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Trasferimento di personale dall’esterno dell’Unione europea
Le società multinazionali a volte hanno bisogno di trasferire personale da un paese all’altro. Questa pratica amplia l’esperienza di una persona e può fornire all’azienda ospitante competenze preziose. Come parte della politica di immigrazione comune, l’Unione europea (UE) ha norme standard per esaminare le richieste di trasferimento e garantire che le persone coinvolte siano trattate equamente quando arrivano e lavorano nell’Unione.
ATTO
Direttiva 2014/66/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi nell’ambito di trasferimenti intra-societari.
SINTESI
Le società multinazionali a volte hanno bisogno di trasferire personale da un paese all’altro. Questa pratica amplia l’esperienza di una persona e può fornire all’azienda ospitante competenze preziose. Come parte della politica di immigrazione comune, l’Unione europea (UE) ha norme standard per esaminare le richieste di trasferimento e garantire che le persone coinvolte siano trattate equamente quando arrivano e lavorano nell’Unione.
CHE COSA FA LA DIRETTIVA?
La normativa stabilisce i termini e le condizioni che si applicano ai cittadini di paesi terzi e alle loro famiglie quando vengono trasferiti dalla loro azienda per lavorare in uno o più dei suoi centri all’interno dell’UE per più di 90 giorni. Non si applica ai lavoratori autonomi, agli studenti o alle persone che ricevono l’incarico da agenzie di collocamento.
PUNTI CHIAVE
A PARTIRE DA QUANDO SI APPLICA LA DIRETTIVA?
A decorrere dal 28 maggio 2014.
RIFERIMENTI
Atto |
Data di entrata in vigore |
Data limite di trasposizione negli Stati membri |
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea |
Direttiva 2014/66/UE |
28.5.2014 |
29.11.2016 |
Ultimo aggiornamento: 15.12.2014