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Document 52014DC0173

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI I dialoghi con i cittadini quale contributo allo sviluppo di uno spazio pubblico europeo

/* COM/2014/0173 final */

52014DC0173

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI I dialoghi con i cittadini quale contributo allo sviluppo di uno spazio pubblico europeo /* COM/2014/0173 final */


RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

I dialoghi con i cittadini quale contributo allo sviluppo di uno spazio pubblico europeo

Mentre l'Europa sta superando la crisi finanziaria ed economica, sempre più decisioni che hanno un impatto diretto sulla vita delle persone vengono prese a livello europeo. È quindi il momento di avviare una riflessione su come rafforzare ulteriormente le strutture democratiche della nostra Unione. Prima che l'Europa attui le grandi riforme a ciò necessarie, i politici nazionali ed europei devono avviare un ampio dibattito con i cittadini in merito alla futura configurazione dell'Europa. Deve trattarsi di un vero e proprio dibattito europeo, incentrato sui cittadini.

Per questo motivo la Commissione Europea ha testato e messo a punto un nuovo strumento di comunicazione volto ad integrare gli strumenti esistenti che coinvolgono direttamente le persone: i dialoghi con i cittadini. Il concetto si basa sul modello delle "riunioni pubbliche informali" o consessi locali, durante i quali i politici ascoltano e discutono con i cittadini in merito alle politiche e alle decisioni da adottare.

In tutti gli Stati membri si sono tenuti complessivamente 51 dialoghi con i cittadini. Vi hanno partecipato 22 commissari europei su 28 generalmente insieme con rappresentanti del Parlamento europeo e politici nazionali o locali (vedi tabella in allegato). Ciò ha conferito ai dialoghi con i cittadini una reale dimensione europea, rafforzata dal fatto che attualmente in molti Stati membri vengono organizzati dibattiti analoghi a livello nazionale, regionale e locale.

La serie di oltre 50 dialoghi avviata nel settembre 2012 e proseguita fino al marzo 2014 ha caratterizzato l'anno europeo dei cittadini, mettendo i dibattiti al centro degli obiettivi dell'anno europeo, ovvero celebrare il 20° anniversario dell'introduzione della cittadinanza dell'UE con il trattato di Maastricht e preparare il terreno per le elezioni del Parlamento europeo, che si terranno nel maggio 2014. Si tratterà di un momento cruciale in cui i cittadini potranno decidere quale corso auspicano per l'Europa.

L'esperienza maturata in questi 18 mesi dalla Commissione grazie ai dialoghi con i cittadini ha dimostrato che tali iniziative possiedono il potenziale per integrare efficacemente gli strumenti già esistenti allo scopo di consentire ai cittadini dell'UE di godere appieno dei loro diritti, come le consultazioni pubbliche. I dialoghi con i cittadini rappresentano un'occasione in più per dar voce ai cittadini nel processo decisionale a livello europeo. I dibattiti hanno dato ai cittadini l'opportunità di esprimere le loro opinioni e di fare domande sulle questioni per loro più importanti (come il superamento della crisi economica), mentre i commissari e gli altri politici hanno avuto l'opportunità di ascoltare direttamente i cittadini, di spiegare le politiche e di sottolineare gli effetti tangibili delle decisioni adottate a livello europeo sui cittadini e le loro vite. I dialoghi si sono quindi affermati come uno strumento volto a informare le persone, a ripristinare la fiducia nelle istituzioni europee e nazionali e a sensibilizzare i cittadini sul fatto che l'UE tiene conto delle loro opinioni.

I dialoghi coinvolgono membri delle istituzioni dell'UE e attori a livello nazionale e il loro modello si è diffuso e moltiplicato all'interno degli Stati membri, il che dimostra chiaramente come essi siano in grado di contribuire efficacemente allo sviluppo di uno spazio pubblico europeo. Uno spazio in cui i cittadini europei dialogano tra loro invece di parlare gli uni degli altri e in cui le questioni europee vengono discusse da un punto di vista europeo, creando una narrazione europea basata su valori condivisi e che tiene conto delle specificità nazionali e regionali. Allo stesso tempo, questo spazio permetterà altresì ai cittadini di rendersi conto che anche a livello europeo, come a quello nazionale, hanno a disposizione una precisa scelta di politiche e di strategie.

Il contesto politico: un'occasione per rafforzare la democrazia

1.1. Grandi passi avanti

La crisi finanziaria ed economica ha rappresentato un catalizzatore del cambiamento. I coraggiosi passi compiuti verso un approfondimento dell'Unione economica e monetaria hanno aumentato il coordinamento e le decisioni prese a livello europeo. L'Unione europea ha compiuto un enorme passo in avanti. Ha attuato nuovi strumenti e politiche volti ad affrontare gli effetti e le cause profonde della crisi e ad impedire una futura escalation delle difficoltà - ad esempio con la creazione del meccanismo europeo di stabilità dotato di una capacità di prestito pari a 500 miliardi di euro, con l'introduzione del semestre europeo per coordinare in maniera molto più efficace la politica economica e fiscale degli Stati membri e con l'istituzione di parti essenziali dell'Unione bancaria per rendere più stabile il sistema finanziario ed evitare ai contribuenti di dover pagare per gli errori dei dirigenti delle banche. Questi cambiamenti devono essere seguiti da riforme che renderanno queste nuove strutture molto più democratiche, garantendo trasparenza e responsabilità.

La comunicazione "Piano per un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita"[1] ha delineato le modifiche istituzionali necessarie e la maniera per formare una coscienza e un'influenza politiche. Essa costituisce la base delle proposte volte a progredire verso un'Unione fiscale e, infine, verso un'Unione politica sempre più stretta[2].

La crisi ha acuito la perdita di fiducia nella governance e nella leadership politica sia a livello nazionale che europeo. Per contrastare questo fenomeno, è necessario compiere maggiori sforzi per coinvolgere, ascoltare e informare i cittadini sulla maniera in cui le politiche dell'UE li possono aiutare, su come esercitare i diritti derivanti dalla cittadinanza dell'Unione e su come usare il nostro sistema di democrazia rappresentativa per dire la loro a livello europeo. Il dibattito con i cittadini sul cambiamento politico necessario deve avvenire prima, e non dopo, la creazione di nuove strutture.

Gli approcci derivanti dalle politiche settoriali dell'UE volti a ricostruire la fiducia dei cittadini nella governance europea mediante i dialoghi, ad esempio, nel settore della ricerca, costituiscono un'integrazione importante dell'iniziativa "Dialogo con i cittadini"[3].

1.2. La necessità di ricostruire la fiducia

I dialoghi con i cittadini rappresentano una parte centrale di questo dibattito. Sono stati avviati nel momento in cui le indagini Eurobarometro indicavano che la crisi stava contribuendo a un calo della fiducia nell'UE dal 57 % al 31 % e nelle istituzioni nazionali dal 41 % al 23 % tra la primavera 2007 e l'autunno 2013[4]. Allo stesso modo, negli ultimi anni l'immagine pubblica dell'UE è peggiorata e gli europei sono diventati meno ottimisti circa il futuro dell'Unione[5].

Eurobarometro standard 80 - autunno 2013

Parallelamente al calo della fiducia vi è una sensazione, diffusa tra i cittadini europei, che la loro voce non conti. Mentre la percentuale di europei che sarebbe d'accordo con l'affermazione "La mia voce conta nell'UE" è scesa dal 38 % nella primavera del 2009 a solo il 29 % nell'autunno 2013, la percentuale di coloro che non sono d'accordo è passata dal 53 % al 66 %[6]. Solo in uno Stato membro, la Danimarca, più della metà della popolazione ritiene di poter influenzare efficacemente l'agenda dell'UE. In alcuni Stati membri che sono stati colpiti in maniera particolarmente pesante dalla crisi come Cipro, Grecia e Portogallo, solo l'11-18 % dei cittadini condivide questa opinione[7].

QA19.a.3. Si prega di indicare in quale misura condivide o meno ciascuna delle seguenti affermazioni. La mia voce conta nell'UE

|| Completamente "D'accordo" || || Completamente "In disaccordo" || || Non so

Eurobarometro standard 80 - autunno 2013

1.3. I dialoghi con i cittadini: un nuovo modello con una dimensione europea

I dialoghi con i cittadini sono stati concepiti come eventi "porte aperte" che invitavano i cittadini a condividere le loro opinioni nel corso di riunioni pubbliche informali organizzate in tutta l'Unione. I dialoghi erano organizzati in sessioni di 1,5-2 ore con tre argomenti di discussione: la ripresa dalla crisi economica, i diritti dei cittadini e il futuro dell'Europa. Si sono discusse anche altre questioni specifiche del paese in questione e relative al settore di competenza dei commissari che tenevano il dibattito. In generale, la natura aperta dei dibattiti ha permesso ai cittadini di sollevare qualsiasi tipo di questione[8]. Informazioni sugli eventi sono state ampiamente fornite dai media regionali, attraverso i siti Web delle rappresentanze della Commissione e sui social media. I dialoghi si sono svolti in forma di eventi completamente aperti, quindi i partecipanti non possono essere considerati come un campione rappresentativo della popolazione dell'Unione nel suo complesso. Le opinioni espresse dai cittadini durante gli eventi si sono tuttavia rivelate in linea con i risultati dei sondaggi rappresentativi regolarmente condotti dalla Commissione.

Obiettivo dei dialoghi era consentire ai cittadini di rivolgere direttamente le loro domande sul futuro dell'Unione e sulle politiche UE ai politici europei e nazionali. I cittadini hanno avuto l'opportunità di esprimere le loro opinioni, di ottenere informazioni concrete, ma anche di constatare che la politica dell'UE ha un volto umano. La reazione dei cittadini e dei politici coinvolti così come la copertura mediatica dimostrano il raggiungimento di questo obiettivo, che evidentemente corrispondeva alle aspettative dei partecipanti. Gli scambi diretti si sono inoltre dimostrati uno strumento atto a dimostrare ai cittadini che i politici europei, così come quelli nazionali, sostengono strategie e una visione politica determinate.

Fin dall'inizio, gli eventi si sono caratterizzati per una dimensione europea. Per gran parte dei dialoghi, i commissari sono stati affiancati da membri del Parlamento europeo nonché da politici nazionali, regionali e locali. I membri del Parlamento europeo sono stati particolarmente impegnati in molti dei dibattiti, a volte condividendo il palco centrale con i commissari, a volte contribuendo con domande o dichiarazioni. Analogamente, hanno preso parte ai dibattiti diversi politici nazionali e regionali di alto livello come il presidente della Repubblica di Bulgaria, il vicecancelliere dell'Austria e ministri-presidenti di alcuni tra i Länder tedeschi e austriaci. I sindaci delle città ospitanti hanno ricoperto un ruolo fondamentale per entrare in contatto con i cittadini. Hanno infatti aiutato le persone a colmare il divario tra questioni locali ed europee nonché a vedere la dimensione europea dei problemi locali e la dimensione locale delle questioni politiche europee.

Questo approccio ha sottolineato come l'ampio dibattito sulle questioni europee dovrebbe coinvolgere tutti i livelli, da quello europeo a quello locale. Ha contribuito a trasformare i dialoghi in veri e propri eventi europei, facilitando lo sviluppo di uno spazio pubblico europeo. Ciò è stato favorito da una serie di strumenti e tecniche.

Tutti i dibattiti sono stati trasmessi in diretta via Internet (streaming) nella lingua/nelle lingue della regione ospitante e in inglese; inoltre i moderatori hanno presentato le domande o i commenti ricevuti attraverso i social media, soprattutto via Twitter (grazie all'hashtag creato per l'occasione #eudeb8) e sugli account Facebook della Commissione. La piattaforma www.debatingeurope.eu ha consentito discussioni successive[9]. Numerosi dibattiti sono stati inoltre trasmessi in diretta dalle emittenti televisive regionali o nazionali dello Stato membro ospitante.

In particolare l'attività dei social media prima, durante e dopo ogni evento ha dimostrato di andare oltre l'apertura di un evento fisico al mondo di Internet, ha infatti permesso di collegare tra loro i dialoghi svolti nei diversi Stati membri e di consentire ai partecipanti ai dibattiti precedenti di essere coinvolti nei dialoghi successivi. Un dialogo online ha coinvolto i cittadini di tutta Europa utilizzando la TV, un web-stream e i social media.

Alcuni dialoghi hanno fisicamente coinvolto cittadini provenienti da diversi paesi: ad esempio, il dibattito svoltosi ad Esch era diretto ai cittadini della "grande regione" che comprende il Lussemburgo e le zone confinanti di Francia, Belgio e Germania, mentre il dialogo con i cittadini di Trieste ha coinvolto partecipanti provenienti da Italia, Slovenia, Croazia e Austria.

A conclusione di questa serie di dialoghi con i cittadini, per il 27 marzo 2014 è previsto un evento paneuropeo a cui parteciperanno persone provenienti da tutte le città che hanno ospitato gli oltre 50 dialoghi svoltisi tra settembre 2012 e marzo 2014 in tutti gli Stati membri. Questo evento di un'intera giornata avrà luogo subito prima della fase finale della campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo del 2014 e consentirà ai partecipanti di discutere con diversi politici europei e nazionali. Si tratta di un'occasione per dimostrare che la politica europea, come quella nazionale, consiste in elettori che scelgono le loro politiche preferite.

Il dialogo online con i cittadini

Un dialogo online con i cittadini[10] ha coinvolto i cittadini di tutta Europa, che hanno utilizzato i social media per partecipare ad un dibattito a livello di UE. È stato preceduto da un hangout tra i blogger[11] di diversi Stati membri impegnati nel dibattito politico sul Web e sui social media. Questi due dibattiti online hanno generato oltre 15 000 messaggi sui social media, quasi 5 000 visualizzazioni su YouTube e 40 elementi multimediali.

Il dialogo online con i cittadini è stato organizzato in collaborazione con Euronews. Un obiettivo centrale era quello di estendere l'evento al maggior numero di persone possibile, quindi le domande sono state poste da molte delle persone che non hanno potuto partecipare all'hangout che, per motivi tecnici, era aperto a un numero limitato di cittadini. Il dialogo online ha assunto la forma di un Hangout di Google trasmesso in diretta su YouTube ed è stato mandato in onda in prima serata dopo un'intervista "Conversazione globale" trasmessa in diretta su Euronews (una fusione tra un classico programma televisivo e un forum di discussione online).

L'entità del dibattito online generato da questo dialogo e dalle chat con i blogger si è rivelata notevolmente maggiore rispetto ai normali dialoghi con i cittadini: un'interessante lezione per il futuro in termini di modi alternativi per interagire con diversi gruppi di cittadini. Tenendo presente la tipologia specifica di pubblico raggiungibile sul web, è chiaro che eventi di questo tipo sono complementari agli scambi fisici "faccia a faccia".

1.4. Migliorare la diffusione

Parte integrante del concetto alla base dei dialoghi con i cittadini è che tutti i cittadini potessero parteciparvi senza bisogno di conoscenze approfondite dell'Unione europea o delle sue politiche. Con pochissime eccezioni, ai dialoghi hanno partecipato cittadini che esprimevano le loro opinioni e non quelle di specifici gruppi di interesse. I partecipanti non sono stati preselezionati, ma si trattava semplicemente di membri del pubblico interessati all'Europa e a uno scambio di opinioni con i responsabili politici europei e nazionali.

Al fine di rendere i dialoghi più significativi per i partecipanti, in molti Stati membri (tra cui Repubblica ceca, Francia, Lituania e Spagna) la Commissione ha organizzato dibattiti preparatori e di follow-up (sia incontri fisici che sul Web). Questi hanno contribuito a definire le priorità dei partecipanti in vista del dialogo principale nonché a mantenere vivo l'interesse generato dalle discussioni.

Per i dialoghi tenutisi in Svezia e Italia è stato sviluppato un approccio efficace mediante l'organizzazione di dialoghi tematici (con o senza la partecipazione dei commissari europei) in diverse regioni prima del dialogo nazionale principale. Ciò ha permesso una preparazione approfondita delle tematiche di particolare importanza per i cittadini di tali paesi.

Gran parte dei dialoghi con i cittadini ha visto la partecipazione di uno o più media partner, perlopiù giornali e stazioni radio-televisive locali e regionali. In alcuni casi la televisione pubblica nazionale ha trasmesso i dialoghi in diretta, interamente o parzialmente, subito dopo gli eventi (ad esempio le televisioni nazionali di Bulgaria, Grecia, Portogallo, Svezia e Croazia hanno mandato in onda i dialoghi in diretta, interamente o parzialmente).

1.5. La risposta

In media circa 350 cittadini hanno partecipato fisicamente a ogni dialogo (con un massimo di 800 partecipanti a Trieste). In totale, oltre 16 000 cittadini hanno preso parte ai dialoghi. Più di 105 000 persone hanno partecipato via web-stream e sui social media, mentre molte altre li hanno seguiti in TV. Il grande potenziale dei social media è stato particolarmente evidente in occasione dei dialoghi di Dublino, Tallinn e Barcellona, ​​dove il numero di persone che ha seguito attivamente l'evento su Internet è stato fino a 100 volte superiore al numero di persone presenti in loco.

Forme di partecipazione ai dialoghi con i cittadini

Eppure questa è solo una piccola parte della popolazione totale dell'UE. Ciò dimostra come l'Unione stia ancora iniziando a sviluppare questo strumento di comunicazione, che possiede un grande potenziale e che si sta diffondendo grazie all'organizzazione di un numero sempre maggiore di dibattiti analoghi a livello nazionale, regionale e locale. I dialoghi comunque rappresentano già un efficace complemento degli strumenti di comunicazione utilizzati dalla Commissione (e da altre istituzioni dell'UE) per stabilire un contatto diretto con i cittadini, come le consultazioni pubbliche sui progetti di nuove normative e iniziative più specifiche come "Share Europe Online" o "Back to School".

Una caratteristica costante di molti dialoghi con i cittadini è stata quella di pubblicare, il giorno dell'evento, supplementi riguardanti l'Europa, le sue istituzioni e i diritti dei cittadini sui quotidiani regionali, con una diffusione combinata di oltre 12 milioni di copie. Insieme ad interviste specifiche ai commissari presenti agli eventi sui giornali nazionali o regionali, ciò ha comportato il raggiungimento di un bacino di utenza potenziale di 43 milioni di lettori di quotidiani e 51 milioni di utenti dei siti Web collegati[12]. Inoltre, molti milioni di europei hanno potuto ricevere informazioni sui dialoghi attraverso TV, radio, stampa e media online: in alcuni Stati membri i dialoghi sono stati trasmessi in diretta con una media di 38 elementi multimediali per evento, soprattutto sui mass media.

Elementi multimediali pubblicati a seguito dei dialoghi con i cittadini di Cadice-Amsterdam

Molto spesso la copertura mediatica non si è limitata al paese in cui si è svolto il dialogo, ma si è estesa anche ad altri paesi (come nel caso dei dialoghi di Dublino, Heidelberg o Liegi). Chiaramente gli eventi hanno una diffusione notevolmente più ampia se ottengono la copertura dei mass media, in particolare TV e radio. È inoltre emerso che, oltre alla copertura del dibattito vero e proprio, molti elementi multimediali si sono incentrati su particolari tematiche politiche sollevate dai commissari e dai loro partner.

Inoltre, le domande e le osservazioni pervenute alle rappresentanze e al call centre di Europe Direct a seguito dei dialoghi dimostrano come gli effetti dei dibattiti siano andati ben oltre la classica esposizione di un discorso. I cittadini hanno continuato a partecipare anche dopo gli eventi veri e propri, incoraggiati dalla natura interattiva dei dibattiti. Hanno posto domande ed espresso critiche su politiche specifiche dell'UE nonché sulla visione politica generale dei commissari. 

Diffusione geografica degli elementi multimediali (Cadice-Amsterdam)

1.6. Valutare gli atteggiamenti dei cittadini

A complemento degli incontri fisici, le indagini di Eurobarometro condotte per la Commissione e per altre istituzioni dell'UE hanno documentato le opinioni degli europei sul futuro dell'Unione e le loro aspettative in merito alle iniziative politiche in corso e future[13]. La rete dei centri di informazione Europe Direct come anche il call centre di Europe Direct hanno svolto un ruolo fondamentale nella preparazione e nel seguito dato ai dialoghi con i cittadini: li hanno infatti informati circa i dialoghi organizzati nella loro regione o nelle zone limitrofe ed hanno aiutato gli organizzatori a comprendere meglio le preoccupazioni dei cittadini nelle loro aree geografiche. I commissari hanno inoltre esortato i cittadini a inviare a Europe Direct domande rimaste senza risposta e commenti successivamente agli eventi, garantendo loro che avrebbero ricevuto una risposta.

Fin dalla fase iniziale, la Commissione ha chiesto a tutti i partecipanti ai dibattiti di esprimere le proprie opinioni. Sono anche stati utilizzati dispositivi per il voto elettronico allo scopo di ottenere il feedback dei cittadini su una serie di domande fondamentali come "Ritieni che la tua voce sia ascoltata in Europa?" e "Credi che l'Europa uscirà più forte dalla crisi?". Queste domande sono state pubblicate in tutte le lingue dell'UE e poste dalle rappresentanze della Commissione nel corso di altri incontri con i cittadini e dal centro visitatori della Commissione di Bruxelles. Nei 18 mesi durante i quali si sono svolti i dialoghi sono state ricevute e analizzate oltre 6 000 risposte.

Il seguito dato ai dialoghi con i cittadini, insieme con i dibattiti preparatori e di follow-up, ha confermato un importante risultato delle indagini Eurobarometro: due europei su tre ritengono che la loro voce non venga ascoltata. Circa il 57 % dei partecipanti ai dialoghi con i cittadini condivideva questa opinione. Ciò corrisponde al desiderio molto forte di quasi 9 partecipanti su 10 (pari all'88 % del totale) di avere più dialoghi con i cittadini.

Negli Stati membri colpiti in modo particolarmente grave dalla crisi, i dialoghi hanno dato ai cittadini la possibilità di esprimere le loro preoccupazioni e di confrontarsi direttamente e di contestare i politici europei, nazionali o regionali, ma anche di sperimentare che i governanti non si tirano indietro di fronte a dibattiti a volte conflittuali. Allo stesso tempo, gli eventi hanno dato a commissari ed altri politici la possibilità di dimostrare che sono disponibili ad ascoltare e che si stanno impegnando per spiegare le azioni intraprese allo scopo di superare la crisi.

1.7. Temi sollevati nel corso dei dibattiti

I dialoghi con i cittadini hanno affrontato una vasta gamma di tematiche. Gli argomenti trattati hanno rivelato le problematiche più importanti per gli europei nonché ciò che si aspettano dai leader politici per risolverle. In molti casi le opinioni e le domande espresse in loco riflettevano quelle risultanti dalle indagini.

Sondaggi tra i partecipanti ai dialoghi con i cittadini (Cadice-Bucarest)

Ad esempio, sia le indagini che i dibattiti hanno evidenziato come i cittadini di tutti gli Stati membri, che ne siano coinvolti personalmente o meno, sono preoccupati dell'impatto economico e sociale della crisi (in particolare del pericolo di una "generazione perduta" di giovani che devono affrontare la disoccupazione). L'osservazione più importante a tal proposito è che generalmente i partecipanti ai dibattiti in tutti gli Stati membri hanno affermato che solidarietà e responsabilità devono andare di pari passo. I cittadini di tutta l'Unione hanno dato un segnale forte: per loro l'UE deve basarsi sulla solidarietà.

La voce dei cittadini:

"Ritiene che l'Europa dovrebbe fare di più per aiutarci a uscire dalla crisi?" — Il 66,9 % dei partecipanti al dialogo con i cittadini di Berlino ha risposto "sì" (10 novembre 2012)[14].

"L'Europa è la Grecia e la Grecia è l'Europa. Questo significa Unione" —  Tweet arrivato durante il dialogo con i cittadini di Dublino (10 gennaio 2013).

"Qual è il significato di solidarietà? Non dobbiamo perdere un'intera generazione. Siamo un'Unione di persone!" —  Intervento di un giovane durante il dialogo con i cittadini di Salonicco (22 marzo 2013).

I diritti dei cittadini dell'UE conferiti dai trattati hanno rappresentato una parte importante dei dialoghi. I partecipanti si sono concentrati soprattutto sul diritto alla libera circolazione e sulle politiche che incrementano la creazione di posti di lavoro attraverso l'istruzione e la formazione.

La voce dei cittadini:

"Come possiamo ottenere la giustizia e un obiettivo di occupazione del 75 % se continua a persistere il divario retributivo di genere?" —  Intervento di una partecipante durante il dialogo con i cittadini di Dublino (10 gennaio 2013).

"I programmi PRISM e TEMPORA sono stati un campanello d'allarme. Le norme dell'UE sulla vigilanza devono essere riviste. La Corte di giustizia ha affermato che le norme in materia di raccolta e memorizzazione dei dati non sono efficaci e questo implica una violazione dei diritti fondamentali" —  Intervento di un partecipante durante il dialogo con i cittadini di Heidelberg (16 luglio 2013).

 "Sono stato in ERASMUS. Al momento partecipo al Servizio volontario europeo e incontro persone provenienti da tutta Europa: sono felice di condividere con loro il mio tempo così come idee e sogni... Ci piace stare insieme, ma condividiamo anche un certo malcontento... Chiediamo ai governanti la possibilità di partecipare a questo stile di vita interculturale" —  Commento pubblicato su www.debatingeurope.eu a seguito del dialogo con i cittadini di Bruxelles (4 maggio 2013).

"La libera circolazione è minacciata da politici populisti. L'UE deve agire contro la discriminazione dei cittadini rumeni in alcuni Stati membri" —  Intervento di un partecipante durante il dialogo online con i cittadini (16 gennaio 2014).

Per quanto concerne il futuro dell'Europa, oltre la metà dei cittadini (pari al 54 % del totale) che hanno partecipato agli eventi nel contesto dell'anno europeo dei cittadini è a favore di una maggiore integrazione europea. Inoltre, tre partecipanti su quattro (pari al 74 % del totale) sostengono l'idea di un'Unione politica più stretta.

La voce dei cittadini:

"Quello di cui abbiamo bisogno è una vera Unione politica. È giunto il momento di creare partiti politici unificati che rappresentino il popolo europeo. È tempo di fare un enorme passo in avanti verso il federalismo" —  Intervento di un giovane durante il dialogo con i cittadini di Bruxelles (4 maggio 2013).

"Abbiamo bisogno di un governo federale centrale... altrimenti verremo divisi e logorati uno per uno, anche giganti come Germania, Francia e Regno Unito". Commento pubblicato su www.debatingeurope.eu a seguito del dialogo con i cittadini di Bruxelles (4 maggio 2013).

"Le elezioni del Parlamento europeo costituiranno un'ottima occasione per delineare il quadro generale e mostrare qual è la nostra identità comune". — Intervento di un partecipante durante il dialogo online con i cittadini (16 gennaio 2014).

Molte osservazioni presentate dai cittadini durante i dialoghi e i dibattiti di follow-up hanno evidenziato come, a loro avviso, l'integrazione economica debba andare di pari passo con una maggiore democrazia. I partecipanti credono nella democrazia rappresentativa europea: l'87 % di essi ha dichiarato la propria intenzione di votare alle elezioni 2014 del Parlamento europeo. Circa due partecipanti su tre (pari al 61% del totale) sono a favore di un'elezione diretta del prossimo presidente della Commissione.

La voce dei cittadini:

"15 000 borse di studio sono state soppresse. Gli studenti vivono in condizioni di povertà o sono costretti a rinunciare completamente agli studi. Ci sono persone che soffrono la fame. La Commissione e la Troika sono responsabili di questa situazione" —  Intervento di uno studente durante il dialogo con i cittadini di Coimbra (22 febbraio 2013).

"I leader europei devono cambiare il loro approccio nonché (ri)stabilire i valori democratici. L’economia è molto importante, ma Bruxelles deve lavorare per la prosperità del popolo. — Sì! Come una federazione riformata di cittadini. L'integrazione europea ha superato il contesto intergovernativo. — Questa non è affatto una democrazia! Il giorno in cui potrò votare direttamente leggi e politiche, probabilmente lo sarà" - Commenti contrari pubblicati su www.debatingeurope.eu a seguito del dialogo con i cittadini di Bruxelles (4 maggio 2013).

"L'Europa è la speranza e il sogno dei giovani ucraini". — Intervento di un partecipante durante il dialogo online con i cittadini (16 gennaio 2014).

Un tema sorprendente, emerso in particolare dopo l'assegnazione del premio Nobel per la pace all'UE alla fine del 2012, è stato quello della pace. Sullo sfondo del 100° anniversario dello scoppio della prima guerra mondiale nel 2014 - e con i ricordi ancora freschi delle guerre nei Balcani meno di una generazione fa - sia i cittadini che i politici hanno sottolineato come il risultato più importante dell'Unione sia stato quello di porre fine a secoli di massacri in Europa.

Molti partecipanti, in particolare i giovani, si sono dichiarati orgogliosi di condividere la storia del continente e di appartenere a una cultura europea. Come molti altri eventi organizzati durante l'anno europeo dei cittadini, gran parte dei dialoghi ha dimostrato come gli europei siano davvero interessati ai valori su cui si fonda l'Unione. Essi si aspettano che l'integrazione europea favorisca la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani e che garantisca una società equa che offre pari opportunità per tutti.

Infine, i feedback ricevuti a seguito dei dialoghi organizzati dal settembre 2012 indicano che i cittadini vogliono avere la possibilità di scegliere - alle prossime elezioni del Parlamento europeo, ma non solo - tra diverse idee politiche, che affrontino le tematiche fondamentali dell'unità, della democrazia e della solidarietà.

La voce dei cittadini:

"Siamo lieti di ospitarvi nella nostra isola, dove le persone messe al bando dal continente ad opera del governo fascista dovevano incontrarsi segretamente nelle grotte o sulle spiagge. Durante la guerra, Altiero Spinelli e gli altri hanno sviluppato qui la loro visione dell'Europa quando la situazione sembrava senza speranza". —  Il sindaco Giuseppe Assenso durante il dialogo con i cittadini di Ventotene (27 maggio 2013).

"Qualsiasi forma di discriminazione (sia favorevole che sfavorevole) lede nel profondo i principi di giustizia, equità e lealtà". — Commento pubblicato a seguito del dialogo con i cittadini di Tallinn (14 settembre 2013).

Conclusioni e prospettive future: come sviluppare ulteriormente questo strumento

I dialoghi con i cittadini rappresentano uno strumento nuovo, un esperimento di comunicazione paneuropea partito su piccola scala. I 51 dialoghi organizzati tra settembre 2012 e marzo 2014 hanno rappresentato un processo di apprendimento per tutti i soggetti coinvolti. Essi offrono una valida base per lo sviluppo dell'iniziativa, soprattutto riguardo alla portata. I dibattiti aperti tra politici europei, nazionali e regionali – che prendono le decisioni politiche – e cittadini europei – la cui vita quotidiana è direttamente influenzata da tali decisioni – conferiscono alle istituzioni dell'UE un volto umano, ma aiutano anche i commissari e gli altri politici a comprendere meglio.

In vista delle importanti decisioni istituzionali e politiche che dovranno essere adottate nei prossimi anni, è nell'interesse sia dei cittadini che dei politici continuare ad organizzare dibattiti di questo genere anche dopo le elezioni 2014 del Parlamento europeo. Per garantire un vero dibattito europeo, vi dovrebbero partecipare tutti i livelli: europeo, nazionale, regionale e locale.

Sembra che questo modello cominci ad essere adottato a livello nazionale: politici di paesi come Germania, Bulgaria e Irlanda hanno infatti lanciato una serie di dialoghi di loro iniziativa. Anche ex politici, accademici e gruppi di riflessione stanno iniziando ad organizzare dibattiti. Ciò dimostra l'esistenza di una grossa domanda tra i cittadini di interazioni di questo tipo nonché il loro reale potenziale di trasformarsi in un progetto europeo duraturo. Ciò è confermato dal fatto che in diversi Stati membri, tra cui Francia, Italia, Polonia e Svezia, la preparazione e l'organizzazione dei dialoghi con i cittadini ha portato alla creazione di reti informali. Tali reti possono moltiplicare gli effetti di questa iniziativa e mantenere vivo il dibattito riunendo politici europei, governi nazionali e regionali, le rappresentanze della Commissione e gli uffici d'informazione del Parlamento, singoli cittadini e organizzazioni della società civile.

Il dibattito è iniziato. I dialoghi con i cittadini hanno dimostrato che gli europei sono pronti e disponibili a discutere le questioni europee e a "inquadrare il dibattito con i gli elettori nazionali in una prospettiva genuinamente europea"[15]. Il dialogo paneuropeo con i cittadini previsto per il 27 marzo 2014, con la partecipazione di persone provenienti da tutte le città che hanno ospitato un dibattito così come dei cittadini che hanno preso parte al dialogo online, dovrebbe dare ulteriore impulso a questo processo.

I dialoghi sono quindi una parte del vasto dibattito europeo necessario prima di apportare gli audaci cambiamenti indispensabili per la realizzazione di un'Unione ancora più democratica. Hanno già rappresentato uno strumento per mostrare agli europei che possono realmente scegliere nelle prossime elezioni del Parlamento europeo e che il loro voto conta davvero.

[1]           COM(2012) 777.

[2]           COM(2012) 777 final/2; cfr. anche il discorso sullo Stato dell'Unione del 2013.

[3]           Un buon esempio è l'iniziativa VOICES (www.voicesforinnovation.eu), un processo di consultazione diretta dei cittadini a livello europeo in cui le loro proposte vengono raccolte e poi prese in considerazione nello sviluppo della politica di ricerca e innovazione. Allo stesso modo, la "Special Initiative for Citizen Engagement in Science 'Have your say…about science'" (Iniziativa speciale per l'impegno dei cittadini nella scienza 'Dite la vostra... sulla scienza') e i "Piani d'azione per la mobilitazione e l'apprendimento reciproco" rafforzano l'impegno pubblico e plurisoggetto nella ricerca e nell'innovazione.

[4]           Eurobarometro Standard 80 (autunno 2013), pag. 5.

[5]           Ibid., pag. 9, anche se nell'autunno del 2013 la tendenza negativa si è leggermente ridimensionata.

[6]           Ibid., pag. 7, anche se nell'autunno del 2013 la tendenza negativa si è leggermente ridimensionata.

[7]           Ibid., pag. 8.

[8]           http://ec.europa.eu/debate-future-europe/index_it.htm.

[9]           È stata una scelta voluta quella di estendere il dibattito a una piattaforma online esistente piuttosto che crearne una nuova. All'inizio del 2013 la piattaforma www.debatingeurope.eu aveva già oltre 100 000 follower, che sono stati identificati come potenziali partecipanti ai 15 dibattiti online organizzati nel contesto dei dialoghi "faccia a faccia" con i cittadini.

[10]          Il dialogo online è disponibile al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=QHYDoO9sVKc.

[11]          Disponibile al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=K7qKlqDsKa8.

[12]          Contatti sui giornali in termini di Gross rating points (GRP) (punti di visualizzazione lorda): 42 643 868; visualizzazioni sul Web in termini di Gross rating points: 51 202 539.

[13]          Per es. Eurobarometro standard 80 (autunno 2013); Eurobarometro del Parlamento europeo 79.5 (agosto 2013).

[14]          Il dato medio per tutti i dialoghi è stato del 65,7 %.

[15]          J.M. Barroso, discorso sullo stato dell'Unione (2013).

Elenco dei dialoghi con i cittadini

Stato membro || Città || Data || Commissario || Politici dell'UE, nazionali, regionali e locali

Spagna || Cadice || 27/09/2012 || Reding || Sindaco Martinez Saiz

Austria || Graz || 05/11/2012 || Reding || Vice-cancelliere Spindelegger

Germania || Berlino || 10/11/2012 || Reding || Roth-Behrendt, deputato al PE

Francia || Parigi || 23/11/2012 || Reding ||

Italia || Napoli || 30/11/2012 || Andor || Sindaco De Magistris

Irlanda || Dublino || 10/01/2013 || Barroso, Reding || Primo ministro Kenny, vice-primo ministro Gilmore, ministro di Stato per gli affari europei Creighton (dimessosi)

Svezia || Goteborg || 18/02/2013 || Malmström ||

Italia || Torino || 21/02/2013 || Malmström || Sindaco Fassino

Portogallo || Coimbra || 22/02/2013 || Reding ||

Italia || Roma || 18/03/2013 || Tajani || Sindaco Alemanno (non rieletto)

Grecia || Salonicco || 22/03/2013 || Reding || Sindaco Boutaris

Italia || Pisa || 05/04/2013 || Potočnik || Sindaco Filippeschi

Belgio || Gent || 12/04/2013 || De Gucht || Sindaco Termont

Belgio || Eupen || 23/04/2013 || Hahn || Grosch, deputato al PE e Lambertz, ministro-presidente della comunità germanofona

Belgio || Bruxelles || 04/05/2013 || Reding || Picqué, (ex) ministro-presidente della regione di Bruxelles

Germania || Dusseldorf || 08/05/2013 || Oettinger || Klute, deputato al PE

Slovenia || Lubiana || 09/05/2013 || Potočnik ||

Polonia || Varsavia || 11/05/2013 || Lewandowski ||

Repubblica ceca || Praga || 13/05/2013 || Füle || Perry, ministro di Stato per le piccole imprese (Irlanda), Bauer, presidente del comitato per gli affari dell'UE del parlamento ceco

Italia || Ventotene || 27/05/2013 || Tajani || Sindaco Assenso

Italia || Milano || 07/06/2013 || Hedegaard || Sindaco Pisapia

Lussemburgo || Esch || 30/06/2013 || Reding || Goerens, deputato al PE, Schmit, ministro per il Lavoro, Braz, deputato e Lutgen, ministro per i Lavori pubblici, l'agricoltura, gli affari rurali, il patrimonio e la politica per la natura (Vallonia)

Polonia || Varsavia || 11/07/2013 || Barroso, Reding || Tusk, primo ministro, Thun, deputato al PE e Mazowiecki, ex primo ministro

Grecia || Heraklion || 12/07/2013 || Damanaki || Danellis, deputato al PE e Arnaoutakis, governatore

Germania || Heidelberg || 16/07/2013 || Reding || Kretschmann, ministro-presidente (Baden-Wurttemberg)

Bulgaria || Sofia || 23/07/2013 || Reding || Presidente Plevneliev

Belgio || Namur || 13/09/2013 || Reding || Demotte, ministro-presidente

Estonia || Tallinn || 14/09/2013 || Kallas, Rehn ||

Italia || Trieste || 16/09/2013 || Reding || Moavero Milanesi, ministro per gli Affari europei

Finlandia || Helsinki || 24/09/2013 || Reding || Pietikäinen, deputato al PE

Ungheria || Györ || 03/10/2013 || Andor || Gyõri, segretario di Stato per gli affari europei e Õry, deputato al PE

Repubblica slovacca || Košice || 05/10/2013 || Šefčovic || Paška, presidente del parlamento slovacco

Svezia || Stoccolma || 15/10/2013 || Reding || Ohlsson, ministro per gli Affari dell'Unione europea, Ludvigsson, deputato al PE

Belgio || Liegi || 17/10/2013 || Barroso || Reynders, vice-primo ministro (Belgio), Marcourt, ministro per l'Economia (Vallonia)

Lettonia || Riga || 18/10/2013 || Piebalgs || Pabriks, ministro della Difesa

Malta || Valletta || 07/11/2013 || Borg ||

Francia || Marsiglia || 14/11/2013 || Reding || Taubira, ministro della Giustizia

Cipro || Limassol || 28/11/2013 || Vassiliou ||

Austria || Eisenstadt || 29/11/2013 || Hahn || Niessl,, ministro-presidente (Burgenland)

Belgio || Bruxelles || 05/12/2013 || Vassiliou || Durant, deputato al PE

Lituania || Vilnius || 13/12/2013 || Reding ||

Online || Dialogo virtuale || 16/01/2014 || Reding ||

Danimarca || Copenaghen || 06/02/2014 || Hedegaard ||

RU || Londra || 10/02/2014 || Reding || Lidington, ministro di Stato per l'Europa

Spagna || Barcellona || 23/02/2014 || Reding ||

Francia || Parigi-Banlieue || 27/02/2014 || Barnier || Repentin, ministro delegato agli Affari europei

Croazia || Zagabria || 03/03/2014 || Mimica ||

Germania || Coblenza || 10/03/2014 || Oettinger || Dreyer, ministro-presidente (Renania-Palatinato), Conrad, ministro di Stato per l'Europa (Renania-Palatinato)

Paesi Bassi || Amsterdam || 14/03/2014 || Reding || Sindaco van der Laan

Romania || Bucarest || 17/03/2014 || Ciolos ||

UE || Dialogo paneuropeo Bruxelles || 27/03/2014 || Barroso, Reding, Rehn, Potočnik, Vassiliou, De Gucht, Damanaki, Hahn, Hedegaard, Andor, Mimica || Roth-Behrendt, deputato al PE, Martinez Saiz, sindaco di Cadice

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