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Document 52005DC0670

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Strategia tematica per l’uso sostenibile delle risorse naturali {SEC(2005) 1683} {SEC(2005) 1684}

/* COM/2005/0670 def. */

52005DC0670

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Strategia tematica per l’uso sostenibile delle risorse naturali {SEC(2005) 1683} {SEC(2005) 1684} /* COM/2005/0670 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 21.12.2005

COM(2005) 670 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Strategia tematica per l’uso sostenibile delle risorse naturali

{SEC(2005) 1683}{SEC(2005) 1684}

INDICE

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Strategia tematica per l’uso sostenibile delle risorse naturali 4

1. Introduzione 4

2. La politica comunitaria in materia di ambiente – problemi e strategia di risposta 5

3. Accettare la sfida – l’obbiettivo della strategia 7

4. Valorizzare il quadro politico esistente: applicare l’approccio “ciclo di vita” alle politiche in atto 8

5. Nuove iniziative – gettare le basi per i prossimi 25 anni 9

5.1. Costruzione della base di conoscenze – Un centro dati al servizio dei responsabili politici per migliorare e promuovere la base di conoscenze sull’uso delle risorse e sul suo impatto ambientale 9

5.2. Misurare il progresso - Elaborare indicatori 10

5.3. La dimensione interna – Gli Stati membri e il Forum ad alto livello 11

5.4. La dimensione mondiale – Un panel internazionale per l’uso sostenibile delle risorse naturali 12

6. Conseguenze e risultati attesi 13

7. Processo di revisione 13

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Strategia tematica per l’uso sostenibile delle risorse naturali

1. INTRODUZIONE

Le economie dei paesi europei dipendono dalle disponibilità di risorse naturali, termine che comprende le materie prime come i minerali, la biomassa e le risorse biologiche, i comparti ambientali come l’aria, l’acqua e il suolo, risorse di flusso come l’energia eolica, geotermica, mareomotrice e solare, nonché lo spazio fisico (superficie terrestre). Che queste risorse vengano utilizzate per fabbricare prodotti o come ricettori (“pozzi”) che assorbono le emissioni (suolo, aria e corpi idrici), esse sono essenziali per il funzionamento dell’economia e la qualità della nostra vita. Il modo in cui sono utilizzate le risorse, sia rinnovabili che non rinnovabili, e la velocità con cui le risorse rinnovabili sono sfruttate stanno rapidamente erodendo la capacità del nostro pianeta di rigenerare le risorse e di preservare i servizi dispensati dalla natura, che costituiscono il fondamento della nostra prosperità e della nostra crescita economica. Come ha segnalato il recente Rapporto di valutazione degli ecosistemi per il Millennio[1], nel corso degli ultimi 50 anni gli uomini hanno alterato gli ecosistemi più rapidamente e più estesamente che in qualsiasi altro periodo della loro storia, soprattutto per soddisfare la crescente domanda di prodotti alimentari, acqua dolce, legname, fibre vegetali e combustibile.

Se le tendenze attuali dell’utilizzazione delle risorse in Europa dovessero proseguire, si assisterebbe al continuo degrado dell’ambiente e all’esaurimento delle risorse naturali. Questo problema assume anche una dimensione planetaria. L’Unione europea è fortemente dipendente dalle risorse provenienti da altri continenti e l’utilizzo delle risorse nell’UE e nelle altre grandi economie si ripercuote sull’ambiente globale. In pari tempo, economie in forte espansione come quelle della Cina, dell’India e del Brasile utilizzano risorse naturali a ritmo sempre più accelerato. Supponendo che il mondo, nel suo complesso, segua i modelli di consumo tradizionali, si è calcolato che tra vent’anni lo sfruttamento delle risorse mondiali sarebbe quattro volte maggiore con gravi ripercussioni negative sull’ambiente. Un’alternativa potrebbe essere quella di adottare un approccio coordinato, che precorra la necessità di passare a modelli di consumo più sostenibili, con probabili benefici di ordine ambientale ed economico per l’Europa e per il mondo intero.

Per i responsabili politici di oggi la sfida consiste quindi nel favorire e stimolare la crescita economica, evitando però al tempo stesso il degrado dell’ambiente. Si tratta peraltro di obbiettivi non contraddittori. Se infatti un uso efficiente delle risorse contribuisce alla crescita, per converso l’uso inefficiente delle risorse e lo sfruttamento eccessivo delle risorse rinnovabili rappresentano a lungo termine un freno alla crescita.

L’utilizzo sostenibile delle risorse – che comprende la produzione e il consumo sostenibili – è quindi un fattore fondamentale della prosperità nel lungo periodo, sia nell’Unione europea sia a livello mondiale. E infatti la strategia dell’UE per la crescita e l’occupazione[2] approvata al Vertice della primavera 2005 fa dell’utilizzo più sostenibile delle risorse una grande priorità europea. La strategia sollecita inoltre l’Unione a mettersi alla testa dell’economia mondiale guidandola verso modelli di consumo e di produzione più sostenibili. L’Europa deve quindi dotarsi di una strategia a lungo termine che integri l’impatto ambientale dell’uso delle risorse naturali, compresa la loro dimensione esterna (ad es. le ricadute al di fuori dell’UE, anche nei paesi in via di sviluppo) nella fase di definizione delle politiche. La presente strategia tematica sull’utilizzo sostenibile delle risorse naturali (“la strategia”) rappresenta una risposta alla sfida sopra illustrata. Essa va vista in connessione con la strategia per uno sviluppo sostenibile (SSS)[3], alla quale contribuisce.

La strategia ribadisce che è importante integrare profili di tutela ambientale nelle altre politiche che influiscono sull’impatto ambientale dell’uso delle risorse naturali ma non intende dar vita ad iniziative specifiche in settori dove sono in atto politiche già collaudate. La strategia propone un quadro di analisi mirante a consentire che l’impatto ambientale dell’uso delle risorse venga preso in considerazione in via permanente nella definizione delle politiche pubbliche. Se adottato, questo approccio servirà a orientare le economie europee verso una situazione in cui gli obbiettivi della crescita vengono conseguiti attraverso un uso più efficiente delle risorse naturali, senza ulteriormente erodere la loro base naturale.

2. LA POLITICA COMUNITARIA IN MATERIA DI AMBIENTE – PROBLEMI E STRATEGIA DI RISPOSTA

L’utilizzo delle risorse naturali è stato uno dei temi principali del dibattito sull’ambiente nella Comunità europea negli ultimi trent’anni. Una delle principali preoccupazioni degli anni ‘70, conseguente alla prima crisi petrolifera, era infatti costituito dalla scarsità delle risorse naturali e dei limiti della crescita. Tuttavia, come la Commissione ha già detto nella comunicazione che preannunciava la presente strategia[4], non è stato dimostrato che la scarsezza delle risorse sia un fattore problematico come si temeva anni addietro. Il mondo non è a corto di combustibili fossili ed il mercato, attraverso il meccanismo dei prezzi, è riuscito a gestire e a regolare la loro scarsità. L’utilizzo di molti metalli e di molti minerali è andato declinando non perché le riserve si stiano esaurendo ma grazie al ricorso a nuove tecnologie. Tuttavia, la rapida crescita della domanda e le strozzature dell’offerta potrebbero creare gravi problemi economici ed ambientali, come hanno dimostrato le recenti impennate dei prezzi di numerosi materiali.

I danni che può quindi subire la base delle risorse naturali sono e restano un problema. All’inizio le politiche ambientali si sono concentrate sui problemi più visibili derivanti dalle emissioni e dai rifiuti ed hanno cercato di ridurre l’inquinamento delle c.d. “fonti puntuali” come le fabbriche e le centrali elettriche. Le politiche poste in atto hanno avuto successo. La qualità dell’aria e dell’acqua sono migliorate; i rifiuti prodotti sono in gran parte riciclati e nelle discariche vengono portati quantitativi inferiori che in passato. Inoltre, un’analisi dei flussi dei materiali e dei rifiuti nell’UE (comprese le importazioni e le esportazioni) ha dimostrato che, negli ultimi 20 anni, a fronte di una crescita economica del 50%, il consumo totale di rifiuti per abitante è rimasto praticamente invariato, intorno alle 16 tonnellate l’anno. Da questi dati si trae una chiara conclusione: l’Europa ha migliorato in modo significativo l’uso efficiente dei materiali. Tuttavia, nonostante questo indubbio dato positivo, l’aumento dei volumi di produzione è stato spesso più rapido dei progressi sul piano ambientale o degli incrementi di efficienza; le politiche oggi in atto non sono state sufficienti per invertire tendenze fondamentalmente insostenibili in Europa e a livello mondiale.

Per invertire più rapidamente queste tendenze non sostenibili e per contenere il degrado dell’ambiente e preservare i servizi essenziali che le risorse naturali forniscono, la politica ambientale deve andare più in là del semplice controllo dei rifiuti e delle emissioni. È necessario cioè sviluppare i mezzi capaci di identificare gli impatti ambientali negativi dell’uso dei materiali e dell’energia attraverso i loro cicli di vita (è l’approccio detto “dalla culla alla tomba”) e determinare la loro importanza rispettiva. È necessaria questa comprensione degli impatti globali e cumulativi, seguendo una catena di cause e effetti, per scegliere interventi più mirati, capaci di incidere con la maggiore efficacia possibile sull’ambiente e tali da presentare un migliore rapporto costi-benefici per le autorità pubbliche e per gli operatori economici.

Né è sufficiente prendere in considerazione i cicli di vita in una zona geografica isolata. Infatti, nell’epoca della globalizzazione, in un contesto economico mondiale al quale l’Europa partecipa attivamente, la definizione di politiche responsabili ed informate presuppone una conoscenza di come le risorse circolino all’interno dell’economia globale, delle forze che determinano questa circolazione, nonché della natura e dell’entità dell’impatto che le risorse hanno laddove vengono estratte ed utilizzate.

Il Sesto programma di azione in materia ambientale[5] riconosce questa necessità ed ha chiesto la predisposizione di una strategia tematica per l’utilizzo e la gestione durevole delle risorse . Questa strategia si fonda su un’analisi dell’uso delle risorse all’interno dell’UE e sui quadri di analisi e sulle politiche esistenti. È stata elaborata in stretta consultazione con tutti i soggetti interessati[6].

La strategia persegue lo sviluppo di un approccio mirante ad ottenere migliori risultati dagli sforzi investiti nella tutela dell’ambiente. È un approccio che cerca di concentrare sui principali problemi ambientali gli strumenti limitati a disposizione dei governi e degli operatori economici.

3. ACCETTARE LA SFIDA – L’OBBIETTIVO DELLA STRATEGIA

La presente strategia definisce un approccio strategico che mira a garantire, nel tempo, un uso più sostenibile, e quindi più efficiente, delle risorse naturali, nonché a ridurre l’impatto ambientale negativo della loro utilizzazione, in modo da associare la crescita economica con miglioramenti generali dell’ambiente. Il suo obbiettivo generale consiste pertanto nel ridurre gli impatti ambientali negativi prodotti dall’uso delle risorse naturali in un’economia in espansione : questo concetto è chiamato “disaccoppiamento” ( decoupling )[7] . Sul piano pratico, ciò significa ridurre gli impatti ambientali per unità di risorse utilizzata migliorando in pari tempo la produttività delle risorse in tutta l’economia dell’UE. Per le risorse rinnovabili ciò significa mantenersi al di sotto della soglia di sovrasfruttamento.

Per conseguire l’obbiettivo suddetto la presente strategia prevede una serie di iniziative miranti a:

- migliorare la nostra comprensione e la nostra conoscenza dell’uso che facciamo delle risorse europee, del suo impatto negativo sull’ambiente e della sua portata europea e globale,

- mettere a punto gli strumenti idonei per il monitoraggio e la rapportazione dei progressi compiuti, in Europa, nei singoli Stati membri e nei singoli settori economici,

- promuovere l’applicazione di indirizzi e processi strategici sia a livello di settori economici che a livello di Stati membri ed incoraggiarli a dar vita a piani e programmi che ne tengano conto,

- sensibilizzare i soggetti interessati e i cittadini in merito agli elevati impatti ambientali negativi conseguenti all’uso delle risorse.

La strategia consentirà di acquisire più rapidamente e più facilmente conoscenze sull’utilizzo delle risorse nell’economia. A tal fine si terrà conto di altre iniziative, ad esempio dell’iniziativa INSPIRE[8], e per quanto necessario ci si baserà su di esse. In questo modo sarà possibile identificare e misurare le conseguenze ambientali più gravi dell’uso delle risorse e prendere le misure adeguate per rimediarvi.

Occorreranno spesso sforzi nei settori diversi da quello ambientale. L’impostazione propugnata dalla presente strategia chiede di rafforzare l’elaborazione di politiche a tutti i livelli (europeo, nazionale, regionale e locale). Una migliore comprensione delle conseguenze ambientali dell’uso delle risorse durante tutto il loro ciclo di vita consentirà ai responsabili politici di meglio definire la scala delle priorità e di concentrarsi sui settori in cui l’intervento pubblico può veramente risultare decisivo.

Si tratta ovviamente di un processo a lungo termine, per cui si propone un orizzonte di 25 anni. È un processo che richiede l’intervento combinato dei diversi livelli dell’amministrazione e di altri attori. L’obbiettivo consiste nel migliorare il funzionamento delle politiche attuali, rafforzando tra l’altro l’aspetto “uso delle risorse”, laddove necessario, e nel dar vita a tutta una serie di iniziative che assicurino che l’impatto dell’uso delle risorse lungo il loro ciclo di vita diventi una componente stabile in sede di definizione delle politiche.

In questa fase iniziale la presente strategia non richiede l’indicazione di valori-obbiettivo per l’efficienza delle risorse e la loro minore utilizzazione, come previsto dal Sesto programma di azione in materia ambientale, trattandosi di un obbiettivo che non è possibile raggiungere sulla scorta delle conoscenze e degli indicatori attualmente disponibili. Le varie fonti di dati e i vari indicatori non permettono neppure di stabilire obbiettivi che servano precipuamente a ridurre gli impatti ambientali in un’economia in espansione. La strategia stabilisce tuttavia un processo evolutivo grazie al quale questo obbiettivo potrebbe essere raggiunto nei prossimi cinque-dieci anni.

4. VALORIZZARE IL QUADRO POLITICO ESISTENTE: APPLICARE L’APPROCCIO “CICLO DI VITA” ALLE POLITICHE IN ATTO

L’approccio definito nella presente strategia sarà realizzato mediante le politiche ambientali oggi in atto e in via di definizione (si veda l’allegato 2). Molte di queste politiche hanno già preso in considerazione le ripercussioni negative dell’uso delle risorse e lo faranno in modo più sistematico in futuro. La politica ambientale guarda con sempre maggiore attenzione agli approcci integrati ed ai nessi tra i grandi comparti ambientali (aria, acqua, suolo) e, in sede di definizione delle politiche, ai temi ambientali intersettoriali che fanno più attenzione a un uso sostenibile delle risorse (ad esempio il cambiamento climatico, la biodiversità, ecc.). L’approccio fondato sul ciclo di vita trova particolare espressione nella strategia tematica per la prevenzione ed il riciclo dei rifiuti.

Sono stati sviluppati approcci non legislativi, come la politica integrata dei prodotti (IPP)[9] per attenuare gli impatti negativi dei prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita, ivi compresa la loro produzione, uso e smaltimento. Il Programma di azione per le ecotecnologie (ETAP)[10] ha parimenti individuato varie possibilità, offerte dalle ecotecnologie, che possono ridurre gli impatti ambientali negativi della produzione e del consumo.

L’approccio fondato sul ciclo di vita può essere utilmente applicato in modo intersettoriale in varie aree politiche. Tutte queste politiche incidono sull’uso delle risorse ed è quindi necessario che integrino sempre più, in modo coordinato, gli aspetti legati all’utilizzo delle risorse e ai loro impatti negativi. Ad esempio, nel settore dei trasporti, il Libro bianco sulla politica europea dei trasporti[11] ha fissato come obbiettivo dell’UE il trasferimento del traffico verso modi di trasporto più rispettosi dell’ambiente. Nel settore dell’energia sono state adottate misure nei settori che risultano i principali consumatori di energia (in particolare l’edilizia e i trasporti); la loro pratica attuazione contribuirà a migliorare notevolmente la situazione dal punto di vista degli impatti ambientali. Le recenti riforme operate in alcune politiche, in particolare nel settore della pesca e nel settore agricolo, hanno già recepito in larga misura l’esigenza di tener conto degli impatti ambientali dell’uso delle risorse. Infatti, la strategia per uno sviluppo sostenibile è stata adottata proprio per rispondere a questa esigenza di una politica coerente ed organica in tutti i settori economici, sociali ed ambientali.

La Commissione intende dare impulso a iniziative settoriali in settori economici specifici, tra l’altro nel contesto della strategia dell’UE per la crescita e l’occupazione, senza dimenticare le iniziative preannunciate nella sua recente Comunicazione sulla politica industriale[12]. In questo modo contribuirà non solo a rafforzare la competitività e l’efficienza generale dell’economia europea ma anche a ridurre gli impatti negativi sull’ambiente. Il perseguimento di una migliore eco-efficienza può fungere anche da leva per l’innovazione, per una più alta produttività e, quindi, per rafforzare la competitività e la crescita (si veda l’allegato 4).

Uno strumento importante per applicare l’approccio basato sul ciclo di vita sarà costituito dalle valutazioni integrate d’impatto della Commissione, le quali prendono in considerazione gli impatti economici, sociali ed ambientali delle diverse opzioni prospettate dalle principali proposte politiche[13]. A livello nazionale, gli Stati membri possono utilizzare i risultati delle valutazioni d’impatto ambientale[14] e i risultati delle valutazioni ambientali strategiche[15] in modo da ridurre gli impatti ambientali negativi dell’uso delle risorse fatto da singoli progetti, piani, programmi e politiche.

5. NUOVE INIZIATIVE – GETTARE LE BASI PER I PROSSIMI 25 ANNI

Per assicurare il successo operativo di questa strategia saranno necessarie nuove iniziative a tutti i livelli politici, nell’Unione europea, negli Stati membri e a livello internazionale.

A livello di UE occorrerà produrre uno sforzo concertato per acquisire un’adeguata base di conoscenze, per sviluppare indicatori da utilizzare nel dibattito politico e per varare iniziative settoriali d’intesa con gli operatori economici. Stante il grande rilievo globale che assume l’uso delle risorse da parte dell’UE e vista la necessità dei politici europei di tener conto di questo fattore, sarà istituito un Forum di esperti internazionali con l’incarico di studiare gli aspetti globali dell’uso delle risorse e le sue incidenze negative sull’ambiente.

5.1. Costruzione della base di conoscenze – Un centro dati al servizio dei responsabili politici per migliorare e promuovere la base di conoscenze sull’uso delle risorse e sul suo impatto ambientale

In alcuni casi scarseggiano informazioni sulle complesse relazioni di causa e effetto tra l’inquinamento diffuso e l’uso delle risorse e le informazioni disponibili non sono facilmente utilizzabili da chi deve prendere decisioni politiche. Beninteso, esistono numerosi fornitori di dati, statistiche ed informazioni - presso la Commissione la DG Eurostat, il Centro comune di ricerca (DG CCR) e la Direzione generale della ricerca (DG RTD), come pure l’Agenzia europea per l’ambiente (AEA), l’Agenzia esecutiva per l’energia intelligente, istituti nazionali e universitari e fonti commerciali - ma lo scambio e la circolazione delle informazioni non è sempre ottimale.

Lacune e sovrapposizioni dimostrano che è necessario disporre di un centro dati sulle risorse naturali, cioè di un servizio centrale o servizio capofila che funga da grande piattaforma di raccolta e diffusione di tutte le informazioni disponibili e pertinenti, le verifichi, le analizzi e metta a disposizione dei responsabili politici dati utilizzabili nel loro rispettivo settore di competenza. Mettendo insieme i dati esistenti, le conoscenze, le cognizioni scientifiche e le capacità di networking dei soggetti sopra citati, la Commissione potrà soddisfare la richiesta avanzata dal Consiglio “Ambiente” di migliorare la qualità dell’informazione in questo settore tramite una capacità strategica europea che raccolga e metta in comune le conoscenze relative all’uso delle risorse e al loro impatto e assicuri la valutazione delle relative politiche, allo scopo di decidere quali impatti affrontare e mettere a punto le soluzioni che consentano di ridurli nel contesto di un’economia in espansione[16].

I fornitori di informazioni avranno anche una funzione da svolgere con riferimento ad altri aspetti di questa strategia; si tratta cioè di sviluppare e consolidare indicatori adeguati per misurare i progressi della strategia, aiutare gli Stati membri a sviluppare i piani d’azione concreti necessari alla realizzazione dei suoi obbiettivi, coadiuvare il panel internazionale nell’espletamento delle sue mansioni e redigere, ogni cinque anni a partire dal 2010, una relazione sullo stato di avanzamento della strategia che confluirà nel processo di revisione ad opera della Commissione.

La ricerca e lo sviluppo a tutti i livelli, compresi i programmi e i progetti industriali internazionali, europei e nazionali, possono svolgere una funzione importante nello sviluppare e realizzare la strategia. Il Sesto programma quadro di ricerca[17] metterà particolare accento sullo sviluppo di strumenti capaci di valutare le incidenze ambientali, economiche e sociali.

5.2. Misurare il progresso - Elaborare indicatori

Nel realizzare gli obbiettivi della strategia occorre misurare i progressi in modo adeguato e mettere le informazioni a disposizione dei responsabili politici e dei cittadini. È quindi necessario sviluppare ulteriormente una serie di indicatori sulla base del notevole lavoro già effettuato nel settore della contabilità ambientale, della contabilità dei flussi dei materiali e degli inventari dei cicli di vita. Entro il 2008 la Commissione appronterà:

- indicatori per misurare i progressi dell’efficienza e della produttività realizzati nell’uso delle risorse naturali, compresa l’energia,

- indicatori specifici sulle risorse per valutare come gli impatti ambientali negativi siano stati sganciati dall’uso delle risorse, e

- un indicatore generale di eco-efficienza che misuri i progressi realizzati nella riduzione dello stress ecologico dovuto all’uso delle risorse da parte dell’UE.

Idealmente, tutti gli indicatori dovranno essere il più possibile aggregati, essere facilmente comprensibili e basarsi sul lavoro compiuto a livello degli Stati membri, di Unione europea ed a livello internazionale (al riguardo si veda l’allegato 3). Qualora non sia possibile pervenire all’auspicata aggregazione (ad esempio per intervenute difficoltà tecniche e metodologiche) gli indicatori di base servirebbero invece per misurare i progressi fatti in direzione dell’uso sostenibile delle risorse naturali[18]. Gli indicatori serviranno inoltre ad individuare gli usi delle risorse naturali che hanno le ricadute più negative sull’ambiente. Serviranno anche per stabilire una scala di priorità in sede di definizione delle opzioni politiche, in particolare nel determinare i settori che dovrebbero essere oggetto di iniziative settoriali. In una fase iniziale la Commissione si baserà sui risultati preliminari emersi dagli studi esistenti.

5.3. La dimensione interna – Gli Stati membri e il Forum ad alto livello

Molte delle iniziative necessarie per l’attuazione della strategia saranno assunte preferibilmente a livello nazionale. Con l’eccezione dell’agricoltura e della pesca, la maggior parte delle politiche relative alle risorse naturali non rientra nella competenza esclusiva della Comunità. Gli Stati membri dispongono cioè di determinati strumenti d’intervento, come gli strumenti economici, che difficilmente sono utilizzabili a livello comunitario. Hanno inoltre la responsabilità in materia di programmi di istruzione e formazione e possono decidere con migliore conoscenza di causa quali politiche sono più adatte per cambiare il comportamento dei consumatori.

La Commissione propone che ogni Stato membro dell’UE predisponga misure e programmi nazionali per l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali allo scopo di conseguire gli obbiettivi della presente strategia. Queste misure e questi programmi dovrebbero concentrarsi sui modi di utilizzo delle risorse che provocano le incidenze più significative sull’ambiente. Gli Stati membri dovrebbero inoltre predisporre meccanismi atti a controllare i progressi e, se possibile, individuare obbiettivi adeguati. L’allegato 5 propone un certo numero di misure che gli Stati membri potrebbero prendere in considerazione.

Per facilitare la definizione delle misure nazionali la Commissione istituirà un Forum di alto livello, formato da alti funzionari nazionali competenti in materia di politica di sviluppo delle risorse naturali, da rappresentanti della Commissione e, a seconda dei casi, da organizzazioni di consumatori, da ONG ambientaliste, dall’industria, dal mondo accademico e da altri soggetti che hanno interessi specifici e cognizioni particolari nelle questioni di volta in volta affrontate.

Parallelamente, la Commissione individuerà le misure adottate dagli Stati membri che potrebbero essere utilmente applicate in tutta l’UE ed inviterà gli Stati membri ad individuare i problemi ambientali che, a loro parere, potrebbero essere affrontati efficacemente col ricorso ai meccanismi di mercato, ricorso che però è ostacolato dalla carenza di coordinamento a livello dell’UE. Il ricorso agli strumenti del mercato nella gestione delle risorse naturali riceverà particolare attenzione dalla Commissione nell’ambito del Forum ad alto livello, come pure nel processo di revisione della presente strategia, quale figura al capitolo 7.

5.4. La dimensione mondiale – Un panel internazionale per l’uso sostenibile delle risorse naturali

L’interesse che solleva l’uso delle risorse cresce in tutto il mondo[19]. In particolare l’OCSE si è data come obbiettivo quello di spezzare il legame tra crescita economica e crescita delle pressioni ambientali[20]. L’OCSE/DAC ha pubblicato un documento congiunto[21] sulla riforma fiscale ecologica (EFR-Environmental Fiscal Reform) in cui si sottolinea come tale riforma possa contribuire ad un uso più sostenibile delle risorse naturali e in cui vengono forniti utili orientamenti per intervenire in materia.

Inoltre, nell’ambito del DCECI[22], la Commissione proporrà, a partire dal 2007, un programma tematico per l’ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali, comprese quelle energetiche.

Infine, al Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002, tutti i paesi si sono impegnati a cambiare i modelli di consumo e produzione non sostenibili.

Per consolidare e sostenere questo obbiettivo, la presente strategia propone di istituire un panel internazionale sull’uso sostenibile delle risorse naturali in cooperazione con l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e possibilmente con altri partner o iniziative operanti sul piano internazionale, quali l’UNIDO e l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE). Il panel dovrà valutare gli aspetti globali dell’utilizzo delle risorse e dei loro impatti sull’ambiente e fornire tutte le relative informazioni. In particolare, il panel (si veda al riguardo l’allegato 6):

- fornirà una consulenza indipendente alla Commissione sugli impatti ambientali dell’uso delle risorse naturali visto in un contesto globale, tenendo anche conto delle incidenze economiche e sociali;

- contribuirà a costituire la base di conoscenze e a vigilare sullo stato di avanzamento della strategia:

- definirà criteri di riferimento ( benchmarks ) in merito alla sostenibilità delle attività di estrazione, raccolta, trasporto e stoccaggio dei materiali e dei prodotti provenienti da paesi terzi; questi criteri comporteranno, oltre a norme di qualità per i materiali, anche norme di qualità per la produzione, tenendo conto degli aspetti sociali ed ambientali;

- fornirà consulenza ai paesi in via di sviluppo su come sviluppare le capacità necessarie per valutare gli impatti ambientali dell’uso che essi fanno delle proprie risorse naturali e delle loro politiche di gestione delle risorse (politiche che potranno successivamente essere attuate nell’ambito di programmi di cooperazione con i paesi terzi);

- fornirà consulenza sugli impatti ambientali dell’uso delle risorse naturali su scala planetaria, ad esempio nell’ambito delle iniziative lanciate dall’UNEP sulla produzione e il consumo sostenibile.

6. CONSEGUENZE E RISULTATI ATTESI

La concreta attuazione di questa strategia creerà le condizioni per un migliore e più efficiente uso delle risorse, nonché gli incentivi necessari per passare a modi di produzione e di consumo più sostenibili. Ciò avrà un impatto positivo sull’economia, soprattutto perché questi incentivi incoraggeranno le imprese ad innovare e a diventare più competitive. Consentirà inoltre ai responsabili politici di operare scelte strategiche sulla base di una migliore informazione e fornirà gli strumenti (indicatori, statistiche) necessari per misurare l’avanzamento della strategia. La valutazione di impatto che accompagna la presente comunicazione stabilisce una serie di opzioni e valuta sia l’impatto delle iniziative sopra citate sia l’impatto di azioni che non sono state ritenute appropriate.

7. PROCESSO DI REVISIONE

La Commissione procederà ad un esame dei progressi fatti nella realizzazione degli obbiettivi della strategia per la prima volta nel 2010 e, successivamente, ogni cinque anni. Questa revisione confluirà nella valutazione finale del Sesto programma di azione in materia ambientale.

SCHEDA FINANZIARIA LEGISLATIVA

1. DENOMINAZIONE DELLA PROPOSTA:

Strategia tematica per l’uso sostenibile delle risorse naturali (“la strategia”).

2. QUADRO ABM / ABB (Gestione per attività/Suddivisione per attività)

Settore politico: 07 – Ambiente

Attività: 07 04 – Attuazione della politica ambientale

3. LINEE DI BILANCIO

3.1. Linee di bilancio (linee operative e corrispondenti linee di assistenza tecnica e amministrativa (ex linee B e A) e loro denominazione:

07 01 04 01 – Legislazione, sensibilizzazione del pubblico ed altre azioni di carattere generale basate sui programmi di azione della Comunità in materia ambientale – spesa e gestione amministrativa.

07 04 02 – Azioni di sensibilizzazione del pubblico ed altre iniziative di carattere generale basate sui programmi di azione della Comunità in materia ambientale.

07 02 01 – Contributo ad attività internazionali in materia ambientale

A partire dal 2007 gli aspetti finanziari relativi agli obbiettivi “Centro dati ( Data Centre ) e indicatori” saranno inseriti nel programma “LIFE +”. Gli aspetti finanziari relativi all’obbiettivo “ panel internazionale” saranno coperti dagli strumenti esterni di aiuto di cui al capitolo 4 del quadro finanziario proposto.

3.2. Durata dell’azione e dell’incidenza finanziaria:

Il periodo di attuazione della strategia è di 25 anni (2006-2030). Le azioni dirette previste nella comunicazione servono a avviare il processo. La presente scheda finanziaria copre gli aspetti finanziari relativi ai primi sei anni (2006-2011).

3.3. Caratteristiche di bilancio:

Linea di bilancio | Natura della spesa | Nuova | Partecipazione EFTA | Partecipazione di paesi candidati | Rubrica delle prospettive finanziarie |

07 04 02 | SNO | SD[23] | NO | NO | NO | N. 3 |

07 02 01 | SNO | SD | NO | NO | NO | N. 4 |

4. SINTESI DELLE RISORSE

Le occorrenti risorse umane e amministrative saranno coperte mediante lo stanziamento concesso alle direzioni generali che assicurano la gestione della strategia (DG ENV ed altre DG) nell’ambito dell’annuale procedura di bilancio.

4.1. Risorse finanziarie

4.1.1. Sintesi degli stanziamenti di impegno (SI) e degli stanziamenti di pagamento (SP)

Mio EUR (al terzo decimale)

Tipo di spesa | Sezione n. | Anno 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 e segg. | Totale |

Spese operative[24] - 07 04 02 |

Stanziamenti di impegno (SI) | 8.1 | a | 0,200 | 0,580 | 0,980 | 1,780 | 1,630 | 1,600 | 6,7706 |

Stanziamenti di pagamento (SP) | b | 0,133 | 0,427 | 0,796 | 1,460 | 1,573 | 2,381 | 6,770 |

Spese operative [25] - 07 04 01 |

Stanziamenti di impegno (SI) | 8.1 | a | 0,240 | 0,610 | 0,640 | 0,750 | 0,600 | 0,710 | 3,550 |

Stanziamenti di pagamento (SP) | b | 0,160 | 0,455 | 0,581 | 0,709 | 0,635 | 1,010 | 3,550 |

Spese amministrative incluse nell’importo di riferimento[26] |

Assistenza tecnica e amministrativa-ATA (SND) | 8.2.4 | c | 0,150 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0,150 |

IMPORTO TOTALE DI RIFERIMENTO

Stanziamenti di impegno | a+c | 0,590 | 1,190 | 1,620 | 2,530 | 2,230 | 2,310 | 10,470 |

Stanziamenti di pagamento | b+c | 0,443 | 0,881 | 1,377 | 2,169 | 2,209 | 3,391 | 10,470 |

Spese amministrative non incluse nell'importo di riferimento [27]

Risorse umane e spese connesse (SND) | 8.2.5 | d | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 4,698 |

Spese amministrative diverse dalle spese per risorse umane ed altre spese connesse, non incluse nell’importo di riferimento (SND) | 8.2.6 | e | 0,002 | 0,026 | 0,056 | 0,058 | 0,058 | 0,060 | 0,260 |

Totale del costo indicativo dell’intervento

TOTALE SI comprensivo del costo delle risorse umane | a+c+d+e | 1,375 | 1,999 | 2,459 | 3,371 | 3,071 | 3,153 | 15,428 |

TOTALE SP comprensivo del costo delle risorse umane | b+c+d+e | 1,228 | 1,690 | 2,216 | 3,010 | 3,050 | 4,234 | 15,428 |

Cofinanziamento

Se la proposta prevede il cofinanziamento da parte degli Stati membri o di altri organismi (precisare quali), indicare nella tabella seguente una stima del livello di cofinanziamento (aggiungere altre righe se è prevista la partecipazione di diversi organismi):

Mio EUR (al terzo decimale)

Organismo di cofinanziamento | Anno n | n + 1 | n + 2 | n + 3 | n + 4 | n + 5 e segg. | Totale |

…………………… | f |

TOTALE SI comprensivo di cofinanziamento | a+c+d+e+f |

Una delle azioni previste dalla strategia (cfr. il punto 3 della sezione 5.3 della presente scheda finanziaria) sarà gestita in cooperazione con il programma della Nazioni Unite per l’ambiente e richiede la creazione di un segretariato. L’attività del segretariato sarà finanziata attraverso un trust fund ai quali i vari soggetti e le varie organizzazioni potranno versare i propri contributi. Tuttavia, nella fase attuale non è possibile stabilire in anticipo quale sarà il livello del cofinanziamento a carico degli Stati membri e di altri soggetti.

4.1.2. Compatibilità con la programmazione finanziaria

X La proposta è compatibile con la programmazione finanziaria in vigore

( La proposta implica una riprogrammazione della corrispondente rubrica delle prospettive finanziarie

( La proposta può comportare l’applicazione delle disposizioni dell’Accordo interistituzionale[28] (relative allo strumento di flessibilità o alla revisione delle prospettive finanziarie)

4.1.3. Incidenza finanziaria sulle entrate

X Nessuna incidenza finanziaria sulle entrate

( La proposta ha la seguente incidenza finanziaria sulle entrate:

Mio EUR (al primo decimale)

Prima dell’azione [Anno n] | Situazione a seguito dell’azione |

Totale risorse umane | 7,25 | 7,25 | 7,25 | 7,25 | 7,25 | 7,25 |

5. CARATTERISTICHE E OBIETTIVI

5.1. Necessità dell’azione a breve e lungo termine

Per affrontare le tematiche ambientali relative all’uso delle risorse naturali (ad esempio, il suolo e le materie prime) la strategia darà vita ad iniziative che individueranno e sorveglieranno l’uso delle risorse naturali attraverso il loro ciclo di vita (“dalla culla alla tomba”) e svilupperà le azioni necessarie per ridurre i loro impatti ambientali. Il fulcro della strategia consiste nell’identificare, nell’arco dei 25 anni, i più gravi impatti ambientali collegati all’uso delle risorse naturali e nel promuovere soluzioni e misure per porvi rimedio attraverso una migliore conoscenza del modo in cui essi operano e una migliore diffusione dei risultati della ricerca.

5.2. Valore aggiunto dell’intervento comunitario, coerenza ed eventuale sinergia con altri strumenti finanziari

Considerando che il motore dell’uso delle risorse in Europa è la crescita economica, la quale è al tempo stesso uno dei principali obbiettivi dell’UE, l’unico modo per attenuare gli impatti ambientali consiste nello scindere o nel disgiungere l’uso delle risorse e le conseguenti ripercussioni sull’ambiente dalla sua causa principale - la crescita economica - e di farlo su scala europea. Il commercio delle risorse è rilevante (ed è un settore di competenza comunitaria) e l'uso dei prodotti e dei servizi rientra nella competenza concorrente tra UE e Stati membri. Un’azione comunitaria risulta quindi chiaramente giustificata.

5.3. Obiettivi e risultati attesi della proposta nel contesto della gestione del bilancio per attività (ABM) e relativi indicatori

La strategia mira a dar vita ad una serie di iniziative che, se realizzate a dovere, consentiranno di interrompere il collegamento diretto tra crescita economica ed impatti ambientali.

A tal fine sono state previste varie azioni concrete:

1) istituzione di un centro di dati ( Data Centre ) a fini conoscitivi,

2) definizione di indicatori utili ai fini della strategia,

3) creazione di un panel internazionale per l’uso sostenibile delle risorse naturali.

Nella comunicazione e nell’analisi d’impatto figurano maggiori dettagli sui risultati attesi e sul loro impatto.

5.4. Modalità di attuazione (indicativa)

X Gestione centralizzata

X diretta da parte della Commissione

X indiretta, con delega a:

ٱ agenzie esecutive

X organismi istituiti dalle Comunità a norma dell’articolo 185 del regolamento finanziario

ٱ organismi pubblici nazionali/organismi con funzioni di servizio pubblico

( Gestione concorrente o decentrata

ٱ con Stati membri

ٱ con paesi terzi

X Gestione congiunta con organizzazioni internazionali (specificare)

Osservazioni: la maggior parte delle misure previste nella strategia saranno direttamente attuate dalla Commissione (lancio di studi, organizzazioni di riunioni, gestione di contratti di servizi ecc.).

Una delle azioni previste ( panel internazionale – si veda il punto 3 della sezione 5.3. della presente scheda finanziaria) sarà gestita in cooperazione con l’UNEP. All’inizio si prevede che la Commissione verserà un contributo all’UNEP per la costituzione del segretariato del panel , tenuto conto del livello di competenze e cognizioni maturate nel gestire segretariati internazionali (ad esempio il segretariato dell’IPCC di Ginevra). In una seconda fase la gestione del segretariato potrà richiedere la messa in comune di risorse provenienti da una serie di donatori, rispetto alle quali non è attualmente possibile o adeguato stabilire in anticipo la quota che ciascun donatore potrà versare in relazione a ciascun tipo di spesa.

Un’altra delle azioni previste (il Centro dati ( Data Centre ) di cui al punto 1 della sezione 5.3 della presente scheda finanziaria) sarà gestito in cooperazione con l’Agenzia europea per l’ambiente, un’organizzazione particolarmente qualificata nel settore e che possiede le conoscenze necessarie con riferimento alle risorse naturali e la capacità di creare reti di esperti.

6. CONTROLLO E VALUTAZIONE

6.1. Sistema di controllo

La Commissione propone di riesaminare l’efficacia della strategia ogni cinque anni dopo la pubblicazione della comunicazione . A tal fine, la Commissione preparerà una relazione che sarà pubblicata e presentata alle varie istituzioni europee.

6.2. Valutazione

6.2.1. Valutazione ex-ante

La strategia è stata oggetto di una valutazione di impatto che sarà pubblicata contestualmente all’approvazione della comunicazione.

6.2.2. Provvedimenti presi in seguito alla valutazione intermedia/ex-post (sulla base dell’esperienza acquisita in precedenti casi analoghi)

La strategia tematica utilizzata come strumento per l’elaborazione della politica è una novità introdotta dal Sesto programma d’azione in materia ambientale[30]. Va detto, tuttavia, che le misure contenute in questa strategia specifica non esorbitano dall’ambito della normale pratica amministrativa (lancio di studi, organizzazione di riunioni di esperti, contratti di servizio che implicano somme relativamente modeste), per la quale esistono comunque adeguate procedure di salvaguardia finanziaria.

6.2.3. Modalità e periodicità delle valutazioni successive

La Commissione propone di riesaminare l’efficacia della strategia ogni cinque anni dopo la pubblicazione della presente comunicazione . A tale scopo preparerà una relazione che sarà pubblicata e presentata alle istituzioni.

7. MISURE ANTIFRODE

Le attività prospettate dalla strategia implicano soltanto spese per personale, riunioni di esperti e affidamento di contratti di studio. Questi ultimi sono soggetti agli abituali meccanismi di controllo della Commissione. Non è pertanto richiesta alcuna misura antifrode supplementare.

I beneficiari e i contraenti potenziali sono tenuti a conformarsi alle disposizioni del regolamento finanziario e a fornire la prova della loro solidità finanziaria e del loro assetto giuridico. Per quanto riguarda le sovvenzioni, sono tenuti a fornire uno stato provvisorio delle entrate e delle spese connesse al progetto o all’attività per la quale viene chiesto il finanziamento. I pagamenti vengono effettuati secondo le modalità e le condizioni applicabili alla convenzione di sovvenzione, sulla base dello stato delle spese e delle entrate certificate dal beneficiario e controllate dal servizio competente della Commissione. Sono parimenti possibili controlli in loco , mentre i beneficiari sono tenuti a conservare tutti i dettagli e tutta la documentazione giustificativa per almeno cinque anni decorrenti dal completamento del progetto.

8. DETTAGLI SULLE RISORSE

8.1. Obiettivi della proposta in termini di costi finanziari

Stanziamenti di impegno in Mio EUR (al terzo decimale)

Anno 2006 | Anno 2007 | Anno 2008 | Anno 2009 | Anno 2010 | Anno 2011 |

Funzionari o agenti temporanei[32] (XX 01 01) | A*/AD | 5,25 | 5,25 | 5,25 | 5,25 | 5,25 | 5,25 |

B*, C*/AST | 2 | 2 | 2 | 2 | 2 | 2 |

Personale finanziato[33] con l’art. XX 01 02 |

Altro personale[34] finanziato con l’art. XX 01 04/05 |

TOTALE | 7,25 | 7,25 | 7,25 | 7,25 | 7,25 | 7,25 |

La tabella comprende le risorse umane complessivamente necessarie per l'attuazione della strategia con riferimento a tutti i servizi della Commissione (ad. es. DG ENV, Centro comune di ricerca, Eurostat)[35] .

8.2.2. Descrizione delle mansioni derivanti dall’azione

Le mansioni da svolgere rientrano nel perimetro della normale pratica amministrativa e comprendono il lancio di studi, l'organizzazione di riunioni di esperti, la gestione di contratti di servizio e simili).

8.2.3. Origine delle risorse umane (statutaria)

X Posti attualmente assegnati alla gestione del programma da sostituire o prolungare

( Posti pre-assegnati nell’ambito dell’esercizio SPA/PPB (Strategia Politica Annuale/Progetto Preliminare di Bilancio) per l’anno n

( Posti da richiedere nella prossima procedura SPA/PPB

( Posti da riassegnare usando le risorse esistenti nel servizio interessato (riassegnazione interna)

( Posti necessari per l’anno n ma non previsti nell’esercizio SPA/PPB dell’anno considerato

8.2.4. Altre spese amministrative incluse nell’importo di riferimento (XX 01 04/05 – Spese di gestione amministrativa)

Mio EUR (al terzo decimale)

Linea di bilancio (numero e denominazione) | Anno 2006 | Anno 2007 | Anno 2008 | Anno 2009 | Anno 2010 | Anno 2011 e segg. | TOTALE |

Altra assistenza tecnica e amministrativa |

- intra muros |

- extra muros | 0,150 | 0,150 |

Totale assistenza tecnica e amministrativa | 0,150 | 0,150 |

8.2.5. Costi finanziari delle risorse umane e costi connessi non inclusi nell’importo di riferimento

Mio EUR (al terzo decimale)

Tipo di risorse umane | Anno 2006 | Anno 2007 | Anno 2008 | Anno 2009 | Anno 2010 | Anno 2011 e segg. |

Funzionari e agenti temporanei (XX 01 01) | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 |

Personale finanziato con l’art. XX 01 02 (ausiliari, END, agenti contrattuali, ecc.) (specificare la linea di bilancio) |

Totale costi risorse umane e costi connessi (NON inclusi nell’importo di riferimento) | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 | 0,783 |

Calcolo – Funzionari e agenti temporanei

Ogni ETP è calcolato 108,000 EUR all’anno.

Calcolo – Personale finanziato con l’art. XX 01 02

8.2.6. Altre spese amministrative non incluse nell’importo di riferimento Mio EUR (al terzo decimale) |

Anno 2006 | Anno 2007 | Anno 2008 | Anno 2009 | Anno 2010 | Anno 2011 e segg. | TOTALE |

XX 01 02 11 01 – Missioni | 0,002 | 0,006 | 0,006 | 0,008 | 0,008 | 0,010 | 0,040 |

XX 01 02 11 02 – Riunioni e conferenze | 0,020 | 0,050 | 0,050 | 0,050 | 0,050 | 0,220 |

XX 01 02 11 03 – Comitati[37] |

XX 01 02 11 04 – Studi e consulenze |

XX 01 02 11 05 – Sistemi di informazione |

2. Totale altre spese di gestione (XX 01 02 11) | 0,002 | 0,026 | 0,056 | 0,058 | 0,058 | 0,060 | 0,260 |

3. Altre spese di natura amministrativa (specificare indicando la linea di bilancio) |

Totale spese amministrative diverse dalle spese per risorse umane e altre spese connesse (NON incluse nell’importo di riferimento) | 0,002 | 0,026 | 0,056 | 0,058 | 0,058 | 0,060 | 0,260 |

Calcolo – Altre spese amministrative non incluse nell’importo di riferimento

Il costo medio di una missione è stimato a 1 000 EUR.

[1] Millennium Ecosystem Assessment, Ecosystems and Human Well-being: Sintesi, Island Press, Washington, DC, 2005, pagg. 1-6 (http://www.millenniumassessment.org/en/index.aspx).

[2] COM(2005) 141.

[3] COM(2001) 264 e COM(2005) 658.

[4] COM(2003) 572.

[5] Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, che istituisce il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente (GU L 242 del 10.9.2002, pag. 1).

[6] http://www.europa.eu.int/comm/environment/natres/index.htm

[7] Per un’illustrazione del processo di disaccoppiamento in termini di produttività delle risorse si veda l’allegato 1.

[8] SEC(2004) 980 ; http://www.ec-gis.org/inspire/

[9] COM(2003) 302.

[10] COM(2004) 38.

[11] COM(2001) 370.

[12] COM(2005) 474.

[13] COM(2002) 276.

[14] Direttiva 85/337/CEE del Consiglio, del 27 giugno 1985, concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, come modificata.

[15] Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente.

[16] Conclusioni adottate dal Consiglio (Ambiente) alla riunione del 28 giugno 2004 (doc. 10988/04 dell’1.7.2004).

[17] COM(2005) 119.

[18] Esempi di indicatori di base sono le emissioni di CO2, NOx e SO2; l’aumento delle aree edificate, l’inquinamento idrico, il superamento di soglie critiche di inquinamento, ed altri ancora.

[19] Per il Giappone si veda.: http://www.env.go.jp/en/pol/wemj/outline.pdf; per la Cina: http://eng.cciced.org/cn/ company/Tmxxb143/card143.asp?lmid=5209&siteid=1&tmid=320&flbh=143.

[20] “Environmental Strategy for the First Decade of the 21st Century”, OCSE, 16 maggio 2001.

[21] Con contributi della Banca mondiale, del DFID (Department for Internation Development), della Commissione e di diverse altre organizzazioni.

[22] Development Cooperation and Economic Cooperation Instrument (Strumento per la cooperazione allo sviluppo e la cooperazione economica).

[23] Stanziamenti dissociati.

[24] Spesa che non rientra nel Capitolo xx 01 del Titolo xx interessato.

[25] Spesa che non rientra nel Capitolo xx 01 del Titolo xx interessato.

[26] Spesa che rientra nell’articolo xx 01 04 del Titolo xx.

[27] Spesa che rientra nel Capitolo xx 01, ma non negli articoli xx 01 04 o xx 01 05.

[28] Punti 19 e 24 dell’Accordo interistituzionale.

[29] Se la durata dell’azione supera i 6 anni, aggiungere alla tabella il numero necessario di colonne.

[30] Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002 che istituisce il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente (GU L 242 del 10.9.2002, pag. 1).

[31] Quale descritto nella sezione 5.3.

[32] Il cui costo NON è incluso nell’importo di riferimento.

[33] Il cui costo NON è incluso nell’importo di riferimento.

[34] Il cui costo è incluso nell’importo di riferimento.

[35] Per la DG ENV la quota è di 2,25 A*/AD e di 1 B*/AST.

[36] Va fatto riferimento alla specifica scheda finanziaria relativa alle agenzie esecutive interessate.

[37] Precisare il tipo di comitato e il gruppo cui appartiene.

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