EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52007DC0440

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo - Dare slancio all'agricoltura africana - Proposta per una cooperazione a livello continentale e regionale in materia di sviluppo agricolo in Africa

/* COM/2007/0440 def. */

52007DC0440

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo - Dare slancio all'agricoltura africana - Proposta per una cooperazione a livello continentale e regionale in materia di sviluppo agricolo in Africa /* COM/2007/0440 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 24.7.2007

COM(2007) 440 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Dare slancio all'agricoltura africana Proposta per una cooperazione a livello continentale e regionale in materia di sviluppo agricolo in Africa

Dare slancio all'agricoltura africana Proposta per una cooperazione a livello continentale e regionale in materia di sviluppo agricolo in Africa

INTRODUZIONE

Il presente documento individua una serie di principi e di settori chiave ai fini di una cooperazione UE-UA in materia di sviluppo agricolo in Africa, in ambito regionale e continentale. La cooperazione in tale ambito è intesa come complemento e incentivo allo sviluppo agricolo a livello nazionale, dove l'attività di cooperazione continuerà ad essere più intensa, ed è ispirata agli orientamenti politici definiti nel consenso europeo[1] e nella strategia dell’UE per l’Africa[2]. Entrambi i documenti sottolineano il ruolo centrale dell'agricoltura e dello sviluppo rurale per alleviare la povertà e stimolare la crescita. Per contribuire alla crescita, la Comunità ha dichiarato di voler favorire soprattutto l'intensificazione sostenibile della produzione, la competitività dei mercati regionali e internazionali e la gestione dei rischi: in Africa, lo sviluppo tecnologico, coadiuvato dalla ricerca e dall'assistenza tecnica in campo agricolo, dovrebbe facilitare queste iniziative.

Pienamente in linea con le priorità dell'Africa nel settore agricolo, la cooperazione si prefigge di incentivare progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM). Lo sviluppo su larga scala del settore agricolo è direttamente determinante ai fini della realizzazione del primo OSM (eliminare la povertà estrema e la fame) e costituisce un fattore essenziale in vista del conseguimento del settimo OSM (garantire la sostenibilità ambientale).

Principale fonte di sostentamento della maggioranza della popolazione povera africana, l'agricoltura[3] rappresenta circa un terzo del PIL del continente ed è il settore in cui si concentra gran parte dell'occupazione. La produzione agricola proviene soprattutto da piccole aziende agricole in cui le donne svolgono un ruolo estremamente importante[4]. La produzione, la distribuzione e la vendita dei prodotti agricoli incidono direttamente sulla sicurezza alimentare e sulle condizioni nutrizionali delle famiglie; non solo, esse hanno anche un elevato effetto moltiplicatore sulla crescita agricola. L'aumento del reddito agricolo rende inoltre sostenibili e accessibili la fornitura e la fruibilità dei servizi sociali nelle zone rurali. Per di più, l'uso che gli agricoltori fanno delle risorse naturali è un fattore fondamentale in termini di sostenibilità degli ecosistemi e di biodiversità.

Attività essenzialmente del settore privato, l'agricoltura necessita tuttavia un intervento pubblico sostanziale: in primo luogo, le successive carenze del mercato hanno avuto ripercussioni negative su gruppi socialmente e geograficamente emarginati; in secondo luogo, l'intervento dello Stato e del legislatore è necessario per preservare la sostenibilità messa a repentaglio dalle esternalità ambientali esistenti; in terzo luogo, il settore agricolo funziona molto meglio quando il settore pubblico opera con maggiore efficienza.

Gli ambiti di cooperazione individuati nel presente documento definiscono un quadro di assistenza di lungo periodo. In termini geografici, l'accento è posto sull'Africa subsahariana, regione in cui i problemi del settore agricolo sono più urgenti. Tuttavia, la dimensione continentale è rilevante ai fini dell'allineamento con le iniziative dell'UA e considerato che, in diversi settori di cooperazione[5], gli interventi riguardano tutta l'Africa.

PROSPETTIVE DELLO SVILUPPO AGRICOLO IN AFRICA

Problematiche attuali

L'agricoltura riacquista attualmente terreno nell'economia africana, con una crescita del settore in netto aumento: 2,7% nel 2002, 3,0% nel 2003 e 5,3% nel 2004. A questo andamento positivo hanno contribuito le fluttuazioni positive dei prezzi di una serie di prodotti; la crescita è stata ugualmente favorita dalle migliori condizioni di produzione[6]. Tuttavia, affinché la riduzione della povertà sia durevole, occorre infondere maggior impulso alla crescita agricola, specie nelle società rurali a basso reddito in cui è probabile che l'agricoltura rimanga determinante ai fini della crescita economica e della creazione di posti di lavoro.

Le problematiche della produzione e della crescita del settore agricolo africano sono molteplici e interconnesse. Differenziando i diversi aspetti, sono state individuate sei aree che servono a definire gli ambiti prioritari di cooperazione[7]:

1) elaborare una visione integrata e largamente condivisa dello sviluppo agricolo e del relativo ruolo ai fini di una crescita economica e di una riduzione della povertà sostenibili, visione che va tradotta in politiche, strategie e dotazioni di bilancio in materia di sviluppo improntate alla coerenza;

2) potenziare la governance del settore agricolo, ridefinendo i ruoli e favorendo interazioni tra pubblico, privato e società civile, e potenziando la capacità delle diverse organizzazioni di prendere parte all'elaborazione e all'attuazione delle politiche;

3) migliorare la produttività rurale sostenibile e incrementare il valore nutrizionale dei prodotti agricoli, mediante un maggior ricorso ad innovazioni tecnologiche e gestionali già esistenti, nonché potenziando la ricerca e rendendola più efficiente per gli utenti agricoli;

4) incrementare l'accesso a mercati remunerativi migliorandone l'accessibilità materiale e sfruttando opportunità, prodotti e strutture di mercato (di nicchia)[8] per ottenere prezzi alla produzione più elevati, nonché facilitando gli scambi, segnatamente grazie a misure sanitarie e fitosanitarie migliori;

5) introdurre sistemi di gestione delle risorse naturali più efficienti e garantire rendimenti economici positivi per un uso sostenibile di tali risorse;

6) ridurre i rischi e la vulnerabilità occasionati da parassiti, malattie, fluttuazioni dei prezzi, fragilità del mercato, cambiamenti e calamità climatici.

Le priorità dell'Africa nel settore agricolo

Per promuovere lo sviluppo agricolo, l'UA e il Nuovo partenariato per lo sviluppo dell'Africa (NEPAD) hanno varato il programma globale di sviluppo agricolo dell'Africa CAADP; i capi di Stato, dal canto loro, hanno deciso di aumentare in misura significativa la dotazioni di bilancio per l'agricoltura e lo sviluppo rurale[9]. L'UA è andata inoltre delineando una strategia globale circa i risultati da conseguire nel settore dell'agricoltura entro il 2015.

Seppur a dimensione continentale, l'iniziativa CAADP è fondata sui piani nazionali e regionali di sviluppo agricolo. Il programma definisce una serie di principi e obiettivi chiave intesi a: 1) orientare le strategie e i programmi di investimento nazionali; 2) consentire l'apprendimento e la valutazione tra pari a livello regionale; 3) promuovere una maggiore armonizzazione delle iniziative di sviluppo. Per gli attori della cooperazione allo sviluppo, il CAADP offre notevoli possibilità di progredire nel senso degli obiettivi della dichiarazione di Parigi.

Nell'ambito del CAADP, vanno delineandosi quattro "pilastri" tematici che fungono da quadro politico per i programmi nazionali e regionali. I programmi nazionali e regionali CAADP saranno imperniati su un processo specifico, sotto forma di "tavola rotonda", da cui scaturiranno delle linee CAADP nazionali e regionali sul riordino delle politiche e intese come guida agli investimenti e alle iniziative pubbliche e private.

Il vertice dell'UA del dicembre 2006[10] ha fatto appello ad un certo grado di selezione degli impegni da conseguire in ambito CAADP, costatando che, davanti alla limitatezza delle risorse e della capacità istituzionale, le priorità individuate devono essere tali da garantire risultati rapidi ma sostenibili in termini di sicurezza alimentare e nutrizionale.

COOPERAZIONE UE-UA IN MATERIA DI SVILUPPO AGRICOLO

Obiettivi e principi

Le seguenti proposte di cooperazione UE-UA spaziano in ambito continentale e regionale e si prefiggono di creare un clima più favorevole allo sviluppo agricolo del continente. La cooperazione è imperniata sui seguenti principi:

- impegno a realizzare gli obiettivi di sviluppo del millennio , con particolare riguardo al 1° e al 7° OSM;

- conformità con le priorità dell'Africa, sulla base dei processi, dei principi e degli obiettivi stabiliti dal CAADP;

- armonizzazione tra i donatori, conformemente ai principi della dichiarazione di Parigi;

- collegamento ad altri partenariati e strumenti UE-UA, onde completare le iniziative comunitarie che, direttamente o indirettamente, offrono sostegno allo sviluppo rurale in Africa e sfruttare i partenariati già esistenti tra l'Africa e l'Europa;

- insegnamenti tratti dalle pertinenti esperienze e buone pratiche comunitarie, sfruttando quasi 50 anni di esperienza comunitaria in materia di politica agricola;

- applicazione del principio della sussidiarietà, per fornire sostegno unicamente alle funzioni regionali e continentali che presentano un valore aggiunto rispetto alle iniziative nazionali;

- coerenza degli interventi , ossia tra la politica di sviluppo e le altre politiche comunitarie: politica agricola, della pesca, commerciale, dei consumatori ed energetica.

Conformemente alle esigenze del CAADP, la cooperazione sarà incentrata sul consolidamento della capacità e sul potenziamento istituzionale delle organizzazioni regionali e continentali.

La cooperazione è intesa a favorire interventi statali più strategici ed efficaci nel settore agricolo, partendo dal presupposto che lo Stato è chiamato in primo luogo a definire un quadro politico e regolamentare tale da favorire un clima propizio, ad intervenire per ovviare alle carenze del mercato, a fornire servizi di interesse pubblico, a garantire reti di sicurezza e a limitare il ricorso alle sovvenzioni.

Ambiti di cooperazione prioritari

La cooperazione UE-Africa in materia di sviluppo agricolo spazia in sette ambiti che riflettono le principali problematiche dell'agricoltura africana e le priorità continentali definite dal CAADP.

L'agricoltura nelle strategie di sviluppo

L'ambito risponde alla necessità di rendere lo sviluppo agricolo parte integrante e elemento strategico delle priorità di sviluppo a livello nazionale, regionale e continentale, riconoscendo il ruolo centrale del settore agricolo ai fini della crescita economica e della riduzione della povertà.

La cooperazione a livello regionale e continentale è incentrata sui seguenti elementi:

- potenziamento della capacità e dell'analisi per quanto attiene alle interconnessioni tra risultati del settore agricolo e politiche macroeconomiche, impatti esterni, cambiamenti climatici, desertificazione e biodiversità;

- insegnamenti tratti dalle esperienze politiche nazionali e relative ripercussioni sul settore agricolo e sull'economia rurale;

- consolidamento della capacità e potenziamento istituzionale finalizzati a politiche concepite sulla base dei dati e dei risultati, alla coerenza politica e al lobbying;

- coordinamento e cooperazione intersettoriali;

- sostegno all'istituzione di un forum continentale degli agricoltori che colleghi organizzazioni di settore nazionali e regionali, e potenziamento del ruolo della categoria nei processi CAADP;

- potenziamento delle funzioni di analisi e monitoraggio volte a comparare e mettere a confronto i modelli di sviluppo agricolo dei singoli paesi sotto il profilo economico, sociale e ambientale.

I principali partner sono la commissione dell'Unione africana (CUA), il NEPAD e le comunità economiche regionali (REC); la cooperazione è intesa a sostegno delle loro prerogative di analisi politica, monitoraggio, valutazione tra pari e lobbying, nonché del loro ruolo di potenziamento delle capacità delle organizzazioni nazionali. Un altro gruppo di partner è costituito dalle organizzazioni regionali di agricoltori. Nella fase di attuazione, è previsto il coinvolgimento delle organizzazioni internazionali, mentre la cooperazione con la CUA potrebbe portare ad un accordo di gemellaggio con la CE con il coinvolgimento delle DG competenti (AGRI, FISH, SANCO, TRADE, ENV, RTD, JRC e REGIO). Il coinvolgimento del CSA[11] sarà finalizzato al lobbying, ad agevolare lo scambio di insegnamenti tratti e ad assistere le organizzazioni di categoria e favorirne le connessioni con il CAADP.

Governance settoriale

Il presente ambito di cooperazione è inteso a favorire il potenziamento della capacità istituzionale a livello regionale e continentale al fine di migliorare la governance del comparto agricolo a livello nazionale. Si presuppone che una migliore governance favorisca la transizione graduale dalle piccole aziende agricole verso aziende a conduzione familiare commercialmente vitali e sostenibili.

La cooperazione in questo ambito si articola intorno ai seguenti punti:

- armonizzazione degli interventi regionali e continentali e promozione della coerenza tra le politiche agricole regionali e nazionali;

- monitoraggio degli interventi pubblici e valutazioni tra pari;

- elaborazione di orientamenti regionali e continentali sui principali aspetti della governance, tra cui la politica fondiaria e catastale e l'agricoltura sostenibile;

- potenziamento della capacità e delega dei poteri ai fini della partecipazione alla governance settoriale;

- promozione di partenariati pubblico-privato e di alleanze tra imprese;

- potenziamento della rappresentazione regionale e continentale delle organizzazioni di produttori e professionisti, con una reale capacità di esercitare pressione;

- analisi comparativa e insegnamenti tratti in base a processi di liberalizzazione e privatizzazione del comparto agricolo, relazioni publico-privato e risultati di governo.

Sono previste azioni di cooperazione con: la CUA, mirate a potenziarne il ruolo politico e di istanza che promuove politiche di sviluppo, coordinamento e armonizzazione; il NEPAD e le REC, mirate al potenziamento della capacità istituzionale, al monitoraggio, all'analisi politica e alla revisione tra pari; organizzazioni private regionali e continentali, che rappresentano organizzazioni di produttori e di professionisti, per il potenziamento istituzionale, il lobbying, i negoziati e la fornitura di servizi. Il coinvolgimento del CSA è previsto relativamente a questi ultimi aspetti e per quanto riguarda le campagne di sensibilizzazione basate sugli insegnamenti tratti. Il potenziamento della capacità in materia di governance può peraltro prevedere il ricorso agli insegnamenti tratti in base all'esperienza comunitaria, con scambi con la CE, gli Stati membri e le organizzazioni del settore privato dell'UE[12].

Ricerca, organizzazione delle conoscenze e divulgazione

Questo ambito di cooperazione è inteso a potenziare gli effetti della ricerca e dell'organizzazione delle conoscenze nel settore agricolo ai fini della produttività rurale, della riduzione della povertà, della sicurezza alimentare e della gestione sostenibile delle risorse naturali, tenendo conto delle problematiche connesse ai cambiamenti climatici. L'accento è posto su approcci di ricerca pluridimensionali, su sistemi sostenibili di produzione agricola e su studi con effetti benefici sulla povertà rurale.

La cooperazione a livello regionale e continentale si articola intorno ai seguenti punti:

- intensificazione della collaborazione tra paesi nel campo della ricerca al fine di ridurre la frammentazione e favorire le sinergie;

- messa a punto di strategie di ricerca continentali e regionali;

- cofinanziamento degli studi prioritari con implicazioni che prescindono l'ambito nazionale;

- potenziamento della capacità a favore di forme e canali di divulgazione nuovi, formazione e insegnamento, legami più stretti tra i sistemi di ricerca, servizi di divulgazione e agricoltori;

- istituzione e/o potenziamento di piattaforme di reti di informazione, accesso e scambio di conoscenze [13];

- maggior coordinamento tra i sistemi di ricerca agricola nazionali e i programmi di ricerca regionali e internazionali.

Gli interventi in questo settore, basati sugli insegnamenti acquisiti in anni di cooperazione UE-Africa[14] e sugli orientamenti volti a promuovere la cooperazione tra i partner europei[15], si ispirano al quarto pilastro CAADP e sono in linea con i principi FAAP. Tra i principali partner: il FARA e le organizzazioni di ricerca subregionali connesse (ORS); il forum globale della ricerca in agricoltura per lo sviluppo (GFAR) e il forum europeo (EFARD) con relative reti operative[16]; il CGIAR; altre organizzazioni internazionali e partenariati di ricerca, tra cui il CCR. Il CSA interverrà a sostegno delle piattaforme di rete.

Agevolazione degli scambi, garanzia di qualità e standard qualitativi

Questo ambito di cooperazione è inteso a rendere il continente africano maggiormente capace di far funzionare i mercati, soprattutto i mercati regionali dei prodotti agricoli, al fine di ridurre la povertà. Le trattative commerciali in corso (accordi di partenariato economico, programma di Doha per lo sviluppo) sono intese a creare maggiori opportunità commerciali nel settore agricolo a beneficio dei paesi africani che necessitano di adeguare l'offerta. Si tratta anche di potenziare le capacità di influenzare, definire e rispettare standard produttivi e commerciali significativi per (continuare a) garantirsi l'accesso a mercati di prodotti agricoli remunerativi e assicurare la sicurezza dei prodotti per i consumatori.

Il sostegno, specificatamente imperniato sulle opportunità offerte dagli accordi di partenariato economico, si articola sui seguenti punti:

- strategie regionali e potenziamento della capacità per far fronte alle carenze strutturali dei mercati dei fattori di produzione e dei prodotti agricoli;

- potenziamento della capacità di controllo della politica commerciale, in particolare nelle fasi di realizzazione, di stesura delle relazioni e di attuazione delle politiche di agevolazione degli scambi;

- creazione di mercati regionali e promozione degli scambi interregionali, specie delle derrate alimentari;

- definizione di quadri giuridici e regolamentari di armonizzazione, standardizzazione e controllo; adozione a livello regionale di sistemi e standard comuni di classificazione in linea con gli standard internazionali;

- potenziamento di laboratori di riferimento, reti di centri nazionali e della capacità di altri enti e istituzioni preposti alla sperimentazione e ai test di conformità;

- rafforzamento della capacità regionale per una migliore comprensione e conformità agli standard, tra cui livelli sicuri di scorie;

- incentivi a regimi di certificazione finalizzati ad una produzione sostenibile e socialmente accettabile;

- potenziamento della capacità per un coinvolgimento attivo nelle discussioni e nelle trattative regionali e internazionali su standard o altri dispositivi che agevolano gli scambi (sicurezza alimentare, scambi di prodotti agricoli).

Tra i principali partner: agenzie specializzate della CUA (IBAR e IAPSC); enti internazionali di standardizzazione; organismi di certificazione; centri di ricerca; REC; organizzazioni regionali di agricoltori e di esportatori; laboratori di riferimento; agenzie ONU competenti. Il CSA interviene per migliorare la comprensione delle misure sanitarie e fitosanitarie (MFS).

Gestione delle risorse naturali fondiarie, ittiche, forestali

Gli interventi in questo ambito sono intesi a migliorare i regimi di governo e di gestione delle risorse fondiarie, ittiche e forestali mirati a combinare la sostenibilità ambientale e la biodiversità con lo sfruttamento proficuo e la riduzione della povertà.

Gli aspetti regionali e continentali attinenti a questo ambito sono:

- coordinamento e armonizzazione delle politiche, specie quelle relative alle risorse transfrontaliere;

- istituzione e potenziamento di meccanismi di coordinamento e di cooperazione in materia di risorse transfrontaliere, nell'ambito degli ordinamenti regionali esistenti;

- elaborazione di orientamenti regionali e continentali in materia di politica fondiaria e sfruttamento sostenibile delle risorse, che tengano conto della dimensione economica, giuridica, sociale e ambientale;

- promozione di un quadro politico che consenta di suddividere competenze e responsabilità relativamente allo sfruttamento delle risorse naturali;

- scambio di esperienze e sostegno alla revisione tra pari sull'efficacia dei regimi di gestione;

- monitoraggio e controllo dello stato delle (e della pressione sulle) risorse naturali e degli effetti dei cambiamenti climatici sulle risorse agricole e naturali;

- incentivi alla cooperazione in materia di lotta allo sfruttamento illecito delle risorse (anche ittiche e forestali) e al commercio dei prodotti illegali[17].

Gli interventi in questo ambito sono incentrati sulla funzione di indirizzo e di governo, e sulle soluzioni gestionali e istituzionali tese allo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali. In termini di politica fondiaria e di gestione delle terre e delle acque, il sostegno si vuole in linea con il primo pilastro del CAADP e con le iniziative internazionali correlate[18]. Gli accordi di partenariato nel settore della pesca costituiscono il quadro per potenziare il controllo e il monitoraggio delle risorse ittiche. Tra i principali partner: CUA, NEPAD, REC, ONG specializzate, organizzazioni (sub)regionali di gestione delle terre e delle acque, delle risorse ittiche e forestali, nonché istituzioni europee e internazionali, reti e piattaforme specializzate in questi settori[19]. Il CSA interverrà per agevolare la condivisione degli insegnamenti tratti.

Sviluppo zootecnico e lotta alle malattie

Questo ambito è inteso a potenziare la sostenibilità del settore zootecnico ponendo l'accento sull'approfondimento delle conoscenze e dei sistemi di lotta alle patologie veterinarie, in modo tale che il settore possa maggiormente contribuire a ridurre la povertà e stimolare la crescita. La cooperazione è intesa a ridurre la mortalità animale, a diminuire i rischi connessi alla produzione di bestiame e a migliorare la profilassi sanitaria, nonché a garantire un accesso migliore ai mercati regionali e internazionali, a facilitare uno sfruttamento razionale delle terre e a ridurre i problemi ambientali connessi all'allevamento. Gli interventi si articolano sui seguenti punti:

- cooperazione transfrontaliera in materia di pastorizia, gestione dei pascoli, sistemi sostenibili di produzione e commercio di bestiame;

- analisi dell'interconnessione tra lo sviluppo zootecnico in Africa e i cambiamenti climatici;

- potenziamento di reti coordinate di servizi veterinari e sistemi profilattici, in applicazione degli standard internazionali;

- potenziamento del sistema panafricano di coordinamento dei sistemi sanitari regionali e nazionali di lotta alle malattie veterinarie;

- studi, sperimentazione e divulgazione scientifica relativa in materia di profilassi, compreso lo sviluppo di vaccini.

Tra i possibili partner: le agenzie della CUA specializzate nel settore (IBAR, PANVAC e PATTEC); l'ILRI e le agenzie del settore zootecnico a livello (sub)regionale; la FAO, l'OIE e le organizzazioni regionali e internazionali che si occupano di allevamento e pastorizia. È previsto il ricorso al partenariato Alive ( African Livestock ) che vede coinvolti i principali cointeressati.

Gestione dei rischi

In questo ambito, la cooperazione è intesa a potenziare le capacità di ridurre i rischi connessi a cambiamenti climatici, calamità naturali e crisi dei prezzi, con particolare enfasi sulle questioni organizzative e sui dispositivi finanziari.

La cooperazione a livello regionale e continentale è incentrata sui seguenti elementi:

- potenziamento della capacità istituzionale e delle tecniche di preparazione, prevenzione e risposta in caso di calamità, comprese le carestie a breve termine;

- studi e divulgazione scientifici, nonché potenziamento della capacità di individuare metodi agricoli a basso rischio e strategie di soluzione;

- sistemi innovativi di riduzione del rischio di perdite di raccolto e bestiame dovuti a parassiti e malattie;

- scambi di informazioni sugli insegnamenti tratti e potenziamento della capacità di ricorrere a strumenti di gestione dei rischi basati sui prezzi di mercato, a fondi di perequazione e a dispositivi assicurativi;

- elaborazione e applicazione di sistemi di allarme preventivo regionali e continentali collegati a sistemi nazionali.

La cooperazione è mirata a potenziare la capacità delle principali organizzazioni pubbliche e private e a garantire ai paesi africani un accesso più agevole ai mercati finanziari e assicurativi internazionali. I principali partner sono la CUA, le REC e le organizzazioni internazionali. È previsto l'intervento del CSA per lo scambio di informazioni sui metodi agricoli a basso rischio e sugli strumenti di gestione dei rischi basati sui prezzi di mercato.

COORDINAMENTO, MONITORAGGIO E REVISIONE

Coordinamento

Il coordinamento della cooperazione UE-Africa per lo sviluppo agricolo è previsto a tre livelli interconnessi: 1) con le istituzioni africane; 2) con altri donatori; 3) all'interno della Comunità.

Il coordinamento con le istituzioni africane si svolge nell'ambito del CAADP, sotto l'egida delle organizzazioni continentali e regionali, con un ruolo centrale di CUA/NEPAD. La piattaforma di partenariato CAADP costituisce il dispositivo principale per coordinare il coinvolgimento di tutti i partner continentali nel settore dello sviluppo. Piattaforme simili sono state create a livello regionale. A livello nazionale, il processo di tavole rotonde in ambito CAADP funge da piattaforma comparativa. Sotto il profilo tematico, il coordinamento verrà sempre più organizzato intorno ai "pilastri" del CAADP.

La piattaforma globale dei donatori per lo sviluppo rurale (GDPRD), cui partecipano la CE e diversi Stati membri, si farà carico del coordinamento e dell'armonizzazione tra i donatori in linea con il CAADP. La GDPRD fungerà da punto di riferimento per il CAADP e fornirà assistenza per l'organizzazione delle riunioni della piattaforma di partenariato CAADP.

Il coordinamento all'interno della Comunità verrà potenziato tramite un gruppo di lavoro UE[20] in materia di agricoltura africana, coadiuvato dal sostegno tecnico del CSA. Spetta al gruppo di lavoro stimolare le sinergie e garantire maggiori livelli di qualità e visibilità dei finanziamenti comunitari a beneficio dello sviluppo agricolo dell'Africa[21].

Monitoraggio e revisione

Gli avanzamenti quanto all'attuazione del CAADP e al processo di cooperazione nel settore dello sviluppo agricolo saranno monitorati prevalentemente nell'ambito della piattaforma di partenariato CAADP e dell'APF (forum per il partenariato con l'Africa), che si avvarranno di un set di indicatori simili attualmente allo studio della CUA e del NEPAD. Sono inoltre in fase di elaborazione una serie di dispositivi per un monitoraggio più dettagliato degli avanzamenti nell'ambito dei pilastri CAADP.

La GDPRD coadiuverà il processo di monitoraggio, in particolare per quanto riguarda i progetti e i programmi finanziati dai donatori, e veglierà all'armonizzazione, all'allineamento e alla coerenza con il programma CAADP.

Gli orientamenti politici e le linee strategiche della cooperazione UE-Africa in materia di sviluppo agricolo saranno soggetti, sotto il profilo della pertinenza, al medesimo processo di revisione adottato per l'intero programma di cooperazione UE-UA, come attualmente definito dalla strategia dell’UE per l’Africa.

CONCLUSIONI

Lo sviluppo su larga scala dell'agricoltura africana è determinante ai fini del progresso verso gli OSM e per garantire la fornitura di servizi sociali nelle zone rurali accessibili a tutti. In tal senso, partendo dalle priorità del continente in materia di agricoltura e di concerto con le organizzazioni africane, sono stati individuati sette ambiti principali di cooperazione UA-UE nel settore dello sviluppo agricolo a livello regionale e continentale. Essi sono incentrati sul consolidamento della capacità e sul potenziamento istituzionale delle organizzazioni regionali e continentali al fine di migliorare le politiche e la governance agricole.

La cooperazione associa la dimensione concorrenziale, in cui crescita e produttività sono le parole d'ordine, allo sviluppo su larga scala, mirato alla riduzione della povertà e alla coesione sociale. Lo sviluppo dei mercati regionali dei prodotti agricoli è il perno di entrambe le dimensioni, a riprova dell'importanza dell'integrazione regionale e della promozione degli scambi. Saranno inoltre incentivati sistemi di produzione sostenibile sulla base della riconosciuta necessità di adattamento a problematiche esterne, quali i cambiamenti climatici.

In linea con la dichiarazione di Parigi, la cooperazione è intesa a sostegno delle priorità del continente africano e si avvale di dispositivi armonizzati di dialogo e revisione.

ALLEGATO - Acronimi

ACP: Africa, Caraibi, Pacifico

AGRI: Direzione generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale (CE)

APF: Forum per il partenariato con l'Africa

ACR: Accordo commerciale regionale

ASARECA: Association for Strengthening Agricultural Research in Eastern and Central Africa (associazione per il potenziamento della ricerca agricola in Africa orientale e centrale)

ASS: Africa subsahariana

CAADP: Comprehensive Africa Agriculture Development Programme (programma globale di sviluppo agricolo dell'Africa)

CCR: Centro comune di ricerca (UE)

CE: Commissione europea

CGIAR: Consultative Group on International Agricultural Research (gruppo di consultazione sulla ricerca agricola internazionale)

CILSS: Comité Permanent Inter-Etats de Lutte contre la Sécheresse dans le Sahel (comitato permanente interstatale per la lotta alla siccità nel Sahel)

COMESA: Common Market for East and Southern Africa (mercato comune dell'Africa orientale e meridionale)

CORAF/WECARD: Conseil ouest et centre africain pour la Recherche et le développement Agricole/West and central African Council for Agricultural Research and Development (consiglio dell'Africa occidentale e centrale per la ricerca e lo sviluppo agricoli)

CSA: Centro di sviluppo agricolo

CUA: Commissione dell'Unione africana

DG: Direzione generale

ECART: European Consortium for Agricultural Research for the Tropics (consorzio europeo per la ricerca agricola nei tropici)

ECCAS: Economic Community of Central African States (comunità economica degli Stati centraficani)

ECOWAS: Economic Community of West-African States (comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale)

EIARD: European Initiative for Agricultural Research for Development (iniziativa europea di ricerca agricola per lo sviluppo)

ENPI: European Neighbourhood Policy Instrument (strumento della politica europea di vicinato)

ENV: Direzione generale Ambiente (CE)

FAAP: Framework for African Agricultural Productivity (quadro per la produttività dell'agricoltura africana)

FAO: Food and Agricultural Organisation (organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura)

FARA: Forum for Agricultural Research in Africa (forum per la ricerca agricola in Africa)

FES: Fondo europeo di sviluppo

FISH: Direzione generale della Pesca e degli affari marittimi (CE)

FLEGT: Forest Law Enforcement, Governance and Trade (applicazione delle normative, governance e commercio nel settore forestale)

FSTP: Food Security Thematic Programme (programma tematico sulla sicurezza alimentare)

GDPRD: Global Donor Platform for Rural Development (piattaforma globale dei donatori per lo sviluppo rurale)

GFAR: Global Forum on Agricultural Research (forum globale della ricerca in agricoltura per lo sviluppo)

IAPSC: Inter-African Phytosanitary Council (consiglio fitosanitario interafricano)

IBAR: Inter-Africa Bureau for Animal Resources (ufficio interafricano per le risorse animali)

IFAD: International Fund for Agricultural Development (fondo internazionale per lo sviluppo agricolo)

IFAP: International Federation of Agricultural Producers (federazione internazionale dei produttori agricoli)

IFPRI: International Food Policy Research Institute (istituto internazionale per la ricerca sulle strategie alimentari)

IGAD: Inter-Governmental Agency for Development (Horn of Africa) (agenzia intergovernativa per lo sviluppo del Corno d'Africa)

ILRI: International Livestock Research Institute (istituto internazionale di ricerca zootecnica)

MSF: Misure sanitarie e fitosanitarie

NATURA: Network of European Agricultural (tropically and sub-tropically oriented) Universities Related with Agricultural Development (rete delle facoltà di agraria europee che si occupano di sviluppo agricolo orientato alle tematiche tropicali e subtropicali)

NEPAD: New Partnership for Africa’s Development (nuovo partenariato per lo sviluppo dell’Africa )

OIE: Ufficio internazionale delle epizoozie

OMC: Organizzazione mondiale del commercio

ONG: Organizzazione non governativa

ONU: Organizzazione delle Nazioni unite

ORA: Organizzazioni regionali di allevatori

OSM: Obiettivi di sviluppo del millennio

OSR: Organizzazione subregionale

PAEPARD: Pan-African-European Partnership on Agricultural Research for Development (partenariato euro-panafricano sulla ricerca in agricoltura per lo sviluppo)

PAM: Programma alimentare mondiale

PANVAC: Pan-African Veterinary Vaccine Centre (centro panafricano per i vaccini veterinari)

PATTEC: Pan-African Tsetse and Tryponosomiasis Eradication Campaign (campagna panafricana per l'eradicazione della mosca tsetse e della Triponosomiasi)

PIL: Prodotto interno lordo

PIR: Programma indicativo regionale

PQR: Programma quadro di ricerca

PT: Programma tematico

RAS: Ricerca agricola per lo sviluppo

RDC: Repubblica democratica del Congo

REC: Regional Economic Community (comunità economica regionale)

REGIO: Direzione generale Politica regionale (CE)

RST: Direzione generale della ricerca (CE)

SADC: Southern African Development Community (comunità per lo sviluppo dell'Africa meridionale)

SADC-FANR: Direzione SADC per l'alimentazione, l'agricoltura e le risorse naturali

SANCO: Direzione generale per la Salute e tutela dei consumatori (CE)

UA: Unione africana

UE: Unione europea

[1] (2006/C46/01)

[2] COM (2005) 489.

[3] Il settore comprende le colture, la zootecnia, la pesca e la silvicoltura.

[4] L'80% delle derrate alimentari in Africa è prodotto da donne.

[5] Ad esempio: controllo delle malattie veterinarie, ricerca e MFS.

[6] Per alcuni paesi , anche il processo di pacificazione .

[7] Per un'illustrazione più dettagliata, si veda il documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato alla presente comunicazione.

[8] I mercati dei biocarburanti, del commercio equo e solidale e dei prodotti biologici sono in espansione.

[9] Nella "Dichiarazione di Maputo" del luglio 2003, con la quale i paesi si sono impegnati ad assegnare almeno il 10% dei bilanci nazionali all'agricoltura e allo sviluppo rurale entro il 2008/2009.

[10] Vertice sulla sicurezza alimentare in Africa, Abuja, dicembre 2006. Al vertice sono stati individuati alcuni prodotti di base strategici per i quali andrebbero incrementati gli scambi e la commercializzazione tra paesi africani.

[11] Centro di sviluppo agricolo UE-ACP istituito in forza dell'accordo di Cotonou.

[12] La DG AGRI può fornire assistenza per lo scambio delle migliori pratiche, favorire i contatti con le organizzazioni di agricoltori e informare su standard e ricerche.

[13] Tra cui gli scambi tra agricoltori.

[14] Tramite strumenti scientifici (INCO, PQR) e dispositivi della politica di sviluppo.

[15] Messi a punto dall'EIARD.

[16] ECART- GEIE e NATURA.

[17] Facendo riferimento all'iniziativa FLEGT per le risorse forestali.

[18] Ad esempio TerrAfrica.

[19] Compreso l'osservatorio CCR- ACP per lo sviluppo sostenibile.

[20] La proposta prevede che il gruppo di lavoro renda conto al CODEV.

[21] Non sono previsti nuovi dispositivi di finanziamento.

Top