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Document 52011DC0666
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL Enlargement Strategy and Main Challenges 2011-2012
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012
/* COM/2011/0666 definitivo */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012 /* COM/2011/0666 definitivo */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Strategia di allargamento e sfide principali
per il periodo 2011-2012
1.
Introduzione
Il processo di allargamento dell'Unione
europea è entrato in una nuova fase. Il completamento dei negoziati di adesione
con la Croazia, che apre la strada all'ingresso del paese nell'UE nel primo
semestre del 2013, conferma la linea politica adottata all'indomani dei
conflitti degli anni '90 che hanno devastato i Balcani, una politica mirata ad
assicurare la pace, la stabilità, la democrazia e in ultima istanza l'adesione
dell'intera regione all'Unione. Ulteriore riprova del potere di trasformazione
della politica di allargamento dell'UE, l'esito dei negoziati dà nuovo slancio
al processo di riforma in tutti i paesi interessati. La politica di allargamento, sancita dal
trattato sull'Unione europea[1],
è la risposta alle legittime aspirazioni dei popoli del nostro continente di
unirsi nello sforzo di unificare l'Europa. Nell'ultimo decennio l'integrazione
dei paesi d'Europa centrale e orientale ha dimostrato che l'allargamento è
vantaggioso per l'Unione nel suo insieme, che si trova così meglio posizionata
per far fronte alle sfide mondiali. La politica di allargamento si è rivelata un
potente strumento di trasformazione sociale. Le riforme democratiche ed
economiche stimolate dall'adesione hanno prodotto cambiamenti fenomenali nei
paesi già membri all'UE e in quelli che sono sulla strada dell'adesione. Il
processo di adesione deve il suo successo alle tre parole d'ordine: impegno,
condizionalità e credibilità. Alla base della strategia di allargamento
dell'UE vi sono il consenso rinnovato sull'allargamento, approvato dal
Consiglio europeo a dicembre 2006 e fondato sul consolidamento degli impegni,
su condizioni eque e rigorose e su una buona comunicazione con il pubblico, e
la capacità dell'Unione di ricevere nuovi membri. La politica di allargamento consente
all'Unione di estendere l'area di pace, stabilità, democrazia e prosperità,
nozioni che hanno acquisito nuova centralità alla luce dei recenti sviluppi: -
i tragici eventi a Sud del Mediterraneo e in Medio
Oriente, e la fragilità delle realtà che da essi sono scaturite, sottolineano
l'importanza del polo di stabilità e democrazia rappresentato dell'Europa sud-orientale,
solidamente ancorata al processo di allargamento dell'Unione; -
la crisi finanziaria mondiale e le attuali
difficoltà dell'eurozona sottolineano l'interdipendenza delle economie
nazionali, sia all'interno dell'Unione che oltre i suoi confini. Questi eventi
illustrano quanto sia importante consolidare ulteriormente la stabilità
economica e finanziaria e sostenere la crescita, anche nei paesi
dell'allargamento. Il processo di allargamento si rivela un potente strumento a
questo scopo. Dall'adozione dell'ultimo pacchetto
allargamento, i Balcani occidentali hanno registrato ulteriori sviluppi
positivi. L'arresto e il deferimento al Tribunale penale internazionale per
l’ex Iugoslavia (ICTY) di Ratko Mladić e Goran Hadžić hanno rimosso
il principale ostacolo sul cammino europeo della Serbia, segnando una tappa
importante verso la riconciliazione. Il dialogo intavolato tra Belgrado e
Pristina, mirante tra le altre cose a compiere progressi nel cammino verso
l'UE, sta già dando i primi frutti. In quasi tutti i paesi dell'allargamento si
segnalano progressi nelle riforme connesse all'Unione. L'esenzione dal visto è
stata concessa ai cittadini di altri due paesi dei Balcani occidentali: Albania
e Bosnia-Erzegovina. Tuttavia in una serie di paesi sono state
rimandate riforme importanti, spesso a seguito di sviluppi politici o conflitti
interni. Ritardi e blocchi particolarmente gravi si sono verificati in
Bosnia-Erzegovina e in Albania. In molti paesi il buon governo, lo Stato di
diritto, la capacità amministrativa, la disoccupazione e la riforma economica e
sociale rimangono sfide fondamentali. Si è assistito ad una serie di sviluppi
preoccupanti per quanto riguarda la libertà di espressione dei media. Sul
Kosovo[2]
e sulla regione continuano ad incidere negativamente i disaccordi relativi allo
status. I recenti avvenimenti nel Kosovo settentrionale suscitano grande
apprensione e la denominazione dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia resta
una questione pendente. Nell'ultimo anno l'Islanda è andata avanti nel
processo di adesione. I progressi dei negoziati sono dovuti all'elevato livello
di integrazione dell'Islanda in termini strutturali, al fatto che l'Islanda è
una democrazia di lunga data, alla sua partecipazione allo Spazio economico
europeo e allo spazio Schengen e all'alto profilo della sua pubblica
amministrazione. In Turchia il processo di adesione rimane
l'ambito più efficace per promuovere le riforme connesse all'UE, per sviluppare
il dialogo sulle questioni di politica estera e di sicurezza, per intensificare
la competitività economica e per diversificare le fonti di approvvigionamento
energetico. Nell'ambito dei negoziati di adesione, per oltre un anno non è
stato purtroppo possibile aprire un nuovo capitolo negoziale e bisogna
rilanciare le relazioni con la Turchia su una nuova base costruttiva che tenga
conto di tappe concrete nei settori di comune interesse. La prossima adesione della Croazia dimostra in
che misura il processo di allargamento sia concepito in modo da massimizzarne
gli effetti di trasformazione nei paesi interessati. Nel 2006 il consenso
rinnovato sull'allargamento ha apportato miglioramenti al processo che sono
stati messi in pratica con la Croazia dimostrando la loro validità. I negoziati
in corso e futuri con gli altri paesi dell'allargamento dovrebbero fare tesoro
di questa esperienza. Soprattutto capitoli negoziali difficili, come quelli su
sistema giudiziario e diritti fondamentali e su giustizia, libertà e sicurezza,
andrebbero affrontati quanto prima possibile per lasciare al paese interessato
il tempo sufficiente per costruire il necessario track record delle riforme. L'adesione della Croazia segnerà una tappa
importante del progetto storico di inglobare i Balcani occidentali nell'Unione
europea. L'UE ha puntualmente sostenuto il carattere inclusivo della sua linea
politica nei confronti dei Balcani occidentali, a cominciare dall'"approccio
regionale" a metà degli anni '90 e, in modo più determinante, attraverso
il processo di stabilizzazione e associazione avviato nel 1999 e il vertice di
Salonicco del 2003 che ha ribadito il futuro dei Balcani occidentali all'interno
dell'Unione. L'intento non è tracciare uno spartiacque attraverso i Balcani ma
piuttosto incentivare e catalizzare il resto della regione perché acceleri il
percorso verso l'Unione. Nell'ottica degli impegni dell'UE, e alla luce del
carattere storico e geografico della regione, l'opera rimarrà incompiuta fino a
quando i Balcani occidentali non saranno integralmente inglobati, una volta
soddisfatte le condizioni stabilite. Dati questi presupposti, la Commissione rimane
fortemente ancorata al principio secondo il quale ogni paese sarà valutato in
base ai propri meriti. Il ritmo di avanzamento di ciascun paese verso
l'adesione dipende in larga misura dalla sua capacità di rispettare i criteri e
le condizioni stabilite. Il successo dell'esperienza croata è un
messaggio forte rivolto agli altri paesi dell'allargamento: ·
quando le condizioni risultano raggiunte, l'Unione
tiene fede ai propri impegni; ·
l'adesione pone criteri e condizioni rigorosi il
cui rispetto viene monitorato in modo sempre più attento. Più che ostacolare il
processo, questa caratteristica fa sì che lo Stato candidato raggiunga un più
alto grado di preparazione, il che, ad adesione avvenuta, avvantaggia non solo
il paese stesso ma l'intera Unione; ·
le controversie bilaterali tra paesi vicini possono
e devono essere risolte tramite il dialogo e il compromesso, nel rispetto dei
principi posti. Continuare a garantire la credibilità del
processo di allargamento è un elemento importante per il progresso delle
riforme nei paesi dell'allargamento e per ottenere il sostegno degli Stati
membri. Gli sviluppi dell'ultimo anno confermano che risultati tangibili nel
percorso verso l'Unione sono realizzabili anche prima dell'adesione, nel
rispetto delle rispettive condizioni. Le raccomandazioni che la Commissione
formula nella presente comunicazione per passare alle prossime fasi del
processo di adesione e l'estensione dell'esenzione dal visto a Albania e
Bosnia-Erzegovina ne sono un esempio eloquente. Quando invece la volontà e
l'impegno politico per realizzare risultati concreti vengono a mancare o sono
insufficienti, il processo di adesione rallenta o rischia di stagnare. La presente comunicazione valuta lo stato
attuale del programma di allargamento dell'Unione che interessa i Balcani
occidentali, la Turchia e l'Islanda. Sulla base dell'allegata analisi
approfondita della situazione nazionale[3],
la comunicazione rende conto di quanto realizzato da ciascun paese nel
prepararsi all'adesione e a che punto è oggi, ne valuta le prospettive per i
prossimi anni e formula a tal fine una serie di raccomandazioni. Come in
passato, viene prestata particolare attenzione ad una serie di sfide
fondamentali.
2.
Sfide principali
2.1.
Un'attenzione maggiore al potenziamento dello Stato di diritto e alla riforma
della pubblica amministrazione Il
potenziamento dello Stato di diritto si conferma una sfida di calibro e una
condizione essenziale per i paesi che si muovono verso l'adesione all'UE. Negli
ultimi anni queste questioni sono state oggetto di maggiore attenzione in tutte
le fasi del processo di adesione, in linea con il consenso rinnovato
sull'allargamento. L'enfasi sullo Stato di diritto ha fatto sì
che questi temi fossero presi ampiamente in considerazione nei negoziati di
adesione con la Croazia, soprattutto nell'ambito dei capitoli negoziali sul
sistema giudiziario e i diritti fondamentali e su giustizia, libertà e
sicurezza. L'importanza assegnata alle questioni inerenti lo Stato di diritto
nel contesto delle principali priorità poste come condizione all'avvio dei
negoziati di adesione con Albania e Montenegro è un ulteriore esempio di come
questo settore possa acquisire centralità prima dell'avvio dei negoziati veri e
propri. L'esperienza acquisita nell'ambito dei
negoziati di adesione con la Croazia verrà messa a frutto nei negoziati in
corso e futuri con altri paesi. A tal fine la Commissione proporrà un nuovo
approccio per le questioni connesse al sistema giudiziario e i diritti
fondamentali e a giustizia e affari interni: data la necessità di stabilire
track record convincenti, le suddette questioni andranno abbordate in una prima
fase del processo di adesione e i capitoli corrispondenti dovranno essere
aperti conseguentemente, sulla base di piani d'azione. La Commissione renderà
regolarmente conto, in tutte le fasi del processo, dei progressi riguardanti
questi due settori e le tappe dei piani d'azione, proponendo eventualmente le
necessarie misure correttive. Il processo si avvarrà dei fondi IPA. Nell'ambito del processo di preadesione, la
Commissione incoraggia i paesi a creare sistemi giudiziari indipendenti
e efficienti e a risolvere le carenze esistenti. In tal senso la Croazia
ha potenziato il sistema di nomina dei giudici, la Serbia ha varato un riesame
della procedura di riconferma di giudici e pubblici ministeri, il Montenegro ha
avviato una revisione delle principali norme costituzionali e disposizioni di
legge sul sistema giudiziario e il Kosovo ha portato a termine il processo di
riconferma di giudici e pubblici ministeri. La lotta alla corruzione è una delle
sfide principali dello Stato di diritto nella maggior parte dei paesi
dell'allargamento. La corruzione rimane un problema serio, che incide non solo
sulla vita dei cittadini in settori vitali quali sanità e istruzione, ma si
ripercuote anche pesantemente sugli investimenti e sull'attività produttiva,
con effetti negativi sul bilancio dello Stato, specie per quanto riguarda gli
appalti pubblici e le privatizzazioni. Da qualche anno la Commissione presta
particolare attenzione alla lotta contro la corruzione nei paesi dell'allargamento.
L'importante esperienza acquisita con i paesi
dell'allargamento ha permesso all'Unione di sviluppare un proprio approccio
alla lotta anticorruzione in diversi ambiti di intervento, sia interni che
esterni[4].
La Commissione, che sta mettendo a punto un meccanismo di monitoraggio
anticorruzione per gli Stati membri, intende continuare a dare massima priorità
al monitoraggio delle politiche di lotta alla corruzione nei paesi
dell'allargamento, soffermandosi in particolare, già dalle prime fasi dei
preparativi all'adesione, sui risultati e sulla sostenibilità. La Commissione
intende inoltre promuovere una più stretta collaborazione tra i donatori
internazionali per garantire un uso ottimale delle risorse. La lotta alla criminalità organizzata resta
un'importate priorità per i paesi dell'allargamento, strettamente legata alla
lotta anticorruzione e all'indipendenza dei sistemi giudiziari. La natura
transfrontaliera di molte attività criminali è una sfida fondamentale nella
lotta contro la criminalità organizzata. La cooperazione regionale tra
agenzie di contrasto e organi giudiziari, anche tramite la creazione di
reti di professionisti, è particolarmente importante per farvi fronte. La
Commissione sostiene la creazione di una rete regionale di pubblici ministeri
assistita da esperti distaccati degli Stati membri e dalle agenzie europee
competenti. La Commissione assiste inoltre la creazione nella regione di
sistemi armonizzati di protezione dei testimoni. Nell'ultimo anno la Commissione ha intensificato
il dialogo sullo Stato di diritto con i paesi dei Balcani occidentali
allo scopo di intensificare i preparativi già dalle prime fasi del processo di
preadesione, partendo da un'analisi approfondita dei settori della giustizia e
degli affari interni. A tal fine sono state inviate missioni di esperti nella
maggior parte dei paesi dell'allargamento. La Commissione ha potenziato la
cooperazione e lo scambio di informazioni con le agenzie UE competenti, tra cui
Europol, Frontex, Eurojust e l'Osservatorio europeo delle droghe e delle
tossicodipendenze, e con le iniziative regionali, il Consiglio d'Europa e le
altre organizzazioni internazionali. Dove opportuno, si è proceduto all'analisi
comparativa (benchmarking) già nelle prime fasi del processo. Con la Bosnia-Erzegovina
è stato intavolato un dialogo strutturato sulla giustizia e la Commissione
propone di fare altrettanto con il Kosovo avviando un dialogo strutturato sullo
Stato di diritto inteso ad affrontare le sfide del settore e sostenere la
riforma del sistema giudiziario. La riforma della pubblica amministrazione
verso una maggiore trasparenza, responsabilità e efficacia è un requisito
essenziale per la democrazia e lo Stato di diritto e continua ad essere una
priorità chiave nell'ambito dei criteri politici nella maggior parte dei paesi
dell'allargamento. Procedure amministrative adeguate, anche per quanto riguarda
la gestione delle risorse umane e delle finanze pubbliche, sono imprescindibili
per garantire l'attuazione dell'acquis. I paesi devono impegnarsi maggiormente
per migliorare gli apparati amministrativi in base a strategie nazionale
globali. In alcuni paesi
dell'allargamento si evidenzia sempre più la mancanza di rispetto per la
distinzione di ruoli tra partiti al governo e Stato. Queste pratiche rischiano
di minare alle basi lo Stato di diritto e il funzionamento della democrazia. 2.2.
Garantire la libertà di espressione dei media La libertà di
espressione è un diritto fondamentale, tutelato dall'ordinamento
internazionale, su cui si fonda il funzionamento del pluralismo democratico. I
criteri politici di Copenaghen individuano nella libertà di espressione un
elemento centrale del processo di adesione. Il pluralismo dei media è nell'insieme una
caratteristica comune dei paesi dell'allargamento, anche se in alcuni di essi
si è assistito di recente a sviluppi negativi in questo ambito, circostanza
questa che suscita grande apprensione. La libertà di espressione è esaminata
più in dettaglio nelle relazioni allegate che illustrano la situazione in
ciascun paese. Sulla libertà di opinione gettano ombra le
interferenze politiche, che a volte si manifestano anche tramite il sistema
giuridico, le pressioni economiche, il ricorso alla criminalità e alla
corruzione per influenzare i media, e la scarsa protezione garantita ai
giornalisti contro atti intimidatori e episodi di violenza. Economicamente i
problemi consistono nella concentrazione e nella scarsa trasparenza della
proprietà, nella mancanza di concorrenza e nella scarsa indipendenza degli
organi di regolamentazione del mercato. In una serie di paesi
dell'allargamento, l'attuazione della normativa sui media è nell'insieme
insoddisfacente. Rimangono irrisolti, anche a distanza di anni, un numero di
casi di atti di violenza (compresi omicidi) perpetrati contro giornalisti. In
Turchia, la libertà di espressione non è ancora sufficientemente garantita dal
quadro legislativo. Il gran numero di cause e indagini contro giornalisti e la
pressione indebita sui media è fonte di seria preoccupazione. Questi fattori esercitano gravi restrizioni
alla libertà di opinione dei media critici verso il potere e scoraggiano il
giornalismo investigativo. I media e i giornalisti sono spesso costretti ad
autocensurarsi. È fondamentale che i paesi dell'allargamento
garantiscano il carattere aperto e pluralista dei media, come fondamento di una
cultura giornalistica critica e indipendente. Per assolvere alla loro funzione,
le emittenti pubbliche devono godere di un profilo economico e di un'autonomia
maggiori. Al tempo stesso la professione giornalistica deve impegnarsi a
definire norme di autoregolamentazione basate su codici etici e standard
professionali globali. A maggio 2011 la Commissione ha organizzato
una conferenza sulla libertà di espressione che ha visto riuniti rappresentanti
dei media e della società civile dei Balcani occidentali e della Turchia. Scopo
della conferenza era interloquire con le parti direttamente interessate per
raccoglierne punti di vista e esperienze, al di là degli interlocutori
governativi ufficiali. Le conclusioni della conferenza continueranno ad
alimentare il lavoro della Commissione in questo ambito. La Commissione continuerà a monitorare
attentamente gli sviluppi nell'ambito degli accordi e dei dialoghi strutturati
esistenti con i paesi dell'allargamento e ingloberà ulteriormente questi temi
nei negoziati di adesione, soprattutto nel quadro del capitolo su sistema
giudiziario e diritti fondamentali. La Commissione intende individuare le
priorità e spronare i governi ad impegnarsi a raggiungere gli standard europei
a garanzia della libertà di espressione. A tal fine verrà potenziata la
cooperazione con i partner nazionali e le organizzazioni internazionali
competenti, in particolare con il Consiglio d'Europa e con l'Organizzazione per
la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il dialogo con i giornalisti e con le
rispettive associazioni verrà ulteriormente approfondito. 2.3.
Potenziare la cooperazione regionale e la riconciliazione nei Balcani
occidentali La cooperazione e le relazioni di buon
vicinato sono elementi essenziali del processo di stabilizzazione e
associazione e in quanto tali vengono monitorate attentamente dalla Commissione
in tutte le fasi del processo di adesione. La cooperazione regionale suffraga e
agevola la riconciliazione in una regione che, nel passato recente, è stata
teatro di dolorosi conflitti. La cooperazione e gli scambi regionali non solo
sono in grado di apportare ulteriori benefici economici alla regione ma
rientrano anche a pieno titolo nel processo di integrazione all'Unione, che
spesso fa appello a approcci e misure regionali. Nell'ultimo decennio si è assistito a notevoli
progressi in questo senso, cui si aggiungono i passi importanti di quest'ultimo
anno. Le visite di leader regionali, soprattutto serbi e croati, a paesi vicini
e le dichiarazioni rese sulle guerre degli anni '90 hanno contribuito
notevolmente alla riconciliazione regionale. Nei prossimi giorni verrà condotto
felicemente in porto il processo di Sarajevo sul rientro dei profughi, che vede
coinvolti Serbia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro. Iniziative condotte
da ONG e associazioni della società civile, quali Youth Initiative for Human
Rights, Truth and Reconciliation Commission (RECOM) e Igman
Initiative, svolgono un ruolo importante nel favorire la riconciliazione
tra i popoli della regione, al di là dei loro governi. La cooperazione nell'ambito di settori
specifici è ben rodata e va avanti, anche tramite la Comunità dell'energia e lo
Spazio aereo comune europeo, e la scuola regionale dell'amministrazione
pubblica (ReSPA) è oramai pienamente operativa con l'offerta di formazioni
congiunte. A dicembre 2010 la Commissione ha proposto una strategia per
rilanciare lo sviluppo della regione del Danubio, che è stata adottata dagli
Stati membri[5].
Nel frattempo si sviluppano gli scambi regionali nel quadro dell'accordo
centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) che si è esteso a nuovi ambiti:
politica della concorrenza, ulteriore abolizione delle barriere doganali,
liberalizzazione dei servizi. Il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) ha
cominciato ad attuare la strategia e il programma di lavoro triennali,
muovendosi verso un'azione più orientata ai risultati. Al tempo stesso le questioni risalenti ai
conflitti passati, al pari di altre questioni bilaterali pendenti, rimangono
problematiche cruciali per la stabilità nei Balcani occidentali, con
ripercussioni sulla cooperazione regionale e sulle relazioni tra i paesi,
nonché sul funzionamento e sul processo di riforma interni ai paesi stessi. Le questioni
pendenti vanno affrontate urgentemente e la loro risoluzione permetterà di
rimuovere un ostacolo fondamentale sul cammino dei Balcani occidentali verso
l'Unione. In particolare le vertenze su questioni
interetniche o sullo status, segnatamente in Bosnia-Erzegovina e Kosovo,
che continuano ad ostacolare il regolare funzionamento delle istituzioni e a
frenare il processo di riforma e il programma europeo, possono avere a volte
più vaste implicazioni regionali. La Commissione è persuasa che il modo migliore
per risolvere questi problemi è proseguire sulla strada dell'Unione. I recenti
sviluppi, soprattutto nell'ambito del dialogo Belgrado-Pristina agevolato
dall'Unione, sono fondamentali in questo senso. Le celebrazioni del 10°
anniversario della firma dell'accordo quadro di Ohrid, tenutesi ad agosto,
hanno ricordato in che misura il dialogo e il compromesso siano in grado risolvere
felicemente questioni etniche difficili. Sebbene di recente si siano registrati
risultati positivi verso la risoluzione di problemi riguardanti il
funzionamento inclusivo delle iniziative regionali e dettati da
divergenze di vedute sullo status del Kosovo, molto rimane ancora da fare.
Nell'ambito del dialogo Belgrado-Pristina è stato raggiunto un accordo
sull'accettazione da parte della Serbia dei timbri doganali del Kosovo che
dovrebbe permettere di ripristinare il commercio regionale nell'ambito del
CEFTA. Già in precedenza erano riprese, in presenza di tutte le parti, le
riunioni del CEFTA e del CCR ed è stata firmata la convenzione regionale sulle
norme di origine preferenziali paneuromediterranee. Ciò nonostante i dissidi
sullo status del Kosovo continuano ad ostacolare la conclusione e la firma del
trattato che istituisce la Comunità dei trasporti e l'estensione delle misure
commerciali autonome a favore del Kosovo e altri partner dei Balcani
occidentali. Questi dissidi continuano ad intralciare lo sviluppo delle
relazioni contrattuali tra l'UE e il Kosovo. Nell'ambito del dialogo Belgrado-Pristina
manca ancora una soluzione globale delle questioni connesse alla cooperazione
regionale. La Commissione fa appello a tutte le parti interessate perché
continuino a cercare soluzioni pratiche e pragmatiche per garantire il
carattere inclusivo della cooperazione regionale, a prescindere dalle posizioni
divergenti sulla questione dello status del Kosovo. I progressi compiuti negli
ultimi anni dimostrano che questa strada è percorribile. Per garantire una riconciliazione duratura è
essenziale completare il processo consistente nel rendere giustizia per i crimini
commessi durante le guerre nell'ex Iugoslavia. La piena cooperazione con
l'ICTY rimane una condizione imprescindibile del processo di adesione nei
Balcani occidentali. Il recente arresto e il trasferimento all'Aia degli ultimi
due ricercati dell'ICTY hanno segnato una tappa fondamentale in questa
direzione. La Commissione fa inoltre appello ai governi interessati perché
assicurino con maggior rigore il corretto svolgimento dei processi nazionali
contro i crimini di guerra. La Commissione prende molto sul serio la
relazione sottoscritta dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa di
gennaio (relazione Marty) sui presunti crimini commessi durante e dopo il
conflitto in Kosovo, compreso l'espianto coatto di organi umani. La
Commissione, che accorda pieno sostegno alle indagini condotte da EULEX, prende
nota dell'importanza di proteggere i testimoni in questo contesto e si compiace
per la creazione di una task force EULEX con base a Bruxelles e della
collaborazione dei governi interessati con la task force. Nell'insieme è importante che i governi e le
organizzazioni della società civile della regione si sforzino di spiegare ai
cittadini che la riconciliazione è parte integrante del futuro europeo e che la
giustizia sui crimini di guerra è un elemento indispensabile di questo
processo. I leader politici dovrebbero astenersi dal fare affermazioni o
adottare provvedimenti che potrebbero mettere in dubbio questi importanti
principi. Quanto alle questioni bilaterali
pendenti, è necessario che le parti coinvolte arrivino quanto prima a una
soluzione durante il processo di allargamento, mostrandosi determinate, agendo
in uno spirito di buon vicinato e tenendo conto degli interessi generali
dell'Unione. La Commissione le esorta ad impegnarsi al massimo per risolvere le
vertenze frontaliere pendenti, in linea con i principi stabiliti e i mezzi
disponibili, anche rivolgendosi alla Corte internazionale di giustizia se
necessario. Le questioni bilaterali non devono ostacolare il processo di
adesione. La Commissione è disposta a contribuire alla mobilitazione del
necessario slancio politico per cercare soluzioni e sostenere le relative
iniziative. L'accordo per un
arbitrato internazionale sui confini tra Slovenia e Croazia, che dovrebbe entrare
in vigore nei prossimi mesi, spiana la strada alla soluzione delle questioni
bilaterali. La Commissione incoraggia caldamente le parti in conflitto sul nome
dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia a dar prova dello stesso spirito
costruttivo anche nei colloqui condotti attualmente dalle Nazioni Unite. 2.4.
Perseguire una ripresa economica sostenibile e sottoscrivere la strategia
Europa 2020 Tutti i paesi dell'allargamento sono oramai
sul cammino della ripresa, sebbene con ritmi diversi. La Turchia è riemersa
dalla crisi con un'economia rafforzata e un tasso di crescita tuttora molto
sostenuto, sebbene i segni di surriscaldamento siano in aumento. Anche le
economie dei Balcani occidentali sono in fase di ripresa, sebbene ci vorrà del
tempo prima che ritornino ai livelli pre-crisi. L'economia islandese continua a
riemergere dalle forti turbolenze economiche subite durante la crisi. I paesi dell'allargamento si confrontano
tuttavia con sfide socioeconomiche importanti. La disoccupazione rimane elevata
e continua ad aumentare in molti paesi. Kosovo, Bosnia-Erzegovina e ex
Repubblica iugoslava di Macedonia hanno tuttora il tasso di disoccupazione più
elevato d'Europa. Il tasso di partecipazione della forza lavoro è basso, specie
tra le donne e i giovani, e la diffusa occupazione informale rimane un
problema. Le esportazioni dai Balcani occidentali, che contribuiscono alla
ripresa, sono tuttora dominate da prodotti a basso valore aggiunto, compresi
quelli di base, esposti alla volatilità dei prezzi e alla forte concorrenza dei
mercati emergenti. La
maggior parte dei paesi dell'allargamento ha mantenuto politiche
macroeconomiche globalmente prudenti. A breve termine il risanamento di
bilancio e la riforma dei mercati del lavoro rimangono le priorità più urgenti,
essenzialmente sulla falsariga di sfide simili presenti nell'Unione. Per
rilanciare la competitività e migliorare il clima degli investimenti si rendono
tuttavia necessarie ulteriori riforme strutturali in grado di attrarre
investimenti esteri diretti, stimolare la creazione di posti di lavoro e
garantire una crescita sostenibile. Aumentare la capacità della pubblica
amministrazione e potenziare lo Stato di diritto, anche tramite la riforma del
sistema giudiziario e la lotta alla corruzione imperante, sono sfide
particolarmente pressanti nei Balcani occidentali. I progressi in questo ambito
favorirebbero anche il clima degli affari. Sono inoltre carenti i servizi
pubblici alle imprese e gli investimenti in infrastrutture. Le
riforme del mercato del lavoro, anche tramite una revisione dei sistemi di
trasferimento degli utili, le questioni fiscali e l'ammodernamento dei sistemi
di istruzione dovrebbero contribuire a risolvere le principali carenze
strutturali nei Balcani occidentali e a superare gli ostacoli al conseguimento
di una crescita più forte, sostenibile e inclusiva. Abbracciare
gli obbiettivi della strategia Europa 2020 Europa
2020 è la strategia di crescita dell'Unione europea per il decennio in corso,
elaborata allo scopo di guidare l'UE verso un'economia intelligente,
sostenibile e inclusiva in un mondo che si trasforma. I paesi dell'allargamento
sono incoraggiati ad associarsi alla strategia Europa 2020 e alle iniziative
faro ivi previste[6]
quale utile ancoraggio per le riforme. Gli
obiettivi della strategia si riflettono, a seconda delle necessità, nei
dialoghi in materia di politica economica, occupazione e politiche sociali tra
la Commissione e i paesi dell'allargamento. La Commissione indirizza la
programmazione dell'assistenza finanziaria verso gli obiettivi Europa 2020,
soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo socioeconomico. Gli obiettivi sono
inoltre presi in considerazione nell'ambito della cooperazione tra la
Commissione e le istituzioni finanziarie internazionali. L'attuale
crisi del debito in Europa evidenzia quanto sia importante garantire la solidità
delle finanze pubbliche e la Commissione condivide alcuni dei meccanismi di
verifica inter pares con i paesi candidati effettivi e potenziali. La vigilanza
di bilancio multilaterale dell'Unione, importante strumento a questo fine,
verrà progressivamente adattata in funzione del prossimo potenziamento della
governance economica nell'UE. Per
quanto riguarda lo sviluppo del settore privato, il coordinamento
politico con i Balcani occidentali e con la Turchia è regolato dallo
"Small Business Act” per l’Europa[7].
Il coordinamento, incentrato su valutazioni regolari in base a parametri
stabiliti dall'Unione, ha permesso di elaborare raccomandazioni collaudate che
tengono conto delle specificità nazionali dei paesi dell'allargamento. La
Commissione propone che i risultati dello "Small Business Act"
servano da riferimento per le future attività nella regione rivolte alle
piccole e medie imprese (PMI). Nell'ambito
del Quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali, la Commissione
incoraggia le istituzioni finanziarie internazionali partner a sostenere nuove
forme di finanziamenti alle PMI, soprattutto capitale netto, capitale di
rischio e meccanismi di garanzia. La Commissione cofinanzierà una piattaforma
per le PMI nei Balcani occidentali che servirà a rendere più accessibili i
finanziamenti alle PMI tramite garanzie e capitale di rischio. In
materia di ricerca e innovazione, la cooperazione tra i paesi
dell'allargamento e l'UE è già avanzata per quanto riguarda l'ammissibilità a
partecipare alle iniziative dell'Unione. I paesi dell'allargamento partecipano
al 7° programma quadro di ricerca e al programma per la competitività e
l'innovazione, anche se gli indicatori in vigore mostrano che nella maggior
parte dei casi il livello di investimento e di elaborazione di politiche in
materia di ricerca e innovazione nei paesi dell'allargamento è notevolmente
inferiore alla media dell'Unione. I leader regionali sono incoraggiati ad
impegnarsi, anche in occasione delle prossime conferenze ministeriali, ad
aumentare gli investimenti in ricerca, innovazione e capitale umano. È
necessario che i paesi dell'allargamento si attrezzino meglio per far fronte al
cambiamento climatico e si uniscano agli sforzi dell'Unione per
rispondere a questa sfida, anche tramite campagne di sensibilizzazione. Oltre a
portare benefici in termini di sviluppo a basse emissioni di carbonio, gli
interventi graduali a favore del clima possono favorire la creazione di posti
di lavoro. La
ripresa economica che va affermandosi non ha ancora prodotto un miglioramento
della situazione sociale. La popolazione al di sotto della soglia di
povertà è ancora elevata e continua a crescere nei Balcani occidentali. L'alto
tasso di occupazione informale incide negativamente sulla situazione sociale,
specie tra i giovani. Assicurare
l'occupazione e l'inclusione sociale dei gruppi più vulnerabili è una priorità,
anche se sono stati realizzati pochi investimenti reali in ambito sociale e la
cooperazione con i donatori internazionali ha trovato ostacoli nella
pianificazione strategica. La Commissione, che nell'ambito del dialogo politico
pone l'accento sulle politiche occupazionali e sociali, sprona i paesi a
definire obiettivi chiari e realistici in questi due settori e a far sì che la
spesa sociale sia meglio mirata e persegua priorità precise. A seconda delle
necessità, i paesi dell'allargamento dovrebbero fare propri gli obiettivi della
Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale. Occorre adottare
misure incisive che favoriscano l'inclusione di tutti i gruppi vulnerabili
nella società civile. Per quanto riguarda la minoranza Rom, particolarmente
svantaggiata, la Commissione ha invitato i Balcani occidentali e la Turchia a
cooperare nell'ambito delle piattaforme dell'Unione sui Rom che monitorizzano
sistematicamente l'inclusione e propongono relative azioni. Alle questioni dei
Rom la Commissione ha dedicato una serie di seminari intesi ad incoraggiare i
paesi della regione a rivedere e rafforzare i piani d'azione nazionali contro
la discriminazione e per l'integrazione dei Rom e a potenziarne l'attuazione,
specie in materia di istruzione, impiego, alloggi e salute. I paesi dei Balcani
occidentali devono impegnarsi a fondo per facilitate l'iscrizione all'anagrafe
degli sfollati. Un'istruzione
e una formazione migliori sono fattori essenziali del cambiamento
strutturale verso la crescita sostenibile e inclusiva. Fino ad oggi si è
investito tipicamente poco in istruzione, competenze e qualifiche e a livello
regionale il riconoscimento delle qualifiche nazionali rimane limitato. I
sistemi e le infrastrutture dell'istruzione pubblica vanno riformati e
occorrono programmi d'istruzione e formazione professionale internazionalmente
comparabili per risolvere l'attuale squilibrio tra domanda e offerta di
competenze. La Commissione ha
ammesso i paesi candidati, tra cui non rientrano ancora l'ex Repubblica
iugoslava di Macedonia e il Montenegro, a partecipare al quadro
"Istruzione e formazione 2020" e ha proposto di sviluppare una
piattaforma dei Balcani occidentali su istruzione e formazione, improntata al
metodo aperto del coordinamento, che permetta a tutti i paesi dell'allargamento
di partecipare. L'intento è intensificare il dialogo sulle principali sfide
strategiche e assicurare l'attuazione e il monitoraggio. I paesi dei Balcani
occidentali sono stati invitati a partecipare alle attività centralizzate del
programma di apprendimento permanente dell'Unione. 2.5.
Espandere le reti di trasporto e energia Una migliore cooperazione con i paesi
dell'allargamento su trasporti e energia va a diretto beneficio dei cittadini e
delle imprese europee. L'interconnessione energetica e dei trasporti, elemento
fondamentale della cooperazione tra l'Unione e tutti i paesi della politica di
vicinato, mira a promuovere la crescita economica sostenibile, gli scambi
commerciali e culturali e l'occupazione, e a migliorare le condizioni di vita.
Nel caso dei paesi dell'allargamento, questa cooperazione mira anche a prepararli
a recepire e attuare pienamente l'acquis in materia di trasporti e energia. In una posizione strategica al crocevia tra
Europa, Medio Oriente e Caucaso, la Turchia ha sviluppato e approfondito
stabilmente i legami con l'Unione, come mostrano i recenti sviluppi nel settore
dell'aviazione e il suo ruolo nella creazione del corridoio meridionale di
trasporto del gas. L'ulteriore sviluppo di questi legami andrebbe a beneficio
di entrambe le parti. Il corridoio meridionale, destinato a contribuire considerevolmente
all'espansione delle rotte di approvvigionamento e a stimolare la concorrenza
sul mercato internazionale del gas, potrà rendere più sicura la fornitura di
gas naturale in Europa. La Commissione sostiene finanziariamente l'ulteriore
sviluppo delle reti di trasporto in Turchia, soprattutto le connessioni
ferroviarie ad alta velocità, e l'ammodernamento delle infrastrutture portuali.
La Turchia andrebbe al tempo stesso incoraggiata ad espandere il mercato
nazionale del gas, aumentando la liquidità e la flessibilità contrattuale. Un
tale processo potrebbe favorire la nascita di un "polo dell'energia",
che garantirebbe una maggiore sicurezza energetica. Nell'ambito dell’Osservatorio sui trasporti
dell'Europa sudorientale (SEETO), è stata definita una rete di trasporto
regionale nei Balcani occidentali che individua i progetti prioritari di
interesse regionale. I paesi dei Balcani occidentali partecipano, assieme agli
Stati membri dell'Unione e a altri paesi europei, all'accordo sullo Spazio
aereo comune europeo firmato nel 2006. La cooperazione nel settore dei
trasporti è prevista inoltre dalla strategia del Danubio. Dal 2008 la Commissione negozia con i paesi
dei Balcani occidentali l'istituzione di una Comunità dei trasporti mirata a
creare un mercato integrato per le infrastrutture e il trasporto terrestre,
marittimo e di navigazione interna. I negoziati, in dirittura di arrivo, sono
bloccati per via dei dissidi sulla denominazione del Kosovo. La Commissione
esorta le parti interessate a predisporre quanto necessario per permettere una
rapida conclusione dei negoziati e la firma del trattato. La Commissione ha proposto di riesaminare le
reti transeuropee dei trasporti dell'Unione (TEN-T) per migliorare i
collegamenti con i paesi interessati dalla politica di allargamento e dalla
politica di vicinato[8]. In materia di energia, l'Unione sta
inoltre provvedendo all'integrazione delle reti, soprattutto con il sostegno
della Comunità dell'energia cui partecipano l'UE e gli Stati membri, tutti i
paesi dei Balcani occidentali e alcuni paesi della politica di vicinato[9]. La Comunità dell'energia,
basata sulle norme dell'Unione in materia, istituisce un mercato regionale
aperto, trasparente e competitivo che aiuta ad attrarre gli investimenti.
L'acquis della Comunità dell'energia, che copre già il mercato interno
dell'energia, l'efficienza energetica, le fonti rinnovabili e particolari
settori dell'acquis ambientale, sociale e della concorrenza, sarà esteso anche
alle scorte obbligatorie di petrolio, oltre ai mercati dell'elettricità e del
gas.
3.
Progressi nei paesi dell’allargamento e programma per il 2011-2012
3.1.
Balcani occidentali Croazia I negoziati di adesione con la Croazia si sono
conclusi a giugno, dopo che, durante lo scorso anno, il paese aveva raggiunto i
parametri di chiusura nei settori rimasti in sospeso, anche per quanto riguarda
capitoli difficili come quello su sistema giudiziario e diritti fondamentali e
quello sulla politica di concorrenza. La Croazia ha realizzato notevoli
risultati nella lotta anticorruzione, ha introdotto un nuovo sistema di nomina
di giudici e pubblici ministeri obiettivo e trasparente e ha compiuto grandi
passi avanti nella realizzazione dei programmi di fornitura di alloggi per i
rifugiati rientrati in patria. È inoltre progredita notevolmente la
ristrutturazione dei cantieri navali in difficoltà. L'esito dei negoziati di adesione verrà
inglobato nel trattato di adesione che, secondo le previsioni del Consiglio
europeo di giugno, dovrà essere firmato entro fine anno, permettendo così alla
Croazia di aderire all'Unione a partire dal 1° luglio 2013, purché siano
espletate le necessarie procedure di ratifica. La Croazia ha conseguito un
elevatissimo grado di preparazione per poter assolvere alle responsabilità di
Stato membro, ad adesione avvenuta. Il paese, che soddisfa i criteri politici
di Copenaghen, dovrà raggiungere, entro il 1° luglio 2013, i criteri economici
e quelli connessi all'acquis. È importante mantenere questo ritmo. La Croazia deve continuare a costruire sulle
riforme attuate e sulle capacità sviluppate nel corso dei negoziati di
adesione. La Commissione sottoporrà ad attento monitoraggio il rispetto da
parte del paese di tutti gli impegni sottoscritti e lo svolgimento dei
preparativi per assumere le responsabilità di Stato membro, ad adesione
avvenuta. Il monitoraggio si concentrerà in particolare sugli impegni che la
Croazia ha sottoscritto nei seguenti settori: sistema giudiziario e diritti
fondamentali; giustizia, libertà e sicurezza; politica di concorrenza. Il monitoraggio verrà condotto in base a
tabelle di controllo regolarmente aggiornate e tramite il dialogo nell'ambito
dell'accordo di stabilizzazione e associazione, missioni di verifica inter
pares, il programma economico di preadesione e le notifiche di bilancio. Ogni
sei mesi fino all'adesione della Croazia, la Commissione pubblicherà una
relazione di valutazione sul conseguimento degli impegni presi dal paese in
questi capitoli. Nell'autunno 2012 la Commissione presenterà al Parlamento
europeo e al Consiglio una relazione di monitoraggio globale. Qualora durante il processo di monitoraggio
emergessero aspetti problematici cui la Croazia non pone rimedio, la
Commissione invierà se necessario lettere di avvertimento alle autorità croate
e potrà proporre al Consiglio di adottare tutte le misure del caso già prima
dell'adesione. Inoltre, come nel caso del quinto allargamento, il trattato di
adesione contemplerà una clausola generale di salvaguardia economica, una
clausola di salvaguardia relativa al mercato interno e una clausola di
salvaguardia nel settore giustizia, libertà e sicurezza. Si prevede che la Croazia continui a svolgere
un ruolo attivo nell'ambito della cooperazione regionale nei Balcani
occidentali. La Commissione, che attende con ansia l'attuazione dell'accordo
per un arbitrato internazionale sui confini tra Slovenia e Croazia, sosterrà
l'istituzione e il funzionamento del collegio arbitrale, come previsto
dall'accordo. La Commissione si compiace per la dichiarazione con cui il
governo croato ha affermato di sostenere gli altri paesi della regione nel
percorso verso l'Unione e sollecita la Croazia a risolvere prima dell'adesione
le ultime questioni bilaterali pendenti con i paesi confinanti. Al tempo stesso
i leader politici dovranno astenersi dal fare dichiarazioni o prendere misure
che potrebbero rimettere in discussione l'importanza della riconciliazione o
sottovalutare la gravità dei crimini di guerra. Ex
Repubblica iugoslava di Macedonia Le elezioni parlamentari di giugno sono
risultate essenzialmente in linea con le norme internazionali e l'ex Repubblica
iugoslava di Macedonia continua sulla strada delle riforme connesse
all'adesione. La coalizione di governo è stabile e il paese continua a
soddisfare in misura sufficiente i criteri politici. Malgrado i progressi
rilevati nella riforma del parlamento, del sistema giudiziario, della pubblica
amministrazione e nel rispetto e la tutela delle minoranze, le principali
problematiche rimangono. Occorre un ulteriore impegno soprattutto per quanto riguarda
la libertà di espressione dei media, l'indipendenza del sistema giudiziario, la
riforma della pubblica amministrazione e la lotta anticorruzione. Va inoltre
potenziato l'impegno delle forze politiche teso alla cooperazione. Il paese continua a rispettare gli impegni
sottoscritti in forza dell'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA).
La Commissione ribadisce la proposta di passare alla seconda fase del processo
di associazione come previsto dall'ASA e sollecita il Consiglio ad agire in tal
senso senza ulteriori indugi. La Commissione constata che il Consiglio non è
stato in grado di dare seguito alla raccomandazione da essa formulata già nel
2009 per l'avvio dei negoziati di adesione con l'ex Repubblica iugoslava di
Macedonia. Il passaggio alla fase successiva del processo di adesione darà
ulteriore slancio alle riforme, andrà a beneficio delle relazioni interetniche
e inciderà positivamente sulla regione. Il contenzioso tra la Grecia e l'ex Repubblica
iugoslava di Macedonia sulla denominazione del paese è pendente da almeno due
decenni. Dagli anni 1990 è in corso un dialogo sotto l'egida delle Nazioni
Unite e dal 2009 si tengono contatti bilaterali, anche a livello di Primi
ministri. Tuttavia questi processi non hanno ancora dato risultati. Rimane
essenziale mantenere relazioni di buon vicinato e trovare una soluzione
negoziata e accettabile da entrambe le parti sulla questione del nome, sotto
gli auspici dell'ONU. La Commissione sottolinea la necessità di
raddoppiare gli sforzi perché si trovi quanto prima una soluzione e ricorda che
è necessario astenersi da azioni o dichiarazioni che potrebbero incidere
negativamente sulle relazioni di buon vicinato. Una soluzione alla questione
del nome è attesa da tempo. Montenegro A dicembre 2010 il Consiglio europeo ha
riconosciuto al Montenegro lo status di paese candidato e ha approvato le sette
priorità chiave per l'avvio dei negoziati di adesione individuate dalla
Commissione nel parere sulla domanda di adesione del Montenegro all'Unione. Dall'adozione del parere, il Montenegro ha
compiuto buoni progressi verso la realizzazione dei criteri politici di
Copenaghen, con risultati nell'insieme soddisfacenti, soprattutto per quanto
riguarda le principali priorità individuate. Si è assistito ad un
miglioramento del quadro legislativo e istituzionale finalizzato a potenziare l'operato del parlamento e
la normativa elettorale, a professionalizzare e depoliticizzare la pubblica
amministrazione, a garantire l'indipendenza e la responsabilità del potere
giudiziario, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, la
libertà dei media e la cooperazione con la società civile. Occorre però
maggiore impegno per sviluppare ulteriormente un track record sullo Stato di
diritto, specie per quanto riguarda l'elevato grado di corruzione e criminalità
organizzata. Ci sono stati miglioramenti anche per quanto riguarda le politiche
antidiscriminazione e la situazione degli sfollati. Questi risultati devono ora
tradursi in una diminuzione effettiva della discriminazione nei confronti dei
gruppi vulnerabili, sfollati compresi. La
Commissione monitorerà con particolare attenzione i progressi del Montenegro su
Stato di diritto e antidiscriminazione, per tenere viva la spinta riformista in
questi settori, e continuerà a sostenere il Montenegro nella realizzazione
delle riforme connesse all'UE. Albania La scena politica albanese è largamente
dominata dallo stallo politico e da ulteriori conflitti interni. Scontri
violenti tra contestatori antigovernativi e polizia hanno causato la morte di
quattro persone, esacerbando il clima di diffidenza tra le forze politiche e
nei confronti di alcune istituzioni. Per quanto giudicate concorrenziali e
trasparenti, le elezioni locali di maggio sono state decisamente segnate da
carenze che vanno risolte; in particolare la disputa sul conteggio controverso
dei voti delle schede messe nelle urne sbagliate per l'elezione del sindaco di
Tirana ha esacerbato la polarizzazione tra maggioranza al governo e
opposizione. A questo punto le forze politiche in Albania
devono urgentemente ripristinare e mantenere un livello di dialogo politico che
assicuri il regolare funzionamento delle principali istituzioni democratiche,
nello specifico il parlamento, e il progresso verso l'integrazione con l'UE. Le
gravi deficienze individuate nelle ultime due tornate elettorali rendono
necessaria una riforma globale del sistema elettorale che si basi su un parere
esterno indipendente e sul consenso tra i partiti politici. I due principali partiti politici hanno accettato
la proposta dell'UE di rimpegnarsi costruttivamente a realizzare le priorità
del paese verso l'integrazione europea. È essenziale ora che i partiti politici
albanesi si impegnino a seguire un processo strutturato e duraturo di
collaborazione verso le riforme europee. La strada maestra prevede un processo
di revisioni comuni, l'adozione di un piano d'azione in risposta alle
raccomandazioni formulate nel parere della Commissione e un calendario per le
principali riforme, anche per quanto riguarda il funzionamento del parlamento e
le elezioni. L'Albania ha conseguito nell'insieme scarsi
progressi nella realizzazione dei criteri politici per l'adesione e delle
dodici priorità chiave per l'avvio dei negoziati di adesione individuate nel
parere della Commissione approvato dal Consiglio a dicembre 2010. C'è stato
qualche passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata, nel
trattamento dei detenuti nelle carceri e in materia di diritti del minore, ma i
progressi rimangono insufficienti per quanto riguarda il sistema giudiziario,
la politica anticorruzione, i diritti di proprietà e il miglioramento delle
condizioni di vita dei Rom, che si aggiungono a quanto resta da fare in materia
di procedure parlamentari e elezioni. L'Albania ha cominciato ad attuare un
piano d'azione per dar seguito alle raccomandazioni espresse nel parere della
Commissione. Tuttavia occorrono ulteriori sforzi per garantire l'efficacia e la
completezza delle azioni previste, anche in termini di una più stretta
cooperazione con l'opposizione. Prima che la Commissione raccomandi di
concedere al paese lo status di candidato e di avviare i negoziati di adesione
con l'Unione, l'Albania dovrà impegnarsi a fondo e conseguire progressi
tangibili su tutti questi fronti. L'Albania ha continuato ad attuare
regolarmente l'accordo di stabilizzazione e associazione. A dicembre 2010 i
cittadini albanesi hanno ottenuto l'esenzione dal visto per recarsi nello
spazio Schengen grazie all'esito soddisfacente del dialogo sulla
liberalizzazione del visto. La Commissione è impegnata a continuare a
sostenere l'Albania nel conseguimento delle riforme connesse all'Unione e delle
principali priorità individuate nel parere. Bosnia-Erzegovina L'azione dei rappresentanti politici in
Bosnia-Erzegovina continua a riflettere una mancanza di visione comune sulla
direzione generale, sul futuro e sull'assetto istituzionale del paese. Non è
stata raggiunta una base consensuale per garantire e migliorare il
funzionamento istituzionale salvaguardando al tempo stesso gli interessi dei
popoli costituenti, soprattutto in vista delle aspirazioni verso l'Unione
largamente condivise nel paese. Dopo le elezioni di ottobre 2010 non è ancora
terminato il processo di insediamento del potere esecutivo e legislativo e la
formazione del governo federale centrale. Questo grande ritardo ha ostacolato
le tanto necessarie riforme che permetterebbero alla Bosnia-Erzegovina di
compiere ulteriori progressi sulla strada verso l'UE. Il processo di adesione
all'Unione richiede istituzioni funzionali a tutti i livelli e un efficace
dispositivo di coordinamento per gestire i rapporti con l'UE che permettano al
paese di parlare con una sola voce. L'andamento
generale delle riforme è stato quindi molto limitato. I risultati conseguiti
riguardano segnatamente le realizzazioni che a dicembre 2010 hanno permesso di
ottenere l'esenzione dal visto per i cittadini della Bosnia-Erzegovina che si
recano nell'Unione. A giugno i leader nazionali hanno convenuto di impegnarsi con l'UE,
nell'ambito del processo di stabilizzazione e associazione, in un dialogo
strutturato sulla giustizia mirato a garantire l'indipendenza, l'efficacia,
l'imparzialità e la responsabilità del sistema giudiziario. Il rispetto della Convenzione europea dei
diritti dell'uomo è un requisito essenziale dell'accordo interinale e
dell'accordo di stabilizzazione e associazione. In questo senso, il costante
rinvio della modifica della costituzione per tener conto della sentenza della
Corte europea dei diritti dell'uomo sulla discriminazione etnica per quanto
riguarda la rappresentazione nelle istituzioni del paese è una questione che
continua a suscitare grande allarme[10].
Occorre avviare un processo credibile per tener conto della decisione della
CEDU e il governo centrale dovrà adottare una legge sugli aiuti di Stato. È
inoltre necessario portare avanti l'adozione di una legge sul censimento a
livello statale e velocizzare le riforme per agevolare l'integrazione del paese
nell'UE. L'adozione del quadro di bilancio globale è prioritaria per la sostenibilità
finanziaria. Il sistema di
governo della Bosnia-Erzegovina rende tuttora necessaria una presenza
internazionale con mandato esecutivo. Quanto al processo di definizione dello
status di Brčko, che figura tra gli obiettivi e le condizioni da
raggiungere per la chiusura dell'ufficio dell'Alto rappresentante[11], sono stati fatti progressi
verso la soluzione della questione elettricità. Occorrono maggiori sforzi per
raggiungere gli altri obiettivi in sospeso, per facilitare la transizione da un
paese con un sistema di governo e sicurezza internazionale verso un paese con
istituzioni nazionali pienamente padrone del processo politico e legislativo,
conformemente ai requisiti che un paese che aspira ad essere membro dell'Unione
deve rispettare. Tutti questi requisiti fanno capo alla necessità di creare un
contesto politico stabile. La creazione di un dialogo strutturato sulla
giustizia e l'esperienza tratta da riforme realizzate nell'ambito del processo
di liberalizzazione del visto mostrano la strada da seguire: adottando un
approccio europeo di dialogo e compromesso e concentrandosi sul programma verso
l'Unione, il paese sarà in grado di passare gradualmente dalla paralisi e lo
scontro alla cooperazione e dalla supervisione internazionale al futuro con
l'UE. L'Unione, che ha
potenziato il proprio ruolo nel paese con l'entrata in funzione del primo
rappresentate unico dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina, continuerà ad
aumentare il sostegno alle istituzioni nazionali nel perseguimento degli
obiettivi del programma verso l'UE, in linea con le conclusioni del Consiglio
di marzo 2011. Serbia Parallelamente alla presente comunicazione, la
Commissione ha adottato il parere sulla domanda di adesione all'UE della
Serbia. Le conclusioni e le raccomandazioni contenute nel parere figurano
nell'allegato della presente comunicazione. Kosovo In un periodo caratterizzato da elezioni
parlamentari anticipate e dal lungo processo di elezione del nuovo presidente
da parte del parlamento, il programma di riforme ha realizzato scarsi
progressi. Le stesse elezioni sono state caratterizzate da serie falle che
vanno risolte. La corte costituzionale ha svolto un ruolo positivo
nell'esercizio delle proprie responsabilità. Il nuovo governo ha mostrato il proprio
impegno verso la prospettiva europea del Kosovo, anche profondendo sforzi
sostenuti in materia di visti e scambi e con la creazione di un consiglio
nazionale per l’integrazione europea. Il nuovo parlamento ha cominciato da poco
ad adottare la normativa per il varo di riforme chiave. Rimane comunque ancora
molto da fare per contrastare la criminalità organizzata e la corruzione. La
pubblica amministrazione resta debole e l'attuazione della riforma del sistema
giudiziario rimane una sfida. In seguito alla risoluzione dell'Assemblea
generale delle Nazioni Unite di settembre 2010, è stato intavolato un dialogo,
agevolato dall'Unione, tra Pristina e Belgrado che mira a promuovere la
cooperazione, a realizzare progressi sulla strada verso l'Unione e a migliorare
le condizioni di vita della popolazione. Fino a settembre il dialogo si è
generalmente svolto in uno spirito costruttivo e ha permesso di raggiungere
accordi su diverse questioni: libera circolazione di beni e persone, anagrafe e
catasto. Questi sforzi costruttivi devono andare avanti e consentire di
compiere ulteriori passi nella normalizzazione delle relazioni. Gli accordi
conclusi dovranno essere attuati in buona fede. L'integrazione dei serbi kosovari a sud del
fiume Ibër/Ibar ha fatto progressi. I serbi kosovari, che hanno partecipato al
censimento in Kosovo, hanno partecipato più numerosi alle recenti elezioni
generali. Persistono però le tensioni e gli incidenti interetnici nel Kosovo
del nord. Strutture serbe distinte, sostenute da Belgrado, si sono opposte al
censimento e hanno incoraggiato il boicottaggio delle elezioni indette dalle
autorità kosovare. La Commissione esorta tutti gli interessati in Kosovo a
smorzare i toni e a collaborare pienamente con EULEX. Per il Kosovo l'unica base per andare avanti è
la ricerca di soluzioni tramite il dialogo e la condanna degli atti unilaterali
e della violenza. La Commissione fa appello a tutti gli attori perché ripudino
la violenza e si astengano da adottare provvedimenti che possono minacciare la
stabilità. Il Kosovo condivide la prospettiva europea dei
Balcani occidentali. A marzo la Commissione ha presentato la proposta di un
accordo quadro che consente al Kosovo di partecipare ai programmi dell'Unione,
una delle iniziative chiave annunciate dalla comunicazione del 2009 sul Kosovo[12]. La Commissione continuerà a
sostenere gli sforzi del Kosovo per realizzare gli altri due obiettivi chiave:
la liberalizzazione del visto e un accordo commerciale con l'UE, insieme ad
altri sforzi riformisti che ne sottolineano la prospettiva europea. La
Commissione intende rivedere la comunicazione sul Kosovo del 2009 per garantire
al paese di beneficiare ulteriormente del processo di adesione all'Unione e
propone di avviare con il paese un dialogo strutturato sullo Stato di diritto.
La Commissione sottolinea inoltre quanto sia importante che il Kosovo avvii un
programma globale per il nord. 3.2.
Turchia Con un'economia dinamica e un ruolo regionale
importante, e grazie al suo contributo alla politica estera e alla sicurezza
energetica dell'Unione, la Turchia è un paese chiave per la sicurezza e la
prosperità dell'UE. In termini di scambi e investimenti esteri, il paese è già
in larga misura integrato nell'Unione grazie all'unione doganale. La Turchia,
che è diventata un'importante piattaforma industriale per una serie di imprese
leader europee, è una componente preziosa della competitività europea. La forte
crescita del PIL, che ha raggiunto quasi il 9% nel 2010 e dovrebbe attestarsi
quest'anno al 6,1%, e l'adesione al G-20 non faranno che accrescere
l'importanza economica del paese. Il contributo della Turchia all'Unione europea
in una serie di settori cruciali potrà essere pienamente effettivo solo grazie
ad un processo di adesione attivo e credibile, che rispetti gli impegni presi
con l'UE e le condizioni poste. È essenziale che
la Turchia continui le riforme connesse ai criteri politici di adesione. La
creazione di un ministero degli affari con l'UE è un segnale incoraggiante in
tal senso. La Turchia, che nell'ultimo decennio ha compiuto progressi notevoli,
deve impegnarsi ancora molto per garantire nella pratica la tutela dei diritti
fondamentali, soprattutto la libertà di espressione, i diritti delle donne e la
libertà di religione. La recente adozione della legge sulle fondazioni
religiose, in forza della quale queste possono recuperare i beni loro
confiscati, è un notevole passo avanti. La Commissione è pronta a prestare
ulteriore assistenza alla Turchia per far avanzare le necessarie riforme,
compreso un profondo riordino costituzionale. Dagli eventi in Africa del nord e Medio
Oriente, la Turchia è andata rafforzando l'azione diplomatica e si conferma
peraltro un partner costruttivo nei Balcani occidentali. Quale Stato stabile
con istituzioni democratiche e un'economia in forte crescita e quale paese
candidato che negozia l'adesione all'UE, la Turchia può svolgere un ruolo di
rilievo esportando stabilità e sostegno riformatore ai suoi vicini, che sono
anche i vicini dell'Unione europea. L'Unione sta approfondendo ulteriormente il
dialogo politico con la Turchia su questioni di politica estera di interesse
reciproco. Nell'attuale contesto è importante che il dialogo si sviluppi ulteriormente
come complemento al processo di adesione e miri a raggiungere un maggior
coordinamento. Alla luce dei progressi raggiunti tra i leader
delle due comunità sotto i buoni uffici del Segretario generale delle Nazioni
Unite per trovare una soluzione globale alla questione cipriota, la Turchia è
incoraggiata a potenziare concretamente l'impegno e il contributo ai colloqui
in corso. Una soluzione globale è nell'interesse di tutte le parti perché
garantirebbe maggiore stabilità nel Mediterraneo meridionale, offrirebbe nuove
opportunità economiche e darebbe un forte impulso ai negoziati di adesione,
attualmente in fase di stallo. La Commissione teme per le recenti tensioni
nelle relazioni tra Turchia e Cipro e ricorda l'appello del Consiglio ad
astenersi da qualsiasi tipo di minaccia, fonte di attrito o azione che potrebbe
nuocere alle relazioni di buon vicinato e alla soluzione pacifica delle
controversie. L'Unione sottolinea peraltro tutti i diritti sovrani degli Stati
membri, tra cui quello di concludere accordi bilaterali, conformemente
all'acquis e al diritto internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni
Unite sul diritto del mare. In linea con le posizioni reiterate del Consiglio e
della Commissione negli scorsi anni, la Commissione ribadisce l'urgenza per la
Turchia di ottemperare all'obbligo di attuare pienamente il protocollo
aggiuntivo e realizzare progressi verso la normalizzazione delle relazioni
bilaterali con la Repubblica di Cipro. La Commissione sottolinea inoltre la
necessità di astenersi da qualsiasi tipo di minaccia, fonte di attrito o azione
che potrebbe nuocere alle relazioni di buon vicinato e alla soluzione pacifica
delle controversie. L'Unione continuerà a seguire e esaminare i progressi
compiuti in questi ambiti, in linea con le pertinenti decisioni del Consiglio. La Turchia deve intensificare gli sforzi per
risolvere le questioni bilaterali pendenti con i paesi vicini, tra cui le
vertenze frontaliere. La Grecia ha presentato un gran numero di reclami formali
contro la Turchia per violazione delle acque territoriali e dello spazio aereo,
fra l'altro per i voli sulle isole greche. La Commissione si adopererà per dar vita ad un
nuovo circolo virtuoso nel processo di adesione della Turchia. Occorre
elaborare un nuovo programma fattivo in grado di instaurare relazioni migliori
e più costruttive secondo un approccio pragmatico che tenga conto delle
realizzazioni concrete nei settori di comune interesse, partendo da una
comprensione comune dei vincoli e dalla volontà di compiere progressi nel
processo di allineamento della Turchia con l'UE. Un tale programma dovrebbe spaziare su
un'ampia gamma di settori: il dialogo e la cooperazione rafforzati su riforme
politiche, visti, mobilità, migrazione, energia, lotta contro il terrorismo,
l'ulteriore partecipazione della Turchia a programmi UE quali "L'Europa
per i cittadini", i gemellaggi tra città, il commercio e l'Unione doganale
per dirimere gli attuali contrasti commerciali, cercare una più stretta
cooperazione nei negoziati sugli accordi di libero scambio e esplorare nuove
strade per sfruttare al massimo il potenziale economico comune dell'Unione e
della Turchia. In parallelo ai negoziati di adesione, la Commissione intende
approfondire la cooperazione con la Turchia a sostegno degli sforzi del paese
nel realizzare le riforme e allinearsi con l'acquis, anche per quanto riguarda
i capitoli su cui non è ancora possibile avviare negoziati di adesione. La
Commissione continuerà ad informare il Consiglio, appena ritiene che la Turchia
abbia soddisfatto importanti parametri[13].
3.3.
Islanda L'Islanda si sta ancora riprendendo dal
tracollo economico e finanziario del periodo 2008-2009. La situazione politica
è rimasta stabile, sebbene il governo di coalizione sia stato messo alla prova
in diverse occasioni e la maggioranza di governo in parlamento si sia ridotta. Il processo di adesione dell'Islanda è andato
avanti ed è stata portata a termine la verifica della normativa islandese. In
una vasta gamma di settori il paese gode già di un elevato grado di integrazione
con l'Unione, circostanza decisamente vantaggiosa per il processo. La
Commissione tiene conto delle specificità e delle aspettative dell'Islanda
nell'ambito dell'attuale impostazione dei negoziati di adesione e nel pieno
rispetto dei principi e dell'acquis dell'Unione. Continuare a
collaborare in modo aperto e costruttivo porterà a soluzioni che rispecchiano
l'elevato livello di cooperazione tra l'Unione e le autorità islandesi. Sulla base di queste considerazioni sono stati
avviati i negoziati di adesione su capitoli specifici. Dei quattro capitoli
aperti, due sono stati provvisoriamente chiusi. Dato il grado di allineamento
complessivamente buono, soprattutto per i capitoli riguardanti lo Spazio
economico europeo (SEE) e gli accordi Schengen, i negoziati dovrebbero poter
avanzare senza intoppi. L’Islanda dovrà ancora ottemperare agli obblighi
esistenti, fra cui quelli individuati dall'Autorità di vigilanza EFTA a norma
dell'accordo SEE. Sono state avviate iniziative di comunicazione
per promuovere un dibattito informato sul processo di adesione dell'Islanda.
L'adesione all'UE rimane infatti un tema controverso nel paese. La Commissione
continuerà a fornire sostegno per quanto riguarda l'informazione e i contatti
interpersonali.
4.
Sostenere il processo di allargamento
4.1.
Assistenza finanziaria La Commissione fornisce sostegno tecnico e
finanziario ai paesi dell'allargamento che si preparano all'adesione,
essenzialmente a titolo dello strumento di assistenza preadesione (IPA), che
per il periodo 2007-2013 ha una dotazione totale di 11,6 miliardi di euro[14]. Dal 2010 la Commissione è andata spostando
gradualmente l'assistenza finanziaria dal sostegno a singoli progetti verso un
approccio più globale e settoriale concentrato sui settori chiave del programma
di riforma del paese beneficiario. I governi dei paesi dell'allargamento
vengono spronati ad adottare politiche globali e sostenibili in ambiti
prioritari quali giustizia e affari interni, pubblica amministrazione, sviluppo
del settore privato, trasporti, energia, ambiente e cambiamento climatico,
sviluppo sociale, agricoltura e sviluppo rurale. I documenti di programmazione indicativa
pluriennale (MIPD) per il periodo 2011-2013 individuano i settori chiave
nazionali in funzione della specifica situazione e dello stadio di avanzamento
del processo di adesione di ciascun paese. Viene data particolare attenzione
alla lotta anticorruzione, allo sviluppo della società civile e alla libertà di
espressione. Circa il 10% dei fondi IPA disponibili sarà destinato a progetti
multinazionali nei Balcani occidentali e in Turchia. La Commissione ha adottato
oggi la revisione annuale del quadro finanziario indicativo pluriennale per
l'assistenza IPA, a copertura del periodo 2012-2013. In linea con la
comunicazione di giugno 2011 dal titolo "Un bilancio per la strategia
2020"[15],
la Commissione sta mettendo a punto il quadro normativo dell'assistenza
preadesione nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo
2014-2020, come parte del pacchetto di strumenti nel settore dell'azione
esterna. L'assistenza a
titolo del regolamento IPA attualmente in vigore si è dimostrata efficiente e
efficace. La proposta di un nuovo strumento finanziario che verrà presentata a
dicembre 2011 si basa sull'esperienza acquisita nell'attuazione dello strumento
vigente. Su questa base, il nuovo strumento contempla il sostegno sia per il
raggiungimento dei criteri di adesione che per lo sviluppo socioeconomico. In consultazione con i paesi beneficiari, con
gli altri donatori e con la società civile e basandosi sull'esperienza fin qui
acquisita, la Commissione ha riflettuto su come rafforzare il nesso tra
l'assistenza finanziaria e le priorità della strategia di allargamento, su come
rendere l'assistenza finanziaria più strategica, mirata e flessibile e su come
semplificare le procedure. Gli elementi presi in considerazione in questo senso
sono una pianificazione più globale e di più lungo respiro dell'assistenza in
tutte le aree di intervento, una maggiore attenzione per i bisogni e le priorità
dei paesi beneficiari, ricompensare i progressi nel processo di adesione,
utilizzare i fondi IPA per attrarre ulteriori fondi da parte di altri donatori
e del settore privato e potenziare il ruolo della società civile. 4.2.
Liberalizzazione del visto e mobilità Il processo di adesione prevede l'esenzione
dal visto verso l'Unione, fattore della massima importanza per i cittadini di
tutti i paesi dell'allargamento. Le tappe verso la liberalizzazione sono
tuttavia soggette al raggiungimento, da parte del paese interessato, delle
condizioni a tutela della sicurezza interna e degli interessi dell'Unione in
materia di politica migratoria. L'Islanda fa già
parte dello spazio Schengen. Nei Balcani occidentali, i cittadini croati
possono recarsi da sempre nell'Unione senza bisogno del visto. I cittadini
dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, del Montenegro e della Serbia hanno
ottenuto l'esenzione dal visto per lo spazio Schengen a dicembre 2009 e lo
stesso status è stato concesso l'anno dopo all'Albania e alla
Bosnia-Erzegovina. Le recenti
decisioni di esentare dal visto i cittadini dei paesi dei Balcani occidentali
si sono basate sul fatto che questi paesi rispettavano i parametri delle
roadmap stabilite nell'ambito dei dialoghi sulla liberalizzazione del visto
condotti dalla Commissione. I dialoghi hanno agito da forte incentivo per le
riforme mirate al raggiungimento delle norme dell'UE in materia di giustizia e
affari interni, specie per quanto riguarda il potenziamento della capacità
amministrativa per la gestione delle frontiere e per la sicurezza dei
documenti, ma anche per il rafforzamento dello Stato di diritto e della lotta
alla criminalità transfrontaliera, alla corruzione e alla migrazione illegale. Tuttavia, dopo l'abolizione dell'obbligo del visto,
alcuni Stati membri hanno registrato un aumento significativo delle richieste
di asilo da parte dei cittadini dei paesi interessati, in particolare Serbia e
ex Repubblica iugoslava di Macedonia, il che indica un uso abusivo del regime
di esenzione dal visto. La Commissione è intervenuta istituendo, a gennaio
2011, un meccanismo di controllo post-liberalizzazione del visto nell'ambito
del processo di stabilizzazione e associazione, intavolando con i paesi
interessati un dialogo volto a valutare l'attuazione coerente delle riforme e
misure correttive efficaci. Da allora i paesi in questione hanno potenziato i
controlli sul posto e hanno condotto campagne per informare i cittadini sui
diritti e gli obblighi di chi viaggia in esenzione dal visto. La Commissione
invita le autorità di questi paesi a provvedere a quanto ulteriormente
necessario per garantire il buon funzionamento del regime di esenzione dal
visto. Per garantire il successo di questi interventi occorrerà inoltre fornire
maggior sostegno e migliori condizioni di vita ai gruppi più vulnerabili, tra
cui i Rom. Nel quadro di una più vasta revisione della
politica dei visti dell'Unione, la Commissione ha presentato al Consiglio un
progetto di modifica del regolamento sui visti che prevede la sospensione
temporanea del regime di esenzione in vigore con un paese terzo ove si
verifichi un afflusso improvviso di persone[16].
La liberalizzazione del visto per il Kosovo
completerebbe il processo nei Balcani occidentali. A dicembre 2010 il Consiglio
ha confermato questa prospettiva una volta che risulteranno soddisfatte tutte
le condizioni. In questa ottica, il Kosovo ha adottato un quadro giuridico per
la riammissione, ha firmato accordi bilaterali di riammissione con 13 Stati
dello spazio Schengen, ha adottato piani di reintegrazione e ne ha continuato
l'attuazione. Verso la fine dell'anno la Commissione avvierà quindi con il
Kosovo un dialogo sui visti. L'Unione e la Turchia hanno cominciato a
rafforzare la cooperazione sui visti, mentre la Commissione ha avviato
un dialogo con il paese su visti, mobilità e migrazione, in linea con le
conclusioni del Consiglio di febbraio 2011. Questo processo, che ha cominciato
a dare i primi frutti per quanto riguarda il rilascio del visto ai cittadini
turchi e la lotta all'immigrazione irregolare verso l'Unione, servirà ad
individuare le misure concrete che la Turchia dovrà adottare in vista della
futura liberalizzazione del visto. In tal senso la Turchia potrebbe fare un
passo importante disponendo quanto necessario per concludere al più presto
l'accordo di riammissione. 4.3.
Informazione e comunicazione Il sostegno dei cittadini è fondamentale per
il successo della politica di allargamento. Le autorità degli Stati membri e
dei paesi dell’allargamento a livello centrale, regionale e locale sono
chiamate a svolgere un ruolo importante nell’azione di informazione e di
comunicazione a tal fine. La Commissione è impegnata a facilitare un
dialogo pubblico informato sul processo di allargamento, diffondendo attraverso
tutti i tipi di media informazioni fattuali e di immediata fruizione. Le
informazioni devono essere rivolte in via prioritaria ai giovani e ai
principali opinionisti, quali giornalisti e rappresentati del mondo
imprenditoriale e delle associazioni della società civile. Gli scambi in ambito
parlamentare possono svolgere anch'essi un ruolo importante nell'alimentare il
dibattito informato e la comprensione del processo di allargamento da entrambe
le parti. Nel prossimo periodo verranno discussi i passi successivi del processo
di adesione con i paesi dell'allargamento. I risultati tangibili sono il
miglior biglietto da visita per la politica di allargamento dell'Unione.
L'esito positivo dei negoziati con la Croazia può essere un ottimo esempio, al
pari della capacità di resistenza delle economie dell'Europa sud-orientale e
delle realizzazioni concrete su questioni fondamentali quali
l'approvvigionamento energetico o le reti di trasporto. È essenziale spiegare
all'opinione pubblica come il proseguimento del programma di allargamento possa
aiutare l'Unione a raggiungere gli obiettivi posti in ambiti quali la crisi
economica, l'occupazione, l'ambiente e il cambiamento climatico, la sicurezza e
la migrazione, accelerando al tempo stesso il programma di riforma e migliorando
le condizioni di vita nei paesi dell'allargamento.
5.
Conclusioni e raccomandazioni
Sulla base dell'analisi di cui sopra, la
Commissione propone le seguenti conclusioni e raccomandazioni: 1.
Scopo dell'allargamento è estendere l'area di pace,
stabilità, democrazia e prosperità dell'Unione. L'allargamento giova all'Unione
nel suo insieme, che si ritrova così meglio posizionata per far fronte alle
sfide mondiali. Con il completamento a giugno dei negoziati di adesione con la
Croazia, il processo di allargamento dell'Unione europea è entrato in una nuova
fase. 2.
La politica di allargamento si è dimostrata un
potente strumento di trasformazione sociale. Grazie alle riforme democratiche
ed economiche stimolate dall'adesione, i paesi già membri all'UE e quelli che
sono sulla strada dell'adesione hanno registrato cambiamenti fenomenali. Lo
sviluppo realizzato dalla Croazia dal momento in cui si è avviata sulla strada
dell'adesione conferma ancora una volta il potere di trasformazione
della politica di allargamento dell'UE. 3.
Nell'ambito della politica di allargamento, basata
sul consenso rinnovato approvato dal Consiglio europeo a dicembre 2006,
l'Unione pone condizioni rigorose e monitorizza i progressi in modo
sempre più accurato. Questa circostanza fa sì che gli Stati candidati
raggiungano un livello maggiore di preparazione, a beneficio non solo degli
stessi interessati ma anche dell'Unione. 4.
L'esperienza acquisita nell'ambito dei negoziati
con la Croazia verrà messa a frutto nei negoziati in corso e futuri con altri
paesi. A tal fine la Commissione proporrà un nuovo approccio alle questioni
riguardanti sistema giudiziario e diritti fondamentali e giustizia, libertà e
sicurezza: data la necessità di stabilire track record convincenti, queste
andranno abbordate in una prima fase del processo di adesione e i capitoli
corrispondenti dovranno essere aperti conseguentemente, sulla base di piani
d'azione. La Commissione renderà regolarmente conto, in tutte le fasi del
processo, dei progressi realizzati in questi due settori e delle tappe
riguardanti i piani d'azione, proponendo eventualmente le necessarie misure
correttive. Il processo si avvarrà dei fondi IPA. 5.
Un processo di allargamento credibile, che
offra una prospettiva di adesione chiara basata su condizioni rigorose, è essenziale
per promuovere le riforme nei paesi dell'allargamento e fornire ai loro
cittadini risultati tangibili già mentre si preparano ad entrare nell'Unione.
Le condizioni per avanzare verso l'UE sono una forte motivazione per
intraprendere riforme difficili e sono fondamentali per assicurarsi il sostegno
degli Stati membri. 6.
Il successo dell'esperienza croata mostra la strada
agli altri paesi dell'allargamento. Con l'adesione all'Unione del primo paese
dei Balcani occidentali, il futuro europeo della regione diventa realtà. 7.
Il potenziamento dello Stato di diritto
rimane una sfida di calibro per la maggior parte dei paesi dell'allargamento e
una condizione essenziale per intraprendere la strada dell'adesione all'UE. La
Commissione continua a dare priorità alla riforma della giustizia e della
pubblica amministrazione, alla lotta contro la criminalità organizzata e la
corruzione, anche tramite un monitoraggio regolare, dialoghi strutturati,
revisioni inter pares, potenziamento istituzionale, gemellaggi e assistenza
finanziaria. 8.
Alcuni paesi dell'allargamento hanno registrato
sviluppi negativi per quanto riguarda la libertà di espressione. È
essenziale che i paesi dell'allargamento garantiscano il carattere aperto e
pluralista dei media, fondamento di un giornalismo critico e indipendente. La
Commissione monitorerà da vicino gli sviluppi in questo ambito e ingloberà
ulteriormente questi temi nei negoziati di adesione, soprattutto nel quadro del
capitolo sul sistema giudiziario e i diritti fondamentali. 9.
La cooperazione regionale, fondamento della
riconciliazione e dell'integrazione nell'UE, rimane un elemento essenziale del
processo di stabilizzazione e di associazione. Per quanto la cooperazione sia
andata ulteriormente avanti in una serie di settori, questioni risalenti
essenzialmente ai conflitti del passato continuano ad incidere negativamente e
gettare ombra sulla stabilità nei Balcani occidentali. Le questioni rimaste
irrisolte vanno affrontate urgentemente. È soprattutto prioritario assicurare
il carattere inclusivo della cooperazione regionale. Indipendentemente dai
dissidi sullo status del Kosovo, vi si può pervenire se tutte le parti adottano
un approccio costruttivo e pragmatico. 10.
Le parti interessate devono risolvere le questioni
bilaterali con determinazione, in uno spirito di buon vicinato e tenendo
conto degli interessi globali dell'UE. Occorre porvi rimedio al più presto
possibile per evitare di bloccare il processo di adesione. I blocchi dovuti
alle questioni bilaterali possono compromettere il potere di trasformazione del
processo di allargamento. La Commissione esorta le parti interessate a fare il
possibile per risolvere le vertenze frontaliere pendenti, in linea con i
principi stabiliti e i mezzi disponibili, anche rivolgendosi alla Corte
internazionale di giustizia se necessario. Le relazioni di buon vicinato
restano fondamentali. L’UE è pronta a facilitare la ricerca di soluzioni e a
sostenere le iniziative connesse. 11.
L'esenzione dal visto verso l'Unione è fattore
della massima importanza per i cittadini di tutti i paesi dell'allargamento. La
liberalizzazione dal visto, che rientra nel processo di adesione, ha
registrato ulteriori progressi a dicembre 2010 con l'abolizione del visto per i
cittadini della Bosnia-Erzegovina e dell'Albania, una volta rispettate le
condizioni stabilite. La Commissione invita le autorità dei paesi dei Balcani
occidentali a fare quanto necessario per scongiurare l'abuso del regime di
esenzione dal visto. Dal canto suo la Commissione ha potenziato il controllo
post-liberalizzazione del visto istituendo un meccanismo di dialogo con i paesi
interessati, che comprende misure per porre rimedio agli abusi. 12.
Tenuto conto dei progressi del Kosovo nella
riammissione e nel reinserimento dei rimpatriati, in linea con le conclusioni
del Consiglio di dicembre 2010, verso la fine dell'anno la Commissione avvierà
con il paese un dialogo sui visti. L'Unione e la Turchia hanno intensificato la
cooperazione sui visti e la Commissione, che ha avviato con il paese un dialogo
su visti, mobilità e migrazione, intende individuare le misure concrete che la
Turchia dovrà adottare in vista della futura liberalizzazione del visto. La
Turchia potrebbe fare un passo importante disponendo quanto necessario per
concludere e far entrare in vigore al più presto l'accordo di riammissione. 13.
All'indomani della crisi economica globale, tutti i
paesi dell'allargamento sono oramai sul cammino della ripresa economica,
sebbene con ritmi diversi. La Turchia è riemersa dalla crisi con un'economia
rafforzata e con un forte tasso di crescita. Tutti i paesi dell'allargamento si
confrontano tuttavia con sfide importanti. I tassi di disoccupazione sono
elevati e continuano ad aumentare in molti paesi. Risanamento di bilancio,
riordino strutturale e miglior clima per gli affari, anche tramite il
potenziamento dello Stato di diritto e la riforma del mercato del lavoro, sono
le principali priorità per garantire la sostenibilità della ripresa e pervenire
ad una crescita inclusiva. In questo contesto la Commissione invita i paesi dell'allargamento
ad abbracciare gli obiettivi della strategia Europa 2020 come ancoraggio
per le riforme. 14.
A dicembre 2011 la Commissione presenterà il nuovo
strumento per l'assistenza finanziaria preadesione nell'ambito del
quadro finanziario pluriennale 2014-2020, basandosi sull'esperienza positiva
acquisita nell'attuazione dello strumento in vigore. Facendo tesoro di questa
esperienza, la Commissione potenzierà il legame tra l'assistenza e le priorità
della strategia di allargamento, mettendo l'accento sullo sviluppo
socioeconomico, rendendo più flessibile l'assistenza e semplificando le
procedure. 15.
Il sostegno dei cittadini è fondamentale per
il successo della politica di allargamento. Le autorità degli Stati membri e
dei paesi dell’allargamento a livello centrale, regionale e locale sono
chiamate a svolgere un ruolo importante nell’azione di informazione e di
comunicazione a tal fine. La Commissione è impegnata a facilitare un dialogo
pubblico informato sul processo di allargamento, sulla base di informazioni
fattuali e di immediata fruizione. La Commissione incoraggia lo sviluppo di una
società civile attiva come elemento essenziale della democrazia, che sia anche
in grado di facilitare un dibattito informato sull'allargamento dell'UE. 16.
La Commissione ha adottato un parere favorevole
sull'adesione della Croazia all'Unione entro il 1° luglio 2013. Il
completamento dei negoziati di adesione è stato possibile grazie al
raggiungimento da parte della Croazia degli ultimi parametri di chiusura in
sospeso, anche in capitoli difficili come il sistema giudiziario e i diritti
fondamentali e la politica di concorrenza. La Croazia dovrà continuare a
consolidare le riforme, nel rispetto degli impegni assunti durante i negoziati
di adesione. La Commissione monitorerà attentamente gli ulteriori preparativi
del paese in vista delle responsabilità che dovrà assumere in qualità di Stato
membro, ad adesione avvenuta. La Croazia dovrà continuare a sostenere il
processo di adesione degli altri paesi dei Balcani occidentali. 17.
Con un'economia dinamica e un ruolo regionale
importante, la Turchia è un paese chiave per l'Unione europea, come
sottolineato dagli attuali sviluppi politici e economici a livello regionale e
mondiale. La Turchia, che ha continuato le riforme connesse all'Unione, dovrà
impegnarsi ancora molto, specie per garantire i principali diritti
fondamentali. I negoziati di adesione sono fermi purtroppo da più di un anno.
La Commissione lavorerà per rilanciare le relazioni UE-Turchia in base ad un
nuovo programma costruttivo che continui a sostenere le riforme, soprattutto
una riforma globale della costituzione, e l'integrazione economica. Il
programma potrà spaziare su una ampia gamma di settori di interesse comune:
riforme politiche, dialogo sulla politica estera, allineamento con l'acquis,
visti, mobilità e migrazione, energia, lotta al terrorismo, commercio e
partecipazione ai programmi UE. Il contributo del paese all'Unione potrà essere
pienamente effettivo solo nell'ambito di un prospettiva di adesione credibile e
attiva. La Commissione teme
per le recenti tensioni nelle relazioni tra Turchia e Cipro e ricorda l'appello
del Consiglio affinché la Turchia eviti qualsiasi tipo di minaccia, motivo di
attrito o azione che potrebbe nuocere alle relazioni di buon vicinato e alla
soluzione pacifica delle controversie frontaliere. L'Unione ha inoltre
sottolineato tutti i diritti sovrani degli Stati membri, tra cui quello di
concludere accordi bilaterali, conformemente all'acquis e al diritto
internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del
mare. L'Unione ha
ripetutamente sottolineato l'urgenza per la Turchia di rispettare l'obbligo di
attuare pienamente, in maniera non discriminatoria, il protocollo aggiuntivo
all’accordo di associazione e di progredire verso la normalizzazione delle
relazioni bilaterali con la Repubblica di Cipro. Una tale attuazione potrebbe
dare una svolta positiva al processo di adesione. L'UE continuerà a seguire e
valutare i progressi compiuti sulle questioni contemplate dalla dichiarazione
del 21 settembre 2005, in linea con le relative conclusioni del Consiglio. In
assenza di progressi, la Commissione raccomanda di mantenere in vigore le
misure adottate dall'Unione nel 2006. 18.
Quanto alla questione cipriota, i leader
della comunità greco-cipriota e della comunità turco-cipriota hanno
intensificato, sotto l'egida dell'ONU, i negoziati per trovare una soluzione
complessiva. La Commissione, che sostiene pienamente questo impegno e fornisce
consulenza tecnica sulle questioni di competenza dell’UE, esorta entrambi i
leader a fare i compromessi necessari per condurre felicemente in porto i
negoziati e sollecita tutti gli altri attori coinvolti a focalizzare gli sforzi
e le energie per una soluzione globale della questione cipriota. Durante l'attuale
fase di intensi colloqui su Cipro, è essenziale che tutte le parti interessate
diano prova di moderazione e facciano del loro meglio per garantire un clima
positivo che faciliti la felice conclusione del processo, contribuendo in
termini concreti ad una soluzione complessiva. 19.
Il processo di adesione dell'Islanda prende
piede e sono stati avviati i negoziati su capitoli specifici dell'acquis. In
una vasta gamma di settori il paese gode di un elevato grado di integrazione
con l'Unione, circostanza notevolmente vantaggiosa. La Commissione tiene conto
delle specificità e delle aspettative dell'Islanda, nel pieno rispetto
dell'impostazione stabilita per i negoziati di adesione, dei principi e dell'acquis
dell'Unione e del quadro negoziale. La Commissione continuerà ad alimentare il
dibattito pubblico nazionale sull'adesione con informazioni fattuali s cosa
significa essere membro dell'Unione. 20.
L’ex Repubblica iugoslava di Macedonia
continua a soddisfare in misura sufficiente i criteri politici. Si registra
qualche progresso per quanto riguarda le principali riforme. Tuttavia
l'attuazione della legislazione adottata, la tutela della libertà di
espressione dei media, l'indipendenza del sistema giudiziario, la riforma della
pubblica amministrazione e la lotta anticorruzione sono tuttora punti
particolarmente problematici. La
Commissione ribadisce la raccomandazione di avviare i negoziati con l’ex
Repubblica iugoslava di Macedonia per l’adesione all’Unione europea. La
Commissione ribadisce inoltre la proposta di passare senza ulteriori indugi
alla seconda fase del processo di associazione, come previsto dall'accordo di
stabilizzazione e associazione. Quanto
alla questione del nome, è fondamentale mantenere relazioni di buon vicinato e
pervenire, sotto l’egida dell’ONU, ad una soluzione accettabile per entrambe le
parti. Che non vada sprecato un altro anno. 21.
Il Montenegro ha conseguito con successo le
principali priorità poste dall'UE nel 2010 come prerequisito all'apertura dei
negoziati di adesione. Il consenso nazionale sull'integrazione europea nel
paese si è consolidato. Alla luce dei progressi compiuti, la Commissione
ritiene che il Montenegro abbia raggiunto il livello necessario di conformità
ai criteri di adesione e in particolare ai criteri politici di Copenaghen. È
tuttavia essenziale che il Montenegro continui a realizzare le riforme,
concentrandosi in particolare sull'attuazione delle norme e delle politiche
connesse allo Stato di diritto. A tal fine la Commissione intende proporre di
applicare al Montenegro il nuovo approccio per i capitoli negoziali su sistema
giudiziario e diritti fondamentali e su giustizia, libertà e sicurezza di cui
al punto 4. Alla luce di queste considerazioni e tenuto conto
delle conclusioni del Consiglio di dicembre 2010, la Commissione raccomanda di
aprire i negoziati di adesione con il Montenegro. 22.
Nell'ultimo anno la scena politica albanese
è stata largamente dominata dallo stallo politico tra maggioranza al governo e
opposizione e da ulteriori scontri interni. A questo punto, partendo
dai recenti segnali incoraggianti, le forze politiche nazionali devono
urgentemente ripristinare e mantenere un livello di dialogo politico che
assicuri il funzionamento delle principali istituzioni democratiche, il
miglioramento delle norme elettorali e la realizzazione delle riforme più
importanti. La Commissione sollecita i principali attori a stabilire di
concerto metodi concreti per risolvere le controversie nazionali perché il
paese possa realizzare la prospettiva europea. 23.
La Commissione ha presentato quest'oggi il parere
sulla domanda di adesione della Serbia con cui raccomanda al Consiglio
europeo di concedere alla Serbia lo status di paese candidato, alla luce dei
progressi finora realizzati e dell'impegno serbo di riaprire il dialogo con il
Kosovo e garantire un'attuazione pronta e in buona fede degli accordi raggiunti
finora. La Serbia è ben avviata verso il sufficiente
raggiungimento dei criteri politici posti nel 1993 dal Consiglio europeo di
Copenaghen e il rispetto delle condizioni del processo di stabilizzazione e
associazione, purché continui a compiere progressi e trovi soluzioni pratiche
ai problemi con il Kosovo. La Commissione raccomanda quindi di avviare i
negoziati per l'adesione della Serbia all'Unione europea non appena il paese
abbia compiuto ulteriori progressi significativi nel raggiungimento della
priorità illustrata di seguito. - Ulteriori passi avanti nel normalizzare le relazioni con il
Kosovo, in linea con le condizioni del processo di stabilizzazione e
associazione: provvedendo al pieno rispetto dei principi di una cooperazione
regionale inclusiva e delle disposizioni del trattato che istituisce la
Comunità dell'energia; trovando soluzioni per le telecomunicazioni e il
reciproco riconoscimento dei diplomi; continuando ad attuare in buona fede
tutti gli accordi raggiunti; continuando a cooperare attivamente con EULEX onde
consentire il pieno esercizio delle sue funzioni in tutte le parti del Kosovo. La Commissione presenterà una relazione
sull'attuazione da parte della Serbia di questa priorità non appena saranno
compiuti sufficienti progressi. 24.
L’UE continuerà a facilitare il dialogo tra
Belgrado e Pristina per promuovere la cooperazione, conseguire progressi
sul cammino verso l’UE e migliorare le condizioni di vita della popolazione. Il
dialogo, che è stato finora un valido strumento per risolvere i dissidi tra le
due parti, ha prodotto diversi accordi, tra cui quelli sulla libera
circolazione di beni e persone, sull'anagrafe e sul catasto. 25.
In quest'ultimo anno, contrassegnato da processi
elettorali lenti, il Kosovo ha realizzato limitati progressi nel
programma di riforme. Il presidente e il governo hanno dimostrato impegno verso
la prospettiva europea del Kosovo permettendo di avviare alcune riforme
iniziali. I problemi legati alla lotta alla criminalità organizzata e alla
corruzione e al potenziamento della pubblica amministrazione rimangono
irrisolti. La Commissione propone di avviare con il Kosovo un dialogo
strutturato sullo Stato di diritto volto ad affrontare queste problematiche e a
sostenere la riforma del sistema giudiziario. L'integrazione
dei serbi kosovari, migliorata nel sud del paese, provoca crescenti tensioni al
nord. Anche le popolazioni della parte settentrionale del Kosovo devono poter
beneficiare della prospettiva europea e la Commissione sottolinea quanto sia
importante che il Kosovo avvii, a tal fine, un programma globale per il nord. La Commissione continuerà a sostenere i futuri
sforzi del Kosovo per realizzare ulteriormente la prospettiva europea,
soprattutto in materia di visti, di un accordo commerciale e della
partecipazione del paese ai programmi UE, in linea con la comunicazione sul
Kosovo del 2009. A tal fine la Commissione intende rivedere la comunicazione
perché il Kosovo possa beneficiare ulteriormente del processo di adesione
all'Unione. La Commissione incoraggia gli sforzi tesi a superare gli ostacoli
allo sviluppo delle relazioni tra l'UE e il Kosovo dovuti ai dissidi sullo
status. 26.
La Bosnia-Erzegovina continua a trovarsi in
una situazione di stallo politico-istituzionale che impedisce il funzionamento
dello Stato e la realizzazione delle riforme connesse all'Unione. La formazione
di un governo federale centrale è una priorità urgente per garantire una
governance effettiva a livello statale. L'avanzamento verso l'Unione è bloccato
in attesa della modifica della costituzione che tenga conto della sentenza
della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'eliminazione della
discriminazione etnica per quanto riguarda la rappresentazione nelle istituzioni
statali, e dell'adozione di una legge sugli aiuti di Stato. Si attende inoltre
l'adozione di una legge sul censimento. L'impegno del paese in un dialogo
strutturato sulla giustizia nell'ambito del processo di stabilizzazione e
associazione mostra che la strada da seguire deve basarsi sul dialogo e il
compromesso e concentrarsi sul programma UE. È
inoltre essenziale che il paese progredisca verso il conseguimento degli
obiettivi e il rispetto delle condizioni fissati per la chiusura dell'ufficio dell'Alto
rappresentante. La nomina del primo rappresentante unico dell'Unione in
Bosnia-Erzegovina potenzia la presenza dell'UE e sostiene il paese nella
transizione dalla supervisione internazionale al futuro europeo, in linea con
le conclusioni del Consiglio di marzo 2011. 27.
La politica di allargamento dell'Unione ha indotto
profonde trasformazioni democratiche e economiche nei paesi desiderosi
dei aderire all'UE. I risultati dell'ultimo anno sottolineano il valore della
politica di allargamento. Quando però la volontà o l'impegno politico per
realizzare risultati concreti vengono a mancare o sono insufficienti, il
processo di adesione rallenta o rischia di stagnare. Ponendo in atto riforme
difficili, i paesi dell'allargamento diventano più stabili, meglio preparati,
più prosperi e più vicini all'Unione. ALLEGATO
1 Conclusioni
e raccomandazioni del parere della Commissione sulla candidatura della Serbia Considerate le riforme sostanziali attuate
negli ultimi anni, la Serbia ha fatto notevoli progressi verso la conformità
con i criteri politici connessi alla stabilità istituzionale necessaria per
garantire la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto e
la tutela delle minoranze, definiti nel 1993 dal Consiglio europeo di
Copenaghen, e con le condizioni legate al processo di stabilizzazione e di
associazione. La Serbia dispone di un quadro costituzionale, legislativo e
istituzionale globale che corrisponde nel complesso agli standard europei e
internazionali. L'attività legislativa del parlamento è diventata nettamente
più efficace nel corso della legislatura attuale. Il quadro legislativo e
istituzionale per lo Stato di diritto è completo, anche per quanto riguarda la
lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata che ha dato i primi
risultati. Si è iniziato ad applicare il quadro legislativo per la tutela dei
diritti umani delle minoranze, che è stato sviluppato in misura positiva. La
collaborazione della Serbia con l'ICTY ha raggiunto un livello del tutto
soddisfacente e il paese sta svolgendo un ruolo sempre più attivo per favorire
la riconciliazione nella regione. La Serbia ha acconsentito e partecipato a un
processo di dialogo con il Kosovo volto a facilitare la vita della popolazione
e da cui sono scaturiti diversi accordi (libera circolazione delle persone e
delle merci, anagrafe e catasto) e ha preso i primi provvedimenti in vista
dell'attuazione. Per quanto
riguarda i criteri economici, la Serbia ha adottato misure importanti per
instaurare un'economia di mercato funzionante e ha raggiunto un certo grado di
stabilità macroeconomica nonostante la crisi economica e finanziaria mondiale.
Occorreranno però ulteriori sforzi per ristrutturare l'economia e migliorare il
clima imprenditoriale, in particolare consolidando lo Stato di diritto e
riducendo le formalità burocratiche, promuovendo la concorrenza e il ruolo del
settore privato e ovviando alle rigidità del mercato occupazionale. Per potere
far fronte a medio termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di
mercato all'interno dell'Unione, la Serbia deve portare avanti le riforme
strutturali onde incrementare la capacità produttiva dell'economia e creare un
clima favorevole ad un maggiore afflusso di investimenti esteri. Il bilancio della
Serbia è positivo per quanto riguarda l’adempimento degli obblighi assunti a
norma dell'accordo di stabilizzazione e di associazione e dell'accordo
interinale. La Serbia potrebbe
adempiere, a medio termine, agli obblighi che comporta l’adesione in quasi
tutti i settori dell’acquis, a condizione di proseguire il processo di
allineamento e di adoperarsi ulteriormente per garantire l’attuazione e
l’applicazione delle leggi. Va rivolta particolare attenzione ai seguenti
settori: agricoltura e sviluppo rurale, sistema giudiziario e diritti fondamentali,
giustizia, libertà e sicurezza e controllo finanziario. Una conformità totale
con l’acquis nel settore dell'ambiente e dei cambiamenti climatici sarebbe
possibile solo a lungo termine e richiederebbe livelli di investimento più
elevati. In base alle stime
preliminari, l’adesione della Serbia avrebbe un impatto limitato sulle
politiche dell’Unione europea e non inciderebbe sulla capacità dell’Unione di
proseguire, approfondendolo, il proprio sviluppo. La Commissione
raccomanda al Consiglio di concedere alla Serbia lo status di paese candidato,
in considerazione dei progressi compiuti finora e restando inteso che la Serbia
riprenderà il dialogo con il Kosovo e accelererà l'applicazione in buona fede
degli accordi conclusi ad oggi. La Serbia è ben avviata
verso una conformità sufficiente con i criteri politici definiti nel 1993 dal
Consiglio europeo di Copenaghen e con le condizioni legate al processo di
stabilizzazione e di associazione, sempre che continui a fare progressi e trovi
soluzioni pratiche ai problemi con il Kosovo. La Commissione
raccomanda pertanto che i negoziati di adesione all'Unione europea siano
avviati con la Serbia non appena il paese avrà compiuto progressi significativi
verso la realizzazione della seguente priorità fondamentale: - adozione di altre misure volte a normalizzare le relazioni con il
Kosovo secondo le condizioni del processo di stabilizzazione e di associazione:
rispettando pienamente i principi alla base di una cooperazione regionale
inclusiva; rispettando pienamente le disposizioni del trattato che istituisce
la Comunità dell’energia; trovando soluzioni per quanto riguarda le
telecomunicazioni e l'accettazione reciproca dei diplomi; continuando ad
applicare in buona fede tutti gli accordi conclusi e collaborando attivamente
con EULEX perché possa svolgere i suoi compiti in tutte le parti del Kosovo. Non appena saranno stati compiuti progressi
sufficienti, la Commissione presenterà una relazione sul modo in cui la Serbia
attua la priorità fondamentale di cui sopra. Si invita la Serbia a mantenere inalterato il
ritmo delle riforme cercando di raggiungere il necessario livello di conformità
con i criteri di adesione, con particolare attenzione allo Stato di diritto, a
mantenere il suo impegno costruttivo nei confronti della cooperazione regionale
e a rafforzare le relazioni bilaterali con i paesi vicini. Ci si aspetta che
l'applicazione dell'accordo interinale prosegua e che l'accordo di
stabilizzazione sia applicato a decorrere dalla sua entrata in vigore. La
Commissione continuerà a sostenere questi sforzi attraverso lo strumento
finanziario IPA. ALLEGATO
2 Conclusioni
su Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro, Albania,
Bosnia-Erzegovina, Kosovo[17],
Turchia e Islanda Croazia I negoziati di adesione si sono conclusi nel
giugno 2011 dopo che la Croazia aveva soddisfatto gli ultimi parametri fissati
per la chiusura. Ora il paese deve consolidare l'elevato livello di
allineamento raggiunto e concentrarsi su ciò che rimane da fare prima
dell'adesione. La presente relazione della Commissione rientra nel suo
monitoraggio del modo in cui la Croazia rispetta tutti gli impegni assunti
durante i negoziati di adesione e dei suoi preparativi volti ad assumere le
proprie responsabilità in quanto Stato membro al momento dell'adesione. La Croazia continua a soddisfare i criteri
politici. Il paese ha compiuto notevoli progressi in tutti i settori,
compreso lo Stato di diritto, e i risultati si cominciano a vedere. Occorrerà
un impegno costante per consolidare quanto ottenuto finora. La democrazia e lo Stato di diritto
sono stati ulteriormente rafforzati. Il governo e il parlamento
continuano a funzionare bene. Per quanto riguarda la riforma della pubblica
amministrazione, occorrono ulteriori sforzi per consolidare l'attuazione
efficiente del quadro legislativo onde completare l'istituzione di un servizio
pubblico moderno, affidabile, depoliticizzato e al servizio del cittadino. La Croazia ha compiuto buoni progressi nel
settore giudiziario. La nuova legislazione ha ulteriormente rafforzato
l'indipendenza della magistratura e sono stati presi numerosi provvedimenti
volti a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario. È stato instaurato un
nuovo sistema per le nomine nel settore giudiziario. Il paese deve ancora
risolvere determinati problemi, legati in particolare alla necessità di
migliorare ulteriormente l'efficienza dell'apparato giudiziario e di garantire
l'applicazione concreta delle nuove misure connesse all'indipendenza,
all'imparzialità e alla responsabilità della magistratura. Si rilevano
progressi per quanto riguarda la gestione imparziale dei processi per crimini
di guerra. Alle quattro sezioni specializzate nei crimini di guerra è stata
conferita competenza esclusiva per tutti i nuovi casi. Il loro ruolo dovrebbe
essere ulteriormente potenziato per i casi in sospeso. Il ministero della
Giustizia ha adottato una strategia per affrontare il problema dell'impunità,
specialmente nei casi in cui le vittime erano di etnia serba o i presunti
colpevoli facevano parte delle forze di sicurezza croate. I progressi sono stati sostanziali per quanto
riguarda la lotta alla corruzione, che è stata intensificata con
risultati positivi: al miglioramento della legislazione ha fatto riscontro un
potenziamento delle autorità competenti. Per quanto riguarda la gestione dei
casi di corruzione ad alto livello, dei casi di corruzione locale e dei casi
connessi agli appalti pubblici e all'apparato giudiziario il bilancio non è
ancora positivo. Il paese deve acquisire maggiore esperienza a livello di
applicazione concreta del quadro giuridico preventivo di recente adozione e
delle strutture attuative. I diritti umani continuano ad essere
generalmente rispettati e sono stati compiuti ulteriori progressi per quanto
riguarda i diritti umani e la tutela delle minoranze. La Croazia
ha continuato ad adottare misure di vario tipo per sensibilizzare maggiormente
i cittadini e migliorare la tutela dei diritti umani. Per quanto riguarda l'accesso
alla giustizia, l'applicazione della legge sul gratuito patrocinio è
ulteriormente migliorata, grazie soprattutto alla semplificazione delle
procedure. Per quanto riguarda il sistema penitenziario, sebbene siano
proseguiti i lavori di ampliamento delle attuali strutture di detenzione e
trattamento le carceri croate rimangono sovraffollate. Quanto ai maltrattamenti,
l’ombudsman ha continuato a ricevere denunce riguardanti l’impiego eccessivo
della forza da parte della polizia, a cui occorre dare un seguito adeguato. La libertà di espressione, compresi la
libertà e il pluralismo dei media, è garantita dal diritto croato e viene
globalmente rispettata. Si osservano ulteriori passi avanti in termini di
trasparenza della proprietà dei media, mentre i progressi sono limitati per
quanto riguarda le indagini sui casi, verificatisi negli anni precedenti, di
intimidazione di giornalisti che si occupano di corruzione e criminalità
organizzata. Sono comunque stati segnalati pochi nuovi casi di questo tipo.
L'attività investigativa dei giornalisti è ostacolata soprattutto dalle
pressioni economiche. Sussistono problemi di ingerenze politiche a livello
locale. La libertà di riunione richiede un'attenzione costante in
termini di gestione delle manifestazioni. Vi è stato qualche progresso per quanto
riguarda i diritti delle donne e la parità fra i sessi. Tuttavia,
la posizione delle donne sul mercato del lavoro non è molto cambiata e il tasso
di disoccupazione femminile rimane elevato. Si rilevano progressi limitati per
quel che riguarda i diritti dei minori. L’ombudsman per i minori è
intervenuto più attivamente nei casi in cui le violenze contro i bambini non
venivano gestite correttamente dalle autorità competenti. I progressi sono stati limitati per quanto
riguarda l'inclusione delle categorie socialmente vulnerabili e dei disabili.
Si sta rafforzando la capacità dell’ufficio dell’ombudsman per i disabili. I
criteri per l’accertamento dei diritti non vengono applicati in modo uniforme e
le disposizioni legislative sui diritti specifici sono frammentarie. La
transizione dagli istituti ai servizi assistenziali presso le comunità procede
a rilento. I diritti dei lavoratori e i diritti sindacali vengono
generalmente rispettati. La Croazia ha iniziato a costituire un track
record di applicazione della legge antidiscriminazioni e della
legislazione sui reati generati dall'odio. Sono state prese diverse misure di
sensibilizzazione e si sta potenziando l'ufficio dell'ombudsman per i diritti
umani. Gli organi di contrasto hanno avviato una serie di cause a norma della
legislazione sui reati generati dall'odio. Occorre tuttavia sviluppare
ulteriormente il track record e affrontare il problema dell'omofobia e della
xenofobia nella società. Vi è stato qualche progresso in termini di rispetto
e tutela dei diritti delle minoranze e dei diritti culturali. Sono state
ribadite le dichiarazioni pubbliche ad alto livello di impegno nei confronti
dei diritti delle minoranze, a conferma del loro ruolo nella società croata.
Sono stati garantiti finanziamenti destinati alle organizzazioni delle minoranze.
Le indagini di polizia sugli incidenti a danno delle minoranze sono diventate
più efficaci. Sono stati presi provvedimenti per migliorare l'applicazione
delle disposizioni in materia di occupazione dell'atto costituzionale sui
diritti delle minoranze nazionali. È stato inoltre adottato un piano per
l'occupazione delle minoranze, che ora deve essere attuato. La Croazia deve
tuttavia continuare a incentivare uno spirito di tolleranza nei confronti delle
minoranze, in particolare i serbi di Croazia. Sussistono discriminazioni,
specialmente nel settore pubblico a livello locale. L'accesso all'istruzione
per la minoranza rom è stato migliorato, in particolare a livello
dell’istruzione prescolare. È proseguito il potenziamento delle infrastrutture
in alcuni campi rom. La partecipazione dei rom al sistema scolastico rimane
problematica. La percezione da parte dei rom delle misure prese in loro favore può
essere migliorata. L'accesso dei rom ad alloggi adeguati, alla tutela sociale e
all'assistenza sanitaria continua a porre problemi e la disoccupazione rimane
estremamente elevata. Sono stati compiuti buoni progressi per quel
che riguarda le questioni legate al rientro dei profughi, che continuano
a ritornare in Croazia. Si sono registrati progressi relativamente alle
questioni abitative, grazie in particolare ai programmi volti a fornire alloggi
ai rimpatriati. L'arretrato dei ricorsi contro le richieste respinte di
ricostruzione degli alloggi è stato inoltre ridotto. Si osservano progressi in
termini di ricostruzione delle proprietà rimanenti ed è proseguita l’attuazione
della decisone sulla convalida dei diritti alla pensione. La Croazia deve
tuttavia compiere progressi nella fornitura di alloggi agli altri richiedenti,
stimati a 2 500, e accelerare la creazione delle condizioni economiche e
sociali necessarie per un rientro sostenibile dei rifugiati. Per quanto riguarda le questioni
regionali e gli obblighi internazionali, la Croazia
continua a collaborare con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia
(ICTY). La task force governativa interagenzie ha esaminato nuove piste
importanti nelle sue indagini volte a rintracciare i documenti mancanti
(registri dell’artiglieria) richiesti dall’ufficio del Procuratore dell’ICTY.
La Croazia, tuttavia, non ha potuto rendere pienamente conto della
documentazione militare mancante. I leader politici dovrebbero inoltre evitare
dichiarazioni e misure che rimettano in discussione l'importanza della
riconciliazione e la necessità di amministrare la giustizia mediante il
perseguimento dei crimini di guerra. Si osservano notevoli progressi in relazione
al processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo. Dopo le riunioni di
giugno e settembre 2011, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, il Montenegro e la
Serbia hanno raggiunto un accordo su diverse questioni tra cui il testo di una
dichiarazione congiunta da firmare in occasione di una conferenza ministeriale
che si terrà a Belgrado nel novembre 2011. A luglio il governo croato ha adottato e
trasmesso al parlamento, per adozione, una dichiarazione sulla promozione dei
valori europei nell'Europa sud-orientale, in cui la Croazia s'impegna a
garantire che le questioni bilaterali, come le vertenze sui confini, non
ostacolino l'adesione dei paesi candidati all'UE tra l'inizio del processo di
adesione e l'entrata in vigore del trattato di adesione. La Croazia ha continuato a partecipare
attivamente alle iniziative regionali, ivi compresi il processo di cooperazione
nell’Europa sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione regionale (CCR)
e l’accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA). Continuano a svilupparsi
le relazioni bilaterali con gli altri paesi interessati dall'allargamento e con
gli Stati membri dell'UE vicini, compresa la Serbia, ma alcune questioni
richiedono un'attenzione costante, specie per quanto riguarda la collaborazione
per le indagini e le azioni penali sui crimini di guerra. Le relazioni con la Slovenia
sono ulteriormente migliorate con l'entrata in vigore dell’accordo per un
arbitrato internazionale sui confini. Nel 2010 e nel primo trimestre del 2011 l'economia
della Croazia era ancora in fase di recessione, malgrado la ripresa delle
economie dell'UE e di altri partner commerciali. Dalla primavera scorsa,
tuttavia, l'attività economica sembra essere ripartita. La disoccupazione, il
disavanzo pubblico e il debito pubblico sono ulteriormente aumentati. Il debito
estero rimane uno dei punti più vulnerabili dell'economia. Per quanto concerne i criteri economici,
la Croazia ha un’economia di mercato funzionante. Il paese dovrebbe essere in
grado di far fronte alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato
all’interno dell’Unione, sempre che attui con determinazione il programma
globale di riforme volto a ridurre le carenze strutturali. Si è mantenuto un ampio consenso politico sui
principi di base dell'economia di mercato. Considerati i vincoli esistenti, la
politica macroeconomica si è dimostrata globalmente atta ad affrontare le sfide
della recessione. La banca centrale è riuscita a salvaguardare la stabilità
finanziaria e dei tassi di cambio mantenendo al tempo stesso una politica
monetaria flessibile a fronte di pressioni inflazionistiche contenute. Il
settore bancario ha confermato la propria capacità di resistere alle crisi. A
livello di bilancio, le autorità si sono adoperate per contenere il disavanzo
in aumento limitando la spesa pubblica. Il quadro di bilancio necessario per
garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine è stato potenziato. Il
disavanzo delle partite correnti si è ulteriormente ridotto man mano che le
esportazioni aumentavano, mentre la domanda interna contenuta ha mantenuto
basso il livello delle importazioni. Sono stati compiuti alcuni progressi,
seppur limitati, per quanto riguarda le riforme strutturali nell'ambito del
programma di ripresa economica. Il ritmo delle riforme strutturali, tuttavia,
è rimasto generalmente lento, anche per quanto attiene alla privatizzazione e
alla ristrutturazione delle imprese in perdita. Il clima degli investimenti ha
continuato a risentire di pesanti oneri normativi, del carattere imprevedibile
delle decisioni amministrative, in particolare a livello locale, e di numerose
tasse parafiscali. Le riforme programmate del mercato occupazionale,
caratterizzato da una notevole rigidità, sono state fortemente circoscritte e i
tassi di occupazione e partecipazione, che erano già bassi, sono ulteriormente
diminuiti. I trasferimenti sociali, che rappresentano una quota relativamente
elevata dei bilanci pubblici, non sono ancora adeguatamente mirati. Vista la
necessità di garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine, il
processo di bilancio potrebbe essere ulteriormente potenziato. Migliorare
l'efficienza della spesa pubblica rimane una priorità assoluta. Per quanto riguarda la capacità della
Croazia di assumere gli obblighi che comporta l’adesione, il
paese ha proseguito in misura soddisfacente i preparativi per conformarsi ai
criteri dell’UE e ha conseguito un alto livello di allineamento con le norme UE
nella maggior parte dei settori. Si segnalano ulteriori progressi nella maggior
parte dei settori, compresi i capitoli per i quali il livello di allineamento è
già molto elevato. In determinati settori sono necessari ulteriori sforzi per
rafforzare la capacità amministrativa ai fini di una corretta applicazione
dell'acquis. L'attuazione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione è
proseguita regolarmente. Si segnalano buoni progressi nel settore della
libera circolazione delle merci. L'allineamento con l'acquis in questo
capitolo ha raggiunto uno stadio avanzato. Occorrono tuttavia ulteriori sforzi,
specie per quanto riguarda le rimanenti revisioni della legislazione
orizzontale e la legislazione sui prodotti del nuovo e del vecchio approccio,
onde allineare integralmente la legislazione nazionale con l'acquis. I progressi sono
stati costanti per quanto attiene alla libera circolazione dei lavoratori
e i preparativi per l'applicazione dell'acquis sono ben avviati. Occorre un
impegno costante per rafforzare la capacità amministrativa ai fini del
coordinamento dei regimi previdenziali. Sono stati registrati ulteriori progressi per
quanto concerne il diritto di stabilimento e la libera prestazione
dei servizi, un settore in cui l'allineamento con l'acquis è generalmente
soddisfacente. Occorre continuare a lavorare sul riconoscimento reciproco delle
qualifiche professionali, così come sul recepimento e sull'attuazione della
direttiva sui servizi, onde completare l'allineamento, e rafforzare
ulteriormente la capacità amministrativa dell'ente regolatore per i servizi
postali. Si osservano
ulteriori progressi in termini di libera circolazione dei capitali per
quanto riguarda l'acquis sui servizi di pagamento, la liberalizzazione dei
movimenti di capitale e il riciclaggio del denaro. L'allineamento legislativo è
quasi terminato. Sono stati compiuti ulteriori progressi nel
settore degli appalti pubblici. L’allineamento con l’acquis
procede bene ed è quasi terminato. Va rivolta particolare attenzione
all'allineamento del diritto derivato con la nuova legge sugli appalti pubblici
e al potenziamento istituzionale in questo settore mediante la formazione
continua e lo sviluppo professionale del personale. Vanno segnalati
progressi in materia di diritto societario. L'allineamento con l'acquis
è ben avviato. Sono stati compiuti ulteriori progressi per quanto riguarda la legge
sulla proprietà intellettuale e si è raggiunto un elevato livello di
allineamento con l’acquis. La conoscenza dei diritti di proprietà intellettuale
da parte dei cittadini deve essere ulteriormente migliorata. Si riscontrano
progressi sostanziali nel settore della politica di concorrenza, in
particolare l'approvazione dei piani di ristrutturazione dei cantieri navali,
ma non è stato firmato nessuno dei contratti di privatizzazione. È stato
raggiunto un livello elevato di allineamento legislativo. Occorrono ulteriori
sforzi per continuare a migliorare l’effettiva applicazione della normativa
contro i cartelli da parte dell’Agenzia per la concorrenza in seguito
all'entrata in vigore della nuova legge sulla concorrenza. Nel settore dei servizi finanziari si
riscontrano buoni progressi per quanto riguarda l'allineamento della
legislazione e il rafforzamento della capacità amministrativa. Il livello di
allineamento è elevato. La Croazia ha
compiuto buoni progressi in materia di società dell’informazione e
media e ha raggiunto un elevato livello di allineamento con l’acquis.
Occorrono ulteriori sforzi per portare avanti la liberalizzazione di tutti i
segmenti del mercato delle comunicazioni elettroniche e promuovere
l'indipendenza dell’emittente radiotelevisiva pubblica. Si osservano buoni progressi nei settori dell’agricoltura
e dello sviluppo rurale, in particolare per quanto riguarda la creazione
e l’entrata in funzione dell’organismo pagatore e del sistema integrato di
amministrazione e controllo e l’organizzazione comune di mercato. Nel
complesso, i preparativi sono ben avviati. La Croazia deve continuare ad
adoperarsi con notevole impegno in tutti questi settori per dotarsi di sistemi
totalmente conformi e operativi. Occorre un impegno costante per allineare il
sistema di sostegno all'agricoltura con l'acquis. La Croazia deve migliorare
urgentemente la propria capacità di assorbimento dei fondi di sviluppo rurale. Si sono registrati
buoni progressi in materia di politica veterinaria e fitosanitaria e di sicurezza
alimentare, specie per quanto riguarda il recepimento della normativa UE e
l’adozione della legislazione applicativa. Il recepimento della legislazione è
in dirittura d'arrivo in diversi settori. La Croazia deve continuare ad
adoperarsi per il potenziamento e il controllo degli stabilimenti, la creazione
di posti d'ispezione frontalieri, il monitoraggio del settore dei sottoprodotti
di origine animale e il rafforzamento della sua capacità amministrativa e di
controllo. La Croazia ha continuato a fare buoni
progressi per quanto riguarda l’allineamento con l’acquis nel settore della pesca.
Nell’insieme, i preparativi sono a buon punto. La Croazia deve continuare ad
impegnarsi a livello di applicazione della legislazione, specie per quanto
riguarda la gestione, l'ispezione e il controllo della flotta e la politica
strutturale. Sono stati compiuti altri progressi
relativamente alla politica dei trasporti e il livello di allineamento è
buono. Occorrono ulteriori sforzi, in particolare per continuare il lavoro
sulla seconda fase dell'accordo sullo Spazio aereo comune europeo, portare a
termine l'allineamento della legislazione sull'aviazione e garantire il pieno
funzionamento dell'autorità per la sicurezza ferroviaria e del sistema di
monitoraggio e di informazione sul traffico navale. Si è fatto qualche progresso nel settore dell'energia,
dove il livello di allineamento è elevato. Occorrono ulteriori sforzi, in
particolare per l'apertura dei mercati dell'elettricità e del gas e per il
conseguimento degli obiettivi dell'UE riguardanti le fonti di energia
rinnovabile e l'efficienza energetica. Occorre semplificare le procedure
amministrative per i progetti connessi all'energia rinnovabile e rafforzare la
capacità amministrativa. È stato fatto qualche progresso nel settore
della fiscalità. Il livello di allineamento legislativo della Croazia è
molto elevato ma il paese dovrà compiere ulteriori sforzi, soprattutto per
quanto riguarda l’IVA e le accise. La Croazia deve portare avanti i preparativi
per l’interconnettività dei sistemi informatici. Si rileva qualche
progresso relativamente alla politica economica e monetaria, un settore
in cui l’allineamento con l’acquis è completo, È auspicabile un impegno
costante per migliorare il coordinamento delle politiche economiche. Si osservano buoni progressi in materia di statistiche.
È stato raggiunto un buon livello di allineamento, È necessario un ulteriore
impegno per allineare totalmente le statistiche croate con i requisiti UE. Si osserva
qualche progresso in materia di politica sociale e occupazione. Sebbene
il livello di allineamento con l’acquis sia buono, sussistono alcune carenze
nell’allineamento legislativo, segnatamente in termini di recepimento delle
direttive in materia di diritto del lavoro che non rientrano nella legge sul
lavoro, nonché per quanto riguarda le misure antidiscriminazione e la parità
fra i sessi. Occorre dar prova dell'impegno necessario per ovviare alle carenze
strutturali sul mercato del lavoro, garantire il buon funzionamento del dialogo
sociale e sviluppare le capacità delle parti sociali. La capacità
amministrativa dev’essere costantemente rafforzata in tutti i settori. La Croazia ha
fatto qualche progresso nel settore della politica imprenditoriale e
industriale, L'allineamento con l'acquis in questo capitolo è molto avanti.
ma occorre prodigare altri sforzi costanti per migliorare il clima
imprenditoriale, riducendo gli oneri amministrativi, e per promuovere l'innovazione
e lo sviluppo delle competenze. Occorre completare l’allineamento della
definizione delle PMI con l'acquis e portare avanti la ristrutturazione della
cantieristica. La Croazia ha compiuto ulteriori progressi nel
campo delle reti transeuropee, dove l'allineamento con l'acquis è stato
ultimato. Si osservano buoni progressi in termini di politica
regionale e coordinamento degli strumenti strutturali. I preparativi della
Croazia per l'attuazione della politica di coesione sono in fase avanzata in
tutti i settori. La Croazia deve prodigare altri sforzi costanti per aumentare
la propria capacità amministrativa in vista della futura attuazione della
politica di coesione e preparare una riserva di progetti "maturi". La Croazia ha compiuto progressi sostanziali
per quanto riguarda il sistema giudiziario e i diritti fondamentali.
La riforma della giustizia è proseguita con l’adozione di nuove leggi che
rafforzano ulteriormente l’indipendenza dell’apparato giudiziario e
un’ulteriore riduzione dell'arretrato giudiziario. Occorre prestare
un'attenzione costante alla riforma della giustizia, in particolare per quanto
riguarda l'efficienza dell'apparato giudiziario e l'applicazione concreta delle
nuove misure connesse all'indipendenza, all'imparzialità e alla responsabilità
della magistratura. La Croazia ha continuato a migliorare la gestione dei casi
di crimini di guerra nazionali. Occorre affrontare in modo esauriente la
questione dell'impunità. L'accelerazione delle misure anticorruzione ha dato
risultati positivi, specie per quanto riguarda il miglioramento della
legislazione e il potenziamento delle autorità competenti. Occorre sviluppare
ulteriormente il bilancio dei casi di corruzione gestiti in modo efficace,
specie per quanto riguarda la corruzione ad alto livello, la corruzione locale
e i casi connessi agli appalti pubblici e all'apparato giudiziario. Il paese
deve acquisire maggiore esperienza a livello di applicazione concreta del
quadro giuridico preventivo di recente adozione. La tutela dei diritti fondamentali
è stata rafforzata ma deve essere ulteriormente migliorata nella realtà,
specialmente per le minoranze e i rifugiati. Si segnalano buoni progressi nel settore giustizia,
liberà e sicurezza, in cui l'allineamento generale con l'acquis è già a
buon punto. Il quadro legislativo sull'asilo è stato potenziato. Occorre
adoperarsi per migliorare l'integrazione delle persone che beneficiano di
protezione in Croazia e tutelare i minori fra i migranti irregolari. Occorre
proseguire l’allineamento con l’acquis pertinente dell'UE. Sono stati fatti
progressi per quanto riguarda le frontiere esterne. È proseguito il
potenziamento della polizia di frontiera in termini di personale e
attrezzature. La Croazia deve adoperarsi per attuare nei tempi il piano d'azione
riveduto sulla gestione integrata delle frontiere. Si riscontrano progressi per
quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in campo civile e penale. I
progressi sono stati buoni in termini di lotta contro la criminalità
organizzata e la droga. Sono stati compiuti ulteriori progressi nel
campo della scienza e della ricerca. Il livello di
allineamento è elevato, ma il paese deve ancora adoperarsi per quanto riguarda
il volume degli investimenti destinati alla ricerca nonché i ricercatori
qualificati e i loro diritti. Va riservata la debita attenzione ai preparativi
per l'Unione dell'innovazione. Si osservano buoni progressi in materia di istruzione,
formazione, gioventù e cultura. Il livello di allineamento con l'acquis è
buono. Dal gennaio 2011 la Croazia partecipa a pieno titolo ai programmi
“Apprendimento permanente” e “Gioventù in azione”. Va prestata costante
attenzione all'istruzione e alla formazione professionale nonché all'istruzione
degli adulti. Si osservano progressi nel settore dell'ambiente.
Nel complesso, i preparativi della Croazia sono quasi terminati per quanto
riguarda l’allineamento e l'attuazione della legislazione, in particolare
quella sulla qualità dell'acqua e i prodotti chimici. Bisogna migliorare
l’attuazione dell’acquis orizzontale, segnatamente la partecipazione effettiva
dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale. Il paese deve
ancora adoperarsi con notevole impegno per rafforzare ulteriormente la capacità
amministrativa, specie per quanto riguarda la protezione della natura e i
cambiamenti climatici. Riguardo ai cambiamenti climatici, occorrono ulteriori,
notevoli sforzi per portare a termine l'allineamento legislativo e garantire
l'applicazione della normativa, segnatamente in materia di aviazione,
assegnazione gratuita, registri e vendita all'asta. Si registra qualche progresso in materia di tutela
dei consumatori e della salute. L'allineamento con l'acquis e i preparativi
nel campo della tutela dei consumatori sono a buon punto. Occorre un impegno
costante per affrontare le questioni ancora in sospeso inerenti alla pubblica
sanità. La Croazia ha continuato a fare buoni
progressi a livello di unione doganale. L'allineamento legislativo in
questo campo ha raggiunto un livello molto elevato ed è ulteriormente progredito
nel periodo in esame. La Croazia ha continuato a rafforzare la propria capacità
amministrativa e operativa potenziando le attrezzature per i controlli fisici e
migliorando la propria capacità di analisi dei rischi. I preparativi sono molto
avanti anche per quanto riguarda l’interconnettività dei sistemi informatici e
devono proseguire. Il paese deve adoperarsi per rafforzare la capacità
amministrativa in materia di controlli interni, controlli a posteriori e
gestione dei rischi. La
Croazia ha continuato a fare progressi nel settore delle relazioni esterne,
in cui ha raggiunto un notevole grado di allineamento, e continua a coordinare
e ad allineare le sue posizioni con quelle dell'UE nelle organizzazioni
internazionali. La Croazia dovrebbe tuttavia intensificare gli sforzi per
allineare i suoi accordi internazionali con l'acquis dell'UE e continuare a
rafforzare la propria capacità amministrativa in materia di politica di
sviluppo e aiuti umanitari. La Croazia ha compiuto ulteriori progressi nel
settore della politica estera, di sicurezza e di difesa e ha continuato
a partecipare a diverse missioni PSDC dell’UE. Il suo livello di allineamento
nel settore è elevato. La Croazia deve continuare a migliorare l’attuazione del
controllo delle armi, garantendo anche la trasparenza delle informazioni
pertinenti. La Croazia ha fatto ulteriori progressi nel
campo del controllo finanziario, in cui ha raggiunto un elevato livello
di allineamento. Il paese deve continuare ad adoperarsi per migliorare globalmente il
controllo finanziario interno pubblico e l'audit esterno a livello centrale e
locale. Vanno segnalati
buoni progressi per quanto riguarda le disposizioni finanziarie e di
bilancio. L'infrastruttura e le procedure amministrative per la
gestione del sistema delle risorse proprie dopo l'adesione sono state in buona
parte predisposte. Ex Repubblica iugoslava di Macedonia L’ex
Repubblica iugoslava di Macedonia continua a soddisfare in misura sufficiente i
criteri politici. Il paese ha portato avanti le riforme connesse
all'adesione, anche se sussistono determinate sfide fondamentali. Le
elezioni politiche di giugno sono risultate sostanzialmente conformi agli
standard internazionali. La nuova coalizione di governo è stata costituita
rapidamente. È stato realizzato qualche progresso relativamente al sistema
giudiziario e alla pubblica amministrazione, specie per quanto riguarda il
quadro giuridico, ma occorrono ulteriori sforzi per garantirne l'effettiva
applicazione, in particolare per quanto concerne la libertà di espressione dei
media, la riforma giudiziaria e amministrativa e la lotta alla corruzione.
Occorre intensificare il dialogo tra governo e opposizione per agevolare il
funzionamento delle istituzioni. L’accordo
quadro di Ohrid, firmato dieci anni fa, resta un elemento essenziale per la
democrazia e lo Stato di diritto nel paese.
Si segnala qualche progresso in materia di attuazione della legge sulle
lingue, di decentramento e di equa rappresentanza. Occorre un impegno costante
per affrontare problemi quali l'istruzione e garantire relazioni armoniose fra
tutte le comunità. Si
rilevano miglioramenti nello svolgimento delle elezioni, che sono state
democratiche e ben gestite in tutto il paese. Il governo deve ovviare alle
carenze esistenti e applicare integralmente le conclusioni e le raccomandazioni
della missione di osservazione elettorale dell'OSCE/ODIHR. Occorre aumentare le
risorse del parlamento per consentirgli di svolgere il proprio ruolo. Il
boicottaggio dell'opposizione ha ostacolato il funzionamento del parlamento da
gennaio fino alle elezioni. Le elezioni hanno permesso all'opposizione di
essere presente nel nuovo parlamento. Si registra qualche progresso a livello
di riforma parlamentare. È proseguita l'attuazione della legge sulle lingue e
delle norme procedurali. Occorre intensificare ulteriormente il dialogo
politico. La
coalizione di governo ha sormontato le difficoltà e rafforzato la cooperazione
interna. Il nuovo governo ha rilanciato il processo di riforma connesso all'UE.
Per quanto riguarda il governo locale, occorre rendere più equo e trasparente
il quadro finanziario per l'erogazione dei servizi a livello locale. Il
quadro per la pubblica amministrazione è stato migliorato con la creazione di
un ministero responsabile della riforma della pubblica amministrazione. I
servizi di e-government sono stati sviluppati per migliorare i servizi al
cittadino. I progressi sono invece limitati per quanto riguarda l'attuazione
globale delle riforme. Occorrono altri notevoli sforzi, in particolare per quanto
riguarda la politica di assunzione e il rispetto dei principi di trasparenza,
professionalità e indipendenza della funzione pubblica. Le modifiche della
legge sulle procedure amministrative generali non garantiscono né l'effettiva
erogazione dei servizi amministrativi né la tutela dei cittadini. È
stato adottato un pacchetto legislativo di ampia portata per migliorare
l'efficienza dell'apparato giudiziario. Alcune parti del pacchetto entreranno
in vigore tra il 2012 e il 2015. La creazione dell'Alta corte amministrativa ha
colmato una lacuna nel sistema giudiziario. I diritti di voto del ministero
della Giustizia nel Consiglio giudiziario sono stati aboliti per rafforzare
l'indipendenza della magistratura. Occorre prendere altri provvedimenti per migliorare
di fatto l'indipendenza e la professionalità, in particolare mediante le prassi
in materia di assunzione. L'attuazione delle riforme precedenti deve essere
potenziata. Il
quadro giuridico della politica anticorruzione è stato ulteriormente modificato.
Si è dato seguito alle raccomandazioni del GRECO ed è iniziata la verifica
sistematica delle dichiarazioni patrimoniali.
Tuttavia, non è ancora stato costituito un track record di gestione dei
casi di corruzione ad alto livello e la verifica delle dichiarazioni sui
conflitti di interessi deve essere sistematizzata. La trasparenza della spesa
pubblica e del finanziamento dei partiti politici rimane insufficiente. La
corruzione regna ancora in molti settori e costituisce tuttora un problema
serio. Il paese dispone
di gran parte del quadro legislativo e istituzionale per i diritti umani e
la tutela delle minoranze. I diritti civili e politici sono
generalmente rispettati e sono stati fatti altri progressi, seppur limitati, in
questo campo. Alcune carceri sono state rimodernate, ma il paese deve ancora
elaborare una strategia nazionale efficace per il sistema penitenziario.
Sussistono carenze a livello di lotta contro l'impunità presso gli organi di
contrasto. È iniziato un dialogo sui principali problemi relativi alla libertà
di espressione dei media. Aumentano le segnalazioni di pressioni politiche ed
economiche nei confronti dei giornalisti e dei direttori di giornale. La
chiusura di una grossa rete televisiva e di tre giornali che criticano il
governo, accusati di evasione fiscale, ha destato preoccupazioni in merito al
carattere proporzionale e selettivo della procedura, che riduce la diversità
del paesaggio mediatico. In un contesto di questo genere è facile influenzare i
giornalisti e le politiche editoriali, il che produce forme diffuse di
autocensura. L'emittente pubblica non sta svolgendo il ruolo conferitole dalla
legge. I diritti economici e sociali sono
globalmente garantiti e si riscontra qualche ulteriore progresso in tal senso.
Sono stati applicati nuovi criteri per la partecipazione rappresentativa delle
parti sociali. Il Consiglio nazionale per la prevenzione della delinquenza
minorile e la Commissione per la prevenzione delle discriminazioni sono
diventati operativi. La legge antidiscriminazioni deve ancora essere
integralmente allineata con l'acquis, specie per quanto riguarda le
discriminazioni basate sulle tendenze sessuali. Occorre rafforzare la capacità
della Commissione antidiscriminazioni. Si osserva qualche progresso a livello di diritti
culturali e delle minoranze. Il decimo anniversario dell'accordo quadro di
Ohrid è stato una buona occasione di intensificare il dialogo tra le comunità
del paese. Il Presidente della Repubblica e il Primo ministro hanno partecipato
alle celebrazioni di questa importante ricorrenza. L'attuazione della legge
sulle lingue è andata avanti in parlamento. La rappresentanza della comunità
etnica albanese nella funzione pubblica corrisponde alla sua quota nella
popolazione nazionale e la rappresentanza delle comunità rom e turca è
aumentata. È migliorata l'integrazione dei rom nel sistema scolastico, con un
aumento delle iscrizioni alle scuole secondarie e all'università. Occorrono
sforzi costanti per alimentare la fiducia, specialmente in materia di istruzione,
cultura e lingua. I rom continuano a subire discriminazioni e ad avere
condizioni di vita molto difficili. Per quanto
riguarda le questioni regionali e gli obblighi internazionali, il paese
ha continuato a collaborare pienamente con il Tribunale penale internazionale
per l’ex Iugoslavia (ICTY). A luglio il parlamento ha adottato
un'interpretazione autentica della legge sull'amnistia secondo la quale
l'amnistia dovrebbe estendersi alle persone sospettate in tutti i casi di cui
non si occuperà l'ICTY. Per quanto attiene alla Corte penale internazionale,
l’accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti non è conforme
alle posizioni comuni e ai principi direttivi dell’UE. Il paese si deve
allineare con la posizione dell'UE. Il paese ha continuato a partecipare
attivamente alle iniziative di cooperazione regionale, ivi compresi il processo
di cooperazione nell’Europa sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione
regionale (CCR) e la zona centroeuropea di libero scambio (CEFTA). L’ex Repubblica iugoslava di Macedonia è un
partner attivo nella regione e ha continuato a sviluppare le relazioni con i
paesi vicini e con gli altri paesi dell'allargamento. Le relazioni con la
Grecia risentono tuttora della questione irrisolta del nome. Il paese prosegue
i colloqui, sia sotto l'egida dell'ONU che attraverso incontri diretti fra i
primi ministri, per trovare una soluzione. Occorre evitare azioni e
dichiarazioni che potrebbero incidere negativamente sulle relazioni di buon
vicinato. Il mantenimento di relazioni di buon vicinato, compresa una soluzione
alla questione del nome negoziata sotto l’egida dell’ONU e accettabile per
entrambi i paesi, rimane di fondamentale importanza. L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha
migliorato la propria capacità di assumere gli obblighi che comporta l’adesione
e ha fatto qualche progresso verso la realizzazione delle priorità del
partenariato di adesione. Sussistono tuttavia notevoli carenze a livello di
attuazione e applicazione effettiva della normativa. Mancano le risorse umane e
finanziarie necessarie per applicare integralmente l'acquis. La ripresa dell'economia
dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia è iniziata nella seconda metà del
2010 grazie alla domanda esterna e all'aumento degli investimenti, in particolare
nel settore edilizio. Alla fine del 2010 il governo ha raggiunto un accordo con
il FMI su una linea di credito precauzionale che dovrebbe rassicurare i mercati
internazionali. È proseguita l’attuazione delle riforme strutturali, ma la
forte disoccupazione strutturale, specialmente fra i giovani e le persone con
un livello di istruzione basso, continua a destare serie preoccupazioni. Le
capacità istituzionali della pubblica amministrazione e delle agenzie di
regolamentazione e vigilanza sono tuttora inadeguate. L’ex Repubblica
iugoslava di Macedonia ha mantenuto un livello elevato di conformità con i criteri
economici. In alcuni settori, il paese si è avvicinato ulteriormente allo
status di economia di mercato funzionante, in particolare agevolando la registrazione
delle imprese, accelerando le procedure giudiziarie, migliorando il
funzionamento dei mercati finanziari, semplificando ulteriormente il quadro
normativo e migliorando la comunicazione con il mondo imprenditoriale. Il paese
dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle pressioni della
concorrenza e alle forze di mercato all’interno dell’Unione, sempre che attui
risolutamente il programma di riforme volto a ridurre le notevoli carenze
strutturali. Il paese ha
mantenuto un ampio consenso sugli orientamenti di base delle politiche
economiche. Il dialogo economico con la comunità imprenditoriale è migliorato.
L'orientamento della politica monetaria, imperniata sull'ancoraggio di fatto
all'euro, ha favorito la crescita e contribuito alla stabilità macroeconomica.
La politica di bilancio ha continuato a puntare alla stabilità. Si sono
registrati ulteriori progressi in termini di agevolazione dell’entrata nel
mercato e di semplificazione del quadro normativo. La durata delle procedure fallimentari
è stata ulteriormente abbreviata e la registrazione delle proprietà immobiliari
è praticamente terminata. Il settore finanziario ha iniziato a riprendersi
dalla crisi finanziaria mondiale. La concorrenza nel settore è lievemente
migliorata, così come il livello di intermediazione finanziaria. Le carenze dello
Stato di diritto ostacolano tuttora il buon funzionamento dell'economia di
mercato. L'efficienza della pubblica amministrazione è ancora scarsa a causa
della complessità delle procedure, della mancanza di personale e del frequente
avvicendamento dei funzionari. Alcune agenzie di regolamentazione e di
vigilanza non dispongono ancora dell'indipendenza e delle risorse necessarie
per svolgere correttamente le loro funzioni. L'esecuzione dei contratti è
tuttora problematica il che nuoce al clima imprenditoriale, specialmente per le
piccole e medie imprese. La qualità dell'istruzione e del capitale umano è
mediocre. Il capitale fisico deve essere ulteriormente modernizzato e
potenziato. La qualità della governance di bilancio è rimasta carente, anche a
causa del forte orientamento a breve termine della spesa pubblica. Questo ha
notevolmente limitato i progressi compiuti per ridurre l'elevatissima
disoccupazione strutturale. L'aumento del debito del settore pubblico
rispecchia il protrarsi dei disavanzi di bilancio e la crescita
dell'indebitamento esterno. Il settore informale costituisce ancora un problema
serio. Si osserva qualche
progresso per quanto riguarda la libera circolazione delle merci. Gli stanziamenti
di bilancio per l'attuazione della strategia globale relativa alle istituzioni
orizzontali sono aumentati, ma la legislazione quadro non è ancora totalmente
allineata con l'acquis orizzontale. Sono stati compiuti pochi progressi in
materia di libera circolazione dei lavoratori, un settore in cui
l’allineamento con l’acquis si trova ancora nella fase iniziale. Il paese è a
buon punto per quanto riguarda il diritto di stabilimento e la libera
prestazione dei servizi, in particolare a livello di servizi postali. È
migliorato anche il livello di coordinamento fra i vari organismi competenti in
materia di autorizzazione dei servizi transfrontalieri. Il paese è ancora in
fase iniziale per quanto riguarda il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali.
I progressi in termini di libera circolazione dei capitali riguardano
soprattutto l'applicazione della legge sulla lotta al riciclaggio del denaro e
sul finanziamento del terrorismo. In attesa di passare alla seconda fase
dell'accordo di stabilizzazione e di associazione vengono applicate restrizioni
agli investimenti di portafoglio a breve termine e ai pagamenti
transfrontalieri. Si osservano
progressi nel settore degli appalti pubblici. Le procedure di appalto
sono più trasparenti e l'applicazione è stata migliorata. La legislazione sulle
concessioni e sui partenariati pubblico-privato deve ancora essere allineata
con l’acquis. La capacità amministrativa nel campo dei mezzi di ricorso e delle
concessioni rimane scarsa, così come il livello degli enti aggiudicatori. Sono stati
compiuti buoni progressi nel settore del diritto societario,
specialmente in termini di ulteriore allineamento legislativo con l'acquis. Il
quadro legislativo sull'audit rimane allineato solo in parte. Si rileva qualche
progresso nel rafforzamento del quadro legislativo sulla proprietà
intellettuale. Il bilancio in termini di indagini, azioni penali e
trattamento giudiziario nei casi di pirateria e contraffazione non è
soddisfacente e il livello di informazione dei cittadini in merito ai diritti
di proprietà intellettuale rimane basso. Si sono compiuti
alcuni progressi nel settore della concorrenza. Si registra un
miglioramento quantitativo dell'applicazione della normativa sulle
concentrazioni e sugli aiuti di Stato, mentre il bilancio rimane carente per
quanto riguarda i cartelli. La qualità delle decisioni nel campo degli aiuti di
Stato deve essere ulteriormente migliorata. La commissione per la tutela della
concorrenza non dispone di risorse finanziarie adeguate e di personale
sufficiente nel settore dell'antitrust e delle concentrazioni. I progressi sono
stati globalmente buoni nel settore dei servizi finanziari. Viene
progressivamente applicata la vigilanza basata sul rischio. È stata introdotta
una nuova normativa che disciplina servizi finanziari quali il leasing e le
società finanziarie non bancarie. Si osservano progressi nel settore della società
dell’informazione e dei media. Prosegue l'allineamento con
l'acquis dell'UE ed è stata introdotta la maggior parte delle principali misure
di salvaguardia della concorrenza. Il Consiglio per l'emittenza radiotelevisiva
non dispone ancora della capacità necessaria per monitorare efficacemente il
mercato. Si segnalano ulteriori progressi nel settore
dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. È in corso il graduale
allineamento delle principali politiche a sostegno dell'agricoltura e dello
sviluppo rurale con i requisiti UE. L’allineamento con l’acquis impone di
mantenere un impegno costante. La capacità amministrativa rimane preoccupante
nell'intero settore. Si sono registrati buoni progressi in termini di politica
veterinaria e fitosanitaria e di sicurezza alimentare, in
particolare per quanto riguarda l’adozione della nuova legislazione quadro.
Comunque sia, la capacità amministrativa dell'agenzia alimentare e veterinaria
non basta a garantire la corretta applicazione dell' acquis. I progressi
osservati in merito alla politica dei trasporti riguardano in
particolare l'uso dei tachigrafi. Rimangono da risolvere problemi legati, in
particolare, alla capacità amministrativa tuttora insufficiente delle autorità
preposte alla regolamentazione e alla sicurezza dei trasporti. Occorre
introdurre procedure di certificazione della sicurezza. Fra i buoni progressi compiuti nel settore dell'energia
vanno segnalate in particolare la promulgazione della nuova legislazione quadro
e la risoluzione della vertenza di lunga data con l'operatore del sistema di
distribuzione, un grosso investitore dell'UE. Occorre ancora creare un mercato
dell’elettricità funzionante e condizioni favorevoli alla concorrenza.
L'indipendenza finanziaria dell'ente regolatore per la radioprotezione non è
ancora garantita. Si osservano
progressi limitati per quanto riguarda l'armonizzazione della legislazione
fiscale con l'acquis. La capacità operativa dell'amministrazione fiscale è
ulteriormente migliorata. Occorre ancora predisporre mezzi efficaci per
combattere l'evasione fiscale ed elaborare un codice di condotta in materia di
tassazione delle imprese. Si rilevano progressi significativi a livello
di politica economica e monetaria, in particolare l'adozione della
pertinente legislazione sulla banca centrale. La qualità del programma
economico preadesione è migliorata. Sono stati compiuti buoni progressi in
diversi settori delle statistiche. Occorre adoperarsi con notevole
impegno per migliorare, in particolare, le statistiche economiche. Si osservano
progressi limitati per quanto riguarda l'allineamento con l'acquis su politica
sociale e occupazione. È iniziata l'attuazione della legge quadro
antidiscriminazioni. L’allineamento con l’acquis non è ancora completo.
Gli elevati tassi di disoccupazione e la scarsa partecipazione al mercato
del lavoro rimangono fonte di preoccupazione. L’integrazione dei rom, dei
disabili e delle altre persone socialmente escluse procede a rilento. Occorre
proseguire l'attuazione di politiche efficaci in materia di occupazione e
inclusione sociale e intensificare ulteriormente il dialogo sociale. La
capacità amministrativa globale non è sufficiente. I progressi sono stati buoni ma disomogenei
nel settore della politica imprenditoriale e industriale, con qualche
risultato in termini di semplificazione della normativa e delle procedure
amministrative applicabili all'attività delle imprese e la riduzione dei costi
aziendali. Le misure di sostegno alle imprese sono tuttora distribuite fra
diversi programmi. Sono stati
compiuti ulteriori progressi nel settore delle reti transeuropee. Il
paese continua a sviluppare le proprie reti di trasporto, energia e
telecomunicazioni e partecipa attivamente all'Osservatorio sui trasporti
dell'Europa sudorientale e alla Comunità dell'energia. La realizzazione del
corridoio V è stata ritardata a causa del tempo supplementare necessario per
istituire il quadro finanziario. Si è registrato qualche progresso in termini
di sviluppo regionale e coordinamento dei fondi strutturali,
nonché nell'attuazione delle componenti dell'IPA riguardanti il programma
operativo per lo sviluppo regionale e lo sviluppo delle risorse umane.
L'inadeguatezza delle competenze e del coordinamento istituzionale ha causato
notevoli ritardi. Occorre coinvolgere maggiormente le autorità nell'attuazione
del programma. Va segnalato
qualche limitato progresso in termini di indipendenza e efficienza dell'apparato
giudiziario, tra cui la modifica del ruolo del ministro della Giustizia nel
Consiglio giudiziario e la creazione dell'Alta corte amministrativa. Occorrono
ulteriori sforzi per quanto riguarda la valutazione e l'inamovibilità dei
giudici. I progressi sono limitati per quanto riguarda la politica
anticorruzione. L'allineamento legislativo è proseguito ed è stata
introdotta la verifica sistematica delle dichiarazioni patrimoniali. Tuttavia,
non è ancora stato costituito un track record di gestione dei casi di
corruzione ad alto livello. Il quadro legislativo e istituzionale per i diritti
fondamentali è stato in buona parte approntato, ma occorre migliorarne
l'attuazione. È stato avviato un dialogo sulle questioni più preoccupanti
riguardo alla libertà di espressione dei media. Si osserva qualche progresso a
livello di diritti culturali e delle minoranze. L’accordo quadro di Ohrid resta
un elemento essenziale per la democrazia e lo Stato di diritto nel paese. In materia di giustizia, libertà e sicurezza,
vanno segnalati buoni progressi a livello di frontiere esterne, Schengen,
cooperazione giudiziaria e cooperazione doganale. La polizia di frontiera non
dispone ancora di attrezzature tecniche e mezzi finanziari adeguati. È stato
fatto qualche progresso in materia di migrazione, politica dei visti,
cooperazione di polizia e lotta alla criminalità organizzata. È proseguita
l'attuazione della riforma della polizia, ma sussistono problemi strutturali
nonché una mancanza di personale e di risorse finanziarie. L'applicazione della
normativa sull'asilo rimane insufficiente, anche per quanto riguarda il
gratuito patrocinio, l'interpretazione e l'accesso ai diritti sociali. Si rilevano progressi relativamente agli
standard europei su scienza e ricerca. È stata adottata la strategia
nazionale 2011-2020. Il tasso di partecipazione al Settimo programma quadro di
ricerca dell'UE è ulteriormente aumentato. La capacità amministrativa di
sostenere la partecipazione ai programmi quadro è insufficiente. È stato fatto
qualche progresso per quanto riguarda gli standard europei in materia di istruzione,
formazione, gioventù e cultura. I risultati del paese sono migliorati
rispetto ai parametri comuni di "Istruzione e formazione 2020". I
programmi “Apprendimento permanente” e “Gioventù in azione” sono tuttora
sospesi. Rimane il problema di aumentare l'interazione fra le comunità etniche
nel settore dell'istruzione. Si osserva qualche progresso in materia di ambiente,
specie per quanto riguarda il recepimento dell'acquis dell'UE nella
legislazione nazionale e la ratifica degli accordi ambientali multilaterali.
Occorre adoperarsi con notevole impegno per applicare la legislazione
nazionale, in particolare per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche
e la lotta contro l’inquinamento industriale. Il paese ha fatto pochi progressi
in termini di allineamento con l'acquis UE sui cambiamenti climatici e
di applicazione di tale acquis. Occorrono ulteriori sforzi per rafforzare le
capacità istituzionali e la collaborazione interistituzionale. Si registra
qualche progresso in materia di tutela dei consumatori e della salute.
Gli sforzi prodigati sono tuttora ostacolati dalle risorse finanziarie
limitate e dalle strutture operative carenti. Si osservano buoni
progressi a livello di unione doganale in termini di legislazione
doganale e di capacità amministrativa e operativa. I progressi
registrati a livello di relazioni esterne riguardano segnatamente
l'allineamento in materia di politica commerciale comune. Il paese ha fatto
progressi anche nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa,
ha preso misure per migliorare il coordinamento tra le autorità competenti
per l'attuazione delle misure restrittive internazionali, si è allineato con la
maggior parte delle dichiarazioni dell’UE e delle decisioni del Consiglio e ha
dimostrato un costante impegno a partecipare alle operazioni civili e militari
e di gestione delle crisi. I progressi compiuti in termini di controllo
finanziario riguardano prevalentemente l'allineamento legislativo. Il paese
dovrà adoperarsi ai fini dell'attuazione, specie per quanto riguarda
l'introduzione di sistemi di gestione e controllo finanziari. La capacità
amministrativa dell’Ufficio statale di audit è stata ulteriormente potenziata,
ma la sua indipendenza deve ancora essere sancita nella Costituzione. Non si
osservano particolari progressi per quanto riguarda le disposizioni
finanziarie e di bilancio. Nel complesso non vi sono grosse differenze tra
il sistema nazionale e quello dell'UE per quanto riguarda i principi e le
istituzioni fondamentali nei settori che potrebbero incidere sull'applicazione
delle norme in materia di risorse proprie. Il paese non si è ancora dotato del
quadro amministrativo necessario per l'applicazione del sistema delle risorse
proprie. Montenegro Il Montenegro ha
fatto buoni progressi per quanto riguarda la conformità con i criteri
politici cui è subordinata l'adesione all'UE, ottenendo risultati
globalmente soddisfacenti tra cui, in particolare, la realizzazione delle
priorità fondamentali individuate nel parere della Commissione pubblicato nel
2010[18].
Il quadro legislativo e
istituzionale è stato potenziato per migliorare il funzionamento del
parlamento, il quadro elettorale, la professionalità e la depoliticizzazione
della pubblica amministrazione, l’indipendenza e la responsabilità
dell’apparato giudiziario, la politica anticorruzione, la libertà dei media e
la collaborazione con la società civile. Il Montenegro ha intensificato gli
sforzi per migliorare il suo bilancio in termini di lotta alla corruzione e
alla criminalità organizzata. Sono state adottate misure volte a migliorare
l'attuazione delle politiche antidiscriminazioni e a garantire lo status
giuridico degli sfollati e il rispetto dei loro diritti. In pratica, tuttavia,
le categorie vulnerabili continuano ad essere discriminate. Il Montenegro ha
continuato a svolgere un ruolo costruttivo nella regione e ad applicare senza
problemi l'accordo di stabilizzazione e di associazione. Per quanto
riguarda la democrazia e lo Stato di diritto, la legislazione sui
diritti delle minoranze, sulle libertà e sulle elezioni è stata armonizzata con
la Costituzione. Il quadro
legislativo e istituzionale relativo alle elezioni, una priorità
fondamentale del parere, è stato notevolmente rafforzato in linea con le
principali raccomandazioni dell'OSCE-ODIHR e della commissione di Venezia. Il
nuovo disegno di legge elettorale rispetta l'impegno costituzionale di
garantire un'autentica rappresentanza delle minoranze introducendo un'azione
positiva per la rappresentanza di tutte le minoranze in occasione delle
elezioni parlamentari. Il disegno di legge migliora inoltre
l'amministrazione e rafforza la trasparenza del processo elettorale. Sono stati
fatti progressi in termini di rafforzamento del ruolo legislativo e di
controllo del parlamento, altra priorità fondamentale del parere,
mediante un maggiore sostegno alle commissioni parlamentari, una migliore
programmazione dei lavori parlamentari e un controllo più rigoroso, specialmente
in materia di difesa e sicurezza. La capacità globale del parlamento e i mezzi
di cui dispone per esaminare i disegni di legge in funzione dell'acquis UE
devono ancora essere migliorati. Occorre un ulteriore impegno per consolidare
il ruolo di controllo del parlamento e rafforzarne la capacità amministrativa. Il nuovo governo
conferisce una notevole priorità al processo di integrazione nell'UE. Il
coordinamento dell'attività governativa e l'elaborazione delle politiche sono
ulteriormente migliorati, specie per quanto riguarda la qualità delle
consultazioni con la società civile. Il lavoro svolto dal governo sul piano
d'azione per la realizzazione delle priorità fondamentali individuate nel
parere della Commissione è stato sistematico ed efficiente. Si osserva un certo
miglioramento della capacità dei ministeri di garantire la coerenza e
monitorare l'effettiva applicazione delle leggi, che deve tuttavia essere
ulteriormente sviluppata. Occorre rafforzare considerevolmente la capacità
amministrativa necessaria per il coordinamento dell'integrazione europea, anche
a livello di assistenza finanziaria. Non sono ancora state introdotte le
modifiche legislative necessarie per creare un'amministrazione trasparente,
efficiente e responsabile a livello locale. Il Montenegro ha adottato misure importanti
per risolvere i principali problemi posti dalla riforma della pubblica
amministrazione, che è una delle priorità fondamentali individuate nel
parere. Il governo ha adottato e iniziato ad attuare una strategia di riforma
della pubblica amministrazione volta a introdurre gli standard europei per le
assunzioni e le promozioni e a migliorare l'efficienza. È stato adottato un
quadro legislativo potenziato sulla funzione pubblica e sull'amministrazione
statale per promuovere l'efficienza, la depoliticizzazione e modalità di
assunzione basate sul merito. La legislazione che disciplina le procedure
amministrative è stata modificata ed è stata avviata un'ulteriore riforma
globale. L’autorità per la gestione delle risorse umane è stata potenziata.
Occorre intensificare i preparativi per l'attuazione della legislazione
adottata mirando principalmente a garantire di fatto la depoliticizzazione, la
professionalità, l'efficienza e l'imparzialità dell'amministrazione, anche
mediante modalità di assunzione e di promozione basate sul merito. Questa strategia deve essere attuata
tenendo debitamente conto della necessità di razionalizzare le strutture
amministrative e di rafforzare la capacità amministrativa negli ambiti connessi
all'integrazione europea, garantendo al tempo stesso la sostenibilità
finanziaria della pubblica amministrazione. Occorre rafforzare ulteriormente la
capacità dell'ufficio dell'ombudsman e della Corte dei conti. Per quanto
riguarda il sistema giudiziario, il Montenegro ha fatto progressi in
termini di rafforzamento dell’indipendenza, dell’autonomia, dell’efficienza e
della responsabilità di giudici e pubblici ministeri, che è una delle priorità
fondamentali individuate nel parere. Il quadro legislativo è stato migliorato a
livello subcostituzionale per quanto riguarda l'indipendenza della magistratura
e l'autonomia delle procure. Il processo di riforma costituzionale è andato
avanti. Le disposizioni sulla responsabilità dei giudici e dei pubblici
ministeri sono state rafforzate. Nel prossimo periodo occorreranno notevoli
sforzi per completare la riforma della giustizia e garantire l'effettiva
applicazione della legislazione di recente adozione, anche ottenendo risultati
convincenti riguardo ai casi di corruzione e criminalità organizzata a tutti i
livelli. Deve ancora essere istituito un sistema unico di assunzioni a livello
nazionale basato su prove anonime per la prima nomina nel settore giudiziario.
Deve ancora essere organizzata una formazione sistematica di tutti i giudici e
pubblici ministeri, specie per quanto riguarda la nuova legislazione e il
diritto dell'UE. Occorre intensificare gli sforzi per ridurre l'arretrato
giudiziario, utilizzando però un metodo più coerente. La mancanza di
infrastrutture e attrezzature adeguate compromette tuttora l'efficienza
dell'apparato giudiziario. Occorre inoltre garantire la pubblicazione integrale
delle sentenze. Per quanto riguarda la politica
anticorruzione, si osservano progressi nell'attuazione della strategia e
del piano d'azione governativi anticorruzione, che è una delle priorità
fondamentali individuate nel parere. Il quadro strategico e legislativo per la
lotta alla corruzione è stato potenziato nei settori chiave, vale a dire il
finanziamento dei partiti politici, i conflitti di interessi, le
incriminazioni, la protezione degli informatori e gli appalti pubblici.
L'analisi dei rischi nei settori vulnerabili è stata completata in vista di una
definizione più precisa delle politiche di prevenzione. La capacità tecnica e amministrativa
per la prevenzione e la lotta alla corruzione è stata potenziata e sono state
svolte diverse indagini su casi di corruzione. Sono state prese misure per
conseguire una solida serie di risultati in materia di indagini proattive,
azioni penali e condanne nei casi di corruzione a tutti i livelli,
conformemente alla priorità fondamentale del parere riguardante la lotta alla
corruzione. Occorre però intensificare gli sforzi per ottenere ulteriori
miglioramenti. Il numero di condanne definitive rimane basso, specialmente nei
casi di corruzione ad alto livello. Il ricorso a misure investigative speciali
è tuttora ostacolato dalla mancanza di attrezzature adeguate e di personale
specializzato. Occorre migliorare ulteriormente il coordinamento fra le agenzie
e, in particolare, la collaborazione fra procure e polizia. Il quadro
legislativo non è applicato in modo uniforme. Le disposizioni promulgate di
recente sui conflitti di interessi e sul finanziamento dei partiti politici
devono essere attuate con determinazione. Rimane necessario un monitoraggio più
efficace della corruzione e dei conflitti di interessi nel settore giudiziario.
La corruzione regna ancora in molti settori e rimane un problema serio. Il rispetto dei diritti umani e
la tutela delle minoranze sono ampiamente garantiti in
Montenegro. Si è cercato di migliorare ulteriormente il quadro legislativo e
istituzionale pertinente. Occorre garantire l'effettiva attuazione della
legislazione vigente e il rafforzamento delle capacità amministrative. I progressi sono stati limitati in termini di promozione
e applicazione dei diritti umani. L'autorità e l'influenza dell'ufficio del
garante dei diritti umani e delle libertà (ombudsman) sono state notevolmente
rafforzate: la nuova legge sull'ombudsman, che lo definisce come il meccanismo
nazionale per la protezione contro la tortura e le discriminazioni, è stata
adottata a luglio. L'ufficio dell'ombudsman, tuttavia, non dispone ancora della
capacità finanziaria e amministrativa necessaria per svolgere efficacemente i
suoi compiti. Si rileva qualche limitato progresso per quanto riguarda i maltrattamenti
e la lotta contro l'impunità. È stata impartita un'ulteriore
formazione al personale. Continuano ad essere segnalati casi occasionali di
violenza, specialmente nei commissariati di polizia. Il trattamento dei casi
segnalati procede ancora a rilento. Per quanto riguarda il sistema penitenziario,
è stato approntato il quadro legislativo e normativo necessario per creare un
sistema di sanzioni alternative e di esecuzione delle sanzioni penali. Occorre
allineare ulteriormente le condizioni carcerarie con gli standard
internazionali, specie per quanto riguarda le cure mediche e i locali per gli
incontri con i familiari. Occorre inoltre affrontare il problema dell'effettiva
applicazione delle sanzioni. Si osservano progressi per quanto riguarda la libertà
di espressione, che è una delle priorità fondamentali individuate nel
parere. La diffamazione e la calunnia sono state totalmente depenalizzate. La
Corte suprema ha adottato, e inviato ai tribunali nazionali, orientamenti
sull'entità dei risarcimenti pecuniari in caso di diffamazione a danno dei
media, in linea con gli standard europei e con la giurisprudenza della Corte
europea dei diritti dell'uomo. I precedenti casi di violenza e le attuali
minacce a danno di giornalisti, tuttavia, devono ancora essere oggetto di
debite indagini e azioni penali. Nel complesso la libertà di riunione e di
associazione viene rispettata. I progressi sono stati molto buoni in
termini di collaborazione delle istituzioni statali con le organizzazioni della
società civile, che è una delle priorità fondamentali individuate nel
parere. A luglio à stata adottata la legge sulle ONG. Le massime autorità dello
Stato hanno mantenuto contatti regolari con le ONG e una cooperazione
globalmente aperta e costruttiva con le parti interessate. Si è cercato anche
di migliorare la collaborazione con la società civile a livello locale. Il Montenegro ha fatto progressi per quanto
riguarda le politiche antidiscriminazioni, che sono una delle priorità
fondamentali individuate nel parere. A luglio è stata adottata la legge
sull'ombudsman, che ora è competente per i casi di discriminazione. A settembre
è stato nominato un consulente in materia di antidiscriminazione presso
l'ufficio del Primo ministro. Le persone rom, ashkali ed egiziane, i disabili e
le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali sono ancora vittime di
discriminazioni, anche da parte degli enti pubblici. Il paese deve dimostrare
l'effettiva applicazione della legge antidiscriminazioni rafforzando la
capacità dell'ufficio dell'ombudsman e degli organi di contrasto di gestire
adeguatamente i casi di discriminazione. Si osservano progressi riguardo
all'applicazione dei dritti dei disabili. Sono state adottate la
legge contro le discriminazioni nei confronti dei disabili e la legge sul
reinserimento professionale e sull'occupazione di queste persone. Sono state
lanciate attività di educazione all'inclusione e si è fatto qualche sforzo per
promuovere l'occupazione dei disabili. Si rilevano però carenze nel quadro
legislativo, specie per quanto riguarda l'azione positiva e i meccanismi di
applicazione delle sanzioni, e queste persone continuano ad essere
discriminate, specialmente in termini di occupazione e accesso ai posti
pubblici. Le condizioni nel Komanski Most continuano a destare preoccupazioni.
Si è fatto qualche progresso in termini di promozione del rispetto dei diritti
delle donne, la cui applicazione rimane però limitata, specie per quanto
riguarda la protezione delle vittime di violenze domestiche. Occorre migliorare
l'accesso delle donne ai posti di responsabilità. Si osservano progressi limitati per quanto
riguarda i diritti di proprietà. Il processo di restituzione
procede tuttora a rilento e deve essere accelerato. I numerosi casi di
falsificazione dei titoli di proprietà hanno dato luogo a provvedimenti volti
rafforzare il controllo degli uffici del catasto. A luglio il parlamento ha
adottato modifiche della legge sul censimento statale e sul catasto degli
immobili. Occorre però migliorare ulteriormente il funzionamento del catasto,
specie per quanto riguarda la completezza e la precisione dei dati, e la sua
copertura nazionale. Le relazioni interetniche sono rimaste stabili
in Montenegro. Si è cercato di migliorare la rappresentanza politica delle
minoranze modificando la legge sui diritti delle minoranze per armonizzarla con
la Costituzione. Nonostante gli sforzi prodigati dalle autorità a livello
nazionale e locale, i progressi sono ancora piuttosto limitati per quanto
riguarda l'inclusione economica, sociale e politica di rom, ashkali ed
egiziani. Anche la situazione degli sfollati, che è una delle
priorità fondamentali individuate nel parere, è migliorata solo in misura
limitata. Nonostante gli sforzi prodigati dalle autorità per conferire uno
status giuridico a queste persone, la complessità delle procedure è tale che
finora solo poche di esse hanno ottenuto lo status giuridico di residenti. Per quanto
riguarda le questioni regionali e gli obblighi
internazionali, il Montenegro continua a soddisfare le condizioni
legate al processo di stabilizzazione e di associazione a livello di
collaborazione con l’ICTY e cooperazione regionale. Il Montenegro ha continuato
a partecipare attivamente alle iniziative di cooperazione regionale, ivi
compresi il processo di cooperazione nell’Europa sudorientale (SEECP), il
Consiglio di cooperazione regionale (CCR) e l’accordo centroeuropeo di libero
scambio (CEFTA). Il paese, che nel 2010-2011 ha presieduto l'iniziativa
centroeuropea, il processo di cooperazione nell’Europa sudorientale (SEECP) e
l'iniziativa adriatico-ionica, continua a dare un notevole contributo alla
cooperazione regionale e a svolgere un ruolo costruttivo in ambito regionale.
Devono ancora essere risolte determinate questioni bilaterali. Si osservano notevoli progressi in relazione
al processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo. Dopo le riunioni di
giugno e settembre 2011, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, il Montenegro e la
Serbia hanno raggiunto un accordo su diverse questioni tra cui il testo di una
dichiarazione congiunta da firmare in occasione di una conferenza ministeriale
che si terrà a Belgrado nel novembre 2011. Per quanto attiene
alla Corte penale internazionale, l’accordo bilaterale di immunità concluso nel
2003 con gli Stati Uniti non è conforme alle posizioni comuni e ai principi
direttivi dell’UE. Il Montenegro si deve allineare con la posizione dell'UE. Nel 2010 è iniziata la ripresa dell'economia
del Montenegro dagli effetti della crisi, che ha messo a repentaglio il quadro
di politica economica del paese. La mancanza di strumenti standard di politica
monetaria[19]
ha lasciato alla politica di bilancio il difficile compito di conciliare la
ripresa della crescita con la necessità di proseguire il risanamento. Il paese
è riuscito comunque a migliorare la stabilità macroeconomica globale e la
qualità delle finanze pubbliche e ha mantenuto il ritmo delle riforme. Il
processo di ripresa dell'economia montenegrina è ancora fragile. La
competitività dell'economia rimane limitata e la diversificazione settoriale è
scarsa. Sussistono carenze in termini di Stato di diritto, pubblica
amministrazione, risorse umane e infrastrutture. Per quanto riguarda i
criteri economici, il Montenegro ha fatto ulteriori progressi per
diventare un'economia di mercato funzionante portando avanti la stabilizzazione
del settore bancario e mantenendo una politica di bilancio relativamente
prudente, il che ha rafforzato la stabilità macroeconomica. Il
Montenegro dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle
pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché
corregga le carenze strutturali esistenti attraverso l'attuazione del suo
programma di riforme. La ripresa
dell'attività delle industrie esportatrici ha stimolato la crescita economica
contribuendo, insieme a una domanda interna contenuta e agli sviluppi positivi
nel settore turistico, a ridurre gli squilibri, ancora elevati. La politica
economica è rimasta coerente e alcune riforme strutturali sono progredite. La
riforma del regime pensionistico pubblico contribuisce a migliorare la qualità
e la sostenibilità delle finanze pubbliche. I meccanismi di entrata e uscita
dal mercato, l'esecuzione dei contratti e le procedure di registrazione delle
imprese e delle proprietà sono stati ulteriormente migliorati. La legislazione
finanziaria è stata sviluppata per migliorare la capacità di ripresa del
settore. Il ruolo di
intermediazione finanziaria delle banche è rimasto però limitato, poiché le
banche si sono dedicate al risanamento dei propri bilanci. Il notevole volume
di prestiti in sofferenza costituisce tuttora un grave rischio per la stabilità
finanziaria. Le condizioni applicate per l'erogazione di crediti alle imprese
rimangono restrittive e onerose. Il tasso di disoccupazione è elevato. Gli
interventi del bilancio hanno accentuato il debito pubblico e parallelamente si
è registrato un forte aumento delle sopravvenienze passive legate alle garanzie
di Stato e degli arretrati di bilancio. Il processo di privatizzazione ha
risentito del contesto mondiale negativo. Oltre al turismo e alle esportazioni
di prodotti di base, l'attività economica rimane incentrata sui settori non
scambiabili. Il settore informale costituisce ancora un problema serio. Gli
investimenti e il clima imprenditoriale risentono delle carenze che ancora
sussistono a livello di Stato di diritto. Il Montenegro ha
fatto buoni progressi per quanto riguarda il miglioramento della sua capacità
di assumere gli obblighi che comporta l’adesione, in particolare a
livello di appalti pubblici, diritto societario, statistiche, servizi
finanziari, sistema giudiziario e diritti fondamentali, scienza e ricerca,
istruzione, gioventù e cultura. I progressi sono stati limitati in altri
settori quali la libera circolazione dei lavoratori, la libera prestazione dei
servizi, l'agricoltura, l'ambiente, la politica regionale e il coordinamento
dei fondi strutturali. Nel complesso il Montenegro ha continuato ad adempiere
senza problemi agli obblighi previsti dall’accordo di stabilizzazione e di
associazione (ASA), ma sussistono carenze per quanto riguarda gli aiuti di
Stato e il traffico di transito, settori in cui occorrono ulteriori sforzi ai
fini dell'allineamento. In materia di libera circolazione delle
merci si osserva qualche progresso a livello di standardizzazione,
accreditamento, metrologia e vigilanza del mercato. L'allineamento del quadro
legislativo orizzontale con l'acquis non ha registrato grandi progressi e il
recepimento dell'acquis specifico sui prodotti non è ancora iniziato a tutti
gli effetti. Sono stati compiuti pochi progressi in materia di libera
circolazione dei lavoratori, specie per quanto riguarda il coordinamento
dei regimi previdenziali. L'allineamento del quadro legislativo con l'acquis è
ancora in fase iniziale. Sono stati registrati pochi progressi per quanto
concerne il diritto di stabilimento e la libera prestazione dei
servizi, specialmente in termini di rilascio delle licenze edilizie. L'indipendenza
totale dell'agenzia per le comunicazioni elettroniche e i servizi postali non è
garantita. Occorre intensificare gli sforzi in vista dell'allineamento con la
direttiva sui servizi. È stato fatto qualche progresso in termini di libera
circolazione dei capitali, in particolare per quanto riguarda la lotta al
riciclaggio del denaro, le misure volte a contrastare il finanziamento del
terrorismo e la collaborazione tra le autorità di vigilanza finanziaria e le
agenzie esecutive. La capacità amministrativa e di vigilanza rimane inadeguata.
Si segnalano buoni progressi in materia di appalti pubblici. La capacità
amministrativa è stata rafforzata e si è migliorata la trasparenza delle
procedure. L'assetto istituzionale globale per gli appalti pubblici desta
qualche preoccupazione. Il Montenegro ha compiuto buoni progressi nel settore
del diritto societario. È proseguito anche l'allineamento con
l'acquis della legislazione sulle organizzazioni aziendali, sulla contabilità,
sulla revisione contabile e sulle offerte pubbliche di acquisto. Si osserva qualche progresso relativamente
alla legge sulla proprietà intellettuale, specie per quanto riguarda
l'allineamento della legislazione con l'acquis su diritti d'autore e diritti
connessi, marchi commerciali e protezione dei disegni industriali. Per
progredire ulteriormente in questo campo è indispensabile rafforzare
ulteriormente la capacità amministrativa. È stato fatto qualche progresso relativamente
alla politica di concorrenza in termini di allineamento della
legislazione nazionale con l'acquis. Sussistono però problemi inerenti alla
capacità amministrativa dell'amministrazione per la tutela della concorrenza e
degli organi competenti in materia di aiuti di Stato. Inoltre l'allineamento
del quadro legislativo sul controllo degli aiuti di Stato con le norme UE non è
stato portato a termine. Sussistono preoccupazioni circa la mancanza di
un rispetto totale degli impegni assunti in materia di aiuti di Stato
nell'ambito dell'accordo di stabilizzazione e di associazione. L'indipendenza
operativa dell'autorità competente in materia di aiuti di Stato deve essere
ulteriormente garantita. Per quanto riguarda l'industria siderurgica, le
autorità devono garantire piena trasparenza sull'ammontare degli aiuti di Stato
concessi alle imprese operanti nei settori dell'alluminio e dell'acciaio.
Occorre prendere urgentemente decisioni in merito alla proprietà dell'impresa
siderurgica che è stata dichiarata fallita. Il Montenegro ha fatto progressi eterogenei a
livello di servizi finanziari e in particolare nel settore bancario. La
cooperazione fra i tre enti regolatori è stata intensificata. L'allineamento
legislativo nel campo delle assicurazioni, dell'infrastruttura finanziaria, dei
mercati mobiliari e dei servizi d'investimento è ancora in fase iniziale e
occorre affrontare la questione dei fondi pensionistici professionali. Per quanto riguarda la società
dell'informazione e i media vi sono stati ulteriori progressi in
termini di allineamento legislativo. L'indipendenza dell'ente regolatore nel
settore delle comunicazioni elettroniche e della società dell'informazione è
migliorata ma rimane comunque a rischio. Occorrono ulteriori sforzi per
applicare integralmente la legislazione e introdurre misure di salvaguardia
della concorrenza che garantiscano pari condizioni a tutti gli operatori. Per
quanto riguarda la politica audiovisiva, l'agenzia per i mezzi di comunicazione
elettronici è stata potenziata ma la sua capacità di monitorare efficacemente
il mercato rimane inadeguata. Si segnala qualche progresso nei settori dell'agricoltura
e dello sviluppo rurale. Si sta creando una base per l'elaborazione di
statistiche agricole precise. Finora i progressi sono stati piuttosto limitati
per quanto riguarda la definizione delle politiche e l'uso dell'assistenza
finanziaria disponibile per lo sviluppo rurale. Si osserva qualche progresso a livello di politica
veterinaria e fitosanitaria e di sicurezza alimentare per quanto riguarda
il rafforzamento della capacità in materia di sicurezza alimentare e
l'allineamento con l'acquis sulla politica fitosanitaria e veterinaria. È stato
fatto qualche progresso nel settore della pesca, specialmente in termini
di potenziamento della capacità amministrativa, rafforzamento dell'ispezione e
del monitoraggio delle risorse ittiche marine e raccolta più sistematica dei
dati. La capacità di gestione e di ispezione dell'amministrazione della pesca
rimane inadeguata. Per quanto riguarda la politica dei
trasporti è stato fatto qualche progresso in termini di allineamento con
l'acquis, specialmente in materia di trasporto stradale e aereo. Occorrono
ulteriori sforzi per allineare integralmente l'acquis sui trasporti, in
particolare il terzo pacchetto ferroviario. Sono state adottate decisioni che
aboliscono i pedaggi stradali discriminatori applicati ai veicoli dell'UE, che
devono però essere applicate integralmente. Il Montenegro ha fatto qualche
progresso nel campo dell'energia, specie per quanto riguarda l'energia
rinnovabile. È stata adottata una nuova strategia per la politica energetica
fino al 2030. Occorrono ulteriori sforzi finalizzati all'adozione della
legislazione sulle scorte petrolifere e alla creazione di un contesto normativo
atto a promuovere un maggiore uso delle fonti di energia rinnovabile in tutti i
settori. La capacità amministrativa è ancora limitata, Il Montenegro ha fatto qualche progresso a
livello di fiscalità, principalmente attraverso lo sviluppo di un
sistema computerizzato di registrazione e riscossione. Le capacità
amministrative sono ancora inadeguate per quanto riguarda le tecnologie
dell'informazione e l'efficacia dei sistemi di dati nell'ambito della
cooperazione amministrativa e del controllo interno. Gli ulteriori progressi registrati a livello
di politica economica e monetaria consistono prevalentemente nel
miglioramento del quadro legislativo, con l'adozione di disposizioni
dettagliate riguardanti le riserve minime obbligatorie, il registro dei crediti
e il ritiro, la sostituzione e la distruzione delle banconote e delle monete
rovinate. Si osservano buoni progressi nel settore delle
statistiche. Nell'aprile 2011 il Montenegro ha organizzato con
successo un censimento demografico e abitativo i cui primi risultati completi
sono stati pubblicati in luglio. Occorrono però altri notevoli sforzi per
ovviare alle carenze individuate e migliorare l'infrastruttura statistica onde
raggiungere un livello soddisfacente di allineamento con l'acquis sulle
statistiche. Sono stati fatti pochi progressi per quanto
riguarda l'allineamento con l'acquis sulla politica sociale e sull'occupazione,
specie per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul posto di lavoro,
l'inclusione sociale e la protezione sociale. Si osserva qualche progresso in
termini di dialogo sociale. In materia di lotta alle discriminazioni sono state
prese misure quali l'adozione della legge sull'ombudsman e attività di
sensibilizzazione. La capacità del servizio pubblico per l'occupazione e le
misure attive per il mercato del lavoro non bastano ad ovviare ai bassi tassi di
attività e di occupazione e allo squilibrio fra la domanda e l'offerta di
competenze. Nel complesso, la situazione delle finanze pubbliche ha
un'incidenza negativa sulle riforme sociali. È stato fatto qualche progresso in termini di
politica imprenditoriale e industriale, specie per quanto riguarda
l'elaborazione di una politica a favore delle PMI. Occorre però intensificare
gli sforzi per sviluppare la politica nel settore industriale e in settori
manifatturieri di importanza strategica. Si segnalano pochi progressi in materia di reti
transeuropee. Per quanto riguarda le infrastrutture TEN-T occorre
impegnarsi ulteriormente per migliorare i collegamenti stradali e ferroviari. I
progressi relativi alla rete TEN-E consistono principalmente nel miglioramento delle
linee di interconnessione elettrica. Si rilevano pochi progressi in termini di politica
regionale e coordinamento degli strumenti strutturali, che
consistono soprattutto nella creazione delle strutture di attuazione per le
componenti III e IV dell’IPA. Queste strutture devono essere completate
urgentemente. Occorre sviluppare una capacità amministrativa adeguata,
specialmente in settori quali la pianificazione strategica, l'elaborazione e la
gestione dei progetti e la gestione e il controllo finanziari. Il Montenegro ha
fatto qualche progresso per quanto riguarda il sistema giudiziario e i diritti
fondamentali, specialmente in termini di realizzazione delle priorità
fondamentali individuate nel parere della Commissione. Occorrerà un ulteriore e
costante impegno per l'allineamento con l’acquis in questo capitolo, e in
particolare per la sua efficace attuazione e applicazione a medio termine. Il
track record relativo alla lotta contro i reati gravi, segnatamente la
corruzione ad alto livello, deve essere ulteriormente sviluppato. Per quanto
riguarda i diritti fondamentali, sebbene sia stato fatto qualche progresso per
rafforzare il quadro legislativo e istituzionale le garanzie giuridiche
esistenti devono essere applicate integralmente e le capacità amministrative
devono essere rafforzate. A livello di giustizia, libertà e sicurezza
sono stati fatti buoni progressi in termini di rafforzamento della cooperazione
giudiziaria, soprattutto in campo penale. Si rileva qualche progresso nel
settore della migrazione e dell'asilo e in materia di gestione delle frontiere.
È stata adottata una nuova strategia di lotta al terrorismo. Si osservano
miglioramenti nella gestione delle sfide connesse alla lotta contro la
criminalità organizzata, che consistono in particolare nell'intensificazione
della cooperazione internazionale e regionale. Il numero delle indagini e degli
arresti collegati, specialmente quelli relativi al traffico di droga, è
lievemente aumentato. La indagini finanziarie su due casi importanti hanno portato
alla confisca temporanea di beni di notevole entità. Tuttavia, il numero
complessivo delle indagini finanziarie e delle confische dei proventi di reato
rimane basso. Occorre migliorare il sistema di polizia basato sull’intelligence
e la cooperazione tra gli organismi competenti. I meccanismi di indagine e di
azione penale devono essere potenziali, specie per quanto riguarda la tratta di
esseri umani e il riciclaggio del denaro. Le leggi sugli affari interni e sulla
prevenzione del riciclaggio del denaro devono ancora essere modificate. Occorre
allineare ulteriormente la politica dei visti. Sono necessari ulteriori sforzi
per garantire condizioni adeguate per l'accoglienza dei richiedenti asilo e dei
migranti irregolari. Nel settore della ricerca e dell'innovazione
i progressi sono stati buoni. Il quadro istituzionale e legislativo per
le attività di ricerca scientifica è stato potenziato e sono state adottate
diverse misure per migliorare la mobilità dei ricercatori. Va riservata la
debita attenzione ai preparativi per l'Unione dell'innovazione. Si segnala qualche progresso in materia di istruzione
e cultura, specialmente in termini di allineamento con l'acquis. Occorrono
ancora ulteriori sforzi per garantire un'istruzione aperta anche alle categorie
vulnerabili e ai bambini con esigenze speciali. Il Montenegro ha fatto pochi progressi per
quanto riguarda l'allineamento e l'applicazione dell'acquis sull'ambiente e
sui cambiamenti climatici. I progressi osservati sono legati
principalmente all'adozione della legislazione applicativa sulla gestione dei
rifiuti e sulle aree naturali e alla ratifica degli accordi ambientali
internazionali. La capacità amministrativa dell'Agenzia per la
tutela dell'ambiente è migliorata ma deve essere notevolmente rafforzata, specialmente
per quanto riguarda le ispezioni. Il Montenegro deve accelerare la
pianificazione strategica in tutti i settori e integrare più sistematicamente
le questioni ambientali negli altri settori onde reperire finanziamenti
sostenibili per l'attuazione. Occorre rafforzare la capacità
dell'amministrazione locale e nazionale competente in materia di ambiente e
cambiamenti climatici. Per quanto riguarda la tutela dei
consumatori e della salute, il Montenegro sta progredendo in termini di
allineamento con la politica dei consumatori dell'UE e con la strategia UE nel
campo della salute. Occorrono tuttavia ulteriori sforzi per allineare la
legislazione nazionale con l'acquis e sviluppare la capacità amministrativa. Le
organizzazioni dei consumatori e le attività di sensibilizzazione godono ancora
di scarso sostegno. Si è registrato qualche progresso a livello di
unione doganale, specie per quanto riguarda l'allineamento della
nomenclatura combinata e l'abolizione dei dazi non conformi all'acquis e agli
obblighi previsti dall'ASA. Si conferma però la necessità di un ulteriore
impegno in settori quali la gestione dei contingenti, le disposizioni sulla
sicurezza e l'allineamento con il codice doganale dell'UE. Si segnala qualche progresso in materia di relazioni
esterne. Occorre rafforzare la capacità istituzionale e amministrativa
relativamente alla politica commerciale, di sviluppo e umanitaria. Il
Montenegro ha fatto altri progressi nel settore della politica estera, di
sicurezza e di difesa, continuando in particolare a contribuire attivamente
alla stabilità regionale. Il Montenegro ha
fatto progressi nel campo del controllo finanziario, specie per quanto
riguarda l'audit interno ed esterno. Occorre però rafforzare le capacità di
attuazione del paese nei settori connessi alla gestione e al controllo
finanziari ai fini di un'applicazione integrale ed effettiva della
legislazione. A livello di disposizioni
finanziarie e di bilancio, non vi sono grosse differenze tra il sistema
montenegrino e quello dell'UE per quanto riguarda i principi e le istituzioni
fondamentali nei settori su cui si basa l'applicazione delle norme in materia
di risorse proprie. Manca però il quadro amministrativo per l'applicazione di
tali norme. Albania Il contesto politico interno dell'Albania è
stato dominato dalla protratta impasse politica e dal boicottaggio parziale del
Parlamento da parte dell'opposizione. L'impasse politica è iniziata con le
elezioni legislative del giugno 2009 i cui risultati, che l'OSCE/ODIHR ha
giudicato conformi alla maggior parte degli standard internazionali nonostante
le carenze rilevate, sono stati contestati dal Partito socialista. I violenti
incidenti del 21 gennaio 2011, che hanno causato la morte di quattro
manifestanti, hanno inasprito il clima di diffidenza tra i due principali
partiti politici e nei confronti di certe istituzioni pubbliche. Le elezioni
locali dell'8 maggio, caratterizzate dal conteggio controverso dei voti delle
schede messe nelle urne sbagliate e dalla contestazione dei risultati a Tirana,
hanno accentuato ulteriormente la polarizzazione tra maggioranza di governo e
opposizione sviando l'attenzione politica dalle indispensabili riforme
politiche legate all'UE. In tale contesto, il governo ha fatto qualche
sforzo per portare avanti il programma di integrazione nell’UE e preparare, in
particolare, un piano d'azione che applichi le raccomandazioni contenute nel
parere 2010 della Commissione. Questo impegno è dimostrato dalla buona
cooperazione tra la maggioranza di governo e l'opposizione relativamente al
piano d'azione all'interno della commissione parlamentare per l'integrazione
europea e dal lavoro congiunto svolto per raggiungere un accordo sulle riforme
necessarie. Tutti questi sforzi, volti anche a creare gruppi di lavoro sulla
riforma elettorale, si sono poi arenati. Il 5 settembre è cessato il
boicottaggio da parte dell'opposizione, che ha ripreso l'attività parlamentare. Nel complesso, l'Albania ha registrato
progressi limitati per quanto riguarda la conformità con i criteri politici
cui è subordinata l'adesione all'UE. L'impasse politica ha ostacolato
l'attuazione di riforme importanti connesse all'UE. I progressi registrati per
realizzare le priorità fondamentali[20]
e affrontare altri problemi individuati nel parere sono stati eterogenei. Si
rileva qualche progresso per quanto riguarda l'attuazione di misure volte a
contrastare la criminalità organizzata, il miglioramento delle condizioni
carcerarie e i diritti dei minori. I progressi sono invece limitati per quanto
riguarda l'attività parlamentare, le elezioni, il sistema giudiziario, la
politica anticorruzione, i diritti di proprietà e il miglioramento delle
condizioni di vita della comunità rom. L'Albania dovrà adoperarsi con notevole
e prolungato impegno in tutti gli ambiti individuati nel parere dell'anno
scorso. Per quanto
riguarda la democrazia e lo Stato di diritto, il
protrarsi dell'impasse politica, altri sviluppi conflittuali e la crescente
sfiducia tra maggioranza e opposizione si sono ripercossi negativamente sul
programma di riforme dell'Albania. Le principali riforme sono ancora in atto e
importanti atti legislativi sono in attesa di adozione o di stesura definitiva.
Sebbene le regole
e le prassi parlamentari siano lievemente migliorate e le capacità
amministrative del parlamento siano state lievemente aumentate,
l'espletamento delle sue funzioni legislative e di controllo, una priorità
fondamentale del parere, rimane insufficiente. L'attività parlamentare è stata
inoltre considerevolmente ostacolata dall'impasse politica e dalla mancanza di
un dialogo politico costante e costruttivo, che hanno impedito di raggiungere
il consenso necessario per attuare le riforme connesse all'UE. Il boicottaggio
parziale dell'opposizione ha frenato i lavori parlamentari ostacolando anche l'adozione
delle leggi che richiedono una maggioranza dei 3/5. La fine del boicottaggio
dell'opposizione e il suo ritorno all'attività parlamentare il 5 settembre sono
una svolta positiva verso la normalizzazione del dialogo e della cooperazione
politici. Occorre promuovere in parlamento un clima politico inclusivo che
permetta di arrivare a un consenso tra i diversi partiti. Le elezioni locali
dell'8 maggio hanno risentito del clima di polarizzazione e di sfiducia tra
governo e opposizione. Lo svolgimento di queste elezioni, che sono una priorità
fondamentale del parere, non è stato del tutto conforme agli standard
internazionali. La riforma elettorale, anch'essa una priorità fondamentale del
parere, si è arenata. Il parlamento non ha ancora instaurato una procedura
corretta per le nomine alla Corte costituzionale e alla Corte suprema, una
priorità fondamentale del parere. Il governo
e la commissione parlamentare per l'integrazione europea si sono sforzati di
portare avanti e coordinare le riforme finalizzate all'integrazione con l'UE,
in particolare sviluppando e conducendo consultazioni su un piano d'azione
volto a mettere in pratica le raccomandazioni contenute nel parere della
Commissione, segnatamente le 12 priorità fondamentali. Occorre migliorare
considerevolmente la qualità della redazione legislativa e le consultazioni con
terzi. Il processo di decentramento ha risentito dei difficili rapporti tra
governo centrale e governo locale. Devono ancora
essere completate le fasi essenziali della riforma della pubblica
amministrazione, che è una priorità fondamentale del parere, comprese le
modifiche della legge sulla funzione pubblica. Sebbene siano state attuate
riforme quali la decisione del Consiglio dei ministri del giugno 2011 relativa
alla struttura e all'organizzazione degli enti pubblici, determinate leggi
fondamentali per le quali occorre una maggioranza dei 3/5 in Parlamento non
potranno essere adottate fintanto che non si ovvierà in modo totale e costante
all'impasse politica. L'attuazione delle leggi e degli atti amministrativi
esistenti rimane inadeguata. Al dipartimento della pubblica amministrazione
manca tuttora l'autorità necessaria per svolgere pienamente il suo ruolo in
ambito istituzionale. Occorre ancora creare una funzione pubblica indipendente,
meritocratica, professionale e libera da ingerenze politiche e nominare
l'ombudsman. I progressi verso
il completamento della riforma giudiziaria, una priorità fondamentale
del parere, sono stati limitati. A luglio sono stati adottati la strategia di
riforma giudiziaria e il relativo piano d'azione, che costituiscono un valido
punto di partenza per la riforma. L'attuazione richiederà sia l'assegnazione di
risorse umane e finanziarie sufficienti che una solida collaborazione
interistituzionale. Devono essere adottati atti legislativi importanti, come la
legge sui tribunali amministrativi, che richiedono una maggioranza parlamentare
dei 3/5. L'arretrato giudiziario derivante dalla lunghezza dei procedimenti
compromette l'efficienza del sistema giudiziario. Gli stanziamenti di bilancio
destinati al settore giudiziario rimangono globalmente insufficienti. Il tasso
di esecuzione delle sentenze rimane basso. Non sono state prese misure concrete
per combattere la corruzione nel settore giudiziario, tra cui la limitazione o
l'abolizione dell'immunità dei giudici. Si osservano
progressi limitati per quanto riguarda la politica anticorruzione, che è
una priorità fondamentale del parere. Il paese si è dotato di gran parte del
quadro legislativo e delle strutture interagenzie, ma l'attuazione delle misure
specifiche rimane globalmente inefficace e i risultati sono insufficienti. Le
campagne di sensibilizzazione sono solo agli inizi. L'efficacia delle indagini
è tuttora compromessa dall'immunità di certi funzionari pubblici e dalla
mancanza di un approccio proattivo, di risorse e di attrezzature. Manca una
casistica relativa a indagini, azioni penali e condanne a tutti i livelli. La
corruzione regna ancora in molti settori e rimane un problema particolarmente
serio. L'Albania ha ulteriormente potenziato il
quadro legislativo e istituzionale per i diritti umani e la tutela
delle minoranze. Si osservano progressi in certi settori fondamentali
quali il rafforzamento della tutela dei minori mediante l'adozione di una legge
globale, il miglioramento delle condizioni carcerarie e lo sviluppo di
alternative alla detenzione. I progressi compiuti a livello di diritti umani
sono tuttavia disomogenei e sono emersi nuovi segnali preoccupanti in settori
quali la libertà dei media, in quanto l'indipendenza della stampa continua ad
essere compromessa da interessi politici e commerciali. Occorre rendere
nettamente più efficaci l'attuazione e l'applicazione degli strumenti
legislativi e politici che disciplinano i diritti umani e la tutela delle
minoranze. La questione dei diritti di proprietà
desta tuttora serie preoccupazioni. Si registrano pochi progressi verso
l'adozione e l'attuazione di una strategia e di un piano d'azione coerenti per
la riforma di questo settore, che è una priorità fondamentale del parere. La
frammentazione delle competenze e la mancanza di coordinamento tra le diverse
istituzioni interessate ostacolano l'attuazione efficace delle politiche e sono
fonte di incertezza giuridica e di rischi sistemici di corruzione. Si è fatto qualche progresso per realizzare la
priorità fondamentale consistente nel migliorare la tutela dei diritti umani,
in particolare per le donne, i minori e i rom, e nell'attuare efficacemente le
politiche antidiscriminazioni. In questo settore si segnalano
sviluppi quali l'adozione della nuova strategia nazionale sulla parità fra i
sessi e sulla lotta contro le violenze domestiche e l'avvio
dell'attuazione della legge sulla tutela contro le discriminazioni. Sussistono
alcune gravi lacune legislative, in particolare per quanto concerne i disabili,
e l'Albania deve garantire un uso coerente degli strumenti legislativi e
strategici esistenti. Occorre migliorare la conoscenza generale delle
leggi antidiscriminazioni e dei meccanismi di denuncia. Sussistono preoccupazioni
in merito alle costanti discriminazioni a danno di certi gruppi vulnerabili
quali le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali e i rom. La comunità rom
è tuttora emarginata e non può usufruire della protezione e dei servizi
sociali. Si è fatto qualche progresso per realizzare la
priorità fondamentale consistente nel migliorare il trattamento dei detenuti
e l'applicazione delle raccomandazioni dell'ombudsman in proposito. Sebbene
siano state prese misure per migliorare le condizioni carcerarie e dare
sistematicamente seguito alle raccomandazioni dell'ombudsman, vengono ancora
segnalati casi di maltrattamento, specialmente al momento dell'arresto e
durante la detenzione preventiva. Occorre migliorare il trattamento dei
criminali con infermità mentali. La mancanza di una soluzione adeguata e
permanente per il collocamento delle persone di questa categoria a cui devono
essere amministrate terapie obbligatorie desta tuttora serie preoccupazioni. Per quanto riguarda le questioni
regionali e gli obblighi internazionali, l'Albania ha
continuato a contribuire alla stabilità regionale sviluppando relazioni
positive con i paesi vicini e i partner regionali. L'Albania applica
attualmente un regime di esenzione dal visto a tutti i paesi dei Balcani occidentali.
Il paese ha continuato a partecipare attivamente alle iniziative di
cooperazione regionale, ivi compresi il processo di cooperazione nell’Europa
sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) e l’accordo
centroeuropeo di libero scambio (CEFTA). Per quanto attiene alla Corte penale
internazionale, l’accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti
non è conforme alle posizioni comuni e ai principi direttivi dell’UE. Il paese
si deve allineare con la posizione dell'UE. L'economia albanese ha mantenuto la
stabilità macroeconomica e ha registrato una crescita positiva all'indomani
della crisi mondiale. L'impasse politica ha però compromesso la capacità del
governo di attuare le riforme strutturali necessarie. Nel 2010 l'economia è
cresciuta del 3,8% grazie alle esportazioni, a fronte di una debole domanda
interna. La politica monetaria ha contribuito utilmente a mantenere stabile
l'inflazione, anche a fronte di un aumento dei prezzi internazionali dei
prodotti di base. Lo sviluppo economico è tuttora frenato dalle carenze a
livello di esecutività dei contratti, Stato di diritto, infrastrutture,
capitale umano e economia informale. Per quanto
riguarda i criteri economici, l'Albania ha fatto qualche
progresso per diventare un'economia di mercato funzionante con la riduzione dei
disavanzi esterni e di bilancio e il contenimento delle aspettative
inflazionistiche, il che ha rafforzato la stabilità macroeconomica. L'Albania
dovrebbe potere far fronte a medio termine alle pressioni della concorrenza e
alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché intensifichi le riforme
strutturali, anche mediante il potenziamento del sistema giuridico e del
capitale fisico e umano. Nonostante la maggiore polarizzazione del
contesto politico è stato mantenuto un ampio consenso sugli elementi alla base
di un'economia di mercato. La crescita dell'economia albanese è proseguita,
anche se con maggiore lentezza e malgrado le condizioni economiche precarie di
partner commerciali importanti. La politica monetaria è rimasta sana, il che ha
permesso di mantenere la stabilità dei prezzi e di contenere l"inflazione
entro i valori obiettivo stabiliti. Il 2010 ha visto una riduzione del
disavanzo delle partite correnti e degli squilibri di bilancio. La partecipazione
dello Stato all'economia è limitata e le sovvenzioni sono ancora scarse. Il
settore bancario è rimasto liquido e ben capitalizzato e si è fatto qualche
progresso in termini di agevolazione dell’entrata nel mercato. L'UE rimane il
principale partner dell'Albania per il commercio e gli investimenti. Tuttavia il debito pubblico, relativamente
elevato, non è ancora stato ridotto in modo duraturo. Potrebbe risultare
difficile ridurre ulteriormente gli squilibri esterni, specialmente se dovesse
persistere il calo delle rimesse dei lavoratori. L'efficienza del mercato del
lavoro è diminuita nel 2010 a fronte di un tasso di disoccupazione rimasto
elevato. L'applicazione delle procedure fallimentari è tuttora incompleta.
L'esecutività dei contratti, e il clima imprenditoriale in genere, risentono
della debolezza dello Stato di diritto. La questione dei diritti di proprietà
non è stata ancora affrontata. Il notevole volume di prestiti in sofferenza nel
sistema bancario desta tuttora preoccupazione. Gli investimenti nel capitale
umano e nelle infrastrutture restano insufficienti. Il settore informale
costituisce ancora un problema serio. La concentrazione della produzione in
termini di settori e mercati di esportazione rende l'economia vulnerabile agli shock
esterni. L'Albania ha fatto qualche progresso per
quanto riguarda il miglioramento della sua capacità di assumere gli obblighi
che comporta l’adesione, in particolare a livello di libera
circolazione delle merci, politica imprenditoriale e industriale, giustizia,
libertà e sicurezza, relazioni esterne e controllo finanziario. I progressi
sono stati limitati in altri ambiti quali la libera circolazione dei
lavoratori, gli appalti pubblici, la legge sulla proprietà intellettuale, la
società dell'informazione e i media, l'energia, l'ambiente e i trasporti aerei.
Nel complesso occorre un impegno costante per consolidare la capacità
amministrativa ai fini dell’attuazione e dell’applicazione della normativa.
Occorrono ulteriori sforzi per garantire l'adempimento tempestivo degli impegni
assunti nell'ambito dell'accordo di stabilizzazione e di associazione. In materia di libera circolazione delle
merci si osservano buoni progressi a livello di standardizzazione. Occorre
predisporre una struttura di vigilanza del mercato. Vi sono stati pochi
progressi a livello di libera circolazione dei lavoratori e i
preparativi sono ancora in fase iniziale. Si osserva qualche progresso per
quanto riguarda il diritto di stabilimento e la libera prestazione
dei servizi, soprattutto a livello di servizi postali, e la libera
circolazione dei capitali (quadro legislativo sui sistemi di pagamento e
lotta al riciclaggio del denaro). Il paese deve adoperarsi ulteriormente per
attuare in modo efficace la strategia nazionale di lotta contro il riciclaggio
del danaro e la criminalità finanziaria. Si rilevano pochi
progressi nel settore degli appalti pubblici. La capacità istituzionale
rimane scarsa e mancano una definizione e una ripartizione chiare delle
competenze di tutte le istituzioni che si occupano di appalti pubblici. I
preparativi nel settore sono discretamente progrediti. Si osserva qualche
progresso nel settore del diritto societario, ma la capacità del
Consiglio contabile nazionale e l'indipendenza operativa del comitato per la
vigilanza pubblica rimangono scarse. I progressi sono stati limitati per quanto
riguarda la legge sulla proprietà intellettuale e i preparativi non
hanno registrato grandi progressi. L'applicazione dei diritti di proprietà
intellettuale e industriale rimane carente. L'Albania non è riuscita a
rispettare nei tempi l'obbligo assunto in sede di ASA di garantire un livello
di tutela analogo a quello dell'UE, anche per quanto riguarda l'applicazione.
Si osservano discreti progressi nel settore della concorrenza per quanto
riguarda le misure antitrust e gli aiuti di Stato. Tuttavia, le autorità
competenti non dispongono della capacità amministrativa necessaria.
L'indipendenza operativa della commissione per gli aiuti di Stato deve essere
tutelata. I preparativi nel settore sono ben avviati. Si osserva qualche
progresso nel settore dei servizi finanziari. Il quadro normativo sulla
gestione del rischio e sull'adeguatezza patrimoniale è stato migliorato. La
capacità di vigilanza nel settore non bancario rimane insufficiente. Si registrano
progressi eterogenei nel settore della società dell’informazione
e dei media. L’allineamento con l’acquis e la liberalizzazione del
mercato delle comunicazioni elettroniche stanno migliorando, ma la legislazione
sui media non è ancora stata allineata con la direttiva sui servizi di media
audiovisivi e la capacità dell'ente regolatore radiotelevisivo rimane limitata.
I preparativi in questo campo non hanno raggiunto uno stadio molto avanzato. Si osserva qualche progresso a livello di agricoltura
e sviluppo rurale. È inoltre proseguita la creazione delle strutture
necessarie ai fini dello sviluppo rurale. La capacità di eseguire analisi e di
elaborare e attuare strategie di sviluppo rurale rimane però carente. Si
rilevano alcuni progressi, seppure eterogenei, per quanto riguarda la sicurezza
alimentare e le politiche veterinaria e fitosanitaria. La capacità
operativa dell'ente alimentare nazionale è stata notevolmente potenziata e vi
sono stati miglioramenti nel quadro legislativo sulla sicurezza alimentare
e sulle questioni veterinarie. La capacità globale rimane carente, cosi
come la cooperazione e la ripartizione delle competenze fra i servizi. Si
osserva qualche progresso nel settore della pesca, in particolare a
livello di ispezioni e controlli. L'applicazione del quadro normativo è
tuttora carente per la mancanza di risorse fisiche e finanziarie e di una
cooperazione interistituzionale adeguata. Va segnalato
qualche progresso, seppure eterogeneo, in materia di politica dei trasporti.
Sebbene l'allineamento sia progredito in materia di trasporto stradale e
gestione del traffico aereo, sussistono preoccupazioni circa la sicurezza
aerea. Occorrono ulteriori sforzi nel settore del trasporto ferroviario e
marittimo. Si osservano progressi limitati nel settore dell'energia. La
sicurezza dell'approvvigionamento è lievemente migliorata, ma occorre ancora
attuare efficacemente la riforma del mercato dell'elettricità e garantire la
sostenibilità economica del settore. Le capacità e l'indipendenza istituzionale
degli enti regolatori per l'elettricità, il gas e la radioprotezione devono
essere rafforzate. I preparativi nel settore procedono a rilento. Sebbene il paese
abbia fatto qualche progresso per quanto riguarda l’adozione di leggi sulla fiscalità
in linea con l’acquis e i preparativi proseguano, occorrono ulteriori sforzi in
termini di capacità amministrative e tecniche, anche per quanto riguarda la
frode e l'evasione fiscale. Non si osserva alcun progresso nel settore della politica
economica e monetaria. Sono stati fatti progressi in materia di statistiche,
specie per quanto riguarda le classificazioni e le infrastrutture statistiche.
I miglioramenti relativi alle statistiche settoriali sono stati disomogenei. I progressi in
materia di politica sociale e occupazione sono stati disomogenei.
Nonostante gli sviluppi positivi registrati per quanto riguarda la salute e la
sicurezza sul posto di lavoro, il dialogo sociale e la protezione sociale, il
mercato occupazionale è tuttora caratterizzato da livelli elevati di
informalità e di inattività. L'attuazione delle politiche rimane globalmente
insufficiente, specie per quanto concerne l'inclusione sociale. I preparativi
in questo campo non sono molto avanti. Si osservano progressi in termini di politica
imprenditoriale e industriale, specie per quanto riguarda il quadro
normativo per le imprese e l'accesso delle PMI ai finanziamenti. Sono state
create istituzioni per agevolare l'innovazione e lo sviluppo tecnologico. I
preparativi nel settore procedono. Si segnala qualche progresso in materia di reti
transeuropee. Sono proseguiti i lavori di completamento dei corridoi
stradali e una nuova interconnessione per l'elettricità è diventata operativa. I progressi sono stati limitati in termini di sviluppo
regionale e coordinamento dei fondi strutturali. Il paese deve fare
sforzi considerevoli per dotarsi della necessaria capacità istituzionale e
amministrativa e sviluppare una riserva di progetti "maturi" nel
campo dello sviluppo regionale. In questo settore i preparativi sono ancora in
fase iniziale. Sebbene sia stato
fatto qualche sforzo per sviluppare la legislazione in conformità degli
standard europei sussistono alcune gravi lacune per quanto riguarda il sistema
giudiziario e i diritti fondamentali. L'applicazione degli strumenti
legislativi e politici rimane inoltre insufficiente e costituisce un problema
serio. L'allineamento dell'Albania con gli standard europei e con l'acquis
riguardante il sistema giudiziario e i diritti fondamentali è ancora in fase
iniziale. L'Albania ha fatto
progressi in materia di giustizia, libertà e sicurezza. Nel dicembre
2010 è entrata in vigore l’esenzione dall’obbligo di visto per i cittadini in
possesso di passaporti biometrici che si recano nello spazio Schengen. Sebbene
siano stati fatti progressi per quanto riguarda la lotta alla criminalità
organizzata, grazie segnatamente a una buona cooperazione a livello
internazionale e all'applicazione della legge antimafia, ivi compresa la
confisca dei proventi di reato, la criminalità organizzata costituisce tuttora
un problema. Il paese deve continuare ad adoperarsi per l'applicazione
effettiva del quadro legislativo e il potenziamento della lotta alla
criminalità organizzata, che è una priorità fondamentale del parere. A tal fine
occorre costituire, tra l'altro, una casistica credibile di indagini proattive,
azioni penali e, se del caso, condanne. Occorre proseguire attivamente le
misure volte a migliorare le competenze e a rafforzare il ruolo degli
investigatori nonché a intensificare la collaborazione fra gli organi di
contrasto. La lotta contro il traffico di droga, il riciclaggio del denaro e la
tratta di esseri umani e la protezione delle vittime devono essere
intensificate e condotte sistematicamente; occorre inoltre potenziare
sistematicamente il quadro giuridico per la confisca dei proventi di reato. Vanno segnalati progressi per quanto riguarda
la capacità di applicare l'acquis sulla scienza e la ricerca. La
capacità amministrativa connessa alla partecipazione al Settimo programma
quadro di ricerca dell'UE è migliorata, anche se la capacità di ricerca
nazionale rimane scarsa. È stato compiuto qualche progresso nei settori dell’istruzione
e della cultura, specie per quanto riguarda l'istruzione e la formazione
professionale. L'allineamento legislativo nel settore dell'ambiente
ha fatto globalmente pochi progressi. Nel complesso l'applicazione e
l'attuazione della normativa rimangono carenti. Occorre rafforzare
ulteriormente la capacità amministrativa e la collaborazione interistituzionale.
Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, l'Albania non ha fatto
alcun progresso e le capacità istituzionali rimangono inadeguate. Si osserva qualche
progresso in materia di tutela dei consumatori e della salute. Vi sono
stati progressi anche in termini di regolamentazione sulla tutela dei
consumatori e di applicazione della normativa pertinente. Il quadro legislativo
è globalmente migliorato. Nel settore della pubblica sanità, si segnalano
progressi riguardanti la legislazione sull'assicurazione sanitaria e sviluppi
positivi per quanto concerne le malattie trasmissibili e la salute mentale, ma
sussistono diseguaglianze in termini di accesso all'assistenza sanitaria. È stato fatto
qualche progresso per quanto riguarda l'allineamento legislativo connesso all'unione
doganale e i preparativi nel settore procedono. L'uso dei prezzi di
riferimento ai fini della valutazione in dogana rimane però molto diffuso
rispetto agli standard dell'UE e occorrono ulteriori sforzi a livello di
semplificazione delle procedure e di agevolazione degli scambi commerciali. La
capacità di attuazione e la gestione delle risorse umane rimangono inadeguate. Si è fatto qualche progresso a livello di relazioni
esterne, specie per quanto riguarda la politica commerciale comune. Occorre
rafforzare la capacità istituzionale e amministrativa. Il paese ha fatto
progressi nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa,
allineandosi con la maggior parte delle dichiarazioni e delle posizioni
comuni dell’UE e continuando a partecipare alle operazioni della PSDC. Si osservano progressi in materia di controllo
finanziario. Il quadro legislativo primario in materia di controllo
finanziario interno pubblico e di audit centralizzato è migliorato. Occorre
rafforzare la capacità amministrativa in materia di controllo interno. I
preparativi riguardanti la tutela degli interessi finanziari dell'UE sono in
fase iniziale. Per quanto riguarda le disposizioni
finanziarie e di bilancio, sono stati definiti i principi di base e create
le istituzioni fondamentali per i settori strategici connessi al sistema delle
risorse proprie. Il paese non si è ancora dotato del quadro amministrativo per
l'applicazione delle norme in materia di risorse proprie. Bosnia-Erzegovina La Bosnia-Erzegovina ha registrato progressi
limitati per quanto riguarda la conformità con i criteri politici. In materia di democrazia e Stato di
diritto, a un anno dalle elezioni politiche del 3 ottobre 2010 il
processo volto a istituire le autorità esecutive e legislative deve ancora
essere completato con la creazione di un governo a livello dello Stato. Questo
notevole ritardo ha frenato i progressi della Bosnia-Erzegovina per quanto
riguarda l'attuazione di riforme indispensabili. L'assenza di un processo credibile di
armonizzazione della Costituzione con la Convenzione europea dei diritti
dell'uomo desta tuttora serie preoccupazioni. Il primo gruppo di lavoro
interistituzionale creato per applicare la sentenza della Corte europea dei
diritti dell'uomo nella causa Sejdić-Finci[21] non è riuscito a raggiungere
un accordo. Non è ancora stato creato il nuovo gruppo di lavoro auspicato dal
Consiglio dei ministri. L'Assemblea
nazionale della Repubblica Srpska (ANRS) ha adottato le conclusioni e una
decisione riguardanti l'organizzazione di un referendum che rimettono in
discussione la legittimità delle istituzioni giudiziarie statali. Grazie
all'intermediazione dell'UE, l'Assemblea nazionale della Repubblica Srpska ha
abrogato la decisione sul referendum e ha modificato le conclusioni il 1°
giugno. La Bosnia-Erzegovina ha avviato con l'UE un dialogo strutturato sulla
giustizia nell'ambito consolidato del processo di stabilizzazione e di
associazione. La capacità amministrativa del parlamento
è migliorata, ma la mancanza di coordinamento tra i parlamenti dello Stato e
delle entità e il disaccordo politico tra le entità hanno continuato a
ostacolare l'attività dell'assemblea parlamentare. Il funzionamento delle
istituzioni governative, a diversi livelli, ha continuato a risentire
della frammentazione e del mancato coordinamento nella definizione delle
politiche. Nonostante i maggiori sforzi prodigati dai tre membri della
presidenza per l'elaborazione e l'attuazione congiunte delle politiche, il
coordinamento della politica estera risente tuttora della mancanza di un
accordo su determinate questioni. Deve ancora essere predisposto un meccanismo
di coordinamento efficace tra lo Stato e le entità sulle questioni attinenti
all'UE, anche per quanto riguarda la programmazione dell'assistenza finanziaria
nell'ambito dello strumento di assistenza preadesione (IPA). Si rilevano progressi limitati per quanto
riguarda la riforma della pubblica amministrazione. L'attuazione
della strategia di riforma della pubblica amministrazione prosegue, ma il
coordinamento tra le diverse amministrazioni rimane carente e il processo di
riforma della pubblica amministrazione non gode del necessario sostegno
politico. Occorre tuttora un impegno costante per prevenire le ingerenze
politiche. È stato nominato un ombudsman a livello statale, ma occorre ovviare
ai problemi di personale e di bilancio che ne limitano l’efficacia. La
questione della creazione di una funzione pubblica professionale, responsabile,
trasparente ed efficiente, basata sul merito e sulla competenza, non è ancora
stata affrontata. La Bosnia-Erzegovina ha registrato progressi
limitati per quanto riguarda il potenziamento del sistema giudiziario. È
stato avviato un dialogo strutturato sulla giustizia tra l'UE e la Bosnia,
volto a garantire l'indipendenza, l'efficienza, l'imparzialità e la
responsabilità del sistema giudiziario. Occorre accelerare l’attuazione della
strategia per la riforma del settore giudiziario e della strategia per i
crimini di guerra. L'arretrato giudiziario rimane elevato nonostante le misure
prese per ridurlo, specie per quanto riguarda le cause connesse alle bollette
delle utenze pubbliche. La frammentazione del quadro giuridico fra i diversi
organi comporta un notevole onere legislativo e finanziario per l'apparato giudiziario.
La mancata razionalizzazione delle competenze di bilancio nuoce
all'indipendenza e all'efficienza del sistema giudiziario. I frequenti attacchi
politici contro la magistratura e l'arretrato giudiziario destano tuttora serie
preoccupazioni. La Bosnia-Erzegovina ha fatto progressi molto
limitati nella lotta alla corruzione, che costituisce un problema serio
e regna tuttora in molti settori sia nel settore pubblico che in quello
privato. L'attuazione della strategia e del piano d'azione anticorruzione
rimane carente. L'autorità anticorruzione non è ancora del tutto operativa. Il
follow-up giudiziario dei casi di corruzione procede tuttora a rilento e sono
state avviate azioni penali solo per un numero limitato di casi ad alto
livello. L’applicazione insufficiente della legislazione e i problemi di
coordinamento fra entità continuano a destare preoccupazione. La
Bosnia-Erzegovina deve dar prova di maggiore impegno politico e determinazione
per combattere la corruzione. Il rispetto dei diritti umani e
la tutela delle minoranze sono ampiamente garantiti. La
Bosnia-Erzegovina ha ratificato le principali convenzioni internazionali sui
diritti umani, ma accusa un ritardo a livello di applicazione. Nel complesso i diritti civili e politici
vengono rispettati. Si sono fatti pochi progressi in termini di armonizzazione
delle sanzioni penali in tutto il paese e la legge quadro sul gratuito
patrocinio deve ancora essere adottata ai fini della conformità con la CEDU.
Occorre garantire l'accesso alla giustizia nei processi civili e
penali. Vi è stato qualche miglioramento per quanto riguarda le condizioni carcerarie,
specialmente nelle strutture psichiatriche, ma il problema del sovraffollamento
e dei maltrattamenti subiti dai detenuti non è ancora stato affrontato. Le costituzioni dello Stato e delle entità
sanciscono la libertà di espressione e dei media, la libertà di
riunione e di associazione e la libertà di culto. L'applicazione
della normativa esistente deve tuttavia essere migliorata. Il Consiglio per la
stampa ha potenziato le proprie attività di autoregolamentazione. Il Consiglio
riceve dai cittadini denunce sempre più numerose per violazioni del codice
della stampa. La capacità del Consiglio per la stampa di applicare standard
professionali risente della mancanza di risorse. Continuano le pressioni
politiche sui media e le discriminazioni etniche in questo settore, così come i
casi di intimidazione a danno dei giornalisti. La riforma dell'emittenza
pubblica non è ancora stata attuata. L'indipendenza dell'ente regolatore per le
comunicazioni è tuttora minacciata e il consiglio d'amministrazione deve ancora
essere nominato. Lo sviluppo della società civile richiede ulteriore
sostegno e più trasparenza nell'assegnazione dei finanziamenti. I diritti economici e sociali sono
garantiti dal quadro giuridico esistente, ma l'attuazione rimane inadeguata a
causa della frammentazione delle competenze. È stata adottata una legge globale
antidiscriminazioni a livello statale, la cui portata rimane però limitata e
che non viene adeguatamente applicata. Occorre migliorare la protezione delle donne
contro la violenza e la protezione sociale dei minori. A livello di
relazioni interetniche, sebbene sia stato creato un organo di coordinamento
nella Federazione, il numero di scuole divise (“due scuole sotto lo stesso
tetto”) e monoetniche continua a destare preoccupazione. Il fatto che il
sistema delle prestazioni sociali sia basato sui diritti anziché sulle esigenze
ha avuto un’incidenza negativa sulle condizioni delle categorie vulnerabili,
compresi i disabili mentali. Il mancato riconoscimento delle parti sociali a
livello statale e la frammentazione del quadro legislativo hanno continuato a
ostacolare il dialogo sociale e l’esercizio dei diritti dei lavoratori. Il rispetto e la
tutela delle minoranze[22]
e dei diritti culturali sono ampiamente garantiti. È proseguita
l'attuazione dei piani d'azione su alloggi e occupazione a favore dei rom.
Occorre intensificare gli sforzi per garantire l'effettiva attuazione dei piani
d'azione riguardanti la sanità e l'istruzione, destinare maggiori risorse a tal
fine e migliorare la sostenibilità dei piani stessi. La minoranza rom si
trova ancora a subire discriminazioni e ad avere condizioni di vita molto
difficili. La mancata segnalazione delle nascite e l'impossibilità di
beneficiare del gratuito patrocinio per l'iscrizione all'anagrafe ostacolano
tuttora il loro accesso ai diritti sociali ed economici di base. Occorre
prendere ulteriori provvedimenti per migliorare l'applicazione della legge sulle
minoranze nazionali e garantire i diritti delle minoranze. Si rileva qualche progresso relativamente a rifugiati
e sfollati interni. È in vigore una strategia riveduta volta a sostenere
il processo di rientro e a garantire la corretta applicazione dell'allegato VII
dell'accordo di pace di Dayton-Parigi. È stata presa qualche misura per attuare
la strategia, specie per quanto riguarda i finanziamenti destinati alle
categorie vulnerabili che vivono nei centri di accoglienza, ma devono ancora
essere definite tutte le procedure necessarie per fornire assistenza al
rientro. La mancanza di opportunità occupazionali e di un accesso alla
protezione sociale compromette tuttora la sostenibilità del rientro e
dell'integrazione locale. Per quanto riguarda le questioni
regionali e gli obblighi internazionali, l'attuazione dell'accordo di
pace di Dayton-Parigi è proseguita, ma i rappresentanti politici della
Republika Srpska hanno spesso rimesso in discussione l’integrità territoriale
del paese. La collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l’ex
Iugoslavia è rimasta soddisfacente. Il mandato del rappresentante speciale
dell'Unione europea è stato trasferito dall'ufficio dell'Alto rappresentante a
un rappresentante unico dell'UE che funge al tempo stesso da rappresentante
speciale dell'Unione europea e da capo della delegazione UE. La collaborazione tra tribunali e pubblici
ministeri di Bosnia-Erzegovina, Croazia e Serbia è proseguita. È in corso
l'attuazione degli accordi bilaterali sul riconoscimento e sull’applicazione
reciproci delle sentenze nei casi penali. Tuttavia, gli ostacoli giuridici
all'estradizione contenuti nel codice di procedura penale ostacolano tuttora le
azioni giudiziarie nei casi di crimini di guerra. Per quanto attiene alla Corte penale
internazionale, l’accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti
non è conforme alle posizioni comuni e ai principi direttivi dell’UE. Il paese
si deve allineare con la posizione dell'UE. Si osservano notevoli progressi in relazione
al processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo. Dopo le riunioni di
giugno e settembre 2011, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, il Montenegro e la
Serbia hanno raggiunto un accordo su diverse questioni tra cui il testo di una
dichiarazione congiunta da firmare in occasione di una conferenza ministeriale
che si terrà a Belgrado. La
Bosnia-Erzegovina ha continuato a partecipare attivamente alle iniziative della
cooperazione regionale, ivi compresi il processo di cooperazione nell'Europa
sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) e l'accordo
centroeuropeo di libero scambio (CEFTA). Le sue relazioni con i paesi limitrofi
si sono ulteriormente sviluppate, A settembre la Bosnia-Erzegovina ha deciso
ufficialmente di riconoscere i timbri doganali del Kosovo. Rimangono tuttavia
irrisolte alcune questioni con i paesi limitrofi relative alle frontiere. Dopo una crescita modesta nel 2010, nel 2011
l’economia della Bosnia-Erzegovina ha registrato un'accelerazione. La
ripresa, tuttavia, è ancora lenta e trainata principalmente dalla domanda
esterna. I tassi di disoccupazione sono rimasti elevatissimi. La situazione di
bilancio è lievemente migliorata grazie alle misure di aggiustamento adottate
nell'ambito del programma del Fondo monetario internazionale e all'aumento
delle entrate. La sostenibilità di bilancio a medio termine è stata tuttavia
gravemente compromessa dalla mancata adozione del quadro globale per le
politiche di bilancio 2011-2013. L'impegno nei confronti delle riforme
strutturali e del risanamento delle finanze pubbliche è rimasto scarso e
disomogeneo in tutto il paese e la qualità delle finanze pubbliche è rimasta
carente. Per quanto riguarda il rispetto dei criteri
economici, la Bosnia-Erzegovina ha compiuto altri piccoli progressi verso
la creazione di un'economia di mercato funzionante. Occorre realizzare
ulteriori e significative riforme per permettere al paese di far fronte a lungo
termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno
dell'Unione. La ripresa è trainata principalmente dalla
domanda esterna, ma si è registrato anche un incremento della domanda interna
favorito dalla ripresa delle attività di credito. La produzione industriale è
in aumento. Le attività commerciali si sono notevolmente sviluppate e il
livello di integrazione commerciale con l’UE è rimasto elevato. La stabilità
finanziaria e monetaria è stata preservata. Il regime del comitato monetario ha
conservato un grado elevato di credibilità. Si osserva qualche miglioramento
del clima imprenditoriale per quanto riguarda la registrazione delle imprese e
la razionalizzazione delle procedure amministrative in genere. Tuttavia, la mancata adozione del quadro
globale per le politiche di bilancio 2011-2013 ha gravemente compromesso la
sostenibilità e la credibilità della politica di bilancio in Bosnia-Erzegovina
e ha privato le autorità di bilancio di un accordo sulla linea generale da
adottare in questo campo. L'impasse politica nel paese ha notevolmente
ritardato l'adozione del bilancio 2011 dello Stato e ha rinviato le discussioni
con il Fondo monetario internazionale sull'attuazione dell’accordo di stand-by.
La qualità delle finanze pubbliche è rimasta inadeguata, con un rapporto
elevato tra spese correnti e PIL. Si è registrato un aumento degli squilibri
esterni, in particolare del disavanzo delle partite correnti, e
dell'inflazione. Il clima imprenditoriale ha continuato a risentire delle
inefficienze amministrative e della debolezza dello Stato di diritto. Il
previsto processo di privatizzazione, ristrutturazione delle imprese pubbliche
e liberalizzazione delle industrie di rete si è arenato. La capacità produttiva
e la competitività dell’economia sono rimaste a livelli piuttosto bassi, perché
le fonti di crescita interne non sono state adeguatamente sfruttate. Le
rigidità strutturali, come i contributi sociali elevati, i trasferimenti
sociali non sufficientemente mirati e la scarsa mobilità della manodopera,
frenano tuttora la creazione di posti di lavoro. I tassi di disoccupazione sono
tuttora elevatissimi e il settore informale rimane un fenomeno preoccupante. La Bosnia-Erzegovina ha registrato progressi
limitati per quanto riguarda l'allineamento della sua legislazione e delle sue
politiche agli standard europei. Si osserva qualche progresso in
settori come la proprietà intellettuale, gli aiuti di Stato, la ricerca, la
cultura, i trasporti e diverse questioni inerenti alla giustizia, alla libertà
e alla sicurezza. Il paese dovrà impegnarsi in modo particolare per quanto
riguarda la circolazione delle merci, delle persone e dei servizi, le dogane e
la fiscalità, la concorrenza, gli appalti pubblici, l'occupazione e le
politiche sociali, l'istruzione, l'industria e le PMI, l’agricoltura e la
pesca, la sicurezza alimentare, le questioni veterinarie e fitosanitarie,
l’ambiente e i cambiamenti climatici, l’energia, la società dell'informazione e
i media e le statistiche. Nel complesso l'applicazione dell'accordo
interinale (AI) è rimasta poco uniforme. Il paese viola l’accordo perché
non rispetta la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e le norme sugli
aiuti di Stato. La legge statale sugli aiuti pubblici, necessaria per
conformarsi all'accordo di stabilizzazione e di associazione, è stata adottata
in agosto dal Consiglio dei ministri ma è ancora in attesa di adozione da parte
del parlamento. Deve essere adottata con urgenza la legge sul censimento a
livello statale, necessaria per lo sviluppo socioeconomico del paese. La Bosnia-Erzegovina
ha compiuto qualche progresso nei settori del mercato interno.
Nel campo della libera circolazione delle merci si è fatto qualche
progresso in termini di vigilanza del mercato e di tutela dei consumatori.
Rimane necessario un impegno considerevole per ravvicinare il quadro
legislativo alla normativa dell'UE, migliorare la capacità amministrativa e
creare uno spazio economico unico. I progressi sono
stati limitati per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, i
servizi e il diritto di stabilimento. Entrambe le entità hanno adottato la
legislazione attuativa sui servizi finanziari e il coordinamento della
vigilanza bancaria è migliorato. È indispensabile semplificare ulteriormente le
modalità di registrazione delle imprese e allineare il quadro legislativo sui
servizi postali. Non si osserva alcun progresso per quanto
riguarda la libera circolazione dei capitali. Occorrono un
ulteriore allineamento con l'acquis e un'armonizzazione della legislazione a
livello nazionale. Si rilevano buoni progressi, anche se non omogenei, in
materia di dogane e fiscalità. Rimangono indispensabili un
ulteriore allineamento della legislazione e un ulteriore sviluppo delle
capacità per garantire l'effettiva applicazione ed attuazione dei diritti di
proprietà intellettuale. La Bosnia-Erzegovina ha fatto qualche
progresso nell’applicazione delle norme in materia di concorrenza. Non
vi è stato alcun progresso nel settore degli appalti pubblici, specie
per quanto riguarda l'allineamento integrale con la legge sugli appalti
pubblici. Sono stati registrati ulteriori progressi per quanto riguarda i diritti
di proprietà intellettuale. Si osservano pochi progressi per quanto
riguarda le politiche sociali e occupazionali e la politica della
pubblica sanità. Esistono, o sono in fase di elaborazione, documenti strategici
per l’intero paese, ma le politiche e la legislazione rimangono frammentate.
Sono state adottate leggi quadro e strategie in materia di istruzione,
che però devono ancora essere attuate. È stato fatto qualche progresso nel
settore della cultura. Il paese ha registrato ulteriori progressi in
materia di ricerca e ha iniziato i preparativi per l'Unione
dell'innovazione. I negoziati per l'adesione all'Organizzazione mondiale del
commercio sono andati avanti. La Bosnia-Erzegovina ha fatto pochi progressi
verso la conformità con gli standard europei per una serie di politiche
settoriali. Per quanto riguarda l'industria e le piccole e
medie imprese (PMI), occorre ancora adottare una strategia nazionale di
sviluppo, comprendente elementi di politica industriale, e attuare la strategia
per le PMI. Sono stati compiuti alcuni progressi nel settore della politica
veterinaria, fitosanitaria e della sicurezza alimentare nonché nel campo della
pesca. I progressi nel settore dell'agricoltura e dello sviluppo
rurale sono rimasti limitati. Rimane indispensabile un coordinamento più
stretto tra Stato e entità per l'allineamento dell'acquis in questi settori. La
mancanza di progressi ha avuto ripercussioni negative sul commercio di prodotti
agricoli. I preparativi
della Bosnia-Erzegovina nel settore dell'ambiente sono ancora in fase
iniziale. Mancano ancora un quadro legislativo armonizzato per la tutela
ambientale e un’agenzia di Stato per l’ambiente. La capacità amministrativa è
scarsa e la comunicazione orizzontale e verticale tra le diverse autorità deve
essere potenziata. Riguardo ai cambiamenti climatici, occorrono
ulteriori sforzi per l'adozione di una strategia a livello statale in questo
campo, l'allineamento con l"acquis e la sensibilizzazione. La
Bosnia-Erzegovina ha fatto progressi nel settore dei trasporti. Si
rilevano alcuni sviluppi positivi per quanto riguarda le reti di trasporto
transeuropee e i settori del trasporto stradale, aereo e ferroviario e della
navigazione interna. Deve ancora essere adottata la legge sul trasporto delle
merci pericolose. La questione del potenziamento dell'infrastruttura di
trasporto non è ancora stata affrontata. I preparativi nel campo dell’energia
non hanno registrato grandi progressi. In quanto parte del trattato che
istituisce la Comunità dell'energia, la Bosnia-Erzegovina deve applicare la
pertinente legislazione UE in materia di energia. È stato fatto qualche
progresso relativamente all'approvvigionamento elettrico del distretto di
Brčko e all'avvio di un riesame generale della normativa sull'energia
elettrica a tutti i livelli di governo. Per garantire la sicurezza
dell’approvvigionamento elettrico occorrono una società nazionale di
trasmissione operativa in tutto il paese e una strategia globale in materia di
energia. I progressi relativi alla società dell’informazione
e ai media sono stati limitati. Il quadro legislativo per l'emittenza
pubblica non è ancora stato armonizzato. Le continue minacce all'indipendenza
dell'ente regolatore per le comunicazioni, le pressioni politiche e la lentezza
con cui procede la riforma dell'emittenza pubblica hanno continuato a destare
serie preoccupazioni. Va segnalato qualche progresso in materia di controllo
finanziario. Esistono unità centrali di armonizzazione a livello dello
Stato e delle entità e si è iniziato ad introdurre l'audit interno. I sistemi
di gestione e controllo finanziari devono essere ulteriormente sviluppati.
L'indipendenza dell’Ufficio statale di audit desta tuttora preoccupazione. Nel
settore delle statistiche si registra qualche progresso in termini di
classificazioni e registri. Occorre migliorare le statistiche settoriali, ad esempio
quelle sui conti nazionali, sulle imprese e sull'agricoltura. La collaborazione
tra gli istituti statistici dello Stato e delle entità e gli altri organi a
livello statale rimane insufficiente. Si è registrato qualche progresso nei diversi
settori connessi a giustizia, libertà e sicurezza. Si stanno
realizzando le priorità per quanto riguarda la politica dei visti.
L’applicazione dell’accordo di facilitazione del visto tra l’UE e la
Bosnia-Erzegovina e dell’accordo di riammissione procede regolarmente. Nel
dicembre 2010 è entrata in vigore l’esenzione dall’obbligo di visto per i
cittadini della Bosnia-Erzegovina in possesso di passaporti biometrici che si
recano nello spazio Schengen. Il paese ha proseguito i preparativi in
materia di gestione delle frontiere, asilo e migrazione.
Il sistema di asilo e di protezione internazionale, il monitoraggio dei flussi
migratori e la collaborazione fra agenzie sono ulteriormente migliorati.
Occorre però potenziare le infrastrutture presso alcuni valichi di frontiera.
Si osservano pochi progressi in materia di lotta al riciclaggio del denaro.
La strategia e il piano d'azione per la lotta al riciclaggio del denaro sono
tuttora attuati in misura limitata. I progressi sono stati scarsi per quanto
riguarda la lotta contro la droga. La mancanza di un follow-up
giudiziario efficace ostacola la lotta contro il traffico di droga, che rimane
un problema preoccupante. La Bosnia-Erzegovina sta portando avanti i
preparativi inerenti alla polizia. La frammentazione delle forze di
polizia della Bosnia-Erzegovina nuoce tuttora all'efficienza, ai risultati,
alla collaborazione e agli scambi di informazioni. La mancanza di un
coordinamento efficace tra gli organi di contrasto impedisce tuttora di
combattere efficacemente la criminalità organizzata, che continua a
destare serie preoccupazioni e ha ripercussioni negative sullo Stato di diritto
e sul clima imprenditoriale. Il paese deve adoperarsi per intensificare la
lotta contro la tratta di esseri umani e ovviare alle carenze in termini
di identificazione delle vittime della tratta. La Bosnia-Erzegovina ha compiuto
qualche progresso in materia di lotta al terrorismo. La task force congiunta
antiterrorismo è stata ripristinata, ma occorre rafforzare l'attuazione della
strategia volta prevenire e combattere il terrorismo. Sono proseguiti i preparativi per la protezione
dei dati personali, ma occorrono ulteriori sforzi per garantire
l'applicazione della legge e l'indipendenza dell'organo di vigilanza. Una
protezione efficace dei dati personali è indispensabile perché la
Bosnia-Erzegovina possa concludere accordi con Europol e Eurojust. Kosovo La situazione politica del Kosovo nel periodo
ottobre 2010-aprile 2011 è stata caratterizzata dall'organizzazione di elezioni
politiche e presidenziali. Lo svolgimento delle elezioni politiche è stato
ostacolato da gravi carenze e difficoltà tecniche. A febbraio è stato formato
un nuovo governo di coalizione e in aprile è stato eletto un nuovo presidente. Il presidente e il governo hanno dato prova di
impegno nei confronti dell'agenda europea. È stato potenziato il coordinamento
delle riforme connesse all'UE. Le elezioni hanno ritardato l'attuazione di
molte riforme fondamentali. Ora occorre un impegno costante per accelerare le
riforme e attuarle in modo efficace. La pubblica amministrazione e il sistema
giudiziario sono deboli. Occorre fare molto di più per combattere la corruzione
e la criminalità organizzata, anche nel campo degli appalti pubblici. La
situazione economica, inoltre, è grave e il governo deve adottare con urgenza
misure volte a migliorare la situazione di bilancio in stretto coordinamento
con il Fondo monetario internazionale. In un'ottica più positiva, il Kosovo ha
continuato ad adoperarsi con notevole impegno per ottenere risultati in settori
chiave della sua agenda europea quali i visti e il commercio. A marzo è iniziato un processo di dialogo tra
Belgrado e Pristina in base alla risoluzione adottata il 9 settembre 2010
dall'Assemblea generale dell'ONU, che era stata presentata congiuntamente dalla
Serbia e dai 27 Stati membri dell'UE. Il dialogo si è svolto in uno spirito
globalmente costruttivo fino a settembre e ha permesso di raggiungere accordi
su diverse questioni: libera circolazione delle merci e delle persone, anagrafe
e catasto. Gli accordi raggiunti finora devono essere applicati in buona fede.
Occorre conseguire altri risultati per quanto riguarda l'applicazione, in via
prioritaria, dei principi propri di una cooperazione regionale inclusiva ed
efficace e trovare soluzioni durature alle questioni connesse all'acquis UE in
ambiti quali l'energia e le telecomunicazioni. L'integrazione della comunità serba a sud del
fiume Ibër/Ibar è migliorata nel periodo oggetto della relazione. I serbi hanno
beneficiato del quadro giuridico che tutela i loro diritti, partecipando
maggiormente alle elezioni politiche e anche al censimento. Gli insegnanti
delle scuole sostenute dalla Serbia hanno iniziato a firmare contratti con le
direzioni comunali del Kosovo competenti in materia di istruzione. Nel Kosovo settentrionale le strutture
sostenute dalla Serbia non sono state smantellate e l'integrazione non è andata
avanti. I comuni sostenuti dalla Serbia si sono opposti al censimento nelle
zone settentrionali e la partecipazione dei serbi del Kosovo settentrionale
alle elezioni politiche è stata bassissima. I serbi del nord hanno inoltre
contestato il mandato di EULEX. A luglio e a settembre la situazione nel Kosovo
settentrionale e la questione del controllo delle frontiere/della linea di confine
hanno dato luogo a episodi di violenza durante i quali più persone sono rimaste
ferite e una è deceduta. È inoltre aumentato il ricorso alla retorica
incendiaria da parte dei leader kosovari. Tutte le parti devono adoperarsi per
allentare le tensioni nel Kosovo settentrionale e consentire la libera
circolazione delle persone e delle merci a vantaggio degli abitanti della
regione. La autorità collaborano con EULEX per indagare
sulle accuse mosse nella risoluzione relativa al trattamento disumano delle persone
e al traffico illecito di organi umani in Kosovo adottata dall'Assemblea
parlamentare del Consiglio d'Europa. Le autorità kosovare devono assicurare una
collaborazione coerente ed efficace con EULEX in tutti gli ambiti del suo
mandato. Per quanto riguarda la democrazia e lo
Stato di diritto, il governo, l'Assemblea e le autorità giudiziarie del
Kosovo devono rivolgere urgentemente la loro attenzione allo Stato di diritto,
che rimane fonte di serie preoccupazioni. Il quarto mandato dell'Assemblea è iniziato
il 21 febbraio dopo le elezioni politiche. Sono state individuate gravi carenze
nel processo elettorale. Per eliminarle il Kosovo deve prendere con urgenza
provvedimenti volti a semplificare il sistema, in conformità degli standard
internazionali, e condurre indagini e procedimenti giudiziari nei casi di
brogli elettorali. L'Assemblea ha adottato un bilancio e una serie di leggi
sulle principali riforme connesse all'agenda europea. La capacità
dell'Assemblea di esaminare i disegni di legge e l'attività del governo sono
ancora mediocri. Si sospetta inoltre che le norme procedurali dell'Assemblea
non vengano applicate sistematicamente. Il nuovo governo di coalizione
insediatosi il 22 febbraio ha adottato in marzo un regolamento che definisce e
rafforza il ruolo dei dipartimenti per l'integrazione europea presso i
ministeri. Il ministero dell'Integrazione europea ha rafforzato il proprio
ruolo di coordinatore dell'agenda europea e dei donatori e ha insistito perche
le riforme vengano accelerate. Occorrono ulteriori sforzi per individuare
obiettivi specifici e risultati misurabili onde orientare meglio le attività di
riforma del governo. Il processo di decentramento è proseguito. Il governo deve
trovare soluzioni per garantire la sostenibilità a lungo termine dei neocomuni
a maggioranza serba. Al tempo stesso, le strutture sostenute dalla Serbia hanno
continuato a funzionare in Kosovo impedendo un decentramento totale. I progressi sono stati limitati per quanto
riguarda la riforma della pubblica amministrazione. Il quadro normativo
è stato potenziato ma deve ancora essere completato. La strategia riveduta
2010-2013 per la riforma della pubblica amministrazione non è ancora stata
attuata. La riforma della pubblica amministrazione, che è molto carente, rimane
una sfida considerevole. L'ufficio dell'ombudsman non dispone di risorse,
locali e sostegno politico adeguati. Si segnalano progressi per quanto riguarda il sistema
giudiziario, in particolare certe sentenze fondamentali della Corte
costituzionale. L'Assemblea ha adottato leggi importanti come quelle sulla
protezione dei testimoni, sulla responsabilità penale delle persone giuridiche
in caso di reato e sulla cooperazione giuridica internazionale. Il processo di
riforma deve andare avanti. L'attuazione delle quattro leggi di riforma
adottate nel periodo oggetto della relazione precedente è proseguita in modo
soddisfacente. È stata aumentata la capacità della divisione per la
cooperazione giuridica internazionale presso il ministero della Giustizia, che
ha gestito i casi in modo professionale. Il Consiglio giudiziario del Kosovo ha
iniziato ad occuparsi delle principali priorità. I nove membri del Consiglio
delle procure del Kosovo sono stati nominati e il Consiglio ha iniziato la sua
attività. Gli stipendi di giudici e pubblici ministeri sono stati aumentati. Il
sistema giudiziario del Kosovo rimane però carente. L'arretrato giudiziario è
ancora considerevole e continuano ad arrivare preoccupanti segnalazioni di
minacce e intimidazioni nei confronti dei giudici e di ingerenze politiche
nell'attività della magistratura. I pubblici ministeri e i giudici devono
adottare un approccio più proattivo per quanto riguarda le indagini e le
sentenze sui casi di criminalità organizzata e corruzione. La trasparenza
dell'applicazione della legge sull'amnistia desta serie preoccupazioni. Il Kosovo ha fatto qualche progresso in termini di lotta alla corruzione,
iniziando in particolare ad occuparsi di alcuni casi. Il fenomeno è ancora
diffuso in molti settori e rimane un problema molto serio che incide anche
sull'accesso dei cittadini ai servizi. La task force anticorruzione è stata
potenziata. L'adozione di diverse leggi importanti ha migliorato il quadro
legislativo per la lotta alla corruzione, che rimane però incompleto e deve
essere ulteriormente rafforzato. La legge sul finanziamento dei partiti
politici presenta gravi lacune e il monitoraggio della sua applicazione deve
essere migliorato. Le violazioni delle norme sugli appalti rimangono una fonte
di preoccupazione nel contesto della lotta alla corruzione. Le dichiarazioni
patrimoniali rivelano ancora discrepanze tra i beni dichiarati e il reddito
effettivo. La costituzione del Kosovo contiene
disposizioni forti intese a garantire l'applicazione degli standard
internazionali per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani
e il rispetto e la tutela delle minoranze. L'attività delle
diverse istituzioni incaricate di promuovere, applicare e monitorare i diritti
fondamentali non viene coordinata adeguatamente. Gli organi appartenenti al
ramo esecutivo del governo non dispongono di una capacità sufficiente. Il fatto
che le loro competenze e la loro autorità non siano definite con precisione dà
spesso luogo a sovrapposizioni con altri organi. Il loro impatto politico e
pratico è limitato. Occorre fare di più per potenziare i mezzi di ricorso
giuridici e amministrativi in caso di violazione dei diritti umani.
L'integrazione dei membri della comunità serba è migliorata, specialmente a sud
del fiume Ibër/Ibar. Occorrono ulteriori sforzi per soddisfare le necessità dei
serbi in tutto il Kosovo, ma soprattutto nella parte settentrionale. I progressi sono stati limitati in termini di diritti civili e
politici. Il governo deve adoperarsi ulteriormente per la prevenzione
della tortura e dei maltrattamenti. Occorre adottare altre misure per
abolire l'impunità. In alcune carceri si deve risolvere il
problema del sovraffollamento e della mancanza di spazio. L'accesso alla
giustizia non è totalmente garantito, soprattutto nella parte settentrionale
di Mitrovicë/Mitrovica, dove il tribunale distrettuale funziona con una
capacità limitata nell'ambito di EULEX compromettendo lo Stato di diritto in
questa parte del Kosovo. I progressi sono stati limitati per quanto
attiene alla libertà di espressione. La trasparenza della proprietà dei
media è garantita da una legge che viene applicata correttamente. I giornalisti
continuano a subire pressioni politiche e minacce. L’indipendenza e
l’imparzialità dell’emittente pubblica (RTK) non sono garantite. Nel complesso
la libertà di riunione e di associazione viene rispettata. Il diritto di
associazione è stata garantito con l'adozione di modifiche della legge sulla
libertà di associazione delle ONG. Il contesto in cui opera la società
civile deve essere notevolmente migliorato. Il governo deve utilizzare
meglio l'esperienza della società civile. Per quanto riguarda la libertà di pensiero,
di coscienza e di culto, la polizia ha continuato a gestire bene il
trasferimento delle competenze per la custodia dei siti storici e religiosi,
compresi quelli dei serbi ortodossi, dalla KFOR. Il Kosovo ha anticipato i
lavori di ristrutturazione dei siti dei serbi ortodossi in collaborazione con
le parti interessate della chiesa e delle autorità serbe. Occorrono ulteriori sforzi per garantire
integralmente i diritti economici e sociali. Si osserva qualche
progresso in relazione ai diritti delle donne, che consiste segnatamente
nell'aumento della loro rappresentanza politica e nel miglioramento del quadro
legislativo per tutelare i loro diritti. Occorre potenziare le istituzioni
competenti e aumentare la dotazione di bilancio per consentire l'applicazione
della legislazione. La tutela dei diritti dei minori è migliorata con
l'applicazione del codice di giustizia minorile. È stato istituito il consiglio
per la tutela dei minori e la giustizia minorile. La tutela dei minori
rimane carente e un numero elevato di bambini vive tuttora in condizioni di
povertà. Si osservano progressi limitati relativamente alle categorie
socialmente vulnerabili e ai disabili. È stata pubblicata una
relazione sull'attuazione del piano d'azione per i disabili. Occorre rafforzare
l'attuazione del piano d'azione e delle leggi pertinenti, specialmente a
livello comunale, garantendo in particolare l'accesso degli allievi disabili
alle scuole. Il governo ha svolto campagne di
sensibilizzazione sulla legge contro la discriminazione, un fenomeno che
rimane preoccupante. Va segnalato qualche progresso per quanto attiene ai diritti
dei lavoratori e dei sindacati. Sono state adottate la legge sul lavoro, la
legge sui sindacati e la legge sul Consiglio economico e sociale. I progressi
sono stati eterogenei per quanto riguarda i diritti di proprietà
intellettuale. Il quadro legislativo è stato migliorato ed è stato nominato
un coordinatore dei diritti di proprietà. Il gran numero di casi in sospeso
impedisce alle persone di esercitare i loro diritti di proprietà. Occorre
adoperarsi con maggiore impegno per applicare la legislazione vigente. Il Kosovo ha fatto qualche progresso in termini di rispetto e tutela
dei diritti delle minoranze e dei diritti culturali. I neocomuni a
maggioranza serba devono affrontare problemi di vario tipo, tra cui la gestione
dei terreni. Si osservano progressi limitati relativamente all'accesso delle
minoranze all'istruzione. La comunità serba a nord e a sud dell'Ibër/Ibar
usa ancora i libri di testo e il sistema didattico forniti dalla Serbia. Le
autorità del Kosovo devono offrire un'alternativa ed elaborare un programma di
studio in serbo. Il serbo non viene proposto come seconda lingua ufficiale
nelle scuole situate al di fuori delle zone a maggioranza serba. Sono stati
registrati pochi progressi per quanto riguarda l'uso delle lingue. Il
quadro legislativo non è applicato in modo adeguato. Non esistono servizi
pubblici multilingue. La posizione dei media della minoranza serba è
migliorata, in particolare grazie al lancio di "TV Mreža". Per quanto riguarda la risistemazione delle famiglie rom, ashkali ed
egiziane provenienti dalle aree contaminate dal piombo, il campo di Çesmin
Lug/Česmin Lug è stato chiuso nell'ottobre 2010. Il campo di Osterode non
è stato chiuso perché non è stato messo a disposizione un terreno pubblico
alternativo nella parte settentrionale di Mitrovicë/Mitrovica. Il governo ha
favorito l'iscrizione all'anagrafe di queste comunità, anche mediante
l'organizzazione di una registrazione gratuita. È stata pubblicata una
relazione sull'attuazione della strategia per le comunità rom, ashkali ed
egiziane. Ciò nonostante, le condizioni di vita di queste comunità e il loro
accesso all'occupazione, all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alla
protezione sociale sono ancora fonte di serie preoccupazioni. Il rientro dei profughi e degli sfollati interni
costituisce tuttora un problema per le istituzioni del Kosovo. La quota del bilancio
pubblico stanziata per il rientro è molto bassa (-40%). I rientri volontari e
sostenibili sono ancora fortemente ostacolati da problemi come i ritardi nella
restituzione delle proprietà e la scarsità di opportunità economiche. Molti
sfollati vivono ancora in condizioni difficili. I progressi sono limitati per
quanto riguarda l'applicazione dei diritti culturali. La collaborazione
tra i ministeri competenti e tra i livelli centrale e comunale è migliorata. La
legislazione sulla tutela del patrimonio culturale e l'attuazione delle leggi
rimangono carenti. Per quanto riguarda gli obblighi
regionali e internazionali, il Kosovo ha continuato a collaborare con
il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia. EULEX ha condotto una
serie di operazioni comprendenti arresti e condanne in casi di crimini di
guerra, alcuni dei quali vedono coinvolti alti esponenti politici tra cui un ex
ministro. L'adozione, in agosto, della legge sulle persone scomparse segna una
svolta importante. La legge garantisce il riconoscimento del diritto delle
famiglie di sapere e di ottenere riparazione e definisce lo status giuridico
delle persone scomparse. Il governo deve fornire maggiori informazioni e
risorse per far luce sulla sorte delle persone scomparse. La risoluzione adottata
a gennaio dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha dato luogo a
gravi denunce legate al conflitto del 1999. EULEX ha istituito una task force,
con sede a Bruxelles e un ufficio di collegamento a Pristina, per indagare su
queste denunce. Le autorità collaborano con EULEX per questo dossier. Il Kosovo ha partecipato al Consiglio di
cooperazione regionale, riunitosi a giugno in Montenegro per la prima volta
dall'estate del 2010. Nel 2011 il Kosovo ha presieduto le riunioni del CEFTA in
modo soddisfacente. È stato raggiunto un accordo sui timbri doganali
nell'ambito del dialogo Belgrado/Pristina. Occorre ancora raggiungere un
accordo su una soluzione duratura per la partecipazione del Kosovo ai consessi
regionali, Tutte le parti interessate devono dare piena applicazione ai
principi alla base di una cooperazione regionale inclusiva e efficace. L'economia del Kosovo è ancora
caratterizzata da una crescita fragile e da forti squilibri interni ed esterni,
aggravati da una politica di bilancio imprevedibile. La coesione socioeconomica
è fortemente minacciata dall'elevata inflazione e dal disfunzionamento del
mercato occupazionale. Una serie di misure ad hoc e la mancanza di impegno da
parte delle autorità hanno ostacolato l’accordo di stand-by con il Fondo
monetario internazionale (FMI). Il nuovo accordo con il FMI, che non prevede
esborsi e si applica fino alla fine del 2011, sarà indicativo della capacità
del Kosovo di riacquistare credibilità a livello di politica economica e di
bilancio. La notevole incertezza ha continuato a frenare lo sviluppo del
settore privato. Le imprese risentono della debolezza dell'amministrazione,
della mancanza di un approvvigionamento elettrico sicuro, dell'inadeguatezza
delle infrastrutture e di uno Stato di diritto carente. Per quanto riguarda i criteri economici,
il Kosovo non ha fatto alcun progresso verso l'instaurazione di un'economia di
mercato funzionante. Occorre realizzare notevoli riforme ed investimenti per
permettere al paese di far fronte a lungo termine alle pressioni della
concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. Il quadro monetario ha continuato a funzionare
relativamente bene, anche se c'è margine per migliorare, in particolare, la
regolamentazione e la vigilanza nel settore finanziario. L'intermediazione
finanziaria ha continuato a svilupparsi e il settore bancario è rimasto stabile
e redditizio nonostante l'aumento dei prestiti in sofferenza. Si sono
registrati alcuni progressi a livello di privatizzazioni. Il buon funzionamento del mix di politiche
macroeconomiche è sempre più minacciato da una politica di bilancio
imprevedibile, dalla crescita non sostenibile della spesa pubblica e dalle
limitate possibilità di finanziamento. La governance mediocre e le misure ad
hoc si ripercuotono negativamente sul settore privato e l'economia risente
tuttora dei gravi problemi strutturali. L'inflazione è stata elevata e
volatile. La disoccupazione è rimasta molto elevata e i posti di lavoro creati
non bastano né ad attenuare le pressioni sul mercato occupazionale né a offrire
sbocchi, specialmente ai giovani appena arrivati sul mercato. Gli squilibri
esterni sono ancora elevati, specie per quanto riguarda gli scambi di beni, e
l'afflusso di investimenti esteri a sostegno della produzione è rimasto
limitato. L’ente pubblico per l’energia elettrica ha continuato a ricevere
ingenti sovvenzioni dal bilancio statale e prestiti per finanziare i suoi
programmi d’investimento. Il clima imprenditoriale risente tuttora della
debolezza dello Stato di diritto e dei problemi connessi ai diritti di
proprietà. Il settore informale costituisce ancora un problema serio. La campagna elettorale che ha preceduto le
elezioni politiche anticipate, cui è seguito il processo di formazione del
nuovo governo e di elezione del presidente, ha lasciato poco tempo
all'Assemblea e al governo per adottare leggi e politiche in linea con gli standard
europei. I progressi sono stati eterogenei. Il sistema dei movimenti di
capitale è piuttosto sviluppato. Il Kosovo ha fatto progressi in materia di
asilo e migrazione, specie per quanto riguarda la riammissione e il
reinserimento dei rimpatriati. A livello legislativo si osserva qualche
progresso relativamente alla politica di concorrenza, al settore dell'energia,
alla società dell'informazione e ai media. Si rilevano alcuni progressi nei
seguenti settori: fiscalità, diritti di proprietà intellettuale, occupazione,
politiche sociali e pubblica sanità, controllo finanziario, statistiche,
gestione delle frontiere e lotta alla tratta di esseri umani. Le infrastrutture
di trasporto devono essere ulteriormente sviluppate. Sono stati ottenuti
risultati limitati a livello di ambiente, agricoltura e sicurezza alimentare,
traffico di droga, criminalità organizzata e lotta al terrorismo. Si è fatto
poco per allineare la legislazione con l'acquis riguardante la circolazione
delle persone, i servizi e il diritto di stabilimento, il riciclaggio del
denaro e la protezione dei dati personali. Per quanto attiene
al mercato interno dell'UE, vi sono stati alcuni progressi relativamente
alla legislazione sulla libera circolazione delle merci. Si osserva
qualche progresso in materia di valutazione della conformità,
accreditamento, metrologia e vigilanza del mercato. I progressi sono
limitati per quanto riguarda la standardizzazione. A livello legislativo
non è stato fatto alcun progresso relativamente alla tutela dei consumatori.
Il ravvicinamento con l'acquis dell'UE sulla libera circolazione delle
merci è limitato. Occorrono un miglior coordinamento e una strategia per il
processo di allineamento con tutto l'acquis in questo settore. La capacità
amministrativa e le misure di attuazione sono inadeguate. L'allineamento con
l'acquis per quanto riguarda la circolazione delle persone, i servizi,
il diritto di stabilimento e il diritto societario è in fase
iniziale. Il sistema dei movimenti di capitale è piuttosto sviluppato e
alquanto liberalizzato. È auspicabile un'ulteriore riforma per introdurre i
requisiti di Basilea II in materia di rischi. La legislazione doganale
del Kosovo è globalmente in linea con il codice doganale dell'UE. Occorre
adoperarsi ulteriormente per combattere il contrabbando e la contraffazione. Il
comitato di revisione indipendente deve funzionare meglio e ridurre il numero
di casi pendenti. Si rileva qualche progresso in termini di fiscalità,
soprattutto per quanto riguarda l'attuazione delle riforme a sostegno della
strategia di conformità fiscale. La capacità amministrativa per la riscossione
delle tasse e la riduzione del vasto settore informale è ancora scarsa. A livello
legislativo è stato fatto qualche progresso relativamente alla politica di
concorrenza, segnatamente in materia di politica antitrust e di aiuti
di Stato, con l'adozione della legge sugli aiuti di Stato. L'attuazione
della politica antitrust sta migliorando. Si segnalano progressi nel settore
degli appalti pubblici con l'adozione della legge modificata sugli
appalti pubblici, che rappresenta un passo avanti verso l'allineamento con gli
standard dell'UE. Occorre completare il quadro legislativo e migliorare la
collaborazione tra le istituzioni competenti. Si osserva qualche
progresso relativamente ai diritti di proprietà intellettuale, specie
per quanto riguarda i diritti di proprietà industriale. Il quadro legislativo
non è completo e l'applicazione delle norme sui diritti di proprietà
intellettuale è insufficiente. Va segnalato qualche progresso in termini di
allineamento legislativo con gli standard dell'UE su occupazione, politica
sociale e politica sanitaria. L'attuazione di questo quadro legislativo è
fondamentale per aiutare i disoccupati e le categorie vulnerabili e migliorare
il proprio tenore di vita. La capacità amministrativa in questi settori rimane
limitata, specialmente a livello comunale. Si rileva qualche progresso
nell'allineamento agli standard europei in materia di istruzione e ricerca.
Occorre rafforzare la capacità a livello centrale e comunale per garantire
l'effettiva attuazione del quadro legislativo e strategico. I progressi sono
limitati per quanto riguarda la ricerca e l'innovazione. Occorre impegnarsi
seriamente per creare la capacità di ricerca e innovazione necessaria. L'attuazione
del quadro legislativo deve essere rafforzata, anche migliorando il
coordinamento tra i livelli centrale e locale. Sono state assegnate risorse
umane sufficienti a progetti di istruzione e di ricerca per poter beneficiare
appieno del sostegno dei donatori. Per quanto riguarda le politiche settoriali, occorre adottare il piano
di attuazione per le PMI e le strategie industriali, stanziare una
dotazione di bilancio adeguata e potenziare le autorità competenti. Il
coordinamento e la collaborazione fra le parti interessate rimangono
problematici. Il Kosovo ha compiuto progressi limitati nel settore dell'agricoltura
e della sicurezza alimentare. Si è cercato di sviluppare la capacità
amministrativa, specie per quanto riguarda la sicurezza alimentare. I progressi
registrati in termini di rafforzamento del quadro legislativo e amministrativo
su ambiente e cambiamenti climatici sono stati limitati, soprattutto per
l'insufficienza degli stanziamenti di bilancio. Le infrastrutture di trasporto devono essere ulteriormente
sviluppate. Il principale progetto di infrastrutture stradali del Kosovo, la
costruzione dell'autostrada che collegherà il Kosovo alla frontiera albanese,
continua a destare preoccupazione a causa dei costi eccessivamente alti e
dell'entità degli investimenti necessari a lungo termine. Si rileva qualche
progresso nel settore dell'aviazione. Nel settore dell'energia è stato fatto
qualche progresso per quanto riguarda l'allineamento legislativo e l'attuazione
del trattato che istituisce la Comunità dell’energia. Per attirare gli
investimenti occorrono sforzi costanti onde migliorare il sistema di
fatturazione e di riscossione delle bollette dell'energia elettrica e istituire
una tariffa non sovvenzionata che rifletta i costi. L'apertura della nuova
centrale ha subito ritardi che hanno avuto un'incidenza sul calendario per la
chiusura della centrale Kosovo A, che è estremamente inquinante. Le divergenze
sullo status impediscono tuttora al Kosovo di partecipare ai meccanismi
regionali di transito dell'energia, il che mette a repentaglio la stabilità del
sistema energetico del Kosovo e lo priva delle entrate derivanti dal transito. Nel settore della società dell'informazione
e dei media, il Kosovo ha adottato alcuni regolamenti sulle
telecomunicazioni per conformarsi agli standard dell'UE. Leggi importanti sul
finanziamento sostenibile dell'emittente pubblica e sulla commissione
indipendente per i mezzi di comunicazione sono state depennate dall'ordine del
giorno dell'Assemblea perché non sono conformi agli standard dell'UE e non
tutelano l'indipendenza della commissione e dell'emittente pubblica. Entrambi i
problemi devono essere risolti urgentemente. Si registra qualche progresso nel settore del controllo
finanziario. Le prassi del controllo finanziario interno pubblico sono
ancora in fase iniziale. I dirigenti delle organizzazioni che si occupano di
bilancio devono essere sensibilizzati all'importanza della gestione e del
controllo finanziari. Il Kosovo ha compiuto qualche progresso in materia di statistiche,
tra cui in particolare la gestione soddisfacente del censimento demografico e
abitativo. Il Kosovo ha fatto progressi eterogenei in
materia di giustizia, libertà e sicurezza. Il ministero degli Affari
interni ha preso provvedimenti per preparare il rilascio di passaporti
biometrici in Kosovo. Sono stati fatti buoni progressi adottando una
legislazione adeguata e migliorando l'affidabilità delle anagrafi. Occorrono
ulteriori sforzi per garantire la sicurezza dei documenti. Si osserva qualche progresso per quanto
riguarda la gestione delle frontiere. È stata costituita una task force
congiunta tra dogane e polizia per lottare contro la criminalità
transfrontaliera. Le agenzie hanno organizzato pattugliamenti congiunti lungo
il confine e operazioni congiunte ai valichi di frontiera. Sono stati condotti
pattugliamenti di polizia congiunti e sincronizzati con controparti dell'Albania
e dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia. La polizia ha ripreso altre
mansioni della KFOR riguardanti la protezione della frontiera verde con l'ex
Repubblica iugoslava di Macedonia e il Montenegro. La qualità e la coerenza dei
controlli alle frontiere devono ancora essere migliorate. Si osservano progressi in materia di asilo.
Il Kosovo ha dovuto gestire un maggior numero di richieste di asilo e ha
adottato una serie di decisioni in merito. La procedura in materia di asilo
presenta ancora determinate carenze, in particolare per quanto riguarda
l'interpretazione, l'accertamento dell'origine delle persone e i ricorsi. Il
Kosovo ha fatto progressi in materia di migrazione, firmando altri
accordi di riammissione con paesi europei. Il dipartimento per la cittadinanza,
l'asilo e la migrazione ha continuato a gestire efficacemente le domande di
riammissione provenienti da paesi europei. Il Kosovo ha fatto notevoli
progressi in termini di reintegrazione dei rimpatriati, anche a livello locale.
Occorre però un impegno costante per garantire l'effettiva attuazione. Il Kosovo ha fatto progressi limitati per
contrastare il riciclaggio del denaro e la criminalità economica e
finanziaria. È iniziato un trasferimento graduale delle competenze del centro
di informazione finanziaria da EULEX alle autorità kosovare. La capacità del
Kosovo di indagare e perseguire i reati economici resta limitata. La
criminalità economica e finanziaria e il riciclaggio del denaro sono tuttora
fonte di seria preoccupazione. È aumentato il numero delle confische e degli
arresti operati dalla polizia per reati connessi alla droga, compreso il
traffico di stupefacenti, ma gli importi confiscati sono ancora di entità
limitata. Occorre intensificare considerevolmente la lotta contro il traffico
di droga in misura corrispondente alla sfida che deve affrontare il Kosovo.
Si osserva qualche progresso per quanto riguarda la polizia, che è
subentrata maggiormente alla KFOR. Ora la polizia deve affrontare problemi di
natura strutturale e organizzativa e migliorare la sua capacità di combattere
forme complesse di criminalità organizzata. Si osservano progressi limitati nella lotta
alla criminalità organizzata. Un certo numero di casi di criminalità
organizzata ha dato luogo a perquisizioni, arresti, rinvii a giudizio e
condanne. Gli organi di contrasto e le autorità giudiziarie devono adottare
un'impostazione più proattiva per lottare contro la criminalità organizzata.
Occorre rafforzare la capacità umana e tecnica e migliorare considerevolmente
la qualità delle indagini. In Kosovo lo sviluppo della capacità di lotta alla
criminalità organizzata è ancora in fase iniziale. Occorre adoperarsi con
impegno per rispondere a questa sfida. Il Kosovo ha fatto qualche progresso per
quanto riguarda la lotta alla tratta di esseri umani. Il numero di
vittime identificate è lievemente aumentato nel periodo oggetto della
relazione. Sono stati adottati la strategia e il piano d'azione 2011-2014
contro la tratta di esseri umani. L'efficienza della direzione di polizia incaricata
delle indagini sulla tratta di esseri umani è migliorata, ma la capacità delle
procure e dei tribunali del Kosovo in termini di indagini, azioni penali e
condanne in questo campo è ancora inadeguata. I progressi sono stati scarsi per quanto
riguarda la lotta contro la droga. La capacità del Kosovo di applicare
la legislazione e documenti strategici pertinenti quali la legge sulla
prevenzione del riciclaggio del denaro e sul finanziamento del terrorismo o
sulla strategia antiterrorismo rimane scarsa. Si rilevano pochi progressi per
quanto riguarda la protezione dei dati personali, e questo desta serie
preoccupazioni. Turchia La Turchia continua a soddisfare in misura
sufficiente i criteri politici. Il 12 giugno 2011 si sono svolte
elezioni politiche libere e democratiche. Il governo ha dato inizio ai lavori
per l'attuazione del pacchetto di riforme costituzionali 2010. Il clima
politico risente della mancanza di un dialogo adeguato e di uno spirito di
compromesso tra i partiti politici. Le relazioni tra le principali istituzioni
sono tese. Quest'atmosfera ha ostacolato il proseguimento del processo di
riforma. Dopo le elezioni è iniziato un nuovo processo di riforma della
Costituzione. Occorrono altri notevoli sforzi per garantire i diritti fondamentali
nella maggior parte dei settori e in particolare nel campo della libertà di
espressione, nel quale il numero di processi contro scrittori e giornalisti e
la censura ancora troppo frequente operata nei confronti di siti Internet
destano serie preoccupazioni. Per quanto riguarda la democrazia e lo
Stato di diritto, le indagini su Ergenekon e su diversi altri presunti
progetti di colpo di Stato danno ancora alla Turchia la possibilità di far luce
sulle presunte attività criminali contro la democrazia e, pertanto, di
rafforzare la fiducia nel buon funzionamento delle sue istituzioni democratiche
e nello Stato di diritto. Tuttavia sono state espresse serie preoccupazioni
circa il modo in cui vengono condotte le indagini, i procedimenti giudiziari e
l'applicazione delle procedure penali, che compromette i diritti della difesa e
la legittimità dei processi. Per quanto riguarda la riforma della
pubblica amministrazione vi è stato qualche progresso in termini di riforma
legislativa. Occorre adoperarsi per istituire la figura dell'ombudsman e
aumentare il sostegno politico a favore della riforma della pubblica
amministrazione e del decentramento. Si osservano buoni progressi per quanto
riguarda il consolidamento del principio del controllo civile sulle forze di
sicurezza. È stato rafforzato, in particolare, il controllo civile sulla
spesa militare. Le decisioni del Consiglio militare supremo sono state
assoggettate al ricorso giurisdizionale civile. Occorrono altre riforme per
consolidare il controllo civile nel settore della sicurezza interna, in
particolare a livello della gendarmeria, e compiere ulteriori progressi per
quanto attiene al sistema della giustizia militare. Si rilevano progressi nel settore giudiziario.
L'adozione della legislazione sul Consiglio superiore dei giudici e dei
pubblici ministeri e sulla Corte costituzionale fornisce il quadro necessario
per rafforzare l'indipendenza e l'imparzialità della magistratura. Sono inoltre
stati presi provvedimenti volti a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario.
Occorrono ulteriori provvedimenti in tutti i settori, compreso il sistema
giudiziario penale. La Turchia ha un notevole arretrato di casi penali gravi e
per la maggior parte della popolazione carceraria non vengono pronunciate
condanne definitive. Occorre inoltre monitorare l'attuazione, perché le misure
adottate finora hanno creato divisioni tra il mondo giuridico e la società
civile del paese. I procedimenti giudiziari non sono abbastanza trasparenti. I
tribunali e le procure non informano né le parti interessate né la popolazione
in generale sulle questioni di pubblico interesse. La strategia di riforma
giudiziaria deve essere riveduta di concerto con tutte le parti interessate,
con i giuristi turchi e con la società civile. L'attuazione della
strategia e del piano d'azione anticorruzione è in fase iniziale. La
corruzione è ancora molto diffusa in numerosi settori. Fra i principali
problemi che ancora sussistono vanno segnalate la mancanza di trasparenza nel
finanziamento dei partiti politici e la portata delle immunità. Occorre un
maggiore sostegno politico a favore del potenziamento e dell'applicazione del
quadro legislativo anticorruzione. Le indagini sull'associazione benefica Deniz
Feneri, accusata di frode in Germania, hanno portato all'arresto di un ex
presidente del Consiglio superiore della radio e della televisione turca (RTUK)
e di quattro alti dirigenti della rete televisiva Kanal 7. La Turchia deve
costituire un track record positivo di indagini, rinvii a giudizio e condanne
per i casi di corruzione. I progressi in
termini di diritti umani e tutela delle minoranze sono stati
limitati e il paese dovrà dar prova di notevole impegno nella maggior parte dei
settori, in particolare, la libertà di espressione e di culto. È stato fatto
qualche progresso per quanto attiene all'osservanza della
legislazione internazionale sui diritti umani, segnatamente attraverso la
ratifica del protocollo opzionale alla convenzione delle Nazioni Unite contro
la tortura (OPCAT). L'attuazione di un certo numero di riforme è in sospeso da
anni. La legislazione sulle istituzioni competenti in materia di diritti umani
deve essere integralmente allineata con i principi ONU. Si osservano altri
sviluppi positivi nella prevenzione della tortura e dei maltrattamenti
per quanto riguarda l'incidenza e la gravità dei maltrattamenti ad opera dei
funzionari di polizia che fanno ancora un uso eccessivo della forza,
specialmente al di fuori dei luoghi di detenzione ufficiali. Sono pervenute
accuse credibili di maltrattamenti fisici che riguardano soprattutto l'uso
eccessivo della forza al momento dell'arresto. Non si è fatto alcun progresso
per affrontare il problema dell'impunità, anche per quanto riguarda la
gestione dei processi su presunti maltrattamenti. L'aumento della popolazione carceraria causa
gravi problemi di sovraffollamento, che ostacolano i tentativi di migliorare le
condizioni di detenzione. Da tempo si attende una revisione completa del
sistema di denunce e reclami in carcere. L'attuazione dell'OPCAT dovrebbe
contribuire alla soluzione di alcuni di questi problemi. Il paese dovrà dar
prova di particolare impegno per quanto riguarda i servizi medici offerti ai
detenuti e le condizioni di detenzione dei minori. Per quanto
riguarda la libertà di espressione, è proseguito il dibattito aperto
sulle questioni considerate sensibili, come quelle riguardanti i curdi e gli
armeni, i diritti delle minoranze, i diritti culturali e il ruolo
dell'esercito. Il diritto alla libertà di espressione è tuttavia compromesso
dal gran numero di procedimenti e di indagini contro giornalisti, scrittori,
accademici e difensori dei diritti umani. L'autocensura che ne consegue e le
pressioni indebite sui media destano serie preoccupazioni. La legislazione
vigente non garantisce la libertà di espressione in misura conforme alla CEDU e
alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e consente
un'interpretazione restrittiva da parte dell'apparato giudiziario. La frequente
censura operata nei confronti di siti Internet è un'altra fonte di serie
preoccupazioni. Nel complesso, la legislazione e le prassi giudiziarie della
Turchia ostacolano il libero scambio di informazioni e idee. Si osserva qualche
progresso concreto per quanto riguarda la libertà di riunione: diverse
manifestazioni, tra cui il Newroz (capodanno curdo) e il 1° maggio, si
sono svolte pacificamente. Si è fatto invece un uso eccessivo della forza in
occasione di manifestazioni riguardanti la questione curda, i diritti degli
studenti, le attività del comitato di vigilanza dell'istruzione superiore (YÖK)
e i diritti sindacali svoltesi nella parte sud-orientale del paese e in altre
province. La normativa sulla
libertà di associazione è globalmente in linea con gli standard UE, ma
vengono ancora esercitati controlli eccessivi e la legge continua ad essere
interpretata in modo restrittivo. Non si segnalano sviluppi per quanto riguarda
la modifica delle disposizioni giuridiche sullo scioglimento dei partiti
politici. Si rilevano
progressi limitati per quanto riguarda la libertà di pensiero, di coscienza
e di religione. La libertà di culto è generalmente rispettata. È stato
mantenuto il dialogo con gli Alevi e le comunità religiose non musulmane. I
membri delle minoranze religiose sono ancora oggetto di minacce da parte degli
estremisti. Deve ancora essere istituito un quadro normativo conforme ai
requisiti della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che consenta alla
comunità degli Alevi di svolgere le sue attività senza indebite restrizioni. La tutela dei diritti
delle donne, la promozione della parità fra i sessi e la lotta alle
violenze contro le donne rimangono sfide critiche per la Turchia. Il quadro
legislativo che garantisce i diritti delle donne e la parità fra i sessi è
stato in buona parte approntato. Occorre tuttavia prodigare un notevole,
ulteriore impegno per trasformare questo quadro legislativo in una realtà
politica e socioeconomica. La legislazione deve ancora essere applicata in modo
coerente in tutto il paese. I delitti d'onore e i matrimoni precoci e forzati e
le violenze domestiche contro le donne costituiscono tuttora un serio problema.
Occorre migliorare la formazione e la sensibilizzazione sui diritti delle donne
e sulla parità fra i sessi, in particolare fra le forze di polizia. Per quanto riguarda i diritti dei minori,
il paese deve ancora dotarsi di un numero sufficiente di tribunali
specializzati in conformità della legislazione vigente. La detenzione dei
minori non si limita al periodo minimo necessario né si svolge in condizioni
adeguate. Occorre intensificare gli sforzi, anche adottando misure di
prevenzione e riabilitazione, in tutti i settori (istruzione, lotta al lavoro
minorile, sanità, capacità amministrativa, coordinamento ecc.). Sono
state prese altre misure per migliorare la situazione delle persone
socialmente vulnerabili e/o dei disabili. Sono necessarie altre misure per
aumentare la partecipazione di queste persone alla vita economica e sociale. Occorrono
ulteriori sforzi per combattere la discriminazione. Manca una
legislazione globale antidiscriminazioni. Sussiste
un gran numero di sfide per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e dei
sindacati. Il quadro legislativo attuale non è in linea né con gli
standard dell'UE né con le convenzioni OIL. Il persistente disaccordo fra le
parti sociali e la mancanza di una volontà politica sufficiente hanno impedito
di fare progressi in questo campo. Per
quanto riguarda i diritti di proprietà, un nuovo atto legislativo che
modifica la legge del 2008 sulle fondazioni agevola la restituzione dei beni
immobili alle comunità religiose non musulmane. L'approccio
della Turchia riguardo alle minoranze rimane restrittivo. Il rispetto e
la tutela della lingua, della cultura e dei diritti fondamentali, in linea con
gli standard europei, non sono ancora totalmente garantiti. La Turchia deve
adoperarsi con maggiore impegno per rafforzare la tolleranza e promuovere
l’integrazione delle minoranze. Si deve ancora procedere alla revisione globale
della legislazione vigente e alla creazione di meccanismi di protezione o di organi
specifici per combattere il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo e
l'intolleranza. La Turchia ha fatto progressi a livello di diritti
culturali, specie per quanto riguarda l'uso di lingue diverse dal turco in
tutte le emittenti radiotelevisive nazionali e l'uso di più lingue da parte dei
comuni. È stata autorizzata l'apertura di un dipartimento di lingua e
letteratura curda presso l'università di Muş Alparslan. Sussistono
restrizioni all'uso di lingue diverse dal turco nella vita politica, nei contatti
con i servizi pubblici e nelle carceri. Il quadro giuridico sull'uso delle
lingue diverse dal turco consente interpretazioni restrittive e viene applicato
in modo poco coerente in tutto il paese. Vi è stato qualche progresso relativamente ai rom,
specie per quanto riguarda la modifica della legislazione discriminatoria. Non
esiste una politica globale per ovviare alla situazione dei rom. L’apertura democratica del governo in merito
alle zone orientali e sudorientali (2009) non ha avuto alcun seguito. L'arresto
di politici eletti e difensori dei diritti umani ha destato preoccupazione. Si
deve ancora far luce, secondo le procedure previste dalla legge, sulle
esecuzioni extragiudiziali e sulle torture perpetrate nelle zone sudorientali
negli anni '80 e '90. Le mine terrestri e il sistema dei "guardiani di
villaggio" sono ancora fonte di preoccupazione. Vi è stata una
recrudescenza di attentati terroristici. Il PKK figura nell'elenco delle
organizzazioni terroristiche stilato dall'UE. Proseguono i
risarcimenti agli sfollati interni, L'efficacia generale del sistema
deve ancora essere valutata e occorre definire una strategia nazionale per
soddisfare meglio le esigenze degli sfollati interni. Nonostante alcuni
miglioramenti, la mancanza di un quadro giuridico globale per i rifugiati e i
richiedenti asilo impedisce di garantire un trattamento adeguato. Occorre
migliorare ulteriormente le condizioni generali nei centri di trattenimento per
stranieri. Per quanto
riguarda le questioni regionali e gli obblighi internazionali, la
Turchia ha ribadito il proprio sostegno ai negoziati in corso tra i leader
delle due comunità nel quadro della missione di buoni uffici del Segretario
generale delle Nazioni Unite per trovare una soluzione globale al problema di
Cipro. Ciò nonostante, malgrado le ripetute esortazioni del Consiglio e della
Commissione, la Turchia non ha ancora adempiuto all'obbligo di attuare
integralmente, e in modo non discriminatorio, il protocollo aggiuntivo
all’accordo di associazione e non ha eliminato tutti gli ostacoli alla libera
circolazione delle merci, conformemente alla dichiarazione della Comunità
europea e dei suoi Stati membri del 21 settembre 2005 e alle conclusioni del
Consiglio, comprese quelle del dicembre 2006 e del dicembre 2010. Non si segnala
alcun progresso verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali con la
Repubblica di Cipro. Vengono prodigati
sforzi costanti per migliorare le relazioni bilaterali con la Grecia.
Sono proseguiti i colloqui esplorativi bilaterali. La Grecia ha presentato un
gran numero di reclami formali per le continue violazioni delle sue acque
territoriali e del suo spazio aereo da parte della Turchia, fra l'altro per i
voli sulle isole greche. La Turchia ha
notevolmente intensificato i contatti nei Balcani occidentali,
esprimendo un deciso impegno a promuovere la pace e la stabilità nella regione. In Turchia è in atto una forte ripresa economica, con un
miglioramento delle finanze pubbliche e un progressivo aumento della fiducia in
una trasformazione duratura delle prospettive economiche e della stabilità del
paese. Tuttavia, la rapida espansione dell'attività economica, trainata da una
forte domanda interna, ha causato notevoli squilibri economici, che si stanno
accentuando e rischiano di compromettere la stabilità macroeconomica. Per quanto
concerne i criteri economici, la Turchia ha un'economia di mercato
funzionante. Il paese dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine
alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione
purché acceleri l'attuazione del suo programma globale di riforme strutturali. L'economia ha
registrato una rapida espansione nel 2010 e nel primo semestre del 2011. La
crescita sostenuta del PIL, a cui si è aggiunto un forte incremento
dell'occupazione, ha consentito di ridurre la disoccupazione. Il risanamento
delle finanze pubbliche procede bene grazie all'aumento delle entrate cicliche
e alla diminuzione dell'onere per interessi. Il settore finanziario si è
dimostrato molto solido grazie alle riforme attuate in passato e il sistema
giuridico continua a funzionare relativamente bene. Inoltre, la nuova legge sul
monitoraggio degli aiuti di Stato e l'attività dell'ente regolatore possono
aumentare la trasparenza e determinare una diminuzione degli aiuti di Stato. Il
libero gioco delle forze di mercato è stato confermato. Il processo di
privatizzazione si è accelerato. L’Unione europea rimane il primo partner
commerciale della Turchia e il principale investitore in questo paese. Si è però
registrato un aumento del disavanzo commerciale e del disavanzo delle partite
correnti e gli squilibri esterni sono attualmente molto forti. La politica
monetaria è risultata mediamente efficace per ridurre l'aumento del credito il
quale continua ad alimentare il disavanzo delle partite correnti della Turchia
insieme ai prezzi elevati dei prodotti di base. Si sta aumentando il sostegno
di bilancio e si stanno elaborando misure microprudenziali specifiche e mirate,
anche ad opera dell'ente regolatore bancario, per contribuire a un atterraggio
morbido dell'economia e ridurre l'onere che grava sulla politica monetaria. La
competitività delle esportazioni turche in termini di prezzi e di costi è
lievemente diminuita. L'inflazione è in aumento, in gran parte a causa delle
pressioni legate all'energia e ai fattori di produzione alimentari, al
dinamismo dell'attività economica e alle impennate dei prezzi regolamentati. Le
riforme strutturali devono essere attuate in modo più energico. Le misure
adottate per migliorare la trasparenza di bilancio e ancorare meglio la
politica finanziaria, che potrebbero aiutare la Turchia ad acquisire
credibilità sui mercati, sono di modesta portata. L'uscita dal mercato rimane
problematica e le procedure fallimentari sono ancora relativamente complesse. La Turchia ha continuato a migliorare la
propria capacità di assumere gli obblighi che comporta l’adesione.
Vi sono stati progressi nella maggior parte dei settori. L'allineamento è a
buon punto in alcuni ambiti, quali la libera circolazione delle merci, la
politica antitrust e degli aiuti di Stato, l'energia, la politica economica e
monetaria, la politica imprenditoriale e industriale, la protezione dei
consumatori, le statistiche, le reti transeuropee, la scienza e ricerca.
L’impegno per l’allineamento deve proseguire in settori come l’ambiente, gli
appalti pubblici, la libera prestazione dei servizi, la politica sociale,
l'occupazione e la fiscalità. Occorre migliorare l'attuazione in settori quali
i diritti di proprietà intellettuale e la lotta contro il riciclaggio del
denaro. L'allineamento deve essere completato per quanto riguarda l'unione
doganale e le relazioni esterne, specialmente in settori quali il sistema delle
preferenze generalizzate. Rimangono irrisolti diversi contrasti commerciali di lunga
data. È di fondamentale importanza che la Turchia rispetti pienamente gli
impegni assunti nell'ambito dell'unione doganale. Nella maggior parte dei
settori, la Turchia deve assolutamente migliorare la sua capacità
amministrativa di adeguarsi all'acquis. L'allineamento legislativo è a buon punto per
quanto riguarda la libera circolazione delle merci, ma nel periodo
oggetto della relazione i progressi sono stati limitati. Gli ostacoli tecnici
al commercio impediscono tuttora la libera circolazione delle merci in
violazione degli obblighi assunti dalla Turchia nell'ambito dell'unione
doganale. Non vi è stato praticamente alcun progresso in materia di libera
circolazione dei lavoratori, un settore in cui i preparativi per
l'applicazione dell’acquis si trovano ancora in fase iniziale. Anche
l'allineamento relativo al diritto di stabilimento e alla libera
prestazione dei servizi è tuttora in fase iniziale. Non sono stati
registrati progressi per quanto riguarda il diritto di stabilimento, la libertà
di prestare servizi transfrontalieri, i servizi postali e il riconoscimento
reciproco delle qualifiche professionali. La Turchia ha compiuto qualche
progresso relativamente alla libera circolazione dei capitali,
segnatamente per quanto riguarda i movimenti di capitale e i pagamenti. Non vi
è stato alcun progresso per quanto concerne la progressiva liberalizzazione
dell'acquisto di beni immobili da parte degli stranieri, tuttora ostacolata da
diversi fattori. Vengono ancora applicate restrizioni ai movimenti di capitale
in diversi settori, tra cui gli investimenti diretti provenienti dall'UE. Il
quadro giuridico contro il finanziamento del terrorismo è ancora incompleto e
la task force Azione finanziaria ha inserito la Turchia nella lista nera a
causa delle sua carenze strategiche in questo settore. Si segnalano progressi limitati in materia di appalti
pubblici. Il quadro istituzionale esiste già, ma la capacità
amministrativa deve essere migliorata. Il progetto di strategia di allineamento
e il relativo piano d'azione, vincolato a scadenze precise, sono pronti ma
devono ancora essere adottati. La Turchia continua ad applicare deroghe in
conflitto con l'acquis. Il paese deve allineare ulteriormente la propria
legislazione, specie per quanto riguarda servizi pubblici, concessioni e
partenariati pubblico-privato. Sono stati fatti notevoli progressi a livello di
diritto societario dopo l'adozione del nuovo codice commerciale turco,
che dovrebbe favorire l'apertura, la trasparenza e la conformità con gli
standard internazionali in materia di contabilità e revisione contabile. Il
paese non dispone ancora del quadro giuridico e istituzionale per la revisione
contabile né ha aumentato in misura sufficiente la capacità giudiziaria in
campo commerciale. L'allineamento della legge sulla proprietà intellettuale
è relativamente a buon punto, ma l'applicazione rimane carente. Il gruppo di
lavoro sui diritti di proprietà intellettuale istituito di recente con la
Commissione si occupa di un elemento fondamentale in vista dei negoziati di adesione.
Devono ancora essere adottati disegni di legge aggiornati per regolamentare i
diritti di proprietà intellettuale e industriale, comprese le sanzioni penali
dissuasive. Il coordinamento e la collaborazione fra le diverse parti
interessate nel settore dei diritti di proprietà intellettuale sono
fondamentali, così come le campagne generali di sensibilizzazione ai rischi di
violazione di questi diritti. Nel settore della politica di concorrenza,
la Turchia vanta un livello elevato di allineamento sulle misure antitrust e
sul controllo delle concentrazioni. L'autorità garante della concorrenza
applica correttamente le norme antitrust e opera con un livello sufficiente di
indipendenza. Si rilevano buoni progressi nel settore degli aiuti di Stato,
in particolare la creazione dell'autorità di controllo degli aiuti di Stato.
Il paese, tuttavia, deve ancora allineare una serie di importanti regimi di
aiuti di Stato con le norme dell'unione doganale. Si rilevano
ulteriori progressi nel settore dei servizi finanziari, tra cui vanno
segnalate in particolare le misure adottate dall'ente regolatore bancario per
rafforzare la stabilità finanziaria. Nel complesso, tuttavia, l'allineamento
globale con l'acquis non è ancora completo, specialmente nel settore delle assicurazioni.
Per quanto riguarda la società dell'informazione e i media, va segnalato
qualche progresso a livello di comunicazioni elettroniche a cui si aggiungono
buoni progressi riguardanti la politica audiovisiva. Si osserva qualche
progresso a livello di agricoltura e sviluppo rurale. I notevoli
progressi registrati per quanto riguarda l'attuazione del programma dello
Strumento di assistenza preadesione per lo sviluppo rurale (IPARD) hanno
indotto la Commissione a decidere il conferimento della gestione dei fondi UE.
Procedono bene anche i preparativi per la seconda fase del programma IPARD. La
politica di sostegno all'agricoltura è sostanzialmente diversa dalla PAC e non
è stata definita nessuna strategia di allineamento. Il fatto che non siano
stati aboliti tutti gli ostacoli alle importazioni di carni bovine è un altro
grave problema. Si sono registrati progressi in termini di recepimento e
applicazione dell'acquis sulla politica veterinaria e fitosanitaria e
sulla sicurezza alimentare. La ristrutturazione del ministero
dell'Agricoltura e degli affari rurali contribuisce al potenziamento del
sistema di controllo ufficiale, che non è ancora del tutto conforme all'acquis
dell'UE. Occorreranno sforzi considerevoli in termini di tutela della salute
degli animali e di conformità degli stabilimenti agroalimentari con i requisiti
igienici e strutturali dell'UE. Nel complesso è stato fatto qualche progresso
nel settore della pesca, specie per quanto riguarda la creazione delle
strutture amministrative e la gestione delle risorse e della flotta. La Turchia
dovrebbe fare ulteriori progressi in altri settori quali le ispezioni e i
controlli. L’allineamento nel
settore dei trasporti ha registrato qualche progresso, ad eccezione del
settore ferroviario. L'allineamento riguardante il trasporto marittimo e
terrestre rimane a uno stadio avanzato mentre quello sul trasporto aereo
procede più a rilento. L'assenza di comunicazione tra i centri di controllo del
traffico aereo della Turchia e della Repubblica di Cipro costituisce tuttora un
grave rischio per la sicurezza aerea. Nel settore marittimo, il sistema di
audit volontario degli Stati membri dell’IMO dovrebbe dare risultati positivi
in vista dell'adesione alle convenzioni internazionali. La capacità di
attuazione è limitata, specialmente per le merci pericolose nel trasporto
terrestre e marittimo. I progressi compiuti nel settore dell'energia
non sono omogenei. Si sono registrati buoni progressi a livello di mercato
interno per quanto riguarda l'elettricità e l'energia rinnovabile. Occorre
assolutamente prendere misure atte a garantire i massimi standard possibili in
termini di sicurezza, salvaguardie e non proliferazione in campo nucleare. Il
paese dovrà inoltre adoperarsi maggiormente per compiere progressi relativamente
alla sicurezza dell'approvvigionamento, al settore del gas e all'efficienza
energetica. L’allineamento legislativo in materia di fiscalità
ha registrato progressi limitati, segnatamente ai fini dell'eliminazione di
alcune pratiche discriminatorie relative alla tassazione del tabacco. L'aumento
delle accise sulle bevande alcoliche è in contrasto con il piano d'azione
concordato con la Commissione in questo settore. L'abolizione delle pratiche
fiscali discriminatorie è fondamentale per compiere ulteriori progressi in
questo capitolo. Non si segnala alcun progresso a livello di fiscalità diretta. La Turchia ha
fatto qualche progresso in termini di politica economica e monetaria.
La Banca centrale ha adottato un nuovo mix di politiche per garantire la
stabilità finanziaria, riducendo i tassi di riferimento e aumentando le riserve
minime obbligatorie nel settore bancario. L'allineamento della Turchia con
l'acquis sulla politica economica e monetaria non è completo, specie per
quanto riguarda la piena indipendenza della banca centrale e il divieto
relativo all'accesso privilegiato del settore pubblico alle istituzioni
finanziarie. Il livello di preparazione è globalmente buono. Si segnalano buoni
progressi nel settore delle statistiche, in cui l'allineamento generale
con l'acquis è già a buon punto. Il processo deve proseguire per quanto
riguarda, in particolare, i conti nazionali e le statistiche agricole. La Turchia ha
compiuto progressi limitati in termini di politica sociale e occupazione.
La capacità amministrativa è lievemente migliorata. Dalle modifiche
costituzionali sui diritti sindacali non sono scaturite ulteriori modifiche
della legislazione volte a garantire il pieno rispetto dei diritti sindacali in
conformità degli standard dell'UE e delle convenzioni dell'OIL. La riduzione
del lavoro nero, un fenomeno estremamente diffuso, e l'aumento dei tassi di
occupazione femminile rimangono obiettivi prioritari. Il campo di applicazione
del diritto del lavoro è ancora limitato. Occorre migliorare l'applicazione della
legislazione in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro. Il rischio
di povertà rimane molto elevato, specialmente per la popolazione rurale e i
bambini. La legislazione che istituisce un organo per la parità non è ancora
stata adottata. Gli ulteriori progressi registrati dalla
Turchia nel settore della politica imprenditoriale e industriale, in cui
il paese ha mantenuto un livello di allineamento sufficiente, riguardano
l'adozione di una strategia industriale e del relativo piano d’azione per il
periodo 2011-2014, la maggiore disponibilità di strumenti per la politica
imprenditoriale e industriale, l'adozione di strategie settoriali e
l'allineamento per ovviare ai ritardi di pagamento nelle transazioni
commerciali. La Turchia ha fatto progressi a livello di reti
transeuropee, in particolare nel settore TEN trasporti. Occorrono ulteriori
sforzi per quanto riguarda l'affidabilità dei dati sui trasporti. Si è
registrato qualche progresso anche nel settore TEN energia. Si rileva qualche progresso nel settore della politica
regionale e del coordinamento degli strumenti strutturali. Si
accusano ritardi nella creazione degli organismi incaricati di riprendere le
competenze di gestione e controllo finanziari dei fondi preadesione in questo
settore. Sebbene il quadro istituzionale per l'uso dei fondi preadesione sia
stato completato e la capacità amministrativa sia migliorata, occorre
rafforzare ulteriormente tale capacità e migliorare il coordinamento fra tutte
le istituzioni competenti onde accelerare l'attuazione. Nel complesso il paese ha fatto progressi nel
settore giudiziario. In materia di lotta alla corruzione i
progressi sono limitati per quanto riguarda l'attuazione della strategia
anticorruzione e del relativo piano d’azione. Fra i principali problemi che
ancora sussistono vanno segnalate la mancanza di trasparenza nel finanziamento
dei partiti politici e la portata delle immunità. La Turchia deve costituire un
track record positivo di indagini, rinvii a giudizio e condanne. I progressi compiuti in materia di giustizia,
libertà e sicurezza sono disomogenei. L'adozione della legge sugli
stranieri e sulla protezione internazionale rimane prioritaria al fine di
garantire una base giuridica solida per un sistema efficiente in materia di
asilo e gestione della migrazione, nonché per tutelare i diritti dei migranti e
dei rifugiati. Il paese ha compiuto solo progressi limitati per quanto riguarda
la cooperazione giudiziaria in campo civile e penale, qualche progresso in
materia di droga e criminalità organizzata, progressi limitati per quanto
riguarda la cooperazione di polizia, il terrorismo, la politica dei visti e la
cooperazione doganale e progressi molto limitati nel campo della gestione delle
frontiere, i cui aspetti principali sono l'adozione di una legge sulla
creazione di un'agenzia per la sicurezza dei confini e la collaborazione fra
agenzie. La Turchia rimane un importante paese di transito e di destinazione
per i migranti irregolari. Il paese deve adoperarsi per lottare contro la
migrazione irregolare e riammettere i migranti irregolari. La Turchia è ben preparata all'adesione nel
settore della scienza e della ricerca. Si rilevano buoni
progressi relativamente all'integrazione nello spazio europeo della ricerca e
ai preparativi per l'Unione dell'innovazione. Nel complesso, la partecipazione
e il tasso di successo della Turchia nell'ambito del Settimo programma quadro
dell'UE stanno migliorando, ma occorrono ulteriori sforzi per soddisfare il
requisito di eccellenza e di partecipazione competitiva ai programmi di ricerca
Si osservano progressi nel campo dell’istruzione e della cultura,
specialmente in materia di istruzione e formazione. L'interesse per i
programmi comunitari è in costante aumento. Si osserva qualche progresso in
materia di cultura, ma nessuno per quanto riguarda l'allineamento legislativo. Nel settore dell'ambiente
la Turchia ha fatto buoni progressi per quanto riguarda la gestione dei
rifiuti, mentre i progressi sono limitati a livello di legislazione
orizzontale, qualità dell’aria, lotta contro l'inquinamento industriale e
gestione dei rischi. I progressi della Turchia sono stati molto limitati per
quanto riguarda la qualità dell'acqua, i prodotti chimici e la capacità
amministrativa e inesistenti per quanto attiene alla protezione della natura.
Riguardo ai cambiamenti climatici la Turchia ha compiuto progressi
limitati in termini di sensibilizzazione ai requisiti dell'UE in materia di
clima. Deve ancora essere definita una politica climatica più energica e
ambiziosa a livello interno e internazionale. Occorre rafforzare la capacità
amministrativa. Si osserva qualche progresso in materia di tutela
dei consumatori e della salute. Nel campo della tutela dei
consumatori devono ancora essere adottate leggi quadro rivedute sulla tutela dei
consumatori e sulla sicurezza generale dei prodotti. Occorre mettere a
disposizione risorse finanziarie e umane supplementari per migliorare le
attività di vigilanza del mercato e intensificare la collaborazione con le ONG
di consumatori. Per quanto attiene alla pubblica sanità, la Turchia non ha
ancora completato il processo di allineamento legislativo né si è dotata della
capacità amministrativa necessaria per applicare più efficacemente la legge
onde migliorare le condizioni di salute e di sicurezza della popolazione. La legislazione doganale
della Turchia ha raggiunto un elevato livello di allineamento grazie all'unione
doganale con l'UE. Tuttavia, l’esistenza di negozi duty-free ai punti di
entrata e l’obbligo per gli importatori di prodotti in libera circolazione
nell’UE di fornire informazioni sull’origine, in qualsiasi formato, prima dello
sdoganamento non sono in linea con l'unione doganale. La legislazione sulle
zone franche, sulla sorveglianza e sui contingenti tariffari deve ancora essere
allineata. Il miglioramento dei controlli basati sul rischio e la
semplificazione delle procedure faciliterebbero il commercio legittimo
riducendo il numero dei controlli fisici. Di fatto i diritti di proprietà
intellettuale non vengono ancora applicati a livello doganale e mancano misure
volte ad affrontare il problema delle merci contraffatte. La Turchia ha
raggiunto un elevato livello di allineamento in materia di relazioni esterne
grazie all'unione doganale ma sussiste qualche discrepanza per quanto riguarda,
ad esempio, la copertura geografica del sistema delle preferenze generalizzate. È proseguito
l'allineamento della Turchia con la politica estera e di sicurezza comune
dell'UE. L'allineamento della Turchia con le dichiarazioni PESC è globalmente
diminuito nel periodo oggetto della relazione e la Turchia non si è allineata
con le misure restrittive dell'UE nei confronti di Iran, Libia e Siria. La
Turchia ha auspicato un dialogo e una consultazione con l'UE su diverse
questioni di politica estera e si è sforzata di normalizzare le relazioni con i
paesi vicini come l'Iraq, compreso il governo regionale curdo. Non è stato
realizzato alcun progresso per quanto riguarda la normalizzazione dei rapporti
con l'Armenia. Le relazioni con Israele si sono ulteriormente deteriorate dopo
l’incidente della flottiglia di Gaza nel 2010. Dopo la pubblicazione della
relazione indipendente dell'ONU, la Turchia ha allentato le relazioni con
Israele e ha sospeso gli accordi militari con questo paese. La Turchia
continua a contribuire alla PESD e cerca un maggiore coinvolgimento nelle
attività in questo settore. Non è ancora stata risolta la questione di una
cooperazione UE/NATO che coinvolgerebbe tutti gli Stati membri dell'Unione al
di là degli accordi "Berlin plus". La Turchia non si è allineata con
la posizione dell'UE sull'adesione all'intesa di Wassenaar. Si segnala qualche progresso nel settore del controllo
finanziario, dove l'allineamento è già a buon punto. Tutta la legislazione
applicativa della legge sulla gestione e il controllo delle finanze pubbliche è
in vigore. Occorre rivedere il documento strategico sul controllo finanziario
interno pubblico e il relativo piano d'azione. Con l'adozione della legge sulla
Corte dei conti turca è stato fatto un notevole passo avanti verso l'ulteriore
allineamento dell'audit esterno con gli standard internazionali pertinenti.
L'organismo turco di cooperazione antifrode deve continuare a rafforzare la sua
funzione di coordinamento, la sua indipendenza operativa e la sua rete
operativa. I progressi sono stati limitati per quanto
riguarda le disposizioni finanziarie e di bilancio. I preparativi
amministrativi per la creazione del sistema di risorse proprie sono ancora in
fase iniziale. Islanda L'Islanda continua a soddisfare i criteri
politici. L’Islanda è una democrazia funzionante, con istituzioni forti e
una profonda e radicata tradizione di democrazia rappresentativa. L’apparato
giudiziario islandese rimane molto valido e l’Islanda aumenta costantemente il
suo livello già elevato di tutela dei diritti fondamentali. Il governo di coalizione, la cui coesione è
stata messa a dura prova in diverse occasioni, è comunque rimasto stabile. Il
contesto nazionale è caratterizzato da divergenze di opinioni tra le forze
politiche e i cittadini riguardo all'adesione all'UE. Sono state avviate
attività di comunicazione volte a promuovere un dibattito informato sul
processo di adesione dell'Islanda. Il governo e il parlamento continuano a
funzionare bene. Nell'aprile 2011 è stato istituito un consiglio costituzionale
incaricato di rivedere la Costituzione e di proporre modifiche costituzionali.
È stata inoltre elaborata una normativa volta a migliorare ulteriormente
l'efficienza del parlamento e della pubblica amministrazione. Si segnalano buoni progressi per quanto
riguarda l'applicazione delle raccomandazioni della commissione speciale
d’inchiesta sulle ripercussioni politiche e amministrative della crisi
finanziaria. Conformemente a queste raccomandazioni, l'Alta corte di
impeachment si è riunita nel marzo 2011 per statuire in un caso riguardante
l'ex primo ministro, che nel maggio 2011 è stato rinviato a giudizio per
negligenza grave. Parallelamente, l'Ufficio del procuratore speciale ha
continuato a operare efficientemente. Le sue indagini su numerosi casi di
presunte pratiche commerciali fraudolente nel settore bancario hanno dato luogo
ad alcuni arresti. Vanno segnalati progressi per quanto riguarda
il miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario e il rafforzamento del
quadro anticorruzione. Sono stati nominati diversi giudici in conformità della
legge giudiziaria modificata e la convenzione ONU contro la corruzione è stata
ratificata nel febbraio 2011. Per quanto riguarda il conflitto di interessi,
l'Islanda ha cominciato a elaborare codici di condotta specifici per i ministri
e per determinate categorie di dipendenti. L'Islanda ha continuato a tutelare i diritti
fondamentali, compresi i diritti economici e sociali. La convenzione quadro del
Consiglio d’Europa per la tutela delle minoranze nazionali non è ancora stata
ratificata. Sebbene l'economia islandese si stia
riprendendo lentamente dalle ripercussioni della sua crisi finanziaria e dalla
recessione profonda e prolungata che ne è conseguita, le prospettive di
crescita rimangono poco incoraggianti visto l'elevato livello di indebitamento
delle famiglie e delle imprese. Le politiche economiche hanno mantenuto
l'orientamento alla stabilizzazione, strettamente collegata al completamento
positivo di un programma del FMI. Il recente aumento dell'inflazione ha indotto
la banca centrale ad innalzare i tassi d'interesse, mentre la politica di
bilancio non si è dimostrata sufficientemente incisiva. Rimane prioritario un
aggiustamento di bilancio trainato dalla spesa per riportare il debito pubblico
a livelli sostenibili. I tassi di disoccupazione sono elevati, specialmente tra
i giovani e i disoccupati di lunga durata. Nonostante i progressi registrati in
termini di ristrutturazione del settore bancario, l'economia risente ancora del
disfunzionamento del settore finanziario e l'abolizione dei controlli sui
movimenti di capitale rappresenta un notevole problema. Per quanto riguarda i criteri economici,
l’Islanda può essere considerata un’economia di mercato funzionante. Tuttavia,
le carenze del settore finanziario e le restrizioni ai movimenti di capitale
impediscono tuttora di assegnare le risorse in modo efficiente. L’Islanda
dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle pressioni della
concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché continui ad
ovviare alle carenze strutturali esistenti per mezzo di opportune politiche
macroeconomiche e riforme strutturali. Il mix delle politiche, imperniato sulla
stabilizzazione dei tassi di cambio e sul risanamento di bilancio, ha contribuito
a ripristinare una maggiore stabilità macroeconomica. In risposta all'avanzo
della bilancia commerciale e all'apprezzamento dei tassi di cambio, nel secondo
semestre del 2010 la banca centrale ha continuato a ridurre il suo tasso di
riferimento, ma nell'agosto 2011 ha reagito all'indebolimento della moneta e
all'impennata dell'inflazione annuale con una politica monetaria lievemente più
rigorosa. Sono stati fatti altri sforzi per aumentare le entrate pubbliche e
operare tagli alla spesa. Visto il livello elevato del debito pubblico, sono
state adottate misure volte a ridurre i rischi di rifinanziamento e a
consolidare le finanze dei governi locali. Le riserve valutarie sono
ulteriormente cresciute e le recenti stime della banca centrale indicano un'esposizione
debitoria con l'estero più gestibile. Sono stati presi altri provvedimenti per
accelerare la ristrutturazione del debito del settore privato. È stata adottata
una strategia riveduta per la liberalizzazione del conto capitale, la cui
attuazione rimane però problematica. Il mercato del lavoro è rimasto
flessibile, con tassi di partecipazione relativamente elevati. Il paese
possiede buone infrastrutture di base e risorse naturali abbondanti e la
popolazione vanta nel complesso un livello di istruzione elevato. I rischi macrofinanziari rimangono tuttavia
notevoli. La domanda interna è aumentata, ma la ripresa si basa prevalentemente
su misure temporanee che hanno sostenuto il consumo privato. Sussistono rischi
e incertezze in merito alle future fonti di crescita e alla sostenibilità della
crescita stessa. Il settore finanziario risente tuttora della qualità mediocre
degli attivi e il fatto che il processo di ristrutturazione del debito del
settore privato non si sia ancora concluso nuoce all'efficienza
dell'intermediazione finanziaria. Il debito pubblico ha superato il 90% del
PIL. Il processo di risanamento del bilancio non è stato improntato al massimo
rigore e a livello di finanze pubbliche c'è ancora il problema di operare forti
tagli alla spesa per aumentare la sostenibilità a lungo termine. I rischi di
bilancio sono dovuti alle notevoli sopravvenienze passive e al fatto che la
questione Icesave non è ancora stata risolta. Il mercato del lavoro risente
tuttora in misura considerevole della profonda recessione post-crisi e i tassi
di disoccupazione hanno raggiunto livelli record, specialmente tra i giovani e
i numerosi disoccupati di lunga durata. La crescita, gli investimenti e lo
sviluppo sono frenati dalle carenze del contesto imprenditoriale quali i
notevoli ostacoli all'ingresso nel mercato in determinati settori. La struttura
industriale rimane poco diversificata. Secondo il metodo seguito nella prima
relazione sui progressi, si è continuato a valutare la capacità dell’Islanda di
assumere gli obblighi che comporta l’adesione tenendo conto della
sua partecipazione allo Spazio economico europeo (SEE) e delle esenzioni
concesse a norma dell’accordo SEE, nonché della normativa UE che esula dal
campo di applicazione del SEE. Il livello generale di preparazione alla
conformità con l’acquis UE rimane buono, grazie in particolare alla
partecipazione dell’Islanda allo Spazio economico europeo. La questione Icesave non è ancora risolta.
Nonostante l'impegno profuso in sede negoziale, il nuovo disegno di legge sulle
modalità e condizioni per il rimborso del prestito al Regno Unito e ai Paesi
Bassi è stato respinto con referendum nell'aprile 2011. Il governo ha
confermato che l'esito del referendum non avrebbe bloccato l'avvio dei
pagamenti al Regno Unito e ai Paesi Bassi, previsto per la fine del 2011. Nel
maggio 2011 il governo ha risposto alla lettera di costituzione in mora inviata
nel maggio 2010 dall'Autorità di vigilanza EFTA (ESA). Nel giugno 2011 l'ESA è
passata alla seconda fase della procedura d’infrazione, cioè l'emissione del
parere motivato. Il parere riprende integralmente le conclusioni della lettera
di costituzione in mora, cioè che l'Islanda ha violato la direttiva relativa ai
sistemi di garanzia dei depositi. La Commissione europea condivide l’analisi
giuridica dell’Autorità di vigilanza EFTA. Il governo islandese ha risposto al
parere motivato dell’Autorità di vigilanza EFTA entro la fine di settembre.
L'Autorità procede attualmente ad un esame approfondito della risposta prima di
decidere il seguito da dare a questo caso. A questo stadio la questione Icesave
rimane irrisolta. I preparativi per assumere a medio termine gli
obblighi che comporta l'adesione sono proseguiti, anche se con relativa
lentezza, nei settori parzialmente contemplati dal SEE e nei capitoli non
contemplati dal SEE. L’Islanda mantiene nel complesso un buon livello di
allineamento e applica gran parte dell'acquis nei settori contemplati dal SEE,
tra cui libera circolazione delle merci, libera circolazione dei lavoratori, diritto
di stabilimento e libera prestazione dei servizi, libera circolazione dei
capitali, appalti pubblici, diritto societario, legge sulla proprietà
intellettuale, concorrenza, servizi finanziari, società dell'informazione e
media. La relazione conferma che i seguenti settori
rischiano di ostacolare il processo di adesione: servizi finanziari,
agricoltura e sviluppo rurale, ambiente, pesca, libera circolazione dei
capitali, sicurezza alimentare, politica veterinaria e fitosanitaria, fiscalità
e dogane. Per quanto riguarda la capacità
amministrativa, occorre garantire la costante disponibilità delle risorse umane
e finanziarie necessarie per i preparativi associati al processo di adesione
all'UE. L’Islanda ha mantenuto un buon livello di
conformità con l'acquis sulla libera circolazione delle merci. Non si
osservano però nuovi sviluppi legislativi in Islanda per quanto riguarda le
misure orizzontali e la legislazione sui prodotti nell'ambito del "vecchio
approccio”. Occorre ancora completare il recepimento in diversi settori nei
quali è stato adottato un nuovo acquis dell'UE. L'Islanda mantiene un elevato livello di
allineamento con l’acquis sulla libera circolazione dei lavoratori. La legislazione sul diritto di stabilimento
e sulla libera prestazione dei servizi rimane sostanzialmente conforme,
tranne per quanto riguarda la direttiva sui servizi postali. L'attuazione della
direttiva sui servizi è stata notificata nel luglio 2011. L'Islanda applica, con qualche eccezione,
l'acquis sulla libera circolazione dei capitali. All'indomani della
crisi finanziaria, tuttavia, l'Islanda continua ad applicare controlli sui
movimenti di capitale che dovranno essere aboliti entro la data di adesione
all'UE. L'Islanda rimane sostanzialmente allineata con
l'acquis nel settore degli appalti pubblici. Il paese deve ancora
procedere all'allineamento per quanto riguarda i mezzi di ricorso e gli appalti
nel settore della difesa. L’Islanda ha già
raggiunto un elevato livello di allineamento e applica gran parte dell’acquis
nel settore del diritto societario, ma l’allineamento con le norme
contabili e gli standard internazionali in materia di audit non è ancora
totale. L'Islanda mantiene un elevato livello di
allineamento con l’acquis per quanto riguarda la legge sulla proprietà intellettuale
e dispone della capacità amministrativa necessaria per applicarlo. Occorre
attuare una strategia globale a livello di recepimento. L'Islanda mantiene un elevato livello di
allineamento per quanto riguarda la politica di concorrenza. Il monitoraggio
delle misure in materia di aiuti di Stato adottate in risposta alla crisi
finanziaria procede in modo soddisfacente. Occorrono
ulteriori sforzi per applicare l'acquis sui servizi finanziari e in
particolare per garantire la sua effettiva attuazione e una vigilanza adeguata
nel settore. La questione Icesave non è ancora risolta. Sussistono alcune
carenze a livello di recepimento nel settore della società dell’informazione
e dei media. Nel complesso la politica islandese per l'agricoltura
e lo sviluppo rurale non è in linea con l'acquis e non è ancora
stato approntato un quadro amministrativo adeguato per la sua attuazione. Determinate parti della legislazione e del
quadro amministrativo dell'Islanda non sono in linea con l'acquis sulla sicurezza
alimentare e sulla politica veterinaria e fitosanitaria. Occorre
adoperarsi con particolare impegno per colmare le lacune che ancora sussistono
rispetto alla normativa UE su animali vivi, prodotti fitosanitari e nuovi
prodotti alimentari. L'Islanda non ha
ancora cominciato ad allinearsi con l'acquis dell'UE nel settore della pesca
né a predisporre i meccanismi di attuazione e monitoraggio delle misure di
sostegno dell'UE. Il paese continua ad applicare restrizioni agli
investimenti esteri nel settore della pesca che non sono in linea con l'acquis. È stato compiuto
qualche progresso nel settore dei trasporti, specialmente in materia di
trasporto stradale e marittimo. In diversi settori, tuttavia, l'Islanda deve
tuttavia recepire la normativa pertinente dell'UE. La legislazione
sull'energia rimane sostanzialmente in linea, tranne per quanto riguarda
le scorte petrolifere, l'indipendenza dell’ente regolatore e l'efficienza
energetica. La normativa tributaria dell'Islanda
rimane parzialmente allineata con l'acquis. Occorre definire una strategia
finalizzata all’interconnettività dei sistemi informatici e
all'interoperabilità con i sistemi informatici dell'UE nel campo della
fiscalità. Per quanto riguarda l'unione economica e
monetaria, l'allineamento con l'acquis sulla politica monetaria è tuttora
incompleto e le strutture amministrative pertinenti devono essere ulteriormente
potenziate. Occorre migliorare ulteriormente la
disponibilità di statistiche in linea con la metodologia dell'UE, specie
per quanto riguarda le statistiche sulle imprese, sul mercato del lavoro e
sull'agricoltura. L’Islanda continua
ad applicare e ad attuare gran parte dell’acquis relativo alla politica
sociale e all’occupazione. Deve ancora essere elaborata una
strategia globale sull'occupazione. I preparativi dell'Islanda riguardanti la politica
imprenditoriale e industriale rimangono a uno stadio avanzato. L'accesso
delle PMI ai finanziamenti subisce tuttora le ripercussioni della crisi
finanziaria. L'Islanda mantiene un buon livello di
allineamento con gli standard dell'UE quanto riguarda le reti transeuropee.
Relativamente alla
politica regionale e al coordinamento degli strumenti strutturali,
l’Islanda deve identificare le istituzioni responsabili dell'attuazione della
politica di coesione. I preparativi riguardanti il sistema
giudiziario e i diritti fondamentali procedono bene. Sono stati
fatti progressi per quanto riguarda il rafforzamento dell'indipendenza
dell'apparato giudiziario e del quadro politico anticorruzione. Occorre
monitorare ulteriormente l'attuazione di queste misure. La legislazione sui
diritti dei cittadini e sulla protezione dei dati non è ancora in linea con
l’acquis. L’Islanda continua ad applicare l’accordo di
Schengen e ha raggiunto uno stadio avanzato di allineamento con l’acquis su giustizia,
libertà e sicurezza. Occorrono ulteriori sforzi per ratificare e attuare
gli strumenti internazionali. I preparativi dell’Islanda verso l’adesione
all'UE e l'integrazione nello spazio europeo della ricerca si
confermano ben avviati. L'Islanda mantiene
il suo elevato livello di allineamento per quanto riguarda l'istruzione
e la cultura. Si è fatto qualche
progresso in termini di rafforzamento del quadro legislativo e amministrativo
su ambiente e cambiamenti climatici. Non è ancora stata raggiunta la
piena conformità con l'acquis sulla protezione della natura e la qualità
dell'acqua. L'Islanda deve allinearsi gradualmente con le posizioni dell'UE nei
consessi ambientali internazionali e ratificare determinati accordi
multilaterali. L'Islanda mantiene un buon livello di
allineamento con l'acquis in materia di tutela dei consumatori e della
salute. Occorrono tuttavia ulteriori sforzi per quanto riguarda la tutela
dei consumatori. La legislazione doganale
rimane parzialmente in linea con l’acquis. Occorre adoperarsi con notevole
impegno per ovviare alle discrepanze nella legislazione, specie per quanto
riguarda le norme doganali, le procedure con un impatto economico, l'esenzione
dai dazi e gli aspetti connessi alla sicurezza. I preparativi per
un'applicazione effettiva dell'acquis al momento dell'adesione devono ancora
iniziare, specie per quanto riguarda lo sviluppo dell'interconnettività con i
sistemi informatici doganali dell'UE. Si segnalano
ulteriori progressi in materia di relazioni esterne, specie per quanto
riguarda la cooperazione allo sviluppo e gli aiuti umanitari. L'Islanda deve
ancora aderire al processo di Kimberley. L'Islanda mantiene
un elevato livello di allineamento per quanto riguarda la politica estera,
di sicurezza e di difesa. L'importanza attribuita dall'Islanda alla
politica artica denota il suo impegno a svolgere un ruolo attivo nelle
organizzazioni regionali dell'Europa settentrionale. Si osservano
progressi limitati per quanto riguarda la legislazione sul controllo
finanziario. Occorrono ulteriori sforzi per preparare un documento
strategico sul controllo finanziario interno pubblico e garantire la
separazione tra audit interno e esterno. Occorre intensificare i preparativi
finalizzati alla tutela degli interessi finanziari dell'UE. L'Islanda ha
raggiunto un buon livello di allineamento nei settori collegati alle disposizioni
finanziarie e di bilancio e ha continuato a identificare il necessario
allineamento con l'acquis. Occorre procedere ai preparativi amministrativi e
all'introduzione dei concetti necessari per la creazione del sistema di risorse
proprie. Deve ancora essere formalmente istituita una struttura di
coordinamento. [1] Articolo 49. [2] Ai sensi della risoluzione 1244/1999 del Consiglio di
sicurezza dell’ONU. [3] Le sintesi e le conclusioni delle relazioni sui singoli
paesi sono fornite in allegato alla presente comunicazione. [4] Come testimonia la recente comunicazione della
Commissione sulla lotta contro la corruzione nell'UE, COM(2011) 308 definitivo. [5] La strategia prevede la cooperazione tra i paesi del
bacino del Danubio in materia di ambiente, trasporti, energia, sviluppo
socioeconomico, istruzione, ricerca e innovazione e sicurezza. Tra i paesi
dell'allargamento vi prendono parte Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina e
Montenegro. Si veda COM(2010) 715 definitivo e conclusioni del Consiglio del 13
aprile 2011. [6] Le iniziative faro della strategia Europa 2020 sono:
"Un'agenda europea del digitale", "L'Unione
dell'innovazione", "Youth on the move", "Un'Europa
efficiente sotto il profilo delle risorse", "Una politica industriale
per l'era della globalizzazione", "Un'agenda per nuove competenze e
nuovi posti di lavoro" e la "Piattaforma europea contro la
povertà". [7] COM(2008) 394 definitivo. [8] COM(2011) 415 definitivo. [9] La Turchia partecipa come osservatore. I paesi della
politica di vicinato interessati sono l'Ucraina e la Moldova, come membri a
pieno titolo, e la Georgia e l'Armenia in veste di osservatori. [10] Sejdić-Finci vs. Bosnia and Herzegovina,
dicembre 2009. [11] Gli obiettivi sono cinque: 1) soluzione accettabile e
duratura del problema della ripartizione della proprietà fra lo Stato federale
e gli altri livelli di governo; 2) soluzione accettabile e duratura del
problema della proprietà della difesa; 3) completamento del processo di
definizione dello status di Brčko; 4) sostenibilità finanziaria; 5)
consolidamento dello Stato di diritto (dimostrato dall'adozione di una
strategia nazionale per i crimini di guerra, di una legge sugli stranieri e
sull'asilo e di una strategia nazionale per la riforma del settore
giudiziario), e due le condizioni specifiche: 1) firma dell'accordo di
stabilizzazione e di associazione e 2) situazione politica stabile. [12] COM(2009) 534 definitivo. [13] Ad esempio il capitolo 20 "politica industriale e
delle imprese" e il capitolo 21 "reti transeuropee". [14] Regolamento (CE) n. 1085/2006. [15] COM(2011) 500. [16] COM(2011) 290. [17] Ai sensi della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza
dell’ONU. [18] Le priorità fondamentali riguardano i seguenti settori:
quadro legislativo per le elezioni e ruolo legislativo e di controllo del
parlamento; riforma della pubblica amministrazione; riforma giudiziaria; lotta
alla corruzione; lotta alla criminalità organizzata; libertà dei media e
collaborazione con la società civile; attuazione del quadro antidiscriminazioni
e situazione degli sfollati. Per il testo integrale delle priorità fondamentali
si veda il COM (2010) 670. [19] Il Montenegro usa unilateralmente l'euro come unica moneta
legale. [20] Le priorità fondamentali riguardano i seguenti settori:
buon funzionamento del parlamento; adozione di leggi a maggioranza rafforzata;
procedure di nomina e nomine per le istituzioni principali; riforma elettorale;
svolgimento delle elezioni; riforma della pubblica amministrazione; Stato di
diritto e riforma giudiziaria; lotta alla corruzione; lotta alla criminalità
organizzata; questioni connesse alla proprietà; potenziamento dei diritti umani
e attuazione delle politiche antidiscriminazioni; miglioramento del trattamento
dei detenuti e applicazione delle raccomandazioni dell'ombudsman. Per il testo
integrale delle priorità fondamentali si veda il COM (2010) 680. [21] Causa Sejdić-Finci contro Bosnia-Erzegovina, dicembre
2009, riguardante la discriminazione etnica per la rappresentanza nelle
istituzioni del paese delle persone non appartenenti a uno dei tre “popoli
costituenti". [22] Secondo la legge sulla tutela dei diritti delle persone
appartenenti a minoranze nazionali, in Bosnia-Erzegovina vi sono 17 minoranze
nazionali. I tre “popoli costituenti", cioè serbi, croati e bosniaci, non
costituiscono minoranze nazionali.