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Document 52016DC0715

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Comunicazione 2016 sulla politica di allargamento dell'UE

COM/2016/0715 final

Bruxelles, 9.11.2016

COM(2016) 715 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Comunicazione 2016 sulla politica di allargamento dell'UE

{SWD(2016) 360 final}
{SWD(2016) 361 final}
{SWD(2016) 362 final}
{SWD(2016) 363 final}
{SWD(2016) 364 final}
{SWD(2016) 365 final}
{SWD(2016) 366 final}


I.    INTRODUZIONE

Nel mese di novembre 2015, la Commissione europea ha delineato una strategia a medio termine per la politica di allargamento dell'UE, destinata a coprire l'intero mandato dell'attuale Commissione. La strategia è stata approvata dal Consiglio nel dicembre 2015. La presente comunicazione traccia un bilancio dei progressi compiuti nell'attuazione di tale strategia, trae conclusioni e formula raccomandazioni in merito a specifici paesi dell'allargamento e ad alcune tematiche specifiche.

L'UE continua a dover far fronte a gravi sfide su vari fronti. Molteplici crisi hanno potenzialità destabilizzanti non solo per l'Europa, ma anche a livello mondiale. L'attrattiva dell'UE nei paesi dell'allargamento è stata parzialmente intaccata dalla tendenza depressionaria dell'economia e dallo scetticismo verso il progetto europeo.

Nel contempo, la stabile prospettiva dell'adesione all'UE, come costantemente ribadito da tutti gli Stati membri, continua a promuovere la trasformazione, la stabilità e la sicurezza nei paesi dell'Europa sudorientale. Un processo di allargamento credibile, basato su condizioni rigide e giuste, resta pertanto uno strumento insostituibile per rafforzare tali paesi e sostenerli nella loro modernizzazione attraverso riforme politiche ed economiche, in linea con i criteri di adesione.

La politica di allargamento continua a produrre risultati e nella maggior parte dei paesi le riforme avanzano, anche se a ritmi diversi. Data la natura complessa delle riforme necessarie, si tratta di un processo a lungo termine e le carenze strutturali persistono, in particolare negli ambiti fondamentali dello Stato di diritto e dell'economia.

Nel caso specifico della Turchia, il vertice UE-Turchia del 29 novembre 2015 e la successiva dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo 2016 sono riusciti a determinare una riduzione significativa dei flussi migratori irregolari e, più in generale, a ravvivare le relazioni tra l'UE e la Turchia. Il 15 luglio, le istituzioni democratiche e la società nel suo complesso sono state colpite da un violento tentativo di colpo di Stato in Turchia, che l'UE ha immediatamente condannato con la massima fermezza.

Per i paesi dell'allargamento è essenziale continuare ad attenersi al principio della "priorità alla questioni fondamentali". La Commissione continuerà a incentrare gli sforzi sullo Stato di diritto, il che include la sicurezza, i diritti fondamentali, le istituzioni democratiche e le riforme della pubblica amministrazione, nonché sullo sviluppo economico e sulla competitività. Tali aspetti continuano ad essere fondamentali per soddisfare i criteri di adesione di Copenaghen e Madrid. È di vitale importanza che la società civile e i soggetti interessati in senso lato rivestano un ruolo più forte.

Al tempo stesso, è doveroso riconoscere che i negoziati di adesione non sono - né sono mai stati - un fine in sé, bensì che sono parte di un più ampio processo di modernizzazione e di riforma. I governi dei paesi dell'allargamento dovranno abbracciare le riforme necessarie più attivamente, trasformandole davvero nella loro agenda politica. Non perché l'Europa lo chieda, ma per il bene dei loro cittadini. Il sostegno pubblico ai futuri allargamenti dipenderà dal grado di preparazione dei paesi candidati. Per questo motivo, le riforme compiute nel quadro del processo di adesione dell'UE contribuiscono anche ad aumentare la fiducia dei cittadini, sia negli Stati membri dell'UE che nei paesi candidati.

II.    ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA DI ALLARGAMENTO 2015

a)    Stato di diritto

Nel complesso, sono stati compiuti sforzi per modernizzare i quadri e le infrastrutture giuridici, nonché per garantire una migliore formazione a giudici e pubblici ministeri. Nel mese di luglio, il Parlamento albanese ha adottato all'unanimità alcune modifiche costituzionali che gettano le basi per un'ampia e profonda riforma del sistema giudiziario. La Serbia ha adottato piani d'azione globali in materia di Stato di diritto, che delineano il programma di lavoro per le riforme nei capitoli 23 e 24.

Tuttavia, la messa a punto di sistemi giudiziari funzionanti e indipendenti procede con lentezza, e la maggior parte dei paesi continua a far fronte a problemi di inefficienza e di scarse indipendenza e responsabilità. In Turchia, l'indipendenza del potere giudiziario è stata compromessa da profonde modifiche delle strutture e della composizione dei tribunali superiori e dalla continua pressione su giudici e pubblici ministeri. Il licenziamento di un quinto dei giudici e dei pubblici ministeri a seguito del tentativo del colpo di Stato del 15 luglio complica ulteriormente e in modo significativo il funzionamento generale del sistema giudiziario. Nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, le gravi carenze evidenziate dal caso delle intercettazioni non sono ancora state adeguatamente gestite.

Negli ultimi anni, tutti i paesi hanno rafforzato il loro quadro giuridico per lottare contro la corruzione e la criminalità organizzata. Sono state create nuove istituzioni, come l'Agenzia anticorruzione del Montenegro, e notevoli sforzi sono stati compiuti per promuovere la specializzazione delle forze di polizia e del potere giudiziario. Ciononostante, numerosi paesi della regione continuano a mostrare chiari sintomi e vari stadi di corruzione politica sistematica. Società, istituzioni o singoli individui dotati di sufficiente potere ricorrono a pratiche illegali per influenzare e delineare le politiche, il contesto giuridico e l'economia a proprio vantaggio. Il dichiarato impegno politico contro la corruzione non si è tradotto a sufficienza in risultati concreti. Ora più che mai occorre dunque concentrare gli sforzi sulla creazione di un riscontro storico convincente e duraturo in questi ambiti basato su indagini, azioni penali e sentenze, in tutti i gradi di giudizio che siano efficienti, efficaci e imparziali. L'aggiudicazione degli appalti pubblici deve essere più trasparente. I risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata devono andare al di là dei singoli casi. Le autorità devono iniziare seriamente a smantellare le reti criminali e a confiscarne i beni, anche utilizzando strumenti più ambiziosi e d'impatto quali la confisca estesa e l'uso sistematico delle indagini finanziarie. Occorre intensificare gli sforzi per contrastare il traffico di armi da fuoco. I progressi compiuti negli ultimi anni per lottare contro la tratta degli esseri umani sono disuguali. Occorrono ulteriori sforzi per allinearsi all'acquis pertinente e garantire l'efficace attuazione delle misure preventive nonché la protezione e l'assistenza alle vittime.

Il terrorismo e la radicalizzazione continuano a costituire una minaccia per l'UE e per i paesi dell'allargamento. La Turchia è stata particolarmente colpita da una serie di gravi attacchi terroristici su vasta scala nel corso dell'ultimo anno. Anche il fenomeno dei combattenti che partono dall'UE e dai paesi dell'allargamento per unirsi a gruppi di insorti, in particolare in Siria e in Iraq, e la potenziale minaccia che rappresentano per la sicurezza al loro rientro sono destinati a perdurare nei prossimi anni. I paesi dell'allargamento hanno modificato la loro legislazione penale e quella antiterrorismo, dotandosi di strumenti più efficaci per contrastare tali fenomeni. Alcuni di essi hanno inoltre adottato nuove strategie e piani d'azione antiterrorismo, discostandosi da un approccio puramente di contrasto per concentrarsi anche sulla prevenzione e sulla lotta alla radicalizzazione. Tuttavia, occorre fare di più per contrastare la radicalizzazione in questi paesi, in particolare nell'ambito dell'istruzione e potenziando il controllo dei finanziamenti esteri volti a promuovere contenuti radicali. L'UE sta ampliando la propria rete contro la radicalizzazione (RAN) ai paesi dell'allargamento in modo che possano accedere alle buone pratiche dell'UE in materia. I paesi dell’allargamento dovrebbero continuare a ricorrere all'Europol come mezzo per agevolare la cooperazione in materia di lotta al terrorismo.

b)    Diritti fondamentali

I diritti fondamentali continuano ad essere ampiamente sanciti dalla legislazione dei paesi dell'allargamento. Nei Balcani occidentali permangono carenze a livello pratico, ma la situazione è sostanzialmente stabile. In Turchia si sono registrati passi indietro in questo ambito, e l'applicazione pratica mostra frequenti e significative carenze. A seguito del tentativo di colpo di Stato del mese di luglio è stato dichiarato lo stato di emergenza, accompagnato dall'adozione di misure di vasta portata che limitano i diritti fondamentali. Da allora sono state denunciate numerose violazioni gravi del divieto di tortura e di maltrattamento e dei diritti procedurali. La Turchia deve garantire l'efficace funzionamento di un sistema imparziale di controllo giudiziario delle presunte violazioni dei diritti umani nel proprio interesse. La Commissione accoglie con favore l'impegno delle autorità turche a tal fine ed esorta la Turchia ad agevolare il monitoraggio dei processi da parte delle organizzazioni internazionali.

La libertà di espressione e dei mezzi di comunicazione continua a destare particolare preoccupazione nella maggior parte dei paesi dell'allargamento, anche se in misura diversa. L'assenza di progressi in quest'area, già osservata nel corso degli ultimi due anni, permane e in alcuni casi si è intensificata. La situazione della libertà di espressione si è ulteriormente deteriorata in Turchia, in particolare a seguito degli arresti e delle persecuzioni di giornalisti con l'accusa di terrorismo e della chiusura di numerosi organi di comunicazione. Nei Balcani occidentali continuano le ingerenze politiche indebite nell'attività delle emittenti pubbliche, l'opacità dei finanziamenti pubblici dei mezzi di comunicazione e le intimidazioni a giornalisti. Per affrontare tali questioni, sulla base della conferenza Speak up!, la Commissione lancerà un nuovo concetto di "Media days" nella regione per ampliare la gamma degli argomenti connessi ai mezzi di informazione al di là della libertà di espressione in quanto tale, in modo da includere anche il funzionamento dei mercati dei media, le distorsioni della concorrenza e questioni correlate quali i finanziamenti e il mercato della pubblicità.

La discriminazione e l'ostilità nei confronti dei gruppi vulnerabili, anche sulla base dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere, rimangono un serio problema. Occorre un ulteriore impegno per garantire la parità tra donne e uomini, anche contrastando la violenza domestica e con motivazione sessista e garantendo pari opportunità per le donne, in particolare nel mercato del lavoro. I diritti dei bambini, compreso lo sviluppo di sistemi per la protezione dei minori e di politiche efficaci a sostegno delle persone con disabilità, devono essere rafforzati. La difficile situazione dei Rom rimane sostanzialmente invariata; i Rom continuano ad essere vittima di discriminazione ed esclusione sociale, in particolare nei Balcani occidentali. Sebbene un quadro strategico per l'integrazione dei Rom sia in vigore in tutti i paesi dell'allargamento, i governi devono intensificare gli sforzi per attuare gli impegni esistenti e stanziare le risorse necessarie a livello centrale e locale.

In molti paesi dell'allargamento non sono ancora pienamente instaurati un'efficace protezione dei dati personali e sistemi solidi per garantire il rispetto dei diritti procedurali.

c)    Migrazione

La crisi migratoria, tra le questioni all'ordine del giorno nell'agenda politica dell'ultimo anno, ha dimostrato ancora una volta la rilevanza strategica delle politiche di allargamento nella regione. L'UE ha reagito in modo globale e rispettoso dei diritti. L'efficace chiusura della rotta dei Balcani occidentali da parte dei paesi interessati e l'accordo UE-Turchia del 18 marzo hanno portato a chiari risultati sul campo: il numero di migranti irregolari e di richiedenti asilo sbarcati sulle isole greche è diminuito in modo significativo, da alcune migliaia al giorno a meno di 100 al giorno in media, con un conseguente calo drastico del numero di vite perse in mare. La Turchia ha continuato a compiere notevoli sforzi per offrire rifugio a oltre 2,7 milioni di profughi provenienti in particolare dalla Siria e dall'Iraq, anche ampliando la legislazione in materia di protezione temporanea e garantendo loro l'accesso al mercato del lavoro. Ha inoltre potenziato la gestione delle frontiere e rafforzato il pattugliamento delle proprie frontiere terrestri e marittime. Il dispiegamento dello strumento dell'UE per i rifugiati in Turchia si sta svolgendo in tempi rapidi e sta fornendo un sostegno tangibile alle persone in stato di bisogno. L'importo totale stanziato nell'ambito dello strumento ammonta attualmente a 2,2 miliardi di euro, dei quali 1,2 miliardi sono stati impegnati e 667 milioni sono stati già versati. La Serbia e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia hanno contribuito in maniera significativa alla gestione dei flussi migratori. Dall'estate del 2015, i due paesi dei Balcani occidentali più colpiti hanno beneficiato dell'aiuto umanitario dell'UE e di un'ulteriore assistenza nell'ambito dello strumento preadesione per sostenere i loro sforzi positivi e costruttivi nell'aiutare profughi e migranti sul loro territorio. 

I migranti non hanno tuttavia desistito dal tentativo di raggiungere destinazioni in Europa. Alcuni paesi dell'allargamento hanno dovuto adattare rapidamente i propri quadri giuridici e istituzionali e le proprie infrastrutture per far fronte alla crisi migratoria. La capacità amministrativa e di contrasto, in particolare nella gestione delle situazioni di crisi, richiede ulteriore sostegno in tutti i paesi. Le forze di polizia e la magistratura devono proseguire nelle azioni di contrasto al traffico di migranti, anche attraverso una cooperazione e uno scambio di informazioni proattivi con i paesi partner.

Per ridurre la pressione migratoria sia sull'Unione che sui paesi dell'allargamento, sono in via di attuazione ulteriori strumenti. Oltre allo strumento per i rifugiati in Turchia, il fondo fiduciario regionale dell'UE in risposta alla crisi siriana e i patti con la Giordania e il Libano stanno contribuendo a offrire istruzione e lavoro ai profughi siriani e a migliorarne il benessere e le opportunità rimanendo nella regione. Per i Balcani occidentali sono stati forniti anche misure speciali di sostegno e aiuto umanitario.

I cittadini di cinque paesi dell'allargamento beneficiano attualmente di una liberalizzazione dei visti per viaggiare nell'UE. La Turchia e il Kosovo* hanno compiuto notevoli progressi verso il rispetto dei requisiti delle tabelle di marcia per la liberalizzazione dei visti nel 2016, il che ha permesso alla Commissione di proporre al Consiglio e al Parlamento europeo l'abolizione dell'obbligo del visto anche per questi paesi una volta che saranno soddisfatti anche i restanti parametri.

1d)    Funzionamento delle istituzioni democratiche e riforma della pubblica amministrazione

Il corretto funzionamento delle istituzioni democratiche resta una sfida fondamentale in alcuni paesi. Il ruolo centrale dei parlamenti nazionali per la democrazia deve diventare parte integrante della cultura politica. In Turchia, il tentativo di colpo di Stato nel mese di luglio è stato un attacco diretto alle istituzioni democraticamente elette del paese. Data la gravità della minaccia alle istituzioni democratiche, una reazione decisa era legittima,

ma la vasta portata e la natura collettiva delle misure adottate in seguito all'evento sollevano alcuni interrogativi molto seri. Anche l'abolizione anticipata dell'immunità per un gran numero di parlamentari, nel mese di maggio, desta grande preoccupazione.

Nei Balcani occidentali il funzionamento dei parlamenti nazionali è spesso ostacolato da atti di boicottaggio. Sebbene alcuni di essi siano stati superati, permane una cultura politica conflittuale. L'accordo raggiunto nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia a luglio, che attua l'accordo di Pržino dello scorso anno, getta le basi per lo svolgimento di elezioni parlamentari anticipate nel dicembre 2016. I boicottaggi e l'ostruzionismo alle attività parlamentari da parte dell'opposizione sono continuati in Kosovo, anche con incidenti violenti. La funzione di vigilanza del Parlamento è spesso compromessa dalle insufficienti attività di comunicazione del governo, dalla debolezza strutturale delle commissioni parlamentari e dall'abuso di procedure parlamentari urgenti. Sebbene le votazioni in quanto tali si svolgano in linea generale senza incidenti di rilievo, l'integrità dell'intero processo preelettorale ed elettorale è minata da importanti carenze, anche per quanto riguarda la gestione dell'iter elettorale e le interferenze politiche sulla copertura mediatica. Le elezioni sono tuttora spesso interpretate come un'opportunità di conquistare il controllo politico sull'insieme dell'amministrazione, compresi gli enti indipendenti.

I progressi nelle riforme della pubblica amministrazione non sono stati uniformi. In Turchia, l'impatto dei recenti licenziamenti di massa sulla professionalità e l'efficienza della pubblica amministrazione non è stato ancora misurato. La maggior parte dei paesi dei Balcani occidentali ha compiuto progressi nell'adozione di strategie e programmi per la riforma della pubblica amministrazione e della gestione delle finanze pubbliche, ma occorre garantirne l'attuazione e la sostenibilità a lungo termine. La politicizzazione della funzione pubblica continua a destare preoccupazione. Nonostante una legislazione moderna in materia, sono frequenti le eccezioni, in particolare per le nomine e i licenziamenti degli alti funzionari pubblici. La qualità dell'elaborazione delle politiche e della redazione giuridica non è in linea con l'approccio dell'agenda "Legiferare meglio" dell'UE. Leggi, politiche pubbliche e grandi investimenti sono spesso preparati senza avvalersi delle necessarie valutazioni d'impatto né di consultazioni pubbliche e interne.

Nella maggior parte dei paesi, la struttura dell'amministrazione statale resta complessa e non garantisce un'adeguata assunzione di responsabilità. Il diritto dei cittadini a una buona amministrazione, all'accesso all'informazione e alla giustizia amministrativa deve essere garantito in modo più efficace. L'introduzione di servizi di e-Government resta una priorità in quanto fattore chiave per servizi pubblici trasparenti, rapidi e coerenti. Molti paesi hanno compiuto progressi nell'adozione di leggi moderne in materia di procedure amministrative generali, ma la certezza del diritto potrà essere garantita solo dopo aver eliminato le procedure amministrative speciali nelle leggi settoriali. I paesi devono ancora trovare il giusto equilibrio tra amministrazione centrale, regionale e locale in grado di agevolare al meglio l'attuazione delle riforme e la prestazione dei servizi ai cittadini.

e)    Economia

La situazione economica è gradualmente migliorata nei Balcani occidentali, con un aumento della crescita, degli investimenti e dei posti di lavoro creati nel settore privato. Tutti i paesi dell'allargamento fanno tuttavia fronte a importanti sfide economiche e sociali strutturali, con una pubblica amministrazione poco efficiente ed elevati tassi di disoccupazione, in particolare quella giovanile che resta a livelli preoccupanti. Le infrastrutture e l'istruzione devono essere migliorate. Il peggioramento del rapporto debito pubblico/PIL nella regione ha fatto registrare un rallentamento e potrebbe addirittura arrestarsi in alcuni paesi grazie alle operazioni di risanamento di bilancio.

La carenza di opportunità professionali interessanti in patria sta spingendo molte persone ad emigrare. Nel contempo, i notevoli flussi di rimesse dall'estero disincentivano la ricerca di lavoro a livello nazionale.

Nel contesto del quadro dell'UE a sostegno della governance economica, tutti i paesi candidati e potenziali candidati all'adesione sono invitati a presentare ogni anno un programma di riforme economiche. Tali programmi contengono proiezioni macroeconomiche a medio termine e piani di bilancio per i prossimi tre anni, nonché un elenco di riforme strutturali prioritarie volte a rilanciare la competitività e la crescita inclusiva. Il processo dei programmi di riforme economiche ha contribuito ad attirare l'attenzione dei governi sulla necessità di far fronte alle riforme strutturali e di migliorare il coordinamento. I risultati tangibili di tali sforzi di riforma sulla vita delle persone devono tuttavia ancora concretizzarsi. Occorre rafforzare la consapevolezza delle parti interessate per quanto riguarda gli orientamenti politici e la necessità di impegnarsi nella loro realizzazione.

L'UE e la Turchia hanno fatto passi avanti nei preparativi per negoziare una modernizzazione e un ampliamento dell'unione doganale UE-Turchia, che presenta potenzialità significative non sfruttate. La Commissione sta elaborando un progetto di direttiva di negoziato che sarà presentato entro la fine del 2016.

In molti paesi il clima degli investimenti risente negativamente delle persistenti debolezze dello Stato di diritto e dei sintomi di corruzione politica sistematica, visibili in particolare nella mancata indipendenza ed efficienza dei sistemi giudiziari, nell'applicazione non uniforme delle norme in materia di concorrenza, in una cattiva gestione delle finanze pubbliche e nelle frequenti modifiche delle norme in materia di licenze e imposte, che aumentano il rischio di corruzione. Tale situazione è specialmente problematica per i Balcani occidentali, date le carenze dei quadri normativi in materia di governo societario, la frammentazione e le piccole dimensioni dei mercati interni, la privatizzazione incompleta e la limitata integrazione commerciale regionale. La crescita economica turca si è rafforzata, ma il contesto imprenditoriale ha continuato a deteriorarsi e l'economia resta vulnerabile di fronte all'incertezza finanziaria, alla fiducia variabile degli investitori globali e ai persistenti rischi politici. Il deterioramento della sicurezza ha determinato una forte contrazione del settore turistico.

Dato l'impatto dello Stato di diritto sulla governance economica, la Commissione presterà particolare attenzione ai legami tra questi due pilastri del processo di adesione.

f)    Cooperazione regionale

L'impulso determinato dall'iniziativa dei sei paesi dei Balcani occidentali (WB6), specie per quanto riguarda l'agenda per la connettività dell'UE e il "processo di Berlino", continua a incoraggiare una maggiore cooperazione regionale e, di conseguenza, maggiori stabilizzazione politica ed opportunità economiche. Sulla base dei risultati dei precedenti incontri, il vertice di Parigi del luglio 2016 ha fatto registrare ulteriori progressi per quanto riguarda l'agenda per la connettività, tra cui un accordo per istituire un mercato regionale dell'elettricità e un maggiore accento sul miglioramento dell'efficienza energetica e su un maggiore uso delle fonti di energia rinnovabili. Iniziative regionali quali il processo di cooperazione per l'Europa sudorientale continuano a favorire la stabilizzazione e la cooperazione. I paesi hanno inoltre avviato la collaborazione in altri ambiti, in particolare attraverso l'istituzione dell'Ufficio di cooperazione giovanile regionale e l'accordo per avviare un nuovo progetto pilota per gli scambi tra giovani funzionari. I paesi dei Balcani occidentali hanno inoltre concordato misure per l'agevolazione degli scambi e ne hanno avviate altre per un'ulteriore liberalizzazione del commercio regionale. Infine, il successo della cooperazione sarà misurato in base alla realizzazione di progetti di connettività sul campo. A questo punto è urgente che i lavori abbiano effettivamente inizio, in modo da fornire la prova tangibile dei vantaggi diretti per i cittadini. Per quanto riguarda i progetti nell'ambito dei trasporti e dell'energia, tuttavia, è necessario accelerare l'attuazione delle misure di riforma della connettività concordate nel 2015 in occasione del vertice WB6 di Vienna.

Le relazioni di buon vicinato e la cooperazione regionale sono elementi essenziali sia per il processo di stabilizzazione e di associazione che per quello di allargamento. Contatti ed esempi di cooperazione a livello bilaterale e regionale hanno avuto luogo anche in ambiti sensibili quali i crimini di guerra, le persone scomparse, il rimpatrio dei profughi, la criminalità organizzata e la cooperazione di polizia. Le relazioni di buon vicinato continuano a svilupparsi tramite diverse iniziative di cooperazione regionale. Nel contempo, una leadership politica più responsabile e maggiori sforzi di riconciliazione sono essenziali per promuovere la stabilità e la creazione di un contesto favorevole al superamento del retaggio del passato. Andrebbero evitate le dichiarazioni in grado di incidere negativamente sulle relazioni di buon vicinato.

Occorre un maggiore impegno per superare le controversie bilaterali tra i paesi dell'allargamento e con gli Stati membri. È fondamentale che le questioni bilaterali siano risolte quanto prima dagli interessati e non intralcino il processo di adesione, che deve basarsi sulle condizioni stabilite. I risultati ottenuti in questo senso sono limitati. I progressi nella normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo devono essere accelerati. Per quanto riguarda l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, resta essenziale mantenere relazioni di buon vicinato, il che significa anche raggiungere una soluzione concordata e reciprocamente accettabile per la questione del nome, sotto l'egida delle Nazioni Unite. Sono auspicabili progressi nell'ambito dei colloqui guidati dalle Nazioni Unite per una soluzione della questione cipriota. Per agevolare tali progressi, la Turchia deve rispettare senza indugio l'obbligo di attuare pienamente il protocollo aggiuntivo e avanzare verso la normalizzazione delle relazioni con la Repubblica di Cipro. Una tale attuazione potrebbe dare un rinnovato slancio al processo di adesione. La Commissione esorta inoltre la Turchia a evitare ogni tipo di minaccia, fonte di attrito o azione che possa nuocere alle relazioni di buon vicinato e alla risoluzione pacifica delle controversie. La Commissione ribadisce i diritti sovrani degli Stati membri dell'UE, tra cui il diritto di concludere accordi bilaterali e di esplorare e sfruttare le proprie risorse naturali, riconosciuti dall'acquis dell'Unione e dal diritto internazionale, come la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.

III.    RICALIBRARE IL PACCHETTO ALLARGAMENTO

a)    Ampliamento a nuovi settori della metodologia informativa ricalibrata

Nel 2015 la Commissione ha apportato una serie di modifiche alla metodologia informativa, al fine di rendere ancora più chiare le valutazioni e la fruibilità del pacchetto come fonte di informazione e di orientamento per tutte le parti interessate, nonché per garantire una maggiore trasparenza del processo di allargamento definendo in modo più chiaro la situazione generale dei paesi. Le relazioni si concentrano ora maggiormente sullo stato di avanzamento di ciascun paese nei preparativi per conformarsi ai criteri di adesione, orientano in modo più netto sugli aspetti cui i paesi dovrebbero prestare attenzione nell'anno successivo e includono nuove scale di valutazione e di rendicontazione più armonizzate, per consentire una diretta comparabilità tra paesi. Tali cambiamenti rispecchiano in modo più chiaro il fatto che gli sforzi di integrazione europea dei paesi dell'allargamento dovrebbero comportare un processo stabile e approfondito di riforme politiche ed economiche, e non dovrebbero essere intesi come una serie ristretta di negoziati tecnici.

Nel 2016 l'approccio ricalibrato è stato ulteriormente ampliato ad ulteriori ambiti rispetto ai settori pilota del 2015 2 . Attualmente riguarda anche settori legati allo sviluppo economico (libera circolazione delle merci, concorrenza, trasporti, energia), alcuni settori del capitolo 24 (migrazione, controlli di frontiera, asilo e lotta contro il terrorismo), l'ambiente e i cambiamenti climatici. La graduale espansione della metodologia tiene conto della necessità di garantire un'adeguata sequenzialità delle riforme e la necessità di continuare a concentrarsi sui settori fondamentali. La nuova metodologia sarà ulteriormente ampliata nel 2018.

Le scale di valutazione armonizzate hanno aumentato la trasparenza e la comparabilità delle relazioni. Per ottenere risultati ancora più precisi, la valutazione dello stato di avanzamento è stata ulteriormente perfezionata utilizzando, ove opportuno, fasi intermedie tra ciascuno degli attuali livelli.

b)    Revisione della metodologia informativa sui criteri economici

Sulla base delle modifiche dell'anno scorso al sistema informativo sui criteri economici, la Commissione ha ulteriormente perfezionato la propria metodologia e ha adeguato i sottocriteri che compongono i due criteri economici di adesione. Lo scopo di tale adeguamento è garantire che, al momento dell'adesione, i paesi dell'allargamento siano idonei dal punto di vista economico e possano contribuire alla competitività e alla stabilità dell'UE.

I sottocriteri riveduti sottolineano le principali carenze economiche degli attuali paesi dell'allargamento, ad esempio i deboli contesti imprenditoriali con accesso limitato ai finanziamenti, gli alti tassi di disoccupazione, l'insufficiente livello di istruzione e i bassi livelli di innovazione e di connettività regionale. Essi consentono un'analisi più mirata delle carenze nel funzionamento dei mercati e delle debolezze della competitività. Il nuovo approccio è inoltre maggiormente in linea con i programmi di riforme economiche e contribuisce pertanto a fornire orientamenti più chiari ai paesi dell'allargamento affinché sfruttino i vantaggi di una più stretta integrazione con l'UE prima dell'adesione e, in ultima istanza, soddisfino i criteri economici.

c)     Dall'autunno alla primavera: il nuovo calendario del pacchetto

La Commissione intende spostare l'adozione del pacchetto allargamento annuale dal tradizionale periodo autunnale alla primavera. Ciò significherebbe che il prossimo pacchetto non sarebbe adottato a ottobre/novembre 2017, bensì nella primavera del 2018. Le successive conclusioni del Consiglio potrebbero essere così adottate in occasione del Consiglio "Affari generali" di giugno. Il nuovo calendario consentirebbe alla Commissione di allineare il periodo di riferimento con l'anno solare (la consueta base per la raccolta dei dati statistici), come proposto in numerose occasioni dai paesi dell'allargamento.

Il nuovo calendario del pacchetto consentirà inoltre alla Commissione di armonizzare il ciclo di valutazione e relazione con quello previsto per i programmi di riforme economiche. Ciò darebbe maggiore peso ai fondamentali economici della politica dell'allargamento e garantirebbe una maggiore coerenza tra il pacchetto e il ciclo di programmi di riforme economiche, contribuendo a dare a quest'ultimo una maggiore visibilità.

IV.    CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI

Sulla base dell'analisi fin qui condotta e delle valutazioni contenute nelle sintesi per ciascun paese riportate in allegato, la Commissione propone le seguenti conclusioni e raccomandazioni.

I

1.La politica di allargamento dell'UE continua a essere un investimento strategico per la pace, la sicurezza, la prosperità e la stabilità in Europa. Basata su condizioni rigorose ma eque e sul principio meritocratico, essa continua a promuovere la trasformazione e la modernizzazione nei paesi partner in un contesto generale difficile. La stabilizzazione attraverso tale trasformazione è nell'interesse dell'UE.

2.L'enfasi posta dalla Commissione sul principio della "priorità alla questioni fondamentali" ha prodotto risultati sul terreno e i processi di riforma nel loro complesso progrediscono, anche se a ritmi diversi. Data la natura complessa delle riforme necessarie, si tratta di un processo a lungo termine e persistono carenze in alcuni settori fondamentali. Le riforme sono necessarie nei settori dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali, delle istituzioni democratiche e della pubblica amministrazione, nonché in ambito economico, e le istituzioni elette devono portarle a termine per il bene dei propri cittadini. Le riforme economiche e il rafforzamento dello Stato di diritto apportano benefici reciproci.

3.La cooperazione con la Turchia e i paesi dei Balcani occidentali ha rappresentato un elemento importante nella gestione della crisi migratoria, e diversi paesi hanno svolto un ruolo costruttivo. L'UE sostiene i paesi più colpiti, in primo luogo la Turchia, negli sforzi da loro compiuti per assistere e proteggere profughi e migranti.

4.Le relazioni di buon vicinato e la cooperazione regionale restano il perno del processo di allargamento e di quello di stabilizzazione e associazione. Occorrono ulteriori sforzi per risolvere le controversie bilaterali, che non possono ostacolare il processo di adesione. La cooperazione WB6 nei Balcani occidentali continua a svolgere un ruolo di rilievo in tale contesto, anche attraverso il processo di Berlino.

II

5.Turchia: la Turchia è un partner chiave per l'Unione europea. L'UE ha fermamente condannato il tentativo di colpo di Stato del 15 luglio in quanto diretta violazione dei principi democratici e ha espresso il suo pieno sostegno e solidarietà al popolo turco e alle sue istituzioni democratiche. A seguito del colpo di Stato fallito, il 20 luglio è stato dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi in tutta la Turchia, successivamente prorogato per altri tre mesi.

Le sfide e le opportunità a lungo termine delle relazioni tra l'UE e la Turchia non sono cambiate dopo il 15 luglio. Tuttavia, le misure di vasta portata adottate dopo il colpo di Stato hanno ulteriormente esacerbato una serie di sfide di rilievo riguardo al rispetto dei diritti fondamentali nel paese, in particolare la libertà di espressione e il diritto a un processo equo e giusto. Un'ulteriore involuzione è stata osservata per quanto riguarda la libertà di espressione e il funzionamento del sistema giudiziario. La situazione nella parte sudorientale del paese resta uno dei problemi più critici. Il paese ha vissuto un persistente e grave deterioramento della situazione della sicurezza a seguito del fallimento del processo di risoluzione della questione curda nel luglio 2015 ed è stato colpito da vari attacchi terroristici su vasta scala attribuiti al PKK e a Daesh. L'UE ha sottolineato che le misure antiterrorismo devono essere proporzionate e rispettose dei diritti umani. Il processo di risoluzione politica della questione curda deve riprendere senza indugio. L'UE è seriamente preoccupata per l'arresto di numerosi deputati dell'HDP per un loro presunto sostegno ad attività terroristiche.

Data la portata e la natura collettiva delle misure adottate da luglio in poi, l'UE ha invitato la Turchia, in qualità di paese candidato, a osservare i più elevati standard in materia di Stato di diritto e di diritti fondamentali. Le autorità turche hanno sottoscritto impegni chiari a questo proposito. La Commissione esorta la Turchia ad attuarli pienamente, anche attraverso il monitoraggio internazionale degli arresti, dei processi e delle procedure avviati a seguito del colpo di Stato. L'UE si impegna a collaborare con una Turchia democratica, inclusiva e stabile per affrontare le nostre sfide comuni. Ciononostante, lo Stato di diritto, i diritti umani e le libertà fondamentali devono essere rispettati a prescindere dalle circostanze, e il Parlamento e tutte le forze rappresentate nelle istituzioni democratiche del paese devono poter svolgere pienamente il loro ruolo costituzionale. Per quanto riguarda le rinnovate riflessioni sulla presentazione al Parlamento di un progetto di legge per ripristinare la pena capitale, l'UE ricorda che il rifiuto inequivocabile della pena di morte costituisce un elemento essenziale dell'acquis dell'Unione, nonché un obbligo internazionale fondamentale che la Turchia ha sottoscritto.

L'UE e la Turchia hanno approfondito le loro relazioni in ambiti chiave di interesse comune, come convenuto in occasione del vertice UE-Turchia del 29 novembre 2015, nel corso del quale hanno avuto luogo dialoghi di alto livello, politici e non, su questioni energetiche ed economiche. La Turchia ha continuato a compiere notevoli sforzi per offrire rifugio a oltre 2,7 milioni di profughi provenienti dalla Siria e dall'Iraq. La cooperazione con l'UE in materia di migrazione si è intensificata a seguito della dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo 2016. In combinazione con altre misure adottate, la dichiarazione ha determinato una drastica diminuzione del numero di morti in mare e una sostanziale riduzione del numero di profughi e migranti irregolari che si spostano dalla Turchia alla Grecia. Nel corso dell'ultimo anno la Turchia ha compiuto notevoli progressi nel raggiungimento dei parametri previsti dalla tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti. La Commissione ha presentato una proposta di abolizione dell'obbligo di visto, condizionata al raggiungimento dei restanti parametri. Il processo di adesione è stato marcato dall'apertura di due nuovi capitoli negoziali, rispettivamente nel novembre 2015 e nel giugno 2016. Ciò comprende anche i lavori preparatori su tre altri capitoli e l'aggiornamento in corso delle relazioni di screening nei capitoli 23 e 24. Entrambe le parti hanno continuato a esplorare possibili opzioni per il miglioramento dell'unione doganale. In qualità di membro della NATO, del G20 e del Consiglio d'Europa, la Turchia è un attore internazionale attivo. La Turchia continua a far parte attivamente della coalizione internazionale impegnata nella lotta contro Daesh e costituisce un partner fondamentale nella regione.

La Turchia dovrebbe anche risolvere i propri squilibri macroeconomici, portare a termine ulteriori riforme strutturali e migliorare il clima imprenditoriale, in particolare nella delicata fase successiva al fallito colpo di Stato.

Infine, in linea con le posizioni ribadite dal Consiglio e dalla Commissione negli scorsi anni, la Turchia deve rispettare senza indugio l'obbligo di attuare pienamente il protocollo aggiuntivo e realizzare progressi verso la normalizzazione delle relazioni con la Repubblica di Cipro. La Commissione accoglie con favore l'impegno delle parti di intraprendere colloqui sotto l'egida delle Nazioni Unite. È ora importante compiere ulteriori progressi nell'ambito di tali colloqui. A tale fine, l'impegno e il contributo concreto della Turchia in vista di un accordo globale è fondamentale. L'UE è disposta ad accettare una soluzione i cui termini siano in linea con i principi su cui si fonda l'Unione.

6.Montenegro: i negoziati di adesione con l'UE sono proseguiti. Le elezioni parlamentari dell'ottobre 2016 si sono svolte entro un quadro giuridico sostanzialmente riveduto e, nel complesso, in un contesto più partecipativo e trasparente. Il contesto è stato competitivo e caratterizzato da un rispetto generalizzato per le libertà fondamentali. Le autorità nazionali competenti dovrebbero indagare in modo tempestivo e trasparente su presunti vizi procedurali, sugli arresti eseguiti e sulla chiusura temporanea di due piattaforme di comunicazione mobile. Il quadro giuridico nell'ambito dello Stato di diritto è in gran parte completato e l'assetto istituzionale è stato approntato. L'intero sistema dello Stato di diritto deve ora produrre maggiori frutti, in particolare per migliorare i risultati della lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. I progressi compiuti nei capitoli sullo Stato di diritto, dimostrati da risultati tangibili in particolare nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, continueranno a determinare il ritmo complessivo dei negoziati di adesione. La posizione di bilancio del Montenegro si è aggravata e i livelli di debito pubblico in aumento mettono a dura prova la sostenibilità di bilancio. Il Montenegro deve adottare in via prioritaria misure volte a contenere la spesa corrente e a migliorare la riscossione delle entrate. Dovrebbe inoltre ridurre i disincentivi al lavoro, sviluppare il capitale umano e un'industria competitiva orientata all'esportazione. Nel dicembre 2015 il Montenegro è stato invitato ad aderire alla NATO, il che costituisce un traguardo significativo.

7.Serbia: a seguito delle elezioni politiche anticipate del mese di aprile, l'adesione della Serbia all'UE è stata inserita come un obiettivo prioritario del programma del nuovo governo. La Serbia ha compiuto importanti passi avanti verso il raggiungimento di tale obiettivo, il che ha portato all'apertura dei primi quattro capitoli negoziali di adesione, anche in materia di Stato di diritto e di normalizzazione delle relazioni con il Kosovo. Il ritmo complessivo dei negoziati di adesione all'UE dipenderà in particolare dai progressi sostenibili compiuti in questi due ambiti. La Serbia deve intensificare il proprio impegno nel dialogo con il Kosovo, anche per quanto riguarda l'attuazione di tutti gli accordi. La Commissione attende con interesse l'apertura di ulteriori capitoli nel prossimo periodo.

Le riforme economiche stanno rivelandosi fruttuose e devono continuare, con un accento particolare sulla ristrutturazione delle imprese di proprietà dello Stato e dei servizi pubblici. Il ruolo guida della Serbia nella regione è essenziale per preservarne la stabilità e migliorare i legami regionali. La Serbia è stata colpita dalla crisi migratoria e ha svolto un ruolo attivo e costruttivo, collaborando con i paesi limitrofi e con gli Stati membri nella gestione dei flussi migratori misti.

8.Ex Repubblica jugoslava di Macedonia: l'anno scorso è stato caratterizzato da una crisi politica ininterrotta. Persistono i timori di corruzione legislativa che incidono sul funzionamento delle istituzioni democratiche e su settori chiave della società. Il paese deve attuare pienamente l'accordo di Pržino, in particolare garantendo un processo elettorale credibile in vista delle elezioni generali anticipate di dicembre. Gli sforzi del procuratore straordinario per individuare responsabilità giuridiche devono essere sostenuti e il Parlamento deve stabilire responsabilità politiche per quanto riguarda le intercettazioni e il loro contenuto. Sono ancora necessari progressi sostanziali per quanto riguarda l'attuazione concreta delle priorità di riforma urgenti. Occorre continuare a preservare la stabilità macroeconomica, e in particolare il debito pubblico dovrebbe essere controllato in modo più rigoroso e trasparente, migliorando nel contempo la gestione delle spese pubbliche. Sulla base dei recenti progressi compiuti nell'attuazione delle misure miranti a rafforzare la fiducia con la Grecia, sono necessari passi decisivi per risolvere la "questione del nome". Il paese è stato colpito dalla crisi migratoria e ha collaborato con i paesi limitrofi e con gli Stati membri nella gestione dei flussi migratori misti.

I recenti passi positivi nel contesto dell'accordo di Pržino forniscono ai leader politici un'occasione concreta per superare finalmente la prolungata situazione di crisi e affrontare le questioni sistemiche. In questo contesto, la Commissione è disposta a rinnovare la propria raccomandazione per l'apertura dei negoziati di adesione con l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, subordinatamente tuttavia ai progressi nell'attuazione dell'accordo di Pržino, in particolare per quanto riguarda l'organizzazione di elezioni generali credibili e di progressi sostanziali nell'attuazione nelle priorità di riforma urgenti.

9.Albania: l'Albania ha continuato a compiere progressi costanti verso la conformità delle cinque priorità fondamentali per l'apertura dei negoziati di adesione. Nel luglio 2016 sono state adottate all'unanimità modifiche costituzionali di fondamentale importanza, avviando un processo di riforma globale ed esauriente del sistema giudiziario che comprenderà un profondo riesame di giudici e pubblici ministeri. L'attuazione della riforma della pubblica amministrazione prosegue in modo coerente. Sono proseguiti gli sforzi volti alla creazione di una solida casistica di indagini proattive, azioni penali e condanne nell'ambito della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. I diritti fondamentali continuano ad essere ampiamente rispettati nel paese.

In vista dei progressi summenzionati verso la conformità con le priorità fondamentali, e subordinatamente a progressi credibili e tangibili nell'attuazione della riforma della giustizia, in particolare del riesame di giudici e pubblici ministeri (procedure di controllo), la Commissione raccomanda l'apertura di negoziati di adesione con l'Albania.

10.Bosnia-Erzegovina: la Bosnia-Erzegovina ha conseguito risultati nelle priorità derivanti dal suo processo riformatore, in particolare per quanto riguarda il programma di riforme. Su tale base, il Consiglio ha incaricato la Commissione di elaborare un parere circa la domanda di adesione. I significativi sforzi di riforma orientati all'UE devono essere mantenuti per far fronte a problemi strutturali profondamente radicati che hanno ritardato finora lo sviluppo del paese, anche da un punto di vista socioeconomico. Il rafforzamento dello Stato di diritto e della pubblica amministrazione in linea con le norme europee a tutti i livelli, così come un'ulteriore miglioramento della cooperazione tra tutti i livelli dell'amministrazione resta una priorità. Il meccanismo di coordinamento sulle questioni europee, già adottato, deve essere attuato per consentire al paese di far fronte alle sfide che il processo di adesione all'UE implica, anche per quanto riguarda l'adozione delle necessarie strategie nazionali. Il protocollo sull'adeguamento dell'ASA avviato nel luglio 2016 deve essere ratificato.

11.Kosovo: la Commissione accoglie con favore l'entrata in vigore, il 1º aprile 2016, dell'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) che fornisce un quadro globale per l'intensificazione delle relazioni politiche ed economiche tra l'UE e il Kosovo. Il Kosovo ha compiuto importanti passi avanti verso il raggiungimento dei requisiti della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti, consentendo alla Commissione di presentare una proposta formale di abolizione dell'obbligo di visto nel maggio 2016, a condizione che siano soddisfatti i due parametri restanti: la ratifica dell'accordo di delimitazione delle frontiere/linee di confine con il Montenegro e il costante rafforzamento dei risultati conseguiti nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione. Le attività parlamentari sono state ostacolate dall'ostruzionismo di base di vari partiti politici.

Gli attori politici devono trovare un modo di superare la prolungata situazione di stallo politico e preparare la strada per far fronte alle numerose sfide in materia di riforme, in particolare per quanto riguarda lo Stato di diritto e la necessità di riforme strutturali in ambito economico intese a ridurre gli elevati livelli di disoccupazione. Per guidare la necessaria attuazione dell'ASA è stato sviluppato un programma di riforma europeo. Il Kosovo ha soddisfatto i rimanenti obblighi internazionali per quanto riguarda l'istituzione di sezioni specializzate e della procura specializzata incaricate di indagare sulle accuse di crimini internazionali commessi nel contesto del conflitto in Kosovo. Il mandato dell'EULEX è stato prorogato fino a giugno 2018. Il Kosovo deve intensificare il proprio impegno nel dialogo con la Serbia, anche per quanto riguarda l'attuazione di tutti gli accordi.

V.    ALLEGATI

1. Sintesi delle conclusioni delle relazioni

2. Statistiche essenziali

ALLEGATO 1 –    Sintesi delle conclusioni delle relazioni

Turchia

Un tentativo di colpo di Stato militare nella notte del 15 luglio ha causato 241 vittime e 2 196 feriti. Il governo turco, con il sostegno dell'intero spettro politico e della società civile, è riuscito a sventare il golpe. Il 16 luglio la Grande assemblea nazionale turca ha tenuto simbolicamente una sessione straordinaria nel corso della quale ha adottato una dichiarazione approvata da tutti i partiti rappresentati in Parlamento. Il governo ha attribuito l'organizzazione del tentativo di colpo di Stato al movimento di Gülen.

L'UE ha fermamente e immediatamente condannato il tentativo di colpo di Stato, che rappresenta un attacco diretto alla democrazia stessa in Turchia, e ha ribadito il suo pieno sostegno alle istituzioni democratiche del paese.

Il 20 luglio è stato dichiarato lo stato di emergenza in tutto il paese per tre mesi, prorogati di altri tre mesi il 3 ottobre. Modifiche legislative di rilievo sono state introdotte per decreto. La Turchia ha notificato al Consiglio d'Europa una deroga dall'obbligo di garantire una serie di diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. A seguito del colpo di Stato hanno avuto luogo licenziamenti, sospensioni, arresti e detenzioni su vasta scala sulla base di presunti legami con il movimento di Gülen e coinvolgimenti nel tentativo di colpo di Stato. Le misure hanno avuto un impatto sull'intera società, e in particolare sul sistema giudiziario, le forze di polizia, la gendarmeria, le forze armate, la pubblica amministrazione, gli enti locali, il mondo accademico, gli insegnanti, gli avvocati, i mezzi di comunicazione e la comunità imprenditoriale. Numerose istituzioni e società private sono state chiuse, i loro beni sequestrati o trasferiti a enti pubblici.

Nel quadro delle misure adottate dopo il golpe, l'UE ha invitato le autorità a osservare i massimi standard in materia di Stato di diritto e diritti fondamentali. Tra la funzione pubblica e lo Stato dovrebbe esistere una relazione di fiducia e di lealtà, ed è dunque possibile adottare misure per garantire tale relazione; tuttavia, qualsiasi affermazione di comportamento illecito dovrebbe essere stabilita attraverso procedure trasparenti in tutti i singoli casi. La responsabilità penale individuale può essere stabilita soltanto con il pieno rispetto della separazione dei poteri, la piena indipendenza del potere giudiziario e il diritto di ciascuno a un giusto processo, anche attraverso l'effettivo accesso a un difensore. La Turchia dovrebbe garantire che qualsiasi disposizione sia adottata soltanto nella misura resa necessaria dalla situazione e, in ogni caso, basandosi sui principi di necessità e di proporzionalità. Le misure adottate durante lo stato di emergenza sono al vaglio del Consiglio d'Europa. La Turchia dovrebbe urgentemente recepire le raccomandazioni del Commissario per i diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa dell'ottobre 2016.

Per quanto riguarda i criteri politici, prima del tentativo di colpo di Stato il Parlamento era impegnato in un'intensa attività legislativa volta ad attuare l'ambizioso programma di riforme del governo per il 2016 e a soddisfare i requisiti legislativi previsti dalla tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti. Tuttavia, numerosi atti legislativi chiave adottati in materia di Stato di diritto e di diritti fondamentali non erano in linea con le norme europee, ad esempio con la normativa in materia di protezione dei dati. Il confronto politico ha continuato a caratterizzare i lavori legislativi. L'adozione, in maggio, di una legge che consente di revocare l'immunità a un gran numero di parlamentari, e i conseguenti arresti e fermi di vari deputati dell'HDP, compresi i due copresidenti, a novembre, sono fonte di grave preoccupazione.

La situazione nella parte sudorientale del paese resta uno dei problemi più critici per il paese. La Turchia ha vissuto un persistente e grave deterioramento della situazione della sicurezza che ha comportato pesanti perdite umane a seguito del fallimento del processo di risoluzione della questione curda nel luglio 2015 ed è stato colpito da vari attacchi terroristici su vasta scala attribuiti al PKK e a Daesh. Le autorità hanno proseguito la loro massiccia campagna militare e delle forze di sicurezza contro il terrorismo nei confronti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), che continua a figurare nell'elenco dell'UE delle organizzazioni terroristiche. Sempre più frequentemente sono state segnalate gravi accuse di violazioni dei diritti umani e di uso sproporzionato della forza da parte delle forze di sicurezza nel sud-est del paese. Molti rappresentanti ed organi esecutivi locali eletti del sud-est del paese sono stati sospesi, sollevati dall'incarico o arrestati con accuse legate al terrorismo, alcuni di essi sulla base di decreti emanati durante lo stato di emergenza dichiarato a seguito del tentativo di colpo di Stato. Tuttavia, le misure antiterrorismo devono essere proporzionate e rispettose dei diritti umani. La risoluzione della questione curda attraverso un processo politico rappresenta l'unico cammino percorribile: la riconciliazione e la ricostruzione stanno anch'esse diventano questioni chiave per le autorità.

La società civile ha compiuto tutti gli sforzi possibili per restare attiva e partecipare alla vita pubblica. Le organizzazioni indipendenti della società civile sono coinvolte raramente in processi legislativi e di elaborazione delle politiche. Alcuni dei loro rappresentanti, compresi i difensori dei diritti umani, sono stati arrestati e sono state registrate denunce plausibili di intimidazione. Un gran numero di organizzazioni è stato chiuso come parte delle misure adottate dal governo dopo il tentativo di golpe, con l'accusa di essere legate al movimento di Gülen.

La Turchia è moderatamente preparata per la riforma della pubblica amministrazione, con un forte impegno per il conseguimento di un'amministrazione aperta e recettiva. Si è registrata tuttavia un'involuzione nel settore dei servizi pubblici e della gestione delle risorse umane, in particolare a seguito del tentativo di colpo di Stato. L'impatto strutturale delle misure adottate dopo il golpe sul funzionamento della funzione pubblica è ancora da valutare.

Il sistema giudiziario turco si trova in una fase iniziale/ha un limitato livello di preparazione. È stata registrata un'involuzione nel corso dell'ultimo anno, in particolare per quanto riguarda l'indipendenza del potere giudiziario. Le profonde modifiche della struttura e della composizione delle alte corti destano grande preoccupazione e non sono in linea con le norme europee. Giudici e pubblici ministeri continuano ad essere sollevati dai loro incarichi e in alcuni casi sono stati arrestati, con l'accusa di presunta cospirazione con il movimento di Gülen. La situazione è ulteriormente peggiorata dopo il colpo di Stato di luglio, a seguito del quale un quinto dei giudici e dei pubblici ministeri è stato licenziato e i loro beni sono stati congelati. Il potere giudiziario deve funzionare in un contesto nel quale sia possibile esercitare le proprie funzioni in modo indipendente e imparziale, nel pieno rispetto della separazione dei poteri da parte dei poteri esecutivo e legislativo. Durante lo stato di emergenza, la Turchia ha ulteriormente prorogato per alcuni reati la custodia cautelare a 30 giorni senza possibilità di accedere a un giudice, nonostante ciò sia contrario alla giurisprudenza della CEDU, e buona parte del sistema giudiziario è soggetto a tali misure.

Il paese ha un limitato livello di preparazione per la lotta contro la corruzione. La corruzione persiste in numerosi settori e continua a destare preoccupazione. L'adozione di una nuova strategia e di un piano d'azione anticorruzione rappresenta un passo avanti, seppur di portata limitata. Il quadro giuridico continua a risentire di gravi lacune e l'influenza dell'esecutivo sulle inchieste e sui procedimenti relativi a casi di corruzione ad alto livello continua a destare molta preoccupazione. La percezione della corruzione resta elevata.

La Turchia ha raggiunto un limitato livello di preparazione nella lotta contro la criminalità organizzata. La capacità istituzionale è stata aumentata e sono state adottate nuove strategie e piani d'azione. Tuttavia, le statistiche sul numero di condanne definitive e altri importanti indicatori non sono disponibili. Le indagini finanziarie sono ancora sottoutilizzate. Il congelamento cautelare dei beni è raramente applicato e il livello dei beni confiscati è basso. In materia di lotta contro il terrorismo è in vigore un quadro giuridico globale sul finanziamento del terrorismo. Il campo di applicazione e le definizioni della legge antiterrorismo non sono in linea con l'acquis e l'applicazione della legge suscita gravi preoccupazioni in materia di diritti fondamentali. La legislazione in materia penale e quella antiterrorismo dovrebbero entrambe essere allineate alla giurisprudenza della CEDU, senza pregiudicare la capacità della Turchia di lottare contro il terrorismo. Il principio di proporzionalità deve essere rispettato nella pratica.

Il quadro giuridico turco include garanzie generali relative al rispetto dei diritti umani e fondamentali, che devono essere ulteriormente migliorate. L'applicazione dei diritti derivanti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo non è ancora garantita. In seguito al tentativo di colpo di Stato sono state denunciate numerose violazioni gravi del divieto di tortura e di maltrattamento e dei diritti procedurali. Tuttavia, tutte le misure adottate devono essere in linea con i principi di proporzionalità e di rispetto dei diritti umani. La nuova legge sull'ente turco per i diritti umani e l'uguaglianza è un passo nella giusta direzione. Contiene disposizioni sul divieto di discriminazione basate su un'ampia serie di motivi, senza però estendersi esplicitamente all'orientamento sessuale. Resta necessario adottare una legge speciale che combatta la discriminazione in tutte le sue forme. Sui casi inerenti ai diritti umani esiste un vuoto giuridico causato dal fatto che il nuovo ente nazionale per i diritti umani e l'uguaglianza non è ancora stato istituito. I diritti dei gruppi più vulnerabili e delle persone appartenenti alle minoranze dovrebbero essere adeguatamente tutelati. La violenza di genere, la discriminazione, l'incitamento all'odio nei confronti delle minoranze, i reati di odio e le violazioni dei diritti umani di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e transessuali (LGBTI) continuano a destare gravi preoccupazioni.

Nel corso dell'ultimo anno è stata registrata una grave involuzione nell'ambito della libertà di espressione. L'applicazione selettiva e arbitraria della legge, in particolare delle disposizioni relative alla sicurezza nazionale e alla lotta contro il terrorismo, si ripercuote negativamente sulla libertà di espressione. I procedimenti penali nuovi e in corso contro giornalisti, scrittori o utenti dei social media, la revoca degli accreditamenti, l'elevato numero di arresti di giornalisti e la chiusura di numerosi organi di informazione a seguito del tentativo di colpo di Stato di luglio destano seria preoccupazione. La libertà di riunione continua ad essere eccessivamente limitata, nel diritto e nella pratica.

La Turchia continua a esprimere il proprio sostegno ai colloqui tra i leader delle due comunità sulla risoluzione della questione cipriota, nonché agli sforzi del Consigliere speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite. L'impegno e il contributo concreto della Turchia a tale risoluzione globale restano fondamentali. Tuttavia, il paese non ha ancora rispettato l'obbligo di attuare integralmente, e in modo non discriminatorio, il protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione e non ha eliminato tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, comprese le restrizioni alle linee di collegamento diretto con Cipro. Non vi è stato nessun progresso in termini di normalizzazione delle relazioni bilaterali con la Repubblica di Cipro. Le conclusioni sulla Turchia adottate dal Consiglio (Affari generali e relazioni esterne) l'11 dicembre 2006 e approvate dal Consiglio europeo nel dicembre 2006 restano in vigore. Tali conclusioni stipulano che i negoziati non saranno aperti su otto capitoli 3 relativi alle restrizioni della Turchia per quanto riguarda la Repubblica di Cipro, e che nessun capitolo sarà provvisoriamente chiuso fino a quando la Commissione non avrà confermato che la Turchia ha attuato pienamente il protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione.

La Turchia deve impegnarsi in maniera inequivocabile ad intrattenere rapporti di buon vicinato, a rispettare gli accordi internazionali e a risolvere pacificamente le controversie nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite, anche avvalendosi, se necessario, della giurisdizione della Corte internazionale di giustizia. A tale riguardo l'UE ha nuovamente espresso grave preoccupazione e esortato la Turchia ad evitare ogni tipo di minaccia o atto contro uno Stato membro o ogni fonte di attrito o azione che possa nuocere alle relazioni di buon vicinato e alla risoluzione pacifica delle controversie.

Per quanto riguarda i criteri economici, l'economia turca è avanzata e può essere considerata un'economia di mercato funzionante. Tuttavia, il forte disavanzo esterno rende l'economia turca vulnerabile di fronte all'incertezza finanziaria, alla volatilità della fiducia degli investitori globali e ai rischi politici. La Banca centrale ha ridotto i tassi d'interesse nonostante l'inflazione sia rimasta ben al di sopra dell'obiettivo ufficiale. Il clima imprenditoriale ha continuato a deteriorarsi a causa di azioni mirate contro i mezzi di informazione critici, gli imprenditori e gli oppositori politici attraverso il ricorso attivo alle autorità fiscali, all'unità per i reati finanziari e ai tribunali. L'attuazione delle riforme strutturali per migliorare il funzionamento dei mercati dei beni e dei servizi è in fase di stallo. È stata registrata una complessiva involuzione.

La Turchia ha un buon livello di preparazione in vista del raggiungimento della capacità di far fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Sono stati compiuti alcuni progressi in una serie di settori, in particolare attraverso un'ulteriore liberalizzazione del settore dell'energia. Permangono problemi significativi per quanto riguarda la qualità dell'istruzione, nonché problemi di accesso all'istruzione per le bambine. L'apprezzamento reale della lira turca ha ridotto la competitività dei prezzi.

Per quanto riguarda la capacità di assumersi gli obblighi derivanti dall'adesione, la Turchia ha continuato ad allinearsi con l'acquis. Con l'eccezione positiva delle attività connesse alla liberalizzazione dei visti, gli sforzi sono proseguiti a un ritmo contenuto. La Turchia è molto avanzata nei settori del diritto societario, delle reti transeuropee e della scienza e della ricerca, e ha raggiunto un buon livello di preparazione in materia di libera circolazione delle merci, legge sulla proprietà intellettuale, politica industriale e delle imprese, tutela dei consumatori e della salute, unione doganale, relazioni esterne e controllo finanziario. La Turchia è solo moderatamente preparata in materia di appalti pubblici: l'allineamento in quest'ambito presenta ancora notevoli lacune. La Turchia è moderatamente preparata anche nel settore delle statistiche e della politica dei trasporti, nei cui ambiti occorrono sforzi significativi a tutti i livelli. La Turchia ha raggiunto soltanto un livello limitato di preparazione nei settori dell'ambiente e dei cambiamenti climatici, per i quali devono ancora essere elaborate e attuate politiche più coordinate e più ambiziose. In tutti i settori deve essere prestata una maggiore attenzione all'applicazione della legislazione, mentre in molti settori sono necessari notevoli ulteriori progressi per conseguire l'allineamento legislativo con l'acquis dell'UE.

Montenegro

Per quanto riguarda i criteri politici, un accordo politico sull'organizzazione di elezioni libere ed eque ha condotto all'insediamento di un "governo di fiducia elettorale" nel mese di maggio. Nonostante la persistente polarizzazione del contesto politico, il paese ha dimostrato di essere in grado di raggiungere compromessi tra il governo e i partiti di opposizione. Le elezioni parlamentari dell'ottobre 2016 hanno avuto luogo in un quadro giuridico sostanzialmente riveduto. Nonostante i ritardi tecnici e le difficili relazioni tra le istituzioni responsabili, nel complesso la preparazione delle elezioni è stata gestita in modo più partecipativo e trasparente. Le elezioni si sono svolte in un contesto competitivo e caratterizzato da un rispetto generalizzato per le libertà fondamentali. Le autorità nazionali competenti dovrebbero indagare in modo tempestivo e trasparente su presunti vizi procedurali, sugli arresti eseguiti e sulla chiusura temporanea di due piattaforme di comunicazione mobile. Il presunto abuso di fondi pubblici a fini politici di partito ("scandalo delle intercettazioni") non ha avuto seguito a livello politico.

Il Montenegro è moderatamente preparato per la riforma della pubblica amministrazione. Sono stati compiuti alcuni progressi, in particolare con l'adozione della strategia di riforma della pubblica amministrazione 2016-2020, il programma di riforme della gestione delle finanze pubbliche, l'entrata in vigore della nuova legge sulle retribuzioni e la semplificazione delle procedure amministrative. È tuttavia necessaria una forte volontà politica per affrontare in modo efficace la depoliticizzazione del servizio pubblico e il ridimensionamento dell'amministrazione esistente.

Il sistema giudiziario è moderatamente preparato. Durante il periodo di riferimento, il Montenegro ha compiuto alcuni progressi in questo ambito. La capacità del Consiglio giudiziario e del Consiglio delle procure è migliorata. Tuttavia, il nuovo quadro legislativo inteso al miglioramento dell'indipendenza, della responsabilità e della professionalità del potere giudiziario, così come il codice etico, non sono stati ancora pienamente attuati. Le misure volte a ridurre il numero di cause pendenti e la durata totale dei procedimenti devono continuare.

Il Montenegro ha raggiunto un limitato livello di preparazione nella lotta contro la corruzione. La corruzione persiste in numerosi settori e continua a destare preoccupazione. L'Agenzia anticorruzione ha iniziato le proprie attività nel 2016. Il processo di consolidamento istituzionale è ampiamente completato. Tutte le istituzioni dovrebbero dimostrare un atteggiamento più proattivo per adempiere al proprio mandato. Nonostante l'adozione di alcune ulteriori misure, i risultati per quanto riguarda le indagini risolte con successo, le condanne, in particolare nei casi di corruzione ad alto livello, e la prevenzione della corruzione rimangono insoddisfacenti. Il Montenegro deve potenziare la capacità di condurre indagini finanziarie e di stabilire una valida casistica dei sequestri e delle confische dei beni di origine illecita.

Il Montenegro ha raggiunto un limitato livello di preparazione nella lotta contro la criminalità organizzata. Sono stati compiuti alcuni progressi, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento del quadro giuridico, normativo e istituzionale. Occorre perseverare negli sforzi per sviluppare una casistica della criminalità organizzata, in particolare per quanto riguarda la tratta di persone e il riciclaggio di denaro quando i risultati sono limitati. Il numero di transazioni bancarie sospette rilevate rimane basso.

Il Montenegro ha messo in atto diverse riforme legislative per allinearsi ulteriormente alle norme internazionali e dell'UE in materia di diritti umani e per garantire la presenza di meccanismi adeguati per proteggere i gruppi vulnerabili dalla discriminazione. L'attuazione della legislazione è ancora carente. Le modifiche del quadro normativo generale, intese a garantire una politica sanzionatoria coerente per le violazioni dei diritti umani, non sono ancora state adottate. La capacità istituzionale deve essere ulteriormente potenziata. La minoranza Rom resta la più vulnerabile e la più discriminata in vari ambiti.

Il Montenegro ha raggiunto un limitato livello di preparazione per quanto riguarda la libertà di espressione, ma nel corso dell'ultimo anno non ha compiuto ulteriori progressi. Il numero di casi di diffamazione rimane elevato, a dimostrazione della debolezza dei meccanismi di autoregolamentazione e delle difficoltà di comprensione del ruolo dei media. Il Montenegro non ha ancora raggiunto il pieno allineamento con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. La sede di una società commerciale di informazione è stata danneggiata e vari giornalisti sono stati aggrediti fisicamente e verbalmente e minacciati durante le proteste antigovernative dell'ottobre 2015. Non vi sono stati progressi nella risoluzione dei casi di attacchi contro i giornalisti. La trasparenza e la non discriminazione negli annunci pubblicitari dei media di Stato dovrebbe essere garantita. La versione riveduta del codice etico dei giornalisti deve essere applicata in modo uniforme ed efficace in tutta la comunità mediatica.

Il Montenegro ha continuato a svolgere un ruolo costruttivo nella cooperazione regionale. Il paese ha ratificato gli accordi sulle frontiere con la Bosnia-Erzegovina e con il Kosovo*.

4Per quanto riguarda i criteri economici, il Montenegro è moderatamente preparato allo sviluppo di un'economia di mercato funzionante. Sono stati compiuti alcuni progressi per rafforzare il funzionamento dei mercati finanziari e del lavoro e per migliorare il clima imprenditoriale. Gli investimenti nelle infrastrutture e nel turismo sostengono l'attività economica. Destano tuttavia preoccupazione il rapido aumento del debito pubblico e l'elevato disavanzo di bilancio, accompagnati dagli elevati squilibri esterni e da un alto tasso di disoccupazione. L'effetto combinato dei grandi investimenti nelle infrastrutture pubbliche e di vari nuovi e costosi programmi di spesa sociale mette a dura prova la sostenibilità di bilancio. Sono necessarie misure correttive immediate, come richiesto dagli orientamenti del programma di riforme economiche. Tra gli altri problemi da affrontare vi sono gli squilibri esterni elevati, la bassa partecipazione al mercato del lavoro e la crescita del credito ancora debole in un contesto caratterizzato dall'elevata presenza di prestiti bancari deteriorati.

Il Montenegro è moderatamente preparato per quanto riguarda la capacità di far fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Sono stati compiuti alcuni progressi nel miglioramento della qualità delle infrastrutture, del mercato dell'energia e della digitalizzazione dell'economia. Il sostegno alle PMI è modesto ma si sta gradualmente sviluppando. Sono tuttavia ancora necessari sforzi sostanziali per sviluppare il capitale umano e un'industria competitiva orientata all'esportazione.

Per quanto riguarda la capacità di assumersi gli obblighi derivanti dall'adesione, ha avuto luogo un importante sforzo in materia di allineamento e di preparazione all'attuazione dell'acquis, e il Montenegro è moderatamente preparato rispetto a molti capitoli, tra cui la libera circolazione delle merci, gli appalti pubblici, le statistiche e la giustizia, la libertà e la sicurezza. Il Montenegro ha proseguito nel suo allineamento con tutte le posizioni e le dichiarazioni dell'UE in materia di politica estera e di sicurezza comune. Il Montenegro si trova in una fase iniziale di preparazione per quanto riguarda la pesca e le disposizioni finanziarie e di bilancio, e ha un limitato livello di preparazione nel settore dell'ambiente e dei cambiamenti climatici. Sono stati compiuti buoni progressi in materia di libera circolazione delle merci, agricoltura e sviluppo rurale, sicurezza alimentare, politica veterinaria e fitosanitaria, energia, ambiente e cambiamenti climatici, relazioni esterne e controllo finanziario. Guardando al futuro, il Montenegro dovrebbe concentrarsi in particolare sulla politica di concorrenza e sulla politica economica e monetaria. Il rafforzamento della capacità amministrativa di garantire l'applicazione dell'acquis resta una sfida considerevole per il Montenegro.

Serbia

Per quanto riguarda i criteri politici, le elezioni generali anticipate hanno avuto luogo ad aprile insieme a quelle provinciali e locali, in un'atmosfera pacifica. Le raccomandazioni degli osservatori internazionali devono essere seguite, comprese quelle riguardanti la necessità di garantire la trasparenza dei finanziamenti della campagna elettorale e del processo di registrazione. Il programma del nuovo governo include l'adesione della Serbia all'UE come un obiettivo prioritario. Il coinvolgimento del Parlamento e delle parti interessate, compresa la società civile, nel processo di adesione è stato ulteriormente rafforzato. Occorre tuttavia potenziare ulteriormente l'inclusività, la trasparenza e la qualità del processo legislativo e l'efficace controllo dell'esecutivo, limitando nel contempo il ricorso a procedimenti d'urgenza. Per allinearsi agli standard dell'UE in alcuni settori sono necessarie riforme costituzionali. Vi è margine per migliorare la cooperazione tra l'esecutivo e le istituzioni indipendenti di regolamentazione.

La Serbia è moderatamente preparata nel settore della riforma della pubblica amministrazione. Sono stati compiuti buoni progressi grazie all'adozione del programma di riforme della gestione delle finanze pubbliche, di strategie per l'e-government e la riforma della regolamentazione e dell'elaborazione delle politiche, e di nuove leggi sulle procedure amministrative, sulle retribuzioni e sui funzionari pubblici locali e provinciali. La Serbia deve attuare i propri obiettivi di riforma, professionalizzare e depoliticizzare l'amministrazione e rendere più trasparenti le procedure di assunzione e di licenziamento, specialmente per quanto riguarda i posti dirigenziali.

Il sistema giudiziario ha raggiunto un limitato livello di preparazione. Sono stati compiuti alcuni passi per promuovere un sistema di assunzioni basate sul merito e armonizzare la giurisprudenza. Ulteriori passi sono necessari per far fronte all'influenza politica. La qualità e l'efficienza del sistema giudiziario e l'accesso alla giustizia continuano ad essere ostacolati da una distribuzione disomogenea del carico di lavoro, da un pesante arretrato giudiziario e dall'assenza di un sistema di assistenza legale gratuita.

La Serbia ha un limitato livello di preparazione nella prevenzione e nella lotta contro la corruzione. La corruzione persiste in numerosi settori e continua a destare preoccupazione. Lo sforzo anticorruzione deve ancora produrre risultati significativi. L'assetto istituzionale non funge ancora da deterrente credibile contro le pratiche di corruzione. È necessario elaborare una casistica valida delle indagini con esito positivo, delle azioni penali e delle condanne nei casi di corruzione, anche ad alto livello.

La Serbia ha un limitato livello di preparazione nella lotta contro la criminalità organizzata. Sono stati compiuti alcuni progressi nell'adozione di una nuova legge sulle forze di polizia, riorganizzando il ministero dell'Interno e adottando la prima valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità (SOCTA) attraverso la metodologia dell'Europol. Deve ancora essere elaborato un riscontro storico affidabile in materia di lotta contro la criminalità organizzata.

Il quadro giuridico e istituzionale per il rispetto dei diritti fondamentali è in vigore. Deve esserne garantita l'applicazione coerente su tutto il territorio nazionale, anche per quanto riguarda la protezione delle minoranze. Non sono stati compiuti progressi nel miglioramento delle condizioni per il pieno esercizio della libertà di espressione, nel quale la Serbia ha raggiunto un limitato livello di preparazione. La Serbia è stato il primo paese dell'allargamento a introdurre l'indice UE della parità di genere. Sono necessari ulteriori sforzi sostenuti per migliorare la situazione delle persone appartenenti ai gruppi più discriminati (Rom, persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, disabili, persone affette da HIV/AIDS e altri gruppi socialmente vulnerabili).

La Serbia ha partecipato in modo costruttivo alle iniziative regionali e si è adoperata per migliorare le relazioni bilaterali in uno spirito di conciliazione, per intessere relazioni di buon vicinato e stabilire un clima propizio alla gestione delle questioni bilaterali in sospeso e dei retaggi del passato. La firma, in giugno, di una dichiarazione congiunta con la Croazia su talune questioni bilaterali è stato uno sviluppo positivo. Un approccio di questo tipo è fondamentale per la riconciliazione, la pace e la cooperazione nella regione e dovrebbe essere perseguito in modo coerente.

Per quanto riguarda la normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, la Serbia si impegna ad attuare gli accordi raggiunti nel quadro del dialogo agevolato dall'UE. I progressi sono stati limitati, anche a causa del processo elettorale in Serbia e della situazione interna del Kosovo. Un nuovo slancio è stato invece ritrovato nell'agosto 2016 con l'avvio dei lavori del ponte Mitrovicë/Mitrovica e della libertà di circolazione. È necessario proseguire negli sforzi per attuare gli accordi già raggiunti con il Kosovo. Le misure adottate dovrebbero avere un impatto positivo e concreto sulla vita quotidiana dei cittadini, in Serbia e in Kosovo.

Per quanto riguarda i criteri economici, la Serbia è moderatamente preparata allo sviluppo di un'economia di mercato funzionante. Sono stati compiuti buoni progressi per affrontare alcune carenze strategiche, in particolare per quanto riguarda il deficit di bilancio e la ristrutturazione delle imprese di proprietà pubblica. Le riforme economiche hanno portato risultati chiari in termini di prospettive di crescita e di riduzione degli squilibri interni ed esterni. In considerazione del livello di debito pubblico ancora elevato, occorre perseverare nel risanamento di bilancio. La ristrutturazione delle grandi imprese di servizi pubblici deve ancora essere completata. L'attività creditizia si sta riprendendo, ma i livelli elevati di crediti in sofferenza resta un problema. Il tasso di disoccupazione resta elevato, in particolare tra i giovani. L'ulteriore espansione del settore privato è ostacolata dalla debolezza dello Stato di diritto.

La Serbia è moderatamente preparata per far fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Gli investimenti pubblici e privati sono aumentati, ma il livello di investimento è ancora inferiore alle necessità dell'economia. La qualità, l'uguaglianza e l'adeguatezza dell'istruzione e della formazione non corrispondono alle esigenze della società. Alcuni progressi sono stati compiuti in materia di sostegno alle PMI e all'imprenditorialità, ma le PMI devono far fronte a una serie di sfide, tra cui l'imprevedibilità del contesto imprenditoriale, un elevato livello di oneri parafiscali e il difficile e costoso accesso ai finanziamenti.

Per quanto riguarda la capacità di assumersi gli obblighi derivanti dall'adesione, la Serbia ha continuato ad allineare la propria legislazione con l'acquis a tutti i livelli. Adeguate risorse finanziarie e umane e un solido quadro strategico saranno fondamentali per mantenere il ritmo delle riforme. La Serbia ha un buon livello di preparazione in settori quali il diritto societario, la proprietà intellettuale, la scienza e la ricerca, l'istruzione e la cultura e le dogane. Deve migliorare ulteriormente la programmazione degli investimenti e la capacità di dare priorità a progetti infrastrutturali strategici e maturi attraverso la sua riserva unica di progetti e il Comitato di investimento nazionale, in particolare nei settori dell'energia e dei trasporti. La Serbia è moderatamente preparata nei settori degli appalti pubblici, delle statistiche, della politica monetaria e del controllo finanziario. La Serbia deve allineare progressivamente la propria politica estera e di sicurezza alla politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea nel periodo precedente l'adesione. Inoltre deve far fronte, in via prioritaria, a questioni di non conformità con l'ASA, in particolare per quanto riguarda le misure di salvaguardia su alcuni prodotti agricoli, il controllo degli aiuti di Stato e la discriminazione fiscale.

La Serbia ha continuato a risentire della crisi migratoria. Questo ha creato un onere significativo sul suo sistema di asilo e migrazione. La Serbia ha continuato a cooperare con i paesi limitrofi e con gli Stati membri, ha garantito un efficace controllo dei rifugiati e dei migranti e ha compiuto notevoli sforzi per fornire rifugio e aiuti umanitari, con il sostegno dell'UE e di terzi. È importante che l'impegno della Serbia non venga meno. La Serbia dovrebbe inoltre perseverare negli sforzi per ridurre il numero di domande di asilo infondate presentate dai suoi cittadini negli Stati membri dell'UE.

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia

Per quanto riguarda i criteri politici, il paese ha dovuto far fronte al persistere della più grave crisi politica dal 2001. La democrazia e lo Stato di diritto sono stati costantemente messi a dura prova, in particolare a causa della corruzione politica sistematica che ostacola il funzionamento delle istituzioni democratiche e dei principali settori della società. Il paese risente di una cultura politica conflittuale e della mancanza di capacità di compromesso. Il 20 luglio e il 31 agosto 2016, i leader dei quattro principali partiti politici hanno raggiunto un accordo sull'attuazione dell'accordo di Pržino, tra l'altro fissando l'11 dicembre 2016 come data per le elezioni parlamentari anticipate e dichiarando il proprio sostegno alle attività del procuratore straordinario. Hanno inoltre ribadito il loro impegno per l'attuazione delle "priorità di riforma urgenti".

La situazione interetnica rimane fragile. Il riesame dell'accordo quadro di Ohrid, che ha posto fine al conflitto del 2001 e fornisce un quadro per le relazioni interetniche, deve ancora essere completato in modo trasparente e inclusivo.

La società civile ha svolto un ruolo costruttivo nel sostenere i processi democratici e nel garantire un maggior sistema di bilanciamento dei poteri. Nel contempo, le organizzazioni della società civile continuano a esprimere la loro preoccupazione in merito al deterioramento del clima in cui operano e alla scarsa propensione del governo al dialogo, così come in merito agli attacchi pubblici da parte di politici e mezzi di comunicazione filogovernativi.

Il paese è moderatamente preparato per la riforma della pubblica amministrazione. Nel corso dell'ultimo anno sono stati compiuti alcuni progressi, anche se limitati. L'attuazione del nuovo quadro giuridico in materia di gestione delle risorse umane è stata avviata. Tuttavia, i progressi compiuti nell'attuazione delle precedenti raccomandazioni della Commissione sono insufficienti. Anziché essere sospesi, i contratti a tempo determinato continuano a essere trasformati in contratti a tempo indeterminato senza concorsi pubblici. Le linee di responsabilità inefficaci, l'uso del settore pubblico come strumento politico, le accuse di pressioni esercitate su dipendenti pubblici e la presunta politicizzazione dell'amministrazione in un anno elettorale continuano a destare preoccupazione. La strategia globale di riforma della pubblica amministrazione per il periodo 2017-2022 è entrata tardivamente in fase di preparazione. Inoltre, la mancanza di impegno politico per portare a termine le riforme necessarie nella gestione delle finanze pubbliche ha determinato una significativa riduzione dell'assistenza finanziaria dell'UE nel 2016.

Il sistema giudiziario del paese ha un limitato livello di preparazione. Tuttavia, la situazione è peggiorata dal 2014 e i traguardi raggiunti con il processo di riforma dello scorso decennio sono stati compromessi dalle ricorrenti ingerenze politiche nelle attività della magistratura. Le autorità non sono riuscite a dimostrare la volontà politica necessaria ad affrontare in modo efficace le questioni di base individuate nelle priorità di riforma urgenti. Gli ostacoli incontrati dal nuovo procuratore straordinario hanno evidenziato la necessità di affrontare in modo efficace la mancanza di indipendenza del potere giudiziario e di evitare la giustizia selettiva.

Per quanto riguarda la lotta contro la corruzione, il paese ha un limitato livello di preparazione. La corruzione persiste in numerosi settori e continua a destare preoccupazione. Il quadro legislativo e istituzionale è stato sviluppato. Tuttavia, le carenze strutturali della commissione di Stato per la prevenzione della corruzione e le ingerenze politiche nella sua attività hanno ridotto al minimo l'impatto degli sforzi compiuti in passato. Vi è ancora la necessità di stabilire un riscontro storico convincente, specialmente nei casi di corruzione ad alto livello. Per quanto riguarda la lotta contro la criminalità organizzata, il paese ha raggiunto un limitato livello di preparazione. Il quadro legislativo è nel complesso in linea con le norme europee e sono state elaborate strategie. Tuttavia, la capacità di applicazione della legge per indagare sui reati finanziari e confiscare beni deve essere ulteriormente sviluppata.

Per quanto riguarda la tutela dei diritti umani, i quadri legislativo e istituzionale sono nel complesso in linea con le norme europee. Occorrono maggiori sforzi concreti per garantire il rispetto dei diritti umani dei gruppi vulnerabili, compresi i rifugiati e i migranti. Permane inoltre una mancanza di volontà politica e di risorse adeguate per consentire alle autorità di vigilanza e di regolamentazione competenti di esercitare il loro mandato in piena indipendenza e in modo efficace. Le fasce più emarginate della popolazione continuano a non essere pienamente tutelate. Per quanto riguarda la libertà di espressione, il paese ha un limitato livello di preparazione. Tuttavia, la libertà di espressione e la situazione dei media rimangono un serio problema nell'attuale clima politico.

Per quanto riguarda la cooperazione regionale, il paese continua in linea generale a mantenere buone relazioni con gli altri paesi dell'allargamento e ha partecipato attivamente ad iniziative regionali. Sono stati adottati provvedimenti per migliorare le relazioni di buon vicinato, anche attraverso i recenti progressi nell'attuazione delle misure miranti a rafforzare la fiducia con la Grecia. La "questione del nome" deve essere risolta con urgenza.

Per quanto riguarda i criteri economici, l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia ha un buon livello di preparazione in vista dello sviluppo di un'economia di mercato funzionante. Nel complesso non sono stati compiuti progressi in questo senso nel periodo di riferimento. La stabilità macroeconomica è stata preservata e il contesto macroeconomico si è ulteriormente rafforzato nel 2015 anche per mezzo di considerevoli spese pubbliche in infrastrutture e di investimenti esteri diretti, sebbene nel primo trimestre del 2016 siano stati osservati segnali di debolezza. La disoccupazione resta elevata, specialmente tra i giovani, ma è diminuita durante il periodo di riferimento. Permangono tuttavia alcune vulnerabilità, tra cui la scarsa competitività del settore privato nazionale, ostacolato da una scarsa applicazione dei contratti, da un'ampia economia informale e dalla difficoltà di accesso ai finanziamenti. La gestione delle finanze pubbliche non è migliorata e il debito pubblico è ulteriormente aumentato.

L'economia presenta un moderato livello di preparazione per far fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. È stato compiuto qualche progresso per promuovere l'innovazione, e gli investimenti esteri e la digitalizzazione progrediscono rapidamente. L'economia è però scarsamente diversificata, e l'industria manifatturiera produce per lo più prodotti a basso valore aggiunto. L'economia ha continuato a risentire delle debolezze dei programmi scolastici, dei bassi tassi di innovazione e di un notevole fabbisogno di investimenti, anche nelle infrastrutture pubbliche, il che la rende meno competitiva.

Per quanto riguarda la capacità di assumersi gli obblighi derivanti dall'adesione, il paese è moderatamente preparato nella maggior parte dei settori, compresi quelli della concorrenza, dei trasporti e dell'energia. Sono necessari ulteriori sforzi a tutti i livelli, in particolare nei settori per i quali il paese si trova in una fase iniziale di preparazione, ad esempio la libertà di circolazione dei lavoratori. È necessario concentrarsi maggiormente anche sulla capacità amministrativa e sull'efficacia dell'applicazione.

Il paese ha continuato a risentire della crisi migratoria. Questo ha creato un onere significativo sul suo sistema di asilo e migrazione. Ha continuato a cooperare con i paesi limitrofi e con gli Stati membri e ha compiuto notevoli sforzi per fornire rifugio e aiuti umanitari, con il sostegno dell'UE e di terzi. Dovrebbe perseverare negli sforzi per garantire un efficace controllo dei rifugiati e dei migranti e far fronte alle pertinenti esigenze di protezione. Il paese dovrebbe inoltre perseverare negli sforzi per ridurre il numero di domande di asilo infondate presentate dai suoi cittadini negli Stati membri dell'UE.

Albania

Per quanto riguarda i criteri politici, al fine di superare la precedente polarizzazione il Parlamento albanese ha adottato all'unanimità alcune modifiche costituzionali intese a lanciare un'ampia e profonda riforma del sistema giudiziario e ad escludere dai pubblici uffici gli autori di illeciti penali. In vista delle prossime elezioni generali programmate per il 2017, l'Albania dovrebbe adottare in tempo utile le modifiche del codice elettorale e le relative riforme, che dovrebbero riguardare in particolare la mancanza di imparzialità e di professionalità dell'amministrazione elettorale. L'adozione della legge che istituisce il Consiglio nazionale per la società civile ha fornito il quadro necessario per consultazioni più strutturate con le organizzazioni della società civile.

L'Albania è moderatamente preparata per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione. L'applicazione di procedure più trasparenti per l'assunzione dei dipendenti pubblici e l'attuazione delle riforme della pubblica amministrazione e della gestione delle finanze pubbliche sono proseguite. Ulteriori progressi sono fondamentali per consolidare i traguardi raggiunti verso un'amministrazione pubblica più efficiente, depoliticizzata e professionale.

Il sistema giudiziario dell'Albania ha un limitato livello di preparazione. Sono state adottate modifiche costituzionali che riguardano l'organizzazione e il funzionamento del sistema giudiziario. Tali modifiche aprono la strada a una riforma globale e approfondita della giustizia. Anche i lavori sulla relativa legislazione di applicazione avanzano: sono state adottate una legge sul riesame di giudici, pubblici ministeri e avvocati, nonché una serie di leggi chiave per la riorganizzazione istituzionale delle strutture giuridiche. Inoltre, oltre 40 altri testi legislativi si trovano in varie fasi di preparazione. Sono necessari ulteriori progressi per adottare e attuare tale legislazione. L'amministrazione della giustizia ha continuato a rivelarsi lenta e inefficiente: la corruzione resta diffusa in tutto il settore.

L'Albania ha un limitato livello di preparazione nella lotta contro la corruzione. È stata adottata una legge sulla protezione degli informatori. I pubblici ministeri e le forze di polizia hanno acquisito un maggiore accesso ai registri pubblici elettronici nazionali, in modo da potersi scambiare informazioni sensibili e aumentare l'efficacia delle indagini. Sono necessari ulteriori progressi per elaborare una solida casistica di indagini, azioni penali e condanne. Sono necessari maggiori sforzi per far fronte alla corruzione di alto livello. Le indagini proattive, le valutazioni sistematiche del rischio e la cooperazione interistituzionale devono essere migliorate. La corruzione persiste in numerosi settori e continua a destare preoccupazione.

Il paese ha raggiunto un limitato livello di preparazione nella lotta contro la criminalità organizzata. Sono stati compiuti alcuni progressi, in particolare nell'individuazione e nella distruzione di piantagioni di cannabis. La polizia è stata modernizzata e la cooperazione internazionale è stata intensificata, in particolare con l'Europol. È tuttavia necessario rafforzare ulteriormente la collaborazione tra polizia e procura, in modo da poter smantellare le reti criminali in modo più efficace. Il numero di condanne definitive nei casi di criminalità organizzata rimane basso, e ha registrato solo un lieve aumento nel corso degli ultimi anni. Non viene fatto un uso sistematico né efficace delle indagini finanziarie connesse ai gruppi criminali organizzati. I casi di congelamento e di confisca di beni di origine illecita rimangono molto limitati.

Il quadro giuridico per la protezione dei diritti umani è nel complesso in linea con le norme europee. L'Albania ha ratificato la maggior parte delle convenzioni internazionali dei diritti umani. Tuttavia, l'applicazione dei meccanismi di protezione dei diritti umani deve essere rafforzata. Per quanto riguarda la libertà di espressione, l'Albania ha un limitato livello di preparazione/è moderatamente preparata. L'ambiente è nel suo complesso propizio alla libertà di espressione, ma occorre una migliore attuazione della legislazione. L'indipendenza delle autorità di regolamentazione e dell'emittente pubblica deve essere ulteriormente rafforzata, e la trasparenza della pubblicità nei media dello Stato deve essere migliorata. L'Albania ha adottato misure per affrontare la questione della restituzione o del risarcimento per i beni confiscati durante il regime comunista. È stata varata una nuova legge che prevede la creazione di un meccanismo nazionale di risarcimento. Anche il processo di registrazione della proprietà deve avanzare. Le condizioni di vita dei Rom e degli egiziani 5 devono essere migliorate. Sono necessari ulteriori sforzi per sviluppare una casistica di casi in materia di non discriminazione. I meccanismi istituzionali per tutelare i diritti dei minori e combattere la violenza di genere continuano ad essere carenti. La normativa in materia di giustizia minorile deve ancora essere allineata alle norme internazionali.

L'Albania ha continuato ad avere un ruolo costruttivo e proattivo nella cooperazione regionale e mantiene relazioni di buon vicinato, in linea con gli impegni sottoscritti nell'ambito dell'accordo di stabilizzazione e di associazione.

Per quanto riguarda i criteri economici, l'Albania è moderatamente preparata allo sviluppo di un'economia di mercato funzionante. Sono stati compiuti alcuni progressi per quanto riguarda il miglioramento del saldo di bilancio, la lotta all'economia informale e la riforma del settore elettrico. La crescita economica si è accelerata e la situazione del mercato del lavoro è migliorata, ma il tasso di disoccupazione rimane elevato. Il debito pubblico è elevato e non ha ancora iniziato a diminuire, mentre persiste un ricorrente infrautilizzo della spesa pubblica per investimenti. Il settore finanziario è stabile. Tuttavia, sul settore bancario grava ancora l'onere dei crediti in sofferenza, e il credito cresce con lentezza. La normativa in materia di imprese è complessa e le lacune nello Stato di diritto continuano a scoraggiare gli investimenti. La riforma della giustizia attualmente in corso dovrebbe avere un impatto concreto sul contesto imprenditoriale.

L'Albania ha un limitato livello di preparazione per quanto riguarda la capacità di far fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Sono stati compiuti alcuni progressi, in particolare per quanto riguarda il miglioramento dell'istruzione superiore e della formazione professionale. Tuttavia, la qualità dell'istruzione deve essere potenziata a tutti i livelli, in modo da preparare meglio le persone dotandole di competenze e conoscenze adeguate alle esigenze del mercato del lavoro. Nonostante gli sforzi si siano concentrati in via prioritaria sugli investimenti infrastrutturali, le carenze nel settore dei trasporti, dell'energia e delle infrastrutture digitali continuano a ostacolare la competitività e a frenare gli scambi commerciali. Il commercio internazionale è al di sotto delle sue potenzialità e si limita ad alcuni settori specifici, il che rende l'economia più vulnerabile. La capacità nel settore della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione resta bassa.

L'Albania ha continuato ad allineare la normativa nazionale ai requisiti dell'UE in un certo numero di settori, rafforzando la propria capacità di assumersi gli obblighi derivanti dall'adesione. Il paese è moderatamente preparato in molti settori, tra cui il controllo finanziario, oppure ha un limitato livello di preparazione, come nei settori degli appalti pubblici e delle statistiche. L'Albania dovrà perseverare nei propri sforzi per quanto riguarda la preparazione complessiva in materia di adozione e attuazione dell'acquis dell'UE. Il paese dovrebbe continuare ad adoperarsi per lo sviluppo delle reti di trasporto ed energetiche, anche al fine di migliorare la connettività nella regione. Occorrerà sviluppare la capacità amministrativa e gli standard professionali degli enti preposti all'attuazione dell'acquis e salvaguardare l'indipendenza degli enti normativi. Rimane di fondamentale importanza rafforzare la trasparenza e la responsabilità, in particolare garantendo un funzionamento efficace, efficiente e trasparente del sistema degli appalti pubblici e della gestione delle finanze pubbliche. L'Albania ha proseguito verso il pieno allineamento con tutte le posizioni e le dichiarazioni dell'UE in materia di politica estera e di sicurezza comune.

Il numero di domande di asilo infondate presentate da cittadini albanesi negli Stati membri dell'UE e nei paesi associati a Schengen è rimasto elevato. L'Albania dovrebbe agire tempestivamente e con decisione, includendo meccanismi di controllo nel quadro successivo alla liberalizzazione dei visti in modo contrastare efficacemente questo fenomeno.

Bosnia-Erzegovina

Per quanto riguarda i criteri politici, la legge elettorale è stata migliorata grazie al recepimento di una serie di raccomandazioni dell'OCSE-ODIHR e le elezioni locali si sono svolte nel complesso in modo ordinato, nonostante gli incidenti verificatisi in alcuni comuni e sui quali occorrerà fare luce. Nonostante gli sforzi compiuti per risolvere la questione di Mostar, le elezioni non hanno potuto avere luogo quest'anno. L'assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina e i parlamenti delle due entità hanno fatto progressi verso l'adozione di priorità per le riforme ancora in sospeso, in particolare quelle derivanti dal programma di riforme. La cooperazione tra i parlamenti ai vari livelli (Stato, entità e distretto di Brčko) è migliorata. Tuttavia, il loro ruolo e le loro capacità nel processo di integrazione nell'UE devono essere ulteriormente rafforzati. La cooperazione tra il Consiglio dei ministri e i governi delle entità territoriali è stata efficace per quanto riguarda il programma di riforme, la cui attuazione deve proseguire. Nel mese di agosto il Consiglio dei ministri ha adottato il meccanismo di coordinamento sulle questioni relative all'UE. Deve ancora essere adottato un programma strategico per il ravvicinamento giuridico del paese all'acquis dell'UE.

La costituzione della Bosnia-Erzegovina continua a non essere conforme alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, come sancito dalla sentenza nella causa Sejdić-Finci. Le decisioni della Corte costituzionale devono ancora essere pienamente applicate in tutto il paese.

Nonostante siano stati compiuti alcuni progressi nella creazione di meccanismi istituzionali per la cooperazione tra i governi e le organizzazioni della società civile, deve essere elaborato un quadro strategico per la cooperazione con la società civile.

La Bosnia-Erzegovina si trova in una fase iniziale di preparazione per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione. Sono stati registrati regressi connessi alle modifiche del quadro giuridico della Federazione per la funzione pubblica, che aumentano il rischio di politicizzazione. È ancora ampiamente carente un approccio armonizzato all'elaborazione delle politiche e al coordinamento tra i diversi rami dell'amministrazione. Sono necessarie l'adozione di un nuovo quadro strategico per la pubblica amministrazione e una strategia per la gestione delle finanze pubbliche.

Il sistema giudiziario della Bosnia-Erzegovina ha un limitato livello di preparazione. Sono stati compiuti alcuni progressi per quanto riguarda responsabilità e integrità. Il piano d'azione necessario per attuare la strategia di riforma della giustizia per il periodo 2014-2018 non è ancora stato adottato. Sono proseguite le minacce di matrice politica a membri del potere giudiziario da parte di alcuni politici. L'indipendenza del potere giudiziario ha bisogno di un ulteriore rafforzamento.

La Bosnia-Erzegovina ha un limitato livello di preparazione nella lotta contro la corruzione. Sono stati compiuti alcuni progressi con l'adozione di piani d'azione a vari livelli di governance, ma la loro frammentazione ne rende l'attuazione meno efficace. La corruzione persiste in numerosi settori e continua a destare preoccupazione. Il dichiarato impegno politico nel merito non si è tradotto in risultati concreti.

Per quanto riguarda la lotta contro la criminalità organizzata, la Bosnia-Erzegovina ha raggiunto un limitato livello di preparazione. È stato compiuto qualche progresso in particolare per migliorare la cooperazione tra agenzie. Tuttavia, è necessario intensificare le indagini finanziarie. La lotta contro la criminalità organizzata rimane fondamentale per combattere l'infiltrazione criminale nei sistemi politici, giuridici e economici del paese. La Bosnia-Erzegovina deve ancora soddisfare gli standard internazionali in materia di antiriciclaggio e di lotta al finanziamento del terrorismo. Il paese è stato seriamente colpito dal fenomeno dei combattenti terroristi stranieri e dalla radicalizzazione. La Bosnia-Erzegovina ha già adottato misure significative per far fronte a tale problema, che devono essere integrate da ulteriori disposizioni per individuare, prevenire e bloccare il flusso di terroristi combattenti stranieri che si recano in zone di conflitto come l'Iraq e la Siria.

L'impegno per affrontare le questioni relative ai diritti umani e delle minoranze deve essere intensificato. È stato compiuto qualche progresso, in particolare per quanto riguarda l'adozione di modifiche alla legge antidiscriminazione. I quadri strategico, giuridico, istituzionale e politico per il rispetto dei diritti umani hanno bisogno nel complesso di un sostanziale miglioramento. Si registra un limitato livello di preparazione in materia di libertà di espressione. Non è stato tuttavia compiuto alcun progresso in questo settore. I casi di pressione politica e di intimidazione nei confronti dei giornalisti devono avere un adeguato seguito giuridico. Restano da affrontare le questioni della stabilità finanziaria del sistema di radiodiffusione pubblico e della mancanza di trasparenza per quanto riguarda la proprietà dei mezzi di comunicazione.

Per quanto riguarda la cooperazione regionale, il paese ha continuato a partecipare attivamente ad iniziative regionali. A gennaio la Bosnia-Erzegovina ha assunto la presidenza dell'Iniziativa centroeuropea.

Per quanto riguarda i criteri economici, la Bosnia-Erzegovina si trova ancora in una fase iniziale nello sviluppo di un'economia di mercato funzionante. Sono stati compiuti alcuni progressi per modernizzare la legislazione del lavoro, migliorare il contesto imprenditoriale e affrontare le carenze del settore finanziario nel quadro del programma di riforme concordato. Tuttavia, il settore pubblico è inefficiente e lo sviluppo del settore privato è lento. Ai fini della rapida attuazione delle tanto necessarie riforme strutturali, in linea con il programma di riforme concordato, sarà fondamentale un forte e costante sostegno politico.

La Bosnia-Erzegovina è in una fase iniziale di preparazione per quanto riguarda la capacità di far fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Non sono stati compiuti progressi per quanto riguarda la competitività del paese, ma l'attuazione delle misure previste dal programma di riforme è in corso.

Per quanto riguarda il ravvicinamento con le norme europee, si registra un limitato livello di preparazione nei settori degli appalti pubblici e del mercato interno. Il paese ha raggiunto un limitato livello di preparazione nel settore dei trasporti; l'adozione di una strategia quadro per i trasporti a livello statale, a luglio, è un passo avanti per consentire al paese di godere dei vantaggi dell'agenda per la connettività. Devono ancora essere adottate strategie nazionali nei settori dell'agricoltura, dell'energia e dell'ambiente. Sono inoltre necessari ulteriori e costanti sforzi in materia di giustizia, libertà e sicurezza, concorrenza, industria e PMI, agricoltura, politiche ambientali e in materia di cambiamenti climatici, energia e società dell'informazione e media. I risultati del censimento della popolazione e delle abitazioni dell'ottobre 2013 sono stati pubblicati il 30 giugno 2016, in linea con le raccomandazioni e le norme internazionali.

Kosovo

Per quanto riguarda i criteri politici, la polarizzazione tra governo e opposizione persiste. Il normale funzionamento parlamentare è stato impedito nel corso del periodo di riferimento, anche attraverso l'uso di metodi violenti da parte di alcuni membri dell'opposizione. Tutti i partiti politici devono dar prova di responsabilità e rilanciare un dialogo costruttivo, e il Parlamento deve essere la principale sede di dibattito politico. La recente ripresa dell'attività parlamentare da parte di membri dell'opposizione è un passo positivo.

Le istituzioni del Kosovo hanno soddisfatto i rimanenti obblighi per quanto riguarda l'istituzione di sezioni specializzate e della procura specializzata incaricate di indagare sulle accuse di crimini internazionali commessi durante e dopo il conflitto del 1999. Le procedure per l'accordo bilaterale con il paese che ospita delle sezioni specializzate (i Paesi Bassi) sono state completate. Il mandato dell'EULEX è stato prorogato fino a giugno 2018.

L'assemblea ha quasi completato l'assegnazione delle nomine per le istituzioni e le agenzie indipendenti. Tuttavia, le nomine sono state spesso oggetto di influenze politiche, il che compromette il funzionamento indipendente e l'efficace gestione di tali organismi. Sono necessari maggiori sforzi per garantire che le nomine siano assegnate su base meritocratica.

Si registra un limitato livello di preparazione nel settore della riforma della pubblica amministrazione. Tra i buoni progressi registrati va segnalata l'adozione di una strategia globale per la gestione delle finanze pubbliche e della legge sulle procedure amministrative generali. La persistente politicizzazione della pubblica amministrazione, tuttavia, continua a destare serie preoccupazioni. L'organizzazione dell'amministrazione dello Stato è frammentata e non garantisce linee di responsabilità efficaci, e la sovrapposizione di competenze tra le agenzie governative deve essere affrontata. Il controllo parlamentare delle attività del governo dovrebbe aumentare. Per garantire un miglioramento della governance e della responsabilità dovrebbero essere seguite le raccomandazioni degli enti incaricati del controllo.

Il sistema giudiziario del Kosovo è ancora in una fase iniziale. Nel corso del periodo di riferimento sono stati compiuti passi positivi importanti, tra cui l'adozione di modifiche costituzionali e di buona parte del diritto derivato necessario all'attuazione del pacchetto legislativo 2015 sulla giustizia. Il Kosovo ha inoltre quasi completato le nomine per le principali istituzioni e il tasso di ricambio dei procedimenti è aumentato. L'amministrazione della giustizia resta tuttavia lenta e inefficiente, con una scarsa responsabilizzazione dei funzionari giudiziari. Il potere giudiziario è ancora vulnerabile a causa di indebite influenze politiche e le istituzioni dello Stato di diritto risentono della mancanza di finanziamenti e di risorse umane.

Il Kosovo è in una fase iniziale/ha un limitato livello di preparazione nella lotta contro la corruzione. Il Kosovo ha rafforzato la sua capacità istituzionale per la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata tramite l'istituzione di squadre investigative multidisciplinari, la creazione di un meccanismo di monitoraggio per i casi di corruzione e criminalità organizzata di alto livello, e la promozione del dipartimento dedicato ai casi di criminalità grave nei tribunali di base. Ciò ha determinato un aumento del numero di casi di alto livello oggetto di indagini e di azioni penali. La corruzione, tuttavia, regna ancora in molti settori e rimane un problema estremamente preoccupante. È necessaria una volontà politica più forte per affrontarlo in modo globale.

Il Kosovo si trova in una fase iniziale per quanto riguarda la lotta contro la criminalità organizzata. Il numero di indagini e di condanne definitive rimane basso. Permangono lacune legislative e nell'applicazione della legge, in particolare per quanto riguarda il riciclaggio, la confisca e il sequestro di beni e le indagini finanziarie. La lotta contro la criminalità organizzata è ostacolata dalle influenze indebite sulle indagini e dalla mancanza di impegno politico strategico. Il Kosovo ha proseguito gli sforzi contro il terrorismo, ma restano da affrontare varie sfide.

Nel settore dei diritti umani sono stati compiuti alcuni progressi, tra cui le misure adottate per attuare il pacchetto legislativo 2015 sui diritti umani e le dichiarazioni a sostegno dei diritti delle persone LGBTI. L'attuazione continua tuttavia ad essere ostacolata da una mancanza di risorse e di impegno politico, in particolare a livello locale. Occorre fare di più per garantire l'efficacia del diritto di proprietà e affrontare le questioni del rimpatri e del reinserimento degli sfollati, della protezione del patrimonio culturale e della lotta alla violenza di genere. La protezione dei diritti delle persone appartenenti alle minoranze e di quelle con disabilità deve essere notevolmente rafforzata. Il Kosovo ha un limitato livello di preparazione per quanto riguarda la libertà di espressione. Nel periodo di riferimento si sono verificati episodi preoccupanti, tra cui una serie di minacce a giornalisti. L'Assemblea dimostra un impegno limitato nella ricerca di una soluzione per il finanziamento sostenibile dell'emittente pubblica nazionale, lasciandola alla mercé delle pressioni politiche. Riguardo la regolamentazione della trasparenza e della proprietà dei mezzi di comunicazione non vi sono stati sviluppi legislativi.

Per quanto riguarda la normalizzazione delle relazioni con la Serbia, il Kosovo si impegna ad attuare gli accordi raggiunti nel quadro del dialogo agevolato dall'UE. I progressi sono stati limitati, anche a causa del processo elettorale in Serbia e della situazione interna del Kosovo. Un nuovo slancio è stato invece ritrovato nell'agosto 2016 con l'avvio dei lavori del ponte Mitrovicë/Mitrovica e della libertà di circolazione. È necessario proseguire negli sforzi per attuare gli accordi già raggiunti. Le misure adottate dovrebbero avere un impatto positivo e concreto sulla vita quotidiana dei cittadini, in Kosovo e in Serbia.

Per quanto riguarda i criteri economici, il Kosovo si trova ancora in una fase iniziale nello sviluppo di un'economia di mercato funzionante. Sono stati compiuti alcuni progressi, in particolare per quanto riguarda il sostegno alle imprese orientate all'esportazione, il miglioramento dell'esecuzione dei contratti (specie nel settore finanziario) e l'accesso ai finanziamenti. Tuttavia, le decisioni insostenibili dal punto di vista fiscale sulle prestazioni per i veterani di guerra potrebbe ripercuotersi negativamente sulla stabilità macroeconomica del Kosovo e sulle relazioni del paese con le istituzioni finanziarie internazionali. Il persistente deficit commerciale rispecchia una base produttiva debole e una scarsa competitività internazionale. La dipendenza dalle rimesse e la diffusa economia informale costituiscono ulteriori disincentivi al lavoro, determinando una bassa partecipazione alla forza lavoro, in particolare tra le donne, e alti tassi di disoccupazione, in particolare tra i giovani e i lavoratori non qualificati.

Il Kosovo è in una fase iniziale di preparazione per quanto riguarda la capacità di far fronte alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Non è stato compiuto alcun miglioramento per quanto riguarda la qualità dell'istruzione, che è un fattore chiave per il miglioramento della crescita e della competitività a lungo termine.

Il Kosovo si trova in una fase iniziale di allineamento alle norme europee. L'allineamento legislativo è proseguito in alcuni settori, ma l'attuazione è carente. Nel settore degli appalti pubblici e della concorrenza sono stati compiuti alcuni progressi. Buoni progressi sono stati compiuti nel settore delle dogane, in particolare per quanto riguarda la lotta alla corruzione, l'incasso delle entrate e la riduzione dei costi amministrativi delle esportazioni; tuttavia il Kosovo dovrebbe intensificare la lotta contro l'economia informale e l'evasione fiscale. Il settore dell'energia continua a presentare problemi: non è stato compiuto alcun progresso per quanto riguarda lo smantellamento della centrale Kosovo A o la ristrutturazione della centrale Kosovo B, e pochissimo è stato fatto in materia di energie rinnovabili.

ALLEGATO 2 –    Statistiche essenziali

DATI STATISTICI (al 5.10.2016)

Demografia

 

Montenegro

Ex Repubblica
jugoslava
di Macedonia

Albania

Serbia

Turchia

Bosnia-
Erzegovina

Kosovo *

UE-28

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Popolazione totale (in migliaia)

1)

621,5

622,1

2 065,8

2 069,2

2 895,0e

2 892,3e

7 149,2e

7 114,4

76 668

77 696

3 827,3e

3 819,5e

1 804,9e

1772,1p

506 944p

508 293bp

Gruppo d'età 15-64 sulla popolazione totale (%)

68,1

67,8

70,8

70,5

68,8e

69,0

67,6

67,1

67,7

67,8

:

:

:

:

65,8p

65,5bp

Movimento naturale della popolazione - tasso grezzo (per 1 000 abitanti)

2,4

1,7

1,9

1,3e

5,2e

3,7e

-4,9

-5,4

12,3

11,8

-1,5p

:

13,2e

12,4be

0,4p

-0,3bp

Speranza di vita alla nascita, uomini (anni)

74,1

:

73,5

:

76,4e

:

72,8

:

75,4

:

:

:

:

:

78,1p

:

Speranza di vita alla nascita, donne (anni)

78,9

:

77,5

:

80,3e

:

78,0

:

80,9

:

:

:

:

:

83,6p

:

Mercato del lavoro

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Partecipazione al mercato del lavoro delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni: quota della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni economicamente attiva (%)

67,6

68,5

70,8

70,2

68,6e

71,3e

68,0b

68,1

58,9

59,9

59,2

59,2

47,7

42,8

76,8

77,1

Partecipazione al mercato del lavoro degli uomini di età compresa tra 20 e 64 anni: quota della popolazione maschile di età compresa tra 20 e 64 anni economicamente attiva (%)

74,5

74,9

84,5

83,8

80,5e

81,8e

76,6b

76,7

82,2

82,7

72,4

71,9

71,4

65,1

83,2

83,4

Partecipazione al mercato del lavoro delle donne di età compresa tra 20 e 64 anni: quota della popolazione femminile di età compresa tra 20 e 64 anni economicamente attiva (%)

60,7

62,1

56,8

56,2

57,3e

61,1e

59,5b

59,5

35,8

37,3

46,0

46,3

24,2

20,4

70,5

70,8

Tassi di occupazione, 20-64 anni (% della popolazione)

Totale

55,6

56,7

51,3

51,9

56,6e

59,3e

54,8b

56,0

53,2

53,9

43,2

43,2

31,3

29,1

69,2

70

Uomini

61,4

61,9

61,6

61,5

65,2e

68,1e

62,5b

63,7

75,0

75,3

54,6

53,9

48,4

44,9

75,0

75,8

Donne

49,4

51,5

40,8

42,1

48,5e

50,7e

47,2b

48,3

31,6

32,6

31,9

32,4

14,5

13,2

63,4

64,2

Persone di età compresa tra 15 e 24 anni che non lavorano e non frequentano corsi di istruzione o formazione (% della popolazione in questa fascia d'età)

17,7

19,1

:

:

30,9e

29,6

20,7

20,1

24,9

24,0

26,1

27,7

:

:

12,5

12,0

Persone di età compresa tra 15 e 29 anni che non lavorano e non frequentano corsi di istruzione o formazione (% della popolazione in questa fascia d'età)

22,6

23,4

:

:

34,5e

32,8

25,6

24,6

28,5

28,0

31,8

32,8

:

:

15,4

14,8

Occupazione per settori principali

Agricoltura, silvicoltura e pesca (%)

2)

5,7

7,7

18,5

17,9

42,7e

41,3e

19,9b

19,4

21,1

20,6

17,1

17,9

2,6

2,3

4,7

4,5

Industria (%)

2)

11,1

10,8

23,4

23,4

11,0e

11,6e

20,2b

19,9

20,5

20,0

22,1

22,0

17,7

18,7

17,4

17,3

Costruzione (%)

2)

6,5

6,6

7,0

7,1

6,4e

6,9e

4,5b

4,5

7,4

7,2

7,9

7,5

10,9

9,5

6,8

6,8

Servizi (%)

2)

76,7

74,8

51,1

51,6

39,4e

40,2

55,4b

56,1

51,0

52,2

52,7

52,4

67,2

68,3

71,0

71,3

Persone occupate nel settore pubblico sul totale degli occupati, persone di età compresa tra 20 e 64 anni (%)

3)

32,8

32,4

:

:

17,5e

16,7e

31,4b

29,7

13,1b

13,5

31,9

31,2

31,4s

32,6

:

:

Persone occupate nel settore privato sul totale degli occupati, persone di età compresa tra 20 e 64 anni (%)

3)

48,2

46,8

:

:

82,5e

83,3e

68,6b

70,3

86,9b

86,5

63,1

63,2

68,6s

67,4

:

:

Tassi di disoccupazione (% della forza lavoro)

Totale

4)

18,0

17,5

28,0

26,1

17,5e

17,1e

19,2b

17,6

9,9

10,3

27,6

27,9

35,3

32,9

10,2

9,4

Uomini

4)

17,8

17,7

27,7

26,7

19,2e

17,1e

18,3b

16,8

9,1

9,3

25,3

25,9

33,1

31,8

10,1

9,3

Donne

4)

18,2

17,3

28,6

25,1

15,2e

17,1e

20,3b

18,7

11,9

12,6

31,2

30,9

41,6

36,6

10,3

9,5

Giovani, età compresa tra 15 e 24 anni

4)

35,8

37,6

53,1

47,3

39,0e

39,8e

47,4b

43,2

17,8

18,4

62,7

62,3

61,0

57,7

22,2

20,4

Di lungo periodo (> 12 mesi)

4)

14,0

13,6

23,4

21,3

11,2e

11,3e

12,8b

11,3

2,0

2,2

23,4

22,8

26,1

23,8

5,0

4,5

Retribuzioni mensili nominali medie (in euro)

5)

479,0

:

:

:

378,8

386,4

523,6

506,4

:

:

424,4

424,4

:

:

:

:

Istruzione

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Giovani che abbandonano prematuramente gli studi o la formazione: percentuale della popolazione di età compresa tra 18 e 24 anni in possesso al massimo di un titolo di istruzione secondaria inferiore e che non frequenta corsi di istruzione o di formazione (%)

5,1

5,7

12,5

11,3p

26,0e

21,3e

8,5

7,5

38,3

36,7

25,2

26,3

:

:

11,2

11,0

Spesa pubblica per l'istruzione in rapporto al PIL (%)

:

:

:

:

3,3

:

4,2

:

5,1

:

:

:

4,4

:

:

:

Percentuale della popolazione di età compresa tra 20 e 24 anni in possesso al massimo di un titolo di istruzione elementare, totale

1,1

6,6

:

13,7

30,9e

24,9e

10,1b

8,6

12,6

11,5

6,5

6,2

20,7

17,9

:

:

Percentuale della popolazione di età compresa tra 20 e 24 anni in possesso al massimo di un titolo di istruzione elementare, uomini

1,2

6,9

:

:

31,0e

27,1e

10,2b

9,3

6,9

7,1

5,8

5,6

18,8

14,9

:

:

Percentuale della popolazione di età compresa tra 20 e 24 anni in possesso al massimo di un titolo di istruzione elementare, donne

1,0

6,3

:

:

30,7e

22,6e

10,0b

7,9

17,9

15,7

7,2

6,9

22,9

21,3

:

:

Percentuale della popolazione di età compresa tra 20 e 24 anni in possesso di un titolo di istruzione secondaria, totale

86,3

80,6

:

76,1

49,7e

52,4e

82,3b

83,2

70,0

69,9

85,6

86,3

68,2

67,3

:

:

Percentuale della popolazione di età compresa tra 20 e 24 anni in possesso di un titolo di istruzione secondaria, uomini

87,8

85,3

:

:

55,9e

57,9e

84,8b

84,5

76,7

76,9

89,6

88,6

71,8

72,4

:

:

Percentuale della popolazione di età compresa tra 20 e 24 anni in possesso di un titolo di istruzione secondaria, donne

84,7

75,7

:

:

43,5e

46,8e

79,7b

81,7

63,8

63,3

81,2

83,5

64,0

61,5

:

:

Percentuale della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni in possesso di un titolo di istruzione terziaria, totale

28,3

31,0

24,9

28,6

16,7e

22,1e

27,0b

28,9

21,5

23,5

18,9

17,2

14,8

17,2

37,8

38,6

Percentuale della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni in possesso di un titolo di istruzione terziaria, uomini

25,3

32,9

21,4

23,1

14,0e

19,6e

21,5b

24,2

23,4

25,0

15,2

13,4

16,6

19,5

33,4

33,9

Percentuale della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni in possesso di un titolo di istruzione terziaria, donne

31,3

32,2

28,7

34,5

19,2e

24,7e

32,8b

33,7

19,6

22,1

23,2

21,3

13,0

14,7

42,2

43,3

Conti nazionali

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Prodotto interno lordo

A prezzi correnti (in miliardi di euro)

6)

3,5

3,6

8,6

9,1p

10,0p

10,3p

33,3

33,5

601,5

645,4

14,0

14,6

5,6

:

13 987,3

14 693,0

Pro capite (in euro)

6)

5 600

5 800

4 100

4 400p

3 400

3 600

4 700

4 700

7 800

8 300

3 600

3 800

3 100

:

27 500

28 800

In standard di potere d'acquisto (SPA) pro capite

6)

11 200

11 800

10 100

10 600

8 300

8 600

10 200

10 300

14 600

15 100

8 000

8 300

:

:

27 500

28 700

In standard di potere d'acquisto (SPA) pro capite, in rapporto alla media UE (UE-28 = 100)

6)

41

41

37

37

30

30

37

36

53

53

29

29

:

:

-

-

Tasso annuo di variazione (volume) reale, rispetto all'anno precedente (%)

6)

1,8

3,4

3,5p

3,7e

1,8p

2,8p

-1,8

0,8

3,0

4,0

1,1

:

1,2

:

1,5

2,2

Valore aggiunto lordo per settori principali

Agricoltura, silvicoltura e pesca (%)

6)

10,0

9,8

11,7

11,4p

22,9p

22,1p

9,3

8,2

8,0

8,5

7,1

:

14,3

:

1,6

1,5

Industria (%)

6)

13,5

12,9

18,3

18,7p

14,7p

14,6p

25,1

25,9

22,0

21,5

21,3

:

19,4

:

19,1

19,2

Costruzione (%)

6)

4,2

4,6

8,0

7,9p

10,0p

10,8p

5,1

5,5

5,1

5,0

4,7

:

7,3

:

5,4

5,4

Servizi (%)

6)

72,3

72,7

62,0

62,0p

52,4p

52,5p

60,5

60,4

64,9

65,0

66,9

:

59,0

:

73,9

73,9

Bilancia dei pagamenti

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Investimento diretto estero netto (in entrata - in uscita) (IDE) (in milioni di euro)

13)

353,9

619,3

197,4

170,7

811,5

818,4

1 236,3

1 803,8

4 121,9

10 641,7

386,1

221,2

123,8

287,3

-22 872,0

:

Investimento diretto estero netto (in entrata - in uscita) (IDE) (% rispetto al PIL)

13)

10,2

17,1

2,3

1,9p

8,1p

8,0p

3,7

5,4

0,7

1,6

2,8

1,5

2,2

:

-0,2

:

Investimento diretto estero netto (in entrata - in uscita) (IDE) rispetto all'UE-28 (in milioni di euro)

14)

102,5

403,0

10,8

-169,2

:

:

1 073,9

1 480,4

1 509,5

4 809,2

:

:

82,4

101,3

-

-

Investimento diretto estero netto (in entrata - in uscita) (IDE) rispetto all'UE-28 (% rispetto al PIL)

14)

3,0

11,1

0,1

-1,9

:

:

3,2

4,4

0,3

0,7

:

:

1,5

:

-

-

Rimesse (% rispetto al PIL)

15)

1,3

:

2,2p

2,1e

:

:

7,8

8,7

0,1

0,1

8,5

8,3

:

:

0,1

:

Commercio estero di beni

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Commercio internazionale di beni

Quota delle esportazioni verso paesi dell'UE-28 rispetto al valore totale delle esportazioni (%)

35,8

35,7

76,5

77,2

77,4

75,5

65,7

67,0

43,5

44,5

72,1

71,6

30,2

32,6

-

-

Quota delle importazioni da paesi dell'UE-28 rispetto al valore totale delle importazioni (%)

45,8

41,3

63,4

62,1

61,1

61,8

57,1

57,3

36,7

38,0

58,9

60,8

42,6

42,2

-

-

Bilancia commerciale (in milioni di euro)

-1 451

-1 524

-1 758

-1 726

-2 114

-2 154

-2 950

-2 985

-63 685

-56 977

-3 844

-3 510

-2 214

-2 309

11 139

64 169

Commercio internazionale di beni e servizi rispetto al PIL

Importazioni (% del PIL)

6)

60,0

61,1

64,9

65,0p

47,2p

:

54,2

56,4

32,1

30,8

:

:

50,6

:

40,4

40,5

Esportazioni (% del PIL)

6)

40,1

42,5

47,7

48,8p

28,2p

:

43,4

46,7

27,9

28,0

:

:

19,6

:

43,1

43,8

Finanze pubbliche

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Statistiche sulle finanze pubbliche, rispetto al PIL

** Avanzo delle amministrazioni pubbliche (+) / deficit (–) (%)

7)

-3,1

7,7

-4,2

-3,5

-5,2

-4,0

-6,7

-3,8

0,4

1,7

-2,0

0,7

:

:

-3,0

-2,4

** Debito delle amministrazioni pubbliche (%)

7) 8)

56,7

63,3

38,2

38,0

71,8

72,5

72,4

76,4

34,5

31,3

41,6

41,9

10,5

12,8

86,8

85,2

Indicatori finanziari

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Variazione annuale dei prezzi al consumo (%)

-0,7

1,5

-0,3

-0,3

0,7

2,0

2,9

1,9

8,9

7,7

-0,9

-1,0

0,4

-0,5

0,5

0,0

Debito estero totale, rispetto al PIL (%)

9)

:

:

70,3p

69,9p

69,6

73,9

77,1

80,1

55,0

56,4

:

:

32,3

:

:

:

Tasso di interesse debitore (a un anno), pro anno (%)

10)

9,22

8,53

3,75

3,75

7,66

7,77

10,50

6,50

11,68

10,79

6,32

5,74

10,70

:

:

:

Tasso di interesse sui depositi (a un anno), pro anno (%)

11)

1,86

1,23

0,50

0,25

1,92

1,35

5,50

2,50

7,75

7,27

0,09

0,09

1,07

:

:

:

Valore delle attività di riserva (compreso l'oro) (in milioni di euro)

12)

545

674

2 436

2 262

2 192

2 880

9 907

10 378

95 824

99 620

4 001

4 400

746

861

:

:

Riserve internazionali in mesi di importazioni

12)

3,2

3,7

5,3

4,6

5,6

7,6

6,6

6,6

5,9

6,0

6,1

6,8

3,2

:

:

Imprese

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Indice della produzione industriale (2010 = 100)

81,8

88,3

112,5

118,0

139,2

142,4

98,8

107,1

120,5

124,3

103,9

107,1

:

:

101,7

103,9

Infrastrutture

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Densità della rete ferroviaria (linee operative per migliaia di km²)

18,1

18,1

27,2

27,2

12,0

13,2s

49,3

48,6s

12,9

12,9

20,1

20,1

30,6

30,6

:

:

Rete autostradale (in km)

0

0

259

259

:

:

607

693

2 155

2 159

128

128

80

80

:

:

Energia

Nota:

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

2014

2015

Importazioni nette di energia rispetto al PIL

16)

5,4

4,2

8,5

6,4

1,3

0,7

5,3

4,7

1,8

1,4

6,8

5,3

6,9

:

2,4

1,7

: = non disponibile

b = discontinuità nella serie

e = valore stimato

p = provvisorio

s = stima di Eurostat

- = non applicabile

* = Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell'UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.

** = I dati sul disavanzo pubblico e sul debito dei paesi dell'allargamento sono pubblicati così come vengono ricevuti e senza alcuna garanzia circa la loro qualità e la loro conformità alle norme del SEC.

Note:

1)

Bosnia-Erzegovina: popolazione a metà anno.

2)

Albania: la somma delle quote non è pari a 100% a causa di casi in cui le persone non possono essere classificate per una particolare attività.

3)

Bosnia-Erzegovina: la somma delle quote non è pari a 100% perché altri tipi di proprietà sono esclusi. Montenegro: escluse le ONG.

4)

Turchia: disoccupazione basata sul criterio delle 4 settimane + utilizzando solo metodi attivi di ricerca di lavoro.

5)

Serbia, 2014: retribuzioni versate ai dipendenti di soggetti giuridici e di imprese non costituite in società. Bosnia-Erzegovina: retribuzione netta.

6)

Turchia e Bosnia-Erzegovina: dati del SEC 1995.

7)

UE-28: dati del SEC 2010.

8)

Il valore del PIL è ricavato dal Medium Term Expenditure Framework (programma quadro di spese a medio termine) 2016-2018 (aprile 2015).

9)

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia: dati basati sul manuale della bilancia dei pagamenti, 6ª edizione.

10)

Albania: tasso medio ponderato applicato ai nuovi prestiti di 12 mesi per il rispettivo mese, con scadenza a 12 mesi. Bosnia-Erzegovina: tassi dei prestiti a breve termine a società non finanziarie in valuta nazionale (media ponderata). Montenegro: media ponderata del tasso di interesse effettivo, consistenze, annuale. Ex Repubblica jugoslava di Macedonia: fine dell'esercizio (31 dicembre). Kosovo: comprende spese e commissioni applicate dalle banche.

11)

Albania: il tasso di interesse sui depositi rappresenta il tasso medio ponderato per i nuovi depositi per il rispettivo mese, con scadenza a 12 mesi. Bosnia-Erzegovina: tassi per depositi a vista in valuta nazionale delle famiglie (media ponderata). Montenegro: media ponderata del tasso di interesse effettivo, consistenze, annuale. Ex Repubblica jugoslava di Macedonia: fine dell'esercizio (31 dicembre). Turchia: depositi overnight. Kosovo: comprende spese e commissioni applicate dalle banche.

12)

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia: fine dell'esercizio (31 dicembre).

13)

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Albania, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo e UE-28: dati basati sul manuale della bilancia dei pagamenti, 6ª edizione.

14)

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia e Kosovo: dati basati sul manuale della bilancia dei pagamenti, 6ª edizione.

15)

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Serbia, Bosnia-Erzegovina e UE-28: dati basati sul manuale della bilancia dei pagamenti, 6ª edizione.

16)

Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Albania, Turchia e Kosovo: calcoli di Eurostat.

(1)

*Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell'UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.

(2)

 Lo Stato di diritto e i diritti fondamentali (funzionamento del sistema giudiziario, corruzione, criminalità organizzata, libertà di espressione), i criteri economici, la riforma della pubblica amministrazione e tre capitoli strettamente legati a tali settori fondamentali (appalti pubblici, statistiche, controllo finanziario).

(3)

Libera circolazione delle merci, diritto di stabilimento e libera prestazione di servizi, servizi finanziari, agricoltura e sviluppo rurale, pesca, politica dei trasporti, unione doganale e relazioni esterne.

(4)

*    Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell'UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.

(5)

 Tutti questi gruppi rientrano nel termine più ampio "Rom" nel quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom.

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