica, esiste un
bisogno pressante di ricerca e di soluzioni basate sulla ricerca e di
promozione dell’eccellenza scientifica nelle regioni e nei paesi al fine di
sostenere la crescita economica. Il completamento del SER contribuirà a
superare gli effetti negativi sull’efficacia della ricerca europea, dovuti alla
frammentazione nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche e delle
attività di ricerca. 2. Definizione del problema 2.1. Principali ostacoli alle
attività di ricerca nel SER L’UE svolge ancora un ruolo fondamentale nel
paesaggio internazionale della ricerca e dello sviluppo (R&S), ma deve fare
i conti con una serie di sfide cruciali che richiedono risposte rapide come la
crisi finanziaria, la debolezza della crescita economica e l’invecchiamento della
popolazione. L’iniziativa faro dell’UE “Unione
dell’innovazione”, che mira a promuovere la crescita e l’occupazione, definisce
un programma globale per garantire che le idee innovative si trasformino in
prodotti e servizi, grazie soprattutto alla ricerca. In effetti, l’Europa
investe troppo poco nella ricerca rispetto ai suoi principali concorrenti (1,9%
del PIL in Europa nel 2008 contro il 2,5% del PIL negli Stati Uniti). La
produzione di conoscenze è concentrata in un numero relativamente limitato di
Stati membri. La ricerca europea non è sufficientemente attiva in settori di
punta (ad esempio le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, le
nanotecnologie, le biotecnologie, la biologia molecolare, la genetica) che possono
generare innovazioni tecnologiche spettacolari. L’innovazione, essenziale per
rafforzare la competitività e l’attrattività dell’economia europea, non è
incentivata. La struttura della ricerca in Europa è
estremamente variabile e frammentata. Lo Spazio europeo della ricerca (SER) mira
a superare la frammentazione e a creare le condizioni migliori per svolgere
attività di ricerca in Europa. Dal 2000 l’Unione europea e gli Stati membri
hanno fatto passi avanti per trasformare il SER in una realtà, ma permangono
ancora vari ostacoli. Una concorrenza insufficiente nei sistemi
di ricerca nazionali: La debolezza della concorrenza
tra organismi di ricerca e università si traduce in una specializzazione
insufficiente. Ciò non crea condizioni favorevoli al miglioramento della
qualità scientifica. La quota del finanziamento pubblico assegnato tramite
inviti aperti a presentare proposte di ricerca varia tra il 20 e l’80%, con una
media del 40%. La valutazione dei ricercatori e delle proposte di ricerca non
si basa su criteri comparabili tra i vari paesi. Permangono ostacoli alla cooperazione e
alla concorrenza a livello paneuropeo: Gli ostacoli
nascono dalla compatibilità e interoperabilità limitate dei programmi di
ricerca nazionali. Non c’è abbastanza flessibilità per consentire ai programmi
nazionali di cooperare al di là delle frontiere nazionali e di fornire
l’accesso a grandi infrastrutture di ricerca nazionali di interesse europeo e a
infrastrutture di ricerca paneuropee. Ciò significa che l’Europa non sfrutta le
opportunità per rafforzare la qualità e l’impatto della sua ricerca. Persistono le distorsioni tra i mercati
nazionali del lavoro per i ricercatori: Gli ostacoli
sono causati principalmente da approcci diversi per quanto riguarda le
assunzioni basate sul merito, l’autonomia delle istituzioni, il mancato ricorso
alle migliori pratiche per l’elaborazione di strategie in materia di risorse
umane per i ricercatori e per l’incentivazione della mobilità dei ricercatori,
nonché condizioni di lavoro poco interessanti per i giovani ricercatori e i
ricercatori stranieri. Condizioni diverse si registrano anche per la
portabilità e l’accesso alle sovvenzioni. Questo finisce con il limitare le
possibilità di carriera e la mobilità dei ricercatori. I progressi per quanto riguarda la parità e
la dimensione di genere nei contenuti della ricerca sono limitati: Non tutti gli Stati membri attuano politiche intese a valorizzare il
talento delle ricercatrici e a beneficiare dell’inclusione della dimensione di
genere nei contenuti della ricerca, e allo stesso modo, non tutte le
organizzazioni di parti interessate attuano piani d’azione per conseguire la
parità di genere. La qualità e pertinenza della ricerca europea sono
compromesse in quanto non si fa un uso adeguato del potenziale offerto dalla
diversità delle risorse umane scientifiche, determinando effetti economici e
sociali negativi. Circolazione limitata e accesso ineguale
alle conoscenze scientifiche: Non tutti gli Stati
membri sostengono in egual misura le politiche di accesso aperto che potrebbero
contribuire a ridurre le asimmetrie in tema di diffusione delle informazioni.
Una serie di ostacoli impediscono ai ricercatori di avere un accesso continuo
ai servizi elettronici nel campo della ricerca, tra cui le divergenze nelle
politiche nazionali in materia di “utilizzo” delle e-infrastrutture finanziate
con fondi pubblici. Il trasferimento delle conoscenze tra organismi pubblici di
ricerca e il settore privato è ancora insufficiente rispetto agli USA. Questo
si ripercuote sulla qualità scientifica e sui risultati economici legati alla
R&S sia nel settore pubblico che privato. 2.2. Legittimità dell’azione
dell’UE, sussidiarietà e valore aggiunto dell’UE Il trattato stabilisce che la politica in
materia di ricerca è una competenza condivisa tra gli Stati membri e l’Unione.
L’articolo 179 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)
prevede la possibilità per l’Unione di creare le condizioni necessarie per la
realizzazione dello Spazio europeo della ricerca. L’articolo 182, paragrafo 5,
del TFUE prevede l’utilizzo della procedura legislativa ordinaria per stabilire
le misure necessarie all’attuazione dello Spazio europeo della ricerca. La realizzazione
del SER non rimette in questione la sovranità degli Stati membri. Nel SER,
infatti, i sistemi di ricerca nazionali non scompaiono ma collaborano in modo
aperto. Le opzioni strategiche selezionate rispettano il principio di
sussidiarietà nella misura in cui l’Unione si trova nella posizione migliore
per individuare i settori di azione per gli Stati membri, dati i persistenti
ostacoli e i limitati progressi osservati 12 anni dopo l’avvio del SER. Varie
ragioni spiegano il valore aggiunto europeo. Innanzitutto, ove necessario, sarà
conseguita una ripartizione ottimale delle attività grazie ad un approccio
coordinato che migliorerà l’efficacia dei sistemi di ricerca e ridurrà
l’inutile duplicazione delle attività. In secondo luogo, la costituzione del
SER dovrebbe creare condizioni di parità e una massa critica, determinando le
condizioni necessarie affinché le équipe di ricerca più produttive possano
lavorare insieme ed essere concorrenziali a livello internazionale. In terzo
luogo, la dinamica europea ottimizza la possibilità di completare il SER nel
breve periodo, data la persistenza degli ostacoli nazionali già menzionati.
Infine, il livello dell’Unione europea è il più indicato per valutare con
oggettività se sono stati realizzati progressi, se questi sono adeguati
rispetto ai risultati perseguiti e se occorrono ulteriori misure per migliorare
la situazione. 3. Obiettivi strategici L’obiettivo strategico principale dello Spazio
europeo della ricerca è rafforzare le prestazioni, l’eccellenza e l’impatto dei
sistema di R&S europeo. Questo contribuirà a rimettere l’UE sulla via della
crescita economica promuovendo l’eccellenza e la ricerca scientifica,
sostenendo l’innovazione e rafforzando l’attrattività dell’UE come sede di
ricerca. L’obiettivo della comunicazione è
individuare e promuovere azioni che garantiscano, entro il 2014, condizioni
appropriate per migliorare l'efficacia dei sistemi europei di ricerca. Tali condizioni permetteranno di: 1.
rafforzare l’efficacia dei sistemi nazionali; 2.
ottimizzare la cooperazione e la concorrenza transnazionali; 3. aprire ulteriormente il mercato del lavoro per i
ricercatori; 4. garantire la parità di genere
e l’integrazione della questione di genere nella ricerca; e 5. ottimizzare la circolazione e il trasferimento
delle conoscenze scientifiche, anche tramite il SER digitale. 4. Opzioni strategiche Opzione 1: Scenario immutato: Questa opzione comporterebbe il mantenimento delle politiche attuali,
senza ulteriori misure a livello nazionale ed europeo tese ad eliminare gli
ostacoli. Il principale elemento nuovo sarebbe l’adozione e attuazione nel 2014
di Orizzonte 2020, eventualmente con una dotazione di bilancio più elevata per
finanziare le attività di ricerca e di innovazione transnazionali. Opzione 2: Un partenariato rafforzato per
il SER: Gli Stati membri sarebbero invitati a
intraprendere riforme strutturali volontarie. Le organizzazioni di operatori
della ricerca si impegnerebbero anch’esse ad adottare misure per attuare il
SER. La Commissione proporrebbe diversi tipi di misure (ad esempio,
raccomandazioni) per completare il SER e accompagnare i partner nella realizzazione
degli obiettivi. La Commissione valuterebbe ogni anno i progressi realizzati,
individuando i settori in cui potrebbero essere necessari ulteriori
cambiamenti. Opzione 3: Misure giuridiche settoriali a
favore del SER: In questo caso la Commissione
proporrebbe alcune misure giuridiche vincolanti in diversi settori (settori
specifici), in funzione delle esigenze. Inoltre, le misure volontarie adottate
dagli Stati membri sarebbero complementari alle misure giuridiche, nei settori
in cui gli Stati membri e i soggetti interessati sono nella posizione migliore
per eliminare i principali ostacoli. Opzione 4: Direttiva quadro sul SER: Questa opzione consiste in un approccio giuridico complessivo sotto
forma di un pacchetto globale (direttiva quadro), contenente misure
giuridicamente vincolanti; sarà compito degli Stati membri scegliere le
modalità atte a raggiungere i risultati stabiliti dalla direttiva. 5. Analisi degli impatti e confronto delle
opzioni strategiche Le opzioni strategiche propongono vari meccanismi
per eliminare gli ostacoli e promuovere sistemi di ricerca più efficaci. Queste
opzioni dovrebbero avere impatti analoghi (ad esempio impatto economico,
sociale ed ambientale, eccellenza e prestazioni della ricerca) una volta completato
il SER. Pertanto, la principale differenza tra le opzioni in termini di impatto
è il calendario per la realizzazione dei risultati previsti, i relativi costi
di attuazione e il grado di accettazione da parte degli Stati membri e delle
parti interessate. Riquadro 1: Impatti globali dell’eliminazione
degli ostacoli al completamento del SER Impatto
economico: In tutti gli Stati membri i settori
pubblico e privato trarranno beneficio dalla maggiore efficacia risultante da:
aumento dei fondi assegnati ai migliori ricercatori; maggiore cooperazione tra
gli Stati membri; migliori soluzioni per le sfide della società; maggiore
qualità e pertinenza della ricerca grazie una maggiore considerazione della
dimensione di genere nel processo di ricerca; un migliore impiego dei ricercatori
qualificati disponibili, in particolare le donne; e un miglior accesso alle
conoscenze per i settori pubblici e privati di tutto il mondo, soprattutto
nelle regioni meno avanzate. Se il completamento del SER comporta una
ridistribuzione dei fondi nazionali alla ricerca coordinata a livello
transnazionale, i benefici per l’economia (0,25% di crescita aggiuntiva del
PIL) e il mercato del lavoro (323 000 posti di lavoro supplementari) si concretizzerebbero
nel 2030. Tuttavia, i costi sarebbero a carico delle amministrazioni e delle
imprese degli Stati membri, in funzione del tipo di ostacoli da eliminare. Il SER
consentirà di porre l’accento sulla sostenibilità finanziaria di settori
“forti” dal punto di vista scientifico e di coordinare la domanda per servizi
di ricerca interoperabili, digitali e operativi in grado di stimolare il
settore delle TIC e l’innovazione in tema di TIC nell’Unione. L’accesso aperto
comporterebbe vantaggi significativi per la maggior parte dei soggetti
interessati e potenziali risparmi per molte istituzioni. Impatti
sociali: si prevedono impatti positivi, sia diretti
che indiretti, grazie a ricercatori più preparati e più efficaci e a una
cooperazione R&S rafforzata. Le misure a favore di un SER digitale
andrebbero a vantaggio dei ricercatori degli Stati membri e nelle regioni di
dimensioni inferiori e meno progrediti. Il SER avrebbe anche un impatto
positivo sui diritti fondamentali, in particolare per quanto riguarda il
rispetto della parità di genere, la libertà di espressione e la libertà delle
arti e delle scienze. Impatti
ambientali: Le questioni ambientali sarebbero
affrontate congiuntamente e le ricerche sarebbero coordinate meglio. Ciò
consentirebbe di evitare sovrapposizioni inutili e quindi di migliorare
l’efficienza. 5.1. Valutazione delle opzioni Opzione 1: Gli
ostacoli esistenti resterebbero, impedendo ai sistemi nazionali di conseguire
una maggiore efficienza. L’attuazione di Orizzonte 2020 determinerebbe dei
vantaggi. Questa opzione non soddisferebbe l’invito del Consiglio europeo a
completare il SER né le aspettative delle parti interessate. Opzione 2: Si
prevedono progressi significativi ma probabilmente discontinui entro il 2014.
Gli Stati membri eliminerebbero gli ostacoli nei settori in cui gli interventi
sono più necessari con oneri amministrativi ridotti, inoltre incentiverebbero
le parti interessate (organismi di finanziamento della ricerca e organismi esecutori
di attività di ricerca) a contribuire al completamento della Spazio europeo
della ricerca. In questa fase esiste un accordo, in particolare tra gli Stati
membri, sull’adozione di misure volontarie per completare il SER. Tale opzione
soddisferebbe le aspettative degli Stati membri. Opzione 3: Questa
opzione determinerebbe progressi lenti e discontinui verso il completamento del
SER entro il 2014, ma progressi sostanziali nel lungo termine nei settori in
cui (e quando) sarebbero adottate misure legislative. L’attuazione sarebbe
rinviata, almeno fino al 2017, e si imporrebbe un onere gravoso sulle amministrazioni
nazionali e la Commissione. La maggior parte degli Stati membri non si è
dimostrata molto favorevole a misure legislative in questo settore, il non
agevola l’accettazione di questa opzione da parte del Consiglio. Opzione 4: Questa
opzione darebbe i risultati migliori ma solo nel lungo periodo e a condizione
che si adottino atti legislativi. Richiederebbe tempo per effettuare una
valutazione approfondita della situazione esistente, al fine di mettere a punto
i principi e i meccanismi da includere nel quadro generale, che sarebbe
presentato nel 2013/2014. La negoziazione dell’insieme delle misure sarebbe
onerosa e lunga e l’attuazione operativa delle misure potrebbe essere rinviata
almeno al 2017. Imporrebbe inoltre oneri estremamente pesanti alle pubbliche
amministrazioni e alla Commissione. Come per la precedente opzione sarebbe
assai difficile fare accettare questa opzione al Consiglio. 5.2. Scegliere l’opzione preferita L’opzione 2 “Partenariato rafforzato per il
SER” è l' unica opzione che consenta sostanziali progressi verso la
realizzazione del SER entro il 2014, con la spesa minore. Inoltre, questa
opzione prevede lo sviluppo di un sistema di valutazione che contribuirà a
definire le future azioni. Pertanto, questa è l’opzione preferita. 6. Sorveglianza e valutazione Sarà istituito il meccanismo di monitoraggio
del SER al fine di valutare i progressi compiuti dagli Stati membri e dalle
organizzazioni delle parti interessate in relazione ad una serie di indicatori
connessi con le azioni previste per l’opzione prescelta. Sulla base delle
relazioni che gli Stati membri trasmettono ogni anno in settembre sulle misure adottate
a favore del SER, la Commissione presenterà una relazione sui progressi
compiuti nella realizzazione del SER. La relazione conterrà una valutazione delle
iniziative prese e eventuali raccomandazioni. Questa relazione è destinata a
fungere da base per le proposte di indirizzo politico presentate dalla
Commissione al Consiglio competitività, ma anche per le discussioni in seno al
forum delle parti interessate del SER. Potrebbe anche contribuire all’“analisi
annuale della crescita” che guida le riforme nazionali intraprese dagli Stati
membri nell’ambito del Semestre europeo, o all’individuazione delle misure
legislative necessarie. [1] L’articolo 179, paragrafo 1, del TFUE stabilisce quanto
segue: «L' Unione si propone l’obiettivo di rafforzare le basi scientifiche e
tecnologiche realizzando uno Spazio europeo della ricerca nel quale i
ricercatori, le conoscenze scientifiche e le tecnologie circolino liberamente
(…)». [2] COM(2010) 546 def. [3] COM(2010) 2020 def.