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Document 52002AE0838

Parere del Comitato economico e sociale sul tema "La necessità di una ricerca finalizzata a un approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile"

OJ C 241, 7.10.2002, p. 13–23 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

52002AE0838

Parere del Comitato economico e sociale sul tema "La necessità di una ricerca finalizzata a un approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile"

Gazzetta ufficiale n. C 241 del 07/10/2002 pag. 0013 - 0023


Parere del Comitato economico e sociale sul tema "La necessità di una ricerca finalizzata a un approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile"

(2002/C 241/03)

Il Comitato economico e sociale, in data 19 marzo 2002, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 23, paragrafo 2, del suo regolamento interno, di elaborare un parere sul tema di cui sopra.

La sezione Mercato interno, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori in materia, ha formulato il parere sulla base del rapporto introduttivo del relatore Wolf, in data 26 giugno 2002.

Il Comitato economico e sociale ha adottato il 17 luglio 2002, nel corso della 392a sessione plenaria, con 117 voti favorevoli e 4 astensioni, il seguente parere.

1. Premessa

1.1. Il Consiglio europeo di Göteborg(1) ha convenuto una strategia per lo sviluppo sostenibile che integra l'impegno politico dell'Unione per il rinnovamento economico e sociale e aggiunge alla strategia di Lisbona una terza dimensione, quella ambientale. Il Consiglio europeo di Barcellona(2) ha ribadito l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile e ha affermato che, nei processi di elaborazione delle politiche e nei processi decisionali, si deve prestare pari attenzione alle considerazioni di ordine economico, sociale e ambientale.

1.2. In tal modo s'instaura anche un nesso con gli avvertimenti relativi alla sicurezza di approvvigionamento energetico dell'UE formulati nel Libro verde della Commissione(3), in cui si sottolinea in modo particolare che, per quanto riguarda l'energia primaria necessaria a coprire il proprio fabbisogno, la dipendenza dell'Europa dalle importazioni ha raggiunto livelli preoccupanti e dovrebbe sfiorare il 70 % entro il 2030.

1.3. Per realizzare un'efficace revisione della strategia per lo sviluppo sostenibile, il Consiglio europeo di Göteborg ha invitato il Consiglio a tenere debitamente conto di energia, trasporti ed ambiente nel Sesto programma quadro di ricerca e sviluppo. Il Consiglio europeo di Göteborg ha inoltre osservato che lo sviluppo sostenibile richiede soluzioni globali. Al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile in programma a Johannesburg l'Unione cercherà di ottenere un accordo globale sullo sviluppo sostenibile.

1.4. In linea con tali osservazioni, il Comitato rileva che la necessità di un approvvigionamento di energia sicuro, a basso costo, rispettoso dell'ambiente e sostenibile è comune agli obiettivi di Lisbona, Göteborg e Barcellona. Ciò nondimeno non è affatto detto che si possa soddisfare tale necessità: vi è un problema energetico e va affrontato urgentemente. La risposta per delle possibili soluzioni può venire soprattutto da un'attività di ricerca e sviluppo a carattere intensivo.

1.5. Per tale motivo, integrando il proprio parere sul Libro verde(4) e quello sul Sesto programma quadro(5), il Comitato ha adottato il presente parere in cui raccomanda alla Commissione di mettere a punto una strategia per una ricerca europea integrata in campo energetico, da cui scaturisca un futuro programma europeo di ricerca in campo energetico. Tale programma dovrebbe essere varato se possibile già nel corso del Sesto programma quadro, o al più tardi nel periodo successivo.

1.6. Il Consiglio europeo di Barcellona "conviene che gli stanziamenti globali in materia di R & S e d'innovazione nell'Unione siano aumentati, con l'obiettivo che si avvicinino al 3 % del PIL entro il 2010; due terzi di questo nuovo investimento dovrebbero provenire dal settore privato". Il Comitato ritiene che nell'ambito di tale dotazione dovrebbero essere disponibili anche le ulteriori risorse necessarie per un vasto programma di ricerca energetica (a questo proposito cfr. anche il punto 2.4.3).

2. Situazione e precedenti pareri del Comitato

2.1. La problematica energetica

2.1.1. Lo sfruttamento dell'energia è alla base dell'odierna società industriale, al punto che le attuali condizioni di vita - caratterizzate da una speranza di vita, un approvvigionamento alimentare, una sicurezza sociale e una libertà individuale senza precedenti - sono da attribuire anzitutto a una disponibilità sufficiente di energia. In mancanza di energia, non esiste benessere né dinamismo. Grazie ai risultati economici e tecnologici conseguiti, nonché a un quadro economico coerente (al contrario, ad esempio, di quanto avviene in California), il consumatore europeo ha potuto finora contare su un approvvigionamento energetico ampiamente sufficiente e sicuro a prezzi accettabili.

2.1.2. Il quadro tuttavia è lungi dall'essere del tutto positivo. La produzione e l'utilizzazione di energia comportano danni ambientali, rischi, esaurimento delle risorse, nonché il problema della dipendenza dall'esterno e una serie di incognite. Come se non bastasse, si prevede che a lungo termine il fabbisogno di energia aumenterà in modo drastico in quanto di qui al 2060 il consumo energetico mondiale - condizionato dalla crescita demografica e dal ritardo dei paesi meno sviluppati - raddoppierà o addirittura triplicherà.

2.1.3. I combustibili fossili, vale a dire il carbone, il gas naturale e il petrolio, sono di gran lunga le maggiori fonti di energia primaria nell'Unione europea (in quanto coprono il 79 % circa del fabbisogno energetico). Le loro scorte sono limitate - seppure in misura diversa - e la loro combustione produce emissioni (specie di biossido di carbonio) dannose per il clima e per l'ambiente. In futuro, tali emissioni andranno non soltanto limitate, ma anche ridotte, nel rispetto del protocollo di Kyoto.

2.1.4. La fissione nucleare fornisce il 15 % circa dell'energia primaria consumata e non produce gas nocivi per il clima. Il suo utilizzo è però controverso e gli Stati membri hanno a tale proposito posizioni diverse, nel timore di contaminazioni radioattive dovute a incidenti di funzionamento o al deposito definitivo delle scorie.

2.1.5. Il 6 % circa dell'energia consumata proviene da fonti rinnovabili: tra queste l'energia idrica è la più rilevante. Quanto alle altre energie rinnovabili (di cui la maggior parte deriva dalla combustione di biomassa e dall'incenerimento di rifiuti), i problemi sono per lo più legati all'oscillazione naturale dell'offerta, al fatto che non possono essere immagazzinate - a eccezione della biomassa e dei rifiuti - e alla loro scarsa densità di energia primaria, la quale determina ancora costi molto elevati.

2.1.6. Nessuna delle opzioni e delle tecnologie che sono in grado di contribuire, in futuro, all'approvvigionamento energetico è perfetta e in grado di soddisfare tutte le esigenze. Un approvvigionamento energetico disponibile nel lungo periodo compatibile con la tutela ambientale e conveniente sotto il profilo economico non è garantito né in Europa né a livello mondiale. Inoltre potrebbe sorgere un conflitto di obiettivi tra il fabbisogno determinato da ragioni concorrenziali di una fonte energetica particolarmente conveniente e lo sviluppo di nuove tecniche, nonché la prevenzione a lungo termine con tutte le necessarie attività di ricerca. Per poter risolvere questa problematica, non bisogna pertanto affrontarne singoli aspetti, ma esaminarla in tutta la sua portata in una prospettiva globale e a lungo termine ed adottare un approccio a largo raggio. La soluzione del problema energetico è un fattore determinante e un banco di prova di un partenariato globale per la sostenibilità.

2.1.7. Le osservazioni appena formulate non trovano però sufficiente riscontro nella percezione da parte dei cittadini o nei dibattiti pubblici sull'argomento. Si registra piuttosto un'ampia gamma di opinioni che spaziano dalla tendenza a sopravvalutare i rischi e le opportunità esistenti alla tendenza a sottovalutarli, tendenza che talvolta cambia a seconda dei rischi e delle notizie relative a crisi petrolifere, a eventi climatici, a difficoltà di approvvigionamento (come in California) o al trasporto delle scorie radioattive. Le opinioni spaziano tra quelle di chi ritiene che non esista alcun problema energetico, che finora tutto sia andato per il meglio e che, all'occorrenza, si troveranno nuovi giacimenti (del resto, ormai da tempo si è previsto il deperimento delle foreste e si afferma che le scorte di petrolio e gas naturale non dureranno più di 40 anni), a quelle di chi invece è dell'avviso che il fabbisogno energetico mondiale potrebbe essere facilmente coperto dalle fonti energetiche rinnovabili, se solo si convogliassero a tal fine tutte le risorse destinate alla ricerca. Pertanto il problema energetico deve essere una componente essenziale dell'indispensabile dibattito(6) fra scienza, economia, politica e cittadini, anche a livello di scuole, di mass media e di formazione professionale.

2.2. Il Libro verde della Commissione

2.2.1. Nel Libro verde "Verso una strategia europea di sicurezza dell'approvvigionamento energetico"(7), la Commissione europea presenta e analizza questa problematica con notevole chiarezza, soffermandosi in particolare sulla preoccupante dipendenza dell'Europa dalle importazioni dell'energia primaria necessaria a coprire il suo fabbisogno interno, dipendenza che sfiorerà il 70 % entro il 2030. Segnala inoltre che si rischia di non riuscire a soddisfare gli impegni sottoscritti a Kyoto e mette in evidenza il ruolo dell'energia nucleare ai fini del rispetto di tali impegni.

2.2.2. Il Comitato ha elaborato in merito un parere(8) dettagliato e nel complesso estremamente favorevole. Ha sottolineato tra l'altro che lo studio della Commissione dovrebbe essere più globale e che se ne dovrebbe estendere l'orizzonte temporale in quanto i problemi si aggraveranno ulteriormente nella seconda metà del secolo. Ha sottolineato in particolare l'importanza della ricerca e dello sviluppo per risolvere il problema.

2.2.3. Il Comitato consultivo della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA)(9) segnala che esiste un margine di risparmio energetico nei trasporti, negli edifici privati e nel settore terziario e che, quanto all'uso del carbone, vi sono delle possibilità di sviluppo.

2.3. La ricerca energetica - la situazione odierna

2.3.1. A livello comunitario, la ricerca in campo energetico è parte integrante del tuttora vigente Quinto programma quadro di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione e del Programma quadro della Comunità europea dell'energia atomica (Euratom). In base a tale programma, alla ricerca energetica vengono destinati ogni anno circa 510 milioni EUR, vale a dire meno di un millesimo della spesa per l'energia primaria effettuata all'interno dell'UE.

2.3.2. In preparazione del Sesto programma quadro, nel febbraio 2001(10) la Commissione ha presentato una "Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al programma quadro pluriennale 2002-2006 di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione per la realizzazione dello Spazio europeo della ricerca" e una "Proposta di decisione del Consiglio relativa al programma quadro pluriennale 2002-2006 della Comunità europea dell'energia atomica (Euratom) di attività di ricerca e formazione per la realizzazione dello Spazio europeo della ricerca".

2.3.3. Nel gennaio 2002 la Commissione ha presentato inoltre le proposte (modificate)(11) relative ai "programmi specifici che attuano il Sesto programma quadro 2002-2006 della Comunità europea di attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione" e ai "programmi specifici che attuano il Sesto programma quadro 2002-2006 della Comunità europea dell'energia atomica di attività di ricerca e formazione".

2.3.4. Tutti i documenti di cui al punto 2.3 prevedono attività di ricerca e sviluppo in materia energetica. Addirittura, il programma Euratom è concentrato esclusivamente su questa tematica.

2.3.5. Inoltre la ricerca energetica condotta negli Stati membri con il sostegno del settore pubblico è integrata nei programmi di ricerca nazionali.

2.3.6. Va ricordato e ribadito anche che una parte molto significativa dello sviluppo tecnologico e della relativa ricerca viene effettuata dall'industria, perlopiù con risorse proprie. È il caso fra l'altro delle compagnie petrolifere e di estrazione del gas naturale (compresi il trasporto e la raffinazione), dell'industria carbonifera, dei costruttori di impianti, delle imprese di approvvigionamento energetico, dell'industria automobilistica e di quella aeronautica, dei loro fornitori, delle PMI e di molti altri, comprese le banche interessate.

2.3.7. Nel luglio 2001 il Comitato ha adottato un parere approfondito(12) sulla prima delle summenzionate (2.3.2) proposte della Commissione(13), in cui formula tra l'altro le seguenti raccomandazioni:

- fissare un aumento di circa il 50 % del bilancio comunitario complessivo di RST & D come obiettivo politico di medio termine per il periodo successivo al Sesto programma quadro e rivolgersi agli Stati membri e all'industria perché facciano altrettanto;

- introdurre un capitolo "Energia e trasporti" nelle azioni tematiche per dare maggiore risalto e visibilità al problema dell'energia e dei trasporti e, in particolare, in considerazione dello sviluppo sostenibile, ai sistemi di energie rinnovabili (compreso l'immagazzinamento e la distribuzione) e ai risparmi energetici (1500 milioni EUR);

- rafforzare il programma Euratom di conseguenza, puntando ad un'energia nucleare più sicura, anche negli aspetti relativi alla produzione, al trasporto e al deposito delle scorie nucleari e stimolando lo sviluppo della fusione (fissione 350 milioni di EUR, fusione 950 milioni EUR).

2.3.8. Nel maggio 2002 il Comitato ha approvato un parere(14) sulla seconda (2.3.3) delle proposte della Commissione menzionate(15), in cui fondamentalmente ha ribadito la posizione in materia di ricerca energetica già espressa nel precedente parere, aggiornandola in base alle decisioni adottate dal Consiglio e ai pareri espressi dal Parlamento nel frattempo.

2.3.9. In modo particolare per quanto riguarda l'obiettivo di una sostenibilità globale, nel parere sui preparativi per il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (Johannesburg) il Comitato ha sottolineato che è estremamente importante intensificare la ricerca nel settore dell'energia e dei trasporti(16).

2.3.10. Il Comitato sta preparando inoltre un parere sul programma della Commissione "Energia intelligente per l'Europa"(17).

2.4. Motivazione del presente supplemento di parere

2.4.1. Nei pareri del Comitato di cui ai punti 2.3.7 e 2.3.8 lo spazio dato alla tematica della ricerca energetica è relativamente limitato e questo perché la ricerca è solo un elemento dell'assai più ampia opera di regolamentazione generale - in termini contenutistici e procedurali - del Sesto programma quadro di RSTD. Per questo, nei summenzionati pareri dedicati al Sesto programma quadro nella sua globalità, il Comitato non ha ritenuto opportuno affrontare questa tematica con il grado di approfondimento, di attenzione e di dettaglio che essa per sua natura meriterebbe.

2.4.2. La ricerca energetica occupa però una posizione particolare anche perché è l'unico elemento delle "azioni tematiche" del Sesto programma quadro a rientrare nell'ambito di due diversi trattati: essa figura infatti sia nel programma quadro pluriennale 2002-2006 di azioni comunitarie di RST & D sia nel programma quadro pluriennale dell'Euratom di attività di ricerca e formazione.

2.4.3. Un fattore nuovo e particolare è dato inoltre dallo scadere del trattato della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) nel luglio 2002; a tale scadenza la Commissione assumerà la gestione del fondo comune di ricerca del carbone e dell'acciaio(18). Il Comitato ritiene che tale fondo debba essere impiegato soprattutto per le questioni energetiche.

2.4.4. La tematica di cui trattasi rientra inoltre in diversi programmi di sostegno della Commissione a titolo del primo programma quadro di azioni nel settore dell'energia condotti al di fuori del programma quadro di ricerca e sviluppo.

2.4.5. Gli sforzi dell'UE nel settore della ricerca energetica sono quindi ancora piuttosto frammentari: Sesto programma quadro RSTD e Euratom, azioni nel settore dell'energia, a cui si aggiungono(19) Eureka, COST, il CERN, il CCR ecc. In questo contesto il Comitato ritiene che alla Commissione spetti l'importante compito di mettere a punto una strategia comune e coerente in materia di Ricerca Energetica nel quadro dello spazio europeo della ricerca, in cooperazione con i responsabili e i partner di tutti questi vari programmi ed istituzioni (cfr. anche punto 3.6).

2.4.6. Alla luce di quanto esposto il Comitato ha pertanto deciso di consacrare a questa tematica il presente documento, che integra così i suoi pareri menzionati ai punti 2.3.7 e 2.3.8. Ciò riflette altresì la posizione del Comitato secondo cui la ricerca energetica dovrebbe avere un peso e una visibilità ben maggiori ed essere formulata in modo uniforme e coerente, il che risponde peraltro all'urgenza del problema.

3. Una strategia per un futuro programma europeo di ricerca energetica

3.1. La ricerca energetica costituisce l'elemento strategico e il presupposto necessario di qualunque politica energetica di successo nel lungo termine. La problematica energetica richiede il massimo livello possibile di ricerca scientifica e di sviluppo tecnologico. Gli investimenti in ricerca e sviluppo sono quanto le odierne generazioni devono a quelle future per l'attuale consumo di risorse energetiche e per l'inquinamento dell'atmosfera con gas ad effetto serra.

3.2. Gli attori della ricerca e dello sviluppo sono il mondo scientifico e quello industriale. Nell'UE esistono le competenze e le capacità scientifiche indispensabili per ottenere prestazioni di altissimo livello, nonché delle strutture per formare gli specialisti di domani, in modo da garantire il successo della necessaria strategia di ricerca congiunta fra mondo scientifico e mondo industriale.

3.3. Tale strategia ha bisogno del sostegno degli Stati membri e dell'UE, specie se si considerano gli aspetti di lungo periodo e i fattori di rischio della ricerca e dello sviluppo. Se tale sostegno restasse di gran lunga inferiore alle risorse pubbliche stanziate a tal fine in mercati rivali, ne deriverebbe una pericolosa distorsione della concorrenza a danno delle aziende e degli istituti di ricerca europei.

3.4. L'economia, la scienza e la politica hanno pertanto un compito comune da svolgere: garantire l'approvvigionamento energetico sostenibile dell'UE e dei suoi cittadini, sviluppare la strategia necessaria a tal fine e mobilitare le opportune risorse.

3.5. Ciò riguarda in misura particolare le competenze dell'UE, in quanto l'approvvigionamento energetico, le reti transeuropee ecc. sono elementi tipici di un mercato interno europeo.

3.6. Da qui deriva l'importanza eccezionale dello spazio europeo della ricerca e degli strumenti di cui dispone. Tuttavia, il Comitato si appella anche ai governi, all'industria e agli istituti di ricerca degli Stati membri perché collaborino a una strategia europea così concepita e al programma di ricerca energetica che ne dovrà scaturire, integrandosi in tal modo (come già avvenuto nel caso della fusione) in un programma di ricerca energetica europeo.

3.7. Il Comitato è consapevole e riconosce pienamente che molte di queste e delle altre raccomandazioni che seguiranno trovano già riscontro nella proposta relativa al Sesto programma quadro e al programma Euratom e in altri programmi della Commissione, anche se in maniera incompleta e abbastanza frammentata (cfr. anche punto 2.4.5). Nell'UE è evidente tuttavia la necessità di una strategia globale equilibrata, sufficientemente diversificata a livello tematico e affidabile nel lungo periodo risultante da un'analisi esauriente delle esigenze ecologiche e economiche, da un lato, e, dall'altro, delle possibili soluzioni e del potenziale di sviluppo. Fermo restando quanto sancito nei vari trattati, da ciò dovrebbe seguire un programma di ricerca energetica coerente e organico con un'indicazione chiara delle risorse disponibili per la sua esecuzione e della loro destinazione, un programma di lungo periodo, comprensibile per i cittadini, che goda di un forte sostegno nei confronti dei responsabili delle decisioni politiche.

3.8. La situazione al di fuori dei confini attuali dell'UE va vista in un'altra prospettiva.

- In primo luogo vi sono i paesi candidati e il loro approvvigionamento energetico. Si tratta, da un lato, della sicurezza e degli standard ambientali delle tecnologie ivi disponibili e dei loro problemi e, dall'altro, di coltivare e approfondire i legami già esistenti nel quadro di un programma di ricerca.

- D'altro canto vi sono i paesi confinanti con i paesi candidati, come per esempio l'Ucraina e la Russia. Anche con questi ultimi devono essere avviate tempestivamente, sviluppando le attività di cooperazione(20) già esistenti, ulteriori collaborazioni nel settore della ricerca energetica e vanno stipulati accordi sugli standard ambientali ecc.

- Tuttavia, non da ultimo, vi è l' aspetto globale - il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile (Johannesburg) - che prevede anche l'obbligo di contribuire con il know-how europeo e con le sue tecnologie alla soluzione dei problemi globali e di quelli dei paesi meno sviluppati. Tale obbligo include non soltanto la messa a disposizione di conoscenze scientifico-tecniche, ma offre anche l'opportunità di poter esportare tecnologie di punta, promuovendo così la competitività e la prosperità dell'UE.

- L'aspetto globale del problema energetico è un ulteriore sprone a ricercare e incentivare una collaborazione internazionale intensa nel campo della ricerca energetica. Sotto questo profilo hanno un ruolo catalizzatore e strumentale da svolgere anche organizzazioni internazionali come l'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA).

3.9. L'approvvigionamento di materie prime a destinazione energetica e l'eliminazione dei residui del consumo energetico (o, più esattamente, della trasformazione energetica) richiedono l'ulteriore sviluppo di tutte le fonti energetiche note e ipotizzabili allo scopo di studiarne, accrescerne e sfruttarne il potenziale contributo a un approvvigionamento sicuro, accessibile in termini di costi e sostenibile. Gli investimenti necessari andrebbero commisurati al contesto concorrenziale globale e all'urgenza della problematica ambientale, ma anche all'entità e ai costi del consumo energetico totale, in quanto è sulla ricerca e sullo sviluppo che si costruisce il futuro.

3.10. In questo contesto va considerato che, visto nella prospettiva odierna, il problema energetico nella seconda metà del secolo si aggraverà sempre di più e pertanto strategia, periodo della ricerca e prospettive di sviluppo vanno orientate oltre questo orizzonte temporale. È quindi opportuno, dato il carattere di lungo termine degli sviluppi e delle soluzioni necessarie, mettersi all'opera sin da ora con decisione.

3.11. Il Comitato rileva con soddisfazione che una buona parte delle sue riflessioni sono state condivise anche dal gruppo di lavoro consultivo della commissione "Energy RTD Strategy" come indicato nel documento di lavoro(21) di quest'ultimo.

4. Aspetti di una strategia di ricerca comune

4.1. Una strategia di ricerca razionale comincia là dove si riflette al modo migliore per economizzare le risorse disponibili o individuarne di nuove, ridurre le emissioni di CO2 e le altre emissioni/scorie nocive e contenere i prezzi energetici. Al tempo stesso, però, essa deve mettere a punto obiettivi globali e a lungo termine da perseguire con convinzione.

4.2. In tale contesto, la ricerca e lo sviluppo industriale devono orientarsi di preferenza verso obiettivi che consentano di ottenere risultati, prodotti, procedimenti e servizi in tempi brevi, obiettivi cioè che consentano di ammortizzare abbastanza rapidamente gli investimenti nella ricerca, e che quindi possano essere ampiamente perseguiti dalle stesse aziende. Per contro, il compito degli istituti pubblici di ricerca consiste nell'occuparsi degli sviluppi basilari necessari e, in special modo, nel portare avanti i progetti che presentano una prospettiva più a lungo termine. Nel complesso scienza ed economia devono collaborare in modo stretto in un partenariato all'insegna della reciprocità affinché, attraverso la ricerca di base e i progetti di dimostrazione, si ottengano infine risultati commerciabili.

4.3. Se da un lato i cambiamenti (liberalizzazione)(22) dovuti al mercato interno europeo generalmente possono essere considerati vantaggiosi per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, in alcuni rami dell'industria queste misure, data la maggiore concorrenza a livello mondiale, possono far sì che mutino gli incentivi e le responsabilità per la prevenzione nel lungo periodo, provocando quindi almeno temporaneamente una riduzione dell'attività di ricerca e sviluppo da parte del mondo industriale.

4.4. Se necessario, affinché questo non avvenga ci deve essere un intervento politico sotto forma di norme o incentivi per l'industria. Occorre piuttosto adoperarsi affinché anche l'industria soddisfi gli obiettivi di Barcellona(23), vale a dire affinché anche l'industria investa molto di più - e con le proprie risorse - nella ricerca e nello sviluppo.

4.5. Le aziende devono impegnarsi maggiormente anche in progetti condotti in collaborazione con gli istituti di ricerca e finanziati dai bilanci pubblici, in modo da poter applicare più rapidamente i risultati della ricerca e trasformarli in prodotti. In tale contesto assume particolare rilevanza il coinvolgimento di costruttori e gestori di impianti nella realizzazione e nella gestione di progetti dimostrativi.

4.6. Una strategia comune presuppone peraltro la disponibilità di risorse finanziarie sufficienti sia per gli istituti pubblici di ricerca sia per la ricerca industriale. Sono necessari anni - e spesso decenni - di attività di ricerca e sviluppo perché da un'idea si passi a un esperimento di laboratorio, a un prototipo, alla realizzazione di un impianto di dimostrazione e, finalmente, al prodotto pronto per essere commercializzato. Perché queste attività abbiano una possibilità di successo, è indispensabile che il sostegno finanziario alla ricerca a livello nazionale ed europeo sia costante e di ampio respiro, non da ultimo per offrire una sicurezza di programmazione ai singoli individui, alle aziende e agli istituti di ricerca coinvolti, e incoraggiarne la partecipazione.

4.7. Gli strumenti d'incentivazione della ricerca da parte dell'UE vanno scelti e strutturati in modo che si adattino di volta in volta in maniera ottimale ai temi specifici e ai loro diversi orizzonti temporali. Secondo il Comitato gli strumenti adottati dal quinto programma quadro e dal programma Euratom insieme con gli strumenti proposti nel sesto programma quadro offrono un ventaglio idoneo di possibilità.

4.8. Occorre inoltre mirare a riunire in modo ancora più spinto le varie competenze politiche e amministrative riguardanti i necessari processi di pianificazione e decisione, non solo perché non si manifestino inopportuni ritardi o addirittura intoppi, per via delle necessarie procedure di coordinamento e concertazione fra le parti coinvolte (ad esempio, le varie direzioni generali della Commissione europea, i ministeri e gli Stati membri), ma anche perché ne risulti un approccio ben coordinato, efficiente e coerente, adeguato alle finalità dello spazio europeo della ricerca e capace di sfruttarne le opportunità.

5. Le tematiche di un futuro programma europeo di ricerca energetica

5.1. Non è intenzione, né tanto meno compito del Comitato definire e proporre i contenuti di un siffatto programma europeo di ricerca energetica. Il Comitato esorta piuttosto la Commissione ad assumere tale compito, secondo le modalità stabilite, in stretta collaborazione con l'industria, con il mondo scientifico e con i governi degli Stati membri.

5.2. Il programma europeo di ricerca energetica che ne deriverebbe potrebbe essere inserito nella pianificazione del periodo successivo al Sesto programma quadro, anche se lo stesso Sesto programma potrebbe eventualmente già tenerne conto. In tale contesto i fondi provenienti dalla CECA nonché l'aumento del bilancio della ricerca deciso a Barcellona aprono lo spazio di manovra necessario.

5.3. Dal momento che all'orizzonte non si prospetta alcuna soluzione univoca, la problematica energetica può essere affrontata solo continuando a sviluppare ed esplorando tutte le forme di energia, le tecnologie e le opzioni che sembrano dare garanzie di successo.

5.4. In tale contesto si tratta di sviluppare (ulteriormente) in maniera conseguente e inventiva le tecniche e le concezioni conosciute e consolidate, prevedendo però anche opportunità per nuovi processi e per le innovazioni.

5.5. Di conseguenza, allo stato attuale i temi e i criteri importanti di una ricerca energetica appropriata vertono tra l'altro sui seguenti aspetti:

5.5.1. Criteri generali:

- risorse;

- residui/emissioni;

- disponibilità;

- sicurezza dell'approvvigionamento;

- sostenibilità;

- sicurezza/rischi;

- affidabilità;

- altri aspetti ambientali;

- aspetti geopolitici;

- costi;

- accettazione.

5.5.2. Categorie tecniche:

- produzione energetica;

- trasporto, conversione, stoccaggio e consumo di energia;

- procedimenti tecnici;

- ricerca e sviluppo di materiali;

- sviluppo e ricerca di sistemi.

5.5.3. Categorie di utenti:

- trasporti;

- industria e altre attività;

- edilizia, alloggi e consumi privati.

5.5.4. Fonti di energia primaria e relativi processi di conversione:

- carbone e derivati;

- petrolio e derivati;

- gas naturale e derivati;

- fissione nucleare;

- fusione nucleare;

- energia idrica e maremotrice;

- biomassa e derivati;

- energia eolica;

- energia solare termica;

- energia fotovoltaica;

- energia geotermica.

6. Alcuni esempi di tematiche

6.1. In primo luogo va osservato e sottolineato particolarmente che già lo sforzo di ricerca e sviluppo finora compiuto ha dato risultati notevoli. Si va per esempio dall'aumento sensibile del rendimento delle centrali convenzionali, comprese la desolforazione e la desossinazione dei gas di combustione allo sviluppo delle celle a combustibile, dai motori diesel a basso consumo, dalle turbine eoliche ad alte prestazioni con un'estesa immissione sul mercato, dai sistemi di raffreddamento d'emergenza dei reattori nucleari fino ai decisivi progressi nel campo della ricerca sulla fusione. Questi esempi, ed altri non menzionati, mostrano i risultati che possono dare l'ambizione di ricerca, le grandi competenze dell'ingegneria, l'inventiva e l'impegno imprenditoriale, ma anche politico, quando esistono le condizioni adeguate. Mostrano anche che la lungimiranza e gli investimenti pagano e possono conseguire gli obiettivi.

6.2. A partire da queste premesse si elencano a titolo d'esempio e in forma succinta alcune possibili tematiche per futuri lavori di ricerca e sviluppo, senza pur tuttavia escludere altre idee e progetti qui non menzionati.

6.2.1. Trasferimento, conversione e utilizzo di energia:

- ulteriore sviluppo della turbina a vapore, ma soprattutto della turbina a gas, in quanto questa tecnologia consente più di ogni altra di incrementare il rendimento (materiali);

- maggiore efficienza delle tecnologie industriali (ad es. produzione siderurgica, chimica e alimentare);

- perfezionamento dei sistemi di trazione per motori a combustione interna, ivi inclusi i sistemi di trazione ibridi;

- estrazione e trasporto di gas naturale in condizioni stagne;

- tecniche per la produzione di combustibili alternativi (metanolo, etanolo, idrocarburi sintetici, idrogeno), nonché trasporto e stoccaggio di combustibili gassosi (gas naturale, biogas, idrogeno);

- perfezionamento della termotecnica e della coibentazione termica nell'edilizia, come pure

- utilizzo attivo e passivo dell'energia solare nell'edilizia (tenendo parimenti conto degli importanti stimoli sul piano artistico ed estetico che ciò comporta per gli architetti);

- tecniche di accumulo dell'energia elettrica e di quella termica;

- pianificazione e gestione della rete;

- celle a combustibile per uso sia nel settore stazionario e mobile sia nell'autotrazione;

- tecnologie di impianto in grado di modulare la produzione in base alle fluttuazioni della domanda e dell'offerta di fonti energetiche rigenerative;

- tecnologia dell'idrogeno(24);

- trasferimento di energia e sistemi di stoccaggio tramite superconduttori.

6.2.2. Scienze dei materiali e ricerca di sistemi energetici:

- materiali o materiali funzionali per turbine a gas e a vapore, celle a combustibile, cellule solari, coibentazione termica, accumulo di energia termica, cavi speciali, superconduttori e componenti di centrali nucleari a fusione;

- ricerca di sistemi energetici: correlazioni fra gli aspetti economici ed ecologici, valutazione dell'impatto tecnologico, analisi dei mercati, modelli di possibili scenari e previsioni.

6.2.3. Approvvigionamento energetico compresi gli aspetti relativi alla sicurezza e alla tutela ambientale:

- ulteriore sviluppo delle tecnologie tradizionali in materia di centrali elettriche ai fini di un più elevato rendimento, tecnologie combinate e nuovi processi, quali centrali elettriche a lignite essiccata, combustione sotto pressione di polvere di lignite e di carbon fossile, combustione sotto pressione a letto fluidizzato di lignite, carbon fossile e biomasse, gassificazione integrata del carbone, combustione combinata di combustibili di sostituzione o biomasse, centrali a ciclo combinato con turbine a gas e a vapore, centrali a vapore con condizioni di vapore critiche;

- filtraggio e depurazione dei gas di combustione, separazione e immagazzinamento (sequestro) di CO2, tutela del paesaggio;

- ricorso alla biomassa e relative considerazioni in termini di logistica e di utilizzazione ottimale, emissioni;

- generazione combinata di energia elettrica ed energia termica, decentramento/centralizzazione;

- energia idrica, sicurezza (geologica, interna ed esterna);

- sistemi di riscaldamento e di climatizzazione negli edifici;

- impianti eolici e solari: sviluppo e sperimentazione di vari approcci e processi - ad es. energia solare termica per produzione elettrica e impianti di riscaldamento di edifici, varie tecnologie di utilizzazione del fotovoltaico e fabbricazione di componenti (cellule) - loro ulteriore sviluppo in termini di rendimento, riduzione dei costi, collegamento in rete, compatibilità della domanda, stoccaggio di energia, commercializzazione e tutela del paesaggio;

- reattori a fissione: sicurezza interna ed esterna, sviluppo di modelli di reattori alternativi, in particolare di reattori intrinsecamente sicuri; trasferimento, lavorazione e stoccaggio di prodotti radioattivi della fissione; trasmutazione di radionuclidi particolarmente radiotossici a vita lunga;

- sviluppo di reattori a fusione: principi, processi, dimostrazione, tecnologia, sicurezza interna/esterna; messa a punto di una strategia che riduca sensibilmente i tempi necessari per poter realizzare un impianto di dimostrazione.

6.3. Osservazioni sui precedenti esempi

6.3.1. I pericoli maggiori in materia di approvvigionamento energetico dell'UE stanno nell'uso predominante (combustione) di combustibili fossili (79 % dell'approvvigionamento energetico totale!) e nella dipendenza dalle importazioni stimata al 70 % nel medio periodo. D'altra parte, per questi combustibili vi è nel breve-medio periodo anche un grande potenziale di risparmio, nonché un forte potenziale di riduzione delle emissioni di CO2. Tali risultati si potrebbero ottenere mediante il miglioramento delle tecniche di lavorazione, combustione e conversione, nonché attraverso un accresciuto utilizzo del calore e delle fonti di energia secondarie. Si tratta per esempio dell'aumento del rendimento delle centrali elettriche (cosa che concerne in particolare lo sviluppo dei materiali e la metallurgia), il perfezionamento dei processi industriali, per esempio nell'industria chimica e dell'acciaio, le tecniche di trazione di veicoli a motore, nonché la coibentazione termica e l'uso passivo dell'energia solare negli edifici.

6.3.2. L'utilizzo di alcune fonti energetiche rinnovabili come l'acqua e, in parte, la combustione di biomassa (legno) ha una lunga tradizione ed è (in termini generali) competitivo. All'energia idrica, inoltre, si ricorre con profitto nelle centrali elettriche ad accumulo per far fronte ai carichi di picco (domanda di picco).

6.3.3. Altre fonti rinnovabili come il vento e il sole, pur essendo già largamente utilizzate, contribuiscono però solo con circa l'1 % all'approvvigionamento energetico dell'UE. Esse, tuttavia, non sono (ancora?) competitive. Comunque, ciò non toglie che sia molto più economico usare l'energia eolica che produrre energia elettrica mediante il fotovoltaico. Dato che però continuano a mancare sistemi di stoccaggio, l'offerta dipende dai cicli giornalieri o annuali e dalle condizioni atmosferiche e le centrali "convenzionali" devono rimanere a disposizione come riserva. Ciò limita tra l'altro la potenziale partecipazione di queste forme di energia alternativa al mercato globale dell'elettricità.

6.3.4. Per questo motivo in taluni Stati membri vengono ideati degli incentivi atti a promuovere le tecnologie non ancora competitive, come il prezzo di acquisto nettamente superiore a quello di mercato (si pensi ad esempio alla legge tedesca sull'alimentazione di corrente da fonti di energia rinnovabili nella rete pubblica) o l'erogazione di prestiti a basso tasso d'interesse, nella speranza che un giorno, grazie a tecniche di produzione più economiche da un lato e al rincaro dei combustibili fossili (prezzi e tasse sull'energia) dall'altro, venga colmato il divario esistente.

6.3.4.1. La ricerca pertanto dovrà puntare soprattutto all'incremento della competitività e della disponibilità incondizionata (stoccaggio) di queste fonti energetiche. Ciò detto, occorre operare una netta distinzione tra ricerca e sviluppo da un lato e rafforzamento della posizione di mercato dall'altro, distinzione che non sempre viene fatta.

6.3.4.2. In particolare, la crescente necessità di una sufficiente incentivazione della ricerca e i costi a ciò collegati dovrebbero essere confrontati con i costi che i consumatori e il settore pubblico devono sostenere per le sovvenzioni nel frattempo divenute assai elevate. In questo contesto bisogna anche chiedersi quindi fino a che punto l'economia europea, a lungo termine, possa sopportare un aumento del costo dell'energia, anche alla luce della concorrenza a livello mondiale.

6.3.5. L'energia nucleare si ottiene in linea di principio dalla fissione di atomi molto pesanti, come l'uranio o il plutonio, o dalla fusione di atomi molto leggeri, come il deuterio o il tritio. Questi due processi si differenziano però in modo sostanziale in termini di modalità e condizioni di funzionamento, aspetti connessi alla sicurezza e all'ambiente, risorse, ecc.

6.3.6. I reattori a fissione sono ampiamente utilizzati in tutto il mondo ormai da decenni, ma i loro standard tecnici e di sicurezza variano da un paese all'altro. I reattori presenti sul territorio comunitario sono tra i più perfezionati: pertanto, risulta sin d'ora evidente che l'UE deve assumersi il nuovo compito, d'innalzare tali standard nei paesi terzi. La ricerca deve quindi puntare ad incrementare ulteriormente gli standard di sicurezza, indurre i paesi terzi a conformarsi a tali standard e cercare soluzioni ancora più efficaci per la gestione dei prodotti radioattivi a vita lunga della fissione.

6.3.7. I reattori a fusione sono ancora in fase di sviluppo. Eppure, le loro caratteristiche di sicurezza, i livelli decisamente ridotti di scorie radiotossiche senza componenti a vita lunga (attinidi) e la capacità di disporre di una riserva pressoché illimitata di risorse ne fanno potenzialmente una tecnologia di punta del futuro molto importante e sostenibile. Grazie ai risultati ottenuti dal programma di fusione termonucleare già pienamente integrato nello spazio europeo della ricerca (cfr. anche punto 3.6), con una cooperazione a livello mondiale (UE, Giappone, Canada, Russia) si è riusciti a mettere a punto i progetti per la costruzione del reattore sperimentale internazionale ITER. Con ITER si intende dimostrare in misura rilevante ai fini delle centrali energetiche che dal punto di vista tecnico e scientifico si può ricavare energia utilizzabile dalla fusione termonucleare. La ricerca dovrà quindi puntare a dimostrare al più presto la fattibilità di questa tecnologia e i suoi vantaggi per l'ambiente fornendo così il presupposto per la costruzione del primo reattore a fusione destinato alla produzione di energia.

6.3.8. L'industria e la ricerca a livello comunitario detengono una posizione di primo piano in quasi tutti i settori finora elencati. Di qui l'estrema importanza di conservare e rafforzare tale posizione e il relativo know-how, nonché di sfruttarli sia a vantaggio della delicata questione dell'approvvigionamento energetico in Europa sia ai fini della connessione in rete e del rispetto degli obblighi a livello globale.

6.3.9. In questo contesto, il Comitato si appella nuovamente ai rappresentanti del mondo politico, economico e scientifico perché rendano le professioni tecnico-scientifiche talmente attraenti da indurre un numero sufficiente di giovani di talento ad intraprendere il corrispondente percorso formativo. Ciò significa offrire istituti di formazione altamente qualificati, ma anche far comprendere a chi comincia gli studi il ruolo decisivo degli scienziati e degli ingegneri, i quali garantiscono nei diversi comparti tecnologici una produzione energetica sufficiente e rispettosa dell'ambiente. Le prospettive professionali devono però essere abbastanza interessanti da indurre i giovani a scegliere una carriera nel campo della tecnologia energetica; inoltre nell'ambito di tale carriera le possibilità di avanzamento e la retribuzione devono essere tali da indurli a rimanere in questo settore.

6.3.10. Il Comitato ribadisce inoltre la sua richiesta di inserire la questione dell'energia, della ricerca energetica e della sostenibilità nel dialogo con la società civile, compresi i media e le scuole. Nella vita sociale e democratica soprattutto il cittadino informato può contribuire a far sì che siano adottate le posizioni, le misure precauzionali e le decisioni giuste.

7. Sintesi e raccomandazioni del Comitato

7.1. Uno dei punti centrali delle decisioni del Consiglio di Lisbona, di Göteborg e di Barcellona è quello di un approvvigionamento energetico dell'UE a basso costo, rispettoso dell'ambiente e sostenibile. Tuttavia, senza un ulteriore impegno non è possibile realizzare questo importante obiettivo: esiste un problema energetico e va risolto. L'economia, la scienza e la politica devono anche assumersi il compito di sviluppare la strategia idonea a tal fine e di rendere disponibili i mezzi necessari.

7.2. Tuttavia per poter risolvere il problema energetico non bisogna affrontarne singoli aspetti, ma esaminarlo in tutta la sua portata in una prospettiva globale e a lungo termine ed adottare un approccio a largo raggio. La soluzione del problema energetico è un aspetto centrale e un banco di prova di un partenariato globale per la sostenibilità.

7.3. La risposta per delle possibili soluzioni può venire soprattutto da un'intensa attività di ricerca e sviluppo. La ricerca energetica costituisce l'elemento strategico e il presupposto necessario di qualunque politica energetica di successo nel lungo termine. Gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo sono quanto le odierne generazioni devono a quelle future per l'attuale consumo di risorse energetiche, così come per l'inquinamento dell'ambiente a causa delle emissioni e dei residui del consumo energetico.

7.4. Per questo motivo il Comitato raccomanda alla Commissione di mettere a punto una strategia per una ricerca europea integrata in campo energetico, da cui scaturisca un futuro esauriente programma europeo di ricerca in campo energetico. Tale programma dovrebbe essere varato possibilmente ancora nel corso del Sesto programma quadro, o al più tardi nel periodo successivo. Le ulteriori risorse necessarie dovrebbero venire dall'aumento delle spese generali per la ricerca e lo sviluppo (conformemente alle decisioni di Barcellona) e da una parte del Fondo CECA.

7.5. In questo contesto lo spazio europeo della ricerca e gli strumenti di cui dispone assumono un'importanza eccezionale. Il Comitato fa appello anche ai governi, all'industria e agli istituti di ricerca degli Stati membri affinché collaborino a una strategia europea così concepita, integrandosi in tal modo in un programma europeo di ricerca energetica. Le opportunità offerte dallo spazio europeo della ricerca dovrebbero essere sfruttate con una strategia di ricerca energetica complessiva, trasparente, coordinata e sostenuta da tutte le parti coinvolte.

7.6. Il Comitato è consapevole e riconosce pienamente il fatto che una notevole parte delle sue raccomandazioni trovano già riscontro nella proposta della Commissione relativa al Sesto programma quadro e al programma Euratom e in altri programmi della Commissione, anche se in maniera incompleta e frammentata. Fermo restando quanto sancito nei vari trattati, su questa base dovrebbe seguire un programma di ricerca energetica coerente, formulato in modo organico, con un'indicazione chiara delle risorse disponibili per la sua esecuzione e della loro destinazione, un programma di lungo periodo, comprensibile per i cittadini, che goda di un forte sostegno nei confronti dei responsabili delle decisioni politiche.

7.7. L'approvvigionamento di materie prime energetiche nonché l'eliminazione e la diminuzione dei residui del consumo di energia rendono necessario lo sviluppo di tutte le fonti di energia conosciute e ipotizzabili per studiarne, migliorarne e utilizzarne al meglio il potenziale. I necessari investimenti in tal senso dovrebbero essere adeguati alla concorrenza globale, alla critica situazione dell'approvvigionamento e all'urgenza dei problemi ambientali, ma anche all'ampiezza e ai costi del consumo energetico totale, visto che sulla ricerca e sullo sviluppo si costruisce il nostro futuro.

7.8. In tale contesto, l'impegno dell'industria dovrebbe perseguire di preferenza obiettivi che consentano di ottenere risultati, prodotti, procedimenti e servizi in tempi brevi, obiettivi cioè che consentano di ammortizzare abbastanza rapidamente gli investimenti nella ricerca, e che quindi possano essere ampiamente perseguiti dalle stesse aziende. Le norme del mercato interno europeo e altri incentivi devono fare in modo che l'industria soddisfi gli obiettivi di Barcellona e si integri nel programma europeo di ricerca energetica.

7.9. Per contro, il compito degli istituti pubblici di ricerca consiste nell'occuparsi degli sviluppi basilari necessari e, in special modo, nel portare avanti i progetti che presentano una prospettiva più a lungo termine. Scienza ed economia devono collaborare in modo stretto in un partenariato all'insegna della reciprocità affinché, attraverso la ricerca di base e i progetti di dimostrazione, si arrivi infine a risultati che possono essere commercializzati.

7.10. I contenuti tematici di un siffatto programma di ricerca dovrebbero tener conto sia di tutti gli aspetti relativi agli utilizzatori - famiglie, edilizia, industria e trasporti - sia delle diverse tecniche di approvvigionamento, conversione, distribuzione e applicazione, compresi il risparmio energetico e lo sviluppo di nuovi processi. Vi rientrano anche i problemi di sicurezza dell'approvvigionamento, della riduzione e della gestione dei rischi tecnici, della tutela ambientale e del contenimento/eliminazione dei residui del consumo di energia (p. es. gas ad effetto serra, radioattività). Vi si aggiungono lo sviluppo (ulteriore) dei materiali necessari e gli studi di sistema analitici e previsionali in cui vengono elaborati e testati scenari demografici, economici e ecologici.

7.11. Cooperazioni e collegamenti in rete non solo con i paesi candidati, ma anche con i loro vicini e in ultima istanza a livello globale devono configurarsi come obiettivi da mantenere e sostenere. Il problema energetico è un problema d'approvvigionamento, ma anche in fin dei conti, nelle sue possibili ripercussioni economiche, ecologiche e politiche, un problema globale.

7.12. Il Comitato ribadisce infine la sua richiesta d'inserire la questione dell'energia, della ricerca energetica e della sostenibilità nel dialogo con la società civile, compresi i media e le scuole. Nella vita sociale e democratica soprattutto il cittadino informato può contribuire a far sì che siano adottate le posizioni, le misure precauzionali e le decisioni giuste.

Bruxelles, 17 luglio 2002.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale

Göke Frerichs

(1) Consiglio europeo di Göbegorg, giugno 2001, conclusioni della presidenza - SN 200/1/01 REV 1.

(2) Consiglio europeo di Barcellona, marzo 2002, conclusioni della presidenza - SN 100/02 ADD 1.

(3) Libro verde COM(2000) 769 def.

(4) GU C 221 del 7.8.2001.

(5) GU C 260 del 17.9.2001.

(6) Cfr. a questo proposito il parere d'iniziativa del Comitato CES 724/2001 del maggio 2001: "Scienza, società e cittadini in Europa", GU C 221 del 7.8.2001.

(7) Libro verde COM(2000) 769 def.

(8) GU C 221 del 7.8.2001.

(9) Bollettino UE 6-2001.

(10) COM(2001) 94 def.

(11) COM(2002) 43 def.

(12) GU C 260 del 17.9.2001.

(13) COM(2001) 94 def.

(14) CES 693/2002.

(15) COM(2002) 43 def.

(16) CES 692/2002.

(17) COM(2002) 162 def. del 9 aprile 2002.

(18) Doc. Consiglio 5650/02 + ADD 1 (Consiglio 28.2.2002, versione provvisoria 6533/02 (stampa 43-G), pag. VII EN.

(19) Alcune delle organizzazioni e dei programmi citati non sono circoscritti all'UE.

(20) GU L 299 del 28.11.2000, pag. 14.

(21) E- WOG documento di lavoro "Sustainable and affordable energy for the future; priorities for european union energy RTD: January 2001" EUR 19790.

(22) Centre for European Policy Studies (CEPS): "Security of Energy Sypply", relazione di un gruppo di lavoro CSPS, novembre 2001, pag. 22 (ISBN 92-9079-358-9).

(23) Consiglio europeo di Barcellona, marzo 2002, conclusioni della presidenza - SN 100/02 ADD 1 e punto 1.6.

(24) Si fa notare, contro alcune idee sbagliate diffuse dai media e dalla pubblicità, che l'idrogeno non costituisce una fonte di energia primaria liberamente disponibile, ma deve essere ottenuto attraverso l'impiego di energia (elettrica) dall'acqua. I suoi vantaggi consisterebbero nella facilità di stoccaggio e nell'idoneità ad essere usato come combustibile (specie per le celle a combustibile). La sua combustione non genera biossido di carbonio.

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