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Document 52004DC0070
Communication from the Commission to the Council, the European Parliament, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions - Action Plan: The European agenda for Entrepreneurship
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Piano d'azione: Un'agenda europea per l' imprenditorialità
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Piano d'azione: Un'agenda europea per l' imprenditorialità
/* COM/2004/0070 def. */
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Piano d'azione: Un'agenda europea per l' imprenditorialità /* COM/2004/0070 def. */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI - Piano d'azione: Un'agenda europea per l' imprenditorialità INDICE 1. La sfida imprenditoriale in Europa 2. Un dibattito europeo sulla promozione dell' imprenditorialità 3. Cinque aree politiche strategiche 3.1. Alimentare la cultura imprenditoriale 3.2. Incoraggiare più persone a diventare imprenditori 3.3. Orientare gli imprenditori verso la crescita e la competitività 3.4. Migliorare il flusso dei finanziamenti 3.5. Creare un quadro regolamentare e amministrativo più favorevole alle PMI 4. Prossime tappe della Commissione per realizzare l'agenda per l'imprenditorialità 5. Risultati concreti per gli imprenditori europei Allegato I - Proposte di azione chiave per il 2006 e oltre 1. LA SFIDA IMPRENDITORIALE DELL'EUROPA Lo spirito imprenditoriale è il motore dell'innovazione, della competitività e della crescita. Data la parte importante che rappresentano nel settore dei servizi e nelle attività basate sulla conoscenza, le piccole imprese e lo spirito imprenditoriale hanno oggi un ruolo centrale nell'economia dell'Unione europea. È evidente lo stretto e positivo legame tra lo spirito imprenditoriale e i risultati economici in termini di crescita, di sopravvivenza, di innovazione, di creazione di posti di lavoro, di cambiamenti tecnologici, di aumenti di produttività e di esportazioni. [1] Ma lo spirito imprenditoriale apporta molto di più alle nostre società. È anche un mezzo di sviluppo personale e può favorire la coesione sociale quando l'opportunità di creare la propria impresa viene offerta a tutti, indipendentemente da estrazione sociale e collocazione geografica. [2] [1] 'Entrepreneurship: A survey of the Literature', David B. Audretsch, October 2002. [2] Si veda anche 'Relazione congiunta sull'inclusione sociale', Consiglio dell'Unione europea, 15223/01, 12.12.2001. L'Unione europea (UE) si impegna a promuovere lo spirito imprenditoriale nel quadro della sua strategia [3] per trasformare la sua economia e costruire la sua futura forza economica e concorrenziale. Il Consiglio ha rivendicato un'azione a favore delle piccole imprese e dello spirito imprenditoriale, in particolare con l'adozione della Carta europea per le piccole imprese [4] nel 2000. [3] La strategia dell'UE per la riforma strutturale dell'economia è stata definita dal Consiglio europeo di Lisbona nel marzo 2000 e confermata in seguito dal Consiglio in occasione di numerose riunioni del Consiglio europeo. [4] La "Carta europea per le piccole imprese", adottata il 13.06.00 dal Consiglio "Affari generali", è stata approvata dal Consiglio europeo di Feira il 19-20 giugno 2000. Malgrado le azioni intraprese a partire da tale data, l'UE non è riuscita fino ad oggi a ridurre la differenza del PIL per abitante che la separa dagli Stati Uniti; infatti la differenza di produttività sta aumentando. Gli studi di proiezione indicano che se l'Europa non riesce ad invertire la tendenza economica attuale, la percentuale europea nella produzione mondiale diminuirà, anche se le cifre assolute per la produzione aumentano, in particolare rispetto alle emergenti economie asiatiche [5]. Per rafforzare la sua posizione economica l'Europa deve aumentare il suo spirito imprenditoriale. [5] Documento di lavoro dei servizi della Commissione 'Relazione europea sulla competitività 2003', SEC (2003) 1299, 12.11.2003 e "Il commercio mondiale nel XXI secolo", Institut français des relations internationales, ottobre 2002. L'UE non sfrutta completamente il suo potenziale imprenditoriale. Non riesce a suscitare le vocazioni degli imprenditori. Secondo l'Eurobarometro benché il 47% degli europei manifesti una preferenza per il lavoro indipendente, solo il 17% concretizza effettivamente la sua ambizione. Per quanto riguarda la creazione di nuove imprese, solo il 4% degli europei afferma di aver iniziato una nuova attività o di essere un nuovo imprenditore da meno di tre anni, mentre negli Stati Uniti si è all'11% [6]. E se il 29% delle PMI europee dichiara che la crescita costituisce l'ambizione principale [7], sono troppo poche quelle che generano effettivamente una crescita sostanziale. Contrariamente agli Stati Uniti l'Europa manifesta un'espansione debole dopo la creazione [8]. Tutte le grandi imprese europee alla fine dell'ultimo decennio erano già grandi nel 1960 [9]. Mentre gli imprenditori americani sembrano valutare il mercato, e in caso di successo, operare un'espansione rapida, numerosi progetti di impresa in Europa non arrivano mai sul mercato, poiché la loro viabilità viene messa in causa prima di poter essere messa alla prova. Infatti secondo l'Eurobarometro il 44% degli europei afferma che "non bisogna lanciarsi in un'impresa quando esiste un rischio di fallimento", contro il 29% negli Stati Uniti. [6] Flash Eurobarometro 146 "Entrepeneurship", ottobre 2003. [7] 'Obiettivo PMI - I principali risultati dell'Osservatorio sulle PMI europee 2002', Commissione europea. [8] 'The role of policy and institutions for productivity and firm dynamics: Evidence from micro and industry data', documento di lavoro n. 329, Stefano Scarpetta e al., ECO/WKP (2002)15, 23.04.2002. [9] 'Libro bianco, adottare l'innovazione: imprenditorialità in America e crescita sociale', National Commission on Entrepreneurship, 2001. L'invecchiamento della popolazione aggraverà probabilmente il gap di imprenditorialità [10], poiché il gruppo di età più attivo nella creazione di imprese (25-34 anni) [11] sarà meno numeroso del corso dei prossimi decenni. Inoltre si ritiene che un terzo degli imprenditori dell'UE, in particolare quelli che gestiscono imprese familiari, si ritirerà nel corso dei prossimi dieci anni, e ciò toccherà circa 610.000 imprese e 2,4 milioni di posti di lavoro ogni anno. Poiché diminuiscono i trasferimenti nell'ambito della famiglia, numerose imprese familiari dovranno essere trasferite a dipendenti o a terzi. Tuttavia numerosi europei preferiscono creare un'impresa invece di riprenderne una già esistente. Ciò complica sempre di più la ricerca di successori. [12] [10] La situazione demografica dell'Europa cambierà in modo radicale: invece della relazione 1:4 tra le persone di più di 65 anni nel gruppo di età 18-64, la proporzione diventerà nel 2040 di circa 1:2. Il gruppo di età 18-35 anni diminuirà da più di un quarto a meno del 20%, Proiezioni Eurostat. [11] 'Global Entrepreneurship Monitor (GEM) 2002 Summary Report', Reynolds, Bygrave, Autio and Hay. [12] 'Relazione finale del gruppo di esperti sul trasferimento delle PMI', Commissione europea, maggio 2002. Per sviluppare il suo potenziale imprenditoriale in modo completo, l'UE dovrà prendere misure energiche che rendano l'Europa più attraente per quanto riguarda le attività imprenditoriali. Ma ciò di per sé non è sufficiente ad alimentare la dinamica imprenditoriale: una cultura più imprenditoriale è necessaria. Di conseguenza è necessario promuovere attivamente i valori imprenditoriali e rimediare al timore del rischio nel maggior numero possibile di imprenditori potenziali. A tale scopo l'UE potrà ispirarsi ad esempi di buone prassi provenienti dall'interno delle proprie frontiere e ispirarsi alle diversità regionali sostanziali in risorse e realtà imprenditoriali. L'allargamento dell'Unione aumenterà non solo le possibilità di risultati economici, ma amplierà anche la gamma delle tradizioni imprenditoriali e accrescerà le opportunità di scambio in un mercato europeo allargato. Per progredire nell'agenda dell'imprenditorialità la Commissione ha pubblicato il Libro Verde "L'imprenditorialità in Europa" [13] per coinvolgere il più ampio pubblico possibile nell'elaborazione di una futura agenda politica. Questa consultazione costituisce un esempio dell'importanza che la Commissione attribuisce al dialogo con le PMI e con i loro rappresentanti. [13] Libro Verde 'L'imprenditorialità in Europa', Commissione europea, COM (2003) 27 def., 21.01.2003. Basato su un ampio lavoro di ricerca di dati, di analisi, di indagini e di esperienze politiche, il Libro Verde solleva dieci interrogativi che riguardano due punti fondamentali per l'Europa: "Come produrre più imprenditori"' e "Come stimolare la crescita delle imprese"? In seguito al Libro Verde il Consiglio ha invitato la Commissione, al Consiglio europeo di Bruxelles nel marzo 2003, a presentare un Piano d'azione sullo spirito imprenditoriale al Consiglio europeo della primavera 2004. Questo piano d'azione costituisce un quadro strategico per la promozione dello spirito imprenditoriale, basato sulla consultazione pubblica che ha seguito la pubblicazione del Libro Verde. Tale consultazione ha dato il suo sostegno in generale alle attività attuali della Commissione, ma ha richiesto maggiori sforzi in taluni campi. Per cui il piano d'azione completa il lavoro attualmente in corso, in particolare nell'ambito del programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità [14], adottato dalla decisione del Consiglio 2000/819/CE senza cambiare gli obiettivi e i settori d'azione, mediante azioni mirate. [14] 'PROGRAMMA PLURIENNALE A FAVORE DELL'IMPRESA E DELL'IMPRENDITORIALITÀ, IN PARTICOLARE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE (PMI) (2001-2005)', DECISIONE DEL CONSIGLIO (2000/819/CE) DEL 20.12.2000, GU L 333, 29/12/2000 PAGG. 84 - 91. 2. UN DIBATTITO EUROPEO SULLA PROMOZIONE DELL' IMPRENDITORIALITA L'ampio dibattito pubblico provocato dal Libro Verde sullo spirito imprenditoriale ha suscitato un vivo interesse in Europa e al di fuori. Le parti in causa hanno condiviso con interesse le conoscenze accumulate nel corso del lavoro quotidiano con le imprese o mediante la ricerca. Il Libro Verde è stato discusso in occasione di numerose manifestazioni e 240 risposte scritte sono state inviate sia da privati che da organizzazioni, che rappresentano un gran numero di parti interessate, compresi enti pubblici nazionali, regionali e locali, imprenditori, organizzazioni professionali, fornitori di servizi, università e think tanks. [15] [15] Tutti i contributi ricevuti in formato elettronico e un rapporto di sintesi dei principali risultati possono essere consultati al seguente indirizzo: http://europa.eu.int/comm/enterprise/ entrepreneurship/green_paper/index.htm. Pur confermando le principali sfide del Libro Verde, coloro che hanno inviato le loro risposte hanno sottolineato un'ampia gamma di campi di azione, mettendo in evidenza che non esiste una ricetta magica per creare più spirito imprenditoriale in Europa. Il potenziale inutilizzato dell'Europa sembra derivare da una serie complessa di condizioni, strettamente collegate, di atteggiamenti e di competenze. Diamo qui di seguito una panoramica delle risposte ricevute. L'atteggiamento nei confronti dello spirito imprenditoriale e l'attuale squilibrio tra rischi e guadagni incitano sempre meno gli europei a diventare imprenditori. Ci sono anche sempre meno potenziali successori per riprendere il crescente numero di imprese da imprenditori che raggiungono l'età della pensione. La formazione allo spirito di impresa è considerato come un mezzo importante per rafforzare la cultura imprenditoriale tra i giovani. Per diminuire il fattore legato al rischio, è necessario risolvere le conseguenze gravi legate al fallimento e la necessità di accettare un livello inferiore di sicurezza sociale. Maggiori sforzi sono necessari per facilitare il trasferimento delle imprese, in particolare delle imprese familiari. Il finanziamento è considerato come uno dei punti critici a causa della crescente cultura legata alle prestazioni e alle nuove regole proposte in materia di adeguamento del capitale (Basilea II). [16] La tassazione degli utili non distribuiti o degli investimenti privati è vista come un ostacolo alla costituzione di capitali a rischio e di bilanci più solidi, necessari non solo per liberare il potenziale di crescita delle imprese, ma anche per ottenere finanziamenti a costo inferiore. [16] Una rassegna delle condizioni finanziarie per le banche e le società di investimento è disponibile in 'Terzo documento di consultazione dei servizi della Commissione', documento di lavoro, 01.07.2003. Per rendere più dinamici i risultati, nelle risposte si afferma che gli imprenditori dovrebbero aver accesso a dispositivi di assistenza, di tutoraggio e di formazione adeguati. I gruppi industriali ("clusters" o distretti) potrebbero dare slancio alla crescita, agli scambi transeuropei e all'internazionalizzazione, mentre il sostegno per incoraggiare gli "spin-off" e uno scambio più efficace tra ricerca e imprese potrebbero contribuire all'innovazione. Sono spesso citati gli oneri legati ai regolamenti e all'amministrazione, in particolare il rispetto delle esigenze fiscali e di occupazione, che sono complesse, lunghe e costose. Per migliorare l'ambiente amministrativo e regolamentare, i politici dovrebbero mantenere il dialogo con le PMI e i loro rappresentanti. Inoltre, sulla base delle risposte ricevute si può affermare che l'accesso delle PMI agli appalti pubblici può essere ulteriormente migliorato, mentre ci sono ancora passi da compiere per il completamento del mercato interno e gli aiuti di Stato. Molti tra coloro che hanno risposto condividono la scelta del Libro Verde su un approccio coordinato. Il metodo aperto di coordinamento [17] può essere rafforzato con un seguito sistematico delle raccomandazioni e della loro attuazione negli Stati membri. Per tener conto delle diverse sfide e necessità nell'Unione europea, il coordinamento deve implicare non solo i governi nazionali, ma anche e ancora più spesso le regioni, che hanno un ruolo fondamentale nella fornitura delle infrastrutture, delle reti e dell'assistenza adattate alle necessità specifiche degli imprenditori nelle loro regioni. È necessaria la coordinazione di coloro che operano nei diversi campi politici che influenzano lo spirito imprenditoriale, come la ricerca, l'innovazione, la fiscalità e l'occupazione. [17] CON QUESTO METODO LA COMMISSIONE FORNISCE AGLI STATI MEMBRI UNA BASE PER FISSARE INDICATORI, OBIETTIVI E METODI DI VALUTAZIONE E PER REPERIRE BUONE PRASSI NEI SETTORI POLITICI DI INTERESSE COMUNE, FAVORENDO IL MIGLIORAMENTO DELLE LORO POLITICHE. 3. CINQUE AREE POLITICHE STRATEGICHE In base alla consultazione pubblica il piano d'azione tende a incoraggiare sempre di più le persone a creare un'impresa e a contribuire allo spirito imprenditoriale aiutandole a realizzare pienamente le loro ambizioni e fornendo loro un ambiente imprenditoriale favorevole. Per promuovere l'agenda dello spirito imprenditoriale la Commissione agirà in cinque aree di azione politica [18] identificate da coloro che hanno risposto al Libro Verde come punti fondamentali per rilanciare la dinamica imprenditoriale nell'UE. [18] Senza pregiudizio degli obiettivi e dei settori d'azione fissati nel programma pluriennale, decisione del Consiglio 2000/819/CE. - Alimentare la cultura imprenditoriale - Incoraggiare più persone a diventare imprenditori - Orientare gli imprenditori verso la crescita e la competitività - Migliorare il flusso dei finanziamenti - Creare un quadro regolamentare e amministrativo più favorevole alle PMI Per far avanzare l'agenda imprenditoriale l'UE deve affrontare una doppia sfida: il coordinamento e la concentrazione sono necessari per creare la sinergia e garantire progressi reali. Tuttavia la politica dovrebbe tener conto delle diverse necessità degli imprenditori che dirigono imprese che vanno dagli "spin-off" delle università alle PMI familiari alle imprese sociali. Sia gli Stati che le regioni hanno una miscela di forza e di debolezza che influenzano la cultura e l'ambiente imprenditoriale. Per ottenere migliori risultati la Commissione non può e non deve agire da sola. Il successo dipende dal coinvolgimento attivo di Stati membri e organizzazioni imprenditoriali. Per raccogliere in modo adeguato le sfide legate allo spirito imprenditoriale la Commissione invita gli Stati membri e le organizzazioni professionali ad impegnarsi nelle azioni necessarie nei cinque campi strategici di loro competenza, a livello nazionale e regionale per soddisfare le specifiche necessità. Per sostenere le strategie nazionali e regionali degli Stati membri la Commissione darà la sua assistenza ai responsabili politici, nell'ambito del metodo aperto di coordinamento, per misurare i risultati e per scambiare prassi nei rispettivi campi d'azione. L'impegno della comunità delle imprese costituisce una condizione indispensabile per una politica imprenditoriale di successo. Ad esempio è possibile tener conto delle necessità delle PMI al momento della presa di decisione politica solo con la partecipazione attiva delle imprese e dei loro rappresentanti, e le organizzazioni professionali possono avere un ruolo importante come intermediari nei rapporti banche/imprese. Gli imprenditori possono imparare reciprocamente (sia come tutori che mediante reti) e il loro ruolo nelle azioni di promozione e di istruzione è di importanza fondamentale per la cultura imprenditoriale. Il piano d'azione dà priorità a una serie di azioni chiave [19] mirate che dovrebbero essere lanciate nel 2004 e 2005, e che sono rivolte sia alla Commissione che, secondo il metodo aperto di coordinamento, ai responsabili politici nazionali e regionali. Le nuove azioni che saranno lanciate a partire dal 2006 saranno definite sulla base del loro valore aggiunto potenziale e dell'importanza data loro nel dibattito pubblico; un elenco delle proposte si trova nell'Allegato I. [19] Senza pregiudizio degli obiettivi e dei settori d'azione fissati nel programma pluriennale, decisione del Consiglio 2000/819/CE. 3.1. Alimentare la cultura imprenditoriale La consultazione pubblica ha messo in evidenza la necessità di migliorare l'immagine degli imprenditori e di sensibilizzare maggiormente alla carriera di imprenditore. La Commissione, insieme agli Stati membri nell'ambito del metodo aperto di coordinamento si propone di promuovere lo spirito imprenditoriale, presentando modelli di ruolo e sottolineando il comportamento responsabile di numerosi imprenditori per quanto riguarda le necessità attuali e future delle nostre società. Per permettere a tutti di cogliere le opportunità secondo le loro attitudini e le loro ambizioni, le attività di promozione presenteranno vari modi d'essere un imprenditore (ad esempio orientato all'espansione, artigianato, imprenditore a tempo parziale o cooperativo) e si concentrerà su vari gruppi mirati. La Commissione sostiene già l'organizzazione di manifestazioni a favore dello spirito imprenditoriale in un certo numero di città dell'Unione europea. [20] Per promuovere le capacità e le attitudini imprenditoriali tra i giovani, la Commissione continuerà a promuovere la formazione allo spirito imprenditoriale. [20] La rete PAXIS della Commissione ed Eurocities hanno lanciato un progetto pilota per organizzare la Giornata europea dell'imprenditore (www.entrepreneurday.org). L'insegnamento dell'imprenditorialità nelle università dovrebbe essere accessibile a studenti e ricercatori in tutti i campi, specialmente nelle università tecniche. Abbinare il potenziale scientifico alle competenze imprenditoriali contribuirà ad una migliore commercializzazione dei risultati attraverso spin-off e la creazione di un maggior numero di imprese nei settori basati sulla conoscenza [21]. [21] La Commissione annuncerà ulteriori iniziative sull'innovazione imprenditoriale nel corso del 2004. Azione chiave: Promuovere la cultura imprenditoriale tra i giovani Grazie al metodo aperto di coordinamento la Commissione e gli esperti esterni hanno esaminato la politica dell'educazione allo spirito imprenditoriale nell'UE. [22] Risultati promettenti hanno mostrato che lo spirito imprenditoriale sta prendendo importanza nei programmi educativi e che numerose iniziative politiche sono in corso. I lavori si concentreranno ora sullo scambio di esperienze nel campo delle strategie utilizzate e nell'assicurare una formazione allo spirito imprenditoriale di alta qualità per tutti gli studenti nell'UE. [22] 'Procedura best, progetto sull'educazione e la formazione all'imprenditorialità', Commissione europea, novembre 2002, e 'Making progress in promoting entrepreneurial attitudes and skills through Primary and Secondary education' (in preparazione) (Progressi nella promozione degli atteggiamenti e delle capacità imprenditoriali attraverso il sistema di istruzione primaria e secondaria). Nel 2004 la Commissione organizzerà un esercizio di valutazione in base al metodo aperto di coordinamento sull'utilizzo delle mini-imprese (imprese di studenti che producono e vendono prodotti o servizi reali in un ambiente protetto). Nel 2005 la Commissione, insieme a un gruppo di esperti, presenterà fattori di riuscita e di rischio, obiettivi, raccomandazioni e materiale di promozione (casi concreti che hanno avuto successo, esempi di buone prassi), il tutto basato su "case studies" e valutazioni. Per assicurare che gli studenti che escono dal sistema educativo abbiano accesso ai corsi sullo spirito imprenditoriale, la Commissione invita gli Stati membri a integrare la formazione allo spirito imprenditoriale nei programmi di tutti gli istituti di insegnamento e di fornire alle scuole un supporto appropriato per permettere loro di mettere in opera programmi formativi efficaci e di qualità. Le autorità nazionali e regionali possono organizzare campagne di sensibilizzazione, offrire materiale didattico, organizzare moduli di formazione per insegnanti e, insieme alle organizzazioni professionali, integrare gli imprenditori nei programmi di formazione. I risultati dei lavori della Commissione nel campo dell'educazione allo spirito imprenditoriale, sia in termini di obiettivi che di aree che richiedono un'assistenza più ampia, saranno ripresi al momento della preparazione e dell'attuazione dei programmi dell'UE in materia di formazione, istruzione e gioventù. 3.2. Incoraggiare più persone a diventare imprenditori Malgrado l'ampio accordo sul fatto che il rischio sia strettamente legato allo spirito imprenditoriale, per incoraggiare un maggior numero di persone a diventare imprenditori coloro che hanno risposto al Libro Verde hanno sottolineato non solo la possibilità di registrare un'impresa rapidamente e con poca spesa, ma anche la necessità di un migliore equilibrio tra il rischio e i guadagni potenziali. Recentemente l'UE e gli Stati membri hanno iniziato importanti lavori per facilitare l'amministrazione dell' avviamento di imprese. [23] Per diminuire la percentuale di rischio, la Commissione, con gli Stati membri, continuerà, grazie al metodo aperto di coordinamento, ad affrontare gli effetti negativi del fallimento delle imprese e comincerà a esaminare le possibilità che gli imprenditori hanno di assicurarsi contro i rischi personali all'interno dei sistemi di sicurezza sociale. [23] 'Valutazione dell'amministrazione relativa alle nuove imprese', Commissione europea, gennaio 2002. È possibile diventare imprenditore con un rischio ridotto di fallimento, riprendendo una ditta già esistente piuttosto che creando un ditta da zero. In Austria la ricerca dimostra che il 96% dei trasferimenti di impresa sopravvive nei cinque primi anni dopo il trasferimento contro il 75% delle nuove imprese. [24] Dopo i suoi sforzi tesi ad aiutare gli Stati membri a mettere in opera la raccomandazione sulla semplificazione dei trasferimenti di PMI [25] nel 1994, la Commissione aumenterà la sensibilizzazione sulla possibilità di diventare un imprenditore in questo modo. [24] 'Business transfers and successions in Austria', Austrian Institute for Small Business Research, 2002. [25] In seguito alla 'raccomandazione della Commissione, del 7.12.1994, sulla successione nelle PMI', 94/1069/CE, GU L 385, p. 14-17, 31.12.1994, la Commissione ha presentato nel 2002 e 2003 relazioni sui pareri degli esperti relativi alle misure necessarie per migliorare i modi di successione delle imprese e accelerare l'attuazione della raccomandazione da parte degli Stati membri. Tenuto conto dell'evoluzione delle esigenze nella società, a causa dell'invecchiamento della popolazione e delle aspettative dei consumatori per quanto riguarda il comportamento delle imprese, si creano nuove domande nei campi relativi alla salute, la mobilità o l'ambiente. Tutti questi settori sono vicini o si trovano direttamente nel settore pubblico, e il settore pubblico può essere cliente o concorrente. Le imprese sociali [26] forniscono già fin d'ora servizi nei settori alternativi o complementari al settore pubblico. La Commissione, nell'ambito del metodo aperto di coordinamento, esaminerà con gli Stati membri le barriere allo sviluppo delle imprese, sia quelle senza scopo di lucro che quelle commerciali, in questi settori. In vista di azioni future la Commissione sta attualmente analizzando il ruolo delle imprese sociali. [26] Le imprese sociali comprendono le cooperative, le società mutue, le associazioni e le fondazioni e operano in situazioni che le ditte a scopo di lucro troverebbero meno interessanti. Azione chiave: Ridurre lo stigma del fallimento Gli imprenditori che falliscono sono penalizzati ad esempio mediante una diminuzione del livello di ordinazioni o mediante richieste di garanzie finanziarie supplementari. Una migliore comprensione del fallimento, compresa la distinzione tra fallimento involontario e fraudolento è necessaria per rimediare alla condanna morale del fallimento. [27] [27] 'Study: Bankruptcy and a fresh start', luglio 2002 e 'Final report of the expert group on the Best Project on Restructuring, bankruptcy and a fresh start', settembre 2003, Commissione europea. Un esercizio di valutazione effettuato nel 2003 da parte della Commissione e di esperti esterni ha fornito obiettivi, indicatori e raccomandazioni necessarie a limitare le gravi conseguenze giuridiche e sociali del fallimento. Nella relazione sullo stato d'avanzamento del piano d'azione del 2004 la Commissione inviterà gli Stati membri a comunicare le azioni intraprese o programmate per l'attuazione delle raccomandazioni. La Commissione rivedrà, se necessario, tali lavori. Per promuovere una migliore comprensione del fallimento e dissociare il concetto di "fallimento" da quello di "frode", la Commissione, insieme agli esperti degli Stati membri fornirà nel 2004 informazioni per quanto riguarda i segni che indicano l'inizio di un fallimento o delle difficoltà finanziarie, i motivi del fallimento, le difficoltà che impediscono un nuovo inizio, oltre che esempi di imprenditori che falliscono e ricominciano. Queste informazioni, che dovranno essere utilizzate nelle campagne di promozione o nei corsi di formazione, dovrebbero risultare in una più ampia accettazione del fallimento e aiutare a diminuire la reticenza rispetto agli imprenditori che hanno subito un fallimento. Per aiutare gli imprenditori che hanno problemi finanziari a superare le loro remore a svelare i loro problemi e a cercare aiuto in tempo, la Commissione, con gli Stati membri, sulla base del metodo aperto di coordinamento, cercherà di facilitare gli scambi di esperienze in materia di sensibilizzazione e di ricorso a misure preventive. Entro il 2005 la Commissione fisserà, insieme a un gruppo di esperti, delle prove di autovalutazione per gli imprenditori che potranno così valutare la loro situazione finanziaria, compresa una formazione sugli aiuti e le procedure esistenti per evitare il fallimento. Azione chiave: Facilitare la successione nelle imprese L'importante aumento nei passaggi di proprietà delle imprese che si prevede avverrà nei prossimi anni toccherà in particolar modo le imprese familiari che costituiscono una parte importante della comunità delle imprese nell'UE. L'Unione europea dovrebbe evitare la situazione in cui tali imprese chiudono non per mancanza di competitività ma semplicemente per ostacoli incontrati dal punto di vista fiscale e giuridico o per la mancanza di un successore. La Commissione continuerà ad aiutare i responsabili politici a livello nazionale e regionale affinché rendano più facile la successione delle imprese, principalmente allo scopo di assicurare la continuità delle numerose imprese familiari attive nell'UE. La Commissione continuerà a spingere gli Stati membri a mettere in opera la Raccomandazione sulla successione delle imprese e aumenterà gli sforzi tesi a sensibilizzare gli imprenditori potenziali al trasferimento di imprese. Ciò può comprendere ad esempio l'assistenza ai responsabili politici nazionali e regionali nella promozione dei mercati per compratori e venditori di imprese. Azioni più specifiche saranno annunciate nella prossima comunicazione sui trasferimenti d'impresa nel 2004. Azione chiave: Rivedere i sistemi di sicurezza sociale degli imprenditori Entro il 2005 la Commissione presenterà un panorama dei sistemi di sicurezza sociale per i lavoratori indipendenti e i proprietari d'impresa, compresi i coniugi e altri familiari, e gli effetti della transizione da uno statuto all'altro. Ciò comprenderà l'assicurazione malattia, le garanzie di reddito in caso di incapacità al lavoro o cessazione d'attività, i diritti a pensione (rispetto ai sistemi dei lavoratori dipendenti), il pagamento dei sistemi di assicurazione volontaria, le perdite ingiustificate per i nuovi imprenditori dei diritti acquisiti con un'altra carriera e sistemi specifici per nuovi imprenditori. Ciò permetterà di quantificare il rischio "downside" associato all'impresa e di determinare in modo più preciso l'influenza della sicurezza sociale sulle preferenze dell'impresa. Su tale base la Commissione inviterà gli Stati membri nel 2005 a definire i settori nei quali contano di intraprendere un'azione. La Commissione organizzerà in seguito uno scambio di esperienze con esperti esterni sul modo migliore per avanzare. Tali lavori risulteranno nell'identificazione di buone prassi che potranno aiutare gli Stati membri ad adattare i loro sistemi nella misura necessaria. 3.3. Orientare le imprese verso la crescita e la competitività Per rispondere alle richieste formulate da coloro che hanno risposto al Libro Verde chiedendo servizi di sostegno di alta qualità e orientati al cliente, la Commissione assicurerà che gli imprenditori provenienti da qualunque settore, compresi i gruppi con necessità specifiche, come le donne e gli imprenditori delle minoranze etniche, abbiano accesso a sostegno di alto livello e alla formazione al management. La Commissione promuoverà anche il sostegno agli imprenditori provenienti da ogni settore e in tutte le regioni a bassi risultati di imprenditorialità mediante i Fondi strutturali. [28] [28] I lavori della Commissione che hanno lo scopo di migliorare i servizi di sostegno comprendono il documento di lavoro dei servizi della Commissione 'Creare servizi di prima classe a sostegno delle imprese', SEC (2001) 1937 del 28.11.2001, 'Benchmarking of Business Incubators', febbraio 2002, 'Good practices in the Promotion of Female Entrepreneurship', dicembre 2002, la European network to promote Women's EntrepreneurShip (WES), la 'European conference on ethnic minority entrepreneurs', giugno 2003 e la Charter implementation reports. L'iniziativa comunitaria 'EQUAL' propone fondi a sostegno degli imprenditori provenienti dai gruppi meno favoriti ed eliminare le barriere per le imprese sociali. Secondo le risposte ricevute la crescita imprenditoriale può essere stimolata sostenendo attivamente le PMI nei loro sforzi di mondializzazione. La mondializzazione non apre solo le porte a un mercato più grande, ma operando in vari settori del mercato può aiutare ad aumentare la competitività rispetto alle ditte che sono basate unicamente in un paese. L'aiuto dato alle PMI permetterà loro di approfittare al massimo delle opportunità dell'economia basata sulla conoscenza. Oltre a un migliore trasferimento delle conoscenze tra i ricercatori e il mondo degli affari, alla disponibilità di personale specializzato in una moderna organizzazione del lavoro e a una protezione solida della proprietà intellettuale, maggior attenzione va portata verso le innovazioni di "valore" (ad esempio nuovi modelli di impresa, strategia di marketing o design), che sono sempre più importanti, in particolar modo per le piccole imprese. [29] [29] Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni 'Aggiornare l'approccio dell'Unione nel contesto della strategia di Lisbona', COM (2003) 112 def. dell'11.03.2003. Per sostenere ancora di più le attività commerciali delle PMI nel mercato interno la Commissione continuerà a promuovere la partecipazione delle PMI alla standardizzazione. La Commissione promuoverà le reti, gli avvenimenti di partenariato e i gruppi per assistere gli imprenditori a far sì che siano create strategie di partenariato, creando legami commerciali all'interno e all'esterno dell'UE. La Commissione rafforzerà il ruolo delle reti di sostegno europee 'Euro Info Centres (EIC)' (Eurosportelli) e gli 'Innovation Relay Centres (IRC)' (Centri di collegamento Innovazione) associandoli alla promozione della cooperazione tra imprese e assicurando un'offerta razionale della totalità dei servizi di sostegno dell'UE, non solo mediante tali reti, ma anche con i Business Innovation Centres (CII, Centri di innovazione e promozione aziendale). Oltre all'impegno del Consiglio di aumentare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico (R&S) e al dibattito pubblico del 2002, la Commissione ha prsentato nel 2003 un programma d'azione per aumentare gli investimenti R&S al 3% del PIL entro il 2010. [30] Inoltre, il 6° Programma quadro per RST fornisce fondi alle PMI, con 15% del bilancio per le PMI e offrendo azioni specifiche per le PMI. [31] [30] Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002, Comunicazione della Commissione "Più ricerca per l'Europa - Obiettivo: 3% del PIL, COM (2002) 499 def. dell'11.09.2002 e 'Comunicazione della Commissione - Investire nella ricerca: un piano d'azione per l'Europa, COM (2003) 226 def. del 04.06.2003. [31] Ulteriori informazioni relative ai programmi comunitari R&S sono disponibili sul sito www.cordis.lu. La Commissione ha recentemente ampliato il campo coperto dal regolamento di esenzione per categoria per le PMI, per esentare queste ultime dalla notifica di aiuto relativo alla ricerca e allo sviluppo. Per quanto riguarda l'innovazione, la Commissione rivedrà le necessità specifiche delle parti in causa, in particolare le PMI, in relazione al cambiamento, all'inserimento delle conoscenze nella produzione, nei prodotti e nei servizi. Data la sua importanza la Commissione pubblicherà un piano d'azione interamente dedicato all'innovazione nel 2004. La Commissione esaminerà i casi di fallimento che impediscono l'innovazione, a seconda della tipologia di imprenditore, delle attività e della localizzazione, comprese le comparazioni internazionali all'interno e all'esterno dell'UE e la necessità di trovare soluzioni appropriate. La Commissione continuerà a promuovere l'innovazione, compreso lo scambio di esperienze sulle politiche di innovazione regionale, i meccanismi di trasferimento tecnologico e la promozione delle attività del commercio elettronico. [32] [32] Network of Innovating Regions in Europe (IRE)', 'Improving Institutions for Technology Transfer to Enterprises', 'PAXIS Pilot Action of Excellence on Innovative Start-ups' e la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni 'Adeguamento delle politiche a sostegno dell'e-business in un contesto in evoluzione: insegnamenti da trarre dall'iniziativa GoDigital e sfide da affrontare', COM (2003) 148 del 27.03.2003. Come dimostrato dal Libro Verde sull'imprenditorialità e confermato dal dibattito pubblico sono troppo poche in Europa le imprese a crescita rapida, o gazzelle, che sono i motori essenziali dell'innovazione e del dinamismo imprenditoriale. La crescita dell'imprenditorialità non è accidentale: è necessario un orientamento determinato verso la crescita, ed essenzialmente uno stato mentale. È evidente che gli imprenditori si ispirano a modelli di successo. [33] La Commissione cerca buone prassi per diffondere modelli di ruolo e fornire un sostegno adatto alle potenziali "gazzelle". [33] Si veda anche 'Bottlenecks and catalysts of entrepreneurial growth', Professor Erkko Autio (da pubblicare). Azione chiave: Proporre un sostegno personalizzato alle donne e alle minoranze etniche Le necessità specifiche delle donne imprenditrici e delle minoranze etniche non sono attualmente soddisfatte dai servizi di sostegno. Sulla base dei lavori in corso per promuovere l'imprenditorialità femminile, dal 2004 la Commissione assisterà le autorità nazionali e regionali in quei settori dove le necessità delle donne imprenditrici non sono ancora sufficientemente trattate, in particolare l'accesso al finanziamento e alle reti di imprenditori. Sulla base dell'esperienza dello scambio di buone prassi mediante studi e le reti tra responsabili politici, la Commissione applicherà una metodologia simile per rispondere alle necessità degli imprenditori che appartengono alle minoranze etniche. Nel 2004 e 2005 la Commissione identificherà e valuterà le misure politiche allo scopo di segnalare le buone prassi che possono aiutare gli imprenditori delle minoranze etniche. Contemporaneamente la Commissione incoraggerà le reti tra responsabili politici e cercherà la partecipazione attiva dei rappresentanti delle minoranze etniche per instaurare un dialogo migliore a livello dell'UE, nazionale e regionale. Azione chiave: Sostenere le imprese nello sviluppare i rapporti tra imprese La Commissione darà il suo sostegno a manifestazioni di incontro e collaborazione nelle regioni dell'UE, dando agli imprenditori la possibilità di incontrare partner strategici (imprenditori, ricercatori, finanziatori, consiglieri, tutori, partner commerciali e politici) che possono aiutarli a migliorare i loro risultati. La Commissione può disporre di un'ampia rete di partner potenziali, attraverso le organizzazioni commerciali, in varie basi di dati della Commissione e le reti EIC, IRC e CII. Entro la metà del 2004 le reti EIC, IRC e CII avranno messo in opera gli strumenti amministrativi, di sostegno e di TI per inquadrare le manifestazioni a cui parteciperanno in modo coordinato. L'esperienza sarà valutata nel corso del 2005 allo scopo di definire la strategia per i prossimi anni. Dopo aver partecipato a queste manifestazioni le PMI potranno far appello alle reti europee di sostegno alle imprese mediante la loro ampia rete di uffici, per maggiori informazioni e consigli sull'attività nel mercato interno, in uno Stato specifico o in una regione particolare. Gli agglomerati industriali (distretti) possono aiutare le PMI a creare la massa critica, a raccogliere le risorse permettendo loro di trovare partner commerciali o fornendo accesso a informazioni strategiche. Sulla base dei lavori effettuati sulla politica degli Stati membri [34] relativa agli agglomerati industriali e facilitando gli scambi di esperienza sui gruppi a livello regionale nell'ambito del programma 'Innovating Regions in Europe' (Innovare le regioni in Europa) [35], la Commissione definirà e proverà nel 2005 insieme a un gruppo di dirigenti che hanno esperienza nel settore, un modello per creare legami strategici tra i distretti industriali nell'UE. [34] Nel 2003 la Commissione ha organizzato un seminario e una serie di riunioni di esperti i cui risultati sono disponibili in 'Expert group report on clusters and networks'. [35] http://www.innovating-regions.org/ . 3.4. Migliorare il flusso dei finanziamenti L'accesso ai finanziamenti è fondamentale per le imprese in qualunque fase del loro sviluppo. Oltre alle difficoltà esistenti segnalate nella consultazione pubblica, in particolare per quanto riguarda l'acquisizione di fondi propri, le imprese devono prevedere l'evoluzione delle esigenze finanziarie che risultano dall'utilizzo crescente dei sistemi di valutazione e la revisione proposta delle esigenze di capitale delle banche ("Basilea II"), per cui il costo del credito rifletterà in modo più preciso il rischio associato al cliente. La Commissione attualmente sostiene il miglioramento dell'ambiente finanziario delle imprese, in particolare delle PMI, mediante i suoi strumenti finanziari [36] e riunendo PMI e le parti in causa che danno sostegno finanziario per permettere lo scambio di buone prassi e una migliore comprensione reciproca tra le PMI e la comunità finanziaria. [37] [36] Gli strumenti finanziari colmano le lacune dei mercati finanziari concentrandosi sugli iniziatori di alta tecnologia, le garanzie per le PMI e il capitale di avviamento. Questi, mediante il programma pluriennale per le imprese e lo spirito imprenditoriale, coprono circa 322 milioni EUR e sono gestiti dal Fondo europeo per gli investimenti. [37] Ad esempio le Tavole rotonde per banche e PMI o le discussioni tra le istituzioni finanziarie e le organizzazioni professionali sulla fissazione di un codice di condotta per banche relativo ai rapporti con le PMI clienti. Per aiutare le imprese a prevedere l'evoluzione dell'ambiente finanziario, la Commissione promuoverà con i responsabili politici sia a livello nazionale che regionale la disponibilità di un sostegno per rispondere a valutazioni di rischio più precise. Insieme lavoreranno per rendere le garanzie e i prestiti disponibili a costi ragionevoli, in particolare per le microimprese. L'eliminazione dei portafogli di credito dai bilanci delle banche vendendoli a investitori istituzionali - titolarizzazione - può anche aumentare la capacità di prestito delle banche alle PMI. Per migliorare la struttura di capitale delle imprese e progredire verso bilanci più sani, è necessaria la neutralità fiscale delle varie opzioni di finanziamento. Per aiutare ad aumentare i fondi propri e stimolare una maggiore crescita delle imprese, la Commissione intensificherà le sue azioni allo scopo di migliorare la disponibilità di capitale a rischio, di finanziamento mediante i business angel e gli investimenti da privati (micro-angels). La Commissione fornirà anche criteri per la valutazione delle misure adottate dagli Stati membri per sostenere il capitale di rischio nell'ambito degli aiuti di Stato. [38] [38] La comunicazione della Commissione 'Aiuti di Stato e capitale di rischio', GU C235 del 21.08.2001, p. 3-11, e la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo riguardante l''Attuazione del piano d'azione sul capitale di rischio (PACR)', COM (2003) 654 def. del 04.11.2003. Azione chiave: Creare maggiori capitali e bilanci più sani nelle imprese La Commissione utilizzerà i suoi strumenti finanziari per le PMI allo scopo di facilitare la crescita imprenditoriale stimolando la fornitura di finanziamenti mediante crediti e fondi propri a partire dal 2004. Previa valutazione degli strumenti finanziari, saranno lanciati nel 2006 strumenti finanziari rivisti e razionalizzati. Oltre ad offrire maggiori garanzie e promuovere la titolarizzazione, saranno anche basati sui fondi propri per le PMI che si occupano di ricerca e innovazione. Visto che la comunicazione sugli aiuti di Stato e capitali a rischio scade nel 2006, la Commissione riesaminerà nel 2004 e nel 2005 il ruolo che gli aiuti di Stato hanno per aiutare a impedire fallimenti delle imprese giovani e orientate alla crescita, mediante fondi per le PMI. La Commissione analizzerà anche gli elementi delle strutture fiscali nazionali favorevoli ai finanziamenti mediante crediti per opposizione ai finanziamenti mediante fondi propri (in particolare redditi non distribuiti, investimenti informali). La Commissione inizierà questa analisi e creerà un gruppo di lavoro formato da esperti degli Stati membri nel 2004. In funzione dei risultati la Commissione inviterà gli Stati membri che applicano un trattamento fiscale svantaggioso ai capitali a prendere le misure necessarie allo scopo di assicurare la neutralità fiscale. Le raccomandazioni e le buone prassi esistenti saranno presentate nel 2005. 3.5. Creare un quadro regolamentare e amministrativo più favorevole alle PMI Secondo la consultazione è necessario ridurre in modo efficace e semplificare i carichi amministrativi e regolamentari nei campi che riguardano le imprese, ad esempio la fiscalità, l'occupazione o l'ambiente. Poiché un certo livello di norme relative all'amministrazione è necessario per regolare i mercati e proteggere gli interessi pubblici, i responsabili politici nazionali e regionali dovrebbero dare sostegno alle PMI per affrontare anche questi punti. Nel 2002 la Commissione ha lanciato un programma ambizioso teso a migliorare la "governance" europea, che copre il miglioramento della legislazione, la valutazione d'impatto e la consultazione delle parti in causa [39] e si concentrerà d'ora in poi sulla sua attuazione. [39] Communicazioni della Commissione 'Governance europea: legiferare meglio', COM (2002) 275 def. del 05.06.2002, 'Valutazione d'impatto', COM (2002) 276 def. del 05.06.2002, 'Piano d'azione: semplificare e migliorare la regolamentazione', COM (2002) 278 def. del 05.06.2002, 'Verso una cultura di maggiore consultazione e dialogo - Principi generali e requisiti minimi per la consultazione delle parti interessate ad opera della Commissione', COM (2002) 704 def. dell'11.12.2002, comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni 'Aggiornare e semplificare l'acquis comunitario', COM (2003) 71 def. dell'11.02.2003. Il mercato interno ha reso la vita del mondo degli affari, particolarmente delle PMI, molto più facile. Ma il mercato interno non è completo ed esistono ancora degli ostacoli. La strategia sul mercato interno 2003-2006 [40] si occupa dei punti che toccano le PMI, compresi la rimozione delle barriere per i servizi e la riduzione dell'impatto legato alla fiscalità, contribuendo all'espansione delle possibilità nei confronti degli appalti pubblici mediante un uso migliore della rete sugli appalti degli Stati membri. La Commissione continuerà inoltre a promuovere il coinvolgimento delle PMI nella standardizzazione [41]. [40] Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato econonmico e sociale europeo e al Comitato delle regioni 'Strategia per il mercato interno, priorità 2003-2006', COM (2003) 238 def. del 07.05.2003. [41] La Commissione promuove la partecipazione delle PMI alla standardizzazione mediante NORMAPME. La Commissione continuerà nel 2004 a cercare la semplificazione nelle norme relative agli aiuti di Stato. In particolare continuerà a sviluppare uno strumento atto a identificare gli aiuti che non producano effetti significativi sulla competizione. Tale strumento dovrebbe ridurre il carico della Commissione per quanto riguarda l'esame degli aiuti fornendo un più ampio margine di manovra agli Stati membri affinché possano elargire piccoli importi per aiuti che non causano distorsioni. Le PMI dovrebbero in tal modo trarre profitto da queste misure. La Commissione incoraggerà una consultazione più efficace delle PMI per permettere loro di esprimersi sulle nuove iniziative a uno stadio precoce del processo decisionale e sull'adeguamento delle regolamentazioni e delle pratiche esistenti. Per assicurare che tale consultazione copra tutte le attività pubbliche, il coordinamento interno delle amministrazioni pubbliche è fondamentale. Azione chiave: Ascoltare le PMI Per dare più voce in capitolo alle PMI nel corso delle fasi decisionali a livello politico nell'UE, la Commissione intende migliorare la valutazione degli effetti delle proposte dell'UE sulle PMI nel contesto della Valutazione d'Impatto sulle Imprese recentemente introdotta. Oltre all'attuale partecipazione delle PMI in specifiche iniziative politiche della Commissione, la Commissione intensificherà, tramite il Rappresentante ("Envoy") per le PMI [42], il dialogo tra i servizi della Commissione e le organizzazioni che rappresentano le imprese mediante riunioni più regolari. [42] Il Rappresentante ("Envoy") per le PMI è incaricato di promuovere il dialogo tra le PMI e i loro organi rappresentativi e assicurare che le necessità delle PMI siano prese in considerazione nell'insieme delle politiche, dei programmi e della legislazione dell'UE. La Commissione intende anche migliorare i meccanismi che permettono di tener conto delle esperienze delle PMI nella legislazione, nelle politiche e nei programmi esistenti. Nell'ambito dell'iniziativa della Commissione 'Interactive Policy Making' (presa di decisione politica interattiva), la rete EIC registra tutte le informazioni che arrivano sugli ostacoli che le PMI incontrano sul mercato interno. Una promozione più intensa, un seguito sistematico dei problemi segnalati e una più ampia gamma di campi che siano oggetto di un ritorno di informazioni aumenterà la possibilità di tener conto del punto di vista delle PMI. Oltre all'organizzazione di un dialogo più efficace tra le PMI, questo lavoro deve dimostrare che le questioni sollevate dalle PMI sono effettivamente esaminate. Alla fine del 2004 la Commissione avrà a disposizione strutture operative necessarie per organizzare il dialogo e valutare i progressi; entro il 2005 la Commissione farà una relazione sulla partecipazione delle PMI e dei loro rappresentanti nel processo di consultazione e sul modo in cui i loro pareri sono stati considerati. La Commissione ha iniziato, in collaborazione con gli esperti degli Stati membri, un progetto di valutazione della partecipazione delle PMI nel processo di decisione politica nazionale. Questa azione esaminerà le metodologie di successo che sono già utilizzate negli Stati membri per organizzare la consultazione delle PMI, comprendendo tutti i servizi i cui lavori interessano le PMI. Su questa base, le migliori prassi e le raccomandazioni politiche saranno presentate nel 2005. Azione chiave: Ridurre la complessità nell'adempiere alla legislazione fiscale Il rispetto delle varie legislazioni e regolamentazioni fiscali nazionali costituisce un ostacolo alle attività transfrontaliere, in particolare per le PMI. Se tali imprese potessero applicare le norme e regolamentazioni con cui hanno familiarità nel loro Stato d'origine per calcolare il reddito imponibile o conformarsi agli obblighi in materia di imposta sul valore aggiunto (IVA), l'espansione al di là delle frontiere sarebbe più facile. Per semplificare e ridurre le procedure relative agli obblighi legati alla fiscalità diretta, la Commissione intende lanciare un progetto pilota che permetta alle PMI di applicare le norme fiscali del loro Stato d'origine. All'interno di tale progetto gli Stati membri che partecipano sono d'accordo nel riconoscere reciprocamente i vari modi di calcolo nazionali dei redditi imponibili. Nel 2004 la Commissione, insieme alle parti interessate e agli Stati membri, esaminerà le questioni tecniche in sospeso e svilupperà le modalità dettagliate di un progetto pilota. Ne risulterà un importante risparmio oltre che un guadagno di efficienza per le PMI che partecipano. Sulla base del risultato delle discussioni sulle questioni tecniche, la Commissione presenterà le sue conclusioni sui futuri metodi di imposizione secondo lo Stato d'origine nel corso del 2004. Su tale base la Commissione seguirà periodicamente l'evoluzione dell'attuazione di tali metodi, attuazione che è di competenza degli Stati membri. Per numerose categorie di transazioni impresa-consumatori, l'applicazione dell'IVA del luogo di consumo significa attualmente che gli operatori devono essere identificati ed emettere dichiarazioni e pagamenti in ogni Stato membro dove realizzano una transazione imponibile. Ciò implica un carico piuttosto pesante per coloro che operano nel mercato interno. Sulla base dei risultati di uno studio europeo sugli obblighi in materia di IVA e una consultazione pubblica effettuata nel 2003 [43], la Commissione ha l'intenzione di proporre nel 2004 un sistema "a sportello unico" per cui le ditte registrate in più di uno Stato membro possono adempiere ai loro obblighi in materia di IVA a livello dell'UE nel paese in cui sono stabiliti [44]. Tale sistema permetterebbe, sulla base delle esperienze già acquisite nell'ambito dello sportello unico IVA dell'UE per gli operatori del commercio elettronico e i paesi terzi, di ridurre in modo sostanziale il carico delle norme amministrative relative all'IVA nella misura in cui permetterebbe alle imprese di trattare con una sola amministrazione fiscale nella loro lingua e trarre beneficio da una sola serie di norme. [43] HTTP://EUROPA.EU.INT/COMM/ TAXATION_CUSTOMS/TAXATION/CONSULTATIONS/OBLIGATIONS_TVA_EN.HTM. [44] NEL RISPETTO DELLA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO 'RIESAME E AGGIORNAMENTO DELLE PRIORITÀ NELLA STRATEGIA IVA', COM (2003) 614, 20.10.2003. 4. LE PROSSIME TAPPE DELLA COMMISSIONE PER REALIZZARE L'AGENDA PER L'IMPRENDITORIALITA Per realizzare l'agenda relativa allo spirito imprenditoriale la Commissione agirà dove potrà raggiungere i migliori risultati a livello dell' UE e dove potrà dare il suo valido sostegno alle strategie regionali e nazionali degli Stati membri all'interno del metodo aperto di coordinamento. La Commissione intende portare avanti questo lavoro mediante le politiche e i programmi di sua competenza. Tutte le nuove azioni proposte in questo piano d'azione direttamente collegate all'avanzamento dell'agenda dello spirito imprenditoriale nell'ambito degli obiettivi descritti all'articolo 2 della decisione del Consiglio 2000/819/CE e dei settori d'azione di cui all'allegato I della decisione, in particolare al punto "Promuovere lo spirito imprenditoriale", specialmente le azioni chiave, dovranno essere portate avanti attraverso il programma pluriennale per l'impresa e l'imprenditorialità, che continua fino al 2005 [45]. La Commissione presenterà nei suoi programmi di lavoro annuali per il 2004 e il 2005 proposte concrete e dettagliate per attività, con le risorse finanziarie necessarie, volte ad attuare le azioni chiave del piano d'azione. Tali proposte saranno adottate conformemente agli obiettivi e alle norme di procedura del programma come stabilito dalla citata decisione del Consiglio. [45] Ad eccezione delle azioni legate alla fiscalità, che saranno portate avanti secondo gli articoli 93 e 211 del Trattato che istituisce la Comunità europea, GU 325/33, pag. 70 del 24.12.2002. La proposta della Commissione per il prossimo programma pluriennale, da presentare nel 2004, sarà basata non solo sulle esperienze della Commissione e sulle valutazioni indipendenti, ma anche sul dibattito pubblico che ha seguito il Libro Verde e l'attuale piano d'azione. Un'analisi delle aree dove nuove azioni sono necessarie sarà effettuata nel 2005. Le azioni concrete di attuazione a partire dal 2006 saranno proposte conformemente agli obiettivi e alle norme di procedura del programma. La Commissione inoltre si concentrerà sull'avanzamento dell'agenda relativa all'imprenditorialità all'interno delle altre aree politiche di rilievo per gli imprenditori, in particolare ricerca e sviluppo e innovazione, governance europea, l'agenda della sostenibilità dell'UE, il funzionamento del mercato interno, gli orientamenti per l'impiego, la politica fiscale e della concorrenza. La Commissione aumenterà l'orientamento verso lo spirito imprenditoriale nei suoi programmi di supporto [46] e renderà il loro accesso più semplice per le imprese. [46] FONDI STRUTTURALI, IN PARTICOLARE IL PROGRAMMA EQUAL, PROGRAMMI QUADRO RTD, ASIA INVEST, AL INVEST, CENTRO UE GIAPPONE E FORMAZIONE E PROGRAMMI GIOVENTÙ. 5. RISULTATI CONCRETI PER GLI IMPRENDITORI EUROPEI Il piano d'azione definisce obiettivi generali che dovranno essere raggiunti dall'UE e dai responsabili politici degli Stati membri in cinque aree strategiche. Obiettivi, indicatori e calendari precisi nell'avanzamento dovranno essere definiti all'interno delle azioni chiave. (1) Più persone saranno informate sull'imprenditorialità e potranno avere l'opportunità di acquisire le attitudini imprenditoriali mediante formazione e azioni di promozione. (2) Un ambiente favorevole al rischio e l'assenza di barriere ingiustificate per i nuovi imprenditori che iniziano un'attività o riprendono un'altra ditta. (3) Un sostegno di alto livello in modo particolare per il commercio transfrontaliero e l'innovazione, per gli imprenditori provenienti da qualunque settore. (4) Finanziamenti e garanzie sufficienti per finanziare tutti i progetti imprenditoriali validi, anche nell'ambito del quadro di adeguamento del capitale "Basilea II" e una maggiore neutralità nel trattamento fiscale delle varie opzioni di finanziamento. (5) Una diminuzione sostanziale delle procedure regolamentari e amministrative e una migliore considerazione per quanto riguarda le necessità delle PMI nelle decisioni politiche. Le azioni intraprese nel contesto del piano d'azione dovranno mostrare risultati in termini di impatto sui risultati imprenditoriali nell'UE: Mentalità più aperta nei confronti dello spirito imprenditoriale: un maggior numero di persone che esprime una preferenza per l'imprenditorialità; un maggior numero di avviamenti di nuove imprese, compreso per quanto riguarda i gruppi o regioni più sfavoriti, un maggior numero di nuovi imprenditori che rilevano le imprese esistenti e un maggior numero di ditte che ricominciano dopo un fallimento. Un miglioramento nel risultato delle imprese che si traduca in una maggiore competitività e in una maggiore crescita: bilanci più sani, più innovazione nel settore privato, maggiore commercio delle PMI nel mercato interno, aumento nella creazione dei posti di lavoro e nel numero delle imprese a crescita rapida. Un ambiente migliore per le imprese: meno tempo e soldi necessari per conformarsi alle esigenze regolamentari e amministrative. I progressi realizzati a livello dell'UE nell'ambito degli obiettivi del piano d'azione e gli obiettivi specifici fissati dalle azioni chiave, e anche il loro impatto sui risultati saranno valutati periodicamente. Tenuto conto del ruolo fondamentale degli Stati membri nel raggiungere risultati, la Commissione valuterà anche le loro azioni intraprese nei cinque settori strategici. È infatti necessario ricordare che la riduzione delle barriere e la fornitura di servizi di sostegno pubblico è di competenza dei responsabili politici, quindi i primi risultati dovrebbero arrivare assai rapidamente. Le attitudini e le competenze imprenditoriali dipendono dall'accettazione di tali politiche da parte dei cittadini, e ciò può soltanto avvenire a lungo termine. Le relazioni sul piano d'azione saranno integrate nel meccanismo di relazione sull'attuazione della Carta europea delle PMI. A partire dal 2005, la Commissione elaborerà una relazione sui progressi realizzati rispetto agli obiettivi fissati dall'attuale piano d'azione e alle azioni chiave, sia a livello dell'Unione europea sia all'interno degli Stati membri, oltre che sulle linee d'azione della Carta. Allegato I - Proposte di azioni chiave per il 2006 e oltre Organizzare campagne a favore dello spirito imprenditoriale Per creare un atteggiamento più positivo nei confronti dello spirito imprenditoriale nella società in tutto il suo insieme, la Commissione darà il suo sostegno all'organizzazione di campagne di sensibilizzazione. Le campagne potranno presentare nei mezzi di comunicazione modelli di ruolo, storie di imprenditori di successo e ritratti di fallimenti. Tali campagne metteranno in evidenza il contributo produttivo dello spirito imprenditoriale nei confronti delle necessità della società (responsabilità sociale delle imprese o RSI). Le campagne saranno organizzate al meglio a livello regionale o nazionale, e la Commissione fornità l'etichetta europea, organizzando manifestazioni di sostegno e migliorando i collegamenti con le varie campagne organizzate attraverso l'Unione europea per aumentare la visibilità e il coordinamento delle attività regionali e nazionali. Tali lavori saranno basati sulle buone prassi identificate nell'azione pilota relativa all'organizzazione delle giornate dell'imprenditorialità nell'ambito del programma PAXIS. Promuovere la creazione di imprese a crescita rapida (gazzelle) Per stimolare più gazzelle la Commissione intende sensibilizzare sulla possibilità di moltiplicare tale tipo di imprese in un contesto europeo. Essa incoraggerà la ricerca mettendo in contatto gli istituti di formazione aziendale e management (business schools) allo scopo di analizzare la riuscita delle gazzelle già esistenti e gli ostacoli che impediscono alle potenziali gazzelle di concretizzarsi. Questi lavori dovrebbero avere non solo l'effetto di concentrare l'attenzione sulle gazzelle nell'analisi e la ricerca, ma anche di integrare le conclusioni nei moduli di insegnamento di tali scuole e incoraggiare il loro utilizzo nella pratica commerciale. La Commissione, nell'ambito del metodo aperto di coordinamento, scambierà esperienze sulle politiche degli Stati membri allo scopo di sostenere le pre-gazzelle a crescere. Si tratterà soprattutto di prassi già provate per aiutare gli imprenditori a identificare e a sfruttare le opportunità di espansione rapida, compreso il sistema di tutoraggio, le reti di apprendimento imprenditoriale e i sistemi di accompagnamento per le pre-gazzelle, come specifici "incubatrici" d'impresa o acceleratori, oltre che un sostegno specifico all'internazionalizzazione precoce e rapida. Promuovere lo spirito imprenditoriale nei settori sociali Sulla base di un'analisi delle necessità e dei limiti specifici delle imprese che non hanno uno scopo di lucro e di quelle commerciali del settore sociale (cure mediche, istruzione, aiuto sociale) e i servizi ambientali, la Commissione valuterà le condizioni in cui tali servizi sono forniti negli Stati membri e presenterà raccomandazioni e sostegno alle imprese che operano in questi settori (in termini di promozione e legislazione) all'interno degli obblighi relativi al servizio pubblico e delle norme relative alla qualità specifiche nel servizio fornito. Previa analisi dei risultati dello studio, le azioni future potrebbero comprendere una promozione a livello europeo di migliori condizioni affinché le imprese possano fornire servizi sociali e ambientali, conclusioni politiche e anche strumenti giuridici (ad esempio una raccomandazione o un regolamento volontario). Permettere alle microimprese di assumere riducendo la complessità delle norme La capacità delle microimprese di assumere e di gestire il loro personale è influenzata dal grado di complessità delle norme relative al personale. [47] Per le microimprese che non hanno esperienza o ne hanno poca per quanto riguarda questo tipo di problemi, ciò può implicare gravi vincoli in termini di tempo e denaro. Sulla base delle esperienze nell'ambito dei piani d'azione nazionali per l'occupazione [48] e dell'attuale lavoro effettuato dalla Commissione sulle norme relative all'assunzione del primo dipendente, la Commissione, con gli esperti esterni, effettuerà una comparazione tra le norme nazionali per identificare il modo di facilitare l'assunzione, da parte delle microimprese nell'Unione europea, del loro primo dipendente. Altre questioni regolamentari pertinenti per le microimprese saranno definite e affrontate ulteriormente. [47] Orientamento 2 'Creazione di posti di lavoro e imprenditorialità' - "Orientamenti europei per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione, decisione del Consiglio (2003/578/CE) del 22.07.2003, GU L 197 del 05.08.2003 p. 13-21- che sottolinea la necessità di semplificare e ridurre i carichi amministrativi al momento dell'assunzione del personale. [48] Ogni Stato membro prepara un Programma d'azione nazionale che descrive come gli orientamenti sull'occupazione sono attuati a livello nazionale. Facilitare l'accesso delle PMI agli appalti pubblici Per migliorare l'accesso delle PMI agli appalti pubblici la Commissione incoraggerà gli Stati membri a raccogliere e scambiare le buone prassi applicate dagli enti appaltanti che hanno lo scopo di aumentare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici. A livello UE le recenti direttive sugli appalti pubblici non solo riducono il numero di direttive applicabili per i contratti pubblici ma forniscono anche una semplificazione e una modernizzazione del sistema stesso. La Commissione fornirà un aiuto per l'interpretazione delle nuove direttive e la loro attuazione nella legislazione nazionale degli Stati membri. Ciò permetterà agli enti appaltanti di utilizzare i mezzi previsti dalle direttive al meglio. Inoltre la Commissione presenterà un piano d'azione sugli appalti pubblici per via elettronica allo scopo di risolvere i problemi che risultano dalle nuove norme di attuazione sull'utilizzo di mezzi elettronici negli appalti pubblici. La rete EIC aiuterà le PMI allo scopo di migliorare la loro capacità di comprendere il sistema e partecipare ai contratti pubblici.