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Document 52000DC0493

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Sostegno della Commissione alla sicurezza nucleare nei Nuovi Stati Indipendenti e nell'Europa centrale e orientale

/* COM/2000/0493 def. */

52000DC0493

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Sostegno della Commissione alla sicurezza nucleare nei Nuovi Stati Indipendenti e nell'Europa centrale e orientale /* COM/2000/0493 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO Sostegno della Commissione alla sicurezza nucleare nei Nuovi Stati Indipendenti e nell'Europa centrale e orientale

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Sostegno della Commissione alla sicurezza nucleare nei Nuovi Stati Indipendenti e nell'Europa centrale e orientale

1. introduzione

L'UE e i suoi vicini orientali dipendono gli uni dagli altri per quanto attiene alla sicurezza nucleare. Riconoscendo tale interdipendenza l'UE ha assunto un ruolo preminente nelle iniziative internazionali intese ad aiutare i paesi dell'Europa centrale e orientale e i Nuovi Stati Indipendenti (NSI) a migliorare i loro livelli di sicurezza nucleare. Il processo di allargamento iniziato nel 1997 ha aggiunto una nuova dimensione al problema e ha indotto l'UE a ribadire l'importanza di un alto livello di sicurezza nucleare nella regione.

Nel marzo 1998 [1] la Commissione ha adottato una comunicazione in cui sono illustrate le azioni intraprese dalla Comunità nel settore della sicurezza nucleare in Europa centrale e orientale e nei NSI [2]. La comunicazione conteneva proposte di riorientamento delle politiche in questo campo. Lo scopo della comunicazione in oggetto è di fornire un aggiornamento degli sviluppi avutisi dal 1998 e di presentare l'attuale strategia della Commissione, sul piano tanto politico quanto esecutivo. La sua importanza è stata sottolineata dal Parlamento europeo e dalla Corte dei conti.

[1] COM (1998) 134 del marzo 1998.

[2] Nel 1999 la Commissione ha pubblicato una comunicazione sulle azioni intraprese nell'ambito del programma Phare e Tacis, intitolata "La Commissione europea e la sicurezza nucleare nell'Europa centrale e nei NSI".

2. attuale strategia della commissione

La Commissione affronta il problema della sicurezza nucleare in Europa centrale e orientale e nei NSI tenendo presenti due obiettivi fondamentali, pienamente in linea con la politica della comunità internazionale decisa dal G-7 nel 1992:

-a breve termine, rafforzare la sicurezza operativa, apportare rapidi miglioramenti tecnici agli impianti in base a una valutazione della sicurezza e potenziare i quadri normativi;

-a più lungo termine, valutare la possibilità di sostituire gli impianti meno sicuri mediante lo sviluppo di fonti energetiche alternative e un uso più efficiente dell'energia e valutare la possibilità di migliorare gli impianti di più recente progettazione.

Per perseguire questi obiettivi la Commissione ha messo a punto una serie di azioni e di strumenti. Essa collabora con i paesi partner per promuovere il dialogo politico e offrire assistenza tecnica e finanziaria ai governi, ai legislatori ed agli operatori al fine non soltanto di migliorare i livelli di sicurezza ma anche di garantire un elevato grado di protezione per la salute umana negli Stati membri e nei paesi vicini. Dal 1992 le autorità di regolamentazione dei NSI e dei paesi dell'Europa centrale e orientale sono stati invitati a partecipare a diversi gruppi di lavoro e comitati [3] della Commissione con le controparti dell'Unione. Di recente è stato creato un nuovo gruppo che riunisce i legislatori e gli operatori del settore nucleare degli Stati membri [4] e dei paesi candidati.

[3] Il gruppo CONCERT e il gruppo di lavoro Regolamentazione Nucleare (NRWG).

[4] Il gruppo europeo per la sicurezza degli impianti nucleari (ENIS-G).

Per quanto si riferisce alle azioni e agli strumenti di cui sopra, sono stati predisposti programmi di assistenza tecnica PHARE (a favore dell'Europa centrale e orientale) e Tacis (a favore dei NSI) e sono disponibili prestiti Euratom e altri programmi di sovvenzione, sia pure minori. Nel quadro di una più vasta cooperazione internazionale l'UE ha creato il Nuclear Safety Account, il conto per la sicurezza nucleare amministrato dalla BERS. Queste azioni fanno parte delle iniziative intese ad aiutare i paesi partner a introdurre riforme nel settore energetico secondo sani criteri economici, finanziari e ambientali. Nondimeno il sostegno finanziario che l'UE può mettere a disposizione resta limitato rispetto alle esigenze.

Nel processo di allargamento l'azione della Commissione tiene conto di diverse conclusioni del Consiglio e risoluzioni del Parlamento europeo. Ad esempio, nel dicembre 1998 il Consiglio ha ribadito il suo impegno ad aiutare i paesi candidati a potenziare la sicurezza nucleare mettendo a punto strategie valide, sul piano tanto economico quanto ambientale, per la sostituzione dei reattori nucleari meno sicuri. Secondo la richiesta del Consiglio, la Commissione ha dato la massima priorità alla sicurezza nucleare nei partenariati per l'adesione e sta utilizzando fondi preadesione per portare avanti tali priorità.

Progressi compiuti finora

Potenziare la sicurezza nucleare in questi paesi costituisce un progetto a lungo termine, ma vengono già segnalati i seguenti risultati.

*Accordo per la chiusura dei reattori non suscettibili di ammodernamento in Lituania, Slovacchia e Bulgaria. La Commissione si sta adoperando, in stretta collaborazione con ciascuno dei governi, per ottenere il rispetto degli impegni di chiusura sottoscritti e per appoggiare il processo di disattivazione. Sono stati predisposti tre programmi speciali PHARE per sostenere finanziariamente l'opera di disattivazione e le successive misure nel settore energetico dei tre paesi interessati. Una conferenza dei donatori per la disattivazione della centrale di Ignalina in Lituania, organizzata assieme alla Commissione il 20 giugno 2000, ha fruttato stanziamenti per oltre 200 milioni di euro.

*L'Unione europea ha contribuito in misura sostanziale agli interventi per risolvere i problemi della centrale nucleare di Cernobyl, partecipando allo smantellamento delle unità 1, 2 e 3 e alla messa a punto del programma di costruzione della struttura protettiva per il reattore 4, distrutto nel 1986. Le pressioni internazionali e la volontà di aiutare a migliorare i livelli di sicurezza e a sviluppare le fonti energetiche alternative hanno contribuito alla recente decisione del governo ucraino di chiudere Cernobyl entro il 15 dicembre 2000.

*Gli operatori dell'Unione europea hanno fornito assistenza continua sul posto in 14 località dei Nuovi Stati Indipendenti e in Bulgaria. L'assistenza si è concentrata sulla sicurezza dei progetti, sulle condizioni di funzionamento e di controllo, sull'organizzazione della sicurezza operativa e sulla fornitura di apparecchiature.

*Le autorità di regolamentazione indipendenti sono state rafforzate attraverso l'assistenza tecnica e finanziaria fornita dall'Unione europea e i contatti più stretti con le autorità omologhe dell'UE in diversi ambiti internazionali, quali il gruppo CONCERT che comprende legislatori dell'UE, dei NSI e dei paesi candidati e il gruppo di lavoro Regolamentazione Nucleare (NRWG) aperto ai responsabili degli Stati membri e dei paesi candidati. In Europa centrale e orientale e nei Nuovi Stati Indipendenti è stato definito il quadro giuridico necessario, anche se la qualità e le prestazioni delle autorità di regolamentazione differiscono da paese a paese e, in genere, nei paesi candidati migliorano più rapidamente che in Russia o in Ucraina. Nonostante i progressi realizzati, sono indispensabili sforzi ulteriori. La cultura globale della sicurezza è in fase di miglioramento grazie a un dialogo più formale e regolare tra gli operatori degli impianti e le autorità di regolamentazione. L'assistenza tecnica è stata fornita tramite Phare e Tacis (associata eventualmente a prestiti Euratom) per potenziare i livelli di sicurezza nei nuovi impianti nucleari in costruzione (Mochovce in Slovacchia, Khmelnitsky e Rovno in Ucraina e Kalinin in Russia).

*In tutta la regione sono state migliorate le prassi a livello operativo e alcuni impianti sono stati modernizzati grazie alla fornitura di attrezzature.

*L'attenzione è stata incentrata sul problema del trattamento delle scorie e sulle questioni connesse al trattamento, allo stoccaggio e all'eliminazione delle scorie radioattive e del combustibile esaurito. In particolare la comunità internazionale si è resa conto di quale minaccia rappresenti per l'ambiente il combustibile nucleare esaurito proveniente dalle navi rompighiaccio e dai sottomarini nucleari nella Russia nordoccidentale dove scarseggiano in modo preoccupante le strutture di stoccaggio e gestione. Per quanto concerne la gestione delle scorie radioattive in Europa centrale e orientale, la situazione è stata ampiamente documentata e resa nota.

*I problemi connessi allo smantellamento delle centrali nucleari stanno acquistando proporzioni di maggiore rilievo. Molti di questi problemi, che non sono soltanto di ordine tecnico ma anche giuridico, ambientale e finanziario, vengono ora affrontati e gli enti nucleari stanno raccogliendo i fondi necessari a coprire i costi di disattivazione degli impianti e di smaltimento delle scorie.

*L'apertura del Centro russo di Metodologia e Formazione è stata fondamentale ai fini dell'istituzione di un sistema statale di controllo e contabilità del materiale nucleare, che comprende vari altri progetti (formazione, metrologia, potenziamento analitico, produzione di attrezzature, applicazione nelle centrali). E' stato fornito sostegno anche alle autorità dei paesi candidati nella lotta contro il traffico illecito dei materiali.

*Nel periodo 1991-1999 l'Unione europea ha impegnato complessivamente 913 milioni di euro per partecipare alle iniziative internazionali intese a migliorare le condizioni della sicurezza nucleare in Europa centrale e orientale e nei Nuovi Stati Indipendenti (192 milioni di euro nell'ambito del programma Phare e 721 milioni di euro nell'ambito del programma Tacis, compreso un contributo di 100 milioni al Chernobyl Shelter Fund). Sono stati finanziati complessivamente 950 progetti (200 in ambito Phare e 650 in ambito Tacis); 450 progetti sono in corso e altri 200 sono in fase di preparazione.

*Oltre che per la sicurezza nucleare, l'UE ha fornito sostegno alle nuove strategie energetiche, in particolare per lo sviluppo delle fonti alternative e il potenziamento dell'efficienza.

3. analisi per regione e prossime iniziative

a) Paesi candidati

A medio termine l'energia nucleare continuerà ad avere un ruolo di primaria importanza in almeno sei dei paesi candidati. Su tredici paesi candidati sette hanno centrali nucleari in funzione o in costruzione.

Tre paesi candidati si sono anche impegnati a disattivare le centrali nucleari ritenute non suscettibili di ammodernamento a un costo ragionevole.

Pertanto, la Commissione da un lato si sta adoperando per fare rispettare gli impegni di chiusura, dall'altro è attivamente impegnata nella risoluzione di altri problemi di sicurezza nucleare.

Impegni di chiusura

A seguito delle discussioni con la Commissione, Bulgaria, Lituania e Slovacchia si sono impegnate a chiudere al più presto i reattori nucleari che non possono essere migliorati. In Bulgaria, le unità 1 e 2 di Kozloduy (reattori VVER-440/230) saranno chiuse entro il 2003. Sulla data di chiusura delle unità 3 e 4 (reattori VVER-440/230) la decisione verrà presa nel 2002 d'accordo con la Commissione: tali chiusure avverranno prima delle date attualmente previste del 2008 e 2010 e la Commissione si augura che non si vada oltre il 2006. In Lituania, l'unità 1 della centrale di Ignalina (reattore RBMK) sarà chiusa entro il 2005, la decisione sulla chiusura dell'unità 2 (reattore RBMK) sarà presa nel 2004 e la Commissione conta sul fatto che tale chiusura avvenga non oltre il 2009. In Slovacchia le due unità di Bohunice VI (reattori VVER-440/230) verranno chiuse rispettivamente nel 2006 e 2008.

La Commissione si è impegnata a fornire assistenza finanziaria per la disattivazione dei reattori nucleari di Bohunice VI, Ignalina e Kozloduy 1-4 e a far adottare le adeguate misure successive nel settore energetico. I protocolli finanziari riguardanti i fondi Phare prelevati dal bilancio 1999 sono già stati firmati con la Slovacchia e la Lituania e assegnano 10 milioni di euro a ciascuno di questi paesi. La Commissione ha destinato un'ulteriore somma di almeno 20 milioni di euro per ciascuno dei paesi suddetti. Il sostegno totale sarà almeno di 150 milioni di euro per la Slovacchia e di 165 milioni di euro per la Lituania entro la fine dell'attuale periodo di previsione finanziaria 2000-2006. Come parte dell'accordo con la Bulgaria, la Commissione ha messo a disposizione un pacchetto di assistenza pluriennale del valore di 200 milioni di euro fino al 2006. La concessione del 50% di tale somma dipenderà dalla conferma, nel 2002, dell'impegno a chiudere le unità 3 e 4 entro le date stabilite. La Commissione erogherà l'essenziale di tale sostegno finanziario sotto forma di sovvenzioni internazionali gestite dalla BERS fissate il 12 giugno 2000 (rispettivamente "i fondi di sostegno internazionale per la disattivazione di Ignalina, Bohunice e Kozloduy").

Ai tre paesi di cui sopra sono stati inoltre offerti prestiti EURATOM. Finora ha fruito di questa offerta la Bulgaria, con un prestito di 212,5 milioni di euro destinati all'ammodernamento e al potenziamento della sicurezza delle unità 5 e 6 della centrale di Kozloduy (reattori VVER-440/230).

La Commissione continuerà a cooperare con la Bulgaria, la Lituania e la Slovacchia per l'attuazione degli impegni di chiusura, nonché per la rapida chiusura delle unità 3 e 4 di Kozloduy e Ignalina 2. L'assistenza finanziaria della Comunità e soprattutto le sovvenzioni erogate tramite i fondi internazionali di sostegno alla disattivazione delle centrali e i prestiti Euratom sono subordinati al rispetto degli impegni di chiusura sottoscritti dai paesi interessati.

Gli impegni di chiusura dei reattori che non possono essere ammodernati non basta, di per sé, ad aumentare la sicurezza. Fintantoché tali reattori saranno in funzione, gli operatori dovranno continuare a garantire un elevato livello di sicurezza. Nel contempo le autorità di regolamentazione dovranno restare all'erta e, date le maggiori responsabilità connesse alla disattivazione, dovranno essere ulteriormente potenziate.

Altre questioni di sicurezza nucleare

In alcuni paesi candidati altri reattori nucleari, di concezione occidentale o sovietica suscettibili di essere portati a livelli di sicurezza accettabili, resteranno in funzione finché sarà tecnicamente possibile. Tra essi citiamo le unità 5 e 6 del reattore VVER- 1000 a Kozlodyin Bulgaria, l'unità Cernavoda-1 (in funzione) e Cernadova 2 (in costruzione) di concezione occidentale in Romania, due VVER-440/213 a Bohunice e due unità dello stesso tipo a Mochovce in Slovacchia, il modello Krsko NPP progettato in occidente in Slovenia (di proprietà comune della Slovenia e della Croazia), quattro unità VVER-440/213 a Paks in Ungheria e quattro unità dello stesso tipo a Dukovany nella Repubblica ceca. Due unità VVER-1000 sono entrate in servizio a Temelin nella Repubblica ceca, dopo essere state sottoposte ad un processo di ammodernamento globale.

Per potenziare ulteriormente la sicurezza nucleare, la Commissione definirà, di concerto con i paesi candidati interessati, nuove iniziative di assistenza.

*Proseguimento del sostegno alle autorità di regolamentazione nel settore nucleare e alle organizzazioni di supporto tecnico. Negli ultimi sette-otto anni la competenza e l'indipendenza delle autorità preposte alla sicurezza nucleare è migliorata. È altrettanto vero che tale miglioramento non è stato uniforme in tutti i paesi; tuttavia anche se esso è stato più forte in alcuni paesi, il sostegno dovrà continuare, trattandosi di un perno della sicurezza nucleare. Il gruppo di gestione dell'assistenza alle autorità di regolamentazione e il gruppo per l'organizzazione del supporto tecnico continueranno a svolgere un ruolo di grande rilievo.

*Potenziamento delle sicurezza dei reattori Ignalina 2 e Kozloduy 3 e 4. Il governo lituano si è impegnato a decidere in merito alla disattivazione dell'Unità 2 di Ignalina nel 2004, ma è probabile che il reattore continuerà a funzionare per diversi anni dopo tale data. Sono già in corso di esecuzione alcune migliorie basilari con il sostegno di Phare e una nuova analisi della sicurezza verrebbe eseguita dopo il 2002. Per le unità Kozloduy 3-4 sarà altresì necessario garantire una sicurezza adeguata per tutta la durata di vita del reattore. L'assistenza comunitaria non verrà concessa per progetti che potrebbero prolungare il funzionamento di questi reattori oltre la data prevista negli accordi di chiusura.

*In casi specifici, sostegno ai programmi di miglioramento della sicurezza dei reattori VVER 440-213 e VVER 1000, sotto forma di revisione delle norme, gestione del progetto e assistenza operativa. Va osservato che già Agenda 2000 aveva sottolineato la necessità di migliorare tali reattori nei prossimi 6-7 anni. In linea di massima, come avviene nell'UE, gli esercenti stessi dovrebbero sostenere integralmente i costi dei miglioramenti degli impianti e prendere le necessarie misure normative e finanziarie per il loro smantellamento definitivo.

*Ricerca. I paesi candidati parteciperanno sempre più, con gli Stati membri, alla cooperazione per la ricerca nell'ambito del quinto programma quadro.

*Preparazione agli interventi di emergenza al di fuori degli impianti. Sarà dato particolare rilievo alle misure di sorveglianza della salute umana, soprattutto per quanto riguarda l'esposizione alle radiazioni.

*Scorie radioattive e combustibili esauriti. Sostegno ininterrotto alla creazione di strutture normative, amministrative o di sicurezza in questi paesi; analisi della situazione in siti specifici, soprattutto nei settori in cui l'esperienza tecnica è carente, ad esempio la valutazione della sicurezza a lungo termine delle attuali strutture di stoccaggio; lo stoccaggio dei combustibili esauriti provenienti dai reattori nucleari, tenendo conto dei pericoli per l'ambiente presentati dalle miniere contenenti uranio contaminato e incentivandone la decontaminazione ecc.

*Progetti di salvaguardia. Si tratta di garantire che i paesi candidati adottino integralmente l'acquis comunitario. Va particolarmente curato il programma di formazione per ispettori locali e lo sviluppo di metodologie di contabilità del materiale nucleare e di tecniche per la prevenzione del traffico illecito.

Negoziati di adesione

Il Consiglio europeo ha più volte ribadito l'importanza di livelli elevati di sicurezza nucleare nell'Europa centrale e orientale e ha invitato a cercare una soluzione del problema nel quadro del processo di ampliamento, tenendo conto delle conclusioni del Consiglio stesso. Anche la Commissione sta dando il suo contributo alle deliberazioni di cui sopra.

b) Nuovi Stati indipendenti (NSI)

Il programma della Commissione nei NSI è situato in un contesto ben diverso da quello dei paesi candidati. Con alcuni di questi paesi è stato difficile concordare un'impostazione generale dei problemi della sicurezza nucleare. La disponibilità finanziaria è estremamente limitata rispetto alle necessità e la situazione è aggravata dal fatto che tanto i paesi in questione, quanto le società fornitrici di servizi pubblici continuano a dibattersi in difficoltà economiche e ristrettezze di bilancio. Non si riesce neppure a recuperare i costi dell'elettricità erogata e non si dispone di mezzi sufficienti per migliorare la sicurezza, disattivare gli impianti, gestire il combustibile esaurito e le scorie radioattive o per creare fonti di energia alternative.

Strategie future

La situazione della sicurezza nucleare nei NSI è motivo di preoccupazione nei paesi occidentali. Per migliorare tale situazione occorreranno tempo e notevoli investimenti. La futura strategia della Commissione dovrà tener conto delle differenze tra i paesi della regione (in termini di dimensioni, industrializzazione, ubicazione geografica e apertura al dialogo sulla sicurezza nucleare) e delle limitate risorse finanziarie disponibili nella Comunità e in questi paesi.

Il nuovo regolamento Tacis [5], che copre il periodo 2000-2006, fissa tre priorità per il programma di sicurezza nucleare nei NSI:

[5] GU 99/2000 L 12 del 18/01/2000.

*promozione di una vera e propria cultura della sicurezza nucleare, sostenendo gli organi legislativi e le organizzazioni di supporto tecnico e prestando assistenza in loco, a livello di impianti, anche con la fornitura di apparecchiature;

*definizione ed esecuzione di strategie per il trattamento dei combustibili nucleare esauriti, la disattivazione degli impianti e la gestione delle scorie;

*partecipazione a iniziative internazionali, ad esempio quella del G-7/UE sulla chiusura di Cernobyl.

Il nuovo regolamento prevede un sostegno all'applicazione di efficienti sistemi di salvaguardia.

La futura assistenza finanziaria potrebbe comprendere i seguenti obiettivi.

1. Rafforzare le autorità nazionali preposte alla sicurezza nucleare, al fine di migliorare le procedure per la concessione delle licenze e la regolamentazione di tutte le attività nel settore nucleare.

2. Per quanto riguarda l'assistenza su campo, collegare gli impianti nucleari NSI ad operatori UE. In qualcuno dei progetti di più ampie dimensioni, la fornitura di apparecchiature potrebbe essere finanziata come parte di un'impostazione globale che copra tutti gli aspetti della sicurezza, ovvero le proposte di progetti, la concessione delle licenze, gli appalti, gli impianti e l'adeguamento delle procedure operative. In tali casi sarà indispensabile la partecipazione dell'organismo di regolamentazione. Saranno aumentate le responsabilità contrattuali dei consulenti che operano sul campo per l'esecuzione tempestiva delle attività.

3. Attuare determinati progetti, che riguardano la sicurezza della progettazione e che non sono connessi a un particolare impianto, se si rivelano necessarie norme più rigide e/o se questi progetti sono utili per prepararne altri di portata maggiore.

4. Sostenere attività di carattere normativo, comprendenti analisi di sicurezza compatibili con la restante durata operativa dei reattori. Per i reattori più vetusti, tali analisi non dovrebbero essere usate per cercare di prolungarne il funzionamento oltre i termini previsti.

5. Migliorare la gestione delle scorie radioattive e del combustibile esaurito e incoraggiare la tempestiva preparazione delle operazioni di smantellamento. A tal fine si dovranno stabilire le norme, le responsabilità, le limitazioni ambientali e i regimi finanziari.

6. Contribuire a migliorare le strutture societarie degli enti e degli operatori industriali per dare solidità finanziaria al settore dell'energia elettrica e nucleare. Tale assistenza potrebbe contribuire altresì a stimolare la cooperazione con l'industria europea.

7. Erogare prestiti Euratom, se del caso, destinati ad investimenti che migliorino sensibilmente la sicurezza, nonché al perfezionamento di reattori conformi alle norme di sicurezza occidentali, nell'ambito di una politica di sicurezza nucleare e energetica globale.

8. Promuovere e attuare progetti di salvaguardia con tre obiettivi principali: formazione di ispettori e operatori degli impianti, sviluppo di infrastrutture nazionali per la contabilità delle materie nucleari ed applicazione pratica nelle centrali stesse per prevenire i traffici illeciti.

L'attuazione di tale assistenza sarà oggetto di appropriati controlli tecnici e ciascun progetto sarà seguito dalla Commissione. Quest'ultima si adopererà altresì affinché i problemi di sicurezza nucleare vengano discussi nelle varie sedi fissate nell'ambito degli accordi di partenariato e cooperazione, anche al livello politico più elevato, e in altri gruppi e comitati internazionali.

Aspetti specifici relativi a ciascun paese

Armenia

Il governo armeno ha reiterato il proprio impegno a chiudere l'impianto di Medzamor entro qualche anno (2004), a condizione che sia individuata una fonte alternativa di energia sicura. La Commissione e il governo armeno hanno istituito un gruppo di esperti al fine di elaborare un piano globale volto al conseguimento di tale obiettivo.

Si prevede che la ricerca di fonti alternative progredirà in modo sufficiente a consentire al governo armeno di definire al più presto la propria linea politica e l'UE è pronta a fornire il relativo sostegno finanziario. A breve termine Tacis continuerà a prestare assistenza in loco all'impianto di Medzamor con una fornitura limitata di apparecchiature di sicurezza.

Kazakistan

In Kazakistan la centrale nucleare di Aktau ha beneficiato fin dal 1994 di assistenza sul campo. All'impianto sono state fornite varie attrezzature e assistenza operativa generale. Inoltre, nel 1999 il governo ha deciso - caso unico tra i NSI - di non rimettere in funzione l'impianto, che dovrà pertanto essere disattivato. È previsto un importante studio per fornire assistenza in vista dello smantellamento.

Per ora l'assistenza si limiterà a preparare lo smantellamento, di concerto con le altre parti interessate (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, gli Stati Uniti e il Giappone).

Se verrà presa una più vasta iniziativa internazionale per finanziare la chiusura definitiva della centrale, l'UE potrebbe riconsiderare la propria posizione.

Federazione russa

Per quanto riguarda la sicurezza nucleare nei NSI, la Federazione russa è un caso particolarmente importante. La Russia è il solo Stato dell'ex Unione sovietica coinvolto in tutti gli aspetti dell'energia nucleare, dall'estrazione dell'uranio alla progettazione di impianti, alla produzione di energia e al trattamento del combustibile esaurito. In Russia circa il 12% dell'elettricità viene prodotto da impianti nucleari. L'industria nucleare civile è anche una delle fonti principali di occupazione, dato che dà lavoro direttamente a circa 300 000 dipendenti.

Più che in altri paesi, i finanziamenti UE non sono indispensabili, ma vengono ritenuti un'utile integrazione dei fondi nazionali. Considerata la limitata disponibilità del bilancio UE, il gran numero di reattori in funzione e le peculiari condizioni economiche della Russia, l'Unione europea non sarebbe in grado di offrire a tale paese un'assistenza tecnica equivalente a quella fornita ai paesi candidati e all'Ucraina. Nondimeno l'orientamento politico di base resta lo stesso, ovvero utilizzare le risorse tecniche e finanziarie disponibili per aiutare la Federazione russa a migliorare i livelli di sicurezza.

Nonostante la sostanziale cooperazione tra esperti russi ed europei negli ultimi anni, nell'ambito di numerosi progetti Tacis, sono spesso emerse forti differenze d'impostazione in materia di sicurezza nucleare. Ciò è confermato dalla difficoltà di dialogo, nel quadro del G-7, su questioni nucleari e dalla violazione, da parte della Russia, di importanti disposizioni dell'accordo sul Conto sicurezza nucleare gestito dalla BERS. Tali violazioni consistono nella riattivazione dell'impianto Kursk 1 (RBMK) senza un'adeguata valutazione della sicurezza e nel mancato rispetto delle procedure per il rilascio delle licenze e della disattivazione dei reattori della prima generazione.

L'obiezione della Russia è che tutti questi reattori sono necessari all'economia locale; essa protrae il funzionamento dei reattori VVER-440/230 di prima generazione oltre la durata di 30 anni prevista originariamente. La Commissione non condivide tale politica.

È tuttavia evidente che la Russia vuol mantenere una quota sostanziale di nucleare nel complesso delle energie utilizzate. Il governo russo completerà nei prossimi anni la costruzione di parecchi nuovi reattori e, a lungo termine, ha in programma la creazione di una nuova generazione di reattori nucleari. Tali decisioni devono essere rispettate e la Commissione intende favorire una maggiore cooperazione con la Russia affinché quest'ultima usi l'energia nucleare in condizioni di sicurezza. Se del caso la Commissione appoggerà l'uso di prestiti Euratom per investimenti intesi ad aumentare la sicurezza e a portare i reattori a livelli occidentali nel contesto di una politica globale di sicurezza nucleare ed energetica concordata. La futura politica potrebbe basarsi sui seguenti elementi:

*prosecuzione del sostegno agli organismi di regolamentazione in campo nucleare al fine di aumentarne l'efficacia e l'indipendenza e di promuovere una cultura della sicurezza. Nei limiti della politica globale di cui sopra in materia di rettori della prima generazione, sostegno al maggior numero possibile di operatori nucleari per promuovere la cultura della sicurezza, prestando assistenza in loco continua. Ciò implicherebbe la fornitura di alcune grosse apparecchiature e un maggiore coinvolgimento dell'industria locale;

*presa in considerazione delle richieste russe di prestiti Euratom destinati al completamento e al potenziamento (dal punto di vista della sicurezza) del reattore Kalinin 3 (VVER-1000). La concessione di tali prestiti dovrebbe essere subordinata alla disattivazione graduale di almeno uno dei reattori di prima generazione VVER 440-230;

*proseguimento della cooperazione per promuovere un elevato standard di sicurezza nucleare. Piena e puntuale attuazione dell'accordo per la concessione di aiuti non rimborsabili a valere sul conto sicurezza nucleare;

*cooperazione nel trattamento dei combustibili esauriti e delle scorie radioattive nella Russia nordoccidentale. Un enorme quantitativo di combustibile esaurito proveniente dai sottomarini nucleari è conservato in condizioni precarie. Ciò costituisce una grave minaccia per l'ambiente artico. Gli obiettivi primari di tale cooperazione sarebbero un aumento delle capacità di stoccaggio del combustibile proveniente dai sottomarini e la rimozione del combustibile dai sottomarini già in disarmo;

*proseguimento attivo degli attuali negoziati, condotti dalla Commissione e da altri paesi donatori, per la conclusione di un nuovo accordo multilaterale con la Russia (MNEPR). Una volta raggiunto, tale accordo permetterà l'efficiente attuazione di un'assistenza internazionale su una base giuridica comune, nonché di meccanismi di coordinamento e cofinanziamento;

*cooperazione nel campo delle misure di salvaguardia mediante l'attuazione di un programma a lungo termine approvato dal Consiglio europeo nel dicembre 1994: centri di metodologia e formazione, laboratori di metrologia e analisi, produzione di apparecchiature e creazione di un centro di certificazione, applicazione a livello delle centrali e sostegno a Gosatomnadzor;

*stretto coordinamento con il programma quadro di ricerca della Commissione europea e coi progetti promossi dal ISTC;

*cooperazione nella riforma del settore energetico e sostegno a un uso più efficiente dell'energia.

Ucraina

L'Unione europea è stata la forza motrice del protocollo d'intesa 1995 tra il G-7 e l'Ucraina per la chiusura di Cernobyl. La Commissione si è concentrata sulle seguenti priorità finanziate mediante una sovvenzione di 100 milioni di euro a titolo del programma Tacis per la sicurezza nucleare 1994-1996:

*messa a punto di un piano di smantellamento dei reattori di Cernobyl e costruzione di specifiche strutture di disattivazione (recupero, trattamento e stoccaggio delle scorie solide);

*sostegno alla riforma del settore energetico e a progetti riguardanti l'energia non nucleare;

*sostegno alla preparazione del grande progetto di sostituzione energetica (Khmelnitsky 2 e Rovno 4, noti anche come "K2R4"), garantendo cosi che i due reattori VVER-1000 in costruzione abbiano un livello di sicurezza internazionale accettabile. Per quanto riguarda tale progetto, la Commissione sta valutando la possibilità di concedere un prestito Euratom nell'ambito di un piano finanziario che coinvolga anche la BERS e gli organismi bilaterali responsabili dei crediti all'esportazione. Tacis sta attuando, con la dovuta cautela, un vasto programma di sostegno agli istituti bancari, nonché alle autorità ucraine responsabili della sicurezza e alle organizzazioni operative e tecniche. A seguito di ciò è stato definito un programma di ammodernamento che porterebbe gli impianti ultimati ad un livello di sicurezza adeguato alle norme internazionali;

*definizione di un programma per trasformare l'attuale struttura protettiva (sarcofago) costruita attorno all'unità 4 del reattore di Cernobyl in un sistema ecologicamente sicuro e stabile.

Il piano di realizzazione della struttura di protezione (Shelter Implementation Plan - SIP) è attualmente in corso e fruisce di un fondo speciale, il Chernobyl Shelter Fund gestito dalla BERS, al quale Tacis ha contribuito con 90,4 milioni di euro (100 Mio di USD) per i1 biennio 1998-1999.

Dato che il governo ucraino ha annunciato la chiusura di Cernobyl entro il 15 dicembre 2000, si propone la seguente strategia:

*proseguimento dell'assistenza comunitaria tramite il programma Tacis e altri strumenti, anche quando l'ultimo reattore di Cernobyl sarà chiuso. Ciò comprenderà in particolare lo smantellamento di Cernobyl e l'assistenza volta a ridurre le conseguenze, sul piano sociale, della chiusura della centrale nella regione di Slavutich;

*proseguimento delle sovvenzioni Tacis agli organismi di regolamentazione e alle centrali nucleari al fine di promuovere la cultura della sicurezza;

*incentivazione a portare avanti la riforma del settore energetico, includendovi la privatizzazione e il miglioramento della riscossione di liquidità. Continuazione dell'assistenza tecnica intesa a migliorare l'uso razionale dell'energia;

*un secondo contributo al Chernobyl Shelter Fund di 100 milioni di euro (da erogare nel periodo 2001-2004). Tale importo è stato impegnato dalla Commissione ad una conferenza di donatori che ha avuto luogo il 5 luglio 2000;

*proseguimento della cooperazione con l'Ucraina e la BERS sul progetto K2R4 per garantire, attraverso un costante dialogo politico con l'Ucraina, che i due reattori in questione saranno completati nel rispetto dei massimi standard di sicurezza possibili. La Commissione conferma il proprio impegno, in linea con il protocollo di intesa, per assistere l'Ucraina nella preparazione ed attuazione di progetti in campo energetico basati sul principio del minor costo;

*stretto coordinamento con il programma quadro di ricerca della Commissione europea e con l'STCU (Centro di scienza e tecnologia per l'Ucraina).

Altre iniziative

Con il crollo dell'Unione sovietica è emersa la necessità di riorientare le capacità tecniche degli esperti nucleari militari. Per promuovere la fiducia reciproca e un'interazione tra scienziati UE e NSI, la Commissione ha dato un forte incentivo al Centro di scienza e tecnologia internazionale (ISTC) di Mosca, istituito nel 1992 dalle Comunità europee e dai governi degli USA, del Giappone e della Federazione russa. Esso opera nella Federazione russa e in altri CSI, tra cui Kazakistan, Armenia, Kirgikistan, Georgia e Bielorussia. Un centro equivalente è stato istituito a Kiev (STCU). Il settore della sicurezza nucleare offre un effettivo potenziale per l'occupazione civile a lungo termine. Tanto le autorità russe quanto quelle di altri NSI hanno affermato che i progetti nel settore della sicurezza nucleare servono a promuovere la diffusione di una cultura della sicurezza nell'ambito delle organizzazioni competenti e complementari di Gosatomnadzor e Minatom.

4. esecuzione

Nell'attuare quanto prospettato sopra, la Commissione dovrà tener conto della natura specifica del settore nucleare. Le norme della Commissione relativamente agli appalti e ai contratti nell'ambito dell'assistenza comunitaria sono state concepite per situazioni di normale concorrenza. Invece, nel settore della sicurezza nucleare ci sono pochissimi potenziali fornitori di assistenza tecnica e di apparecchiature e la Commissione ha bisogno di verificare che gli enti/società che prestano l'assistenza sappiano assumersi le adeguate responsabilità. Vi è una forte partecipazione da parte delle pubbliche autorità (ad esempio nell'UE vi sono nove autorità di regolamentazione indipendenti) e l'assistenza viene anche fornita direttamente agli organismi pubblici di regolamentazione dei paesi beneficiari. Il sostegno tecnico viene dato da alcuni enti non commerciali aventi sede negli Stati membri; molti di questi enti costituiscono parte integrante delle autorità nazionali preposte alla sicurezza. La Commissione ritiene pertanto che, non essendovi concorrenza e data la necessità di cooperare con gli enti pubblici ai fini del miglioramento dei livelli di sicurezza nucleare, le norme in materia di appalti devono essere applicate tenendo conto della situazione del settore.

In passato il ritmo di attuazione dei progetti è stato ostacolato da alcuni fattori. È già stato fatto molto per migliorare l'efficienza, riducendo ad esempio il numero complessivo dei contratti, annullando alcuni progetti, sostituendo al TPEG [6] un maggiore coinvolgimento del CCR ecc. Si è accumulato tuttavia un notevole ritardo. L'allegato 1 precisa in maggiore dettaglio i dati relativi agli appalti. Tale ritardo puo' essere giustificato in parte dalle carenze organizzative e di personale all'interno della Commissione, in parte dal fatto che le norme e procedure generali di assistenza finanziaria poco si conciliano con le complesse e peculiari esigenze del settore nucleare. Di conseguenza, si è sprecato molto tempo per ottenere deroghe, ad esempio nei casi in cui l'appalto pubblico non era praticabile o attuabile, nei casi in cui i progetti dovevano essere attuati da organismi regolatori dell'UE, oppure in cui vi era solo un possibile fornitore di apparecchiature tecniche.

[6] Il "Twinning Programme Engineering Group" degli operatori nucleari dell'UE.

La Commissione ha ora deciso di precisare le norme e di definire i casi nei quali in futuro si ricorrerà alla trattativa privata. L'allegato II fornisce ulteriori dettagli in merito. Quanto all'assistenza sul posto, dato il numero limitato di operatori qualificati negli Stati membri, in generale la Commissione adotterà la prassi dei contratti per trattativa privata da concludere direttamente con imprese di pubblici servizi, previo invito a presentare proposte (per i nuovi siti), affidando loro i compiti che, in passato, venivano svolti da agenzie di approvvigionamento per le forniture. Data la complessità dell'assistenza prestata in loco, tali contratti dovrebbero coprire parecchi anni, invece di dover essere rinnovati annualmente con il sistema finora in uso. I contratti per accordo diretto saranno conclusi con le autorità degli Stati membri responsabili della sicurezza nucleare e con le rispettive organizzazioni di supporto tecnico (OST). Si ricorrerà infine al Centro comune di ricerca della Commissione per la verifica tecnica dei progetti, per la divulgazione dei risultati dei progetti Tacis/Phare e per la sorveglianza delle materie fissili.

Le nuove norme possono essere riassunte nel modo che segue:

Assistenza Tipo di contratto

assistenza tecnica all'autorità preposta alla sicurezza trattativa privata

assistenza all'OST trattativa privata

fornitura di attrezzature contratto con agenzie di approvvigionamento oppure trattativa privata con l'operatore che presta assistenza sul posto. Trattativa privata in caso di urgenza o necessità di apparecchiatura specifica

progetti e studi licitazione privata

controllo delle materie fissili contratti con il CCR

assistenza sul posto in corso trattativa privata

nuova assistenza sul posto procedura negoziata

Con la recente decisione di riformare la gestione dei suoi programmi di assistenza esterna, la Commissione ha chiarito anche le responsabilità in materia di sicurezza nucleare. In futuro queste responsabilità ricadranno sulle DG Relex, Ampliamento e SCR. La DG Ampliamento sarà responsabile per tutto il ciclo del progetto nei paesi candidati, la DG Relex per la programmazione dei progetti di sicurezza nucleare negli NSI e il SCR per il resto del ciclo del progetto, dal momento della identificazione e in tutte le fasi successive. Al fine di garantire un'adeguata dotazione in termini di risorse umane e di competenze, la responsabilità delle questioni di sicurezza nucleare all'interno dell'UE, attualmente attribuita alla DG Ambiente, verrà trasferita alla DG Trasporti ed Energia.

Attualmente i fondi per la sicurezza nucleare nei NSI vengono erogati nell'ambito degli stanziamenti globali destinati ai programmi Tacis. Per dare una maggiore visibilità e trasparenza a questo importante settore, la Commissione ha proposto che dal 2001 in poi venga istituita una linea di bilancio a parte per l'assistenza finanziaria alla sicurezza nucleare nei NSI.

Tali modifiche alla prassi precedente dovrebbero contribuire ad ottimizzare l'attuazione dei progetti e ad accelerare la prestazione di assistenza. Esse sono state concepite altresì per tener conto delle osservazioni della Corte dei conti e del Parlamento europeo, in merito alle quali la Commissione si è già espressa diffusamente in altra sede [7]

[7] GU C 35 del 9.2.1999: Relazione speciale della Corte dei conti n. 25/98 e relative risposte della Commissione. Comitati del Parlamento europeo: Liikanen Comitato di bilancio 16.11.1998, van den Broek Comitato di controllo del bilancio 26.11.1998, CERT 23.2.1999.

5. conclusioni

Dal 1991 la Commissione ha dato un importante contributo al potenziamento dei livelli di sicurezza nucleare nell'Europa centrale e orientale e nei NSI. Tuttavia molto resta ancora da fare. Se gli sforzi internazionali ed europei non possono sostituire quelli dei paesi interessati, l'UE può aiutare i suoi partner ad affrontare tali problemi e può adoperarsi affinché la sicurezza nucleare continui a ricevere la massima priorità. La Commissione continuerà ad impegnarsi per la creazione nei suddetti paesi di un contesto economico e giuridico affidabile che consenta agli operatori e ai legislatori di far fronte alle rispettive responsabilità.

ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

Nuove regole previste in materia di appalti e contratti nel settore della sicurezza nucleare

1. Problemi particolari del settore della sicurezza nucleare

I problemi specifici propri del settore della sicurezza nucleare riguardano:

*la sensibilità e l'importanza delle iniziative di sicurezza nei confronti delle popolazioni dei paesi partner e dell'Unione;

*la volontà dei paesi partner di mantenere la loro autonomia di decisione in questo settore nevralgico;

*l'importanza di una responsabilità esclusiva tanto a livello degli operatori e contraenti europei quanto a quello delle autorità di sicurezza dei paesi partner;

*l'esiguità del mercato dovuta a un numero molto ridotto di operatori pubblici o privati;

*la necessità di affidare le operazioni attinenti alla sicurezza nucleare soltanto a contraenti che conoscano perfettamente le tecniche complesse in gioco e abbiano un livello di affidabilità sufficiente;

*l'importanza di evitare una dipendenza troppo marcata nei confronti delle imprese del settore garantendo una diversificazione sufficiente dei contraenti, compatibilmente con la conoscenza delle tecniche in questione.

2. Tipologia degli appalti e dei contratti e relative procedure

Gli appalti e i contratti stipulati nel settore della sicurezza nucleare si suddividono in sei categorie. Dette categorie e le relative procedure di aggiudicazione sono illustrate qui di seguito.

a) Contratti di assistenza tecnica con le autorità preposte alla sicurezza

Questi contratti hanno lo scopo di fornire l'assistenza tecnica necessaria agli organismi nazionali, indipendenti e pubblici, dei paesi partner incaricati di fissare le regole in materia di sicurezza, di decretare il quadro istituzionale applicabile a livello nazionale, di rilasciare le licenze di esercizio e di sorvegliare e ispezionare gli impianti nucleari.

L'assistenza viene fornita dagli organismi centrali di sicurezza degli Stati membri. Nell'Unione ci sono 9 autorità di regolamentazione, tutte costituite in forma di organismi pubblici o senza scopo di lucro.

Data la specificità di tale assistenza tecnica, fornita da organismi pubblici senza scopo di lucro, e data l'importanza strategia di garantire una diversificazione sufficiente, è indispensabile ricorrere alla procedura dei contratti diretti, conclusi per trattativa privata.

b) Contratti di assistenza tecnica con gli organismi di supporto tecnico (OST)

Gli OST costituiscono l'organo operativo delle autorità di sicurezza nazionali. Essi raggruppano e mettono a disposizione gli esperti che effettuano le missioni tecniche di sostegno stabilite dalle autorità (ad esempio nel quadro del rilascio delle licenze e delle ispezioni in loco).

Gli OST dei paesi partner ricevono assistenza dai tecnici degli OST dei paesi membri in materia di consulenza e formazione.

Nei paesi membri esistono 9 OST che sono integrati alle autorità di sicurezza nazionali oppure organizzati come entità giuridiche separate con statuto non commerciale. Gli esperti messi a disposizione vengono remunerati sulla base di un tasso unico.

Per le stesse ragioni di quelle esposte in precedenza (specificità, generale ricorso ad organismi pubblici senza scopo di lucro e diversificazione dell'assistenza tecnica fornita), gli appalti e i contratti di assistenza tecnica con gli OST verranno stipulati mediante contratti diretti, conclusi per trattativa privata.

Per controllare il livello delle tariffe applicate dagli OST dei paesi membri per le loro prestazioni di consulenza, la Commissione verificherà periodicamente la struttura dei costi sostenuti e la pertinenza degli onorari fatturati attraverso verifiche contabili affidate a società indipendenti e specializzate.

c) Contratti di assistenza sul posto

L'assistenza sul posto consiste nell'affidare a un operatore nucleare comunitario il compito di prestare consulenza tecnica in materia di sicurezza a un operatore nazionale in una centrale nucleare determinata.

Tale assistenza può comprendere una vasta gamma di prestazioni, tra cui la formazione, la manutenzione, la garanzia di qualità, la gestione e la messa in opera di apparecchiature di sicurezza.

In questo tipo di contratto, la continuità dell'azione di sicurezza e la responsabilità esclusiva del contraente costituiscono due fattori determinanti.

La natura degli impianti in questione e il tipo di reattore utilizzato in ogni sito condizionano la gamma delle scelte possibili tra gli operatori o consorzi comunitari in funzione delle loro esperienze, anche tecniche, specifiche.

Inoltre, quando in uno stesso paese vengono assistiti siti nucleari diversi, è essenziale evitare il crearsi di un legame unico di dipendenza tra l'operatore comunitario e gli operatori in loco al fine di garantire una diversificazione sufficiente delle fonti di assistenza tecnica e dei subappalti.

Gli operatori nucleari, che gestiscono i siti nei quindici Stati membri, sono in tutto una decina.

Considerate le caratteristiche di cui sopra, gli appalti e i contratti di assistenza sul posto saranno conclusi con le seguenti modalità:

*per i siti in cui una società comunitaria è già operativa, i contratti saranno conclusi e prolungati in base a trattativa privata, dando la preferenza a una durata pluriennale più adeguata alle esigenze di continuità degli azioni di sicurezza e di responsabilità degli operatori;

*per i nuovi siti nei quali è prevista l'assistenza di una società comunitaria, i contratti saranno conclusi con una procedura negoziata e previo invito a manifestare interesse al quale potranno partecipare tutti gli operatori o consorzi europei disposti ad assumersi la responsabilità dell'assistenza tecnica nei siti considerati. Potrà essere così garantita l'auspicabile diversità delle fonti di assistenza, pur tenendo conto delle difficoltà tecniche delle azioni in questione e della limitatezza del mercato;

*per l'insieme dei siti, al fine di migliorare ulteriormente la responsabilità esclusiva delle azioni di sicurezza e di accrescere l'efficacia degli interventi, i contratti di assistenza sul posto saranno gradualmente trasformati in contratti in base ai risultati o contratti di sicurezza chiavi in mano, mentre la responsabilità globale della progettazione, gestione, selezione delle attrezzature, messa in opera e sorveglianza degli impianti sarà affidata alla coppia operatore nazionale/operatore comunitario in ciascun sito.

Nel quadro dell'attuazione delle procedure di cui sopra, la Commissione farà ampio ricorso alla competenza tecnica del CCR, in particolare per la stesura dei capitolati di oneri dei contratti di assistenza tecnica, per la redazione delle specifiche tecniche relative alle forniture di apparecchiature ed ai lavori, per la designazione e l'approvazione degli esperti che partecipano alle giurie di valutazione, nonché per la sorveglianza e il controllo tecnico delle giurie stesse.

Inoltre la Commissione farà eseguire da società specializzate e indipendenti regolari controlli e verifiche contabili dei costi e delle spese sostenute nel quadro dei contratti succitati.

d) Appalti e contratti per acquisti specifici di apparecchiature

L'acquisto di apparecchiature di sicurezza necessarie, caso per caso, prescindendo dai succitati progetti di assistenza sul posto chiavi in mano, sarà effettuato mediante gare d'appalto affidate ad "agenzie di approvvigionamento" con le quali sono in corso contratti di assistenza tecnica.

Gli esperti del CCR convalideranno le specifiche tecniche di detti appalti e verificheranno l'obiettività tecnica delle specifiche.

Per garantire l'indipendenza degli appalti, il processo di certificazione delle apparecchiature sarà incluso, se possibile, nelle gare.

Al fine di garantire la liberalizzazione degli appalti, si assisteranno gli istituti specializzati dei paesi partner incaricati di rilasciare le certificazioni fornendo loro sostegno tecnico tramite contratti con istituti comunitari.

Tuttavia, in casi di estrema urgenza oppure se lo richiede la specificità tecnica dei materiali, verranno conclusi contratti diretti, per trattativa privata, caso per caso.

e) Appalti e contratti specifici di progettazione e studio

Questi appalti verranno attribuiti secondo le procedure di gara classiche (gare ristrette con pubblicazione del bando).

Il CCR convaliderà i capitolati d'oneri e ne garantirà l'obiettività tecnica.

f) Contratti di controllo delle materie fissili

Questi contratti servono a permettere la creazione di sistemi nazionali affidabili di controllo delle materie fissili, per evitare traffici illeciti.

Essi finanziano le attività di controllo e di contabilità delle materie fissili, in particolare il plutonio e l'uranio arricchiti che hanno impieghi potenziali diversi dalla produzione di energia elettrica.

All'interno dell'Unione, le materie fissili sono controllate dall'Ufficio del controllo di sicurezza, con il sostegno del CCR.

Nel mondo esistono tre centri di controllo delle materie fissili, la cui competenza è riconosciuta dall'Agenzia internazionale dell'energia atomica (IAEA).

Uno di questi centri si trova negli Stati Uniti, il secondo è collegato direttamente all'IAEA di Vienna e il terzo si trova presso il CCR.

Di conseguenza i contratti per il controllo delle materie fissili continueranno ad essere conclusi per trattativa privata direttamente con il CCR.

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