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Document 52013DC0126
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS Preparing for the 2014 European elections: further enhancing their democratic and efficient conduct
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Prepararsi alle elezioni europee 2014: rafforzare la democrazia e l’efficienza
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Prepararsi alle elezioni europee 2014: rafforzare la democrazia e l’efficienza
/* COM/2013/0126 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Prepararsi alle elezioni europee 2014: rafforzare la democrazia e l’efficienza /* COM/2013/0126 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
E AL COMITATO DELLE REGIONI Prepararsi alle elezioni europee 2014:
rafforzare la democrazia e l’efficienza 1. Introduzione Nel 2014 si terranno le prime elezioni europee
dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, appuntamento tanto più
importante in quanto l’Unione europea sta avanzando a grandi passi verso un’unione
economica e monetaria autentica, di cui la legittimità democratica è elemento
fondamentale. Il trattato di Lisbona ha rinforzato le
fondamenta democratiche dell’Unione: potenzia il ruolo politico del cittadino
nell’UE[1](grazie
ai solidi legami che si stringono tra i cittadini), l’esercizio dei diritti
politici e la vita democratica dell’Unione[2].
Potenzia altresì il ruolo del Parlamento europeo come assemblea democratica dei
rappresentanti dell’Unione. Inoltre, con l’introduzione dell’iniziativa dei
cittadini, il trattato di Lisbona consente una partecipazione più diretta e più
piena alla vita democratica dell’Unione[3]. La Commissione europea si è impegnata a
sfruttare al massimo le disposizioni vigenti del trattato in modo da aumentare
la trasparenza e la dimensione europea delle prossime elezioni, rafforzando la
legittimità democratica del processo decisionale dell’UE e avvicinandolo ai
cittadini. Questo aspetto è di particolare rilievo a fronte degli interventi
necessari a livello dell’UE per affrontare la crisi finanziaria e del debito
sovrano, oltre ad essere un potenziale trampolino per ulteriori riforme del
trattato intese ad ampliare la base democratica dell’Unione europea. I cittadini sono direttamente rappresentati, a
livello dell’Unione, nel Parlamento europeo[4].
La prospettiva dei cittadini è ribadita nella nuova definizione dei deputati
del Parlamento europeo quali “rappresentanti dei cittadini dell’Unione”[5] e non semplicemente “rappresentanti
dei popoli degli Stati riuniti nella Comunità”[6].
Nello stesso spirito, il trattato di Lisbona ha aumentato i poteri del
Parlamento europeo, consolidandone il ruolo di colegislatore a pieno titolo
insieme al Consiglio. Il Parlamento ora decide sulla grande maggioranza della
legislazione unionale, ha competenza sull’intero bilancio dell’UE su un piano
di parità con il Consiglio e la sua approvazione è necessaria per poter
adottare il quadro finanziario pluriennale. Nella relazione 2010 di valutazione delle
elezioni europee 2009[7],
la Commissione ha esaminato l’attuazione del diritto dell’UE, la partecipazione
e la sensibilizzazione dei cittadini alle elezioni e ai relativi diritti. La
relazione del 2010 sulla cittadinanza dell’Unione “Eliminare gli ostacoli
all’esercizio dei diritti dei cittadini dell’Unione”[8] ha sottolineato la necessità di
sensibilizzare i cittadini dell’UE alle elezioni europee, ai loro diritti e all’impatto
delle politiche dell’Unione sulla loro vita. Ha altresì rilevato la necessità
di combattere le carenze riscontrate nell’applicare i principi democratici
comuni delle elezioni europee e di rimuovere gli ostacoli che i cittadini
incontrano nell’esercizio pratico dei loro diritti elettorali. In considerazione del potenziamento del ruolo
e dei poteri del Parlamento europeo, è fondamentale dare maggior rilievo al
processo di elezione dei suoi membri. Nell’auspicare il conseguimento di un’unione
economica e monetaria autentica e approfondita, basata su un’unione politica,
il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, nel discorso
sullo stato dell’Unione del 2012[9]
ha sottolineato che “la credibilità e la sostenibilità dell’unione economica e
monetaria dipendono dalle istituzioni e dalla costruzione politica che ha alle
spalle. L’unione economica e monetaria pone quindi la questione dell’unione
politica, e della democrazia europea su cui deve appoggiarsi.’ In prospettiva
di un’unione politica, il presidente Barroso ha annunciato l’impegno della
Commissione a prendere iniziative concrete per sviluppare uno spazio pubblico
europeo e a presentare ulteriori idee per rendere l’Unione europea più aperta e
democratica in tempo utile per un dibattito prima delle elezioni europee del 2014. Nella comunicazione del 28 novembre 2012
intitolata “Piano per un’Unione economica e monetaria autentica e
approfondita - Avvio del dibattito europeo”[10] la Commissione ha proposto di
incrementare la legittimità democratica e la responsabilità in quanto elementi
necessari di qualsiasi riforma dell’Unione europea. Anche la relazione “Verso
un’autentica unione economica e monetaria” redatta dal presidente del
Consiglio europeo insieme ai presidenti della Commissione, dell’Eurogruppo e
della Banca centrale europea[11]
afferma che la legittimità democratica e la responsabilità sono fondamentali
per un’unione economica e monetaria autentica. In tutta Europa si è avviato un dialogo sul
futuro dell’Europa a tutti i livelli, a cominciare da una serie di dibattiti
tra responsabili politici europei e nazionali e cittadini nel quadro dell’Anno
europeo dei cittadini[12].
Molte idee emerse in tale contesto mettono in evidenza la necessità di un
vincolo più forte tra l’UE e i cittadini. Integrazione e legittimità devono avanzare di
pari passo. Maggiore democrazia è il corollario della maggiore integrazione
istituzionale necessaria per consentire all’Unione di rispondere alle sfide
globali di oggi. È urgente in proposito stringere i legami tra i cittadini dell’UE
e il processo democratico dell’Unione. Rispondendo all’impegno del presidente Barroso
di approfondire, come primo passo concreto, il dibattito paneuropeo e
rafforzare la dimensione europea delle elezioni europee, la presente
comunicazione delinea le iniziative della Commissione volte ad agevolare la
partecipazione dei cittadini allo scrutinio europeo del 2014 e a tutelarne i
principi democratici. La comunicazione è corredata di una raccomandazione
intesa a rafforzare l’efficienza e la democrazia nello svolgimento delle
elezioni europee[13]. 2. RAFFORZARE LO SVOLGIMENTO DEMOCRATICO
DELLE ELEZIONI EUROPEE Nell’insieme, i cittadini dell’UE sono
consapevoli dell’importanza delle elezioni europee in quanto strumento di
partecipazione alla vita democratica dell’Unione. Non sono invece consapevoli
delle conseguenze di questo scrutinio sulla loro vita quotidiana, né delle
scelte politiche a loro disposizione, e questo incide negativamente sull’afflusso
alle urne. ·
Quasi 6 cittadini su 10 credono che votare alle
elezioni europee sia il miglior modo di farsi sentire nell’ambito del processo
decisionale dell’UE[14]. ·
Più di 7 su 10 credono che se i partiti politici
indicassero in tutta la documentazione distribuita durante la campagna
elettorale a quale partito politico europeo sono affiliati, la partecipazione
alle urne aumenterebbe[15].
·
Più di 8 su 10 affermano che maggiori
informazioni su programmi e obiettivi dei candidati e dei partiti nel
Parlamento europeo, sull’impatto dell’UE nella vita di tutti i giorni e sulle
elezioni stesse aumenterebbero la motivazione a votare alle elezioni europee.[16]
·
6 cittadini su 10, rispondendo ad una
consultazione pubblica, hanno affermato che la loro motivazione a votare
verrebbe stimolata da un programma politico volto a migliorare la loro vita
quotidiana, e anche da un programma volto a rafforzare l’economia dell’UE e da
uno inteso a superare le disparità sociali nell’UE[17]. Da questi sondaggi risulta che i cittadini
dell’UE sono decisamente interessati alla possibilità di scegliere tra opzioni
politiche di rilievo sulle questioni europee che hanno un impatto diretto sulla
loro vita. In proposito, risulta che la preminenza degli argomenti nazionali
mette in ombra le questioni di rilevanza UE e incide negativamente sulla
partecipazione alle elezioni europee. Come evidenziato dal presidente Barroso
nel discorso sullo stato dell’Unione del 2012, il dibattito politico è
troppo spesso strutturato come un dibattito tra partiti nazionali, e quindi molto
spesso vi è un reale distacco tra partiti politici a livello nazionale e i
partiti europei. Per comunicare meglio la connessione tra i
processi politici a livello nazionale e dell’UE, è fondamentale rendere più
visibile il collegamento tra i protagonisti del dibattito politico, per esempio
potenziando i partiti politici europei e aumentandone la visibilità. I partiti politici europei, in quanto
protagonisti transnazionali con un ruolo chiave nel far sentire la voce dei
cittadini a livello europeo, sono gli organi più adatti a far da ponte sul
divario tra politica dell’Unione e cittadini. Il trattato di Lisbona conferisce
ai partiti politici europei un ruolo fondamentale nella misura in cui “contribuiscono
a formare una coscienza politica europea e ad esprimere la volontà dei
cittadini dell’Unione.”[18] Per consentire ai partiti politici europei di
compiere pienamente la loro missione, la Commissione ha adottato una proposta
di regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici
europei e delle fondazioni politiche europee[19].
Scopo della proposta è far sì che i partiti politici europei fruiscano di uno
status più visibile e di un sistema di finanziamento più flessibile,
trasparente ed efficiente. In base alla proposta, i partiti politici
paneuropei sono tenuti ad adottare tutti i provvedimenti adeguati per informare
i cittadini dell’Unione dei collegamenti esistenti tra i partiti politici
nazionali e i rispettivi candidati ai partiti politici europei[20] durante le elezioni. Per sottolineare ulteriormente il
collegamento tra partiti paneuropei e nazionali, la Commissione raccomanda ai
partiti nazionali di render visibile la loro affiliazione ai rispettivi partiti
politici paneuropei. Un collegamento visibile tra i partiti
nazionali che i cittadini dell’UE votano e i partiti politici paneuropei cui i
partiti nazionali sono affiliati avrà un impatto significativo sulla
trasparenza del processo decisionale dell’UE. Un maggiore visibilità dei
partiti politici europei durante tutto il processo elettorale, dalla campagna
alle urne, aumenterà la responsabilità dei partiti politici che partecipano al
processo elettorale europeo e la fiducia degli elettori nel processo stesso: renderà
i cittadini più consapevoli delle ripercussioni europee del voto assegnato ad
un partito nazionale. È importante che gli Stati membri
incoraggino e semplifichino, nel sistema elettorale, la diffusione all’elettorato
delle informazioni sui collegamenti tra partiti nazionali e partiti politici
europei. Inoltre, i partiti politici nazionali che partecipano allo scrutinio
europeo dovranno rendere pubblica la loro affiliazione ai partiti politici
europei prima delle elezioni. Le elezioni del Parlamento europeo si tengono
attualmente in date diverse nei vari Stati membri, il che rafforza la
percezione che le elezioni europee sono innanzitutto elezioni nazionali e
limita l’impressione che lo scrutinio europeo sia un’impresa comune. Una
giornata elettorale europea in cui i seggi chiudano tutti contemporaneamente
rifletterebbe meglio la partecipazione comune dei cittadini dell’Unione nel
quadro della democrazia rappresentativa sulla quale si fonda l’UE. Gli Stati membri dovrebbero concordare un
giorno comune per le elezioni del Parlamento europeo, in cui i seggi elettorali
chiudano tutti contemporaneamente. 3. UN COLLEGAMENTO PIÙ FORTE TRA I VOTI DEI
CITTADINI DELL’UE E L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE Il trattato di Lisbona rafforza il ruolo e la
responsabilità del Parlamento europeo rispetto alla Commissione: il Parlamento
europeo elegge il presidente della Commissione su proposta del Consiglio
europeo che tiene conto dei risultati delle elezioni europee[21]. Il presidente della Commissione è la figura di
spicco dell’esecutivo dell’UE, e dovrebbe essere scelto secondo una procedura
chiara. Ciascun partito politico dovrebbe render noto quale candidato sostiene
alla presidenza della Commissione durante la campagna elettorale. In linea con il
trattato, l’esito delle elezioni europee dovrebbe svolgere un ruolo chiave nel determinare
quale candidato diventa presidente della Commissione[22]. Un cittadino su due sarebbe incline a votare alle
elezioni europee del 2014 se le principali alleanze politiche europee
presentassero ciascuna il loro candidato alla carica di presidente della Commissione,
in base ad un programma comune[23]. Come ha sottolineato il presidente Barroso nel
discorso sullo stato dell’Unione del 2012, “per approfondire il dibattito
politico paneuropeo sarebbe importante che ognuno dei partiti politici europei
presentasse il suo candidato alla carica di presidente della Commissione alle
elezioni del Parlamento europeo del 2014. Questo […] sarebbe un passo decisivo
per rendere ancora più chiara la possibilità di una scelta europea offerta
dalle elezioni”. Nella risoluzione del 22 novembre 2012 sulle
elezioni al Parlamento europeo nel 2014[24],
il Parlamento esorta i partiti politici europei a nominare candidati alla
presidenza della Commissione aspettandosi che tali candidati svolgano un ruolo
guida nell’ambito della campagna elettorale parlamentare, in particolare
presentando personalmente il loro programma in tutti gli Stati membri dell’Unione.
Sottolinea inoltre l’importanza di rafforzare la legittimità politica sia del
Parlamento che della Commissione instaurando un collegamento più diretto tra le
rispettive elezioni e la scelta dei votanti. Nella
comunicazione del 28 novembre 2012 intitolata “Piano per un’Unione economica e
monetaria autentica e approfondita - Avvio del dibattito europeo” [25], la Commissione ha
rilevato la nomina dei candidati alla presidenza della Commissione nell’ambito
delle elezioni europee del 2014 come una delle misure molto importanti per
favorire l’affermarsi di una vera e propria sfera politica europea. Se partiti
politici europei e partiti nazionali rendono noti i rispettivi candidati alla
carica di presidente della Commissione insieme ai programmi dei candidati nell’ambito
delle elezioni europee, si creerà un collegamento concreto e visibile tra il
voto individuale dei cittadini dell’UE per i candidati membri del Parlamento
europeo e il candidato alla presidenza della Commissione sostenuto dal partito
del candidato membro del Parlamento europeo. In questo modo il cittadino dell’UE capirebbe
meglio quale candidato alla presidenza della Commissione sostiene con il
proprio voto. Aumenterebbe allora la legittimità del presidente della
Commissione e, più in generale, la legittimità democratica dell’intero processo
decisionale dell’UE; ciò contribuirebbe altresì ad aumentare la partecipazione
alle elezioni europee in quanto rafforzerebbe il vincolo tra l’elezione dei
rappresentanti dei cittadini e la selezione ed elezione del capo dell’esecutivo
europeo. Negli Stati Uniti d’America, quando le elezioni al Congresso si
tengono nello stesso anno di quelle presidenziali la partecipazione è maggiore
rispetto agli anni di metà mandato, nei quali solo circa il 40% degli elettori
si reca alle urne. Le trasmissioni radiotelevisive di argomento
politico aiutano l’elettorato a scegliere con cognizione di causa: i partiti
politici nazionali dovrebbero avvalersene per informare il pubblico in merito a
candidati e programmi, in un contesto di pluralismo mediatico e di dibattito
democratico aperto, in linea con l’articolo 11 della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione europea. 4. AUMENTARE L’EFFICIENZA NELLO SVOLGIMENTO
DELLE ELEZIONI EUROPEE RIDUCENDO L’ONERE AMMINISTRATIVO PER GLI STATI MEMBRI Secondo il diritto dell’UE i cittadini dell’Unione
residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini hanno il diritto di voto
e di eleggibilità alle elezioni europee alle stesse condizioni dei cittadini di
detto Stato[26]. Per salvaguardare la legittimità dello
scrutinio europeo, la direttiva 93/109/CE prevede procedure che escludono che i
cittadini dell’Unione abbiano diritto di voto e siano eleggibili nel proprio
paese d’origine e in quello di residenza nelle stesse elezioni[27]. La relazione della Commissione sulle elezioni
europee del 2009[28]
ha segnalato problemi di funzionamento in queste procedure: come risulta anche
nella relazione del 2010 sulla cittadinanza dell’UE[29], esse comportano sovente oneri
eccessivi per le amministrazioni nazionali, sproporzionati all’effettiva
portata del problema del voto e dell’eleggibilità multipli. La Commissione ha
pertanto annunciato l’intenzione di semplificare tali procedure (azione 19
della relazione del 2010 sulla cittadinanza dell’Unione). In base a consultazioni con esperti elettorali
degli Stati membri, la Commissione ha elaborato raccomandazioni alle autorità
elettorali nazionali sui diversi aspetti del meccanismo di prevenzione del voto
multiplo. Le raccomandazioni intendono semplificare il meccanismo e renderlo
più efficiente nel prevenire gli abusi. La raccomandazione adottata insieme alla
presente comunicazione raccomanda agli Stati membri in particolare di: ·
istituire un’autorità di contatto unica in ciascuno
Stato membro ai fini di uno scambio più fluido di dati con gli altri Stati
membri; ·
tener conto, nello scambio di dati, dei calendari
elettorali diversi degli Stati membri nello scambio di dati; ·
fornire dati personali supplementari eventualmente
necessari per identificare con maggiore accuratezza gli elettori dell’UE
registrati nelle liste dello Stato membro di residenza. Tali raccomandazioni, emanate con congruo
anticipo rispetto alle elezioni europee, possono contribuire a migliorare
sensibilmente il funzionamento del meccanismo di prevenzione degli abusi,
aumentandone l’efficienza e riducendo l’onere amministrativo. 5. ELIMINARE GLI OSTACOLI AI DIRITTI
ELETTORALI DEI CITTADINI DELL’UNIONE E GARANTIRE IL RISPETTO DEI PRINCIPI
COMUNI DELL’UE 5.1. Far valere i diritti
elettorali dei cittadini dell’Unione residenti in uno Stato membro di cui non
sono cittadini Nella relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione[30], la Commissione ha sottolineato
la necessità di garantire il pieno rispetto dei diritti di voto dei cittadini
dell’UE nello Stato membro di residenza (azione 18). La Commissione ha rilevato che alcuni Stati
membri richiedono ai cittadini di altri Stati membri di soddisfare condizioni
ulteriori rispetto a quelle previste nella direttiva 93/109/CE relativa alle
modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del
Parlamento europeo. Tra queste, ad esempio, il possesso della carta d’identità
e l’obbligo di rinnovare la registrazione per ogni elezione europea. Ha fatto
altresì presente che alcuni Stati membri non risultano informare adeguatamente
i cittadini di altri Stati membri dell’UE circa il loro diritto a partecipare
alle elezioni europee. In seguito alla relazione 2010 sulla
cittadinanza dell’Unione, la Commissione ha avviato un dialogo con gli Stati
membri interessati per far sì che i cittadini dell’Unione residenti in uno
Stato membro di cui non sono cittadini possano partecipare alle elezioni europee
alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato, secondo il diritto dell’UE.
In conseguenza di questo dialogo, alcuni Stati
membri hanno modificato la normativa o ne hanno annunciato le modifiche al fine
di conformarla alle disposizioni del diritto dell’UE[31]. La Commissione mantiene i
contatti con tali Stati membri per accertare il pieno rispetto dei diritti
elettorali dei cittadini su tutto il territorio dell’Unione, anche avviando,
laddove opportuno, procedimenti per infrazione a norma dell’articolo 258 del
trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE). 5.2. Assicurare il rispetto dei
principi comuni delle elezioni europee. Nell’organizzazione delle elezioni europee,
tutti gli Stati membri devono rispettare determinati principi comuni: le elezioni
sono libere, segrete e a suffragio universale diretto[32]. I principi contenuti nel
diritto dell’UE vietano tra l’altro la pubblicazione dei risultati in uno Stato
membro prima della chiusura dei seggi in tutti gli Stati membri, al fine di
evitare che gli elettori siano influenzati dai risultati degli Stati membri
dove la votazione è già terminata, a tutela di un elemento essenziale del
principio del libero suffragio. Come annunciato nella relazione 2010 sulla
cittadinanza dell’Unione (azione 17), la Commissione è intervenuta per
garantire che questo principio democratico sia rispettato in tutta l’UE durante
le prossime elezioni europee. Di conseguenza gli Stati membri hanno adottato le
misure necessarie per risolvere i problemi individuati[33]. La Commissione controllerà attentamente l’esecuzione
delle misure durante le elezioni europee del 2014 per accertare che siano
adeguate e che la pubblicazione ufficiale dei risultati elettorali sia conforme
al principio democratico fondamentale suddetto. 5.3. Deroga ai sensi dell’articolo
22, paragrafo 2, del TFUE Secondo l’articolo 22, paragrafo 2, del TFUE,
i cittadini dell’Unione residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini
hanno il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni europee alle stesse condizioni
dei cittadini di detto Stato. Sono previste disposizioni derogatorie ove
problemi specifici di uno Stato membro lo giustifichino. Tali deroghe figurano in dettaglio nell’articolo
14, paragrafo 1, della direttiva 93/109/CE, che consente agli Stati membri di
riservare il diritto di voto e di eleggibilità agli elettori che hanno
completato un periodo minimo di residenza se la percentuale dei cittadini dell’Unione
ivi residenti senza averne la cittadinanza e che hanno raggiunto l’età per
essere elettori supera il 20% dell’elettorato totale. Il Lussemburgo è l’unico Stato membro in cui
la deroga si giustifica e l’ha fatta valere nelle ultime elezioni limitando il
diritto di voto e di eleggibilità dei cittadini di paesi terzi che hanno
domicilio legale e residenza a Lussemburgo rispettivamente da almeno due anni e
da almeno cinque anni prima dell’iscrizione. Dalle informazioni che il Lussemburgo ha
trasmesso alla Commissione il 31 agosto 2012, il totale dei cittadini dell’UE
che hanno raggiunto l’età per votare residenti a Lussemburgo è 383 485,
dei quali i residenti senza avere la cittadinanza lussemburghese sono 151 126,
ossia il 39,41%, ben al di sopra della soglia del 20%. Le ragioni per applicare
la deroga ai sensi dell’articolo 22, paragrafo 2, del TFUE risultano quindi
tuttora applicabili. 6. AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE DEI
CANDIDATI UE NON CITTADINI DELLO STATO MEMBRO ALLE ELEZIONI EUROPEE: MODIFICA
DELLA DIRETTIVA 93/109/CE DEL CONSIGLIO Nella relazione sulle elezioni europee del 2009,
tra le varie ragioni alla base dello scarso afflusso alle urne nelle elezioni
europee, la Commissione ha indicato che solo un esiguo numero di cittadini dell’UE
residenti in uno Stato membro diverso dal proprio si avvale del diritto di
eleggibilità nel paese di residenza: nel 2009 se ne sono candidati solo 81. La Commissione ha rilevato che i cittadini
dell’UE che desiderano candidarsi alle elezioni europee nello Stato membro in
cui si sono trasferiti devono affrontare procedure amministrative pesanti e
costose. Nella relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione, la Commissione ha
annunciato che avrebbe rilanciato i negoziati su una modifica della
direttiva 93/109/CE al fine di semplificare le procedure per i cittadini
dell’UE eleggibili, nel rispetto della legittimità delle elezioni europee. In seguito alla ripresa dei negoziati ad opera
della Commissione, il 20 dicembre 2012 il Consiglio ha adottato la direttiva 2013/1/UE[34], recante modifica della
direttiva 93/109/CE, che prevede tra l’altro che i candidati non debbano più
addurre la prova che non sono decaduti dai diritti elettorali nel loro Stato
membro d’origine. Devono invece presentare alle autorità elettorali dello Stato
membro di residenza una dichiarazione formale a tale fine. La procedura
semplificata si applicherà alle elezioni europee del 2014. 7. CONCLUSIONE Quest’anno, 2013, sarà l’Anno europeo dei
cittadini e il XX anniversario dell’istituzione della cittadinanza europea con
il trattato di Maastricht. Si prevede un ampio numero di manifestazioni,
conferenze e dibattiti pubblici in tutta Europa a livello d’Unione, nazionale,
regionale e locale. Tali manifestazioni sono finalizzate a sensibilizzare i
cittadini dell’Unione ai propri diritti in forza del diritto dell’UE, compreso
il diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione, e a stimolare la
partecipazione attiva a forum civici sulle politiche e su problematiche dell’Unione. L’Anno europeo dei cittadini offre
innanzitutto l’occasione di ascoltare le preoccupazioni dei cittadini europei,
ma anche di sensibilizzarli all’impatto tangibile delle politiche dell’UE nella
loro vita, evidenziando l’importanza del loro contributo nel dar forma all’Unione
e avviando con loro dibattiti politici sulle questioni europee. L’Anno europeo
dei cittadini è la loro occasione di farsi sentire, e la prima, grande
opportunità sono proprio le elezioni del Parlamento europeo. In considerazione delle elezioni europee del 2014,
secondo la Commissione: ·
gli elettori dovrebbero essere informati dei
collegamenti esistenti tra i partiti politici nazionali e i rispettivi
candidati ai partiti politici europei durante le elezioni del Parlamento
europeo; ·
gli Stati membri dovrebbero concordare una data
comune per le elezioni del Parlamento europeo, in cui i seggi elettorali
chiudano simultaneamente; ·
ciascun partito politico europeo dovrebbe nominare
il proprio candidato alla presidenza della Commissione europea; ·
i partiti nazionali dovrebbero provvedere affinché
le trasmissioni radiotelevisive di argomento politico in vista delle elezioni
del Parlamento europeo informino i cittadini in merito al candidato che
sostengono alla presidenza della Commissione europea e al relativo programma. La Commissione ritiene che queste
raccomandazioni pratiche, innovative ma non rivoluzionarie, possano essere
attuate in tempo per le elezioni del Parlamento europeo del 2014.
Contribuiranno a stimolare un dibattito europeo e a dar vita ad uno spazio
pubblico europeo, per contribuire a porre l’Europa al centro dei dibattiti
nazionali in tutta l’UE. Sarà la base dei prossimi passi dell’integrazione
europea. [1] Trattato sull’Unione europea (TUE), articolo 10,
paragrafo 3: “Ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica
dell’Unione. Le decisioni sono prese nella maniera il più possibile aperta e
vicina ai cittadini.” [2] Il titolo II del TUE integra la cittadinanza dell’UE
nelle disposizioni relative ai principi democratici (articolo 9) e rafforza il
vincolo tra cittadinanza e democrazia (articoli 10 e 11 del TUE). [3] TUE, articolo 11, paragrafo 4: “Cittadini dell’Unione,
in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero
significativo di Stati membri, possono prendere l’iniziativa d’invitare la
Commissione europea, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta
appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario
un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati.” [4] Articolo 10, paragrafo 2, del TUE. [5] Articolo 14, paragrafo 2, del TUE. [6] Articolo 189 del trattato che istituisce la Comunità
europea. [7] COM(2010) 605 def. — Relazione sull’elezione dei
membri del Parlamento europeo (Atto del 1976, modificato dalla decisione 2002/772/CE,
Euratom) e sulla partecipazione dei cittadini dell’Unione europea alle elezioni
del Parlamento europeo nello Stato membro di residenza (direttiva 93/109/CE). [8] COM(2010) 603 def. [9] Sessione plenaria del Parlamento europeo del 12
settembre 2012, Strasburgo, disponibile sul sito http://ec.europa.eu/soteu2012/. [10] COM(2012) 777 final/2. [11] http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_Data/docs/pressdata/en/ec/134069.pdf. [12] http://ec.europa.eu/european-debate/index_it.htm. [13] C (2013)1303 final. [14] Eurobarometro del Parlamento europeo (EB/EP 77.4), “Gli
europei a due anni dalle elezioni europee del 2014” Bruxelles, 20 agosto 2012. [15] Flash Eurobarometro 364 sui diritti elettorali dei
cittadini dell’UE, sondaggio del novembre 2012. [16] Idem. [17] Consultazione pubblica, “Cittadini dell’Unione: i vostri
diritti, il vostro futuro” lanciata dalla Commissione tra maggio e settembre 2012
nell’ambito della relazione 2013 sulla cittadinanza dell’Unione. [18] Articolo 10, paragrafo 4, del TUE e articolo 12, paragrafo
2, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, [19] COM(2012) 499 def. [20] Cfr. articolo 17, paragrafo 3, della proposta di
regolamento. [21] Articolo 17, paragrafo 7, del TUE: “Tenuto conto delle
elezioni del Parlamento europeo e dopo aver effettuato le consultazioni
appropriate, il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata, propone
al Parlamento europeo un candidato alla carica di presidente della Commissione.
Tale candidato è eletto dal Parlamento europeo a maggioranza dei membri che lo
compongono.” La dichiarazione n. 11, relativa all’articolo 17, paragrafi 6
e 7, del trattato sull’Unione europea, afferma che il Parlamento europeo e il
Consiglio europeo sono congiuntamente responsabili del buono svolgimento del
processo che porta all’elezione del presidente della Commissione europea e
fornisce indicazioni sulle consultazioni necessarie in merito. [22] Cfr. nota 21. [23] Indagine Eurobarometro EB/EP 77.4, del 20 agosto 2012, già
citata. [24] Risoluzione del Parlamento europeo del 22 novembre 2012
sulle elezioni al Parlamento europeo nel 2014 (2012/2829(RSP)). [25] COM(2012) 777 final/2. [26] Articolo 22, paragrafo 2, del TFUE e direttiva 93/109/CE
del Consiglio, del 6 dicembre 1993, relativa alle modalità di esercizio del
diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i
cittadini dell’Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono
cittadini (GU L 329 del 30.12.1993, pag. 34). [27] Il meccanismo consiste in uno scambio di dati tra gli
Stati membri sui cittadini registrati come elettori o eleggibili nello Stato
membro di residenza. In base ai dati trasmessi dallo Stato membro di residenza,
lo Stato membro d’origine deve stralciare dalle proprie liste elettorali i
cittadini interessati (o impedir loro con altri mezzi di votare o essere
eleggibili). [28] COM(2010) 605 def. [29] COM(2010) 603 def. [30] COM(2010) 603 def. [31] Cipro, Polonia e Romania hanno adottato una nuova normativa;
Repubblica ceca, Ungheria, Lituania, Slovacchia e Slovenia hanno annunciato
modifiche alla normativa che entreranno in vigore in tempo utile per le
elezioni europee del 2014; Bulgaria e Malta hanno recentemente adottato una
nuova normativa attualmente all’esame; Estonia e Lettonia hanno fornito
spiegazioni esaurienti sulla conformità della loro normativa al diritto dell’UE. [32] I principi comuni sono contenuti nell’Atto del 1976
relativo all’elezione dei rappresentanti nell’Assemblea a suffragio universale
diretto, allegato alla decisione 76/787/CECA, CEE, Euratom del 20 settembre 1976
modificata da ultimo dalla decisione 2002/772/CE, Euratom (GU L 283 del 21.10.2002,
pag. 1). [33] I Paesi Bassi hanno trasmesso istruzioni alle autorità
comunali a tal fine. [34] GU L 26 del 26.1.2013, pag. 28.