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Document 52003DC0148

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni - Adeguamento delle politiche a sostegno dell'e business in un contesto in evoluzione - Insegnamenti da trarre dall'iniziativa GoDigital e sfide da affrontare

/* COM/2003/0148 def. */

52003DC0148

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni - Adeguamento delle politiche a sostegno dell'e business in un contesto in evoluzione - Insegnamenti da trarre dall'iniziativa GoDigital e sfide da affrontare /* COM/2003/0148 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI - Adeguamento delle politiche a sostegno dell'e-business in un contesto in evoluzione - Insegnamenti da trarre dall'iniziativa GoDigital e sfide da affrontare

INDICE

Introduzione

1. USO DELLE TIC E DELL'E-BUSINESS DA PARTE DELLE PMI EUROPEE

1.1. Infrastruttura delle TIC e adozione del commercio elettronico

1.2. Dall'e-commerce all'e-business: una nuova sfida per le PMI

1.3. Necessità di indicatori dell'e-business esaustivi

2. UN NUOVO APPROCCIO PER LE POLITICHE A SOSTEGNO DELL'E-BUSINESS - NECESSITÀ DI FISSARE OBIETTIVI QUANTITATIVI

2.1. Verso politiche a sostegno dell'e-business più innovative e più adeguate alle esigenze delle PMI

2.2. Necessità di migliori obiettivi per le politiche a favore dell'e-business

2.3. Le nuove sfide per le politiche a sostegno dell'e-business per le PMI

3. CONCLUSIONI

ALLEGATO - Quadro statistico

1. "L'indagine comunitaria tra le imprese sull'uso delle TIC" di Eurostat

2. Indagine e-Business W@tch e quadro di valutazione

Introduzione

Nel 2001 la Commissione europea ha lanciato l'iniziativa GoDigital finalizzata ad aiutare le PMI a utilizzare Internet come strumento di lavoro. La presente comunicazione analizza l'attuale situazione in merito alla diffusione dell'e-business e delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (TIC) presso le imprese europee, in particolare le PMI, ed evidenzia le sfide che si pongono a livello politico. Cosa è cambiato negli ultimi anni e che cosa occorre fare in futuro per aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali?

Sebbene sia opinione diffusa che è necessario fare di più per promuovere l'uso delle TIC da parte delle PMI, la principale sfida a livello politico non è più quella di far accedere le PMI a Internet bensì quella di integrare in maniera efficace e produttiva le TIC nei processi aziendali. A questo riguardo le PMI sono ancora in ritardo rispetto alle imprese più grandi, col rischio di una perdita di terreno da parte loro a livello concorrenziale e di un rallentamento della crescita complessiva della produttività dell'economia.

In altre parole l'attenzione si sta spostando dall'e-commerce a un approccio più olistico all'e-business, il quale include non soltanto la compravendita via Internet ma anche l'impiego produttivo delle TIC. Ciò emerge chiaramente dal piano d'azione eEurope 2005 il quale fissa l'obiettivo della creazione di un contesto favorevole all'e-business, includendo in tale nozione sia l'e-commerce (attività di compravendita in linea) sia la reingegnerizzazione dei processi aziendali per utilizzare al meglio le tecnologie digitali. Il nuovo traguardo è costituito dalla promozione dell'adozione dell'e-business, nell'intento di accrescere la concorrenzialità delle imprese europee e di aumentare la produttività e la crescita attraverso investimenti nelle TIC. Ciò si aggiunge agli sforzi per integrare i mercati europei attraverso la digitalizzazione dell'economia, cui continua a essere attribuita una elevata priorità.

Questo riorientamento della politica in direzione dell'integrazione dell'e-business nella normale attività di impresa dovrebbe essere supportato da numerose iniziative a sostegno dell'e-business a livello regionale e nazionale al fine di conseguire l'obiettivo posto a Lisbona di diventare entro il 2010 l'economia basata sulle conoscenze più competitiva del mondo. In effetti è necessario che misure efficaci per assistere le PMI nel processo di trasformazione aziendale siano adottate a livello nazionale e regionale, se non addirittura locale. Nel quadro dell'iniziativa GoDigital molte di queste iniziative a sostegno dell'e-business per le PMI sono state analizzate e valutate tenendo conto di diversi criteri di efficienza, permettendo l'individuazione di 19 esempi di buone prassi idonee ad accrescere la sensibilizzazione in materia e a incoraggiare e facilitare l'uso di Internet da parte delle PMI. La transizione all'e-business pone tuttavia nuove sfide alle politiche a favore delle PMI, che devono essere affrontate dalle future iniziative in questo campo.

La presente comunicazione illustra gli ultimi dati statistici disponibili riguardo all'uso delle TIC e dell'e-business da parte delle PMI e individua le principali sfide cui si trovano confrontate le istanze politiche a livello nazionale ed europeo nel settore dell'e-business, sulla base dei risultati della relazione di comparazione delle politiche regionali e nazionali in tale materia e delle più avanzate iniziative di e-business osservate. L'obiettivo è quello di stimolare un cambiamento delle politiche a livello nazionale ed europeo, fornendo una cornice alle future azioni e lavorando alla elaborazione di obiettivi più appropriati in risposta alle esigenze pratiche delle imprese europee di pervenire a una trasformazione delle proprie attività. Sollevando tali questioni la presente comunicazione risponde all'invito del Consiglio Industria "a intensificare il dialogo, a scambiare regolarmente esperienze, a individuare obiettivi specifici per le politiche a sostegno dell'e-business e a diffondere le prassi migliori" [1].

[1] Conclusioni del Consiglio Industria del 6 giugno 2002 (9938/02).

1. USO DELLE TIC E DELL'E-BUSINESS DA PARTE DELLE PMI EUROPEE

Al momento dell'adozione del piano d'azione eEurope 2002 le informazioni statistiche sull'uso delle TIC e dell'e-commerce da parte delle imprese europee, in particolare le PMI, erano limitate. Per tale motivo il piano d'azione GoDigital [2] includeva un'azione specifica riguardante la misurazione dell'adozione delle TIC e del commercio elettronico. Tale azione ha portato alla creazione dell'e-Business W@tch [3] che integra le indagini di Eurostat sull'uso delle TIC e del commercio elettronico da parte delle imprese. I principali risultati di tali due fonti statistiche sono sintetizzati nel presente capitolo, mentre sono illustrati più in dettaglio nell'allegato.

[2] COM(2001) 136 def. del 13.3.2001, comunicazione "Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali", azione 2 "Misura dell'adozione delle TIC e del commercio elettronico".

[3] http://www.ebusiness-watch.org/ marketwatch

1.1. Infrastruttura delle TIC e adozione del commercio elettronico

L'infrastruttura fondamentale delle TIC e l'accesso a Internet non sono più da considerare ostacoli rilevanti all'adozione dell'e-business in Europa. In effetti, secondo Eurostat, più del 90% delle imprese con oltre 10 dipendenti utilizza computer e quasi l'80% di esse è collegato a Internet, mentre tali percentuali salgono praticamente al 100% per le grandi imprese (con più di 250 dipendenti). Inoltre e-Business W@tch ha rilevato che il quadro generale è simile per le piccole imprese (0-49 addetti). Alla metà del 2002 più del 90% di tali imprese utilizzava computer e più dell'80% aveva accesso a Internet. A seguito dell'ampia connessione a Internet delle imprese ora raggiunta, l'uso di e-mail e l'accesso a siti Web sono diventati quasi la norma nel mondo degli affari. A questo riguardo non esistono più forti disparità tra le imprese più grandi e le PMI.

I principali indicatori delle connessioni non evidenziano più grandi differenze tra settori o regioni. Sussistono tuttavia alcune disparità regionali. In particolare le piccole imprese in Italia, Spagna e Grecia sono in ritardo per quanto riguarda l'accesso a Internet anche se stanno recuperando terreno. Un dato più significativo è quello evidenziato da e-Business W@tch del sussistere di differenze rilevanti con riguardo alla qualità dell'accesso a Internet. Più di un quarto delle piccole imprese si collega ancora a Internet utilizzando un modem analogico. Le grandi imprese, per contro, sono equipaggiate con connessioni a rete fissa che utilizzano una banda più larga e soltanto la metà di esse è collegata a Internet a velocità inferiori a 2 Mbps. Pertanto la percentuale di imprese con una velocità di connessione superiore a 2 Mbps potrebbe rappresentare un parametro facile da verificare per monitorare in futuro il successo delle politiche connesse all'infrastruttura.

Tavola 1 - Tassi di adozione nel 2001 e nel 2002 - Confronto tra PMI (10-249 addetti) e grandi imprese (250 addetti e oltre)

>SPAZIO PER TABELLA>

Mentre l'uso delle TIC di base e l'accesso a Internet stanno raggiungendo livelli di saturazione, il divario nord-sud tra Stati membri con riguardo alle attività di commercio elettronico sussiste tuttora e si sta addirittura allargando. Secondo le indagini di Eurostat del 2001 e del 2002, le imprese degli Stati membri del nord Europa hanno mantenuto la tendenza alla crescita. In particolare la percentuale di imprese che effettuano acquisti on line è, in alcuni casi, quasi raddoppiata. Mentre in tali paesi più del 45% delle imprese effettua acquisti in rete, soltanto il 10% delle imprese negli Stati membri dell'Europa meridionale fa ricorso a questa forma di e-commerce semplicissima ma molto vantaggiosa in termini di costi. Le imprese dei restanti Stati membri si avvicinano di più al modello scandinavo, pur con tassi di crescita più lenti. Lo sviluppo maggiore si può osservare in Austria, i cui dati in materia di commercio elettronico sono quasi raddoppiati. Questo dimostra chiaramente l'esistenza ancora di forti potenzialità di crescita del commercio elettronico che le imprese possono ulteriormente sfruttare nella maggior parte degli Stati membri.

Lo sviluppo del commercio elettronico in Europa non presenta la stessa evoluzione. In generale il rapporto tra la percentuale di imprese che effettuano acquisti on line e la corrispondente percentuale di imprese che svolgono attività di vendita in rete è superiore a 2:1. Inoltre le PMI utilizzano entrambi i canali in misura inferiore rispetto alle grandi imprese, in particolare a fini di vendita. È tuttavia difficile giudicare in quale misura Internet può essere utilizzato quale canale di distribuzione aggiuntivo. Nel 2002 il numero di imprese che vendevano in linea era inferiore che nel 2001, ciò che evidenzia le difficoltà di definire modelli commercialmente validi. Va riconosciuto che molti prodotti non sono idonei per il commercio elettronico e che i conflitti che emergono tra i diversi canali di vendita sono talvolta difficili da risolvere. Di conseguenza le istanze politiche dovrebbero usare molta cautela nel fissare obiettivi per le vendite in linea. Per quanto riguarda gli acquisti on line, tuttavia, ci si può aspettare che virtualmente tutte le imprese possano trarre benefici dalla partecipazione ad attività di commercio elettronico, in particolare con riguardo ai beni e servizi indiretti (o MRO = maintenance, repair e operation).

Per le transazioni business-to-business (B2B) lo sviluppo degli e-marketplace sembra assumere una sempre maggiore importanza anche per le PMI. A differenza dei siti classici di commercio elettronico delle singole imprese, gli e-marketplace riuniscono numerosi acquirenti e venditori/fornitori. L'e-Business W@tch rileva che circa il 5% delle imprese europee nei quattro Stati membri più grandi dell'UE (Germania, Francia, Regno Unito e Italia) ha fatto ricorso a un e-marketplace nel 2002 e inoltre che più del 3% prevede di farlo nel 2003. Le grandi imprese sono probabilmente destinate a fare un maggior uso di tali mercati, ma in molti casi le PMI dovranno seguirne l'esempio. Sebbene il loro impatto complessivo sia relativamente ridotto, in alcuni settori - industria chimica, fabbricazione di mezzi di trasporto e servizi TIC, ad esempio - gli e-marketplace B2B hanno chiaramente assunto rilievo. Questo sottolinea l'importanza di solide analisi settoriali per la definizione delle politiche in materia di e-business a favore delle PMI.

La pressione economica che spinge le imprese a adeguarsi varia da un settore all'altro. In alcuni comparti - servizi TIC, servizi alle imprese, elettronica e editoria e media - la percentuale di imprese che effettua acquisti in linea è già molto elevata e questo tipo di operazioni diventerà ben presto la norma. Queste differenze settoriali spiegano in larga misura i diversi comportamenti degli Stati membri riguardo all'adozione del commercio elettronico. Pertanto il quadro statistico generale non fornisce sufficienti informazioni circa la natura e la rilevanza delle sfide che si pongono. Le imprese si trovano a competere su mercati diversi e con un'intensità differente. Per essere efficaci le politiche a sostegno dell'e-business devono tener conto di tali specificità settoriali e regionali in maniera puntuale.

1.2. Dall'e-commerce all'e-business: una nuova sfida per le PMI

Le operazioni di commercio elettronico, quali gli acquisti e le vendite in linea, rappresentano un importante elemento del business elettronico. Fino a qualche tempo fa la statistica si limitava a misurare e a descrivere tali nuove forme di transazioni. Al fine di individuare le misure politiche idonee ad accrescere la concorrenzialità delle imprese europee l'analisi deve prendere maggiormente in considerazione il modo in cui l'uso delle TIC contribuisce ad accrescere la produttività e l'efficienza. A questo riguardo evidentemente non è sufficiente focalizzare l'attenzione sulla sola attività di commercio elettronico.

Se in generale le PMI stanno colmando il divario in termini di penetrazione delle TIC e di connessione a Internet, l'implementazione delle nuove tecnologie appare più difficile e costosa per loro che non per le imprese più grandi, come dimostrano i costi relativamente più elevati degli investimenti in risorse umane e per la manutenzione dell'infrastruttura per le TI e del sito web dell'impresa. Dai dati statistici dell'e-Business W@tch si desume che il gap tra piccole e grandi imprese si è ora spostato nel settore delle applicazioni di e-business più avanzate. Secondo tali dati statistici, ad esempio, meno del 10% delle piccole imprese che vendono in linea ha pienamente integrato il processo di ordinazione nella propria organizzazione aziendale interna, mentre un terzo delle grandi imprese vi ha già provveduto.

I dati statistici mostrano anche che le grandi imprese sono attualmente i principali utilizzatori delle soluzioni più avanzate di e-business di supporto ai processi aziendali elettronici. Quasi un terzo delle grandi imprese ha adottato un sistema elettronico di Customer Relationship Management (CRM), ma meno del 10% delle piccole imprese e non molte di più delle imprese di medie dimensioni hanno investito in questi nuovi strumenti di attività per via elettronica. Inoltre il 13% delle grandi imprese utilizza un sistema elettronico di Supply Chain Management (SCM) contro appena il 3% di PMI.

Una domanda fondamentale a questo riguardo è se le PMI necessitino realmente di tali sistemi elettronici sofisticati e se non esistano soluzioni alternative, meno impegnative in termini di costi, che consentano loro di integrare elettronicamente i processi aziendali.

In conclusione sembra che la minaccia di un gap digitale tra le imprese più grandi e quelle più piccole in termini di semplice accesso e utilizzo di Internet non costituisca più la questione più importante. Il problema sta invece nel limite cui devono spingersi le PMI nell'e-business tenuto conto del fatto che il fattore critico da esaminare è il miglioramento della loro concorrenzialità attraverso l'adozione dell'e-business. Il dibattito futuro deve pertanto essere incentrato sulle migliori modalità con cui aiutare le PMI a trasformare la loro organizzazione fino a diventare ciberimprese, anziché sulle modalità di promozione del commercio elettronico. Nell'incentivare l'e-business va tenuto debitamente conto delle realtà economiche, quali le difficoltà spesso incontrate dalle PMI nell'individuare e riorganizzare i propri processi interni, i costi relativamente molto maggiori che esse sopportano allorché investono nelle TIC, nonché i problemi che si pongono loro in sede di assunzione di personale esperto in e-business o di aumento delle competenze in materia di e-business dei loro dipendenti.

1.3. Necessità di indicatori dell'e-business esaustivi

Le iniziative in campo politico dovrebbero essere basate su una solida analisi economica e una chiara individuazione dei problemi da affrontare. Per questo motivo tutti i pertinenti dati statistici dovrebbero essere utilizzati in maniera coerente per delineare il quadro globale. L'"indice e-business", incluso nell'elenco degli indicatori per l'analisi comparativa di eEurope 2005 [4], è inteso a riflettere la propensione delle imprese a esercitare la propria attività in maniera elettronica. Tale indice ingloba un concetto molto più ampio di e-commerce. L'e-business si riferisce qui ai processi aziendali sia esterni sia interni, comprendendo non soltanto le funzioni connesse alle transazioni e alle comunicazioni con l'esterno ma anche i flussi d'informazione all'interno dell'impresa.

[4] Risoluzione del Consiglio sull'attuazione del piano d'azione eEurope 2005, 5197/03 (OR.en), 28.1.2003.

L'indice e-business dovrebbe essere considerato come un primo tentativo di fornire una migliore misurazione dell'adozione dell'e-business, basato sulla disponibilità, sull'attendibilità e sulla comparabilità dei rispettivi dati. Lo scopo deve essere quello di individuare in particolare quegli elementi dell'e-business che presentano un impatto misurabile sulla produttività e sulla crescita e sono pertanto direttamente in relazione con l'obiettivo di Lisbona di divenire entro il 2010 l'economia basata sulle conoscenze più competitiva. I primi risultati dell'indice e-business saranno disponibili nella seconda metà del 2003.

Inoltre alcuni Stati membri hanno avviato proprie iniziative per sviluppare indicatori innovativi della "propensione all'e-business" che possono essere utilizzati per definire e comparare le azioni a livello politico. Il ministero del Commercio e dell'Industria del Regno Unito, ad esempio, ha sviluppato un sofisticato parametro di valutazione delle attività connesse all'e-business nel quadro dell'iniziativa "il Regno Unito in linea per le imprese". Il parametro comprende una serie di indicatori sull'impiego delle TIC e punteggi in funzione del loro uso più o meno sofisticato all'interno dell'impresa. Gli Stati membri sono incoraggiati a seguire tale esempio e a contribuire al dibattito sulla definizione di indicatori appropriati e, di conseguenza, di obiettivi per le politiche a sostegno dell'e-business.

2. UN NUOVO APPROCCIO PER LE POLITICHE A SOSTEGNO DELL'E-BUSINESS - NECESSITÀ DI FISSARE OBIETTIVI QUANTITATIVI

Negli ultimi anni molte iniziative politiche sono state avviate per promuovere l'uso di Internet da parte delle PMI. Oggi ci si trova confrontati a nuove sfide che richiedono una revisione delle iniziative esistenti e il loro riorientamento allo scopo di promuovere un cambiamento strutturale. A questo fine si rende necessario fissare chiari fini politici e, se possibile, obiettivi quantitativi onde consentire una maggiore efficienza e un continuo monitoraggio dei risultati conseguiti.

2.1. Verso politiche a sostegno dell'e-business più innovative e più adeguate alle esigenze delle PMI

Nel quadro della promozione dell'e-business, il ruolo delle autorità pubbliche consiste principalmente nel garantire alle imprese un contesto favorevole per la sua introduzione. Le imprese traggono il massimo beneficio da un contesto imprenditoriale aperto, stabile e affidabile che faciliti loro l'adozione delle prassi di e-business. La possibilità di operare in un simile favorevole contesto consente di ridurre gli ostacoli all'accesso al mercato nonché i costi e i rischi degli investimenti nelle TIC. In particolare le PMI necessitano:

- di un quadro giuridico e regolamentare stabile, in particolare per gli scambi transnazionali;

- della piena liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni con conseguente riduzione dei costi dell'accesso a Internet e un miglioramento della qualità e della rapidità di tale accesso;

- di servizi amministrativi in linea (e-government) che riducano le spese amministrative delle imprese, incentivando in tal modo queste a impegnarsi nell'e-business.

A livello sia europeo sia nazionale sono stati compiuti molti dei passi necessari per far fronte a queste sfide fondamentali. Il quadro giuridico per il commercio elettronico è stato ampiamente elaborato e i mercati delle telecomunicazioni sono in rapida liberalizzazione in tutta Europa. L'iniziativa eEurope ha posto le premesse per la promozione dei servizi di e-government nonché delle applicazioni e dell'infrastruttura a banda larga.

Oltre a tali iniziative "orizzontali" sono necessarie politiche specifiche a favore delle PMI volte a promuovere l'uso delle TIC e dell'e-business da parte di queste al fine di accelerare in tutti gli Stati membri la piena integrazione delle TIC nei processi aziendali. Come specificato nella comunicazione sulla "politica industriale in un'Europa allargata" [5], una delle sfide principali per l'Unione europea è garantire la diffusione e l'uso efficiente delle TIC in tutti i servizi e in tutti i settori industriali, incluse le PMI, che costituiscono la spina dorsale dell'economia europea. L'adozione e la diffusione delle TIC da parte delle PMI assume un'importanza fondamentale ai fini della competitività dell'intera economia dell'Unione europea.

[5] COM(2002) 714 dell'11.12.2002, comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo "La politica industriale in un'Europa allargata".

I dati statistici evidenziano che la maggioranza delle imprese europee è generalmente consapevole delle sfide e delle opportunità che derivano dalle nuove forme di applicazione dell'elettronica all'attività imprenditoriale. In molti casi la conoscenza di Internet e l'accesso alla rete hanno costituito i primi passi adottati dalle imprese, cui ha fatto seguito la trasmissione di informazioni ai clienti e ai partner commerciali per via elettronica. Il passo successivo consiste ora nel consentire processi aziendali interattivi, comprese le operazioni di commercio elettronico. Infine sarà necessario trasformare i processi aziendali nel loro complesso al fine di automatizzare il flusso di informazioni e di creare reti virtuali tra le imprese. Per la maggior parte delle imprese, sia grandi sia piccole, tuttavia, quest'ultimo rappresenta un obiettivo ancora molto lontano.

Anche le politiche di promozione dell'e-business dovranno fare passi avanti insieme con le imprese cui sono dirette. Ad esempio, fino a poco tempo fa il cardine di molte politiche a sostegno dell'e-business per le PMI era costituito dalla sensibilizzazione sull'importanza della connessione a Internet. Ora che questo obiettivo è stato ampiamente raggiunto in molte regioni, anche le politiche di sostegno alle PMI dovranno adeguarsi. L'azione di sensibilizzazione può continuare ad essere giustificata in casi specifici, ad esempio per promuovere un uso effettivo degli e-marketplace e delle commesse pubbliche per via elettronica da parte delle PMI, ma non è sufficiente per far fronte alle barriere e agli ostacoli che si frappongono all'uso delle TIC in un modo più produttivo. L'attenzione non sarà più rivolta alla necessità di connettersi a Internet bensì all'importanza dell'integrazione dell'e-business.

Figura 1 - Dalla sensibilizzazione alla trasformazione: scala di maturità nell'e-business

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

È importante sottolineare come il grado di maturità in campo elettronico tra le PMI sia differente a seconda degli Stati membri, delle regioni e dei settori di attività, come dimostrano chiaramente i dati statistici. Le politiche devono essere sufficientemente specifiche per riflettere la situazione delle imprese cui si rivolgono. Le iniziative idonee per le regioni caratterizzate da un basso livello di maturità elettronica risulteranno molto probabilmente inadeguate per le regioni più avanzate. Se da un lato i diversi stadi di sviluppo rendono difficile l'elaborazione di politiche applicabili in tutta Europa, dall'altro presentano enormi potenzialità ai fini degli insegnamenti che possono essere tratti dalle buone prassi, ad esempio adattando le misure applicate con successo in un altro Stato membro o un'altra regione.

Le istanze politiche negli Stati membri e nelle regioni dell'UE sono pertanto incoraggiate ad avviare contatti con i loro omologhi nelle altre regioni e indagare attivamente quali modelli possono essere ulteriormente applicati. Ad esempio le politiche sviluppate dai paesi del nord possono ben presto assumere interesse per i paesi meridionali, tenuto conto degli scarti temporali nell'adozione dell'e-business in Europa. Al fine di stimolare il dialogo tra gli Stati membri la Commissione intende istituire una rete europea di sostegno all'e-business per le PMI [6]. L'obiettivo è quello di riunire le istanze politiche competenti a livello europeo, nazionale e regionale in materia di e-business, onde promuovere lo scambio di esperienze e di informazioni e di rafforzare il coordinamento delle iniziative sulla base di priorità concordate in comune per le politiche a favore dell'e-business. Gli Stati membri sono invitati a sostenere tale iniziativa favorendo l'attiva partecipazione alla rete di tutte le pertinenti istanze a livello nazionale e regionale.

[6] La rete europea di sostegno all'e-business per le PMI rientra nel piano d'azione eEurope 2005. Per maggiori ragguagli si rinvia al sito: http://europa.eu.int/comm/enterprise/ict/ policy/e-bus-snfsme.htm

2.2. Necessità di migliori obiettivi per le politiche a favore dell'e-business

La fissazione di obiettivi specifici, misurabili, attuabili, realistici e temporalmente definiti costituisce probabilmente una delle sfide più difficili come dimostrato dallo studio di comparazione delle politiche nazionali e regionali a sostegno dell'e-business. La prima serie di politiche volte a promuovere tra le PMI l'uso delle TIC e dell'e-business era basata principalmente su obiettivi generali quali il "numero di PMI da connettere a Internet", il "numero di dipendenti da formare" o il "numero di giorni di consulenza da fornire alle PMI". Con la transizione delle politiche alla promozione di un impiego più sofisticato dell'e-business onde giungere infine alla piena integrazione dell'e-business nelle normali prassi aziendali, la definizione degli obiettivi delle politiche a sostegno dell'e-business e la fissazione di appropriati obiettivi quantitativi e qualitativi risultano più difficili, ma al tempo stesso anche più pertinenti.

Le iniziative politiche più avanzate avviate in materia in alcuni Stati membri confermano la transizione da una promozione generalizzata dell'uso delle TIC e degli strumenti di e-business a un'assistenza alle PMI volta a sfruttare appieno le TIC per ristrutturare, automatizzare a ammodernare i processi aziendali. Questo richiede spesso l'uso di strumenti più sofisticati, quali l'assistenza alle PMI nella definizione di piani di attuazione dell'e-business o la promozione dell'accesso a soluzioni di TIC che rispondano a esigenze specifiche delle PMI. Queste politiche di seconda generazione dovrebbero essere basate su obiettivi chiari in modo da valutarne i risultati e da garantire che esse soddisfano le esigenze delle PMI. La fissazione di obiettivi per tali imprese non rappresenta tuttavia un compito da poco, tenuto conto della complessità della materia e della mancanza di esperienza nel settore della promozione dell'e-business al di là della connessione a Internet. Gli obiettivi dovranno costituire un insieme di obiettivi quantitativi e qualitativi che dovranno cercare di prendere in considerazione vari livelli più o meno sofisticati di adozione dell'e-business, anziché semplici volumi di connessioni o di scambi elettronici.

In un contesto dinamico come quello dell'e-business le politiche devono restare flessibili e gli obiettivi devono pertanto essere continuamente adattati. Ad esempio, un'insufficiente sensibilizzazione non sembra costituire più un elemento di preoccupazione. La maggior parte delle PMI è pienamente consapevole che l'e-business rappresenta già o diventerà ben presto un elemento importante delle loro attività, in particolare nelle loro relazioni con le grandi imprese. Di conseguenza gli obiettivi delle campagne di sensibilizzazione e della formazione potrebbero dover essere ridefiniti onde soddisfare esigenze più sofisticate, quali una migliore consapevolezza delle opportunità e dei rischi di una partecipazione agli e-marketplace, e incentrarsi sulla formazione manageriale.

Il contesto globale dell'e-business è in costante evoluzione. Sulla base di tale sviluppo e tenuto conto dell'esperienza pratica degli Stati membri più avanzati, le future sfide da affrontare in materia di politiche a sostegno dell'e-business per le PMI sono costituite in particolare:

- dal miglioramento delle competenze in materia di e-business nelle PMI;

- dalla promozione della disponibilità di soluzioni di e-business di facile impiego per le PMI;

- dalla promozione di un'effettiva partecipazione delle PMI alle reti di imprese e agli e-marketplace.

Non tutti gli Stati membri e i paesi candidati all'adesione possono far fronte a tali sfide contemporaneamente e nello stesso modo. L'obiettivo di un quadro comune come di seguito descritto è quello di facilitare il riorientamento delle politiche in materia di e-business, rispondendo in tal modo alle mutevoli esigenze delle imprese. Soltanto se l'efficacia delle politiche a favore delle PMI a supporto dell'e-business sarà migliorata a livello europeo, sarà sufficientemente promosso il conseguimento dell'obiettivo di Lisbona. Secondo la comunicazione sulla produttività e sulla competitività delle economie europee [7], l'uso insufficiente delle TIC nei processi aziendali costituisce uno dei principali motivi degli insoddisfacenti risultati conseguiti dall'UE in tema di crescita della produttività del lavoro rispetto agli Stati Uniti. Ciò dovrebbe spronare a adottare azioni coordinate a supporto dell'uso produttivo delle TIC.

[7] COM(2002) 262 def., comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo "Produttività: la chiave per la competitività delle economie e delle imprese europee", Bruxelles, 21.5.2002.

Figura 2 - Un quadro per le politiche a sostegno dell'e-business specifiche per le PMI Sfide e obiettivi

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Il metodo di coordinamento aperto delle politiche, stabilito dal Consiglio europeo di Lisbona, incoraggia la Commissione e gli Stati membri a lavorare insieme, traendo insegnamenti dalle migliori pratiche e sviluppando politiche migliori alla luce di tutte le circostanze pertinenti. I risultati del primo sforzo collettivo per fissare una serie di obiettivi quantitativi al livello geografico più adeguato per la politica delle imprese sono evidenziati nella comunicazione "Un ambiente migliore per le imprese" [8]. Alcuni Stati membri hanno adottato tali obiettivi (cfr. tavola 2) anche per le politiche che migliorano l'accesso alle TIC e questo approccio va considerato positivamente. Molti degli obiettivi restano però a un livello generale e non sono pertanto pienamente adeguati a un contesto in evoluzione nel campo dell'e-business.

[8] COM(2002) 610 del 7/11/2002, comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo "Un ambiente migliore per le imprese".

Tavola 2 - Obiettivi quantitativi per le politiche volte a facilitare l'accesso alle TIC

>SPAZIO PER TABELLA>

Nel settore dell'e-business, le PMI sono confrontate a problemi diversi rispetto ad alcuni anni fa. La presente comunicazione incoraggia gli Stati membri a rivedere le proprie politiche in materia di e-business e a adottare, su base volontaria, nuovi obiettivi a livello politico nonché ad affinare specifiche iniziative a supporto dell'e-business. Mentre gli obiettivi politici dovrebbero essere inclusi nel Quadro di valutazione della politica delle imprese e regolarmente monitorati secondo le procedure concordate, i criteri più dettagliati presentati di seguito sono per lo più diretti a migliorare l'efficacia di azioni specifiche. Essi sono tuttavia importanti per facilitare l'individuazione di buone prassi delle amministrazioni pubbliche in tale settore e per valutare meglio l'incidenza pratica delle politiche a sostegno dell'e-business attraverso una valutazione ex-post.

Gli Stati membri si sono impegnati a fissare, ogni qualvolta sia possibile e utile, obiettivi per le politiche a sostegno dell'e-business. Ciò trova riscontro nelle conclusioni del Consiglio Industria [9] in cui gli Stati membri e la Commissione sono invitati "a intensificare il dialogo, a scambiare regolarmente esperienze, a individuare obiettivi specifici per le politiche a sostegno dell'e-business e a diffondere le prassi migliori" nonché "a garantire l'esistenza a livello sia nazionale sia europeo di efficienti meccanismi di coordinamento e a fissare obiettivi specifici per le politiche e le iniziative a sostegno dell'e-business in conformità a eEurope 2005". Tale fissazione di obiettivi deve avvenire a diversi livelli.

[9] Conclusioni del Consiglio Industria del 6 giugno 2002 (9938/02).

- A livello politico, sotto forma di obiettivi generali in modo da facilitare e promuovere il processo di ristrutturazione verso un'economia delle conoscenze. L'obiettivo prima citato per la Germania della "adozione entro il 2005 di una e-strategy da parte del 20% delle PMI", rappresenta un buon esempio di tali obiettivi politici. Ovviamente il conseguimento di tale obiettivo non può essere direttamente in relazione con una o più iniziative pubbliche, bensì è soggetto a numerosi fattori e tendenze di mercato. Tali obiettivi dovrebbero tener debitamente conto degli orientamenti adottati dal Consiglio, dal Parlamento europeo, dal Comitato delle regioni e dal Comitato economico e sociale europeo con riferimento all'iniziativa GoDigital e alla comunicazione della Commissione sugli effetti dell'e-economia sulle imprese europee [10].

[10] Comunicazione "Effetti dell'e-economia sulle imprese europee: analisi economica ed implicazioni politiche" [COM(2001) 711]; comunicazione "Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali" [COM(2001) 136]; conclusioni del Consiglio Industria del 6 giugno 2002 [9938/02]; relazione del Parlamento europeo sulla comunicazione sugli effetti dell'e-economia sulle imprese europee [doc. definitivo A5-0434/2002]; parere del Comitato delle regioni sulla comunicazione "Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali" [COM-6/032]; parere del Comitato economico e sociale sulla comunicazione "Aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali [INT/106].

- A livello operativo, applicando il più ampiamente possibile il principio SMART a politiche specifiche a favore delle PMI a sostegno dell'e-business. Gli obiettivi dovrebbero essere Specifici, Misurabili, Attuabili, Realistici e Temporalmente definiti (SMART). Inoltre dovrebbero essere direttamente attribuiti ad attività politiche specifiche. Ciò li distingue nettamente dagli obiettivi politici a livello generale su cui pesano molti fattori differenti. Un buon esempio di obiettivi SMART fissati a livello regionale è costituito dall'esempio finlandese "e-business per le PMI nella Carelia meridionale" presentato qui di seguito:

Tavola 3 - L'esempio finlandese "e-business per le PMI nella Carelia meridionale"

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Fonte: Presentazione al workshop "Fissazione di obiettivi per le politiche a sostegno dell'e-business" del 16-17 gennaio 2003

2.3. Le nuove sfide per le politiche a sostegno dell'e-business per le PMI

Il quadro politico generale in materia di e-business descritto nella figura 2 dovrebbe facilitare la fissazione di nuovi e più ambiziosi obiettivi per misure specifiche a supporto delle PMI, senza pregiudicare le misure che devono essere adottate e gli obiettivi che devono essere fissati dagli Stati membri e dalle regioni. Tale quadro deve essere adeguato a circostanze differenti e deve essere ulteriormente perfezionato con riguardo agli obiettivi concreti da perseguire. Pertanto esso serve principalmente da punto di riferimento per un ulteriore dibattito sui possibili obiettivi futuri delle politiche a sostegno dell'e-business per le PMI. Inoltre il principio generale di facilitare le operazioni transnazionali dovrebbe essere tenuto pienamente presente.

Sfida 1 - Sensibilizzare i manager e migliorare le competenze dei dipendenti con riguardo all'e-business

La sfida di un'applicazione con successo dell'e-business all'interno di una impresa si fonda su un'adeguata integrazione di tutti gli elementi di e-business che portano a un sistema automatizzato di trattamento delle informazioni. Per molte imprese, in particolare le PMI, ciò richiede loro un riesame, un adeguamento e un'ottimizzazione degli attuali processi aziendali, il che costituisce chiaramente un'attività di management. L'impatto dell'e-business sui diversi settori di attività è determinato principalmente dalla lungimiranza degli imprenditori e dalle conseguenti decisioni strategiche sul modo in cui utilizzare la tecnologia. L'impatto economico delle TIC e dell'e-business sulle imprese è determinato non soltanto dalla tecnologia disponibile ma, in misura molto maggiore, dal modo in cui le imprese sono riorganizzate per sfruttare le opportunità offerte dall'e-business.

Pur non disponendo normalmente di competenze in materia di TIC analoghe a quelle delle organizzazioni più grandi, le imprese più piccole possiedono il vantaggio di adottare decisioni e di applicarle con una flessibilità molto maggiore. Per sfruttare tale vantaggio e per facilitare l'adozione di decisioni con cognizione di causa in merito all'integrazione delle TIC e dell'e-business nei processi aziendali quotidiani è tuttavia necessario che i dirigenti siano pienamente consapevoli delle poste in gioco. Dopo aver preso atto che questo è un fattore chiave per un'efficiente introduzione dell'e-business nelle PMI europee, le politiche pubbliche dovrebbero utilizzare strumenti che permettono di sviluppare, promuovere e migliorare la sensibilizzazione dei manager circa le problematiche dell'e-business. Ciò comprende la conoscenza sia delle tecnologie utilizzate a fini di e-business sia della necessaria reingegnerizzazione dei processi aziendali, ma anche un'idonea e realistica conoscenza dell'effetto economico dell'integrazione di tali tecnologie nell'intera catena del valore.

Inoltre le PMI devono continuamente aggiornare le competenze professionali dei propri dipendenti in modo da far fronte alle nuove problematiche in tema di TIC e di e-business, nonché alle modifiche organizzative che questi comportano. Le PMI incontrano tuttavia maggiori difficoltà nel concepire programmi di formazione continua per i propri dipendenti, in quanto i costi di formazione e i correlati costi opportunità sono spesso ritenuti insostenibili. Pertanto le piccole imprese fanno per lo più affidamento sulle capacità di autoapprendimento e di apprendimento sul posto di lavoro dei propri dipendenti. In questo senso la disponibilità di appropriate tecniche e applicazioni di e-learning a complemento dei metodi tradizionali di apprendimento si rivela particolarmente importante per le PMI, per permettere loro di soddisfare le esigenze di acquisizione di conoscenze del proprio personale.

Le iniziative politiche in materia di e-business possono affrontare tali tematiche facilitando l'accesso alle risorse della conoscenza che possono offrire assistenza pratica alle imprese. Tra queste figurano, ad esempio, le iniziative volte a migliorare il trasferimento di conoscenze verso le PMI da parte di organizzazioni esperte in materia di supporto alle imprese, fornendo alle PMI incentivi per far ricorso a servizi professionali di TI e di e-business, diffondendo esempi di buone prassi e aiutando le PMI ad accrescere le competenze dei propri dipendenti in materia di e-business.

Obiettivo 1.1 Migliorare il trasferimento delle conoscenze verso le PMI attraverso le reti di sostegno alle PMI

Le politiche a sostegno dell'e-business per le PMI dovrebbero preferibilmente seguire il canale di intermediari e moltiplicatori affidabili quali le Camere di commercio, le associazioni di categoria, le reti di sostegno alle PMI, gli EuroInfoCentre, i centri di competenze o altri organismi specifici. Tali organizzazioni possono raggiungere efficacemente il proprio target in quanto godono della fiducia delle PMI e hanno mostrato la loro capacità di trasmettere messaggi sugli sviluppi del mercato.

Normalmente le reti di sostegno alle PMI rappresentano per queste uno sportello unico, cui rivolgersi per ottenere informazioni su praticamente tutte le tematiche d'interesse per le loro attività aziendali, incluse le informazioni o la consulenza su problemi giuridici, tecnici o di mercato. Sebbene le tematiche legate alle TIC e all'e-business stiano assumendo un ruolo predominante nelle loro attività di consulenza, tali reti non possono sostituirsi ai prestatori professionali di servizi relativi alle TI e all'e-business allorché si tratta di assistere le PMI nella definizione e nell'applicazione delle proprie singole strategie di e-business. Quando le PMI raggiungono tale livello di maturità dovrebbero capire che l'e-business può implicare una significativa riorganizzazione delle attività per permettere loro di approfittare delle nuove tecnologie e renderle più produttive e concorrenziali.

La responsabilità di intraprendere un processo di reingegnerizzazione dei processi aziendali spetta in definitiva alle PMI stesse. Tuttavia i centri di e-business possono contribuire a facilitare la diffusione di soluzioni avanzate di e-business. A questo riguardo le reti di sostegno possono anche svolgere una funzione di intermediario tra le PMI e i fornitori di servizi delle TIC. Esse possono aiutare le PMI a definire una strategia ottimale di e-business, indirizzandole se necessario verso consulenti più specializzati.

Per fornire questo tipo di assistenza le reti di sostegno alle PMI devono possedere esse stesse una buona conoscenza delle TIC e dell'e-business, nonché buone competenze in campo organizzativo per far ricorso a risorse complementari o per indirizzare le PMI verso esperti. Alle reti di sostegno spetta l'importantissima funzione di illustrare alle PMI, e di rendere loro trasparenti, le problematiche in discussione e le opzioni disponibili, nonché di indicare alle PMI dove rivolgersi per trovare ulteriore aiuto per informazioni più dettagliate o, se necessario, consulenza. Questa attività dovrebbe essere condotta da consulenti o formatori in materia di e-business che hanno ricevuto una formazione specifica che consente loro di comprendere le esigenze delle imprese più piccole e fornire un'assistenza pratica. Programmi di formazione continua dei formatori sono importanti per garantire che tale competenza sia costantemente disponibile.

Inoltre alcuni Stati membri e alcune regioni si stanno attivando per assistere le PMI nell'integrazione dei processi di e-business, incentivandole a far ricorso alla consulenza professionale di esperti in materia di TI e di e-business, di loro scelta, che le aiutino ad applicare una strategia di e-business. Gli incentivi al ricorso a professionisti variano dall'offerta del rimborso del 50% dei costi sostenuti dalle PMI per contattare un consulente, per un numero limitato di giorni, alla concessione di speciali incentivi fiscali per servizi di consulenza in materia di e-business. In tal caso tuttavia le politiche pubbliche dovrebbero fare attenzione a non interferire con il mercato, ad esempio offrendo alle imprese servizi gratuiti che sono già commercialmente disponibili o dando la preferenza ad alcuni consulenti rispetto ai loro concorrenti sul mercato. Inoltre va tenuto debito conto delle norme in materia di concorrenza.

Attività // * Stabilire e mantenere una rete di sostegno alle PMI ben definita, tenendo conto delle esigenze settoriali e regionali delle PMI.

* Promuovere la messa in rete e lo scambio di esperienze tra centri competenti in materia di e-business a livello regionale, nazionale ed europeo.

* Lanciare all'interno delle reti di sostegno alle PMI un programma di formazione dei formatori con riguardo all'e-business per formare gli istruttori in materia.

* Istituire un meccanismo di incentivi finanziari per facilitare l'adozione dell'e-business da parte delle PMI, consentendo loro di avvalersi dei servizi di professionisti specializzati.

Possibili obiettivi // * Numero o percentuale di PMI suscettibili di avvalersi di servizi alle imprese, professionali e sovvenzionati.

* Numero o percentuale di consulenti in materia di e-business presso le reti di sostegno alle PMI suscettibili di partecipare a programmi di formazione dei formatori.

* Numero o percentuale di PMI suscettibili di contattare la rete di sostegno e ricevere consulenza e assistenza con riferimento alle tematiche dell'e-business.

* Numero o percentuale di PMI suscettibili di partecipare a manifestazioni di e-business organizzate dalla rete di sostegno.

* Numero o percentuale di PMI suscettibili di iniziare ad utilizzare applicazioni di commercio elettronico in conseguenza della consultazione di reti di sostegno alle PMI.

* Numero o percentuale di PMI suscettibili di sviluppare un piano di trasformazione verso l'e-business in conseguenza della consultazione di reti di sostegno alle PMI.

* Numero di centri di assistenza in materia di e-business suscettibili di partecipare alla rete europea di sostegno all'e-business per le PMI con supporto regionale o nazionale.

Obiettivo 1.2 Promuovere e diffondere buone prassi di e-business tra le PMI

Affinché le PMI siano in grado di adottare decisioni con cognizione di causa in merito alle proprie strategie di e-business è importante che esse siano sufficientemente e correttamente informate circa l'impatto dell'e-business, compresa un'analisi realistica dei costi e dei benefici di una potenziale transizione verso l'e-business. Le informazioni attualmente disponibili sulle prassi ottimali risentono troppo della presenza delle grandi imprese. Molti degli esempi di e-business disponibili si riferiscono a grandi imprese, se non a operatori globali, e sono probabilmente destinati ad essere considerati di scarso rilievo dalle piccole imprese. I case study risvegliano infatti un interesse molto maggiore se riguardano lo stesso settore, la stessa regione o paese o imprese delle stesse dimensioni.

Inoltre con riguardo all'e-business, così come con l'adozione di altre nuove tecnologie, le grandi imprese sono normalmente quelle che aprono nuove strade, assumendo maggiori rischi ma beneficiando anche probabilmente più delle altre dei guadagni potenziali. La considerazione dei rischi e un'informazione insufficiente impediscono spesso alle imprese più piccole di perseguire strategie di e-business che altrimenti potrebbero adottare. Sulla base di tali considerazioni si può sostenere che i case study che presentano esempi di buone prassi selezionati tra le piccole imprese e in grado di dimostrare in che modo tali prassi sono state determinate possono sensibilizzare le imprese e spingerle a seguire l'esempio. I casi riportati dovrebbero riflettere esempi recenti di positiva integrazione delle applicazioni di e-business e dovrebbero descrivere il più concretamente possibile il modo in cui un'impresa ha conseguito i suoi obiettivi.

Lo studio di comparazione delle politiche nazionali e regionali a sostegno dell'e-business per le PMI ha dimostrato che la promozione delle buone prassi, ad esempio tramite dimostrazioni in occasione di manifestazioni, premi o la semplice distribuzione di materiale informativo, continua a rappresentare un importante elemento delle politiche di sviluppo dell'e-business. Ciò a prescindere dal livello di sviluppo di un paese o di una regione nell'e-economia. Si propone tuttavia che le pertinenti iniziative politiche si sforzino di ricercare una maggiore collaborazione e un maggiore collegamento in rete attraverso lo scambio transnazionale di esperienze e buone prassi in materia di e-business.

Attività // * Raccogliere esempi di buone prassi in materia di e-business, selezionate tra le PMI, e dare loro ampia diffusione (attraverso Internet e su supporto cartaceo).

* Promuovere la messa in rete e lo scambio di esempi di buone prassi tra varie politiche a sostegno dell'e-business tra un paese e l'altro.

* Organizzare workshop per le PMI per presentare loro alcune buone prassi selezionate e far loro incontrare consulenti in materia di e-business.

Obiettivi possibili // * Numero di PMI suscettibili di partecipare a manifestazioni volte a dare diffusione alle buone prassi di e-business per le PMI.

* Numero di PMI suscettibili di visitare siti Web illustranti buone prassi di e-business per le PMI.

Obiettivo 1.3 Migliorare le competenze in materia di e-business delle PMI

In generale le PMI devono affrontare difficoltà maggiori rispetto alle grandi imprese sia per assumere specialisti in materia di TIC e di e-business al fine di far fronte alle connesse modifiche organizzative, sia per formare adeguatamente i propri dipendenti in modo che acquisiscano le competenze necessarie per attuare tali modifiche. Un fattore critico per l'applicazione con successo delle strategie di e-business nelle imprese riguarda il miglioramento delle opportune competenze del loro personale in materia. Vi sono diverse strade per raggiungere tale obiettivo, ma nella maggior parte dei casi la più efficace è costituita da una combinazione di diversi modi di apprendimento sia formali sia informali ("apprendimento misto"), comprendenti normalmente formazione tradizionale, autoapprendimento e apprendimento sul posto di lavoro.

Le grandi imprese dispongono spesso di programmi di formazione speciali in materia di TI per la formazione continua, che prevedono corsi di formazione organizzati in proprio o impartiti da apposite organizzazioni. Spesso le imprese più piccole non possono fare altrettanto e devono affidarsi all'apprendimento sul posto di lavoro o all'autoapprendimento da parte dei propri dipendenti. In questo senso le applicazioni e le tecniche di e-learning, a complemento delle forme tradizionali di apprendimento, possono assumere particolare rilievo per le PMI per soddisfare le esigenze di competenze in materia di e-business del proprio personale.

Numerosi programmi e iniziative sono stati lanciati in tutti gli Stati membri per far fronte alla sfida in materia di competenze e migliorare la base di competenze dei lavoratori [11]. Iniziative aggiuntive potrebbero ulteriormente sostenere l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita per le PMI, ad esempio facilitando la partecipazione dei dipendenti delle PMI a speciali corsi di gestione delle TI e dell'e-business attraverso voucher o promuovendo lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di e-learning e la loro conoscenza. Inoltre dovrebbe essere promosso un dialogo tra tutti gli interessati sulla certificazione delle competenze sviluppate attraverso una formazione informale e sul posto di lavoro. Va tenuto anche debito conto delle norme in materia di concorrenza.

[11] La Commissione ha istituito nel 2001 il gruppo di sorveglianza delle competenze nel settore delle TIC costituito di esperti degli Stati membri che hanno analizzato il tema delle lacune in materia di competenze e hanno individuato e descritto le risposte politiche a livello nazionale. Tale attività ha portato alla redazione della relazione finale "E-business and ICT skills in Europe" consultabile al sito: http://europa.eu.int/comm/enterprise/ict/ policy/ict-skills/es-br.pdf

Attività // * Incoraggiare le PMI a partecipare a programmi di formazione continua in relazione con le TIC.

* Sensibilizzare maggiormente sui vantaggi che le tecnologie di e-learning possono offrire ai dipendenti delle PMI.

* Incentivare le PMI a cominciare a utilizzare metodi di e-learning per la formazione dei propri dipendenti.

* Incoraggiare una più stretta collaborazione tra università, istituzioni di formazione, fornitori di servizi di e-learning e le PMI al fine di migliorare la comprensione delle esigenze delle PMI in materia di e-learning e promuovere lo sviluppo di idonee applicazioni al riguardo.

* Facilitare il continuo sviluppo delle competenze di e-business delle PMI attraverso una formazione informale, prassi ottimali e lo scambio delle conoscenze.

Obiettivi possibili // * Numero o percentuale di PMI suscettibili di partecipare ad attività di formazione in relazione alle competenze in materia di e-business.

* Numero o percentuale di PMI suscettibili di utilizzare metodi di e-learning.

Sfida 2 - Migliorare la disponibilità di soluzioni di e-business per le PMI

La principale sfida cui si troveranno confrontate molte imprese nei prossimi anni, in particolare le PMI, sarà quella di un'ulteriore integrazione dell'e-business nei loro processi aziendali. L'ambizione è che l'e-business non sia più considerato distintamente dalla strategia aziendale globale. Al contrario esso dovrà diventare un elemento intrinseco dei normali processi aziendali destinati ad essere sempre più supportati dalle tecnologie delle informazioni e delle comunicazioni digitali ed eseguiti per il tramite di reti elettroniche.

Questo compito appare difficile in particolare per le PMI, dati gli elevati costi di implementazione e di manutenzione delle necessarie applicazioni. Sebbene l'entità dell'investimento iniziale per l'acquisto delle apparecchiature per le TIC sia diminuita negli ultimi anni, i costi di manutenzione e di gestione restano considerevoli per molte PMI. L'incertezza circa il ritorno sull'investimento iniziale e il crescente costo dei servizi di manutenzione potrebbero influire negativamente sulla disponibilità delle PMI a compiere i necessari investimenti. Inoltre le PMI dovrebbero essere preparate a esternalizzare i servizi TIC ed essere pronte ad adeguarsi alle modifiche organizzative richieste dall'e-business. Tali servizi specializzati potrebbero tuttavia non essere disponibili in tutte le regioni a costi ragionevoli.

Le esigenze delle PMI per quanto riguarda le applicazioni delle TIC sono diverse da quelle delle grandi imprese. Per le PMI sono necessarie soluzioni economiche, che possano essere installate e messe in funzione rapidamente e che siano ampliabili, interoperative e di costo accettabile, di preferenza basate su soluzioni open source. Sebbene i fornitori di applicazioni delle TIC prevedano per le imprese più piccole moduli più semplici delle loro soluzioni, con funzionalità meno complesse e più incentrate sulle attività di queste imprese, restano considerevoli le barriere create dai costi e le sfide organizzative per l'applicazione di tali soluzioni.

Obiettivo 2.1 Sfruttare maggiormente i risultati della ricerca sulle tecnologie dell'e-business

Molte PMI si trovano di fronte a un dilemma: l'implementazione di un software di e-business dovrebbe essere rapida e anche l'apprendimento dovrebbe essere veloce, ma il costo deve essere sostenibile in maniera tale da rappresentare oggi un investimento giustificabile. La sfida sta nell'esistenza o meno di sufficienti soluzioni abbordabili per le PMI che soddisfino esigenze aziendali comuni, quali la gestione delle relazioni cliente/fornitore, la contabilità, la raccolta d'informazioni e la logistica, e che siano interoperative con le soluzioni di e-business dei fornitori e dei clienti. Tali soluzioni di TI devono essere sicure, affidabili e interoperative, nonché rispettare il quadro giuridico nel quale operano le imprese.

Se la politica può influenzare soltanto in maniera limitata il tipo di soluzioni di TI offerte dal mercato, la ricerca può contribuire a promuovere lo sviluppo di moduli specifici per le PMI attraverso l'elaborazione di soluzioni tecniche interoperative, conviviali e di costo abbordabile per tali imprese. Queste ultime possono trarne profitto in particolare attraverso la loro partecipazione, in qualità di utilizzatori di tecnologie, a programmi di ricerca nel campo dell'e-business, avendo l'opportunità di collaborare con le grandi imprese operanti nelle TIC per definire le esigenze degli utenti, di testare tecnologie sviluppate e di farne pienamente uso nei propri concreti contesti aziendali.

Il sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (6PQ) attribuisce grande importanza alla partecipazione delle piccole e medie imprese. Almeno il 15% del bilancio delle sette aree tematiche prioritarie del programma specifico "Concentrare e integrare la ricerca della Comunità" (EUR 1 700 milioni) sarà riservato alle PMI. Altri 430 milioni di euro saranno destinati ad attività orizzontali di ricerca per le PMI. Nel complesso ciò significa un importo di quasi 2,2 miliardi di euro per i prossimi quattro anni, il che rappresenta il più grande strumento finanziario a supporto della ricerca e dell'innovazione per le PMI nel mondo.

Un'altra parte del bilancio del 6PQ sarà destinata a promuovere lo sviluppo di software open source e di soluzioni interoperative di e-business. Tale attività dovrebbe migliorare gli aspetti finanziari dell'implementazione delle soluzioni di e-business e ridurre le barriere all'ingresso. Le PMI dovrebbero essere le principali beneficiarie di tali soluzioni aperte e interoperative, suscettibili inoltre di facilitare l'integrazione delle PMI all'interno delle reti di e-business e gli scambi elettronici.

L'esempio positivo fornito dal sesto programma quadro della Comunità europea che ha attribuito un'elevata priorità allo sviluppo di soluzioni delle TIC conviviali per le PMI potrebbe essere ulteriormente rafforzato dai programmi di ricerca degli Stati membri. Tuttavia i risultati della ricerca devono trovare una migliore diffusione presso le PMI. A questo riguardo andrebbe incoraggiata una maggiore collaborazione tra i programmi di ricerca, a livello europeo e nazionale, e le reti di sostegno alle PMI al fine di colmare il divario tra scienza e imprese.

Attività // * Lanciare progetti di RST incentrati sull'uso di soluzioni di e-business per le PMI e per le organizzazioni che agiscono da intermediarie con le PMI.

* Accrescere l'adozione dei risultati derivanti dai progetti di RST mediante lo sviluppo, tra l'altro, di programmi e meccanismi specifici di trasferimento delle conoscenze e di formazione, al fine di consentire ai dipendenti delle PMI di utilizzare le TIC in modo rapido ed economico.

* Mobilitare le esistenti reti di sostegno alle PMI e gli intermediari suscettibili di promuovere il trasferimento dei risultati (tecnologia e conoscenze) derivanti dai progetti di RST attraverso la loro ampia diffusione tramite azioni di formazione mirata e di scambio delle prassi ottimali.

Obiettivi possibili // * Numero o percentuale di PMI suscettibili di partecipare in qualità di utenti a progetti di RST.

* Numero o percentuale di PMI (tra quanti hanno partecipato a progetti di RST) suscettibili di utilizzare i risultati dei progetti di RST nel loro concreto contesto di lavoro una volta terminata la fase dimostrativa.

Obiettivo 2.2 Promuovere cluster regionali tra fornitori di servizi di TIC e PMI

Ai fornitori delle TIC spetta un ruolo fondamentale per aiutare le PMI a convertirsi ai sistemi digitali. La maggior parte delle PMI europee fa appello ai fornitori locali di TIC. Risulta tuttavia che spesso i fornitori delle TIC non sono in grado di far fronte alle esigenze specifiche delle imprese più piccole. Ciò è dovuto alla scarsa conoscenza da parte di molte PMI delle opportunità offerte dall'e-business e delle modalità con cui ottenere tali benefici, nonché all'incapacità dei fornitori di TIC di comprendere le esigenze e le aspettative delle PMI con riguardo all'e-business, in particolare se operano in settori specializzati.

In alcune regioni europee sono stati introdotti meccanismi efficaci per riunire le PMI e i fornitori di servizi di TIC al fine di promuovere la messa in rete e di facilitare l'avvio di un dialogo costruttivo tra essi. Sulla base di tale positiva esperienza andrebbero compiuti ulteriori sforzi per promuovere la formazione di cluster regionali che vedano la partecipazione delle PMI e dei fornitori di servizi di TIC. Occorre inoltre tenere debito conto delle norme in materia di concorrenza.

Attività // * Promuovere una più stretta collaborazione tra i fornitori di servizi di TIC, le PMI e le organizzazioni che fungono da intermediarie con le PMI allo scopo di stimolare la messa in rete e lo scambio di conoscenze e di esperienze con riferimento allo sviluppo di soluzioni di e-business adeguate alle PMI.

Obiettivi possibili // * Numero di PMI e di fornitori di servizi di TIC suscettibili di partecipare a manifestazioni di messa in rete a livello regionale o locale.

* Numero di PMI suscettibili di pervenire ad una migliore comprensione delle opportunità offerte dalle TIC in conseguenza di manifestazioni di messa in rete.

* Numero di fornitori di TIC suscettibili di offrire soluzioni di e-business su misura per i clienti in conseguenza di manifestazioni di messa in rete.

Obiettivo 2.3 Promuovere l'interoperabilità nel campo dell'e-business attraverso banchi di prova nazionali

Il sogno di catene della domanda e dell'offerta realmente automatizzate può essere realizzato soltanto con la partecipazione delle PMI. La maggior parte delle PMI tuttavia potrebbe non disporre dei mezzi per tenere il passo degli sviluppi tecnologici, tanto meno per decidere di testare soluzioni tecniche costose e spesso sperimentali senza una dimostrazione sul campo e senza chiare indicazioni di un ritorno sugli investimenti. Le imprese, in particolare le PMI, necessitano di esempi di pronta attuazione di soluzioni pratiche di e-business.

Un banco di prova nazionale o ancora meglio una rete di banchi di prova nazionali per l'e-business, di preferenza basati su soluzioni di software open source, costituirebbero per le PMI un sito idoneo a sviluppare i loro processi di e-business. L'obiettivo dovrebbe essere la creazione di comunità con reti di e-business pienamente operative comprendenti imprese pubbliche e private, tali da costituire un modello per altre comunità. Condotta con risultati positivi e documentata a fini di studio, una siffatta iniziativa accrescerebbe la fiducia nell'e-business e costituirebbe un esempio che potrebbe essere seguito da altri.

Solo un approccio olistico, esteso a tutti i principali elementi del business elettronico, può dimostrare tutti i benefici dell'e-business. La realizzazione di un compito tanto ambizioso spetta principalmente al settore privato, con il supporto delle organizzazioni delle imprese e degli enti di standardizzazione. Le amministrazioni pubbliche nazionali e regionali possono tuttavia svolgere una funzione importante riunendo i diversi operatori economici e stimolando la formazione di consenso. In tal modo la dimensione transnazionale delle operazioni elettroniche dovrebbe essere tenuta sufficientemente presente, allo scopo di evitare una frammentazione dei mercati in conseguenza di programmi di interoperabilità diversi a livello nazionale. Pertanto i vari banchi di prova dell'interoperabilità dovrebbero collaborare strettamente a livello europeo, al fine di scambiare le esperienze e di definire prassi comuni che dovrebbero essere seguite il più ampiamente possibile sia dal settore privato sia dalle autorità pubbliche.

Attività // * Selezionare banchi di prova regionali o nazionali, sulla base di software open source, nell'intento di creare comunità di e-business su larga scala che funzionino da dimostrazione sul campo per le imprese e le autorità pubbliche.

* Sviluppare un modello di comunità per l'e-business comprensivo di tutti i componenti richiesti.

* Sviluppare una metodologia di valutazione che consenta alle comunità di imprese di valutare la loro maturità nel campo dell'e-business e di decidere le necessarie iniziative da adottare per divenire una comunità di e-business.

Obiettivi possibili // * Numero o percentuale di imprese suscettibili di partecipare a banchi di prova dell'interoperabilità a livello regionale o nazionale.

* Numero o percentuale di imprese suscettibili di far uso della firma elettronica e di compilare dichiarazioni fiscali in linea o che sono attive nell'e-procurement.

Sfida 3 - Facilitare la partecipazione delle PMI alle reti di e-business

L'effettuazione di transazioni elettroniche attraverso e-marketplace specializzati per le imprese - i cosiddetti e-marketplace B2B - può costituire una soluzione efficace ed economica per scambiare beni o servizi sia all'interno delle frontiere nazionali sia al di là di queste. Creando comunità virtuali di acquirenti e venditori, gli e-marketplace possono semplificare le transazioni su vaste aree geografiche e con partner commerciali precedentemente sconosciuti, permettendo così di ridurre i costi grazie a una maggiore trasparenza del mercato e a un più efficiente processo commerciale. Molte PMI restano scettiche sull'uso degli e-marketplace e sulla partecipazione a reti collaborative virtuali.

In alcuni casi, tuttavia, le PMI possono non avere scelta tra partecipazione e non partecipazione in quanto le grandi imprese svolgono un numero sempre maggiore di operazioni esclusivamente per via elettronica. Inoltre le autorità pubbliche stanno sempre più facendo ricorso ai mezzi elettronici per acquistare beni e servizi. Le PMI devono pertanto essere preparate sia mentalmente sia tecnologicamente a partecipare agli e-marketplace, incluse le aste elettroniche, e a trarre vantaggio da un miglior collegamento in rete per mezzo di strumenti elettronici. Le politiche a sostegno delle PMI possono contribuirvi attraverso un'azione di sensibilizzazione e di informazione sul modo più efficace in cui utilizzare gli strumenti di Internet, tenuto debito conto degli ostacoli giuridici, tecnici ed economici che le PMI si trovano ad affrontare.

Obiettivo 3.1 Promuovere la partecipazione delle PMI agli e-marketplace B2B

Gli e-marketplace B2B possono offrire notevoli opportunità alle PMI con riguardo all'accesso a nuovi mercati e alla ricerca di nuovi partner commerciali. In particolare il ricorso agli e-marketplace per gli acquisti in linea potrebbe divenire tra breve la norma per molti prodotti. In alcuni settori industriali in cui le grandi imprese stanno istituendo e-marketplace per l'acquisto di beni e servizi, le PMI e i loro fornitori potrebbero trovarsi costretti a parteciparvi per non restare emarginati.

In generale le PMI fanno ricorso a piattaforme Internet gestite da grandi imprese o da operatori indipendenti. Di conseguenza esse necessitano di informazioni neutre e obiettive circa gli e-marketplace B2B esistenti, che forniscano dati attendibili sulla loro importanza economica e sulle relative regole commerciali, al fine di decidere quale sia la soluzione più vantaggiosa per esse. Inoltre la fiducia nelle transazioni elettroniche assume grande rilevanza ai fini della promozione della partecipazione delle PMI agli e-marketplace B2B. A questo riguardo le aste inverse sono state giudicate un elemento di grande preoccupazione per molte PMI [12].

[12] Documento di lavoro interno della Commissione "B2B Internet trading platforms: Opportunities and barriers for SMEs - A first assessment" [SEC(2002) 1217].

L'autoregolamentazione assume un'importanza determinante ai fini della promozione di prassi aziendali eque ed affidabili nel nuovo contesto elettronico. Lo sviluppo di codici di comportamento spetta per definizione agli operatori che intervengono sul mercato. I codici dovrebbero essere ampi, riflettere il consenso tra tutti gli interessati ed essere sviluppati preferibilmente a livello europeo, contribuendo in tal modo al completamento del mercato interno. Gli e-marketplace possiedono le potenzialità per facilitare le transazioni transnazionali, promuovendo in tal modo ulteriormente il mercato interno. Per favorire le operazioni elettroniche transnazionali le associazioni nazionali delle imprese e le reti di supporto dell'e-business dovrebbero adottare azioni di sensibilizzazione in merito alle norme giuridiche applicabili, tenendo conto delle iniziative europee esistenti in tale settore.

Attività // * Promuovere campagne di sensibilizzazione e azioni di formazione incentrate in particolare sui vantaggi e sui rischi della partecipazione delle PMI agli e-marketplace B2B.

* Promuovere campagne di sensibilizzazione sugli e-marketplace B2B fornendo informazioni neutre su questi, sui partner commerciali, sugli esempi commerciali, sulle norme giuridiche e sui codici di comportamento sulle prassi corrette da utilizzare nei marketplace digitali B2B.

* Incoraggiare lo sviluppo di meccanismi di feedback, quali le "hot line", per permettere alle PMI di reclamare in caso di comportamenti scorretti sugli e-marketplace B2B e l'istituzione di un'assistenza appropriata per trattare tali reclami.

* Facilitare le operazioni elettroniche transnazionali fornendo informazioni alle PMI sulle norme giuridiche in materia di e-business in tutti gli Stati membri.

Obiettivi possibili // * Numero di PMI suscettibili di partecipare a campagne mirate di sensibilizzazione e ad azioni di formazione sugli e-marketplace B2B.

* Numero di PMI suscettibili di far uso di servizi d'informazione sugli e-marketplace B2B forniti nel quadro di iniziative in materia di e-business finanziate con fondi pubblici.

* Numero di iniziative di e-business nazionali/regionali suscettibili di fornire link con iniziative europee sui servizi d'informazione per l'e-business quali il portale giuridico per l'e-business - progetto ELEAS [13].

[13] http://europa.eu.int/comm/enterprise/ict/ policy/legal-portal/eleas-proposal.pdf

Obiettivo 3.2 Promuovere la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici elettronici

A livello nazionale molti Stati membri hanno già iniziato ad applicare tecniche elettroniche agli appalti. Il pacchetto delle direttive sugli appalti che dovrebbe essere adottato quest'anno stabilirà norme chiare a livello europeo per l'applicazione di procedure elettroniche di appalto. Ciò darà una nuova spinta alle commesse pubbliche elettroniche in tutta Europa.

L'implementazione di sistemi elettronici per gli appalti pubblici avrà una profonda incidenza sia sulla domanda sia sulle procedure di appalto applicate dal settore pubblico. La presentazione di offerte per via elettronica, le aste e i marketplace elettronici sono alcuni degli elementi destinati ad essere sempre più utilizzati dalle autorità pubbliche mano a mano che aumenterà la loro partecipazione alle attività di e-business. Potenzialmente gli appalti elettronici offrono maggiori opportunità alle PMI a livello regionale, nazionale ed europeo. Le PMI tradizionali approvvigionatrici del settore pubblico o interessate a entrare in tale mercato dovranno adeguarsi al nuovo contesto e apprendere a utilizzare i nuovi strumenti. Se non hanno familiarità con le nuove procedure e con l'infrastruttura tecnica necessaria per la presentazione delle offerte, esse rischiano di essere escluse dalla partecipazione agli appalti pubblici.

Alle politiche pubbliche spetta un ruolo importante: in primo luogo, attraverso l'introduzione di programmi trasparenti, affidabili ed efficaci, nonché non discriminatori nei confronti delle PMI; in secondo luogo, tramite l'avvio di specifiche campagne di sensibilizzazione e di formazione per fornire informazioni e orientamenti, in particolare, alle PMI in modo che queste possano effettivamente partecipare alle attività di e-procurement. Particolare attenzione dovrebbe essere attribuita ai settori tradizionalmente in ritardo nell'acquisizione delle competenze digitali, che possono pertanto avere maggiori difficoltà ad adeguarsi al nuovo contesto. Altrettanto importante è che i sistemi di e-procurement siano progettati in maniera tale da consentire alle imprese di adeguarsi progressivamente al nuovo contesto.

Attività // * Avviare specifiche campagne di sensibilizzazione e instaurare un dialogo con le PMI in vista dell'introduzione del futuro quadro giuridico per l'e-procurement, al fine di definire meglio l'infrastruttura tecnica necessaria per permettere la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici elettronici e accrescere al massimo le opportunità e i vantaggi derivanti dalla digitalizzazione del processo di approvvigionamento.

* Avviare specifici programmi di formazione, in collaborazione con le organizzazioni rappresentative delle imprese, le associazioni delle PMI, le reti di sostegno alle PMI, ecc., per aiutare le PMI ad acquisire familiarità con gli appalti pubblici elettronici e a partecipare attivamente alle nuove attività di e-business.

Possibili obiettivi // * Numero o percentuale di PMI suscettibili di ricevere una formazione in materia di sistemi e tecnologie per gli appalti pubblici elettronici.

* Numero o percentuale di PMI suscettibili di acquisire familiarità con le norme in materia di appalti pubblici elettronici.

* Quota di partecipazione delle PMI agli appalti pubblici elettronici.

Obiettivo 3.3 Promuovere reti collaborative virtuali per le PMI

Le applicazioni di e-business offrono alle PMI nuove opportunità di creazione di reti collaborative. In alcuni settori le PMI specializzate in punti differenti della catena di produzione hanno iniziato a istituire reti collaborative ottenendo così un risparmio sulle spese generali, grazie ad economie di scala e a una maggiore efficienza.

Le reti collaborative supportate dalle TIC assumeranno grande importanza nei futuri modelli aziendali per molte PMI, nonché ai fini delle opportunità che esse avranno di restare concorrenziali. Le reti collaborative delle PMI possono fungere da entità aziendali virtuali negli e-marketplace a fini sia di acquisto sia di vendita. Esse possono rivelarsi molto efficaci anche sui mercati degli appalti pubblici elettronici. Esempi di reti collaborative si possono trovare, ad esempio, nell'industria della lavorazione del legno nell'Italia settentrionale e in Austria, ove varie imprese si sono riunite in rete per commercializzare insieme i propri servizi.

Molte di tali reti collaborative presentano un carattere regionale e si basano su una stretta collaborazione tra ex concorrenti al fine di operare come una nuova unità sul mercato. Ciò richiede alle PMI di superare la loro innata resistenza a condividere le conoscenze con altri. Inoltre, in particolare nel commercio tradizionale e nell'artigianato, il mantenimento all'interno dell'intero processo produttivo, compresi i componenti, senza esternalizzarne qualche suo elemento, ha sempre costituito parte integrante della strategia aziendale. Ciò può rappresentare un ostacolo alle reti collaborative che sono normalmente costituite per consentire la specializzazione delle piccole imprese. Le imprese più piccole possono pertanto trovarsi lacerate tra una concezione imprenditoriale più tradizionale e il ruolo cui sono chiamate in una rete di e-business.

L'istituzione di reti di e-business per le PMI può essere incentivata da iniziative politiche come quelle che forniscono un supporto finanziario ai progetti pilota attraverso i quali le imprese più piccole possono verificare come trarre vantaggio da una rete collaborativa senza correre troppi rischi. Questo tuttavia non dovrebbe comportare interventi sul mercato che favoriscano alcune imprese rispetto ad altre o forniscano sussidi indiretti a taluni e-marketplace. Le regole della concorrenza devono essere debitamente tenute presenti.

Attività // * Promuovere piattaforme collaborative per le PMI per la compravendita on line.

* Avvio di progetti pilota per reti collaborative per le PMI.

Obiettivi possibili // * Numero di PMI suscettibili di far uso di piattaforme collaborative per le PMI per la compravendita in linea grazie al supporto pubblico.

* Numero di PMI suscettibili di partecipare ad azioni pilota di reti collaborative per le PMI.

3. CONCLUSIONI

La presente comunicazione verte sulla necessità di riorientare le politiche in materia di e-business per tener conto delle nuove sfide. Gli Stati membri e le regioni sono invitati a rivedere le proprie strategie di e-business a sostegno delle PMI fissando obiettivi nuovi e più innovativi in tale settore.

- In primo luogo, a livello politico, gli obiettivi quantitativi riguardanti le TIC e l'e-business, come risultano dal processo di consultazione aperto e come pubblicati nel Quadro di valutazione della politica delle imprese, dovrebbero essere completati e, se necessario, essere oggetto di revisione da parte degli Stati membri. I riferimenti generici all'accesso delle PMI a Internet dovrebbero, ove possibile, essere ulteriormente precisati al fine di riflettere meglio l'esigenza di promuovere l'uso di infrastrutture più avanzate e un utilizzo più produttivo delle TIC da parte delle imprese europee. A questo riguardo le sfide principali da raccogliere riguardano il miglioramento delle competenze manageriali per l'e-business, la disponibilità di soluzioni di e-business conviviali per le PMI e un miglior uso delle applicazioni avanzate di e-business da parte delle PMI. Gli Stati membri sono pertanto invitati a rivedere i propri obiettivi politici in materia di TIC e di e-business sulla base degli elementi dell'"indice e-business" incluso nell'elenco degli indicatori di eEurope 2005.

- In secondo luogo, a livello operativo, specifiche iniziative di e-business a favore delle PMI dovrebbero essere basate, se possibile, su chiari obiettivi qualitativi e quantitativi in grado di consentire la misurazione della loro incidenza pratica. Affinché siano efficaci, tali iniziative dovrebbero essere attentamente monitorate dagli Stati membri e regolarmente valutate con riferimento a indicatori dell'efficacia predefiniti. Data la costante evoluzione del contesto del business elettronico anche le politiche a sostegno dell'e-business per le PMI devono conformarsi, al fine di far fronte adeguatamente alle nuove sfide.

- In terzo luogo, l'efficacia delle politiche in materia di e-business trarrebbe beneficio da un migliore scambio di esperienze tra Stati membri e regioni. La rete europea di sostegno all'e-business per le PMI, istituita dalla Commissione nel quadro del piano d'azione eEurope 2005, fornirà una piattaforma per raccogliere le iniziative regionali, nazionali ed europee in materia di e-business, nell'intento di facilitare lo scambio di esperienze e di concordare su base volontaria le future priorità e i futuri obiettivi politici. Gli Stati membri sono invitati ad appoggiare pienamente tale iniziativa, condividendo le informazioni e le esperienze nel settore delle politiche a sostegno dell'e-business.

La presente comunicazione dovrebbe essere considerata come un ulteriore passo per stimolare progressi verso l'ambizioso obiettivo fissato dal Consiglio europeo di Lisbona nel marzo 2000 di rendere l'Unione, entro la fine del decennio, l'economia basata sulle conoscenze più competitiva del mondo. Per conseguire tale obiettivo è necessario che in tutti gli Stati membri siano compiuti ulteriori sforzi per aumentare l'efficacia delle politiche a sostegno dell'e-business per le PMI. La fissazione di chiari e ambiziosi obiettivi assume un'importanza fondamentale ai fini del miglioramento della concorrenzialità delle imprese europee.

Quale seguito alla presente comunicazione la Commissione preparerà entro la fine del 2004 una relazione sui progressi compiuti a sostegno dell'e-business per le PMI. In particolare sarà valutato quali obiettivi sono stati fissati dagli Stati membri per promuovere ulteriormente l'adozione dell'e-business e saranno esaminati gli sviluppi in materia. Si prevede inoltre di analizzare in quale misura sono state ulteriormente sfruttate le strategie di e-business di successo grazie alla collaborazione in seno alla rete europea di sostegno all'e-business.

ALLEGATO - Quadro statistico

1. "L'indagine comunitaria tra le imprese sull'uso delle TIC" di Eurostat [14]

[14] Con il fattivo supporto della Commissione, Eurostat ha lanciato nel 2001 un'indagine pilota per misurare l'uso delle TIC e del commercio elettronico da parte delle imprese europee. L'indagine è stata condotta in collaborazione con gli istituti nazionali di statistica degli Stati membri dell'UE, in maniera coordinata con i pertinenti lavori eseguiti in ambito OCSE. Nel contesto di tale indagine sono state contattate più di 100 000 imprese europee in tredici Stati membri (e in Norvegia) e il tasso di risposta è stato prossimo al 50%. L'indagine è stata ripetuta nel 2002 in tutti i quindici Stati membri (su un campione di più di 135 000 imprese) e sarà ripetuta regolarmente nei prossimi anni.

Tavola 1 - Tassi di adozione nel 2001 e nel 2002 - Confronto tra PMI (10-249 addetti) e grandi imprese (250 addetti e oltre)

>SPAZIO PER TABELLA>

Fonte: Indagini pilota della Comunità europea sull'uso delle TIC e del commercio elettronico da parte delle imprese nel 2001. Indagine comunitaria tra le imprese sull'uso delle TIC nel 2002 (dati disponibili a Eurostat alla data del 4.3.2003).

Note

1. Sezioni DGHIJK della NACE se non diversamente indicato (D - Attività manifatturiere, G - Commercio, H - Alberghi e ristoranti, I - Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni, J - Settore finanziario, K - Servizi alle imprese).

Nel 2001: Sezione H (Alberghi e ristoranti) = NACE 55.1 - 55.5. (55.1 = Alberghi; 55.2 = Campeggi ed altri alloggi per brevi soggiorni, 55.3 = Ristoranti, 55.4 = Bar, 55.5 = Mense e fornitura di pasti preparati).

Nel 2002: Sezione H (Alberghi e ristoranti) = NACE 55.1 - 55.2 (55.1 = Alberghi e motel, con ristorante; 55.2 = Campeggi ed altri alloggi per brevi soggiorni).

Nel 2001: Sezione J (Settore finanziario) = NACE 65 - 67 (65 = Intermediazione monetaria e finanziaria, escluse le assicurazioni e i fondi pensione, 66 = Assicurazioni e fondi pensione, escluse le assicurazioni sociali obbligatorie, 67 = Attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria).

Nel 2002: Sezione J (Settore finanziario) = NACE 67 (Attività ausiliarie dell'intermediazione finanziaria).

2. Nel 2001: Compravendite via Internet o altre reti. Nel 2002: Compravendite esclusivamente via Internet per effetto di modifiche apportate al questionario tra i due anni.

3. Le percentuali sono ponderate con riferimento alle imprese, ossia "...percentuale di imprese ..."

4. Se per un periodo o un paese non sono disponibili dati la casella rimane vuota - ND: dati ANCORA non disponibili.

2. Indagine e-Business W@tch e quadro di valutazione [15]

[15] Verso la fine del 2001 la Commissione ha lanciato l'European e-Business Market Watch (the e-Business W@tch) con il compito di monitorare e di analizzare l'adozione dell'e-business nei diversi settori dell'economia europea e di fornire solide analisi economiche finalizzate a migliorare la comprensione dell'incidenza dell'e-business a livello settoriale. I risultati dell'e-Business W@tch sono presentati regolarmente in relazioni trimestrali e in due relazioni di sintesi nell'ambito del Quadro di valutazione degli indicatori dell'e-business, nonché nel pertinente sito: www.ebusiness-watch.org

Grafico 1 - Infrastruttura delle TIC

1.a

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

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1.c

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1.e

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// 1.f

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Fonte: e-Business W@tch (dati risultanti da un'indagine condotta su 9 264 imprese per il periodo giugno/luglio 2002)

Cfr. http://www.ebusiness-watch.org

Grafico 2 - Indicatori dell'e-commerce

2.a

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2.c

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>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Fonte: e-Business W@tch (dati risultanti da un'indagine condotta su 9 264 imprese per il periodo giugno/luglio 2002)

Cfr. http://www.ebusiness-watch.org

Grafico 3 - Indicatori dell'integrazione dell'e-business

3.a

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3.e

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>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Fonte: e-Business W@tch (dati risultanti da un'indagine condotta su 9 264 imprese per il periodo giugno/luglio 2002)

Cfr. http://www.ebusiness-watch.org

Grafico 4 - Partecipazione agli e-marketplace B2B

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

Fonte: e-Business W@tch (dati basati sui risultati dell'indagine condotta nel giugno/luglio 2002) - Base dei calcoli: tutte le imprese (UE4, ponderati con riferimento all'occupazione).

Cfr. http://www.ebusiness-watch.org

>SPAZIO PER TABELLA>

Grafico 5 - Dimensione del reparto TI e Web (addetti su 1000 dipendenti)

Grafico 6 - Le carenze di competenze in materia di TI sono maggiormente avvertite dalle PMI

>SPAZIO PER TABELLA>

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