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Document 52017DC0183

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell’economia blu nel Mediterraneo occidentale

COM/2017/0183 final

Bruxelles, 19.4.2017

COM(2017) 183 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell’economia blu nel Mediterraneo occidentale

{SWD(2017) 130 final}


1. Introduzione

L’economia marittima della regione del Mediterraneo occidentale ha un enorme potenziale di sviluppo in tutti i settori connessi. La regione dispone di 200 porti e terminali e quasi il 40% di tutte le merci (in termini di valore) transita per il Mediterraneo 1 .

La regione del Mediterraneo occidentale richiama il maggior numero di turisti nel bacino mediterraneo, anche a motivo del suo patrimonio artistico e culturale. Essa costituisce un hotspot di biodiversità, con 481 zone marine protette, tra cui i siti della rete Natura 2000 2 . È inoltre una ricca zona di pesca, che rappresenta oltre il 30% del valore totale degli sbarchi in prima vendita nel Mediterraneo e oltre 36 000 posti di lavoro diretti sui pescherecci 3 .

Nonostante queste straordinarie risorse, la regione si trova ad affrontare una serie di sfide che vanno ad aggiungersi alla sua instabilità geopolitica generale: una crisi economica e finanziaria persistente, con un elevato tasso di disoccupazione giovanile in diversi paesi, la crescente urbanizzazione delle zone costiere, l’eccessivo sfruttamento degli stock ittici, l’inquinamento marino e, non ultimo, la crisi dei rifugiati.

Il cambiamento climatico incide pesantemente sulla regione 4 e l’innalzamento del livello del mare rappresenta una grave minaccia per gli ecosistemi e per le economie delle zone costiere. Altri fattori, come la crescita demografica e l’invecchiamento della popolazione, la migrazione e la crescente globalizzazione, non faranno che aggravare tali pressioni.

Vi è quindi la chiara esigenza di un’iniziativa comune che consenta all’UE e ai paesi limitrofi di collaborare, al di là delle frontiere, per:

garantire maggiore sicurezza e protezione,

promuovere una crescita blu sostenibile e la creazione di posti di lavoro, e

preservare gli ecosistemi e la biodiversità nel Mediterraneo occidentale.

Per quanto riguarda la governance marittima, unendo le forze i vari paesi potranno coordinare i propri interventi, fare un uso più efficace degli strumenti e sfruttare al massimo i fondi e gli strumenti finanziari, e avranno la possibilità di mobilitare maggiori investimenti privati rispetto a quanto non sarebbe possibile se agissero singolarmente, anche avvalendosi della piattaforma d’investimento per il vicinato recentemente istituita dall’UE 5 .

In questa prospettiva, la dichiarazione ministeriale dell’Unione per il Mediterraneo sull’economia blu 6 ha invitato nel 2015 i paesi partecipanti a esaminare il valore aggiunto e la fattibilità di idonee strategie marittime a livello subregionale e ad avvalersi dell’esperienza acquisita con il dialogo 5+5. Nell’ottobre 2016 i ministri degli Esteri di Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Marocco, Mauritania, Portogallo, Spagna e Tunisia hanno caldeggiato la prosecuzione dei lavori su un’iniziativa per lo sviluppo sostenibile dell’economia blu in collaborazione con il segretariato dell’Unione per il Mediterraneo 7 .

La presente iniziativa fa seguito a tale richiesta e comprende la presente comunicazione e il quadro d’azione che la accompagna. Entrambi i documenti sono stati elaborati in stretta collaborazione con i paesi interessati e con il segretariato dell’Unione per il Mediterraneo. La comunicazione illustra le principali sfide, le carenze che devono essere affrontate e le possibili soluzioni. Il quadro d’azione presenta le priorità proposte e il loro valore aggiunto, illustra nel dettaglio le azioni e i progetti e definisce obiettivi quantitativi e scadenze che consentano di monitorare i progressi compiuti nel corso del tempo.

L’iniziativa poggia sulla lunga esperienza maturata dalla Commissione con le strategie destinate a bacini marittimi o macroregioni 8 , come la strategia per l’Atlantico, la strategia dell’UE per la regione del Mar Baltico e la strategia dell’UE per la regione adriatica e ionica. È inoltre frutto di oltre due decenni di lavori nell’ambito del dialogo 5+5, che ha permesso di instaurare saldi legami tra i paesi partecipanti. Si basa infine su altre politiche dell’Unione connesse alla regione, come le priorità della revisione della politica europea di vicinato e la recente comunicazione sulla governance internazionale degli oceani 9 . All’iniziativa contribuiscono:

-il dialogo regionale sulla politica marittima e l’economia blu che si svolge sotto gli auspici dell’Unione per il Mediterraneo,

-la cooperazione in materia di gestione della pesca, recentemente rafforzata dal processo di Catania avviato nel 2016, e la cooperazione per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura, entrambe nell’ambito della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo, e

-la cooperazione nell’ambito della convenzione di Barcellona per la protezione dell’ambiente marino e delle regioni costiere del Mediterraneo e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, nonché gli sforzi compiuti nell’attuazione della strategia mediterranea per lo sviluppo sostenibile.

Nonostante l’iniziativa sia incentrata sulla regione del Mediterraneo occidentale e sui dieci paesi summenzionati, è molto probabile che il suo campo d’azione - e i potenziali benefici - si estendano al di là di questo sottobacino. Pertanto, in funzione delle necessità da soddisfare, gli interventi potranno coinvolgere partner del Mediterraneo centrale e dell’Atlantico nordorientale e saranno aperti alla partecipazione di altri partner.

Poiché interessa sia l’UE che i paesi partner, l’iniziativa dovrà essere approvata a livello politico in primo luogo nell’UE e poi nell’ambito dell’Unione per il Mediterraneo, che riunisce tutti i dieci paesi interessati.



2. Sfide e carenze

Ampie consultazioni fra le parti interessate e le autorità nazionali hanno evidenziato una serie di sfide e di carenze che possono essere riassunte nei tre ambiti principali di seguito illustrati.

2.1 Sicurezza e protezione

In media, nel Mediterraneo occidentale si verificano ogni anno circa 60 incidenti nel trasporto marittimo, di cui 15 riguardano navi cisterna per il trasporto di petrolio o prodotti chimici 10 . Nell’ultimo decennio quasi la metà degli incidenti che hanno provocato sversamenti significativi (100 o più tonnellate) ha avuto luogo nel Mediterraneo occidentale 11 . Rispetto ad altri sottobacini la situazione della regione è ancora relativamente buona, ma nuovi sviluppi economici rischiano di esporla a rischi maggiori, soprattutto nelle zone in cui il traffico marittimo è congestionato (come lo stretto di Gibilterra, le Bocche di Bonifacio o lo Stretto di Sicilia), e all’interno di porti e terminali. Il raddoppio del Canale di Suez può ulteriormente aggravare la congestione del traffico. La concentrazione di navi aumenta il rischio di collisioni, inquinamento ambientale e acustico e incidenti.

Si tratta inoltre di una regione particolarmente sensibile dal punto di vista della sicurezza. Nel periodo 2013-2015 le sue acque sono state attraversate ogni mese da una media di 11 000 migranti clandestini 12 , cosa che desta preoccupazioni sempre più forti sia in termini di vite umane che di attività economiche. C’è da aspettarsi che le attuali tendenze demografiche e i cambiamenti climatici rafforzino ulteriormente la concorrenza per le risorse e contribuiscano all’instabilità geopolitica della regione.

È essenziale garantire la sicurezza e la protezione delle attività marittime per promuovere lo sviluppo sostenibile dell’economia blu e assicurare prosperità e stabilità nella regione. Gli interventi volti a far fronte a tali rischi e minacce comprendono:

-il piano d’azione sui trasporti regionali per la regione mediterranea 13 e progetti EMSA/SAFEMED,

-la strategia per la sicurezza marittima dell’UE e il relativo piano d’azione,

-la strategia marittima integrata dell’Africa per il 2050 e la dichiarazione di Lomé sulla sicurezza marittima,

-il pacchetto “guardia costiera e di frontiera europea” 14 e un progetto pilota connesso, avviato nel 2016 per migliorare la cooperazione operativa nelle funzioni di guardia costiera tra le tre agenzie dell’UE (Frontex, EFCA e EMSA) nel Mediterraneo occidentale.

Dal 2015, anno in cui la crisi dei rifugiati e il controllo della migrazione sono divenuti una priorità, sono state sviluppate numerose attività incentrate sulla migrazione nell’ambito dell’agenda europea sulla migrazione. Anche la rete Seahorse per il Mediterraneo, il forum europeo dei servizi di guardia costiera e il forum dei servizi di guardia costiera del Mediterraneo hanno contribuito a migliorare la cooperazione tra i paesi partecipanti.

Tuttavia, le iniziative e i progetti sono ancora relativamente dispersi nella regione, e le capacità di contrasto, la disponibilità, l’accessibilità, il trattamento e la comprensione dei dati sono ancora disomogenei e frammentati tra le due sponde del Mediterraneo. Per ovviare a tali carenze occorre pertanto rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE e i paesi partner del Sud favorendo l’interoperabilità e lo scambio di dati, sviluppando capacità e migliorando la risposta in tempo reale a situazioni di emergenza.

2.2 Alti tassi di disoccupazione giovanile e invecchiamento della forza lavoro nel settore marittimo

La situazione dell’occupazione nella regione del Mediterraneo occidentale è paradossale: nonostante i tassi estremamente elevati di disoccupazione giovanile (tra il 14% e il 58%), infatti, le imprese marittime dei settori emergenti e tradizionali non riescono a reperire i profili e le competenze di cui hanno bisogno. Tale squilibrio tra domanda e offerta è principalmente dovuto a una mancanza di dialogo e cooperazione tra l’industria e i diversi livelli di istruzione.

Anche il settore della ricerca e sviluppo deve far fronte a una duplice sfida. Da un lato, attività come il turismo, i trasporti e la pesca, che sono tradizionalmente i settori di punta dell’economia blu, hanno bisogno di maggiore innovazione e diversificazione per rimanere sostenibili, competitivi ed efficienti nel tempo e creare posti di lavoro qualificati. Dall’altro, varie attività e catene di valore emergenti (come la biotecnologia blu, le energie marine rinnovabili, le risorse biologiche e minerali) 15 necessitano di un sostegno specifico per poter sviluppare appieno il loro potenziale, conseguire una massa critica sufficiente e attrarre adeguati investimenti e attività di R&S.

In tutto il Mediterraneo occidentale si stanno promuovendo varie iniziative e quadri strategici intesi a stimolare l’attività economica, la ricerca e l’innovazione, e in particolare:

-la strategia per la crescita blu e la politica marittima dell’UE,

-la strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo 16 ,

-l’iniziativa BLUEMED,

-l’iniziativa della FAO a favore della crescita blu.

Tali iniziative interessano l’Unione europea o i paesi vicini, ma non entrambi. Non sempre le iniziative attuate mediante bandi dell’UE tengono conto delle esigenze specifiche dei beneficiari nella regione del Mediterraneo occidentale e il sostegno a favore di attività trasversali tra portatori di interesse del sud e del nord è generalmente limitato. È necessario intervenire per correggere le asimmetrie nella portata geografica degli interventi, allineare gli strumenti di finanziamento, generare una massa critica per le attività economiche che attualmente non riescono ad attrarre investitori privati, affrontare l’attuale squilibrio tra domanda e offerta di competenze blu, aumentare la capacità delle parti interessate di istituire partenariati tra le due sponde della regione e, infine, stimolare gli investimenti e creare posti di lavoro nella regione.

Altre iniziative, come il piano d’azione “Produzione e consumo sostenibili” e il piano d’azione sui trasporti regionali per la regione mediterranea, interessano invece entrambe le coste del Mediterraneo occidentale. Esse costituiscono un’opportunità e trarrebbero vantaggio da maggiori sinergie e cooperazione tra i portatori di interesse e da una più attiva partecipazione del settore privato alla loro attuazione a livello del Mediterraneo occidentale.

2.3 Interessi divergenti e contrastanti in mare

La regione del Mediterraneo occidentale vanta la maggiore biodiversità 17 e il maggior numero di specie endemiche dell’intero bacino. Tuttavia, come avviene per il resto del bacino marittimo, molti degli stock ittici che essa ospita sono da tempo sovrasfruttati 18 . Le zone marine protette designate a livello nazionale e i siti Natura 2000 rappresentano circa il 3,5% delle sue acque, 19 percentuale di gran lunga inferiore all’obiettivo di conservazione del 10% per le zone marine e costiere 20 .

Grazie ai principali settori marittimi - turismo, acquacoltura, pesca e trasporti - la regione genera il 48% del valore aggiunto lordo e il 45% dell’occupazione dell’intero bacino marittimo. Questa regione, in cui si concentrano pressioni economiche, demografiche e ambientali, ospita almeno 7 delle 13 zone del Mediterraneo in cui sussistono forti interazioni tra un’attività economica intensa e problematiche di conservazione 21 .

Attività economiche marittime potenzialmente concorrenti nelle stesse acque possono scoraggiare o impedire gli investimenti. Possono inoltre aumentare la produzione di rifiuti e il consumo di energia e di acqua, aggravare lo sfruttamento delle risorse biologiche e di altro tipo e causare infine un maggiore inquinamento e un grave deterioramento degli ecosistemi marini e costieri.

Per questo motivo la regione è stata oggetto di numerosi accordi e iniziative, tra cui le direttive quadro dell’UE relative alla pianificazione dello spazio marittimo e alla strategia per l’ambiente marino, l’iniziativa della FAO a favore della crescita blu, il piano d’azione per il Mediterraneo dell’UNEP, la convenzione di Barcellona e il relativo piano d’azione regionale per i rifiuti marini e il protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere. Anche la recente strategia a medio termine (2017-2020) della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo, volta a garantire la sostenibilità della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero, e MEDFISH 4EVER offrono una buona base per affrontare l’attuale sovrasfruttamento degli stock ittici.

Nonostante la chiara volontà politica di risolvere i problemi che affliggono l’ambiente e la pesca, la regione continua a risentire della mancanza di un’adeguata azione di sensibilizzazione e informazione e di politiche trasversali fondate su elementi concreti. Anche per quanto riguarda l’attuazione e l’esecuzione delle norme persistono numerose carenze, in particolare a livello nazionale e locale.

Inoltre, prove di stress sui dati marini hanno evidenziato gravi lacune nelle conoscenze sulle caratteristiche geologiche ed ecologiche delle acque meridionali e una diminuzione degli investimenti pubblici per programmi di monitoraggio nelle acque settentrionali. Le lacune nelle informazioni riguardanti le catture e lo sforzo nella pesca artigianale comportano reali difficoltà nel sostegno al settore della pesca.

3. La risposta: azioni per far fronte alle sfide e colmare le lacune

Un quadro d’azione evolutivo 22 (si veda l’allegato documento di lavoro dei servizi della Commissione) identifica le lacune che devono essere colmate e il potenziale valore aggiunto delle priorità e delle azioni proposte. L’iniziativa, che sarà finanziata mediante fondi e strumenti finanziari esistenti a livello internazionale, dell’UE, nazionale e regionale, coordinati e complementari, dovrebbe creare un effetto leva e attrarre finanziamenti da altri investitori pubblici e privati. Le fonti potenziali di finanziamento sono indicative e soggette alla valutazione delle procedure e dei criteri di valutazione per i fondi, i programmi e i progetti considerati.

L’iniziativa, che promuove il coordinamento e la cooperazione tra i dieci paesi, mira a:

garantire maggiore sicurezza e protezione,

promuovere una crescita blu sostenibile e la creazione di posti di lavoro, e

preservare gli ecosistemi e la biodiversità nella regione del Mediterraneo occidentale.

Al termine di un ampio processo di consultazione con le autorità nazionali e i portatori di interesse, l’iniziativa si concentrerà su tre obiettivi principali per far fronte alle tre grandi questioni descritte nel prosieguo.

3.1 Obiettivo n. 1 - Uno spazio marittimo più sicuro e protetto

Garantire la sicurezza e la protezione delle attività in mare è essenziale per lo sviluppo sostenibile dell’economia marittima, per il mantenimento e la creazione di posti di lavoro e per la buona governance dei mari e delle coste.

Priorità

1.1    Cooperazione tra le guardie costiere

Esistono attualmente diverse iniziative volte a rafforzare la sicurezza e la protezione marittima, ma le risorse sono mobilitate a diversi livelli o da diversi partner nella regione del Mediterraneo occidentale. Sono stati compiuti progressi per facilitare lo scambio volontario dei dati, ma la cooperazione tra le guardie costiere delle due sponde resta limitata e la risposta in tempo reale alle situazioni di emergenza in mare deve essere ancora migliorata.

Azioni

Rafforzare la cooperazione tra guardie costiere tra le due sponde del Mediterraneo occidentale, ad esempio mediante reti di centri di formazione, formazioni comuni e scambi di personale.

Sostenere lo sviluppo di capacità in ambiti quali la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, il servizio di assistenza al traffico marittimo, la ricerca e il soccorso in mare, la lotta contro il traffico di migranti e altri traffici illeciti in mare (anche grazie all’ulteriore sviluppo della rete Seahorse per il Mediterraneo).

Fonti potenziali di finanziamento: Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), strumento europeo di vicinato (ENI), Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI).

1.2    Sicurezza marittima e lotta all’inquinamento marino

Occorre rafforzare al massimo lo scambio di dati marittimi tra le due sponde del Mediterraneo occidentale per migliorare la consapevolezza situazionale, garantire l’efficace utilizzo dei finanziamenti nazionali e migliorare la cooperazione nelle operazioni transfrontaliere. Alcuni paesi partner condividono i dati ambientali tramite l’EMSA o SAFEMED, ma non riescono ad accedere a SafeSeaNet.

Azioni

Incoraggiare lo scambio di dati sul traffico marittimo offrendo ai paesi meridionali un sostegno per migliorare le loro infrastrutture (sistema di identificazione automatica/sistema di monitoraggio del traffico navale e d’informazione) e aiutandoli ad accedere alle piattaforme esistenti (SafeSeaNet e sistema comune di comunicazione e informazione sull’inquinamento marino).

Migliorare la capacità (pianificazione, preparazione e strumenti) di reagire e lottare contro l’inquinamento marino causato da incidenti.

Fonti potenziali di finanziamento: ENI, FESR, programma Orizzonte 2020 dell’UE, fondi nazionali.

Risultati da raggiungere per l’obiettivo 1

Copertura completa del sistema di identificazione automatica entro il 2018 per condividere un maggior numero di dati di monitoraggio del traffico marittimo a livello regionale.

Rafforzamento della sorveglianza alle frontiere grazie al coinvolgimento dei paesi vicini nella rete Seahorse per il Mediterraneo entro il 2018.

3.2 Obiettivo n. 2 - Un’economia blu intelligente e resiliente

L’innovazione e la condivisione delle conoscenze sono elementi fondamentali per gestire il cambiamento generazionale nel mercato del lavoro e rendere la regione più sostenibile, competitiva e resiliente alle crisi e agli shock congiunturali. Questo obiettivo è in gran parte fondato su iniziative esistenti quali BLUEMED 23 e la sua agenda strategica per la ricerca e l’innovazione e promuove un maggior coinvolgimento dei paesi partner.

Priorità

2.1    Ricerca strategica e innovazione

I partner e i portatori di interesse della sponda meridionale del Mediterraneo occidentale saranno invitati a partecipare all’iniziativa BLUEMED per creare economie di scala e promuovere partenariati tra ricerca e industria tra le due sponde.

Azioni

Promuovere le industrie e i servizi innovativi a base biologica, compresi ingredienti alimentari, prodotti farmaceutici e cosmetici, prodotti chimici, materiali ed energia.

Sviluppare nuove tecnologie di osservazione e monitoraggio degli oceani, anche per quanto riguarda le risorse biologiche e di altro tipo presenti nelle acque profonde e nei fondali marini.

Promuovere l’elaborazione di nuovi concetti e protocolli da parte di imprese private e operatori marittimi, al fine di ottimizzare l’uso di infrastrutture, navi e piattaforme a fini scientifici, ambientali e di sicurezza.

Mettere a punto soluzioni su misura e nuove tecnologie che consentano di sfruttare le energie marine rinnovabili e di mitigare i cambiamenti climatici e adattarvisi.

Sviluppare capacità per il trasferimento di conoscenze e tecnologie.

Fonti potenziali di finanziamento: Orizzonte 2020, fondi nazionali, FEAMP, FESR, ENI, LIFE, Fondo verde per il clima.

2.2    Sviluppo di cluster marittimi

È assodato che i cluster marittimi europei contribuiscono a creare innovazione, crescita e posti di lavoro e svolgono un ruolo essenziale nel generare la massa critica necessaria per le attività economiche che attualmente non attirano gli investitori privati. 

Azioni

Sostenere lo sviluppo di piccole, medie e microimprese nell’economia blu (attraverso cluster marittimi nazionali, incubatori, acceleratori, servizi di business angel e veicoli finanziari su misura).

Promuovere una rete efficace di cluster marittimi nell’intera regione.

Creare cluster regionali per le energie rinnovabili, il benessere e l’invecchiamento attivo, sulla base di risorse e tecnologie marine e marittime.

Fonti potenziali di finanziamento: FEAMP, COSME, ENI, FESR, fondi nazionali, Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD).

2.3    Sviluppo e circolazione delle competenze

Gli istituti di istruzione e formazione nel settore marittimo hanno individuato una serie di possibili soluzioni per far fronte all’attuale squilibrio tra domanda e offerta di competenze e migliorare la cooperazione.

Azioni

Promuovere lo sviluppo di competenze marittime innovative attraverso una serie di iniziative strategiche tese a equilibrare domanda e offerta.

Promuovere la creazione di reti e gli scambi tra accademie e istituti marittimi, portuali e logistici.

Sensibilizzare alle professioni marittime e accrescerne l’attrattiva per i giovani.

Favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nei servizi di trasporto multimodale di merci, nelle catene di approvvigionamento e nelle infrastrutture.

Armonizzare le funzioni e le competenze esistenti per la gestione delle questioni relative alla migrazione nell’insieme della regione e promuovere in modo più efficace la migrazione circolare.

Fonti potenziali di finanziamento: FEAMP, iniziativa della FAO a favore della crescita blu, Fondo sociale europeo (FSE), ENI, ERASMUS+, meccanismo per collegare l’Europa (CEF), fondi nazionali.

2.4    Consumo e produzione sostenibili (trasporto marittimo, porti, turismo marittimo e costiero, acquacoltura marina)

Le attività marittime e terrestri, insieme alla progressiva urbanizzazione del litorale, esercitano una pressione sugli ecosistemi marini e costieri del sottobacino e possono incidere sulla sostenibilità a lungo termine di settori come l’acquacoltura marina e il turismo costiero e marittimo. Questa priorità favorirà l’attuazione del piano d’azione per il consumo e la produzione sostenibili nella regione e la transizione verso una mobilità più intelligente e più verde, il turismo sostenibile e pratiche acquicole sostenibili.

Azioni

Attuare modelli e pratiche di consumo e di produzione sostenibili; sostenere l’uso di fonti di energia pulita per la desalinizzazione dell’acqua di mare; promuovere l’efficienza energetica e l’adattamento ai cambiamenti climatici nelle città costiere.

Promuovere il trasporto marittimo ecocompatibile e infrastrutture portuali per combustibili alternativi; ottimizzare le infrastrutture, le interfacce e le procedure/operazioni portuali; continuare a sviluppare la rete transeuropea di trasporto, le autostrade del mare e i collegamenti portuali corrispondenti.

Sviluppare nuovi prodotti e servizi turistici tematici, tra cui:

-itinerari naturali, storici e culturali, turismo nautico e croceristico, porti turistici sostenibili, pescaturismo e pesca ricreativa;

-costruire barriere artificiali nel rispetto dell’ambiente;

-collegare i poli di attrattiva in mare e sulla terraferma (in campo gastronomico, culturale, sportivo, ecc.).

Elaborare norme tecniche comuni per un’acquacoltura marina sostenibile in tutti i paesi, diversificare il settore e rafforzare le capacità.

Fonti potenziali di finanziamento: FEAMP, COSME, CEF, LIFE, ENI, FESR, Orizzonte 2020, fondi nazionali, iniziativa della FAO a favore della crescita blu, portale dei progetti di investimento europei, FEIS, EFSD.

Risultati da raggiungere per l’obiettivo 2

-Includere i paesi del Mediterraneo occidentale nell’iniziativa BLUEMED e nella sua agenda strategica di ricerca entro il 2017.

-Aumentare del 25% il numero di porti e porti turistici eco-certificati entro il 2022.

-Aumentare del 20% il valore della produzione acquicola sostenibile entro il 2022.

-Aumentare del 20% il numero di presenze turistiche fuori stagione entro il 2022.

3.3 Obiettivo n. 3 - Migliore governance del mare

Per ottenere ecosistemi marini e costieri sani e promuovere nel contempo lo sviluppo socioeconomico è necessario disporre di un solido quadro istituzionale, giuridico e tecnico che consenta di trovare il giusto equilibrio tra le domande concorrenti per l’uso di spazio e risorse naturali limitati.

Priorità

3.1 Pianificazione spaziale e gestione delle zone costiere

L’obiettivo è garantire l’attuazione coerente della direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo (PSM) e della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino nonché del protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere (GIZC).

Azioni

Migliorare la gestione delle zone costiere e marittime da parte degli attori locali e garantire un’attuazione corretta e coordinata della direttiva PSM e del protocollo GIZC, anche riguardo a un approccio basato sugli ecosistemi.

Approfondire la conoscenza delle interazioni terra-mare e mettere a punto soluzioni ingegneristiche ecocompatibili per il buono stato ecologico dei mari e delle coste.

Elaborare strumenti che consentano di individuare siti appropriati per gli impianti offshore e di soddisfare le esigenze della regione in termini di energia e ambiente.

Fonti potenziali di finanziamento: FEAMP, FESR, ENI, Orizzonte 2020, fondi nazionali.

3.2 Conoscenze marine e marittime

Per elaborare politiche fondate su elementi concreti occorrono dati marini e marittimi aggiornati e armonizzati in relazione ad aspetti quali gli investimenti, il valore aggiunto lordo, l’occupazione, la produzione e lo smaltimento dei rifiuti, la batimetria, la qualità dell’acqua e il monitoraggio ambientale. In molti casi i dati necessari non sono disponibili o lo sono solo per alcuni paesi.



Azioni

Promuovere la raccolta, la conservazione e l’archiviazione dei dati mediante gli strumenti, le banche dati e i progetti esistenti [in particolare la rete europea di osservazione e di dati dell’ambiente marino (EMODNET), il centro virtuale di conoscenze gestito dal segretariato dell’Unione per il Mediterraneo e i progetti di Orizzonte 2020] e ampliare il loro ambito geografico e tematico nell’intera regione.

Mantenere e aggiornare le informazioni sui fenomeni di erosione e sui rischi nelle zone costiere; armonizzare e potenziare i sistemi di monitoraggio costiero a livello di sottobacino e mettere a punto strumenti comuni che consentano di valutare gli impatti delle attività umane.

Sviluppare veicoli autonomi senza equipaggio e le relative infrastrutture sottomarine.

Sviluppare le capacità nel settore degli affari marittimi.

Fonti potenziali di finanziamento: FEAMP, ENI, FESR, LIFE, Orizzonte 2020, fondi nazionali, Fondo verde per il clima.

3.3 Biodiversità e conservazione degli habitat marini

Sulla biodiversità della regione pesano gravi minacce: inquinamento, eutrofizzazione, distruzione di habitat marini e costieri, perturbazione delle rotte migratorie della fauna, mutamenti nelle dinamiche costiere, rumore e rifiuti marini. Saranno coadiuvati gli sforzi intrapresi dai vari paesi per rispettare gli impegni assunti a livello internazionale, ad esempio con la convenzione di Barcellona e il relativo piano regionale per la gestione dei rifiuti marini nel Mediterraneo e con la convenzione sulla diversità biologica.

Azioni

Valutare le pressioni esercitate sull’atmosfera, sulla terra e sul mare e i rischi per gli ecosistemi e la salute umana.

Contribuire alla creazione e alla gestione di zone marine protette, alla riduzione dei rifiuti marini, alla gestione delle acque di zavorra e al monitoraggio dell’inquinamento acustico.

Rafforzare la capacità locale di identificare le specie esotiche invasive e le loro rotte di invasione nonché la struttura e il funzionamento degli ecosistemi marini.

Promuovere campagne di sensibilizzazione sull’ambiente marino e la biodiversità e il volontariato ambientale in tutta la regione.

Fonti potenziali di finanziamento: LIFE, FESR, ENI, FEAMP, Orizzonte 2020, fondi nazionali.

3.4 Sviluppo sostenibile della pesca e delle comunità costiere

Per ovviare all’attuale frammentazione degli interventi attuati tra le due sponde del Mediterraneo si punterà a rafforzare il coordinamento e la cooperazione regionale grazie all’attuazione della strategia a medio termine della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (2017-2020) volta a garantire la sostenibilità della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero. Ciò consentirà inoltre un’attuazione più coerente della politica comune della pesca a livello di sottobacino.

Azioni

Promuovere lo sviluppo sostenibile della pesca su piccola scala e delle comunità costiere aumentando la capacità della regione di gestire gli stock ittici mediante piani pluriennali, misure tecniche, zone di divieto e altre misure di conservazione specifiche.

Rafforzare la capacità della regione di garantire un’adeguata raccolta dei dati, valutazioni scientifiche periodiche e un valido quadro giuridico per le attività di controllo e di ispezione.

Creare gruppi tecnici locali incaricati di analizzare possibilità e minacce specifiche e di definire misure e tecniche di intervento comuni.

Diffondere le migliori pratiche per la commercializzazione dei prodotti della pesca, aumentare il valore aggiunto di tali prodotti e diversificare le attività economiche nelle comunità costiere (anche con approcci “bottom-up” come lo sviluppo locale di tipo partecipativo).

Fonti potenziali di finanziamento: FEAMP, ENI, iniziativa della FAO a favore della crescita blu, CGPM.

Risultati da raggiungere per l’obiettivo 3

-Garantire che la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere e i relativi meccanismi di attuazione coprano il 100% delle acque soggette a giurisdizione nazionale e il 100% dei litorali entro il 2021.

-Garantire che almeno il 10% delle zone costiere e marine sia coperto da zone marine protette e da altre efficaci misure di conservazione basate sul territorio entro il 2020.

-Ridurre del 20% i rifiuti marini depositati sulle spiagge entro il 2024.

-Includere i paesi del Mediterraneo meridionale nella rete EMODNET entro il 2020.

-Fare in modo che tutti gli Stati dispongano di un quadro giuridico adeguato e delle capacità umane e tecniche necessarie per far fronte alle loro responsabilità in materia di controllo e di ispezione della pesca in qualità di Stati di bandiera, Stati costieri e Stati di approdo entro il 2020.

-Garantire che il 100% dei principali stock del Mediterraneo 24 sia oggetto di un’adeguata raccolta dei dati e di valutazioni scientifiche periodiche e venga gestito mediante un piano di pesca pluriennale entro il 2020.

4. Governance e attuazione

4.1 Coordinamento

Il coordinamento politico sarà assicurato dai meccanismi e processi esistenti dell’Unione per il Mediterraneo, tra cui riunioni ministeriali e di alti funzionari. Il coordinamento operativo sarà assicurato da una task force WestMED legata al gruppo di lavoro sull’economia blu dell’Unione per il Mediterraneo e comprenderà punti di contatto nazionali dei ministeri competenti, della Commissione europea e del segretariato dell’Unione per il Mediterraneo. Alla task force potrebbero essere invitati a partecipare anche rappresentanti delle organizzazioni regionali esistenti del Mediterraneo.

4.2 Attuazione e relazioni

Perché l’iniziativa funzioni deve essere soddisfatta una serie di condizioni essenziali:

-conferma a livello ministeriale del fatto che l’iniziativa investe trasversalmente una serie di politiche, ministeri e livelli di governo. I paesi definiscono le priorità, fanno propria l’iniziativa e ne assumono la responsabilità, allineano le politiche e i finanziamenti a livello nazionale e conferiscono a quanti decidono e attuano le politiche le competenze e le risorse necessarie a tutti i livelli amministrativi;

-la Commissione garantisce un approccio strategico a livello dell’UE, anche per quanto riguarda il coordinamento con le iniziative esistenti connesse all’UE;

-i governi controllano, riferiscono alla task force e valutano i progressi compiuti a livello nazionale e forniscono orientamenti in materia di attuazione;

-il coordinamento con le attività delle organizzazioni regionali esistenti è assicurato dal segretariato dell’Unione per il Mediterraneo;

-partecipazione dei principali portatori di interesse: autorità nazionali, regionali e locali, comprese le autorità di gestione, attori economici e sociali, cittadini, università e organizzazioni non governative. Una serie di eventi pubblici consentirà di promuovere tale partecipazione, ad esempio forum annuali, eventi business to business e presentazioni destinate ad attrarre investitori e a ottenere finanziamenti rapidi (investors pitch e speed funding);

-un meccanismo di assistenza specifico fornisce un sostegno iniziale ai paesi e alla task force. Il sostegno dovrebbe comprendere anche la partecipazione e la collaborazione dei portatori di interesse nonché la raccolta di tutti i dati necessari per definire parametri di riferimento, monitorare i progressi compiuti e riferire al riguardo.

5. Collegamenti con le politiche dell’UE

Anziché elaborare una nuova legislazione, la presente iniziativa mira a raggiungere gli obiettivi dell’Unione (le priorità “Occupazione, crescita e investimenti”, “Unione dell’energia e politiche in materia di cambiamento climatico”, “Migrazione” e “Un ruolo più incisivo a livello mondiale”) rafforzando le politiche pertinenti per la regione e promuovendo il rispetto del diritto dell’UE.

L’accento è posto su un migliore coordinamento tra gli strumenti di finanziamento e su un approccio realmente integrato che raggruppi vari campi di intervento e colleghi strettamente tra loro politiche e iniziative dell’UE quali la politica marittima, la politica comune della pesca, la politica di coesione, le politiche per l’ambiente e le zone marine e costiere, la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell’UE, il pacchetto relativo alla guardia costiera e di frontiera europea, le strategie sulla crescita blu, la sicurezza marittima, MEDFISH 4EVER, la biodiversità, l’adattamento al cambiamento climatico, il 7º programma d’azione per l’ambiente, i programmi quadro di R&S e le comunicazioni “Un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale” 25 e “Governance internazionale degli oceani” 26 .

6. Collegamenti più ampi

È necessario stabilire un coordinamento con i programmi 27 e le iniziative per la regione del Mediterraneo e con il piano d’azione per l’Atlantico e la strategia dell’UE per la regione adriatica e ionica, nonché con le iniziative BLUEMED e PRIMA 28 . Il programma INTERACT può essere di supporto a questo riguardo entro i limiti delle sue competenze.

L’iniziativa deve inoltre essere coerente con la normativa vigente. È necessario sviluppare sinergie con il processo dell’Unione per il Mediterraneo, il dialogo 5+5, il piano d’azione sui trasporti regionali per la regione mediterranea, la rete transmediterranea di trasporto e con quadri più ampi quali quelli instaurati dalla convenzione di Barcellona e dalla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo.

Nella misura in cui propongono soluzioni sostenibili e contribuiscono alla crescita e all’occupazione, i progetti sostenuti dall’iniziativa potrebbero essere estesi ad altre parti del Mediterraneo, facendo così dell’iniziativa una leva per una crescita sostenibile nel bacino.

7. Conclusione

La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio ad approvare la presente comunicazione. La Commissione invita inoltre il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale europeo a formulare un parere sulla presente iniziativa.

Entro il 2022 la Commissione riferirà al Consiglio e al Parlamento europeo in merito all’attuazione dell’iniziativa sulla base delle relazioni presentate dai paesi interessati.

(1)

    http://msp-platform.eu/sea-basins/west-mediterranean .

(2)

    http://www.mapamed.org  (April 2016).

(3)

    http://www.fao.org/3/a-i5496e.pdf (FAO 2016).

(4)

    http://www.cmcc.it/publications/regional-assessment-of-climate-change-in-the-mediterranean-climate-impact-assessments .

(5)

    http://ec.europa.eu/europeaid/news-and-events/state-union-2016-european-external-investment-plan_en .

(6)

    http://ufmsecretariat.org/wp-content/uploads/2015/11/2015-11-17-declaration-on-blue-economy_en.pdf .

(7)

    http://ufmsecretariat.org/foreign-affairs-ministers-of-the-55-dialogue-discuss-pressing-regional-challenges-and-highlight-the-positive-contribution-of-ufm-activities-to-the-enhancement-of-regional-cooperation/ .

(8)

   COM(2014) 284 final e COM(2016) 805 final.

(9)

   JOIN(2016) 49 final.

(10)

Http://www.medmaritimeprojects.eu/download/ProjectMediamer/SH_Meeting_WME/WM_Transport_factsheet_300115.pdf .

(11)

    http://arxiv.org/pdf/1510.00287.pdf .

(12)

    http://www.europarl.europa.eu/EPRS/EPRS-AaG-565905-Recent-Migration-flows-to-the-EU-FINAL.pdf .

(13)

   Adottato dal Forum euromediterraneo dei trasporti nel marzo 2015.

(14)

   Regolamenti (UE) 2016/1624, 2016/1625 e 2016/1626.

(15)

   Tali attività saranno allineate alla strategia europea per la bioeconomia e connesse al forum internazionale di bioeconomia.

(16)

   COM(2014) 86 final.

(17)

   Nel Mediterraneo la diversità delle specie aumenta da est a ovest: nel Mediterraneo orientale si trova il 43% delle specie note, nell’Adriatico il 49% e nel Mediterraneo occidentale l’87%.

(18)

   In particolare, 44 dei 48 stock valutati nel periodo 2012-2014 sono risultati al di fuori dei limiti biologici di sicurezza (fonte: comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca e Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo).

(19)

    http://www.mapamed.org (aprile 2016).

(20)

   Fissato in base all’obiettivo 11 di Aichi in materia di biodiversità e adottato nell’ambito dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 14.5.

(21)

   Relazione MEDTRENDS 2015: http://d2ouvy59p0dg6k.cloudfront.net/downloads/medtrends_regional_report.pdf .

(22)

     Il quadro d’azione sarà regolarmente riveduto e aggiornato in funzione delle nuove esigenze emergenti.

(23)

   Un’iniziativa di ricerca e innovazione per l’occupazione e la crescita blu nella regione del Mediterraneo, sviluppata congiuntamente da Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna.

(24)

    http://www.fao.org/fileadmin/user_upload/faoweb/GFCM/News/Mid-term_strategy-e.pdf .

(25)

   COM(2011) 200 def.

(26)

   JOIN(2016) 49 final.

(27)

   Ad esempio, il programma per il Mediterraneo e il programma di cooperazione transfrontaliera per il bacino del Mediterraneo nell’ambito dello strumento europeo di vicinato.

(28)

   Partenariato per la ricerca e l’innovazione nell’area del Mediterraneo.

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