52006DC0508




[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 15.9.2006

COM(2006) 508 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Elaborazione di indicatori agroambientali per controllare l'integrazione della dimensione ambientale nella politica agricola comune {SEC(2006) 1136}

1. INTRODUZIONE

La presente Comunicazione costituisce un'iniziativa della Commissione allo scopo di illustrare il lavoro svolto con riguardo allo sviluppo di indicatori intesi a controllare l'integrazione delle problematica ambientale nella politica agricola comune (PAC).

Essa descrive il contesto politico in cui rientra lo sviluppo di indicatori agroambientali, valuta la necessità di sviluppare tali indicatori in collegamento con l'attuale processo di riforma della PAC, riesamina i progressi compiuti in materia ed identifica le principali sfide ed iniziative prevedibili per il futuro. Sulla base di tali elementi, la Commissione ritiene che, per soddisfare le crescenti esigenze a livello politico, occorra sviluppare ulteriormente, rafforzare e consolidare il sistema informativo inteso a controllare l'integrazione della problematica ambientale nella PAC, in particolare stabilendo procedure permanenti e stabili per la sua gestione.

La presente Comunicazione è accompagnata da un documento di lavoro dei servizi della Commissione, che descrive in modo più dettagliato l'attività svolta al fine di sviluppare ed elaborare gli indicatori agroambientali, espone le principali conclusioni ed approfondisce le proposte delineate nella Comunicazione.

2. CONTESTO POLITICO DELLO SVILUPPO DEGLI INDICATORI AGROAMBIENTALI

Il Consiglio europeo di Cardiff (giugno 1998) ha stabilito la necessità di integrare la dimensione ambientale in tutte le politiche comunitarie. Esso ha inoltre sottolineato l'importanza di sviluppare adeguati indicatori ambientali al fine di valutare l'impatto sull'ambiente dei diversi comparti economici – inclusa l'agricoltura – e di seguire i progressi compiuti nell'integrazione della problematica ambientale.

Il Consiglio europeo di Helsinki (dicembre 1999) ha adottato la strategia relativa all'integrazione della dimensione ambientale nella PAC. Tale strategia stabilisce obiettivi di integrazione ambientale per le risorse idriche, l'uso del suolo e del territorio, i mutamenti climatici e la qualità dell'aria nonché per il paesaggio e la biodiversità, e definisce la tutela delle risorse naturali come un elemento essenziale per la sostenibilità a lungo termine dell'agricoltura. Nelle sue conclusioni, il Consiglio ha chiesto di ricevere regolarmente una relazione sui progressi effettuati a livello di integrazione, sulla base di indicatori agroambientali .

Il Consiglio europeo di Göteborg (giugno 2001) ha approvato la strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile[1], in base alla quale nel processo decisionale occorre tener presente l'impatto economico, ambientale e sociale di tutte le politiche. Esso ha inoltre adottato le conclusioni raggiunte dal Consiglio "Agricoltura" dell'aprile 2001 sull'integrazione ambientale e lo sviluppo sostenibile a livello della PAC, invitando la Commissione a seguire e valutare regolarmente la strategia di integrazione del Consiglio nonché a proseguire le iniziative avviate per migliorare ulteriormente la serie di indicatori agroambientali ed a definire il fabbisogno di dati statistici per tali indicatori.

In risposta a tali richieste del Consiglio, la Commissione ha pubblicato due Comunicazioni, nella prima delle quali (Indicatori per l'integrazione della problematica ambientale nella politica agricola comune[2]) ha stabilito 35 indicatori agroambientali e presentato un quadro analitico per la loro elaborazione.

Nella seconda Comunicazione "Informazioni statistiche necessarie per gli indicatori intesi a monitorare l'integrazione della problematica ambientale nella PAC"[3] è stato ulteriormente elaborato il concetto di indicatori e sono state identificate le possibili fonti di dati e di informazioni necessarie per rendere operativi tali indicatori.

Queste due Comunicazioni della Commissione hanno fornito la base concettuale per il lancio dell'operazione IRENA (Indicator Reporting on the Integration of Environmental Concerns into Agriculture Policy – Relazione sugli indicatori relativi all'integrazione della problematica ambientale nella politica agricola) nel settembre 2002. Tale operazione, intesa a sviluppare una serie di indicatori agroambientali, è stata portata a termine alla fine del 2005.

La nuova Strategia di sviluppo sostenibile dell'UE, adottata dal Consiglio europeo nel giugno 2006, ha ribadito che lo sviluppo sostenibile deve essere integrato nel processo decisionale a tutti i livelli, rafforzando la coerenza tra tutte le politiche dell'UE e facendo in modo che le principali decisioni politiche siano adottate ben conoscendo le loro ripercussioni economiche, sociali ed ambientali.

3. INTEGRAZIONE DELLA PROBLEMATICA AMBIENTALE NELLA PAC

3.1. Progressi nell'integrazione della dimensione ambientale nella PAC

L'attività agricola assicura la gestione di gran parte del territorio dell'Unione europea[4] e svolge pertanto un ruolo importante nella conservazione delle risorse ambientali comunitarie. Nel corso dei secoli l'agricoltura ha contribuito a creare e mantenere una vasta gamma di habitat seminaturali e di paesaggi agricoli, che ospitano molte specie della fauna selvatica e assicurano il sostentamento di una comunità rurale diversificata.

L'agricoltura europea ha vissuto profonde mutazioni nel corso degli ultimi decenni e continuerà ad evolvere in futuro. I progressi tecnologici (ad es. prodotti agrochimici e sementi più efficaci, migliori razze di animali da allevamento) hanno consentito alle aziende agricole di aumentare la produttività, rendendo in tal modo più competitiva l'agricoltura. Tuttavia, i cambiamento connessi con l'agricoltura specializzata ed intensiva intervenuti a livello di uso dei terreni e di pratiche agricole, hanno anche prodotto effetti negativi su risorse idriche, suolo, aria, biodiversità ed habitat. Nel contempo, l'abbandono dell'attività agricola nelle zone marginali, dovuto a fattori socioeconomici, sta gravemente minacciando l'ambiente agricolo ed i paesaggi rurali.

Le ultime riforme della PAC hanno dato una risposta alla doppia sfida di ridurre la pressione agricola sull'ambiente e di favorire la prestazione di servizi ambientali da parte dell'agricoltura.

A partire dal 1992, la PAC ha subito un costante processo di adattamento agli obiettivi dello sviluppo sostenibile, attraverso un fondamentale processo di riforma inteso a promuovere il passaggio da una politica di sostegno dei prezzi e della produzione ad una politica di aiuti diretti al reddito e di misure per lo sviluppo rurale. Con la riforma di Agenda 2000, che ha costituito la fase successiva di questo processo, si è stabilito che la PAC non doveva soltanto migliorare la competitività dell'agricoltura dell'UE, garantire la qualità e la sicurezza alimentare e stabilizzare i redditi agricoli, ma anche apportare benefici all'ambiente, migliorare il paesaggio rurale e sostenere la competitività delle zone rurali nell'intera Unione europea.

La riforma della PAC del 2003[5] ha fatto progredire l'integrazione della problematica ambientale nella PAC, rafforzando un certo numero di misure che incoraggiano un'utilizzazione dei terreni e pratiche compatibili con la tutela delle risorse ambientali, tanto nel primo pilastro (politica di mercato e dei redditi) quanto nel secondo (politica di sviluppo rurale).

Le principali misure del primo pilastro sono il disaccoppiamento, la condizionalità obbligatoria e la modulazione. Il disaccoppiamento dalla produzione per la maggior parte degli aiuti diretti riduce notevolmente gli incentivi ad una produzione intensiva che hanno aumentato i rischi ambientali. Nell'ambito della condizionalità, l'erogazione integrale dei pagamenti diretti agli agricoltori è subordinata al rispetto di un certo numero di requisiti obbligatori in materia di gestione, incluse le norme ambientali, applicabili all'intera azienda. I beneficiari dei pagamenti diretti sono inoltre tenuti a mantenere tutti i terreni agricoli in buone condizioni agricole ed ambientali. La modulazione permette il trasferimento di risorse dal primo al secondo pilastro e ciò consente di aumentare il bilancio disponibile per le misure agroambientali.

La riforma del 2004, concernente i regimi di mercato per il tabacco, l'olio d'oliva, il cotone ed il luppolo, unitamente alla riforma nel settore dello zucchero del 2005, ha confermato la nuova direzione imboccata dalla PAC nel 2003.

Il secondo pilastro prevede un certo numero di misure intese a promuovere la tutela dell'ambiente agricolo. Il nuovo regolamento sullo sviluppo rurale per il periodo 2007–2013[6] collega le misure ambientali agli obiettivi del Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente[7]. Gli orientamenti strategici comunitari[8] identificano tre settori prioritari per le misure destinate a migliorare l'ambiente e la biodiversità nelle campagne: la biodiversità e la preservazione e lo sviluppo dell'attività agricola e di sistemi forestali ad elevata valenza naturale e dei paesaggi agrari tradizionali; il regime delle acque e il cambiamento climatico. Le principali nuove misure prevedono un maggior sostegno agli agricoltori nelle zone della rete Natura 2000 ed in altre zone di elevato valore naturale. Gli aiuti per le zone caratterizzate da svantaggi naturali e per misure agroambientali sono mantenuti. In futuro la condizionalità sarà applicata alla maggior parte delle misure ambientali.

Questi sviluppi della PAC richiedono un miglior controllo dell'evoluzione dei sistemi di produzione agricoli e delle modalità di utilizzazione dei terreni a livello regionale, nonché dei loro effetti sull'ambiente. Anche se altre serie di indicatori dell'UE (ad es. per i Fondi strutturali, lo sviluppo sostenibile e lo sviluppo rurale) o di altre organizzazioni internazionali (OCSE, Convenzione sulla diversità biologica) includono alcuni indicatori agroambientali, è necessario disporre di una serie di indicatori specifici che permettano di misurare i progressi realizzati per integrare le tematiche ambientali nella PAC, al fine di valutare l'impatto delle decisioni politiche, identificare le carenze nelle misure attuali e la necessità di nuove iniziative nonché, eventualmente, rendere le misure maggiormente mirate ed adeguate alla situazione in loco.

3.2. Necessità di indicatori agroambientali a sostegno del processo decisionale

L'integrazione della problematica ambientale nella PAC rappresenta un processo dinamico che richiede un monitoraggio regolare. Gli indicatori agroambientali rappresentano uno strumento fondamentale per questa attività di monitoraggio e permettono di conseguire numerose finalità:

- fornire informazioni sulla situazione attuale dell'ambiente agricolo e sui cambiamenti che vi intervengono;

- seguire gli effetti prodotti dall'agricoltura sull'ambiente;

- valutare l'impatto delle politiche agricole ed ambientali sulla gestione ambientale delle aziende agricole;

- contribuire alle decisioni in materia di politica agricola ed ambientale;

- illustrare le relazioni agroambientali ad un pubblico più ampio.

Un sistema coerente di indicatori agroambientali deve permettere di rilevare i principali effetti positivi e negativi dell'agricoltura sull'ambiente e di riflettere le differenze esistenti a livello regionale nelle strutture economiche e nelle condizioni naturali. In tal modo, saranno disponibili informazioni utili per valutare la politica agricola in termini di contributo dato alla tutela delle risorse ambientali, da cui dipende in larga misura il futuro dell'agricoltura e della società.

4. PROGRESSI COMPIUTI NELL'ELABORAZIONE DI INDICATORI AGROAMBIENTALI

4.1. L'operazione IRENA

Scopo dell'operazione IRENA era sviluppare ed elaborare, per gli Stati dell'UE a 15, una serie di 35 indicatori agroambientali menzionati nelle comunicazioni della Commissione COM(2000)20 e COM(2001)144, agli opportuni livelli geografici e, se possibile, in base alle fonti di dati esistenti.

Tale operazione ha permesso di conseguire i seguenti risultati:

1) 40 schede informative sui diversi indicatori[9], accompagnate dalle relative serie di dati e concernenti 42 indicatori e sottoindicatori;

2) una Relazione sugli indicatori , che riesamina le interazioni agroambientali sulla base dei risultati degli indicatori e descrive i progressi effettuati nell'elaborazione e nella compilazione degli indicatori agroambientali;

3) una Relazione basata sugli indicatori , relativa all'integrazione delle tematiche ambientali nella PAC, che valuta l'utilità del sistema di indicatori per la valutazione delle politiche; nonché

4) una Relazione valutativa , che analizza l'attuazione dell'operazione IRENA, valuta gli indicatori e le fonti di dati utilizzati ed identifica i settori per l'attività futura.

4.2. Principali risultati per quanto riguarda l'elaborazione di indicatori

L'operazione IRENA ha portato a notevoli progressi nell'elaborazione di indicatori agroambientali a livello dell'UE a 15, in particolare per quanto riguarda i concetti, l'identificazione delle fonti di dati e la compilazione delle serie. L'allegato 1 del documento di lavoro dei servizi della Commissione reca l'elenco dei 42 indicatori e sottoindicatori in questione, di cui riporta inoltre definizioni, fonti di dati, livello geografico e serie temporali utilizzate.

I principali risultati possono essere così riassunti:

- dei 42 (sotto)indicatori, 11 sono stati ritenuti utili, 30 potenzialmente utili e soltanto uno è considerato a basso potenziale. Tuttavia ogni gruppo comprende indicatori a diversi stadi di elaborazione (cfr. punto 6);

- circa un terzo degli indicatori è basato su dati a livello regionale (NUTS[10] 2 e 3) ed i restanti due terzi sono a livello nazionale. Diversi indicatori dei domini situazione/impatto sono stati sviluppati sulla base di modelli di dati o studi di casi;

- con riguardo alla dimensione temporale, circa la metà degli indicatori sono basati su serie temporali. Diciotto indicatori riguardano il periodo 1990–2000.

Inoltre, l'operazione IRENA ha permesso di costituire una base considerevole di conoscenze ed esperienze sulla fattibilità tecnica degli indicatori e sulla loro interpretazione. Sono state raccolte numerose informazioni sulle situazioni e le tendenze in materia di condizioni ambientali con riguardo all'agricoltura e sulle misure esistenti per raggiungere l'integrazione ambientale.

Grazie all'operazione IRENA, sono state stabilite una stretta collaborazione e modalità di comunicazione tra la Commissione, l'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) e gli Stati membri. Tramite le schede informative sugli indicatori agroambientali e la relazione sugli indicatori, gli Stati membri[11] hanno fornito utili riscontri riguardanti segnatamente i concetti utilizzati nonché la qualità e la presentazione dei dati.

5. SFIDE CUI DOVRÀ FAR FRONTE L'ATTIVITÀ RELATIVA AGLI INDICATORI AGROAMBIENTALI

Nel corso dell'operazione IRENA, sono state rilevate diverse limitazioni concernenti un certo numero di indicatori:

1) lacune nelle serie di dati relative ad alcuni indicatori, in termini di armonizzazione (come la gestione delle aziende agricole), qualità (come la diversità genetica), copertura geografica (come la qualità delle acque) e/o disponibilità di tali serie (come la superficie destinata all'agricoltura biologica);

2) necessità di miglioramenti metodologici o di ulteriori conferme per i modelli sui quali è basato il calcolo di taluni indicatori (come l'erosione o la qualità dei suoli);

3) necessità di ulteriori miglioramenti concettuali per alcuni indicatori (come la gestione delle aziende agricole, lo stato del paesaggio, le zone agricole ad elevato valore naturale).

Tali limitazioni non inficiano l'utilità degli indicatori ai fini della valutazione agroambientale, ma mettono piuttosto in evidenza la necessità di perfezionarli ulteriormente per migliorare l'impostazione a livello di concezione e di metodologia, affinare i metodi di raccolta dei dati, sviluppare eventualmente nuove serie di dati e ottimizzare/convalidare gli attuali strumenti di modellizzazione.

In base alla fase di elaborazione, gli indicatori IRENA possono essere suddivisi in tre categorie (cfr. anche tabella in allegato):

A. gli indicatori operativi, per i quali concezione e misurazione sono ben definite e per i quali sono disponibili dati a livello nazionale ed eventualmente regionale;

B. indicatori ben definiti, ma che non hanno una potenzialità informativa ottimale a causa della mancanza di dati regionali o armonizzati, oppure di lacune nell'impostazione della modellizzazione su cui sono basati;

C. indicatori che richiedono notevoli miglioramenti per diventare pienamente operativi. Tale categoria include gli indicatori che devono essere ancora perfezionati a livello concettuale e metodologico nonché quelli per cui occorrono dati di migliore qualità, raccolta di nuovi dati oppure ulteriore elaborazione e convalida dei modelli su cui sono basati.

Inoltre gli indicatori devono essere ampliati per includere anche i nuovi Stati membri.

6. PROSPETTIVE: L'ATTIVITÀ FUTURA IN MATERIA DI INDICATORI AGROAMBIENTALI

Sulla base degli elementi in precedenza indicati, possono essere identificate tre principali sfide per l'attività futura in materia di indicatori agroambientali per l'UE:

- razionalizzare la serie di indicatori IRENA e rafforzarne nel contempo la rilevanza in termini di strategia politica;

- consolidare la serie selezionata di indicatori, estendendone l'applicazione ai nuovi Stati membri ed ovviando alle attuali lacune;

- istituire un meccanismo permanente e stabile, necessario per il funzionamento del sistema di indicatori sul lungo periodo.

6.1. Razionalizzare la serie di indicatori IRENA e rafforzarne la rilevanza politica

Alla luce delle limitazioni concettuali e tecniche di taluni indicatori, occorre effettuare una scelta cruciale sulla serie di indicatori da mantenere e da sviluppare ulteriormente.

Un criterio basilare per operare tale scelta consiste nello stabilire se tali indicatori siano strumenti d'informazione adeguati per il processo decisionale. A questo proposito, è necessario tener presente che i controlli in materia d'integrazione ambientale richiedono, nel quadro di una strategia d'integrazione globale, diversi livelli di analisi e di valutazione riguardanti ad esempio misure settoriali specifiche, strumenti politici orizzontali, programmi di sviluppo rurale, ecc. Per effettuare le analisi a questi diversi livelli, è importante disporre di una serie coerente di indicatori agroambientali, in grado di distinguere le differenze a livello regionale dei sistemi di produzione agricoli (come le specializzazioni, i modelli di produzione, i metodi agricoli), nonché gli effetti positivi e negativi che questi esercitano sulle diverse risorse dell'ambiente. Inoltre, l'intera serie di indicatori deve poter essere adattata alle future necessità politiche, ad esempio per rispondere all'evoluzione delle politiche in materia di risorse idriche, a nuove misure della PAC o alle tendenze che si manifestano nel più ampio contesto socioeconomico.

Attualmente si sta esaminando la possibilità di includere alcuni indicatori agroambientali nel quadro comune per la sorveglianza e la valutazione dei programmi di sviluppo rurale relativi al periodo 2007–2013. Tali indicatori comuni riguardano questioni ambientali prioritarie, come la biodiversità e le zone ad elevato valore naturale, le risorse idriche ed i cambiamenti climatici[12].

Un ulteriore criterio per la selezione degli indicatori da mantenere è la fattibilità tecnica della loro elaborazione. L'operazione IRENA ha mostrato che taluni indicatori sono troppo complessi o che elaborarli richiederebbe un investimento di risorse eccessivo.

Infine, si propone che in futuro alcuni indicatori IRENA siano trattati come sottoindicatori di altri indicatori a cui sono strettamente associati.

Per comprendere i diversi livelli dei controllo in materia di integrazione ambientale, e sulla base delle iniziative finora attuate, la Commissione propone: di mantenere una serie ristretta di 28 indicatori, che includono 26 indicatori IRENA e due nuovi indicatori che riguardano questioni agroambientali (cfr. tabella allegata). |

- 6.2. Consolidare la serie di indicatori selezionata, estenderne l'applicazione ai nuovi Stati membri e ovviare alle attuali lacune

L'operazione IRENA ha ampiamente conseguito il suo obiettivo di utilizzare le informazioni ed i dati agroambientali disponibili e facilmente acquisibili a livello dell'UE a 15. E' ora importante mantenere aggiornata la serie ristretta di indicatori, aggiornare le corrispondenti basi di dati ed estenderne l'applicazione ai nuovi Stati membri.

Tuttavia, è importante anche ovviare alle lacune che attualmente limitano il potenziale informativo di alcuni indicatori. A tal fine, nel corso di un periodo di transizione occorre intraprendere iniziative per migliorare dal punto di vista concettuale e metodologico tali indicatori e per raccogliere i dati necessari o migliorare l'accesso ai dati esistenti, segnatamente a livello regionale. A questo proposito, occorre un pieno coinvolgimento e impegno da parte degli Stati membri, che sono in ultima analisi responsabili della raccolta di dati.

La Commissione suggerisce di intraprendere le seguenti iniziative: sviluppare ulteriormente la normativa in vigore con riguardo ai dati agricoli, statistici e amministrativi, per rispondere più efficacemente al fabbisogno di dati per gli indicatori agroambientali; prevedere e condurre le nuove indagini comunitarie eventualmente necessarie, concernenti in particolare le pratiche di gestione delle aziende agricole e l'uso dei fattori di produzione agricoli; esaminare, nel contesto dell'attuale processo di aggiornamento della Rete d'informazione contabile agricola (RICA), le possibilità di migliorare ed estendere l'utilizzazione della RICA al fine di risponde alla crescente domanda di relazioni ed analisi in materia agroambientale; eventualmente, migliorare e convalidare i quadri di modellizzazione; proseguire la ricerca di migliori indicatori per la biodiversità agricola, gli habitat e il paesaggio; esplorare le possibilità di raccogliere dati più adeguati: grazie ai sistemi di monitoraggio ambientale, in particolare nel quadro della direttiva "nitrati", della direttiva quadro in materia di acque e delle direttive "uccelli" e "habitat"; tramite metodi di spazializzazione (come ridistribuire dati agricoli trasmessi a livello amministrativo ad altre unità geografiche) ed altre tecniche concernenti i dati spaziali (come tecniche d'indagine per area, metodi di georeferenziazione); da fornitori di dati che non appartengono al settore pubblico (come la base dati del Common bird monitoring); ciò può richiedere il consolidamento e l'armonizzazione delle attuali serie di dati al fine di aumentarne trasparenza e qualità; attraverso altre iniziative europee, come il Monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (GMES) e l'Infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità (INSPIRE); tramite il Sistema di sistemi per l'osservazione globale della terra (GEOSS); potenziare il coordinamento con altre iniziative in materia di indicatori[13]. |

- 6.3. Prevedere un meccanismo permanente e stabile necessario per il funzionamento sul lungo periodo del sistema di indicatori

La definizione degli opportuni indicatori, dei metodi di calcolo e delle fonti di dati è solo una parte del lavoro necessario per costituire un sistema informativo per il monitoraggio dell'integrazione ambientale.

Al fine di giungere ad un sistema pienamente operativo, utile per le diverse finalità politiche, è necessario che le iniziative condotte su base temporanea durante l'operazione IRENA si trasformino in un processo stabile di raccolta sistematica dei dati occorrenti per l'elaborazione, la compilazione e l'aggiornamento degli indicatori. Ciò richiede un meccanismo permanente e stabile posto sotto l'egida di Eurostat, che opera in stretta collaborazione con gli Uffici statistici degli Stati membri, con i ministeri dell'Agricoltura e dell'Ambiente e con altri organismi europei (come l'AEA).

L'istituzione di tale meccanismo permanente e stabile deve costituire una priorità nel quadro del futuro sviluppo di indicatori a livello dell'UE. Ciò richiede anche che siano indicate e suddivise tra le diverse istituzioni le responsabilità in materia di gestione del nuovo sistema informativo permanente, senza procedere alla creazione di strutture amministrative nuove.

La Commissione propone: di istituire un meccanismo permanente e stabile necessario per il funzionamento del sistema di indicatori sul lungo periodo. Si tratta di un progetto a lungo termine che richiede il sostegno, la piena partecipazione e l'impegno degli Stati membri, in particolare per quanto riguarda la raccolta e la trasmissione dei dati occorrenti. |

- ALLEGATO

Proposta relativa ad una serie di indicatori consolidati in materia agroambioentale

DPSIR | N. | Indicatore | Fase di elaborazione | Principali limiti/miglioramenti necessari (X) |

Segnali e tendenze del mercato | 4 | Superficie destinata all'agricoltura biologica | A |

[1] COM(2001) 264, “Sviluppo sostenibile in Europa per un mondo migliore: strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile ”.

[2] COM(2000) 20 del 26 gennaio 2000.

[3] COM(2001) 144 del 20 marzo 2001.

[4] Nell'UE a 25, una percentuale superiore al 40% dei terreni è destinata all'agricoltura.

[5] Regolamento (CE) n. 1782/2003 del Consiglio, del 29 settembre 2003, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell'ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori (GU L 270 del 21.10.2003, pag. 1).

[6] Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (GU L 277 del 21.10.2005, pag. 1).

[7] Decisione 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, che istituisce il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente (GU L 242 del 10.9.2002, pag. 1).

[8] Decisione 2006/144/CE del Consiglio, del 20 febbraio 2006 (GU L 55 del 25.2.2006, pag. 20).

[9] Anche se gli indicatori identificati nel COM(2000) 20 sono 35, alcuni di essi sono suddivisi in sottoindicatori. Inoltre, in seguito ad una richiesta presentata da alcuni Stati membri, è stato aggiunto un indicatore relativo alle emissioni nell'atmosfera di ammoniaca.

[10] Nomenclatura delle unità territoriali a fini statistici.

[11] Il gruppo "Agricoltura ed ambiente" di Eurostat ha costituito l'ambito per la consultazione con gli Stati membri per l'operazione IRENA, in associazione con il gruppo per l'agricoltura EEA-EIONET

[12] Gli indicatori sono: popolazione di uccelli presenti su terreni agricoli, zone di elevato valore naturale, bilancio lordo dei nutrienti, produzione di energia rinnovabile.

[13] Cfr. ultimo capoverso del capitolo 3.1.