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Document 52015IP0320

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 settembre 2015 sull'imprenditoria sociale e l'innovazione sociale nella lotta alla disoccupazione (2014/2236(INI))

OJ C 316, 22.9.2017, p. 224–232 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

22.9.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 316/224


P8_TA(2015)0320

Imprenditoria sociale e innovazione sociale nella lotta alla disoccupazione

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 settembre 2015 sull'imprenditoria sociale e l'innovazione sociale nella lotta alla disoccupazione (2014/2236(INI))

(2017/C 316/26)

Il Parlamento europeo,

vista la comunicazione della Commissione, del 3 marzo 2010, dal titolo «Europa 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),

vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2013 sulla responsabilità sociale delle imprese: comportamento commerciale trasparente e responsabile e crescita sostenibile (1),

vista la sua risoluzione del 19 febbraio 2009 sull'economia sociale (2),

vista la sua risoluzione del 2 luglio 2013 sul contributo delle cooperative al superamento della crisi (3),

visto l'articolo 184 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

visto il regolamento (UE) n. 346/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2013, relativo ai fondi europei per l'imprenditoria sociale,

vista la sua risoluzione del 20 novembre 2012 sull'Iniziativa per l'imprenditoria sociale — Costruire un ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro dell'economia e dell'innovazione sociale (4),

vista la sua dichiarazione del 10 marzo 2011 (5),

viste le conclusioni del Consiglio del 20 maggio 2014 relative alla promozione dell'imprenditorialità giovanile per favorire l'inclusione sociale dei giovani (6),

visto il regolamento (UE) n. 1296/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, relativo a un programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale («EaSI»), che introduce l'asse «Microfinanza e imprenditoria sociale»,

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, del 25 ottobre 2011, dal titolo «Iniziativa per l'imprenditoria sociale» (COM(2011)0682),

vista la comunicazione della Commissione, del 6 maggio 2015, dal titolo «Strategia per il mercato unico digitale in Europa» (COM(2015)0192),

vista la comunicazione della Commissione, del 20 febbraio 2013, dal titolo «Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020» (COM(2013)0083),

visto l'articolo 52 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali (A8-0247/2015),

A.

considerando che l'economia sociale e solidale dà lavoro a oltre 14 milioni di persone, ossia a circa il 6,5 % dei lavoratori dell'Unione; che nell'UE esistono due milioni di aziende dell'economia sociale e solidale, le quali rappresentano il 10 % delle imprese dell'Unione;

B.

considerando che, a seguito della crisi economica e finanziaria, i livelli di povertà ed esclusione sociale sono aumentati unitamente alla disoccupazione di lungo periodo, alla disoccupazione giovanile e alle disuguaglianze sociali;

C.

considerando che i gruppi maggiormente esclusi e svantaggiati sul mercato del lavoro sono stati i più colpiti dalla crisi economica e finanziaria, come ad esempio le persone con disabilità, i giovani, gli anziani, le donne, i disoccupati di lungo periodo e i lavoratori svantaggiati;

D.

considerando che la crisi economica e finanziaria dovrebbe essere vista come un'opportunità per adoperarsi a favore di un modello economico dell'Unione più sostenibile, che presti maggiore attenzione alla coesione sociale e territoriale e alla sostenibilità ambientale; che un eventuale miglioramento della situazione economica e finanziaria dovrebbe essere integrato da un forte sostegno ad un'occupazione inclusiva, sostenibile e di qualità; che l'economia sociale e solidale può contribuire al raggiungimento di tale obiettivo e dovrebbe altresì essere considerata un fattore determinate in una simile transizione, in grado di contribuire a bilanciare le questioni sociali, ambientali ed economiche;

E.

considerando che i prestatori di servizi di assistenza sociale e sanitaria, molti dei quali costituiti da imprese sociali, rappresentano uno degli ambiti principali di crescita occupazionale nell'UE, dal momento che tra il 2009 e il 2013 hanno creato 1,3 milioni di posti di lavoro; che ciò dimostra la duplice capacità del settore di creare nuovi posti di lavoro, anche in periodi di crisi, e di rafforzare la coesione sociale e territoriale in Europa, in particolare favorendo l'occupazione degli utenti dei servizi;

F.

considerando che la conferenza sul tema «Liberare il potenziale dell'economia sociale per la crescita in Europa», svoltasi a Roma il 17 e il 18 novembre 2014, ha riconosciuto che l'economia sociale e solidale svolge un ruolo fondamentale nei paesi europei e contribuisce a realizzare alcuni importanti obiettivi perseguiti dall'UE, come la creazione e la conservazione di posti di lavoro, la coesione sociale, l'innovazione sociale, lo sviluppo rurale e regionale e la protezione ambientale;

G.

considerando che portare il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dal 69 % ad almeno il 75 % e ridurre del 25 % il numero di europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali, togliendo dalla povertà più di 20 milioni di persone, sono obiettivi della strategia Europa 2020 tuttora non raggiunti;

H.

considerando che la dichiarazione di Strasburgo del gennaio 2014 afferma che le imprese sociali devono svolgere un ruolo più importante nel futuro dell'Europa;

I.

considerando che l'UE è la regione con la popolazione più anziana e con la crescita demografica più bassa al mondo; che, stando alle previsioni, entro il 2050 l'età media nell'UE supererà i 50 anni; che l'invecchiamento della popolazione e i cambiamenti demografici rappresentano una sfida per i sistemi di protezione sociale;

J.

considerando che le imprese dell'economia sociale e solidale non solo mirano a migliorare le condizioni economiche e sociali, ma offrono anche condizioni di lavoro flessibili e innovative e hanno una maggiore capacità di adattamento alle circostanze economiche e sociali;

K.

considerando che le imprese dell'economia sociale e solidale si caratterizzano per la loro governance democratica, per una forte partecipazione dei loro membri o soci alla gestione dell'impresa e per un'elevata trasparenza delle loro operazioni, rispondendo inoltre alla crescente richiesta dei cittadini di un comportamento imprenditoriale etico, sociale e rispettoso dell'ambiente;

L.

considerando che le imprese dell'economia sociale e solidale includono un ampio ventaglio di società e che la maggior parte di esse non è riconosciuta da un quadro giuridico a livello dell'Unione, ma solo a livello nazionale in alcuni Stati membri, con diverse forme giuridiche;

M.

considerando che le società cooperative generano posti di lavoro di elevata qualità non delocalizzabili, aperti a tutti e che resistono alla crisi; che, grazie al modello imprenditoriale cooperativo, esse hanno conosciuto un aumento del volume d'affari e una crescita durante la crisi, con meno fallimenti ed esuberi;

N.

considerando che il regolamento (UE) n. 1296/2013 relativo a un programma dell'Unione europea per l'occupazione e l'innovazione sociale («EaSI») definisce all'articolo 2, punti 1 e 5, le «imprese sociali» e le «innovazioni sociali»;

O.

considerando che l'innovazione sociale fa riferimento allo sviluppo e all'attuazione di nuove idee, siano esse prodotti, servizi o modelli di organizzazione sociale, concepite per rispondere alle nuove esigenze e sfide sociali, territoriali e ambientali, come ad esempio l'invecchiamento della popolazione, lo spopolamento, l'equilibrio tra vita professionale e vita familiare, la gestione della diversità, la lotta alla disoccupazione giovanile, l'integrazione delle persone maggiormente escluse dal mercato del lavoro nonché la lotta al cambiamento climatico;

P.

considerando che quelli sociali sono investimenti nelle persone pensati per rafforzare le loro competenze e capacità e per sostenerle affinché partecipino pienamente al mondo del lavoro e alla vita sociale; che gli investimenti sociali riguardano di solito politiche nei settori dell'istruzione, dei servizi per l'infanzia, dell'assistenza sanitaria, della formazione, dell'assistenza nella ricerca di un'occupazione e della riabilitazione;

Q.

considerando che il mancato riconoscimento delle imprese dell'economia sociale e solidale, le quali, talvolta, non sono nemmeno riconosciute quali attori economici, rende più difficile il loro accesso ai finanziamenti sia pubblici che privati; che i fondi strutturali e i programmi europei dovrebbero contribuire a modernizzare le strutture economiche, ivi compresa l'economia sociale e solidale, la quale è rappresentata da vari tipi di imprese di diverse dimensioni (cooperative, mutue, fondazioni, associazioni e nuove forme di imprese dell'economia sociale e solidale), la maggior parte delle quali sono PMI e microimprese;

R.

considerando che l'istruzione e la formazione devono essere settori prioritari nella promozione della cultura imprenditoriale tra i giovani;

S.

considerando che il divario di genere nell'imprenditoria sociale è inferiore rispetto alle forme d'imprenditoria tradizionali; che le imprenditrici sociali contribuiscono in maniera significativa alla riduzione dell'esclusione sociale e alla creazione di nuove opportunità di sviluppo;

T.

considerando che è necessario fornire formazione e riqualificazione delle competenze per i disoccupati di lungo corso nel settore sociale, al fine di offrire loro nuove opportunità in un ambito innovativo come quello dell'economia sociale e solidale;

U.

considerando che le imprese dell'economia sociale e solidale, in particolare le imprese di formazione e collocamento professionale, offrono opportunità di lavoro soprattutto alle persone maggiormente escluse dal mercato del lavoro, la cui condizione di disoccupati si tramuta spesso in disoccupazione di lunga durata; che gli Stati membri potrebbero valutare modalità per sostenere le imprese dell'economia sociale e solidale che assumono disoccupati o beneficiari di prestazioni sociali, prevedendo anche, se del caso, riduzioni delle imposte e dei premi sociali;

V.

considerando che è altresì importante l'effetto complementare e supplementare dell'economia sociale e solidale, unitamente alle altre misure che promuovono l'occupazione; che occorre prestare maggiore attenzione a soluzioni che promuovano il reinserimento nel mercato del lavoro delle persone prive delle capacità di base e competitive necessarie, in modo che siano successivamente in grado di beneficiare dei vantaggi offerti dalle soluzioni più innovative dell'economia sociale e solidale;

W.

considerando che il dialogo sociale è essenziale per il funzionamento dell'economia sociale di mercato dell'UE oltre ad essere fondamentale per promuovere la competitività e l'equità; che il dialogo sociale e la consultazione delle parti sociali nel quadro del processo decisionale dell'UE rappresentano un'importante innovazione sociale;

X.

considerando che gli appalti pubblici assumono spesso la forma di grandi bandi per la fornitura di servizi o di beni, eseguiti una tantum, che possono escludere gli attori più piccoli;

Introduzione

1.

osserva che le imprese dell'economia sociale e solidale, pur non essendo necessariamente organizzazioni senza scopo di lucro, sono imprese che mirano al raggiungimento di un fine sociale, sia esso la creazione di posti di lavoro per gruppi vulnerabili, la prestazione di servizi ai loro membri o, più in generale, la realizzazione di un impatto sociale e ambientale positivo, e che reinvestono i profitti principalmente per conseguire predetti obiettivi; rileva che le imprese dell'economia sociale e solidale si distinguono per il loro impegno a rispettare i seguenti valori:

centralità della persona e del fine sociale rispetto al capitale;

governance democratica da parte dei membri;

conciliazione degli interessi dei membri e degli utenti con l'interesse generale;

salvaguardia e applicazione dei principi di solidarietà e responsabilità;

reinvestimento delle risorse inutilizzate negli obiettivi di sviluppo a lungo termine ovvero nella prestazione di servizi di interesse per i membri o di interesse generale;

adesione volontaria e aperta;

gestione autonoma e indipendente rispetto ai pubblici poteri.

2.

ritiene che la Commissione dovrebbe riconoscere la diversità delle imprese sociali e garantire l'adozione di provvedimenti a livello di Unione a sostegno delle imprese sociali e solidali di tutti i tipi;

3.

invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare in modo coerente e senza indugio tutte le misure definite nell'ambito dell'Iniziativa per l'imprenditoria sociale del 2012; invita inoltre la Commissione a predisporre quanto prima una seconda fase dell'iniziativa, in collaborazione con gli Stati membri e le autorità regionali e locali, le organizzazioni della società civile e i principali attori dell'economia sociale e solidale, in modo da estenderne e approfondirne la portata;

4.

rileva che l'economia sociale e solidale non può sostituirsi allo Stato sociale e ai servizi pubblici;

5.

osserva che il modello dell'imprenditoria sociale attrae spesso i giovani e dà loro l'opportunità di fornire risposte innovative alle attuali sfide economiche, sociali e ambientali;

6.

sottolinea che le imprese dell'economia sociale e solidale presentano un forte radicamento locale e regionale, il che dà loro il vantaggio di conoscere meglio le esigenze specifiche e di offrire prodotti e servizi, perlopiù a livello di comunità, in linea con tali esigenze, migliorando quindi la coesione sociale e territoriale; ritiene che occorra promuovere la cooperazione delle imprese dell'economia sociale e solidale al di là dei confini nazionali e dei limiti settoriali onde consentire lo scambio di conoscenze e di pratiche, in modo da poter sostenere nello specifico la crescita di tali imprese;

7.

invita la Commissione e gli Stati membri a proporre piani e azioni per migliorare l'assetto territoriale, soprattutto nelle zone che presentano svantaggi naturali o demografici permanenti, circostanza che non solo contribuirà alla creazione e allo sviluppo di imprese dell'economia sociale e solidale così come alla promozione dell'innovazione e dell'imprenditoria sociale, ma consentirà anche di consolidare la coesione sociale e territoriale nell'UE e di far fronte più agevolmente alle sfide demografiche cui è confrontata l'Unione;

8.

accoglie con profonda soddisfazione l'aumento del numero di imprese tradizionali che applicano, all'interno dei loro programmi commerciali, strategie di responsabilità sociale delle imprese; evidenzia tuttavia che l'attuazione di simili strategie non è una condizione sufficiente affinché una persona giuridica sia considerata un'impresa dell'economia sociale;

9.

ritiene che sia importante determinare le origini dell'inferiore divario di genere nell'imprenditoria sociale, affinché tali fattori possano essere tenuti in considerazione dai decisori in sede di promozione dell'imprenditoria sociale e tradizionale;

10.

ritiene che l'innovazione sociale contribuisca in maniera significativa a gettare le basi di una crescita al servizio di una società più sostenibile, inclusiva e in grado di garantire coesione economica, sociale e territoriale; osserva che l'innovazione sociale deve prefiggersi l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi in modo efficiente, piuttosto che ridurre semplicemente i costi;

11.

si compiace che quattro Stati membri dell'UE (Spagna, Francia, Portogallo e Belgio) dispongano di una normativa nazionale concernente l'economia sociale e solidale, che la Polonia abbia lanciato una strategia per sviluppare l'economia sociale e solidale e che la Romania stia discutendo dell'approvazione di una normativa per disciplinare l'economia sociale e solidale;

12.

ritiene che la Commissione dovrebbe riconoscere e sostenere il ruolo dei prestatori di servizi sociali senza scopo di lucro, sia a livello politico che finanziario;

13.

sottolinea la necessità di promuovere uno scambio di pratiche tra le imprese innovative dell'economia sociale e solidale, le scuole, il mondo accademico e i soggetti interessati nel settore degli investimenti sociali, tenendo altresì conto delle esigenze della società, al fine di promuovere le competenze imprenditoriali e rafforzare le condizioni che permettano alle imprese dell'economia sociale e solidale di svilupparsi e crescere, oltre a creare poli di innovazione sociale; ritiene che sia importante tenere conto delle opinioni dei soggetti interessati, ivi comprese le parti sociali e le organizzazioni di consumatori; invita gli Stati membri a promuovere il modello dell'impresa cooperativa;

14.

sottolinea che, per creare le condizioni quadro necessarie per un sistema di innovazione sociale in tutti gli Stati membri, questi ultimi sono tenuti a collaborare, dal momento che l'economia sociale e solidale da sola non può combattere i sintomi e le cause dei problemi sociali più urgenti;

Strategia Europa 2020

15.

riconosce che l'UE è lungi dal raggiungere gli obiettivi fissati nella strategia Europa 2020, specialmente per quanto riguarda gli obiettivi legati all'occupazione, all'innovazione e alla riduzione della povertà e dell'esclusione sociale; rileva che l'economia sociale e solidale contribuisce non solo a un modello economico sostenibile, intelligente e inclusivo ma anche al modello sociale europeo e fa parte del mercato unico e merita pertanto di essere riconosciuta e sostenuta con forza dall'UE e dagli Stati membri, come previsto dalle costituzioni di alcuni Stati membri e da diversi documenti chiave dell'UE; chiede pertanto che si tenga conto dell'economia sociale e solidale in sede di revisione della strategia Europa 2020 in considerazione del contributo significativo che può apportare al raggiungimento degli obiettivi di tale strategia;

16.

sottolinea che l'evoluzione demografica sarà accompagnata da nuovi modelli di consumo e che l'invecchiamento della popolazione nei paesi sviluppati porterà nuove esigenze in materia di prestazioni sociali, ma offrirà anche opportunità di creare imprese socialmente responsabili;

17.

pone l'accento sul fatto che l'economia sociale e solidale, data la sua natura sociale e inclusiva, offre lavoro ai gruppi che più spesso sono esclusi dal mercato del lavoro, contribuendo in tal modo alla solidarietà, alla coesione sociale e alla crescita economica;

18.

ritiene che le imprese dell'economia sociale e solidale possano sviluppare processi che consentono di gestire in maniera più efficace, responsabile e trasparente risorse limitate e favorire l'attuazione di misure di responsabilità sociale;

19.

chiede agli Stati membri di includere meglio le imprese dell'economia sociale e solidale nei programmi d'azione relativi all'occupazione e all'integrazione sociale, nonché nei programmi di riforma nazionali, al fine di liberare e sfruttare il potenziale di creazione di posti di lavoro e il contributo che possono apportare alla realizzazione degli obiettivi principali di Europa 2020;

20.

si compiace che la dotazione finanziaria di prefinanziamento dell'iniziativa europea a favore della gioventù sia stata aumentata del 30 %; invita gli Stati membri a coordinare, nei rispettivi piani di attuazione nazionali relativi alla Garanzia per i giovani, le misure atte a favorire l'imprenditoria sociale; invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare l'imprenditoria sociale e l'innovazione nei programmi operativi nazionali del FSE; chiede con insistenza che i programmi relativi alla Garanzia per i giovani siano attuati in modo efficace ed efficiente;

Appalti pubblici

21.

sottolinea che le imprese dell'economia sociale e solidale incontrano difficoltà nell'accesso agli appalti pubblici, quali gli ostacoli legati alle loro dimensioni e capacità finanziaria; chiede un recepimento e un'attuazione efficaci delle nuove direttive sugli appalti pubblici e sulle concessioni (direttive 2014/24/UE, 2014/25/UE e 2014/23/UE) per conseguire una maggiore partecipazione delle imprese dell'economia sociale e solidale alle procedure di appalto per i contratti pubblici, riservare in maggiore misura contratti per tali imprese, promuoverne il ruolo e favorire l'inclusione sociale e l'innovazione sociale; chiede che si intervenga per agevolare la partecipazione di tali imprese agli appalti pubblici offrendo una consulenza adeguata, semplificando le procedure cui devono adempiere e preparando i bandi in modo tale da rendere gli appalti accessibili agli operatori più piccoli; chiede che negli appalti pubblici sia data priorità alle offerte con il maggior valore economico e sociale più che a quelle con il prezzo più basso, includendo criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici;

22.

accoglie con soddisfazione la riforma della direttiva sugli appalti pubblici e sulle concessioni, che include clausole e criteri sociali atti a favorire l'inclusione sociale e l'innovazione sociale oltre ai contratti riservati per aiutare l'occupazione delle persone più sfavorite nel mercato del lavoro; invita pertanto gli Stati membri ad attuare correttamente tali principi relativi agli appalti nell'ambito di tutte le procedure di gara e selezione e a utilizzare ampiamente il sistema MEAT (offerta economicamente più vantaggiosa) nel rispetto degli obblighi ambientali, sociali e del diritto del lavoro; esorta gli Stati membri a includere clausole e criteri sociali nelle procedure relative agli appalti pubblici al fine di rafforzare la posizione delle persone sfavorite nel mercato del lavoro, ridurre gli oneri amministrativi, semplificare le procedure e adottare misure più efficaci contro la corruzione;

23.

deplora che la strategia della Commissione relativa a un mercato unico digitale per l'Europa non faccia riferimento alle imprese dell'economia sociale e solidale e del loro potenziale contributo al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione; deplora il fallimento di tale strategia nel tener conto della necessità di garantire un accesso pieno, equo e illimitato per tutti alle nuove tecnologie, ai mercati e alle telecomunicazioni digitali, in particolare alle persone con disabilità; sottolinea che le imprese sociali e solidali del settore tecnologico possono svolgere un ruolo cruciale nell'affrontare in modo semplice ed efficiente sotto il profilo dei costi le sfide sociali;

Finanziamento

24.

si rammarica del fatto che le imprese dell'economia sociale e solidale incontrino maggiori problemi delle imprese tradizionali nel reperire finanziamenti pubblici e privati e chiede, pertanto, che il settore pubblico e i prestatori di servizi finanziari sviluppino una vasta gamma di strumenti finanziari che sostengano efficacemente le imprese dell'economia sociale in ogni fase del proprio sviluppo, segnatamente quella dell'avviamento; invita, inoltre, a creare un quadro inteso a far incontrare i potenziali investitori e i fondi specializzati;

25.

sottolinea che l'accesso ai finanziamenti è ostacolato dal mancato riconoscimento della realtà delle imprese dell'economia sociale e solidale da parte dei gestori degli intermediari finanziari; sottolinea la necessità di migliorare la formazione di tali gestori relativamente a tali imprese onde facilitare il loro accesso ai finanziamenti; chiede, pertanto, che sia introdotto un marchio di qualità europeo per l'«imprenditoria sociale» che permetta gli investitori di identificare i fondi il cui portafoglio è composto da imprese dell'economia sociale, in particolare il Fondo europeo per l'imprenditoria sociale;

26.

sottolinea la necessità di un maggiore stimolo alla creazione ed al supporto di reti di impresa sociale, al fine di promuovere sinergie nella organizzazione, scambio e diffusione di tecnologie nonché sviluppo di servizi tra produttori di regioni diverse;

27.

sottolinea la necessità di promuovere un dialogo più strutturato tra PMI, imprese sociali e solidali e istituzioni finanziarie, per mezzo di piattaforme on line dedicate;

28.

accoglie con soddisfazione l'approvazione del regolamento relativo ai fondi europei per l'imprenditoria sociale;

29.

plaude al fatto che una parte delle risorse stanziate a titolo dell'EaSI sia destinata al finanziamento di imprese dell'economia sociale e solidale; pone l'accento sul ruolo che è chiamato a svolgere l'asse dell'imprenditoria sociale costituito dall'EaSI, dal FSE e dagli altri pertinenti programmi dell'UE nel migliorare il funzionamento di tali imprese; evidenzia la necessità di sensibilizzare maggiormente su tali opportunità di finanziamento; invita gli Stati membri a istituire punti di contatto o sportelli unici nazionali per assistere gli attori dell'economia sociale e solidale nell'accedere ai meccanismi di finanziamento dell'UE;

30.

esorta la Commissione a rivedere il massimale fissato per i crediti erogabili alle imprese dell'economia sociale a titolo dell'EaSi e a determinare se sia adeguato rispetto alla realtà del mercato;

31.

sottolinea la necessità di sostenere le imprese dell'economia sociale e solidale con mezzi finanziari sufficienti su scala locale, regionale, nazionale e dell'UE, creando sinergie tra le varie tipologie di imprese; chiede agli Stati membri e alla Commissione di riconoscere che devono essere messi a disposizione i finanziamenti necessari; ritiene, pertanto, necessario migliorare l'accesso ai finanziamenti dell'economia sociale e solidale attraverso forme diverse, quali i fondi europei, i fondi di capitale di rischio, i microcrediti e il microfinanziamento collettivo (crowdfunding);

32.

chiede agli Stati Membri di rafforzare i servizi pubblici (ad esempio sanità ed istruzione) attraverso gli enti locali utilizzandoli come volano per migliorare la qualità dei servizi in modo da offrire opportunità lavorative ed innalzare il livello delle prestazioni fornite con l'obiettivo di ridurre la povertà e l'esclusione sociale;

33.

osserva che le norme in materia di aiuti di Stato non dovrebbero costituire un impedimento per il finanziamento pubblico delle imprese dell'economia sociale e solidale e dei servizi sociali; invita, in tale ottica, la Commissione a essere flessibile nell'applicazione delle norme sugli aiuti di Stato per tali imprese e servizi sociali, nonché a facilitare la comprensione e l'applicazione corretta da parte degli enti locali e regionali degli aiuti di Stato ad essi destinati;

34.

deplora che il regolamento del Fondo europeo per gli investimenti strategici faccia riferimento all'economia sociale e solidale solo nei suoi considerando; invita la Commissione a continuare a promuovere l'approccio agli investimenti sociali presentato nel pacchetto di investimenti sociali e che, nella valutazione dei progetti del Fondo europeo per gli investimenti strategici, si tenga conto dei progetti relativi all'economia sociale e solidale;

35.

critica il fatto che le imprese dedite alla formazione e all'inserimento professionale, create in partenariato tra imprese dell'economia sociale e solidale, siano spesso escluse dall'accesso ai fondi per le PMI; chiede alla Commissione di proporre una nuova deroga alla definizione giuridica di PMI, analoga a quelle esistenti per le società pubbliche di partecipazione, le società di capitale di rischio o le università o centri di ricerca non a scopo di lucro, affinché un'impresa dedita alla formazione e all'inserimento professionale possa essere definita impresa autonoma, anche quando un'altra impresa detiene, da sola o insieme ad altre imprese, il 25 % o più del capitale o dei diritti di voto in seno al suo consiglio di amministrazione;

Formazione

36.

invita gli Stati membri a promuovere una cultura imprenditoriale e il modello d'impresa cooperativa e includere, nei piani di studio e formazione, l'imprenditoria sociale nonché i principi dell'economia sociale e solidale; invita inoltre gli Stati membri a incoraggiare la creazione di incubatori di imprese all'interno delle università per imprese dell'economica sociale e solidale;

37.

osserva che l'economia sociale e solidale potrebbe contribuire a ridurre sensibilmente il numero di giovani disoccupati nell'UE; invita gli Stati membri a promuovere una maggiore partecipazione delle imprese dell'economia sociale e solidale nei programmi di istruzione e di formazione degli Stati membri, in particolare mediante i sistemi di formazione duale;

38.

invita gli Stati Membri a mettere i centri per l'impiego nelle condizioni di poter fornire indicazioni efficaci a quanti intendono lavorare nel settore dell'imprenditoria sociale e solidale;

39.

sottolinea che alcune imprese dell'economia sociale e solidale sono competitive e detengono una posizione di primo piano nel loro settore, mentre altre necessitano di conoscenze specializzate ai fini del loro avviamento, del loro sviluppo e della loro gestione; invita gli Stati membri a sviluppare programmi formativi rivolti e adattati specificamente agli imprenditori del settore sociale, prestando una particolare attenzione ai gruppi con tassi di occupazione più bassi come le donne o i lavoratori svantaggiati, al fine di sviluppare le capacità e le conoscenze di base in materia di gestione aziendale;

40.

chiede agli Stati membri di promuovere l'apprendimento permanente e l'orientamento professionale per i lavoratori anziani, per i disoccupati di lungo periodo e per le persone con disabilità attraverso le imprese dell'economia sociale e solidale, per facilitare il loro inserimento nel mondo del lavoro;

41.

osserva che una corretta comprensione dei diritti umani è fondamentale per realizzare gli obiettivi sociali delle imprese dell'economia sociale e solidale; invita, pertanto, gli Stati membri a sviluppare programmi di formazione per spiegare agli operatori del settore sociale come applicare correttamente i principi dei diritti umani in Europa;

42.

invita la Commissione e gli Stati membri a sfruttare appieno il potenziale offerto da programmi come Erasmus+, promuovendo così lo scambio di studenti e di docenti, ma anche di imprenditori con idee innovative;

43.

osserva che alcuni comparti che presentano un ampio margine di crescita e di creazione di posti di lavoro, come il settore «bianco» e il settore «verde» evidenziano una forte presenza dell'economia sociale e solidale; invita, pertanto, gli Stati membri a promuovere l'istruzione e la formazione in tali settori;

Sostegno e promozione

44.

si rammarica profondamente dello scarso grado di riconoscimento dell'economia sociale e solidale a livello europeo; ritiene che il miglioramento della raccolta dei dati disaggregati per genere e lo scambio di informazioni e di buone pratiche a livello europeo, unitamente a una maggiore copertura mediatica dell'economia sociale e solidale e dei suoi successi, permetterebbe una maggiore partecipazione della società a tale settore dell'economia, favorendone la comprensione e dotandolo di un più alto riconoscimento e di una maggiore visibilità;

45.

è favorevole alla creazione di un forum digitale multilingue per lo scambio di informazioni, rivolto alle imprese sociali, agli incubatori di imprese, ai cluster di imprese e agli investitori nel settore dell'economia sociale, e all'agevolazione dello scambio di informazioni e dell'accesso ai finanziamenti a titolo dei programmi dell'UE; ritiene che lo sviluppo di tale piattaforma dovrebbe essere preceduto da consultazioni con i gruppi interessati;

46.

invita la Commissione a realizzare uno studio comparativo sui sistemi nazionali di certificazione ed etichettatura dell'economia sociale e solidale nonché a facilitare lo scambio di buone pratiche, in stretta collaborazione con le imprese dell'economia sociale e solidale;

47.

chiede alla Commissione e agli Stati membri di favorire la creazione di incubatori di imprese per le imprese dell'economia sociale e solidale e realizzare e promuovere efficacemente la piattaforma Internet per lo scambio di dati tra investitori sociali e imprese dell'economia sociale (Social Innovation Europe Platform) la cui istituzione è stata decisa;

48.

invita gli Stati membri a intensificare lo scambio delle migliori pratiche relative alle possibilità di sostenere le imprese dell'economia sociale e solidale e gli investimenti sociali, compresi, laddove possibile, agevolazioni fiscali e incentivi per imprese del genere impegnate con gruppi vulnerabili quali le persone con disabilità;

49.

chiede alla Commissione di seguire con attenzione le misure concrete attuate dagli Stati membri per garantire a chiunque abbia scelto la strada dell'imprenditoria sociale e solidale gli stessi diritti degli altri lavoratori, in termini di sicurezza sociale, di tutela della salute e di sicurezza occupazionale;

50.

chiede alla Commissione di provvedere affinché le misure poste in essere dagli Stati membri non ostacolino la libera circolazione dei lavoratori e che chiunque abbia scelto la strada dell'imprenditoria sociale e solidale possa sviluppare la propria attività ovunque lo desideri nel territorio dell'Unione;

51.

sostiene l'idea che le imprese dell'economia sociale e solidale potrebbero costituire una categoria a sé, con un proprio status giuridico e definite come rispondenti a finalità diverse dal mero perseguimento dell'utile per gli azionisti; esorta la Commissione a presentare, conformemente alla Strategia di Roma adottata dai rappresentanti europei dell'economia sociale e solidale, un quadro giuridico per tali imprese mediante l'introduzione di uno statuto europeo per le società cooperative, le associazioni, le fondazioni e le società di mutuo soccorso;

52.

invita la Commissione a intensificare il dialogo sociale nell'economia sociale e solidale al fine di agevolare l'innovazione sociale e il miglioramento delle condizioni di lavoro e garantire il pieno riconoscimento del potenziale del settore in termini di creazione di posti di lavoro;

o

o o

53.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


(1)  Testi approvati, P7_TA(2013)0049.

(2)  GU C 76 E del 25.3.2010, pag. 16.

(3)  Testi approvati, P7_TA(2013)0301.

(4)  Testi approvati, P7_TA(2012)0429.

(5)  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 187.

(6)  GU C 183 del 14.6.2014, pag. 18.


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