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Document 52013IR4577

Parere del Comitato delle regioni «Infrastrutture verdi — Rafforzare il capitale naturale in Europa»

OJ C 356, 5.12.2013, p. 43–48 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

5.12.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 356/43


Parere del Comitato delle regioni «Infrastrutture verdi — Rafforzare il capitale naturale in Europa»

2013/C 356/08

IL COMITATO DELLE REGIONI

mette l'accento sul ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nella definizione e nell'attuazione dell'iniziativa «Infrastrutture verdi» e li esorta ad agire in tutte le politiche settoriali interessate, in particolare l'assetto del territorio e l'urbanistica, al fine di pianificare e organizzare lo sviluppo delle infrastrutture verdi; sottolinea che il successo della realizzazione di queste infrastrutture dipende da un'efficace applicazione della governance multilivello, nonché dal coinvolgimento di tutti i soggetti e di tutte le parti interessate;

chiede alla Commissione di mettere a punto quanto prima degli orientamenti di attuazione concreti sull'integrazione delle infrastrutture verdi nelle varie politiche dell'UE, e sollecita l'elaborazione di schede tecniche aggiuntive sulle infrastrutture verdi urbane; le infrastrutture verdi dovrebbero essere inserite nel quadro di riferimento per città europee sostenibili e nella futura «rete di sviluppo urbano»;

insiste sulla necessità di decidere con urgenza le modalità di integrazione delle infrastrutture verdi, considerando oltretutto queste ultime un obiettivo prioritario, negli accordi di partenariato e nei programmi operativi dei finanziamenti europei attualmente in via di definizione per i fondi di coesione e strutturali 2014-2020;

esorta la Commissione a integrare nelle normative europee delle disposizioni volte a garantire «zero perdite nette» di biodiversità e di servizi ecosistemici; le chiede inoltre di continuare ad applicare e di estendere la condizione della subordinazione degli aiuti europei ai principi dell'ecocompatibilità e della «verifica della biodiversità»; propone ugualmente di prelevare una data percentuale di tutte le sovvenzioni europee assegnate alla realizzazione di infrastrutture grigie per alimentare un Fondo per la biodiversità;

plaude all'intenzione della Commissione, annunciata nella comunicazione in esame, di istituire insieme alla BEI, entro il 2014, un meccanismo europeo di finanziamento specificamente destinato ai promotori di progetti di infrastrutture verdi, e auspica che gli enti locali e regionali partecipino alla definizione di questo strumento;

plaude al progetto TEN-G e chiede che possa essere riconosciuto come un'iniziativa di interesse europeo, come avviene per le reti di trasporto, di energia o di tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e chiede inoltre alla Commissione di valutare la possibilità di adottare una legislazione europea in materia.

Relatrice

Annabelle JAEGER (FR/PSE), consigliere regionale della Provenza-Alpi-Costa azzurra

Testo di riferimento

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Infrastrutture verdi — Rafforzare il capitale naturale in Europa

COM(2013) 249 final

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

Osservazioni generali

1.

accoglie con entusiasmo la comunicazione della Commissione Infrastrutture verdi — Rafforzare il capitale naturale in Europa, che prefigura la strategia dell'UE in questo campo. Ritiene infatti che le proposte presentate in tale documento siano di fondamentale importanza per raggiungere entro il 2020 gli obiettivi stabiliti dall'Unione in materia di impiego efficiente delle risorse, coesione sociale e regionale, crescita intelligente e sostenibile, capacità di attrazione, miglioramento della biodiversità e della qualità del paesaggio, protezione contro i rischi naturali, promozione di un modello urbano sostenibile, conservazione e creazione di posti di lavoro nelle piccole e medie imprese locali, miglioramento della sanità pubblica e lotta alle diseguaglianze, a sostegno degli obiettivi della strategia UE 2020 sulla biodiversità, oltre che in conformità e a sostegno delle disposizioni delle direttive Habitat e Uccelli nonché della connettività tra i siti Natura 2000 (1);

2.

nelle aspettative del Comitato, la futura realizzazione delle infrastrutture verdi nell'UE dovrà contribuire a conseguire l'obiettivo 2 della strategia UE 2020 sulla biodiversità (che si prefigge di ripristinare almeno il 15 % degli ecosistemi degradati entro il 2020), a far cessare la perdita di biodiversità e di ecosistemi, e a ripristinare sia questi ultimi che la biodiversità su tutto il territorio europeo e non unicamente nei siti Natura 2000;

3.

ritiene inoltre che le varie strategie e i diversi programmi attuati sinora a livello internazionale, europeo e nazionale non abbiano ancora dato dei risultati all'altezza delle sfide che attendono la biodiversità; considera che è unanimemente riconosciuta la necessità di rivedere i nostri modelli socioculturali di produzione e consumo rispetto alla posta in gioco della perdita di biodiversità, di cui tali modelli rappresentano i fattori principali, perdita causata dalla distruzione e dalla frammentazione degli habitat naturali e dal gran numero di inquinamenti di vario genere, e che senza tale ripensamento gli impegni rinnovati nel quadro della Convenzione sulla diversità biologica e della strategia UE 2020 sulla biodiversità resteranno disattesi;

4.

insiste pertanto sul ruolo essenziale della Commissione nel dare impulso ad una strategia trasversale basata sulle infrastrutture verdi, la quale rappresenta un'opportunità unica per avviare tutti i soggetti europei — Stati, governi locali e regionali, imprese, ricercatori, associazioni e cittadini — lungo il cammino della conciliazione tra economia, società e biosfera;

5.

accoglie con interesse la definizione proposta, che comprende sia la sfida della connettività legata alle specie e agli habitat sia quella della qualità della rete ecologica a tutti i livelli — compreso quello degli insediamenti urbani —, la notevole biodiversità delle aree protette e quella più ordinaria, nonché le soluzioni naturali così come quelle realizzate dall'uomo ispirandosi alla natura; auspica però che tale definizione venga concretamente affinata negli orientamenti di attuazione di prossima pubblicazione, includendovi i concetti di permeabilità e di ospitalità del vivente. In quest'ottica, occorre mettere l'accento in particolare sulla creazione e l'utilizzo di connessioni ecologiche e funzionali a tutti i livelli;

6.

si compiace che vengano adeguatamente riconosciuti i molteplici benefici economici, ambientali, di protezione contro il rischio e sociali derivanti da ecosistemi in buono stato di funzionamento ecologico, e insiste affinché questa dimensione utilitaria della produzione di beni e servizi vantaggiosi per l'uomo serva sempre a rafforzare la dimensione etica della conservazione della natura e della biodiversità;

7.

ricorda, da un lato, che il concetto di infrastrutture verdi trascende, per la sua stessa natura, i confini amministrativi e territoriali e, dall'altro, che lo sviluppo, il mantenimento o le minacce che gravano su di esso dipendono in primo luogo dalle politiche di assetto territoriale e di conservazione delle risorse naturali messe in campo dagli Stati membri e dagli enti locali e regionali;

8.

accoglie favorevolmente e sostiene questo approccio globale, che radica saldamente le infrastrutture verdi nel quadro del processo di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Mette l'accento sul ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nella definizione e nell'attuazione di una simile strategia;

9.

sostiene che la conservazione, lo sviluppo e la manutenzione di infrastrutture verdi sono molto meno onerosi, nel medio e lungo termine, rispetto a quelli delle cosiddette «infrastrutture grigie» (ossia tradizionali), se si considerano i costi complessivi di queste ultime, inclusi i costi esterni sostenuti oggi dalla società; le soluzioni ispirate alla natura o basate su di essa e in sinergia con la biodiversità (ingegneria ecologica) richiedono minori intensità energetica, conservazione e manutenzione rispetto a quelle convenzionali, e risultano quindi più efficaci e sostenibili;

10.

sottolinea che occorre anzitutto privilegiare la prevenzione del degrado degli ecosistemi e il ripristino delle funzionalità degli ecosistemi degradati, poiché le misure di gestione delle conseguenze di squilibri ecologici derivanti dalle attività umane sono sempre più costose, vengono attuate su un lungo periodo e soprattutto ottengono risultati più incerti;

11.

ritiene che, se la valutazione economica dei servizi ecosistemici può essere utile nel quadro di determinate analisi costi-benefici al fine di prendere una decisione rispetto ad obiettivi contrastanti, non è tuttavia priva di difficoltà metodologiche — anzi, persino inopportuna in diversi contesti —, oltre ad avere una serie di evidenti implicazioni in campo etico. Va quindi sottolineato che il ragionamento sotteso alla valutazione dei costi dell'erosione della biodiversità può essere diverso: stimare cioè il costo del mantenimento delle potenzialità ecologiche per recuperare tale perdita di biodiversità calcolando il costo degli investimenti necessari per preservare o migliorare lo stato della biodiversità, al fine di garantire la sostenibilità dei flussi di servizi ecologici. È appunto quest'ultimo il metodo di cui il Comitato delle regioni auspica l'applicazione;

12.

esorta l'insieme delle autorità locali e regionali ad agire in tutte le politiche settoriali interessate, in particolare servendosi delle loro competenze in materia di assetto del territorio e di urbanistica, al fine di pianificare e organizzare lo sviluppo delle infrastrutture verdi;

13.

chiede pertanto all'UE e agli Stati membri di sostenere l'azione degli enti locali e regionali fornendo risorse umane, tecniche e finanziarie all'altezza delle sfide da affrontare (2).

Agricoltura, foreste, terreni e suoli

14.

reputa assolutamente prioritario, nel campo dell'assetto e della pianificazione urbani, la lotta contro la perdita delle funzioni del suolo, nonché contro lo sfruttamento intensivo e il degrado dei suoli. Il principio di «zero perdite nette» per quanto riguarda ambienti naturali, foreste e terreni agricoli deve avere la meglio sull'espansione urbana incontrollata; del resto alcuni enti locali e regionali hanno già iniziato a integrare, in forme diverse, i concetti di infrastrutture verdi e di «zero perdite nette» nei loro piani urbanistici e nella pianificazione regionale;

15.

ricorda inoltre il suo sostegno alla ripresa dei colloqui tra gli Stati membri per pervenire all'adozione di un quadro giuridico comune a livello UE sulla protezione e il ripristino della funzionalità del suolo, in quanto si tratta di uno strumento indispensabile per il controllo di questo aspetto essenziale (3);

16.

ricorda il contributo della silvicoltura alle infrastrutture verdi, contributo che può essere attivo, ad esempio mediante il ripristino della continuità della superficie forestale o l'adozione di pratiche gestionali ecologiche, o passivo, tramite la preservazione dei margini boschivi. Soprattutto nelle aree in cui la proprietà dei terreni forestali è estremamente frammentata e in mano a privati, la realizzazione di infrastrutture verdi richiede la costituzione, e il corretto funzionamento, di associazioni di proprietari, come pure che le regioni e gli enti locali siano provvisti degli strumenti idonei per mobilitare tali soggetti privati, vale a dire strumenti fondiari, di formazione, di assistenza tecnica e di mutualizzazione, o anche di sostegno finanziario;

17.

prende atto delle decisioni adottate dall'UE nel quadro della politica agricola comune per il periodo 2014-2020, e si chiede se di qui al 2020 sarà possibile una realizzazione efficiente delle infrastrutture verdi. Sottolinea quindi l'importanza dell'azione delle autorità competenti, che devono fare delle infrastrutture verdi uno degli assi portanti dell'impiego dei loro mezzi d'azione per la conservazione e il ripristino della biodiversità tramite l'ecologizzazione dei pagamenti diretti nelle aree rilevanti sotto il profilo ecologico, nonché tramite il ricorso al Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (FEASR), incluse una scelta dell'ubicazione e una dotazione di bilancio coerenti per le misure agroambientali. Al tempo stesso dette autorità devono investire risorse nel ripristino della biodiversità degli habitat agricoli, in particolare sostenendo l'agricoltura biologica e l'agrosilvicoltura;

18.

al fine di promuovere l'agricoltura e la silvicoltura sostenibili nell'ambito delle infrastrutture verdi, ritiene indispensabile lo sviluppo di biomateriali per l'edilizia in nome della solidarietà tra territori rurali e urbani, poiché lo sfruttamento di materiali tradizionali destinati all'edilizia urbana e alle infrastrutture grigie esercita una forte pressione sull'ambiente rurale e anche su quello marino. È fondamentale promuovere l'impiego del legno e di altri materiali derivati da prodotti connessi dell'agricoltura o complementari alle colture tradizionali (paglia, canapa, lino, lana, ecc.) a beneficio degli attori locali. Per questo motivo il CdR è convinto che si debbano promuovere delle dinamiche locali, in particolare tramite aiuti per la strutturazione delle filiere e gli investimenti negli strumenti industriali di trasformazione, ma anche provvedendo a strutturare il mercato per mezzo di appalti pubblici esemplari o di incentivi alle comunità che li privilegiano. Occorre inoltre mettere a punto programmi di ricerca sulle caratteristiche tecniche di questi materiali e sulle loro adeguate condizioni di produzione nella prospettiva della conservazione degli ecosistemi. Infine, è necessario che gli utilizzatori siano informati della provenienza e delle condizioni di produzione/coltura dei materiali grazie ad un'adeguata etichettatura.

Una governance condivisa

19.

sottolinea che il successo della realizzazione delle infrastrutture verdi dipende sostanzialmente dalla cooperazione tra tutti i livelli di governo e da un'efficace applicazione dei principi della governance multilivello, nonché dal coinvolgimento di tutti i soggetti e di tutte le parti interessate nella loro progettazione e attuazione, compresi i comuni cittadini a livello locale;

20.

è favorevole all'adozione di approcci partecipativi, che genereranno iniziative necessarie e complementari «dal basso» da parte dei soggetti che partecipano direttamente all'assetto del territorio e all'utilizzazione dello spazio, in particolare le comunità locali (4).

Un nuovo concetto di cittadinanza

21.

rileva la fortissima domanda sociale di natura nelle città, che risponde sia ad un'esigenza di disporre di questo bene primario sotto diverse forme (luoghi di svago e di relax, luoghi dedicati al giardinaggio e all'agricoltura, elementi paesaggistici e di abbellimento, aree naturali, ecc.), sia al senso di benessere ad esso collegato, come pure a problematiche in materia di salute pubblica e lotta alle disuguaglianze economiche e sociali; il soddisfacimento di questi bisogni riguarda ovviamente i più giovani ma anche gli anziani e le persone svantaggiate;

22.

prende atto con interesse e incoraggia le iniziative civiche relative alle infrastrutture verdi, in particolare nelle aree urbane e periurbane (inventari partecipativi della biodiversità, coinvolgimento nella definizione di nuovi spazi urbani collegati alla biodiversità, recupero di aree dismesse e luoghi abbandonati, giardini collettivi, ecc.); la connettività tra tutti questi spazi mediante itinerari idonei a sistemi di trasporto non motorizzati è fondamentale per migliorare la qualità di vita degli abitanti.

Un potenziale di innovazione e di sviluppo di nuove professioni

23.

osserva che le infrastrutture verdi sono promotrici di ricerca e innovazione, che costituiscono altrettante opportunità di sviluppo per i responsabili dell'assetto territoriale, ad esempio nel settore delle pareti e tetti verdi (cosiddetto «verde pensile») o di ripristino ecologico; precisa tuttavia che i vantaggi concretamente legati alle infrastrutture verdi, ad esempio in materia di adattamento climatico, dipendono dalla qualità di realizzazione di tali infrastrutture. Si devono incoraggiare solamente le soluzioni funzionali adattate al clima e alla biodiversità;

24.

appoggia la proposta della Commissione di ridurre i rischi collegati al processo di innovazione mettendo a disposizione degli strumenti finanziari (ad esempio pratiche di ripartizione dei rischi), e ne incoraggia la disponibilità a sostenere dei progetti con finanziamenti sia pubblici che privati;

25.

osserva con interesse l'emergere di nuove professioni legate alle infrastrutture verdi — ad esempio l'ingegneria ambientale destinata al ripristino, alla manutenzione e alla riappropriazione degli ecosistemi degradati — e sottolinea l'importanza di prendere in considerazione le professioni indirette o indotte (produzione di vegetali, filiere agricole, ecc.). In quanto responsabili dello sviluppo economico, le regioni e gli enti locali devono accompagnare e sostenere questa dinamica generatrice di posti di lavoro;

26.

ritiene che le infrastrutture verdi siano fondate sulla combinazione di ecosistemi e culture umane, che si presentano entrambi in forme estremamente differenziate per via delle condizioni biogeografiche e della loro storia rispettiva. Di conseguenza, queste infrastrutture sono un vettore di sviluppo di filiere economiche e posti di lavoro di prossimità non delocalizzabili. Ricorda, in questo contesto, che è in atto una revisione della legislazione dell'UE in materia di appalti pubblici, e che in data 11 gennaio 2013 la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento europeo (PE) ha precisato che il criterio su cui si basano le amministrazioni aggiudicatrici per la concessione di appalti pubblici deve essere quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Appoggia la posizione del PE secondo cui tale criterio può comprendere, oltre al prezzo o ai costi, anche considerazioni di ordine qualitativo, ambientale e sociale, con particolare riferimento alle caratteristiche sociali, ambientali e innovative, compreso eventualmente il risparmio sui costi generato dalla prossimità.

Leve per stimolare l'azione

27.

chiede alla Commissione di elaborare quanto prima degli orientamenti di attuazione pratici, precisi e concreti sull'integrazione delle infrastrutture verdi nelle varie politiche dell'UE, e raccomanda di associare al processo di elaborazione le regioni e gli enti locali già attivi nella promozione di tali infrastrutture, in modo che detti enti possano mettere a punto, in collaborazione con la Commissione, delle versioni locali delle linee guida, più accurate per quanto concerne i biotopi, le conoscenze e il know-how locali; riconosce che una serie di primi orientamenti in materia è già disponibile nella Guide to Multi-Benefit Cohesion Policy Investments in Nature and Green Infrastructure («Guida agli investimenti dai molteplici vantaggi della politica di coesione nell'ambiente e in infrastrutture ecologiche») (5);

28.

sollecita l'elaborazione di schede tecniche aggiuntive sulle infrastrutture verdi urbane utili anche per incentivare dei progetti nell'ambito delle nuove misure relative ai fondi strutturali che prevedono investimenti per una quota del 5 % delle risorse da destinare allo sviluppo urbano sostenibile;

29.

auspica che le infrastrutture verdi siano inserite nel quadro di riferimento per città europee sostenibili messo a punto sotto la direzione della DG REGIO nonché nella futura «rete di sviluppo urbano» prevista dalla politica di coesione per il periodo 2014-2020 (6);

30.

chiede che la futura revisione della direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente preveda di inserire nel nuovo testo un riferimento alle infrastrutture verdi quale criterio aggiuntivo per la determinazione dei «possibili effetti significativi»;

31.

qualora un'infrastruttura grigia sia giudicata indispensabile a seguito di una valutazione a monte delle soluzioni alternative basate sulle infrastrutture verdi, insiste sulla necessità che essa venga progettata in modo tale da evitarne prima di tutto l'impatto e in seguito, una volta realizzata, da ridurne anche l'impatto residuo; infine, è necessario imporre misure compensative convalidate in termini di equivalenza ecologica e fondiaria (7). Il Comitato delle regioni esorta la Commissione a integrare l'insieme di queste esigenze nelle normative europee, tenendo conto del lavoro realizzato dalla Commissione stessa per quanto concerne l'azione 7b) della strategia dell'UE 2020 sulla biodiversità al fine di garantire «zero perdite nette» di biodiversità e di servizi ecosistemici.

Monitoraggio e valutazione

32.

plaude alla proposta della Commissione di procedere entro il 2017 ad un riesame dei progressi compiuti nello sviluppo delle infrastrutture verdi, e sottolinea che le regioni e gli enti locali sono disposti a dare il loro contributo al riguardo avvalendosi dell'operato dei loro osservatori locali sulla biodiversità, l'attività economica, la salute o le disuguaglianze sociali, in modo da far pervenire i dati pertinenti fino al livello europeo;

33.

si chiede come misurare l'efficienza delle infrastrutture verdi, e insiste sulla necessità di sostenere lo sviluppo di un dispositivo di valutazione rapida della salute funzionale degli ecosistemi che sia di agevole uso e comprensione da parte dei soggetti interessati, inteso non solo a misurare l'efficienza delle infrastrutture verdi ma anche a stabilire un confronto con le infrastrutture grigie;

34.

ritiene che debba essere realizzabile una valutazione esaustiva delle infrastrutture grigie per quanto attiene alla loro relazione con la natura, e sostiene l'opera di mappatura e valutazione dei servizi ecosistemici (Mapping and Assessment on Ecosystems and their Services — MAES) e dei loro benefici in Europa avviata dalla Commissione; insiste inoltre sulla necessità di sostenere lo sviluppo di metodiche e strumenti di misura e di calcolo che consentano di ottenere una caratterizzazione trasparente, basata sull'analisi del ciclo di vita, delle attività economiche e dei prodotti nella globalità delle loro relazioni con la natura e i servizi ecosistemici.

Comunicazione, sensibilizzazione e formazione

35.

raccomanda all'UE di intraprendere un'ambiziosa campagna di comunicazione in partenariato con gli altri livelli di governance, che possa essere fatta propria in particolare dalle autorità locali e regionali (8), nonché da altri soggetti interessati della sfera locale (associazioni, imprese, ecc.). Tale campagna potrà basarsi sui tre tipi di benefici — ambientali, economici e sociali — che apportano le infrastrutture verdi, e avvalersi delle buone pratiche attuate oggi negli Stati membri;

36.

afferma la necessità di valorizzare ulteriormente le buone pratiche. In collaborazione con altri attori istituzionali e associativi e con le autorità locali e regionali che stanno già raccogliendo i dati pertinenti, la Commissione europea deve continuare a individuare, diffondere e valorizzare le esperienze di successo tramite una piattaforma di scambio, come pure attraverso periodici incontri e sessioni di formazione che gli enti locali e regionali sono disponibili ad organizzare con il suo sostegno, dal momento che essi svolgono una funzione essenziale nell'opera di sensibilizzazione alle infrastrutture verdi;

37.

esorta la Commissione a integrare gli elementi relativi alle infrastrutture verdi nei programmi europei di etichettatura ecologica già esistenti o previsti, per quanto concerne sia le aree (parchi naturali rurali, periurbani o urbani) che i prodotti (materiali, edilizia, ecc.).

Finanziamento

38.

pur riconoscendo l'utilità dei finanziamenti incrociati per stimolare le politiche settoriali sul tema della biodiversità, sottolinea la difficoltà di mobilitare questi fondi per una serie di ragioni, che vanno dalle denominazioni differenti utilizzate da uno strumento finanziario all'altro alla complessità dell'ingegneria finanziaria richiesta; chiede quindi che vengano messi a disposizione manuali di utilizzo dettagliati;

39.

insiste sulla necessità di decidere con urgenza le modalità di integrazione delle infrastrutture verdi, considerando oltretutto queste ultime un obiettivo prioritario, negli accordi di partenariato e nei programmi operativi dei finanziamenti europei attualmente in via di definizione per i fondi di coesione e strutturali 2014-2020, in modo tale che le autorità competenti si facciano interamente carico delle loro responsabilità per i finanziamenti in questo settore; invita inoltre gli enti locali e regionali competenti a cogliere le opportunità di finanziare le soluzioni per infrastrutture verdi adatte ai diversi siti proposte nei programmi operativi, e a investire nello sviluppo delle capacità intersettoriali, nel cofinanziamento e nella creazione di reti necessari per assicurarne una riuscita attuazione;

40.

concorda con l'esigenza di uno strumento di finanziamento specifico per i progetti volti alla realizzazione delle infrastrutture verdi; accoglie con entusiasmo l'intenzione della Commissione, annunciata nella comunicazione in esame, di istituire insieme alla BEI, entro il 2014, un meccanismo europeo di finanziamento specificamente destinato ai promotori di progetti di infrastrutture verdi, e auspica che gli enti locali e regionali partecipino alla definizione di questo strumento;

41.

propone di prelevare una data percentuale di tutte le sovvenzioni europee assegnate alla realizzazione di infrastrutture grigie per alimentare un Fondo per la biodiversità, complementare al suddetto strumento di finanziamento, che verrà mobilitato per la realizzazione di infrastrutture verdi negli Stati membri in cui è prevista la costruzione di tali infrastrutture grigie, in una logica di ricapitalizzazione;

42.

invita la Commissione, gli Stati membri e gli enti locali a proseguire fattivamente, a tutti i livelli di finanziamento, lo smantellamento delle sovvenzioni e dei dispositivi fiscali dannosi per la biodiversità;

43.

chiede alla Commissione di continuare ad applicare e di estendere la condizione della subordinazione degli aiuti europei ai principi dell'ecocompatibilità (9) e della «verifica della biodiversità» (10), in modo tale che ciascun progetto sostenuto dai fondi UE comporti la valutazione del relativo impatto sulle infrastrutture verdi e sulla biodiversità e che l'importo dell'aiuto europeo venga modulato di conseguenza;

44.

chiede alla Commissione di individuare e mettere in valore iniziative future nel settore delle infrastrutture verdi sia nella sua revisione intermedia dei fondi strutturali 2014-2020 che nel meccanismo per collegare l'Europa.

L'iniziativa TEN-G

45.

plaude al progetto TEN-G, e chiede che qualsiasi studio preliminare integri le dimensioni regionali e locali connesse alle infrastrutture verdi di dimensione europea, al fine di assicurare nel contempo la coerenza, un impatto efficace sul ripristino delle funzionalità degli ecosistemi e, di conseguenza, sulla conservazione della biodiversità e sulla resilienza di quest'ultima ai cambiamenti climatici, nonché e una titolarità ottimale da parte dei cittadini e dei soggetti interessati;

46.

auspica che anche il progetto TEN-G possa essere riconosciuto di interesse europeo, come avviene per le reti di trasporto, di energia o di tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e chiede alla Commissione di valutare la possibilità di adottare una legislazione europea in materia.

Sfide a livello transfrontaliero e paneuropeo

47.

invita le regioni e le autorità locali a collaborare su connettività ecologiche comuni al fine di assicurare la coerenza delle infrastrutture verdi, e chiede alla Commissione europea di inserire tale cooperazione transfrontaliera in uno schema globale di portata europea;

48.

chiede che l'approccio europeo in materia di infrastrutture verdi venga esteso al di là delle frontiere dell'Unione intensificando il ricorso agli strumenti UE di vicinato per realizzare investimenti in infrastrutture di questo tipo in aree sia rurali che urbane. Potrebbero offrire un contributo al riguardo iniziative già in corso quali le reti Emeraude, Man e Biosphere, nonché la Rete ecologica paneuropea (Pan-European Ecological Network).

Sussidiarietà

49.

ritiene conformi ai principi di sussidiarietà e di proporzionalità le proposte della Commissione europea per integrare le infrastrutture verdi nelle altre politiche dell'UE, come pure il sostegno che la Commissione propone di fornire agli altri livelli di governance affinché possano sviluppare le proprie politiche in materia.

Bruxelles, 8 ottobre 2013

Il presidente del Comitato delle regioni

Ramón Luis VALCÁRCEL SISO


(1)  CdR 22/2009 fin, CdR 112/2010 fin.

(2)  CdR 22/2009 fin, CdR 112/2010 fin.

(3)  CdR 112/2010 fin.

(4)  CdR 112/2010 fin.

(5)  http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/studies/pdf/guide_multi_benefit_nature.pdf

(6)  «Quadro di riferimento per città europee sostenibili» (Reference Framework for Sustainable European Cities — RFSC), un'iniziativa congiunta degli Stati membri dell'UE, della Commissione europea e delle organizzazioni europee degli enti locali. Cfr.: http://www.rfsc-community.eu/

(7)  Per conseguire l'obiettivo di «zero perdite nette» di biodiversità.

(8)  CdR 112/2010 fin.

(9)  CdR 22/2009 fin, CdR 218/2009 fin.

(10)  Istituto per la politica ambientale europea (IEEP), dicembre 2012: Background Study towards biodiversity proofing of the EU budget («Studio preparatorio per una “verifica della biodiversità” del bilancio dell'UE»).


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