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Document 52016DC0165

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento

COM/2016/0165 final

Bruxelles, 16.3.2016

COM(2016) 165 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


1Introduzione

Nel 2015 sono arrivate nell’Unione europea attraverso l’Italia e la Grecia circa 880 000 persone. Nel maggio 2015, per la prima volta nella storia della politica europea in materia di migrazione, la Commissione ha proposto di ricollocare persone in evidente bisogno di protezione internazionale all’interno dell’UE, dagli Stati membri sottoposti ad estrema pressione verso altri Stati membri dell’Unione europea. Nel settembre 2015 il Consiglio ha adottato due decisioni giuridicamente vincolanti 1 che istituiscono un meccanismo di ricollocazione temporanea ed eccezionale a favore di 160 000 richiedenti in evidente bisogno di protezione internazionale dalla Grecia e dall’Italia 2 . 

Allo stesso tempo, per affrontare la crisi migratoria mondiale in maniera esaustiva e dare prova di solidarietà con i paesi terzi ugualmente colpiti, la Commissione ha raccomandato un programma di reinsediamento europeo per 20 000 persone bisognose di protezione internazionale. Nel luglio 2015 gli Stati membri, insieme agli Stati associati al sistema di Dublino, hanno concordato il reinsediamento in due anni di 22 504 persone bisognose di protezione internazionale dal Medio Oriente, dal Corno d’Africa e dall’Africa settentrionale.

Sebbene l’afflusso prosegua anche nel 2016, ad oggi solo 937 persone sono state ricollocate dall’Italia e dalla Grecia, e solo 4 555 sono state reinsediate. Il livello insoddisfacente di attuazione di entrambi i meccanismi è dovuto a una serie di fattori, tra cui la mancanza della volontà politica da parte degli Stati membri di rispettare in modo completo e tempestivo i propri obblighi giuridici in materia di ricollocazione. Fino a poco tempo fa un ulteriore ostacolo al meccanismo di ricollocazione era costituito dalla politica del “lasciar passare” lungo la rotta dei Balcani occidentali, poiché la maggior parte dei richiedenti ammissibili proseguiva il viaggio invece di essere ricollocata in maniera ordinata. Parallelamente gli Stati membri erano restii ad effettuare i reinsediamenti a causa dei continui flussi irregolari di persone.

In seguito alla relazione della Commissione 3 sulle modalità per ripristinare l’ordine sulla rotta del Mediterraneo orientale/dei Balcani occidentali e alle conclusioni del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio e della riunione dei capi di Stato o di governo del 7 marzo 4 , gli Stati membri hanno concordato di adottare un approccio europeo e di porre fine alla politica del “lasciar passare”. Essi hanno inoltre sottolineato la necessità di sostenere la Grecia in questo momento arduo, tenuto conto della difficilissima situazione umanitaria che si sta venendo a creare sul campo. A tale riguardo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) stima che, se i flussi dovessero continuare, entro un mese potrebbero essere bloccati in Grecia oltre 100 000 migranti. Gli Stati membri hanno pertanto chiesto di accelerare in maniera sostanziale la ricollocazione per alleviare la forte pressione che grava attualmente sulla Grecia.

La presente comunicazione ottempera all’obbligo, previsto all’articolo 12 delle due decisioni del Consiglio, di riferire ogni sei mesi al Consiglio in merito all’attuazione delle decisioni e alle tabelle di marcia per l’Italia e la Grecia. Essa risponde inoltre all’impegno assunto dalla Commissione nell’ambito della tabella di marcia “Ritorno a Schengen” 5 di riferire mensilmente sull’attuazione della ricollocazione e del reinsediamento. La presente comunicazione sintetizza le sfide individuate e gli insegnamenti tratti in questi primi mesi di attuazione dei meccanismi di ricollocazione e reinsediamento e propone raccomandazioni e azioni a breve termine per incrementare il tasso di esecuzione.

2Ricollocazione

2.1Quadro giuridico e paesi che partecipano ai meccanismi di ricollocazione dell’UE

A seguito delle due decisioni del settembre 2015, 106 000 richiedenti asilo devono essere ricollocati dall’Italia 6 e dalla Grecia 7 entro il mese di settembre 2017. I restanti 54 000 dovrebbero essere ricollocati dall’Italia e dalla Grecia, a meno che la Commissione non presenti al Consiglio una proposta per l’adeguamento del meccanismo di ricollocazione prima del 26 settembre 2016 8 . Inoltre, in linea con le conclusioni del Consiglio del 20 luglio 2015, gli Stati membri devono ancora impegnarsi per l’assegnazione dei rimanenti 7 744 posti su un totale concordato di 40 000 previsti della prima decisione del Consiglio. Gli Stati membri hanno l’obbligo di ricollocare dall’Italia e dalla Grecia il numero di persone che sono loro assegnate conformemente agli allegati I e II della decisione (UE) 2015/1601 9 del Consiglio nonché quello approvato con la decisione (UE) 2015/1523 10 del Consiglio, in linea con i dati definiti nelle conclusioni del Consiglio del 20 luglio 2015. Tale obbligo deve essere adempiuto in un periodo di due anni.

In conformità con le posizioni speciali previste dai protocolli n. 21 e n. 22 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il Regno Unito e l’Irlanda non sono vincolati dalle richiamate decisioni, ma possono decidere di parteciparvi. Il 6 ottobre 2015 l’Irlanda ha deciso di partecipare a entrambe le decisioni del Consiglio e sta già ricollocando richiedenti dall’Italia e dalla Grecia. Inoltre gli Stati associati al sistema di Dublino (Svizzera, Norvegia e Liechtenstein) hanno manifestato interesse ad aderire al meccanismo di ricollocazione e stanno mettendo a punto i necessari accordi bilaterali con l’Italia e la Grecia per avviare il trasferimento nel più breve tempo possibile. L’Ungheria e l’Austria non si sono impegnate a fornire nessun posto di ricollocazione a norma della decisione 2015/1523. L’Ungheria e la Slovacchia hanno presentato ricorso 11 dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea per verificare la legittimità della seconda decisione del Consiglio sulla ricollocazione. Tali ricorsi non hanno effetto sospensivo; pertanto gli Stati membri sono comunque tenuti a procedere alla ricollocazione ai sensi della decisione in questione.

La pressione migratoria sulla Svezia e l’Austria hanno portato questi due Stati membri a chiedere la sospensione temporanea degli obblighi ai sensi delle decisioni del Consiglio sulla ricollocazione. Per rispondere a queste richieste, la Commissione ha adottato nel dicembre 2015 una proposta di decisione del Consiglio relativa alla sospensione temporanea degli obblighi della Svezia ai sensi di entrambe le decisioni del Consiglio sulla ricollocazione 12 e nel febbraio 2016 una proposta di decisione di esecuzione del Consiglio relativa alla sospensione temporanea della ricollocazione del 30% dei richiedenti assegnati all’Austria a norma della decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio. Per quanto riguarda l’Austria, la decisione è stata adottata dal Consiglio il 10 marzo 2016. L’Austria beneficia quindi di una sospensione di un anno per quanto concerne la ricollocazione di 1 065 richiedenti. La proposta relativa alla Svezia è tuttora in fase di discussione da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.

2.2Tabelle di marcia presentate dall’Italia e dalla Grecia

In linea con l’articolo 8 delle decisioni sulla ricollocazione, la Grecia e l’Italia hanno presentato alla Commissione e al Consiglio tabelle di marcia contenenti misure nel settore dell’asilo, della prima accoglienza e del rimpatrio dirette a migliorare la capacità, la qualità e l’efficacia dei loro sistemi in questi settori, e misure volte a garantire l’adeguata attuazione delle decisioni sulla ricollocazione. Le tabelle di marcia sono state comunicate a tutti gli Stati membri e agli Stati associati al sistema di Dublino e discusse nel corso del seminario sulla ricollocazione, organizzato dalla Commissione il 21 settembre 2015, e del forum su ricollocazione e reinsediamento tenutosi il 1º ottobre 2015.

La Commissione ha riferito 13 regolarmente sui progressi compiuti finora da Grecia e Italia nell’attuazione delle azioni prioritarie nei settori chiave indicati nella tabella di marcia: creazione di punti di crisi (“hotspot”) che funzionino, attuazione del programma di ricollocazione, garanzia di un rimpatrio efficace dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, miglioramento della gestione delle frontiere e creazione di una capacità di accoglienza sufficiente e adeguata. 

Per quanto riguarda l’Italia, essa si è impegnata nell’ambito della propria tabella di marcia ad istituire sei punti di crisi, cinque in Sicilia e uno in Puglia. Attualmente sono stati resi operativi quattro punti di crisi, mentre uno è stato trasformato in un centro di ricollocazione; un quinto punto di crisi è stato annunciato dall’Italia durante il Consiglio Giustizia e affari interni del 10 marzo 2016 e la sua ubicazione finale dovrebbe essere comunicata alla Commissione quanto prima. Come indicato nella tabella di marcia, i punti di crisi italiani sono strettamente collegati al processo di ricollocazione per cui è stata messa a punto una procedura standardizzata ed efficiente, con un forte coinvolgimento dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO). Al momento non è stata ancora creata una procedura per il trasferimento dei minori non accompagnati in conformità delle decisioni sulla ricollocazione. Per quanto concerne le strutture ricettive di secondo livello per i richiedenti asilo, i posti attualmente disponibili sono in linea con quelli dichiarati nella tabella di marcia. Sarebbe tuttavia auspicabile un aumento dell’efficienza, in particolare mediante una migliore organizzazione della distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio italiano. La disponibilità di posti di accoglienza per i minori non accompagnati è conforme alle tabelle di marcia, anche se dovrebbero essere resi disponibili posti supplementari per facilitare il passaggio dal primo al secondo livello di accoglienza. D’altro canto l’accoglienza per le persone da rimpatriare rimane estremamente limitata e inferiore alla soglia dichiarata nella tabella di marcia, il che crea notevoli ostacoli alla rapida attuazione delle operazioni di rimpatrio. I lavori in corso sulla riforma del sistema di asilo italiano dovrebbero essere completati prima dell’estate al fine di affrontare le carenze ancora esistenti e snellire la procedura d’asilo, anche riducendo i divari qualitativi che caratterizzano il processo decisionale nel paese.

 

Per quanto riguarda la Grecia, essa si è impegnata nell’ambito della propria tabella di marcia a istituire cinque punti di crisi. Al momento ne sono operativi quattro, mentre uno nell’isola di Kos deve ancora essere ultimato. Le procedure nei punti di crisi appaiono efficienti ed efficaci per quanto concerne la registrazione di un numero elevato di cittadini di paesi terzi su base giornaliera, mentre sono in corso alcuni miglioramenti del sistema informatico centrale per far fronte al grande aumento nel rilevamento delle impronte digitali. Devono ancora essere pienamente attuati controlli sistematici nelle banche dati di sicurezza e occorre proseguire negli sforzi per individuare i casi di frodi documentali e garantirne il seguito. Sebbene le attività di informazione e registrazione dei candidati alla ricollocazione sia parte integrante del metodo dei punti di crisi in Grecia, il servizio greco di asilo e l’EASO sono presenti solo in tre isole. Alla luce dell’improvviso aumento dei cittadini di paesi terzi presenti sul suo territorio, la Grecia sta migliorando il sistema di strutture ricettive con l’intervento delle forze armate e il sostegno dell’Unione europea grazie ai finanziamenti e al meccanismo unionale di protezione civile. L’EASO ha iniziato ad ampliare le proprie attività per aumentare la capacità di registrazione della Grecia. Per quanto concerne i rimpatri, recentemente la Grecia ha aumentato le riammissioni in Turchia, ma la capacità di trattenimento resta piuttosto limitata e diversi centri di trattenimento devono essere ristrutturati.

Va osservato che sono necessari ulteriori progressi da parte dalla Grecia per quanto riguarda il suo sistema di asilo in generale. Le misure necessarie a tale scopo sono state indicate dalla Commissione nella raccomandazione del 10 febbraio 2016 14 . La Grecia ha riferito in merito il 4 marzo. La Commissione ha effettuato una valutazione preliminare della risposta e sarà in contatto con le autorità elleniche al fine di ottenere ulteriori chiarimenti. La Commissione continuerà a seguire da vicino i progressi compiuti dalla Grecia e valuterà se vi siano le condizioni per consentire ai singoli Stati membri di riprendere progressivamente i trasferimenti verso la Grecia ai sensi del regolamento Dublino, prima del Consiglio europeo di giugno.

Gli allegati 3 e 4 forniscono una panoramica sui progressi compiuti dall’Italia e dalla Grecia nell’attuazione delle tabelle di marcia e sulle azioni ancora da intraprendere.

2.3Principali tendenze dopo cinque mesi di attuazione dei meccanismi di ricollocazione

Tasso di esecuzione lento, ma compaiono i primi segnali di una tendenza positiva: al 15 marzo 2016 erano state ricollocate 937 persone (368 dall’Italia e 569 dalla Grecia). Tuttavia l’esperienza maturata nelle prime settimane di marzo, in cui 287 persone (di cui 241 da sola Grecia) sono state rapidamente ricollocate ha dimostrato che, se gli Stati membri si impegnano, la ricollocazione può funzionare. 

Come illustrato nel grafico 1 riportato di seguito, la ricollocazione ha subito una notevolmente accelerazione nelle prime settimane di marzo, ma questo non è ancora sufficiente per raggiungere gli obiettivi delle due decisioni del Consiglio sulla ricollocazione, che costituiscono misure di emergenza destinate ad alleviare la forte pressione sul sistema di asilo di Italia e Grecia. La necessità di un’azione rafforzata è ancora più urgente vista la gravità di tale pressione, soprattutto in Grecia.

Grafico 1 – Trasferimenti di ricollocazione ottobre 2015 – 15 marzo 2016

Gli Stati membri hanno dichiarato in varie sedi che avrebbero messo a disposizione 6 884 posti per la ricollocazione. Tuttavia al 15 marzo il numero totale di indicazioni di disponibilità a ricollocare rapidamente i richiedenti protezione internazionale (“impegni formali”) da parte degli Stati membri di ricollocazione ammontava a 3 723. Il dato positivo è che la maggior parte degli Stati membri ha nominato funzionari di collegamento che svolgono un ruolo chiave in questo processo.

Rapido aumento del numero di richiedenti: durante i primi cinque mesi di attuazione il numero di richiedenti da ricollocare è stato basso (ad esempio circa 20 persone al giorno in Grecia). Ciò era dovuto in parte alla scarsa fiducia dei migranti nel meccanismo di ricollocazione.

Tuttavia nelle prime settimane di marzo il numero di richiedenti è notevolmente aumentato (ad esempio 300 persone al giorno in Grecia), anche in conseguenza delle restrizioni imposte alla frontiera tra la Grecia e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia e dei maggiori sforzi per la divulgazione delle informazioni, compreso l’invio di squadre mobili dell’EASO all’esterno dei punti di crisi per aumentare al massimo la sensibilizzazione. Tuttavia permane il rischio che le persone si rendano irreperibili dopo la comunicazione dello Stato membro di ricollocazione.

Maggior numero di nazionalità ammissibili alla ricollocazione ma anche maggiore imprevedibilità per quanto riguarda le nuove nazionalità potenzialmente interessate dalla decisione del Consiglio: la ricollocazione si applica a nazionalità con un tasso di riconoscimento della protezione internazionale medio nell’UE pari o superiore al 75%. Questa informazione si basa sui dati forniti da Eurostat ed è aggiornata ogni trimestre sulla base delle relazioni di quest’ultimo. La Commissione informa quindi l’EASO sulle nazionalità ammissibili alla ricollocazione, e questo a sua volta trasmette queste informazioni ai punti di contatto nazionali. Pertanto ogni tre mesi è possibile aggiungere o eliminare nazionalità dall’elenco di quelle che possono beneficiare della ricollocazione, creando incertezza tra i migranti e le parti interessate. Sulla base dei più recenti dati trimestrali Eurostat (quarto trimestre del 2015), le nazionalità ammissibili per la ricollocazione sono attualmente le seguenti 15 : Burundi, Repubblica centrafricana, Eritrea, Costa Rica, Saint Vincent e Grenadine, Bahrein, Iraq, Maldive, Siria e paesi e territori d’oltremare britannici 16 . Rispetto alla precedente relazione trimestrale i richiedenti aventi nazionalità dello Yemen e dello Swaziland non sono più ammissibili alla ricollocazione. 

Ricollocazione problematica per i richiedenti protezione internazionale vulnerabili, compresi i minori non accompagnati: sebbene le decisioni del Consiglio sulla ricollocazione prevedano il trattamento prioritario dei casi di richiedenti vulnerabili, il numero di minori non accompagnati ricollocati rimane molto limitato (uno o due dalla Grecia alla Finlandia). I motivi di questo stato di cose sono diversi, e comprendono la riluttanza degli Stati membri di ricollocazione ad accettare la ricollocazione di minori non accompagnati e la mancanza di procedure specifiche in Italia e in Grecia per consentire la ricollocazione dei minori non accompagnati. La ricollocazione dei minori non accompagnati è un processo complesso e alcuni migranti, in particolare migranti eritrei in Italia, hanno dichiarato di essere adulti per non essere separati dal gruppo con cui sono arrivati. L’Italia e la Grecia stanno mettendo a punto nuove procedure per ricollocare rapidamente i minori non accompagnati, in linea con l’interesse superiore del minore e con la legislazione nazionale. Le autorità italiane e FRONTEX stanno fornendo esperti per l’accertamento dell’età. Inoltre numerose organizzazioni hanno intensificato gli sforzi per fornire strutture di accoglienza adeguate in Grecia (ad esempio i centri per i bambini e le famiglie dell’UNICEF).

Più in generale, non sono disponibili dati specifici sul numero di trasferimenti di ricollocazione dei richiedenti protezione internazionale vulnerabili. Tuttavia l’esperienza sul campo dimostra che molti richiedenti appartengono a questa categoria (ad esempio donne incinte, persone con disabilità, anziani). Nonostante l’invito agli Stati membri a trasmettere indicazioni sulla capacità di accoglienza di persone particolarmente vulnerabili, quasi nessuno ha segnalato una capacità credibile.

2.4Azioni della Commissione e delle agenzie dell’UE

La Commissione ha inviato lettere amministrative agli Stati membri di ricollocazione in data 10 febbraio per chiedere una più rapida attuazione delle decisioni del Consiglio e affrontare molti degli ostacoli individuati. Inoltre ha inviato lettere simili all’Italia e alla Grecia fornendo raccomandazioni volte a migliorare e ad accelerare la procedura di ricollocazione. La Commissione ha anche avviato procedure di infrazione contro l’Italia e la Grecia sull’attuazione del regolamento Eurodac e contro la Grecia in relazione alla direttiva accoglienza.

Come previsto nel quadro del meccanismo di ricollocazione, l’Italia e la Grecia ricevono finanziamenti tramite i programmi nazionali del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF) (un importo forfettario supplementare di 500 EUR per ciascuna persona ricollocata) a sostegno dei loro sforzi in materia. L’assistenza finanziaria è fornita anche agli Stati membri di ricollocazione, che riceveranno un importo forfettario di 6 000 EUR per persona ricollocata nell’ambito dei programmi nazionali AMIF. In totale sono stati stanziati 1 040 milioni di EUR per la ricollocazione di 160 000 persone e si è provveduto alla revisione dei programmi nazionali AMIF per includere le somme corrispondenti alle 98 547 persone da ricollocare (per un totale di 644,5 milioni di EUR). Infine è stato reso disponibile un consistente supporto finanziario nell’ambito dell’assistenza di emergenza dell’AMIF a favore dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) a sostegno dell’attuazione del meccanismo di ricollocazione di emergenza in Grecia e in Italia.

Il 10 marzo la Commissione ha adottato modifiche ai programmi di lavoro per il 2016, aumentando di ulteriori 275,5 milioni di EUR il finanziamento per l’assistenza di emergenza dell’AMIF e il Fondo sicurezza interna (ISF). Per coprire questi finanziamenti aggiuntivi di emergenza saranno utilizzati i fondi dell’AMIF e dell’ISF previsti nel bilancio dell’UE per il 2016 e non ancora assegnati. L’aumento dei finanziamenti di emergenza è in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016, che invitano a intraprendere azioni urgenti per affrontare la situazione umanitaria in Grecia e nei Balcani occidentali ricorrendo a tutti gli strumenti UE e nazionali. Al bilancio iniziale di 188,98 milioni di EUR per l’assistenza di emergenza a titolo dell’AMIF e dell’ISF per il 2016 sono stati aggiunti altri 193,5 milioni di EUR per l’AMIF e 82 milioni di EUR per l’ISF, per un totale di 464 milioni di EUR per il 2016, al fine di soddisfare le esigenze di finanziamento più urgenti degli Stati membri nel contesto della crisi dei rifugiati.

Facendo seguito alla richiesta del Consiglio Giustizia e affari interni volta ad assicurare che i richiedenti asilo e i migranti ricevano informazioni adeguate, la Commissione ha istituito una task force sulla strategia di informazione dei migranti (MIS) che riunisce tutti gli attori istituzionali competenti. La task force coordina a livello interistituzionale le attività di informazione, compresa la produzione di contenuti e la diffusione di materiale informativo, e garantisce la coerenza di queste attività con la strategia di informazione dei migranti.

La Commissione ha creato un’apposita squadra per i punti di crisi che è presente in loco insieme a FRONTEX, all’EASO e a Europol.

Oltre al considerevole dispiegamento di esperti, comprese le squadre mobili, l’EASO sta sviluppando una serie di strumenti volti a facilitare le varie fasi della ricollocazione (opuscoli informativi, informazioni prima della partenza, strumento di abbinamento, strumento per l’individuazione dei casi di vulnerabilità). Inoltre è stato messo a punto un concetto di formazione specifico, che comprende moduli su misura per le esigenze dei minori non accompagnati e per i punti di crisi.

 

2.5Azioni che devono essere condotte dagli Stati membri di ricollocazione

Principali ostacoli e sfide da affrontare

Numero insufficiente e limitato di impegni formali

Uso scorretto delle preferenze da parte degli Stati membri

Tempi prolungati di risposta alle richieste di ricollocazione

Ostacoli inerenti ai controlli di sicurezza

Rigetti ingiustificati

Mancanza di informazioni prima della partenza da parte dello Stato membro di ricollocazione

Risposta insufficiente al bando per esperti dell’EASO

Numero insufficiente e limitato di impegni: il numero di impegni è chiaramente insufficiente per adempiere gli obblighi previsti dalle decisioni del Consiglio sulla ricollocazione. Il numero totale di impegni formali al 15 marzo 2016 è di 3 723, pari al 2,33% dei 160 000 trasferimenti di ricollocazione da attuare. Tre Stati membri (Croazia, Ungheria e Slovacchia) non hanno finora reso disponibili posti di ricollocazione. Solo 18 Stati membri si sono impegnati ad accogliere ricollocazioni dalla Grecia e 19 Stati membri ricollocazioni dall’Italia. Molti Stati membri hanno assunto soltanto impegni molto limitati rispetto alla loro quota totale e per un periodo di tempo limitato. Il basso numero di impegni si ripercuote in particolare sulla Grecia. A seguito delle restrizioni applicate al confine tra la Grecia e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia diventa indispensabile aumentare rapidamente il tasso di impegni per contribuire ad alleviare la difficilissima situazione umanitaria che si sta venendo a creare sul campo.

Uso scorretto delle preferenze da parte degli Stati membri: l’obiettivo principale delle preferenze è quello di facilitare l’integrazione della persona ricollocata nello Stato membro di ricollocazione 17 . Tuttavia, alcuni Stati membri hanno stilato elenchi lunghi o vincolanti di preferenze riguardo al profilo dei richiedenti da ricollocare. Alcuni Stati membri di ricollocazione sono restii a ricevere richieste di ricollocazione riguardanti specifiche nazionalità, richiedenti singoli, o minori non accompagnati, a causa della mancanza di interpreti, di programmi di integrazione o di capacità di accoglienza; altri dichiarano apertamente di accettare soltanto famiglie. La maggior parte degli Stati membri utilizza le preferenze per escludere potenziali candidati piuttosto che per consentire un migliore processo di abbinamento finalizzato alla migliore integrazione. Le autorità italiane e greche cercano per quanto possibile di soddisfare le preferenze espresse (sempre nel rispetto del principio di non discriminazione), anche se queste non sono vincolanti per la Grecia e l’Italia. Alcuni Stati membri di ricollocazione hanno utilizzato il mancato rispetto delle preferenze come motivo per rigettare una richiesta di ricollocazione, contravvenendo alle decisioni del Consiglio 18 .

Tempi prolungati di risposta alle richieste di ricollocazione: la rapida risposta dello Stato membro di ricollocazione è fondamentale per aumentare la credibilità del meccanismo di ricollocazione. Tuttavia, la procedura di ricollocazione in generale supera il limite di due mesi stabilito dalle due decisioni del Consiglio sulla ricollocazione, in parte a causa della mancanza di una rapida risposta degli Stati membri di ricollocazione 19 . Ciò impedisce al meccanismo di ricollocazione di raggiungere il ritmo regolare e costante che richiede per diventare pienamente operativo e per soddisfare le necessità urgenti sul terreno. Inoltre, rende ancora più complessa la gestione dei trasferimenti di ricollocazione in quanto l’accettazione e il trasferimento di grandi gruppi crea difficoltà logistiche per l’Italia, la Grecia e l’OIM.

I lunghi tempi di risposta stanno compromettendo l’efficacia del meccanismo di ricollocazione anche perché minano la fiducia dei migranti che spesso optano per il programma solo per scoprire che il rapido trasferimento promesso non si concretizza, contribuendo così ad aumentare il rischio che si rendano irreperibili.

Ostacoli inerenti ai controlli di sicurezza, compreso lo scambio di dati dattiloscopici: il motivo principale dei ritardi nel rispondere alle richieste di ricollocazione consiste nei controlli di sicurezza supplementari. Dopo gli attentati di Parigi nel novembre 2015, vari Stati membri vogliono eseguire controlli di sicurezza sui candidati alla ricollocazione prima di rispondere alla richiesta di ricollocazione. Ciò è in linea con le decisioni sulla ricollocazione, ma tali controlli di sicurezza supplementari dovrebbero comunque essere svolti il più rapidamente possibile. Le principali problematiche inerenti ai controlli di sicurezza sono le seguenti:

 

oi colloqui di sicurezza sistematici 20 . Alcuni Stati membri stanno chiedendo sistematicamente colloqui intesi a valutare se il richiedente rientra nei motivi di rigetto previsti dalle decisioni del Consiglio. Tale prassi è spesso collegata all’applicazione estensiva della clausola di esclusione 21 prevista dalle decisioni del Consiglio 22 che dovrebbe essere interpretata rigorosamente. La sussistenza dei motivi di rigetto dovrebbe emergere principalmente dai fascicoli delle domande di ricollocazione presentati da Italia e Grecia, che includono schede specifiche riguardanti gli elementi individuati nel corso della procedura e che potenzialmente indicano i motivi di esclusione;

omolti Stati membri hanno ripetutamente chiesto le impronte digitali dei richiedenti rilevate ai fini del regolamento Eurodac 23 tramite DubliNet in quanto le considerano necessarie per svolgere i controlli di sicurezza. La Commissione ha già informato gli Stati membri che ciò non è consentito dal quadro giuridico vigente e ha presentato agli Stati membri soluzioni alternative per lo scambio delle impronte digitali tramite i canali della cooperazione di polizia.

La Grecia e l’Italia hanno intensificato gli sforzi per svolgere sia presso i punti di crisi che sul continente controlli di sicurezza che rispondono alle pertinenti preoccupazioni dello Stato membro di ricollocazione. Tali controlli comprendono l’interrogazione delle rispettive banche dati nazionali, nonché delle banche dati europee e internazionali (SIS e SLTD di Interpol, VIS) prima di inviare una richiesta di ricollocazione. È stata inoltre aumentata la capacità dei punti di crisi anche dotandoli di dispositivi Eurodac supplementari, di apparecchi a raggi X, di una connessione internet stabile e potenziando la capacità del server. L’Italia ha altresì in programma di nominare un corrispondente per la sicurezza che mantenga stretti contatti con i funzionari di collegamento ai fini della sicurezza. Tali controlli dovrebbero offrire sufficienti garanzie allo Stato membro di ricollocazione e ridurre il numero di colloqui e controlli di sicurezza supplementari.

Rigetti ingiustificati delle richieste di ricollocazione: alcuni Stati membri si sono avvalsi di un riferimento generico alla sicurezza nazionale, all’ordine pubblico o all’applicazione delle disposizioni di esclusione della direttiva sulla qualifica 24 per rigettare le domande senza fornire motivazioni specifiche. Tale prassi che omette di motivare i rigetti non è in linea con le decisioni del Consiglio in materia di ricollocazione e si pone in contrasto con lo spirito di leale cooperazione.

Mancanza di informazioni prima della partenza da parte dello Stato membro di ricollocazione: fornire informazioni prima della partenza è fondamentale per garantire un atteggiamento di cooperazione da parte dei richiedenti nonché per evitare situazioni di irreperibilità e movimenti secondari. Molti migranti desiderano raggiungere uno Stato membro specifico e arrivano con idee preconcette conoscendo soltanto qualche Stato membro (per esempio quelli in cui hanno parenti o conoscenti). Inoltre, i social media propagano incessantemente informazioni inesatte. È quindi fondamentale fornire informazioni prima della partenza, al momento della notifica all’interessato della decisione di ricollocazione. È necessario che le autorità italiane e greche siano in grado di fornire informazioni di qualità elevata che possano attrarre e rassicurare i richiedenti circa lo Stato membro verso il quale saranno trasferiti. I funzionari di collegamento svolgono un ruolo fondamentale rispondendo alle domande e alle preoccupazioni dei richiedenti. Tuttavia, la maggioranza degli Stati membri di ricollocazione non ha tuttora predisposto idonei pacchetti di informazioni prima della partenza. Diventa così più difficile guadagnare la fiducia dei richiedenti che devono essere ricollocati negli Stati membri meno noti e far sì che rimangano impegnati nella procedura senza rendersi irreperibili.

Risposta insufficiente ai bandi per esperti dell’EASO: benché gli Stati membri abbiano offerto 201 esperti in risposta al bando generale dell’EASO che ne chiedeva 374, la risposta è inadeguata per quanto riguarda i bandi specifici e l’invio effettivo. Ciò è chiaramente insufficiente data la criticità della situazione, in particolare in Grecia. Inoltre, gli esperti tendono ad essere disponibili per periodi di tempo limitati, il che riduce l’efficienza della loro missione in quanto se ne vanno nel momento in cui diventano operativi e i nuovi arrivati necessitano di formazione. Il 1º marzo l’EASO ha pubblicato un nuovo bando chiedendo 39 esperti per la Grecia; ne sono stati offerti soltanto 12. Dato il deteriorarsi della situazione in Grecia, il 9 marzo è stato pubblicato un altro bando che chiedeva altri 57 esperti.

2.6Azioni che devono essere condotte dall’Italia e dalla Grecia

Principali ostacoli e sfide da affrontare

Necessità di rendere pienamente operativi tutti i punti di crisi e di proseguire l’attuazione delle tabelle di marcia

Insufficiente capacità di accoglienza e registrazione in Grecia

Insufficiente capacità di coordinamento

Follow-up insufficiente dei richiedenti

Per l’Italia e la Grecia

Necessità per l’Italia e la Grecia di rendere pienamente operativi tutti i punti di crisi e di proseguire l’attuazione delle tabelle di marcia: sono stati compiuti notevoli progressi per quanto riguarda il funzionamento di 4 dei 5 punti di crisi previsti in Grecia (allegato 3) e di 4 dei 6 aperti in Italia (allegato 4), ma malgrado il livello relativamente basso di arrivi finora comunicati occorre garantire che tutti i punti di crisi siano pienamente operativi quanto prima. Tuttavia, il completamento dell’attuazione dei punti di crisi non può essere invocato come motivo per limitare il numero di impegni. Inoltre, è possibile ricollocare persone non provenienti dai punti di crisi purché siano soddisfatte le condizioni di cui all’articolo 3, paragrafo 2, e all’articolo 5, paragrafo 9, delle decisioni del Consiglio (nazionalità ammissibile, identificazione, registrazione e rilevamento delle impronte digitali).

Insufficiente capacità di coordinamento: il crescente numero di soggetti coinvolti nella procedura di ricollocazione e la necessità di accelerare la registrazione dei richiedenti e i trasferimenti richiedono sforzi supplementari di coordinamento anche per vigilare sull’attività delle molteplici ONG che forniscono informazioni presso i punti di crisi. La definizione delle procedure operative standard e dei protocolli in preparazione dovrebbe migliorare la situazione.

Follow-up insufficiente dei richiedenti: è fondamentale informare regolarmente e adeguatamente i richiedenti sulla situazione della loro domanda, per evitare che si rendano irreperibili e rassicurarli del fatto che fanno ancora parte del meccanismo di ricollocazione, in particolare in caso di risposta tardiva dello Stato membro di ricollocazione. Tuttavia, attualmente non è garantito un attento follow-up.

Per la Grecia

Insufficiente capacità di accoglienza in Grecia: disporre di adeguate strutture di accoglienza è fondamentale per evitare i rischi di irreperibilità e per fornire lo spazio necessario per informare adeguatamente i migranti sulla procedura di ricollocazione. A seguito della riunione dei leader sui flussi migratori lungo la rotta dei Balcani occidentali del 25 ottobre e in linea con la tabella di marcia stabilita in tale sede, la Grecia si è impegnata a predisporre 50 000 posti destinati a far fronte alle esigenze di accoglienza dei richiedenti asilo e dei migranti irregolari. A tutt’oggi risultano disponibili 40 351 posti. Inoltre, l’UNHCR non ha concluso tutti gli accordi necessari per raggiungere l’obiettivo di 20 000 posti nell’ambito del programma di affitto. Occorre aggiungere che il programma di affitto è più adatto per l’accoglienza a medio-lungo termine dei richiedenti asilo piuttosto che dei candidati alla ricollocazione, a causa del tipo di struttura ricettiva fornita e della sua dispersione sul territorio. Dato l’elevato numero di richiedenti bloccati in Grecia, vi è urgente necessità di fornire strutture di accoglienza specifiche per i candidati alla ricollocazione. La Commissione sta pertanto valutando l’eventualità di modificare il programma di affitto dell’UNHCR. Inoltre, la Commissione avvierà rapidamente l’attuazione del piano di risposta di emergenza 25 , nel cui ambito sarà erogato alla Grecia un ulteriore sostegno finanziario.

La capacità di registrazione in Grecia: il crescente numero di migranti che aderisce al meccanismo di ricollocazione supera ampiamente la capacità di registrazione giornaliera del servizio greco di asilo. Attualmente i tempi di attesa tra il momento in cui il migrante decide di aderire al meccanismo di ricollocazione e quello in cui può registrare la domanda di asilo sono di circa tre settimane. La Grecia sta rafforzando la sua capacità con 100 persone supplementari da assumere entro il mese di giugno 26 . L’EASO sta inoltre sperimentando un nuovo sistema per aiutare l’ufficio greco di asilo a registrare i casi di ricollocazione direttamente in inglese. Se la sperimentazione si concluderà positivamente, tale sistema sarà esteso a tutti gli uffici regionali greci di asilo in cui potrebbe verificarsi la necessità di registrare casi di ricollocazione.

2.7Raccomandazioni per porre rimedio alle sfide individuate

Principali raccomandazioni agli Stati membri di ricollocazione

Aumentare significativamente il numero e la frequenza degli impegni

Rispondere alle richieste di ricollocazione dell’Italia e della Grecia entro una settimana dal ricevimento

Accelerare l’esecuzione dei controlli di sicurezza supplementari con l’obiettivo di svolgerli entro una settimana e di imperniarli sui casi debitamente giustificati

Fornire pacchetti di informazioni prima della partenza, comprendenti informazioni di qualità che risultino attraenti per i richiedenti conformemente alla nota orientativa dell’EASO

Reagire con urgenza al bando dell’EASO riguardante gli esperti per sostenere l’Italia e in particolare la Grecia, assicurando maggiore continuità nell’invio di esperti

Principali raccomandazioni alla Grecia e all’Italia

Rafforzare la capacità del servizio greco di asilo, con il sostegno dell’EASO, di registrare i richiedenti da ricollocare, per far fronte al significativo aumento del numero di migranti ammissibili interessati ad aderire al meccanismo

Completare il pieno funzionamento di tutti i punti di crisi

Intensificare gli sforzi per svolgere controlli di sicurezza sistematici e migliorare la qualità delle informazioni fornite nelle richieste di ricollocazione inviate agli Stati membri, e nominare un corrispondente per la sicurezza

Migliorare la capacità di coordinamento perfezionando e attuando quanto prima le procedure operative standard e i protocolli per la ricollocazione

Aumentare la capacità di accoglienza della Grecia, mettendo a disposizione quanto prima i 50 000 posti promessi nell’ambito della tabella di marcia

Finalizzare quanto prima le procedure per facilitare la ricollocazione dei minori non accompagnati

Nell’allegato 5 figura un iter ideale per la ricollocazione in base all’esperienza della prima settimana di marzo in Grecia.

2.7.1 Da parte degli Stati membri di ricollocazione

Azioni volte ad affrontare l’esiguo numero di impegni: tutti gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero aumentare il numero di impegni formali assunti tramite DubliNet nel rispetto del termine massimo di tre mesi stabilito dalle decisioni del Consiglio. Tali impegni dovrebbero essere coerenti con la quota assegnata allo Stato membro di ricollocazione e tenere pienamente conto della situazione di emergenza sul campo.

Azioni volte a ridurre l’uso scorretto delle preferenze: gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero limitare per quanto possibile le preferenze espresse, avvalendosene soltanto ai fini della migliore integrazione e dovrebbero essere pronti ad accogliere tutte le categorie di migranti (famiglie, minori non accompagnati, candidati singoli di sesso maschile).

Azioni volte ad accelerare i tempi di risposta alle richieste di ricollocazione: gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero rispondere alle richieste di ricollocazione entro una settimana. In questo ambito, in relazione ai controlli di sicurezza, Frontex dovrebbe svolgere sistematici controlli di sicurezza di prima linea, compreso l’accesso al SIS, e dovrebbe essere previsto un ruolo rafforzato di Europol nei controlli di seconda linea, mentre l’Italia e la Grecia proseguono i loro sforzi per svolgere controlli di sicurezza sistematici e migliorare la qualità delle informazioni fornite nelle richieste di ricollocazione inviate agli Stati membri.

Gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero concentrare i controlli supplementari, e in particolare i colloqui, sui casi debitamente giustificati, ossia su quelli per cui esiste il sospetto fondato e motivato che la persona possa rientrare in uno dei motivi di rigetto. Le motivazioni dovrebbero essere comunicate al più presto alle autorità italiane e greche. Tali controlli supplementari, colloqui compresi, dovrebbero comunque essere svolti entro il termine di risposta ideale di una settimana per non ritardare la procedura. Ove gli Stati membri di ricollocazione vogliano rigettare la richiesta per ragionevoli motivi fondati sulla sicurezza nazionale, l’ordine pubblico o il rischio di esclusione, questi deve essere specificati all’Italia e alla Grecia.

Azioni volte a far fronte alle sfide connesse alla ricollocazione di richiedenti vulnerabili e minori non accompagnati: gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero mettere a disposizione quanto prima posti per le persone vulnerabili e i minori non accompagnati nonché aumentare le loro capacità di accoglienza di questa categoria di richiedenti e garantire un’adeguata tutela del minore.

Azioni volte a migliorare l’accettabilità e la fiducia dei migranti nel meccanismo nonché a evitare le rinunce: gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero aumentare considerevolmente le informazioni prima della partenza, in particolare per quanto riguarda gli Stati membri meno noti ai migranti. Gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero fornire quanto prima materiale informativo alle autorità competenti in materia di asilo della Grecia e dell’Italia nonché all’EASO e l’OIM conformemente alla nota orientativa elaborata dall’EASO. I funzionari di collegamento dovrebbero ricevere adeguato materiale informativo ed essere presenti durante la fase di notifica per rispondere alle domande e preoccupazioni dei migranti. Le attività di formazione che l’EASO sta programmando dovrebbero altresì comprendere lo scambio delle migliori prassi tra gli Stati membri, anche per quanto riguarda gli aspetti dell’informazione e della creazione di un clima di fiducia reciproca.

Azioni volte a evitare movimenti secondari dopo i trasferimenti di ricollocazione: gli Stati membri di ricollocazione dovrebbero avvalersi pienamente degli strumenti disponibili nell’acquis in materia di asilo (obblighi di fornire informazioni, offerta ai richiedenti protezione internazionale di condizioni materiali di accoglienza esclusivamente in natura, trattenimento in determinate circostanze). I trasferimenti Dublino verso la Grecia dovrebbero essere ripresi quando saranno soddisfatte le condizioni 27 .

Azioni volte a rafforzare la capacità dell’EASO di sostenere l’Italia e la Grecia: tutti gli Stati membri dovrebbero rispondere al bando dell’EASO che chiede esperti e aumentare la flessibilità nel loro invio per coprire i due anni previsti dalle decisioni del Consiglio.

2.7.2. Da parte dell’Italia e della Grecia

Azioni volte ad accelerare la registrazione dei richiedenti: la Grecia dovrebbe perfezionare quanto prima l’assunzione di 100 nuovi dipendenti e accettare il sostegno rafforzato dell’EASO nella procedura di registrazione, con l’obiettivo di assicurare che i migranti possano registrare la loro domanda di asilo al massimo entro tre giorni dal momento in cui aderiscono al meccanismo.

 

Azioni volte a migliorare il coordinamento: l’Italia dovrebbe adottare e attuare pienamente le procedure operative standard applicabili ai punti di crisi. L’Italia e la Grecia dovrebbero perfezionare e attuare pienamente i protocolli per la ricollocazione in collaborazione con tutte le parti in causa (UNHCR, OIM, EASO, ONG, Commissione). 

Azioni volte a migliorare le capacità di accoglienza in Grecia: la Grecia dovrebbe mettere a disposizione al più presto i 50 000 posti promessi nell’ambito della tabella di marcia, anche per i nuovi arrivati. L’UNHCR dovrebbe concludere gli accordi attuativi per raggiungere quanto prima l’obiettivo di 20 000 posti nell’ambito del programma di affitto e garantire un sistema centralizzato di strutture ricettive per i migranti che partecipano al meccanismo di ricollocazione. Si tratta di un elemento fondamentale per garantire l’efficacia dei trasferimenti nelle varie fasi della procedura, l’orientamento culturale e la riduzione del rischio di irreperibilità.

Azioni volte ad accelerare i tempi di risposta alle richieste di ricollocazione: l’Italia e la Grecia dovrebbero svolgere controlli sistematici, ivi compresa l’interrogazione delle rispettive banche dati nazionali, nonché delle banche dati europee e internazionali (SIS e banche dati di Interpol, VIS) ed effettuare colloqui di sicurezza prima di inviare una richiesta di ricollocazione; l’Italia e la Grecia dovrebbero fornire informazioni complete nelle richieste ricollocazione inviate agli Stati membri di ricollocazione. La richiesta di ricollocazione dovrebbe comprendere 1) il fascicolo di registrazione, 2) informazioni sui controlli di sicurezza eseguiti, 3) l’esito dei controlli di sicurezza, 4) i punti di crisi attraverso i quali sono transitati i migranti; l’Italia e la Grecia dovrebbero nominare un corrispondente per la sicurezza, anche al fine di agevolare lo scambio di informazioni, comprese le impronte digitali, tramite i canali della cooperazione di polizia. La Commissione e gli esperti degli Stati membri dovrebbero aiutare l’Italia e la Grecia ad elaborare ulteriormente domande inerenti alla sicurezza e fornire orientamenti sulla formulazione dei rigetti.

Azioni volte a far fronte alle sfide connesse alla ricollocazione di richiedenti vulnerabili e minori non accompagnati: l’Italia e la Grecia dovrebbero perfezionare quanto prima le procedure per facilitare la ricollocazione dei minori non accompagnati, secondo il loro interesse superiore, e avvalersi degli strumenti disponibili preparati dall’EASO.

 

2.7.3 Da parte dell’EASO

Azioni volte a ridurre l’uso scorretto delle preferenze: l’EASO dovrebbe perfezionare quanto prima, e al più tardi entro la fine di giugno, lo sviluppo di uno strumento di abbinamento che agevoli il trattamento delle domande di ricollocazione, soprattutto in vista del probabile aumento del loro numero durante l’estate. Tuttavia, il meccanismo di abbinamento sarà efficace e praticabile solo se le preferenze espresse sono sufficientemente ampie.

Azione volta a ridurre i tempi di risposta alla ricollocazione: l’EASO dovrebbe continuare a sostenere l’Italia e iniziare a sostenere la Grecia nello svolgimento di colloqui specifici per individuare potenziali motivi di esclusione durante la registrazione delle domande.

Azioni volte a far fronte alle sfide connesse alla ricollocazione di richiedenti vulnerabili e minori non accompagnati: l’EASO dovrebbe continuare a divulgare il suo strumento per individuare i richiedenti vulnerabili e migliorare la raccolta dei dati riguardanti la ricollocazione dei casi vulnerabili. Inoltre, l’EASO sta sviluppando uno strumento per effettuare la valutazione dell’interesse superiore dei minori non accompagnati ammissibili alla ricollocazione, che può essere utile nei punti di crisi e oltre.

Azioni volte a migliorare l’accettabilità dei migranti e la loro fiducia nel meccanismo nonché a evitare le rinunce:

l’EASO dovrebbe aumentare la visibilità presso i punti d’informazione (punti di crisi e continente). Gli esperti dell’EASO dovrebbero essere chiaramente identificati, nonché dotati di idoneo equipaggiamento. È altresì fondamentale garantire la coerenza delle informazioni, ad esempio l’EASO potrebbe impartire agli esperti appena arrivati una formazione di uno-due giorni sulle informazioni da dare e su come darle. Nel momento in cui fornisce le informazioni l’EASO dovrebbe inoltre gestire le aspettative dei migranti, in particolare per quanto riguarda la procedura, sottolineando la mancanza di possibilità di scelta per quanto riguarda lo Stato membro di ricollocazione;

l’EASO e l’OIM dovrebbero svolgere un ruolo più incisivo nell’informazione prima della partenza e nell’orientamento culturale, dalla notifica fino alla partenza verso lo Stato membro di ricollocazione. Un dipendente dell’EASO o dell’OIM potrebbe essere presente alla notifica della decisione. L’EASO dovrebbe essere immediatamente informato dei richiedenti asilo che esprimono incertezza riguardo all’accettazione della decisione. L’EASO e il competente funzionario di collegamento potrebbero svolgere sessioni informative specifiche dopo la notifica della decisione;

l’EASO dovrebbe intensificare le campagne d’informazione, anche attraverso volantini/opuscoli supplementari, video, social media in cooperazione con la Commissione e le altre parti interessate. Si tratta di un elemento essenziale per aumentare la fiducia dei candidati alla ricollocazione e contrastare il racconto dei trafficanti di esseri umani. Tali attività potrebbero comprendere a) una pagina Facebook dedicata alla ricollocazione dove l’EASO e gli Stati membri possono pubblicare storie di ricollocazioni riuscite e in generale una presenza più mirata sui social media anche tramite Twitter e apps mobili, b) più video in cui i richiedenti che hanno vissuto una ricollocazione riuscita raccontano la loro esperienza, c) un maggiore coinvolgimento delle comunità di migranti negli Stati membri di ricollocazione, in particolare di quelli che hanno vissuto una ricollocazione riuscita.

2.7.4    Inoltre, la Commissione continuerà a sostenere pienamente l’Italia e la Grecia nonché a:

contribuire a migliorare il coordinamento tramite le istanze esistenti (riunioni dei funzionari di collegamento, riunioni con i rispettivi punti di contatto nazionali, forum su ricollocazione e reinsediamento e Friends of Hotspots), che si sono rivelate sedi utili per discutere gli aspetti giuridici, i problemi pratici e le strozzature del meccanismo di ricollocazione con tutte le pertinenti parti interessate, creando reti e migliorando la fiducia reciproca in particolare dopo un’esperienza di ricollocazione riuscita;

monitorare l’attuazione: garantire la piena e corretta attuazione dell’acquis dell’UE in materia di asilo costituisce un elemento chiave della risposta dell’UE alla crisi migratoria e una priorità per la Commissione nel quadro dell’agenda europea sulla migrazione.

3Reinsediamento

3.1Situazione attuale

A seguito della raccomandazione della Commissione dell’8 giugno 2015 relativa a un programma di reinsediamento europeo 28 , 27 Stati membri 29 e gli Stati associati al sistema di Dublino hanno convenuto il 20 luglio 2015 30 di reinsediare entro due anni attraverso programmi multilaterali e nazionali 22 504 sfollati provenienti da paesi extra-UE in evidente bisogno di protezione internazionale. Mentre alcuni Stati membri sono impegnati da anni in programmi di reinsediamento direttamente tramite l’UNHCR, questo è il primo sforzo comune dell’UE in materia di reinsediamento e per un certo numero di Stati membri si tratta della prima esperienza in materia di reinsediamento.

Sulla base delle informazioni pervenute dagli Stati partecipanti, fino al 15 marzo 2016 sono state reinsediate nell’ambito di tale programma 4 555 persone in Austria, Belgio, Repubblica ceca, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Norvegia, Liechtenstein e Svizzera. La maggioranza degli Stati che partecipano al programma ha comunicato che il loro impegno a favore del reinsediamento è rivolto principalmente, ma non esclusivamente, ai cittadini siriani che si trovano in Giordania, Libano e Turchia. Tutte le persone reinsediate nel quadro del programma devono essere segnalate agli Stati partecipanti dall’UNHCR, che svolge quindi un ruolo fondamentale in questo processo.

Il programma beneficia di finanziamenti dell’UE; in totale sono stati messi a disposizione degli Stati membri per l’attuazione oltre 150 milioni di EUR. Cinque Stati membri (Finlandia, Francia, Irlanda, Svezia e Regno Unito) hanno espresso l’intenzione di reinsediare un numero di persone molto maggiore di quello su cui si sono impegnati nell’ambito del programma del 20 luglio e ne garantiscono l’attuazione nell’ambito dei programmi nazionali.

 

Tutti gli Stati membri stanno ponendo un forte accento sullo screening di sicurezza, di cui sono essi stessi responsabili e che può svolgersi in varie fasi della procedura di reinsediamento. È in atto un’intensa buona collaborazione con l’UNHCR, che è considerato un partner indispensabile in questo processo. Molti Stati membri si avvalgono inoltre del sostegno logistico dell’OIM per le procedure prima della partenza e di partenza.

Anche se le regioni prioritarie concordate nell’ambito delle conclusioni del 20 luglio 2015 sono piuttosto ampie, la maggior parte degli Stati partecipanti ha deciso di operare il reinsediamento dai paesi confinanti con la Siria.

3.2Sfide

A differenza degli obblighi nel quadro dei due meccanismi di ricollocazione, gli impegni sottoscritti dagli Stati membri nel quadro del programma di reinsediamento del 20 luglio 2015 sono stati assunti su base volontaria. Benché il programma costituisca una tappa importante in termini di sforzo comune dell’UE in materia di reinsediamento, non crea un quadro chiaro in materia di reinsediamento con norme e procedure comuni per gli Stati partecipanti, bensì consiste piuttosto in larga misura in una compilazione di programmi e procedure nazionali, che in alcuni Stati membri sono ancora in fase preparatoria. Mentre alcuni Stati membri si sono impegnati, nell’ambito delle conclusioni del 20 luglio, per l’intera quota nazionale rispettiva di reinsediamento (Paesi Bassi), altri si sono impegnati per un numero superiore alla rispettiva quota nazionale (Francia). Va aggiunto che Stati membri quali la Finlandia o il Regno Unito si sono impegnati su numeri che rappresentano solo una parte delle rispettive promesse di reinsediamento. Inoltre, il programma di reinsediamento del 20 luglio non fissa nessuno scadenzario per l’effettuazione dei reinsediamenti, né indica il numero di persone da reinsediare entro un certo periodo di tempo. Un quadro di coordinamento così vago determina scarsa supervisione e informazioni frammentarie e rende difficile per la Commissione monitorare il funzionamento del programma 31 .

Tra gli Stati membri esistono divergenze sostanziali per quanto riguarda i rispettivi programmi e prassi di reinsediamento, riguardanti ad esempio i criteri di selezione, la lunghezza delle procedure, i programmi di orientamento prima della partenza, gli strumenti di integrazione, lo status riconosciuto alle persone ammesse, i permessi di soggiorno nonché il numero di posti disponibili per il reinsediamento.

Gli Stati membri selezionano i candidati al reinsediamento effettuando missioni di selezione o esaminando i fascicoli loro trasmessi dall’UNHCR. Ciò influisce sulla durata della procedura: tra il momento in cui il caso viene presentato dall’UNHCR e l’arrivo nel paese ospitante può passare un periodo di tempo che va da diverse settimane fino a due anni. Inoltre, diversi Stati membri hanno comunicato di essere stati costretti a ritardare l’attuazione dei piani di reinsediamento a causa dell’aumento del numero di arrivi spontanei di migranti e richiedenti asilo.

È stato comunicato che la mancanza di capacità di accoglienza e la ricerca di un alloggio adeguato rappresentano spesso una sfida particolare, soprattutto in caso di reinsediamento di famiglie numerose o quando si tratta di persone particolarmente vulnerabili. Anche il rilascio dei nulla osta di uscita da parte dei paesi terzi è stato citato in alcuni casi come aspetto problematico, che causa notevoli ritardi nella procedura e costringe a riprogrammare gli arrivi.

Ove il personale delle ambasciate degli Stati membri sia coinvolto nel rilevamento dei dati biometrici o nel rilascio dei documenti di viaggio ai candidati al reinsediamento è stata citata una carenza di risorse umane e la necessità di adeguata formazione.

Sviluppo di capacità nel settore del reinsediamento: mentre diversi paesi dell’UE, quali ad esempio Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Germania e Finlandia, operano reinsediamenti già da un certo numero di anni, è previsto che entro la fine del 2017 10 Stati membri 32 operino reinsediamenti per la prima volta nell’ambito del nuovo programma europeo, anche se nessuno di loro ha ancora iniziato ad attuare il programma. Tra le sfide che quegli Stati membri si trovano a dover affrontare figurano lo sviluppo delle capacità per l’istituzione di un meccanismo nazionale di reinsediamento, la mancanza di esperienza nella conduzione di missioni e nella selezione dei candidati, la creazione delle condizioni ottimali per l’integrazione dei rifugiati reinsediati e la conquista del sostegno dell’opinione pubblica per il reinsediamento. Diversi di loro hanno manifestato interesse ad attingere alle competenze, all’esperienza e alle buone prassi riguardanti i meccanismi utilizzati dagli Stati membri con una lunga tradizione di reinsediamento. Le esigenze specifiche risultano incentrate sul sostegno e l’assistenza nella conduzione delle missioni di selezione, sulla negoziazione e il coordinamento con i paesi terzi da cui ha luogo il reinsediamento, sull’organizzazione di programmi di orientamento culturale prima della partenza, sulle visite mediche, sull’organizzazione dei viaggi e sulla predisposizione di meccanismi di prima accoglienza e integrazione.

3.3Affrontare le sfide

Condivisione di conoscenze e di esperienze e collaborazione con i partner

È chiaro che dovrebbero essere intensificati gli scambi di prassi e di esperienze, soprattutto tra gli Stati membri che affrontano per la prima volta il reinsediamento e quelli che hanno una più lunga tradizione nel campo. Inoltre, potrebbero essere prese in considerazione forme di cooperazione pratica nel processo di reinsediamento attraverso, ad esempio, la condivisione della logistica, l’organizzazione dei voli e lo scambio locale di informazioni su singoli casi.

Per facilitare tali scambi pratici gli Stati membri dovrebbero avvalersi di visite bilaterali ai rispettivi programmi di reinsediamento. Un buon esempio di tale prassi è rappresentato da una visita di lavoro pratica al programma nazionale di reinsediamento dei Paesi Bassi organizzata a margine del seminario ATCR (Conferenza annuale tripartita sul reinsediamento) il 18 febbraio 2016. Gli Stati membri con una lunga esperienza in materia di reinsediamento dovrebbero essere incoraggiati a organizzare tali visite e invitare i loro omologhi di tutta l’UE, in particolare dei paesi che stanno appena cominciando a operare il reinsediamento. Le visite potrebbero comprendere elementi della procedura di arrivo, quali la procedura di registrazione e l’inserimento, nonché la partecipazione alle missioni di selezione.

Potrebbero inoltre essere studiate modalità di cooperazione pratica nel quadro del progetto EU-FRANK 33 , finanziato dall’UE, che mira a facilitare il reinsediamento e l’ammissione dei rifugiati grazie alla condivisione delle conoscenze. Il progetto gestito dall’agenzia svedese per la migrazione nel periodo 2016-2020 mira a offrire sostegno operativo agli Stati membri per aumentare o avviare programmi di reinsediamento e agevolare l’aumento della loro capacità di reinsediamento e ammissione per motivi umanitari. Nell’ottobre 2015 Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia hanno effettuato una visita di studio in Svezia. A partire da aprile, si prevede che agli Stati membri sia offerta la possibilità di partecipare in veste di osservatori alle attività di reinsediamento di altri Stati membri, ad esempio a missioni di selezione in loco, programmi di orientamento culturale, trasferimento di rifugiati o accoglienza.

Un valido strumento è costituito dal Forum per lo scambio di esperienze tra gli Stati che operano il reinsediamento offerto dall’ATCR, e dai suoi seminari. Gli Stati di reinsediamento emergenti dovrebbero continuare ad essere incoraggiati a partecipare a tali scambi.

Infine, la Commissione ha organizzato quattro forum su reinsediamento e ricollocazione, a cui hanno partecipato tutti gli Stati membri nonché l’UNHCR e l’OIM, e continuerà a organizzare periodicamente tali incontri, che insieme ai seminari dell’EASO sul reinsediamento rappresentano buone opportunità di scambio e di apprendimento per gli esperti nazionali. Anche una più stretta cooperazione con altri partner del processo di reinsediamento – UNHCR, OIM, società civile, enti locali – potrebbe contribuire a risolvere diverse problematiche che gli Stati di reinsediamento devono affrontare. In particolare, potrebbe essere studiata la collaborazione con i comuni e le ONG per superare i problemi connessi alle modalità e capacità di accoglienza e alle misure di integrazione.

Migliore monitoraggio del programma

Affinché il programma sia credibile è importante onorare gli impegni concordati, nonostante l’eventuale mutare delle circostanze per gli Stati membri particolarmente colpiti dai flussi di migranti e rifugiati. In tale contesto è importante monitorare e comunicare periodicamente i progressi compiuti. Questo elemento, tuttavia, deve essere rafforzato, poiché le informazioni sui progressi del programma, anche ai fini della presente relazione, sono state raccolte attraverso diversi canali (compreso il questionario inviato l’8 marzo al quale hanno risposto 17 Stati nell’ambito dei dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi – IPCR), il che può determinare informazioni incomplete o disomogenee.

Eurostat raccoglie dati annuali sul reinsediamento e continuerà a farlo anche nel quadro del presente programma. Nella situazione attuale, tuttavia, sono necessarie informazioni più dettagliate e regolari sui progressi compiuti. L’EASO ha quindi avviato da marzo la raccolta mensile di dati sul reinsediamento e le prime informazioni dovrebbero essere disponibili in aprile 34 . La Commissione invita gli Stati membri e gli Stati associati ad assicurare che le informazioni vengano raccolte tempestivamente e senza intoppi. Se fosse necessario acquisire dagli Stati di reinsediamento informazioni più urgenti o specifiche, si può sempre ricorrere alla rete IPCR.

Collegamento con l’impegno globale di reinsediamento

L’impegno di reinsediamento dell’UE dovrebbe garantire che l’Unione si assuma la giusta quota della responsabilità globale di fornire percorsi legali alla protezione dei rifugiati. La riunione ad alto livello dell’UNHCR sulla condivisione della responsabilità globale attraverso percorsi di ammissione dei profughi siriani che si svolgerà a Ginevra il 30 marzo 2016 sarà la prossima occasione per l’UE e i suoi Stati membri di intensificare il loro sostegno e la loro partecipazione alle iniziative internazionali volte ad affrontare le sfide globali in materia di migrazione e di rifugiati e sollecitare un maggiore impegno.

Attuazione del programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia

Per attuare il programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia e conformemente alla dichiarazione dei capi di Stato e di governo del 7 marzo 2016, occorre continuare a lavorare per mettere in atto un programma credibile. Occorrono impegni politici concreti da parte degli Stati membri e degli Stati associati interessati a partecipare al programma, in particolare per quanto riguarda il numero di persone da ammettere e il calendario di attuazione. Inoltre, le condizioni per l’avvio e la gestione del programma devono essere approvate da tutte le parti, comprese le autorità turche.

Regime strutturato di reinsediamento nell’UE

Sulla base dell’esperienza acquisita con le iniziative di reinsediamento e ammissione umanitaria in corso, la Commissione avanzerà una proposta in materia di reinsediamento su scala europea allo scopo di inquadrare la politica dell’UE in questo ambito. Ciò consentirà di impostare su una base comune e più coordinata l’ingresso legale e sicuro nell’UE delle persone che necessitano protezione. Tale iniziativa consentirà inoltre all’UE di mettere in comune in modo più sistematico gli sforzi europei in materia di reinsediamento e di assumersi la giusta quota della responsabilità globale di fornire un approdo sicuro ai profughi del mondo.

4Prospettive future

Seguendo le raccomandazioni formulate nella presente relazione, gli Stati membri dovrebbero continuare a migliorare l’attuazione del meccanismo di ricollocazione e del programma di reinsediamento e affrontare le sfide aperte. L’azione più urgente riguarda la necessità di accelerare considerevolmente e costantemente il ritmo di ricollocazione per rispondere in modo efficace alla situazione umanitaria di emergenza che si riscontra sul campo.

Il processo di ricollocazione coinvolge varie parti interessate e diversi fattori hanno contribuito finora a determinare i bassissimi tassi di attuazione. La presente relazione mostra che, sebbene ci siano ancora problemi da affrontare, l’Italia, la Grecia e le varie agenzie coinvolte nella ricollocazione stanno intensificando gli sforzi per garantire di svolgere idoneamente il loro ruolo in questo processo. Tuttavia, tali sforzi devono essere accompagnati da un analogo impegno da parte degli Stati membri di ricollocazione. La volontà di questi ultimi di dare piena attuazione ai loro obblighi è fondamentale affinché la ricollocazione funzioni, al fine di garantire che il meccanismo raggiunga il suo scopo, che è quello di fornire all’Italia e alla Grecia un sostegno di emergenza per consentire loro di fronteggiare meglio l’afflusso massiccio di migranti.

La Commissione calcola che per rispettare il numero di impegni già assegnati (106 000) con le due decisioni del Consiglio sulla ricollocazione dovrebbero essere realizzate mediamente nei rimanenti 18,5 mesi almeno 5 679 ricollocazioni mensili. Questo obiettivo comporta una media di circa 187 trasferimenti al giorno e una procedura di ricollocazione che dura al massimo due settimane. L’esperienza dei recenti trasferimenti di ricollocazione dalla Grecia al Portogallo dimostra che la procedura di ricollocazione può essere realizzata anche entro una settimana. In base a questi dati, la Commissione calcola che entro il 16 aprile, data della sua seconda relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento, debbano essere portate a termine almeno 6 000 ricollocazioni e che, intensificando il ritmo, entro il 16 maggio, data della terza relazione, debbano essere portate a termine almeno 20 000 ricollocazioni, in considerazione della situazione umanitaria di emergenza che si riscontra sul campo.

In parallelo, per sottolineare l’importanza attribuita alla solidarietà con i paesi terzi della regione interessati dalla problematica e il ruolo dei percorsi legali per la migrazione, gli Stati membri devono dare attuazione ai restanti 17 949 posti di reinsediamento. Nel periodo rimanente, gli Stati membri dovrebbero reinsediare in media ogni mese 855 persone bisognose di protezione.

In linea con il suo impegno nell’ambito della tabella di marcia “Ritorno a Schengen”, la Commissione riferirà mensilmente sui progressi compiuti nell’attuazione degli impegni di reinsediamento e ricollocazione.

(1)

Decisione (UE) 2015/1523 del Consiglio, del 14 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell’Italia e della Grecia e decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio, del 22 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell’Italia e della Grecia.

(2)

In base alla proposta della Commissione 54 000 di questi 160 000 richiedenti avrebbero dovuto essere ricollocati dall’Ungheria; tuttavia saranno ricollocati dall’Italia e dalla Grecia, se entro settembre 2016 non sarà adottata una decisione che modifichi la seconda decisione del Consiglio sulla ricollocazione.

(3)

COM(2016) 85 final.

(4)

EUCO 1/16; SN 28/16.

(5)

COM(2016)120 final.

(6)

Conformemente alle due decisioni del Consiglio sulla ricollocazione, dall’Italia devono essere ricollocati 39 600 richiedenti asilo.

(7)

Conformemente alle due decisioni del Consiglio sulla ricollocazione, dalla Grecia devono essere ricollocati 66 400 richiedenti asilo.

(8)

Articolo 4, paragrafo 3, della decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio.

(9)

Decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio, del 22 settembre 2015.

(10)

Decisione (UE) 2015/1523 del Consiglio, del 14 settembre 2015.

(11)

C-643/15 e C-647/15.

(12)

COM(2015) 677 final.

(13)

Comunicazione della Commissione “Gestire la crisi dei rifugiati: misure operative, finanziarie e giuridiche immediate nel quadro dell’agenda europea sulla migrazione”, COM(2015) 490 del 23 settembre 2015.

Comunicazione della Commissione “Gestire la crisi dei rifugiati: stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell’agenda europea sulla migrazione”, COM(2015) 510 del 14 ottobre 2015.

Comunicazione della Commissione “Relazione sull’attuazione dei punti di crisi (hotspot) in Grecia”, COM(2015) 678 del 15 dicembre 2015.

Comunicazione della Commissione “Stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell’agenda europea sulla migrazione”, COM(2016) 85 del 10 febbraio 2016.

Comunicazione della Commissione “Progress report on the implementation of the hotspots approach in Greece”, COM(2016) 141 final, del 4 marzo 2016. 

(14)

Raccomandazione della Commissione alla Repubblica ellenica per l’adozione di misure urgenti da parte della Grecia in vista della ripresa dei trasferimenti ai sensi del regolamento (UE) n. 604/2013, C(2016) 871 del 10 febbraio 2016.

(15)

Al momento dell’adozione delle decisioni del Consiglio le nazionalità ammissibili alla ricollocazione erano quelle della Siria, dell’Iraq e dell’Eritrea. Al primo aggiornamento (terzo trimestre 2015), le nazionalità ammissibili erano: Bahrein, Repubblica centrafricana, Eritrea, Iraq, Siria, Swaziland e Yemen.

(16)

Alcuni di queste nazionalità rappresentano meno di 200 richiedenti protezione internazionale nell’UE nel periodo di riferimento. Poiché le decisioni del Consiglio sulla ricollocazione non contengono disposizioni sul numero minimo di decisioni per il calcolo della media europea, nazionalità con pochissime decisioni tutte positive facilmente rientrano nel campo d’applicazione delle suddette decisioni del Consiglio.

(17)

Cfr. il considerando 28 della decisione del Consiglio (UE) 2015/1523 e il considerando 34 della decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio.

(18)

A norma dell’articolo 5, paragrafo 7, della decisione del Consiglio sulla ricollocazione, le richieste possono essere respinte “solo qualora sussistano fondati motivi per ritenere che la persona in questione costituisca un pericolo per la sicurezza nazionale o l’ordine pubblico, ovvero in presenza di seri motivi per applicare le disposizioni in materia di esclusione stabilite agli articoli 12 e 17 della direttiva 2011/95/UE.”

(19)

Ad esempio, la Polonia ha presentato il suo impegno il 16 dicembre. Al 15 marzo non risultava accettata nessuna richiesta di ricollocazione. Il Portogallo, invece, ha presentato il suo secondo impegno il 26 febbraio 2016 e la ricollocazione ha avuto luogo il 7 marzo. Nel caso del Portogallo, il trasferimento si è svolto entro una settimana dal ricevimento della richiesta di ricollocazione della Grecia.

(20)

I colloqui intesi a determinare lo status di rifugiato del richiedente da ricollocare svolti prima di accettare una richiesta di ricollocazione sarebbero chiaramente in contrasto con la lettera e lo spirito del meccanismo e non devono essere richiesti.

(21)

Articoli 12 e 17 della direttiva 2011/95/UE.

(22)

Articolo 5, paragrafo 7, di entrambe le decisioni del Consiglio sulla ricollocazione.

(23)

Regolamento (UE) n. 603/2013.

(24)

Direttiva 2011/95/UE.

(25)

Il 10 marzo la Commissione ha approvato un importo supplementare di 275,5 milioni di EUR a titolo del Fondo Asilo, migrazione e integrazione e del Fondo sicurezza interna a favore della Grecia.

(26)

Il servizio di asilo sarà rafforzato con 29 nuovi dipendenti in aprile. In totale quest’anno verranno assunti entro giugno 100 dipendenti. L’attuale capacità di registrazione del servizio è di 80 casi al giorno in tutto il paese.

(27)

Raccomandazione rivolta alla Repubblica ellenica sulle misure che la Grecia deve adottare con urgenza in vista della ripresa dei trasferimenti a norma del regolamento (UE) n. 604/2013, C(2016) 871 del 10 febbraio 2016; comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio: Ritorno a Schengen - Tabella di marcia, COM(2016) 120 final del 4 marzo 2016.

(28)

C(2015) 3560 final.

(29)

L’Ungheria non partecipa.

(30)

11130/15; “Conclusioni dei rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio sul reinsediamento, attraverso programmi multilaterali e nazionali, di 20 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale”.

(31)

Per la situazione sulla base delle informazioni fornite dagli Stati membri e dagli Stati associati cfr. gli allegati 6 e 7.

(32)

Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia.

(33)

EU-FRANK: Facilitare il reinsediamento e l’ammissione dei rifugiati attraverso nuove conoscenze. A parte la Svezia, partecipano i Paesi Bassi, il Belgio, l’Italia, l’Ungheria, la Svizzera, l’UNHCR e l’EASO. Hanno manifestato interesse anche Austria, Germania, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Francia e Portogallo.

(34)

La proposta in merito alla raccolta è stata approvata dal consiglio di amministrazione dell’EASO nella riunione del 20 e 21 gennaio 2016.

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Bruxelles, 16.3.2016

COM(2016) 165 final

ALLEGATO

della

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO,
AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


Allegato I: Ricollocazioni dalla Grecia al 15 marzo 2016

Stato membro

Impegno formale 1

Ricollocazioni effettive

Impegno giuridicamente previsto nelle decisioni del Consiglio

Austria 2

1491

Belgio

2415

Bulgaria

160

2

831

Croazia

594

Cipro

65

6

181

Repubblica ceca

20

1655

Estonia

23

204

Finlandia

170

77

1299

Francia

570

242

12599

Germania

40

37

17209

Ungheria

988

Islanda

Irlanda

40

10

240

Lettonia

26

6

295

Liechtenstein

Lituania

80

6

420

Lussemburgo

70

30

309

Malta

6

6

78

Paesi Bassi

150

48

3797

Norvegia

Polonia

65

4321

Portogallo

330

84

1778

Romania

255

15

2572

Slovacchia

652

Slovenia

30

349

Spagna

150

6647

Svezia 3

2378

Svizzera

TOTALE

2 250

569

63 302

(1)

   Trasmesso tramite DubliNet ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 2, della decisione del Consiglio.

(2)

   Proposta della Commissione di sospendere del 30% per un anno gli obblighi dell'Austria previsti nelle decisioni sulla ricollocazione, COM(2016) 80 final, adottata il 10 marzo 2016.

(3)

   Proposta della Commissione di sospendere totalmente per un anno gli obblighi della Svezia previsti nelle decisioni sulla ricollocazione, COM(2015) 677 final, ancora all'esame del Consiglio e del Parlamento.

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Bruxelles, 16.3.2016

COM(2016) 165 final

ALLEGATO

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AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


Allegato II: Ricollocazioni dall'Italia al 15 marzo 2016

Stato membro

Impegno formale 1

Ricollocazioni effettive

Impegno giuridicamente previsto nelle decisioni del Consiglio

Austria 2

462

Belgio

30

24

1397

Bulgaria

90

471

Croazia

374

Cipro

15

139

Repubblica ceca

10

1036

Estonia

8

125

Finlandia

150

96

779

Francia

200

41

7115

Germania

10

20

10327

Ungheria

306

Islanda

Irlanda

20

360

Lettonia

20

186

Liechtenstein

Lituania

251

Lussemburgo

30

248

Malta

17

15

53

Paesi Bassi

50

50

2150

Norvegia

Polonia

35

1861

Portogallo

388

65

1173

Romania

260

1608

Slovacchia

250

Slovenia

10

218

Spagna

50

18

2676

Svezia 3

50

39

1388

Svizzera

30

TOTALE

1 473

368

34 953

(1)

   Trasmesso tramite DubliNet ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 2, della decisione del Consiglio.

(2)

   Proposta della Commissione di sospendere del 30% per un anno gli obblighi dell'Austria previsti nelle decisioni sulla ricollocazione, COM(2016) 80 final, adottata il 10 marzo 2016.

(3)

   Proposta della Commissione di sospendere totalmente per un anno gli obblighi della Svezia previsti nelle decisioni sulla ricollocazione, COM(2015) 677 final, ancora all'esame del Consiglio e del Parlamento.

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Bruxelles, 16.3.2016

COM(2016) 165 final

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Allegato III: Grecia – Relazione sullo stato dei lavori

Raccomandazione dicembre 2015

Situazione

Punti di crisi

La Grecia deve completare la costruzione dei punti di crisi di Lesbo, Lero e Chio, conformemente alla tabella di marcia. I lavori di costruzione a Kos dovrebbero iniziare immediatamente e occorre individuare il sito a Samo affinché il punto di crisi sia operativo entro fine gennaio.

✓ Quattro punti di crisi (Lesbo, Chio, Samo e Lero) sono operativi con l'assistenza e sotto il coordinamento temporaneo dell'esercito, sebbene diverse azioni debbano ancora essere terminate per consentirne il funzionamento a pieno regime (ad esempio, terza postazione di registrazione a Lesbo, allacciamento delle utenze al container alloggio a Samo, alcuni servizi a Lero e Samo, ecc.).

X I lavori a Kos (ex campo di Pyli) e al punto di crisi sono iniziati e stanno progredendo, ma non è stata comunicata nessuna data di conclusione.

X La procedura nazionale di appalto per i servizi necessari al funzionamento dei punti di crisi (ristorazione, pulizie) non si è ancora conclusa. L'esercito greco sta bandendo un appalto con procedura accelerata per i seguenti servizi: trasporti, ristorazione, servizi medici e pulizie per tutti i punti di crisi e centri di accoglienza. Si prevede che il primo contratto possa essere aggiudicato questa settimana.

La Grecia, in collaborazione con la Commissione europea, le agenzie dell'UE e l'UNHCR, dovrebbe ottimizzare l'organizzazione dei punti di crisi valutando le esigenze di ogni singola isola e basandosi sui risultati del progetto pilota interagenzie. A tal fine servirebbero un sistema strutturato di sbarco nei punti ufficiali e un sistema di trasporto verso i punti di crisi.

✓ Frontex ha fornito pattuglie costiere a Lesbo, Chio e Samo. A Lero le procedure di sbarco avvengono in modo controllato: quasi il 100% degli arrivi avviene sull'isola di Farmakonisi, da cui i migranti sono poi trasferiti a Lero dalla guardia costiera e dal personale di Frontex.

✓ Nel breve termine le autorità locali, spesso con l'assistenza di ONG, assicurano il trasporto dei migranti dai punti di sbarco ai centri di registrazione e dai centri di registrazione ai porti.

X Il governo si è impegnato a presentare in Parlamento l'atto giuridico quadro (sotto forma di una modifica della legge 3907/2011), relativo all'istituzione dei punti di crisi e ai relativi meccanismi di coordinamento, nei prossimi giorni. Una volta adottato l'atto giuridico quadro, si adotteranno le procedure operative standard mediante una decisione ministeriale congiunta che definirà i ruoli e le procedure per la gestione dei punti di crisi. Saranno nominati anche i gestori/governatori dei punti di crisi.

X Occorre mettere rapidamente a disposizione un numero sufficiente di autobus per migliorare ulteriormente il sistema di sbarco nelle isole. I Paesi Bassi hanno offerto alla Grecia veicoli (furgoni) e rimorchi. I veicoli e i rimorchi sono attrezzati con forniture mediche. Altri Stati membri dovrebbero dare anch'essi un contributo alla richiesta di autobus nell'ambito del meccanismo unionale di protezione civile.

X Occorre provvedere al trasporto delle persone che non necessitano di protezione internazionale direttamente dai punti di crisi alle strutture di detenzione disponibili.

Partendo da una precisa valutazione delle esigenze, gli Stati membri dovrebbero distaccare gli esperti necessari alla piena operatività dei punti di crisi, non appena saranno conclusi i lavori di costruzione. Dal canto suo la Grecia dovrebbe garantire un numero sufficiente di team leader e la presenza, nei punti di crisi, di personale di sicurezza sufficiente.

X La polizia ellenica dovrebbe rafforzare ulteriormente la sua presenza nelle strutture che ospitano i punti di crisi per garantire la sicurezza degli impianti e del personale.

X Frontex e l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) hanno incrementato la loro presenza (attualmente rispettivamente 559 e 16 addetti), ma è necessaria la presenza di un maggior numero di esperti, in particolare perché sono diventati operativi nuovi punti di crisi. Gli Stati membri non hanno fornito un numero sufficiente di esperti.

X La Grecia deve proseguire il reperimento dei capisquadra (team leader).

La Grecia, senza ulteriori rinvii e ricorrendo alle procedure accelerate/semplificate previste dalle direttive 2004/18/CE e 2014/24/UE in situazioni di "urgenza" o di "estrema urgenza", dovrebbe acquisire i necessari dispositivi di rilevamento delle impronte digitali.

Per quanto riguarda la registrazione (Eurodac):

✓ Tutte le 90 apparecchiature di rilevamento delle impronte digitali ordinate dall'EASO sono state consegnate alle autorità greche.

✓ La polizia ellenica ha acquisito sei stazioni di rilevamento delle impronte digitali, messe in funzione a Lesbo.

✓ Frontex ha messo in funzione tre stazioni di rilevamento delle impronte digitali a Idomeni sulla frontiera fra la Grecia e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, per registrare i migranti che non sono stati registrati nei punti di crisi.

✓ La Commissione e Frontex hanno rilevato significativi progressi da settembre 2015 ad oggi e attualmente tutti i migranti di più di 14 anni avviati ai punti di crisi sono registrati conformemente al codice frontiere Schengen.

X Le connessioni delle stazioni EURODAC alla rete informatica e la capacità del server centrale non sono ancora sicure e affidabili (problemi di lentezza). La Commissione e eu-LISA danno assistenza alla polizia ellenica per migliorare la funzionalità dei sistemi informatici e per rafforzare la capacità di supportare pienamente il sistema di registrazione.

Occorre aggiornare i sistemi informatici in modo anzitutto da poter realizzare un vero e proprio sistema di identificazione automatizzato delle impronte digitali (AFIS), quindi per garantire interconnessioni tra le banche dati nazionali e quelle internazionali/UE che permettano di controllare tutti i migranti in ingresso tramite raffronto con il sistema d'informazione Schengen di seconda generazione (SIS II)/la banca dati Interpol sui documenti di viaggio rubati e smarriti (SLTD).

Per quanto riguarda i controlli di sicurezza:

✓ Nei punti di crisi sono ora disponibili terminali che consentono di effettuare controlli sulle banche dati SIS, Interpol ed Europol, oltre alla banca dati della polizia nazionale sui cittadini di paesi terzi.

✓ Europol sta portando a termine la messa in campo in tutti i punti di crisi di squadre incaricate di eseguire controlli di sicurezza di secondo livello sulla banca dati di Europol.

✓ Il sistema unico automatizzato di accesso alle pertinenti banche dati di sicurezza (nazionale, SIS e Interpol) ha iniziato a funzionare in tutti i punti di crisi.

X Occorre istituire efficacemente controlli sistematici su queste banche dati, con il follow-up pertinente. Occorre sviluppare ulteriormente un sistema totalmente automatizzato di rilevamento delle impronte digitali.

La Grecia, con il sostegno della Commissione europea e delle agenzie dell'UE, dovrebbe definire il fabbisogno di mediatori culturali/interpreti e rafforzarne la presenza nei punti di crisi.

X Le autorità greche dovrebbero definire i loro bisogni in termini di mediatori culturali e interpreti.

X Le autorità greche dovrebbero istituire un pool di

interpreti, eventualmente mediante un contratto quadro, per poter fornire servizi di interpretazione tempestivi.

È necessario migliorare il coordinamento attraverso un uso sistematico ed efficace dei meccanismi di coordinamento già in essere. I coordinatori designati per le isole dovrebbero ricevere il mandato specifico di coordinare tutti gli attori, governativi e non governativi, che intervengono nei punti di crisi.

✓ Il progetto di legge che istituisce i punti di crisi (vedi sopra) comprende disposizioni specifiche per la nomina dei coordinatori dei punti di crisi, dei coordinatori di polizia e dei coordinatori speciali incaricati della gestione delle relazioni con tutti i soggetti coinvolti nella procedura dei punti di crisi.

X Una volta in vigore la nuova normativa, le autorità greche dovranno applicare tempestivamente la pertinente procedura per nominare i coordinatori permanenti dei punti di crisi ai sensi della normativa stessa.

EUROPOL dovrebbe rafforzare la propria presenza in Grecia e concludere accordi operativi con le autorità greche per sostenerle nella lotta contro il traffico di migranti. Il sostegno dovrebbe comprendere l'avvio di indagini finanziarie, azioni di contrasto della frode documentale e un migliore utilizzo delle reti di funzionari di collegamento incaricati dell'immigrazione (ILO) nei paesi terzi quali fonti di informazioni pertinenti.

✓ Agenti Europol attualmente di stanza in Grecia:

1 agente Europol presso la task force regionale dell'UE al Pireo,

4 agenti Europol a Lesbo,

2 agenti Europol a Chio,

2 agenti Europol a Lero,

2 agenti Europol a Samo.

✓ Frontex ha inviato in tutti i punti di crisi esperti di alto livello specializzati in falsi documentali, con apparecchiature specifiche per l'individuazione dei documenti falsi.

X La polizia ellenica ha deciso di utilizzare in tutti i punti di crisi un nuovo documento di registrazione più sofisticato, comprendente elementi di sicurezza. Tuttavia, nonostante sia già in uso un nuovo timbro, allo stato attuale scarseggia la carta di sicurezza. Occorrerà disporre di stampanti speciali per la stampa dei dati sul nuovo documento di registrazione.

X La Grecia dovrebbe acquisire più apparecchiature di rilevamento dei falsi documentali, in aggiunta a quelle già presenti. Si prevede di inoltrare una domanda di finanziamento al riguardo.

X Le autorità greche devono assicurare un opportuno follow-up dei casi di falso documentale individuati e potenziare le operazioni di contrasto sulle isole per limitare le attività di traffico.

La polizia ellenica dovrebbe impartire ai funzionari di polizia dislocati nei punti di crisi una formazione in materia di individuazione dei documenti contraffatti.

X All'esame.

Ricollocazione

Occorre garantire una maggiore informazione dei rifugiati sul programma di ricollocazione, anche tramite la maggiore presenza nei punti di crisi di personale greco del servizio per l'asilo e dell'EASO e l'elaborazione e distribuzione di materiale informativo che illustri la procedura di ricollocazione e i diritti e doveri dei potenziali candidati. I funzionari di collegamento degli Stati membri dovrebbero fornire informazioni sui paesi di destinazione, compresi i loro sistemi di asilo e di accoglienza.

✓ Il servizio per l'asilo è attivo a Lesbo, Chio e Samo. L'EASO ha inviato esperti a Samo per divulgare informazioni.

X Occorre fornire sistematicamente ai migranti in tutti i punti di crisi informazioni sui loro diritti in qualità di richiedenti asilo e sui loro diritti e doveri nell'ambito del meccanismo di ricollocazione lungo tutta la durata del processo, sin da prima del rilevamento delle impronte digitali, in tutte le lingue pertinenti. A tal fine l'EASO dovrebbe inviare esperti nei rimanenti punti di crisi.

X Un numero maggiore di Stati membri dovrebbe fornire pacchetti informativi destinati alle persone da ricollocare (finora lo hanno fatto solo pochi Stati membri: Belgio, Irlanda, Polonia e Portogallo). L'EASO sta anche portando avanti un processo di coordinamento delle informazioni fornite dagli Stati membri di ricollocazione prima della partenza e occorre che gli Stati membri rispondano rapidamente agli orientamenti forniti dall'Agenzia.

Occorre potenziare di molto la capacità di registrazione e trattamento delle domande di asilo. A tale scopo il servizio greco per l'asilo intende assumere 40 unità di personale aggiuntive entro metà febbraio, che dovrebbero aumentarne la capacità di registrazione fino a 100-120 domande al giorno. Sono necessari ulteriori aumenti dell'organico per rafforzare il processo di registrazione secondo necessità.

✓ L'EASO sostiene le autorità greche a Lesbo e Samo nel controllo di nazionalità dei richiedenti ricollocazione.

✓ Entro aprile saranno assunte 37 persone e a giugno 2016 altre persone fino a un massimo di 40. I posti in organico ancora scoperti saranno assegnati a gennaio 2017. I finanziamenti necessari provengono dai finanziamenti di emergenza a titolo del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF).

✓ È iniziato, con il sostegno dell'EASO, un progetto pilota per aumentare la capacità di registrazione. Data l'attuale strozzatura nella capacità di registrazione e l'interesse crescente di cittadini di paesi terzi a richiedere la ricollocazione, occorre rapidamente completare ed espandere tale progetto pilota.

Gli Stati membri dovrebbero ridurre nettamente i tempi di risposta alle richieste di ricollocazione presentate dalle autorità greche (ed astenersi dall'effettuare eccessivi controlli ad hoc in Grecia).

X Le risposte degli Stati membri alle richieste di ricollocazione rimangono troppo lente causando in parte il significativo tasso di rinuncia che affligge il processo di ricollocazione.

X Gli Stati membri non forniscono sufficienti informazioni previe sulla loro pianificazione per la ricollocazione, assolutamente necessarie per consentire alle autorità greche di aumentare l'efficienza del processo.

X Numerosi Stati membri esigono colloqui di sicurezza sistematici.

Gli Stati membri dovrebbero aumentare in misura sostanziale i propri impegni nel quadro del programma di ricollocazione.

X Impegni e ricollocazioni insufficienti: al 15 marzo, solo 18 Stati membri avevano assunto impegni di ricollocazione nei confronti della Grecia. Va anche rilevato che ultimamente gli impegni degli Stati membri sono aumentati significativamente e attualmente superano il numero di richiedenti ammissibili alla ricollocazione registrati in Grecia; tuttavia tali impegni si esauriranno rapidamente considerando il crescente interesse dei migranti ad accedere al programma.

Misure aggiuntive individuate dopo l'adozione, a dicembre, della comunicazione

Un totale di 123 candidati alla ricollocazione si sono resi irreperibili e 88 hanno rinunciato alla ricollocazione.

X La Grecia dovrebbe assicurare che i richiedenti asilo destinati alla ricollocazione siano concentrati in strutture apposite in cui le loro pratiche possano essere seguite da vicino.

X Gli Stati membri dovrebbero ultimare, in collaborazione con l'EASO, pacchetti specifici di informazioni da fornire ai richiedenti asilo destinati alla ricollocazione in occasione della comunicazione del paese di destinazione (vedi sopra).

Un minore non accompagnato è stato trasferito in Finlandia. 10 domande sono ancora pendenti, di cui 3 nuovamente accettate dalla Finlandia dall'inizio del processo di ricollocazione.

X La Grecia dovrebbe adottare in via definitiva le procedure specifiche per il trasferimento dei minori non accompagnati.

X Gli Stati membri dovrebbero riservare alcuni posti ai minori non accompagnati.

Alcuni Stati membri hanno fatto valere criteri diversi da quelli previsti nella decisione del Consiglio per respingere domande di ricollocazione.

X Gli Stati membri dovrebbero applicare rigorosamente i criteri previsti nella decisione del Consiglio nel respingere domande di ricollocazione. In particolare, le domande di ricollocazione non dovrebbero essere respinte per motivi inerenti alle preferenze espresse dallo Stato membro riguardo ai profili dei candidati.

Rimpatrio

Le autorità greche devono elaborare una strategia chiara in materia di rimpatri forzati, individuando i paesi terzi prioritari da coinvolgere e le carenze dei loro sistemi di trattenimento. La Grecia deve razionalizzare le proprie procedure amministrative per consentire rimpatri rapidi.

✓ La Grecia sta usando procedure semplificate per adottare decisioni di rimpatrio nei confronti di cittadini di paesi terzi che non hanno diritto alla protezione.

✓ Il 15 febbraio Frontex ha lanciato un piano di sostegno operativo per Grecia, Italia e Bulgaria.

X La Grecia, di concerto con la Commissione e con il supporto tecnico di Frontex, dovrebbe definire, in via prioritaria, un chiaro iter attuativo del piano operativo per le attività di rimpatrio e di riammissione, in seguito alla dichiarazione del vertice UE-Turchia, basato su una chiara programmazione e su una valutazione dei bisogni della Grecia, per dare sostegno a tutti gli elementi dell'esecuzione della procedura di rimpatrio, secondo necessità.

X La Grecia dovrebbe avvalersi appieno delle possibilità offerte dalla normativa nazionale, in linea con la direttiva rimpatri, per trattenere i migranti irregolari in detenzione per un massimo di 18 mesi, evitando che siano rilasciati prima dell'effettivo rimpatrio.

X La Grecia dovrebbe avvalersi pienamente e rapidamente delle possibilità di sostegno mediante programmi finanziati dall'UE per il rimpatrio, in particolare EURINT, ERIN e Eurlo.

La Grecia deve accelerare i rimpatri forzati e volontari e prendere i provvedimenti necessari per l'immediato assorbimento dei fondi messi a disposizione nel quadro del programma nazionale AMIF.

✓ Un programma emergenziale di rimpatrio volontario assistito è stato finanziato a titolo dell'AMIF, a sostegno del rimpatrio volontario di un totale di 1 000 migranti. Finora oltre 1 800 migranti si sono iscritti per la partenza volontaria.

X La gara d'appalto per il nuovo programma di rimpatrio volontario assistito da finanziare nell'ambito del programma nazionale AMIF è stata portata a termine e la firma del contratto dovrebbe avvenire questa settimana.

X L'AMIF ha finanziato un programma emergenziale di rimpatrio forzato (da attuare da parte della polizia ellenica). Tuttavia, la procedura di appalto per il trasporto (biglietti) per le operazioni di rimpatrio forzato su voli commerciali è tuttora in corso e deve essere completata urgentemente.

Le attività di rimpatrio delle autorità greche dovrebbero concentrarsi maggiormente sulle nazionalità più ricorrenti nei punti di crisi (pakistana, afghana, iraniana e bangladese), anziché mirare, come avviene attualmente, ai cittadini albanesi e dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

X Cfr. sopra per quanto riguarda un piano operativo. Tale piano dovrebbe tenere conto delle nazionalità di coloro che entrano oggi in Grecia nell'ambito di flussi migratori irregolari, che non corrispondono a un profilo di rifugiato.

L'informazione dei migranti riguardo ai rimpatri volontari assistiti dovrebbe essere promossa già durante la loro permanenza nei punti di crisi. Andrebbe poi valutata l'eventualità di una campagna informativa nelle zone vicine alla frontiera con l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

✓ L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ha aperto uffici propri a Lesbo ed è presente a Samo.

X Occorre istituire urgentemente punti di arrivo specifici in altri punti di crisi e nella Grecia centrale per i migranti trasferiti da Idomeni, per dar loro l'opportunità del rimpatrio volontario assistito.

X L'OIM dovrebbe essere presente in tutti i centri di detenzione in Grecia e offrire l'opzione del rimpatrio volontario assistito ai migranti da rimpatriare.

La Commissione europea, con il sostegno degli Stati membri, dovrebbe rafforzare l'impegno con i paesi terzi a garantire una più facile riammissione dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale. Occorre in particolare intensificare gli sforzi volti a garantire la riammissione dei cittadini di paesi terzi in Turchia.

✓ I risultati dei recenti contatti con le autorità pakistane sono stati approvati dal comitato misto per la riammissione. In via prioritaria, è ora importante confermare effettivamente questo passo positivo con nuovi voli dalla Grecia in Pakistan nelle prossime settimane.

✓ A marzo la Turchia ha riammesso 519 migranti irregolari.

X In seguito alla dichiarazione comune del vertice UE-Turchia, è opportuno che le autorità greche intensifichino i loro sforzi, in particolare accelerando le richieste di riammissione indirizzate alla Turchia e riducendo al minimo il rischio che i migranti si rendano irreperibili nel corso del procedimento. La Turchia dovrebbe inoltre collaborare più strettamente con le autorità greche per incrementare sostanzialmente il numero di migranti ammessi alla riammissione ed effettivamente riammessi (solo 8 persone riammesse su 5 148 richieste accettate dalla Turchia nel 2015). Recentemente si sono registrati importanti progressi verso la realizzazione di questo obiettivo, con ... riammissioni in Turchia nel mese di ... .

X Con il sostegno degli Stati membri, Frontex dovrebbe accordarsi rapidamente con la Grecia a livello pratico nell'ambito del nuovo piano operativo per dare un sostegno alla tempestiva presentazione di domande di riammissione alla Turchia e al trasporto dei migranti dal luogo in cui sono presi in custodia e/o detenuti a uno dei tre punti di partenza concordati nel protocollo Grecia-Turchia.

X La Grecia ha invitato la Turchia a nominare funzionari di collegamento da stazionare in Grecia per facilitare le richieste di riammissione.

X La Grecia dovrebbe garantire la piena disponibilità fisica dei migranti accettati dalla Turchia per riammissione (se necessario mediante il trattenimento in tempi opportuni prima del trasferimento).

Frontex dovrebbe garantire che i voli di rimpatrio congiunti facciano regolarmente scalo in Grecia per effettuare operazioni di rimpatrio.

✓ Con l'assistenza degli Stati membri, Frontex sta coordinando e sostenendo tutte le operazioni congiunte di rimpatrio con scali in Grecia.

✓ Un'operazione di rimpatrio congiunta di Frontex diretta in Pakistan con uno scalo in Grecia è in programma per il 16 marzo e rappresenta un primo passo in una serie di nuove azioni per intensificare le operazioni di rimpatrio congiunte di Frontex con la partecipazione della Grecia.

X Le autorità greche devono comunicare a Frontex i loro specifici bisogni, periodicamente e tempestivamente, per consentire la programmazione e l'esecuzione delle operazioni congiunte di rimpatrio.

Urge migliorare le condizioni nei centri di permanenza temporanea.

✓ Le autorità greche stanno provvedendo a un contratto quadro per la fornitura di servizi di ristorazione per i centri di pre-allontanamento chiusi, per il periodo 20162018. Sulla base delle norme di legge adottate il 29 gennaio 2016, la polizia ellenica si è impegnata a fornire generi alimentari fino all'entrata in vigore del pertinente contratto.

X Oltre ai servizi di ristorazione, alcune strutture pre-allontanamento chiuse, in particolare sulle isole, dovrebbero essere ristrutturate ove necessario e ricevere un'adeguata manutenzione, per fornire alloggio adeguato ai migranti, in linea con gli standard dell'UE. Ove ritenuto necessario, occorre individuare e approntare nuove sedi per centri di detenzione nelle isole, in particolare in vista di una rapida riammissione in Turchia.

La Commissione europea, con il sostegno degli Stati membri, dovrebbe rafforzare il suo impegno con i paesi terzi di garantire una più facile riammissione dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, anche attraverso l'uso mirato del Fondo fiduciario per l'Africa.

✓ I comitati misti per la riammissione con Turchia e Pakistan si sono tenuti rispettivamente il 19 gennaio e il 2 febbraio 2016. La Commissione si è recata in Afghanistan e in Nigeria per discutere la riammissione.

Migliorare la gestione delle frontiere

Le autorità greche e Frontex dovrebbero definire rapidamente i dettagli operativi dell'assegnazione di funzionari Frontex al confine settentrionale della Grecia.

✓ L'operazione di Frontex sul confine settentrionale della Grecia è in corso. Come già concordato con Frontex, la Grecia ha assegnato 105 agenti di polizia, di cui 5 capisquadra, per coadiuvare 25 agenti di Frontex. La loro partecipazione è cofinanziata da Frontex. Si è conclusa la ristrutturazione dei locali usati per le operazioni congiunte Frontex – polizia ellenica nella vecchia stazione ferroviaria vicina a Idomeni.

X Finora Frontex ha potuto mettere in campo solo 9 di questi 25 agenti per la mancata concretizzazione di impegni da parte degli Stati membri. Un eventuale ampliamento dell'ambito del sostegno operativo fornito da Frontex in questa regione richiederebbe un ulteriore impegno da parte degli Stati membri.

✓ Frontex sosterrà le autorità greche nel verificare l'identità dei cittadini di paesi terzi e la loro effettiva registrazione nelle pertinenti banche dati.

✓ Frontex ha offerto di potenziare il sostegno operativo alle frontiere settentrionali della Grecia, compresa quella con l'Albania, per garantire una sorveglianza efficace e così prevenire movimenti secondari irregolari e istradare i flussi migratori verso i valichi di frontiera, conformemente al codice frontiere Schengen.

Dopo l'attivazione delle squadre RABIT, gli Stati membri dovrebbero immediatamente mettere a disposizione personale e attrezzature per garantire il pieno soddisfacimento delle esigenze individuate dalla Grecia e da Frontex.

✓ L'intervento rapido Poseidon nelle isole dell'Egeo è iniziato il 28 dicembre 2015. Attualmente vi sono 775 agenti distaccati inviati nell'ambito dell'operazione (243 membri di equipaggio, 248 rilevatori di impronte digitali, 53 esperti di screening, 30 esperti di falso documentale, 75 interpreti, 16 esperti di debriefing, 8 agenti di supporto Frontex, 31 caposquadra, 71 addetti al coordinamento).

X Gli impegni degli Stati membri hanno raggiunto il 65% della copertura necessaria.

Capacità di accoglienza

La Grecia deve completare rapidamente la realizzazione di tutti i 7 000 posti nelle cinque isole identificate come punti di crisi.

✓ I posti nei punti di crisi dovrebbero essere disponibili contestualmente al completamento dei lavori di costruzione. Se necessario e in funzione della situazione su ciascun'isola, le autorità possono prevedere ulteriori capacità di riserva.

La Grecia deve migliorare l'accoglienza dei gruppi vulnerabili, in particolare i minori non accompagnati.

✓ L'UNICEF, l'UNHCR e Save the Children hanno avviato un progetto pilota a Lesbo, Kos e Idomeni per fornire assistenza specifica ai minori. Il progetto dovrebbe essere esteso anche a Samo e Lero.

✓ La visita medica (screening) è prevista in tutti i punti di crisi come ultimo passo della procedura di registrazione.

X La Grecia dovrebbe dotarsi di un'adeguata capacità di accoglienza per i minori non accompagnati e altri gruppi vulnerabili trasferiti dalle isole.

Occorre trovare soluzioni più strutturali per l'approvvigionamento in generi alimentari e altre necessità di base presso le strutture di accoglienza.

✓ Le autorità greche stanno provvedendo a un contratto quadro per la fornitura di servizi di ristorazione nei centri di accoglienza per il periodo 2016-2018.

La Grecia dovrebbe continuare a sviluppare la propria capacità di accoglienza in linea con gli impegni assunti nella riunione dei leader dei Balcani occidentali.

✓ Attualmente sono complessivamente disponibili in strutture di accoglienza in Grecia 40 351 posti (escluso il programma di affitto dell'UNHCR), così ripartiti:

23 388 posti in strutture di accoglienza aperte sul continente. Alcune strutture sono adatte solo per soggiorni di breve durata, altre sono idonee per soggiorni di maggiore durata;

1 221 posti in strutture specializzate per richiedenti asilo e minori non accompagnati sul continente e nelle isole;

5 950 posti in strutture di accoglienza presso i punti di crisi (compresi 1 100 posti nella struttura di riserva di Kara Tepe a Lesbo);

4 433 altri posti in strutture di accoglienza di prima linea nelle isole (non nei punti di crisi);

5 359 posti in centri di pre-allontanamento.

Una volta ultimato l'ampliamento previsto delle strutture di Schisto, Diavata, Malakasa e Agios Andreas, il numero totale di posti in strutture di accoglienza in Grecia sarà di 46 351 (escluso il programma di affitto dell'UNHCR).

L'UNHCR ha firmato accordi di attuazione con le ONG Praksis, Nostos Iliaktida, Solidarity Now e Arsis per la fornitura di un totale di 16 250 posti che si renderanno progressivamente disponibili nel 2016 nell'ambito del programma di affitto dell'UNHCR. L'11 marzo 2016 l'UNHCR ospitava 1 387 richiedenti asilo in locali reperiti tramite il programma di affitto.

X Con il sostegno della Commissione europea e dell'UNHCR, la Grecia dovrebbe continuare ad ampliare e qualificare la propria capacità di accoglienza per provvedere ai migranti e ai rifugiati nel suo territorio.

Gli Stati membri dovrebbero rispondere immediatamente alla richiesta di assistenza nel quadro dell'EUCPM.

✓ Nel dicembre scorso la Grecia ha presentato una prima richiesta di assistenza nell'ambito del meccanismo unionale di protezione civile.

✓ Il 29 febbraio la Grecia ha presentato una richiesta aggiornata di assistenza in natura nell'ambito di tale meccanismo.

X Ad oggi 14 Stati membri e la Norvegia hanno offerto assistenza in natura.

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Bruxelles, 16.3.2016

COM(2016) 165 final

ALLEGATO

della

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO,
AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


Allegato IV: Italia – relazione sullo stato dei lavori

Raccomandazioni dicembre 2015

Situazione

Punti di crisi (hotspot)

L’apertura dei punti di crisi di Pozzallo e Villa Sikania/Porto Empedocle è prevista per fine 2015. Dovrebbero inoltre cominciare i lavori di ristrutturazione di altri punti di crisi in modo che siano agibili entro fine febbraio 2016.

✓ Lampedusa (dall’ottobre 2015) e Pozzallo (dal 19 gennaio 2016) sono aperti e operativi.

✓ La struttura di Trapani è stata aperta nel dicembre 2015 e gli interventi di costruzione e procedurali supplementari sono stati completati a febbraio; il punto di crisi è pienamente operativo.

X La struttura di Taranto è stata dichiarata aperta dall’Italia il 29 febbraio 2016 ed è stata visitata dalla Commissione nello stesso giorno. Il punto di crisi viene testato questa settimana.

X Non sono stati elaborati piani precisi per la ristrutturazione di Augusta e Porto Empedocle. In sede di Consiglio GAI del 10 marzo, il ministro Alfano ha confermato l’apertura di una quinta sede; la decisione ufficiale sarà confermata non appena possibile.

✓ A sostegno del procedimento di attribuzione del luogo di sbarco in seguito a operazioni di ricerca e salvataggio e per rafforzare il coordinamento, si sono instaurati contatti diretti tra il ministero dell’Interno e il Centro internazionale di coordinamento, tramite il coordinatore operativo di Frontex con sede a Pratica di Mare.

✓ Il ministero dell’Interno ha definito procedure operative standard che descrivono le attività e la loro sequenza logica nei punti di crisi, con il sostegno della Commissione, di Frontex, di Europol, dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e dell’UNHCR. Un progetto consolidato è stato trasmesso al ministro dell’Interno l’8 febbraio 2016. Il ministero dell’Interno italiano adotterà con urgenza e distribuirà tali procedure operative standard a tutti gli attori pertinenti.

Le autorità italiane dovrebbero prendere misure immediate per incrementare la presenza di personale medico nei punti di crisi, così da moltiplicare le postazioni di screening e rilevamento delle impronte digitali, razionalizzando i tempi necessari ai migranti per espletare tutte le procedure/formalità.

✓ L’obbligo di presenza medica “24/7” è stato inserito nelle procedure operative standard per i punti di crisi.

X Le autorità italiane devono assicurare che la presenza medica nei punti di crisi aperti e in allestimento sia effettiva 24 ore al giorno e sette giorni su sette in tutte le sedi. Se del caso occorre mettere a disposizione anche un’assistenza medica specialistica. Tale presenza deve essere rafforzata per poter allestire più postazioni di screening e di rilevamento delle impronte digitali, abbreviando i tempi necessari a un migrante per completare tutte le procedure/formalità nel punto di crisi. Occorre assicurare il coordinamento tra le parti intervenenti.

X Idealmente verrà utilizzata una cartella clinica uniforme per tutti i siti di sbarco in Italia (la “cartella clinica personale” messa a punto dall’OIM con l’assistenza della Commissione e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie potrebbe fungere da modello).

Le autorità italiane dovrebbero accelerare gli sforzi, anche sul piano legislativo, per fornire un quadro giuridico più solido ai fini dello svolgimento delle attività presso i punti di crisi, in particolare per consentire l’uso della forza nel rilevamento delle impronte digitali e prevedere disposizioni per un trattenimento a più lungo termine dei migranti che rifiutano di fornire le impronte. L’obiettivo del rilevamento delle impronte per il 100% dei migranti in ingresso va raggiunto senza ulteriori indugi.

✓ I tassi di rilevamento delle impronte digitali riferiti dalle autorità italiane, dall’OIM e da Frontex hanno quasi raggiunto il 100% negli ultimi sbarchi nei punti di crisi operativi.

✓ Il ministero dell’Interno ha presentato una domanda di finanziamento di emergenza per l’acquisizione di ulteriori apparecchiature di rilevamento delle impronte digitali e per l’aggiornamento dei sistemi informatici finalizzato a evitare il doppio rilevamento delle impronte digitali. La Commissione ha adottato la decisione di finanziamento l’8 febbraio 2016. I macchinari acquistati saranno installati tra breve.

X Un progetto di legge teso a migliorare il quadro normativo per consentire di prolungare il trattenimento e a chiarire le operazioni di rilevamento delle impronte digitali (prevedendo, come ultima istanza, l’uso proporzionato della forza) è pronto a livello tecnico da qualche tempo.

X Il rilevamento delle impronte digitali dei migranti sbarcati al di fuori dei punti di crisi non può essere confermato in modo indipendente. Tutti gli sbarchi dovrebbero avvenire nei punti di crisi designati e operativi o dovrebbero essere gestiti dalla squadra mobile con funzioni di punto di crisi, che è in corso di costituzione.

Occorre estendere, migliorare e chiarire la partecipazione di Europol alle operazioni nei punti di crisi, al fine di accelerare le indagini sui trafficanti di migranti. La Polizia di Stato e le autorità giudiziarie italiane devono emanare disposizioni chiare e standardizzate per uno scambio di informazioni (in tempo reale) con Europol, grazie al personale aggiuntivo impegnato sul campo e ai contatti con la sede all’Aia, secondo necessità, tramite SIENA.

✓ Il ruolo di Europol è descritto nelle procedure operative standard dei punti di crisi. Sono in corso contatti tra Europol, la Commissione e la Polizia (ministero dell’Interno), compresa l’unità nazionale Europol, per migliorare la partecipazione di Europol sul campo in base alle buone prassi elaborate con alcuni pubblici ministeri e a una valutazione dei bisogni messa a punto dalla Commissione sul campo.

X Attualmente la presenza di Europol si limita a un funzionario distaccato presso la task force regionale dell’UE a Catania. Con la recente apertura del Centro europeo sul traffico di migranti presso Europol, almeno un secondo membro del personale dovrà prendere servizio tra breve per rafforzare la squadra mobile con funzioni di punto di crisi in Sicilia. Sono necessarie ulteriori risorse per garantire una presenza adeguata ed efficace di Europol.

Occorre aggiornare prontamente i sistemi informatici per garantire interconnessioni tra le banche dati nazionali e quelle internazionali/dell’UE, che consentano un controllo accurato dei migranti in ingresso tramite raffronto con le banche dati SIS II/SLTD di Interpol.

✓ Le autorità italiane hanno fornito chiarimenti confermando che le impronte digitali rilevate sono sistematicamente controllate dagli agenti della polizia scientifica che le raffrontano con l’AFIS nazionale (sistema di identificazione automatico delle impronte digitali) e con l’Eurodac. In caso di migranti muniti di documenti o di riscontri positivi su AFIS/Eurodac, i dati nominali sono controllati sulla banca dati principale della Polizia italiana, il Sistema di Indagine (SDI), che è collegato al SIS e alle banche dati di Interpol. Le autorità italiane dovranno trasmettere ulteriori informazioni sull’interconnessione con la banca dati di Interpol.

X Le interconnessioni tra banche dati sono ancora limitate. In particolare, non esiste alcun collegamento diretto e automatico tra il processo di registrazione (foglio notizie) e le banche dati di SIS, Europol e Interpol. Ciò andrebbe realizzato in via prioritaria al fine di consentire controlli sistematici.

X Le autorità italiane stanno aggiornando le loro procedure per garantire lo svolgimento di controlli sistematici dei migranti in arrivo rispetto a banche dati esistenti a livello nazionale, europeo e internazionale (per le impronte digitali AFIS e Eurodac, per i dati nominali SDI, SIS e Interpol).

Le autorità italiane dovrebbero continuare a migliorare il sistema di trasferimenti dai punti di crisi all’Italia continentale, in particolare sviluppando un sistema di trasporto aereo; all’occorrenza tale attività potrebbe essere sostenuta dal Fondo Asilo, migrazione e integrazione (programma nazionale AFIM).

X La gara d’appalto per il trasporto aereo da bandire in tempi brevi, soggetta al controllo dell’autorità italiana per gli appalti CONSIP, è stata conclusa ed il mandato è in fase di definizione. Le autorità italiane dovrebbero intervenire per portare a termine rapidamente la procedura.

Misure aggiuntive individuate dopo l’adozione della comunicazione di dicembre

Necessità di valutare i bisogni e definire un flusso di lavoro specifico per identificare e accogliere adeguatamente dopo lo sbarco i minori non accompagnati e altre persone vulnerabili in attesa del trasferimento in appositi centri di accoglienza e dell’espletamento delle procedure.

X Occorre rendere disponibili in tutti i punti di crisi un’assistenza mirata, strutture opportune e personale qualificato per rispondere alle necessità dei minori e dei gruppi vulnerabili.

Considerando che alcune operazioni di sbarco continueranno ad avvenire al di fuori dei punti di crisi per motivi di forza maggiore o per le condizioni del mare, è necessario garantire strutture mobili per lo sbarco e per le procedure di registrazione.

X Per gestire gli sbarchi che continueranno ad avvenire al di fuori dei punti di crisi aperti o designati, a gennaio è stato raggiunto un accordo tra l’Italia e la Commissione per creare una squadra mobile con funzioni di punto di crisi. Il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione e la Polizia di Stato, dipendenti dal ministero dell’Interno, e le agenzie dell’UE hanno concordato un progetto di proposta. La Polizia di Stato del ministero dell’Interno sta ultimando una programmazione concreta. È allo studio una soluzione mobile con l’utilizzo di furgoni e il distaccamento di agenti della Polizia di Stato a Catania. Questa soluzione consentirebbe di effettuare, nei luoghi di sbarco diversi dai punti di crisi, registrazioni e controlli immediati nel quadro dell’AFIS (e di Eurodac). Un primo nucleo potrebbe essere operativo entro la fine di marzo; potrebbe essere preso in considerazione il finanziamento con fondi UE di macchinari/veicoli supplementari se l’Italia prepara la relativa domanda di finanziamento.

Le autorità italiane dovrebbero valutare l’eventuale necessità di ulteriori ristrutturazioni delle strutture dei punti di crisi in vista del periodo estivo.

X Occorre svolgere una serie di visite congiunte da parte delle autorità italiane, della Commissione e delle agenzie competenti per individuare i bisogni supplementari e quindi rafforzare le capacità operative dei punti di crisi in vista dei mesi estivi. Il ministro dell’Interno dovrebbe fornire rapidamente alla Commissione i risultati di tale valutazione.

L’8 marzo 2016 il ministero dell’Interno italiano ha chiesto alla Commissione e a Frontex di valutare la possibilità di fornire almeno quattro mezzi navali supplementari di piccole-medie dimensioni (OPV).

X Gli impegni attuali nel quadro dell’impresa congiunta di Triton per il 2016 sono insufficienti, per quanto riguarda sia il personale specializzato che i mezzi messi a disposizione dell’Italia. Gli Stati membri sono invitati, nonostante l’attenzione alla Grecia, a impegnarsi a un livello sufficiente a favore dell’Italia.

Ricollocazione

Per evitare confusione nelle informazioni fornite ai migranti sui loro diritti e obblighi, è in preparazione un documento congiunto a uso di tutti gli attori impegnati presso i punti di crisi e nel processo di ricollocazione.

✓ Una nota informativa sulla ricollocazione, elaborata dall’EASO in collaborazione con la Commissione, è stata pubblicata nel gennaio 2016. È in corso una rielaborazione dell’opuscolo con l’aggiunta di informazioni più dettagliate in materia di ricollocazione.

✓ Un breve video di informazione sulla ricollocazione è stato prodotto dall’EASO nel 2015. Altri materiali video in fase di produzione forniranno informazioni e spiegazioni sul processo di ricollocazione.

✓ Si sono conclusi i lavori finalizzati alla messa a punto di un manuale che specifica le tappe procedurali e operative del processo di ricollocazione, destinato agli operatori competenti.

✓ Una checklist per le procedure e la documentazione relative alla ricollocazione sarà distribuita alle autorità territoriali italiane (in particolare alle Questure).

✓ L’EASO, in collaborazione con la Commissione e le autorità italiane, ha organizzato formazioni specifiche in prossimità dei punti di crisi e delle zone di sbarco, destinate ai soggetti della società civile.

Le autorità italiane dovrebbero mettere a punto, all’inizio del 2016, una procedura apposita per il trasferimento di minori non accompagnati nel quadro del meccanismo di ricollocazione.

X Non è attualmente operativa alcuna procedura per il trasferimento di minori non accompagnati a norma della decisione del Consiglio sulla ricollocazione. Sono stati avviati i primi contatti con il ministro dell’Interno e il ministro della Giustizia per fare avanzare la questione.

L’EASO dovrebbe prontamente inviare mediatori culturali che affianchino le sue squadre, in modo tale da potenziare l’impatto delle risorse dispiegate e non contare unicamente sulle autorità nazionali.

✓ L’EASO ha firmato il contratto quadro con il fornitore di servizi per i mediatori culturali ed è attualmente in grado di inviare tali mediatori in Italia.

Gli Stati membri dovrebbero ridurre in misura sostanziale i tempi di risposta alle domande di ricollocazione delle autorità italiane.

X Tempi di risposta ancora troppo lunghi minano l’efficienza e l’efficacia del processo di ricollocazione.

✓ La Commissione si adopera fortemente presso gli Stati membri per accelerare la procedura di ricollocazione e proseguirà gli sforzi in tale direzione. In particolare, a inizio marzo 2016 ha inviato comunicazioni agli ufficiali di collegamento e ai punti di contatto nazionali per la ricollocazione al fine di sveltire sensibilmente i trasferimenti di ricollocazione. Si tengono periodicamente riunioni tra gli ufficiali di collegamento degli Stati membri in Italia per accelerare le attività di ricollocazione; se necessario, la loro frequenza potrebbe essere aumentata. X Le autorità italiane dovrebbero fornire agli ufficiali di collegamento degli Stati membri chiarimenti sulle procedure di sicurezza vigenti nei punti di crisi, in modo da ridurre la necessità di ulteriori controlli di sicurezza.

X Gli Stati membri dovrebbero trasmettere motivazioni alle autorità italiane quando sono invocati motivi di sicurezza nazionale, di ordine pubblico o di esclusione per rifiutare candidati alla ricollocazione, al fine di permettere un trattamento adeguato da parte delle autorità italiane.

X Gli Stati membri dovrebbero agevolare lo scambio di informazioni relative alla sicurezza fra le rispettive autorità competenti.

Gli Stati membri dovrebbero incrementare gli impegni nel quadro del programma di ricollocazione e prorogare la validità degli impegni già assunti per tenere conto del numero poco elevato di arrivi attualmente registrato in Italia.

X Il numero di impegni è sufficiente, ma gli Stati membri dovrebbero accelerare le procedure di accettazione e fare sì che le ricollocazioni supplementari avvengano in tempi rapidi (cfr. allegato 4).

X Gli Stati membri che hanno presentato impegni dovrebbero prorogare la validità degli impegni già assunti per prendere in considerazione i livelli stagionali degli arrivi in Italia.

Il processo di ricollocazione dovrebbe essere ottimizzato secondo le raccomandazioni del gruppo di lavoro e i risultati del Forum sulla ricollocazione del 16 dicembre 2015.

X Il processo di ricollocazione deve essere ulteriormente ottimizzato sulla base delle raccomandazioni e dei chiarimenti forniti dalla Commissione e delle discussioni nei gruppi di lavoro e nei forum pertinenti.

Misure aggiuntive individuate dopo l’adozione della comunicazione di dicembre

Alcuni Stati membri hanno fatto valere criteri diversi da quelli previsti nella decisione del Consiglio per respingere domande di ricollocazione.

X Nel respingere le domande di ricollocazione gli Stati membri dovrebbero applicare rigorosamente i criteri previsti nella decisione del Consiglio. In particolare, le domande di ricollocazione non dovrebbero essere respinte per motivi inerenti alle preferenze espresse dallo Stato membro riguardo ai profili dei candidati.

Rimpatrio

Le autorità italiane devono rafforzare il dialogo con i principali paesi di origine dei migranti irregolari e razionalizzare le procedure amministrative per garantire rimpatri forzati rapidi.

✓ I rimpatri hanno avuto come destinazione l’Egitto, la Tunisia e la Nigeria, paesi con i quali sono in vigore accordi bilaterali.

✓ Si sono tenute riunioni con Ghana, Senegal, Gambia e Costa d’Avorio, anche con la partecipazione del primo ministro italiano e del capo della polizia italiana, per concludere accordi bilaterali. La Commissione ha partecipato a riunioni di livello tecnico.

X L’Italia, di concerto con Frontex, dovrebbe definire e varare, in via prioritaria, un chiaro piano operativo per le attività di rimpatrio e di riammissione, basato su una chiara programmazione e su una valutazione dei bisogni dell’Italia, per dare sostegno a tutti gli elementi della procedura di esecuzione dei rimpatri, secondo necessità. Le discussioni tra Frontex e l’Italia sono cominciate all’inizio di marzo.

Tenuto conto del fatto che, sul totale dei migranti in arrivo in Italia, è in costante aumento la percentuale di persone non bisognose di protezione internazionale (attualmente superiore al 50% secondo le autorità italiane), si può ritenere che l’attuale capacità di trattenimento dell’Italia (circa 604 posti in tutto) sia già insufficiente. Bisogna considerare l’opportunità di utilizzare appieno le attuali strutture di trattenimento, il cui finanziamento è già a carico del programma nazionale AMIF, e di pianificare (con urgenza) un ampliamento (temporaneo) delle capacità di trattenimento dell’Italia.

X L’Italia ha ulteriormente ridotto i posti disponibili nei Centri di identificazione ed espulsione (CIE), a 271 (al 9 marzo 2016, con la maggior parte dei posti destinati a donne) rispetto ai 1 248 posti previsti nella tabella di marcia. Le autorità italiane dovrebbero porre rimedio a questa carenza con la massima urgenza e aumentare, anziché diminuire, il numero di posti disponibili, per impedire che i migranti irregolari si rendano irreperibili e si rechino irregolarmente in altri Stati membri. Questi progetti sono in corso di elaborazione.

X L’Italia dovrebbe inoltre prevedere la possibilità di aumentare la durata della detenzione amministrativa entro il limite massimo di 18 mesi consentito dalla direttiva rimpatri, per garantire il regolare espletamento di tutte le procedure senza correre il rischio che i candidati al rimpatrio, una volta rilasciati, si rendano irreperibili.

X L’Italia deve inoltre prevedere la possibilità del rimpatrio volontario di tutte le categorie di migranti, compresi i minori (non accompagnati), le famiglie e le persone vulnerabili, tenendo conto delle circostanze specifiche di ciascun caso.

L’Italia ha già indetto una gara d’appalto e dovrebbe riprendere al più presto il programma di rimpatrio volontario assistito per smaltire le numerose pratiche di rimpatrio arretrate, eventualmente considerando la possibilità di fare domanda di assistenza di emergenza nell’ambito dell’AMIF per coprire il periodo precedente all’avvio del nuovo programma di rimpatrio volontario assistito.

✓ Una gara d’appalto per il rimpatrio volontario assistito (RVA) è stata avviata il 24 dicembre 2015, prima della selezione dei candidati e dell’aggiudicazione. Il nuovo regime di rimpatrio volontario assistito dovrebbe essere operativo entro giugno 2016.

✓ L’OIM ha presentato una richiesta di finanziamento ponte, a titolo dell’AMIF, per il periodo precedente all’inizio del nuovo regime di RVA. La richiesta è attualmente in sospeso.

La Commissione europea, con il sostegno degli Stati membri, dovrebbe rafforzare l’impegno assunto nei confronti dei paesi terzi a garantire una più facile riammissione dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale, anche attraverso l’uso mirato del Fondo fiduciario per l’Africa.

 

✓ I comitati misti per la riammissione con Turchia e Pakistan si sono riuniti rispettivamente il 19 gennaio e il 2 febbraio 2016. La Commissione si è recata in Afghanistan e in Nigeria per discutere la riammissione.

✓ In generale l’Italia ha già promosso progetti da finanziare nell’ambito del Fondo fiduciario per l’Africa e sta lavorando in vista dell’approvazione di nuovi progetti. Occorre garantire il pieno coordinamento tra il ministro degli Esteri e il ministro dell’Interno per massimizzare la coerenza degli obiettivi.

Misure aggiuntive individuate dopo l’adozione della comunicazione di dicembre

Gli orientamenti che disciplinano il regime di rimpatrio volontario assistito in Italia sono obsoleti e devono diventare più efficienti.

X In vista del nuovo programma nazionale a favore del rimpatrio volontario assistito, le autorità italiane dovrebbero riesaminare la disciplina applicabile a tali programmi.

X L’Italia dovrebbe avvalersi appieno dei programmi esistenti finanziati dall’UE, in particolare ERIN, per il reinserimento dei rimpatriati.

Migliorare la gestione delle frontiere

Dato il rischio di un aumento degli arrivi al confine italo-sloveno, le autorità italiane dovrebbero elaborare piani d’emergenza, compresa la possibilità di chiedere assistenza aggiuntiva a Frontex/all’EASO.

✓ Le autorità italiane e Frontex hanno concordato di ampliare all’Adriatico meridionale l’area operativa dell’operazione congiunta Triton. Attualmente l’operazione Triton di Frontex comprende 181 agenti. Un mezzo aereo è stato messo in funzione a Brindisi per sostenere le operazioni di ricognizione.

✓ L’Italia ha chiesto e ottenuto un chiarimento circa la possibilità di ricollocare i migranti che entrano attraverso la rotta dei Balcani occidentali.

✓ Le autorità italiane hanno incontrato le autorità albanesi e hanno presentato una serie di possibili misure per migliorare la sorveglianza delle frontiere in Albania e ridurre il rischio di flussi migratori nel mar Adriatico.

Gli Stati membri dovrebbero continuare a garantire la disponibilità di mezzi per le operazioni Triton e EUNAVFOR MED nel Mediterraneo.

✓ Gli Stati membri dovrebbero continuare a garantire la disponibilità di mezzi ed esperti per le operazioni Triton e EUNAVFOR MED nel Mediterraneo. Si tratta in particolare di assicurare la disponibilità di esperti nella rilevazione di impronte per garantire la piena funzionalità operativa di tutti i punti di crisi in Italia; occorre assegnare personale sufficiente per coprire i livelli minimi in tutti i punti di crisi aperti e nella squadra mobile con funzioni di punto di crisi.

Capacità di accoglienza

I lavori di riforma del sistema di asilo e accoglienza dovrebbero proseguire e condurre allo snellimento della procedura di asilo, in particolare per quanto riguarda i ricorsi, e a una maggiore omogeneità della qualità del processo decisionale in tutto il paese.

X È stato istituito un gruppo di lavoro per la riforma dell’asilo presso il ministero dell’Interno per proporre una nuova legge sul diritto di asilo, colmare le lacune esistenti e accelerare le procedure.

X I lavori per la riforma dovrebbero terminare prima dell’estate, anche per rispondere alle preoccupazioni espresse dalla Commissione nell’ambito delle procedure di infrazione in corso.

Occorre rafforzare i sistemi di monitoraggio in modo da ridurre le disparità in termini di qualità delle condizioni di accoglienza in tutto il paese ed evitare il rischio di corruzione nella gestione dell’accoglienza.

 

✓ Le autorità italiane hanno indicato che il sistema di controllo italiano delle condizioni di accoglienza è già stato rafforzato nel 2015 mediante accordi presi con l’UNHCR e l’OIM affinché effettuino ulteriori visite di controllo in aggiunta a quelle già svolte dalle prefetture. Nel corso del 2016 si avvieranno nuove iniziative per migliorare ulteriormente il sistema di monitoraggio.

Servirebbe una banca dati unica che colleghi i processi di asilo e accoglienza e faciliti la gestione delle domande.

X La nuova banca dati nazionale di registrazione dei migranti, al fine di programmare la loro distribuzione e il sistema di accoglienza, non è ancora entrata in vigore, ma è in fase di messa a punto finale per diventare operativa nella seconda metà del 2016.

X Occorre sviluppare soluzioni informatiche per collegare la banca dati per l’accoglienza, quella per l’asilo e il nuovo sistema di monitoraggio della presenza di migranti.

Le autorità italiane dovrebbero completare al più presto la gara di appalto per l’istituzione di un sistema di voli destinato al trasferimento dei migranti. La Commissione europea potrebbe valutare l’opportunità di sostenere il sistema provvisoriamente, come misura di ripiego in attesa che sia predisposta la gara.

X La procedura di gara non è ancora stata ultimata e occorre accelerarne l’adozione.

Misure aggiuntive individuate dopo l’adozione della comunicazione di dicembre

Sistema di accoglienza per i minori non accompagnati.

X Occorre garantire il coordinamento a livello nazionale tra centri di accoglienza gestiti a livello ministeriale, regionale e municipale. A tale scopo occorre una base dati globale e aggiornata dei posti disponibili in ogni tipo di struttura di accoglienza per i minori non accompagnati sul territorio italiano.

Posti di prima accoglienza per i minori non accompagnati.

✓ I finanziamenti di emergenza AMIF del 2014 hanno permesso di creare un nuovo sistema di centri di accoglienza di primo livello sotto la responsabilità del ministero dell’Interno, completato nel febbraio 2016 (15 strutture e 737 posti). Di queste 15 strutture di accoglienza altamente specializzate, 13 stanno prorogando le loro attività fino al 22 agosto 2016 (641 posti disponibili).

X Sarà bandita una nuova gara per garantire la continuità dopo questa data. 

Sistema di accoglienza di secondo livello per i minori non accompagnati.

✓ Secondo la tabella di marcia, erano disponibili 961 posti di accoglienza di secondo livello per minori non accompagnati. 

✓ Nel dicembre 2015 si è conclusa una gara d’appalto per altri posti supplementari per minori non accompagnati, indipendentemente dalla loro posizione giuridica (sistema SPRAR).

X Circa due terzi dei 1 010 posti supplementari attribuiti nel quadro della gara sono stati messi a disposizione. Dovrebbero essere messi a disposizione altri posti per permettere una transizione fluida tra l’accoglienza di primo e di secondo livello. 

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Bruxelles, 16.3.2016

COM(2016) 165 final

ALLEGATO

della

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO,
AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


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Bruxelles, 16.3.2016

COM(2016) 165 final

ALLEGATO

della

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO,
AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


Allegato VI: Situazione dei reinsediamenti al 15 marzo 2016, in linea con le conclusioni del 20 luglio 2015

Stato membro/Stato associato

Impegni presi secondo il programma del 20 luglio

Reinsediamenti totali al 15 marzo 2016, secondo il programma del 20 luglio

Paese terzo da cui il reinsediamento ha avuto luogo

Austria

1 900

1 395 1

Libano: 779; Giordania: 442; Turchia: 173; Iraq: 1

Belgio

1 100

212

Libano: 204; Giordania: 4; Turchia: 4

Bulgaria

50

0

Croazia

150

0

Cipro

69

0

Repubblica ceca

400

52

Libano: 32; Giordania: 20

Danimarca

1 000

n.p.

Estonia

20

0

Finlandia

293

0 2

Francia

2 375 3

15 4

Giordania

Germania

1 600

0

Grecia

354

0

Ungheria

0

0

Islanda

50

n.p.

Irlanda

520

251

Giordania, Libano

Italia

1 989

96

Libano

Lettonia

50

0

Liechtenstein

20

20

Turchia

Lituania

70

0

Lussemburgo

30

0

Malta

14

0

Paesi Bassi

1 000

231

Libano: 215; Giordania: 2; Turchia: 5; Marocco: 1; Etiopia: 8

Norvegia

3 500

6 5

Giordania, Libano, Turchia

Polonia

900

0

Portogallo

191

0

Romania

80

0

Slovacchia

100 6

0

Slovenia

20

0

Spagna

1 449

0

Svezia

491

0 7

Svizzera

519

413

Libano: 349

Siria (cittadini iracheni e palestinesi): 64

Regno Unito

2 200

1 864 8

Giordania, Libano, Turchia, Egitto, Iraq e altri paesi in base delle esigenze umanitarie.

TOTALE

22 504

4 555

(1)

   Inclusi i ricongiungimenti familiari e i casi di reinsediamento previsti dal programma austriaco di accoglienza umanitaria.

(2)

   Nel 2015 la Finlandia ha reinsediato 1034 persone nell'ambito del suo piano nazionale, al di fuori del programma del 20 luglio.

(3)

   Questo numero si aggiunge alla quota nazionale e ai precedenti impegni della Francia.

(4)

   La Francia ha già selezionato 460 persone da reinsediare dalla Giordania e dal Libano, che però non sono ancora state trasferite.

(5)

     La Norvegia ha già accettato di reinsediare 1500 persone, che però non sono ancora state trasferite.

(6)

   Questo numero va ad aggiungersi ai 149 assiriani reinsediati dall'Iraq nell'ambito di un piano nazionale, al di fuori del programma del 20 luglio.

(7)

   Nel 2015 la Svezia ha reinsediato 1900 persone nell'ambito del suo piano nazionale, al di fuori del programma del 20 luglio.

(8)

     Nel 2015 nell'ambito dei programmi nazionali di reinsediamento del Regno Unito.

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Bruxelles, 16.3.2016

COM(2016) 165 final

ALLEGATO

della

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento


Allegato VII: Reinsediamenti previsti dopo il 15 marzo 2016

Stato membro/Stato associato Dublino

Reinsediamenti previsti da paesi terzi
dal 15 marzo alla fine del programma stabilito il 20 luglio

Austria

505

Libano: 59

Giordania: 200

Turchia: 246

Belgio

888

n.p.

Bulgaria

50

Turchia:

20 nel 2016

30 nel 2017

Croazia

150

Turchia

Cipro

69

Africa settentrionale, Medio Oriente, Corno d'Africa

Repubblica ceca

348

Siriani in Giordania (possibilmente anche in Turchia, Libano, Iraq)

Danimarca

1000

n.p.

Estonia

20

Turchia

Finlandia

293

Giordania e Libano nel 2016
(in totale 750 persone da reinsediare nel 2016) 1

Francia

2360

Giordania, Libano
460 persone già selezionate, ma non ancora reinsediate
(200 dalla Giordania e 260 dal Libano)

Germania

1600

Libano: 1000

Egitto: 300

Sudan: 300

Grecia

354

n.p.

Ungheria

-

n.p.

Islanda

50

n.p.

Irlanda

269

Libano

Italia

1893

- Sudan: 50 (eritrei)

- Libano: 304 (siriani)

- regioni prioritarie: 1050 siriani (di cui 50 mediante programmi sponsorizzati privatamente)

- Corno d'Africa: 239 (paesi dei programmi di sviluppo e protezione regionale, PSPR)
- 130 rifugiati bisognosi di reinsediamento urgente o di emergenza a causa di esigenze fisiche o di protezione giuridica, incluse vittime di violenza o tortura (tra cui 56 rifugiati palestinesi provenienti dalla Siria)
- 100 donne e minori a rischio
- 20 persone bisognose di assistenza medica erogabile soltanto previo reinsediamento

Lettonia

50

Turchia

Liechtenstein

Impegni rispettati

n.p.

Lituania

70

Turchia

Lussemburgo

30

Turchia

Malta

14

Turchia:

7 nel 2016

7 nel 2017

Paesi Bassi

769

Libano: 140 (2016; missione di reinsediamento di aprile)

Turchia: 140 (2016; missione di reinsediamento di giugno)

missioni di reinsediamento per il secondo semestre 2016: 280 (destinazione ancora da definire)

Norvegia

3494

Libano: 1500 persone già accettate, ma non ancora trasferite
1950 da selezionare nel secondo semestre 2016: Libano 1 140, Giordania 250, Turchia 600

Polonia

900

n.p.

Portogallo

191

Turchia:

100 nel 2016

91 nel 2017

Romania

80

40 nel 2016
40 nel 2017

Slovacchia

100

n.p.

Slovenia

20 2

Libano, Giordania, Turchia

Spagna

1449

854 nel 2016 (di cui 285 dalla Turchia)

595 nel 2017

Svezia

491 3

Libano: 400

Giordania: 50

Turchia: 41

Svizzera

106

In primo luogo dal Libano, ma anche dalla Siria.

Regno Unito

336

20 000 e almeno 750 all'anno 4 .

(1)

     L'impegno finlandese in linea con le conclusioni del 20 luglio rientra nella quota nazionale di 750 persone da reinsediare nel 2016.

(2)

     Entro la fine del 2016.

(3)

     Non prima del 1° luglio 2016.

(4)

     Secondo gli attuali programmi nazionali di reinsediamento del Regno Unito: 20 000 entro il 2020.

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