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Document 52007DC0231

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca centrale europea – Dichiarazione annuale sull'area dell'euro 2007 – [SEC(2007) 550]

/* COM/2007/0231 def. */

52007DC0231

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale Europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca centrale europea – Dichiarazione annuale sull'area dell'euro 2007 – [SEC(2007) 550] /* COM/2007/0231 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 3.5.2007

COM(2007) 231 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO DELLE REGIONI E ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA

– Dichiarazione annuale sull'area dell'euro 2007 – [SEC(2007) 550]

I. INTRODUZIONE

1. All'inizio di quest'anno i leader europei hanno sottoscritto a Berlino una dichiarazione solenne per celebrare il 50° anniversario del trattato di Roma e hanno riaffermato il loro impegno per la realizzazione di un progetto che ha creato le condizioni per garantire pace e prosperità in Europa. L'integrazione economica è stata fondamentale per il successo della costruzione europea. L'eliminazione graduale degli ostacoli economici nel corso degli ultimi cinquant'anni ha contribuito ad innalzare il tenore di vita, ad assicurare un trattamento più equo ai consumatori, a creare nuove opportunità per gli investitori e a rafforzare i legami politici ed economici tra gli Stati membri. Come si legge nella dichiarazione di Berlino, "il mercato comune e l'euro ci rendono forti".

2. L'Unione economica e monetaria (UEM) è a tutt'oggi lo stadio più avanzato dell'integrazione economica europea e anche nei prossimi anni continuerà ad essere il motore di un'integrazione ancora più stretta. Per i 318 milioni di persone che utilizzano l'euro quotidianamente, la moneta unica è un simbolo tangibile dei successi e delle sfide comuni cui dovranno far fronte gli europei. Dal varo dell'euro nel 1999, l'UEM ha garantito un grado elevato di stabilità macroeconomica e ha incoraggiato l'intensificazione dei legami commerciali e degli investimenti e il rafforzamento dell'integrazione del mercato finanziario nell'area dell'euro. In questo periodo l'euro si è imposto come una delle principali valute a livello mondiale ed è ora ampiamente utilizzato come valuta di ancoraggio o di riferimento negli accordi in materia di cambio e come valuta di riserva ufficiale. Questi ed altri benefici derivanti dall'UEM dovrebbero incentivare altri paesi ad introdurre l'euro.

3. Incoraggiati dall'adozione dell'euro da parte della Slovenia il 1° gennaio 2007, altri Stati membri stanno intensificando i loro preparativi per entrare nell'area dell'euro. All'inizio di quest'anno Cipro e Malta hanno presentato richieste formali affinché la Commissione europea e la BCE preparino relazioni in materia di convergenza in base alle quali il Consiglio dei ministri deciderà se questi Stati membri potranno aderire all'area dell'euro il 1° gennaio 2008.

4. Vi è la crescente consapevolezza che appartenere all'area dell'euro significa far fronte a sfide e responsabilità comuni. Al Consiglio europeo di primavera di quest'anno, nella loro valutazione annuale della rinnovata strategia di Lisbona i leader della UE hanno approvato una nuova serie di raccomandazioni specifiche per l'area dell'euro nel contesto degli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione. Le raccomandazioni sottolineano la necessità di politiche di bilancio prudenti, di miglioramenti nella qualità delle finanze pubbliche e di maggiore adattabilità nei mercati dei prodotti e dei servizi. Sollecitano inoltre un collegamento più stretto tra incrementi salariali e aumenti della produttività e una più rapida integrazione dei mercati finanziari.

5. La Dichiarazione annuale sull'area dell'euro e il documento che la accompagna, la Relazione annuale sull'area dell'euro, contengono i suggerimenti della Commissione su come i paesi dell'area dell'euro possono far fronte alle responsabilità e sfide comuni. Questi documenti servono inoltre ad informare il dibattito sui risultati economici dell'area dell'euro e sul funzionamento dell'UEM. La Dichiarazione annuale sull'area dell'euro fornisce inoltre un contributo al dialogo della Commissione europea con il Parlamento europeo sulla politica economica dell'area dell'euro.

II. IL RINNOVATO VIGORE ECONOMICO DELL'AREA DELL'EURO

6. Dopo la Dichiarazione annuale sull'area dell'euro dello scorso anno la ripresa economica nell'area dell'euro si è sempre più consolidata. Lo scorso anno l'area dell'euro è cresciuta del 2,7%, il tasso di crescita più elevato registrato dal 2000, nettamente superiore alla sua media di lungo termine. Nel 2006 il tasso di crescita dell'occupazione è salito a circa l'1,5% nell'area dell'euro, il che corrisponde alla creazione di quasi 2 milioni di nuovi posti di lavoro. L'inflazione è rimasta a circa il 2% nel 2006, ma è scesa verso fine anno a causa del rallentamento nella crescita dei prezzi dell'energia.

7. I dati positivi sulla crescita nell'area dell'euro riflettono senz'altro in parte l'attuale fase ascendente del ciclo; potrebbero però anche dimostrare che le riforme strutturali cominciano a dare i loro frutti. Vi sono i segni di una maggiore resistenza alle turbolenze mondiali. La crescita recente ha avuto effetti molto sensibili sull'occupazione. Nel dicembre 2006, il tasso di disoccupazione è sceso al 7,5%, il livello più basso degli ultimi 15 anni. La crescita della produttività del lavoro nell'area dell'euro ha registrato una media dell'1% nel 2006, a fronte di un tasso medio annuo dello 0,7% durante il decennio precedente, e diversi fattori indicano che questo rimbalzo potrebbe non essere semplicemente di natura ciclica. Nel complesso questi sviluppi suggeriscono che gli Stati membri vengono ricompensati per i loro sforzi, volti tra l'altro ad aumentare i tassi di partecipazione al mercato del lavoro, a promuovere la R&S e l'innovazione, a sviluppare il capitale umano e a creare condizioni più favorevoli e competitive per le imprese. Essi dimostrano altresì i vantaggi di un quadro macroeconomico inteso a rafforzare la stabilità e a creare maggiore certezza in merito alle prospettive economiche nel medio termine.

8. La domanda interna è un fattore trainante della crescita economica nell'area dell'euro. Ciò è rispecchiato nella spesa per investimenti, che si mantiene sostenuta, e nella ripresa della spesa delle famiglie dovuta in parte ad una maggiore fiducia dei consumatori e ai buoni risultati in materia di occupazione nell'area dell'euro. Anche le esportazioni dell'area dell'euro hanno dato un contributo positivo alla crescita, nonostante le condizioni economiche meno favorevoli di alcuni partner commerciali e l'apprezzamento dell'euro.

9. Nel 2007 le prospettive di una perdurante crescita economica nell'area dell'euro sono più favorevoli di quanto non lo siano state per molti anni. La domanda interna dovrebbe mantenere la sua relativa forza e gli investimenti dovrebbero beneficiare del perdurare di condizioni finanziarie favorevoli, del miglioramento dei bilanci delle imprese, della necessità di investimenti di sostituzione, degli incrementi di produttività e delle buone prospettive in materia di profitti. La crescita economica mondiale dovrebbe frenare lievemente, ma le esportazioni dell'area dell'euro sono strutturate in modo tale per cui dovrebbero continuare a registrare ottimi risultati.

10. Come sempre, possono esservi sorprese economiche dietro l'angolo. Una correzione disordinata degli squilibri mondiali, le tensioni sui tassi di cambio e gli sviluppi geopolitici sono tra i fattori che potrebbero determinare una crescita inferiore al previsto nell'area dell'euro. Di converso, i risultati migliori in materia di mercato del lavoro e gli effetti più favorevoli del previsto degli sforzi di risanamento dei bilanci potrebbero portare ad una crescita più elevata.

III. CREARE CONDIZIONI MACROECONOMICHE SOLIDE

11. La politica macroeconomica deve poggiare su basi solide affinché la ripresa economica nell'area dell'euro possa continuare. Dal dicembre 2005, a causa dei rischi gravanti sulla stabilità dei prezzi a medio termine, la Banca centrale europea sta riducendo progressivamente gli stimoli forniti negli ultimi anni. Parallelamente il processo di determinazione dei salari nei paesi membri dell'area dell'euro deve tenere conto in misura adeguata delle esigenze della stabilità dei prezzi, dell'andamento della produttività, delle differenze tra le competenze e delle condizioni del mercato del lavoro locale. I salari nell'area dell'euro hanno continuato a crescere moderatamente nel 2006, nonostante l'andamento dei prezzi e la forte crescita della produzione e dell'occupazione. Per quanto permangano differenze significative da un paese all'altro, la crescita globale delle retribuzioni nell'area dell'euro sembra essersi attenuata dagli anni '90, riducendo così i potenziali effetti di secondo impatto indotti dai precedenti aumenti dei prezzi del petrolio. Nell'ambito della finanza pubblica, è essenziale che gli Stati membri colgano l'opportunità offerta dalla ripresa economica per completare il risanamento dei loro bilanci prima della fine del decennio. Il risanamento finanziario rafforzerebbe altresì il dosaggio globale delle politiche di bilancio e monetarie nell'area dell'euro.

12. I membri dell'area dell'euro hanno compiuto uno sforzo concertato per correggere i disavanzi di bilancio eccessivi. Il 30 gennaio 2007 il Consiglio ha deciso di chiudere la procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti della Francia poiché il suo disavanzo di bilancio era rimasto al di sotto del 3% anche nel 2006. In Germania la ripresa economica ha contribuito a far scendere il disavanzo di bilancio al di sotto del 3% del PIL un anno prima del previsto. In Grecia vi è stata una forte correzione nel 2006 che ha contenuto il disavanzo di bilancio al 2,6% del PIL. Anche Portogallo e Italia hanno registrato un miglioramento strutturale significativo nel 2006, nel caso dell'Italia non visibile a causa di misure una tantum. Nell'area dell'euro nel suo complesso, la qualità degli aggiustamenti effettuati è migliorata grazie ad un minor affidamento a misure una tantum e ad una riduzione della spesa pubblica. Nel complesso, gli sforzi di risanamento, soprattutto nei paesi con disavanzo eccessivo, unitamente al miglioramento della situazione economica, hanno determinato entrate sostanzialmente più elevate del previsto, il che ha consentito di ridurre il disavanzo di bilancio dell'area dell'euro all'1,6% del PIL, a fronte del 2,5% del PIL nel 2005.

13. Gli Stati membri, in particolare quelli che stanno correggendo disavanzi eccessivi, debbono proseguire il risanamento dei propri bilanci per raggiungere gli obiettivi di medio termine. Alcuni Stati membri non hanno previsto alcun miglioramento o solo un miglioramento modesto dei loro saldi strutturali nei programmi di stabilità del 2006, per quanto il patto di stabilità e crescita solleciti un risanamento superiore allo 0,5% del PIL nei periodi economici favorevoli. La Francia, ad esempio, prevede nel suo programma un miglioramento del saldo strutturale di appena 0,3 punti percentuali del PIL nel 2007. La Germania non prevede nel suo programma di stabilità alcun miglioramento del suo saldo strutturale nel 2008 anche se le condizioni economiche dovrebbero essere favorevoli. Alcuni membri dell'area dell'euro che hanno raggiunto i loro obiettivi di medio termine rischiano una politica di bilancio prociclica nel 2007: ciò vale in particolare per i Paesi Bassi, per i quali quest'anno è previsto un deterioramento significativo per quanto le condizioni economiche dovrebbero essere favorevoli. Questa situazione impone un rinnovato impegno: gli Stati membri che non realizzano progressi sufficienti nonostante le condizioni di crescita favorevoli non sono in grado di crearsi il margine di sicurezza che garantisca loro che il disavanzo non superi il 3% del PIL se e quando il ritmo della crescita economica rallenta, e così facendo ripetono gli errori della fine degli anni '90. Nel contempo occorre altresì evitare che riemergano disavanzi strutturali nei paesi il cui bilancio è già in equilibrio o registra un avanzo.

14. Il 20 aprile 2007 l'Eurogruppo ha adottato orientamenti per le politiche di bilancio degli Stati membri dell'area dell'euro, ribadendo l'impegno a risanare attivamente le finanze pubbliche in periodi economici favorevoli e ad utilizzare i redditi supplementari imprevisti per la riduzione del disavanzo e del debito. Al fine di migliorare il coordinamento delle politiche di bilancio, i ministri delle finanze dell'area dell'euro hanno discusso l'andamento dei bilanci nazionali nel 2007 nonché le prospettive politiche preliminari per il 2008 e le loro implicazioni per l'area dell'euro. In primo luogo si sono impegnati a consolidare i risultati migliori del previsto conseguiti nel 2006 e a perseguire obiettivi di bilancio più ambiziosi di quelli stabiliti nei programmi di stabilità del 2006. In secondo luogo, hanno concordato di attuare i bilanci per il 2007 come pianificato, evitando sfondamenti di spesa e utilizzando i redditi supplementari imprevisti per ridurre il disavanzo e il debito pubblico. In terzo luogo si è stabilito che le politiche di bilancio per il 2008 dovrebbero essere intese ad accelerare l'aggiustamento in direzione degli obiettivi di bilancio a medio termine nel caso degli Stati membri che non li hanno ancora raggiunti e, nel caso degli Stati membri che già li hanno raggiunti, ad evitare di alimentare squilibri macroeconomici.

15. I buoni risultati in materia di crescita nell'area dell'euro offrono a tutti i membri dell'area dell'euro un'opportunità d'oro per fare ordine nei propri bilanci. Sul versante delle entrate, vi sono valide ragioni economiche per utilizzare i redditi inattesi – ovvero derivanti da una crescita economica imprevedibilmente elevata - per ridurre l'indebitamento pubblico. Sul lato della spesa, l'esperienza di taluni Stati membri suggerisce che le riduzioni della spesa pubblica tendono a garantire un approccio più costante in materia di riduzione del disavanzo. Dopo che il patto di stabilità e crescita si è rivelato efficace nel sostenere gli Stati membri nella riduzione dei loro disavanzi eccessivi, il suo braccio preventivo dovrebbe consentire loro di eliminare completamente i disavanzi, in modo da poter far fronte alle sfide che si profilano all'orizzonte. Seguire gli orientamenti dell'Eurogruppo in materia di politica di bilancio vorrebbe dire che la maggior parte dei membri dell'area dell'euro raggiungerebbe gli obiettivi di bilancio di medio termine nel 2008 o nel 2009 e che tutti dovrebbero raggiungerli al più tardi nel 2010.

16. Il risanamento delle finanze pubbliche consentirà ai membri dell'area dell'euro di affrontare le conseguenze economiche dell'invecchiamento della popolazione. A causa dei radicali cambiamenti nella struttura demografica delle popolazioni europee, nella maggior parte degli Stati membri l'indice di dipendenza degli anziani dovrebbe crescere dall'attuale 25% ad oltre il 50% entro il 2050. Alcuni di tali Stati hanno già adottato provvedimenti significativi per far fronte a questa sfida. Se le misure necessarie non vengono adottate rapidamente, l'invecchiamento avrà un impatto sostanziale sul bilancio di diversi paesi appartenenti all'area dell'euro. Nell'area dell'euro la spesa pubblica collegata all'invecchiamento, che include la spesa per le pensioni, la sanità e l'assistenza di lunga durata, dovrebbe crescere in media di circa il 4% del PIL entro il 2050 in uno scenario di politiche invariate. Ciò sottolinea la necessità che tutti gli Stati membri raggiungano e mantengano posizioni di bilancio solide nel lungo termine per ridurre sensibilmente il rapporto debito/PIL e contenere i successivi incrementi di spesa previsti. Questa necessità è particolarmente acuta in Stati membri quali la Grecia e il Portogallo, che corrono il rischio di un incremento a due cifre della spesa pubblica collegata all'invecchiamento nei prossimi decenni.

17. Salvaguardare la sostenibilità di lungo termine delle finanze pubbliche nell'area dell'euro richiede un approccio politico articolato su tre assi. In primo luogo, gli Stati membri dovrebbero, come già notato, potenziare gli sforzi per risanare le proprie posizioni di bilancio e raggiungere i propri obiettivi di bilancio di medio termine come previsto nel patto di stabilità e crescita. In secondo luogo, l'attuazione di ulteriori riforme strutturali nel quadro della strategia di Lisbona contribuirà ad accelerare la crescita della produttività e la creazione di posti di lavoro controbilanciando così l'impatto economico dell'invecchiamento della popolazione. In terzo luogo, le riforme del sistema pensionistico e sanitario e gli investimenti volti a garantire anni di vita trascorsi in migliori condizioni di salute potrebbero migliorare le finanze pubbliche nel lungo termine.

18. È altresì importante garantire la qualità delle finanze pubbliche, come riconosciuto nei programmi di riforma nazionali degli Stati membri e negli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione della UE. Una sfida fondamentale per gli Stati membri è raggiungere gli obiettivi di bilancio, garantendo nel contempo che i sistemi fiscali e di spesa promuovano un'allocazione efficiente delle risorse. Adattare le strutture delle imposte e concentrare la spesa pubblica su voci quali l'istruzione e la R&S può rafforzare la crescita della produttività e il potenziale di crescita e apportare vantaggi sociali ed economici importanti in termini di innovazione e di accumulazione di capitale umano. Tali politiche possono altresì contribuire a dotare le finanze pubbliche degli Stati membri di basi più sostenibili e a migliorare il funzionamento dei modelli sociali all'interno dell'area dell'euro.

19. L'impegno politico a garantire finanze pubbliche sane dovrebbe trovare riscontro nelle regole e istituzioni di bilancio nazionali. La ricerca dimostra che gli Stati membri che si sono dotati di regole numeriche ben concepite in materia di spese e di entrate mantengono solitamente un maggiore controllo sull'indebitamento pubblico. Come discusso nella relazione annuale di quest'anno sull'area dell'euro, quando concepiscono queste regole gli Stati membri dovrebbero prestare attenzione alla loro copertura e alla funzione di stabilizzazione della politica di bilancio. È altresì importante che le istituzioni di bilancio nazionali siano efficaci. Ad esempio le commissioni bilancio dei Parlamenti nazionali possono favorire la conduzione di politiche di bilancio sane e pertanto rafforzare il braccio preventivo del patto di stabilità e crescita.

IV. GARANTIRE UNA CRESCITA ECONOMICA SOSTENUTA

20. Via via che l'area dell'euro raccoglie i frutti della strategia di Lisbona, deve anche creare le premesse per ulteriori riforme strutturali. Come sottolineato dai leader europei al Consiglio europeo di primavera di quest'anno con l'adozione di raccomandazioni specifiche per l'area dell'euro, l'agenda di riforme economiche di Lisbona è di importanza capitale per stimolare la crescita e l'occupazione in tutti i 27 Stati membri, ma ha un valore supplementare per i paesi che hanno adottato la moneta unica. In primo luogo le riforme economiche ridurranno le strozzature inflazionistiche nell'area dell'euro e aiuteranno a sostenere la ripresa economica. In aggiunta, mercati dei prodotti, del lavoro e dei capitali ben funzionanti sono essenziali per garantire che nei singoli paesi possa esservi un aggiustamento senza scosse a squilibri economici loro specifici nel quadro dell'UEM.

21. Il lento aggiustamento di alcuni paesi dell'area dell'euro a loro specifici squilibri dimostra la necessità di adottare ulteriori riforme economiche. Un approfondito studio della Commissione europea sull'aggiustamento indica che sebbene il processo di aggiustamento legato alla competitività nell'area dell'euro sia dinamicamente stabile, taluni Stati membri si stanno adeguando troppo lentamente ai loro specifici andamenti. Questo lento aggiustamento legato alla competitività ha contribuito alla persistenza di differenze tra paesi sul piano della crescita e dell'inflazione nell'area dell'euro, esacerbando così i costi dell'inerzia politica a livello nazionale.

22. Il mercato interno è indispensabile non soltanto per la prosperità economica della UE ma anche per il buon funzionamento dell'UEM. Un mercato interno dinamico e maturo può incoraggiare un maggiore allineamento dei cicli economici nazionali e accelerare l'aggiustamento dei prezzi e dei salari agli shock economici. Una priorità fondamentale sia per i paesi dell'area dell'euro che per tutti gli Stati membri della UE è garantire che il mercato interno sia attrezzato per cogliere le opportunità e far fronte alle sfide del 21° secolo. Quando 20 anni fa entrò in vigore l'Atto unico europeo, l'economia europea era abbastanza omogenea e si basava per lo più sulla produzione di massa di prodotti standardizzati. Nell'odierno mondo della globalizzazione, delle nuove tecnologie e dell'allargamento della UE, l'economia europea è sempre più eterogenea e si focalizza in misura crescente sui settori basati sulla conoscenza e sui servizi con un maggiore grado di differenziazione dei prodotti.

23. Su richiesta dei leader della UE, la Commissione europea ha preparato un documento politico in cui si sollecita che il mercato unico si adatti alle nuove realtà [1] . Il punto cruciale del ragionamento della Commissione è che per fornire vantaggi più tangibili ai cittadini, alle imprese, ai lavoratori e ai consumatori europei il mercato unico deve andare oltre le misure volte a far fronte agli ostacoli giuridici transfrontalieri che si frappongono alle imprese. Le politiche odierne intese ad approfondire il mercato unico devono essere più incentrate sugli effetti, più efficaci e più orientate alla globalità. La Commissione procederà ad un riesame completo del mercato unico e presenterà proposte concrete di provvedimenti in autunno.

24. Nel settore del mercato finanziario l'area dell'euro dovrebbe assumere la leadership rafforzando il ritmo dell'integrazione a livello della UE e accentuando lo slancio già dato dall'euro. I membri dell'area dell'euro necessitano in particolar modo dell'integrazione economica come mezzo per accrescere il potenziale di crescita e facilitare l'aggiustamento agli shock economici. Gli Stati membri che hanno introdotto la moneta comune già beneficiano di mercati altamente integrati dei derivati, delle obbligazioni societarie e del contante. Il progetto di costituire un'area unica dei pagamenti in euro (SEPA) consentirà inoltre ai consumatori, alle società e ad altri operatori economici di fare e ricevere pagamenti in euro, a livello sia nazionale che internazionale, alle stesse condizioni di base e con gli stessi diritti e obblighi, indipendentemente dalla loro ubicazione. Un rafforzamento dell'integrazione offrirebbe maggiori opportunità per una condivisione del rischio a livello internazionale e per un'allocazione più efficiente delle risorse in tutta l'area. Tra i settori in cui sarebbero auspicabili progressi rientrano ad esempio le operazioni di compensazione e regolamento transfrontaliero, i mercati dei titoli di Stato denominati in euro – tuttora segmentati sul versante dell'offerta - e i mercati ipotecari all'ingrosso (provvista fondi) e al dettaglio.

25. Il Libro Bianco della Commissione sulla politica dei servizi finanziari per il 2005-2010 contiene una road map per un'ulteriore integrazione del mercato finanziario nella UE e nell'area dell'euro. È di notevole importanza che le varie misure legislative previste dal Piano d'azione per i servizi finanziari della UE siano attuate in modo coordinato e nei tempi previsti e siano applicate rigorosamente a livello di Stati membri. Sono inoltre necessarie consultazioni continue, valutazioni ex post delle politiche e regole della UE e valutazioni d'impatto delle nuove proposte. Parallelamente a queste misure, saranno indispensabili ulteriori sforzi, tra l'altro per garantire che i sistemi di vigilanza della UE siano adeguati ad un mercato finanziario europeo integrato dal punto di vista dell'efficienza e della stabilità.

26. Le riforme del mercato del lavoro stanno dando frutti in termini di occupazione e di partecipazione, ma si può fare di più per facilitare l'aggiustamento dei salari relativi tra settori, promuovere la partecipazione al mercato del lavoro e facilitare la mobilità settoriale e geografica. Riforme che introducono maggiore flessibilità nel mercato del lavoro, una concorrenza accresciuta a livello mondiale, la riduzione del grado di utilizzo del petrolio nella produzione e la forza dell'euro rientrano tra i fattori che potrebbero aver alterato il processo di formazione dei salari nell'area dell'euro. A prescindere da questo sviluppo, la moderazione salariale resta essenziale, tra l'altro per prolungare la ripresa economica, ancorare le aspettative in materia di inflazione e facilitare l'aggiustamento legato alla competitività.

27. Nel settore della riforma del mercato dei prodotti, i membri dell'area dell'euro hanno già compiuto progressi, ma è necessario promuovere ulteriormente la concorrenza, l'innovazione e il dinamismo. L'adozione della direttiva sui servizi nel dicembre 2006 è un risultato importante. Garantirne la rapida attuazione è una priorità fondamentale e l'area dell'euro trarrebbe vantaggio da un coordinamento degli sforzi intesi al raggiungimento di questo obiettivo. Nella sua valutazione dei programmi di riforma nazionali degli Stati membri per la crescita e l'occupazione, la Commissione ha osservato che tutti i membri dell'area dell'euro hanno adottato misure per promuovere una migliore regolamentazione e incoraggiare la R&S e la diffusione di innovazioni, ma ha sollecitato misure più ambiziose per risolvere il problema del basso livello della produttività nel settore dei servizi. L'adozione di ulteriori misure per rafforzare la concorrenza, anche sfruttando meglio il potenziale degli appalti pubblici, e per migliorare le condizioni in cui operano le imprese (vedi accesso ai finanziamenti, legislazione restrittiva in materia di tutela dell'occupazione) consentirebbe ai consumatori di beneficiare maggiormente degli incrementi di produttività e alle imprese più efficienti dell'area dell'euro di crescere rapidamente. L'innovazione è un altro settore in cui è necessario concentrare gli sforzi. Le sfide nei settori ad alta tecnologia e il persistente deficit d'innovazione richiedono la creazione di un mercato interno dei servizi realmente concorrenziale e di un mercato interno per le innovazioni. Allo stato attuale manca un sistema di diritti di proprietà intellettuale più chiaro ed efficiente e lo Spazio europeo della ricerca permane troppo frammentato.

28. In base alla proposta della Commissione di stabilire una nuova politica dell'energia per l'Europa, i leader della UE al Consiglio europeo di primavera hanno concordato di perseguire taluni obiettivi per combattere i cambiamenti climatici e rafforzare la sicurezza energetica e la competitività. Questi obiettivi saranno corroborati, tra l'altro, da un maggiore impegno inteso a creare un vero mercato interno dell'energia e del gas e dallo sviluppo di un approccio comune in materia di politica esterna a sostegno della politica dell'energia. La nuova politica dell'energia della UE, per quanto fondamentale per tutti gli Stati membri della UE, è rilevante per l'area dell'euro anche alla luce delle possibili implicazioni per l'andamento delle partite correnti e dei prezzi.

V. CRESCENTE INTERDIPENDENZA GLOBALE

29. L'area dell'euro fa parte di un'economia mondiale sempre più interdipendente. Uno sviluppo degno di nota nel 2006 è stato la crescita del valore dell'euro nei confronti delle valute dei principali partner commerciali. Nel corso dell'anno l'euro ha registrato un apprezzamento di circa l'11% rispetto al dollaro statunitense e di circa il 12½% nei confronti dello yen giapponese. Questa tendenza è continuata nei primi mesi del 2007, portando il tasso di cambio dell'area dell'euro in termini effettivi di poco al di sopra del suo livello di lungo termine. I tassi di cambio dovrebbero riflettere i fondamentali economici; la volatilità eccessiva e le oscillazioni disordinate dei tassi di cambio non giovano alla crescita economica. Nelle economie emergenti con avanzi consistenti e crescenti delle partite correnti, in particolar modo in Cina, è auspicabile che i tassi di cambio effettivi si evolvano in modo tale che vengano realizzati gli aggiustamenti necessari.

30. L'ampliamento degli squilibri mondiali è un segnale allarmante per l'economia globale. Nell'arco del 2006, il disavanzo delle partite correnti degli USA è salito a 857 miliardi di USD, il livello più alto mai raggiunto. In Giappone, nelle economie asiatiche emergenti e nelle economie esportatrici di petrolio del Medio Oriente, gli avanzi delle partite correnti hanno continuato a crescere. L'avanzo complessivo delle partite correnti della Cina è salito a 238,5 miliardi di USD, battendo il record del 2005. Le partite correnti dell'area dell'euro sono prossime all'equilibrio, ma l'Europa non sarebbe immune dagli effetti di una correzione disordinata degli squilibri mondiali. Gli squilibri mondiali restano una sfida importante e per quanto mostrino alcuni segni di stabilizzazione, aiutati da un certo riequilibrio della crescita della domanda interna, garantirne una correzione ordinata permane una priorità al fine di evitare rischi potenziali per la stabilità finanziaria e minimizzare il rischio di reazioni protezionistiche.

31. Attualmente vi è un ampio consenso tra i responsabili politici su come affrontare il problema degli squilibri mondiali. Tale consenso è emerso dal processo di consultazione multilaterale lanciato nell'aprile 2006 dall'FMI, al quale l'area dell'euro ha partecipato attivamente insieme ad altri quattro protagonisti della scena mondiale. Questo processo di consultazione sugli squilibri mondiali ha dato risultati positivi e l'FMI dovrebbe continuare a monitorare i progressi. Le misure che i principali partecipanti hanno convenuto sono i) incrementare il risparmio nazionale negli USA con provvedimenti volti a ridurre il disavanzo di bilancio e a promuovere il risparmio privato, ii) adottare ulteriori riforme strutturali in Giappone, compreso il risanamento del bilancio; iii) accrescere la flessibilità del tasso di cambio in una serie di paesi asiatici emergenti che registrano avanzi, in particolare la Cina, iv) assorbire in modo efficiente le maggiori entrate della vendita del petrolio nei paesi esportatori di petrolio e v) attuare riforme strutturali per sostenere il potenziale di crescita e promuovere la domanda interna nell'area dell'euro. L'area dell'euro sta dimostrando il proprio impegno a proseguire le riforme strutturali. La priorità attuale è che gli altri soggetti rilevanti attuino l'agenda politica concordata nei tempi previsti, in linea con le consultazioni multilaterali e bilaterali dell'FMI.

VI. IMPORSI SULLA SCENA MONDIALE

32. Dopo la Dichiarazione annuale sull'area dell'euro dello scorso anno sono state prese diverse iniziative per migliorare la rappresentanza esterna dell'area dell'euro. I ministri delle finanze della UE hanno chiesto ai rappresentanti degli Stati membri della UE nel Consiglio di amministrazione dell'FMI di eleggere un presidente con un mandato più lungo. Gli aspetti di dettaglio di queste raccomandazioni sono stati concordati ma non sono ancora stati attuati. È stato altresì convenuto di designare un funzionario della Commissione direttore esecutivo dell'FMI per l'area dell'euro, ma anche in questo caso la decisione non è ancora stata attuata. Inoltre la UE e gli Stati membri hanno convenuto di sostenere la partecipazione della Commissione al G7 su tutte le questioni soggette alla sua competenza. I rappresentanti dell'area dell'euro, compresa la Commissione, hanno altresì partecipato a tutte le fasi della consultazione multilaterale dell'FMI durante lo scorso anno e le posizioni comuni e i mandati per l'area dell'euro sono stati messi a punto prima delle riunioni del G7 e dell'IMFC.

33. Sono necessarie ulteriori misure affinché la rappresentanza esterna dell'area dell'euro sia commisurata al suo peso crescente nell'economia globale. Una più forte rappresentanza esterna consentirebbe altresì all'area dell'euro di assumere un ruolo guida in questioni di sua competenza, come ad esempio gli squilibri mondiali. Per quanto riguarda l'opzione più idonea a garantire la rappresentanza dell'area dell'euro nei principali forum e istituzioni finanziarie internazionali, ovvero la creazione di un unico presidente per l'area dell'euro, permangono ostacoli nel breve termine, dovuti in parte alle divisioni esistenti tra gli Stati membri. Basandosi sulla comunicazione "L'Europa nel mondo", la Commissione continuerà a contribuire attivamente allo sviluppo di posizioni comuni sulla questione cruciale della rappresentanza esterna.

34. La governance globale deve altresì tenere maggiormente conto delle economie di mercato emergenti e dei paesi meno sviluppati. Ciò ha trovato riscontro nel pacchetto di riforme delle quote concordato all'Assemblea annuale dell'FMI di Singapore nel settembre 2006, che ha portato ad un incremento delle quote della Cina e di altre economie di mercato emergenti. È ancora in corso il dibattito per quanto riguarda ulteriori riforme e la rappresentanza presso l'FMI e la Banca mondiale. Insieme all'ambizione dell'area dell'euro di parlare con una voce sola, l'ascesa delle principali economie di mercato emergenti potrebbe essere all'origine di un forte vento di cambiamento per il sistema finanziario internazionale.

35. L'area dell'euro sta intensificando la collaborazione macroeconomica e in ambito regolamentare sia con partner nuovi che con quelli con cui già intrattiene rapporti. Oltre al dialogo annuale della Commissione europea con il ministro delle finanze cinese in materia di questioni macroeconomiche e di regolamentazione, lo scorso anno sono stati avviati colloqui con la Commissione cinese per lo sviluppo e le riforme nazionali. Nel 2006 i colloqui regolari con il Giappone sono continuati ed è stato avviato un dialogo con il governo russo in materia macroeconomica e di regolamentazione finanziaria, il che riflette la crescente importanza della Russia come partner strategico della UE. Quest'anno dovrebbe inoltre essere avviato un dialogo regolare tra l'India e la UE in materia di questioni macroeconomiche. Si sta inoltre esplorando la possibilità di aprire un dialogo in materia macroeconomica con il Brasile e il Sudafrica, per tenere conto del ruolo che questi paesi svolgono nelle rispettive regioni e nelle partnership strategiche con l'Unione e l'area dell'euro.

VII. PROMUOVERE UNA POLITICA EFFICACE E LEGITTIMA

36. Per poter raccogliere le sfide economiche comuni, i paesi dell'area dell'euro necessitano di un sistema efficace di governance collettiva. Sotto questo profilo l'Eurogruppo svolge un ruolo sempre più importante per promuovere identità di vedute tra i membri dell'area dell'euro in merito alle sfide politiche comuni. Negli ultimi dodici mesi, su input della Commissione l'Eurogruppo ha tentato di rafforzare il consenso sulle sfide in materia di riforme strutturali e su altre questioni rilevanti per l'area dell'euro, come evidenziato dalle raccomandazioni per l'area dell'euro nel contesto degli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione. Sono stati compiuti taluni progressi per migliorare il coordinamento delle politiche economiche, come testimoniato dall'adozione di orientamenti pubblici per le politiche di bilancio e la maggiore attenzione prestata alla coerenza delle politiche macroeconomiche e delle riforme strutturali. L'obiettivo attuale dovrebbe essere quello di trasformare questa identità di vedute in politiche concertate per far fronte a queste sfide e massimizzare i vantaggi della moneta unica. Una maggiore propensità degli Stati membri ad impegnarsi a cercare soluzioni improntate alla collaborazione potrebbe aiutare nelle discussioni di natura politica.

37. È importante che la politica nell'area dell'euro sia non solo efficace ma anche legittima. Consapevole di questo aspetto, la Commissione europea è pronta a partecipare e a contribuire al dialogo proposto dal Parlamento europeo in merito alle sfide principali cui deve far fronte l'economia dell'area dell'euro. La relazione annuale sull'area dell'euro dà un contributo in questo ambito, in quanto presenta un'analisi della situazione economica dell'area dell'euro, degli sviluppi in materia di politica macroeconomica, delle sfide in materia di riforme strutturali e della dimensione esterna dell'UEM.

38. Via via che l'UEM si avvicina al suo 10° anniversario, la Commissione europea dedicherà maggiore attenzione a valutare il funzionamento dell'UEM e a identificare le modalità per massimizzare il potenziale dell'economia dell'area dell'euro. In questo ambito sono rilevanti diverse questioni, ad esempio in che misura la governance economica dell'area dell'euro sia attrezzata per far fronte alle sfide attuali e future e se i leader politici a livello europeo e nazionale possano fare di più per realizzare un dosaggio di politiche che porti a maggiore crescita e occupazione.

VIII. CONCLUSIONE

39. I leader dovrebbero cogliere l'opportunità creata dal rinnovato vigore economico dell'area dell'euro per garantire finanze pubbliche solide e portare avanti ulteriori riforme strutturali. La Dichiarazione annuale sull'area dell'euro ha evidenziato le maggiori sfide cui attualmente deve far fronte l'area dell'euro. Nel settore finanziario gli Stati membri devono resistere alla tentazione di un allentamento della disciplina di bilancio intensificando gli sforzi per raggiungere e continuare a rispettare gli obiettivi di bilancio di medio termine e migliorare la struttura e la qualità delle finanze pubbliche. Sarà molto importante mettere in pratica i recenti orientamenti dell'Eurogruppo in materia di politica di bilancio per completare il risanamento nell'insieme dell'area dell'euro, rafforzare ulteriormente la credibilità delle autorità di bilancio e beneficiare di un migliore dosaggio delle politiche di bilancio e monetarie. Nel settore strutturale gli Stati membri stanno raccogliendo i frutti delle politiche passate, ma servono ulteriori riforme per favorire il buon funzionamento dell'UEM e migliorare il tenore di vita nel lungo termine. A livello globale, lo scorso anno l'area dell'euro ha adottato provvedimenti intesi a rafforzare la sua rappresentanza esterna nelle istituzioni e nei forum internazionali e a promuovere il dialogo con i partner economici strategici sulle questioni macroeconomiche, anche ai fini della correzione degli squilibri mondiali. È tuttavia necessario adottare ulteriori misure affinché l'area dell'euro possa realmente esprimersi con una sola voce in merito ai problemi economici internazionali.

[1] Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Il mercato unico per i cittadini - Relazione intermedia per il Consiglio europeo della primavera 2007, 21.2.2007, COM(2007) 60 def.

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