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Document 52017AE0277

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Il futuro sostenibile dell’Europa: prossime tappe – L’azione europea a favore della sostenibilità» [COM(2016) 739 final]

OJ C 345, 13.10.2017, p. 91–96 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

13.10.2017   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 345/91


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Il futuro sostenibile dell’Europa: prossime tappe – L’azione europea a favore della sostenibilità»

[COM(2016) 739 final]

(2017/C 345/15)

Relatore:

Etele BARÁTH

Consultazione

Commissione europea, 8.12.2016

Base giuridica

Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

 

 

Decisione dell’Assemblea plenaria

13.12.2016

 

 

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

Adozione in sezione

15.6.2017

Adozione in sessione plenaria

5.7.2017

Sessione plenaria n.

527

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

124/0/7

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il CESE esprime delusione per la comunicazione in esame che dà l’impressione che tutti gli obiettivi e le esigenze principali dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile siano già stati presi in considerazione e affrontati dalle politiche attuali dell’UE. La comunicazione non introduce nelle politiche dell’UE il cambio di paradigma determinato dall’Agenda 2030 verso un nuovo modello di sviluppo che sia economicamente più sostenibile, socialmente più inclusivo ed ecologicamente più sostenibile nel lungo periodo. Come sottolineato dal Centro europeo di strategia politica (1), e anche dal CESE in pareri precedenti, questo cambio di paradigma è assolutamente necessario affinché i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) siano attuati correttamente nell’UE, tenendo conto dell’aumento delle disuguaglianze sociali e degli elevati tassi di disoccupazione che si registrano in Europa, nonché dell’impronta ambientale non sostenibile dell’economia europea.

1.2.

Il CESE ha espresso apprezzamento per la dimostrazione di leadership della Commissione quando è stata definita l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Ora che si tratta di realizzare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, il CESE ha l’impressione che da parte dell’UE tale leadership non sia esercitata in modo concreto, dal momento che l’UE non ha presentato una tabella di marcia ambiziosa per l’attuazione degli OSS entro il 2030 e non ha dimostrato la volontà di sottoporre le sue politiche attuali a un esame critico e di modificarle.

1.3.

Finora non è stata utilizzata l’opportunità, offerta dall’Agenda 2030, di sviluppare un discorso nuovo, proattivo, trasformativo e positivo per l’Europa, come è stato chiesto dal CESE, dal Parlamento europeo e da numerose voci della società civile: una nuova visione di un’Europa più sostenibile e socialmente inclusiva, che apporti benefici ai suoi cittadini e non lasci indietro nessuno; una visione lungimirante, fondata sui valori che hanno fatto dell’Europa un modello di successo: solidarietà e diritti umani, giustizia sociale ed uguaglianza, democrazia e partecipazione, imprenditorialità e responsabilità ambientale. Né il Libro bianco della Commissione sul futuro dell’Europa né la dichiarazione di Roma in occasione del 60o anniversario dell’UE riconoscono in maniera adeguata il valore dello sviluppo sostenibile per i cittadini europei.

1.4.

Il CESE si rammarica del fatto che la Commissione non abbia avviato un processo partecipativo risultante in una strategia generale e integrata per un’Europa sostenibile nel 2030 e oltre. Si tratta di una strategia indispensabile per garantire la necessaria prospettiva a lungo termine, il coordinamento e la coerenza delle politiche per l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Tale strategia dovrebbe far parte di un nuovo quadro politico strategico unico e a lungo termine per il periodo successivo al 2020.

1.5.

Il CESE è preoccupato per la mancanza di coordinamento tra l’UE e gli Stati membri nell’attuazione dell’Agenda 2030. La suddetta strategia generale deve fungere da quadro comune per un’azione coordinata.

1.6.

Il CESE esprime apprezzamento per il lavoro che la Commissione ha realizzato nell’individuare il contributo che le dieci priorità della Commissione possono apportare all’attuazione dell’Agenda 2030, pur sottolineando che la panoramica delle politiche dell’UE eseguita nel quadro degli OSS deve essere integrata da un’analisi approfondita delle lacune concrete che si palesano attualmente nell’UE in tema di realizzazione degli OSS. Soltanto una verifica oggettiva consentirà all’UE di individuare i settori in cui è necessaria un’azione preliminare e di procedere a un esame critico dell’efficacia delle attuali politiche dell’UE per l’attuazione degli OSS.

1.7.

Il CESE accoglie con favore la decisione della Commissione di istituire una piattaforma multilaterale sull’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nell’UE (2). Il CESE sottolinea la necessità di garantire che i soggetti non governativi possano partecipare a questa piattaforma cooperando con i rappresentanti istituzionali su un piano di parità, al fine di trasferire l’approccio multipartecipativo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite nella politica dell’UE in materia di sviluppo sostenibile. La piattaforma deve coinvolgere un’ampia gamma di soggetti non governativi nell’intero ciclo di attuazione degli OSS nell’UE, dall’elaborazione di nuove iniziative politiche, di strategie a lungo termine e di attività di sensibilizzazione, fino al riesame e al monitoraggio dell’attuazione delle politiche e allo scambio delle buone pratiche. La piattaforma dovrebbe inoltre agevolare la cooperazione multilaterale e i partenariati. Il CESE sosterrà il lavoro della piattaforma nominando un membro incaricato di rappresentare il CESE nella piattaforma stessa e di fornire consulenza, nonché facilitando il contatto con la società civile e contribuendo con altre attività.

1.8.

Per quanto riguarda la promozione dello sviluppo sostenibile, il CESE ritiene che il quadro finanziario pluriennale post 2020 debba essere allineato alle priorità di sviluppo sostenibile dell’UE. L’UE dovrebbe aumentare in misura significativa la quota delle risorse proprie e delle entrate, e dovrebbe rendere l’attuazione più efficace ed efficiente.

1.9.

Il CESE considera essenziale introdurre, in aggiunta all’indicatore PIL, comunemente accettato e che finora si è dimostrato adeguato, altri indicatori in grado di misurare non solo la crescita economica, ma anche i suoi effetti e risultati in relazione al benessere dei cittadini e all’ambiente (3). Infatti, solo attuando e monitorando cambiamenti sociali e ambientali complessi si può garantire la sostenibilità del processo di sviluppo auspicato nel periodo che va fino al 2030.

2.   Introduzione

2.1.

Con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, adottata nel 2015, i leader mondiali hanno convenuto un piano d’azione ampio e senza precedenti per mettere fine alla povertà, proteggere il pianeta, garantire i diritti umani e la prosperità per tutti. I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) per il 2030 richiedono cambiamenti trasformativi da parte di tutti i paesi, sia sviluppati che in via di sviluppo.

2.2.

Sulla base dell’esito di una serie di conferenze, nel 2016 il CESE ha elaborato tre diversi pareri (4) in cui presenta le sue raccomandazioni per l’attuazione dell’Agenda 2030 nell’UE.

2.3.

Con la comunicazione intitolata Il futuro sostenibile dell’Europa: prossime tappe  (5), la Commissione ha esposto il suo approccio all’attuazione dell’Agenda 2030 nell’ambito delle politiche interne ed esterne dell’UE. La comunicazione è corredata di diversi altri documenti, in particolare una comunicazione in merito a un nuovo consenso europeo in materia di sviluppo e una comunicazione in merito a un partenariato rinnovato con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. In merito a queste ultime due comunicazioni, il CESE ha espresso il suo punto di vista in due pareri distinti (6).

3.   Osservazioni generali

3.1.

Come si legge nell’introduzione alla comunicazione in esame, l’UE «è fermamente decisa a fare da apripista […] per quanto riguarda l’attuazione dell’Agenda 2030» (7).

3.2.

Tuttavia, la Commissione non ha raccolto la sfida di assumere un ruolo guida presentando una tabella di marcia ambiziosa per l’attuazione degli OSS.

3.3.

La comunicazione non raggiunge la finalità, annunciata nel programma di lavoro della Commissione per il 2016, di «presentare una nuova strategia per garantire la crescita economica e la sostenibilità sociale e ambientale oltre l’orizzonte temporale del 2020» e di applicare in maniera integrata gli OSS nelle politiche interne ed esterne dell’UE.

3.4.

Secondo la comunicazione in esame, la risposta dell’UE all’Agenda 2030 si concretizza in due assi di intervento: piena integrazione degli OSS nelle politiche attuali dell’UE e riflessione in merito alla loro attuazione a lungo termine al di là del 2020.

3.5.

Il CESE riconosce gli sforzi compiuti dalla Commissione, ed esposti nella comunicazione, per collegare gli OSS con le attuali politiche dell’UE e le dieci priorità di lavoro della Commissione. Tuttavia, la comunicazione si concentra troppo sugli affari correnti delle politiche dell’UE. Per la Commissione l’Agenda 2030 non costituisce un invito a riesaminare in modo critico le proprie politiche e a modificarle. La comunicazione non riflette il cambio di paradigma che gli OSS implicano (8): «un nuovo modello di sviluppo che sia economicamente più sostenibile, socialmente più inclusivo ed ecologicamente più sostenibile nel lungo periodo e in grado di garantire un’equa ripartizione delle risorse del nostro pianeta con una popolazione mondiale in crescita» (9).

3.6.

Finora né la Commissione né il Consiglio hanno utilizzato l’opportunità, offerta dall’Agenda 2030, di sviluppare un discorso nuovo, proattivo, trasformativo e positivo per l’Europa, come è stato chiesto dal CESE, dal Parlamento europeo (10) e da numerose voci della società civile: una nuova visione di un’Europa più sostenibile e socialmente inclusiva, che apporti benefici ai suoi cittadini e non lasci indietro nessuno (11). Né il Libro bianco della Commissione sul futuro dell’Europa né la dichiarazione di Roma dei leader di 27 Stati membri e della Commissione, del Consiglio europeo e del Parlamento europeo in occasione del 60o anniversario dell’UE rispecchiano in misura sufficiente il valore di uno sviluppo sostenibile a lungo termine per i cittadini europei e la necessità che l’Europa consegua dei risultati in questo campo.

3.7.

Inoltre, la comunicazione in esame non fornisce il quadro necessario e urgente per i futuri interventi intesi ad attuare l’Agenda 2030. A tutt’oggi la Commissione non prevede di avviare un processo partecipativo volto a elaborare una strategia generale e integrata per un’Europa sostenibile nel 2030 e oltre, come richiesto dal CESE (12). Attualmente, i quadri strategici europei hanno il 2020 come orizzonte. Ciò è inaccettabile, non solo alla luce dell’orizzonte temporale del 2030 fissato dall’agenda delle Nazioni Unite e della prospettiva ad ancora più lungo termine dell’accordo di Parigi sul clima, ma anche in considerazione della lunga durata dei processi di modernizzazione economica e sociale. Occorrerebbe elaborare un’unica strategia generale per il periodo successivo al 2020, sulla base delle dieci priorità di lavoro della Commissione europea, della strategia Europa 2020 con le sue sette iniziative faro, e degli 11 obiettivi tematici della politica di coesione dell’UE, e integrarvi il quadro finanziario pluriennale post 2020.

3.8.

La Commissione non applica pienamente l’approccio multilaterale delineato nell’Agenda 2030. A differenza della procedura che ha portato all’adozione dell’Agenda 2030, l’approccio della Commissione finora non è stato molto trasparente e inclusivo.

4.   Osservazioni specifiche

4.1.    Panoramica delle politiche europee che contribuiscono agli OSS (sezione 2.1 della comunicazione)

4.1.1.

Questa panoramica appare come una mera formalità burocratica: si tratta di un elenco di politiche dell’UE che in un modo o nell’altro affrontano questioni collegate ai 17 OSS. L’analisi tracciata dalla Commissione non rispecchia adeguatamente le realtà dell’Europa e non giustifica la sua conclusione secondo cui tutti i 17 OSS sono affrontati attraverso azioni europee, dal momento che non è stata effettuata alcuna valutazione per stabilire se tali politiche siano effettivamente efficaci o indebolite da misure contrastanti. Si afferma ad esempio che la strategia UE 2020 risponde agli OSS sulla povertà e sulla disuguaglianza, senza però segnalare che i principali obiettivi della strategia Europa 2020 in materia non saranno raggiunti.

4.1.2.

La panoramica delle politiche dell’UE dev’essere quindi integrata da un’analisi dettagliata delle lacune, per valutare la reale posizione dell’UE riguardo all’attuazione degli OSS (13). Soltanto una verifica sul campo consentirebbe ai responsabili delle politiche europee di individuare le corrette priorità per l’attuazione degli OSS. Le conclusioni che la Commissione ha tratto dalla panoramica mancano di credibilità e non sono basate su elementi di fatto.

4.1.3.

La presentazione della comunicazione ha coinciso con la pubblicazione, da parte di Eurostat, di un primo resoconto statistico della situazione attuale negli Stati membri dell’UE per quanto concerne gli OSS (14). Tuttavia, la Commissione non ha fatto alcun tentativo di creare i necessari collegamenti tra la panoramica, i dati statistici e l’individuazione delle priorità politiche per l’attuazione degli OSS.

4.1.4.

Il CESE spera che l’introduzione di un quadro completo di monitoraggio per l’attuazione degli OSS nell’UE consentirà di adottare un’impostazione maggiormente basata sui fatti nell’individuazione delle principali lacune e sfide per l’UE riguardo all’agenda 2030.

4.1.5.

Come il CESE ha già puntualizzato, i settori nei quali l’UE deve fare gli sforzi maggiori per attuare gli OSS sono la riduzione della sua impronta ambientale e la creazione di un’Europa socialmente più inclusiva: OSS 12 (consumo e produzione sostenibili); OSS 13 (azione per il clima); OSS 14 e 15 (preservazione dell’ecosistema); OSS 2 (agricoltura sostenibile); OSS 9 (investire nelle infrastrutture e nell’innovazione); OSS 10 (ridurre le disuguaglianze); OSS 8 (lavoro e occupazione dignitosi); OSS 1 (riduzione della povertà); OSS 5 (parità di genere); OSS 4 (istruzione) (15).

4.2.    Il contributo delle dieci priorità della Commissione all’Agenda 2030 (sezione 2.2 della comunicazione)

4.2.1.

La comunicazione in esame dimostra in che modo le dieci priorità di lavoro della Commissione possano contribuire ad attuare gli OSS. Tuttavia, la Commissione dovrebbe anche avere il coraggio di rivedere/adeguare le sue priorità di lavoro, se del caso, al fine di sfruttare appieno le potenziali sinergie con le azioni volte ad attuare gli OSS.

4.2.2.

Il CESE ritiene che bisognerebbe prestare maggiore attenzione alla dimensione culturale dello sviluppo sostenibile e al ruolo della comunicazione nella promozione dell’Agenda 2030.

4.3.    Governance (sezione 3.1 della comunicazione)

4.3.1.

Il CESE raccomanda che, parallelamente alla strategia a lungo termine per l’attuazione dell’Agenda 2030, venga introdotto un quadro per la governance e il coordinamento, al fine di garantire la coerenza tra le misure centralizzate e quelle decentrate e di coinvolgere la società civile organizzata a livello nazionale e regionale.

4.3.2.

Il semestre europeo dovrebbe essere sviluppato, facendone uno strumento di coordinamento verticale a più livelli per l’attuazione degli OSS negli Stati membri (16). Purtroppo, nella sua comunicazione, la Commissione non si avvale della possibilità di sviluppare ulteriormente il semestre europeo in questa direzione.

4.3.3.

Sebbene lo sviluppo sostenibile sia integrato ormai fin dal 2010 nella strategia Europa 2020, secondo il CESE non si è creato un collegamento organico tra gli obiettivi economici, sociali e ambientali. Occorre rafforzare i meccanismi che garantiscono la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile.

4.3.4.

Il CESE accoglie con favore l’approccio più integrato che si evidenzia nella nuova struttura della Commissione e il ruolo di coordinamento del primo vicepresidente nel portare avanti i lavori sull’attuazione degli OSS. Tuttavia, le unità di coordinamento all’interno della Commissione dovranno essere dotate di capacità sufficienti per condurre tali processi con la necessaria determinazione.

4.3.5.

Spetta ai leader dell’UE sfruttare il potenziale per una migliore governance, rafforzare la gestione, comprendere l’importanza di un metodo di coordinamento trasversale rivolto a migliorare le interazioni e, eventualmente, passare il controllo agli attori socioeconomici nel corso della fase di preparazione, in modo da rendere più efficace la «partecipazione». Essi potranno quindi beneficiare delle formidabili forze latenti che entreranno in azione durante il processo di attuazione.

4.3.6.

La comunicazione della Commissione purtroppo non affronta la questione di come riconoscere e migliorare tale processo.

4.4.    Finanziamento (sezione 3.2 della comunicazione)

4.4.1.

Bisogna utilizzare l’elaborazione del quadro finanziario pluriennale per il periodo successivo al 2020 quale opportunità per allineare la spesa dei fondi dell’UE all’attuazione delle priorità di sviluppo sostenibile nell’Unione.

4.4.2.

Condivide il giudizio secondo cui l’UE dovrebbe sviluppare ulteriormente un suo sistema di sostegno finanziario che migliori i risultati economici a livello territoriale, regionale e locale e promuova il bene comune, tenendo al tempo stesso in considerazione le esigenze di sostenibilità. La prosperità economica dovrebbe costituire la base economica degli OSS, ma bisogna introdurre norme che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi sociali e ambientali. Il CESE ritiene che la riforma del sistema fiscale europeo potrebbe consolidare l’aumento delle risorse di bilancio e promuovere una migliore attuazione dell’Agenda 2030.

4.4.3.

La Commissione pone un accento particolare sulle questioni relative al finanziamento sostenibile. Il CESE reputa che sia particolarmente importante creare le giuste condizioni quadro per gli investitori privati e pubblici per i massicci investimenti a lungo termine nell’ammodernamento e nell’innovazione delle infrastrutture, investimenti che sono necessari per agevolare il passaggio a un’economia più sostenibile (17).

4.5.    Valutazione dei progressi (sezione 3.3 della comunicazione)

4.5.1.

Il CESE apprezza l’intenzione della Commissione di svolgere un monitoraggio periodico approfondito degli OSS nel contesto dell’UE, e di ispirarsi a una più ampia varietà di processi di monitoraggio in corso presso la Commissione, le Agenzie, il SEAE e gli Stati membri. Mancano tuttavia informazioni specifiche sulla configurazione di questo sistema di controllo.

4.5.2.

Il CESE si compiace del lavoro svolto dalla DG ESTAT (Eurostat) relativo a una serie di indicatori per monitorare l’attuazione degli OSS nell’UE. Il CESE sottolinea che le decisioni in merito al controllo, e in particolare la definizione degli indicatori hanno notevoli implicazioni politiche. Occorre quindi discutere il continuo sviluppo degli indicatori e consultare in maniera trasparente la società civile.

4.5.3.

Il CESE si aspetta che, dopo la pubblicazione di un regolare rapporto di monitoraggio degli OSS da parte di ESTAT e un lasso di tempo sufficiente per consentire alle organizzazioni della società civile di consultare le rispettive basi, si svolgerà, tramite la piattaforma multilaterale, un dialogo sulle conclusioni derivanti dal processo di monitoraggio e sulle necessarie misure di revisione delle politiche.

4.5.4.

Vari studi del CESE hanno confermato il giudizio secondo cui è essenziale introdurre, in aggiunta all’indicatore PIL, comunemente accettato e che si è dimostrato finora adeguato, un altro indicatore in grado di misurare non solo la crescita economica, ma anche i suoi effetti e risultati (risultato interno lordo). Il monitoraggio del processo di sviluppo auspicato da qui al 2030 deve basarsi su una complessa serie di indicatori economici, sociali e ambientali (18).

4.5.5.

Il quadro di monitoraggio dovrebbe inoltre essere collegato al semestre europeo.

4.5.6.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite impone ai governi di istituire un quadro per il monitoraggio e la revisione, creando così gli strumenti per l’intero ciclo politico di elaborazione, attuazione, monitoraggio e revisione delle strategie. Nella comunicazione in esame, la fase di revisione non è stata presa in considerazione. Ciò può essere dovuto alla mancanza di una strategia e di un piano d’azione generali per l’attuazione degli OSS, che possano essere riesaminati regolarmente.

4.6.    Responsabilità condivisa e approccio multilaterale

4.6.1.

Gli OSS sono un’agenda multilaterale. Essi potranno essere attuati solo se la società civile, le imprese, i sindacati, le comunità locali e le altre parti interessate svolgeranno un ruolo attivo e assumeranno la titolarità del processo. Bisogna garantire processi di governance partecipativa nei quali la società civile sia coinvolta a tutti i livelli: da quello locale e nazionale a quello europeo e di Nazioni Unite. Gli OSS richiedono che le istituzioni e le parti interessate cooperino in modo integrato in diversi settori.

4.6.2.

In base a una recente decisione, la Commissione ha avviato una piattaforma multilaterale sull’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nell’UE (19). Il CESE accoglie con favore questo nuovo progetto e offre la sua collaborazione per contribuire al successo della piattaforma.

4.6.3.

Il CESE si rammarica tuttavia del fatto che la Commissione, nella sua comunicazione, non abbia risposto alla proposta del CESE di creare un Forum europeo dello sviluppo sostenibile in partenariato con la Commissione stessa, e alle sue raccomandazioni sulla forma da dare a tale forum (20) che erano basate sui risultati delle presentazioni sul forum proposto effettuate nel quadro di convegni, in gruppi di lavoro del Consiglio, alla Commissione e in consultazioni delle parti interessate, in cui i partecipanti hanno espresso sostegno per il forum.

4.7.

Il CESE si compiace del fatto che la Commissione, nella sua decisione che istituisce la piattaforma multilaterale, abbia esteso i compiti di tale piattaforma in relazione al monitoraggio dell’attuazione degli OSS e allo scambio delle buone pratiche, e abbia previsto un ruolo consultivo per i rappresentanti della società civile nel lavoro di riflessione per l’attuazione a lungo termine degli OSS, come anche il coinvolgimento nel monitoraggio e nel riesame delle politiche di attuazione. La piattaforma dovrebbe inoltre agevolare la cooperazione multilaterale e i partenariati. Il CESE ritiene che questo tipo di piattaforma partecipativa debba svolgere un ruolo essenziale nell’ambito di un nuovo tipo di governance europea, che dovrebbe essere caratterizzata da una titolarità condivisa.

Bruxelles, 5 luglio 2017

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Georges DASSIS


(1)  EPSC, Strategic Notes, Sustainability Now! A European Vision for Sustainability (La sostenibilità ora! Una visione europea a favore della sostenibilità), 20 luglio 2016; parere del CESE sul tema Forum europeo della società civile a favore dello sviluppo sostenibile (GU C 303 del 19.8.2016, pag. 73); parere del CESE sul tema Sviluppo sostenibile: una mappatura delle politiche interne ed esterne dell’UE (GU C 487 del 28.12.2016, pag. 41).

(2)  C(2017) 2941 final.

(3)  Parere del CESE sul tema Nuove misure per una governance e un’attuazione orientate allo sviluppo: valutazione dei fondi strutturali e d’investimento europei e relative raccomandazioni (GU C 487 del 28.12.2016, pag. 1); cfr. anche OCSE, Measuring Well-being and Progress (Misurare il benessere e il progresso: ricerche e studi in corso), http://www.oecd.org/statistics/measuring-well-being-and-progress.htm

(4)  Parere del CESE sul tema Forum europeo della società civile a favore dello sviluppo sostenibile (GU C 303 del 19.8.2016, pag. 73); parere del CESE sul tema Sviluppo sostenibile: una mappatura delle politiche interne ed esterne dell’Unione europea (GU C 487 del 28.12.2016, pag. 41); parere del CESE sul tema L’Agenda 2030 — Un’Unione europea impegnata a favore dello sviluppo sostenibile a livello globale (GU C 34 del 2.2.2017, pag. 58).

(5)  COM(2016) 739 final.

(6)  Parere del CESE sul tema L’Agenda 2030 — Un’Unione europea impegnata a favore dello sviluppo sostenibile a livello globale (GU C 34 del 2.2.2017, pag. 58).

(7)  COM(2016) 739 final, pag. 3.

(8)  Dobbiamo trasformare le nostre economie, discorso pronunciato dal vicepresidente della Commissione Frans Timmermans al vertice delle Nazioni Unite il 27 settembre 2015.

(9)  GU C 487 del 28.12.2016, pag. 41, punto 3.4.

(10)  Risoluzione del 12 maggio 2016 http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P8-TA-2016-0224+0+DOC+XML+V0//IT.

(11)  L’Europa che vogliamo: appello unitario delle organizzazioni della società civile e dei sindacati europei ai leader dell’UE, del 21 marzo 2017, https://concordeurope.org/wp-content/uploads/2017/03/EuropeWeWant_Statement_English_201703.pdf?1855fc; intervento di Solidar sul tema Il nostro futuro comune http://www.solidar.org/en/news/statement-our-common-european-future.

(12)  GU C 487 del 28.12.2016, pag. 41, punto 1.5.

(13)  GU C 487 del 28.12.2016, pag. 41, punto 1.7.

(14)  Eurostat, Sustainable Development in the European Union (Lo sviluppo sostenibile nell’Unione europea), 2016.

(15)  GU C 487 del 28.12.2016, pag. 41, punto 4.1.

(16)  GU C 487 del 28.12.2016, pag. 41, punto 1.11; parere del CESE ul tema Analisi annuale della crescita 2017 (GU C 173 del 31.5.2017, pag. 73).

(17)  Parere del CESE sul tema Sviluppo sostenibile: una mappatura delle politiche interne ed esterne dell’UE, GU C 487 del 28.12.2016, pag. 41; cfr. anche il parere del CESE sul tema Libro verde — Il finanziamento a lungo termine dell’economia europea, GU C 327 del 12.11.2013, pag. 11; cfr. inoltre il Libro verde del governo britannico https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/220541/green_book_complete.pdf.

(18)  Cfr. Genuine progress indicator (GPI), Happy Planet index, footprint index ecc.

(19)  C(2017) 2941.

(20)  Parere del CESE sul tema Forum europeo della società civile a favore dello sviluppo sostenibile (GU C 303 del 19.8.2016, pag. 73).


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