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Piano d'azione per i servizi finanziari (PASF)

La presente comunicazione, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari, propone obiettivi politici e misure specifiche al fine di migliorare il mercato unico dei servizi finanziari.

ATTO

Comunicazione della Commissione, dell'11 maggio 1999, "Attuazione del quadro di azione per i servizi finanziari: Piano d'azione [COM(1999) 232 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

Il presente piano d'azione fa seguito alla comunicazione del 28 ottobre 1998 sui "Servizi finanziari: elaborazione di un quadro d'azione". È stato presentato nel dicembre 1998 su richiesta del Consiglio europeo di Vienna che invitava ad elaborare un programma di lavoro urgente per conseguire gli obiettivi del quadro d'azione sui quali si era formato un consenso. Il piano d'azione si basa inoltre sulle discussioni svoltesi in seno al gruppo per la politica dei servizi finanziari (FSPG), formato dai rappresentanti personali dei ministri delle finanze e della Banca centrale europea (BCE).

Il Consiglio europeo di Colonia del 3 e 4 giugno 1999 ha chiesto alla Commissione di proseguire i lavori relativi al piano d'azione nell'ambito del gruppo per la politica dei servizi finanziari. Il piano d'azione per un mercato finanziario unico propone delle priorità indicative e un calendario di misure specifiche e mira a raggiungere tre obiettivi strategici: istituire un mercato unico dei servizi finanziari all'ingrosso; rendere accessibili e sicuri i mercati al dettaglio; rafforzare le norme di vigilanza prudenziale.

Mercati all'ingrosso

L'euro è il catalizzatore della modernizzazione dei mercati europei dei valori mobiliari e dei prodotti derivati. Sotto l'impulso delle forze di mercato l'organizzazione delle piazze finanziarie dell'Unione si è evoluta e i cambiamenti sono sfociati, per esempio, in relazioni più strette tra le diverse borse e in più efficienti sistemi di pagamento e regolamento delle operazioni su titoli. Globalmente, le azioni previste riguardano i sei aspetti seguenti:

  • L'instaurazione di un quadro giuridico comune per mercati integrati dei valori mobiliari e dei derivati. La Commissione deve mettere a punto una cornice normativa che consenta effettivamente la prestazione transfrontaliera dei servizi d'investimento. Ciò richiede, tra l'altro, l'aggiornamento in tempi rapidi della direttiva sui servizi d'investimento, l'adozione della direttiva sulle manipolazioni del mercato nonché la preparazione di una comunicazione che stabilisca norme per la tutela degli investitori "sofisticati" e di quelli "comuni".
  • L'eliminazione degli ostacoli che impediscono la raccolta di capitali su scala europea. La presenza di ostacoli nazionali che si frappongono alla proposta dei valori mobiliari sui mercati di altri Stati membri rende questa operazione estremamente costosa e frena le attività paneuropee. È pertanto essenziale aggiornare le direttive sugli obblighi in materia d'informazione e sui prospetti in caso di offerta pubblica. Sarà necessario intensificare la cooperazione tra la Commissione e il FESCO (Forum of European Securities Commissions).
  • L'evoluzione verso una cornice normativa unica sull'informazione finanziaria per le società quotate. È urgente trovare soluzioni che diano alle imprese la possibilità di raccogliere capitali in tutta l'Unione utilizzando bilanci redatti sulla base di un documento unico che prescriva i requisiti da soddisfare in materia di informativa finanziaria. Attualmente, i principi contabili internazionali (IAS) sembrano costituire il riferimento più appropriato per definire un complesso unico di obblighi in materia di informativa finanziaria. Analogamente, i principi internazionali sulla revisione dei conti sembrano rappresentare i requisiti minimi da soddisfare per conferire attendibilità ai documenti contabili pubblicati. Una futura comunicazione della Commissione esaminerà tali questioni, segnatamente proponendo di modificare la quarta direttiva (es de en fr)e la settima direttiva (es de en fr) relative al diritto delle società.

La creazione di un quadro giuridico coerente per i regimi pensionistici integrativi.

Lo sviluppo dei sistemi pensionistici mediante capitalizzazione necessita della creazione di un quadro prudenziale rigoroso che garantisca un livello elevato di protezione degli affiliati. Ciò dovrebbe favorire la creazione di posti di lavoro abbassando i costi salariali del lavoro e attutire le conseguenze dell'andamento demografico sul finanziamento delle pensioni. L'assenza di un quadro comunitario può inoltre scoraggiare la mobilità dei lavoratori. Su questo punto è prevista una comunicazione che servirà da base per la proposta di direttiva sulla vigilanza prudenziale dei fondi pensione.

  • L'instaurazione della certezza del diritto necessaria per sostenere le operazioni transfrontaliere su titoli. L'accettazione reciproca e l'esecutorietà delle garanzie transfrontaliere sono condizioni indispensabili per poter disporre di uno stabile sistema finanziario e di una struttura integrata che disciplini le operazioni su titoli. Per realizzare tali obiettivi occorrono le opportune iniziative legislative, fra le quali una proposta di direttiva sull'utilizzazione transfrontaliera delle garanzie.
  • La creazione di un contesto sicuro e trasparente per le ristrutturazioni transfrontaliere. Tutti i settori dell'economia europea vivono attualmente profonde ristrutturazioni, in particolare il settore finanziario. L'adozione della direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto (OPA) e l'adozione dello statuto della società europea (SE) dovrebbero garantire la protezione degli azionisti di minoranza e un'organizzazione più razionale della struttura interna delle società nel mercato unico. L'adozione dello statuto della società europea potrà così aprire la strada alla presentazione di proposte di direttiva su fusioni transfrontaliere di società per azioni e sul trasferimento della sede sociale delle società. Anche le esigenze prudenziali devono essere prese in considerazione. Per evitare che tali esigenze ostacolino il processo di ristrutturazione in corso, sarà necessario fissare criteri obiettivi e pubblici per l'autorizzazione delle ristrutturazioni nel settore bancario.

Mercati al dettaglio

La trasformazione radicale dei mercati finanziari si verifica soprattutto per l'impulso dei servizi all'ingrosso. Tuttavia, anche il settore del dettaglio sta attraversando una fase di importanti adattamenti. Attualmente è in vigore un quadro giuridico che permette agli istituti finanziari di realizzare le loro attività pur proteggendoli dai fallimenti e dal rischio sistemico. Tuttavia, vi sono numerosi ostacoli giuridici, amministrativi e di diritto privato che impediscono l'acquisizione o la prestazione transfrontaliera di servizi di questo tipo (conto bancario unico, crediti ipotecari, etc.). La comunicazione indica un certo numero di misure pratiche che potrebbero essere prese per porre rimedio a tale situazione nei seguenti sei settori chiave di azione:

  • Informazione e trasparenza I consumatori devono disporre di informazioni chiare e comprensibili quando investono i propri risparmi o parte di essi in un altro paese. È necessario migliorare l'informazione, la trasparenza e la sicurezza nel settore della prestazione transfrontaliera di servizi finanziari al dettaglio. Le misure previste riguardano la proposta di direttiva sulla vendita a distanza di servizi finanziari, una raccomandazione sull'informazione in materia di credito ipotecario, la proposta di direttiva sugli intermediari assicurativi e un piano d'azione sulla prevenzione della contraffazione e della frode.
  • Procedure di ricorso Per instaurare la fiducia necessaria alle attività transfrontaliere devono essere creati meccanismi efficaci, giudiziari ed extragiudiziali, di regolamento delle controversie. La Commissione fonderà la propria azione sulla raccomandazione del 30 marzo 1998 relativa ai principi applicabili agli organi responsabili della risoluzione extragiudiziale delle controversie in materia di consumo. Nel febbraio 2001 la Commissione ha lanciato la rete FIN-NET per agevolare la risoluzione extragiudiziale delle controversie nel settore finanziario, nei casi in cui il prestatore di servizi sia stabilito in uno Stato membro diverso da quello in cui risiede il consumatore. Sono coperte tutte le categorie di servizi finanziari al dettaglio (in linea e tradizionali) onde non frapporre ostacoli allo sviluppo del commercio elettronico e delle prestazioni di servizi transfrontaliere. FIN-NET mira a rafforzare la fiducia dei consumatori offrendo loro alternative semplici, efficaci e poco costose ai ricorsi in sede giudiziaria. Le forme di risoluzione alternativa delle controversie (RAC), cui l'avvento dell'euro darà grande impulso, traducono la volontà politica degli Stati membri di ottenere a livello transnazionale la stessa semplicità delle procedure nazionali. Oggigiorno, la lunghezza e la complessità tecnica dei servizi transnazionali scoraggiano spesso i consumatori.
  • Applicazione equilibrata delle norme di tutela dei consumatoriPer una serie di prodotti finanziari specifici la Commissione procede all'analisi delle norme nazionali vigenti in materia di tutela dei consumatori. Cercherà di individuare le eventuali equivalenze tra norme manifestamente simili. L'azione della Commissione si concreterà essenzialmente in una comunicazione interpretativa sull'applicazione del principio dell'interesse generale nel settore delle assicurazioni.
  • Il commercio elettronico Globalmente, il commercio elettronico permetterà di consolidare l'integrazione del mercato unico, ma è probabile che determinati problemi, già evidenti per quanto riguarda le vendite transfrontaliere sui mercati finanziari al dettaglio, assumano un rilievo anche maggiore. Le proposte di direttiva sul commercio elettronico e la vendita a distanza sono in via di approvazione.
  • Intermediari assicurativi Le legislazioni nazionali dei diversi Stati membri prevedono regimi di tutela dei consumatori in relazione agli intermediari assicurativi, ma si ispirano a indirizzi legislativi molto diversi, il che tende ad ostacolare la libera circolazione dei servizi. Nel 2002 è stata adottata una direttiva che aggiorna la direttiva del 1976 sugli intermediari assicurativi e rafforza la tutela dei consumatori.
  • Pagamenti transfrontalieri I vantaggi della moneta unica rischiano di non essere immediatamente visibili per gli utenti di servizi finanziari se non saranno adottate misure adeguate. I bonifici di importo modesto tra i paesi appartenenti alla zona euro continueranno ad avere un costo piuttosto elevato finché non sarà istituito un sistema efficace di pagamenti transfrontalieri a basso costo. Analogamente, gli oneri addebitati ai pagamenti transfrontalieri mediante carta bancaria sono spesso più elevati di quelli addebitati per i pagamenti interni dello stesso tipo. Perciò è importante creare un sistema integrato per i pagamenti al dettaglio che permetta di effettuare in tutta sicurezza e a condizioni competitive i bonifici transfrontalieri di piccolo importo. A tal fine è necessario intensificare la cooperazione tra il SEBC (Sistema europeo delle banche centrali), le istituzioni europee e il settore privato.

Rafforzamento delle strutture prudenziali

Le garanzie normative dell'Unione devono adeguarsi alle nuove fonti di rischio finanziario e alle innovazioni in materia di vigilanza al fine di limitare i rischi sistemici o istituzionali (per esempio adeguatezza patrimoniale, margine di solvibilità delle imprese di assicurazione) e di tener conto dell'evoluzione delle realtà del mercato (le cui istituzioni sono organizzate su base paneuropea o intersettoriale). Le misure proposte riguardano:

  • disposizioni volte ad allineare la normativa prudenziale del settore bancario, assicurativo e borsistico agli standard più rigorosi tenendo conto dei lavori degli organismi esistenti, come il comitato di Basilea e il FESCO;
  • lavori sulla vigilanza prudenziale dei conglomerati finanziari; in seguito alla terza relazione sui progressi compiuti nell'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari (PASF) illustrata in appresso, la Commissione ha ritenuto che l'elaborazione di una proposta di direttiva nel settore costituisse una delle dieci iniziative da intraprendere con priorità. È opportuno ricordare che i conglomerati finanziari sono organismi che offrono una gamma di servizi finanziari in settori come le banche, le assicurazioni e i valori mobiliari. Tali strutture, che operano spesso su base trasfrontaliera, si sono sviluppate così rapidamente da richiedere nuove norme. L'impostazione tradizionale che distingueva gli operatori finanziari per settore non è più attuale né adeguata;
  • iniziative volte a migliorare il dialogo e la cooperazione intersettoriale tra le autorità competenti sulle questioni d'interesse comune; la loro realizzazione richiede la creazione di un comitato dei valori mobiliari a carattere consultivo.

Condizioni generali

Le differenze delle forme di governo societario (corporate governance) tra i diversi Stati membri possono creare ostacoli giuridici e amministrativi al buon funzionamento del mercato finanziario dell'Unione. Per governo societario si intende un'ampia gamma di problemi le cui implicazioni per il mercato finanziario sono ancora poco chiare. Qualsiasi iniziativa comunitaria dovrà quindi limitarsi in un primo tempo all'esame dei codici nazionali di governo societario vigenti negli Stati membri al fine di individuare gli eventuali ostacoli al sano sviluppo di un mercato finanziario unico nell'Unione.

7. Un altro importante problema riguarda la rimozione degli ostacoli e delle distorsioni di natura fiscale. Sul piano politico sarebbe infatti difficile realizzare un mercato unico dei servizi finanziari senza portare a termine il processo di coordinamento fiscale nel settore dei mercati finanziari. La comunicazione invita quindi ad adottare la proposta di direttiva del 1998 intesa a garantire un minimo di tassazione effettiva dei redditi da risparmio transfrontaliero. La Commissione inoltre persevererà nei suoi sforzi per smantellare gli ostacoli fiscali ad un mercato unico dei servizi finanziari pienamente funzionante. Essa presenterà, con l'appoggio del Gruppo per la politica fiscale, proposte di direttive relative ai fondi pensione e alle assicurazioni.

Attuazione del piano d'azione

La comunicazione prevede la creazione di meccanismi per vigilare sui progressi realizzati e contribuire alla realizzazione concreta delle diverse azioni. Tali meccanismi comprendono segnatamente il proseguimento delle attività del gruppo dei rappresentanti personali dei ministri delle finanze per individuare le sfide future, fornire dati strategici e definire le priorità. Potrebbe anche essere creato un forum di alto livello con l'incarico di sondare l'opinione degli organismi che rappresentano le principali categorie dell'UE che hanno interesse a che i mercati finanziari funzionino in modo fluido ed efficiente. Gli organismi rappresentativi dell'UE dovranno anche coadiuvare la Commissione nell'individuazione di esperti del ramo che potrebbero aiutarla a valutare le conseguenze delle soluzioni più tecniche.

Situazione attuale e preparativi per il futuro

Il 27 ottobre 2003, la Commissione ha istituito un gruppo di esperti incaricato di valutare i progressi del PASF e preparare il futuro. Assistita da quattro nuovi gruppi di esperti del mercato, la Commissione ha avviato una valutazione approfondita dello stato d'integrazione dei mercati finanziari europei. Tale processo è in fase di inizio, mentre la fase legislativa quinquennale del PASF sta per giungere a termine. La valutazione deve essere ampia, trasparente ed aperta. La costituzione dei gruppi di esperti, composti da specialisti di alto livello nei settori bancario, assicurativo, della gestione patrimoniale e della negoziazione di titoli, costituisce la prima tappa del processo in questione. I gruppi hanno il compito di assistere la Commissione nell'individuare le principali questioni che dovranno essere esaminate nel corso della successiva consultazione.

Maggiori informazioni sulla valutazione del PASF da parte di gruppi di esperti: DG MARKT (DE), (EN), (FR).

ATTI COLLEGATI

Documento di lavoro dei servizi della Commissione del 5 gennaio 2006 "Single Market in Financial Services Progress Report 2004-2005" (Mercato unico dei servizi finanziari: Relazione sullo stato di avanzamento dei lavori 2004-2005) [SEC(2006) 17 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale].

In questa relazione la Commissione passa in rassegna le misure adottate in materia di servizi finanziari dalla metà del 2004. Le relazioni sullo stato di avanzamento dei lavori fanno parte degli impegni assunti dal Libro bianco sulla politica dei servizi finanziari 2005-2010, che è stato pubblicato il 5 dicembre 2005. La Commissione constata che il 98% delle azioni previste nel PASF sono state completate entro i termini previsti (2005). I lavori per l'attuazione delle misure adottate sono iniziati.

La relazione menziona tra l'altro i risultati raggiunti per quanto concerne l'adozione dei seguenti atti:

RELAZIONI INTERMEDIE

Decima relazione intermedia del 2 giugno 2004 "Financial Services -

Turning the Corner - Preparing the challenge of the next phase of European capital market integration"(Servizi finanziari - Lavori ad una svolta: Preparare il passaggio alla prossima fase dell'integrazione del mercato europeo dei capitali).

Questa decima relazione intermedia constata che la quasi totalità delle 42 misure legislative del PASF (93%) è stata adottata entro i termini previsti a metà 2004. Dopo la nona relazione del novembre 2003 si è giunti ad un accordo sui seguenti atti:

La Commissione ha altresì adottato:

  • una comunicazione sulla regolamentazione relativa ai depositari di organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM (es de en fr));
  • due raccomandazioni relative alle informazioni da includere nel prospetto semplificato degli OICVM e all'uso degli strumenti derivati da parte degli OICVM;
  • una comunicazione sugli orientamenti dei lavori futuri in materia di compensazione e liquidazione transfrontaliera di titoli (es de en fr).

Come priorità future la Commissione sottolinea l'importanza della continuazione dei lavori legislativi riguardanti:

  • la modernizzazione dell'ottava direttiva sul diritto societario riguardante il controllo legale dei conti;
  • la terza direttiva sul riciclaggio di capitali;
  • una direttiva sull'adeguatezza patrimoniale che riveda i requisiti patrimoniali delle banche e delle imprese di investimento (CAD III) ;
  • la decima direttiva sul diritto societario riguardante le fusioni transfrontaliere;
  • la semplificazione e la modernizzazione della seconda direttiva riguardante il mantenimento e la modifica del capitale delle società per azioni (es de en fr).

Nona relazione, del 24 novembre 2003, sulla realizzazione del Piano d'azione per i servizi finanziari intitolata "The FSAP enters the Home Stretch" ("Il PASF in dirittura d'arrivo")

Quest'ultima relazione intermedia (PDF) della Commissione giunge alla conclusione che il PASF, il cui completamento è previsto entro il 2005, è stato uno dei motori dello sviluppo del mercato dei capitali europeo. Il PASF ha infatti migliorato le prospettive di crescita sostenibile derivante dagli investimenti e le prospettive di occupazione. Nuovi progressi sono stati registrati nell'adozione delle misure legislative previste dal predetto piano ed in particolare:

Tuttavia la relazione sottolinea che per via delle elezioni del Parlamento europeo e dell'allargamento dell'Unione europea a maggio e giugno 2004, è essenziale giungere ad un accordo nel corso dei quattro prossimi mesi sulle misure importanti del PASF che devono essere ancora adottate, ovvero: la direttiva sui servizi di investimento, la direttiva sulla trasparenza e la direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto.Infine la relazione pone l'accento sulle iniziative prese dalla Commissione per valutare l'attuale stato di integrazione dei mercati finanziari europei.

Ottava relazione, del 2 giugno 2003, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari "Servizi finanziari - nove mesi per adottare le ultime misure previste nel Piano d'azione per i servizi finanziari (PASF)".

Secondo l'ottava relazione [DE, EN, FR, PDF] le prospettive finanziarie globali rafforzano le argomentazioni politiche che sostengono l'integrazione dei servizi finanziari nell'Unione europea. Infatti, una tale integrazione grazie al PASF deve permettere di rafforzare la stabilità finanziaria e l'integrità del mercato, stabilire un quadro per l'attuazione di una legislazione europea comune in materia finanziaria ed il relativo controllo, nonché garantire l'integrazione armoniosa, nel sistema regolamentare dell'Unione europea, dei nuovi mercati che si aggiungeranno a seguito dell'allargamento.

Benché molte delle misure legislative necessarie alla creazione di un mercato finanziario integrato siano già state adottate, la relazione sottolinea l'importanza fondamentale di portare a termine l'adozione di tutte le rimanenti misure, di modo che il PASF sia completamente attuato entro il 2005.

A breve termine, la Commissione non intende proporre un nuovo programma completo di misure nel settore dei servizi finanziari, bensì lavorare su due grandi obiettivi politici che richiederanno maggiori sforzi nel prossimo futuro: (a) un'attuazione uniforme ed il relativo controllo in comune, in particolare mediante la creazione di reti composte dalle autorità di vigilanza e di regolamentazione dei servizi finanziari; (b) una dimensione mondiale del mercato finanziario europeo, in particolare per quanto riguarda le relazioni con gli Stati Uniti.

Settima relazione, del 2 dicembre 2002, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari.

La settima relazione [PDF DE, EN, FR] evidenzia i notevoli progressi conseguiti nell'integrazione del settore, in particolare per quanto riguarda i servizi d'investimento, l'adeguatezza patrimoniale delle banche e delle imprese d'investimento, la compensazione ed il regolamento, la nuova proposta sulle OPA, i prospetti, i fondi pensione, i conglomerati finanziari e gli abusi di mercato. In effetti, quasi tutte le misure considerate prioritarie per il 2001 sono state adottate. Il testo sottolinea tuttavia che lo stesso slancio deve essere mantenuto se si vuole rispettare la scadenza fissata dal PASF (2005) nonostante i problemi incontrati dai mercati finanziari e la perdita di fiducia degli investitori. Per garantire un migliore seguito del PASF, la Commissione svilupperà una serie di indicatori al fine di ottenere una migliore classificazione, per ordine di priorità, delle misure di politica finanziaria. È anche auspicabile estendere il metodo "Lamfalussy" che permette di rispondere rapidamente ed in modo flessibile agli sviluppi del mercato per l'insieme dei settori finanziari. Infine, si deve elaborare fin dal 2003 un Piano d'azione per il diritto societario, compreso il governo societario.

Sesta relazione, del 3 giugno 2002, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari (COM (2002)267 def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale).

Questa sesta relazione constata che progressi tangibili sono stati realizzati ma ritiene che i quindici Stati membri debbano fare di più. Ricorda in particolare che otto proposte legislative devono ancora essere adottate in questo settore in tempi brevi. Tali proposte vertono sugli abusi di mercato, le garanzie finanziarie, la vendita a distanza dei servizi finanziari, gli intermediari assicurativi, i prospetti, i conglomerati finanziari, i principi contabili internazionali ed i fondi di pensione integrativa. La relazione lamenta l'abbandono del progetto relativo alle OPA dopo dodici anni di negoziati e annuncia che la Commissione presenterà una nuova proposta in materia. A seguito del fallimento del gruppo americano Enron, un gruppo di esperti dovrà inoltre presentare alcune raccomandazioni "sulle migliori prassi in materia di governo societario e di audit". La Commissione sottolinea tuttavia che la maggior parte dei problemi sollevati dal menzionato fallimento è già presa in considerazione dal Piano d'azione. Infine, sono allo studio nuove proposte sugli analisti finanziari e le agenzie di rating.

Quinta relazione, del 30 novembre 2001, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari (COM (2001)712 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale).

La relazione intermedia sottolinea la necessità urgente di integrare il settore finanziario europeo. Occorre infatti tenere conto delle più recenti evoluzioni che hanno interessato il settore, quali l'introduzione dell'euro, la flessione dell'economia, il crollo dei mercati finanziari a seguito degli attentati dell'11 settembre 2001 e la lotta contro il finanziamento del terrorismo. La relazione nota con soddisfazione i progressi realizzati, quali l'adozione della direttiva antiriciclaggio, l'accordo sul regolamento relativo ai pagamenti transfrontalieri, l'adozione dello statuto di società europea, l'accordo politico sulla direttiva sulla vendita a distanza e l'istituzione, nel settore dei valori mobiliari, dei comitati raccomandati nella relazione Lamfalussy. Tuttavia, le proposte relative ai fondi pensione, ai prospetti, ai conglomerati finanziari e ai principi contabili internazionali, così come la nuova proposta sulle offerte pubbliche d'acquisto rappresentano altrettante misure chiave che dovranno essere adottate rapidamente.

Quarta relazione, del 5 giugno 2001, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari (COM (2001) 286 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale).

La relazione valuta i progressi delle proposte e direttive in materia. Indica che la decisione spetta ormai al Consiglio ed al Parlamento europeo. Infatti, dalla presentazione del Piano d'azione, 18 misure sono già state presentate e benché siano stati raggiunti accordi su alcuni punti, altre questioni costituiscono ancora delle vere e proprie sfide. Occorrerà un'autentica volontà politica per attuare il Piano in tutti i suoi elementi entro le scadenze del 2003/2005; ciò vale ad esempio per l'istituzione dei due comitati sui valori mobiliari raccomandata dalla relazione Lamfalussy. Il Parlamento è per il momento poco propenso ad affidare poteri ad un organismo non elettivo ed è entrato in conflitto con il Consiglio su questo punto. La relazione segnala inoltre che occorre tenere conto dei rapidi cambiamenti intervenuti nel settore bancario, poiché la revisione della regolamentazione (vigilanza) è più urgente di quanto previsto. Il testo tratta anche la cooperazione transfrontaliera delle borse, ed illustra infine i progressi compiuti (conglomerati finanziari, prospetti da pubblicare per i titoli offerti al pubblico o quotati, abusi di mercato, rischio legato ai titoli depositati in garanzia ed al credito) così come gli ostacoli (fondi pensione e commercio elettronico).

Terza relazione, dell'8 novembre 2000, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari [COM (2000) 692/2 def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale].

Il bilancio è complessivamente soddisfacente anche se, in assenza di una dinamica sufficiente, il PASF non risulta attualmente in grado di rispettare l'ambiziosa scadenza del 2005. La Commissione ha adottato un calendario dettagliato per rispettare le scadenze, sottoposto al controllo del "Gruppo 2005". Per seguire l'evoluzione e le tendenze dei mercati, l'esecutivo europeo ha elaborato un elenco di indicatori.

Seconda relazione, del 30 maggio 2000, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari [COM (2000) 336 def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale].

La relazione rammenta che il Consiglio europeo di Lisbona ha chiesto che il Piano d'azione per i servizi finanziari sia attuato entro il 2005. La Commissione constata che sono stati compiuti dei progressi sostanziali. Alcuni settori tuttavia hanno registrato pochi miglioramenti: statuto della società europea, frodi e contraffazioni nei sistemi di pagamento e recepimento da parte degli Stati membri della direttiva sul carattere definitivo del regolamento.

Per rispettare la scadenza del 2005, deve essere accelerata l'attuazione del piano d'azione in cinque settori prioritari: un "passaporto europeo" per gli emittenti azionari, una maggiore comparabilità dell'informativa finanziaria delle società, l'eliminazione degli ostacoli agli investimenti dei fondi pensione e degli organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM), un miglior funzionamento del mercato transfrontaliero dei pronti contro termine e accordi di riacquisto dei titoli e una rifusione della direttiva sui servizi d'investimento.

Prima relazione, del 24 novembre 1999, sull'attuazione del Piano d'azione per i servizi finanziari [COM(1999)630 def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale].

La relazione fa un primo bilancio 5 mesi dopo la data d'adozione del Piano d'azione. Essa sottolinea i progressi compiuti in diversi settori in seguito all'adozione di un certo numero di misure previste. La relazione fornisce inoltre una valutazione globale, positiva, degli sforzi fatti nell'elaborazione del lavoro di base per iniziative specifiche del piano d'azione, e riconosce l'importanza del contributo delle diverse parti operanti sui mercati, nonché dei consumatori e degli utenti. La relazione sottolinea inoltre che il Consiglio e il Parlamento hanno raddoppiato, anche se non sempre con successo, i loro sforzi per accelerare l'iter di un certo numero di proposte.

Essa invita in seguito la Commissione ad adoperarsi nei prossimi mesi per presentare una serie di misure importanti in conformità al calendario previsto dal piano d'azione (fondi pensione, servizi d'investimento, modernizzazione della strategia contabile, commercio elettronico). Oltre alle misure previste nel Piano d'azione, l'Unione europea dovrà migliorare la sua strategia in vista dei cambiamenti strutturali in corso nei mercati finanziari.

Comunicazione della Commissione, del 21 maggio 2003, al Consiglio ed al Parlamento europeo "Modernizzare il diritto delle società e rafforzare il governo societario nell'Unione europea - Un piano per progredire" (COM(2003) 284 - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale).

La Commissione ritiene che il quadro che regola in Europa il diritto societario ed il governo societario debba essere modernizzato, soprattutto a motivo dei recenti scandali finanziari, della crescente tendenza delle società europee ad operare a livello transnazionale nell'ambito del mercato interno, dell'integrazione continua dei mercati dei capitali europei, dello sviluppo delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione e del prossimo allargamento dell'Unione europea a dieci nuovi Stati membri. In questa prospettiva, la Commissione definisce gli obiettivi politici chiave, distribuisce le varie azioni a breve, medio e lungo termine, indica quali strumenti utilizzare e quando utilizzarli.

I principali obiettivi perseguiti dal suo piano d'azione sono: il rafforzamento dei diritti dei soci e della protezione dei terzi, e la promozione dell'efficacia e della competitività delle imprese. Inoltre, nell'elaborare il piano d'azione, la Commissione tiene particolarmente conto della necessità di assicurare che tutte le iniziative in materia di regolamentazione comunitaria avviate nel suo ambito rispettino un certo numero di criteri di base, che consistono nel rispettare i principi di sussidiarietà e di proporzionalità; nel dotarsi di una certa elasticità attuativa pur mantenendo fermi i principi; e nel contribuire positivamente all'evoluzione della regolamentazione a livello internazionale.

Molte iniziative, collegate al piano d'azione seppur distinte, sono ricomprese in questo approccio integrato, e precisamente:

Ultima modifica: 20.10.2006

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