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Document 52012DC0582

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale

/* COM/2012/0582 final */

52012DC0582

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale /* COM/2012/0582 final */


INDICE

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica....................................................... Error! Bookmark not defined.

I............ Un partenariato per un'industria europea più forte............................................................ 3

II........... Il contesto politico ed economico: un ruolo centrale per l'industria.................................... 4

III.......... I pilastri di una politica industriale rafforzata: investimenti nell'innovazione, migliori condizioni di mercato, accesso al capitale, capitale umano e competenze............................................................................ 6

A........... Facilitare gli investimenti nelle nuove tecnologie e nell'innovazione..................................... 7

1. Linee d'azione prioritarie........................................................................................................... 8

i) I mercati delle tecnologie di fabbricazione avanzate per la produzione "pulita".............................. 8

ii) I mercati delle tecnologie chiave................................................................................................. 9

iii) I mercati dei prodotti biologici................................................................................................. 10

iv) Politica industriale sostenibile, edilizia e materie prime.............................................................. 10

v) Veicoli puliti e navi pulite......................................................................................................... 12

vi) Reti intelligenti........................................................................................................................ 13

2. Misure di accompagnamento................................................................................................... 14

B........... Accesso ai mercati........................................................................................................ 16

1. Migliorare il mercato interno delle merci................................................................................... 16

2. Promuovere l'imprenditorialità per rendere più dinamico il mercato interno................................ 19

3. Il mercato interno della tecnologia, il brevetto unitario e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale           20

4. I mercati internazionali............................................................................................................. 22

C........... Accesso ai finanziamenti e ai mercati dei capitali............................................................ 24

1........... Sostegno del settore pubblico per facilitare l'accesso delle imprese al capitale................. 24

2. Accesso ai mercati di capitali................................................................................................... 26

D........... Il ruolo cruciale del capitale umano................................................................................ 27

IV......... Conclusione: governance e obiettivi............................................................................... 29

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa economica

Aggiornamento della comunicazione sulla politica industriale

I.            Un partenariato per un'industria europea più forte

In un momento in cui persistono problemi finanziari, l'Europa ha bisogno più che mai che la sua economia reale sostenga la ripresa della crescita economica e l'occupazione. La nostra industria è in grado di assumere questo ruolo: l'Europa è un leader mondiale in molti settori strategici, come l'automobile, l'aeronautica, l'ingegneria, lo spazio, l'industria chimica e quella farmaceutica. L'industria rappresenta i 4/5 d investimenti proviene dall'industria manifatturiera[1].

Con il persistere della crisi economica l'industria europea è però sotto pressione: la produzione è inferiore del 10% a quella di prima della crisi e più di 3 milioni di posti di lavoro sono andati persi. La fiducia dei consumatori e delle imprese è scarsa. I problemi del settore bancario rendono difficile l'accesso al credito. Gli investimenti sono frenati e molti stabilimenti rischiano la chiusura.

Questo avviene in un momento in cui la velocità dell'innovazione e dello sviluppo tecnologico crea le condizioni di un balzo in avanti dell'industria. Vari nuovi settori tecnologici convergono nel porre le basi di una nuova rivoluzione industriale, basata sull'energia verde, su trasporti puliti, nuovi metodi di produzione, nuovi materiali e sistemi di comunicazione intelligenti. L'intero paesaggio industriale ne sarà trasformato e negli Stati Uniti e in Asia i nostri concorrenti stanno investendo massicciamente in questi settori. L'Europa ha bisogno di nuovi investimenti industriali in un momento in cui gli investimenti sono frenati dalla mancanza di fiducia, dall'incertezza del mercato, dai problemi di finanziamento e dalle carenze di competenze professionali.

L'Europa deve invertire la tendenza al declino del ruolo della sua industria per il XXI secolo. Solo in questo modo potrà conoscere una crescita sostenibile, creare posti di lavoro di elevato valore e risolvere i problemi sociali cui è confrontata. Per far questo, è necessaria una visione ampia, incentrata sugli investimenti e sull'innovazione, ma che sappia anche utilizzare, a beneficio della competitività delle imprese europee, tutti gli strumenti esistenti a livello di UE: il mercato unico, la politica commerciale, la politica a favore delle PMI, la politica della concorrenza, la politica ambientale e della ricerca.

La presente comunicazione propone un partenariato tra l'UE, i suoi Stati membri e l'industria capace di favorire gli investimenti in nuove tecnologie e di dare all'Europa un vantaggio competitivo nella nuova rivoluzione industriale. Sulla base di un'ampia consultazione pubblica, la Commissione propone di concentrare gli investimenti e l'innovazione su sei linee d'azione prioritarie: tecnologie di fabbricazione avanzate, tecnologie chiave, bioprodotti, politica industriale sostenibile, edilizia e materie prime, veicoli puliti, reti intelligenti.

La Commissione definisce l'indirizzo che intende seguire in ciascuno di questi settori costituendo task-force specializzate di partenariato e indica come l'UE potrà contribuire alla reindustrializzazione dell'Europa utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione in modo integrato. Il ruolo dell'industria sarà quello di realizzare gli investimenti e i prodotti necessari, gli Stati membri e i poteri locali dovranno adattare queste priorità in funzione delle rispettive esigenze nazionali[2]. L'azione concertata dell'industria e dei pubblici poteri dovrà anche contribuire a ridurre i divari di competitività tra gli Stati membri e le regioni dell'UE.

In secondo luogo, le azioni qui proposte sono intese a dare slancio a settori con un forte potenziale di crescita, il mercato unico e i mercati internazionali. Non sarà possibile stimolare nuovi investimenti se vi sono dubbi sulla capacità di vendere o timori di un'appropriazione illecita del know-how tecnologico. Progressi significativi sono già stati compiuti nello sfruttamento del potenziale dei mercati interni ed esterni grazie a un migliore accesso ai mercati per le imprese. La Commissione si concentra perciò su determinati aspetti, per i quali esiste ancora un margine di miglioramento significativo: riduzione dei costi, maggiore fiducia, promozione dell'imprenditorialità e tutela della proprietà intellettuale.

In terzo luogo, la Commissione si occupa di due settori indeboliti dalla crisi economica e dal rapido mutamento del paesaggio industriale. Investimenti innovativi non sono possibili senza finanziamenti. La crisi economica e le difficoltà del settore bancario hanno avuto un impatto negativo sul credito all'economia reale e la comunicazione propone una serie di misure per ovviare a questa situazione. Inoltre, le nuove tecnologie non possono essere sviluppate e messe sul mercato se la forza lavoro europea non dispone delle competenze necessarie. La Commissione rafforza quindi la sua strategia con una serie di misure destinate a permettere ai cittadini europei di affrontare il futuro e a favorire la ristrutturazione industriale.

Con la nuova strategia industriale delineata nella presente comunicazione, la Commissione intende invertire la tendenza al declino del ruolo dell'industria in Europa e portare il livello del suo contributo al PIL dall'attuale 16% circa[3] al 20% entro il 2020. Sarà determinante, in questa prospettiva, una forte ripresa degli investimenti (investimenti lordi e investimenti in beni capitali), un'espansione degli scambi di merci nel mercato interno (fino a raggiungere il 25% del PIL nel 2020) e un aumento significativo del numero di PMI che esportano verso paesi terzi.

II.          Il contesto politico ed economico: un ruolo centrale per l'industria

La presente comunicazione riprende e aggiorna la comunicazione "Una politica industriale integrata per l'era della globalizzazione" adottata dalla Commissione nel 2010 nel quadro della strategia Europa 2020[4], che trattava in particolare del rafforzamento della competitività industriale come mezzo per favorire la ripresa economica e l'avvento di un'economia a basse emissioni di carbonio e basata su un uso efficiente delle risorse. La strategia proposta nel 2010 rimane pienamente valida per raggiungere i nostri obiettivi a più lungo termine e notevoli progressi sono stati compiuti nella sua attuazione[5]. Tuttavia, il forte impatto della crisi economica su vari Stati membri, il conseguente ristagno dell'economia e il deterioramento delle prospettive per l'economia mondiale hanno dato una nuova urgenza a questo esame intermedio della politica industriale[6].

L'analisi annuale della crescita di quest'anno ha sottolineato che misure di sostegno alla crescita sono necessarie per rafforzare la ripresa, stare al passo dei principali concorrenti e procedere nella direzione degli obiettivi di Europa 2020. In più occasioni, nel 2011 e nel 2012, il Consiglio europeo ha sollecitato interventi nei settori oggetto della presente comunicazione, che è stata annunciata dal Presidente Barroso nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 12 settembre 2012. La nuova strategia industriale fa parte della risposta a questi appelli, e dà seguito in particolare al "Patto per la crescita e l'occupazione" approvato dal Consiglio europeo del giugno 2012.

L'attenzione politica per l'industria trova la sua ragione nella consapevolezza che una forte base industriale è essenziale per la prosperità economica dell'Europa. È essenziale per stimolare la ripresa economica, creare posti di lavoro di qualità e rafforzare la nostra competitività globale. L'industria può generare la forte crescita della produttività necessaria per rilanciare una crescita sostenibile: la produttività industriale è aumentata del 35% rispetto al momento peggiore della crisi, che si è avuto nel 2009. Inoltre, solo l'industria può rendere più efficiente nell'insieme dell'economia l'uso dell'energia in una situazione di generale scarsità e contribuire a dare soluzione ai problemi della società.

Nuovi investimenti sono indispensabili per stimolare la ripresa economica e riportare nelle fabbriche l'innovazione e le nuove tecnologie. Se l'Europa non investe nell'adozione e nella diffusione di queste tecnologie, la competitività futura sarà gravemente compromessa. Le prospettive degli investimenti sono però preoccupanti[7]. Tra il 2008 e il 2011, gli investimenti sono diminuiti di 2,5 punti percentuali del PIL e le previsioni economiche attuali indicano una ripresa lenta. Il rilancio degli investimenti richiede fiducia delle imprese, domanda del mercato, finanziamenti e competenze, i quattro pilastri della nostra politica.

È sempre più importante disporre di un accesso a prezzi contenuti e sicuro all'energia e alle materie prime, che rappresentano una parte significativa dei costi per molte industrie. I prezzi dell'energia per l'industria sono aumentati del 27% in termini reali tra il 2005 e l'inizio del 2012, un aumento superiore a quello che si è registrato nella maggior parte dei paesi industrializzati, in particolare negli Stati Uniti. Per quel che riguarda l'elettricità, i prezzi sono per l'industria europea in media superiori a quelli delle industrie di altri paesi sviluppati, come Stati Uniti, Canada, Messico e Corea, e il divario è cresciuto nell'ultimo decennio[8]. L'impatto del prezzo dell'energia in Europa va attentamente considerato nel definire le future politiche energetiche. La realizzazione di un mercato interno dell'energia pienamente efficiente, maggiori investimenti nell'infrastruttura energetica, maggiore diversificazione delle fonti energetiche e maggiore efficienza energetica sono a questo riguardo elementi fondamentali.

Poiché la concorrenza nell'industria manifatturiera sarà in futuro sempre meno basata sui differenziali salariali[9], la nostra industria ha buone possibilità di ridare attrattiva dell'Europa come luogo di produzione, purché sappia mettere a frutto le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e la dimensione del mercato dell'UE.

III.         I pilastri di una politica industriale rafforzata: investimenti nell'innovazione, migliori condizioni di mercato, accesso al capitale, capitale umano e competenze

La Commissione propone un approccio proattivo alla politica industriale basato sui seguenti quattro elementi principali.

1.           In primo luogo, l'UE deve creare le condizioni atte a stimolare nuovi investimenti, accelerare l'adozione di nuove tecnologie e migliorare l'efficienza delle risorse. Tra queste condizioni vi sono regolamenti tecnici e norme del mercato interno, nonché misure di accompagnamento come progetti nel campo delle infrastrutture e della R&S/innovazione. Come primo passo, nella presente comunicazione sono proposti sei settori prioritari su cui intervenire immediatamente.

2.           In secondo luogo, sono necessari miglioramenti urgenti nel funzionamento del mercato interno, che sono presentati qui e nell'Atto per il mercato unico II, e di cui tengono conto le raccomandazioni indirizzate ai singoli Stati membri nel quadro del semestre europeo. Questi miglioramenti contribuiranno a rilanciare gli scambi nel mercato interno. Anche l'apertura dei mercati internazionali permetterà di accelerare la ripresa. Le economie emergenti in forte espansione offrono nuove opportunità di esportazioni per le imprese europee, in particolare per le PMI.

3.           Gli investimenti e l'innovazione non sono possibili senza un adeguato accesso ai finanziamenti. Risorse pubbliche sono già stati mobilitate a sostegno degli investimenti nell'innovazione, in particolare da parte delle PMI. Tuttavia, solo il ricorso a fondi privati può garantire il livello e la sostenibilità necessari per finanziare gli investimenti delle imprese dell'UE. Migliorare l'accesso ai mercati dei capitali è pertanto cruciale per la nostra competitività.

4.           Infine, misure di accompagnamento per accrescere gli investimenti in capitale umano e competenze sono essenziali per il successo della politica industriale. Politiche finalizzate alla creazione di occupazione e strumenti che permettano di prevedere i fabbisogni di competenze sono indispensabili per mettere in grado la forza lavoro di adattarsi alle trasformazioni industriali.

Questo approccio è incentrato sul miglioramento delle condizioni generali che rafforzano il potenziale di crescita dell'industria dell'UE e tiene pienamente conto dell'esigenza di stimolare la concorrenza per un'efficiente allocazione delle risorse e un'economia dinamica. L'intervento pubblico deve creare le condizioni del mercato idonee e ovviare alle deficienze del mercato. L'industria deve sviluppare essa stessa i propri vantaggi concorrenziali e punti di forza. L'obiettivo della politica industriale è quello di promuovere la competitività, ma saranno sempre le imprese a essere le responsabili ultime del loro successo o del loro fallimento nel mercato mondiale.

A.           Facilitare gli investimenti nelle nuove tecnologie e nell'innovazione

La ricerca e lo sviluppo sono il motore di gran lunga il più importante per l'innovazione. La Commissione considera le politiche di R&S una priorità, come indicato nell'iniziativa faro "L'Unione dell'innovazione"[10]. Tuttavia, benché la ricerca europea abbia ottenuto eccellenti risultati e sia all'origine di molte nuove tecnologie utilizzate nelle industrie di tutto il mondo, non si è sempre dimostrata capace di tradurre la sua preminenza sul piano scientifico in un vantaggio industriale. Il caso delle batterie al litio è un esempio eloquente: le imprese europee detengono più del 30% dei brevetti, ma nessuna di queste batterie è prodotta nell'UE.

Investendo nelle prime fasi dell'adozione e della diffusione delle nuove tecnologie, l'Europa acquisirà una leadership tecnologica che le permetterà di trarre dalle sue innovazioni vantaggi in termini di crescita e occupazione. Sfruttando il "vantaggio della prima mossa" si possono accrescere la produttività, l'efficienza nell'uso delle risorse e le quote di mercato. Purtroppo, la consultazione delle parti interessati dimostra che le incertezze sull'evoluzione futura dei nuovi mercati spesso minano la fiducia delle imprese e frenano gli investimenti. È quindi essenziale dissipare le incertezze sui nuovi mercati, creando un quadro a lungo termine semplice, stabile e prevedibile di regole tecniche, standard e disposizioni normative relative al mercato interno.

Sulla base di un'ampia consultazione pubblica e di analisi, sono state selezionati sei settori in rapida crescita, su cui intervenire prioritariamente. Questi settori prioritari possono contribuire alla ripresa economica a breve e medio termine e avere un impatto significativo sulla crescita a più lungo termine. Costituiranno l'infrastruttura industriale necessaria per quella che è stata definita una "terza rivoluzione industriale"[11]. Creare questa infrastruttura significa porre le condizioni per la creazione di migliaia di nuove imprese e di milioni di nuovi posti di lavoro e gettare le basi di un'economia globale sostenibile del XXI secolo. Le linee di azione prioritarie comprendono gli elementi essenziali di una nuova società industriale, in cui le nuove tecnologie dell'energia, dell'informazione e della produzione trasformeranno la produzione industriale e i mercati. I sei settori prioritari saranno quelli in cui l'impatto sarà più fortemente avvertito. Gli investimenti nelle nuove tecnologie in questi settori contribuiranno alla realizzazione dell'obiettivo "Europa 2020" di un'economia sostenibile e con alti tassi di occupazione.

I settori prioritari sono strettamente correlati con i settori d'investimento della politica di coesione per il periodo 2014-2020[12]. Sono tutti mercati in cui le nuove tecnologie possono già essere utilizzate per creare nuovi prodotti o aumentare la produttività. Queste nuove tecnologie rivoluzioneranno l'ingegneria (ad esempio con i materiali intelligenti), trasformeranno la produzione di beni (ad esempio con la stampa 3D) e daranno un volto nuovo a mercati tradizionali, come nel caso delle reti intelligenti, dei veicoli puliti o delle bioplastiche. Gli Stati membri devono quindi tenerne conto nelle loro politiche industriali e nelle loro strategie per la coesione sociale e lo sviluppo economico delle regioni.

Naturalmente, concentrarsi su queste priorità non significa ignorare gli sforzi compiuti in altri settori nell'ambito della politica industriale definita nel 2010. Ad esempio, il riesame della strategia LeaderSHIP 2015 contribuirà a migliorare la competitività del settore della costruzione navale, che contribuisce alla sostenibilità dei trasporti marittimi, alle infrastrutture e a progressi nella produzione di energia marittima. Una tavola rotonda ad alto livello sul futuro dell'industria siderurgica europea dovrà identificare i fattori che influenzano la competitività di questo settore e formulare raccomandazioni concrete per il mantenimento della competitività. Questo approccio proattivo alla politica industriale sarà esteso ad altri settori chiave, come le industrie creative, l'industria aerospaziale, le tecnologie per il miglioramento delle cure sanitarie, in particolare per la popolazione che invecchia, i dispositivi medici e il turismo.

              1. Linee d'azione prioritarie

              i) I mercati delle tecnologie di fabbricazione avanzate per la produzione "pulita"

Le tecnologie di fabbricazione avanzate, che consentono una produzione "pulita" sono un elemento essenziale della nuova rivoluzione industriale. Ad esempio, la stampa in tre dimensioni permette una produzione in quantità molto minori di quelle oggi economicamente possibili e quindi la produzione su misura di nuovi prodotti di nicchia, e apre così nuove opportunità di mercato per le PMI innovative. Le fabbriche del futuro impiegheranno processi altamente efficienti in termini di energia e di materiali, utilizzeranno materiali rinnovabili e riciclati e adotteranno sempre più modelli economici sostenibili, come la simbiosi industriale per recuperare materiali e la dissipazione di calore ed energia. Tali tecnologie rappresentano un'importante fonte di attività, con un mercato mondiale che si prevede raddoppierà di volume, superando i 750 miliardi di euro entro il 2020. L'industria dell'UE ha già una posizione di leader mondiale in queste tecnologie, con una quota del mercato mondiale di più del 35%[13] e una quota di brevetti superiore al 50%[14].

Il coordinamento delle politiche dell'UE e degli Stati membri e gli sforzi delle parti interessate potrebbero essere rafforzati per mezzo di una task force speciale per le tecnologie di fabbricazione avanzate per la produzione pulita. Il partenariato avrebbe una funzione di guida e di coordinamento e consentirebbe una maggiore diffusione e commercializzazione dei risultati dei partenariati tra settore pubblico e privato. Potrebbe inoltre promuovere misure di innovazione sul lato della domanda, anche per quanto riguarda la regolamentazione e la standardizzazione del mercato interno e gli appalti pubblici innovativi[15].

Investimenti costosi e rischiosi in progetti di sperimentazione e in linee pilota richiederanno il ricorso a partenariati pubblico-privato (PPP) con l'industria a livello di Unione europea per garantire una rapida commercializzazione. Un ruolo importante può essere svolto dai partenariati pubblico-privato nel quadro di Orizzonte 2020, ad esempio nei settori della robotica e delle industrie di trasformazione sostenibili, e da progetti dimostrativi per le tecnologie chiave. Anche il programma di finanziamento NER 300 per progetti di dimostrazione innovativi nel campo dell'energia a basse emissioni di carbonio e il programma di sovvenzioni "Sustainable Industry Low Carbon" (SILC) a sostegno dell'innovazione nel campo della riduzione dei gas a effetto serra avranno un ruolo importante.

La Commissione guiderà nel 2013 una task force sulle tecnologie di fabbricazione avanzate per la produzione pulita, al fine di promuovere lo sviluppo e l'adozione di queste tecnologie da parte dell'industria europea. Sulla base di consultazioni dell'industria, la Commissione valuterà gli effetti di un potenziale partenariato pubblico-privato nel settore delle industrie di trasformazione sostenibili.

Gli Stati membri sono invitati a promuovere la commercializzazione e la messa in atto di tecnologie di fabbricazione avanzate e a sviluppare la collaborazione transfrontaliera, tenendo conto delle loro specializzazioni ed esigenze nazionali.        

              ii) I mercati delle tecnologie chiave

Si prevede che il mercato mondiale delle "tecnologie chiave" (microelettronica e nanoelettronica, materiali avanzati, biotecnologia industriale, fotonica, nanotecnologie e sistemi di fabbricazione avanzata), crescerà di oltre il 50%, passando entro il 2015 da 646 miliardi di euro a più 1 000 miliardi di euro, cifra che corrisponde all'8% circa del PIL dell'UE. L'Europa è leader mondiale nella R&S per queste tecnologie, con una quota di brevetti superiore al 30%. Tuttavia, in passato l'UE è stata spesso più lenta dei nostri partner commerciali a trasformare la ricerca in prodotti e servizi per il mercato.

Una comunicazione[16] pubblicata nel giugno 2012 definisce la strategia dell'UE per accelerare lo sviluppo e l'uso industriale dei prodotti basati sulle tecnologie chiave. Questa nuova strategia si basa su quattro pilastri: l'adattamento e lo snellimento degli strumenti d'azione dell'UE, un migliore coordinamento delle politiche dell'UE e degli Stati membri per realizzare sinergie e complementarità, la creazione di strutture adeguate di governance all'interno e al di fuori della Commissione che consentano di agire in modo efficace e la mobilitazione degli strumenti commerciali esistenti per garantire una concorrenza leale e condizioni paritarie a livello internazionale. Sarà prestata particolare attenzione allo sviluppo del mercato interno dei prodotti innovativi per promuovere le competenze scientifiche e tecnologiche e incoraggiare l'imprenditorialità nel campo delle tecnologie chiave[17]. È necessario riflettere sul modo migliore per mantenere e sviluppare in Europa una solida base di approvvigionamento per le tecnologie chiave, ad esempio per i componenti utilizzati nel settore delle telecomunicazioni e delle tecnologie dell'informazione.

La Commissione attuerà la strategia europea per le tecnologie chiave che assicura un migliore coordinamento delle politiche dell'UE e degli Stati membri, il finanziamento di linee pilota e di dimostrazione essenziali e di progetti trasversali nel campo delle tecnologie chiave, e lo sviluppo rapido del mercato interno dei prodotti basati su queste tecnologie.. L'applicazione industriale delle tecnologie chiave sarà un elemento fondamentale dei pertinenti partenariati europei per l'innovazione.

Gli Stati membri e le regioni sono invitati a sfruttare le strategie di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente, a sostenere la ricerca sullo sviluppo, comprese le linee pilota e i progetti di dimostrazione, e a promuovere la cooperazione lungo la catena di valore.

              iii) I mercati dei prodotti biologici

Le bioindustrie utilizzano risorse rinnovabili o applicano processi a base biologica nei loro processi di produzione. I bioprodotti offrono vari vantaggi per la competitività industriale e l'ambiente. Rispetto ai processi che utilizzano combustibili fossili, la maggior parte dei processi biotecnologici consumano meno energia, hanno minori emissioni di anidride carbonica e di composti organici volatili e generano meno rifiuti tossici. Possono ridurre i costi di produzione e migliorare le prestazioni ambientali. La crescita del volume dei bioprodotti chimici (bioplastiche, biolubrificanti, biosolventi, biosurfattanti e materie prime chimiche) nell'UE fino al 2020 è stimata del 5,3% all'anno e dovrebbe creare un mercato del valore di 40 miliardi di euro e oltre 90 000 posti di lavoro nella sola industria biochimica[18].

La creazione di un mercato interno dei bioprodotti richiede l'elaborazione di norme e l'aggiornamento dei regolamenti[19]. Il CEN lavora già su mandati di standardizzazione per i biocombustibili e i bioprodotti in generale, nonché su mandati specifici per i biopolimeri, i biolubrificanti, i biosolventi e i biosurfattanti[20].

Un partenariato pubblico-privato istituzionale basato sull'approccio dell'iniziativa tecnologica congiunta sulle bioindustrie per la crescita potrebbe mobilitare gli investimenti del settore privato, facilitare l'approvvigionamento efficace e sostenibile di biomassa, sostenere dei progetti di dimostrazione su ampia scala di bioraffineria, promuovere gli appalti pubblici verdi e sviluppare nuovi bioprodotti e biomateriali. Processi e tecnologie innovativi possono facilitare lo sfruttamento dei residui di coltura e della biomassa marina attualmente inutilizzati.

La Commissione metterà in atto la strategia per la bioeconomia e promuoverà i mercati dei prodotti biologici, accelerando l'elaborazione di norme e il loro riconoscimento internazionale e promuovendo l'etichettatura e gli appalti pubblici verdi, e collaborerà con l'industria per elaborare proposte dettagliate per un PPP sulla bioeconomia (dal 2013-14).

              iv) Politica industriale sostenibile, edilizia e materie prime

La riduzione dei costi, una maggiore efficienza in termini di energia e risorse e la riduzione dei rifiuti accresceranno la competitività del settore della costruzione. L'energia utilizzata negli edifici residenziali, commerciali e pubblici rappresenta il 40% del consumo finale di energia dell'UE e contribuisce alle emissioni di CO2 e all'inquinamento atmosferico. Nuovi investimenti nell'efficienza energetica degli edifici residenziali e pubblici e delle infrastrutture hanno un forte potenziale di crescita e dovrebbero rappresentare circa 25-35 miliardi di euro all'anno entro il 2020[21]. Inoltre, si propone che una quota significativa dei Fondi strutturali e di coesione sia utilizzata per favorire il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio.

Sono necessarie nuove norme europee riguardanti prodotti, processi e lavori per l'edilizia sostenibile, in modo da mantenere la coerenza del mercato interno dei prodotti e dei servizi. La competitività internazionale dei servizi di costruzione dell'UE può essere rafforzata tra l'altro dall'adozione internazionale delle norme di costruzione Eurocodici. Il partenariato pubblico-privato sull'efficienza energetica degli edifici deve accelerare il passaggio dalla ricerca al mercato.

La direttiva sulla progettazione ecocompatibile[22] ha stabilito i requisiti per alcuni prodotti connessi all'energia (motori, pompe, ventilatori, impianti di refrigerazione). Sono in corso di elaborazione misure per altri beni domestici e per gli impianti industriali. Anche se l'energia è stata finora la principale risorsa presa in considerazione, la direttiva prevede miglioramenti relativi a tutti gli aspetti ambientali, tra cui l'efficienza dei materiali. Si applicherà progressivamente a un'ampia gamma di prodotti industriali che hanno effetti significativi sull'ambiente.

Sono anche necessarie azioni per sviluppare i mercati UE del riciclaggio dei rifiuti e progredire verso un'economia a circuito chiuso. Nuove norme europee sulla qualità dei materiali (per es. metalli, legno, tessili) favorirebbero anche lo sviluppo del mercato. Sono urgentemente necessari nuovi progetti dimostrativi relativi a tecnologie di riciclaggio, smantellamento e selezione per applicazioni specifiche, come il progetto pilota RECAP sul riciclaggio delle plastiche miste. Tecnologie innovative per la gestione delle risorse e dei rifiuti potrebbero anche essere promosse grazie allo scambio di buone pratiche. I Fondi strutturali e di coesione, altri finanziamenti pubblici, programmi di incentivazione e segnali di prezzo potrebbero promuovere ulteriormente il riciclaggio, il ricondizionamento e il riutilizzo, in alternativa all'incenerimento.

Le materie prime non agricole e non energetiche sono di vitale importanza per la competitività dell'industria dell'UE. L'innovazione può contribuire a ridurre le pressioni sull'offerta, ad esempio mettendo a punto metodi avanzati di estrazione (anche dal fondo marino) e trasformazione, introducendo prodotti che permettano un riciclaggio di alta qualità e lo sfruttamento della "miniera urbana". L'UE deve migliorare la cooperazione e lo scambio di informazioni tra gli Stati membri sulle materie prime per raggiungere la massa critica necessaria per sviluppare soluzioni a circuito chiuso per le catene di valore dei materiali. Il partenariato europeo per l'innovazione sulle materie prime[23] riunirà tutte le parti interessate per accelerare la disponibilità sul mercato di soluzioni tecnologiche e altre. La Commissione tradurrà poi questo piano strategico di attuazione in un programma operativo.

Saranno elaborate nuove norme europee per i criteri di sostenibilità relativi ai prodotti e processi per l'edilizia e sarà promossa l'adozione internazionali degli Eurocodici nell'ambito dell'attuazione del piano d'azione sulla competitività sostenibile del settore della costruzione in cooperazione con il Forum strategico tripartito[24] (2013-14).

Per accelerare il passaggio dalla ricerca al mercato, saranno proposte azioni concrete nel quadro del partenariato pubblico-privato sull'efficienza energetica degli edifici e con una comunicazione sull'edilizia sostenibile (2013).

La Commissione applicherà regolamenti specifici in materia di progettazione ecocompatibile dei prodotti industriali, in particolare di quelli che hanno un impatto significativo sull'ambiente durante il loro ciclo di vita; promuoverà la realizzazione più rapida e meno costosa degli obiettivi della progettazione ecocompatibile mediante accordi volontari settoriali; procederà al riesame congiunto della direttiva sull'etichettatura energetica e di alcuni aspetti delle direttive sulla progettazione ecocompatibile per massimizzare la loro efficacia; appoggerà i servizi di consulenza sulla progettazione ecocompatibile attraverso la rete Impresa Europa per rispondere meglio alle esigenze delle PMI (dal 2012).

La Commissione continuerà a sviluppare mercati del riciclaggio stabili e ad aumentare i tassi di raccolta riesaminando aspetti specifici della politica dell'UE in materia di rifiuti (2014) e analizzando gli attuali regimi di responsabilità estesa del produttore al fine di individuare i regimi più efficienti e definire buone pratiche e linee guida (2013/14).

Dopo il varo del partenariato europeo per l'innovazione sulle materie prime nel novembre 2012, la Commissione predisporrà un programma operativo sulle materie prime basato sul piano strategico di attuazione (settembre 2013).

Gli Stati membri sono invitati a elaborare strategie adatte alle loro specificità nazionali per promuovere il riciclaggio e realizzare edifici a basso consumo energetico.

              v) Veicoli puliti e navi pulite

I veicoli con sistemi di propulsione alternativi e/o che utilizzano carburanti alternativi sono una componente determinante della mobilità sostenibile. I veicoli elettrici e ibridi plug-in dovrebbero rappresentare circa il 7% del mercato entro il 2020. I veicoli con motore a combustione, inoltre, utilizzeranno sempre più energia elettrica. Oltre a stimolare la crescita e l'occupazione, gli investimenti nella mobilità pulita possono generare vantaggi aggiuntivi, tra cui il miglioramento della qualità dell'aria e la riduzione degli effetti negativi sulla salute.

Un ampio coordinamento è necessario per lo sviluppo di mercati dei veicoli puliti e delle navi pulite. In particolare, la messa in atto della mobilità elettrica richiederà profondi adattamenti delle catene del valore industriale, dei modelli economici, delle competenze professionali e dei comportamenti dei consumatori, oltreché la creazione di infrastrutture di ricarica. Le attività di standardizzazione in corso per l'interoperabilità e la connettività devono essere concluse rapidamente e tradursi in nuove norme per i veicoli e le infrastrutture. È necessario adattare le prescrizioni di sicurezza per tutti i componenti e i sistemi (batterie comprese) e i regolamenti dell'UE in materia di ambiente. Accordi internazionali su standard e regolamenti, in particolare nel quadro dell'UNECE, contribuiranno a ridurre i costi e ad accelerare la crescita del mercato. Un importante contributo verrà anche dalla cooperazione con i nostri principali partner commerciali in materia di standard, ricerca e aspetti regolamentari, come nel caso del piano di lavoro UE/USA eMobility adottato nel quadro del Consiglio economico transatlantico.

Proposte legislative sulle reti intelligenti, la rete transeuropea dei trasporti[25] e le infrastrutture per i carburanti alternativi dovrebbero facilitare la messa in funzione di infrastrutture di ricarica/rifornimento, in particolare nelle città. Anche le autorità regionali e locali dovranno contribuire a stimolare il mercato, ad esempio mediante lo sviluppo delle infrastrutture, gli appalti pubblici e incentivi non finanziari come l'accesso prioritario ai centri urbani. Facendo seguito al progetto Green eMotion, dovranno essere realizzati nell'ambito di Orizzonte 2020 progetti di R&S e dimostrazione, con il concorso dei Fondi strutturali e di coesione, e da parte degli Stati membri, in combinazione con i prestiti della BEI.

Dando seguito alla relazione finale del gruppo CARS21, la Commissione coordinerà tutte le azioni a sostegno della messa sul mercato di veicoli puliti, compresi i veicoli elettrici e ibridi plug-in, favorendo una rapida adozione di regolamenti e standard, agevolando lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica ed eventualmente finanziando progetti di R&S e dimostrazione (comunicazione CARS 2020, novembre 2012).

Come annunciato nel Libro bianco del 2011 sui trasporti[26], la Commissione presenterà una strategia sui carburanti alternativi, che tratterà anche della questione di un'adeguata infrastruttura di ricarica/rifornimento.

Sulla base delle consultazioni dell'industria in corso, la Commissione valuterà proposte dettagliate per dare un seguito ai PPP sull'idrogeno e le pile a combustibile e sulle auto verdi.

Tenendo conto delle specificità e delle necessità nazionali, gli Stati membri sono invitati a sostenere progetti di dimostrazione e a sviluppare infrastrutture per veicoli puliti e navi pulite adatte alle loro esigenze e conformi alle raccomandazioni del semestre europeo.

Gli Stati membri e le regioni sono invitati a sfruttare le strategie di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente, a sostenere la ricerca sullo sviluppo, compresi le linee pilota e progetti di dimostrazione, e a promuovere la cooperazione lungo la catena di valore.

              vi) Reti intelligenti

Infrastrutture adeguate (comprese le reti intelligenti e soluzioni per la capacità di stoccaggio e bilanciamento) sono necessarie per integrare le energie rinnovabili nel sistema elettrico, contribuire all'efficienza energetica e stimolare la domanda, ad esempio di veicoli elettrici. Il terzo pacchetto per la liberalizzazione del mercato dell'energia prevede l'installazione di sistemi di misura intelligenti in almeno l'80% delle famiglie entro il 2020, come primo passo verso la diffusione delle reti intelligenti nell'UE; la comunicazione sulle reti intelligenti[27] stabilisce il quadro generale per la loro messa in esercizio. In totale, entro il 2020 l'UE dovrà investire in queste reti un importo stimato in 60 miliardi di euro, importo che salirà a circa 480 miliardi di euro entro il 2035.

È essenziale creare le condizioni che permettano all'industria di sviluppare le tecnologie e le capacità di produzione necessarie per realizzare questo investimento[28]. Parallelamente, l'UE dovrà stabilire gli standard necessari per assicurare l'interoperabilità transfrontaliera delle reti intelligenti e una serie di norme minime comuni per i contatori e le infrastrutture avanzate di misura. Nel 2011 la Commissione ha già incaricato (col mandato M/490) gli organismi europei di normazione di stabilire entro il 2012 una prima serie di standard per le reti intelligenti. Un regolare scambio di informazioni avviene con organismi internazionali quali lo US National Institute of Standards and Technology per garantire, per quanto possibile, la compatibilità degli standard. Deve ancora essere predisposto un quadro generale che permetta una più ampia introduzione di apparecchi intelligenti, anche per un utilizzo più efficiente dei dispositivi a bassa tensione. In base a un'analisi costi-benefici, dovranno essere definiti indicatori di prestazione per gli appalti che consentano il riconoscimento dei benefici potenziali. La realizzazione di impianti di combustione di piccole dimensioni integrati, efficienti e flessibili potrebbe essere favorita dalla rapida adozione di norme sulle emissioni. Infine, progetti di R&S e di dimostrazione di innovazioni devono essere realizzati tramite le iniziative industriali europee sulle reti elettriche, il piano SET, e il partenariato europeo per l'innovazione sulle città e comunità intelligenti[29].

Sulla base della prossima relazione della task force sulle reti intelligenti, la Commissione definirà ulteriori obiettivi per l'installazione di componenti di reti intelligenti, rivedrà e amplierà i mandati di normazione, elaborerà linee guida sugli indicatori di prestazione e individuerà i possibili progetti d'interesse comune[30] per l'infrastrutture energetica transeuropea (fine 2012).

2. Misure di accompagnamento

Gli organismi di coordinamento di cui si è detto - o se opportuno una nuova task force di specialisti - dovranno coordinare strettamente le loro azioni con l'industria e gli Stati membri per realizzare i loro obiettivi. Questi gruppi avranno struttura e calendario diversi in funzione delle esigenze del settore di attività, ma tutti riuniranno le parti interessate e le autorità pubbliche per definire le azioni necessarie per accelerare l'adozione delle nuove tecnologie e gli investimenti[31].

· In primo luogo, dovrebbe essere concordato e annunciato al più presto un quadro normativo semplificato, prevedibile e stabile del mercato interno dei nuovi prodotti e servizi, comprendente gli standard appropriati e la certificazione. I regolatori europei e le organizzazioni di standardizzazione devono rapidamente elaborare norme e regolamentazioni per le nuove tecnologie prima della loro messa sul mercato; i mandati di normazione del CEN per i veicoli elettrici e i bioprodotti sono un buon esempio. Le task force raccomanderanno semplificazioni del contesto normativo e amministrativo nelle rispettive aree di mercato, in particolare per dare un aiuto alle PMI. È stato inoltre raccomandato agli Stati membri di semplificare il contesto normativo nel semestre europeo.

· Lo sviluppo delle infrastrutture deve essere coordinato e sincronizzato con gli aumenti della capacità produttiva. Ad esempio, gli investimenti nelle principali infrastrutture energetiche dell'UE, quali le reti intelligenti e lo stoccaggio dell'energia, sono essenziali per un'ampia adozione delle energie rinnovabili e delle TIC e per la diffusione dei veicoli elettrici e ibridi. La disponibilità di idonee infrastrutture dei trasporti, logistica interoperabile e reti a banda larga ad alta velocità sono condizioni dello sviluppo industriale. Analogamente, devono essere sviluppate rapidamente nuove capacità industriali in tecnologie di produzione, con investimenti in macchine e attrezzature a basso consumo energetico ed efficienti sotto il profilo delle risorse.

· In terzo luogo, è essenziale che gli sforzi di innovazione e di R&S siano coordinati nell'UE per garantire la rapida diffusione e commercializzazione delle tecnologie. In particolare, i progetti di dimostrazione "proof-of-concept" e le linee pilota di fabbricazione sono condizioni indispensabili per la diffusione delle tecnologie su scala industriale. I partenariati pubblico-privato possono finanziare queste iniziative mediante i Fondi strutturali o nel quadro di Orizzonte 2020 e tramite altri programmi comunitari. Può anche essere utilizzato il finanziamento del capitale di rischio proveniente dal settore pubblico e soprattutto dal settore privato.

· Inoltre, la Commissione adotterà misure complementari per far sì che le competenze necessarie siano disponibili per lo sviluppo di questi mercati e stimolare la domanda per l'adozione delle innovazioni.

Nuove pratiche di lavoro permetteranno alle imprese di occupare una forza lavoro senescente e di attrarre personale qualificato. Le nuove tecnologie stanno modificando la combinazione di impieghi e competenze richieste. La Commissione promuoverà la trasformazione dei luoghi di lavoro che stimolano nuove forme di "impieghi attivi" e incoraggerà lo sviluppo di nuove competenze, anche nel campo dell'informatica.

Un uso più ampio del design e di altre innovazioni non tecnologiche è uno dei fattori chiave per lo sviluppo di prodotti ad alto valore aggiunto, l'aumento della produttività e una maggiore efficienza delle risorse. Per rafforzare il ruolo del design nell'innovazione, lo European Design Leadership Board ha presentato una serie di proposte, tra cui: un migliore accesso al design per le imprese, la promozione dell'innovazione basata sul design per i sistemi di fabbricazione, la promozione delle competenze in design, maggiore spazio per il design nel sistema della ricerca e dell'innovazione dell'UE, una più ampia applicazione del design nel settore pubblico e la differenziazione del design europeo a livello mondiale.

La politica dell'innovazione può accentuare il suo impatto sulla crescita economica combinando l'introduzione di nuove tecnologie e pratiche di lavoro con misure orientate alla domanda, come la standardizzazione, promuovendo l'uso delle innovazioni nelle catene di approvvigionamento mondiali o offrendo incentivi di tipo normativo. L'Europa dispone di esperienza in fatto di politiche della domanda, ad esempio il successo dell'iniziativa del mercato guida, che ha permesso di predisporre tabelle di marcia specifiche per i mercati e strumenti di politica della domanda. Di recente sono stati annunciati cinque partenariati europei per l'innovazione per coordinare gli strumenti di politica della R&S e della domanda.

Secondo l'invito del Consiglio europeo del marzo 2012, è importante promuovere l'innovazione basata sulla domanda e creare il miglior contesto possibile perché gli imprenditori possano commercializzare le loro idee sul mercato. A partire dalla fine del 2012, la Commissione attuerà un piano d'azione orizzontale con tre fasi successive per stimolare la domanda di beni e servizi europei innovativi. La prima fase servirà ad individuare i mercati, gli strumenti e modelli basati sulla domanda. Nella fase successiva, la Commissione con le parti interessate elaborerà indirizzi strategici per azioni incentrate sulla domanda in iniziative più vaste. Nella fase finale saranno realizzate le azioni indicate negli indirizzi strategici della seconda fase. Parallelamente, un nuovo sistema di monitoraggio misurerà l'impatto delle politiche della domanda e la messa in atto degli indirizzi strategici.

La Commissione predisporrà e attuerà un piano d'azione orizzontale per stimolare la domanda di beni e servizi europei innovativi (dal 2012).

La Commissione istituirà una rete di apprendimento sull'innovazione nel luogo di lavoro per promuovere la produttività del lavoro e la qualità degli impieghi (2013) e attuerà piani d'azione per accelerare l'introduzione del design nella politica dell'innovazione (dal 2012).

Nel 2013 la Commissione lancerà uno studio indipendente per valutare se il sistema europeo di standardizzazione è in grado di adattarsi a un ambiente in rapida evoluzione e di contribuire agli obiettivi strategici interni ed esterni dell'Europa.

B.           Accesso ai mercati

1. Migliorare il mercato interno delle merci

Il mercato interno delle merci costituisce il 75% del commercio intra-UE e possiede un enorme potenziale non sfruttato di stimolo della competitività e della crescita. È uno strumento essenziale per la costruzione di un'economia sociale di mercato altamente competitiva. In particolare, la globalizzazione, la specializzazione e l'innovazione hanno un forte impatto sui processi produttivi, mentre la distinzione tra "prodotti" e "servizi" è sempre meno netta. Tuttavia, questo processo rischia di creare nuove barriere e ostacoli. Le norme e le procedure del mercato unico devono quindi stare al passo di questa evoluzione. Venti anni dopo la strategia del 1992, numerosi prodotti non sono ancora armonizzati e le clausole di reciproco riconoscimento nella legislazione degli Stati membri non sono sempre correttamente applicate. L'anno prossimo la Commissione effettuerà una valutazione critica dell'acquis per quanto riguarda i prodotti industriali, che comprenderà uno studio e un'ampia consultazione, e presenterà una tabella di marcia per la riforma del mercato interno dei prodotti industriali.

Sono necessari ulteriori progressi verso la piena integrazione del mercato interno di alcuni settori, come la sicurezza e la difesa. Nonostante l'attuazione del pacchetto difesa, il settore della difesa continua a mantenere una forte dimensione nazionale e quindi non è in grado di trarre vantaggio dalle economie di scala necessarie per migliorare la competitività e la redditività. Altre iniziative di ricerca e innovazione a livello UE sono in preparazione in materia di sicurezza civile. Una task force sulla difesa contribuisce a definire un'ampia strategia per un'industria della difesa all'avanguardia e competitiva in Europa e nel mondo. Anche i prodotti e i servizi basati su dati satellitari hanno un elevato potenziale di crescita economica e lo sviluppo del loro mercato deve essere incoraggiato e sostenuto.

Nel 2010, nel quadro della sua strategia "legiferare con intelligenza"[32], la Commissione ha messo a punto controlli di idoneità ("check-up") per valutare il quadro normativo generale di uno specifico settore. Questi controlli hanno avuto lo scopo di identificare oneri amministrativi eccessivi, analizzare le sovrapposizioni, le carenze e le incongruenze della legislazione e valutare l'effetto cumulativo della legislazione. I risultati serviranno da base per le decisioni sul futuro del pertinente quadro normativo. Controlli di idoneità sono in corso in settori specifici, come l'informazione e la consultazione dei lavoratori, l'omologazione dei veicoli a motore e la politica ambientale dell'Unione europea in materia di acque dolci. Tuttavia, l'obiettivo di ottenere una visione d'insieme delle principali politiche che interessano un particolare settore economico non è ancora stato raggiunto. La Commissione effettuerà pertanto controlli di idoneità pilota orizzontali per settore. I primi due riguarderanno i settori della raffinazione del petrolio e dell'alluminio. Entrambi questi settori sono di fondamentale importanza per la catena del valore industriale dell'UE, ma hanno urgente bisogno di nuovi investimenti in una situazione di forte concorrenza internazionale. I controlli di idoneità si concentreranno sull'attuazione e l'interazione delle politiche più importanti per la competitività di questi settori[33]. Seguiranno in futuro controlli di idoneità in altri settori industriali.

Gli ostacoli al mercato interno in fatto di governance e regolamentazione derivano anche da settori che sono regolamentati dagli Stati membri, ad esempio le norme tecniche, il rifiuto di applicare il riconoscimento reciproco e le incoerenze tra 27 diversi sistemi di regole fiscali. Un'analisi a monte dei progetti di regole tecniche può prevenire l'insorgere di ostacoli regolamentari. Questo è appunto l'obiettivo della procedura di notifica prevista dalla direttiva 98/34/CE, che prevede che i progetti di atti legislativi contenenti norme tecniche sui prodotti e i servizi della società dell'informazione debbano essere comunicati alla Commissione prima della loro adozione[34]. La natura preventiva di questa procedura ha evitato un gran numero di infrazioni alle norme in materia di libera circolazione delle merci. La procedura di notifica può anche essere utilizzata per migliorare la legislazione nazionale secondo i principi del "legiferare meglio" e per mezzo del benchmarking. Il suo potenziale può essere ulteriormente sfruttato, raccomandando che gli Stati membri ricorrano all'analisi dell'incidenza sulla competitività nel contesto delle valutazioni d'impatto nazionali.

I "prodotti e servizi verdi" rappresentano un mercato dinamico, innovativo e in crescita. Tuttavia, lo sviluppo parallelo di regole tecniche e sistemi di etichettatura diversi e spesso incoerenti negli Stati membri e attraverso iniziative private potrebbe creare confusione tra i consumatori e ostacoli alla libera circolazione di questi prodotti e servizi nel mercato interno. La Commissione sta esaminando i modi migliori per integrare i "prodotti e servizi verdi" nel mercato interno, anche in base all'impronta ambientale[35].

La mancanza di coordinamento tra gli Stati membri sulle metodologie e sui criteri per l'adozione di decisioni riguardanti il prezzo e il rimborso dei medicinali causa incoerenze e ritardi nell'accesso ai farmaci innovativi. La questione è in parte affrontata dalla direttiva sulla trasparenza e dalle attività in materia di valutazione delle tecnologie sanitarie, ma sono necessarie un'agenda strategica più ampia e una tabella di marcia per garantire la competitività e la vitalità a lungo termine dell'industria farmaceutica europea.

Può essere migliorato il quadro UE per la vigilanza del mercato. La direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti si applica a tutti i prodotti di consumo, armonizzati e no, mentre le disposizioni relative alla vigilanza del mercato del regolamento n. 765/2008 e della normativa settoriale si applicano ai prodotti armonizzati, di consumo o industriali. Vi è quindi una possibilità di confusione tra le autorità nazionali e gli operatori economici quanto al regime applicabile. È in preparazione una nuova proposta di regolamento sulla vigilanza del mercato che raccoglie tutte queste disposizioni e pone rimedio alle carenze dell'attuale quadro legislativo.

La vigilanza del mercato protegge i cittadini europei dai prodotti non conformi che presentano rischi per la salute e la sicurezza e garantisce condizioni di correttezza commerciale. Il controllo del mercato interno avviene a livello nazionale e agli Stati membri spetta il compito di vigilare e di far rispettare le leggi. La vigilanza, in particolare, comporta un lavoro enorme. Per alcuni prodotti, come i beni strumentali prodotti dall'industria meccanica europea, la vigilanza del mercato è insufficiente[36]. Un piano d'azione pluriennale per la vigilanza del mercato è necessario per intensificare la vigilanza del mercato paneuropeo e rafforzare la cooperazione e l'assistenza reciproca. Questo permetterà di rendere la vita più difficile agli operatori disonesti e contribuirà a integrare ulteriormente il mercato unico dei prodotti conformi e sicuri. Gli operatori responsabili non si troveranno quindi più in situazione di svantaggio rispetto ai loro concorrenti.

Poiché la linea di confine tra beni e servizi è sempre meno chiaramente definita, le barriere al commercio dei servizi ostacolano direttamente, in misura crescente, gli scambi di merci. I servizi alle imprese, in particolare, sono cruciali per la competitività industriale e l'innovazione. Sono di particolare importanza per le PMI, che più delle grandi imprese ricorrono all'acquisto di servizi sul mercato.

Entro il 2012 la Commissione adotterà un pacchetto sulla sicurezza dei prodotti e la vigilanza del mercato che sarà costituito da una direttiva riveduta sulla sicurezza generale dei prodotti, da un nuovo regolamento sulla vigilanza del mercato e da una comunicazione su un piano d'azione pluriennale per la vigilanza del mercato per il periodo 2012-2015.

La Commissione valuterà la situazione dell'"acquis" nel settore dei prodotti industriali nel loro insieme, in vista della preparazione di una tabella di marcia per la riforma del mercato interno dei prodotti industriali (2013).

La Commissione effettuerà controlli di idoneità sui settori dell'alluminio e della raffinazione del petrolio, con particolare riguardo all'attuazione e all'interazione delle politiche più importanti per la competitività.

La Commissione elaborerà una strategia globale a sostegno della competitività dell'industria della difesa e per migliorare l'efficienza del mercato della difesa. Una comunicazione è prevista per aprile 2013.

La Commissione proporrà nuove iniziative volte a favorire l'integrazione del mercato interno nei settori della sicurezza e dello spazio.

La Commissione continuerà a sfruttare le possibilità offerte dalla procedura prevista dalla direttiva 98/34/CE come strumento della politica industriale dell'UE e per contribuire a stabilire le future priorità legislative, in particolare per incoraggiare gli Stati membri a introdurre valutazioni di impatto e analisi dell'incidenza sulla competitività nella fase di elaborazione dei rispettivi processi legislativi nazionali.

La Commissione adotterà una strategia per il rafforzamento della competitività dell'industria farmaceutica.

Entro il 2012 sarà costituito un gruppo di alto livello sui servizi alle imprese. Sulla base della relazione di tale gruppo, la Commissione predisporrà entro il 2014 un programma di lavoro con raccomandazioni.

2. Promuovere l'imprenditorialità per rendere più dinamico il mercato interno

Anche se più di un terzo dei nuovi posti di lavoro sono creati da piccole imprese a forte crescita, le piccole imprese dell'UE non crescono così rapidamente come negli Stati Uniti[37]. Sulla base dello Small Business Act, un piano d'azione per l'imprenditorialità promuoverà la crescita delle giovani imprese, faciliterà il trasferimento delle imprese, aiuterà le imprese ai loro inizi e introdurrà procedure fallimentari efficienti che diano una seconda possibilità agli imprenditori.

Gli imprenditori devono sfruttare tutte le potenzialità offerte dal mercato unico digitale, che si prevede crescerà del 10% all'anno fino al 2016[38]. La Commissione ha posto lo sviluppo di Internet e delle tecnologie digitali al centro della strategia Europa 2020 con le iniziative Un'agenda digitale europea[39] e Politica industriale. La politica dell'UE crea le condizioni per il mercato unico digitale, compreso il commercio elettronico disciplinato dalla direttiva 2000/31/CE[40]. In futuro, il diritto comune europeo della vendita conterrà norme uniformi per le vendite on-line transfrontaliere e la dimensione digitale è un aspetto essenziale dell'agenda europea dei consumatori.[41]

Gli Stati membri e la Commissione devono contribuire ad accelerare la piena realizzazione del mercato unico digitale. Gli Stati membri devono semplificare le procedure di registrazione IVA e creare uno sportello unico per la registrazione elettronica per facilitare il commercio digitale transfrontaliero delle piccole imprese. La rete Impresa Europa servirà a formare e informare le PMI che vogliono sviluppare il commercio on line sui loro obblighi nel contesto delle vendite transfrontaliere. Linee guida e marchi di qualità per le competenze digitali potrebbero permettere di concordare una serie di competenze per i fornitori di istruzione e formazione a livello UE e nazionale. Standard e le linee guida sono essenziali per l'interoperabilità delle catene di fornitura.

Non è però sufficiente creare semplicemente le condizioni quadro e incoraggiare gli imprenditori a sfruttare il mercato unico digitale. L'Europa deve anche, perché la sua azione sia efficace, promuovere l'imprenditorialità nell'economia digitale.

La Commissione proporrà un piano d'azione per l'imprenditorialità, con raccomandazioni agli Stati membri per il miglioramento delle condizioni quadro e misure di sostegno all'imprenditorialità (novembre 2012) e prenderà anche altre iniziative per stimolare l'adozione delle tecnologie digitali e del commercio elettronico. La Commissione proporrà anche nel primo trimestre 2013 azioni mirate a sostegno degli imprenditori del web nell'UE.

3. Il mercato interno della tecnologia, il brevetto unitario e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale

I diritti di proprietà intellettuale (DPI) sono fondamentali per l'innovazione e la crescita in quanto proteggono le imprese che investono in R&S. Ricompensando la creatività e l'inventività e proteggendo le imprese e l'innovazione dall'appropriazione e dallo sfruttamento abusivi delle conoscenze tecnologiche, i DPI sono al centro del sistema di innovazione e costituiscono la base di tutti i trasferimenti di tecnologia. La disciplina della proprietà intellettuale deve rispondere alle necessità della nuova economia, in particolare per un'innovazione aperta e collaborativa.

L'introduzione del brevetto unitario e lo sviluppo di un sistema unico di risoluzione delle controversie in Europa permetterà di ridurre i costi[42] e la frammentazione della tutela brevettuale nel mercato unico, eliminando inutili spese di giudizio e rafforzando la certezza del diritto. Inoltre, uno strumento gratuito di traduzione automatica[43] sarà disponibile per tutte le lingue europee entro il 2014. Gli inventori che chiedono la tutela brevettuale dispongono di strumenti per accelerare la procedura di rilascio di un brevetto. Iniziative basate sull'utilizzazione dei lavori di altri uffici e un'armonizzazione internazionale del diritto sostanziale dei brevetti (con un periodo di grazia armonizzato a livello mondiale da definire con tutte le questioni connesse) possono rafforzare il sistema dei brevetti a lungo termine e contribuire a ridurre ulteriormente i costi.

Altri strumenti possono essere utilizzati per completare il sistema dei brevetti. Uno di questi consiste nell'ottimizzare l'uso e la protezione dei segreti commerciali. Non tutte le tappe dell'innovazione sono brevettabili, ma i loro risultati possono meritare una protezione dall'appropriazione indebita. Anche se certe invenzioni possono essere brevettate, le imprese possono considerare che sono meglio tutelate dal segreto. Può quindi accadere che gli innovatori a volte scelgano di proteggere le innovazioni (e i loro frutti) solo mantenendo il segreto commerciale. Non esiste a livello di UE una legislazione sulla tutela dei segreti commerciali e questo settore è regolamentato a livello nazionale. Vi sono però notevoli differenze tra le legislazioni nazionali sulla natura e sulla portata della protezione dei segreti commerciali e per quanto riguarda i mezzi di ricorso. La Commissione sta valutando se le differenze che esistono tra le discipline nazionali sono tali da creare ostacoli e costi di transazione per le imprese che operano a livello transfrontaliero, in particolare per le PMI.

Le imprese non quotate sono soggette a norme contabili nazionali risultanti dal recepimento della quarta direttiva contabile. Anche se la direttiva consente agli Stati membri di adottare norme in questo senso, il valore dei brevetti e degli altri diritti di proprietà intellettuale non gode per ora di un vasto riconoscimento, in particolare nei bilanci delle PMI. Saranno studiati i modi che potrebbero permettere alle imprese di ottenere un riconoscimento effettivo del valore dei loro brevetti, anche nei loro rendiconti finanziari, e valutati i possibili benefici di una maggiore divulgazione in termini di accesso ai finanziamenti. Inoltre, i regimi di assicurazione contro i contenziosi in materia di proprietà intellettuale acquistano sempre maggiore importanza.      

Un sistema efficace di protezione dei diritti di proprietà intellettuale deve comprendere garanzie ex ante e interventi ex post contro coloro che non rispettano le regole. Le imboscate, rapine e guerre sui brevetti e le violazioni di questi diritti (come la contraffazione e la pirateria) danneggiano direttamente le vittime e minano la fiducia nel sistema dei diritti di proprietà intellettuale.

I rapidi progressi tecnologici in industrie aventi rilevanza per l'insieme dell'economia hanno generato rischi che possono derivare da situazioni note come "selve di brevetti" (patent thickets)[44] e "imboscate sui brevetti" (patent ambushes)[45]. Studi hanno individuato l'esistenza di "selve di brevetti" in 9 settori tecnologici su 30. Un sistema di regolamentazione efficace e proporzionato potrebbe favorire forme di licenze incrociate proconcorrenziali o di pool di brevetti come strumenti efficaci basati sul mercato per attenuare tali rischi. Nell'ambito di questo sistema, la Commissione aggiornerà le sue regole in materia di accordi di trasferimento di tecnologia. Inoltre, potrà esser portato avanti il lavoro sulle salvaguardie esistenti, come le condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie per la concessione delle licenze. A complemento delle salvaguardie, miglioramenti significativi a breve termine potranno venire da una più stretta cooperazione e dallo scambio di informazioni tra gli uffici dei brevetti e gli organismi di normazione.

I DPI sono minacciati dall'estendersi della contraffazione e della pirateria. I rapporti della Commissione sui sequestri alle frontiere dell'UE indicano che il numero di sequestri e di casi è aumentato considerevolmente dal 2000. Se non sono fatti rispettare, i DPI non hanno alcun significato. Dal 2004 esiste perciò un quadro comune che disciplina l'applicazione di questi diritti (direttiva 2004/48/CE) e permette non solo di agire contro i trasgressori diretti, ma anche contro gli intermediari (on-line e off-line) i cui servizi siano utilizzati da terzi per commettere violazioni. Questo quadro, attualmente in corso di riesame, consente ai titolari dei diritti di intervenire in caso di violazione dei loro diritti di proprietà intellettuale.

A complemento delle misure, dei mezzi di ricorso e delle sanzioni previste dalla legge, approcci collaborativi volontari potrebbe rafforzare in modo pragmatico la lotta contro la contraffazione e la pirateria come nel caso dell'Osservatorio europeo sulla violazione dei diritti di proprietà intellettuale[46]. Anche il protocollo d'intesa sulla vendita di merci contraffatte via Internet si è dimostrato un valido strumento per ridurre la vendita di prodotti falsi via Internet[47].

-             La Commissione esamina attualmente la disciplina giuridica, molto frammentata, della protezione dei segreti commerciali e valuta le possibilità di rendere più efficace e meno oneroso per le imprese e gli organismi di ricerca investire, acquisire licenze, trasferire e condividere conoscenze utili e informazioni in tutto il mercato interno.

-             La Commissione esaminerà nel 2013 i metodi di valutazione più adeguati e il rapporto tra il mercato dei DPI e la valutazione e divulgazione appropriate dei DPI nella contabilità, secondo le conclusioni di un gruppo di esperti su tali questioni.

-             La Commissione valuterà l'opportunità di misure che possano contribuire ad accrescere la trasparenza e a migliorare il trattamento dei diritti di proprietà intellettuale nella normazione.

-             La Commissione incoraggerà la cooperazione tra gli uffici dei brevetti e gli organismi di normazione, comprese le iniziative come il "patent landscaping" e il collegamento delle banche dati.

_            Il Consiglio e il Parlamento europeo dovrebbero adottare con urgenza la revisione del regolamento (CE) n. 1383/2003 relativo all'intervento delle autorità doganali.

4. I mercati internazionali

L'Unione europea è la prima potenza commerciale nel mondo, ma l'economia mondiale è in rapida evoluzione e diventa sempre più multipolare. Le grandi economie emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) continuano a crescere rapidamente e la maggior parte di esse ha messo in atto politiche industriali ambiziose che danno grande spazio alle tecnologie e all'innovazione, per "salire la scala della qualità" e orientarsi verso una produzione più "verde". Si osserva anche una preoccupante tendenza a ricorrere a misure protezionistiche e a pratiche discriminatorie[48].

La Commissione si adopera per aprire i mercati e collegare l'Europa alle fonti e alle regioni principali della crescita globale. La Commissione continuerà a premere per un'agenda ambiziosa per il commercio e gli investimenti[49], in uno spirito di reciprocità e mutuo beneficio, e per un'ampia agenda di attuazione che metta in primo piano l'accesso al mercato, l'eliminazione delle barriere, l'apertura degli appalti pubblici, l'applicazione efficace delle regole commerciali (ad esempio in relazione alle sovvenzioni), i migliori standard di protezione degli investimenti internazionali e la piena tutela dei diritti di proprietà intellettuale. L'applicazione coerente dell'analisi dell'incidenza sulla competitività nelle valutazioni di impatto, all'inizio dei negoziati commerciali e sugli investimenti e la presentazione di un'analisi globale al Parlamento europeo e al Consiglio una volta conclusi i negoziati contribuiranno a ottimizzare l'impatto degli accordi di libero scambio sull'industria e l'economia dell'UE.

La procedura di notifica prevista dall'accordo dell'OMC sugli ostacoli tecnici al commercio è un efficace strumento per migliorare l'accesso ai mercati, ma le parti interessate, in particolare le PMI, non lo utilizzano in misura sufficiente. La Commissione si adopererà perché siano rese più accessibili le informazioni sulle condizioni di accesso al mercato e la procedura sia resa più visibile e accessibile alle parti interessate.

Come previsto dal trattato di Lisbona, è in via di elaborazione una politica globale degli investimenti internazionali[50] per mezzo di negoziati bilaterali, dialoghi con i partner principali e l'attiva partecipazione a discussioni internazionali. Questo dovrebbe permettere di migliorare l'accesso ai principali mercati, raggiungere standard elevati di protezione degli investimenti dell'UE nei paesi terzi e garantire condizioni di parità per le imprese dell'UE. Parallelamente, è essenziale mantenere un ambiente aperto e non discriminatorio per accrescere ulteriormente l'attrattiva degli investimenti nell'UE[51], in particolare per gli investimenti esteri diretti in nuove attività che creano crescita e occupazione, e migliorare, se necessario, la trasparenza degli IED dell'UE.

Per garantire l'accesso alle materie prime e alle sue iniziative di politica commerciale[52], la Commissione continuerà a sviluppare la sua "diplomazia delle materie prime"[53] e a dare obiettivi più precisi alla cooperazione normativa in questo settore. Le regioni e i paesi interessati sono la Groenlandia[54], i paesi partner mediterranei, i paesi del Caucaso meridionale, l'America latina, l'Africa e l'Asia.

Le imprese dell'UE devono essere maggiormente sostenute e accompagnate nel loro processo di internazionalizzazione, per aumentare la quota di PMI dell'UE che operano sul piano internazionale (attualmente stimata al 13%). Le "missioni per la crescita" condotte dalla Commissione nei paesi terzi con i rappresentanti dell'industria e delle PMI dell'UE, che non devono essere confuse con le tradizionali attività di promozione commerciale, possono svolgere un ruolo positivo fornendo un quadro comune per la cooperazione in materia di politica industriale e delle PMI e contribuire a favorire le relazioni commerciali.

L'UE procede attualmente a un riesame della strategia diretta a garantire il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nei paesi terzi, una componente importante delle sue iniziative contro la contraffazione. In questo contesto, la Commissione aiuta direttamente le PMI a proteggere il loro patrimonio intellettuale sui principali mercati esteri tramite i centri di assistenza per i DPI e strumenti Internet di facile impiego, come il portale transatlantico sui DPI comune a UE e Stati Uniti. Sarà anche migliorata l'efficacia delle strutture di sostegno alle imprese dell'UE nei paesi terzi.

Infine, la Commissione accompagnerà le azioni esterne con iniziative interne e perseguirà un mutuo sostegno tra le politiche e le iniziative in materia di regolamentazione nel mercato unico e le priorità esterne, evitando approcci normativi che falsano il commercio.

La Commissione intende:

– agire per aumentare la visibilità della procedura di notifica OTC e renderla più accessibile all'industria, in particolare alle PMI;

– sviluppare la "diplomazia delle materie prime" in modo mirato e attuare integralmente la strategia di internazionalizzazione delle PMI[55];

– promuovere il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nei paesi terzi, estendere gli strumenti per tutelare i DPI delle PMI sui mercati internazionali, anche con iniziative di assistenza nei paesi dell'ASEAN e del Mercosur, e migliorare l'efficacia delle strutture di sostegno alle imprese dell'UE nei paesi terzi, collegandole alla rete Impresa Europa;

– promuovere ulteriormente la cooperazione e la convergenza in materia di regolamentazione a livello internazionale, in particolare nei confronti dei paesi vicini, per accompagnare la creazione di mercati per i nuovi prodotti e le nuove tecnologie e per garantire un sostegno reciproco tra le iniziative per il mercato unico e le priorità esterne.

C.           Accesso ai finanziamenti e ai mercati dei capitali

La ripresa e la crescita futura dell'industria europea dipendono dalla disponibilità di capitali per effettuare gli investimenti necessari per adottare nuove tecnologie e nuove attrezzature che permettano di accrescere la nostra competitività. Purtroppo, la consultazione delle parti interessate e le indagini indicano chiaramente che l'accesso ai mercati dei capitali e al credito costituisce un problema rilevante per le imprese europee.

La debolezza della domanda di credito spiega in parte l'attuale basso livello dei prestiti bancari, ma anche le restrizioni dal lato dell'offerta sono molto importanti[56]. La necessaria riduzione del livello di leva e la ristrutturazione ritarderanno probabilmente la ripresa del credito bancario. Il problema è particolarmente grave per le PMI. Secondo l'indagine realizzata in aprile dalla BCE sull'accesso delle PMI al finanziamento, il tasso di rifiuto delle domande di prestito è salito per le PMI dal 10% al 13%.

Le imprese industriali europee sono in maggioranza fortemente dipendenti dal credito bancario. Negli Stati Uniti, i titoli di debito e la capitalizzazione del mercato azionario sono superiori al volume totale degli attivi bancari. L'indebitamento sul mercato dei capitali per il finanziamento delle imprese è pari soltanto al 7% del PIL in Europa, mentre è del 35% negli Stati Uniti[57]. Questo elemento strutturale dell'economia dell'UE rende l'industria dell'UE più sensibile all'impatto della crisi bancaria, data la limitata disponibilità di fonti alternative di finanziamento.

In questo contesto, la Commissione propone una serie di misure volte a migliorare l'accesso al capitale per l'industria. Un primo gruppo di misure si basa sul sostegno del settore pubblico, il secondo gruppo comprende misure che possono contribuire a facilitare l'accesso ai mercati di capitali.

1.           Sostegno del settore pubblico per facilitare l'accesso delle imprese al capitale

La nuova programmazione per il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 semplificherà e renderà più efficaci gli strumenti finanziari a sostegno di attività innovative. La possibilità di utilizzare le risorse destinate ai programmi Orizzonte 2020 e COSME faciliterà il passaggio dalla fase dello sviluppo tecnologico allo sfruttamento industriale e commerciale delle nuove tecnologie. L'estensione del meccanismo di finanziamento con ripartizione del rischio contribuirà a ridurre i rischi per le imprese a forte potenziale di crescita.

La politica di coesione risponde alle necessità delle PMI con un approccio integrato, che copre tutte le fasi della creazione e dello sviluppo delle imprese, ed è la principale fonte di aiuti dell'UE alle PMI, con un volume totale di 25 miliardi di euro direttamente destinati alle PMI nel periodo di finanziamento in corso (2007-2013) sui 55 miliardi di euro per l'aiuto alle imprese della politica regionale. La competitività delle PMI è un'altra priorità su cui si concentreranno i futuri finanziamenti della politica di coesione. Le misure di sostegno combinano un sostegno finanziario diretto, in forma di sovvenzioni e di strumenti finanziari rotativi, con servizi di consulenza e di sostegno, anche per quanto riguarda la formazione professionale e l'imprenditorialità. Hanno lo scopo di aiutare le PMI a beneficiare delle reti e di raggruppamenti, sviluppare nuovi modelli economici e immettere più rapidamente nuove idee nei mercati locali e globali.

La Commissione collaborerà con la BEI e il FEI in vista della messa in opera di strumenti finanziari più efficienti ed efficaci per l'investimento delle risorse assegnate nell'ambito dei programmi Orizzonte 2020 e COSME.

Gli Stati membri dovranno fare in modo che l'uso efficace dei Fondi strutturali e di coesione, rafforzato dal concetto di "specializzazione intelligente" contribuisca alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, migliorando la competitività industriale (2013).

Per facilitare l'accesso al finanziamento[58], la Commissione creerà un portale unico che offrirà informazioni sulle modalità di accesso ai finanziamenti dei diversi programmi dell'UE in ciascun paese[59].

Oltre a queste misure a medio-lungo termine, l'aumento di 10 miliardi di euro del capitale della Banca europea per gli investimenti genererà, si stima, 60 miliardi di euro di capacità addizionali di prestito nel prossimo futuro. In via di massima, tra 10 e 15 miliardi di euro saranno destinati alle PMI, un importo dello stesso ordine all'innovazione e tra 15 e 20 miliardi di euro all'uso efficiente delle risorse[60].

Per accelerare la ripresa e la crescita:

– La maggiore capacità di prestito derivante dall'aumento di capitale della BEI sarà resa disponibile a partire dal 2013, utilizzando i meccanismi di credito della BEI esistenti. Dopo il 2014 entreranno in azione i nuovi strumenti creati per il nuovo quadro finanziario.

– Gli Stati membri dovranno esaminare nel contesto dell'attuale periodo di programmazione dei Fondi strutturali 2007-2013 tutte le opportunità per indirizzare le risorse restanti verso le sei linee prioritarie definite nella presente comunicazione e verso progetti intesi ad accrescere in particolare la competitività delle PMI.

– L'attuazione del piano d'azione sull'accesso al finanziamento resta una priorità a livello europeo per migliorare l'accesso delle imprese al finanziamento. Anche gli Stati membri dovranno adottare misure per facilitare il finanziamento a livello locale, regionale e nazionale.

– Gli Stati membri dovranno inoltre adottare misure per migliorare le condizioni del finanziamento a livello locale, regionale e nazionale nel rispetto delle norme sugli aiuti di Stato.

2. Accesso ai mercati di capitali

La crisi ha ulteriormente ridotto le già limitate possibilità di finanziamento di cui dispongono le PMI e le imprese a media capitalizzazione. Il mercato della cartolarizzazione dei prestiti alle PMI ristagna. Una ripresa di questo mercato in un quadro di vigilanza prudenziale e regolamentazione più efficaci per preservare la stabilità dei mercati finanziari potrebbe contribuire al finanziamento a lungo termine dei progetti.

Il deterioramento delle prospettive economiche ha avuto conseguenze anche sulla disponibilità di capitali di rischio. Molti fondi di capitale di rischio curano il loro portafoglio di imprese ed evitano nuove operazioni. I fondi di capitali di rischio europei continuano ad avere un carattere prevalentemente nazionale e dimensioni troppo ridotte e spesso non sono in grado di garantire un flusso di operazioni dato che le condizioni quadro non sono ancora abbastanza favorevoli.

Agevolare l'accesso ai mercati di capitali per le PMI è diventato un obiettivo importante a livello UE e a livello nazionale. Nel dicembre 2011 la Commissione ha adottato un piano d'azione per migliorare l'accesso ai finanziamenti per le PMI[61]. Tra le altre misure, questo piano d'azione prevede la creazione di un vero mercato unico dei fondi di capitale di rischio in Europa e un nuovo regime per i fondi europei per l'imprenditorialità sociale, presentato dalla Commissione nel dicembre 2011. L'accordo su tali proposte del Consiglio e del Parlamento europeo dovrà essere raggiunto al più presto, data l'importanza di queste misure per le PMI a crescita rapida.

Oltre al finanziamento azionario, dovranno essere considerati altri tipi di canali di finanziamento[62]. Il più tradizionale di essi è il sistema del collocamento privato, ben affermato negli Stati Uniti, che permette al settore dei fondi pensione e assicurativi di fornire direttamente capitali alle imprese senza l'intermediazione bancaria. Altri strumenti sono il finanziamento della catena di approvvigionamento finanziario, il finanziamento garantito da attivi, il factoring o sconto fatture, il leasing, i "business angels" e i prestiti "peer-to-peer".

Lo sviluppo di queste opzioni di finanziamento richiederà tempo e considerazioni prudenziali da parte dell'autorità di regolamentazione. Le etichette di mercato delle PMI recentemente proposte nella revisione della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari potranno essere molto utili per rafforzare la protezione degli investitori. Nel frattempo, alcune soluzioni possono essere adottate a breve termine per superare gli attuali ostacoli alle attività transfrontaliere. Ad esempio, potranno essere definite linee guida per armonizzare lo scoring delle PMI in tutta l'UE, che dovrebbero agevolare le operazioni transfrontaliere delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione.

Nel Libro verde sul finanziamento degli investimenti a lungo termine nell'Unione europea, che sarà presentato alla fine del 2012, la Commissione esaminerà i modi per facilitare e diversificare l'accesso delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione al finanziamento.

La Commissione promuoverà lo scambio fra gli Stati membri di buone pratiche sui mezzi alternativi di finanziamento delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione. I paesi in cui il mercato del capitale di rischio è ancora scarsamente sviluppato dovranno rivedere il contesto operativo dei fondi di capitale di rischio per valutare le azioni capaci di migliorare l'accesso al capitale azionario delle imprese con elevato potenziale di crescita. Analogamente, per i "business angels" dovranno esserci incentivi adeguati che rendano più attraenti questi investimenti.

La Commissione invita il Consiglio e il Parlamento europeo ad adottare rapidamente la proposta di regolamento relativa ai fondi di capitale di rischio[63].

La Commissione completerà nel 2012 l'esame degli ostacoli fiscali agli investimenti transfrontalieri in capitale di rischio e se necessario presenterà proposte per facilitare tali investimenti e al tempo stesso prevenire l'elusione e l'evasione fiscali.

D.          Il ruolo cruciale del capitale umano

1.         Rispondere alle sfide di oggi: la creazione di posti di lavoro

Gli aggiustamenti del mercato durante e dopo la crisi richiedono uno stretto coordinamento delle politiche dell'UE e un'azione concertata dell'UE e degli Stati membri. A questo scopo, gli Stati membri sono stati invitati dalla Commissione[64] a dare maggiore rilievo alle politiche di creazione di posti di lavoro, secondo le indicazioni del pacchetto occupazione proposto in aprile della Commissione europea. Gli Stati membri devono mettere l'accento sulle politiche di creazione di posti di lavoro, in particolare sfruttando le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e dall'economia verde e per combattere la disoccupazione giovanile. La trasformazione dell'economia in questa direzione aumenterà la competitività e fornirà importanti fonti di creazione di posti di lavoro, indispensabile per raggiungere entro il 2020 l'obiettivo di un tasso di occupazione del 75% grazie a 17,6 milioni di nuovi posti di lavoro.

Una politica industriale competitiva ed efficiente si basa inoltre su mercati del lavoro dinamici e la mobilità del lavoro è una variabile di aggiustamento essenziale in questo processo. La trasformazione dei servizi europei dell'impiego (EURES) in un strumento di collocamento e di assunzione è destinata a facilitare la messa in relazione di offerta e domanda, la collocazione e l'assunzione nell'UE.

La crisi ha dimostrato che, in tempi di contrazione economica, la flessibilità interna può essere molto efficace per salvaguardare l'occupazione e ridurre i costi di aggiustamento, come confermato dalla consultazione sul Libro verde sulla ristrutturazione[65], ma questo richiede che le parti sociali e le autorità pubbliche adottino misure per facilitare le transizioni professionali. Gli Stati membri dovranno esaminare con attenzione la possibilità di attuare riforme appropriate ed equilibrate della legislazione sulla protezione del lavoro per correggere la segmentazione o limitare il ricorso abusivo ai contratti atipici e il falso lavoro autonomo. Il miglioramento della qualità della formazione contribuirà a facilitare il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro e ad accrescere l'occupabilità dei giovani.

Un forte dialogo sociale è una caratteristica comune dei paesi in cui i mercati del lavoro si sono dimostrati in grado di meglio far fronte alla crisi. È quindi importante favorire un più intenso dialogo tra le parti sociali europee e nazionali.

La Commissione invita gli Stati membri ad adottare politiche e obiettivi ambiziosi per la creazione di posti di lavoro nel quadro dei rispettivi piani nazionali per l'occupazione.

La riforma della rete EURES dei servizi europei dell'impiego nel SEE contribuirà alla gestione dei bisogni di competenze e delle transizioni professionali.

Entro il 2012 dovrebbe essere completato un quadro che permetterà di coinvolgere le parti sociali nell'elaborazione delle politiche dell'occupazione, anche per quel che riguarda le competenze e la formazione, entro il semestre europeo di coordinamento.

La Commissione sta lavorando a un quadro di qualità per i tirocini, che dovrebbe incoraggiare le imprese ad offrire tirocini che forniscano una formazione di buona qualità, si svolgano in condizioni di lavoro dignitose e favoriscano l'inserimento nel mercato del lavoro.

2. Investire in competenze e formazione per accompagnare i mutamenti strutturali

Il successo dell'industria europea dipenderà dalla sua capacità di sfruttare il potenziale attuale e futuro del capitale umano, concentrandosi sulle sei linee d'azione prioritarie definiti nella presente comunicazione. La consultazione ha messo in evidenza l'importanza che l'industria attribuisce alle competenze per la competitività. Il gruppo di esperti "Nuove competenze per nuovi lavori"[66] ha chiaramente indicato la necessità di collegare l'istruzione e la formazione all'industria per meglio prevedere i futuri fabbisogni di competenze.

Le competenze sono un fattore decisivo per la crescita, l'occupazione e la competitività: costituiscono la base della produttività e dell'innovazione. L'Europa deve però far fronte a notevoli difficoltà per quanto riguarda l'offerta di competenze. Già oggi, il fatto che l'offerta non corrisponda alla domanda di competenze – e in alcuni Stati membri il fatto che le competenze manchino del tutto – frena la crescita e l'occupazione. Il sistema di istruzione deve fornire le competenze di cui l'industria ha bisogno, in particolare ai diplomati e ai laureati. Gli investimenti nella formazione sono anche investimenti nell'innovazione, perché numerose evoluzioni tecniche sono il risultato di innovazioni progressivamente introdotte nelle fabbriche da lavoratori qualificati e da tecnici[67]. Per investire in nuove competenze e nella formazione è però prima necessario sviluppare strumenti che permettano di monitorare e anticipare le necessità e le discrasie in fatto di competenze professionali. A livello europeo, vari strumenti sono in corso di elaborazione a questo fine.

3. Anticipare i fabbisogni di lavoro e di competenze e gestire la ristrutturazione nelle imprese

L'anticipazione dei fabbisogni di lavoro e di competenze è riconosciuta come fondamentale per il successo di ogni impresa; ne dipendono la competitività e le prospettive a lungo termine delle imprese di qualsiasi settore d'attività. In questo contesto, una buona capacità di anticipazione e una ristrutturazione bene organizzata non solo possono avere un impatto positivo sul mantenimento della competitività delle imprese, ma possono anche avere ricadute positive per altri mercati e settori, aumentare l'occupabilità complessiva della forza lavoro e facilitarne il passaggio a nuovi impieghi. Le risposte al Libro verde della Commissione "Ristrutturazione e anticipazione del cambiamento: gli insegnamenti dell'esperienza recente" confermano che l'anticipazione è essenziale per gli investimenti in capitale umano e che uno dei principali problemi resta quello di definire i fabbisogni di impieghi e competenze e investire di conseguenza. In particolare, la capacità delle piccole e medie imprese a forte crescita di anticipare questi fabbisogni è molto più limitata di quella delle grandi imprese ed è quindi necessario rafforzare la loro capacità di anticipare e di compiere le scelte opportune di investimento in capitale umano, anche per sfruttare pienamente la loro capacità di agire come motore dell'innovazione e della crescita in Europa.

Per favorire l'adeguamento tra competenze e offerta di lavoro, la Commissione intende:

1. introdurre una classificazione europea multilingue delle competenze professionali e degli impieghi;

2. promuovere la creazione dei consigli europei delle competenze settoriali e delle alleanze delle conoscenze e delle competenze settoriali e favorire lo sviluppo di partenariati multi-stakeholders nel settore delle TIC per ovviare alla carenza di competenze in questo settore.

La Commissione favorirà l'adozione di sistemi standardizzati di certificazione delle competenze tramite il programma Energia intelligente per l'Europa nel 2013/2014.

La Commissione aiuterà gli Stati membri a "ripensare le competenze" formulando una serie di indirizzi in una comunicazione, prevista per novembre, sull'attuazione di riforme efficienti e lo sviluppo di sistemi efficaci di istruzione e di formazione che porteranno ad una migliore offerta di competenze.

IV.         Conclusione: governance e obiettivi

L'industria può contributo in maniera decisiva a far uscire dalla crisi l'economia dell'UE. La presente comunicazione ha indicato le grandi linee di una politica industriale proattiva capace di accrescere la nostra competitività e di porre le basi della reindustrializzazione dell'Europa. Le misure proposte intendono esplicitare e rafforzare la strategia di politica industriale proposta nel 2010.

Per garantire la corretta attuazione di queste azioni, la Commissione procederà a un attento monitoraggio di alcune variabili chiave.

1. Investimenti

– La quota del PIL costituita dagli investimenti fissi era del 18,6% nel 2011. Prima della crisi, ha raggiunto nel 2007 il 21,25%. Per migliorare la nostra produttività sarebbe necessario tornare nel 2015 ai livelli di investimento precedenti la crisi e a livelli medi superiori al 23% entro il 2020. Gli investimenti in beni capitali rappresentano attualmente tra il 6 e il 7% del PIL. Per migliorare la produttività e introdurre nuove tecnologie dovrebbero ritrovare i livelli pre-crisi e crescere in modo costante a tassi superiori al 9% del PIL fino al 2020.

2. Commercio nel mercato interno

– Gli scambi commerciali di merci nel mercato interno rappresentano attualmente poco meno del 21% del PIL[68]. In un mercato interno rinvigorito, dovrebbero raggiungere la quota del 25% entro il 2020.

3. PMI

– Secondo gli obiettivi fissati dalla Commissione per l'agenda digitale, la percentuale delle piccole imprese che operano nel commercio elettronico dovrebbe aumentare per raggiungere il 33% entro il 2015. La percentuale delle PMI che esportano nel mercato interno era, secondo l'indagine del 2009[69], del 25%. L'obiettivo a medio termine è quello di PMI che esportano nella stessa misura al di fuori dell'UE e nel mercato interno.

Il raggiungimento di questi obiettivi permetterà all'Unione di reindustrializzarsi e di portare entro il 2020 dall'attuale 16% circa al 20% la quota dell'industria nel PIL.

Il successo della politica industriale si basa in larga misura sulla nostra capacità di sfruttare le sinergie. Le politiche dell'Unione devono essere adeguatamente coordinate e sincronizzate. Le attività dell'UE in settori chiave che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi Europa 2020, come gli investimenti nelle infrastrutture, la R&S e l'innovazione, la messa in atto dell'agenda digitale per l'Europa, le iniziative a favore delle competenze e dell'occupazione, la politica commerciale e degli investimenti, le politiche del mercato interno, la politica della concorrenza, la politica dei trasporti e marittima, le politiche dell'energia, dell'ambiente e del clima saranno strettamente coordinate con gli sviluppi della politica industriale. La misura del nostro successo sarà determinata dalla nostra capacità di agire con la massima efficacia in tutti questi settori.

Le sinergie tra le azioni dell'UE e le politiche industriali degli Stati membri devono essere migliorate. I nuovi strumenti della politica di coesione per il periodo 2014-2020 aiuteranno gli Stati membri ad aumentare la loro competitività. Una strategia per la specializzazione intelligente è richiesta come condizione preliminare per l'uso del Fondo europeo di sviluppo regionale per l'obiettivo tematico del rafforzamento della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell'innovazione, in particolare nelle PMI, in cui rientrano la maggior parte delle priorità di investimento proposte come linee d'azione prioritarie nella presente comunicazione. Gli Stati membri dovranno mettere mano alle riforme indicate nelle raccomandazioni indirizzate a ciascun paese e approvate dal Consiglio europeo di giugno.

L'attuazione della politica industriale richiede anche una struttura di governance europea più efficace. Su questo punto sono già stati compiuti progressi dalla comunicazione del 2010:

· È stata realizzata una più stretta cooperazione con gli Stati membri grazie al semestre europeo e al monitoraggio regolare della performance e delle politiche di competitività a livello di UE e di Stati membri secondo la procedura prevista dall'articolo 173 del trattato di Lisbona. Il primo di una nuova serie di progetti per il miglioramento delle pratiche è stato ultimato nel campo delle tecnologie chiave e ad esso seguirà un nuovo progetto sugli investimenti diretti all'estero.

· L'analisi dell'incidenza sulla competitività delle nuove proposte della Commissione è stata integrata con successo nel processo di valutazione dell'impatto.

C`è però ancora molto da fare per migliorare la governance.

· Assistito dal gruppo ad alto livello sulla competitività e la crescita, il Consiglio Competitività valuterà ogni anno i progressi realizzati nell'attuazione delle riforme strutturali e l'efficacia delle misure di politica industriale destinate a rafforzare la competitività, per assicurarne la conformità al semestre europeo.

· I rappresentanti delle PMI riferiranno annualmente sull'efficacia delle misure nazionali e dell'UE destinate a migliorare la competitività delle PMI nei rispettivi paesi, contribuendo al semestre europeo.

· Le varie task force per le linee d'azione prioritarie saranno costituite il più presto possibile e riferiranno annualmente al Consiglio Competitività. Terranno conto nelle loro attività delle informazioni risultanti dalla programmazione dei Fondi strutturali.

· La Commissione invita le regioni a elaborare strategie di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente per contribuire agli obiettivi della presente comunicazione in stretta consultazione con il settore privato e gli attori della ricerca e dell'innovazione allo scopo di identificare settori prioritari strategici per gli investimenti basati sulla conoscenza.

· Ulteriori sforzi sono necessari per combinare l'uso di strumenti europei quali Orizzonte 2020 e COSME con i Fondi strutturali e i fondi degli Stati membri, in particolare per i grandi progetti di investimento, compresi i progetti pilota e di dimostrazione.

Allegato: Comunicazione sulla politica industriale: le principali misure

|| Leva || Azione chiave || Proposta della Commissione

Facilitare gli investimenti nelle nuove tecnologie e nel'innovazione

1 || Linee d'azione prioritarie || Prendere, in cooperazione con l'industria e con gli Stati membri, misure per favorire un rapido sviluppo della produzione e dei mercati. -mercati delle tecnologie avanzate di fabbricazione per la produzione pulita -mercati delle tecnologie chiave -mercati dei bioprodotti -politica industriale sostenibile, edilizia e materie prime -veicoli puliti -reti intelligenti || Entro il 2012 saranno costituite task force specializzate per definire la tabella di marcia per ciascuna linea d'azione.

2 || Misure di accompagnamento || Garantire un quadro normativo semplificato prevedibile e stabile per i nuovi prodotti e servizi comprendente gli standard appropriati e la certificazione. || Nel 2013 saranno adottate altre misure nel campo della standardizzazione per promuovere le infrastrutture e il mercato digitale

Accesso ai mercati

3 || Migliorare il mercato interno delle merci || Semplificazione e migliore governance della legislazione del mercato interno per renderla più stabile e prevedibile. Migliore protezione dei cittadini dai prodotti non conformi e condizioni di mercato eque. || Adozione entro il 2012 di un pacchetto sicurezza dei prodotti e vigilanza del mercato, comprendente una direttiva sulla sicurezza dei prodotti riveduta, un nuovo regolamento sulla vigilanza del mercato e una comunicazione su un piano d'azione pluriennale per la vigilanza del mercato per il periodo 2012-2015. Nel 2013 sarà definita una tabella di marcia per la riforma del mercato interno delle merci

4 || Controlli di idoneità || Migliorare la coerenza nell'attuazione e nell'interazione delle politiche più importanti per la competitività. || Entro il 2012 inizio dei controlli di idoneità sui settori dell'alluminio e della raffinazione del petrolio.

5 || Imprenditorialità || Miglioramenti delle condizioni quadro e misure di sostegno all'imprenditorialità; azioni per stimolare l'adozione delle tecnologie digitali e del commercio elettronico. || Proposta di un piano d'azione per l'imprenditorialità contenente raccomandazioni agli Stati membri. Novembre 2012.

6 || Proprietà intellettuale || Esame di misure dirette ad accrescere la trasparenza e a migliorare il trattamento dei DPI nella standardizzazione. Sostegno alle PMI per la protezione e l'esercizio effettivo dei DPI nei paesi terzi, compresi i paesi dell'ASEAN e del Mercosur. || Nel 2013 saranno istituiti ed entreranno in funzione nuovi servizi di assistenza alle PMI in materia di DPI.

7 || Materie prime || Sviluppare la "diplomazia della materie prime" e promuovere la cooperazione e la convergenza internazionali in materia di regolamentazione, in particolare nei confronti dei paesi vicini, per accompagnare la creazione di mercati dei nuovi prodotti e delle nuove tecnologie. || Attuazione e sviluppo di accordi firmati in precedenti missioni e nuove missioni a partire dal 2012 con Marocco e Tunisia.

Accesso ai finanziamenti e ai mercati dei capitali

8 || PMI || Semplificare e rendere più efficaci gli strumenti finanziari a sostegno delle attività innovative delle PMI. Migliorare e diversificare l'accesso ai finanziamenti per l'economia reale. || Ulteriori strumenti per aumentare la capacità di prestito deriveranno dall'aumento di capitale della BEI che avverrà nel 2013. Proposte seguiranno sulla base delle conclusioni del Libro verde sul finanziamento degli investimenti a lungo termine nell'UE, previste entro il 2012.

9 || "Specializzazione intelligente " || Gli Stati membri potranno fare un uso efficace dei Fondi strutturali e di coesione rafforzati dal concetto di "specializzazione intelligente" per contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione. Nel contesto dell'attuale periodo di programmazione dei Fondi strutturali (2007-2013), essi dovranno sfruttare tutte le occasioni per dirigere le risorse restanti verso investimenti nell'innovazione. || Nuove disposizioni della politica di coesione per il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 e realizzazione dei programmi COSME e Orizzonte 2020.

Il ruolo cruciale del capitale umano           

10 || Competenze e formazione || Far corrispondere competenze e impieghi sviluppando una classificazione multilingue delle competenze e degli impieghi. || Creazione dei consigli europei delle competenze settoriali e delle alleanze delle conoscenze e delle competenze settoriali; sostegno allo sviluppo di partenariati multi-stakeholders nel settore delle TIC per ovviare alle carenze di competenze in tale settore. (2013) Trasformazione di EURES in uno strumento paneuropeo di collocamento e assunzione. Definizione di un quadro di qualità per i tirocini per incoraggiare le imprese a offrire tirocini ai giovani.

[1]               Le attività industriali hanno anche importanti ricadute sulla produzione e sull'occupazione in altri settori. Per ogni 100 posti di lavoro creati nell'industria, si stima che siano creati tra 60 e 200 posti di lavoro nel resto dell'economia, secondo il settore industriale. Cfr. l'allegato documento di lavoro dei servizi della Commissione.

[2]               Cfr. le raccomandazioni ai singoli paesi che accompagnano l"Azione per la stabilità, la crescita e l'occupazione", COM (2012) 299 del 30 maggio 2012.

[3]               Percentuale dell'industria manifatturiera rispetto al PIL al costo dei fattori, 2011: Eurostat (nama_nace_10_cC).

[4]               COM (2010) 614.

[5]               Cfr. documento di lavoro dei servizi della Commissione SWD(2012) 297 per una dettagliata relazione di attuazione di queste azioni.

[6]               Un documento di lavoro che accompagna la presente comunicazione fa il punto sull'attuazione della comunicazione del 2010 e presenta elementi a sostegno delle azioni politiche illustrate nella presente comunicazione. Altri elementi di sostegno sono contenuti nella relazione sulla competitività 2012 e nella relazione sui risultati e sulle politiche degli Stati membri in materia di competitività, basata sull'articolo 173 del TFUE. La presente comunicazione si è giovata di ampie discussioni con gli Stati membri, le parti interessate e di una consultazione pubblica. La conferenza "missione crescita" sull'innovazione industriale, tenutasi a Bruxelles il 29 maggio 2012, ha offerto ulteriori contributi.

[7]               Si vedano le previsioni ECFIN della primavera 2012. http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/ee1upd_en.htm

[8]               Agenzia internazionale dell'energia, Energy Prices and Taxes, secondo trimestre 2012.

[9]               Cfr. Boston Consulting Group: "US manufacturing nears the tipping point", marzo 2012.

[10]             Iniziativa faro "L'Unione dell'innovazione", COM (2010) 546 del 6 ottobre 2010.

[11]             Cfr. J. Rifkin, The Third Industrial Revolution: How Lateral Power Is Trasforming Energy, the Economy, and the World, Palgrave McMillan, New York 2011.

[12]             Politica di coesione 2014 -2020: Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione, COM (2011) 614 del 6 ottobre 2011.

[13]             Roland Berger, GreenTech Made in Germany: update 2012

http://www.rolandberger.com/media/pdf/Roland_Berger_Umbau_Energiesystem_20120208.pdf

[14]             "Relazione 2010 sulla competitività europea, SEC (2010) 1272.

[15]             Su questo concetto si veda Trends and challenges in demand-side innovation policies in Europe, http://ec.europa.eu/enterprise/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=5532&lang=en&tpa_id=135

[16]             "Una strategia europea per le tecnologie abilitanti. Un ponte verso la crescita e l' occupazione", COM (2012) 341.

[17]             Le tecnologie chiave sono state anche individuate come un settore prioritario per i prestiti resi possibili dall'aumento di capitale della BEI.

[18]             Rapporto Europe INNOVA, "Assessment of the Bio-based Products Market Potential for Innovation", 2010.

[19]             "L'innovazione per la crescita sostenibile: una bioeconomia per l' Europa", COM (2012) 60 del 13 febbraio 2012.

[20]             http://www.cen.eu/cen/Sectors/Sectors/Biobased/Pages/default.aspx

[21]             "Impact Assessment of Energy Efficiency Directive", SEC (2011) 779 del 22 giugno 2011.

[22]             http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sustainable-business/ecodesign/index_en.htm

[23]             "Garantire l'accesso alle materie prime per il futuro benessere dell' Europa. Proposta di partenariato europeo per l'innovazione concernente le materie prime", COM (2012) 82.

[24]             Annunciato nella comunicazione "Strategia per la competitività sostenibile del settore delle costruzioni e delle sue imprese", COM (2012) 433.

[25]             Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti, COM (2011) 650/3.

[26]             Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti - Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile, COM (2011) 144.

[27]             COM (2011) 202 del 12 aprile 2011.

[28]             Cfr. la comunicazione della Commissione "Reti intelligenti: dall'innovazione all'introduzione", COM (2011) 202.

[29]             Anche gli investimenti in infrastrutture sono un settore prioritario per i prestiti resi possibili dall'aumento di capitale della BEI.

[30]             Proposta di regolamento sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee, COM (2011) 658.

[31]             Saranno costituiti secondo le regole relative ai gruppi di esperti e agli altri organismi stabilite dalla Commissione (C(2010) 7649 e SEC(2010) 1360).

[32]             "Legiferare con intelligenza nell'Unione europea", COM (2010) 543 dell'8 ottobre 2010.

[33]             Ad esempio le valutazioni degli Stati membri presentate alla tavola rotonda sulla raffinazione del 15 maggio 2012 circa gli effetti combinati delle politiche dell'UE in materia di raffinazione.

[34]             Direttiva 98/34/CE, che prevede una procedura d'informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell' informazione.

[35]             La proposta concernente l'impronta ambientale annunciata nell'atto per il mercato unico sarà presentata in una comunicazione nel 2013.

[36]             Conferenza della DG ENTR del 24 novembre 2011 sulla vigilanza del mercato e le macchine: http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/mechanical/machinery/market-surveillance/index_en.htm

[37]             Albert Bravo-Biosca,"The dynamics of Europe's industrial structure and the growth of innovative firms", conferenza del CCR a Siviglia, ottobre 2011.

[38]             Boston Consulting Group, "The internet economy in the G-20", marzo 2012.

[39]             COM (2010) 245.

[40]             "Un quadro coerente per rafforzare la fiducia nel mercato unico digitale del commercio elettronico e dei servizi on-line", COM (2011) 942.

[41]             "Un'agenda europea dei consumatori – Stimolare la fiducia e crescita", COM (2010) 225.

[42]             I costi di registrazione e di traduzione per ottenere la tutela brevettuale in Europa si ridurranno anche dell'80%.

[43]             Si veda "Patent Translate", http://www.epo.org/searching/free/patent-translate.html.

[44]             Le "selve di brevetti" si hanno quando un gran numero di brevetti riguardanti un particolare prodotto sono detenuti da diversi titolari. Il fatto che i prezzi di questi brevetti complementari siano fissati in modo indipendente ha per conseguenza l'accumulo dei diritti. Questa situazione si verifica soprattutto nei settori delle tecnologie della comunicazione, dei semiconduttori, dell'ottica, dei macchinari elettrici e delle tecnologie mediche.

[45]             Le "imboscate" si verificano quando un partecipante a una procedura di normazione rivela di detenere brevetti o domande di brevetto riguardanti una tecnologia compresa nella norma solo una volta che la norma è stata adottata e poi rifiuta di concedere licenze per questi brevetti o le concede solo a condizioni inique, irragionevoli o discriminatorie.

[46]             Regolamento (UE) n. 386/2012 del 19.04.2012, GU L 129 del 16.05.2012, pag. 1.

[47]             http://ec.europa.eu/internal_market/iprenforcement/stakeholders/index_en.htm#maincontentSec2

[48]             "Ostacoli al commercio e agli investimenti - Relazione 2012", COM (2011) 70.

[49]             "Commercio, crescita e affari mondiali", COM (2010) 612. Si veda anche il documento di lavoro dei servizi della Commissione SWD(2012) 219.

[50]             "Verso una politica globale europea degli investimenti internazionali", COM (2010) 343.

[51]             Risoluzione del Parlamento europeo del 3 luglio 2012 sull'attrattività degli investimenti in Europa.

[52]             DG TRADE, "EU Trade Policy for Raw materials. Second Activity Report".

[53]             In questo campo la Commissione sta anche sviluppando altre iniziative, come il cosiddetto "country-by-country reporting".

[54]             Una lettera d'intenti sulla cooperazione nel campo delle risorse minerali con la Groenlandia è stata firmata nel giugno 2012 – "Developing a European Union Policy towards the Arctic Region", JOIN(2012) 19 final.

[55]             "Piccole imprese, grande mondo - Un nuovo partenariato per aiutare le PMI a cogliere le opportunità globali", COM (2011) 702.

[56]             Il rapporto sull'integrazione finanziaria 2012 della BCE rileva che "l'indebolimento e la frammentazione dei canali di finanziamento delle banche della zona euro ha anche inciso, attraverso il canale di trasmissione, sulle condizioni di prestito all'economia reale ". BCE, Financial Integration Report, aprile 2012, pag. 57.

[57]             Standard & Poors, "The Credit Overhang", Ratingsdirect, 31 luglio 2012, pag. 5.

[58]             COM (2011) 870.

[59]             Per accedere agli strumenti finanziari dell'UE, si consulti il seguente sito web per conoscere le banche o i fondi di capitale di rischio che forniscono finanziamenti nei vari paesi: http://access2finance.eu

[60]             EIB Lending Priorities Associated with a Capital Increase: A joint European Commission and European Investment Bank report to the European Council, http://www.eib.org/attachments/lending-policy-associated-with-a-capital-increase-final.pdf

[61]             COM (2011) 870.

[62]             Diversi Stati membri già forniscono alle PMI e alle imprese a media capitalizzazione mezzi alternativi di finanziamento innovativi. In Germania cinque borse hanno effettuato 50 emissioni di obbligazioni per imprese a media capitalizzazione per importi varianti solitamente da 30 a 100 milioni di euro. Due nuovi mercati alternativi saranno lanciati questo autunno in Francia e in Svezia. In Italia il mercato a reddito fisso può ampliare le possibilità di negoziazione includendo titoli in precedenza non quotati. Nel Regno Unito il ministero delle imprese, dell'innovazione e delle competenze professionali ha avviato un ampio esame dei canali di finanziamento alternativi, compresi i mercati a reddito fisso.

[63]             COM (2011) 860.

[64]             "Verso una ripresa fonte di occupazione", COM (2011) 173; "Azione per la stabilità, la crescita e l'occupazione, COM (2010) 299.

[65]             "Ristrutturare e anticipare i mutamenti: quali insegnamenti trarre dall'esperienza recente?", COM (2012) 7.

[66]             "New Skills for New Jobs: Action Now", rapporto del gruppo di esperti sulle nuove competenze per nuovi lavori, preparato per la Commissione europea, febbraio 2010, disponibile sul sito http://ec.europa.eu/social/main.jsp? catId = 568 def. langId = en

[67]             L'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) svolge un ruolo fondamentale coltivando talenti al di là delle frontiere e promuovendo l'innovazione dal basso attraverso l'integrazione di ricerca, istruzione superiore e impresa (il triangolo della conoscenza). Per mezzo delle comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI), l'EIT offre nuovi percorsi professionali tra l'istruzione superiore e il settore privato e strumenti innovativi di sviluppo professionale. L'imprenditorialità è una componente essenziale dei programmi delle CCI, per mezzo dei quali ricercatori di prim'ordine e studenti acquisiscono le conoscenze e le attitudini che permettono di trasformare idee in occasioni di affari.

[68]             Fonte: Eurostat, Statistics in Focus 3/2012.

[69]             DG Imprese e industria, "Indagine sull' internazionalizzazione delle PMI", 2010.

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