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Document 52000DC0612

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Realizzazione dello «Spazio europeo della ricerca»: Orientamenti per le azioni dell'Unione nel settore della ricerca (2002-2006)

/* COM/2000/0612 def. */

52000DC0612

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Realizzazione dello «Spazio europeo della ricerca»: Orientamenti per le azioni dell'Unione nel settore della ricerca (2002-2006) /* COM/2000/0612 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE E AL COMITATO DELLE REGIONI Realizzazione dello "Spazio europeo della ricerca": orientamenti per le azioni dell'Unione nel settore della ricerca (2002-2006)

INDICE

UN NUOVO ORIZZONTE

1. Il progetto di "Spazio europeo della ricerca"

2. Ridefinire le azioni di sostegno alla ricerca dell'Unione

GRANDI ASSI E OBIETTIVI

1. Obiettivi

2. Tre dimensioni da considerare

CRITERI DI SCELTA E PRIORITÀ

1. Criteri

2. Priorità

ANALISI DELLE AZIONI PASSATE E IN CORSO

1. Parere degli esperti indipendenti

2. Valutazione della Commissione

STRUMENTI E MODALITÀ DI INTERVENTO

1. Attività di ricerca:

2. Ricerca e innovazione, "start-up" e PMI

3. Infrastruttura di ricerca:

4. Risorse umane

5. Scienza, società e cittadini

MEZZI DI ATTUAZIONE

TAPPE FUTURE

UN NUOVO ORIZZONTE

Il progetto di "Spazio europeo della ricerca" offre una nuova prospettiva all'attività scientifica e tecnologica e alla politica di ricerca in Europa.

La sua ambizione è creare le condizioni che consentano di incrementare l'impatto delle attività europee di ricerca, rafforzando la coerenza delle attività e delle politiche di ricerca svolte in Europa.

Si intende anche gettare le basi di un nuovo contratto tra i cittadini europei e la scienza e la tecnologia, ricollocando la ricerca al centro della società e le sue applicazioni al centro del dibattito politico che il loro impatto sociale rende necessario.

All'inizio degli anni 80, venne lanciato l'allarme, a livello nazionale e a livello europeo, per mettere in guardia contro il rischio di una perdita di velocità dell'Europa rispetto agli Stati Uniti nei grandi settori della terza rivoluzione industriale.

A distanza di quasi venti anni, la ricerca s'impone come una componente fondamentale dell'economia e della società della conoscenza che si sviluppano su scala mondiale. Oggi più che mai, si rivela uno dei motori fondamentali del progresso economico e sociale, un fattore chiave della competitività delle imprese, dell'occupazione e della qualità della vita. La scienza e la tecnologia costituiscono d'altra parte un elemento centrale del processo decisionale.

Le debolezze strutturali dell'Europa in materia di ricerca, tuttavia, non sono state eliminate. Nel 1999, l'Unione europea ha investito nel campo della ricerca e dello sviluppo 70 miliardi di euro in meno rispetto agli Stati Uniti, posizionandosi dopo gli USA e il Giappone in termini di spese di ricerca rispetto al PIL (1,8 % contro, rispettivamente il 2,7 % e 3,1 %), ma anche in termini di numero di ricercatori, numero di brevetti e di esportazioni di alta tecnologia per abitante.

La ricerca è chiamata a svolgere un ruolo ancora più importante e centrale nel funzionamento dell'economia e della società europea. Ciò richiede un consolidamento delle attività pubbliche e private di ricerca nell'Unione, ma anche il coordinamento delle azioni di ricerca degli Stati membri tra loro e con quelle dell'Unione.

Occorre inoltre fornire ai cittadini europei i mezzi di ritrovare tutto l'entusiasmo che hanno dimostrato nei confronti dell'avventura della conoscenza in altre epoche della loro storia e creare i presupposti di una fiducia ben riposta nel progresso tecnologico.

1. Il progetto di "Spazio europeo della ricerca"

E' precisamente in quest'ottica che la Commissione ha proposto nel gennaio 2000 la creazione di uno "Spazio europeo della ricerca [1]".

[1] COM (2000) 6

Durante il Consiglio europeo, svoltosi a Lisbona il 23 e 24 marzo, i capi di Stato e di Governo hanno avallato pienamente questo progetto, considerato un elemento fondamentale della costruzione di una società europea della conoscenza.

Per la sua realizzazione, nel contesto dell'attuazione del "metodo di coordinamento aperto", essi hanno stabilito una serie di obiettivi e scadenze.

A seguito delle conclusioni del Consiglio europeo, la risoluzione del Consiglio di ricerca del 15 giugno 2000 invita gli Stati membri e la Commissione a adottare le misure necessarie per avviarne la realizzazione pratica.

Nel frattempo il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 18 maggio 2000, ha espresso il suo pieno appoggio al progetto.

L'idea di uno "Spazio europeo della ricerca" è stata accolta con favore anche dal Comitato economico e sociale e dal Comitato delle regioni, nonché dai paesi candidati, già associati al programma quadro di ricerca dell'Unione, che sono stati invitati ad associarsi a questa iniziativa che costituisce un sostegno attivo al processo di allargamento.

E' stata accolta calorosamente dalla comunità scientifica e dall'industria: varie centinaia di imprese, organismi di ricerca e ricercatori hanno infatti fatto pervenire i loro commenti in materia, spontaneamente o in risposta ad una vasta operazione di consultazione i cui risultati sono disponibili per consultazione nel sito Internet "Verso uno spazio europeo della ricerca [2]".

[2] http://europa.eu.int/comm/reserach/area/html

La realizzazione dello "Spazio europeo della ricerca" sarà necessariamente il frutto di un impegno comune dell'Unione, degli Stati membri e degli operatori della ricerca.

La mondializzazione dell'economia e della comunicazione, l'accelerazione del progresso scientifico e tecnologico e la moltiplicazione dei suoi impatti sociali, fanno dello "Spazio europeo della ricerca" un obiettivo la cui realizzazione non può più essere rinviata.

Quest'iniziativa richiede innanzitutto una serie di azioni di natura giuridica e regolamentare, in particolare l'attuazione delle misure atte a rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione dei ricercatori, delle conoscenze e delle tecnologie in Europa in vari settori: carriere scientifiche, sistemi di previdenza sociale, regimi di proprietà intellettuale, disposizioni in materia di trasferimento delle conoscenze e di diffusione dei risultati.

La Commissione presenterà nei prossimi mesi varie analisi e, se del caso, proposte in questi settori, sulla base di un lavoro di valutazione realizzato congiuntamente con gli Stati membri.

Oltre alle iniziative di questo tipo, anche le azioni di sostegno finanziario alla ricerca dell'Unione svolgono un ruolo determinante. E' proprio su queste azioni e sulla forma che dovrebbero assumere in futuro che verte la presente comunicazione.

La presente comunicazione, tuttavia, non contiene nessuna indicazione di carattere finanziario o concernente le risorse umane necessarie, in quanto queste precisazioni saranno fornite al momento della presentazione delle proposte formali del futuro programma quadro e dei relativi programmi specifici.

2. Ridefinire le azioni di sostegno alla ricerca dell'Unione

Gli obiettivi del progetto concernente lo "Spazio europeo della ricerca" richiedono una ridefinizione della forma e del contenuto delle azioni dell'Unione in materia di ricerca.

Le future azioni di sostegno alla ricerca nell'Unione dovranno tenere conto delle esigenze europee in questo settore nelle loro varie dimensioni: le esigenze della competitività e le aspettative dei cittadini; la necessità di promuovere l'eccellenza come pure l'esigenza di uno sviluppo tecnologico equilibrato e coerente nell'insieme dell'Unione; le esigenze più strettamente legate alla definizione, all'attuazione e al monitoraggio delle politiche dell'Unione.

Ma soprattutto dovranno essere concepite in maniera da esercitare sulla ricerca europea un'azione più strutturante rispetto all'impatto che esercitano attualmente.

I programmi quadro dell'Unione, integrando le iniziative di cooperazione scientifica europea intergovernativa avviate sin dagli anni 50, hanno contribuito significativamente al consolidamento delle capacità europee di ricerca.

Le reti di collaborazione e le cooperazioni cui hanno portato (250 000 rapporti di cooperazione transnazionali dal 1995 al 1999) costituiscono un patrimonio di valore.

Nel complesso, questi programmi quadro si sono finora solo aggiunti ai 15 programmi nazionali svolti indipendentemente gli uni dagli altri.

Per svolgere un ruolo "di strutturazione" a favore della realizzazione dello "Spazio europeo della ricerca", questi programmi devono collegarsi più strettamente con le azioni nazionali e le iniziative di cooperazione intergovernativa. I loro mezzi finanziari devono associarsi con quelli di altre fonti di finanziamento pubbliche e private.

Il progetto di "Spazio europeo della ricerca" presuppone che si attribuisca tutto il valore necessario al principio di complementarità delle azioni dell'Unione europea e degli Stati membri menzionato nel trattato.

A tal fine occorre concepire ed utilizzare nuovi strumenti e nuove modalità d'intervento, sviluppati per contribuire a correggere le debolezze strutturali della ricerca europea.

Col presente documento s'intende proporre, in quest'ottica, una serie di orientamenti per le azioni future di sostegno alla ricerca dell'Unione, in particolare per gli anni 2002-2006. Il presente documento contiene inoltre la valutazione intermedia del Quinto programma quadro di ricerca eseguita dalla Commissione. In questo senso, costituisce anche la comunicazione prevista a metà del periodo di validità dall'articolo 6 delle decisioni n. 182/1999/CE e 1999/64/Euratom relative al Quinto programma quadro.

La presentazione di questi orientamenti segna l'avvio di un processo che proseguirà con una discussione approfondita sui meccanismi previsti e con un dibattito circostanziato sulle priorità.

GRANDI ASSI E OBIETTIVI

Le future azioni di sostegno alla ricerca dell'Unione devono essere concepite in relazione ai grandi assi dello "Spazio europeo di ricerca".

La realizzazione di questo progetto è indispensabile per il pieno conseguimento degli obiettivi della politica di ricerca e di sviluppo tecnologico dell'Unione, definiti nel trattato: rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell'industria della Comunità; favorire lo sviluppo della sua competitività internazionale; promuovere le azioni di ricerca ritenute necessarie ai sensi delle altre politiche dell'Unione.

Sono pertanto necessarie azioni in vari settori, tra cui la prima (ossia il sostegno sotto varie forme alle attività di ricerca in senso stretto) dovrebbe costituire una parte fondamentale del contributo dell'Unione.

1. Obiettivi

Presentati in un ordine tematico che non prefigura la struttura del futuro programma quadro né il modo in cui saranno attuate le quattro categorie di azioni previste dal titolo XVIII del trattato, gli obiettivi perseguiti nei vari settori sarebbero:

-Attività di ricerca

Miglioramento delle prestazioni della ricerca europea mediante il collegamento in rete e la realizzazione coordinata di programmi nazionali; collegamento in rete dei centri e poli di eccellenza pubblici (in particolare universitari) e privati esistenti negli Stati membri; realizzazione di grandi progetti di ricerca orientata, soprattutto di ricerca industriale.

-Ricerca e innovazione, "start-up" e PMI

Rafforzamento delle capacità di innovazione tecnologica nell'Unione, soprattutto mediante il sostegno alla ricerca per e nelle PMI, alla diffusione, al trasferimento e all'assorbimento delle conoscenze e delle tecnologie, alla valorizzazione dei risultati della ricerca e alla creazione di imprese tecnologiche.

-Infrastruttura di ricerca

Potenziamento dell'infrastruttura di ricerca europea mediante l'attuazione di una politica europea che tenga conto delle problematiche in materia di accesso, funzionamento e costruzione, senza trascurare la questione delle reti elettroniche ad alta capacità per la ricerca.

-Risorse umane

Rafforzamento, a sostegno dello sviluppo di un'economia fondata sulla conoscenza, delle risorse umane europee in campo scientifico, tecnico e dell'innovazione, in particolare mediante un incremento della mobilità transfrontaliera, lo sviluppo di carriere europee, il consolidamento della presenza delle donne nella ricerca, il risveglio dell'interesse dei giovani nei confronti delle professioni scientifiche e dei ricercatori dei paesi terzi nei confronti dell'Europa.

-Scienza, società e cittadini

Conclusione, a livello europeo, di un nuovo contratto tra la scienza e la società, mediante il rafforzamento del nesso tra le attività e le politiche di ricerca e le esigenze della società e grazie ad una maggiore considerazione dei bisogni legati all'applicazione del principio di precauzione e di sviluppo sostenibile e delle conseguenze sociali ed etiche del progresso scientifico e tecnologico.

2. Tre dimensioni da considerare

Nell'attuazione delle azioni svolte in questi settori, sarà necessario tenere conto di tre dimensioni specifiche:

-Innanzitutto, la dimensione di coerenza globale della cooperazione scientifica e tecnologica europea. Si tratta di potenziare l'impatto delle iniziative di cooperazione europea mediante:

-un migliore coordinamento delle attività delle varie organizzazioni tra loro e con gli organismi dell'Unione;

-un ricorso più sistematico alle azioni congiunte o convergenti.

-In secondo luogo, la dimensione regionale. Le azioni svolte dall'Unione dovrebbero essere concepite in modo da favorire:

-la massima valorizzazione della dinamica e del potenziale delle regioni mediante il collegamento in rete delle loro capacità e attività nel campo della ricerca, dell'innovazione e del trasferimento tecnologico, più particolarmente nei settori in cui queste si trovano ad affrontare problemi comuni;

-la giusta considerazione delle specificità territoriali, geografiche o economiche nella realizzazione delle attività di ricerca in Europa.

-Infine, la dimensione internazionale. Lo "Spazio europeo della ricerca", pur mirando alla piena integrazione dei paesi candidati, costituisce anche una realtà aperta sul mondo. Gli obiettivi da perseguire dovrebbero essere:

-l'istituzione di rapporti di cooperazione che consentano ai ricercatori e agli industriali europei di accedere alle conoscenze e alle tecnologie prodotte altrove nel mondo;

-la mobilitazione delle capacità scientifiche e tecnologiche dell'Unione al servizio della comunità internazionale e dei suoi rapporti con i paesi partner nei settori in cui l'Europa possiede una competenza riconosciuta.

Il conseguimento di questi obiettivi implicherà la conclusione di accordi di cooperazione o di convenzioni specifiche in alcuni settori (ad esempio: lotta contro le grandi malattie, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, o i materiali avanzati).

Per tenere conto di queste tre dimensioni, sarà necessario adottare programmi di azioni comuni o complementari rispetto alle azioni avviate nei grandi settori dello "Spazio europeo della ricerca" e di quelle svolte da, rispettivamente:

-le strutture e le organizzazioni di cooperazione scientifica europea intergovernativa:

-di carattere generale come la Fondazione europea della Scienza, COST e EUREKA;

-di natura specialistica, come l'ESA, l'EMBL, l'ESRF e il CERN [3];

[3] ESA: Agenzia spaziale europea; EMBL: Laboratorio europeo di biologia molecolare; ESRF: European Synchroton Radiation Facility; CERN: Organizzazione europea per la ricerca nucleare.

-i Fondi strutturali, le iniziative regionali e le azioni della Banca europea per gli investimenti;

-i programmi di assistenza economica e tecnica ai paesi d'Europa centrale e orientale e ai paesi terzi mediterranei, nonché gli altri strumenti finanziari della cooperazione internazionale.

CRITERI DI SCELTA E PRIORITÀ

1. Criteri

Occorre concentrare maggiormente le attività di ricerca su un numero ridotto di priorità. Queste, tuttavia, devono essere il frutto di una scelta politica basata su elementi di valutazione obiettivi.

La questione dei principi di selezione e giustificazione delle azioni dell'Unione in materia di ricerca si pone a due livelli.

Innanzitutto si tratta di giustificare un finanziamento pubblico. I poteri pubblici sono legittimati a sostenere l'attività di ricerca nei settori in cui i risultati generati possiedono un valore di "bene pubblico" superiore al beneficio diretto che ne traggono coloro che svolgono la ricerca.

Ciò vale per la ricerca fondamentale, ma anche per numerose attività di ricerca orientata.

Il sostegno pubblico è legittimo e necessario quando le ricerche interessate possono contribuire, o addirittura sono indispensabili, all'attuazione di politiche pubbliche, ma anche quando contribuiscono alla soluzione di problemi che la società deve risolvere e al rafforzamento della competitività europea. Questo sostegno infatti incoraggia le imprese ad intraprendere ricerche rischiose e di lunga durata che non generano per loro un beneficio immediato, ma contribuiscono alla trasparenza del mercato delle conoscenze.

Il secondo livello riguarda la giustificazione di un sostegno su scala europea, e più particolarmente a livello comunitario. In quest'ambito il concetto chiave è la nozione di "valore aggiunto europeo".

Il "valore aggiunto europeo" è direttamente e fortemente legato alla forma specifica che devono assumere le azioni di ricerca dell'Unione, destinate, conformemente al trattato, ad integrare le azioni intraprese dagli Stati membri.

Il principio di "valore aggiunto europeo" deve anche costituire il criterio fondamentale di selezione delle priorità e delle aree di intervento dell'Unione nel settore della ricerca.

In passato, sono stati elaborati vari elenchi di criteri che tenevano concretamente conto del suddetto principio, in particolare nelle decisioni di adozione dei precedenti programmi. Questi criteri riguardavano gli aspetti seguenti:

-costo e portata della ricerca superiori alle capacità di un solo paese ed esigenza di riunire una "massa critica" di risorse finanziarie ed umane;

-interesse della collaborazione in termini economici (economie di scala) e di impatto positivo sulle attività private di ricerca e la competitività industriale;

-esigenza di combinare le competenze complementari presenti nei vari paesi, in particolare rispetto a problematiche interdisciplinari e di ricorrere a studi comparati su scala europea;

-collegamenti con le priorità e gli interessi dell'Unione, nonché con la normativa e le politiche comunitarie, in particolare nei settori delle imprese, della società dell'informazione, dell'agricoltura, dell'ambiente, dell'energia, dei trasporti, della salute e dei consumatori, dell'occupazione e degli affari sociali, dell'istruzione, della giustizia e degli affari interni, nonché delle relazioni esterne - commercio e sviluppo;

-carattere necessariamente transnazionale delle ricerche, dovuto sia alla scala su cui si pongono i problemi (ambiente), sia a ragioni di carattere scientifico (studi comparati, epidemiologia).

2. Priorità

L'applicazione di questi criteri ad un livello generale, potrebbe, ad esempio, indurre a considerare tra le priorità possibili, i settori di ricerca seguenti:

-le ricerche "post-genomiche" e sulle grandi malattie, vista l'ampiezza e la complessità del compito, nonché la necessità per l'Europa di fornire un contributo coerente alle attività internazionali in questo settore;

-le nanotecnologie che costituiscono un settore di ricerca interdisciplinare dalle numerose applicazioni e ricadute;

-le ricerche legate allo sviluppo della società dell'informazione, in relazione soprattutto all'iniziativa e-Europe;

-i lavori di ricerca e sviluppo che un paese o un'impresa da soli non potrebbero realizzare nei settori dell'aeronautica e dello spazio, soggetti ad una forte concorrenza mondiale [4];

[4] Per il settore dello spazio, ciò dovrebbe avvenire conformemente agli orientamenti della comunicazione "L'Europa e lo spazio" COM (2000)597.

-le ricerche a favore del processo decisionale a livello europeo nei settori caratterizzati da incertezze e rischi notevoli (attuazione del principio di precauzione compresa);

-le ricerche a sostegno delle politiche comunitarie necessarie per l'attuazione di un modello di sviluppo sostenibile in senso ampio.

Questi, tuttavia, sono solo esempi di temi e settori molto generali. Per ciascuna di queste priorità si dovrà procedere ad un'applicazione più precisa dei criteri, sforzandosi di:

-utilizzarli in una prospettiva non solo di selezione, ma anche di esclusione, valutando se un determinato tema merita di essere trattato a livello internazionale e addirittura non può essere affrontato efficacemente a livello nazionale;

-stabilire un ordine di importanza delle priorità in funzione degli obiettivi previsti.

Questa metodologia dovrebbe consentire di selezionare le azioni specifiche da avviare nei vari settori dello "Spazio europeo della ricerca".

Nell'ottica delle azioni chiave del Quinto programma quadro, le priorità dovrebbero infatti dar luogo ad iniziative che integrino azioni di tipo diverso in molteplici settori (attività di ricerca sotto varie forme, innovazione, infrastrutture, risorse umane, ecc.).

Le azioni di sostegno alle attività di ricerca (partecipazione all'esecuzione comune di programmi nazionali, reti di eccellenza e grandi progetti di ricerca orientata) si concentrerebbero su temi prioritari raggruppati per grandi settori. Occorrerebbe tuttavia prevedere una quantità di mezzi limitata per far fronte ad esigenze specifiche che non rientrano in questi settori o che sono legate à più settori contemporaneamente.

Una maggiore flessibilità nella ripartizione interna delle risorse consentirebbe inoltre di far fronte a necessità impreviste nel corso dell'esecuzione dei programmi.

Pur soddisfacendo i criteri del valore aggiunto europeo, le azioni svolte in materia di infrastrutture, risorse umane e innovazione tecnologica, nonché sui molteplici aspetti della questione "Scienza, società e cittadini" non si limiteranno ai settori tematici prioritari.

ANALISI DELLE AZIONI PASSATE E IN CORSO

In previsione della prossima definizione di un nuovo programma quadro, in questi ultimi mesi sono state realizzate varie analisi delle azioni passate o in corso. Le conclusioni e gli insegnamenti che se ne possono trarre sono, in ampia misura, convergenti.

1. Parere degli esperti indipendenti

Un gruppo di undici esperti indipendenti, basandosi sulle loro analisi e sulle conclusioni dei rapporti di valutazione dei vari programmi, ha valutato l'attuazione del programma quadro nel corso degli ultimi cinque anni ed i risultati ottenuti [5].

[5] Valutazione quinquennale dei programmi di ricerca e di sviluppo tecnologico dell'Unione europea, Relazione del gruppo di esperti indipendenti presieduto da Joan Majo.

In termini generali, il gruppo evidenzia:

-la necessità di situare le azioni di ricerca dell'Unione nel contesto più ampio di una vera politica di ricerca europea;

-il ruolo che può svolgere la Commissione per agevolare lo sviluppo di politiche coerenti in materia scientifica e tecnologica e di innovazione, in particolare nella prospettiva dell'allargamento.

Per quanto riguarda il passato, gli esperti sottolineano:

-l'impatto positivo della concentrazione del programma quadro sui progetti di ricerca in collaborazione, di cui molti "non sarebbero stati possibili senza il programma quadro" e che "colmano una lacuna in Europa consentendo ai ricercatori universitari e industriali di svolgere insieme dei lavori di natura applicata";

-la persistenza dei problemi amministrativi, sempre presenti nonostante gli sforzi per risolverli e la necessità di "ripensare le strutture e le procedure di gestione del programma quadro".

Per il futuro raccomandano di:

-mantenere l'orientamento delle azioni di ricerca dell'Unione verso obiettivi pertinenti dal punto di vista economico e sociale, continuando ad avvalersi del concetto di "azione chiave" come strumento di concentrazione dei programmi;

-rafforzare le ricerche necessarie per il conseguimento degli obiettivi delle politiche dell'Unione;

-continuare a privilegiare l'eccellenza ed il suo rafforzamento, in particolare offrendo ai migliori ricercatori europei un quadro di riferimento per ricerche più "rischiose", alla frontiera delle conoscenze, che presentano tuttavia un beneficio potenziale importante;

-un'evoluzione verso una maggiore flessibilità, mediante una migliore utilizzazione della gamma di strumenti e possibilità offerti dal trattato.

2. Valutazione della Commissione

Come previsto nella decisione di adozione, la Commissione ha effettuato, da parte sua, l'esame "intermedio" del Quinto programma quadro.

L'esercizio si è svolto alla luce delle osservazioni sull'attuazione del Quinto programma quadro della Commissione stessa (basate sulle relazioni di monitoraggio annuale del 1999), ma anche sulla base:

-dei pareri del Parlamento europeo, del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni;

-del dibattito al Consiglio e negli Stati membri (ad esempio, la relazione del senatore Laffitte per l'Ufficio parlamentare francese di valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche).

Nell'insieme la Commissione esprime il parere seguente:

-nella loro forma attuale le azioni dell'Unione stanno raggiungendo il limite delle loro possibilità di esecuzione. Il programma quadro deve pertanto subire delle modifiche importanti, sia nella concezione che nelle modalità di esecuzione;

-occorre mettere a punto nuovi tipi di intervento e nuovi meccanismi, facendo tesoro degli elementi positivi del passato, nell'ottica di una maggiore flessibilità e rapidità di attuazione (principio della ricerca in collaborazione; "peer-review"; sostegno alle altre politiche dell'Unione);

-per consentire al programma quadro di svolgere il ruolo previsto nello sviluppo dello "Spazio europeo della ricerca", è necessario stabilire nessi più diretti con le attività nazionali, in particolare utilizzando le varie possibilità offerte dal trattato;

-nell'ottica dell'efficacia, le attività di ricerca dell'Unione devono concentrarsi su un numero ridotto di priorità e obiettivi che possono realizzarsi solo a livello europeo, mediante azioni di dimensione critica;

-nel definire queste priorità e questi obiettivi, sarà opportuno tenere pienamente conto dei cambiamenti rilevanti registrati in campo scientifico, industriale, economico e sociale dall'avvio del Quinto programma quadro, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo della nuova economia immateriale e la moltiplicazione dei problemi (di sicurezza alimentare e industriale o in campo ambientale) che mettono in causa la responsabilità politica;

-vista l'ampiezza raggiunta da questi azioni sono necessari nuovi mezzi di attuazione delle azioni di ricerca dell'Unione, al fine di consentire alla Commissione di riorientarsi sui suoi compiti fondamentali in materia di concezione, proposta, analisi e controllo.

Questi principi dovrebbero guidare la concezione e l'attuazione del prossimo programma quadro.

STRUMENTI E MODALITÀ DI INTERVENTO

I programmi di ricerca dell'Unione sono stati finora realizzati fondamentalmente mediante progetti di dimensioni ridotte (700 000 euro di intervento dell'Unione, in media, per il Quarto programma quadro; 1,7 milioni di euro per il Quinto programma quadro) e di breve durata (3 anni in media).

Questi progetti sono stati sempre selezionati dalla Commissione a seguito di inviti pubblici a presentare proposte. Sarà necessario prevedere altre forme di applicazione di questo principio, nonché nuovi modi di intervento ai fini della realizzazione dello "Spazio europeo della ricerca".

Ben lungi dall'essere autosufficienti, i programmi europei di ricerca devono essere strutturati e attuati in una prospettiva di stretto partenariato tra gli Stati membri e l'Unione.

L'adeguamento degli strumenti del programma quadro agli obiettivi dello "Spazio europeo di ricerca" presuppone in realtà numerosi cambiamenti concomitanti:

-passaggio da una strategia basata su progetti individuali ad un approccio più ampio realizzato mediante un insieme coerente di azioni che rende necessaria in alcuni casi l'elaborazione preventiva di piani di finanziamento complessivi, nei quali l'intervento dell'Unione rappresenterebbe solo un elemento di un dispositivo più ampio;

-evoluzione verso interventi più strutturanti e di durata superiore (più di quattro anni), che si basino su forme di sostegno a metà strada tra il sostegno di progetti come è praticato attualmente e il finanziamento istituzionale di carattere permanente;

-amplificazione di determinate azioni dell'Unione nella loro forma attuale (in materia di mobilità, ad esempio, o di infrastrutture) ad un livello che consenta di incrementare il loro impatto e di esercitare un effetto leva sulle iniziative nazionali;

-utilizzazione degli strumenti "a geometria variabile" proposti dal trattato, finora poco utilizzati, per apportare una certa flessibilità a livello di programmi interi.

La gamma degli strumenti e modi di intervento deve essere concepita in modo da tenere conto delle esigenze dei sistemi pubblici di ricerca e del settore privato, della ricerca di base, della ricerca orientata e della ricerca industriale, nonché dei diversi aspetti dell'infrastruttura della ricerca europea nel senso più ampio. Sarebbero applicati anche nei settori di ricerca collegati alle esigenze del processo decisionale, nonché nei settori di ricerca nel campo delle scienze sociali e umane legati agli obiettivi economici e sociali previsti.

Il ricorso a questo insieme di strumenti, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili, peraltro aumenterebbe significativamente la portata delle azioni finanziate dall'Unione, semplificando e snellendo nello stesso tempo le procedure amministrative.

Gli strumenti in questione potrebbero essere i seguenti:

1. Attività di ricerca:

-Collegamento in rete dei programmi nazionali:

Sarebbe garantito mediante due tipi di azione di portata diversa:

-proseguimento e rafforzamento dell'apertura su base reciproca dei programmi nazionali da parte degli Stati membri con il sostegno della Commissione, nel contesto del "metodo di coordinamento aperto " promosso dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo;

-attuazione coordinata di programmi nazionali.

-L'utilizzazione di questo schema, caratterizzato da un effetto di integrazione più forte, sarebbe incoraggiata grazie alla partecipazione dell'Unione a programmi di ricerca avviati da più Stati membri, come previsto dall'articolo 169 del trattato.

-Questa formula sarebbe applicata nei settori e per i temi ritenuti prioritari. I programmi nazionali così associati sarebbero attuati mediante inviti a presentare proposte congiunte o coordinate.

-L'Unione coprirebbe quanto meno le spese legate all'esecuzione coordinata dei programmi. La sua partecipazione finanziaria sarebbe superiore quando i programmi sono aperti anche alla partecipazione di équipe e istituzioni di altri paesi dell'Unione o di paesi associati, ad un livello da definire.

-Nella definizione delle azioni di questo tipo, occorrerà tenere conto dei programmi di collaborazione esistenti o in fase di elaborazione [6].

[6] Ad esempio il sistema EUROCORES della Fondazione europea della scienza, attualmente in preparazione.

-Reti di eccellenza

Il collegamento in rete delle capacità di eccellenza pubbliche (soprattutto équipe universitarie) e private sarebbe garantito per mezzo di "programmi comuni di attività" a lungo termine. Di un ordine di grandezza di varie decine di milioni di euro per una durata superiore a quella dei progetti di ricerca attuali, questi programmi comporterebbero in particolare:

-l'adozione di un programma di lavoro comune in un settore che rappresenti una parte significativa o la totalità delle attività degli enti interessati, garantendo la complementarità delle attività e la ripartizione precisa dei compiti;

-un volume minimo di scambio di personale, per periodi sufficientemente lunghi, tra le varie istituzioni interessate;

-l'elevata utilizzazione degli strumenti informatici e delle reti elettroniche e lo sviluppo di modi di lavoro interattivi.

Le reti di eccellenza sarebbero tematiche, disciplinari o, spesso, interdisciplinari, dal momento che numerosi sviluppi si situano alla frontiera tra più settori. Fungerebbero soprattutto da quadro di riferimento per attività di ricerca fondamentale o di carattere generico (e, se del caso, di ricerca "rischiosa") che non sarebbero svolte in vista di risultati prestabiliti.

-Grandi progetti di ricerca orientata

Svolti su determinati aspetti dei temi prioritari prescelti e caratterizzati da un ordine di grandezza che oscilla tra varie decine e varie centinaia di milioni di euro, questi progetti sarebbero realizzati da consorzi di imprese, università e centri di ricerca in base a piani di finanziamento globali prestabiliti. Le priorità prescelte e la composizione dei consorzi dovrebbero essere definite in base a norme trasparenti (che implicano, se del caso, il ricorso alla "peer-review").

A differenza del caso citato precedentemente, l'intervento dell'Unione sarebbe legato ad un impegno in materia di risultati, realizzazioni tecnologiche e impatto economico e sociale. Quest'intervento costituirebbe una parte variabile del costo totale, in funzione delle caratteristiche del progetto.

In alcuni casi questi grandi progetti potrebbero essere costruiti assemblando (clustering) elementi distinti. Nel caso di attività di ricerca industriale, potrebbero assumere la forma di "piattaforme tecnologiche", strumenti d'integrazione di varie tecnologie e della loro convalida, in particolare sotto forma di prototipi. Se ne incoraggerebbe la concezione in quanto componenti di insiemi più ampi che possono beneficiare, soprattutto per gli aspetti più prossimi al mercato, del sostegno dell'iniziativa EUREKA.

2. Ricerca e innovazione, "start-up" e PMI

Conformemente agli orientamenti della comunicazione "L'innovazione in un'economia fondata sulla conoscenza [7]", sarebbe garantito un sostegno europeo più significativo alle attività regionali e nazionali di sostegno all'innovazione tecnologica, alla diffusione e alla valorizzazione delle conoscenze e dei risultati, alla ricerca per e nelle PMI e alla creazione di imprese tecnologiche, in particolare mediante:

[7] COM (2000) 567.

-azioni di "ricerca collettiva", sotto forma di sostegno alle ricerche svolte congiuntamente da centri di ricerca tecnica nazionali o regionali, a beneficio di associazioni industriali europee o raggruppamenti di associazioni nazionali, su temi che interessano numerosissime PMI in tutti gli Stati membri. A queste iniziative si aggiungerebbero, sotto forme diverse, azioni di "ricerca cooperativa" che risponderebbero alle esigenze di un numero ridotto di PMI di vari paesi europei;

-rafforzamento delle azioni in materia di intelligenza economica e tecnologica: rilevazione, trattamento e diffusione di informazioni di interesse per le PMI, ad esempio sulle tendenze del mercato e le evoluzioni tecnologiche;

-azioni di sostegno alle iniziative di collegamento in rete di ricercatori, imprenditori e finanziatori, nonché di sostegno alla creazione di "spin-off" di università e allo sviluppo di "incubatori" di imprese tecnologiche.

Nei limiti del possibile, le iniziative in questione dovrebbero essere attuate nell'ambito di piani di azioni globali che beneficerebbero, a seconda dei casi, dei finanziamenti delle imprese e delle associazioni industriali, dei programmi nazionali di innovazione, nonché della Banca europea per gli investimenti e di EUREKA.

3. Infrastruttura di ricerca:

Il sostegno dell'Unione a favore delle infrastrutture di ricerca sarebbe più rilevante e diversificato.

L'Unione fornisce oggi un sostegno specifico all'accesso transnazionale a determinate infrastrutture utilizzate nel suo territorio. Questo sostegno potrebbe essere rafforzato ed esteso ad altri aspetti delle attività svolte presso infrastrutture esistenti negli Stati membri che forniscono servizi a livello europeo, nell'ambito di accordi di associazione stabiliti per una certa durata tra queste e la Comunità.

Per quanto riguarda le nuove infrastrutture di interesse europeo che si riterrà utile creare nell'Unione, quest'ultima potrebbe coprire una piccola parte dei costi di sviluppo e di costruzione, ad esempio mediante il cofinanziamento di studi di fattibilità.

Ciò dovrebbe avvenire nell'ambito di programmi di finanziamento che associano fondi di origine nazionale e regionale della Banca europea per gli investimenti, dei Fondi strutturali, delle imprese utilizzatrici, nonché delle fondazioni private.

Una strategia simile dovrebbe essere attuata per il sostegno allo sviluppo e all'utilizzazione, da parte delle varie comunità scientifiche, delle reti elettroniche ad alta velocità per la ricerca.

4. Risorse umane

L'importanza notevole di questo aspetto ai fini della realizzazione dello "Spazio europeo della ricerca" induce a prevedere un aumento significativo del volume delle borse di mobilità per i ricercatori dei paesi dell'Unione, dei paesi candidati e dei paesi terzi.

Oltre ai bisogni in materia di formazione, sia iniziale che permanente, le azioni di sostegno alla mobilità dovrebbero tenere conto di altri tipi di esigenze. Si potrebbe ad esempio istituire un sistema di borse per il trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie, in particolare verso le PMI.

D'altra parte, devono essere varate numerose iniziative destinate ad incentivare lo sviluppo dell'occupazione nel settore della scienza e della tecnologia in Europa. Dovrebbero essere ampliate le azioni intese a favorire la presenza delle donne a tutti i livelli della carriera scientifica e varate iniziative specifiche per incentivare i giovani ad intraprendere studi e carriere nel settore scientifico.

Si prevede anche di sostenere lo sviluppo delle competenze e delle qualifiche necessarie in un'economia basata sulla conoscenza.

Per consentire all'Europa di mantenere una posizione di rilievo nel campo della conoscenza, in particolare nei settori emergenti, si potrebbe istituire un programma di sostegno a équipe particolarmente competenti, costituitesi ad esempio intorno a personalità scientifiche di alto livello, nonché a progetti di ricerca speculativa svolti nell'ambito di partenariati di dimensioni ridotte.

5. Scienza, società e cittadini

In questo ambito, sarebbero realizzate una serie di attività destinate in particolare, a seguito delle conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo, a rafforzare l'adeguamento delle attività e delle politiche di ricerca alle esigenze della società e a tenere conto delle conseguenze sociali del progresso scientifico e tecnologico.

Svolte ricorrendo, laddove necessario, ai vari strumenti e modi di intervento evocati qui di seguito, queste attività possono essere raggruppate nelle categorie seguenti:

-Sostegno al processo decisionale e sistema di riferimento scientifico europeo

Attività a sostegno del processo decisionale, in particolare per agevolare l'applicazione del principio di precauzione e del principio di sviluppo sostenibile, nonché, in questo contesto, allo sviluppo di un sistema di riferimento scientifico europeo: ricerche specifiche, attività in materia di convalida, prove e misure prenormative; sviluppo delle capacità di anticipazione e di allarme; organizzazione della competenza, iniziative di associazione dei soggetti interessati, attività di diffusione d'informazioni e conoscenze.

Queste attività saranno svolte da reti di organismi di ricerca nazionali o di istituti specialistici negli Stati membri, con l'ausilio del Centro comune di ricerca nei settori specifici di sua competenza.

Saranno ugualmente eseguite in relazione con quelle della futura "Autorità alimentare europea".

-Ricerca ed esigenze della società

Attività di ricerca nel settore delle scienze economiche, sociali ed umane su temi di interesse europeo e questioni che si pongono su scala europea; lavori concertati di prospettiva ed analisi, "osservatori" delle politiche di ricerca e in materia di rischio tecnologico.

-Dialogo "Scienza/società"

Iniziative intese a favorire il contatto tra ricercatori, industriali, responsabili politici e cittadini ("Conferenze di cittadini" su scala europea, ecc.). Iniziative destinate a promuovere l'interesse del pubblico per la scienza e la tecnologia: sostegno alla collaborazione tra musei e centri di cultura scientifica, scuole, televisioni, riviste e case editrici; "Settimana europea della scienza".

-Donne e scienza

Rafforzamento delle azioni svolte per aumentare la partecipazione delle donne alle attività europee di ricerca, studiando più approfonditamente i meccanismi di sottorappresentazione e rimuovendo gli ostacoli che limitano la loro presenza; ampliamento delle azioni destinate ad una più giusta considerazione delle esigenze specifiche delle donne e della dimensione di "genere" nelle attività nazionali e comunitarie di ricerca;

-Etica:

Ricerche specifiche e collegamento in rete delle istituzioni e delle attività nazionali in questo settore.

MEZZI DI ATTUAZIONE

L'attuazione dei programmi di ricerca dell'Unione si basa su un insieme di principi fondamentali che garantiscono le qualità delle ricerche svolte con il sostegno dell'Unione, nonché la credibilità della sua azione. Si tratta, in particolare, della regola della selezione dei progetti sulla base di inviti pubblici a presentare proposte, nonché del principio della valutazione mediante il meccanismo di "peer-review".

Questi principi andrebbero mantenuti, modificando tuttavia le modalità di attuazione. La logica dell'esecuzione delle azioni in materia di reti di eccellenza, di grandi progetti di ricerca orientata e di infrastrutture induce a prevedere gare d'appalto e inviti a presentare proposte diversi da quelli tradizionalmente utilizzati nel campo della ricerca.

Le forme di gestione dei programmi di ricerca dell'Unione dovrebbero cambiare per due categorie di ragioni.

In primo luogo, le nuove modalità di gestione sono direttamente legate ai nuovi modi di intervento proposti. La natura delle azioni previste in vari settori favorisce l'ipotesi di un'esecuzione di "blocchi" di attività di notevole portata, da parte degli operatori della ricerca in maniera tecnicamente autonoma. Si tratta in particolare di:

-"programmi di attività" legati al funzionamento delle reti di eccellenza;

-grandi progetti di ricerca orientata;

-progetti di "ricerca collettiva" svolti a beneficio di numerose PMI;

-attività in materia di infrastrutture di ricerca realizzate nell'ambito di accordi di associazione con la Comunità;

-borse di mobilità assegnate mediante il meccanismo delle "borse di ospitalità", che prevedono la concessione a centri di ricerca, università o imprese di un certo numero di borse da assegnare e amministrare autonomamente, in base a criteri prestabiliti.

Le attività alle quali l'Unione parteciperebbe, nell'ambito di programmi nazionali coordinati, sarebbero, da parte loro, gestite per definizione nell'ambito di questi programmi; in questo caso gli Stati membri e la Commissione garantirebbero insieme il controllo dell'attuazione.

A prescindere dalle conseguenze dell'attuazione del progetto "Spazio europeo della ricerca", una serie di considerazioni depongono a favore dell'esternalizzazione di alcuni compiti legati all'attuazione oggi svolti dalla Commissione, in linea con la politica generale attuata in questo settore.

Queste considerazioni sono legate da una parte ai limiti che registrano attualmente le azioni dell'Unione nelle loro condizioni attuali di realizzazione (poste in evidenza nelle varie relazioni di valutazione) e d'altra parte alla necessità di un riorientamento della Commissione verso le sue funzioni essenziali, ricentramento che, peraltro, costituisce uno degli elementi centrali della riforma della Commissione attualmente in corso.

In quest'ottica, la gestione delle eventuali azioni di "ricerca cooperativa" per le PMI, nonché quella delle borse "individuali" potrebbe essere affidata a strutture comunitarie pubbliche specializzate del tipo "Agenzie di attuazione".

Per quanto attiene alle attività del Centro comune di ricerca, conformemente agli orientamenti della sua nuova missione e alle conclusioni della relazione di valutazione in materia ("Gruppo Davignon"), queste si concentreranno sul sostegno scientifico e tecnico all'attuazione delle politiche comunitarie e al processo decisionale a livello europeo.

Queste attività dovrebbero svolgersi nei settori in cui il CCR, che opera sempre più spesso in rete con le organizzazioni nazionali e private, può apportare un maggior valore aggiunto, grazie alle sue competenze e al suo statuto.

TAPPE FUTURE

Qui di seguito sono presentati gli orientamenti concernenti gli obiettivi, le priorità, i criteri, gli strumenti e i mezzi di attuazione delle future azioni dell'Unione nel campo della ricerca che sono stati definiti in funzione del loro obiettivo prestabilito: contribuire, in collegamento con altre azioni dell'Unione e altre iniziative europee o nazionali, alla realizzazione dello "Spazio europeo della ricerca".

A tal fine si prevedono iniziative su vari livelli e in vari settori. Prossimamente saranno presentati documenti di proposta e/o analisi (comunicazioni della Commissione o documenti di lavoro che non trattano questioni di bilancio) sui temi seguenti:

-contemporaneamente (quasi) al presente documento di orientamento:

-una strategia europea per lo spazio;

-"Benchmarking": metodologia e indicatori (documento di lavoro);

-Scienza, società e cittadini.

-Entro il 31 dicembre 2000:

-Infrastrutture di ricerca;

-Mappatura dei centri di eccellenza (documento di lavoro);

-Entro la fine del primo semestre 2001:

-Risorse umane e mobilità;

-Dimensione regionale;

-Apertura sul resto del mondo.

Per quanto attiene più specificatamente alle azioni di sostegno alla ricerca dell'Unione, sono state o saranno avviate le prime iniziative volte all'adeguamento delle azioni in corso agli orientamenti dello "Spazio europeo della ricerca", nei limiti imposti dalla tipologia degli attuali programmi.

Per il momento, nell'ambito del Quinto programma quadro, saranno adottate delle misure intese a semplificare le procedure e aumentare notevolmente la dimensione dei progetti, innalzando le soglie per i finanziamenti. La Commissione valuterà il dispositivo giuridico attuale in una prospettiva di semplificazione ed esaminerà la possibilità di utilizzare formule di finanziamento forfetario legato ai risultati conseguiti.

A breve termine, ricordiamo:

-la prossima modifica dei "programmi di lavoro" di vari programmi di ricerca, per integrare azioni di incentivazione dell'utilizzo dei reti elettroniche ad alta capacità da parte delle varie comunità scientifiche, in particolare sulla base del concetto di GRID" nel calcolo distribuito di elevata potenza;

-l'applicazione, prevista in vari programmi, del concetto di "progetto integrato" che si basa sul raggruppamento ("clustering") di progetti di ricerca, attività di coordinamento e borse di formazione in un insieme coerente;

-l'avvio programmato di un'iniziativa nel campo della genomica che prevede un numero ridotto di "progetti integrati" e un ulteriore sforzo in materia di infrastrutture di ricerca, nonché azioni nei settori delle nanotecnologie e della lotta contro le grandi malattie, in un contesto internazionale.

A medio termine, potrebbero essere avviati esperimenti pilota di collegamento in rete dei centri di eccellenza in determinati settori prioritari, sulla scala consentita dal Quinto programma quadro.

Solo col prossimo programma quadro, tuttavia, sarà possibile concretizzare pienamente, in azioni dell'Unione, gli obiettivi dello "Spazio europeo della ricerca".

Come è già stato ricordato all'inizio della presente comunicazione, la presentazione degli orientamenti qui descritti segna l'avvio di un processo destinato a proseguire e a svilupparsi nel corso dei prossimi mesi.

I cambiamenti di rotta della politica di ricerca dell'Unione, in linea con gli orientamenti presentati, devono essere oggetto di una valutazione ex ante di cui la presente comunicazione costituisce il primo frutto e il primo elemento.

Dovrebbero soprattutto dar luogo ad un dibattito approfondito.

Deve rapidamente essere avviata la discussione in seno al Parlamento europeo e al Consiglio, nonché tra gli Stati membri e la Commissione.

Si tratta inoltre di avviare la concertazione con i paesi candidati, chiamati ad associarsi a pieno titolo al futuro programma di ricerca, con le stesse modalità previste per l'associazione al Quinto programma quadro.

Le azioni previste per l'attuazione del prossimo programma quadro possono contribuire significativamente allo sviluppo di un vero partenariato tra l'Unione e gli Stati membri, ma il loro avvio presuppone un intenso lavoro di preparazione svolto in collaborazione.

Questa preparazione dovrà essere giunta a buon punto quando la Commissione presenterà la proposta formale di programma quadro, nel primo trimestre del 2001, agevolando in questo modo l'adozione della decisione legislativa.

L'istituzione di uno "Spazio europeo della ricerca" avrà numerosi impatti positivi per l'Unione e gli Stati membri, la comunità scientifica, l'industria ed i cittadini europei, ma la sua realizzazione richiede la collaborazione coordinata da parte di tutti. Ciò potrà realizzarsi solo a seguito di un dibattito conclusivo concernente gli obiettivi stabiliti ed i mezzi da impiegare per conseguirli.

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