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La politica antiterrorismo dell'UE

In riferimento alla strategia antiterrorismo dell'Unione europea (UE), la presente comunicazione fa il punto sui risultati legislativi e politici conseguiti a livello UE nella lotta contro il terrorismo e delinea alcune sfide future nel settore.

ATTO

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 20 luglio 2010 – La politica antiterrorismo dell'UE: principali risultati e sfide future [COM(2010) 386 def. – Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale].

SINTESI

La comunicazione delinea i principali risultati legislativi e politici conseguiti a livello dell'Unione europea (UE) nella lotta contro il terrorismo, nonché alcune sfide future nel settore. Essa costituisce un importante passo preparatorio nell'ambito della strategia di sicurezza interna, portando avanti le misure antiterrorismo enucleate nel programma di Stoccolma. La comunicazione verte sui quattro filoni delineati nella strategia antiterrorismo dell'UE:

Prevenzione

La decisione quadro sulla lotta contro il terrorismo è il principale strumento giuridico dell'UE per far fronte ai reati terroristici. La decisione quadro, modificata nel 2008, armonizza ora anche le disposizioni nazionali per quanto riguarda gli aspetti della lotta antiterrorismo legati alla prevenzione, compreso l'uso di Internet a fini terroristici. La Commissione ha anche avviato un dialogo fra autorità di contrasto e provider di servizi Internet per combattere l'uso di Internet a fini terroristici. Inoltre, è in corso di elaborazione un modello di accordo europeo per facilitare la cooperazione in materia fra il pubblico e il privato.

Tra le varie importanti politiche adottate dall'UE negli ultimi anni per combattere la radicalizzazione e il reclutamento, la strategia specifica dell'UE rappresenta uno strumento chiave. Nel 2009 sono stati approvati piani di azione e di implementazione per portare avanti gli obiettivi della strategia. La Commissione ha contribuito ai lavori in questo settore attraverso la sua comunicazione relativa al reclutamento per attività terroristiche e il suo sostegno alla produzione di una serie di studi correlati. Inoltre, ha istituito una rete europea di esperti in materia di radicalizzazione (ENER) per favorire il dialogo fra gli ambienti universitari e gli organi decisionali politici.

In futuro, occorrerà individuare con maggiore precisione i modi più incisivi di lotta contro la radicalizzazione e il reclutamento. Dovrà essere valutata l'efficacia delle politiche nazionali adottate: a tal fine la Commissione intende presentare nel 2011 una comunicazione che servirà da base per un aggiornamento dell'attuale strategia UE. Saranno necessarie misure più efficaci per combattere l'uso di Internet a fini terroristici, tra cui misure supplementari per sostenere l'impegno delle autorità di contrasto nazionali.

Protezione

Negli ultimi anni sono stati compiuti considerevoli passi avanti per rafforzare la sicurezza alle frontiere, tra cui l'introduzione di nuove tecnologie per lo sviluppo di un sistema di gestione integrata delle frontiere e dei passaporti biometrici. Attualmente vengono sviluppati il Sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II) e il sistema di informazione sui visti (VIS). La cibersicurezza è stata affrontata attraverso la decisione quadro relativa agli attacchi contro i sistemi di informazione e il piano d'azione per proteggere le infrastrutture critiche informatizzate. Per migliorare la sicurezza dei trasporti è stato elaborato e sviluppato un ampio quadro legislativo, soprattutto per l'aviazione civile e il trasporto marittimo. In questi due settori, la Commissione lavora inoltre in stretta collaborazione con le amministrazioni nazionali al funzionamento di un sistema di ispezione di porti e aeroporti.

Nel 2008 è stato approvato un piano d'azione dell'UE per il miglioramento della sicurezza degli esplosivi. La Commissione sta altresì elaborando proposte di misure tese a rafforzare il controllo sull'accesso alle sostanze chimiche usate per preparare ordigni artigianali. Per sostenere l'elaborazione di politiche in materia di sicurezza e di lotta contro il terrorismo sono stati stabiliti vari programmi, tra cui il programma in materia di sicurezza nell'ambito del Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico e il programma europeo di protezione delle infrastrutture critiche (EPCIP). In relazione a quest'ultimo, alla fine del 2008 è stata adottata la direttiva sulle infrastrutture critiche europee come primo passo di un approccio a livello dell'UE.

I lavori futuri dovranno concentrarsi sul rafforzamento della sicurezza dei trasporti tramite l'uso di nuove tecnologie e sullo sviluppo di una politica europea di sicurezza industriale che dovrebbe contribuire alla standardizzazione e certificazione delle soluzioni di sicurezza. Una delle sfide principali è garantire un’efficace politica nel settore della ricerca in materia di sicurezza, in particolare tramite il rafforzamento delle relazioni fra gli utenti del settore pubblico, la comunità scientifica, i fornitori di tecnologie e l'industria.

Perseguimento

Negli ultimi anni è stato adottato un considerevole numero di strumenti per migliorare la raccolta e lo scambio di informazioni, come la direttiva sulla conservazione dei dati, la decisione sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera e le decisioni quadro sulla semplificazione dello scambio di informazioni tra le autorità nazionali incaricate dell'applicazione della legge e sul mandato europeo di ricerca delle prove. Allo stesso tempo, si registrano miglioramenti nel funzionamento di Europol e nella sua cooperazione con Eurojust.

Il principale strumento giuridico per contrastare il finanziamento del terrorismo è la direttiva antiriciclaggio adottata nel 2005. Nello stesso anno è anche stato adottato il regolamento relativo ai controlli sul denaro contante in entrata nell'UE o in uscita dalla stessa. Per lottare contro il finanziamento del terrorismo sono inoltre state adottate misure non legislative, come le linee guida non vincolanti per far fronte alla vulnerabilità delle organizzazioni senza scopo di lucro, che possono essere oggetto di utilizzazione abusiva ai fini di finanziamento del terrorismo.

Nuovi strumenti giuridici relativi allo scambio di informazioni sono attualmente in fase d’esame e saranno oggetto di comunicazioni distinte. Sarà anche valutata la necessità di adottare misure legislative sulle tecniche investigative. Inoltre, occorre una definizione congiunta di una metodologia di analisi delle minacce a livello europeo basata su parametri comuni, per garantire che l'azione dell'UE nella lotta contro il terrorismo sia adeguatamente basata su elementi di prova.

Risposta

Il meccanismo di protezione civile dell'UE è il principale strumento di risposta agli attentati terroristici. Gli altri meccanismi di risposta a livello dell'UE comprendono i dispositivi di coordinamento di crisi (CCA) e il sistema ARGUS, che permettono una risposta coordinata in caso di crisi. Europol sostiene inoltre le risposte coordinate agli attacchi terroristici tramite i suoi meccanismi di scambio di informazioni.

Nel 2009 è stato adottato il piano d'azione UE per la sicurezza chimica, biologica, radiologica e nucleare con l'obiettivo di migliorare la preparazione e la risposta agli incidenti in cui i terroristi potrebbero impossessarsi di tali materiali. La Commissione sostiene inoltre le vittime di attentati terroristici, anche tramite finanziamenti.

È attualmente in corso una valutazione della politica dell'Unione in materia di protezione civile, in base alla quale verranno prese le necessarie misure di follow-up. Si sta inoltre studiando come rafforzare il coordinamento e la cooperazione per facilitare la tutela consolare in caso di crisi. Inoltre, occorre sviluppare ulteriormente la capacità UE di risposta rapida basata sugli strumenti esistenti.

Questioni orizzontali

Importanti per l'attuazione della strategia antiterrorismo dell'UE sono anche una serie di questioni orizzontali:

  • rispetto dei diritti fondamentali – le misure per combattere il terrorismo devono rispettare la Carta dei diritti fondamentali;
  • cooperazione con i partner esterni – andrebbe ulteriormente sviluppata la cooperazione attraverso le organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, e con i paesi terzi, in particolare gli Stati Uniti;
  • finanziamento – i quadri finanziari pluriennali (attualmente il programma sulla sicurezza e tutela delle libertà) forniscono finanziamenti alla lotta antiterrorismo; in futuro sarà esaminata la fattibilità della creazione di un fondo per la sicurezza interna.

Ultima modifica: 28.10.2010

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