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Document 52004DC0373

Comunicazione della Commissione - Politica europea di prossimità - Documento di strategia {SEC(2004) 564, 565, 566, 567, 568, 569, 570}

/* COM/2004/0373 def. */

52004DC0373

Comunicazione della Commissione - Politica europea di prossimità - Documento di strategia {SEC(2004) 564, 565, 566, 567, 568, 569, 570} /* COM/2004/0373 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE - Politica europea di prossimità - DOCUMENTO DI STRATEGIA {SEC(2004) 564, 565, 566, 567, 568, 569, 570}

Introduzione e sintesi

Lo storico allargamento del 1° maggio 2004 ha fatto fare all'Unione europea un grande passo avanti nel promuovere la sicurezza e la prosperità del continente ed ha anche modificato le frontiere esterne dell'Unione, dandole nuovi vicini e avvicinando quelli vecchi. Dalle circostanze sono nate sia opportunità che sfide. La Politica europea di prossimità costituisce una risposta a questa nuova situazione e sosterrà gli sforzi per raggiungere gli obiettivi della Strategia europea di sicurezza.

Nel marzo 2003 la Commissione ha presentato la comunicazione "Europa ampliata - Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali" [1], in seguito a una lettera congiunta al Consiglio da parte dell'Alto rappresentante Javier Solana e del commissario Patten dell'agosto 2002.

[1] COM(2003) 104 def., 11.3.2003.

Nel giugno 2003 il Consiglio ha accolto con favore la comunicazione, che costituisce una buona base per lo sviluppo di una nuova serie di politiche nei confronti di tali paesi, ha definito gli obiettivi e i principi globali e ha identificato i possibili incentivi. Il Consiglio europeo di Salonicco del giugno 2003 ha avallato le conclusioni del Consiglio ed ha esaminato il lavoro che dovranno avviare il Consiglio e la Commissione per riunire i vari elementi di tali politiche.

Nel luglio 2003 la Commissione ha presentato la comunicazione "Preparare il terreno per un nuovo strumento di prossimità" [2] ed ha istituito una Task force per l'Europa ampliata e un Gruppo interservizi per l'Europa ampliata. Nell'ottobre 2003 il Consiglio ha invitato la Commissione a presentare all'inizio del 2004, con l'eventuale contributo dell'Alto rappresentante, alla luce delle conclusioni di giugno, proposte particolareggiate per i pertinenti piani d'azione per far progredire la questione entro giugno 2004. Il Consiglio ha inoltre accolto con favore la comunicazione sul nuovo strumento di prossimità. Il Consiglio europeo dell'ottobre 2003 ha accolto con favore i progressi fatti su questa iniziativa ed ha invitato il Consiglio e la Commissione a portarla avanti, al fine di garantire un approccio globale, equilibrato e proporzionato, comprendente uno strumento finanziario.

[2] COM(2003) 393 def., 1.7.2003.

Su tale base la comunicazione ha analizzato nei dettagli gli elementi che potrebbero essere inclusi nell'iniziativa, per quanto riguarda sia la sostanza che la procedura. La Commissione ha presentato al Consiglio due relazioni di avanzamento orali, nell'ottobre 2003 e nel febbraio 2004, e ha contribuito a discussioni particolareggiate in seno al Comitato dei rappresentanti permanenti e ai pertinenti gruppi di lavoro del Consiglio, riguardanti i possibili elementi da includere nei piani d'azione della Politica europea di prossimità (ENP) con numerosi paesi dell'Europa orientale e della regione mediterranea. Le parti dei piani d'azione relative alla cooperazione politica potenziata e alla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) sono state elaborate e concordate congiuntamente dai servizi della Commissione e dall'Alto rappresentante.

La Commissione ha avuto colloqui esplorativi con partner dell'Europa orientale e del Mediterraneo meridionale [3] coi quali sono in vigore accordi di partenariato e di cooperazione o accordi di associazione. I colloqui hanno confermato il loro interesse per l'ENP e hanno accertato i loro pareri sulle priorità da inserire nei piani d'azione. L'intenzione è quella di estendere progressivamente il processo ad altri paesi, che attualmente sono nella portata dell'iniziativa, a mano a mano che i loro accordi passano dalla fase della firma a quella della ratifica.

[3] Israele, Giordania, Moldavia, Marocco, Autorità palestinese, Tunisia e Ucraina.

Nel contempo la Commissione ha valutato la situazione dei sistemi politici ed economici e la cooperazione di tali paesi con l'Unione europea. La presente comunicazione intende fornire al Consiglio e al Parlamento europeo i risultati di quel lavoro e delineare le nuove iniziative per portare avanti la Politica europea di prossimità.

Fin dall'inizio l'Ue ha sottolineato che questa politica offre un mezzo per potenziare le relazioni con i paesi partner che esula dalle possibilità a disposizione dei paesi europei ai sensi dell'articolo 49 del trattato sull'Unione europea. L'obiettivo dell'ENP è condividere i benefici dell'allargamento dell'Ue del 2004 con i paesi limitrofi potenziando la stabilità, la sicurezza e il benessere di tutte le popolazioni interessate. L'ENP è volta ad evitare l'emergere di nuove linee divisorie tra l'Ue allargata e i suoi vicini e ad offrire a questi ultimi la possibilità di partecipare a varie iniziative dell'Ue, attraverso una maggiore cooperazione politica, di sicurezza, economica e culturale.

Il metodo proposto insieme ai paesi partner consiste nel definire una serie di priorità, il cui rispetto li avvicinerà all'Unione europea. Le priorità saranno integrate in piani d'azione concordati, riguardanti numerosi settori chiave: dialogo politico e riforme; scambi e misure che preparino i partner alla graduale partecipazione al mercato interno dell'Ue; giustizia e affari interni; energia, trasporti, società dell'informazione, ambiente, ricerca e innovazione; politica sociale e contatti interpersonali.

La relazione privilegiata con i vicini si baserà su un impegno reciproco nei confronti di valori comuni, principalmente in materia di Stato di diritto, buon governo, rispetto dei diritti umani, compresi quelli delle minoranze, promozione di relazioni di buon vicinato, nonché sui principi dell'economia di mercato e dello sviluppo sostenibile. Si cercheranno impegni anche per quanto riguarda alcuni aspetti essenziali dell'azione esterna dell'Ue, fra cui in particolare la lotta contro il terrorismo e la proliferazione di armi di distruzione di massa, nonché il rispetto del diritto internazionale e gli sforzi in materia di risoluzione dei conflitti.

I piani d'azione deriveranno da una serie comune di principi ma saranno differenziati e rifletteranno lo stato delle relazioni con ciascun paese, le sue necessità e capacità nonché gli interessi comuni. Il livello di ambizione delle relazioni dell'Ue con i suoi vicini terrà conto dell'effettivo livello di condivisione di tali valori.

I progressi verso il rispetto delle priorità concordate saranno verificati dagli organismi istituiti dagli accordi di partenariato e di cooperazione o dagli accordi di associazione. La Commissione riferirà periodicamente sui progressi ottenuti. Sulla base della valutazione, l'Ue e i paesi partner esamineranno il contenuto dei piani d'azione e decideranno sul loro adattamento o rinnovo. Potranno inoltre essere prese decisioni, su tale base, in merito alla fase successiva dello sviluppo di relazioni bilaterali, compresa la possibilità di nuovi legami contrattuali. Questi ultimi potranno essere sotto forma di accordi europei di vicinato la cui portata sarebbe definita alla luce dei progressi ottenuti in materia di rispetto delle priorità stabilite dai piani d'azione.

I piani d'azione saranno presentati dalla Commissione, con il contributo dell'Alto rappresentante per le questioni relative alla cooperazione politica e alla PESC, in seguito a colloqui esplorativi con i paesi interessati. Si suggerisce che tali piani siano approvati dai rispettivi consigli di cooperazione o di associazione. Se le eventuali azioni proposte richiederanno atti giuridici o negoziati formali, la Commissione presenterà le necessarie proposte o raccomandazioni.

I piani d'azione fungeranno da punto di riferimento per programmare l'assistenza ai paesi interessati. L'assistenza fornita da fonti esistenti sarà completata in futuro dal sostegno dello Strumento europeo di prossimità. La presente comunicazione delinea a fini di discussione gli elementi essenziali dello strumento, basandosi sulla comunicazione della Commissione del luglio 2003. Nel frattempo vengono messi a punto programmi di prossimità attraverso i meccanismi di sostegno esistenti. La Commissione cerca di offrire ai paesi vicini ulteriore sostegno mediante strumenti come l'assistenza tecnica e il gemellaggio. Sta inoltre effettuando un'inchiesta sui programmi e sulle agenzie Ue in cui la partecipazione dei paesi vicini può essere nell'interesse dell'Ue ampliata o dei paesi vicini stessi.

La Russia è un partner essenziale dell'Ue e confina con essa. La Russia e l'Ue hanno deciso di sviluppare ulteriormente il partenariato strategico creando quattro spazi comuni, definiti al vertice di San Pietroburgo nel maggio 2003.

La Bielorussia e l'Ue potranno sviluppare legami contrattuali quando il paese avrà introdotto una forma di governo democratica, in seguito ad elezioni libere ed eque. Sarà allora possibile estendere alla Bielorussia tutti i benefici della Politica europea di prossimità. Nel frattempo l'Ue considererà i metodi per rafforzare il sostegno alla società civile come descritto sotto.

L'Ue auspica che la Libia possa entrare prossimamente nel processo di Barcellona sulla base della piena accettazione dell'acquis e della risoluzione delle questioni bilaterali in sospeso. Ciò spianerà la strada all'apertura di normali relazioni affinché la Libia possa beneficiare della Politica europea di prossimità.

La presente comunicazione contiene raccomandazioni sull'inclusione dei paesi del Caucaso meridionale nella Politica europea di prossimità.

La Politica europea di prossimità rafforzerà le forme di cooperazione regionale e subregionale esistenti e fornirà un quadro per il loro ulteriore sviluppo. Rafforzerà inoltre la stabilità e la sicurezza e contribuirà alle iniziative per la risoluzione dei conflitti. Il presente documento contiene raccomandazioni sullo sviluppo della cooperazione e dell'integrazione regionali quale mezzo per affrontare alcune questioni che sorgono ai confini esterni dell'Ue ampliata. Sviluppando ulteriormente varie forme di cooperazione transfrontaliera, coinvolgendo le autorità locali e regionali nonché i soggetti non governativi, l'Ue e i suoi partner possono collaborare per garantire che le regioni di frontiera beneficino dell'allargamento del 2004. A Sud, l'ENP incoraggerà inoltre i partecipanti a sfruttare tutti i benefici del partenariato euromediterraneo (il processo di Barcellona), per promuovere le interconnessioni e le reti infrastrutturali, in particolare quelle energetiche, e per sviluppare nuove forme di cooperazione con i loro vicini. L'ENP contribuirà a sviluppare ulteriormente l'integrazione regionale, sulla base dei risultati ottenuti dal partenariato euromediterraneo, in particolare in materia di scambi. Potenzierà gli sforzi per raggiungere gli obiettivi della Strategia europea di sicurezza nel Mediterraneo e in Medio Oriente.

L'ideale della Politica europea di prossimità consiste nell'avere un anello di paesi che condividono i valori e gli obiettivi fondamentali dell'Ue, in una relazione sempre più stretta che vada oltre la cooperazione per contemplare un grado notevole d'integrazione economica e politica. Ciò produrrà enormi vantaggi per tutte le parti interessate, aumentando la stabilità, la sicurezza e il benessere. I piani d'azione, che devono essere messi a punto in base ai principi della presente comunicazione, rappresentano un primo grande passo per raggiungere questo ideale e definiranno la strada da percorrere nei prossimi 3-5 anni. Il passo successivo potrebbe consistere nel negoziare Accordi europei di vicinato che sostituiscano l'attuale generazione di accordi bilaterali quando saranno state raggiunte le priorità dei piani d'azione. I progressi ottenuti in tal modo permetteranno all'Ue e ai suoi partner di concordare obiettivi di più lungo termine per l'ulteriore sviluppo delle relazioni future.

La Commissione invita il Consiglio a considerare l'approccio delineato nella presente comunicazione e ad elaborare conclusioni sul modo per portare avanti l'iniziativa, tenendo conto della sostanza dei piani d'azione potenziali e dei paesi con cui dovranno essere elaborati, senza dimenticare l'impegno nei confronti dei valori condivisi. Su questa base, la Commissione, con la partecipazione della Presidenza e dell'Alto rappresentante, è disposta a concludere i colloqui esplorativi con i paesi identificati e a presentare progetti di piani d'azione. Suggerisce che i piani d'azione siano approvati dai rispettivi consigli di cooperazione o di associazione. È inoltre disposta ad avviare i preparativi con alcuni altri paesi, citati nella presente comunicazione, ai quali si applica la presente iniziativa.

Principi e portata

Una politica di prossimità per un'Unione europea che agisca in modo coerente ed efficace nel mondo

Una politica di prossimità globale, che tenga conto delle componenti di tutti e tre i "pilastri" dell'attuale struttura dell'Unione, consentirà ai paesi vicini di condividere i benefici dell'allargamento in termini di stabilità, sicurezza e benessere. Questo fatto si è riflesso nei lavori preparatori per l'adozione del trattato costituzionale dell'Unione europea. L'importanza di una politica di prossimità è stata messa in evidenza nella Strategia europea di sicurezza, avallata dal Consiglio europeo del dicembre 2003, la quale afferma che il compito dell'Ue consiste nel fornire un particolare contributo alla stabilità e al buon governo nelle immediate vicinanze [e] promuovere un anello di paesi ben governati ad Est dell'Unione europea e lungo il Mediterraneo con cui tessere relazioni di stretta cooperazione.

L'ENP è volta a dare un nuovo impeto alla cooperazione con i vicini dell'Ue in seguito all'allargamento. Le relazioni con i paesi partner si arricchiranno grazie all'esperienza ottenuta in materia di sostegno del processo di transizione politica ed economica nonché grazie allo sviluppo economico e alla modernizzazione nei nuovi Stati membri e nei paesi candidati.

L'ENP dovrebbe accrescere il contributo dell'Ue nel promuovere la risoluzione di conflitti regionali. Può inoltre contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione in materia di giustizia e affari interni, in particolare per quanto riguarda la lotta contro il crimine organizzato e la corruzione, il riciclaggio di denaro e tutte le forme di traffici illeciti, nonché le questioni relative alla migrazione. È importante che l'Ue e i suoi partner puntino ad avere il massimo grado di complementarità e sinergia nei vari settori della cooperazione.

L'Ue e la Russia hanno deciso di sviluppare il partenariato strategico mediante la creazione di quattro spazi comuni concordati al vertice di San Pietroburgo nel maggio 2003 [4]. La Russia e l'Unione europea ampliata fanno parte del rispettivo vicinato. È quindi interesse comune utilizzare gli elementi dell'ENP per arricchire il lavoro sugli spazi comuni, in particolare in materia di cooperazione transfrontaliera e subregionale. È necessario che l'Ue e la Russia collaborino per quanto riguarda le preoccupazioni comuni. La Commissione raccomanda di offrire alla Russia sostegno proveniente dal proposto Strumento europeo di prossimità per la messa in atto delle sezioni pertinenti del partenariato strategico, oltre alle forme di sostegno già esistenti.

[4] Spazio economico comune (in particolare ambiente ed energia); spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia; spazio di cooperazione nel settore della sicurezza esterna; spazio di ricerca e istruzione, compresi gli aspetti culturali. Il dialogo Ue-Russia sull'energia è un elemento chiave della relazione.

Per quanto riguarda i paesi mediterranei, l'ENP contribuirà al raggiungimento degli obiettivi del Partenariato strategico per il Mediterraneo e il Medio Oriente. L'attuazione del Partenariato strategico per i paesi mediterranei deve basarsi sull'ENP, la quale sarà attuata mediante il processo di Barcellona e gli accordi di associazione con ciascun paese partner.

È di capitale importanza che per attuare l'ENP le istituzioni e gli Stati membri agiscano in modo logico e coerente.

Portata geografica

L'ENP si rivolge agli attuali vicini dell'Ue e ai paesi che si sono avvicinati ad essa in seguito all'allargamento. In Europa si tratta di Russia, Ucraina, Bielorussia e Moldavia. L'Ue e la Russia hanno deciso di sviluppare ulteriormente il partenariato strategico mediante la creazione di quattro spazi comuni, definiti al vertice di San Pietroburgo nel 2003 [5]. Nella regione mediterranea, l'ENP riguarda tutti i partecipanti non-Ue del partenariato euromediterraneo (il processo di Barcellona) ad eccezione della Turchia [6], che porta avanti le relazioni con l'Ue in un quadro di preadesione. La Commissione raccomanda di includere nell'ENP anche Armenia, Azerbaigian e Georgia [7].

[5] Vedi la recente comunicazione della Commissione sulle relazioni con la Russia, COM(2004) 106, del 9 febbraio 2004, nonché le conclusioni del Consiglio del 24 febbraio 2004.

[6] Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia e Autorità palestinese.

[7] Vedere ^rte (3) qui di seguito.

Sono iniziati colloqui esplorativi per identificare gli elementi da inserire in eventuali piani d'azione con i partner con i quali sono in vigore accordi di partenariato e di cooperazione o accordi di associazione [8]. In allegato alla presente comunicazione figurano relazioni sull'attuale situazione di tali paesi e sulla loro cooperazione con l'Ue.

[8] Israele, Giordania, Moldavia, Marocco, Autorità palestinese, Tunisia e Ucraina.

La messa a punto di piani d'azione con altri paesi vicini dovrebbe iniziare dopo che saranno stati presentati quelli in preparazione. La Commissione suggerisce di iniziare ad esplorare nella seconda metà del 2004 la possibilità di elaborare piani d'azione con i paesi del Mediterraneo che hanno ratificato accordi di associazione, vale a dire l'Egitto e il Libano. Con gli altri paesi della regione potrebbero iniziare colloqui esplorativi quando i loro legami contrattuali con l'Ue avranno raggiunto una fase simile. La Presidenza e il Segretariato parteciperanno pienamente a questo processo e gli Stati membri saranno consultati sui tempi e sui contenuti di eventuali piani d'azione aggiuntivi.

L'ENP e gli strumenti esistenti

Le relazioni tra l'Ue e la maggior parte dei paesi che partecipano all'ENP sono già molto sviluppate. Nell'Europa orientale, gli accordi di partenariato e di cooperazione forniscono la base per relazioni contrattuali. Nel Mediterraneo, il partenariato euromediterraneo (il processo di Barcellona) fornisce un quadro regionale per la cooperazione, completato da una rete di accordi di associazione.

Questi accordi consentono lo sviluppo della cooperazione e dell'integrazione economica in una vasta gamma di settori, ma il loro pieno potenziale non si è ancora espresso. L'ENP traccia la via verso una cooperazione potenziata in numerosi campi ben definiti, inizialmente per consentire all'Ue e ai suoi partner di ottenere tutti i benefici delle strutture esistenti. A tal fine, i piani d'azione stabiliranno priorità chiave da affrontare nei prossimi anni. I progressi saranno controllati attentamente dai comitati e dai sottocomitati istituiti dagli accordi e mediante le strutture di dialogo appropriate. La definizione e il raggiungimento delle priorità rappresenteranno un importante primo passo verso gli ambiziosi obiettivi definiti nella comunicazione della Commissione del marzo 2003.

Collaborazione

L'ENP è un'offerta dell'Ue ai suoi partner, i quali hanno risposto con notevole interesse e impegno. È pertanto essenziale che il processo sia portato avanti congiuntamente, in base alla consapevolezza di valori condivisi e interessi comuni. L'Ue non cerca di imporre priorità o condizioni ai partner. Il successo dei piani d'azione dipende dal chiaro riconoscimento di interessi reciproci nell'affrontare una serie di questioni prioritarie. È escluso che venga chiesto ai partner di accettare una serie predeterminata di priorità, le quali saranno definite di comune accordo e pertanto varieranno da un paese all'altro. L'approvazione di tali piani da parte dell'organo più alto degli accordi darà maggior peso alle priorità d'azione concordate.

L'ambizione e il ritmo dello sviluppo della relazione dell'Ue con ciascun paese partner dipenderanno dal suo impegno nei confronti di valori comuni nonché dalla sua volontà e capacità di mettere in atto le priorità concordate.

Differenziazione

Il punto di partenza dei piani d'azione è costituito da una serie comune di questioni, che corrispondono agli obiettivi dell'ENP. L'elaborazione di un piano d'azione e le priorità concordate con ciascun partner dipenderanno però dalle particolari circostanze, le quali dipendono a loro volta dai fattori seguenti: ubicazione, situazione politica ed economica, relazioni con l'Unione europea e i paesi vicini, eventuali programmi di riforma, necessità e capacità nonché interessi avvertiti nel contesto dell'ENP. I piani d'azione saranno pertanto diversi da un partner all'altro.

Nel contempo, la differenziazione deve basarsi su un chiaro impegno nei confronti di valori condivisi ed essere compatibile con un approccio regionale coerente, in special modo laddove un'ulteriore cooperazione regionale può produrre vantaggi evidenti.

Valore aggiunto

L'ENP fornisce valore aggiunto, che va oltre l'attuale cooperazione, sia ai partner attuali sia all'Ue. Il valore aggiunto si presenta sotto numerose forme:

1. L'ENP offre all'Ue un mezzo per adottare un approccio politico meglio concepito e più mirato nei confronti dei suoi vicini, raggruppando i principali strumenti di cui dispongono l'Unione e i suoi Stati membri. Contribuirà a far avanzare ulteriormente e a sostenere gli obiettivi di politica estera dell'Ue.

2. L'attuazione dell'ENP fa prevedere la prospettiva di andare oltre la cooperazione per passare a un notevole grado d'integrazione, come risulta dalla comunicazione del marzo 2003, anche attraverso la partecipazione dei paesi partner al mercato interno dell'Ue. Inoltre eviterà il senso di esclusione che altrimenti sarebbe potuto derivare dall'allargamento e darà l'opportunità di condividerne i vantaggi. Spiegherà i modi e i mezzi mediante i quali i paesi partner potranno partecipare progressivamente ad aspetti chiave delle politiche e dei programmi comunitari.

3. L'ENP aumenterà la portata e l'intensità della cooperazione politica con i paesi partner e la renderà più efficace.

4. Incoraggerà le riforme che portino vantaggi in termini di sviluppo economico e sociale. La convergenza della legislazione economica, l'apertura reciproca delle economie dei partner e la continua riduzione degli ostacoli al commercio stimoleranno gli investimenti e la crescita e ridurranno la disoccupazione.

5. Fornirà incentivi per risolvere le questioni in sospeso nelle relazioni bilaterali, le quali variano da paese a paese.

6. I piani d'azione definiranno le priorità e i punti essenziali per l'attuazione degli accordi esistenti e prevederanno risultati importanti per l'Ue e per il paese interessato in vari campi contemplati dagli accordi.

7. La Commissione proporrà l'introduzione nel 2007 di un nuovo strumento finanziario, lo Strumento europeo di prossimità, che riguarderà settori specifici della cooperazione, in particolare la cooperazione transfrontaliera, oltre ai settori di cui si occupano gli strumenti esistenti o i loro successori. Tutti i partner dell'ENP potranno beneficiare del sostegno di questo strumento. Nel frattempo, nel periodo 2004-2006 i programmi di prossimità forniranno valore aggiunto alla cooperazione transfrontaliera, transnazionale e regionale.

8. La Commissione ha proposto di aumentare notevolmente i fondi esistenti o i loro successori nell'ambito delle nuove prospettive finanziarie, conformemente alla priorità data dall'Ue all'ENP.

9. La Commissione sta esaminando la possibilità di un'apertura graduale di alcuni programmi comunitari che promuovono i legami in campo culturale, educativo, ambientale, tecnico e scientifico.

10. L'ENP fornirà sostegno, compresi l'assistenza tecnica e il gemellaggio, ai partner che desiderano uniformarsi alle norme e agli standard dell'Ue.

11. Nuovi legami contrattuali, sotto forma di accordi europei di vicinato, la cui portata sarà definita alla luce di una valutazione da parte della Commissione dei progressi ottenuti per quanto riguarda il rispetto delle priorità definite dai piani d'azione.

Nel complesso, questi incentivi forniscono un notevole valore aggiunto ai paesi partecipanti. Quando il monitoraggio rivelerà notevoli progressi nel raggiungimento delle priorità stabilite, gli incentivi potranno essere riesaminati, al fine di proseguire sulla via di una maggiore integrazione con il mercato interno e altre politiche chiave dell'Ue. Il processo è dinamico e i piani d'azione costituiscono un importante primo passo.

Priorità d'azione

I piani d'azione riguarderanno due vasti campi: anzitutto, impegni ad effettuare attività specifiche che confermano o rafforzano il rispetto di valori condivisi e di alcuni obiettivi in materia di politica estera e di sicurezza; in secondo luogo, impegni ad effettuare attività che avvicineranno i paesi partner all'Ue in numerosi settori prioritari. Queste priorità d'azione saranno per quanto possibile precise, a seconda della questione, e pertanto costituiranno punti di riferimento controllabili e valutabili. I partner possono, per esempio, andare nella direzione della libera circolazione delle merci eliminando specifici ostacoli tecnici, identificati nei piani d'azione.

I piani d'azione identificheranno le attività chiave in un numero limitato di settori che devono essere trattate con la massima priorità nonché attività in numerosi altri settori che corrispondono alla portata degli accordi bilaterali in vigore. Per affrontare le priorità vi saranno chiari riferimenti temporali.

Monitoraggio

Il monitoraggio verrà effettuato dagli organi istituiti nell'ambito degli accordi di partenariato e di cooperazione o degli accordi di associazione. Tali organi hanno il vantaggio di riunire rappresentanti dei paesi partner, degli Stati membri, della Commissione europea e del Segretariato del Consiglio. Il monitoraggio in questo ambito dovrebbe pertanto rafforzare la collaborazione. Ai paesi partner sarà chiesto di fornire informazioni particolareggiate su cui basare il monitoraggio congiunto. Particolarmente utili per il monitoraggio saranno i sottocomitati, che si occupano di questioni specifiche, nonché il dialogo in campo economico.

La Commissione redigerà relazioni periodiche sull'avanzamento e su settori che richiedono ulteriori sforzi, tenendo conto delle valutazioni fatte dalle autorità del paese partner. I piani d'azione saranno riveduti e potranno essere adattati alla luce dei progressi in materia di rispetto delle priorità d'azione. Si suggerisce l'elaborazione di una relazione "intermedia" da parte della Commissione, con il contributo dell'Alto rappresentante su questioni relative alla cooperazione politica e alla PESC, entro due anni dall'approvazione di un piano d'azione, e di un'ulteriore relazione entro tre anni. Le relazioni possono fungere da base affinché il Consiglio decida il passo successivo nei legami contrattuali con ciascun paese partner, i quali possono essere sotto forma di accordi europei di vicinato la cui portata sarà definita alla luce dei progressi ottenuti in materia di rispetto delle priorità definite dai piani d'azione.

Partecipazione di altri paesi vicini

In questa sezione la Commissione esamina la situazione riguardo ad alcuni altri paesi vicini all'Ue ampliata.

Caucaso meridionale

Per l'Unione europea la stabilità e lo sviluppo del Caucaso meridionale rivestono un grande interesse. La Strategia europea di sicurezza, adottata dal Consiglio europeo nel dicembre 2003, identifica chiaramente il Caucaso meridionale tra le regioni in cui l'Ue deve avere un "interesse più forte e più attivo".

La Commissione europea, in consultazione con l'Alto rappresentante e tenendo conto delle proposte del rappresentante speciale dell'Ue nonché del parere espresso dal Parlamento europeo [9], raccomanda al Consiglio di prendere una decisione per includere l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia nella Politica europea di prossimità. Ad ogni paese dovrebbero essere offerte pari opportunità di sviluppare legami con l'Ue in questo quadro. L'Ue deve considerare la possibilità di mettere a punto piani d'azione con tali paesi sulla base dei meriti individuali. A tal fine, la Commissione riferirà al Consiglio sui progressi ottenuti da ciascun paese per quanto riguarda il miglioramento della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani.

[9] Vedi la risoluzione del Parlamento del 26 febbraio 2004 sulla "Politica dell'Unione europea nei confronti del Caucaso meridionale".

L'Ue auspica di avere impegni potenziati, credibili e costanti nei confronti della democrazia, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani e progressi verso lo sviluppo di un'economia di mercato. Questi valori comuni stanno alla base anche dell'adesione dell'Armenia, dell'Azerbaigian e della Georgia al Consiglio d'Europa e all'OSCE. Sono necessari maggiori sforzi per promuovere la risoluzione dei conflitti nella regione e per sviluppare relazioni di buon vicinato. Ciascuno dei tre paesi deve fare passi avanti concreti per progredire nella messa in atto dei rispettivi accordi di partenariato e di cooperazione, in particolare per rafforzare lo Stato di diritto e per promuovere la risoluzione dei conflitti. L'ENP deve pertanto accrescere il contributo dell'Ue per promuovere questi obiettivi.

Per aiutare l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia a prepararsi per un ulteriore aumento della cooperazione, l'Ue è pronta a sostenere attività di riforma credibili, concrete e costanti, in particolare nei settori prioritari summenzionati, mediante ulteriore assistenza. La cooperazione deve essere sviluppata anche nel settore energetico, in quanto il Caucaso meridionale svolge un ruolo importante sia per la produzione (Mar Caspio) che per il transito dell'energia.

Bielorussia

La comunicazione della Commissione del marzo 2003 sull'Europa ampliata rileva che "l'UE dovrebbe cercare di coinvolgere la Bielorussia in un processo graduale e misurabile inteso a creare le condizioni necessarie per elezioni libere ed eque seguite dall'integrazione della Bielorussia nella politica di prossimità, senza compromettere l'importanza attribuita ai valori democratici comuni".

L'obiettivo di lungo termine dell'Ue è che la Bielorussia sia un partner democratico, stabile, affidabile e sempre più prospero con il quale l'Ue ampliata condivida non solo frontiere comuni ma anche un'agenda comune guidata da valori condivisi.

Attraverso l'ENP, l'Ue rafforzerà i propri impegni durevoli per quanto riguarda il sostegno dello sviluppo della democrazia in Bielorussia. Quando vi saranno riforme politiche ed economiche fondamentali, la Bielorussia potrà sfruttare pienamente l'ENP.

Attualmente però in Bielorussia vige un sistema autoritario. Dal 1996 le elezioni non hanno rispettato gli standard democratici internazionali e le strutture democratiche sono assenti. Viste le circostanze, non è ancora possibile offrire alla Bielorussia tutti i benefici dell'ENP.

L'Ue sosterrà elezioni parlamentari democratiche in autunno, in coordinamento con l'OSCE e il Consiglio d'Europa, e organizzerà campagne di sensibilizzazione sulle politiche e sull'assistenza dell'Ue a favore dei cittadini bielorussi. Confermerà inoltre la prospettiva di relazioni più strette, anche nel quadro dell'ENP, a condizione che siano introdotte riforme fondamentali. Questo darà un segnale evidente alla popolazione della Bielorussia, delineando i vantaggi del sostegno alla società civile e alla democratizzazione, alla cooperazione regionale e umanitaria, ai programmi di prossimità e all'agevolazione dei viaggi nelle regioni di frontiera.

Se in Bielorussia vi saranno sviluppi positivi significativi in materia di democratizzazione, sarà possibile collaborare più attivamente con le autorità a livello politico. Potrebbero essere intensificati i contatti tra funzionari a livello tecnico e potranno riprendere gli incontri a livello di alti funzionari, come per esempio la troika dei direttori regionali. Potrebbe essere presa in considerazione l'agevolazione dei viaggi per i cittadini bielorussi, insieme al sostegno di contatti interpersonali mediante programmi di assistenza dell'Ue.

La Commissione propone altresì di rafforzare l'assistenza Ue alla Bielorussia con particolare attenzione alla società civile. Si può fare di più nei settori confermati dalle conclusioni del Consiglio nel 1997, in particolare per sostenere la società civile, la democratizzazione, i media indipendenti, la riduzione dei problemi nelle zone colpite dal disastro di Cernobyl, l'assistenza umanitaria e la cooperazione regionale.

La Bielorussia può già partecipare a tre programmi di prossimità (programma del Mar Baltico, Lettonia-Lituania-Bielorussia, Polonia-Ucraina-Bielorussia). Potrà inoltre beneficiare del nuovo Strumento europeo di prossimità (ENI).

Libia

La comunicazione della Commissione del marzo 2003 ha affermato che l'Ue deve considerare il modo in cui potrebbe inserire la Libia nella politica di prossimità. Attualmente l'Ue non ha relazioni contrattuali con la Libia [10]. Nell'aprile 1999, in seguito alla sospensione delle sanzioni dell'Onu, la Libia ha ottenuto lo status di osservatore nel processo di Barcellona ed è stata invitata a diventare membro a pieno titolo non appena saranno definitivamente revocate le sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu ed essa avrà accettato l'intero acquis di Barcellona.

[10] Il Consiglio sta discutendo un mandato di negoziato per un accordo sulla pesca tra l'Ue e la Libia.

Recentemente la Libia ha annunciato di essere disposta ad accettare l'adesione completa al processo di Barcellona. Questa iniziativa positiva deve essere ancora confermata formalmente e seguita da iniziative per accettare l'acquis di Barcellona. I progressi verso la piena adesione al processo di Barcellona non potranno andare oltre la fase esplorativa senza la risoluzione di questioni bilaterali in sospeso con gli Stati membri dell'Ue.

La piena integrazione nel processo di Barcellona è il primo passo verso nuove relazioni con l'Ue, che comprendono la negoziazione di un accordo di associazione. Se ciò sarà ottenuto, quando vi saranno intese contrattuali con l'Ue, la partecipazione all'ENP consentirà un'ulteriore sviluppo delle relazioni dell'Ue con la Libia, così come per tutti gli altri paesi del processo di Barcellona.

Piani d'azione

Impegno nei confronti di valori condivisi

L'Unione è fondata sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani. Si tratta di valori comuni agli Stati membri in una società caratterizzata da pluralismo, tolleranza, giustizia, solidarietà e non discriminazione. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. Nelle relazioni con il resto del mondo, intende sostenere e promuovere tali valori.

I vicini dell'Unione si sono impegnati a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali aderendo a numerosi trattati multilaterali nonché attraverso accordi bilaterali con l'Ue. Tutti i vicini dell'Ue hanno firmato le convenzioni Onu sui diritti umani. Alcuni sono membri del Consiglio d'Europa [11] e dell'OSCE, hanno ratificato la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e si sono impegnati ad aderire alle convenzioni e agli organismi pertinenti che stabiliscono elevati standard in materia di democrazia e diritti umani nonché ad accettare meccanismi rigidi e giuridicamente vincolanti per garantire il rispetto degli obblighi in materia di diritti umani. I firmatari della dichiarazione di Barcellona hanno accettato fra l'altro una dichiarazione di principi per agire conformemente alla Carta delle Nazioni Unite e alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e sviluppare lo Stato di diritto e la democrazia nei loro sistemi politici, rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali e garantire l'effettivo esercizio legittimo di tali diritti e libertà.

[11] Moldavia, Russia e Ucraina.

I paesi partner si impegnano a rispettare le norme fondamentali del lavoro e a promuovere i diritti sociali fondamentali, in qualità di parti delle pertinenti convenzioni dell'OIL; si impegnano inoltre a proseguire un modo di sviluppo sostenibile, come definito dal vertice mondiale di Johannesburg.

La Politica europea di prossimità cerca di promuovere l'impegno nei confronti di valori condivisi. Il rispetto degli impegni da parte dei paesi vicini in pratica varia e può essere molto migliorato. L'effettivo rispetto degli impegni è un elemento essenziale delle relazioni dell'Ue con i partner.

Il livello dell'ambizione dell'Ue nel tessere legami con ciascun partner mediante l'ENP terrà conto del grado di condivisione effettiva dei valori comuni. I piani d'azione conterranno numerose priorità volte a rafforzare l'impegno nei confronti di tali valori, comprendenti il rafforzamento della democrazia e dello Stato di diritto, la riforma del sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione e il crimine organizzato; il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, fra cui la libertà dei media e di espressione, i diritti delle minoranze e dei bambini, l'uguaglianza dei sessi, i diritti sindacali e altre norme fondamentali del lavoro, la lotta contro la pratica della tortura e la prevenzione dei maltrattamenti; il sostegno allo sviluppo della società civile; la cooperazione con il Tribunale penale internazionale. Si cercheranno impegni anche per quanto riguarda alcuni aspetti essenziali dell'azione esterna dell'Ue, comprese in particolare la lotta contro il terrorismo e la proliferazione di armi di distruzione di massa, nonché il rispetto del diritto internazionale e gli sforzi per giungere a una risoluzione dei conflitti.

Dialogo politico più efficace

Attraverso l'ENP le parti rafforzeranno il dialogo politico rendendolo più efficace. Esso riguarda le questioni di politica estera e di sicurezza, comprese le questioni regionali e internazionali, la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi e le minacce alla sicurezza comune (per es. il terrorismo e le sue cause di base, la proliferazione di armi di distruzione di massa e le esportazioni illegali di armi).

I piani d'azione identificheranno settori per il potenziamento del dialogo con ciascun paese. L'Ue e i paesi partner devono inoltre collaborare per un effettivo multilateralismo al fine di migliorare la governance globale, rafforzare il coordinamento nella lotta contro le minacce alla sicurezza ed affrontare questioni di sviluppo collegate. Occorre esplorare il miglioramento del coordinamento nell'ambito del dialogo politico classico, nonché la possibile partecipazione di paesi partner per quanto riguarda la PESC e la PESD, la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi, lo scambio di informazioni, la formazione ed esercizi congiunti e l'eventuale partecipazione ad operazioni di gestione delle crisi guidate dall'Ue. Un'altra importante priorità sarà l'ulteriore sviluppo di una responsabilità condivisa tra l'Ue e i partner in materia di sicurezza e stabilità nella regione.

Politica di sviluppo economico e sociale

L'approccio proposto dall'ENP ha importanti implicazioni economiche in quanto prevede il potenziamento delle relazioni commerciali preferenziali e l'aumento dell'assistenza finanziaria e tecnica. Offre inoltre ai paesi vicini la prospettiva di una partecipazione al mercato interno dell'Ue in base al ravvicinamento normativo e regolamentare, la partecipazione a numerosi programmi Ue e il miglioramento dell'interconnessione e dei legami fisici con l'Ue.

Si prevede che i vantaggi economici di questo processo siano notevoli e si manifestino in modo diretto e indiretto. Direttamente, la riduzione degli ostacoli tariffari e non tariffari al commercio dovrebbe produrre vantaggi in termini di efficienza e migliorare il benessere mediante una maggiore integrazione del mercato. Gli effetti indiretti, in particolare sui paesi partner, sono ancora maggiori. Avvicinando al modello economico dell'Ue i paesi vicini e anche attraverso l'adozione delle migliori pratiche internazionali, l'ENP e in particolare la proposta estensione del mercato interno miglioreranno il clima degli investimenti nei paesi partner. L'ENP fornirà un contesto più trasparente, stabile e favorevole per la crescita guidata dal settore privato. Si prevede un impatto positivo sui flussi di investimenti stranieri diretti in seguito a un clima politico più favorevole, al calo dei costi di scambio e di transazione, ai costi del lavoro relativamente attraenti e alla riduzione dei rischi.

L'ENP ha il potenziale di migliorare le condizioni economiche e sociali nelle vicinanze dell'Ue. Tuttavia, per ottenere tali benefici occorre attuare le misure concordate e le adeguate politiche di accompagnamento. Una maggiore integrazione economica con l'Ue, in particolare per quanto riguarda la liberalizzazione dei movimenti di capitali, può accrescere la volatilità macroeconomica e finanziaria in contesti specifici. La messa in atto dell'ENP dovrà pertanto avvenire in tempi appropriati, essere adeguata alle circostanze specifiche di ciascun paese e accompagnata da sane politiche macroeconomiche, sociali e strutturali.

Il grado di percezione dei vantaggi dell'ENP dipende dai suoi effetti sul tenore di vita. La partecipazione al progetto ENP deve essere accompagnata da politiche attive per affrontare i problemi della povertà e della disuguaglianza.

La componente economica e sociale dei piani d'azione deve essere coerente con le strategie dei paesi partner. È necessario un dialogo rafforzato attraverso i sottocomitati pertinenti e gli organismi economici. Sarà inoltre importante garantire un adeguato coordinamento con le istituzioni finanziarie internazionali, le quali hanno preziosi contributi da fornire in termini sia di consulenza politica che di finanziamento.

L'intensificazione del dialogo e della cooperazione sulla dimensione sociale riguarderanno in particolare lo sviluppo socioeconomico, l'occupazione, la politica sociale e le riforme strutturali. L'Ue incoraggerà gli sforzi dei governi dei paesi partner volti a ridurre la povertà, creare occupazione, promuovere le norme fondamentali del lavoro e il dialogo sociale, ridurre le disparità regionali, migliorare le condizioni di lavoro, accrescere l'efficacia dell'assistenza sociale e riformare la previdenza sociale nazionale. Si intende avviare un dialogo sull'occupazione e la politica sociale al fine di analizzare e valutare la situazione, identificare sfide essenziali e promuovere le iniziative politiche.

Le questioni relative alla circolazione dei lavoratori, in particolare per quanto riguarda la parità di trattamento o le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori migranti e il coordinamento della sicurezza sociale, continueranno ad essere trattate nel quadro degli accordi di associazione e cooperazione.

Scambi e mercato interno

I piani d'azione illustreranno i metodi e i mezzi per garantire che sia l'Ue sia i suoi partner ottengano i massimi vantaggi dalle disposizioni commerciali contenute negli accordi di partenariato e di cooperazione o di associazione. Si terranno in debito conto anche le iniziative a livello regionale.

Sarà perseguito il ravvicinamento legislativo e regolamentare sulla base di priorità concordate, concentrandosi sugli elementi più pertinenti dell'acquis per stimolare gli scambi e l'integrazione economica, tenendo conto della struttura economica del paese partner e dell'attuale livello di armonizzazione con la legislazione Ue. Sia gli accordi di partenariato e di cooperazione (APC) che gli accordi di associazione contengono disposizioni sul ravvicinamento legislativo in numerosi settori.

L'ENP prevede inoltre una maggiore apertura del mercato conformemente ai principi dell'OMC. Nel contesto del processo di Barcellona, è stato deciso di istituire una zona di libero scambio per le merci ed è iniziata una liberalizzazione asimmetrica. L'ENP fornirà i metodi e i mezzi per accrescere la liberalizzazione commerciale e l'integrazione regionale conformemente al partenariato Euromed. Per i vicini orientali, la priorità resta una maggiore attuazione delle disposizioni in campo commerciale dell'APC, l'adesione all'OMC (nel caso dell'Ucraina) o la piena attuazione dell'accordo di adesione all'OMC (nel caso della Moldavia), insieme al proseguimento della riforma economica. Sarà quindi presa in considerazione una maggiore integrazione delle relazioni commerciali ed economiche come prevedono gli APC.

I piani d'azione illustreranno iniziative concrete per sfruttare al massimo le opportunità fornite in questi quadri. Tali iniziative dipenderanno dalle necessità, dalle capacità e dalle priorità di politica economica di ciascun partner. Le misure discusse in appresso saranno introdotte progressivamente da ciascun partner, al momento opportuno.

Per quanto riguarda le merci, occorre prendere iniziative per migliorare la cooperazione amministrativa e garantire la graduale eliminazione degli ostacoli non tariffari al commercio e lo sviluppo di infrastrutture adeguate. La circolazione dei prodotti industriali può essere agevolata mediante la convergenza con la normativa e le strutture regolamentari dell'Unione. A ciò si potrebbe aggiungere la conclusione di Accordi sulla valutazione della conformità e l'accettazione dei prodotti industriali (ACAA) tra la Comunità e i singoli partner, valendosi dell'esperienza dell'attuale iniziativa nei confronti dei paesi mediterranei. Anche il ravvicinamento legislativo nel settore doganale, insieme alla creazione di capacità e alla modernizzazione, compresa l'informatizzazione, contribuirà ad agevolare gli scambi. Per i partner mediterranei, queste azioni sono conformi alle raccomandazioni di Palermo. I piani d'azione comprenderanno anche attività per lottare contro la frode nel settore doganale e per effettuare controlli doganali basati sui rischi nonché misure per garantire tutti gli aspetti della sicurezza delle merci.

Per i prodotti agricoli, la convergenza con le norme Ue per i controlli sanitari e fitosanitari aumenterà fortemente gli scambi tra i paesi partner e l'Ue. Sono prioritari gli scambi di informazioni, la stretta cooperazione presso le organizzazioni internazionali responsabili del controllo delle malattie animali e vegetali e il miglioramento delle condizioni sanitarie per proteggere i consumatori. Nella maggior parte dei paesi è inoltre necessario migliorare la capacità amministrativa per garantire livelli adeguati di sicurezza dei prodotti alimentari per consentire loro di inserirsi nei mercati dell'Ue.

Per raggiungere l'obiettivo del libero scambio dei servizi con e fra i paesi partner sarà necessario un ulteriore ravvicinamento legislativo in settori quali il diritto aziendale e le regole di contabilità e revisioni dei conti. Per il settore dei servizi finanziari è particolarmente importante un quadro regolamentare globale prudente, insieme a organismi di supervisione efficienti e indipendenti. Per la creazione di attività commerciali e la promozione degli investimenti sarà essenziale che i paesi garantiscano alle aziende la possibilità di operare in condizioni di concorrenza uniformi. Col tempo, insieme alle misure citate, l'accesso ai mercati finanziari europei dovrebbe dare maggiore stabilità ai mercati finanziari dei partner e contribuire a migliorarne le prestazioni economiche globali. L'ulteriore liberalizzazione della circolazione dei capitali fornirà nuove opportunità.

L'obiettivo di migliorare il clima per gli investimenti, anche garantendo la trasparenza, la prevedibilità e la semplificazione dei quadri regolamentari di tali paesi, contribuirà ad agevolare e aumentare gli investimenti bidirezionali. Il trattamento non discriminatorio degli investitori è un elemento essenziale di questo processo. Le azioni che migliorano il dialogo sistematico su tutte le questioni relative agli investimenti e la consultazione delle parti interessate saranno essenziali per migliorare il clima per gli investimenti bilaterali e ridurre gli ostacoli amministrativi allo sviluppo delle attività commerciali. Anche il rafforzamento del funzionamento del sistema giudiziario contribuirà a migliorare il clima per gli investimenti.

La convergenza regolamentare delle discipline essenziali in campo commerciale porterà vantaggi economici in termini sia di riforme nei paesi partner che di miglioramento del clima per gli investimenti. In particolare, l'aumento dell'effettiva tutela dei diritti di proprietà intellettuale e industriale e il loro effettivo rispetto, insieme alla convergenza regolamentare e al miglioramento dell'accesso al mercato in materia di appalti pubblici, avranno probabilmente notevoli effetti sullo sviluppo economico e sui livelli degli investimenti. Potrebbero inoltre essere avviate attività per aumentare l'armonizzazione e la sostenibilità dei sistemi statistici.

Inoltre, i partner devono essere incoraggiati a far rispettare le regole in materia di concorrenza mediante autorità indipendenti con poteri e risorse adeguati nonché un'adeguata formazione. La convergenza verso approcci e definizioni paragonabili, il ravvicinamento legislativo in materia di antitrust nonché le norme in materia di aiuti di Stato saranno necessari affinché i partner possano avanzare verso la convergenza con il mercato interno. Tali iniziative avranno un impatto positivo anche sui mercati interni e sull'agevolazione degli scambi.

Le azioni per modernizzare e aumentare la trasparenza del regime fiscale, anche mediante la convergenza con il codice di condotta per la tassazione delle imprese dell'Unione europea, conformemente ai requisiti dell'OMC, e l'adozione di convenzioni per evitare la doppia imposizione, migliorerebbero il clima commerciale. Anche il rafforzamento delle amministrazioni fiscali e il miglioramento della cooperazione reciproca promuoverebbero il funzionamento delle economie di mercato.

Giustizia e affari interni

L'ENP intende evitare di creare nuove linee divisorie ai confini dell'Unione ampliata. Il miglioramento del funzionamento delle istituzioni pubbliche, al fine di garantire elevati standard di efficienza amministrativa, è un interesse condiviso dall'Ue e dai paesi partner. Questi ultimi devono affrontare sempre più sfide in materia di giustizia e affari interni, come per esempio la migrazione proveniente da paesi terzi, la tratta di esseri umani e il terrorismo. La collaborazione in questi campi è un interesse comune. L'identificazione di priorità in ciascun piano d'azione dipenderà dalle particolari questioni più salienti per il partner in questione e per l'Ue.

Il miglioramento della gestione sarà probabilmente una priorità della maggior parte dei piani d'azione; soltanto collaborando l'Ue e i suoi vicini possono gestire le frontiere comuni in modo più efficiente al fine di agevolare i movimenti legittimi. I piani d'azione devono pertanto comprendere misure per migliorare l'efficienza della gestione delle frontiere, come per esempio il sostegno per la creazione della formazione di corpi professionisti non militari di guardie di frontiera e misure per rendere più sicuri i documenti di viaggio. L'obiettivo dovrà essere agevolare la circolazione delle persone, mantenendo o migliorando nel contempo un elevato livello di sicurezza.

Inoltre, attualmente è all'esame del Consiglio una proposta della Commissione di regolamenti per introdurre un regime di traffico di frontiera locale che, se adottata, consentirà alle popolazioni delle zone di frontiera di mantenere i contatti tradizionali senza troppi ostacoli amministrativi. L'Unione europea può anche considerare la possibilità di agevolare l'ottenimento dei visti. All'agevolazione su un lato della frontiera dovranno corrispondere azioni effettive sull'altro lato.

Le priorità dei piani d'azione potrebbero inoltre comprendere la cooperazione in materia di migrazione, asilo, politiche dei visti, misure per lottare contro il terrorismo, il crimine organizzato, il traffico di droga e di armi, il riciclaggio di denaro e i reati finanziari ed economici. I piani d'azione identificheranno iniziative concrete per rafforzare la magistratura e aumentare la cooperazione di politica e giudiziaria, anche nel settore del diritto di famiglia, nonché la cooperazione con organismi dell'Unione europea come EUROPOL e EUROJUST. È necessario ratificare ed attuare le pertinenti convenzioni internazionali. I piani d'azione devono inoltre riflettere l'interesse dell'Unione per la conclusione di accordi di riammissione con i paesi partner.

Collegare il vicinato

Energia

Il rafforzamento del partenariato energetico strategico con i paesi vicini è un elemento essenziale della Politica europea di prossimità e comprende la sicurezza dei rifornimenti e tutti gli aspetti della sicurezza energetica. L'Unione europea è il maggiore importatore di energia (petrolio e gas) ed il secondo consumatore mondiale ed è circondata dalle più grandi riserve mondiali di petrolio e gas naturale (Russia, Mar Caspio, Medio Oriente e Nordafrica). In futuro dipenderà sempre di più dalle importazioni; in base alle attuali proiezioni, la dipendenza passerà dal 50 al 70% entro il 2030. I paesi vicini svolgono un ruolo vitale nel garantire il rifornimento energetico dell'Ue. Molti paesi cercano di migliorare l'accesso al mercato energetico comunitario, in qualità di fornitori attuali o futuri (per esempio Russia, Algeria, Egitto e Libia) o di paesi di transito (Ucraina, Bielorussia, Marocco e Tunisia). Anche i paesi del Caucaso meridionale sono importanti a questo proposito per quanto riguarda i nuovi rifornimenti energetici per l'Ue provenienti dalla regione del Mar Caspio e dall'Asia centrale. Migliorare i collegamenti delle reti energetiche tra l'Ue e i suoi partner, nonché la convergenza giuridica e regolamentare, sono pertanto grandi interessi comuni. Inoltre, l'aumento della cooperazione in campo energetico fornisce opportunità commerciali e può anche contribuire allo sviluppo socioeconomico e al miglioramento dell'ambiente.

I piani d'azione prevederanno iniziative concrete per migliorare il dialogo e la cooperazione in materia energetica e per promuovere una graduale convergenza delle politiche energetiche e del quadro giuridico e regolamentare. Ciò comprenderà politiche per promuovere un aumento dell'efficienza energetica e il risparmio energetico nonché l'uso di energie rinnovabili e la cooperazione nelle tecnologie energetiche come il carbone pulito. Saranno esplorate le possibilità di far partecipare i partner al programma Energia intelligente e per inserirli gradualmente nelle pratiche e negli organismi regolamentari dell'Unione europea (per esempio nei forum europei di regolamentazione del gas e dell'elettricità).

Sarà necessario rafforzare le reti e le interconnessioni per garantire tutti gli aspetti della sicurezza del rifornimento energetico e per estendere il mercato interno dell'energia ai paesi partner. I piani d'azione terranno conto delle iniziative bilaterali o regionali esistenti, come per esempio il dialogo energetico Ue-Russia, il programma Inogate finanziato da Tacis e riguardante il Mar Caspio (oleodotti e gasdotti); la cooperazione in campo energetico nel contesto del partenariato euromediterraneo (in particolare la creazione del mercato dell'elettricità euro-Maghreb, che potrebbe essere completato da un mercato del gas, e le reti energetiche euromediterranee concordate); un aumento della cooperazione in campo energetico tra Israele e l'Autorità palestinese; un aumento della cooperazione in materia di gas nella regione del Mashrak (tutto ciò nel contesto euromediterraneo); nonché lo status di osservatore della Moldavia nell'iniziativa per il mercato energetico regionale dell'Europa sudorientale.

Trasporti

L'aumento degli scambi e del turismo fra l'Unione e i suoi vicini richiede sistemi di trasporto efficienti, multimodali e sostenibili. Il settore dei trasporti dei paesi partner può sfruttare pienamente il ravvicinamento delle relazioni e il miglioramento dell'accesso al mercato soltanto se è in grado di far fronte ai complessi flussi di trasporto odierni.

I mutamenti operativi del modo in cui è strutturato il settore dei trasporti (per esempio l'introduzione della concorrenza nei servizi portuali e nel trasporto aereo, moderni quadri regolamentari, operazioni di trasporto stradale più efficienti, interoperabilità dei sistemi ferroviari, ecc.) possono avere un grande impatto sull'efficienza dei trasporti. Un importante compito consiste nell'accrescere i collegamenti aerei con i paesi partner al fine di aprire i mercati e di cooperare su tutte le questioni relative alla sicurezza. I piani d'azione conterranno disposizioni specifiche per affrontare tali questioni.

È essenziale migliorare le reti di trasporto fisico che collegano l'Unione ai paesi vicini. Visti i costi, sarà fondamentale coordinarsi strettamente nell'elaborare piani d'investimento per tali reti. Le iniziative esistenti come il concetto di rete paneuropea di trasporti, varie conferenze paneuropee dei trasporti o le proposte della Commissione del giugno 2003 per una rete dei trasporti euromediterranea forniscono una valida base per progredire. Il finanziamento dei progetti da parte della BEI sarà importante, principalmente sulla base di azioni di medio termine concordate nei piani d'azione. Le necessità concrete saranno esaminate caso per caso.

I piani d'azione conterranno inoltre disposizioni specifiche per affrontare la vulnerabilità delle reti e dei servizi di trasporto nei confronti degli attacchi terroristici. La massima attenzione sarà prestata al miglioramento della sicurezza dei trasporti aerei e marittimi.

Ambiente

L'inquinamento ambientale non rispetta i confini e pertanto può essere affrontato al meglio attraverso iniziative internazionali, regionali e nazionali. L'aumento della protezione ambientale porterà benefici ai cittadini e alle aziende sia dell'Unione che dei paesi partner. Può inoltre contribuire ad evitare i conflitti per le risorse scarse, come l'acqua. I benefici derivanti dal miglioramento della gestione ambientale sono evidenti, ma il fatto che essa spesso rappresenti un grande onere finanziario a breve e medio termine per gli enti pubblici e privati è un problema di cui si deve tener conto nella pianificazione e nel finanziamento.

I piani d'azione promuoveranno la buona gestione ambientale nei paesi partner per prevenire il degrado e l'inquinamento ambientali, proteggere la salute umana e ottenere un uso più razionale delle risorse naturali. Saranno identificate priorità in settori essenziali come la qualità dell'acqua, la gestione delle acque, l'inquinamento atmosferico e la lotta contro la desertificazione. È necessario migliorare ulteriormente la cooperazione regionale tra i paesi partner e promuovere la ratifica e la messa in atto di accordi internazionali.

Società dell'informazione

La tecnologia dell'informazione e della comunicazione è particolarmente significativa per lo sviluppo delle economie e delle società moderne. È pertanto fondamentale sostenere gli sforzi dei partner per beneficiare della società dell'informazione, evitando così un divario tecnologico. In numerosi paesi partner del Mediterraneo meridionale la società dell'informazione sta già emergendo, in particolare laddove la liberalizzazione del mercato della telefonia mobile si trova in una fase avanzata.

Riconoscendo il nesso tra il successo della riforma politica e i risultati di settori specifici, i piani d'azione promuoveranno misure politiche come la separazione delle funzioni regolamentari da quelle operative, incoraggiando l'istituzione di autorità di regolamentazione indipendenti. Questa politica si prefiggerà inoltre di sostenere i governi disposti a promuovere la commercializzazione degli attuali operatori. Nel contesto della riforma settoriale, le iniziative come l'apertura del mercato della telefonia fissa e dei servizi avanzati come Internet nonché l'appalto di licenze GSM aggiuntive e la liberalizzazione dei servizi a valore aggiunto sono importanti per lo sviluppo della società dell'informazione. I piani d'azione identificheranno le iniziative per promuovere nuove tecnologie e i servizi di comunicazione elettronica a uso di aziende, enti pubblici e cittadini.

Ricerca e innovazione

L'apertura dello spazio di ricerca europeo ai paesi partner è una sfida del 6° programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (RST) ed è un fattore d'integrazione delle comunità scientifiche dei paesi vicini. Questi ultimi partecipano già ad attività prioritarie come le scienze della vita, l'energia, i trasporti, l'ambiente, le TSI, la sicurezza dei prodotti alimentari o le questioni sociali in una società basata sulla conoscenza, nonché a misure specifiche per la cooperazione internazionale incentrate sulle loro necessità e sul loro potenziale a livello regionale.

Per accrescere la partecipazione di tali paesi alle attività di RST comunitarie e per aumentare il contributo dei loro sistemi di ricerca nazionali alla crescita economica e al benessere sociale, occorre sostenere attività di potenziamento delle capacità strutturali e istituzionali. Queste attività saranno identificate e attuate attraverso i piani d'azione.

Contatti interpersonali, programmi e agenzie

Un modo efficace per raggiungere i principali obiettivi dell'ENP consiste nel collegare i popoli dell'Unione e dei paesi vicini, aumentare la comprensione delle culture, della storia, degli atteggiamenti e dei valori reciproci ed eliminare le percezioni errate. Pertanto, oltre ai contatti fra enti pubblici o aziende, l'ENP promuoverà legami per quanto riguarda la cultura, l'istruzione e più in generale la società fra l'Unione e i suoi vicini.

Lo sviluppo delle risorse umane è una componente essenziale per raggiungere obiettivi come l'aumento della competitività, l'inclusione sociale e la cittadinanza attiva. Il deficit in materia di società della conoscenza deve essere affrontato con urgenza per quanto riguarda le sfide di sviluppo in alcuni paesi partner, in particolare nella zona mediterranea, come è stato sottolineato dalle conclusioni del Rapporto arabo sullo sviluppo umano 2003.

L'ENP si prefigge inoltre di promuovere azioni in materia di salute pubblica al fine di migliorare le condizioni generali di salute della popolazione e affrontare alcune questioni specifiche, come le malattie trasmissibili.

La Politica europea di prossimità prevede la graduale apertura di alcuni programmi comunitari, in base agli interessi reciproci e alle risorse disponibili. Fra i settori da esplorare vi sono l'istruzione, la formazione e la gioventù, la ricerca, l'ambiente, la cultura e l'audiovisivo. Occorre potenziare ulteriormente il programma GIOVENTÙ, che promuove già i contatti interpersonali e la cooperazione tra soggetti della società civile. I programmi Tempus ed Erasmus Mundus offrono la possibilità di intensificare i contatti fra studenti e insegnanti. I piani d'azione identificheranno opportunità concrete per far partecipare i partner a tali programmi.

Dato che la partecipazione a programmi concepiti per gli Stati membri può comportare difficoltà pratiche per i paesi terzi, deve essere esplorata anche la possibilità di creare programmi dedicati specificamente alle necessità dei paesi partner. Per esempio, la Commissione ha proposto di creare "Tempus Plus", un programma dedicato alle necessità in materia di formazione e istruzione dei paesi contemplati dall'ENP [12]. La riforma e la modernizzazione dei sistemi di apprendimento sono una condizione sine qua non per la competitività economica e la stabilità sociale e politica dei paesi partner e Tempus Plus potrebbe svolgere un ruolo essenziale in proposito.

[12] Comunicazione sulla nuova generazione di programmi comunitari in materia di istruzione e formazione dopo il 2006, COM(2004) 156 def. del 9 marzo 2004.

Diversi partner hanno dimostrato interesse nel partecipare, magari come osservatori, ad alcuni forum comunitari cooperativi o normativi. I piani d'azione identificheranno le possibilità tenendo conto della situazione giuridica e amministrativa.

Cooperazione regionale

Come spiegato in precedenza, l'ENP avrà un'applicazione differenziata nei vari paesi partner. Ciononostante, è importante promuovere una più stretta cooperazione sia attraverso le frontiere esterne dell'Ue che fra gli stessi paesi vicini - specialmente quelli limitrofi. A tal fine non va dimenticato che le circostanze specifiche delle varie parti del vicinato dell'Ue sono diverse, così come la storia delle relazioni.

Il sostegno dell'Ue alla cooperazione regionale ad Est e a Sud e a progetti concreti attuati in tali regioni proverrà dai programmi Ue esistenti (Tacis, Meda, Phare) o dai loro successori, nonché dai programmi di prossimità e, in futuro, dallo Strumento europeo di prossimità.

Cooperazione regionale alle frontiere orientali dell'Ue

Una maggiore cooperazione regionale nell'Europa orientale produrrà notevoli benefici. Deve essere incoraggiata la partecipazione della Federazione russa come partner della cooperazione regionale, sulla base dell'interesse reciproco e della volontà comune.

Le iniziative devono incentrarsi su questioni che destano una preoccupazione comune, che beneficerebbero di un approccio multilaterale. Come mostra l'esperienza in altri contesti geografici (compresa la zona della Dimensione settentrionale), i forum regionali in molti casi potrebbero offrire un notevole valore aggiunto agli sforzi bilaterali. I settori prioritari della cooperazione comprendono:

- Cooperazione rafforzata in materia di economia, attività commerciali, occupazione e politica sociale, scambi e infrastrutture, fra cui l'adozione di norme europee e internazionali, l'effettiva attuazione delle norme OMC e il sostegno alle PMI al fine di incoraggiare lo sviluppo socioeconomico sostenibile dei paesi della regione, comprese la riduzione della povertà e la lotta contro l'esclusione sociale. Occorre inoltre considerare priorità altamente rilevanti i progetti per infrastrutture congiunte e di sicurezza d'importanza regionale nei settori dell'energia e dei trasporti (fra cui i valichi di frontiera).

- Ambiente, sicurezza nucleare e risorse naturali. Molti problemi ambientali sono transfrontalieri e possono essere affrontati meglio a livello regionale. L'inquinamento idrico e atmosferico, la gestione del combustibile nucleare usato, la graduale armonizzazione delle norme e della legislazione ambientali sono soltanto alcuni dei settori selezionati su cui si deve concentrare la cooperazione regionale a breve e medio termine.

- Giustizia e affari interni, in particolare cooperazione regionale in materia di gestione delle frontiere, migrazione e asilo, lotta contro il crimine organizzato, tratta di esseri umani, immigrazione illegale, terrorismo, riciclaggio di denaro, droga nonché cooperazione di polizia e giudiziaria. La cooperazione regionale e la creazione di reti su tali questioni potrebbe valersi dell'esperienza ottenuta fra l'altro nel quadro del "processo Söderköping", che comprende Bielorussia, Moldavia e Ucraina e, da parte Ue, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Svezia.

- Questioni interpersonali, fra cui lo sviluppo della società civile, attività in materia di media e scambi fra giornalisti, promozione del buon governo e rispetto dei diritti umani, scambi di professionisti, accademici e giovani, programmi di visita, cooperazione in materia di istruzione, formazione, scienza e cultura, gemellaggio tra amministrazioni locali e regionali nonché tra le organizzazioni della società civile. Va prestata la debita attenzione alle questioni di pubblica sanità e alle misure per affrontare efficacemente la diffusione di malattie trasmissibili come l'Hiv/Aids e la tubercolosi.

Il Consiglio d'Europa, il Consiglio del Mar Baltico, l'Iniziativa centroeuropea (ICE), la Cooperazione economica del Mar Nero (BSEC) e il Patto di stabilità hanno un importante ruolo da svolgere, insieme alle Euroregioni e alla cooperazione transfrontaliera a livello locale.

Le Euroregioni prevedono una cooperazione concreta fra autorità regionali e locali su entrambi i lati delle frontiere, che col tempo può creare notevoli legami effettivi, e possono inoltre promuovere gli interessi comuni e pertanto rafforzare la società civile e la democrazia locale nonché avere benefici effetti sull'economia locale.

L'Unione europea non intende creare nuovi organismi o organizzazioni ma piuttosto sostenere quelli esistenti e incoraggiarne l'ulteriore sviluppo. L'importanza della partecipazione a livello locale è una delle lezioni più pertinenti derivanti dalla Dimensione settentrionale.

Mediterraneo

La cooperazione regionale e subregionale nel Mediterraneo, nel contesto della Politica europea di prossimità, si varrà dell'acquis del partenariato euromediterraneo integrando pienamente un approccio su misura adattato a ciascun paese o gruppo di paesi.

Il partenariato euromediterraneo comprende due linee complementari, l'agenda bilaterale e quella regionale.

L'agenda regionale viene nutrita dagli orientamenti e dalle conclusioni delle conferenze euromediterranee dei ministri degli Esteri e delle conferenze ministeriali in settori quali il commercio, l'economia e le finanze, l'energia, l'industria e l'ambiente. È sostenuta da MEDA attraverso i programmi indicativi nazionali di ciascun partner e il programma indicativo regionale.

La Commissione continuerà a promuovere la dimensione regionale del partenariato mediante un notevole sostegno finanziario. Conformemente agli orientamenti politici fissati dalle conferenze ministeriali euro-Med di Valencia e Napoli, le priorità strategiche della cooperazione regionale nel Mediterraneo devono essere: integrazione Sud-Sud, cooperazione subregionale e armonizzazione del quadro regolamentare e legislativo. Gli eventuali settori per un'ulteriore cooperazione subregionale saranno identificati dai piani d'azione bilaterali, tenendo conto anche delle conferenze ministeriali euromediterranee, e possono includere la riforma della magistratura, l'indipendenza dei media e la libertà di espressione o la promozione di pari opportunità per le donne. Le proposte per tale cooperazione sarebbero stilate sulla base di obiettivi comuni definiti dai piani d'azione e potrebbero essere presentate da due o più paesi vicini oppure da un gruppo di paesi che desidera progredire in un determinato settore politico.

La cooperazione regionale e subregionale sarà retta da piani d'azione bilaterali, tenendo conto anche dei risultati degli incontri ministeriali euro-Med. Le attività potrebbero essere effettuate a livello regionale ma anche sotto forma di cooperazione transfrontaliera fra due o più paesi o di cooperazione fra paesi non confinanti ma che perseguono interessi comuni. La cooperazione potrebbe comprendere i seguenti settori prioritari:

Progetti di interconnessione infrastrutturale: potrebbe essere fornita assistenza per la pianificazione di reti al fine di agevolare gli scambi e l'accesso al mercato Ue. Fra le possibilità vi sono nuove reti di gasdotti e progetti di collegamento tra il Nordafrica e l'Europa nonché interconnessioni elettriche e cooperazione tra Marocco, Algeria e Tunisia; un gasdotto dall'Egitto alla Turchia e all'Ue attraverso Giordania, Libano e Siria; interconnessioni elettriche tra Israele e i territori palestinesi; lo sviluppo di un progetto per reti di trasporto intermodale subregionali nel Maghreb e nel Vicino Oriente, fra cui interconnessioni infrastrutturali stradali e ferroviarie e trasporti marittimi; miglioramenti ai valichi di frontiera e collegamenti porti-hinterland. Potrebbe inoltre essere fornita assistenza per promuovere progetti in materia di sicurezza.

Ambiente: potrebbe essere ricercata la cooperazione su questioni di politica ambientale e potrebbero essere prese iniziative per problemi specifici affrontabili meglio a livello regionale o subregionale, come l'inquinamento marittimo, la gestione delle risorse idriche e la riduzione dei rifiuti o la desertificazione.

Giustizia e affari interni: è importante migliorare la gestione delle frontiere, comprese le traversate marittime brevi; cooperazione tra organismi ed agenzie di applicazione; cooperazione nella lotta contro il crimine organizzato e quello transfrontaliero e nelle questioni giuridiche civili e commerciali; cooperazione nella lotta contro l'immigrazione illegale, gestione della migrazione legale e attuazione di piani per la migrazione (per esempio con i tre paesi del Maghreb centrale, la Libia e l'Egitto); cooperazione nella lotta contro il traffico di droga, riduzione dei rifornimenti di droga e attuazione di strategie nazionali contro la droga; cooperazione tra paesi vicini per l'effettivo controllo delle frontiere da parte di personale specializzato e formato; cooperazione giudiziaria e di polizia.

Scambi, convergenza regolamentare e sviluppo socioeconomico: la cooperazione deve promuovere l'integrazione economica regionale tra paesi vicini o tra paesi disposti a cooperare più strettamente sulle questioni economiche al fine del completamento della zona di libero scambio euromediterranea e della progressiva partecipazione dei paesi più avanzati al mercato interno dell'Ue. Occorre incoraggiare gli scambi regionali e gli investimenti attraverso norme di origine comuni, la liberalizzazione dei servizi, il ravvicinamento regolamentare e strumenti di agevolazione degli scambi, nonché l'ulteriore sostegno del processo di Agadir. I piani d'azione devono incoraggiare anche la negoziazione di accordi di libero scambio per le merci e il settore dei servizi tra gli stessi paesi mediterranei. In questo contesto occorre promuovere anche la convergenza regolamentare tra i paesi partner. Occorre includere le metodologie per lo sviluppo sostenibile, la legislazione ambientale e lo sviluppo delle politiche. Occorre migliorare il dialogo in materia di occupazione e politica sociale al fine di identificare sfide essenziali e promuovere le risposte politiche. Vi potrebbe essere cooperazione in materia di norme, questioni veterinarie, sanità pubblica e sicurezza dei prodotti alimentari al fine di preparare il terreno per i futuri negoziati sulla liberalizzazione dell'agricoltura; gli aspetti pertinenti, come le malattie infettive, sarebbero affrontati a livello subregionale.

Saranno incoraggiati i progetti interpersonali, per promuovere le iniziative della società civile a sostegno dei diritti umani e della democratizzazione, sostenere le organizzazioni giovanili e promuovere il dialogo interculturale mediante scambi di studenti e di giovani, nonché la mobilità delle risorse umane e la trasparenza delle qualifiche.

Sostegno alla Politica europea di prossimità

Attuale sostegno finanziario per i paesi ENP

Negli ultimi anni l'Ue ha fornito un notevole sostegno finanziario ai paesi contemplati dalla Politica europea di prossimità. L'assistenza alla Russia e agli NSI occidentali è fornita principalmente attraverso il programma Tacis, quella ai paesi mediterranei attraverso il programma MEDA. L'assistenza inoltrata mediante questi strumenti nel periodo 2000-2003 è stata pari a 3.716,1 milioni di EUR (in allegato i dati sono suddivisi per paese). L'Iniziativa europea per la democrazia e diritti dell'uomo (EIDHR), che mira a promuovere i principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e Stato di diritto nei paesi terzi, fornisce finanziamenti per queste attività principalmente in partenariato con ONG e organizzazioni internazionali. Tra il 2000 e il 2003 sono stati assegnati 19,3 milioni di EUR a progetti in Russia e negli NSI occidentali e 41,4 milioni di EUR a progetti nei paesi mediterranei.

La Banca europea per gli investimenti (BEI) fornisce prestiti ai paesi mediterranei (3.445 milioni di EUR nel periodo 2000-2003). Dal 2002 le operazioni di prestito sono state estese, con il sostegno finanziario dell'Ue, per includere un Fondo euromediterraneo d'investimento e di partenariato (FEMIP) orientato al settore privato. I prestiti alla Russia sono iniziati nel 2001 con un mandato specifico, con un massimale globale di 100 milioni di EUR, nel contesto della Dimensione settentrionale a favore di progetti ambientali nella Russia nord-occidentale.

È stata fornita assistenza macrofinanziaria ai paesi terzi che incontrano problemi eccezionali per quanto riguarda la bilancia dei pagamenti. Tra i paesi contemplati dalla Politica europea di prossimità, nel 2002 sono state approvate operazioni per l'Ucraina (110 milioni di EUR) e la Moldavia (15 milioni di EUR), ma i fondi non sono stati ancora sborsati.

Nel periodo 2000-2003, l'Unione europea ha fornito anche 277 milioni di EUR di assistenza umanitaria per aiutare i paesi ENP che hanno dovuto affrontare emergenze e 103,5 milioni di EUR di aiuti alimentari.

Collegamento degli strumenti esistenti alla politica

Alle ambizioni della Politica europea di prossimità deve corrispondere un sostegno finanziario e tecnico adeguato, come risulta dalla proposta della Commissione per le prossime prospettive finanziarie [13], che attribuisce a questa politica un'elevata priorità. La Commissione ha proposto che l'assistenza ai paesi terzi, compresi quelli attualmente contemplati da Tacis e MEDA, sia sostenuta da una nuova serie di strumenti armonizzati, concepiti in modo da sostenere l'attuazione dell'ENP; a tal fine saranno assegnate risorse finanziarie adeguate.

[13] COM(2004) 101 dell'11 febbraio 2004 "Costruire il nostro avvenire comune: Sfide e mezzi finanziari dell'Unione allargata 2007-2013".

Uno Strumento europeo di prossimità è stato preso in considerazione per la prima volta dalla comunicazione della Commissione del marzo 2003 e ulteriormente sviluppato nella comunicazione del luglio 2003 "Preparare il terreno per un nuovo strumento di prossimità" [14]. Visto il gran numero di questioni giuridiche e di bilancio da risolvere, la comunicazione ha presentato un approccio in due fasi, secondo il quale nel periodo 2004-2006 sono stati introdotti programmi di prossimità basati sull'aumento del coordinamento tra gli strumenti esistenti, mentre dopo il 2006 sarà istituito un nuovo strumento di prossimità.

[14] COM(2003) 393 del 1° luglio 2003.

In seguito alla comunicazione del luglio 2003, sono state identificate per i programmi di prossimità risorse nell'ambito degli strumenti finanziari esistenti. L'importo totale del finanziamento per il periodo 2004-2006 nell'ambito degli strumenti di assistenza esterna ammonta a 255 milioni di EUR (75 milioni per Tacis, 90 milioni per Phare, 45 milioni per CARDS e 45 milioni per MEDA). Circa 700 milioni di EUR saranno forniti nell'ambito del programma Interreg per le corrispondenti frontiere interne dell'Ue.

Il regolamento Phare-CBC è stato modificato nell'ottobre 2003 per includere le frontiere esterne di Romania e Bulgaria. Il programma indicativo Tacis CBC, riguardante le frontiere tra l'Ue ampliata e Russia, Ucraina, Bielorussia e Moldavia, è stato adottato dalla Commissione nel novembre 2003. I lavori sull'armonizzazione delle procedure saranno portati a termine prossimamente. La programmazione è a buon punto su tutte le frontiere contemplate e dovrebbe terminare entro il giugno 2004. Sono state create strutture di gestione congiunta. I primi inviti a presentare proposte saranno pubblicati nel luglio 2004.

Fino al 2007 Tacis e MEDA rimarranno i principali strumenti di assistenza finanziaria per i paesi partner e forniranno sostegno alla Politica europea di prossimità, in particolare per la messa in atto dei piani d'azione. I pertinenti programmi indicativi nazionali per il 2005-06 sono in corso di adattamento per riflettere le priorità ENP. Sarà prestata particolare attenzione al potenziamento istituzionale. I gemellaggi e l'assistenza tecnica in base agli orientamenti forniti dall'Ufficio per lo scambio di informazioni sull'assistenza tecnica (TAIEX) saranno estesi ai paesi partner.

La cooperazione regionale e transfrontaliera continuerà a beneficiare di assistenza comunitaria mirata. I programmi indicativi regionali MEDA e Tacis per il 2005-2006 forniscono sostegno alla dimensione regionale dell'ENP.

A partire dal 2007 lo Strumento europeo di prossimità sosterrà progetti di cooperazione transfrontaliera e di cooperazione regionale ai quali partecipano sia Stati membri dell'Ue che paesi partner. Inoltre, lo strumento di cooperazione economica e sviluppo proposto dalla comunicazione della Commissione sulla prossima prospettiva finanziaria riguarderà sia la cooperazione regionale che quella transfrontaliera tra paesi partner.

Occorre potenziare anche la capacità di prestito della BEI. Nel novembre 2003, nel contesto della revisione intermedia del mandato di finanziamento esterno della BEI, il Consiglio ha accettato la proposta della Commissione di aumentare il limite del credito per i paesi mediterranei di 2.180 milioni di EUR. Inoltre, è stato deciso di fornire un'estensione condizionale del mandato di finanziamento della BEI per coprire la Russia e gli NSI occidentali. L'estensione consentirà alla BEI di concludere prestiti fino a 500 milioni di EUR sino alla fine del 2006 senza limitazioni settoriali. La base giuridica per attuare la decisione è in corso di preparazione. Si stanno svolgendo consultazioni con la BEI per garantire che la necessità di sostenere i paesi ENP sia adeguatamente contenuta nella prossima generazione di mandati di finanziamento.

La Politica europea di prossimità in generale e i piani d'azione in particolare forniranno un quadro guida per altri strumenti di assistenza finanziaria. Ogniqualvolta vengono negoziate con i paesi partner ENP operazioni future di assistenza macrofinanziaria e altre operazioni aventi obiettivi macroeconomici, la Commissione ritiene che l'elemento di condizionalità debba tener conto delle priorità e delle misure economiche dei piani d'azione, garantendo che questo tipo di assistenza sia un ulteriore incentivo per portare avanti la riforma politica ed economica.

Anche la programmazione EIDHR sarà coerente con gli obiettivi politici, sostenendo la società civile in settori come la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e le libertà fondamentali. Sono in corso lavori per esaminare l'eventuale sostegno su base regionale a partire dal 2005.

Sono in corso anche consultazioni con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e altre IFI per garantire un miglior coordinamento dei programmi.

Lo Strumento europeo di prossimità

Nella proposta per la prospettiva finanziaria 2007-2013, la Commissione include il nuovo Strumento europeo di prossimità (ENI) tra i sei strumenti finanziari che dovrebbero essere attivi in materia di relazioni esterne dopo il 2006.

Lo Strumento europeo di prossimità completerà l'assistenza fornita nell'ambito degli strumenti finanziari esistenti o dei loro successori e si concentrerà specificamente sulla cooperazione transfrontaliera e sulle attività collegate. La Commissione intende presentare un progetto di regolamento nell'ambito del pacchetto di proposte di strumenti finanziari che funzioneranno nella prossima prospettiva finanziaria.

La comunicazione del luglio 2003 presenta tre scelte da considerare per lo sviluppo del nuovo Strumento di prossimità.

A. estendere il contenuto e la portata geografica di uno strumento di cooperazione esistente;

B. creare un unico nuovo regolamento che disciplini uno Strumento di prossimità per finanziare attività sia all'interno che all'esterno dell'Unione;

C. concentrarsi maggiormente sul coordinamento tra gli strumenti già esistenti.

Dopo aver esaminato le opzioni, la Commissione ha concluso che l'opzione A non sarebbe completamente conforme con l'obiettivo di avere uno strumento finanziario che combini gli obiettivi di politica estera e la coesione economica e sociale. Ha concluso anche che vi sono limiti al livello di coordinamento che può essere raggiunto tra i vari strumenti finanziari (opzione C).

L'opzione B è pertanto quella che risponde meglio alla natura dello strumento proposto e consentirebbe un'attuazione efficiente superando gli attuali problemi di coordinamento. Inoltre, sebbene l'ENI preveda azioni sia interne che esterne, la Commissione propone di usare un unico capitolo del bilancio, sfruttando le voci riguardanti la coesione e le politiche esterne delle nuove prospettive finanziarie proposte per l'intero importo dello strumento. Lo strumento funzionerà attraverso un unico meccanismo di gestione e con una sola serie di procedure.

Base giuridica

Non vi sono precedenti giuridici pertinenti di uno strumento con una doppia natura, che riguarda sia la politica estera che la coesione economica e sociale all'interno dell'Ue, e con l'ambizione di funzionare su un piano di parità su entrambi i lati della frontiera esterna dell'Ue. La Commissione ritiene che l'articolo 181 A del trattato che istituisce la Comunità europea sarebbe una base giuridica adeguata per il nuovo Strumento di prossimità, in quanto quest'ultimo sarà un importante strumento della politica Ue nei confronti dei paesi vicini. Dato che riguarda la cooperazione con i paesi terzi, tale articolo dovrebbe consentire il finanziamento di azioni di natura congiunta e che prevedano beneficiari sia degli Stati membri che dei paesi partner. I benefici derivanti dai risultati delle azioni si vedranno nei settori ammissibili, indipendentemente dal fatto che siano all'interno o all'esterno delle frontiere dell'Unione. Lo strumento terrà conto dei principi dei programmi transfrontalieri esistenti come il partenariato, la programmazione pluriennale e il cofinanziamento.

Portata geografica

Tenendo conto della comunicazione del luglio 2003, l'ENI riguarderà tutte le frontiere tra gli Stati membri dell'Ue da un lato e i paesi contemplati dalla Politica europea di prossimità dall'altro. Sosterrà inoltre la cooperazione transnazionale avente beneficiari almeno in uno Stato membro e in un paese partner e sostituirà gli attuali programmi transfrontalieri interni ed esterni negli Stati membri e nelle regioni dei paesi partner adiacenti alla futura frontiera esterna dell'Ue.

Dato che l'ENI sarà uno strumento particolarmente adatto a rispondere alla specificità della cooperazione attraverso le frontiere esterne dell'Ue, l'estensione della sua portata geografica ai paesi candidati e precandidati potrà essere considerata al momento di elaborare il regolamento interessato.

Principali elementi del nuovo Strumento di prossimità

L'ENI terrà conto dell'esperienza tratta dalla creazione dei programmi di prossimità per il periodo 2004-2006 e si concentrerà sui quattro obiettivi chiave identificati nella comunicazione del luglio 2003:

- promuovere uno sviluppo sostenibile nelle regioni di entrambi i lati delle frontiere;

- collaborare attraverso azioni congiunte per affrontare nuove sfide comuni in campi quali l'ambiente, la salute pubblica e la prevenzione e lotta alla criminalità organizzata;

- garantire frontiere comuni efficienti e sicure mediante azioni congiunte;

- promuovere interventi locali transfrontalieri per favorire la collaborazione tra comunità vicine.

In questo quadro è importante garantire che le priorità dei paesi partner siano prese in considerazione sufficientemente in uno spirito di partenariato. Ciò è particolarmente rilevante per la regione mediterranea, in cui le priorità devono essere stabilite tenendo conto del quadro strategico fissato nel contesto degli accordi di associazione e attraverso le conferenze ministeriali euromediterranee che fanno parte del processo di Barcellona.

A tal fine, lo Strumento europeo di prossimità finanzierà progetti congiunti proposti da e a beneficio di partner sia degli Stati membri dell'Ue che dei paesi partner. Come tale completerà gli strumenti di finanziamento esterno ed interno in grado di funzionare soltanto su un lato delle frontiere dell'Unione.

L'ENI funzionerà attraverso due metodi di finanziamento distinti:

Il primo sosterrà la cooperazione transfrontaliera. L'ammissibilità sarà estesa a tutti i confini terrestri e marittimi interessati [15]. I programmi saranno principalmente bilaterali, sebbene possano essere messi a punto programmi multilaterali, in particolare nel caso delle traversate marittime in cui la distanza e altri fattori non consentono un'efficiente cooperazione transfrontaliera bilaterale. Saranno messi a punto programmi pluriennali per singole frontiere o gruppi di frontiere, che saranno concepiti dai partner pertinenti nei paesi beneficiari su entrambi i lati della frontiera. La Commissione delegherà la gestione a un apposito ente operante mediante gestione congiunta o altre intese adeguate. La selezione dei progetti e l'attuazione dei programmi sarà effettuata mediante strutture congiunte alle quali parteciperanno autorità nazionali, regionali e locali degli Stati membri dell'Ue e dei paesi partner.

[15] La cooperazione nell'ambito del primo metodo avverrà normalmente a livello NUTS III, tranne che per i programmi marittimi multilaterali, per i quali la cooperazione sarà consentita a livello NUTS II.

Il secondo metodo fornirà un sostegno più flessibile per una più ampia cooperazione transnazionale comprendente soggetti e beneficiari sia degli Stati membri dell'Ue che dei paesi partner. La cooperazione si concentrerà principalmente su temi specifici da definire nel regolamento in base alle sfide comuni identificate in settori quali l'ambiente, l'integrazione nelle reti energetiche, di telecomunicazione e di trasporto, la salute pubblica e la prevenzione del crimine organizzato e la lotta contro di esso. La Commissione avrà inoltre la possibilità di identificare, selezionare e proporre progetti di finanziamento di particolare importanza tecnica e politica. L'ammissibilità riguarderà l'intero territorio degli Stati membri dell'Ue e le parti pertinenti del territorio dei paesi partner. La programmazione sarà centralizzata presso la Commissione. Anche la messa in atto sarà centralizzata, sebbene possa essere presa in considerazione una gestione indiretta mediante delega ad enti esterni come per esempio agenzie esecutive.

Bilancio

La Commissione intende proporre un notevole aumento degli importi annuali da assegnare allo strumento rispetto a quelli assegnati ai programmi di prossimità nel periodo 2004-2006.

La ripartizione dei fondi tra i due metodi sarà determinata in seguito, tenendo conto dell'importanza relativa dei due tipi di cooperazione, delle caratteristiche specifiche delle varie frontiere, della desiderabilità di avere un adeguato equilibrio nella distribuzione dei finanziamenti tra le aree geografiche contemplate e della necessità di limitare il coinvolgimento diretto della Commissione nella messa in atto e nella gestione. Per rimuovere gli ostacoli all'assorbimento dei fondi e premiare le buone prestazioni, sarà prevista la possibilità di consentire di riassegnare fondi tra metodi e, all'interno dei metodi, tra programmi e progetti.

Le assegnazioni di fondi all'interno del primo metodo saranno determinate dai programmi, per un'unica frontiera o un gruppo di frontiere, sulla base di criteri oggettivi. Le assegnazioni terranno conto anche delle caratteristiche specifiche delle frontiere e della potenziale capacità di assorbimento.

Conclusioni

La Commissione invita il Consiglio ad approvare gli orientamenti contenuti nella presente comunicazione e ad elaborare conclusioni sul modo per portare avanti l'iniziativa, tenendo presente la sostanza dei possibili piani d'azione e i paesi coi quali devono essere elaborati, senza dimenticare l'impegno nei confronti dei valori comuni.

Su questa base, la Commissione, insieme alla Presidenza e all'Alto rappresentante, si metterà in contatto con i paesi partner interessati per ultimare congiuntamente i piani d'azione entro la fine del luglio 2004. Gli Stati membri saranno informati sullo sviluppo delle consultazioni.

La Commissione raccomanda di invitare i pertinenti consigli di associazione e di cooperazione ad avallare i piani d'azione.

Il controllo del rispetto dei piani d'azione avverrà in seno alle istituzioni dei pertinenti accordi di associazione o di partenariato e di cooperazione.

Sulla base della valutazione dei risultati delle attività di controllo e delle informazioni fornite dai partner, la Commissione, con il contributo dell'Alto rappresentante sulle questioni relative alla cooperazione politica e alla PESC, presenterà una revisione intermedia dei progressi ottenuti entro due anni e un'ulteriore revisione entro tre anni dall'approvazione formale di ciascun piano d'azione.

La Commissione raccomanda di prendere eventuali decisioni relative all'ulteriore sviluppo dei legami contrattuali dell'Ue con ciascun partner alla luce di queste revisioni.

La Commissione presenterà al Consiglio la necessaria proposta per la creazione dello Strumento europeo di prossimità di cui alla presente comunicazione. Nel periodo precedente l'entrata in vigore dello strumento, l'Ue continuerà a mettere a punto programmi di prossimità con i paesi partner, nel quadro degli strumenti finanziari esistenti.

La Commissione promuoverà la cooperazione regionale e subregionale con la partecipazione dei paesi partner, sulla base degli orientamenti contenuti nella presente comunicazione.

Allegato

Assistenza di MEDA e Tacis ai paesi partner ENP nel periodo 2000-2003

Paese // Importo 2000-2003

MEUR

Paesi contemplati da Tacis //

Russia // 599,6

Ucraina // 435,6

Moldavia // 46

Bielorussia // 10

Programmi plurinazionali // 241

Totale Tacis // 1.332,2

Paesi contemplati da Meda //

Algeria // 181,8

Egitto // 194,5

Giordania // 169,4

Libano // 55,7

Marocco // 525,3

Siria // 82,7

Tunisia // 306,6

Gisgiordania e Striscia di Gaza // 277,8

Programmi regionali // 590,1

Totale Meda // 2.383,9

Totale paesi partner ENP // 3.716,1

Principali indicatori economici 2002

in base alle statistiche della Banca mondiale

>SPAZIO PER TABELLA>

Fonte: dati Banca mondiale, in: www.worldbank.org/data/countrydata/countrydata.html, se non indicato altrimenti

* I dati relativi all'indice dei prezzi al consumo, alla bilancia delle partite correnti e al saldo di bilancio del governo si basano su dati BERS, 2002

Stime FMI per la Libia

PRINCIPALI CONVENZIONI INTERNAZIONALI: STATO DI RATIFICA

>SPAZIO PER TABELLA>

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na: non applicabile

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