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Document 52001DC0700
Making a success of enlargement - Strategy Paper and Report of the European Commission on the progress towards accession by each of the candidate countries [SEC (2001) 1744 to 1753]
Garantire il successo dell'ampliamento - Documento di strategia e Relazione della Commissione europea sui progressi fatti da ciascuno dei paesi candidati verso l'adesione [SEC (2001) 1744 - 1756]
Garantire il successo dell'ampliamento - Documento di strategia e Relazione della Commissione europea sui progressi fatti da ciascuno dei paesi candidati verso l'adesione [SEC (2001) 1744 - 1756]
/* COM/2001/0700 def. */
Garantire il successo dell'ampliamento - Documento di strategia e Relazione della Commissione europea sui progressi fatti da ciascuno dei paesi candidati verso l'adesione [SEC (2001) 1744 - 1756] /* COM/2001/0700 def. */
Garantire il successo dell'ampliamento - Documento di strategia e Relazione della Commissione europea sui progressi fatti da ciascuno dei paesi candidati verso l'adesione [SEC (2001) 1744 - 1756] I. Contesto globale 1. Introduzione 2. La pubblica opinione e l'ampliamento 3. Il processo di ampliamento e i paesi limitrofi a) I Balcani Occidentali b) I paesi EFTA c) I nuovi Stati indipendenti d) Il Mediterraneo II. Progressi fatti dai paesi candidati nel soddisfare i criteri di adesione 1. Criteri politici a) Evoluzione globale b) Conclusioni 2. Criteri economici a) Evoluzione globale b) Conclusioni 3. Altri obblighi derivanti dall'adesione a) Adozione e applicazione dell'acquis b) Analisi per settore e conclusioni c) L'UEM e l'euro III. Garantire il successo dell'ampliamento 1. Seguire il tracciato - i capitoli rimanenti a) Quadro finanziario e capitoli connessi b) Altri capitoli 2. Piano d'azione per la capacità amministrativa e giudiziaria a) Azioni a favore dello sviluppo istituzionale b) Una maggiore sorveglianza c) Capacità amministrativa dopo l'adesione 3. Strategia di preadesione per la Turchia - verso una nuova fase 4. Le prossime fasi a) Conformità con i criteri di adesione b) Le prime adesioni c) Altri paesi candidati coinvolti nei negoziati - verso un tracciato aggiornato IV. Conclusioni Allegati Allegato 1: Conclusioni delle relazioni periodiche Bulgaria Cipro Repubblica ceca Estonia Ungheria Lettonia Lituania Malta Polonia Romania Slovacchia Slovenia Turchia Allegato 2: Paesi candidati: principali indicatori statistici (2000) Allegato 3: La strategia di preadesione Allegato 4: Allegato 4: Convenzioni sui diritti umani ratificate dai paesi candidati, 30 settembre 2001 Allegato 5: Progetti di gemellaggio nel periodo 1998-2001 Allegato 6: Situazione dei negoziati al 26 ottobre 2001 I. Contesto globale 1. Introduzione L'Unione europea ha contribuito per quasi cinquant'anni a risolvere i conflitti passati e a consolidare pace, sicurezza, giustizia e benessere in tutta Europa. Dopo l'invito ad aderire all'Unione europea rivolto ai paesi candidati, il processo di ampliamento ha dato un apporto determinante alla stabilità politica, al progresso economico e alla giustizia sociale. Tutti i paesi candidati vantano attualmente istituzioni stabili, avvicendamenti al governo sulla base di elezioni libere e democratiche, una maggior tutela dei diritti umani, compresi quelli delle minoranze, e l'applicazione dei principi dell'economia di mercato. Grazie al processo di ampliamento, non solo i cittadini vivono ormai in un'Europa più sicura, ma risulta più agevole prevenire e controllare i conflitti nel resto del mondo. L'ampliamento risulterà vantaggioso, oltre che per gli Stati membri già esistenti e per quelli nuovi, anche per i paesi limitrofi, uniti all'Unione europea da legami molto solidi. Anziché creare nuove divisioni nel nostro continente, lo si arricchirà grazie al retaggio politico, economico, culturale, storico e geografico di ciascuno Stato membro. Dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre e i successivi sviluppi, c'è bisogno di un'Europa più forte e più unita che mai. Come l'Unione europea, i paesi candidati hanno condannato il terrorismo associandosi pienamente e tempestivamente alle conclusioni e al piano d'azione scaturiti dal Consiglio europeo straordinario del 21 settembre 2001. La Commissione ribadisce l'impegno a conseguire l'obiettivo dell'ampliamento, rafforzando la sicurezza e la stabilità in Europa, nei paesi limitrofi e nel resto del mondo. L'anno venturo sarà fondamentale per il successo dei negoziati di adesione in corso e per i preparativi dei candidati all'adesione. Le relazioni periodiche di quest'anno e le proposte dei partenariati per l'adesione riveduti individuano i settori dove occorre impegnarsi ulteriormente. Oltre al tracciato stabilito dalla Commissione nel novembre scorso, poi approvato dai successivi Consigli europei, si forniscono indicazioni su come garantire il successo del processo di adesione per i paesi interessati. Nelle relazioni periodiche dell'anno prossimo, la Commissione valuterà la capacità di ciascun candidato di assumere i diritti e gli obblighi che comporta l'adesione. Se si darà prova di un impegno costante, si dovrebbero poter concludere entro la fine del 2002 i negoziati di adesione con i paesi che soddisfano i criteri corrispondenti. I paesi in questione potrebbero quindi entrare a far parte dell'UE nel 2004, conformemente all'obiettivo stabilito dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo. I principi a cui è improntato il processo non sono cambiati. Il Consiglio europeo di Berlino ha definito un quadro ben preciso per gli aspetti finanziari dell'ampliamento, che rappresenta una base sufficiente per l'adesione di dieci nuovi Stati membri nel 2004. Il Consiglio europeo di Nizza ha definito il quadro della riforma istituzionale necessaria per l'ampliamento. I negoziati si svolgono sulla base dell'acquis attuale, secondo i principi delle valutazioni individuali e del riallineamento, e si concludono quando i candidati soddisfano i criteri di adesione. Queste sono le condizioni necessarie e sufficienti, definite sin dall'inizio, per la realizzazione della prima serie di adesioni. Per evitare di ostacolare o di rallentare i negoziati di adesione, è indispensabile scinderli nettamente dal dibattito sulla riforma delle politiche o delle istituzioni nell'Unione europea. L'andamento dei negoziati con ciascun candidato rispecchia anzitutto il ritmo dei suoi preparativi per l'adesione. L'applicazione del principio di differenziazione, basato sulle analisi individuali dei paesi, e l'accelerazione dei preparativi per l'adesione, con il sostegno degli strumenti preadesione dell'UE, consentono inoltre ai candidati che hanno avviato i negoziati in una fase successiva di mettersi al pari con gli altri. Grazie alla strategia di ampliamento, si dispone di solide basi per completare i negoziati, secondo il calendario previsto, con i candidati che siano sufficientemente preparati. Le condizioni di adesione stabilite nel 1993 dal Consiglio europeo di Copenaghen, e ulteriormente precisate dai successivi Consigli europei, permettono di valutare con precisione i progressi di ciascun candidato. Questi criteri, tuttora validi, non verranno modificati. Nella fase attuale del processo di adesione, tuttavia, occorre tener conto sia della capacità dei candidati di applicare l'acquis che del suo recepimento legislativo. Va pertanto rivolta particolare attenzione alle strutture amministrative e giudiziarie dei candidati. Attraverso il suo piano d'azione, la Commissione fornirà maggiore sostegno al potenziamento istituzionale e sorveglierà attentamente il rispetto degli impegni assunti in sede negoziale nonché la realizzazione delle priorità stabilite nei partenariati per l'adesione. L'Unione europea manterrà un sostegno incondizionato ai preparativi per l'adesione dei paesi candidati che non siano in grado di concludere i negoziati entro i termini di cui sopra. In questo caso, i negoziati proseguiranno secondo i principi che hanno guidato sin dall'inizio il processo di adesione. Il documento che la Commissione pubblicherà nel 2002 sulla strategia per l'ampliamento conterrà, oltre al tracciato aggiornato, una strategia di preadesione per questi paesi, eventualmente riveduta in funzione dei progressi fatti l'anno prossimo e delle conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg. Al fine di intensificare i preparativi per l'ampliamento si stanno associando sempre più i paesi candidati ai programmi e alle attività dell'UE. Oltre ai programmi economici di preadesione, elaborati in funzione dei requisiti inerenti all'unione economica e monetaria, si stanno definendo le strategie nazionali per l'occupazione. Le conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg hanno invitato i paesi candidati a recepire gli obiettivi economici, sociali e ambientali dell'Unione nelle loro politiche nazionali. Si dovrebbero associare per quanto possibile i paesi candidati al processo di Lisbona, il cui obiettivo strategico centrale è sviluppare nell'Unione un'economia sostenibile, altamente competitiva e basata sulla conoscenza. La cooperazione in materia di giustizia e affari interni assumerà sempre maggiore importanza, sia nell'ambito della lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata che delle discussioni a più lungo termine sull'eventuale creazione di un sistema di controllo delle frontiere comuni. Il sistema di Schengen si applicherà a tutti i nuovi Stati membri, che ne faranno parte a pieno titolo dopo un processo suddiviso in due fasi. Al momento dell'adesione, i nuovi Stati membri dovranno garantire un controllo efficace delle frontiere esterne, mentre i controlli alle frontiere interne con gli Stati membri attuali saranno aboliti solo in una fase successiva, mediante decisione specifica del Consiglio. L'adesione all'Unione europea non comporta ipso facto l'ingresso nella zona euro. La partecipazione alla moneta unica, infatti, è sancita dall'acquis, mentre per entrare a far parte della zona euro i paesi candidati dovranno rispettare i criteri di convergenza. Questa decisione verrà presa dopo l'adesione, come si è fatto per i primi partecipanti alla zona euro, quando si sia raggiunto un alto livello di convergenza sostenibile. Ora come ora, tuttavia, i paesi candidati devono privilegiare la conformità con i criteri economici di Copenaghen. I paesi candidati, inoltre, saranno sempre più coinvolti nel dibattito sul futuro dell'Europa, compresa la convenzione che preparerà la prossima conferenza intergovernativa. I lavori della convenzione e della CIG, pure di capitale importanza per il futuro dell'Europa, non costituiscono tuttavia una nuova condizione per l'ampliamento. A mano a mano che procede il dibattito sui futuri sviluppi in Europa e che si avvicina la data dell'ampliamento, i cittadini degli Stati membri attuali e futuri sentiranno sempre più il bisogno di capire quelli che saranno gli effetti probabili delle nuove adesioni. La Commissione collaborerà strettamente con il Parlamento europeo per soddisfare questa esigenza aiutando i dirigenti politici dei paesi in questione a fornire tutti i chiarimenti necessari alla popolazione. L'adesione dell'intero territorio di Cipro all'Unione europea, grazie ad una soluzione che tenga conto degli interessi e delle preoccupazioni rispettive delle parti in causa, imprimerebbe un notevole impulso all'evoluzione del continente europeo. Deplorando la mancata partecipazione dei dirigenti turco-ciprioti al processo in atto sotto la guida delle Nazioni Unite, la Commissione invita tutte le parti in causa a sfruttare appieno la possibilità di trovare una soluzione prima che si concludano i negoziati di adesione. Se così non fosse, il Consiglio prenderà comunque una decisione sull'adesione tenendo conto delle conclusioni del Consiglio europeo di Helsinki. Come risulta dalla conclusioni del Consiglio europeo di Helsinki, la Turchia è uno paese candidato destinato ad aderire all'Unione in base agli stessi criteri applicati agli altri paesi candidati. Si sta attuando con buoni risultati la strategia di preadesione menzionata nelle conclusioni suddette. Pur compiacendosi delle riforme politiche ed economiche avviate in Turchia, la Commissione invita questo paese a garantirne l'applicazione effettiva, specie per quanto riguarda la tutela dei diritti umani, e a contribuire più attivamente alla soluzione del problema cipriota e all'instaurazione di una politica europea di sicurezza e di difesa. Il prossimo ampliamento dell'Unione europea viene preparato accuratamente attraverso la strategia illustrata nel presente documento, imperniata sui principi enunciati chiaramente dai vari Consigli europei nonché su un metodo obiettivo e trasparente definito dalla Commissione nell'Agenda 2000 e applicato ogni anno nelle relazioni periodiche. Il presente documento e le relazioni corrispondenti analizzano i progressi fatti nel processo di ampliamento fino all'autunno 2001 e contengono indicazioni su come garantire il successo della prossima fase, che sarà quella decisiva. 2. La pubblica opinione e l'ampliamento Per preparare le prossime adesioni, i dirigenti politici ed economici dell'Unione europea devono avviare un dialogo sull'ampliamento con i cittadini e contribuire al dibattito sull'Unione nei paesi candidati. I sondaggi di opinione hanno dimostrato, al pari dell'Eurobarometro, la necessità di migliorare le informazioni sull'Unione e sulle implicazioni dell'ampliamento. Nei paesi candidati, il sostegno dell'opinione pubblica all'adesione é in generale elevato, ma puó variare in funzione di diversi fattori, fra i quali l'andamento dei negoziati d'adesione. Nel maggio del 2000, la Commissione ha varato una strategia di comunicazione al fine di fornire informazioni in materia di ampliamento. La partecipazione alla discussione delle istituzioni europee nonché di rappresentanti eletti, di leader politici, dei governi, delle parti economiche e sociali e della società civile in genere é un elemento necessario al fine del successo dell'iniziativa. La Commissione sta elaborando la sua strategia di comunicazione in maniera decentrata in funzione delle esigenze e delle condizioni particolari degli Stati membri e dei paesi candidati. Le rappresentanze della Commissione nei 15 Stati membri e le sue delegazioni nei 13 paesi candidati hanno il compito di elaborare programmi in funzione delle esigenze nazionali specifiche. A livello regionale, si privilegiano le regioni dell'Unione attuale che confinano con i paesi candidati. La Commissione elabora la strategia in stretto coordinamento con i servizi del Parlamento europeo. La Commissione informerà Consiglio e Parlamento dei risultati ottenuti. 3. Il processo di ampliamento e i paesi limitrofi Le relazioni tra l'UE ampliata e i suoi nuovi vicini rispecchieranno necessariamente le mutate circostanze. L'UE ha definito politiche specifiche per ciascuna delle regioni limitrofe - processo di stabilizzazione e di associazione per i Balcani Occidentali, processo di Barcellona per il Mediterraneo e quadro di partenariato e di cooperazione per la Russia, l'Ucraina e gli altri nuovi Stati indipendenti (NSI), che completano gli stretti rapporti, all'insegna dell'integrazione, allacciati in precedenza con i paesi firmatari dell'accordo europeo di libero scambio e dello spazio economico europeo. Queste politiche prevedono la creazione di una zona di libero scambio tra l'UE e i suoi vicini basata sui principi della democrazia, del rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Con il progressivo ampliamento dell'UE aumenteranno gli interessi che la accomunano ai nuovi vicini. Si creeranno così nuovi sbocchi, favorendo la crescita e l'investimento. A termine, l'ampliamento creerà un mercato interno di oltre 500 milioni di consumatori. L'UE e i suoi nuovi vicini hanno tutto l'interesse a collaborare per consolidare la riforma economica e incrementare il commercio, creando un quadro normativo trasparente. Il graduale allineamento con le regole del mercato interno e con il quadro normativo dell'UE agevolerà gli scambi commerciali e attirerà gli investimenti nei paesi limitrofi, con conseguenti vantaggi per le imprese di tutti i paesi interessati. Al tempo stesso, però, l'ampliamento comporterà nuove sfide, imponendo all'UE e ai suoi vicini un'intensa collaborazione in settori quali la giustizia e gli affari interni. Il probabile afflusso di immigrati dai paesi limitrofi indurrà l'UE ad elaborare con questi Stati politiche di pianificazione dell'immigrazione legale, combattendo l'immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani. La cooperazione dovrà essere intensificata anche per quanto riguarda la gestione delle frontiere, inglobando aspetti diversi quali i controlli doganali, veterinari e fitosanitari o la lotta alla criminalità organizzata e al traffico di droga. L'Unione ampliata dovrà approfondire i rapporti con i paesi limitrofi perfezionando un'impostazione comune. A tal fine, si riterrà probabilmente opportuno combinare gli elementi comuni alle tre politiche geografiche attuali. Le future frontiere dell'Unione non devono creare nuove divisioni. Grazie ad un'oculata politica di prossimità, definita in funzione del quadro strategico esistente, si coltiveranno gli interessi e le attività comuni all'Unione ampliata e ai suoi vicini. a) I Balcani Occidentali La democratizzazione dei Balcani Occidentali si è consolidata nel 2001 con l'elezione di una nuova leadership democratica nella Repubblica federale di Iugoslavia (RFI) e il proseguimento delle riforme politiche, economiche e amministrative nei paesi della regione. La discontinuità dei progressi e la nuova ondata di violenza che ha colpito le regioni meridionali della RFI e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia frenano tuttavia il processo di pace e di stabilità nella regione. L'UE dovrà quindi cercare di ovviare a questa instabilità diffusa, promuovendo attivamente l'integrazione nell'UE dei paesi della regione in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di Feira. Grazie alle nuove relazioni contrattuali, che si svolgono nell'ambito del processo di stabilizzazione e di associazione, e al programma di assistenza CARDS, ciascun paese può progredire al proprio ritmo come candidato potenziale verso l'adesione all'UE. La cooperazione regionale dovrà essere intensificata, poiché rappresenta un fattore determinante per il consolidamento della stabilità e un elemento chiave dell'impegno dell'UE nell'Europa sudorientale. Tutti i paesi della regione vanno aiutati a conciliare la cooperazione regionale con le esigenze dell'integrazione nell'UE. Il processo di stabilizzazione e di associazione, il patto di stabilità e l'assistenza finanziaria svolgono ruoli complementari in tale contesto. b) I paesi EFTA Oltre a sottoscrivere gli accordi conclusi dall'Unione con i membri della zona europea di libero scambio (EFTA), i nuovi membri dovranno chiedere di aderire allo spazio economico europeo (SEE) in conformità dell'articolo 128 dell'accordo SEE. La Commissione terrà informati i partner EFTA dell'andamento dei negoziati di adesione. c) I nuovi Stati indipendenti L'UE sta consolidando il partenariato con la Russia affinché la maggiore cooperazione comporti vantaggi per entrambe le parti in materia di energia, politica estera, giustizia e affari interni o ambiente. L'accordo di partenariato e di adesione (APC) con la Russia getta le basi per un dialogo politico e per una cooperazione di vasta portata, comprendente i lavori connessi alla domanda di adesione della Russia all'OMC. Il vertice UE-Russia dell'ottobre 2001 ha dato nuovo slancio alle relazioni tra le parti nel quadro dell'APC, decidendo di creare un gruppo ad alto livello incaricato di definire il concetto di spazio economico europeo comune. La Russia è favorevole all'ampliamento e chiede all'UE di valutarne accuratamente l'impatto per ciò che la riguarda. Le istituzioni create dall'accordo di partenariato e di cooperazione permettono di discutere di tali questioni onde risolvere gli eventuali problemi pre-ampliamento. La Commissione ha presentato nel 2001 un documento di lavoro in cui analizza l'impatto dell'ampliamento su Kaliningrad e le altre questioni di reciproco interesse quali la tutela dell'ambiente nella regione del Mar Baltico. Sia l'UE che la Russia hanno infatti tutto l'interesse a far beneficiare Kaliningrad dei vantaggi economici dell'ampliamento. Le parti dovranno cercare insieme soluzioni costruttive e compatibili con l'acquis a questioni pratiche quali i visti e le formalità da espletare alla frontiera tra Kaliningrad e il resto della Russia. Avendo concluso accordi di partenariato e di cooperazione anche con Ucraina e Moldavia, l'UE si è impegnata a sostenere la transizione politica ed economica in questi paesi e il loro graduale allineamento con le norme e le pratiche europee. Entrambi i paesi partecipano sia alla Conferenza europea che ai gruppi regionali e subregionali di cui fanno parte gli Stati membri dell'UE, i paesi candidati e i paesi coinvolti nel processo di stabilizzazione e di associazione. Le relazioni con la Bielorussia, che confinerà anch'essa con la futura UE, sono limitate dallo scarso rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto che caratterizza questo paese. d) Il Mediterraneo Le relazioni dell'UE con i paesi del Mediterraneo si svolgono nell'ambito del processo di Barcellona, che ha istituito una cooperazione sulle questioni attinenti alla politica e alla sicurezza, una cooperazione economica finalizzata al libero scambio e una cooperazione sociale e culturale tra 12 paesi del litorale Mediterraneo e i 15 paesi dell'UE. Accompagnano il processo diverse iniziative di cooperazione regionale e una rete di rapporti bilaterali. Sebbene non si sia ancora arrivati a una pace duratura in Medio Oriente, il dialogo avviato nel 1995 non si è mai interrotto e costituisce tuttora un luogo di incontro tra Israele e gli Stati arabi. Sono entrati in vigore gli accordi di associazione conclusi dall'UE con il Marocco, la Tunisia, Israele e l'Autorità palestinese. Sono stati firmati accordi analoghi anche con la Giordania e l'Egitto, il primo dei quali dovrebbe entrare in vigore prossimamente. Proseguono i negoziati con Algeria, Libano e Siria, che nei primi due casi si concluderanno probabilmente entro la fine del 2001. Gli altri tre partner (Cipro, Malta e la Turchia), con cui erano stati conclusi accordi in precedenza, si avviano ormai verso l'adesione. Il processo di Barcellona prevede inoltre la conclusione di accordi di libero scambio tra i partner ("accordi Sud-Sud"); l'UE ha espresso approvazione e offerto sostegno per il processo Agadir lanciato l'8 maggio 2001, nel cui ambito si è deciso di instaurare il libero scambio tra Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania. I 27 ministri degli esteri hanno deciso nel 2000 di rilanciare la cooperazione euromediterranea e di fissare nuovi traguardi ambiziosi per far progredire il processo di Barcellona. Da allora, però, la situazione è rimasta invariata, anche se i drammatici avvenimenti dell'11 settembre 2001 hanno messo in luce la necessità di intensificare ulteriormente la cooperazione, anche sul piano sociale, culturale e didattico. Il processo di Barcellona costituisce un contesto ottimale al riguardo. II. Progressi fatti dai paesi candidati nel soddisfare i criteri di adesione Come gli anni scorsi, le relazioni 2001 evidenziano le misure giuridiche realmente adottate anziché quelle in preparazione. La Commissione ha verificato se le riforme annunciate fossero state effettivamente attuate dall'ottobre 2000 in poi. La relazione analizza, per ciascuno dei 29 capitoli dell'acquis dell'Unione europea, i progressi fatti da ciascun candidato per quanto riguarda l'adozione dell'acquis e la sua applicazione mediante le strutture amministrative necessarie. Oltre alla valutazione dei progressi fatti dalla relazione dell'anno scorso, ciascun capitolo comprende anche una valutazione dei progressi globali. La valutazione si basa anzitutto sulle informazioni fornite dagli stessi paesi candidati. La Commissione, tuttavia, ha tenuto conto anche delle informazioni emerse dallo screening dell'acquis e dalle riunioni tenutesi nell'ambito degli accordi di associazione. Tutti questi dati sono stati confrontati con quelli contenuti nei nuovi programmi nazionali per l'adozione dell'acquis trasmessi alla Commissione nel primo semestre del 2000. La Commissione si è basata inoltre sulle relazioni del Parlamento europeo, sulle valutazioni degli Stati membri e sui lavori di varie organizzazioni internazionali quali il Consiglio d'Europa, l'OSCE, le istituzioni finanziarie internazionali e le organizzazioni non governative. 1. Criteri politici Come ha dichiarato il Consiglio europeo di Copenaghen, per poter aderire i paesi candidati devono avere raggiunto una stabilità istituzionale tale da garantire la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. A norma dell'articolo 6 del trattato di Amsterdam: "L'Unione si fonda sui principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto", su cui si è insistito in modo particolare nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea proclamata in occasione del Consiglio europeo di Nizza del dicembre 2000. a) Evoluzione globale Nelle relazioni del 2000, la Commissione concludeva che tutti i paesi candidati coinvolti nei negoziati continuavano a soddisfare i criteri politici e che, nel complesso, avevano fatto progressi rispetto all'anno precedente per quanto riguarda il consolidamento delle istituzioni democratiche, l'osservanza dello Stato di diritto e la tutela dei diritti umani. La Commissione ha sottolineato tuttavia la necessità di accelerare le riforme, di rafforzare l'apparato giudiziario e di affrontare il problema della corruzione, caldeggiando inoltre un intervento deciso per combattere la tratta di donne e bambini, che sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, e per migliorare la situazione dei Rom. La Commissione, infine, ha invitato la Turchia a tradurre in misure concrete i suoi intenti di protezione dei diritti umani. Dopo le ultime relazioni periodiche, i paesi candidati hanno continuato a migliorare il funzionamento dei loro regimi democratici di governo. Si sono svolte elezioni libere e regolari, a livello nazionale o locale, in Bulgaria, a Cipro, nella Repubblica ceca, in Estonia, in Lettonia, a Malta, in Polonia e in Romania. Si è fatto molto per garantire l'indipendenza, la trasparenza, la responsabilità e l'efficienza della pubblica amministrazione. Molti paesi ne hanno consolidato il quadro legislativo, migliorato la formazione dei funzionari statali e proseguito la modernizzazione del pubblico impiego. Il processo dovrà comunque continuare con altrettanto impegno. Proseguono anche la riforma e il potenziamento del sistema giudiziario, elemento indispensabile per garantire il rispetto dello Stato di diritto e l'effettiva applicazione dell'acquis. Molti paesi hanno adottato altre leggi di base, sviluppando le risorse umane e migliorando le condizioni di lavoro. Si dovranno intensificare le iniziative in tal senso, impegnandosi in modo particolare per garantire l'indipendenza del potere giudiziario. Le relazioni precedenti facevano riferimento al grave problema della corruzione "alimentata dalle modeste retribuzioni del settore pubblico e dai controlli burocratici all'ordine del giorno nel settore economico". Il problema sussiste, nonostante i numerosi sviluppi positivi osservati. La maggior parte dei paesi ha potenziato gli organi anticorruzione, adottando inoltre la legislazione pertinente in materia di appalti pubblici, accesso dei cittadini all'informazione, e così via. Contribuiscono alla lotta contro la corruzione anche altri sviluppi promettenti quali la riforma della pubblica amministrazione in corso in diversi paesi. Nonostante tutto, però, il dilagare della corruzione, delle frodi e della criminalità economica in molti paesi candidati mina la fiducia dei cittadini e nuoce alla credibilità delle riforme. Per risolvere questo problema occorreranno quindi misure particolarmente radicali. La Commissione ha sottolineato gli anni scorsi le difficoltà degli orfanotrofi rumeni. Da allora, le autorità rumene hanno preso misure legislative, amministrative e finanziarie, sostenute da PHARE, per cercare di risolvere il problema. Il paese dovrà però impegnarsi ulteriormente per migliorare in modo tangibile e duraturo le condizioni di vita dei bambini e delle famiglie, per impedire i maltrattamenti e per affrontare il problema dei bambini che vivono per strada. Prosegue il fenomeno allarmante della tratta di donne e bambini individuato nelle relazioni precedenti. Molti paesi candidati sono tuttora paesi di origine, di transito e di destinazione. Occorrerà un notevole impegno per combattere questi traffici, che non danno segno di rallentare, tutelando debitamente i diritti delle vittime. Sussistono in molti paesi i problemi connessi alla carcerazione preventiva (durata eccessiva della detenzione, impossibilità di rivolgersi a un avvocato e, in alcuni casi, maltrattamenti), che devono essere risolti. Sebbene molti paesi abbiano adottato misure di natura legislativa e istituzionale volte a garantire la parità tra i sessi, ci si dovrà comunque adoperare per promuovere ulteriormente la parità economica e sociale delle donne. Si valutano positivamente anche le iniziative prese da alcuni paesi per venire in aiuto alle vittime di violenze, che dovrebbero essere accompagnate da opportune misure di prevenzione. Si segnalano sviluppi positivi per quanto concerne le minoranze. Prosegue l'integrazione dei non cittadini in Estonia e in Lettonia, paesi in cui si continuano a rispettare tutte le raccomandazioni dell'OSCE in materia di cittadinanza e di naturalizzazione. Entrambi i paesi applicano la legge linguistica nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e di dimostrato interesse pubblico. Molti paesi hanno ulteriormente rafforzato il quadro legislativo e istituzionale per la tutela delle minoranze, che svolgono un ruolo importante nella vita politica nazionale della Bulgaria, della Slovacchia e della Romania. Tutti i paesi dove vivono folte comunità di Rom hanno elaborato piani d'azione nazionali per combattere le discriminazioni, tuttora diffuse, e per migliorare le difficili condizioni di vita di questa categoria. Nella maggior parte dei casi, i piani d'azione sono in fase di attuazione e alcuni paesi hanno stanziato a tal fine risorse supplementari sul bilancio nazionale. Questi programmi, che continuano a beneficiare dei finanziamenti Phare, richiedono un impegno costante, una stretta collaborazione con i rappresentanti dei Rom e un sostegno adeguato in termini di bilancio in tutti i paesi interessati. Pur rilevando un certo numero di sviluppi positivi, si conferma quanto concluso dalla Commissione nella relazione del 2000, cioè che la Turchia non soddisfa i criteri politici di Copenaghen e dovrà quindi dar prova di maggiore impegno. Il programma nazionale turco per l'adozione dell'acquis e i lavori della commissione "Conciliazione" del Parlamento hanno spianato la via ad una vasta riforma costituzionale. Il pacchetto legislativo corrispondente è stato adottato con una maggioranza schiacciante il 3 ottobre 2001, dimostrando la decisa volontà del Parlamento di ravvicinare la Turchia alle norme UE. Gli emendamenti adottati hanno fornito ulteriori garanzie in materia di diritti umani e di libertà fondamentali, limitando inoltre l'applicazione della pena capitale e le restrizioni alla libertà di espressione e di comunicazione, alla libertà di stampa e alla libertà di associazione. A questo punto, si tratta di adottare la legislazione necessaria per l'applicazione concreta di questi importanti cambiamenti. L'esercizio delle libertà fondamentali, tuttavia, è ancora limitato. Il miglioramento effettivo della situazione dei cittadini turchi dipenderà dal modo in cui verranno interpretate le modifiche della costituzione, dalle disposizioni particolareggiate della legislazione esecutiva e dall'applicazione pratica della legge da parte delle autorità. La Commissione incoraggia vivamente la Turchia a modificare radicalmente non solo le disposizioni costituzionali e le leggi sulla tutela dei diritti umani, ma soprattutto la situazione effettiva in questo settore. A tal fine, il paese dovrà rivedere molte delle strutture e delle pratiche esistenti. Pur compiacendosi del fatto che sia stata mantenuta la moratoria sulla pena capitale e che la riforma costituzionale ne abbia limitato l'applicazione, la Commissione ricorda alla Turchia che l'abolizione della pena di morte è una conditio sine qua non per conformarsi ai principi su cui si basa l'Unione europea. La Commissione invita inoltre la Turchia ad adoperarsi con il massimo impegno per migliorare considerevolmente la situazione nelle regioni sudorientali. b) Conclusioni Tutti i paesi candidati, tranne la Turchia, continuano a rispettare i criteri politici di Copenaghen. I requisiti contenuti nei criteri politici di Copenaghen e la valutazione periodica della Commissione sui progressi fatti verso la conformità con detti requisiti costituiscono tuttora notevoli incentivi per i paesi candidati. I considerevoli progressi fatti dopo i pareri del 1997 e le successive relazioni periodiche per consolidare la democrazia e il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e dei diritti delle minoranze sono stati globalmente consolidati negli ultimi dodici mesi, specie per quanto riguarda il potenziamento istituzionale, l'osservanza dello Stato di diritto e la tutela dei diritti umani. Le misure finalizzate alla riforma e al potenziamento del sistema giudiziario, tuttavia, cominciano solo ora a dare qualche risultato e dovrebbero essere accelerate e approfondite per garantire, tra l'altro, l'effettiva applicazione dell'acquis. Va inoltre intensificata la lotta contro la corruzione, che dovrà dare risultati tangibili onde rassicurare la popolazione e garantire la trasparenza necessaria all'attività delle imprese. I problemi che ancora sussistono in determinati paesi riguardo alla carcerazione preventiva devono essere risolti. Occorrono inoltre energici provvedimenti contro la tratta delle donne e dei bambini, che riguarda numerosi paesi candidati e desta tuttora serie preoccupazioni, nonché un costante impegno per garantire la parità tra i sessi, combattere le discriminazioni e migliorare la situazione dei Rom. La Turchia dovrebbe tradurre in misure concrete le importanti modifiche costituzionali introdotte ultimamente in materia di diritti umani. Nell'allegato 1 figurano le conclusioni di ciascuna relazione periodica, mentre l'allegato 4 contiene l'elenco delle convenzioni sui diritti umani ratificate dai paesi candidati. 2. Criteri economici a) Evoluzione globale Quest'anno, i progressi fatti dai paesi candidati nel soddisfare i criteri economici di Copenaghen si inseriscono nel contesto di un rapido deterioramento delle condizioni economiche globali. La crescita in questi paesi, tuttavia, è stata relativamente sostenuta in tutto il 2000 e nel primo semestre del 2001. L'andamento registrato nel 2000 in termini di crescita è stato il migliore dall'introduzione delle relazioni periodiche, con un tasso medio di aumento del PIL in termini reali per i paesi candidati del 5% circa, nettamente superiore alla crescita zero del 1999. Il tasso medio dei 10 paesi PECO, pari al 3,6%, ha superato di gran lunga quello dell'anno precedente (2,2%). La crescita è ripresa nella Repubblica ceca, in Estonia, in Lituania e in Romania, registrando tassi più elevati in 8 paesi. Solo in Polonia e in Slovenia si è osservata una lieve flessione, con tassi di crescita che si sono comunque attestati sul 4% per la Polonia e sul 4,6% per la Slovenia. Le prestazioni dei paesi candidati mediterranei sono risultate, nel complesso, superiori a quelle delle economie in transizione, con tassi di aumento del PIL in termini reali pari al 5% per Cipro e Malta e al 7,2% per la Turchia. L'allineamento prosegue, anche se in misura limitata, a ritmi superiori a quelli degli anni precedenti, come dimostra il tasso medio di aumento del PIL in termini reali registrato nell'UE (3,3%). Nel primo semestre 2001, il deterioramento della situazione economica dell'UE ha rallentato la crescita media del PIL nei paesi candidati, soprattutto in quelli dove l'andamento medio della crescita era stato più sostenuto e più stabile. Gli effetti negativi sono apparentemente più contenuti nei paesi appena tornati ad una crescita più normale dopo una fase di recessione, come la Repubblica ceca e la Romania. Dopo la diminuzione ciclica della crescita registrata nel 2000, anche gli Stati baltici sembrano resistere all'attuale rallentamento, grazie in parte all'aumento della domanda esterna in Russia e nei NSI. La Polonia segna il passo, soprattutto a causa dello scarso coordinamento delle sue politiche cui si aggiungono il deterioramento delle condizioni esterne e l'incertezza politica interna. La crescita è scesa a livelli nettamente negativi in Turchia a seguito delle due gravi crisi finanziarie verificatesi alla fine del 2000 e all'inizio del 2001, che hanno compromesso l'aumento del PIL convincendo finalmente il governo ad avviare la riforma e a prendere le indispensabili misure correttive. Il PIL pro capite, espresso in percentuale della media UE e misurato in parità di potere d'acquisto (PPA), è salito al 39% nel 2000, contro il 38% nel 1999, nei 10 PECO, mentre quello dei tredici paesi candidati è rimasto al livello dell'anno precedente (35%). Per colmare, a medio-lungo termine, il notevole divario in termini di reddito occorreranno tassi medi di crescita relativamente più elevati. Tra il 1995 e il 2000, la situazione è migliorata in 9 paesi candidati, peggiorata in 3 (Bulgaria, Repubblica ceca e Romania) e rimasta più o meno allo stesso livello in Turchia. Vanno segnalati i risultati particolarmente positivi di Estonia, Lettonia, Ungheria, Polonia e Slovenia. Come era da prevedersi, la distribuzione del reddito è diventata ancora meno uniforme, specialmente nei 10 PECO, anzitutto per contrasto con la natura egualitaria dei regimi precedenti, e in secondo luogo a causa della domanda eterogenea di manodopera, che privilegia determinati settori a scapito di altri. L'incremento del reddito dovrebbe comunque risultare vantaggioso per buona parte della popolazione, e le disuguaglianze sono meno accentuate che nell'UE. Nonostante l'andamento relativamente positivo dei fattori globali di crescita in tutti i paesi candidati, tranne la Turchia, molti squilibri si sono accentuati e le condizioni macroeconomiche rimangono eterogenee. Le due cifre relative al bilancio governativo che figurano nelle relazioni periodiche 2001 si basano rispettivamente sul calcolo nazionale più comunemente usato e sul metodo del sistema contabile europeo (ESA 95), che i paesi candidati hanno utilizzato per la prima volta quest'anno. Il disavanzo pubblico generale calcolato secondo il metodo ESA 95 è passato in media dal 3% al 3,5% del PIL, con aumenti isolati nella Repubblica ceca e in Slovacchia dovuti prevalentemente al costo fiscale che ha comportato il risanamento di un certo numero di banche e di cui si deve tener conto, secondo le regole ESA 95, nel calcolare il saldo netto generale pubblico per l'anno corrispondente. Alcuni paesi hanno difficoltà ad attuare le riforme indispensabili per garantire la sostenibilità fiscale a medio termine. L'Ungheria ha ripreso ad applicare certe pratiche fiscali non trasparenti, mentre la riforma municipale avviata in Polonia non è stata sostenuta da un piano realistico che consenta di coprire il costo dei servizi comunali. Nella Repubblica ceca, in Slovacchia e in Slovenia, la riforma della previdenza sociale è ancora in embrione o nella fase iniziale. I tassi d'inflazione stanno aumentando in molti paesi candidati e la media dei 10 PECO (15%) risulta nettamente superiore a quella dell'anno scorso, che si aggirava intorno al 10%. Questo fenomeno, dovuto principalmente al forte rincaro del petrolio, assume dimensioni estremamente preoccupanti nei paesi in cui le politiche monetarie e le caratteristiche strutturali globali contribuiscono largamente all'inflazione inerziale. L'Ungheria e la Polonia stanno facendo progressi in tal senso grazie al nuovo tasso di cambio e al quadro monetario in vigore, mentre la Slovenia è rimasta indietro. La Romania e la Turchia non sono riuscite neanche quest'anno ad arginare l'inflazione, ma hanno adottato di recente programmi di stabilizzazione concordati con l'FMI. L'elevato tasso d'inflazione della Slovacchia è dovuto all'aumento dei prezzi amministrati, introdotto con molto ritardo. Va sorvegliata anche l'impennata inflazionistica in Bulgaria sotto il regime del currency board Nonostante l'andamento soddisfacente in termini di crescita, la disoccupazione nei 10 PECO è passata da poco meno dell'11% al 12,5%, riflettendo l'impatto negativo dei licenziamenti provocati dalle riforme strutturali e del notevole aumento della produttività. Il numero dei disoccupati è in diminuzione solo in Ungheria e in Slovenia. I tassi di partecipazione, generalmente stabili, rimangono bassi in determinati paesi. Contribuiscono alla disoccupazione, anche nelle economie in forte espansione, le rigidità del mercato del lavoro e la scarsa corrispondenza tra qualifiche e fabbisogno. Cipro e Malta hanno praticamente raggiunto la piena occupazione. Il disavanzo delle partite correnti nei 10 PECO è sceso dal 5,6% al 5% del PIL malgrado il deterioramento delle ragioni di scambio, con un'inversione di tendenza particolarmente accentuata in Lettonia e Lituania, la cui esposizione ha assunto proporzioni eccessive. Il disavanzo delle partite correnti di Malta si è considerevolmente aggravato, con una vasta componente one-off (una tantum). La ripresa economica ha peggiorato il saldo estero della Repubblica ceca, che deve tenersi pronta a prendere misure correttive. Nella maggior parte dei casi, gli investimenti esteri diretti (IED) hanno contributo in larga misura a finanziare lo squilibrio esterno. Apparentemente, l'afflusso totale di capitali in tutti i candidati è costituito per la maggior parte dagli IED, che spesso derivano dalla privatizzazione. Il debito estero, pertanto, è rimasto al livello degli anni precedenti, fatta eccezione per la Turchia la cui situazione è stata resa più precaria dal forte aumento del valore interno del suo debito estero, relativamente ingente. Il volume degli IED in Turchia rimane nettamente al di sotto del suo potenziale. A parte Cipro e Malta, tutti i paesi candidati incontrano ancora qualche difficoltà per introdurre determinati elementi del quadro legislativo e istituzionale necessario per far funzionare un'economia di mercato, compresa l'applicazione delle sentenze giudiziarie. Dai paesi con i problemi più gravi, come la Romania e, in misura minore, la Bulgaria, si passa a quelli dove non esistono ostacoli di rilievo all'entrata e all'uscita dal mercato e dove la certezza del diritto è elevata, come l'Estonia e l'Ungheria. Prima dell'adesione, occorrerà assolutamente migliorare l'applicazione del diritto fallimentare. La privatizzazione delle imprese manifatturiere è praticamente terminata in tutti i PECO tranne la Romania, dove c'è ancora molto da fare, e, in misura minore, la Bulgaria. La Polonia deve ancora definire strategie sostenibili di privatizzazione e di ristrutturazione per alcuni settori tradizionali importanti. Le strategie di privatizzazione, che sono state estese ai servizi pubblici, ai trasporti e all'energia, vengono attuate contemporaneamente ad una certa ristrutturazione di questi settori. Per quanto riguarda il settore finanziario, il programma di privatizzazione delle banche è ormai terminato in Estonia, in Ungheria, in Lettonia e nella Repubblica ceca, è andato avanti in Lituania, Romania, Polonia e Slovacchia e accusa un notevole ritardo in Slovenia. Per quanto riguarda le banche di Stato non destinate ad essere privatizzate, occorre evitare qualsiasi ingerenza governativa nelle prassi operative e nelle politiche creditizie. La privatizzazione procede a rilento negli altri comparti del settore finanziario, con risultati diversi a seconda del paese candidato. Molti dei 10 PECO devono ancora portare a termine la riforma fondiaria e creare un mercato fondiario funzionante. Ciò frena l'espansione dei mercati fondiari e edilizi, con ripercussioni negative sui mercati del lavoro e sull'intermediazione finanziaria. Il livello di intermediazione finanziaria nelle economie dei 10 PECO è tuttora modesto, come il suo contributo al finanziamento degli investimenti in quello che dovrebbe essere un settore privato in espansione. L'intermediazione è particolarmente carente in Bulgaria, Romania e Lituania. Tra i vari progressi necessari prima dell'adesione, si dovrà sviluppare e migliorare l'intermediazione finanziaria per consentire il buon funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Si dovrà inoltre accentuare la sorveglianza, migliorata solo a livello bancario contemporaneamente all'espansione del settore finanziario, per quanto riguarda l'aspetto normativo, la capacità amministrativa e l'indipendenza dei supervisori. L'integrazione economica globale dei paesi candidati nell'UE è proseguita principalmente attraverso i canali commerciali e i flussi d'investimento, segnatamente di investimenti esteri diretti. Per quanto riguarda l'integrazione commerciale, l'UE ha assorbito nel 2000 il 62%, in media, delle esportazioni dei paesi candidati, fornendo loro il 58% delle importazioni. Se si esclude la Turchia, le percentuali corrispondenti sono: 65% per le esportazioni e 62% per le importazioni. Ciascuno dei 10 PECO ha aumentato la sua quota di esportazioni verso l'UE tra il 1995 e il 2000. Al tempo stesso, è aumentata la loro quota complessiva del mercato UE. Il commercio dei 10 PECO con l'UE ha registrato negli ultimi dieci anni la crescita più rapida, arrivando nel 2000 all'11% circa del commercio totale dell'UE con i paesi terzi contro il 6% nel 1992. Gli Stati membri dell'UE più vicini a questa regione sono quelli dove le ripercussioni si sono fatte maggiormente sentire. Il commercio tra i paesi candidati rimane invece a livelli relativamente modesti, pur essendo lievemente aumentato per molti dei 10 PECO rispetto al 1999. Per quanto riguarda l'integrazione finanziaria, i capitali netti affluiti nei paesi candidati negli anni '90, per lo più sotto forma di IED, provenivano per due terzi dagli Stati membri dell'UE. A causa della privatizzazione, quasi metà dei flussi di IED è stata destinata a settori esclusi dagli scambi quali le istituzioni finanziarie (banche) e i servizi pubblici (come le telecomunicazioni). Aumentano in alcuni paesi gli investimenti nei nuovi settori, che rappresentano più di metà degli IED in Bulgaria e una quota maggioritaria in Ungheria. Il volume totale degli IED nel settore oggetto di scambi è stato destinato per un quinto alle industrie dove l'intensità di manodopera è relativamente elevata (tessili, abbigliamento, macchinari elettrici, autoveicoli, ecc.). Ai fini della transizione e di una convergenza economica reale, gli IED dovranno contribuire anche in futuro alla sostituzione dei beni strumentali obsoleti e all'introduzione di nuove tecnologie e capacità di gestione. b) Conclusioni I progressi di ciascun paese sono stati analizzati in base a due aspetti dei criteri economici di Copenaghen (esistenza di un'economia di mercato funzionante e capacità di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione) definiti con maggior precisione nella comunicazione della Commissione sull'Agenda 2000. L'esistenza di un'economia di mercato funzionante presuppone la liberalizzazione dei prezzi e degli scambi e l'esistenza di un regime giuridico basato sul diritto, compreso il diritto di proprietà. Il funzionamento di un'economia di mercato è agevolato e migliorato dalla stabilità macroeconomica e dal consenso sulla politica economica. L'esistenza di un settore finanziario ben sviluppato e l'assenza di qualsiasi ostacolo rilevante che impedisca di accedere al mercato e di uscirne migliorano l'efficienza dell'economia. Il secondo criterio ("capacità di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione") dipende dall'esistenza di un'economia di mercato e di un quadro macroeconomico stabile, che consenta agli operatori economici di prendere decisioni in un'atmosfera di prevedibilità. Sono necessari inoltre un capitale umano e materiale sufficiente e adeguate infrastrutture. Le imprese di Stato vanno ristrutturate e tutte le imprese devono investire per diventare più efficienti. Se aumenta l'accesso delle imprese al finanziamento esterno, aumentano i risultati positivi delle loro azioni di ristrutturazione e di innovazione e, in ultima analisi, migliorano le loro capacità di adattamento. Nel complesso, la capacità di un'economia di far fronte agli obblighi dell'adesione dipende dal grado di integrazione economica nell'Unione raggiunto prima dell'adesione stessa. Un parametro di verifica è dato dalla gamma e dal volume delle merci scambiate con gli Stati membri dell'Unione. Se ci si basa su entrambi i criteri, si può concludere che Cipro e Malta hanno confermato di essere economie di mercato funzionanti, che dovrebbero essere in grado di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione La Repubblica ceca, l'Estonia, l'Ungheria, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Slovacchia e la Slovenia sono anch'esse economie di mercato funzionanti. Nonostante le notevoli differenze economiche tra di essi, questi paesi dovrebbero potere far fronte, a breve termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché continuino ad attuare, rafforzandole in alcuni casi, le diverse misure elencate in ciascuna relazione periodica. La Bulgaria sta per diventare un'economia di mercato funzionante e dovrebbe potere far fronte, a medio termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché prosegua sulla via delle riforme e si adoperi con maggiore impegno per sormontare la difficoltà che ancora sussistono. La Romania non risponde a nessuno dei due criteri, ma ha fatto progressi innegabili verso il conseguimento di questo obiettivo. I progressi della Turchia verso l'introduzione di un'economia di mercato funzionante si sono arenati, in parte a seguito delle crisi più recenti. Ciò nonostante, vasti settori della sua economia sono già competitivi sul mercato dell'UE nell'ambito dell'unione doganale con la CE. L'allegato 1 riprende le conclusioni dettagliate delle singole relazioni periodiche sull'adempimento di ciascun criterio, mentre nell'allegato 2 figurano i principali indicatori statistici. 3. Altri obblighi derivanti dall'adesione Il Consiglio europeo di Copenaghen ha concluso che l'ingresso nell'UE comportava il rispetto di obblighi quali l'adesione agli obiettivi dell'unione politica, economica e monetaria. a) Adozione e applicazione dell'acquis La capacità di far fronte agli obblighi che comporta l'adesione presuppone l'adozione e l'attuazione dell'acquis, la cui importanza è stata sottolineata più volte dal Consiglio europeo. Il Consiglio europeo di Madrid invitava nel 1995 i paesi candidati ad adeguare le loro strutture amministrative per consentire un'integrazione graduale e armoniosa. Come ha dichiarato nel 2000 il Consiglio europeo di Santa Maria da Feira: "i progressi dei negoziati dipendono dall'integrazione dell'acquis nella legislazione nazionale da parte dei paesi candidati e soprattutto dalla loro capacità di attuarlo ed applicarlo con efficacia", in particolare attraverso il consolidamento delle loro strutture amministrative e giudiziarie. Il Consiglio europeo di Göteborg del giugno 2001 ha ribadito quanto sia importante che i paesi candidati continuino a fare progressi per quanto concerne il recepimento e l'attuazione dell'acquis. Tali paesi dovranno prestare particolare attenzione all'istituzione di strutture amministrative adeguate, alla riforma dei sistemi giudiziari e della funzione pubblica. Il compito di recepire e di applicare l'acquis non spetta solo ai governi e alle amministrazioni, ma anche alle imprese e agli enti regionali e locali e alle organizzazioni professionali. Il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni hanno caldeggiato un maggior coinvolgimento della società civile nel processo. Le autorità nazionali dei paesi candidati devono intensificare il dialogo con le istituzioni rappresentative onde spiegare l'acquis e agevolarne l'attuazione a livello nazionale. b) Analisi per settore e conclusioni Anche quest'anno, le relazioni periodiche sottolineano i notevoli progressi fatti nell'adozione della legislazione a fini dell'allineamento con l'acquis nella maggior parte dei paesi candidati e dei settori. Si segnala comunque l'adozione, recente o imminente, di nuovi elementi importanti della legislazione comunitaria in materia di trasporti [1], telecomunicazioni, energia, giustizia e affari interni, ecc. che si basano, in molti casi sul diritto comunitario già in vigore. [1] Il libro bianco intitolato "La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte" (COM (2001) 370 def.) caldeggia una miglior regolamentazione della concorrenza tra i vari modi di trasporto dando alle ferrovie e agli altri modi di trasporto ecologici la possibilità di diventare alternative competitive al trasporto stradale. Alcuni paesi hanno ancora problemi per recepire determinate parti dell'acquis. Nonostante i progressi fatti rispetto all'anno scorso, tuttavia, l'obiettivo prioritario è quello di predisporre strutture amministrative adeguate e di migliorare la capacità amministrativa di applicare l'acquis. Le relazioni periodiche e le proposte dei partenariati per l'adesione riveduti evidenziano per quasi tutti o per tutti i paesi candidati le seguenti priorità: * nel settore del mercato interno, la necessità di creare o di rafforzare le strutture amministrative orizzontali connesse alla standardizzazione, all'accreditamento, alla certificazione, alla valutazione della conformità, alla sorveglianza del mercato, al reciproco riconoscimento delle qualifiche e al controllo dei servizi finanziari, nonché di tutelare maggiormente i diritti di proprietà industriale e intellettuale; * nel settore della concorrenza, la necessità di sviluppare o di migliorare la capacità di applicare le norme sugli aiuti di Stato e le disposizioni antitrust; * nel settore dei trasporti e dell'energia, la necessità di rafforzare o di creare strutture normative appropriate (anche in previsione del futuro acquis) e le modalità di controllo, specie per garantire la sicurezza stradale e marittima; * nel settore delle telecomunicazioni e della politica culturale e audiovisiva, la necessità di creare o di potenziare strutture normative indipendenti per le telecomunicazioni, anche in previsione del futuro acquis; * nel settore dell'ambiente, la necessità di migliorare ulteriormente le capacità amministrative, di controllo e di applicazione, segnatamente per quanto riguarda i rifiuti, l'acqua e i prodotti chimici; * nel settore della politica sociale e occupazionale, la necessità di rafforzare, in particolare, l'applicazione delle norme riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro e di potenziare gli ispettorati del lavoro; * nel settore della giustizia e degli affari interni, la necessità globale di potenziare il sistema giudiziario, la necessità di migliorare la gestione delle frontiere, cominciando dalle future frontiere esterne dell'UE, e di prepararsi a partecipare al sistema informatico di Schengen e la necessità di migliorare il coordinamento tra tutti coloro che lottano contro la criminalità organizzata; * nei settori doganale e fiscale, la necessità di sviluppare i sistemi informatici per consentire scambi di informazioni tra la Comunità e gli Stati membri, nonché di migliorare la capacità dell'amministrazione doganale e fiscale di applicare e di verificare la legislazione comunitaria, compresi i controlli alle frontiere esterne; * nel settore dell'agricoltura, la necessità di migliorare i sistemi di controllo in funzione della legislazione veterinaria e fitosanitaria, specie per garantire la sicurezza alimentare, e la capacità di applicare i meccanismi di gestione della politica agricola comune, segnatamente il sistema integrato di gestione e di controllo e l'organismo pagatore (per il quale l'agenzia SAPARD competente potrebbe costituire un precursore nel settore dello sviluppo rurale); * nel settore della politica strutturale, la necessità di migliorare le capacità amministrative presso i ministeri principali e di predisporre strutture amministrative appropriate per la programmazione, la gestione e il controllo dei fondi strutturali; * nel settore del controllo finanziario, la necessità di rafforzare la capacità amministrativa per il controllo finanziario pubblico interno e per la lotta contro le frodi. I singoli paesi candidati devono inoltre migliorare la capacità amministrativa. Nei capitoli di cui sopra, ad esempio, un certo numero di paesi dovrebbe creare o potenziare autorità di sorveglianza indipendenti per la protezione dei dati. Queste priorità, che possono riguardare anche altri capitoli quali la pesca, le statistiche o l'unione economica e monetaria vengono specificate in ciascuna relazione periodica e riprese nei partenariati per l'adesione riveduti proposti per ciascun paese candidato. Le relazioni periodiche individuano inoltre i capitoli che non pongono particolari problemi di capacità amministrativa, perché la capacità amministrativa necessaria per applicare l'acquis non è molto rilevante o perché il grado di preparazione dei paesi viene giudicato globalmente sufficiente. Nell'Allegato 1 figurano le conclusioni delle relazioni periodiche suddivise per paese. c) L'UEM e l'euro I paesi candidati devono prepararsi a partecipare alle procedure multilaterali di sorveglianza e di coordinamento della politica economica attualmente in vigore nel quadro dell'Unione economica e monetaria. La procedura di sorveglianza fiscale preadesione, la cui istituzione costituiva una delle priorità economiche dei precedenti partenariati per l'adesione, comporta due elementi: la notifica fiscale e il programma economico preadesione (PEP), di cui si discute con gli Stati membri in un consesso multilaterale. Si è definito con maggior precisione il quadro di attuazione delle strategie riguardanti i tassi di cambio per i paesi candidati. Il processo di transizione verso l'adozione dell'euro si svolge in tre fasi: la fase preadesione, la fase successiva all'adesione e l'adozione dell'euro. L'adozione unilaterale della moneta unica mediante l'"euroizzazione" sarebbe contraria alla logica economica dell'UEM esposta nel trattato, secondo la quale l'adozione dell'euro deve intervenire alla fine di un processo strutturato di convergenza in un quadro multilaterale. Una "euroizzazione" unilaterale, quindi, non permetterebbe di eludere le fasi previste dal trattato per l'adozione dell'euro. I nuovi Stati membri dovrebbero aderire all'ERM-II nel periodo successivo all'adesione. L'ERM II potrebbe risultare compatibile con gli elementi principali di numerosi regimi di cambio purché i loro impegni e obiettivi siano credibili e in linea con quelli dell'ERM II. Le uniche incompatibilità con l'ERM II che risultino chiaramente a questo stadio sono i tassi di cambio del tutto fluttuanti, le parità slittanti e i sostegni ancorati a monete diverse dall'euro. III. Garantire il successo dell'ampliamento Secondo le conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg, che si è prefisso un obiettivo piuttosto ambizioso, "Se si continuasse a procedere a ritmo costante verso la conformità con i criteri di adesione, la tabella di marcia dovrebbe consentire ai paesi candidati che sono pronti di concludere i negoziati entro la fine del 2002, con l'obiettivo di una loro partecipazione, quali Stati membri, alle elezioni per il Parlamento europeo del 2004". Per conseguire questi obiettivi occorrerà un impegno sia da parte dell'Unione che nei paesi candidati. L'Unione dovrebbe definire posizioni comuni nel quadro fornito dal tracciato, mentre i paesi candidati devono proseguire i preparativi per conformarsi ai criteri di adesione, migliorando in particolare la loro capacità amministrativa di applicare l'acquis. I negoziati, infatti, possono progredire solo in funzione dei progressi fatti nell'adozione e nell'applicazione dell'acquis. 1. Seguire il tracciato - i capitoli rimanenti I negoziati procedono in modo piuttosto soddisfacente. I paesi candidati hanno espresso le rispettive posizioni in merito all'acquis, comprese le richieste di misure transitorie, nei diversi capitoli di negoziato. In molti casi, i capitoli sono stati chiusi provvisoriamente poiché i candidati avevano assunto impegni sufficienti riguardo all'applicazione dell'acquis (cfr. Allegato 6). Non sempre, tuttavia, il numero delle chiusure provvisorie dà un'idea precisa dell'andamento dei negoziati. In alcuni casi, restano da negoziare solo poche questioni di importanza politica, che possono essere risolte prendendo le necessarie decisioni politiche. Grazie al tracciato, tutti gli interlocutori negoziali si sono impegnati a rispettare un calendario realistico. Nella relazione della Commissione al Consiglio europeo di Gand si è riesaminato il tracciato e si sono individuate determinate questioni per le quali si dovranno ancora prendere decisioni durante la presidenza belga [2]. Si sono inoltre evidenziate diverse questioni sulle quali l'UE deve definire la sua posizione nell'ambito dei capitoli riguardanti i trasporti, la fiscalità, l'agricoltura, la giustizia e gli affari interni e l'energia. Quando ha potuto farlo, inoltre, la Commissione ha comunicato al Consiglio le posizioni di negoziato su questi capitoli, e la presidenza belga sta facendo rapidi progressi nella definizione di tali posizioni. Per quanto riguarda il capitolo "Energia", la comunicazione ha sottolineato la necessità di esaminare le posizioni dei paesi candidati riguardo alle raccomandazioni dell'UE sulla sicurezza nucleare, aggiungendo che gli impegni di chiusura riguardanti le unità [delle centrali nucleari] che non possono essere rimodernate - Ignalina (Lituania), Bohunice-V1 (Slovacchia) e determinate unità di Kozluduy (Bulgaria) - vanno rispettati e, pertanto, debitamente inseriti nei trattati di adesione. [2] Comunicazione della Commissione: Nota informativa per il Consiglio europeo su un riesame intermedio dell'attuazione della strategia di ampliamento, COM (2001) 553 def. del 2 ottobre 2001. Impegnandosi a definire posizioni comuni entro tempi ben precisi, anche nei settori che presentano particolari difficoltà, l'Unione ha inviato un messaggio positivo ai paesi candidati, dando prova della flessibilità necessaria per assumere posizioni di grande importanza in termini di accettabilità da parte dei cittadini, sia nell'Unione che nei paesi candidati. Quest'impostazione dovrà essere mantenuta anche in futuro. Secondo il tracciato stabilito per il primo semestre 2002, l'Unione definirà posizioni comuni onde chiudere provvisoriamente l'ultimo gruppo di capitoli: agricoltura, politica regionale, disposizioni finanziarie e di bilancio, istituzioni e "altre questioni". La Commissione presenterà a tempo debito le necessarie proposte al Consiglio, elaborandole in base all'impostazione seguente. a) Quadro finanziario e capitoli connessi I capitoli dei negoziati riguardanti l'agricoltura e la politica regionale comportano componenti di bilancio di notevole entità e sono collegati al capitolo riguardante le disposizioni finanziarie e di bilancio. I negoziati su questi tre capitoli, pertanto, devono svolgersi in un quadro globale coerente. Il Consiglio europeo di Berlino del marzo 1999 ha approvato il quadro finanziario per il periodo 2000-2006, le cui disposizioni per l'ampliamento presuppongono l'adesione di 6 nuovi membri nel 2002 e i cui risultati figurano in un accordo interistituzionale tra Parlamento, Consiglio e Commissione. L'accordo globale raggiunto a Berlino prevede la riforma delle politiche e l'accantonamento dei fondi di preadesione e di adesione necessari, in particolare: * un massimale per i pagamenti totali (1,27% del PNL) e massimali assoluti applicati agli impegni annuali di bilancio per ciascuna categoria di spesa (prospettive finanziarie per il periodo 2000-2006). Nel complesso, i massimali assoluti dovrebbero rimanere nettamente al di sotto dell'1,27% anche dopo l'ampliamento; * la riforma della politica agricola comune, i fondi strutturali e i fondi di coesione; * il raddoppio del sostegno preadesione per i paesi candidati (3,1 miliardi di euro all'anno [3]); [3] Tutti gli importi sono stanziamenti d'impegno a prezzi costanti 1999. * gli importi riservati al finanziamento dell'adesione, che passeranno gradatamente da 6,5 miliardi di euro nel 2002 a 16,8 miliardi di euro nel 2006. I presupposti su cui si basava l'accordo di Berlino sono cambiati, specie per quanto concerne le date eventuali delle adesioni e il numero potenziale dei nuovi Stati membri. Anche ammettendo che le prime adesioni avvengano nel 2004 anziché nel 2002, con l'ingresso di 6-10 nuovi Stati membri il costo aggiornato annuale dell'ampliamento nel periodo 2004-2006 rimarrebbe inferiore agli importi concordati a Berlino. Si è arrivati a questa conclusione tenendo conto anche delle informazioni aggiornate sulla produzione agricola e sui dati relativi al consumo nei 10 candidati. Gli importi annuali riservati all'adesione nelle prospettive finanziarie aumenteranno in misura considerevole tra il 2002 e il 2006. Poiché le prime adesioni avverranno dopo questa data, anziché nel 2002, gli importi annuali necessari per gli anni corrispondenti risultano inferiori al previsto. Le cifre stabilite a Berlino, pertanto, copriranno un maggior numero di nuovi Stati membri (fino a 10). La Commissione presenterà al Consiglio proposte di posizioni negoziali comuni in materia di agricoltura, politica regionale e bilancio basate sull'acquis e sui principi dell'accordo di Berlino. I negoziati di adesione, quindi possono essere conclusi indipendentemente dalle decisioni di finanziamento prese a livello di UE dopo il 2006. La Commissione farà in modo che le implicazioni di bilancio delle sue proposte di posizioni negoziali comuni corrispondano ai massimali di spesa concordati a Berlino per il periodo che va fino al 2006, introducendo gli adeguamenti necessari per tener conto del numero potenziale di nuovi Stati membri. Fatte salve decisioni future per il finanziamento dell'UE, la Commissione: * rifletterà, per quanto riguarda il capitolo agricoltura, su come affrontare le questioni dei pagamenti diretti e procurare strumenti di gestione in sede negoziale; * definirà, per quanto riguarda la politica strutturale, le condizioni organizzative e istituzionali che i vari paesi dovranno soddisfare per poter chiudere provvisoriamente i negoziati su questo capitolo, nonché il metodo che verrà applicato per l'assegnazione dei fondi strutturali ai nuovi Stati membri fino al 2006; * nel capitolo bilancio, esaminerà gli eventuali regimi transitori. La Commissione si accerterà che il Consiglio possa discutere di questi aspetti in un quadro comune agli inizi del 2002, onde preparare il proseguimento dei negoziati di adesione secondo il tracciato. b) Altri capitoli I capitoli "Istituzioni" e "Altre questioni" non sono ancora stati aperti con nessuno dei candidati. Secondo il tracciato, l'Unione dovrebbe definire le sue posizioni in merito nel primo semestre 2002. Il capitolo "Istituzioni" riguarda l'inclusione dei nuovi Stati membri nel quadro istituzionale dell'Unione. Come è stato sottolineato dall'Unione all'inizio dei negoziati, l'adesione comporta diritti e obblighi. L'Unione si aspetta che i nuovi membri adempiano gli obblighi che comporta l'adesione alle condizioni concordate in sede negoziale. I nuovi membri eserciteranno i loro diritti, alla stregua degli Stati membri attuali, partecipando alle istituzioni dell'UE. Nei negoziati di adesione, il capitolo "Istituzioni" viene trattato da sempre dopo tutti gli altri capitoli relativi all'acquis. Nell'ambito degli attuali negoziati, il capitolo "Istituzioni" si baserà prevalentemente sulle conclusioni della Conferenza intergovernativa (Nizza, dicembre 2000), in particolare: - le disposizioni del trattato di Nizza, specie quelle riguardanti l'adeguamento delle istituzioni in previsione dell'ampliamento; - le dichiarazioni della Conferenza intergovernativa, segnatamente la dichiarazione n. 20 sulle posizioni comuni da adottare nei negoziati di adesione circa la distribuzione dei seggi in Parlamento, la ponderazione dei voti al Consiglio e la composizione del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni. La conclusione del nuovo trattato di Nizza, ora in fase di ratifica negli Stati membri, ha ribadito il deciso impegno dell'Unione nei confronti del processo di ampliamento. La Commissione rileva che il trattato è stato ratificato da tre Stati membri e che le altre ratifiche procedono nel complesso in modo soddisfacente. Nel caso dell'Irlanda, visto il risultato negativo del referendum del giugno 2000, il governo sta organizzando una convenzione nazionale per chiarire le questioni connesse al trattato. La Commissione si augura che gli Stati membri possano concludere, come previsto, il processo di ratifica nel 2002. La Commissione concorderà con la presidenza il calendario e le procedure da applicare al capitolo istituzionale, tenendo conto delle varie ratifiche del trattato di Nizza. Come per i precedenti negoziati di adesione, il capitolo finale è quello denominato "Altre questioni", in cui rientrano gli aspetti non contemplati dai capitoli precedenti, in particolare i problemi che non sono direttamente collegati all'acquis. Nei precedenti negoziati di adesione, ad esempio, dalle discussioni sul capitolo "Altre questioni" sono scaturite varie dichiarazioni sulla trasparenza, sullo status delle Isole Åland, ecc., poi allegate al trattato di adesione. 2. Piano d'azione per la capacità amministrativa e giudiziaria Gli Stati membri hanno bisogno di una certa capacità amministrativa e giudiziaria per applicare l'acquis, il che spiega l'importanza attribuita dai successivi Consigli europei allo sviluppo istituzionale in prospettiva dell'adesione. Tutti i paesi candidati puntano ad una pubblica amministrazione stabile, con un servizio civile indipendente, e molti di essi hanno attuato con impegno la riforma del settore. In alcuni casi, si sono prese misure volte ad attirare personale qualificato migliorando inoltre la formazione e le retribuzioni. Come risulta dalle relazioni periodiche, tuttavia, c'è ancora molto da fare. Determinati paesi candidati devono inoltre intensificare la lotta contro la corruzione. I cittadini e le imprese hanno bisogno di un sistema giudiziario prevedibile ed efficiente. Sebbene la riforma del settore giudiziario sia proseguita nella maggior parte dei paesi candidati, alcuni di essi devono ancora rafforzarne l'indipendenza, migliorando nel contempo le retribuzioni, le condizioni di lavoro e la formazione dei giudici. Gli obiettivi principali connessi all'acquis individuati più sopra per un certo numero di capitoli (sezione II 3 b) riguardano la capacità amministrativa necessaria per garantire: * il buon funzionamento del mercato interno, che spesso richiede enti normativi appropriati ed efficienti in materia di concorrenza, di energia o di trasporti e l'uso di tecnologie dell'informazione ad hoc. * Condizioni di vita sostenibili nell'Unione europea, che vanno garantite applicando le norme ambientali, imponendo norme adeguate di salute e di sicurezza sul posto di lavoro, garantendo un alto livello di sicurezza nucleare e migliorando la sicurezza dei trasporti. A tal fine, si dovranno prendere determinati provvedimenti per migliorare i controlli. * La protezione globale dei cittadini dell'Unione europea, che va garantita mediante una gestione efficace delle frontiere per scopi di varia natura, un'adeguata sorveglianza del mercato per tutelare i consumatori, livelli sufficienti di sicurezza alimentare e un'opportuna cooperazione in materia di giustizia e affari interni. A tal fine, si dovranno prendere determinati provvedimenti per migliorare i controlli e l'applicazione delle leggi. * Una gestione oculata dei fondi comunitari. A tal fine, le amministrazioni centrali e regionali devono disporre di strutture adeguate per poter applicare le norme riguardanti gli appalti pubblici, il controllo finanziario, la revisione dei conti, la lotta contro le frodi e la corruzione. Le relazioni periodiche e le proposte di partenariati per l'adesione riveduti illustrano dettagliatamente le misure che ciascun paese candidato dovrà prendere per raggiungere un livello sufficiente di capacità amministrativa. Per definire le prossime fasi, la Commissione elaborerà un piano d'azione analizzando insieme ai paesi candidati, agli inizi del 2002, il modo in cui intendono realizzare dette priorità e accelerare, se del caso, lo sviluppo istituzionale. La Commissione provvederà inoltre a controlli specifici, collaborando all'occorrenza con gli Stati membri e con i paesi candidati. Il piano d'azione: * si baserà sui settori prioritari individuati nei partenariati per l'adesione riveduti, sulle relazioni periodiche e sugli impegni assunti in sede negoziale; * individuerà le iniziative già avviate per migliorare la capacità amministrativa e mobilitare altri fondi a loro favore (avvalendosi dei meccanismi esistenti quali i gemellaggi o il TAIEX - cfr. Allegati 3 e 5); * consoliderà o creerà meccanismi di controllo (relazioni, verifiche inter pares, ecc.) al fine di valutare il grado di preparazione di ciascun paese candidato. Come le relazioni periodiche e le proposte di partenariati per l'adesione riveduti, il piano d'azione rispecchierà la situazione di ciascuno dei paesi coinvolti nei negoziati e terrà conto delle date di adesione previste da questi ultimi. a) Azioni a favore dello sviluppo istituzionale La Comunità fornisce ai paesi candidati una notevole assistenza per aiutarli a creare la capacità amministrativa necessaria per applicare l'acquis. Due terzi dei programmi nazionali PHARE sono destinati allo sviluppo istituzionale e agli investimenti connessi. I tempi sono stati accelerati, e i programmi nazionali annuali di assistenza dovrebbero essere adottati nel 2002 con un largo anticipo rispetto agli anni precedenti. Oltre alla dotazione annuale fissata nel 1999 per ciascuno dei 10 paesi PHARE, la Commissione destinerà nel 2002 fino a 250 milioni di euro del programma PHARE per sostenere lo sviluppo istituzionale. I paesi candidati dovrebbero programmare l'uso di questo strumento supplementare per lo sviluppo istituzionale entro l'estate del 2002. All'occorrenza, si potrebbero preventivare somme analoghe nell'ambito dell'assistenza preadesione per lo sviluppo istituzionale concessa a Malta e a Cipro. La Commissione valuterà con i paesi candidati la necessità di mantenere le iniziative a favore dello sviluppo istituzionale anche nella programmazione per il 2003. In caso affermativo, i progetti corrispondenti potrebbero continuare in loco per almeno altri tre anni secondo le consuete regole applicate dalla Commissione in materia di contratti e di esborsi. Queste azioni completano le diverse misure prese da ciascun paese candidato, spesso con il sostegno di PHARE e delle azioni bilaterali degli Stati membri, delle organizzazioni internazionali e delle istituzioni finanziarie internazionali. b) Una maggiore sorveglianza La Commissione provvede già a determinate verifiche, presentando periodicamente al Consiglio tabelle e relazioni dettagliate che valutano l'osservanza degli impegni assunti in sede negoziale, anche per quanto riguarda il miglioramento della capacità amministrativa. Non sempre la Commissione dispone delle competenze necessarie per valutare il grado di preparazione delle amministrazioni dei paesi candidati, poiché l'applicazione viene affidata prevalentemente agli Stati membri. In determinati settori, pertanto, si sono istituite le verifiche inter pares, che consentono ai paesi candidati di associare alla valutazione della capacità amministrativa esperti degli Stati membri e della Commissione. Sono già in corso/previste verifiche inter pares nei seguenti settori: servizi finanziari, giustizia e affari interni, bilancio, agricoltura, sicurezza nucleare e ambiente. La Commissione fornirà un sostegno a livello pratico, segnatamente attraverso l'Ufficio di assistenza tecnica per gli scambi di informazioni (TAIEX) o altri meccanismi (ad esempio, SIGMA). La Commissione informerà il Consiglio in merito alle verifiche inter pares o alle altre valutazioni della capacità amministrativa nei paesi candidati entro la primavera del 2002, affinché si possa tener conto dei relativi risultati nel contesto unico dei negoziati di adesione. Le verifiche inter pares non sono certo la soluzione ideale, ma un complemento del processo di verifica in corso. Esse dovrebbero essere eseguite solo in caso di necessità e concentrarsi sui settori particolarmente sensibili individuati nelle relazioni periodiche, nelle proposte di partenariati per l'adesione riveduti o nel corso dei negoziati. Si contribuirà in tal modo a verificare l'osservanza degli impegni assunti dai paesi candidati durante i negoziati di adesione. La Commissione riferirà sul piano d'azione, e quindi anche sull'osservanza degli impegni, in occasione del Consiglio europeo di Siviglia che si terrà nel giugno 2002. Le relazioni periodiche del 2002 procederanno a un'analisi accurata dei progressi fatti in tal senso e valuteranno in che misura i paesi candidati dispongano delle strutture necessarie per applicate i diversi settori dell'acquis al momento dell'adesione. c) Capacità amministrativa dopo l'adesione Gli Stati membri sono tenuti ad adeguare periodicamente la loro capacità amministrativa in funzione dell'evoluzione dell'acquis. L'acquisizione della capacità amministrativa necessaria, pertanto, continuerà anche una volta conclusi i negoziati e dopo l'adesione. Nel periodo compreso tra la firma dei trattati di adesione e l'adesione effettiva dei paesi in questione, la Commissione continuerà a sorvegliare gli sviluppi per quanto riguarda gli aspetti individuati durante i negoziati di adesione e le questioni economiche emerse dalla valutazione dei criteri economici, riferendo in merito al Consiglio. I programmi preadesione continueranno anche nel periodo suddetto. Il 2003 sarà probabilmente l'ultimo anno di programmazione dei fondi preadesione per i paesi che rientreranno nella prima serie di adesioni. Non è escluso che, in questo periodo, si debba considerare prioritaria la formazione dei funzionari statali. In linea di massima, i programmi continueranno per un massimo di tre anni. Si dovranno definire modalità transitorie per la gestione e la chiusura, a termine, dei programmi negli anni successivi all'adesione. Nel periodo successivo all'adesione, la Commissione verificherà, in qualità di custode dei trattati, l'applicazione dell'acquis nei nuovi Stati membri, avvalendosi degli stessi meccanismi utilizzati per gli Stati membri attuali, tra cui le relazioni periodiche della Commissione al Consiglio sull'applicazione del diritto comunitario, le procedure d'infrazione e il dialogo tra la Commissione e gli Stati membri sui problemi di attuazione (rete o centri di coordinamento per la soluzione dei problemi relativi al mercato interno, ecc.). All'interno dell'Unione si ricorre sempre più spesso ai criteri di riferimento e alle valutazioni inter pares per poter disporre di strutture amministrative interoperabili e compatibili. La partecipazione dei paesi candidati ai programmi e alle agenzie della Comunità contribuisce già all'effettiva integrazione dei paesi candidati. L'iniziativa e-Europa, le strategie nazionali per l'occupazione e le attività svolte nell'ambito dell'UEM sono già state estese ai paesi candidati attraverso e-Europa plus, la valutazione congiunta delle priorità della politica occupazionale, che ne prepara la partecipazione alla strategia europea per l'occupazione, e i programmi economici preadesione. I paesi candidati dovrebbero proseguire su questa via fino ad integrarsi nelle politiche e nei meccanismi attuali dell'UE. I nuovi Stati membri usufruiranno inoltre dei meccanismi creati in futuro per migliorare l'applicazione del diritto comunitario. Nel libro bianco sulla Governance, la Commissione ha annunciato che nel 2002 proporrà gemellaggi tra le amministrazioni nazionali affinché mettano in comune le loro pratiche migliori riguardanti le misure di esecuzione, avvalendosi dell'esperienza acquisita nei paesi candidati, e promuovano la conoscenza del diritto comunitario presso i tribunali e i giuristi nazionali. Grazie a questi gemellaggi tra Stati membri, i paesi candidati potrebbero continuare a beneficiare di queste iniziative anche dopo l'adesione, il che migliorerebbe l'applicazione dell'acquis nell'Unione ampliata. 3. Strategia di preadesione per la Turchia - verso una nuova fase L'attuazione della strategia di preadesione definita dal Consiglio europeo di Helsinki è giunta ad uno stadio piuttosto avanzato, e per la fine dell'anno si dovrebbe disporre di tutti gli elementi necessari. Nella prossima fase, ci si dovrà concentrare maggiormente sui preparativi per la conformità con i requisiti di adesione dell'UE. Nella prossima fase, la Turchia dovrà intensificare e accelerare le riforme politiche ed economiche in linea con le priorità del partenariato per l'adesione, avviando altre riforme di natura costituzionale. La recente riforma costituzionale e l'attuazione del nuovo piano economico sono un primo passo in questa direzione. Ci si dovrebbe avvalere maggiormente del dialogo politico intensificato per far progredire le priorità del partenariato per l'adesione quali i diritti umani, Cipro e la soluzione pacifica delle vertenze frontaliere. La Turchia, che nell'ambito del dialogo politico si è detta disposta ad aiutare il segretario generale delle Nazioni Unite a trovare una soluzione globale al problema di Cipro, dovrebbe prendere misure concrete in tal senso. Per quanto riguarda la politica europea di sicurezza e di difesa (PESD), la Turchia dovrebbe collaborare per definire le modalità della sua partecipazione alle decisioni sugli interventi guidati dall'UE in previsione delle decisioni che dovrà prendere il Consiglio europeo di Laeken in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di Nizza. Si stanno prendendo altre misure volte a far regnare la fiducia nelle relazioni greco-turche, in modo da creare un clima propizio alla soluzione pacifica delle vertenze frontaliere in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di Helsinki. L'assistenza finanziaria aiuterà la Turchia a conformarsi alle priorità del partenariato per l'adesione. A tal fine, il paese viene invitato a rafforzare la sua capacità amministrativa per la definizione e la gestione dei progetti conformemente all'impostazione decentrata seguita per tutti i paesi candidati. La Commissione farà in modo che la Turchia usufruisca delle consulenze e del sostegno di esperti degli Stati membri. In base all'accordo quadro che sarà firmato tra l'UE e la Turchia sulla partecipazione della Turchia ai programmi comunitari, si invita la Turchia a predisporre strutture efficaci per la gestione di questi programmi, in particolare nel settore dell'istruzione. È più che mai urgente concludere i negoziati sull'estensione dell'unione doganale nel settore degli appalti e dei servizi pubblici. Il Consiglio europeo di Feira ha chiesto alla Commissione di riferire in merito ai progressi fatti nel preparare l'esame analitico dell'acquis. Il documento corrispondente è allegato alla relazione periodica 2001. Basandosi sull'esperienza acquisita finora e sulle carenze individuate nella legislazione della Turchia e nei suoi preparativi amministrativi per l'adesione, si raccomanda di passare ad una nuova fase della strategia di preadesione, che presuppone un esame approfondito della legislazione turca e del calendario previsto per l'allineamento con l'acquis. In questa fase, inoltre, si rivolgerà particolare attenzione alla capacità dell'amministrazione e del settore giudiziario turchi di applicare correttamente l'acquis. Da ora in poi, l'UE e la Turchia avvieranno un dialogo più approfondito sulle condizioni di recepimento e di applicazione dell'acquis, concentrandosi sulle questioni settoriali specifiche che dovranno essere esaminate dagli esperti nei consessi esistenti. I sottocomitati si concentreranno pertanto sulle priorità specifiche d'intervento. Ai funzionari turchi verranno fornite informazioni supplementari più dettagliate su parti specifiche dell'acquis. Gli esperti dell'UE esamineranno i disegni di legge turchi in fase di preparazione. TAIEX organizzerà seminari su questioni selezionate. Si inviterà la Turchia a contribuire attivamente alla banca dati della Commissione sul ravvicinamento legislativo onde consentire una valutazione approfondita e costante dei progressi compiuti. Si raccomanda al comitato di associazione CE-Turchia di decidere, nella sua prossima riunione, gli aspetti principali su cui sarà imperniato il processo e il calendario delle riunioni. 4. Le prossime fasi a) Conformità con i criteri di adesione Per poter entrare a far parte dell'UE, i candidati devono soddisfare le condizioni di adesione, cioè i criteri politici ed economici, e assumere gli obblighi corrispondenti. Per formulare una raccomandazione favorevole all'adesione di un determinato paese, la Commissione deve essere convinta che quest'ultimo possa soddisfare i criteri suddetti al momento dell'adesione stessa. Tenendo conto delle relazioni periodiche di quest'anno e dello stadio raggiunto dai negoziati di adesione, la Commissione ritiene che nessuno dei paesi candidati soddisfi le condizioni di adesione. Considerati tuttavia il ritmo attuale dei negoziati e i progressi fatti finora, la Commissione dovrebbe poter formulare raccomandazioni in merito ai paesi candidati pronti per l'adesione in base alle sue relazioni periodiche per il 2002. Dieci dei dodici paesi coinvolti nei negoziati hanno preventivato date di adesione compatibili con il quadro di Göteborg. Le relazioni periodiche di quest'anno e i partenariati per l'adesione riveduti individuano le riforme che devono ancora essere attuate in ciascun paese. Nelle relazioni periodiche del 2002, la Commissione completerà la valutazione dei progressi compiuti in questo campo con una valutazione delle misure prese da ciascun paese dopo i pareri. L'Unione dovrebbe quindi tenersi pronta a concludere i negoziati di adesione entro la fine della presidenza danese, nel 2002, con i paesi che soddisfano le condizioni necessarie, la cui adesione avverrebbe quindi nel 2004. b) Le prime adesioni Le conclusioni dei negoziati di adesione figureranno in un trattato di adesione che ingloberà probabilmente, come in passato, in un unico strumento legislativo i risultati delle diverse conferenze di adesione. Sono già iniziati i preparativi tecnici necessari per l'elaborazione dei testi giuridici. Nel caso dell'ultimo ampliamento, questo strumento giuridico consisteva in un breve trattato completato da un lungo atto di adesione, dedicato per la maggior parte agli adeguamenti tecnici del diritto derivato richiesti dall'adesione dei quattro paesi candidati in questione. Nell'atto figurava inoltre una disposizione di adeguamento del trattato in caso di mancata ratifica da parte di un paese candidato, che ha permesso l'entrata in vigore del trattato nonostante la mancata ratifica da parte della Norvegia. L'elaborazione del prossimo trattato di adesione dovrebbe iniziare nel primo semestre 2002 nell'ambito del Consiglio e delle conferenze di adesione. La Commissione presenterà le necessarie proposte tecniche, individuerà le parti dell'acquis che richiedono adeguamenti tecnici e fornirà al Consiglio un elenco degli adeguamenti in questione, tenendo conto delle informazioni ricevute da ciascun paese candidato. L'ampliamento dovrà essere approvato, per quanto riguarda l'Unione, dal Consiglio e dal Parlamento europeo, i quali terranno conto del parere finale della Commissione sull'esito dei negoziati. Il trattato risultante dai negoziati di adesione sarà poi firmato ufficialmente dalle parti interessate (Stati membri e paesi candidati) e sottoposto alla ratifica degli Stati contraenti in conformità dei rispettivi requisiti costituzionali. c) Altri paesi candidati coinvolti nei negoziati - verso un tracciato aggiornato Per i paesi candidati coinvolti nei negoziati che non rientreranno nella prima serie di adesioni, la Commissione continuerà a elaborare relazioni periodiche fintanto che il livello di preparazione generale non consentirà loro di soddisfare i criteri di adesione. L'Unione europea continuerà a sostenere i preparativi per l'adesione in questi paesi. I negoziati con i paesi suddetti proseguiranno in base ai principi cui è improntato da sempre il processo di adesione. Se i candidati saranno sufficientemente pronti, l'anno prossimo si dovrebbero poter aprire tutti i 29 capitoli di negoziato connessi all'acquis. Il documento della Commissione sulla strategia di adesione per il 2002 conterrà un tracciato aggiornato nonché, se del caso, una strategia di preadesione riveduta per i candidati in questione, che terranno conto dei progressi fatti l'anno prossimo e delle conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg. IV. Conclusioni In considerazione di quanto precede, la Commissione europea raccomanda al Consiglio europeo di formulare le sue conclusioni basandosi sui seguenti elementi: 1) dalle relazioni periodiche risulta che negli ultimi dodici mesi tutti i paesi coinvolti nei negoziati hanno fatto notevoli progressi verso la conformità con i criteri di adesione che giustificano, insieme al tracciato, l'andamento soddisfacente dei negoziati. 2) I principi a cui è improntato il processo non sono cambiati. Il Consiglio europeo di Berlino ha definito un quadro ben preciso per gli aspetti finanziari dell'ampliamento, che rappresenta una base sufficiente per l'adesione di dieci nuovi Stati membri nel 2004. Il Consiglio europeo di Nizza ha definito il quadro della riforma istituzionale necessaria per l'ampliamento. I negoziati si svolgono sulla base dell'acquis attuale e si concludono quando i candidati soddisfano i criteri di adesione. Queste sono le condizioni necessarie e sufficienti, definite sin dall'inizio, per la realizzazione della prima serie di adesioni. 3) A tal fine, ci si dovrà attenere al tracciato prestabilito. L'UE dovrà inoltre definire posizioni comuni per i capitoli rimanenti. La Commissione farà in modo che il Consiglio possa discutere delle questioni finanziarie, in un quadro comune, agli inizi del 2002, e presenterà proposte al Consiglio in materia di agricoltura, politica regionale e bilancio sulla base dell'acquis vigente e dei principi contenuti nell'accordo di Berlino. I negoziati di adesione possono essere conclusi indipendentemente dalle decisioni riguardanti il finanziamento dell'UE dopo il 2006. 4) Tenendo conto delle relazioni periodiche di quest'anno e dello stadio raggiunto dai negoziati di adesione, la Commissione ritiene che nessuno dei paesi candidati soddisfi le condizioni di adesione. Considerati il ritmo attuale dei negoziati e i progressi fatti finora, la Commissione dovrebbe poter formulare raccomandazioni in merito ai paesi candidati pronti per l'adesione in base alle sue relazioni periodiche per il 2002. Dieci dei dodici paesi coinvolti nei negoziati hanno preventivato date di adesione compatibili con il quadro di Göteborg. L'Unione dovrebbe quindi tenersi pronta a concludere i negoziati di adesione entro la fine della presidenza danese, nel 2002, con i paesi che soddisfano le condizioni necessarie, la cui adesione avverrebbe quindi nel 2004. A tal fine, si dovranno proseguire i preparativi amministrativi necessari all'interno delle istituzioni. 5) Agli inizi del 2002, la Commissione analizzerà insieme ai paesi candidati, nell'ambito di un piano d'azione, le misure prese da questi ultimi per sviluppare le istituzioni e il modo in cui intendono accelerare, se del caso, questo processo mediante uno strumento supplementare ad hoc. La Commissione informerà il Consiglio in merito alle azioni di controllo, comprese le verifiche inter pares, entro la primavera del 2002, affinché se ne possa tener conto nel contesto unico dei negoziati di adesione. La Commissione riferirà sul piano d'azione, e quindi anche sulla verifica degli impegni assunti dai paesi candidati durante i negoziati di adesione, in occasione del Consiglio europeo di Siviglia che si terrà nel giugno 2002. Le relazioni periodiche del 2002 valuteranno in che misura i paesi candidati dispongano della capacità amministrativa necessaria per applicare l'acquis al momento dell'adesione. 6) I negoziati con i paesi candidati che non rientreranno nella prima serie di adesioni proseguiranno in base ai principi cui è improntato da sempre il processo di adesione. Se i candidati saranno sufficientemente pronti, l'anno prossimo si dovrebbero poter aprire tutti i 29 capitoli di negoziato connessi all'acquis. Il documento della Commissione sulla strategia di adesione per il 2002 conterrà un tracciato aggiornato nonché, se del caso, una strategia di preadesione riveduta per i candidati in questione, che terranno conto dei progressi fatti l'anno prossimo e delle conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg. 7) Tutti i paesi candidati dovrebbero essere associati per quanto possibile al processo di Lisbona. Essi parteciperanno inoltre alle discussioni sul futuro dell'Europa e alla convenzione volta a preparare la prossima conferenza intergovernativa. 8) Le parti interessate a risolvere il problema di Cipro dovrebbero sfruttare appieno la possibilità di giungere a un risultato prima che si concludano i negoziati di adesione. Dando prova di una volontà politica sufficiente, si potrebbe trovare una soluzione attraverso il processo in atto sotto la guida delle Nazioni Unite. È di particolare importanza che i dirigenti turco-ciprioti riprendano i negoziati in questa sede. Le modalità di una soluzione politica potrebbero essere conciliate con le condizioni di adesione applicate a Cipro, conformemente ai principi su cui si fonda l'UE. In occasione del Consiglio europeo di Helsinki, comunque, si è deciso che, se non si troverà una soluzione prima che si concludano i negoziati di adesione, il Consiglio prenderà comunque una decisione sull'adesione tenendo conto delle conclusioni del Consiglio europeo di Helsinki. 9) Per la fine dell'anno si dovrebbe disporre di tutti gli elementi della strategia di preadesione per la Turchia decisi dal Consiglio europeo in Helsinki. La strategia di preadesione dovrebbe entrare in una fase più intensa, con un esame approfondito della legislazione turca e dei suoi preparativi per l'allineamento con l'acquis. Si invita la Turchia a proseguire le riforme politiche ed economiche per progredire verso il raggiungimento dei criteri di Copenaghen e delle priorità del partenariato per l'adesione. Quello che più conta, a breve termine, è il rispetto effettivo dei diritti umani e la creazione di condizioni favorevoli alla stabilità economica e alla crescita. La Turchia dovrebbe essere disponibile a intavolare trattative per trovare una soluzione al problema di Cipro, nonché contribuire attivamente a risolvere le vertenze sorte in merito alla politica europea di sicurezza e di difesa. 10) Per informare correttamente i cittadini degli Stati membri e dei paesi candidati sulle implicazioni e sui potenziali vantaggi del processo di ampliamento, si continuerà ad attuare la strategia di comunicazione con l'aiuto degli Stati membri e del Parlamento europeo, affinché il processo storico di riunificazione del continente europeo sia appoggiato pienamente da tutti i popoli coinvolti. Allegati Allegato 1: Conclusioni delle relazioni periodiche Bulgaria Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che la Bulgaria soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. La Bulgaria continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. È proseguita anche la riforma della pubblica amministrazione, dove molti dipendenti hanno uno status di funzionari statali. È stato introdotto un codice deontologico per il pubblico impiego. La legge sull'accesso alle informazioni pubbliche, che costituisce indubbiamente un passo avanti, deve però essere resa più chiara per garantirne l'applicazione effettiva. Occorreranno inoltre provvedimenti supplementari volti a rendere la pubblica amministrazione efficiente, trasparente e responsabile. Il governo ha adottato ultimamente due strategie riguardanti, rispettivamente, la riforma giudiziaria e la lotta contro la corruzione. Ora, però, si tratta di metterle in pratica. Il sistema giudiziario è tuttora carente, e si dovrà fare di più, come si era già sottolineato nella valutazione dell'anno scorso, per renderlo forte, indipendente, efficiente, professionale e capace di garantire il pieno rispetto dello Stato di diritto e l'effettiva partecipazione al mercato interno. La corruzione desta tuttora serie preoccupazioni. Oltre ad applicare in modo più efficace il quadro legislativo esistente, ci si dovrà impegnare maggiormente anche per prevenire la corruzione. Sebbene si sia fatto qualche progresso per quanto riguarda la formazione della polizia in materia di diritti umani e la lotta contro la tratta di esseri umani, il comportamento dei poliziotti continua a destare serie preoccupazioni, specie per quanto riguarda le denunce di maltrattamenti. Sono stati creati un ente e un consiglio consultivo nazionale per la tutela dell'infanzia, ma l'ente non è ancora operativo. Il numero dei bambini presenti negli orfanotrofi è rimasto praticamente invariato, e si deplorano le condizioni preoccupanti in cui vivono i bambini ritardati in determinati istituti. Sussistono pesanti discriminazioni sociali a danno dei Rom. Pur essendosi impegnato politicamente a risolvere i loro problemi, il governo non ha preso alcuna misura concreta. Fra gli sviluppi positivi, va segnalato il proseguimento dei progetti avviati da alcune ONG per porre fine alla segregazione delle scuole per i Rom. Si è fatto ben poco per realizzare la priorità del partenariato per l'adesione riguardante i Rom, che presuppone l'avvio del programma quadro loro destinato e il potenziamento del Consiglio nazionale per le questioni etniche e demografiche. Per quanto riguarda le altre priorità pertinenti del partenariato per l'adesione, la Bulgaria ha fatto progressi nell'applicare la legge sul pubblico impiego, ma non ha ancora potenziato il sistema giudiziario. La Bulgaria diventerà ben presto un'economia di mercato funzionante che dovrebbe poter far fronte, a medio termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché prosegua sulla via delle riforme e dia prova di maggior impegno per ovviare alle difficoltà che ancora sussistono. Si registra, per il quarto anno consecutivo, una certa stabilità macroeconomica grazie ai buoni risultati ottenuti in questo campo. Procedono bene sia la privatizzazione, specie per quanto riguarda le banche, sia la riforma strutturale, che getta la basi microeconomiche per una crescita sostenuta. Nel 2000, tuttavia, il tasso d'inflazione è considerevolmente aumentato, e gli investimenti rimangono insufficienti. Anche l'intermediazione finanziaria lascia tuttora a desiderare. Le carenze specifiche del mercato fondiario incidono sul suo funzionamento e su altri settori economici. Le autorità dovrebbero privilegiare il potenziamento del sistema giudiziario e l'applicazione del quadro normativo, eliminando inoltre gli ostacoli amministrativi allo sviluppo del settore privato, comprese le procedure fallimentari, che incidono sulla creazione, sull'espansione e sulla chiusura delle imprese. Queste riforme vanno attuate con costanza e determinazione, aumentando nel contempo gli investimenti privati e pubblici, se si vuole promuovere una crescita sostenibile e migliorare la competitività. La Bulgaria sta allineando rapidamente la sua legislazione con l'acquis, ma deve impegnarsi maggiormente a livello di applicazione. È necessario proseguire la riforma della pubblica amministrazione, che sta dando buoni risultati, per prepararla a svolgere il ruolo connesso all'adesione del paese all'UE. C'è ancora molto da fare, invece, per modernizzare e rafforzare il sistema giudiziario, segnatamente per garantire un'applicazione effettiva dell'acquis. La Bulgaria ha fatto ulteriori progressi in quasi tutti i settori del mercato interno. Per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, va segnalata in particolare la sua adesione all'accordo europeo per l'accreditamento. Devono ancora essere potenziati le infrastrutture amministrative per la standardizzazione e la certificazione e i sistemi di sorveglianza del mercato. Nel settore dei servizi finanziari, la Bulgaria ha introdotto valide pratiche di supervisione bancaria. Si è ulteriormente allineato il diritto societario migliorando al tempo stesso il quadro legislativo per tutelare i diritti di proprietà intellettuale e industriale, ma l'applicazione della legge dovrà essere migliorata. La Bulgaria ha finalmente iniziato a elaborare e ad applicare un quadro per gli aiuti di Stato, che tuttavia non è compatibile con l'acquis. Manca inoltre un quadro legislativo sulla protezione dei dati compatibile con l'acquis. Il ravvicinamento della legislazione agricola bulgara procede bene, ma l'applicazione dell'acquis pone notevoli problemi. I controlli veterinari e fitosanitari devono essere ulteriormente migliorati. Vanno segnalato l'accreditamento parziale di SAPARD e i progressi fatti in materia di pesca, il cui ritmo è più rapido degli anni precedenti. Il diritto del lavoro è stato allineato con l'acquis a un ritmo più rapido della legislazione sulle pari opportunità. Si è rafforzata la capacità amministrativa dell'ispettorato generale del lavoro, mentre deve ancora essere migliorata la capacità di applicare l'acquis riguardante la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. La Bulgaria ha fatto pochi progressi in materia di politica regionale, e dovrà prepararsi con molto più impegno ad attuare le politiche strutturali. È proseguito il recepimento dell'acquis ambientale della CE, ma l'applicazione e il costo dell'allineamento rappresentano tuttora problemi non trascurabili. Oltre a creare le strutture di applicazione necessarie, si sono aumentati gli investimenti nel settore dei trasporti. Per tutto il 2001, la ristrutturazione del settore energetico è proseguita a rilento a causa dei ritardi nella prevista revisione del quadro legislativo, che hanno frenato il miglioramento dell'efficienza e i preparativi per la privatizzazione. Per quanto riguarda l'energia nucleare, la Bulgaria deve rispettare gli impegni di smantellamento contenuti nel memorandum d'intesa e garantire un alto livello di sicurezza nucleare. Si sono ulteriormente perfezionati quasi tutti i settori della legislazione in materia di giustizia e affari interni, mentre la capacità amministrativa non è stata rafforzata a sufficienza. Il controllo delle frontiere esterne è stato migliorato ma non in misura sufficiente, specie per quanto concerne la cooperazione tra agenzie. La Bulgaria attua politiche estere estremamente valide, contribuendo in misura considerevole alla stabilità regionale e proseguendo la liberalizzazione degli scambi con la CE e con i suoi partner preferenziali. La Bulgaria dovrà sviluppare sistemi informatici che consentano scambi di dati doganali e fiscali con la CE. Si dovrà continuare a rafforzare il controllo finanziario e a migliorare la gestione e il controllo della spesa pubblica. Sebbene siano state create alcune delle istituzioni necessarie per applicare l'acquis e sia proseguita la riforma della pubblica amministrazione, la capacità dell'amministrazione bulgara è tuttora limitata. Si dovrà quindi dar prova di maggiore impegno, stanziando le risorse necessarie, per poter affrontare le sfide future. La Bulgaria dovrà inoltre disporre della capacità amministrativa necessaria per una gestione oculata, efficiente e verificabile dei fondi CE. Contrariamente alla riforma della pubblica amministrazione, i preparativi del sistema giudiziario per l'applicazione dell'acquis procedono con una lentezza preoccupante. La riforma giudiziaria, pertanto, dovrà essere notevolmente accelerata. Rispetto all'anno scorso, la Bulgaria ha fatto progressi verso la realizzazione parziale di quasi tutte le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione relative all'acquis. Il paese si è concentrato sulle priorità connesse alla capacità amministrativa tranne per quanto riguarda il potenziamento del settore giudiziario, che lascia a desiderare. La situazione dovrebbe migliorare in misura considerevole una volta che sarà attuata la strategia per la riforma giudiziaria, di recente adozione. La Bulgaria ha iniziato ad attuare quasi tutte le priorità a medio termine del partenariato per l'adesione. Cipro Cipro continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. Si sta preparando l'amministrazione all'inserimento nell'UE, e la politica delle autorità in materia di democrazia e diritti umani risulta globalmente valida. Cipro ha un'economia di mercato funzionante che dovrebbe essere in grado di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. La situazione macroeconomica è rimasta soddisfacente grazie al notevole incremento del PIL, accompagnato da un calo dell'inflazione e della disoccupazione. Il piano di consolidamento fiscale varato nel 1999 ha permesso di eliminare alcune delle più gravi carenze strutturali delle finanze pubbliche. Procedono le riforme strutturali, segnatamente nei settori finanziario, ambientale e sanitario. Si sono prese misure importanti per liberalizzare ulteriormente il settore finanziario e il conto capitale della bilancia dei pagamenti. Al tempo stesso, tuttavia, il disavanzo delle partite correnti si è notevolmente accentuato. La liberalizzazione del settore finanziario e del conto capitale, indubbiamente un fattore positivo, pone però determinati problemi per l'economia. Le autorità cipriote devono garantire una sorveglianza efficace e uniforme del settore finanziario, comprese le cooperative bancarie. Ai prezzi regolamentati, inoltre, deve subentrare un'impostazione orientata verso il mercato. Il settore privato cipriota deve prepararsi ad operare nel mercato unico, di cui farà parte dopo l'adesione all'UE, aprendo i suoi comparti principali alla concorrenza straniera. Nel periodo oggetto della presente relazione periodica, Cipro ha fatto notevoli progressi in diversi settori dell'acquis e ha proseguito a ritmo sostenuto l'allineamento legislativo, oltre a creare e a potenziare le istituzioni amministrative necessarie. Si è accelerato gradatamente anche il processo di allineamento, ma deve ancora essere adottato un gran numero di leggi. Negli ultimi dodici mesi, il paese ha fatto progressi in settori importanti del mercato interno, accelerando l'adozione delle norme EN per quanto riguarda la libera circolazione delle merci e adottando nuove leggi settoriali specifiche. Cipro dovrà tuttavia impegnarsi seriamente per recepire e applicare l'acquis, segnatamente la legge quadro sui principi del nuovo approccio globale e i regolamenti successivi per il recepimento delle direttive del nuovo approccio. Si dovrebbe inoltre elaborare una strategia globale volta a migliorare il coordinamento delle autorità preposte alla sorveglianza del mercato. Nonostante le misure prese da Cipro per abolire le disposizioni incompatibili con l'acquis sulla libera circolazione delle persone, in particolare per quanto riguarda il coordinamento dei regimi previdenziali, c'è ancora molto da fare a livello legislativo prima dell'adesione. Vanno segnalati i notevoli progressi fatti per quanto riguarda la legislazione sui servizi finanziari e il buon livello generale di sorveglianza. La ristrutturazione delle cooperative e delle società di risparmio deve essere considerata prioritaria. La liberalizzazione dei movimenti di capitali dovrebbe proseguire per garantire il buon funzionamento dei mercati al momento dell'adesione. Fra le misure adottate per combattere il riciclaggio del denaro sporco va segnalata l'inclusione di avvocati e contabili nel campo di applicazione della legislazione pertinente. Cipro ha preso inoltre provvedimenti più rigorosi riguardo all'identificazione dei titolari di conti bancari e alla segnalazione delle operazioni in linea con le raccomandazioni di vari organismi internazionali. Il processo di armonizzazione dovrebbe essere accelerato per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale e industriale. È importante inoltre garantire l'applicazione effettiva delle norme sugli aiuti di Stato compreso l'allineamento dei regimi di aiuti attuali, tra cui il regime fiscale nel settore off-shore. Si è fatto qualche progresso nel settore agricolo, ma devono ancora essere applicati elementi e meccanismi fondamentali dell'acquis che riguardano, in particolare, le organizzazioni comuni di mercato e i settori veterinario e fitosanitario. È proseguito il rafforzamento della capacità amministrativa nel settore della pesca, ma occorre migliorare ulteriormente la struttura attuale/prevista della flotta peschereccia che batte bandiera cipriota. Si rilevano notevoli progressi in quasi tutti i settori della politica dei trasporti, specie per quanto riguarda i trasporti marittimi dove si sono migliorati i controlli della sicurezza. L'attività delle società di classificazione va tenuta sotto controllo. Pur riconoscendo che il paese ha preso diverse misure per allineare ulteriormente la legislazione fiscale con l'acquis, tra cui la riforma tributaria prevista, si nutre ancora qualche dubbio circa l'armonizzazione dei livelli di imposizione indiretta e il regime speciale di imposizione diretta applicato alle società off-shore. Si accusa un notevole ritardo nell'adozione della legislazione e nella preparazione degli strumenti normativi derivati necessari per recepire le parti fondamentali dell'acquis sulle telecomunicazioni. La situazione è notevolmente migliorata nel settore dell'ambiente. Cipro ha preso altre misure di armonizzazione per proseguire l'allineamento legislativo e migliorare la capacità amministrativa. Ora il paese si dovrà concentrare prevalentemente sull'applicazione delle leggi. I progressi più rilevanti in materia di giustizia e affari interni riguardano il controllo delle frontiere, l'immigrazione e la lotta contro la corruzione e le frodi. Per quanto riguarda il diritto di asilo, la situazione è rimasta invariata dal punto di vista legislativo anche se la capacità amministrativa è stata migliorata con la creazione di un ente per i rifugiati. Le richieste di asilo, sempre più numerose, impongono di accelerare l'allineamento, specie per quanto riguarda i criteri pertinenti e la creazione di un'autorità indipendente per i ricorsi. Cipro ha fatto notevoli progressi nel settore delle dogane e l'allineamento è quasi terminato, tranne per quanto riguarda l'importazione temporanea, le procedure doganali a impatto economico e i beni culturali. Il sistema cipriota di controllo finanziario è valido e conforme alle norme europee; si dovranno però migliorare il controllo interno delle entrate e la gestione dei fondi preadesione/strutturali. Negli ultimi dodici mesi, Cipro ha migliorato costantemente la propria capacità amministrativa, organizzando programmi di formazione in settori quali il coordinamento dei regimi previdenziali, la sicurezza marittima e la giustizia e gli affari interni. È stato inoltre assunto personale supplementare nei seguenti settori: servizi finanziari, diritto societario, questioni veterinarie e fitosanitarie, pesca, trasporti, fiscalità, politica sociale e occupazione, telecomunicazioni, ambiente, giustizia e affari interni. In tal modo, Cipro ha rafforzato la sorveglianza del mercato per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, la sorveglianza dei servizi finanziari, i controlli veterinari e fitosanitari e gli ispettorati del lavoro. Sono state create nuove strutture amministrative per applicare correttamente l'acquis, tra cui un'autorità competente per la composizione delle controversie, ai sensi della direttiva sul trasferimento transfrontaliero del credito, un'autorità per il controllo degli aiuti di Stato, una nuova unità competente per l'accesso al mercato presso il dipartimento dei trasporti stradali, un consiglio statistico, un gruppo speciale composto da funzionari incaricati di analizzare in modo approfondito le nuove strutture del governo per quanto riguarda le pari opportunità e un'autorità per i rifugiati. Sono stati inoltre rafforzati i poteri degli organi di applicazione esistenti, quali la commissione per i titoli e la borsa, l'unità per la lotta contro il riciclaggio del denaro sporco (MOKAS) e la commissione per la tutela della concorrenza. Si prevede infine di creare un nuovo organismo per i prodotti farmaceutici (comitato per il controllo dei prezzi dei medicinali). Nel settore delle dogane, Cipro ha iniziato da poco a introdurre una versione aggiornata del sistema informatico per consentire gli scambi di dati con la Comunità. L'infrastruttura amministrativa di standardizzazione e di certificazione dovrà essere potenziata per favorire la libera circolazione delle merci. Occorrerà inoltre migliorare la capacità di applicazione per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale, segnatamente i controlli alle frontiere e la lotta contro le merci usurpative e contraffatte. Sebbene si sia fatto qualche progresso in materia di antitrust e di aiuti di Stato, occorre migliorare ulteriormente l'infrastruttura, il personale e l'applicazione della legislazione antitrust. Nel settore fiscale, Cipro dovrebbe sviluppare i sistemi informatici in modo da poter scambiare dati elettronici con la Comunità e i suoi Stati membri. Una volta nominata, la nuova autorità normativa indipendente nel settore delle telecomunicazioni dovrebbe entrare rapidamente in funzione. Nel settore della giustizia e degli affari interni è indispensabile migliorare la gestione delle frontiere. Il paese, inoltre, non dispone ancora della capacità amministrativa necessaria per una gestione oculata, efficiente e verificabile dei fondi CE. Nel complesso, Cipro dispone già della capacità amministrativa necessaria per applicare le diverse sezioni dell'acquis. Negli ultimi dodici mesi Cipro ha realizzato le priorità a breve termine del suo partenariato per l'adesione per quanto riguarda la libera circolazione dei capitali, l'ambiente e il controllo finanziario. Le priorità relative agli altri settori sono state parzialmente conseguite. Cipro ha fatto ulteriori progressi verso il conseguimento delle priorità a medio termine del partenariato per l'adesione, realizzandole completamente nei seguenti settori: giustizia e affari interni, politica regionale, coordinamento degli strumenti strutturali e questioni connesse al mercato interno. Repubblica ceca Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che la Repubblica ceca soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. La Repubblica ceca continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. Il governo ha preso misure volte a migliorare il funzionamento dell'amministrazione centrale e regionale; si deplora tuttavia che non sia ancora stata adottata la legge sulla pubblica amministrazione, indispensabile per garantirne l'indipendenza, la professionalità e la stabilità. Si è impresso un notevole impulso alla riforma del sistema giudiziario, specie per quanto riguarda il diritto civile, mentre c'è ancora da fare in materia di diritto penale, di organizzazione dei tribunali e di autonomia del settore giudiziario. È stata varata, in particolare, una riforma radicale del codice di procedura penale, volta a migliorare le capacità investigative e l'efficienza dell'iter giudiziario. Si sono prese altre misure per combattere la corruzione e la criminalità economica, che continuano però a destare serie preoccupazioni. In una relazione su questo argomento, infatti, il governo chiede aiuto alle forze politiche per risolvere il problema. La Repubblica ceca ha consolidato il suo quadro istituzionale interno nel settore dei diritti umani, ma dovrà lottare con maggior impegno contro la tratta di donne e bambini. Il governo ceco, che pure ha già fatto molto per migliorare la situazione dei Rom e delle altre minoranze, dovrà prendere altre misure per combattere la discriminazione generalizzata, in linea con la sua politica per i Rom adottata nel giugno 2000. Il governo centrale deve far sì che la legislazione sui diritti delle minoranze sia debitamente rispettata e applicata dall'amministrazione, anche a livello regionale e locale, stanziando risorse finanziarie sufficienti a tale scopo. Si è fatto qualche progresso verso la realizzazione delle priorità del partenariato per l'adesione, ma la Repubblica ceca dovrà impegnarsi ulteriormente in tal senso. Il governo ha proposto al Parlamento una legge sul pubblico impiego, che però non è ancora stata adottata, e la riforma globale deve ancora iniziare. La riforma del sistema giudiziario procede invece in modo soddisfacente. Si è conseguita la maggior parte degli obiettivi indicati nella risoluzione governativa del 1997 sui Rom, nei cui confronti il governo ha adottato una politica a lungo termine. La discriminazione, tuttavia, dovrà essere combattuta con maggiore impegno. La Repubblica ceca ha un'economia di mercato funzionante che dovrebbe essere in grado di far fronte, nel prossimo futuro, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché prosegua sulla via del consolidamento fiscale a medio termine e porti a termine le riforme strutturali. La situazione macroeconomica globale è migliorata, con la ripresa della crescita e un'inflazione che rimane a livelli contenuti. Si sta cercando di migliorare la trasparenza dei conti pubblici. Il notevole volume di investimenti, soprattutto stranieri, ha permesso una ristrutturazione radicale e un notevole incremento della produttività nel settore aziendale. È proseguita la ristrutturazione del settore bancario, ormai completamente privatizzato. I disavanzi delle partite correnti e del bilancio, tuttavia, si sono notevolmente accentuati a causa dei costi unici della trasformazione e di un'impostazione ciclica "elastica". Oltretutto, la sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche non è ancora garantita. È indispensabile migliorare il quadro legislativo per l'entrata nel e l'uscita dal mercato, nonché applicare rigorosamente le normative prudenziali per il settore finanziario. Dopo la ristrutturazione delle banche, le autorità dovrebbero liquidare i prestiti inesigibili che ancora rimangono, impegnandosi inoltre per privatizzare o ristrutturare le grosse imprese di Stato onde migliorare la gestione e l'efficienza del settore aziendale. La Repubblica ceca ha fatto notevoli progressi per quanto riguarda numerosi capitoli dell'acquis, ma deve impegnarsi ulteriormente in altri settori. Pur essendo stata notevolmente migliorata, la capacità amministrativa risente tuttora della mancanza di un quadro legislativo per la pubblica amministrazione. Nel complesso, l'allineamento con l'acquis sul mercato unico procede bene, anche se devono ancora essere colmate alcune lacune. La situazione è migliorata per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, fatta eccezione per le commesse pubbliche, e gli organismi competenti in materia di norme e certificazione continuano a funzionare correttamente. Il recepimento dell'acquis sulla libera circolazione delle persone deve essere accelerato, specie per quanto riguarda il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali. Nel settore della libera circolazione dei servizi, deve proseguire l'allineamento con l'acquis sui servizi finanziari. Si è potenziata la commissione Titoli, che però avrebbe bisogno di maggiori poteri normativi per migliorare la sorveglianza dei servizi finanziari. Per quanto riguarda la libera circolazione dei capitali, devono ancora essere aboliti i conti anonimi. Buona parte della legislazione sulla concorrenza è ormai conforme all'acquis, e le norme in materia di antitrust e di aiuti di Stato vengono applicate con sufficiente rigore. In quest'ultimo campo, tuttavia, si deve dar prova di serietà e di trasparenza nell'applicare la legge riguardante i settori siderurgico e finanziario. Nel complesso, l'Ufficio per la tutela della concorrenza economica dispone di personale sufficiente e qualificato. Il diritto societario è sostanzialmente compatibile con l'acquis, ma occorrerà migliorare le capacità di applicazione e di controllo delle autorità competenti in materia di diritti di proprietà intellettuali, come le autorità doganali, la polizia, l'apparato giudiziario e gli organi di ispezione commerciali. È stata adottata gran parte dell'acquis sull'unione economica e monetaria, ma si deve ancora completare l'allineamento per quanto riguarda l'indipendenza della banca centrale. Si segnalano pochi progressi nel settore fiscale, e devono ancora essere risolte varie questioni connesse al ravvicinamento dell'IVA e delle accise. Si dovranno inoltre prendere misure concrete per garantire il buon funzionamento dell'amministrazione fiscale al momento dell'adesione. Ultimamente si sono fatti pochi progressi in materia di telecomunicazioni, anche se nel complesso si è raggiunto un buon livello di allineamento. Non sussistono ancora le condizioni tecniche necessarie per la liberalizzazione prevista. L'allineamento legislativo è giunto ad uno stadio piuttosto avanzato per quanto riguarda la politica audiovisiva. Oltre a migliorare le politiche settoriali sui trasporti, la Repubblica ceca ha ulteriormente allineato la legislazione sui trasporti stradali e ha aderito all'Autorità aeronautica comune, ma non ha fatto progressi di rilievo nel settore ferroviario. Nel settore dell'energia sono proseguiti i preparativi per l'ingresso nel mercato interno dell'elettricità e del gas. Per quanto riguarda la politica industriale, si dovrà imprimere ulteriore slancio al processo di ristrutturazione delle imprese. È proseguito il recepimento della legislazione sulla coesione economica e sociale. Per quanto riguarda la politica sociale e l'occupazione, l'allineamento è proseguito in materia di pari trattamento, diritto del lavoro e salute/sicurezza sul posto di lavoro. In materia di politica regionale, stato inoltre perfezionato il quadro legislativo per la futura applicazione dei fondi strutturali. Si dovranno comunque migliorare l'efficienza, la formazione e il coordinamento degli organi amministrativi competenti affinché siano in grado di utilizzare i fondi strutturali sin dall'adesione. Nel settore dell'agricoltura, vanno segnalati notevoli progressivi legislativi a livello fitosanitario, ma si deve proseguire l'allineamento in tutti i settori di questa vasta politica comunitaria, comprese le questioni veterinarie. È positiva la creazione del Fondo statale d'intervento agricolo, ma si dovranno prendere altre misure tra cui la riorganizzazione del ministero dell'agricoltura. È proseguito a buon ritmo il recepimento dell'acquis ambientale, in particolare con l'adozione della legge sulla valutazione dell'impatto ambientale. Va migliorato il coordinamento tra gli organi governativi competenti, con particolare attenzione alle implicazioni del processo di decentramento in corso. Nel settore della giustizia e degli affari interni, sono proseguiti l'allineamento della politica in materia di visti e di immigrazione e il rafforzamento del quadro legislativo per la cooperazione tra forze di polizia e nel settore giudiziario. Va segnalata l'adozione di un piano d'azione Schengen estremamente valido. Il governo, tuttavia, dovrà impegnarsi maggiormente per attuare le sue politiche volte a combattere la criminalità organizzata e i reati dei "colletti bianchi", applicando strategie efficaci a livello della polizia e misure organizzative. Sono migliorati i controlli ai valichi di frontiera, ma l'intercettazione degli immigrati clandestini pone tuttora notevoli difficoltà, specialmente lungo le frontiere terrestri con la Slovacchia. Si è raggiunto un notevole livello di compatibilità con l'acquis sulle dogane, sebbene debba ancora essere adottata la legge doganale, e si è migliorata la capacità operativa. Ci si dovrà comunque accertare che già prima dell'adesione siano pienamente operativi sistemi informatici compatibili con le norme CE. Nel settore del controllo finanziario, è proseguito l'allineamento legislativo per quanto riguarda il controllo finanziario pubblico interno e l'audit esterno, ma si deve ancora instaurare un sistema di verifica globale. La Repubblica ceca sta migliorando la sua capacità amministrativa e dovrà continuare su questa via, specie per quanto riguarda l'agricoltura, l'ambiente, la politica regionale e il controllo delle frontiere. Il paese dovrà inoltre prendere provvedimenti per disporre della capacità amministrativa necessaria per una gestione oculata, efficiente e verificabile dei fondi CE. Si sono fatti progressi soddisfacenti verso la realizzazione della maggior parte delle priorità del partenariato per l'adesione. Nel complesso, le priorità a breve termine relative al mercato unico sono state realizzate, anche se si dovranno prendere ulteriori provvedimenti in determinati settori. I progressi sono stati più scarsi in materia di fiscalità. Sono state realizzate in parte le priorità riguardanti l'agricoltura, l'ambiente, la giustizia e gli affari interni. Le priorità a medio termine relative al mercato unico sono state sostanzialmente realizzate, tranne per quanto riguarda le commesse pubbliche, contrariamente alle priorità attinenti all'unione economica e monetaria e alla fiscalità. Va segnalato qualche progresso verso il conseguimento delle priorità a medio termine negli altri settori, che sono state parzialmente realizzate. Estonia Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che l'Estonia soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. L'Estonia continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. Si è ulteriormente modernizzata la pubblica amministrazione introducendo un sistema imperniato sui risultati e migliorando l'accesso dei cittadini all'informazione. Si è continuato a modernizzare il sistema giuridico e a migliorare il funzionamento dell'apparato giudiziario attraverso corsi di formazione, la riorganizzazione dei tribunali e lo sviluppo dei sistemi informatici. Occorre tuttavia proseguire il programma di riforma della pubblica amministrazione, in particolare per migliorare la trasparenza nella gestione del personale e il coordinamento tra i diversi organi. Per quanto riguarda il sistema giudiziario, l'Estonia deve migliorare ulteriormente l'efficienza dei tribunali nonché la qualità e l'applicazione delle sentenze. Va inoltre agevolato l'accesso dei cittadini alla giustizia, estendendo segnatamente la disponibilità del patrocinio giuridico. L'Estonia ha preso altre misure concrete per l'integrazione dei non cittadini, potenziando tra l'altro la capacità amministrativa dell'ufficio del cancelliere con l'apertura di filiali nella parte nord-orientale del paese. L'Estonia dovrà proseguire con lo stesso impegno sulla via dell'integrazione, garantendo l'efficienza del processo di naturalizzazione, consentendo l'accesso alla formazione linguistica e sensibilizzando alla questione tutte le fasce della società. Nell'applicare la legislazione linguistica si dovranno rispettare i principi del dimostrato interesse pubblico e della proporzionalità, gli obblighi internazionali dell'Estonia e le disposizioni dell'accordo europeo. L'Estonia continua ad impegnarsi per realizzare le priorità a breve e medio termine indicate nel partenariato per l'adesione 1999, prendendo misure concrete per l'integrazione dei non cittadini tra cui una formazione linguistica a beneficio degli alloglotti. Per conseguire questi obiettivi prioritari occorreranno un notevole impegno a lungo termine e investimenti finanziari sufficienti onde consolidare i risultati ottenuti finora. L'Estonia ha un'economia di mercato funzionante, che nel prossimo futuro dovrebbe essere in grado di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché prosegua con il debito impegno sulla via delle riforme. La crescita è ripresa a ritmo sostenuto in Estonia con il consolidamento dei parametri e della stabilità macroeconomici, la ristrutturazione delle imprese e l'attuazione di riforme strutturali nei servizi pubblici e nel settore dell'energia. È stata adottata la riforma delle pensioni. Il paese dispone ora di un quadro legislativo, istituzionale e normativo adeguato, la cui applicazione è piuttosto soddisfacente. Il disavanzo delle partite correnti, tuttavia, rimane a livelli elevati. La notevole frammentazione del mercato del lavoro aumenta la disoccupazione e provoca, al tempo stesso, una carenza di manodopera. Si dovranno prendere misure affinché il mercato del lavoro risponda meglio alla crescita economica, insistendo in particolare sull'istruzione, sulla formazione e sulla mobilità. La ristrutturazione dell'industria dello scisto bituminoso, che è appena iniziata, dovrebbe essere accelerata. Pur essendo frenata in parte dalla mancanza di una domanda effettiva nelle zone rurali, un'accelerazione della registrazione delle terre migliorerebbe il funzionamento dei mercati fondiari. L'Estonia deve continuare a concentrarsi sulla politica fiscale, anche per mantenere il disavanzo delle partite correnti entro livelli sostenibili. Nel complesso, l'Estonia ha fatto notevoli progressi per quanto riguarda l'adozione e l'applicazione dell'acquis, creando inoltre la maggior parte delle istituzioni necessarie per applicarlo correttamente. Oltre a potenziare queste istituzioni, il paese dovrà rafforzare ulteriormente la capacità amministrativa in settori specifici. Per quanto riguarda il mercato interno, si sono fatti progressi verso la libera circolazione delle merci allineando la legislazione sulle commesse pubbliche e adottando le norme pertinenti, ma la legislazione settoriale deve ancora essere armonizzata. Per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, è stata adottata una nuova legislazione che garantisce il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali. Nell'ambito della politica di concorrenza è proseguito l'allineamento della legislazione, ora sostanzialmente conforme all'acquis in materia di antitrust e aiuti di Stato. Anche la legislazione sulla tutela dei consumatori e della salute è stata in gran parte allineata con l'acquis. I preparativi connessi alla libera prestazione dei servizi, alla libera circolazione dei capitali e al diritto societario, che l'anno scorso erano già piuttosto avanti, sono proseguiti con un ulteriore allineamento con l'acquis. Si dovrà comunque rivolgere, anche in futuro, la massima attenzione alla lotta contro le merci usurpative e contraffatte. Fra le misure più salienti volte a preparare il settore agricolo all'applicazione della politica agricola comune va segnalato l'accreditamento parziale dell'agenzia SAPARD. Si sono fatti progressi anche nel settore fitosanitario ma c'è ancora molto da fare, segnatamente a livello veterinario. Le norme di qualità dei prodotti alimentari sono ancora molto lontane dai livelli dell'UE. Sono state riorganizzate le strutture amministrative nel settore della pesca e si sono prese altre misure volte a creare un sistema di controllo dei pescherecci. Il paese deve ancora perfezionare il registro dei pescherecci, nell'ambito della politica di mercato, creare il quadro legislativo necessario per gestire gli aiuti strutturali della CE e potenziare le strutture ispettive. L'Estonia ha ulteriormente allineato e applicato la legislazione sui trasporti, ma deve separare più chiaramente i conti e definire il ruolo dell'ente normativo per le ferrovie. Si sono fatti pochi progressi nel settore dell'energia, dove l'Estonia dovrà impegnarsi maggiormente specie per quanto riguarda il mercato dell'elettricità, sviluppare ulteriormente le strutture amministrative e potenziare l'ente regolatore del mercato dell'energia. Il recepimento delle norme riguardanti la politica sociale e l'occupazione è piuttosto avanti, ma l'Estonia dovrà impegnarsi maggiormente in termini di applicazione oltre a promuovere attivamente il dialogo sociale. Il contesto commerciale è tuttora favorevole allo sviluppo delle piccole e medie imprese. Va segnalato qualche progresso anche a livello di politica regionale. L'Estonia deve tuttavia accelerare i preparativi onde poter disporre della capacità amministrativa necessaria per applicare la politica regionale della CE dopo l'adesione. L'Estonia continua a partecipare ai programmi della CE in materia di scienza e ricerca e istruzione e formazione. L'allineamento della legislazione riguardante le telecomunicazioni e le tecnologie dell'informazione, la cultura e la politica audiovisiva è praticamente terminato. Sono proseguiti l'allineamento e l'applicazione della legislazione ambientale. L'Estonia deve continuare su questa via e rafforzare la capacità amministrativa, specialmente a livello locale, migliorando inoltre l'applicazione della legislazione ambientale. Fra i progressi dell'Estonia in materia di giustizia e affari interni va segnalata l'adozione del nuovo codice penale. Il paese dovrà impegnarsi ulteriormente per far applicare la legge, migliorare il coordinamento interno e intensificare la cooperazione con le organizzazioni esterne. Si dovranno rafforzare in particolare le capacità di lotta contro la criminalità organizzata, compreso il traffico di droga. In materia di fiscalità, si dovrà proseguire l'allineamento dell'IVA e delle accise. Nel quadro dell'unione doganale, l'Estonia ha introdotto un nuovo codice doganale, ma deve ancora allineare e applicare correttamente i dazi e le misure connesse. Va migliorata la capacità amministrativa e operativa di applicare l'acquis. L'Estonia deve far sì che i sistemi informatici applicati ai settori fiscale e doganale possano essere collegati con quelli della CE. L'Estonia ha fatto notevoli progressi in materia di relazioni esterne, ma deve allineare ulteriormente la sua legislazione. Per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza comune, l'Estonia ha continuato ad allineare la sua politica estera con quella dell'UE e ha dato un contributo costruttivo in sede di PESC. Per quanto riguarda il controllo finanziario, si dovranno consolidare i risultati ottenuti in termini di miglioramento dei controlli finanziari interni e introdurre la legislazione sul controllo finanziario esterno. È importante sottolineare che l'Estonia ha migliorato la sua capacità amministrativa in tutti i settori. Indubbiamente, le misure prese per migliorare l'applicazione dell'acquis sono spesso di più difficile attuazione, risultano più onerose e richiedono più tempo del recepimento della legislazione. Come si è già detto, fra gli sviluppi positivi figurano la creazione di un'autorità unificata per la sorveglianza del settore finanziario, l'accreditamento dell'agenzia SAPARD, la riorganizzazione dell'amministrazione nel settore della pesca, la fusione delle fondazioni per il sostegno delle imprese e la creazione di dipartimenti per il controllo finanziario presso i vari ministeri. Si dovrà rivolgere maggiore attenzione ad aspetti specifici quali la riorganizzazione del sistema di sorveglianza del mercato e la lotta contro le merci usurpative e contraffatte, la preparazione alla politica agricola comune e il miglioramento qualitativo dei prodotti alimentari. Occorrono inoltre investimenti per garantire la conformità e l'applicazione delle norme nel settore ambientale, prepararsi ad utilizzare i fondi strutturali della CE, migliorare il coordinamento tra gli organi incaricati di applicare la legge e predisporre una capacità operativa sufficiente per applicare l'acquis sulle dogane. L'Estonia, inoltre, dovrà predisporre la capacità amministrativa necessaria per una gestione oculata, efficiente e verificabile dei fondi CE. L'Estonia, che ha continuato ad occuparsi di tutte le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione 1999, sta affrontando anche diversi aspetti delle priorità a medio termine riguardanti, fra l'altro, il mercato interno, l'agricoltura, la pesca, i trasporti, l'occupazione e gli affari sociali, l'ambiente, la giustizia e gli affari interni. Ungheria Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che l'Ungheria soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. L'Ungheria continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. La riforma della pubblica amministrazione è proseguita con l'introduzione di un nuovo quadro legislativo che ne migliora la responsabilità e l'efficienza. Il pubblico impiego, inoltre, offre maggiori incentivi grazie all'aumento degli stipendi e delle possibilità di carriera. Si è insistito molto anche sulla formazione, diventata una componente importante della carriera. Nel settore giudiziario si è migliorata ulteriormente l'efficienza globale dei tribunali attraverso misure supplementari di sviluppo istituzionale tra cui la modernizzazione dei sistemi informatici, il miglioramento delle procedure, la formazione permanente e l'assunzione di nuovo personale. Le cause in arretrato presso la Corte suprema, tuttavia, sono ancora troppo numerose, e le impediscono sia di guidare l'attività delle giurisdizioni inferiori che di unificare le loro prassi. Le scarse risorse di bilancio disponibili, infine, ostacolano l'attuazione delle altre componenti della riforma giudiziaria. Per contribuire alla lotta contro la corruzione, rimasta al centro dell'attività politica, si è adottata una legislazione sulla dichiarazione dei redditi e si sono rese più severe le sanzioni. Il problema della corruzione, tuttavia, non è risolto, e si dovranno applicare rapidamente altre misure per combatterlo in modo più efficace. Da notare, per quanto riguarda i diritti umani e le libertà, che le procedure di esame delle domande di asilo sono state accelerate e perfezionate e che si sono predisposte strutture di accoglienza più adatte. Il comportamento della polizia lascia però a desiderare, come dimostrano le denunce di maltrattamenti. Per quanto riguarda il servizio pubblico, si deve trovare una soluzione in merito alla composizione dei comitati di garanti. Sono stati adottati nuovi strumenti politici e nuove misure a favore dei Rom, aumentando inoltre in misura considerevole gli stanziamenti di bilancio per il proseguimento del programma d'azione a medio termine adottato dal governo nel 1999. Le misure di sostegno prese nel 2001 riguardavano prevalentemente l'istruzione, l'occupazione, la politica sociale, la protezione giuridica e la cultura. In tale contesto, si dovrà intensificare la lotta contro la discriminazione generalizzata e applicare correttamente la legislazione vigente. Si dovrebbe inoltre permettere alla minoranza Rom di partecipare più attivamente alla vita pubblica. L'Ungheria ha realizzato le priorità a breve e a medio termine del partenariato per l'adesione 1999 riguardanti il proseguimento del programma d'azione a medio termine per i Rom e l'aumento degli stanziamenti di bilancio corrispondenti, nonché l'ulteriore riforma della pubblica amministrazione e dell'apparato giudiziario. L'Ungheria ha un'economia di mercato funzionante, che dovrebbe essere in grado di far fronte, a breve termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione, purché prosegua con impegno sulla via delle riforme. La situazione macroeconomica, tuttora solida, vede una forte crescita del PIL e degli investimenti, una disoccupazione in calo e un andamento favorevole delle partite correnti La ristrutturazione delle ferrovie è proseguita con una massiccia operazione di salvataggio e la rinegoziazione del debito. L'Ungheria ha adottato un quadro monetario e di cambio più appropriato, che contribuisce a ridurre l'inflazione. Nel 2001, tuttavia, si è passati ad una politica fiscale espansiva. La scarsa trasparenza delle recenti pratiche fiscali, cui si aggiungono l'incertezza circa l'ulteriore riforma del regime pensionistico e i ritardi nella riforma del sistema sanitario, destano preoccupazioni in merito all'ulteriore consolidamento e alla sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche. Le autorità dovranno mantenere una disciplina fiscale sufficiente perché la politica fiscale sostenga il nuovo quadro di politica monetaria e l'equilibrio con l'estero, contribuendo a ridurre l'inflazione. Occorre inoltre accelerare l'avvio della riforma sanitaria. L'Ungheria ha continuato ad allineare e ad applicare l'acquis in un gran numero di settori. Nel periodo oggetto della relazione, il paese ha preso numerose misure volte a raggiungere la capacità amministrativa necessaria per applicare correttamente l'acquis. La situazione è migliorata a ritmo costante per quanto concerne il mercato interno, con l'adozione graduale di gran parte dell'acquis e la creazione delle strutture amministrative di base. Per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, è proseguito l'allineamento della legislazione armonizzata e della legislazione specifica del "nuovo approccio" sui singoli prodotti. L'Ungheria ha quindi chiesto di aderire a pieno titolo agli organismi di standardizzazione europei CEN e CENELEC. Si dovranno prendere altre misure per garantire un sistema di sorveglianza del mercato coerente e globale. Per quanto riguarda le commesse pubbliche, si dovrà completare l'allineamento garantendo al tempo stesso la trasparenza e l'applicazione delle norme vigenti a tutti i livelli governativi e in tutti i settori, segnatamente la costruzione di autostrade. È stata allineata gran parte della legislazione sui servizi, sulle banche e sulle assicurazioni e l'autorità di controllo sembra funzionare bene. La liberalizzazione dei movimenti di capitali è quasi totale. Il Parlamento dovrebbe adottare una legge importante sulla lotta contro il riciclaggio del denaro sporco che abolirebbe, fra l'altro, i libretti di risparmio anonimi conformemente alle raccomandazioni della task force Azione finanziaria (FATF). Nel settore del diritto societario, la legislazione ungherese sui diritti di proprietà industriale e intellettuale è largamente in linea con l'acquis e viene applicata in modo piuttosto soddisfacente. Per quanto riguarda la politica di concorrenza, si sono allineate ulteriormente con l'acquis le norme sostanziali e procedurali sul controllo degli aiuti di Stato, mentre devono ancora essere allineati i regimi di aiuti di Stato, segnatamente quelli di natura fiscale. Gli organismi incaricati di applicare le norme sull'antitrust e sugli aiuti di Stato funzionano bene. È proseguito l'allineamento dell'IVA e delle accise nel settore della fiscalità, ma si devono ancora predisporre sistemi informatici che consentano di scambiare dati elettronici con la Comunità e gli Stati membri. Nel settore delle dogane, si è potenziata la capacità amministrativa e operativa attraverso la formazione e la modernizzazione delle apparecchiature. L'Ungheria deve migliorare la compatibilità dei suoi sistemi informatici con quelli utilizzati dalla CE nel settore delle dogane per potersi collegare al momento dell'adesione. Nell'ambito dell'unione economica e monetaria, si è consolidata l'indipendenza della Banca nazionale con l'adozione di una nuova legge. L'Ungheria ha fatto ulteriori progressi per quanto riguarda la politica industriale e le piccole e medie imprese con l'adozione e l'applicazione del piano Széchenyi. La ristrutturazione dell'industria siderurgica ungherese è proseguita nel periodo oggetto della relazione. Fra i progressi più salienti nel settore ambientale va segnalata l'adozione di leggi sulla valutazione dell'impatto ambientale, sulle risorse idriche, sui rifiuti, sul controllo dell'inquinamento industriale e sulla gestione dei rischi, sui prodotti chimici e sulla protezione contro le radiazioni. La capacità amministrativa in questo settore, peraltro migliore di prima, deve essere ulteriormente potenziata, specie per quanto riguarda la chiara suddivisione delle competenze tra i vari ministeri. Per quanto riguarda l'agricoltura, nel periodo oggetto della relazione si sono fatti progressi solo in materia di sicurezza alimentare e di questioni veterinarie, e devono ancora essere aggiornati i sistemi di controllo nei settori veterinario e fitosanitario. Occorre inoltre introdurre in tempo le procedure e le strutture necessarie perché l'Ungheria possa partecipare alla politica agricola comune. Il paese deve proseguire l'allineamento legislativo in materia di trasporti e la ristrutturazione del settore ferroviario, indispensabile per prepararsi ad applicare l'acquis sull'accesso al mercato. Dovranno inoltre essere create istituzioni in grado di applicare correttamente l'acquis. I progressi fatti nel settore dell'energia sono piuttosto scarsi. Deve ancora essere creato il quadro legislativo necessario per la partecipazione dell'Ungheria al mercato interno dell'energia. La situazione del settore audiovisivo è rimasta invariata. Fra i notevoli progressi fatti in materia di politica sociale e occupazione, va segnalata l'adozione della legge riveduta sul lavoro. Si dovranno invece prendere misure concrete per promuovere il dialogo sociale. Per quanto riguarda la politica regionale, l'Ungheria si è notevolmente impegnata per preparare la programmazione dei fondi strutturali e definire le strutture di applicazione, ma dovrà rafforzare ulteriormente la capacità amministrativa e le procedure finanziarie/di bilancio. Occorre inoltre creare meccanismi di coordinamento interministeriale ed estendere l'applicazione del principio di partenariato. I progressi legislativi fatti nel settore delle telecomunicazioni dovranno concretarsi in misure di applicazione appropriate. L'allineamento con l'acquis è andato molto avanti, nel settore della giustizia e degli affari interni, per quanto riguarda la politica in materia di visti, immigrazione e asilo. Si è intensificata la lotta contro le frodi, la corruzione, il riciclaggio del denaro sporco e la criminalità organizzata con l'adozione di nuove leggi e il potenziamento delle strutture istituzionali. Per quanto riguarda le frontiere esterne, è stata adottata una strategia per lo sviluppo integrato dei valichi di frontiera. Il piano d'azione Schengen contempla gli aspetti principali dell'acquis pertinente. Per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza comune, alcune disposizioni della legge sulle minoranze ungheresi che vivono nei paesi limitrofi sono apparentemente in conflitto con la norma europea di protezione delle minoranze. L'Ungheria dovrebbe quindi raggiungere un accordo con i paesi limitrofi onde conformarsi alle recenti conclusioni contenute nella relazione della "commissione di Venezia". A norma dell'articolo 27, paragrafo 2, inoltre, la legge dovrà essere allineata con l'acquis comunitario al più tardi al momento dell'adesione, poiché ora come ora non è compatibile con il principio di non discriminazione sancito dal trattato. Nel settore del controllo finanziario, si sono fatti progressi a livello di audit esterno e di controllo finanziario interno pubblico, ma occorre potenziare la capacità amministrativa generale e l'indipendenza funzionale dei revisori dei conti per quanto riguarda l'audit interno. Le disposizioni finanziarie e di bilancio devono essere ulteriormente adeguate per conformarsi ai requisiti comunitari in termini di cofinanziamento e di programmazione pluriennale. L'Ungheria ha ulteriormente migliorato la sua capacità amministrativa di applicare l'acquis in quasi tutti i settori, ma dovrà comunque potenziare la capacità amministrativa e giudiziaria per quanto riguarda, in particolare, il controllo degli aiuti di Stato, i mezzi audiovisivi, la sorveglianza del mercato, i trasporti e l'agricoltura, e predisporre la capacità amministrativa necessaria per una gestione oculata, efficiente e verificabile dei fondi CE. L'Ungheria ha preso ulteriori provvedimenti per realizzare le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione, tranne per quanto riguarda determinati aspetti connessi all'agricoltura, alla politica audiovisiva, alla libera circolazione delle merci e alla politica di concorrenza. L'Ungheria ha inoltre realizzato diverse priorità a medio termine connesse alla politica sociale e all'occupazione, all'ambiente, alla giustizia e agli affari interni (asilo e visti). Lettonia Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che la Lettonia soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. La Lettonia continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. Negli ultimi dodici mesi, il governo ha proseguito la riforma della pubblica amministrazione e dell'apparato giudiziario, nonché la lotta contro la corruzione. Sono stati adottati documenti strategici sulla riforma della pubblica amministrazione e sulla prevenzione della corruzione, nonché leggi quadro sugli enti pubblici, accompagnati da misure concrete nei tre settori. La riforma della pubblica amministrazione dovrà proseguire a ritmo sostenuto con il completamento del quadro legislativo e lo sviluppo di un pubblico impiego stabile, anche attraverso la riforma degli stipendi. Contemporaneamente, si dovrà proseguire anche la riforma del sistema giudiziario , rivolgendo particolare attenzione al quadro legislativo, all'accelerazione/esecuzione delle sentenze e al problema della carcerazione preventiva. Va intensificata anche la lotta contro la corruzione, che rimane a livelli preoccupanti, per ottenere risultati concreti su vasta scala. Si sono altre prese misure di rilievo per promuovere l'integrazione dei cittadini non naturalizzati nella società lettone, agevolando la procedura di naturalizzazione e adottando sia un programma più elaborato in materia che la base giuridica della futura fondazione per l'integrazione sociale. L'integrazione dei cittadini non naturalizzati dovrà essere favorita attuando tutte le componenti del programma globale di integrazione nella società, comprese le attività a favore della naturalizzazione e l'incremento della formazione alla lingua lettone. Nell'applicare la legislazione linguistica si dovranno rispettare i principi del dimostrato interesse pubblico e della proporzionalità, gli obblighi internazionali della Lettonia e le disposizioni dell'accordo europeo. La Lettonia ha fatto progressi verso la realizzazione delle priorità a breve termine del partenariato per l'adesione per quanto riguarda la legge e la formazione linguistica e le capacità amministrative e giudiziarie. Si sono realizzate in parte anche le priorità a medio termine riguardanti l'ulteriore integrazione dei cittadini non naturalizzati, lo sviluppo del pubblico impiego e il miglioramento della capacità della pubblica amministrazione, ma si dovranno prendere altre iniziative in tal senso. La Lettonia ha un'economia di mercato funzionante, che dovrebbe essere in grado di far fronte, a breve termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché prosegua con impegno e porti a termine le riforme strutturali previste. La Lettonia ha mantenuto la stabilità macroeconomica, ha proseguito la riforma strutturale, è giunta alle ultime fasi della riforma delle pensioni, ha adottato un nuovo quadro per la supervisione finanziaria e ha creato un nuovo ente normativo per i servizi pubblici. Esiste già gran parte del quadro legislativo richiesto dall'economia di mercato, e i meccanismi di entrata nel e di uscita dal mercato funzionano bene. Il settore finanziario si sta consolidando, anche se le sue dimensioni sono ancora modeste. Le autorità devono mantenere, tuttavia, una politica di disciplina fiscale a medio termine per contenere entro livelli sostenibili il disavanzo di bilancio e il disavanzo delle partite correnti. La privatizzazione delle grosse imprese è proseguita a rilento, e deve quindi essere completata. Si devono accelerare anche la privatizzazione delle terre e lo sviluppo del mercato fondiario. Per migliorare ulteriormente il contesto in cui operano le imprese si dovranno abolire, fra l'altro, i condizionamenti normativi e amministrativi che ne frenano lo sviluppo. Il tasso di disoccupazione è tuttora troppo elevato e il mercato del lavoro poco flessibile. La Lettonia ha continuato ad allineare la sua legislazione all'acquis in quasi tutti i settori. Si è riconosciuta la necessità di migliorare la capacità amministrativa di gestire e applicare l'acquis, anche se non sarà facile conseguire questo obiettivo. Negli ultimi dodici mesi, la Lettonia ha riorganizzato le strutture esistenti e ha creato diversi organismi specializzati per conformarsi ai diversi requisiti dell'acquis. Proseguono i preparativi per l'inserimento nel mercato interno. Per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, si è accelerato il recepimento delle norme europee e si sono potenziate le istituzioni di accreditamento e di standardizzazione. Il Consiglio di sorveglianza del mercato, di recente creazione, è operativo, ma il sistema di sorveglianza del mercato deve essere ulteriormente riformato. Sono state adottate altre leggi sulle commesse pubbliche, ma non si è ancora creato un ufficio di sorveglianza in questo settore. In materia di libera circolazione delle persone, è stata adottata la legislazione quadro sul reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali. Per quanto riguarda la libera prestazione dei servizi, sono entrati in funzione due nuovi organismi, la commissione "Finanze e mercato dei capitali" e l'Ispettorato di Stato per i dati, ma dovrà essere migliorata la base giuridica del secondo. Si sono adottate altre leggi sulla circolazione dei capitali, riguardanti in particolare i servizi di sicurezza e i trasferimenti transfrontalieri dei crediti. Il diritto societario non viene ancora applicato correttamente. Destano preoccupazione anche l'entrata in vigore ritardata del codice commerciale e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e industriale. L'adozione della legislazione sugli aiuti di Stato è un notevole progresso verso l'adempimento dei requisiti della politica di concorrenza; è migliorata anche l'applicazione delle leggi, che tuttavia non è ancora ottimale per quanto riguarda le norme in materia di antitrust e aiuti di Stato. È proseguito l'allineamento nel settore doganale, le cui strutture amministrative sono state potenziate insieme a quelle fiscali. Si dovranno sviluppare i sistemi informatici di entrambi i settori per consentire gli scambi di dati elettronici con la Comunità e gli Stati membri. La situazione del settore agricolo sta migliorando, specie a livello veterinario e fitosanitario e in termini di sicurezza alimentare, anche grazie all'adozione di emendamenti della legge sull'agricoltura e di un piano di applicazione per le organizzazioni comuni di mercato, all'entrata in vigore di una nuova legge sulla medicina veterinaria, nonché alla ristrutturazione e al potenziamento dell'amministrazione. C'è comunque ancora molto fare per proseguire l'allineamento e per creare/potenziare le strutture e i meccanismi necessari tra cui l'organismo pagatore, il sistema integrato di gestione e di controllo, le organizzazioni comuni di mercato e i sistemi di controllo. È proseguito l'allineamento per i trasporti stradali e ferroviari, e le misure prese per migliorare la sicurezza marittima stanno dando i primi risultati. Il recepimento dell'acquis sulla politica sociale e sull'occupazione ha fatto notevoli progressi con l'adozione del codice del lavoro e della legge sulla tutela dei lavoratori. La capacità amministrativa, compreso l'ispettorato pubblico del lavoro, dovrà essere rafforzata per garantire una corretta applicazione della legislazione, specie per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. È proseguito l'allineamento in materia di energia e ambiente. Nel primo settore, si dovrà rivolgere particolare attenzione alle direttive sull'elettricità e sul gas, nonché alle norme sulle scorte petrolifere; per quanto riguarda l'ambiente, gli aspetti per i quali si deve completare l'allineamento sono l'accesso all'informazione, la gestione dei rifiuti e i prodotti chimici. Sono stati creati diversi organi specializzati (ispettorato per l'energia, centro per la protezione contro le radiazioni, agenzia lettone per l'ambiente, ecc.) ma le strutture amministrative devono essere ulteriormente potenziate. Molti dei requisiti riguardanti le telecomunicazioni devono ancora essere recepiti. È proseguito invece con buoni risultati l'allineamento con l'acquis sulla cultura e sui mezzi audiovisivi. I progressi da segnalare in materia di giustizia e affari interni riguardano la protezione dei dati, i visti e il controllo delle frontiere, compresa l'adozione di un piano d'azione Schengen. Si dovrà proseguire in questa direzione e completare l'allineamento in materia di immigrazione e di asilo. La capacità e l'infrastruttura di gestione delle frontiere devono essere migliorate con urgenza. Va inoltre intensificata la lotta contro la criminalità organizzata, il traffico di droga, il riciclaggio del denaro sporco, le frodi e la corruzione. La legislazione di base sulla politica regionale e sul coordinamento degli strumenti strutturali non è ancora stata adottata. Occorre migliorare inoltre le capacità di programmazione, di controllo e di valutazione. Si è fatto un notevole passo avanti decidendo di affidare al ministero delle finanze la futura responsabilità dei fondi strutturali. Sebbene debbano ancora essere adottate altre leggi sul controllo finanziario interno pubblico e sull'audit esterno, si rilevano progressi in questo campo, specie per quanto riguarda il potenziamento delle strutture amministrative, che dovranno essere ulteriormente consolidati. La Lettonia ha il difficile compito di preparare la sua amministrazione all'adesione all'UE. Le sue future competenze di gestione e di applicazione dell'acquis a decorrere dall'adesione hanno indotto la Lettonia a ristrutturare o a creare le istituzioni e gli organi necessari. Si dovrà continuare su questa via creando altri organi e meccanismi, tra cui un ufficio di sorveglianza delle commesse pubbliche, meccanismi d'intervento per i mercati agricoli e un fondo di garanzia per tutelare i dipendenti in caso di insolvibilità del datore di lavoro. Tutte le istituzioni dovranno inoltre disporre di risorse sufficienti per applicare correttamente l'acquis. Ciò vale, ad esempio, per la nuova commissione di regolamentazione dei servizi pubblici, cui saranno conferite notevoli competenze normative connesse all'acquis in materia di ferrovie, energia e telecomunicazioni. Si dovrà inoltre predisporre la capacità amministrativa necessaria per una gestione oculata, efficiente e verificabile dei fondi CE. La Lettonia ha fatto progressi verso la realizzazione di tutte le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione, tra cui figurano la libera circolazione delle merci, la politica sociale e l'occupazione. Per quanto riguarda l'ambiente, il processo è praticamente terminato. Il paese ha cominciato a occuparsi di tutte le priorità a medio termine, con buoni risultati nella maggior parte dei casi. Gli sviluppi più salienti riguardano la libera circolazione delle persone, la legislazione audiovisiva e le dogane. La Lettonia dovrà comunque occuparsi con impegno di tutte le priorità, rivolgendo particolare attenzione ai settori dove debbano ancora essere adottate leggi importanti (energia, telecomunicazioni e coesione economica e sociale) o dove le strutture amministrative vadano potenziate (agricoltura, pesca, controllo dei fondi CE ecc.). Lituania Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che la Lituania soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. La Lituania continua a soddisfare i criteri politici. La Lituania ha iniziato a riformare la pubblica amministrazione e l'apparato giudiziario, riorganizzando la rete dei tribunali amministrativi. L'entrata in vigore del nuovo codice civile ha migliorato il funzionamento del sistema giudiziario. Si è inoltre rafforzata la capacità di lotta contro la corruzione. Va sottolineata l'importanza del ruolo dell'ombudsman per quanto riguarda le pari opportunità e, più di recente, i diritti del bambino. Si dovrà proseguire con impegno la riforma della pubblica amministrazione, che riguarda tutti i settori, creando al tempo stesso i presupposti per garantire la continuità e la stabilità necessarie. Vanno stanziate risorse finanziarie adeguate, rafforzando inoltre il coordinamento tra i vari dipartimenti e rendendo più sistematica la formazione. Per quanto riguarda il sistema giudiziario, si deve adottare con urgenza la nuova legge sui tribunali, stanziando inoltre risorse di bilancio sufficienti e assicurandosi le competenze manageriali necessarie per la gestione del sistema giurisdizionale. Occorre accelerare l'adozione del codice di procedura penale per poter applicare il nuovo codice penale. Le misure prese dall'anno scorso per combattere la corruzione devono essere intensificate attraverso l'adozione, ad opera del Parlamento, della strategia nazionale anticorruzione, del suo programma di applicazione e di una nuova legge sulla prevenzione della corruzione. Per fugare le persistenti preoccupazioni circa la corruzione amministrativa occorre garantire un'applicazione trasparente delle procedure amministrative e migliorare il coordinamento tra gli organi anticorruzione. La Lituania ha fatto progressi verso la realizzazione delle priorità di adesione connesse ai criteri politici. L'applicazione delle leggi sulla pubblica amministrazione e sul pubblico impiego non è molto migliorata. Il governo ha approvato la strategia nazionale anticorruzione, che deve essere adottata dal Parlamento e successivamente applicata. È in corso un programma di formazione per i giudici, che ingloba diversi aspetti dell'applicazione della normativa e dell'acquis CE e dovrà proseguire anche in futuro. Lituania ha un'economia di mercato funzionante, che dovrebbe essere in grado di far fronte, a breve termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché prosegua con decisione il suo programma di riforme strutturali. La Lituania ha mantenuto la stabilità macroeconomica, ridotto gli squilibri fiscali ed esterni e limitato l'ingerenza dello Stato. La privatizzazione delle banche, di altri settori e delle terre è praticamente terminata. Sono finalmente entrate in vigore le nuove leggi sui fallimenti e sulla ristrutturazione delle imprese. I tassi di disoccupazione, tuttavia, rimangono elevati e sussistono problemi strutturali sui mercati del lavoro che dovranno essere affrontati. Le importanti leggi adottate per ristrutturare e liberalizzare il mercato dell'energia dovranno essere completate, assicurando inoltre una corretta applicazione. L'intermediazione finanziaria è tuttora carente e poco sviluppata. Gli investimenti nazionali ed esteri rimangono a livelli relativamente modesti. Le autorità devono poter applicare correttamente il nuovo quadro legislativo per le attività commerciali, segnatamente le leggi sui fallimenti. Occorre inoltre accelerare l'attuazione della riforma delle pensioni. Si deve continuare a imporre una disciplina fiscale e garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche a medio termine, anche per tenere sotto controllo il disavanzo delle partite correnti nell'ambito del currency board. La Lituania ha fatto notevoli progressi in termini di recepimento e di applicazione in quasi tutti i settori dell'acquis. L'entità dei progressi è variabile, ma si stanno comunque colmando le lacune. La Lituania, che in alcuni settori ha raggiunto un notevole grado di allineamento, dovrà impegnarsi al massimo per quanto riguarda, ad esempio, l'uso dei fondi CE. Nel complesso, la capacità amministrativa è migliorata, anche se non è stato facile ricostruirla nei settori dove le strutture amministrative sono state modificate negli ultimi dodici mesi. Nel settore del mercato interno, la Lituania ha continuato a fare progressi in termini di recepimento dell'acquis e di potenziamento delle istituzioni (segnatamente quelle competenti per la standardizzazione e l'accreditamento) per quanto riguarda la libera circolazione delle merci. L'allineamento per le commesse pubbliche non è ancora terminato, ma si sono fatti progressi nell'applicare la legislazione vigente. La capacità amministrativa dell'ufficio per le commesse pubbliche è migliorata, ma non in misura sufficiente. Per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, la legislazione sui diritti del cittadino è sostanzialmente in linea con l'acquis e si dovranno consolidare i risultati ottenuti in termini di reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali. Oltre a proseguire l'allineamento legislativo sulla libera prestazione dei servizi, si è migliorata la capacità amministrativa globale, segnatamente a livello dei servizi finanziari. Si sono fatti progressi anche in materia di libera circolazione dei capitali, dove la liberalizzazione è già piuttosto avanti. Per quanto riguarda la politica di concorrenza, il livello di allineamento raggiunto è dimostrato dai risultati ragionevolmente incoraggianti ottenuti dal consiglio lituano per la concorrenza in termini di applicazione della legge. L'allineamento del diritto societario è proseguito a ritmo sostenuto per quanto riguarda la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e industriale, ma l'applicazione della legislazione deve essere notevolmente migliorata. La Lituania ha raggiunto un notevole grado di allineamento in merito all'unione economica e monetaria con l'adozione della nuova legge sulla Banca centrale. Per quanto riguarda la fiscalità, si è proseguito l'allineamento con l'acquis sull'imposizione indiretta e si è migliorata la capacità amministrativa. I sistemi informatici dell'ispettorato fiscale dovranno essere ulteriormente modernizzati per consentirne il collegamento con i sistemi della CE. L'allineamento riguardante l'unione doganale è piuttosto avanti, ma dovrà essere accompagnato dal miglioramento delle capacità amministrative e operative, specie per quanto riguarda lo sviluppo di sistemi informatici collegabili con quelli utilizzati dalla CE nel settore doganale. È proseguita la riforma delle strutture agricole della Lituania, che dovrà comunque prendere misure fondamentali riguardanti, ad esempio, il miglioramento del sistema di identificazione delle parcelle, l'applicazione pratica dei meccanismi di gestione della politica agricola comune e il proseguimento dei preparativi per l'organismo pagatore. La Lituania ha continuato a fare progressi per quanto riguarda la sicurezza alimentare e i settori veterinario e fitosanitario, ma deve potenziare ulteriormente le strutture di applicazione. I sistemi di controllo alle frontiere esterne non sono stati molto rafforzati. Per quanto riguarda la pesca, la situazione è migliorate, soprattutto in termini di capacità amministrativa, ma c'è ancora molto da fare per prepararsi alle azioni strutturali e alla politica di mercato. La Lituania ha fatto notevoli progressi nel settore dei trasporti, specie per quanto riguarda la sicurezza dei trasporti su strada, la ristrutturazione delle ferrovie e l'aviazione civile, potenziando anche la capacità amministrativa corrispondente. Occorre però introdurre molti altri miglioramenti in settori quali i sistemi di controllo. La Lituania ha raggiunto un livello di allineamento ragionevole nel settore dell'energia ma deve continuare ad impegnarsi, segnatamente per quanto riguarda il mercato interno dell'energia e l'energia nucleare. In tale contesto, la Lituania deve confermare e rispettare i suoi impegni in materia di chiusura e garantire un alto livello di sicurezza nucleare. La Lituania ha fatto notevoli progressi per quanto riguarda il recepimento e l'applicazione dell'acquis sulla politica sociale. Il nuovo codice del lavoro e la nuova legge sulla pubblica sanità, tuttavia, non sono ancora stati adottati. Si dovrà insistere maggiormente sull'applicazione delle leggi e intensificare il dialogo sociale. La Lituania ha adottato gran parte della legislazione quadro nel settore dell'ambiente. L'applicazione, tuttavia, continua a porre notevoli problemi, specie nei settori che richiedono investimenti di notevole entità o provenienti dalle imprese private. Si è fatto qualche progresso in termini di allineamento del quadro normativo sulle telecomunicazioni. L'ente normativo è ormai operativo, ma deve essere potenziato. Le misure prese nel settore della giustizia e degli affari interni per rafforzare le frontiere esterne e migliorare il coordinamento fra le agenzie devono essere intensificate. La Lituania ha adottato un piano d'azione Schengen. Per quanto riguarda la politica regionale e il coordinamento degli strumenti strutturali, si sono prese di recente decisioni importanti circa la struttura istituzionale per la gestione dei fondi strutturali, che dovranno essere applicate quanto prima potenziando la capacità amministrativa, migliorando il coordinamento interministeriale e creando un quadro di programmazione e di gestione dei contributi comunitari nel rispetto del principio di partenariato. Pur avendo fatto qualche progresso in materia di controllo finanziario, la Lituania deve migliorare urgentemente la sua capacità di applicare la legislazione sul controllo finanziario interno pubblico. I progressi sono più limitati per quanto riguarda le disposizioni finanziarie e di bilancio, e l'applicazione della legge sul bilancio del 2000 dovrà essere integrata da molte altre misure. Pur mantenendo una politica di bilancio prudente, la Lituania ha migliorato la capacità amministrativa necessaria per applicare l'acquis. La situazione, tuttavia, rimane precaria, e potrebbe risentire di una modifica poco attenta delle strutture organizzative. Si dovrà quindi fare il possibile per salvaguardare la capacità amministrativa acquisita e svilupparla ulteriormente. Nel complesso, la Lituania ha fatto progressi soddisfacenti verso la realizzazione delle priorità a breve termine e, in misura più limitata, a medio termine del partenariato per l'adesione. In particolare, il paese ha realizzato in gran parte le priorità a breve termine riguardanti i criteri economici, il mercato interno, l'energia e l'ambiente. Non si è invece presa alcuna misura per realizzare altre priorità a breve termine, segnatamente quelle che riguardano l'agricoltura. La Lituania ha realizzato parzialmente molte delle priorità a medio termine, ma deve impegnarsi ulteriormente per quanto riguarda, in particolare, la gestione e il controllo dei fondi CE. Malta Malta continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. Si sono prese altre misure per preparare l'amministrazione ad inserirsi nell'UE, e la posizione delle autorità in materia di democrazia e di diritti umani viene giudicata globalmente soddisfacente. Il funzionamento del sistema giudiziario è stato ulteriormente migliorato riducendo il numero delle cause in arretrato e si sono prese misure preliminari per poi applicare la legge sui rifugiati. Malta ha un'economia di mercato funzionante, che dovrebbe essere in grado di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione. La situazione macroeconomica è migliorata con l'aumento del PIL, a cui ha fatto riscontro un calo della disoccupazione, dell'inflazione e del disavanzo pubblico, ulteriormente diminuito grazie al programma fiscale a medio termine del governo. Sono proseguiti i programmi di ristrutturazione e di privatizzazione, accompagnati da iniziative a favore dell'imprenditoria. Pur essendo sceso, tuttavia, il disavanzo fiscale rimane troppo elevato, e contribuisce ad accentuare l'enorme disavanzo delle partite correnti che dovrà essere tenuto sotto controllo, sebbene comporti una notevole componente one-off (una tantum). Le autorità devono puntare ad una sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche, in cui va inserita la riforma del regime previdenziale. La ristrutturazione e la privatizzazione dei servizi pubblici e delle imprese di Stato in perdita procedono a rilento. L'ingerenza dello Stato nell'economia deve essere ulteriormente limitata. Occorre inoltre accelerare l'attuazione delle riforme strutturali e proseguire la liberalizzazione onde favorire la sostenibilità degli equilibri esterni e la competitività esterna in un contesto più aperto. Dopo l'ultima relazione periodica, sono proseguiti a ritmo sostenuto l'allineamento della legislazione maltese con l'acquis e il potenziamento della capacità amministrativa, ma l'entità dei progressi varia da un settore all'altro. Si sono fatti notevoli progressi per quanto riguarda l'allineamento dell'acquis sulla libera circolazione delle merci, specie per quanto riguarda il quadro relativo al nuovo approccio globale. Malta deve prendere altre misure in materia di standardizzazione, certificazione e sorveglianza del mercato, oltre ad allineare la legislazione sulle commesse pubbliche per quanto riguarda il sistema dei ricorsi e gli organismi di diritto pubblico. La legislazione maltese sulla libera circolazione delle persone deve essere ulteriormente allineata. Malta ha fatto progressi in materia di libera circolazione dei servizi e dei capitali, ma deve proseguire l'allineamento legislativo per quanto riguarda, in particolare, le banche e i servizi d'investimenti, la protezione dei dati e il riciclaggio del denaro sporco. L'allineamento del diritto societario è quasi terminato. Per quanto riguarda la concorrenza, si sono iniziate ad applicare le norme sugli aiuti di Stato, ma occorre potenziare ulteriormente la capacità amministrativa e accertarsi che le imprese pubbliche siano soggette alla legge sulla concorrenza in linea con l'acquis. Malta ha fatto notevoli progressi nell'ambito della politica sociale, specie per quanto concerne il diritto del lavoro e la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. Si dovrà comunque proseguire l'allineamento in materia di pari opportunità e migliorare le capacità di applicazione per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. Nel settore della fiscalità, si sono fatti progressi in materia di accise e, in misura nettamente inferiore, di IVA, ma la situazione deve ancora migliorare per quanto riguarda l'entità delle operazioni esenti e il codice di condotta sull'imposizione indiretta. La situazione è lievemente migliorata nel settore delle dogane, ma l'allineamento della legislazione maltese con l'acquis deve proseguire contemporaneamente al miglioramento della capacità amministrativa di applicazione. Malta ha fatto progressi per quanto riguarda le telecomunicazioni, la cultura e la politica audiovisiva, creando condizioni favorevoli allo sviluppo degli investimenti e alla ristrutturazione delle PMI. Nel settore statistico, l'Ufficio statistico centrale di Malta sta allineando i suoi metodi con le norme CE. Nel settore del controllo finanziario, si è terminata la ristrutturazione del sistema di audit interno del governo maltese e si è continuato a potenziare l'Ufficio nazionale per la revisione dei conti, per cui Malta dispone attualmente di un quadro istituzionale adeguato per l'audit interno ed esterno. Il paese dovrebbe consolidare i risultati ottenuti. Sono stati fatti notevoli progressi in materia di politica regionale, creando e rafforzando le strutture necessarie per applicare i fondi strutturali e di coesione. I progressi legislativi riguardanti la giustizia e gli affari interni sono piuttosto scarsi. Si è preparata ulteriormente l'amministrazione maltese ad applicare la legislazione sul diritto di asilo e sul controllo delle frontiere in conformità dei requisiti Schengen, elaborando in particolare un piano d'azione Schengen. Occorre però migliorare la situazione in materia di protezione dei dati, immigrazione, politica dei visti e cooperazione giudiziaria. Malta ha fatto pochi progressi in materia di agricoltura, poiché deve ancora adottare la maggior parte del vasto acquis pertinente e preparare il suo settore agricolo alla politica agricola comune. Per quanto riguarda l'ambiente, l'adozione della legge sulla tutela ambientale e del diritto derivato costituisce un progresso considerevole, ma Malta è ancora ben lungi dall'aver terminato l'allineamento e le capacità di applicare legislazione rimangono assai limitate. Si deve inoltre elaborare una strategia globale per l'adozione e l'applicazione dell'acquis ambientale. Negli ultimi dodici mesi, Malta ha iniziato ad acquisire la capacità di applicare l'acquis in materia di aiuti di Stato, politica regionale e diritto di asilo. Queste misure sono poi state estese a diversi settori, tra cui la libera circolazione delle merci, la sorveglianza del mercato, i trasporti, la fiscalità, la politica sociale, le dogane, le statistiche, il controllo delle frontiere e il controllo finanziario. La capacità amministrativa in questi settori deve essere ulteriormente potenziata, specie per quanto riguarda l'acquis sulla sicurezza marittima. In materia di dogane e fiscalità, è di particolare importanza predisporre sistemi informatici che consentano scambi di dati computerizzati con la CE. Oltre a migliorare la capacità amministrativa di gestione delle frontiere, Malta dovrà impegnarsi in modo particolare per l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale. La capacità amministrativa di applicare l'acquis ambientale desta tuttora serie preoccupazioni e dovrebbe essere migliorata quanto prima. Ciò vale anche per il settore agricolo maltese, dove è indispensabile migliorare i sistemi di controllo veterinari e fitosanitari. La maggior parte delle priorità a breve e a medio termine del partenariato per l'adesione è stata parzialmente realizzata. I progressi più salienti riguardano la libera circolazione delle merci, la politica sociale, la fiscalità e le telecomunicazioni. Il paese dovrà impegnarsi ulteriormente per quanto riguarda, in particolare, l'agricoltura, l'ambiente e la libera circolazione dei servizi. Polonia Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che la Polonia soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. La Polonia continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. In materia di pubblica amministrazione, è migliorata l'applicazione della legge sul pubblico impiego, ma si dovrà accelerare il processo e garantire la presenza di un organico statale indipendente, qualificato e motivato al momento dell'adesione. La Polonia ha proseguito la riforma del sistema giudiziario riducendo le principali strozzature, ma dovrà accelerare il processo e occuparsi maggiormente degli aspetti connessi all'immunità giudiziaria. Si sono prese altre misure, tra cui l'adozione di una legislazione ad hoc, per combattere il grave problema della corruzione. Ora si tratta di seguire un'impostazione coerente, applicando la legge e sviluppando soprattutto, presso le amministrazioni e le imprese, una cultura che permetta di resistere alla corruzione. Il quadro legislativo per le pari opportunità è stato in parte adottato e dovrà essere ulteriormente completato. In seguito a varie denunce di abusi a livello di carcerazione preventiva, un elemento emerso di recente, si sono prese le prime misure per ovviare al problema. Si sta migliorando la capacità amministrativa e giudiziaria, compresi il funzionamento dell'apparato giudiziario e la sua formazione alla normativa CE, in linea con le priorità del partenariato per l'adesione. Le iniziative prese finora, tuttavia, non sono sufficienti e dovranno essere intensificate. La Polonia ha un'economia di mercato funzionante, che dovrebbe essere in grado di far fronte, a breve termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché prosegua e intensifichi le riforme in corso in un contesto politico coerente. Nella prima parte del periodo oggetto della relazione, la Polonia ha mantenuto una stabilità macroeconomica sufficiente e un ritmo di crescita sostenuto, che ha però subito un notevole rallentamento nel secondo semestre dell'anno scorso. Sono proseguite la privatizzazione e la ristrutturazione in settori sensibili quali le industrie del carbone e dell'energia. Il quadro legislativo per l'attività delle imprese è stato rafforzato con l'adozione della nuova legge sulla bancarotta e del nuovo codice commerciale. La forte contrazione della crescita rispecchia in gran parte i problemi propri delle politiche macroeconomiche, connessi al coordinamento della politica fiscale e monetaria. I tassi di disoccupazione, che erano già elevati, sono ulteriormente saliti e il disavanzo di bilancio è in aumento. Si dovrà procedere a un adeguamento fiscale onde contribuire all'attuazione di politiche più adeguate ed evitare di compromettere, a medio termine, la sostenibilità delle finanze pubbliche in modo da rassicurare gli operatori commerciali. Le autorità dovrebbero accelerare la privatizzazione e la ristrutturazione di settori chiave quali alcune industrie tradizionali o l'agricoltura, elaborando inoltre piani precisi per eliminare gli ostacoli all'uscita dal mercato e gli aiuti di Stato indiretti sotto forma di arretrati fiscali o previdenziali, che compromettono il funzionamento delle forze di mercato. L'applicazione delle procedure fallimentari deve essere più rigorosa. Occorre inoltre potenziare ulteriormente le infrastrutture polacche e rispondere meglio alle mutate condizioni economiche dei mercati del lavoro. Nel periodo oggetto della relazione si è adottato un gran numero di leggi. In alcuni settori, si sono fatti notevoli progressi in termini di adozione della legislazione primaria, mentre in altri si sono consolidati i risultati del 2000 adottando il necessario diritto derivato in base alle leggi quadro dell'anno precedente. La futura capacità di applicare l'acquis dipende da questo processo di consolidamento e di completamento del quadro legislativo, che dovrà quindi essere intensificato. A maggior ragione, la Polonia dovrà rafforzare la sua capacità amministrativa di applicare l'acquis la quale, nonostante i progressi fatti finora, rimane ad un livello nettamente inferiore al numero di leggi adottate. Per quanto riguarda il mercato interno, avendo adottato la legislazione quadro in un certo numero di settori (norme, certificazione e aiuti di Stato) ci si è concentrati sul diritto derivato necessario per applicare l'acquis pertinente. La Polonia, tuttavia, ha fatti pochi progressi nell'adempiere i suoi obblighi preadesione in materia. La capacità amministrativa in materia di norme e certificazione va potenziata, contrariamente al settore della concorrenza dove si rilevano più che altro carenze a livello di applicazione. Gli elementi della sicurezza alimentare connessi al mercato interno sono migliorati con l'adozione di una legge quadro, ma il paese deve ancora adottare il diritto derivato e migliorare la capacità amministrativa. È stato adottato il disegno di legge sulla proprietà industriale, ma sussistono problemi a breve termine connessi all'esclusività dei dati derivanti dalla nuova legge farmaceutica. Occorre proseguire il potenziamento delle strutture amministrative, che ha già dato qualche risultato, ponendo l'accento sull'applicazione delle leggi. La situazione della Polonia in termini di libera circolazione dei servizi e dei capitali è tuttora soddisfacente, e si stanno prendendo misure per migliorare la capacità amministrativa in questi settori. Si rilevano notevoli progressi legislativi nel settore delle commesse pubbliche e alcuni progressi in termini di libera circolazione delle persone. La Polonia dovrà dar prova di maggior impegno per potersi integrare più agevolmente nel mercato interno. La legislazione vigente in materia di telecomunicazioni è stata applicata in modo graduale. L'allineamento delle aliquote delle imposte dirette procede a rilento, e c'è ancora molto da fare per installare sistemi che consentano scambi di dati computerizzati tra la CE e la Polonia. Per quanto riguarda l'UEM, non si è adottata alcuna disposizione legislativa per rafforzare l'indipendenza della Banca nazionale. La politica industriale è lievemente migliorata. Si è presa qualche misura per risolvere le questioni in sospeso nel settore siderurgico, che dovrà però essere applicata con maggior decisione. Non si è ancora definita una strategia coerente per il settore agricolo il quale deve subire, come del resto la pesca, una trasformazione radicale in termini di politica, legislazione e strutture. Si è fatto qualche progresso per quanto riguarda la legislazione primaria per entrambi i settori, segnatamente la legislazione veterinaria applicabile all'agricoltura. La capacità amministrativa è tuttora molto carente sia per quanto riguarda la pesca che nel settore agricolo, segnatamente per quanto concerne il sistema integrato di gestione e di controllo (SIGC) e i controlli veterinari e fitosanitari alle frontiere. La Polonia ha fatto notevoli progressi in termini di legislazione primaria ambientale, ottenendo qualche risultato anche in materia di energia e di trasporti. La capacità amministrativa, tuttavia, deve essere considerevolmente migliorata in tutti e tre i settori, e in particolar modo nel settore ambientale, dove occorre rafforzare le strutture regionali e nazionali. La situazione della politica regionale è rimasta praticamente invariata. A livello sociale, ci si è concentrati sulla legislazione riguardante la pubblica sanità, la cui applicazione lascia però a desiderare, specie per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. Il paese dovrà prendere diversi provvedimenti al riguardo, soprattutto per potenziare gli ispettorati del lavoro. Si continuano a fare progressi in materia di giustizia e affari interni, specie per quanto concerne le guardie di confine e la gestione delle frontiere, grazie alla strategia commerciale per le dogane adottata in precedenza. Si è cercato di migliorare l'efficienza degli organi incaricati di applicare la legge per combattere la criminalità organizzata, in particolare le forze di polizia, e si dovrà proseguire su questa via. Nel settore doganale, si dovrà proseguire l'allineamento con l'acquis e creare una capacità di applicazione effettiva. Avendo fatto notevoli progressi legislativi in materia di controllo finanziario interno, la Polonia deve creare i meccanismi necessari in questo campo. La Polonia ha allineato ulteriormente la sua legislazione, avvalendosi prevalentemente del diritto derivato. Come si è già detto, il problema consiste ora nell'adeguare e nel rafforzare le strutture esistenti in vista dell'adesione. La capacità amministrativa risulta inadeguata in diversi settori. Si dovrà inoltre predisporre la capacità amministrativa necessaria per una gestione oculata, efficiente e verificabile dei fondi CE. Il modo in cui sono state realizzate le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione rispecchia il divario tra i progressi fatti nell'adozione della legislazione e il potenziamento della capacità amministrativa. Avendo adottato ulteriori strumenti legislativi basati sull'acquis, la Polonia deve creare o potenziare le capacità amministrative in tutti i settori, segnatamente in materia di certificazione, agricoltura, pesca, politica regionale, affari sociali, dogane, giustizia e affari interni. La Polonia ha fatto qualche progresso verso la realizzazione di tutte le priorità a medio termine, soprattutto per quanto riguarda le componenti legislative, e potrà quindi cominciare a sviluppare la capacità amministrativa necessaria a fini di applicazione. Le iniziative già prese al riguardo dovranno essere intensificate. Romania Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che la Romania soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. La Romania continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. L'efficienza del potere legislativo e il funzionamento generale del governo sono considerevolmente migliorati. È proseguita la riforma delle procedure giudiziarie, e l'applicazione effettiva della nuova legislazione sulle commesse pubbliche dovrebbe dare un notevole contributo alla lotta contro la corruzione, un problema ben lungi dall'essere risolto. Destano preoccupazioni anche gli scarsi progressi della riforma strategica della pubblica amministrazione e la necessità di consolidare l'indipendenza del settore giudiziario. Si rilevano notevoli progressi in materia di diritti umani. La riforma degli orfanotrofi è molto avanti, l'omosessualità non è più passibile di sanzioni e si è adottata una legislazione importante sulla restituzione delle proprietà e sul trattamento dei rifugiati e di coloro che chiedono asilo. Oltre all'introduzione della libertà condizionata, una riforma importante del sistema penale, si sono prese diverse iniziative per combattere la tratta di esseri umani. Le future riforme dovrebbero puntare ad aggiornare il codice penale, ad aumentare la responsabilità pubblica dei poliziotti e a contenerne gli interventi entro limiti ragionevoli. Si dovranno inoltre migliorare ulteriormente le condizioni degli orfanotrofi. È stata approvata una nuova legislazione che estende l'uso delle lingue minoritarie e si è adottata una strategia nazionale per migliorare la condizione dei Rom, che dovrà essere messa in pratica per lottare efficacemente contro le discriminazioni e migliorare le condizioni di vita di queste persone. La Romania ha iniziato a realizzare le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione connesse ai criteri politici migliorando le condizioni dei bambini negli istituti, proseguendo la riforma della politica per l'infanzia, elaborando una strategia nazionale per i Rom e sostenendo i programmi a favore delle minoranze. Per quanto riguarda le priorità a medio termine, si segnalano progressi in materia di assistenza ai bambini e diverse iniziative volte a migliorare l'accesso dei Rom all'istruzione. In altri settori, tuttavia, c'è ancora molto da fare: la strategia per i Rom non è ancora stata attuata; la legislazione antidiscriminazioni è stata adottata ma non è ancora entrata in vigore e la smilitarizzazione della polizia non è nemmeno iniziata. La Romania ha fatto progressi verso l'introduzione di un'economia di mercato funzionante. Pur non essendo in grado di far fronte, a medio termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione, il paese ha preso misure che gli consentiranno di sviluppare le sue capacità purché prosegua la riforma economica in corso. La Romania ha fatto progressi verso la stabilizzazione macroeconomica con la ripresa della crescita e l'aumento delle esportazioni. Il governo è pienamente consapevole della necessità di applicare il programma concordato con l'FMI e il programma economico di preadesione. Sono state riavviate le riforme strutturali, specie per quanto riguarda la privatizzazione e l'adeguamento dei prezzi dell'energia. Le recenti privatizzazioni rispecchiano la volontà di instaurare un'economia di mercato funzionante. Sussistono tuttavia gravi squilibri economici, con un tasso elevato d'inflazione e un aumento del disavanzo delle partite correnti in un contesto sociale difficile. La fragilità persistente del quadro macroeconomico, la precarietà del quadro legislativo e la capacità amministrativa insufficiente frenano lo sviluppo del settore privato. In molte parti del settore aziendale, la ristrutturazione non è stata neppure avviata o si trova ancora nelle fasi iniziali. Le riforme da attuare sono ancora numerose. Le autorità dovrebbero puntare anzitutto a garantire la stabilità macroeconomica combattendo l'inflazione e frenando il deterioramento dei conti esteri. Applicando correttamente il programma concordato con l'FMI, volto principalmente a eliminare i fattori d'inflazione, si potrebbe riorientare gradatamente la politica monetaria e di cambio verso la riduzione dell'inflazione. Si dovrà imporre alle imprese una disciplina finanziaria che freni l'accumulazione degli arretrati tra di esse e metta fine ai contributi statali a favore delle imprese inefficienti. Eliminando l'onere che queste pratiche rappresentano per la politica fiscale si migliorerebbe il coordinamento tra la politica fiscale e la politica monetaria. Contemporaneamente alla ristrutturazione e alla privatizzazione delle imprese, occorre creare il quadro legislativo e istituzionale necessario per instaurare un'economia di mercato funzionante. La Romania ha recepito altre parti dell'acquis, senza però migliorare in misura equivalente la sua capacità amministrativa. I progressi fatti dalla Romania per quanto riguarda la legislazione sul mercato interno variano a seconda dei settori. L'adozione della nuova legislazione sulle commesse pubbliche è uno dei pochi risultati ottenuti in materia di libera circolazione delle merci e non è ancora stata adottata la legislazione quadro per il nuovo approccio globale. Occorre inoltre potenziare l'infrastruttura amministrativa per la standardizzazione, la certificazione e la sorveglianza del mercato. L'allineamento con l'acquis sulla libera circolazione delle persone è avvenuto in misura limitata. Si segnalano progressi riguardanti le assicurazioni e la sorveglianza bancaria, ma l'acquis sui mercati dei titoli non è stato minimamente recepito. La legislazione sulla protezione dei dati personali è tuttora inadeguata. La Romania ha adottato una legislazione valida sul riciclaggio del denaro sporco, ma non dispone ancora di un sistema globale di controllo dei cambi e applica tuttora restrizioni ai movimenti di capitali. Va migliorata la sorveglianza dei servizi finanziari. È proseguito l'allineamento con l'acquis sul diritto societario e sulla politica di concorrenza, settori in cui la Romania ha già raggiunto un notevole livello di recepimento. Occorre comunque migliorare il controllo dei diritti di proprietà intellettuale e la capacità di applicare le norme in materia di aiuti di Stato e di antitrust. I progressi fatti dalla Romania nel settore fiscale riguardano soprattutto le accise. Occorre però proseguire l'allineamento in materia di IVA e modernizzare l'amministrazione fiscale, sviluppando fra l'altro gli scambi di dati elettronici con la Comunità e gli Stati membri. La Romania ha finalmente adottato un documento di strategia industriale e impresso un notevole impulso al processo di privatizzazione, ma dovrà impegnarsi ulteriormente in tal senso. Si è fatto molto per sviluppare il settore delle PMI e per migliorare il contesto in cui operano le imprese. È proseguito l'allineamento di varie sezioni dell'acquis agricolo, ma la ristrutturazione del settore è iniziata solo adesso. La capacità amministrativa globale del ministero dell'Agricoltura è tuttora mediocre e la Romania non è ancora in grado di applicare i meccanismi di gestione della politica agricola comune. Vanno migliorati anche i sistemi di controllo nei settori veterinario e fitosanitario. La nuova legge sulla pesca rende il quadro legislativo rumeno sostanzialmente conforme all'acquis, ma si devono potenziare ulteriormente le strutture amministrative. La Romania ha continuato con impegno ad armonizzare la legislazione sui trasporti, attuando invece una politica poco coerente nel settore dell'energia dove i progressi sono stati scarsi. Il recepimento è proseguito a rilento nel settore delle telecomunicazioni, ma si è fatto molto per preparare le future riforme. Pur essendosi ulteriormente allineata con l'acquis ambientale, la Romania non possiede la capacità amministrativa necessaria per applicare correttamente la nuova legislazione e non stanzia risorse sufficienti a favore di questo settore. La Romania si è allineata con diverse sezioni dell'acquis sulla tutela dei consumatori, ma dovrà garantire la corretta applicazione delle leggi. I progressi nel settore audiovisivo sono piuttosto scarsi. Si è fatto qualche progresso per quanto riguarda la politica sociale, considerata prioritaria dal governo, ma occorre proseguire l'allineamento con l'acquis e migliorare la capacità amministrativa (in particolare per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul posto di lavoro e il potenziamento degli ispettorati del lavoro). La politica regionale è lievemente migliorata nel periodo oggetto della relazione, specie a livello istituzionale. La nuova struttura, tuttavia, è fragile e si dovranno migliorare considerevolmente la programmazione, le verifiche, la valutazione e la capacità di gestire e controllare i fondi pubblici. I progressi più salienti in materia di giustizia e affari interni riguardano la politica dei visti, il controllo delle frontiere e l'immigrazione. Occorre ancora adottare, tuttavia, una legislazione su aspetti importanti quali la protezione dei dati e potenziare le capacità e le infrastrutture per la gestione delle frontiere. La politiche commerciali della Romania sono sempre più incompatibili con i suoi obblighi internazionali e con l'acquis. D'altro canto, la gestione della presidenza dell'OSCE ha dimostrato che la Romania è in grado di assumere un ruolo direttivo, a livello internazionale, in materia di affari esteri. È proseguita l'armonizzazione con l'acquis sulle dogane, ma si deve migliorare la capacità operativa del servizio doganale e sviluppare sistemi che consentano scambi di dati computerizzati tra la CE e la Romania. Pur avendo ottenuto qualche risultato positivo, le autorità rumene non sono ancora riuscite a elaborare un quadro politico globale per il controllo finanziario interno dei fondi pubblici, e devono ancora migliorare la capacità amministrativa in questo settore. La Romania ha iniziato a rivedere le procedure di bilancio, ma dovrà impegnarsi maggiormente per quanto riguarda il bilancio nazionale e le risorse proprie. La capacità globale della pubblica amministrazione di applicare l'acquis è tuttora insufficiente e ostacola i preparativi della Romania per l'adesione. Alcuni settori dell'amministrazione funzionano bene, mentre altri, di grande importanza, lamentano carenze alquanto preoccupanti che vanno dall'adozione dell'acquis alla gestione dei fondi CE. Il governo sta iniziando solo adesso a rafforzare la capacità amministrativa. La Romania ha realizzato le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione, connesse ai trasporti. Nonostante i progressi fatti in materia di fiscalità, dogane, giustizia e affari interni, non si è realizzata integralmente nessuna delle priorità individuate per questi settori. Si è fatto qualche progresso per quanto riguarda le priorità connesse al mercato interno, all'agricoltura, all'ambiente, all'occupazione, agli affari sociali e al potenziamento della capacità amministrativa e giudiziaria. La Romania ha preso qualche misura per realizzare le priorità a medio termine del partenariato per l'adesione, che ha praticamente conseguito nei settori dei trasporti e della pesca. Non si segnalano progressi di rilievo per l'agricoltura, l'ambiente e l'occupazione. Slovacchia Nel suo parere del 1999, la Commissione concludeva che la Slovacchia soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. La Slovacchia continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. Si segnalano notevoli progressi per quanto riguarda la struttura e il funzionamento dell'amministrazione. Sono stati adottati il quadro legislativo per il decentramento della pubblica amministrazione e la legge sul pubblico impiego. Ora si tratta di applicare correttamente la legislazione affinché la pubblica amministrazione svolga efficacemente il ruolo fondamentale che le compete in una democrazia funzionante basata sullo Stato di diritto e sostenga il processo di adesione. Si sono prese misure importanti per rafforzare l'indipendenza del settore giudiziario. Una modifica della costituzione ha abolito, in particolare, il periodo di prova quadriennale per i giudici e previsto la creazione di un consiglio giudiziario. Questa modifica deve però tradursi nella legislazione primaria e garantire, in pratica, l'imparzialità professionale e la neutralità politica del sistema giudiziario. Per lottare più efficacemente contro la corruzione, si è tradotta la politica governativa in azioni concrete e si sono recepiti gli obblighi internazionali. La corruzione, tuttavia, desta tuttora serie preoccupazioni. Per combatterla in modo più costruttivo, la Slovacchia dovrebbe applicare in modo rigoroso i vari piani d'azione, applicare alla lettera la legislazione vigente, completare quella prevista e migliorare le capacità amministrative e il coordinamento tra gli organi competenti. La riforma costituzionale ha gettato le basi per il potenziamento delle strutture istituzionali slovacche nel settore dei diritti umani. Il comportamento dei poliziotti, tuttavia, deve essere riveduto, specialmente a seguito delle denunce di maltrattamenti. Durante il periodo di riferimento, si è fatto molto per definire e mettere in pratica misure positive per tutelare i diritti delle minoranze, attuando in particolare le strategie governative pertinenti. Si sono inoltre promossi l'uso e la protezione delle lingue minoritarie. La strategia per la minoranza Rom, adottata nel 1999 e nel 2000, dovrebbe essere applicata meglio stanziando inoltre le risorse finanziarie necessarie a livello nazionale e locale. In tale contesto, si dovrà intensificare la lotta contro la discriminazione generalizzata. Sono state realizzate le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione 1999 connesse alla modernizzazione e al decentramento della pubblica amministrazione. È stata inoltre rafforzata l'indipendenza del settore giudiziario, altra priorità a breve termine. La situazione della minoranza Rom, che figura nello stesso elenco di priorità, non è migliorata in modo molto tangibile nonostante le ulteriori misure positive adottate. Si segnalano pochi progressi anche per quanto riguarda le priorità a medio termine connesse ai criteri politici del partenariato per l'adesione 1999 (proseguimento dell'applicazione della legislazione sulle lingue minoritarie, rafforzamento delle politiche riguardanti la minoranza Rom e aumento delle risorse stanziate in bilancio a tale scopo). La Slovacchia ha un'economia di mercato funzionante, che dovrebbe essere in grado di far fronte, a breve termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché prosegua sulla via del consolidamento fiscale a medio termine e attui integralmente il programma di riforme strutturali annunciato. Si è mantenuta nel complesso la stabilità macroeconomica imprimendo inoltre un notevole impulso alla privatizzazione bancaria, che è quasi terminata. Sono proseguite anche la ristrutturazione e la privatizzazione dei servizi pubblici e delle imprese di trasporti di proprietà statale. Si sono inoltre migliorati i presupposti per lo sviluppo del settore privato. Il notevole incremento del disavanzo delle partite correnti impone tuttavia una politica fiscale più oculata. È in aumento anche la disoccupazione, che aveva già raggiunto livelli elevati. Occorre migliorare e applicare correttamente determinati elementi del quadro legislativo e istituzionale per lo sviluppo delle imprese, rafforzare la sorveglianza nel settore finanziario e garantire la sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche. Per conseguire i traguardi fiscali, le autorità devono attuare una riforma a medio termine della spesa pubblica, specie per quanto riguarda la sanità, le pensioni e le sovvenzioni. Per consolidare la stabilizzazione macroeconomica si dovranno combinare oculatamente le politiche fiscale e monetaria. Proseguendo la privatizzazione, migliorando il quadro amministrativo e legislativo e attuando le riforme nel settore finanziario si creeranno le basi per lo sviluppo del settore privato. Per incrementare l'occupazione occorrerà riformare radicalmente il mercato del lavoro. Negli ultimi dodici mesi, la Slovacchia ha continuato ad allineare la sua legislazione con l'acquis, anche se a un ritmo diverso a seconda dei capitoli. I progressi più salienti riguardano la libera circolazione delle merci, il diritto societario, la politica sociale, l'occupazione e l'unione doganale. Sussistono carenze strutturali in settori quali l'agricoltura, la politica regionale e il coordinamento degli strumenti strutturali. Le capacità amministrative sono state in parte migliorate, ma si dovranno prendere altre misure in tal senso in tutti i settori. Si sono fatti progressi anche per quanto riguarda la legislazione sul mercato interno, segnatamente la libera circolazione delle merci e la libera circolazione dei servizi, mentre la situazione non è molto migliorata in materia di libera circolazione delle persone. Il processo legislativo connesso al diritto societario è proseguito speditamente, a parte i marchi commerciali, specie per quanto riguarda l'allineamento con le direttive pertinenti e l'adozione di una nuova legge sui brevetti. Si dovrebbero potenziare ulteriormente tutti gli organi amministrativi e giudiziari competenti per i diritti di proprietà intellettuale e industriale. Nell'ambito della politica di concorrenza, la modifica della legge sugli aiuti di Stato ha reso il quadro legislativo sostanzialmente conforme all'acquis. Contrariamente all'antitrust, tuttavia, le norme sugli aiuti di Stato vengono applicate in modo incompleto e non trasparente. Le capacità amministrative connesse al mercato interno vanno potenziate, specie per quanto riguarda la sorveglianza dei servizi finanziari. Per quanto riguarda l'agricoltura, si rilevano progressi considerevoli in termini di allineamento e di applicazione solo per l'acquis in campo veterinario. Si dovrebbero accelerare la creazione di un sistema integrato di gestione e di controllo, l'adozione di normative specifiche sui mercati e l'allineamento nel settore fitosanitario oltre a potenziare le capacità amministrative, comprese le strutture di controllo alle frontiere. L'allineamento legislativo è proseguito nel settore dei trasporti, segnatamente quelli terrestri. Occorre proseguire con impegno il processo in tutti i settori e rafforzare le capacità amministrative, completando fra l'altro le strutture necessarie. L'allineamento legislativo in materia di imposizione indiretta e diretta procede a rilento, e si dovranno adeguare ulteriormente le aliquote dell'IVA e delle accise. È proseguita anche la riforma dell'amministrazione tributaria slovacca, che dovrà essere radicalmente modernizzata. Occorre inoltre predisporre sistemi informatici fiscali che consentano scambi di dati elettronici con la CE e i suoi Stati membri. Fra le misure positive nel settore dell'energia figurano la decisione di aprire gran parte del mercato interno dell'elettricità e di avviare la privatizzazione delle principali imprese energetiche. Per quanto riguarda l'energia nucleare, la Slovacchia dovrebbe onorare gli impegni assunti in materia di smantellamento e continuare a garantire un alto livello di sicurezza nucleare. La riforma della politica industriale è proseguita a ritmo sostenuto con la privatizzazione delle imprese, segnatamente nel settore bancario, e la loro ristrutturazione. Se si eccettuano i servizi postali, la Slovacchia ha raggiunto globalmente un notevole grado di allineamento per quanto riguarda le telecomunicazioni e le tecnologie dell'informazione. A questo punto, si devono curare l'applicazione delle leggi e il potenziamento delle capacità amministrative. È proseguito l'allineamento legislativo riguardante la tutela dei consumatori, segnatamente gli aspetti non connessi alla sicurezza. Si dovranno potenziare ulteriormente gli organismi preposti alla sorveglianza del mercato e migliorarne il coordinamento. I progressi più salienti nel settore della politica sociale e dell'occupazione riguardano l'allineamento con l'acquis in materia di diritto del lavoro e di pari opportunità per uomini e donne. Ora ci si dovrà concentrare maggiormente sull'applicazione, specie per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul posto di lavoro. I progressi in materia di politica regionale e di coordinamento degli strumenti strutturali sono tuttora limitati. Desta preoccupazioni la mancanza di personale sufficiente e qualificato presso i ministeri e gli organismi competenti. L'allineamento legislativo in materia di ambiente è proseguito speditamente, tranne per quanto riguarda la qualità dell'acqua, la protezione della natura, l'inquinamento industriale e la gestione dei rischi, ma il processo è ben lungi dall'essere terminato. Vanno inoltre prese misure drastiche per migliorare le capacità amministrative. La cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni è migliorata in termini di allineamento e di capacità amministrative, specie per quanto riguarda il controllo delle frontiere esterne (è stato adottato, fra l'altro, un piano d'azione Schengen), la politica dei visti e la cooperazione tra forze di polizia. Si dovranno tuttavia fare altri progressi di rilievo in tutti i settori, potenziando ulteriormente anche le capacità amministrative. Fra i progressi più salienti in materia di unione doganale va segnalata l'entrata in vigore della nuova legge doganale e della legge sugli enti amministrativi pubblici nel settore delle dogane. Vanno predisposti sistemi informatici tali da consentire gli scambi di dati computerizzati tra la CE e la Slovacchia. La significazione è notevolmente migliorata per quanto riguarda il controllo finanziario con l'adozione del quadro legislativo di base per il controllo finanziario interno pubblico e l'audit esterno. Si dovrà rivolgere particolare attenzione al controllo delle spese per le azioni strutturali e alla tutela degli interessi finanziari della CE. Per quanto riguarda le capacità amministrative, si segnalano progressi di rilievo solo in determinati settori, dove sono state potenziate le istituzioni competenti. La situazione è notevolmente migliorata per quanto riguarda la libera circolazione dei capitali e l'unione doganale, contrariamente all'agricoltura, alla politica dei trasporti, alla politica regionale, al coordinamento degli strumenti strutturali e alla cooperazione in materia di giustizia e affari interni. A livello di applicazione, il paese dovrà dar prova di maggiore impegno in settori quali il diritto societario, la politica di concorrenza, la politica sociale e l'occupazione. Occorre inoltre migliorare ulteriormente le capacità amministrative in materia di fiscalità, energia e ambiente. Le istituzioni e i meccanismi necessari per una gestione efficiente e controllabile dei fondi CE devono essere notevolmente potenziati. La decisione del governo di aumentare di circa 1 200 persone, entro il 2002, il personale che si occupa dell'integrazione nell'UE darà un prezioso contributo al potenziamento delle capacità amministrative, tuttora carenti. Le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione 1999 sono state realizzate in buona parte nel settore del mercato interno, della politica sociale e dell'occupazione, parzialmente in materia di energia e di cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni e in misura limitata per quanto riguarda l'agricoltura e l'ambiente. Sono state realizzate tutte le priorità a medio termine tranne quelle connesse alla politica dei trasporti, alla politica regionale e al coordinamento degli strumenti strutturali. Le priorità ambientali sono state realizzate in misura piuttosto limitata. Slovenia Nel suo parere del 1997, la Commissione concludeva che la Slovenia soddisfaceva i criteri politici. Da allora, il paese ha notevolmente consolidato la stabilità delle sue istituzioni garantendo la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. La situazione è migliorata da un anno a questa parte. La Slovenia continua a soddisfare i criteri politici di Copenaghen. La riforma giudiziaria è giunta a uno stadio avanzato grazie all'adozione della nuova legislazione e alle misure già prese l'anno prima per smaltire le cause arretrate, che hanno dato notevoli risultati. È proseguita anche la riforma della pubblica amministrazione, ma devono ancora essere adottate le leggi sui funzionari statali e sugli enti pubblici, elementi importanti della legislazione quadro per la riforma della pubblica amministrazione che sanciscono l'indipendenza del pubblico impiego e lo status degli enti pubblici. Il paese dovrà quindi continuare a impegnarsi in tal senso. Il comportamento dei poliziotti deve essere riveduto, specialmente a seguito delle denunce di maltrattamenti. L'accelerazione della riforma della pubblica amministrazione, che figurava tra le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione del 1999, si può considerare realizzata. La legislazione sugli enti pubblici, che costituisce invece una priorità a medio termine, non è ancora stata adottata. La Slovenia ha migliorato notevolmente il funzionamento del sistema giudiziario e ha risolto le questioni in sospeso con la Croazia, realizzando altre due priorità a medio termine La Slovenia ha un'economia di mercato funzionante, che dovrebbe essere in grado di far fronte, a breve termine, alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché porti a termine le riforme necessarie per alimentare la concorrenza sui mercati nazionali. Il quadro macroeconomico è rimasto globalmente soddisfacente, con un aumento costante del PIL accompagnato da un calo della disoccupazione e del disavanzo delle partite correnti. Nell'ambito della politica dei tassi di cambio controllati, vengono eliminate progressivamente le ultime restrizioni ai movimenti di capitali. Desta comunque preoccupazione l'inflazione persistente, legata all'indicizzazione generalizzata dell'economia slovena e alla politica monetaria e dei tassi di cambio. I mercati del lavoro non sono abbastanza flessibili. Si potrebbe migliorare il funzionamento dei mercati riducendo l'ingerenza statale in determinati comparti dell'economia. Le autorità dovrebbero proseguire le riforme strutturali annunciate e la privatizzazione in settori chiave quali banche e assicurazioni, poiché in tal modo attirerebbero un maggior numero di investitori esteri e getterebbero basi microeconomiche più solide per una crescita sostenuta a medio termine. Queste misure strutturali permetteranno di imperniare la politica monetaria e di cambio sulla stabilità dei prezzi anziché sul mantenimento della competitività esterna. La riforma in corso nel settore finanziario favorirà inoltre la liberalizzazione totale dei movimenti di capitali. Dopo l'ultima relazione periodica, la Slovenia ha fatto nel complesso progressi soddisfacenti in termini di recepimento e di applicazione dell'acquis, segnatamente nei seguenti settori: diritto societario, agricoltura, trasporti, energia, cultura, mezzi audiovisivi e telecomunicazioni. La situazione è rimasta più stazionaria in materia di politica regionale, libera circolazione delle persone, politica sociale e occupazione, tutela dei consumatori e della salute. Il paese ha continuato a rafforzare le capacità amministrativa, specie per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, le telecomunicazioni, la cultura, i mezzi audiovisivi e il controllo finanziario interno. Dopo l'ultima relazione periodica, la Slovenia ha adottato e applicato numerose leggi nei principali settori dell'acquis sul mercato interno. Si segnalano progressi di rilievo per quanto riguarda il diritto societario e il quadro legislativo è quasi completo. A questo punto, la Slovenia dovrebbe cercare di applicare correttamente le disposizioni sui diritti di proprietà intellettuale e industriale. Ora che anche il quadro legislativo per la libera circolazione delle merci è quasi terminato, si dovrà potenziare il quadro istituzionale, compresi il nuovo istituto di standardizzazione e i sistemi di sorveglianza del mercato. Nel periodo oggetto della relazione, la Slovenia ha abolito buona parte delle restrizioni alla libera circolazione dei capitali, ma dovrà portare a termine il processo secondo il calendario fissato dal governo. Si segnalano progressi anche per quanto riguarda l'allineamento inerente alla libera prestazione dei servizi, ma le istituzioni di controllo vanno ulteriormente potenziate. Sebbene la politica di concorrenza non abbia fatto progressi di rilievo, i preparativi della Slovenia in questo settore sono piuttosto avanti e dovranno concentrarsi in modo particolare sull'applicazione delle leggi. Nel periodo oggetto della relazione non si sono registrati particolari sviluppi per quanto riguarda la libera circolazione delle persone; la Slovenia dovrebbe quindi accelerare l'allineamento, segnatamente in materia di reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali e di diritti del cittadino. Fra i notevoli progressi fatti dalla Slovenia nel settore della fiscalità va segnalata la trasformazione dei negozi duty free. La Slovenia deve assolutamente predisporre sistemi informatici tali da consentire gli scambi di dati elettronici con la Comunità e gli Stati membri. I notevoli progressi in materia di agricoltura riguardano, in particolare, l'adozione di leggi veterinarie e fitosanitarie. Ora si dovrà puntare in via prioritaria a rafforzare la capacità amministrativa, a completare i meccanismi di gestione della PAC e a predisporre controlli fitosanitari e veterinari adeguati. La Slovenia ha fatto notevoli progressi in termini di allineamento legislativo nel settore dei trasporti con l'adozione di leggi fondamentali sui trasporti aerei, marittimi e stradali. Sono inoltre proseguiti i preparativi per l'adesione nel settore dell'energia, fra cui l'apertura del mercato nazionale dell'elettricità. Dopo l'ultima relazione periodica, la Slovenia ha fatto pochissimi progressi nel preparare l'adesione in materia di politica regionale. Occorre accelerare in via prioritaria i preparativi per l'applicazione dei fondi strutturali. Nel periodo oggetto della relazione, la situazione è rimasta praticamente invariata anche in materia di occupazione e affari sociali, in parte a causa dell'ulteriore rinvio dell'adozione della legge sui rapporti di lavoro. Visto che l'allineamento nel settore ambientale è molto avanti, il paese potrà concentrarsi sull'adozione della legislazione di base riguardante la qualità dell'acqua, gli organismi geneticamente modificati (OGM) e la protezione contro le radiazioni. Nel periodo oggetto della relazione si sono fatti pochi progressi in materia di tutela dei consumatori e ci si dovrà impegnare in modo particolare per quanto riguarda le misure non attinenti alla sicurezza. La Slovenia ha impresso un notevole impulso all'allineamento legislativo e all'applicazione dell'acquis in materia di telecomunicazioni, cultura e mezzi audiovisivi adottando la legislazione chiave e creando l'ente per le telecomunicazioni e le trasmissioni radiotelevisive. Si è fatto qualche progresso in materia di giustizia e affari interni, tra cui l'adozione del piano d'azione Schengen e il potenziamento del personale incaricato di esaminare le richieste di asilo. La Slovenia dovrebbe rafforzare le capacità e l'infrastruttura per il controllo delle frontiere, predisporre strutture adeguate per coloro che chiedono asilo, separandole dal centro per i clandestini, e adottare il diritto derivato rimanente. La Slovenia, che ha già raggiunto un buon livello di allineamento nel settore doganale, dovrebbe puntare anzitutto a completare il ravvicinamento legislativo e a potenziare l'amministrazione attraverso la riforma in corso, sviluppando i sistemi informatici per consentire gli scambi di dati computerizzati con la CE. In materia di controllo finanziario esterno, va sottolineata l'adozione della nuova legge sulla Corte dei conti. I preparativi in questo settore sono già piuttosto avanti, e si dovrebbe puntare soprattutto a rafforzare il controllo finanziario pubblico interno. La Slovenia ha migliorato la sua capacità amministrativa di applicare l'acquis. Dopo l'ultima relazione periodica, sono state create numerose istituzioni di attuazione, sorveglianza e regolamentazione in materia di libera circolazione delle merci, telecomunicazioni, cultura e mezzi audiovisivi. Il paese dispone quindi di quasi tutte le istituzioni necessarie per l'applicazione dell'acquis, a cui dovrà fornire mezzi sufficienti per lo svolgimento dei loro compiti. Va sviluppata la capacità amministrativa per la gestione dei fondi strutturali. Occorre inoltre creare un organo di controllo indipendente per la protezione dei dati e predisporre la capacità amministrativa necessaria per una gestione oculata, efficiente e verificabile dei fondi CE. La Slovenia ha realizzato gran parte delle priorità a breve termine del partenariato per l'adesione per quanto riguarda i criteri economici, il mercato interno, l'agricoltura, i trasporti, l'ambiente, l'occupazione e gli affari sociali, la giustizia e gli affari interni. Sono state parzialmente realizzate le priorità connesse al potenziamento della capacità amministrativa e giudiziaria (compresi la gestione e il controllo dei fondi CE). Ora la Slovenia dovrebbe concentrarsi sulle altre priorità a breve termine, segnatamente quelle connesse al controllo dei fondi CE. La Slovenia ha fatto notevoli progressi anche verso la realizzazione di diverse priorità a medio termine. Il paese dovrebbe accelerare i preparativi in materia di coesione economica e sociale e realizzare in particolare le priorità connesse ai criteri economici, al mercato interno, all'agricoltura, all'occupazione e agli affari sociali. Turchia Gli emendamenti della costituzione adottati dal governo turco il 3 ottobre 2001 hanno fornito ulteriori garanzie in materia di diritti umani e di libertà fondamentali, limitando inoltre l'applicazione della pena capitale e le restrizioni alla libertà di espressione e di comunicazione, alla libertà di stampa e alla libertà di associazione. A questo punto, si tratta di adottare la legislazione necessaria per l'applicazione concreta di questi importanti cambiamenti. Il governo turco sta ultimando vari disegni di legge volti ad applicare vari emendamenti della costituzione, specie per quanto riguarda la libertà di espressione e di pensiero, che dovrebbero agevolare la realizzazione delle priorità del partenariato per l'adesione. Nonostante i cambiamenti introdotti, l'esercizio delle libertà fondamentali è tuttora limitato. Il miglioramento effettivo della situazione dei cittadini turchi dipenderà dalle disposizioni particolareggiate della legislazione esecutiva e dall'applicazione pratica della legge. È comunque positivo che sia stato introdotto un principio generale di proporzionalità e che l'obiettivo globale dichiarato della riforma sia quello di porre l'accento sul rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. È stata mantenuta la moratoria sulla pena di morte che può essere applicata, a norma dell'articolo 38 della costituzione, solo ai crimini di stampo terroristico, in tempo di guerra o quando incomba la minaccia di un conflitto imminente. La deroga per i crimini terroristici non è compatibile con il protocollo 6 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo (ECHR), che non consente riserve di nessun tipo ma autorizza le deroghe per i crimini di guerra. Per applicare detto articolo, si dovranno introdurre cambiamenti legislativi nel codice penale, grazie ai quali si potrà valutare se la Turchia sia in grado di firmare e ratificare il protocollo 6 dell'ECHR. Le riforme connesse ai diritti economici, sociali e culturali contengono un certo numero di elementi positivi. Sono state abolite le disposizioni che proibiscono l'uso delle lingue vietate dalla legge (articoli 26 e 28). Si tratta di un'evoluzione positiva, che potrebbe promuovere l'uso di lingue diverse dal turco. Le autorità turche hanno riconosciuto che, per applicare questa riforma costituzionale, si dovranno modificare le leggi e le pratiche restrittive attuali. Non è invece migliorato l'esercizio effettivo dei diritti culturali da parte di tutti i turchi, indipendentemente dall'appartenenza etnica. Si invita la Turchia ad applicare integralmente le importanti riforme carcerarie adottate. Si deplora il ricorso eccessivo alla forza quando si tratta di reprimere gli ammutinamenti nelle prigioni. Dal punto di vista umanitario, inoltre, è inaccettabile che così tante persone perdano la vita in seguito agli scioperi della fame. Si dovrà fare di tutto per arginare questa tendenza, a prescindere dalle motivazioni politiche degli interessati. Si dovrebbe inoltre poter discutere liberamente di tali questioni. È iniziata la riforma del sistema giudiziario. Si nutrono tuttora notevoli riserve circa l'indipendenza del settore, i poteri dei tribunali di sicurezza dello Stato e dei tribunali militari e l'osservanza delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo. Si sono prese diverse iniziative per sensibilizzare i funzionari incaricati di applicare la legge e coloro che lavorano nel settore giudiziario al problema dei diritti umani, ma è troppo presto per valutarne l'impatto reale. La corruzione costituisce tuttora un grave problema, nonostante le misure prese per rendere più trasparente la vita pubblica in Turchia. Va segnalata comunque la recente firma delle importanti convenzioni del Consiglio d'Europa sulla corruzione e sul riciclaggio del denaro sporco. La situazione economica della Turchia sud-orientale dovrà essere ulteriormente migliorata per ridurre le disparità regionali e offrire a tutti i cittadini maggiori possibilità economiche, sociali e culturali. Nelle quattro province in questione vige tuttora lo stato di emergenza. Pur presentando le caratteristiche di base di un sistema democratico, la Turchia deve ancora risolvere questioni fondamentali quali il controllo civile sul settore militare. Malgrado i cambiamenti costituzionali, legislativi e amministrativi introdotti, la Turchia deve migliorare ulteriormente la situazione dei singoli cittadini in materia di diritti umani. Pur avendo fatto qualche progresso in determinati settori, Turchia non soddisfa ancora i criteri politici di Copenaghen. Si invita pertanto questo paese ad intensificare e ad accelerare il processo di riforma per garantire in tutto il paese il pieno rispetto, de jure e de facto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei cittadini. Ci si dovrebbe avvalere maggiormente del dialogo politico intensificato per progredire in merito alle questioni fondamentali che rientrano fra le priorità dei partenariati per l'adesione, quali i diritti umani, Cipro e la soluzione pacifica delle vertenze frontaliere. Visto che Ankara appoggia la decisione del leader Denktash di ritirarsi dai colloqui indiretti (proximity talks) organizzati dall'ONU e di declinare l'invito del segretario generale delle Nazioni Unite riguardante un incontro a New York, la Turchia dovrebbe tradurre in misure concrete il sostegno espresso durante il dialogo politico a favore dei tentativi del segretario generale delle Nazioni Unite di trovare una soluzione globale al problema di Cipro. Le due crisi finanziarie successive hanno impedito alla Turchia di progredire verso l'instaurazione di un'economia di mercato funzionante. Ciò nonostante, vasti settori della sua economia sono già competitivi sul mercato dell'UE nell'ambito dell'unione doganale con la CE Le due crisi finanziarie, inoltre, hanno bloccato la ripresa economica e il precedente programma di stabilizzazione economica, compromettendo la stabilità macroeconomica e facendo riapparire numerosi squilibri macroeconomici. È in fase di esecuzione l'ambizioso programma di riforme economiche adottato dalla Turchia che tiene maggiormente conto, rispetto a quello precedente, dei rischi e dei punti deboli del settore finanziario nazionale e cerca di ridurre le ingerenze governative in molti comparti dell'economia. Questi fattori, infatti, sono stati all'origine delle due crisi suddette. Si deve puntare in via prioritaria a raggiungere la stabilità macroeconomica attraverso la disinflazione. Le autorità, tuttavia, devono continuare a gettare solide basi per uno sviluppo economico sostenibile a medio termine imperniato sul mercato. Diversi settori, tra cui le banche, l'agricoltura e le imprese di Stato, dovranno essere integralmente ristrutturati per garantire la competitività a medio termine dell'intera economia. Si dovranno ridefinire le priorità di bilancio a medio termine onde assicurare in tutto il paese un volume sufficiente di investimenti a favore dell'istruzione, della sanità, dei servizi sociali e delle infrastrutture pubbliche. L'allineamento della Turchia con l'acquis è già piuttosto avanti nei settori che rientrano nell'unione doganale. Dopo l'ultima relazione periodica, si sono fatti ulteriori progressi in tal senso. Sono state inoltre adottate leggi di rilievo nel settore bancario, che riguardano anche la Banca centrale, e in settori quali le telecomunicazioni, l'energia e l'agricoltura. In alcuni casi, tuttavia, la nuova legislazione si discosta notevolmente dall'acquis (cosmetici, politica audiovisiva, politica sociale). Sussistono discordanze tutt'altro che trascurabili tra l'acquis e la legislazione turca. La capacità amministrativa di applicare l'acquis, infine, non è migliorata molto. Per quanto riguarda il mercato interno, sono stati adottati vari atti legislativi sulla libera circolazione delle merci, compresi gli standard. È di particolare importanza l'adozione di un quadro per la legislazione tecnica. Vanno comunque prese altre misure in una serie di settori. Il regime attuale delle commesse pubbliche non è in linea con l'acquis. Non si segnalano progressi nel settore della libera circolazione delle persone. Per quanto riguarda la libera circolazione dei capitali, sussistono notevoli restrizioni agli investimenti esteri in diversi settori. La legislazione sui servizi non finanziari deve essere ulteriormente allineata. Si dovrà insistere maggiormente sull'applicazione della legislazione relativa al riciclaggio del denaro sporco. In materia di diritto societario, non si è ancora adottato un nuovo codice commerciale. Si è fatto molto, invece, per allineare con l'acquis la legislazione sui diritti di proprietà intellettuale. Sono stati creati tribunali specializzati per tutelare la proprietà intellettuale, ma occorre rafforzare la capacità di applicazione in questo campo. Nel settore della politica di concorrenza, l'applicazione delle disposizioni antitrust rimane soddisfacente. La politica turca in materia di aiuti di Stato non è compatibile con l'acquis. Nonostante la nuova legge in vigore, l'adeguamento dei monopoli sull'alcool e sul tabacco continua a destare preoccupazioni. La Turchia ha avviato una riforma radicale del settore agricolo. Alcuni elementi di base della sua nuova politica in materia di entrate dirette, tuttavia, si discostano dall'impostazione attuale dell'UE. Mancano tuttora nel paese meccanismi fondamentali quali un registro fondiario nazionale. La Turchia dovrebbe concentrarsi sul recepimento e sull'applicazione della legislazione CE nei settori veterinario e fitosanitario. Non si è fatto alcun progresso nell'allineare la politica turca nel settore della pesca con la politica comune in questo campo. Il paese dovrebbe inoltre introdurre un sistema moderno di registrazione dei pescherecci. Per quanto riguarda la politica dei trasporti, la Turchia dovrebbe accelerare l'attività legislativa necessaria per adottare l'acquis comunitario in questo campo. Va inoltre migliorata la capacità amministrativa di applicare la legislazione pertinente in tutti i settori. Il ravvicinamento delle aliquote IVA figura tra le principali priorità nel settore fiscale. Nella maggior parte dei settori, l'infrastruttura statistica della Turchia è ancora molto diversa da quella dell'UE. Non si segnalano progressi concreti in proposito. Non tutte le misure prese per quanto riguarda la politica sociale e l'occupazione sono conformi con l'acquis. La nuova legge sul Consiglio economico e sociale, ad esempio, non crea le condizioni necessarie per un dialogo sociale vero e proprio. La legislazione turca è ancora molto diversa da quella della CE. Per quanto riguarda l'energia, sono stati fatti notevoli progressi nei settori dell'elettricità e del gas. La Turchia ha adottato quest'anno due leggi importanti, che ne agevoleranno l'integrazione nel mercato interno dell'energia. Il nuovo quadro normativo sulle telecomunicazioni dovrebbe essere allineato con l'acquis per quanto concerne i servizi universali, la protezione dei dati, e così via. La Turchia non ha fatto alcun progresso per quanto riguarda la politica regionale, e dovrà dar prova di notevole impegno per preparare l'applicazione delle politiche strutturali. Nel settore ambientale devono essere adottate nuove leggi, tra cui un'importante legge quadro tuttora all'esame del Parlamento. Nel settore della giustizia e degli affari interni, la Turchia ha firmato di recente tre importanti convenzioni del Consiglio d'Europa sul riciclaggio del denaro sporco e sulla lotta contro la corruzione. È entrato in vigore un accordo bilaterale con la Grecia volto a combattere la criminalità. La Turchia ha preso provvedimenti per allinearsi con la politica dell'UE in materia di visti e per concludere accordi di riammissione nel settore dell'immigrazione. Dovrebbero essere rafforzate la capacità amministrativa per il controllo delle frontiere e la lotta contro l'immigrazione clandestina. L'allineamento è quasi terminato nel settore doganale. Per quanto riguarda il controllo finanziario, il governo turco dovrebbe migliorare i suoi meccanismi di bilancio e di controllo finanziario. Occorre rafforzare la capacità amministrativa in diversi settori per garantire la corretta applicazione dell'acquis e attuare una riforma radicale a tutti i livelli dell'amministrazione. In alcuni settori, quali gli aiuti di Stato e lo sviluppo regionale, si dovranno creare nuove strutture. Sono stati creati nuovi enti normativi, a cui si dovranno garantire autonomia, personale sufficiente e risorse finanziarie adeguate. La Turchia ha preparato attivamente l'applicazione del suo partenariato per l'adesione, adottato nel marzo 2001. Il paese vanta attualmente una migliore comprensione dell'acquis e il governo ha avviato un processo intensivo di preparazione della nuova legislazione. Grazie alle misure prese in materia di libera circolazione delle merci, tutela della proprietà intellettuale, energia, telecomunicazioni e dogane, si sono realizzate in parte le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione. Occorrerà però un impegno nettamente superiore per realizzare le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione connesse all'acquis. Allegato 2: Paesi candidati: principali indicatori statistici (2000) >SPAZIO PER TABELLA> Fonti : Eurostat in base a fonti nazionali. (1) Il metodo di calcolo del PIL in P.P.A. è stato riveduto dopo le relazioni dell'anno scorso, per cui i dati non sono confrontabili. (2) I dati relativi alla popolazione globale utilizzati per calcolare il PIL pro capite provengono dalla contabilità nazionale, il che spiega le eventuali discordanze rispetto alle statistiche demografiche. 2000 >SPAZIO PER TABELLA> (3) Si sono utilizzati i dati demografici della contabilità nazionale, il che spiega le eventuali discordanze rispetto alle statistiche demografiche. (4) Dati relativi alla bilancia dei pagamenti (5) per Malta in funzione dei disoccupati registrati Fonti: Eurostat in base a fonti nazionali. Allegato 3: La strategia di preadesione Nell'ambito della strategia di adesione si individuano i settori prioritari, si fornisce un'assistenza finanziaria, si concludono accordi di associazione, si autorizza la partecipazione ai programmi e alle agenzie della Comunità e si aiutano i paesi candidati a prepararsi all'adesione allineandosi fin d'ora con l'acquis dell'Unione. a) Definizione delle priorità I partenariati per l'adesione, pietra angolare della strategia di preadesione, sono stati adottati nel dicembre 1999 per i paesi candidati dell'Europa centrale e orientale, nel marzo 2000 per Cipro e Malta e nel marzo 2001 per la Turchia. Basandosi sulle analisi contenute nelle relazioni periodiche, essi definiscono le priorità che ciascun paese deve realizzare per conformarsi ai criteri di adesione, specificando inoltre l'assistenza finanziaria che la Comunità è disposta a fornire e le condizioni cui è soggetta. Non è stato necessario per l'UE invocare la clausola di condizionalità del regolamento sui partenariati per l'adesione, da applicare in caso di progressi insufficienti verso l'adempimento dei criteri di adesione o di mancato rispetto degli obblighi previsti dagli accordi di associazione. Ciascuna relazione periodica segnala i progressi e le carenze riscontrati nella realizzazione delle priorità dei partenariati per l'adesione. Unitamente alle relazioni periodiche, la Commissione presenta al Consiglio proposte di revisione dei partenariati per l'adesione che individuano i settori prioritari di cui ci si dovrà occupare nel 2002 e nel 2003. Le proposte riguardano tutti i paesi tranne la Turchia, per la quale la revisione è resa superflua dalla recente adozione dell'attuale partenariato per l'adesione. Nel quadro del partenariato per l'adesione, ciascun paese candidato elabora e aggiorna periodicamente il proprio programma nazionale per l'adozione dell'acquis (PNAA), in cui viene indicato, oltre alle risorse umane e finanziarie, il calendario di realizzazione delle priorità per l'adesione. La Turchia ha adottato per la prima volta il proprio PNAA nel 2001, mentre tutti gli altri paesi candidati hanno aggiornato i loro programmi nel primo semestre del 2001. I PNAA sono stati inclusi nella procedura di bilancio di alcuni paesi. In ciascuna relazione periodica figura anche una valutazione del PNAA. b) Assistenza finanziaria I paesi candidati dell'Europa centrale e orientale usufruiscono dell'assistenza finanziaria della CE sin dall'inizio del processo di transizione attraverso il programma PHARE, completato attualmente da due programmi che aiutano i paesi a prepararsi a partecipare ai fondi di coesione e strutturali. ISPA stanzia oltre 1 miliardo di euro all'anno per gli investimenti a favore delle infrastrutture nei settori dell'ambiente e dei trasporti come preparazione al fondo di coesione, mentre SAPARD prevede di erogare ogni anno oltre 500 milioni di euro per lo sviluppo agricolo e rurale come preparazione a partecipare ai fondi strutturali per l'agricoltura e la pesca. Il programma PHARE cofinanzia, mediante una dotazione annuale di oltre 1,6 miliardi di euro, il potenziamento istituzionale, gli investimenti connessi a favore dell'infrastruttura di applicazione dell'acquis e il sostegno alla coesione economica e sociale per preparare i candidati a utilizzare i fondi strutturali dopo l'adesione. Ciascuno di questi tre settori riceve circa un terzo dei fondi disponibili. Il contributo PHARE per lo sviluppo istituzionale serve a migliorare la capacità dei candidati di applicare l'acquis ricorrendo prevalentemente ai gemellaggi, operativi nell'Europa centrale e orientale sin dal 1998, che consistono nel distaccare persone competenti dei ministeri, degli organi regionali, degli enti pubblici e delle organizzazioni professionali degli Stati membri presso gli organismi corrispondenti dei paesi candidati. I gemellaggi, di cui beneficiano dal 2001 anche Cipro e Malta, saranno estesi alla Turchia dal 2002 in poi nel quadro degli strumenti finanziari corrispondenti. I progetti di gemellaggi attualmente in corso (circa 500) riguardano la maggior parte dei settori dell'acquis (cfr. allegato 5 per maggiori particolari). I paesi candidati possono avvalersi dall'inizio di quest'anno dell'esperienza degli Stati membri per progetti a breve-medio termine di portata più limitata attraverso un nuovo meccanismo denominato "gemellaggio parziale". I primi progetti inizieranno alla fine del 2001. Il TAIEX (Ufficio per lo scambio d'informazioni in materia di assistenza tecnica) continua inoltre a fornire consulenze a breve termine mentre il programma SIGMA (finanziato da PHARE e gestito dall'OCSE) fornisce consulenze sulle funzioni pubbliche orizzontali nei paesi dell'Europa centrale e orientale, concentrandosi sulla riforma della pubblica amministrazione, sul controllo finanziario e sull'audit. L'attuazione di SAPARD è totalmente decentrata. Questo strumento cofinanzia, basandosi su piani di sviluppo rurale approvati dalla Commissione, i progetti di sviluppo rurale selezionati dai paesi beneficiari. La struttura di esecuzione per ciascun paese comprende un'agenzia SAPARD, che provvede alla gestione e ai pagamenti e deve essere accreditata dalla Commissione. Questo processo, completato in parte in Bulgaria e in Estonia, è risultato piuttosto complesso ed è stato fonte di varie difficoltà, e dovrà quindi essere accelerato per gli altri paesi candidati. Ciascun paese ha elaborato, nel quadro di ISPA, strategie nazionali per i trasporti e l'ambiente, in base alle quali la Commissione ha approvato progetti per l'intero importo disponibile nel 2000, suddiviso in maniera quasi uniforme tra i due settori. Nel 2001 si prevedono risultati analoghi. La Banca europea per gli investimenti dispone di un potenziale di prestiti a favore dei paesi dell'Europa centrale e orientale, compresi anche alcuni paesi non candidati, pari a oltre 17 miliardi di euro per il periodo 2000-2007 (8,9 miliardi di euro garantiti dal bilancio comunitario e 8,5 miliardi nell'ambito di una linea di credito preadesione senza questa garanzia). La spesa effettiva per il 2001 dovrebbe ammontare a 3,5 miliardi di euro. Il Consiglio ha adottato nel marzo 2000 un regolamento finanziario sugli interventi preadesione per Cipro e Malta che prevede un contributo finanziario pari a 95 milioni di euro per il periodo 2000-2004 onde realizzare le priorità dei partenariati per l'adesione. Gli stanziamenti di bilancio per il 2000 sono pari a 6 milioni di euro per Malta e a 9 milioni di euro per Cipro. Entrambi i paesi possono beneficiare dello strumento di preadesione della BEI e della linea di credito della BEI per i paesi mediterranei (6,425 miliardi di euro). I prestiti concessi dalla BEI a Cipro nel 1999 sono ammontati a 200 milioni di euro. L'assistenza finanziaria a favore della Turchia dovrebbe ammontare nel 2001 a 177 milioni di euro, provenienti da MEDA e dai due regolamenti "strategia europea/strategia di preadesione", per le riforme strutturali, il potenziamento istituzionale e gli investimenti volti ad allinearsi con l'acquis, in linea con l'impostazione seguita per gli altri paesi candidati. La Commissione ha proposto un nuovo regolamento sull'assistenza finanziaria onde impostarla in funzione dell'adesione e allinearne la gestione e le procedure con quelle del programma Phare. Il regolamento costituirà la base giuridica per un'unica linea di bilancio in modo da sostituire i tre strumenti esistenti (anche se la Turchia continuerà a poter beneficiare dei programmi multinazionali MEDA). La Turchia può ottenere prestiti dalla BEI a titolo del cosiddetto mandato di prestito Euromed II, pari a 6,425 miliardi di euro per il periodo gennaio 2000-gennaio 2007. Ultimamente, inoltre, il paese è stato ammesso a beneficiare dello strumento di preadesione della BEI (vedi più sopra). È in corso un mandato d'azione speciale (450 milioni di euro). Oltre alla nuova linea di credito (TERRA) per la ricostruzione dopo il terremoto, pari a 600 milioni di euro, la Turchia può usufruire del nuovo strumento del partenariato mediterraneo, che ammonta a 1 miliardo di euro per l'intera regione. Accordi di associazione Gli accordi europei con i candidati dell'Europa centrale e orientale rappresentano un quadro per la verifica dell'adozione dell'acquis e dell'attuazione delle priorità dei partenariati per l'adesione. L'esame analitico dell'acquis è affidato prevalentemente ai sottocomitati istituiti dagli accordi suddetti (vedi più avanti). Sono in vigore accordi di associazione analoghi con i candidati del Mediterraneo. Gli accordi europei con l'Ungheria e la Repubblica ceca sono entrati nella seconda fase nel giugno 2000 e nel febbraio 2001. In entrambi i casi, ciò comporta un'ulteriore liberalizzazione, specie per quanto riguarda le disposizioni sullo stabilimento. La Commissione sta esaminando le richieste di passaggio alla seconda fase di altri paesi associati: Bulgaria, Polonia, Romania e Slovacchia. Nel caso della Slovenia, la prima fase dovrebbe durare fino al 2003. Il passaggio alla seconda fase non è necessario per gli accordi europei con Estonia, Lettonia e Lituania. Gli accordi europei aboliscono le restrizioni tariffarie e quantitative, consentendo il libero scambio reciproco di prodotti industriali e agevolando, di conseguenza, l'integrazione economica con l'UE. Nel luglio 2000 (gennaio 2001 per quanto riguarda la Lituania), sono state concordate con i candidati dell'Europa centrale e orientale concessioni commerciali supplementari autonome e reciproche nel settore dei prodotti agricoli in attesa che entrassero in vigore i protocolli addizionali agli accordi europei. Si stanno preparando negoziati con ciascuno di questi paesi, per ampliare le concessioni commerciali agricole, oltre a negoziati analoghi con Cipro e Malta. Nel settembre e nel novembre 2001 sono entrate in vigore, rispettivamente con l'Estonia e la Slovenia, concessioni commerciali supplementari per i prodotti agricoli trasformati. Si stanno infine decidendo concessioni commerciali supplementari per questi prodotti con la Bulgaria, l'Ungheria, la Slovacchia, la Lettonia e la Lituania. Il 1° giugno e il 1° luglio 2001 sono entrati in vigore i protocolli agli accordi europei sulla valutazione europea della conformità (PECA) con l'Ungheria e la Repubblica ceca. Gli accordi corrispondenti con Lettonia e Lituania sono già stati siglati e sono in corso i negoziati con Estonia, Slovacchia e Slovenia. Scopo dei PECA è estendere ai paesi candidati, prima dell'adesione, le norme del mercato interno riguardanti la valutazione della conformità per i prodotti industriali. Nel loro ambito, i paesi candidati introducono l'acquis dell'UE in settori selezionati. L'UE e il paese candidato accettano inoltre di riconoscere gli organi tecnici della controparte incaricati di valutare la conformità dei prodotti con la legislazione vigente, il che rende superflue le verifiche tecniche alle frontiere. L'attuazione dell'unione doganale rimane al centro delle relazioni bilaterali con la Turchia. Proseguono i negoziati per un accordo sulla liberalizzazione dei servizi e sulla reciproca apertura degli appalti pubblici, intavolati nell'aprile 2000. Partecipazione ai programmi e alle agenzie comunitari Tutti i paesi candidati partecipano, sebbene in misura diversa, ai programmi comunitari. I paesi dell'Europa centrale e orientale partecipano segnatamente ai programmi nei seguenti settori: istruzione, formazione professionale, giovani, ricerca, cultura, audiovisivo, energia, ambiente, piccole e medie imprese e pubblica sanità. Cipro partecipa a determinati programmi nei seguenti settori: audiovisivo, istruzione, formazione professionale, giovani, ricerca scientifica, ambiente e piccole e medie imprese. Malta partecipa a programmi riguardanti la ricerca scientifica, l'istruzione, la formazione professionale e i giovani. La Turchia partecipa, solo a livello di progetti, a due programmi comunitari (LIFE e quinto programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico). Basandosi sulle conclusioni del Consiglio europeo di Helsinki del dicembre 1999, si sta preparando la piena partecipazione della Turchia ai programmi riguardanti l'istruzione, la formazione professionale e i giovani. Sono in corso colloqui per la partecipazione del paese ad altri programmi comunitari. Conformemente al documento di strategia dell'anno scorso, per semplificare le procedure di partecipazione dei paesi candidati ai programmi e alle agenzie comunitari si stanno adottando decisioni generali dei Consigli di associazione per i paesi dell'Europa centrale e orientale e concludendo accordi per Cipro, Malta e la Turchia. La partecipazione dovrebbe risultare nettamente più agevole grazie a questi nuovi strumenti, che stabiliscono i principi generali di partecipazione ai programmi attuali e futuri in base ai quali la Commissione e le autorità competenti dei paesi candidati negozieranno le modalità e le condizioni di partecipazione ai singoli programmi. I paesi candidati potranno continuare ad usufruire degli aiuti di preadesione per cofinanziare i costi connessi alla loro partecipazione. Essendo stati ratificati di recente gli accordi corrispondenti, i 13 paesi candidati aderiranno nel 2002 all'Agenzia europea per l'ambiente. La Turchia parteciperà alle attività dell'Agenzia europea per l'ambiente a decorrere dal gennaio 2001. Si negozieranno prossimamente con la maggior parte dei candidati accordi analoghi sulla partecipazione all'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze. Si sta inoltre preparando la partecipazione della Turchia ad altre agenzie della Comunità. Esame analitico dell'acquis L'esame analitico dell'acquis (screening) con i paesi coinvolti nei negoziati, che ha contribuito a individuare le questioni da discutere in sede negoziale, si è concluso nel 1999. Il nuovo acquis adottato e pubblicato fino alla fine del 2000 è stato trasmesso a questi paesi affinché potessero prendere posizione in merito nel corso dei negoziati. Conformemente al documento di strategia dell'anno scorso, ci si avvale dei comitati e dei sottocomitati di associazione per spiegare il nuovo acquis e per discuterne l'adozione e l'attuazione. All'occorrenza, inoltre, si sono organizzate riunioni per spiegare il nuovo acquis in capitoli quali i trasporti, l'agricoltura o le telecomunicazioni. Le stesse procedure si applicheranno nel 2002 con un'unica eccezione. Visto che i negoziati con i paesi più progrediti si avvicineranno alla conclusione, il nuovo acquis verrà trasmesso ai paesi coinvolti nei negoziati sia all'inizio dell'anno (nuovo acquis adottato nel 2001) che all'inizio del secondo semestre (nuovo acquis adottato nel primo semestre del 2002. L'esame analitico dell'acquis con la Turchia viene preparato, analogamente, in seno agli otto sottocomitati istituiti dall'accordo di associazione, i cui lavori sono iniziati nel giugno 2000 e che si sono già riuniti almeno due volte ciascuno. In allegato alla relazione periodica sulla Turchia la Commissione presenta, come richiesto dal Consiglio europeo di Santa Maria da Feira, una relazione al Consiglio sui preparativi dell'esame analitico dell'acquis. La Conferenza europea La Conferenza europea è stata creata come sede di consultazione politica sulle questioni di comune interesse per gli Stati membri dell'UE e i paesi candidati. La Turchia vi ha partecipato per la prima volta in occasione della conferenza a livello ministeriale che si è tenuta a Sochaux il 23 novembre 2000, seguita dalla conferenza dei capi di Stato e di governo svoltasi a Nizza il 7 dicembre dello stesso anno, durante la quale si è discusso della riforma istituzionale e del funzionamento dell'Unione a più lunga scadenza. Il Consiglio europeo di Nizza ha proposto "che i paesi partecipanti al processo di stabilizzazione e di associazione e i paesi dell'EFTA siano invitati in qualità di membri designati". Il Consiglio europeo di Göteborg ha dichiarato che "la Conferenza europea si riunirà nella sua attuale composizione durante la Presidenza belga. Per rafforzare il partenariato dell'Unione con l'Ucraina e la Moldavia, questi paesi saranno invitati in una fase successiva a partecipare alla Conferenza". Durante l'ultima riunione della Conferenza europea, svoltasi il 20 ottobre 2001 a Bruxelles a livello ministeriale, si è parlato della lotta contro il terrorismo internazionale. Allegato 4: Convenzioni sui diritti umani ratificate dai paesi candidati, 30 settembre 2001 >SPAZIO PER TABELLA> X = Convenzione ratificata O = Convenzione NON ratificata BG=Bulgaria; CY=Cipro; CZ=Repubblica ceca; EE=Estonia; HU=Ungheria; LV=Lettonia; LT=Lituania; MT=Malta; PL=Polonia; RO=Romania; SK= Repubblica slovacca; SV=Slovenia; T=Turchia Allegato 5: Progetti di gemellaggio nel periodo 1998-2001 NumERO DEI PROGETTI DI GEMELLAGGIO FINANZIATI DA Phare NEL PERIODO 1998-2001 >SPAZIO PER TABELLA> NumERO DEI PROGETTI DI GEMELLAGGIO 1998-2001* A CUI GLI Stati membri PARTECIPANO COME leader o COME partner >SPAZIO PER TABELLA> *) La selezione dei partner per il 2001 non è ancora terminata. . **) Questo totale non corrisponde al numero totale di progetti, la maggior parte dei quali coinvolge più di uno Stato membro. 0.0.0.0. Allegato 6: Situazione dei negoziati al 26 ottobre 2001 >SPAZIO PER TABELLA>