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Riforma della politica comune della pesca (Libro verde)

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Riforma della politica comune della pesca (Libro verde)

Il presente Libro verde intende raccogliere le opinioni di tutte le persone e organizzazioni interessate al futuro della pesca. Nonostante le misure adottate per garantirle un futuro sostenibile, rimangono ancora molte sfide, quali l'eccessivo sfruttamento degli stock ittici, l'aumento delle importazioni di prodotti ittici, la sovraccapacità della flotta comunitaria, la perdita di redditività del settore e la dipendenza dagli aiuti pubblici. La consultazione è il primo passo del processo che dovrebbe portare a una riforma radicale della politica comune della pesca.

ATTO

Libro Verde del 22 aprile 2009 sulla riforma della politica comune della pesca [COM(2009) 163 def. – Non pubblicato nella Gazzetta ufficiale].

SINTESI

Il Libro verde analizza tutti gli aspetti dell'attuale politica comune della pesca (PCP) e spiega perché alcuni problemi attuali sussistano ancora, nonostante i progressi compiuti dalla riforma del 2002.

Risultati della politica comune della pesca

La riforma della PCP ha fornito una serie di misure per garantire la sostenibilità della pesca. Le principali misure adottate nel quadro della riforma del 2002 riguardavano tra l'altro:

  • l'introduzione di piani pluriennali di ricostituzione e di gestione delle scorte;
  • l'integrazione delle problematiche ambientali nella gestione della pesca;
  • l'istituzione dei Consigli consultivi regionali (CCR);
  • la determinazione di massimali nazionali per adeguare la capacità di pesca della flotta alle possibilità di pesca;
  • la limitazione del numero di giorni in cui una nave è autorizzata ad operare in mare;
  • la progressiva eliminazione degli aiuti pubblici per la costruzione o l'ammodernamento dei pescherecci, mantenendo al contempo gli aiuti per migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro a bordo;
  • l'istituzione di nuovi accordi di pesca finalizzati alla creazione di partenariati con i paesi terzi.

Tuttavia gli obiettivi concordati nel 2002 non sono stati raggiunti. Oggi la politica comune della pesca è caratterizzata da sovrasfruttamento delle risorse, eccessiva capacità della flotta, ingenti sovvenzioni, bassa resilienza economica e progressiva diminuzione delle catture praticate dai pescatori europei. Un cambiamento radicale è necessario per affrontare tali sfide.

Ovviare alle cinque carenze strutturali della PCP

L'esaurimento degli stock ittici europei è dovuto principalmente alla sovraccapacità della flotta. Molte soluzioni sono proposte per adattare la dimensione delle flotte pescherecce europee agli stock disponibili. Il ricorso ai diritti di pesca trasferibili e/o la creazione di un fondo una tantum possono essere una soluzione a questo problema. Ma restano da stabilire misure di accompagnamento intese ad evitare gli effetti negativi sulla pesca artigianale e sulle comunità costiere.

La mancanza di obiettivi politici precisi, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità ambientale e il legame con le attività marittime generali, costituisce il secondo punto debole dell'attuale PCP. Il Libro verde chiede al pubblico come definire obiettivi chiari e gerarchizzati per il processo decisionale e l'attuazione.

La maggior parte delle decisioni riguardanti la PCP sono prese a livello del Consiglio. Tale sistema decisionale è troppo centralizzato e focalizzato su soluzioni a breve termine, e mette a repentaglio la sostenibilità a lungo termine. Per superare questo problema, le decisioni potrebbero essere adottate congiuntamente dal Consiglio e dal Parlamento (procedura di codecisione), lasciando agli Stati membri, alla Commissione e/o al settore della pesca la responsabilità dell'attuazione di queste decisioni. Ma in questo nuovo sistema, un ruolo più importante dovrebbe essere affidato agli organi consultivi (il Comitato consultativo della pesca e dell'acquacoltura e i consigli consultivi regionali).

Il settore non ha responsabilità. È dunque necessario ripensare a come dare più responsabilità al settore della pesca nell'attuazione della PCP, trovando un modo per garantire che l'autogestione del settore raggiunga il suo obiettivo.

L'ultimo problema strutturale trattato in questo Libro verde riguarda la scarsa volontà politica di garantire il rispetto delle norme. Per rafforzare il rispetto delle norme, è necessario esaminare i benefici e gli svantaggi di meccanismi centralizzati (ad esempio, misure dirette della Commissione, controlli nazionali o transnazionali) e meccanismi decentrati sottoponendoli alla consultazione.

Migliorare la gestione della pesca nell'Unione europea

Il ripristino della produttività degli stock ittici è essenziale per garantire la sostenibilità economica e sociale del settore della pesca. Per migliorare la gestione della pesca, sono state sottoposte alla presente consultazione diverse idee. Tali idee riguardano:

  • la possibilità di introdurre un regime distinto per proteggere le flotte costiere artigianali;
  • l'adozione del rendimento massimo sostenibile (MSY) come principio di gestione e l'attuazione dei piani di gestione a lungo termine per valorizzare al massimo il settore della pesca;
  • la stabilità relativa delle quote comunitarie e l'accesso alla pesca costiera;
  • il commercio e il mercato dei prodotti ittici e dell'acquacoltura;
  • l'integrazione della PCP nel contesto più ampio della politica marittima;
  • le conoscenze e i dati scientifici per l'elaborazione delle politiche;
  • i fondi comunitari per la pesca e le misure di aiuto nazionali;
  • la gestione delle attività di pesca delle flotte comunitarie nelle acque al di fuori della Comunità per estendere i principi di una pesca sostenibile e responsabile ad un livello internazionale;
  • il ruolo dell'acquacoltura nella futura PCP.

Contesto

Benché la Commissione non fosse giuridicamente tenuta a riesaminare tutti gli aspetti della PCP prima del 2012, la situazione attuale, soprattutto per quanto riguarda gli stock e la sovraccapacità della flotta, l'ha convinta della necessità di avviare il processo di riforma.

La consultazione si chiuderà il 31 dicembre 2009. Essa costituirà la base di un dibattito pubblico per l'elaborazione del nuovo regolamento sulla PCP. Quest'ultimo potrà essere presentato al Parlamento e al Consiglio all'inizio del 2011 in vista di una sua adozione nel 2012.

Ultima modifica: 03.12.2009

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