52007DC0663

Comunicazione della Commissione al Parlamento eEuropeo e al Consiglio - Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2007-2008 {SEC(2007) 1429} {SEC(2007) 1430} {SEC(2007) 1431} {SEC(2007) 1432} {SEC(2007) 1433} {SEC(2007) 1434} {SEC(2007) 1435} {SEC(2007) 1436} /* COM/2007/0663 def. */


IT

Bruxelles, 6.11.2007

COM(2007) 663 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE

AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2007-2008

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COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE

AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2007-2008

1. Introduzione

L’allargamento è uno degli strumenti politici più efficaci dell’UE. Oltre a favorirne gli interessi strategici in termini di stabilità, sicurezza e prevenzione dei conflitti, ha contribuito ad aumentare la prosperità e le opportunità di crescita, assicurando al tempo stesso rotte di trasporto ed energetiche di capitale importanza. Il programma di allargamento attuale riguarda i paesi dei Balcani occidentali e la Turchia, a cui è stata prospettata l'adesione all'UE una volta che avranno soddisfatto le condizioni necessarie.

I prossimi dodici mesi saranno determinanti per consolidare il processo di transizione nei Balcani occidentali. I paesi interessati subentreranno al patto di stabilità nella promozione della cooperazione regionale, che svolge un ruolo chiave ai fini della riconciliazione e delle relazioni di buon vicinato. I negoziati di adesione con la Croazia procedono bene e stanno entrando in una fase decisiva, il che dimostra all'intera regione che la prospettiva di aderire all'UE è reale. Nei prossimi dodici mesi dovrebbero entrare in dirittura d'arrivo gli accordi di stabilizzazione e di associazione, che sanciscono legami più stretti fra i partner della regione e l'UE in prospettiva dell'adesione.

La regione deve affrontare al tempo stesso problemi estremamente seri, primo dei quali la definizione dello status del Kosovo. Fra le questioni più salienti figureranno inoltre il percorso europeo della Serbia, la costruzione dello Stato in Bosnia-Erzegovina con un coinvolgimento locale e il miglioramento della governance nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, in Albania e in Montenegro. Alcuni di questi paesi dovranno dar prova di notevole impegno per migliorare la governance e soddisfare condizioni ben precise legate al processo di stabilizzazione e di associazione. L'UE deve essere pronta a fornire sostegno per i dodici mesi a venire e ad avvalersi pienamente dei suoi strumenti politici per reagire agli sviluppi.

All'indomani delle elezioni politiche e presidenziali, la Turchia deve assolutamente accelerare le riforme principali necessarie per consolidare i diritti e le libertà fondamentali. I negoziati di adesione con la Turchia devono proseguire a un ritmo che rispecchi l'andamento delle riforme nel paese e il modo in cui soddisfa le condizioni pertinenti.

In tale contesto, diventa ancora più importante attuare in modo coerente il consenso rinnovato definito dal Consiglio europeo del dicembre 2006, consenso che si basa sui seguenti principi: consolidamento degli impegni, condizioni eque e rigorose e miglior comunicazione con i cittadini, associati alla capacità dell'UE di assorbire nuovi membri. Il ritmo di avvicinamento all'UE dei paesi candidati effettivi o potenziali dipenderà dal rimo delle loro riforme politiche ed economiche e dalla loro capacità di assumere i diritti e gli obblighi che comporta l'adesione. Per migliorare qualitativamente il processo di allargamento, la Commissione si occupa fin dalle fasi iniziali della riforma della pubblica amministrazione e del settore giudiziario e della lotta contro la corruzione, utilizzando appieno tutti i parametri di riferimento e conferendo maggiore trasparenza al processo. La Commissione sta preparando i primi studi d'impatto, che analizzano l'incidenza dell'adesione di un candidato in settori politici specifici.

La base giuridica dell'allargamento è l'articolo 49 del trattato sull'Unione europea [1], che recita: "Ogni Stato europeo che rispetti i principi sanciti nell'articolo 6, paragrafo 1, può domandare di diventare membro dell'Unione. (…)" [2].

Il Consiglio europeo del dicembre 2006 ha concluso che "L'allargamento ha rappresentato un successo per l'Unione europea e per l'Europa nel suo complesso. Ha aiutato a sormontare le divisioni esistenti in Europa e contribuito alla pace e alla stabilità in tutto il continente. Ha ispirato riforme e ha consolidato principi comuni di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali nonché lo stato di diritto e l'economia di mercato. Il mercato interno più ampio e una maggiore cooperazione economica hanno accresciuto prosperità e competitività, consentendo all'Unione allargata di rispondere meglio alle sfide della globalizzazione. L'allargamento ha altresì conferito all'UE maggior peso nel mondo e l'ha resa un partner internazionale più forte."

I dodici Stati membri che hanno aderito in occasione del quinto allargamento mantengono un buon livello di conformità con il diritto comunitario, il che dimostra l'efficacia del loro impegno in materia di riforme associato alla pressione degli altri Stati membri e alle discipline dell'UE. Il fatto che l'allargamento fosse stato preparato bene ha permesso all'UE di continuare a funzionare senza intoppi.

I maggiori livelli di crescita economica hanno procurato vantaggi agli Stati membri in tutte le parti dell'UE. La Slovenia ha adottato l'euro nel gennaio 2007, mentre Cipro e Malta lo faranno nel 2008. Le misure preparatorie adeguate dei paesi in questione e della Commissione, associate ai maggiori flussi di scambi e investimenti, hanno aiutato i nuovi Stati membri ad avvicinarsi progressivamente al tenore di vita medio dell'UE. Tra il 1998 e il 2006, il PIL dei dodici nuovi Stati membri che hanno aderito in occasione del quinto allargamento è cresciuto in media del 4,3% all'anno, contro il 2,2% nei 15 vecchi Stati membri [3]. Negli ultimi dieci anni si è registrato un forte incremento degli scambi tra vecchi e nuovi membri. Tra il 1995 e il 2006, le esportazioni e le importazioni fra i dieci nuovi Stati membri che hanno aderito nel 2004 e i 15 vecchi Stati membri sono quadruplicate, parallelamente al raddoppio del commercio globale tra di essi. L'integrazione nel mercato interno di dodici economie dinamiche, con oltre 100 milioni di consumatori e un potere d'acquisto in aumento, rende l'Unione più competitiva e le conferisce un peso maggiore nell'economia mondiale. Dopo dieci mesi dall'adesione, la Bulgaria e la Romania generano un ulteriore aumento della crescita economica e degli investimenti. Le proiezioni di crescita 2007 per Romania e Bulgaria superano di gran lunga il tasso medio di crescita previsto per l'UE. Alla fine del 2006, la Commissione ha preso misure di salvaguardia onde ovviare a determinate carenze riscontrate nei due paesi. Nel mese di giugno, la Commissione ha presentato le prime relazioni sui meccanismi di cooperazione e di verifica in materia di giustizia e affari interni, nonché sulle misure di salvaguardia di cui sopra [4]. La Commissione analizzerà i progressi registrati nel settore e riferirà in proposito agli inizi del 2008.

Per quanto riguarda la questione di Cipro, i leader delle comunità greco-cipriota e turco-cipriota devono moltiplicare gli sforzi per rilanciare i negoziati onde trovare una soluzione globale sotto l'egida dell'ONU. La Commissione sta utilizzando il sostegno finanziario per favorire lo sviluppo economico della comunità turco-cipriota in modo da agevolare la futura riunificazione dell'isola. Un'applicazione più estesa e sistematica del regolamento relativo alla linea verde, che garantisce la libera circolazione di merci e persone in tutta l'isola, favorirà gli interessi di entrambe le comunità. Il Consiglio deve ancora adottare il regolamento sugli scambi commerciali diretti con la parte settentrionale di Cipro, proposto dalla Commissione per ridurre ulteriormente l'isolamento della comunità turco-cipriota.

Nei paesi interessati dal presente processo di allargamento, cioè i Balcani occidentali e la Turchia, la forza di attrazione dell'Unione promuove la stabilità e le riforme più importanti a livello politico ed economico, anche se rimane tutta una serie di problemi di notevole entità. È assolutamente indispensabile mantenere la visibilità e la credibilità delle loro prospettive di adesione, mobilitando al tempo stesso l'appoggio dei cittadini degli Stati membri in favore dell'allargamento.

La Commissione continuerà a migliorare qualitativamente il processo di allargamento, incentrando maggiormente la sua politica su questioni fondamentali come la costruzione dello Stato, il buon governo, la riforma amministrativa e giudiziaria, lo Stato di diritto, la riconciliazione, la collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia (TPII) e lo sviluppo della società civile. Occorre incentivare i contatti interpersonali, avviando in particolare un dialogo sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini dei paesi dei Balcani occidentali. La cooperazione regionale nei Balcani occidentali deve svilupparsi ulteriormente, incoraggiando in particolare il coinvolgimento locale nelle iniziative specifiche in questo campo.

In tutti i paesi interessati dal processo di allargamento, l'UE continuerà a utilizzare al meglio i suoi strumenti preadesione per affrontare le problematiche principali. Il livello di adempimento degli impegni, specialmente nell'ambito degli accordi di associazione, viene valutato in modo rigoroso, data la sua importanza per il passaggio alla fase successiva della roadmap verso l'integrazione nell'UE. La Commissione indica, nel presente documento, una serie di misure volte a far conoscere meglio leggi e politiche dell'UE e a preparare le prossime fasi del processo di allargamento.

Impegnata ad adeguare i suoi strumenti politici preadesione alle sfide attuali della politica di allargamento, la Commissione utilizza dal gennaio 2007 un nuovo strumento finanziario, il cosiddetto strumento di preadesione (IPA). Nel programmare l'assistenza IPA ci si concentrerà maggiormente sulle priorità di riforma, in modo da definire lo stadio raggiunto da ciascun partner nel processo di transizione. La Commissione propone attualmente una revisione dei partenariati di adesione e europei, che costituiranno il riferimento principale per la definizione delle priorità, nonché un quadro finanziario indicativo pluriennale riveduto 2009-2011 per l'IPA che introdurrà uno strumento in favore dello sviluppo della società civile, soprattutto attraverso progetti di scambio e di potenziamento delle capacità, e darà più spazio ai programmi volti a sostenere la costruzione dello Stato, il buon governo, la riforma istituzionale e la capacità amministrativa.

Per mobilitare al massimo gli aiuti non rimborsabili a favore dello sviluppo del settore privato e degli investimenti infrastrutturali, si intensificherà la cooperazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI), con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e con le altre istituzioni finanziarie internazionali (IFI). La Commissione assicurerà uno stretto coordinamento con le diverse attività degli altri donatori e li incoraggerà ad essere attivi nei settori prioritari individuati nella presente comunicazione. Le modalità di attuazione saranno inoltre razionalizzate dopo il trasferimento delle competenze dall'Agenzia europea per la ricostruzione alle delegazioni e agli uffici della Commissione.

Gli Stati membri dispongono degli strumenti migliori per spiegare ai cittadini che l'allargamento favorisce gli interessi dell'UE. La Commissione, dal canto suo, migliorerà il flusso di informazioni concrete sulle questioni connesse all'allargamento. Prendendo spunto dalla strategia attuale dell'UE, la presente comunicazione analizza le sfide principali sulla via dell'integrazione nell'UE, definendo una strategia per adeguare gli strumenti della politica di allargamento e riservare maggiore attenzione ai settori dove la situazione deve essere urgentemente migliorata, tenendo conto anche dell'esperienza acquisita con gli allargamenti precedenti.

2. Problematiche attuali dei paesi interessati dal processo di allargamento

Ai paesi dei Balcani occidentali e alla Turchia è stata prospettata l'adesione all'UE una volta che avranno soddisfatto le condizioni stabilite. Dato l'attuale stato di avanzamento dei preparativi in questi paesi, la loro adesione dovrebbe aver luogo a medio-lungo termine. A questo punto, occorre intensificare i preparativi affinché i paesi interessati dal processo di allargamento affrontino le questioni fondamentali inerenti alla governance e all'economia nonché quelle connesse alle leggi e alle politiche dell'Unione.

2.1. I Balcani occidentali

L'impegno dimostrato dall'UE a favore dei Balcani occidentali attraverso il processo di stabilizzazione e di associazione finalizzato, a termine, all'adesione ha dato un impulso determinante ai progressi registrati negli ultimi anni dai paesi della regione.

Si è mantenuta la stabilità e si sta portando a termine il processo di ricostruzione dopo i conflitti degli anni '90. In tutta la regione si sono insediati dei governi democraticamente eletti, contestualmente a una ripresa della crescita economica, a una maggiore stabilità macroeconomica e a un miglioramento del tenore di vita. Sono in corso riforme importanti volte a rafforzare lo Stato di diritto e a modernizzare le strutture socioeconomiche. Lo sviluppo della cooperazione regionale ha interessato anche il commercio, l'energia, i trasporti e l'ambiente. Aumenta inoltre il coinvolgimento dei paesi dei Balcani occidentali nelle iniziative regionali.

Tutti i paesi dei Balcani occidentali progrediscono in direzione dell'UE, anche se a ritmi diversi. Sono in corso i negoziati di adesione con la Croazia e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha ottenuto lo status di paese candidato. L'UE sta completando gli accordi di stabilizzazione e di associazione con i paesi della regione, la cui integrazione economica con l'Unione è a buon punto. I paesi dei Balcani occidentali hanno firmato accordi di facilitazione del visto e di riammissione con l'UE.

I risultati raggiunti finora devono essere consolidati e resi irreversibili. Occorre inoltre affrontare le altre problematiche principali come il rallentamento del processo di riforma globale in determinati paesi e la costruzione dello Stato, associata al miglioramento della governance, che rimane una preoccupazione predominante nei Balcani occidentali. La situazione in Kosovo [5] richiede tuttora una forte presenza internazionale. Lo status attuale del Kosovo non è sostenibile e deve essere definito con la massima urgenza per consentire lo sviluppo politico ed economico del Kosovo stesso e garantire la stabilità regionale. In Bosnia-Erzegovina, la retorica nazionalista dei principali leader politici sta rimettendo in discussione l'assetto instaurato dall'accordo di pace di Dayton/Parigi e ha bloccato le riforme necessarie, soprattutto per quanto riguarda la polizia e il quadro costituzionale. La Bosnia-Erzegovina non si è ancora assunta la piena responsabilità della sua governance, che richiede attualmente una forte presenza internazionale. In altri paesi, il quadro costituzionale deve essere completato o attuato integralmente.

In tutti i Balcani occidentali vanno promossi un dialogo più aperto e un maggiore spirito di tolleranza, soprattutto per quanto concerne le questioni etniche. Le relazioni fra serbi e albanesi sono tuttora tese in Kosovo, dove i serbi rimangono sostanzialmente esclusi dalle istituzioni e dall'amministrazione. Le divisioni etniche compromettono tuttora il funzionamento delle istituzioni statali della Bosnia-Erzegovina. Nonostante la vittoria delle forze democratiche alle elezioni politiche in Serbia e la formazione di un governo orientato verso le riforme, i partiti estremisti e la retorica nazionalista rimangono forti e influiscono negativamente sul clima politico generale. Le forze democratiche sono invece fragili. Nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, le frequenti tensioni e la scarsa cooperazione fra i protagonisti della scena politica hanno impedito il normale funzionamento delle istituzioni e rallentato le riforme. Un partito dell'opposizione ha boicottato i lavori parlamentari a causa di una vertenza con il governo su una questione costituzionale. La costruzione di una democrazia moderna è ostacolata inoltre dal clima politico estremamente conflittuale in Albania e dal lungo processo di adozione della costituzione in Montenegro. La Croazia deve adoperarsi con maggiore impegno per promuovere la tolleranza nei confronti delle minoranze.

Si segnalano progressi considerevoli per quanto riguarda la collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (TPII), condizione fondamentale del processo di stabilizzazione e di associazione. La Croazia e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia mantengono una cooperazione ottimale con il Tribunale. Il livello di collaborazione del Montenegro è soddisfacente. I progressi della Serbia in materia hanno consentito di riprendere e di completare, dal punto di vista tecnico, i negoziati su un accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA). Anche la Bosnia-Erzegovina ha fatto progressi per quanto riguarda la collaborazione con il TPII, ma, al pari della Serbia, deve intensificare gli sforzi per consentire l'arresto dei ricercati ancora in libertà. Sebbene anche il Kosovo abbia fatto qualche progresso per quanto riguarda la collaborazione con il TPII, l'intimidazione dei testimoni desta tuttora preoccupazione.

Si sono fatti pochi progressi per quanto riguarda il ritorno dei profughi. Molti profughi e sfollati vivono in condizioni estremamente difficili. Il tasso di rappresentanza dei gruppi minoritari nei servizi pubblici è lievemente migliorato, ma i Rom rimangono la minoranza più vulnerabile della regione. Tutti i paesi devono incoraggiare la tolleranza nei confronti delle minoranze e prendere provvedimenti per proteggere le persone vittime di discriminazioni, ostilità o violenza, conditio sine qua non per la riconciliazione e la stabilità duratura.

L'applicazione dello Stato di diritto, in particolare attraverso la riforma giudiziaria, e la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata sono assolutamente prioritarie. La maggior parte dei paesi ha preso misure per migliorare l'organizzazione e il funzionamento dei rispettivi sistemi giudiziari. L'impegno dimostrato per intensificare la lotta contro la criminalità organizzata comincia a dare i primi risultati. È in atto uno sviluppo legislativo e istituzionale volto a combattere la corruzione. Le indagini sono in corso in molti paesi ed è stato avviato un certo numero di azioni giudiziarie. I sistemi giudiziari, tuttavia, devono essere considerevolmente potenziati in tutta la regione. Occorre attuare riforme ampie e durature per garantirne l'indipendenza, l'efficienza e la responsabilità. La corruzione rimane però largamente diffusa e profondamente radicata nella società di tutti i paesi dei Balcani occidentali, e le misure adottate non sono commisurate all'entità del fenomeno. Occorre une forte volontà politica per eliminare definitivamente la corruzione e perseguire i colpevoli, anche nei casi più clamorosi. La criminalità organizzata rimane un fenomeno preoccupante. Le reti di organizzazioni criminali si sono infiltrate in numerosi settori della società, dell'economia e della politica, beneficiando spesso della scarsa trasparenza in materia di appalti pubblici, pianificazione degli investimenti e privatizzazioni. La regione è un luogo di origine e di transito per la tratta di esseri umani e per il traffico di droga. L'impegno prodigato in questo settore dovrà essere costante e considerevole.

La capacità amministrativa è di fondamentale importanza per rispettare il criterio di Copenaghen riguardante la capacità di assumersi gli obblighi che comporta l'adesione, come stabilito nel 1995 dal Consiglio europeo di Madrid. In tutta la regione è in corso la riforma della pubblica amministrazione, che sta dando risultati positivi come l'elaborazione di strategie quadro e di leggi ad hoc. La Croazia ha dimostrato di possedere una notevole capacità amministrativa per l'attuazione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA). Anche la Serbia è dotata della capacità amministrativa necessaria per l'attuazione di un ASA. I due paesi devono sfruttare tale capacità e modernizzarla per allinearsi con le leggi e le politiche dell'UE. Nel resto della regione, invece, la capacità amministrativa carente compromette l'attuazione delle riforme e l'allineamento con l'UE e richiede un ulteriore impegno. Ciascun paese deve creare una pubblica amministrazione che sia efficiente, stabile e responsabile, a livello centrale e locale. In molti Stati, le procedure di assunzione, promozione e licenziamento dei funzionari statali non si basano su criteri oggettivi e trasparenti. Occorre rafforzare le norme etiche nella pubblica amministrazione. La Bosnia-Erzegovina e altri paesi devono ancora attuare le riforme della polizia e dei servizi di sicurezza.

La società civile è un elemento essenziale della vita pubblica europea. I paesi dei Balcani occidentali hanno cercato di adottare leggi e strategie più favorevoli allo sviluppo della società civile. Sebbene sia stato fatto qualche passo verso una democrazia più partecipativa, la società civile rimane debole nella regione, il cui tessuto sociale ha risentito considerevolmente delle guerre e dei conflitti etnici. Le ONG locali devono essere formate per potersi adeguare alle condizioni attuali. Occorre promuovere ulteriormente la libertà di associazione, creare quadri normativi e offrire incentivi pubblici per lo sviluppo delle organizzazioni della società civile.

La crescita economica nella regione si è mantenuta a livelli relativamente alti e la media delle retribuzioni è aumentata. L'inflazione si è attestata a livelli contenuti e stabili. La maggior parte dei paesi della regione ha attuato politiche prudenti in materia monetaria e di bilancio. I sistemi finanziari e i sistemi di gestione delle finanze pubbliche sono stati potenziati. Si sono inoltre prese misure per migliorare il contesto in cui operano le imprese. Tutti i paesi dei Balcani occidentali stanno ristrutturando e aprendo ulteriormente le loro economie. Il grado di integrazione economica con l'UE, già elevato, è in aumento. Gli accordi di stabilizzazione e di associazione creano, insieme al nuovo accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA), un quadro favorevole al commercio e agli investimenti nei Balcani, come è avvenuto negli anni '90 per l'Europa centrale e orientale. Molti paesi hanno adottato piani ambiziosi per potenziare le infrastrutture fisiche e modernizzare i regimi previdenziali.

Obiettivi prioritari in tutta la regione sono l'aumento della competitività, la riduzione degli alti tassi di disoccupazione e lo sviluppo del capitale umano e delle infrastrutture. In vari paesi sussistono seri rischi fiscali e notevoli squilibri esterni. La creazione di posti di lavoro procede a ritmi diversi a seconda dei paesi, alcuni dei quali accusano un tasso di disoccupazione superiore al 35%. Aumenta inoltre il divario fra le qualifiche professionali disponibili e quelle richieste dal mercato del lavoro. I mercati del lavoro non hanno ancora trovato un giusto equilibrio tra flessibilità e sicurezza a vantaggio di lavoratori e datori di lavoro, e la pressione fiscale sui salari è relativamente elevata per le società registrate. Occorre diversificare maggiormente le economie rurali, nonché portare avanti il consolidamento fiscale e la ristrutturazione delle imprese. I programmi di privatizzazione dei vari paesi devono essere attuati. Occorre stimolare ulteriormente l'espansione degli investimenti e delle PMI, anche attraverso un accesso più agevole ai finanziamenti. I governi devono migliorare il contesto in cui operano le imprese e favorire l'occupazione, ridurre la burocrazia, applicare modalità affidabili per l’accatastamento dei terreni e seguire procedure trasparenti in materia di privatizzazione. Alcuni paesi devono completare e potenziare il quadro legislativo per consentire il buon funzionamento dei mercati. Occorre semplificare i regimi fiscali per stimolare l'attività economica e ridurre le notevoli dimensioni dell'economia sommersa. Si deve infine facilitare l'accesso ai finanziamenti e all'uso della tecnologia elettronica.

2.2. Turchia

La Turchia ha subito una notevole metamorfosi da quanto il Consiglio europeo del dicembre 1999 le ha conferito lo status di paese candidato. La prospettiva europea si è rivelata per la Turchia uno dei principali incentivi ad attuare le riforme politiche, legislative ed economiche necessarie. Il paese ha abolito la pena di morte, modificato le funzioni e la composizione del Consiglio nazionale di sicurezza per aumentare il controllo civile sull'esercito e adottato una serie di emendamenti costituzionali per promuovere ulteriormente le libertà democratiche. La situazione è migliorata per quanto riguarda i diritti delle donne e dei bambini e la lotta contro la tortura, con un'ulteriore diminuzione dei casi segnalati di torture e maltrattamenti.

Sul piano economico, dopo la grave crisi finanziaria del 2001, l'economia ha registrato una rapida ripresa e il clima per gli investimenti è migliorato grazie a politiche macroeconomiche oculate accompagnate da riforme strutturali volte a garantire la sostenibilità a lungo termine dell'economia. Ciò ha fatto aumentare il PIL del 6,1% nel 2006. L'inflazione è in calo dal 2001 e la lira turca è rimasta forte. Ciò nonostante, lo sviluppo della Turchia è tuttora influenzato in larga misura dalle tendenze finanziarie internazionali. Dopo la creazione dell'unione doganale nel 1995, il valore a prezzi correnti degli scambi con l'Unione europea è triplicato, a riprova della forte domanda di prodotti e servizi europei associata alle buone prestazioni dell'industria di esportazione turca. Gli investimenti esteri diretti, che provengono per lo più dall'Unione europea, hanno raggiunto nel 2006 un livello record di 16 miliardi di euro, pari al 4,9% del PIL turco.

Queste riforme, unite all'importanza strategica delle relazioni UE-Turchia, hanno permesso l'avvio di negoziati di adesione nell'ottobre 2005. Un principio chiave di questo processo subordina il ritmo dei negoziati al ritmo delle riforme attuate in Turchia.

Le riforme sono state attuate in modo non omogeneo e il loro ritmo è rallentato dal 2005 in poi. Nel corso dell'ultimo anno, la Turchia ha attraversato una crisi costituzionale legata all'elezione del presidente della Repubblica, che è sfociata in elezioni politiche anticipate. Sebbene l'esercito abbia fatto dichiarazioni pubbliche che oltrepassavano i suoi poteri, nel periodo preelettorale si sono svolti dibattiti aperti su questioni tradizionalmente sensibili e la società civile ha ribadito con forza il suo sostegno alla democrazia e alla laicità dello Stato. Le elezioni della Grande assemblea nazionale si sono svolte nel pieno rispetto degli standard democratici e dello Stato di diritto. Il nuovo parlamento è rappresentativo della diversità politica del paese. Il presidente della Repubblica è stato eletto in conformità delle norme costituzionali e la democrazia è prevalsa nei rapporti fra civili e militari. Il governo ha iniziato i lavori per una nuova costituzione.

La Turchia deve rilanciare con decisione le riforme politiche, concentrandosi in particolare sulla libertà di espressione e sui diritti delle comunità religiose non musulmane. La situazione va migliorata, in particolare, per quanto riguarda la lotta alla corruzione, la riforma giudiziaria nonché i diritti dei sindacati, delle donne e dei bambini. Occorre responsabilizzare maggiormente la pubblica amministrazione. La Turchia deve inoltre creare condizioni che permettano alla popolazione a dominante curda delle regioni sudorientali di godere pienamente dei diritti e delle libertà. La Commissione continuerà a seguire da vicino il processo di riforma politica, compreso il controllo civile sulle forze armate.

In risposta a una serie di attacchi armati del PKK, che hanno causato un gran numero di vittime, il parlamento ha adottato nell'ottobre 2007 una mozione che autorizza il governo a intervenire militarmente nella parte settentrionale dell'Iraq. La presidenza dell'UE ha ribadito il 22 ottobre l'assoluta condanna dell'Unione nei confronti della violenza terrorista del PKK in Turchia, aggiungendo che la comunità internazionale, e in particolare i principali interlocutori presenti nella regione, devono aiutare la Turchia a proteggere la sua popolazione e a combattere il terrorismo, rispettando nel contempo lo Stato di diritto, preservando la pace e la stabilità a livello internazionale e regionale ed evitando azioni militari eccessive.

Occorrono altre riforme economiche strutturali, unite a un consolidamento fiscale, per ovviare ai rischi che ancora sussistono per la stabilità finanziaria. Fra i problemi più gravi figurano le carenze strutturali e le rigidità del mercato del lavoro, la qualità delle competenze della forza lavoro, i bassi tassi di occupazione, soprattutto femminile, la vastità del settore informale e le riforme del regime previdenziale e del settore dell'energia. La diversificazione dell'economia rurale è tuttora limitata. Occorre inoltre ovviare alla vulnerabilità dei Rom. La Turchia deve tuttora definire un'impostazione globale per lo sviluppo socioeconomico delle zone sud-orientali.

Rimane fondamentale il mantenimento di relazioni di buon vicinato. La Turchia deve inoltre attuare integralmente, e in maniera non discriminatoria, il protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione.

3. La strategia di allargamento: realizzare il programma attuale

3.1. Il consenso rinnovato in materia di allargamento

Il processo di allargamento dell'UE contribuisce a promuovere la pace e la stabilità, le riforme e i valori europei. L’efficacia delle condizioni da rispettare come motore trainante delle riforme è subordinata al mantenimento di una prospettiva credibile per la futura integrazione nell’Unione. Questa prospettiva deve essere resa ancora più visibile per la popolazione dei paesi interessati e mai come in questo momento è fondamentale per aiutare tali paesi a sormontare le crisi, la fragilità dello Stato e le minacce per la democrazia.

Applicando condizioni rigorose in tutte le fasi del processo di allargamento si contribuisce a consolidare le riforme in tutti i paesi candidati, effettivi e potenziali, nonché a preparare i futuri Stati membri a rispettare i loro obblighi dopo l'adesione. I progressi dei singoli paesi verso l'Unione europea dipendono dagli sforzi compiuti individualmente per rispettare i criteri di Copenaghen a cui si aggiungono, per i Balcani occidentali, le condizioni del processo di stabilizzazione e di associazione.

La capacità d'integrazione dell'UE è oggetto della massima attenzione nelle fasi essenziali del processo di adesione. Introducendo nel processo di allargamento i miglioramenti qualitativi decisi dal Consiglio europeo del dicembre 2006, ci si assicura che i progressi dei paesi candidati effettivi e potenziali verso l'adesione all'UE siano condizionati dal modo in cui soddisfano i principali requisiti. In tale contesto, diventano sempre più determinanti i parametri per l'apertura e la chiusura dei capitoli negoziali, gli studi d'impatto sulle politiche chiave dell'UE nelle fasi essenziali del processo di allargamento e i collegamenti con la riforma politica.

3.2. Concentrarsi sulle questioni fondamentali

Le sfide individuate più sopra impongono di concentrarsi maggiormente sulle principali priorità in materia di riforme, attinenti alla costruzione dello Stato, alla governance e alle riforme macroeconomiche. I partenariati di adesione e i partenariati europei riveduti proposti dalla Commissione riflettono queste priorità. I partenariati guidano i paesi nel loro percorso europeo e definiscono le priorità del sostegno finanziario preadesione. Sin dalle prime fasi, avranno assoluta priorità le questioni di base inerenti alla governance, tra cui lo sviluppo istituzionale, la riforma giudiziaria e amministrativa, la prevenzione della criminalità organizzata e la lotta alla corruzione. Si darà maggiore spazio a questi problemi delicati, specialmente in sede di dialogo politico ed economico. La lotta alla criminalità transnazionale richiede una maggiore cooperazione tra paesi dei Balcani occidentali, istituzioni e agenzie dell'UE e Stati membri. Le questioni connesse all'attuazione delle leggi e delle politiche dell'UE vanno affrontate in funzione delle capacità dei paesi e dei progressi compiuti nel realizzare le riforme fondamentali.

Il meccanismo di sorveglianza fiscale preadesione, che dal 2006 si applica anche ai paesi candidati potenziali, continuerà a sostenere la riforma economica in tutti i paesi candidati, effettivi e potenziali.

La cooperazione regionale e il mantenimento di relazioni di buon vicinato rimangono fondamentali per l'integrazione europea. Il miglioramento di questi aspetti rafforza la fiducia e comporta vantaggi concreti in termini di stabilità regionale, agevolazione dei contatti transfrontalieri e potenziamento delle infrastrutture, oltre a vantaggi economici sotto forma di accelerazione della crescita e di aumento degli investimenti esteri diretti.

La conoscenza e la comprensione reciproche richiedono un ulteriore sviluppo della società civile e del dialogo fra i cittadini degli Stati membri dell'UE e i paesi interessati dal processo di allargamento. La Commissione concede dal 2005 un sostegno finanziario ai progetti riguardanti il dialogo con i paesi dei Balcani occidentali e tra di essi, nonché con la Turchia. Il sostegno alla società civile è fondamentale per favorire la comprensione reciproca e rafforzare il tessuto democratico nell'intera società. La Commissione prenderà altre misure per promuovere lo sviluppo della società civile e il dialogo a questo livello utilizzando lo strumento di assistenza preadesione (IPA).

3.3. Portare avanti i negoziati di adesione

I negoziati di adesione con la Croazia e la Turchia sono iniziati nell'ottobre 2005 per decisione unanime degli Stati membri a seguito di una serie di riforme chiave sul piano politico e legislativo. Il processo negoziale avvicina i due paesi all'UE e favorisce i suoi interessi strategici. I negoziati vengono condotti in base ai quadri rigorosi stabiliti dal Consiglio e procedono di pari passo con le riforme politiche ed economiche e con il recepimento e l'attuazione della legislazione UE.

Nel dicembre 2006 il Consiglio europeo ha preso decisioni inerenti allo svolgimento e alla qualità del processo di adesione. Per mettere in pratica le sue conclusioni si sono prese misure di notevole importanza. La Commissione ha utilizzato appieno la possibilità di proporre parametri di riferimento per stabilire le condizioni di apertura e chiusura dei capitoli negoziali in funzione dei progressi registrati in loco. A mano a mano che si affrontano i capitoli negoziali di maggiore importanza, la Commissione presenta i primi studi d'impatto. Uno di questi, che sarà pubblicato in autunno, riguarda il futuro ingresso della Croazia nel settore europeo del cabotaggio stradale. In funzione dell'andamento de negoziati, nei prossimi anni saranno presentati altri studi d'impatto riguardanti, per la Croazia, la libera circolazione dei lavoratori e, per la Turchia, la fornitura di energia. Il processo negoziale tiene conto altresì dei risultati degli intensi dialoghi in cui l'Unione è impegnata a livello politico ed economico. In tale contesto, si rivolge particolare attenzione alle questioni bilaterali in sospeso tra paesi candidati e Stati membri nonché allo sviluppo di relazioni di buon vicinato. In un capitolo negoziale specifico si affrontano le questioni connesse al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali. Va ricordato che i negoziati di adesione possono essere sospesi in caso di violazione grave e persistente, da parte dell’uno o dell’altro paese, dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e Stato di diritto su cui si fonda l'Unione.

I progressi della Croazia verso l'adesione danno un forte incoraggiamento agli altri paesi dei Balcani occidentali per quanto riguarda la loro possibilità di aderire una volta soddisfatte le condizioni necessarie. Il processo di adesione della Croazia contribuisce a risolvere le questioni bilaterali e regionali e favorisce la riconciliazione, tutelando al tempo stesso gli interessi strategici dell'UE in termini di sicurezza e prevenzione dei conflitti in una regione confinante con gli Stati membri.

Lo stadio attuale dei negoziati di adesione sui capitoli riguardanti le politiche specifiche dell'UE impone di affrontare le questioni tecniche connesse all'allineamento. La Commissione ha sottoposto al Consiglio tutte le relazioni di screening per la Croazia. La prossima fase consiste nel valutare in che misura la Croazia soddisfi le condizioni necessarie per aprire i capitoli pertinenti, sulla base di parametri che, se rispettati, permetterebbero ai negoziati di adesione con questo paese di registrare l'anno prossimo progressi considerevoli. La Croazia deve adoperarsi con maggiore impegno per quanto riguarda la riforma giudiziaria e amministrativa, i diritti delle minoranze, il ritorno dei profughi e la ristrutturazione delle industrie pesanti.

L'impegno costante della Turchia in materia di riforme riveste un'importanza strategica capitale per la sicurezza e la stabilità dell'UE. Come è emerso chiaramente dall'iniziativa "Alleanza di civiltà", volta a promuovere il dialogo sotto l'egida dell'ONU, la Turchia è un'interfaccia unica tra l'occidente e il mondo musulmano. Il Medio Oriente, e il mondo musulmano in genere, seguono con interesse il processo di adesione della Turchia all'UE, che presuppone una profonda trasformazione democratica nel paese. La Turchia sostiene inoltre il processo di pace in Medio Oriente e un dialogo con l'Iran sulla questione nucleare, possiede mezzi considerevoli in materia di sicurezza e li ha messi a disposizione per diverse missioni dell'UE e della NATO (Balcani occidentali, Repubblica democratica del Congo, Darfur, Afghanistan, ecc.). La Turchia potrebbe inoltre diventare una rotta fondamentale per il trasporto di energia fra l'UE e le principali fonti mondiali di petrolio e di gas, assumendo quindi un ruolo chiave per la sicurezza dell'intero approvvigionamento energetico dell'Europa. La sua convergenza con le politiche dell'UE risulterà particolarmente vantaggiosa in ambiti quali il controllo della migrazione e l'ambiente. La Turchia registra una crescita economica sostenuta e costante ed è uno dei principali partner dell'UE in termini di commercio e investimenti.

Queste considerazioni strategiche guidano da sempre i rapporti fra UE e Turchia, iniziati nel 1959. La prospettiva di adesione della Turchia all'UE risale al 1963, quando il paese ha firmato con la Comunità economica europea un accordo di associazione che contemplava esplicitamente l'adesione, sia nel preambolo che all'articolo 28, a riprova del ruolo strategico predominante svolto dalla Turchia sin dagli albori dell'Unione europea. Attualmente, la Turchia è l'unico paese con cui l'UE abbia istituito un'unione doganale, sottoscritta nel 1995. Lo status di paese candidato le è stato conferito nel 1999. Obiettivo comune dei negoziati, approvato da tutti gli Stati membri nell'ottobre 2005, è l'adesione. I negoziati con la Turchia sono un processo aperto, il cui esito non può essere garantito in anticipo. I negoziati procedono di pari passo con l'attuazione delle riforme e con l'allineamento alle leggi e alle politiche dell'UE.

È di fondamentale importanza che l'Unione europea tenga fede ai suoi impegni, che il processo negoziale vada avanti e che i capitoli siano aperti non appena sussistono le condizioni tecniche, in linea con il quadro negoziale dell'ottobre 2005 e con la decisione del Consiglio dell'11 dicembre 2006. Il processo di screening per la Turchia è in dirittura d'arrivo e la Commissione avrà presentato la maggior parte delle relazioni al Consiglio entro la fine dell'anno. La Turchia deve dar prova del necessario impegno onde rispettare i parametri di apertura definiti dal Consiglio per la maggior parte dei capitoli. Il nuovo impulso dato al processo di riforma politica in Turchia avrà un'incidenza diretta sul ritmo dei negoziati di adesione. Se i parametri vengono rispettati, i negoziati di adesione con la Turchia potrebbero progredire nei prossimi dodici mesi.

Rimane fondamentale il mantenimento di relazioni di buon vicinato. In linea con la dichiarazione dell'UE del 21 settembre 2005 e con le conclusioni del Consiglio dell'11 dicembre 2006, la Turchia deve adempiere l'obbligo di attuare integralmente, e in maniera non discriminatoria, il protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione e di eliminare tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, comprese le restrizioni applicate alla Repubblica di Cipro per quanto riguarda i mezzi di trasporto. La Turchia deve inoltre progredire verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali con la Repubblica di Cipro.

3.4. Rafforzare la prospettiva europea dei Balcani occidentali e promuovere la cooperazione regionale

Tutti i paesi dei Balcani occidentali condividono la prospettiva di aderire, a termine, all'Unione europea, che rappresenta il loro futuro. Il processo di stabilizzazione e di associazione e l'agenda di Salonicco del 2003 costituiscono tuttora il quadro della politica dell'UE nei confronti di questa regione. La cooperazione regionale comporta vantaggi concreti per i cittadini dei Balcani occidentali e contribuisce alle riforme e alla riconciliazione.

L'UE continuerà a subordinare a condizioni rigorose i progressi dei Balcani occidentali nella sua direzione. Un livello soddisfacente di conformità, specie per quanto riguarda l'adempimento degli obblighi previsti dagli accordi di stabilizzazione e di associazione (ASA), comprese le disposizioni commerciali, è un fattore essenziale nel percorso verso l'adesione. Un apparato istituzionale solido è di fondamentale importanza per l'attuazione delle disposizioni contenute nell'ASA e per il buon funzionamento delle varie istituzioni comuni.

La Commissione continua a sostenere il percorso europeo di tutti i paesi dei Balcani occidentali, man mano che progrediscono secondo la roadmap stabilita nel 2005, e conferirà priorità assoluta alla stabilità e alla prospettiva europea del Kosovo.

Il vertice del Processo di cooperazione nell'Europa sudorientale (SEECP) tenutosi a Zagabria nel maggio 2007 preannunciava un progressivo trasferimento del processo di cooperazione al livello regionale. Il patto di stabilità è sostanzialmente arrivato al termine della sua missione e sarà sostituito da un nuovo Consiglio di cooperazione regionale (CCR) collegato al SEECP. È stato nominato un segretario generale del CCR e si è scelta Sarajevo come sede del suo segretariato. L'accordo sulla sede è stato firmato con la Bosnia-Erzegovina sotto l'attuale presidenza bulgara e il segretariato è in fase di creazione. L'ultima riunione del tavolo regionale del patto di stabilità e la prima riunione del CCR dovrebbero tenersi a Sofia agli inizi del 2008, quando il coordinatore speciale del patto di stabilità passerà le consegne al segretario generale del CCR. Le nuove strutture devono essere rapidamente operative, specialmente il segretariato dell'ufficio di collegamento di Bruxelles. Il SEECP e il CCR costituiranno il quadro generale della cooperazione regionale. La Commissione parteciperà al CCR e incoraggerà tutte le parti interessate a svolgere un ruolo attivo. Basandosi sull'esperienza acquisita con il patto di stabilità, la Commissione intende collaborare con il SEECP e il CCR onde attuare l'iniziativa comunitaria per la riduzione dei rischi di calamità e l'iniziativa di prevenzione e preparazione alle catastrofi lanciata nell'ambito del patto di stabilità. La Commissione intende inoltre associare maggiormente i paesi dei Balcani occidentali alle misure connesse al meccanismo comunitario di protezione civile in situazioni di emergenza come inondazioni, incendi boschivi o terremoti.

Il processo di ratifica del nuovo accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA), entrato in vigore in luglio, è stato completato di recente da tutti i firmatari, e la zona di libero scambio è attualmente effettiva in tutta la regione. La Commissione europea intende fornire sostegno al CEFTA sotto forma di assistenza tecnica e di un finanziamento triennale iniziale destinato al segretariato dell'accordo. Tutti i paesi collaborano nell'ambito della Carta europea per le piccole imprese. Si registrano progressi nell'attuazione del trattato che istituisce la Comunità dell’energia ed è in corso la ratifica dell'accordo sulla creazione di uno Spazio aereo comune europeo. I due strumenti devono essere ratificati dai firmatari rimanenti. Questi accordi consentono una rapida integrazione nel mercato interno dell'UE per l'energia e l'aviazione. Si sono elaborati piani d'azione e roadmap particolareggiati per l'elettricità e per il gas.

L'ufficio TAIEX [6] della Commissione organizzerà riunioni informative tecniche nei paesi candidati potenziali onde sensibilizzare maggiormente gli interlocutori del governo, delle imprese e della società alle leggi e politiche dell'UE. L'istituto regionale di pubblica amministrazione contribuirà a rafforzare la capacità amministrativa nei Balcani occidentali. Sono stati mobilitati fondi UE per trasformare la rete esistente in una scuola con sede nella regione dei Balcani occidentali.

I cittadini della regione devono constatare i miglioramenti tangibili dovuti all'integrazione europea dei loro paesi per partecipare pienamente al processo di riconciliazione e di riforma. Occorre intensificare al massimo i contatti fra i cittadini degli Stati membri e dei paesi della regione nonché i contatti fra gli abitanti all'interno della regione.

Riconoscendo quanto sia importante agevolare i viaggi verso l'Unione europea per i cittadini e gli esponenti governativi dei Balcani occidentali, l'UE si è impegnata a Salonicco a prendere le misure necessarie a tal fine. Il processo di liberalizzazione dei viaggi deve tener conto degli interessi dell'UE in materia di sicurezza interna e di migrazione. La Croazia usufruisce da molti anni di un regione di esenzione dal visto. La Commissione ha negoziato di recente accordi di facilitazione del visto e accordi di riammissione con altri paesi della regione, che sono stati firmati a settembre e dovrebbero essere approvati a breve dal Consiglio, in modo da poter entrare in vigore il 1 gennaio 2008. Grazie a questi accordi sarà nettamente più agevole ottenere il visto per recarsi nell'UE. È importante che gli Stati membri provvedano ad applicarli correttamente.

Gli accordi di facilitazione segnano una tappa importante verso la liberalizzazione totale del regime dei visti. Ritenendo che sia giunto il momento di prendere altre misure concrete per liberalizzare il regime dei visti applicato ai paesi dei Balcani occidentali, la Commissione propone di avviare un dialogo con ciascuno di questi paesi per definire una roadmap relativa alle condizioni da rispettare, riguardanti l'applicazione effettiva degli accordi di riammissione e i progressi in settori chiave come la gestione delle frontiere, la sicurezza dei documenti o la lotta contro la criminalità organizzata. Le roadmap consentiranno ai paesi interessati di orientare meglio le loro riforme e rafforzeranno al tempo stesso la visibilità dell'impegno dell'UE nei confronti dei popoli della regione.

Fra le misure volte a migliorare i contatti interpersonali rientrano anche l'ampliamento della cooperazione in materia di istruzione e le maggiori possibilità di mobilità offerte agli studenti universitari, anche non laureati, dai programmi Erasmus Mundus e Tempus. Altri 100 studenti potranno seguire corsi postlaurea nell'UE nel 2007/2008. Dal 2008 in poi, fino a 500 studenti universitari beneficeranno ogni anno di programmi di scambio fra gli Stati membri dell'UE e la regione. La Commissione esaminerà, insieme agli Stati membri e ad altri donatori bilaterali, la possibilità di concedere altre borse di studio. Sarà erogato un sostegno finanziario preadesione per permettere a giovani, organizzazioni giovanili, operatori culturali, organizzazioni della società civile e ricercatori dei Balcani occidentali di partecipare ai programmi dell'UE. La Commissione incoraggerà le iniziative e i progetti svolti nel 2008 nell'ambito dell'Anno europeo per il dialogo interculturale. Il nuovo strumento della Commissione per la società civile finanzierà misure a sostegno delle reti e degli scambi tra i gruppi della società civile e le loro controparti, nella regione e a livello europeo.

Una partecipazione attiva dei parlamenti è fondamentale per far progredire questi paesi verso l'UE. La cooperazione parlamentare si è ulteriormente sviluppata nei Balcani occidentali e con l'UE. La Commissione incoraggerà, in collaborazione con il Parlamento europeo, le attività incentrate sull'integrazione europea.

3.5. Sostenere maggiormente le riforme

Il 1 gennaio è stato istituito lo strumento di assistenza preadesione (IPA) onde fornire un quadro coerente per l'assistenza ai paesi candidati, effettivi e potenziali. La Comunità manterrà il suo sostegno a questi paesi perché rafforzino le istituzioni democratiche e lo Stato di diritto, riformino la pubblica amministrazione e instaurino economie di mercato funzionanti. Parallelamente ai progetti di sviluppo istituzionale e di cooperazione transfrontaliera si sosterranno, a seconda del livello di preparazione dei paesi, le misure regionali e quelle riguardanti le risorse umane e lo sviluppo rurale.

Proseguono i preparativi per trasferire agevolmente l'esecuzione degli aiuti dall'Agenzia europea per la ricostruzione (AER) alle delegazioni e agli uffici della Commissione a Belgrado, Podgorica, Pristina e Skopje. Il processo si concluderà entro la fine del 2008. L'Agenzia ha svolto un ruolo fondamentale per l'erogazione degli aiuti alla ricostruzione postconflitto nei paesi interessati. L'introduzione dell'IPA comporta un maggiore coinvolgimento delle autorità beneficiarie nella programmazione dell'assistenza preadesione, imponendo loro di prepararsi a subentrare nella gestione dei fondi UE.

Va rivolta particolare attenzione al Kosovo, il cui notevole fabbisogno di finanziamenti esterni dovrà essere coperto in larga misura dai donatori. L'UE e gli Stati membri dovranno guidare l'azione della comunità internazionale in linea con il ruolo chiave che l'UE sarà chiamata a svolgere una volta definito lo status del Kosovo.

L'IPA contribuirà a rafforzare le capacità dei beneficiari attraverso il potenziamento istituzionale, il buon governo e lo sviluppo delle PMI. Si considereranno particolarmente importanti la riforma amministrativa e giudiziaria e lo Stato di diritto. Si cercherà inoltre di migliorare la gestione delle finanze pubbliche dei partner e la loro capacità di utilizzare al meglio il sostegno preadesione. TAIEX offre assistenza agli enti pubblici dei paesi interessati dal processo di allargamento sotto forma di risposte tempestive dei funzionari del settore pubblico. In considerazione dei risultati di SIGMA [7] e TAIEX, i gemellaggi tra le pubbliche amministrazioni forniranno un sostegno a medio termine in materia di governance, a complemento dei progetti di gemellaggio tradizionali riguardanti le leggi o le politiche dell'UE.

La Commissione creerà, nell'ambito dell'IPA, un nuovo strumento di finanziamento per promuovere lo sviluppo e il dialogo della società civile. I progetti nazionali e quelli per più beneficiari saranno programmati in modo coordinato onde favorire lo sviluppo della società civile in ciascun paese, in modo da rafforzare gli organi della società civile e il loro ruolo nel processo politico, migliorare la capacità delle organizzazioni della società civile di elaborare progetti e reti transfrontalieri e permettere ai rappresentanti della società civile e agli opinion leader di acquisire maggiore dimestichezza con le questioni inerenti all'UE. Lo strumento rafforzerà la capacità delle organizzazioni della società civile in termini di mobilitazione civica, sensibilizzazione, elaborazione e gestione di progetti onde favorire la creazione di reti, sostenendo il loro dialogo con gli organi corrispondenti dell'UE. Si interverrà in settori come i diritti umani, la parità fra i sessi, l'inclusione sociale, la sanità, l'ambiente, la promozione e la rappresentanza delle imprese e la tutela dei consumatori. Lo strumento incentiverà la cooperazione e il trasferimento delle competenze fra imprese, sindacati e organizzazioni professionali dei paesi partner e le organizzazioni corrispondenti dell'UE. Sarà varato un programma di visite per consentire agli opinion leader coinvolti nella vita politica nazionale e locale, agli esponenti religiosi, ai giornalisti, ai sindacalisti e alle associazioni imprenditoriali di acquisire maggiore dimestichezza con le questioni inerenti all'UE e di avere contatti con le loro controparti europee.

Fra gli elementi più salienti del nuovo regolamento IPA figura lo stretto coordinamento fra i donatori, specie se si considerano le restrizioni di bilancio. La Commissione coordinerà il sostegno IPA con quello delle istituzioni finanziarie internazionali e di altri donatori onde rispondere alle esigenze di base in termini di sviluppo economico e sociale. La Commissione sta allestendo uno strumento per le infrastrutture, che sarà finanziato dall'IPA dal 2008 in poi e servirà a preparare i progetti infrastrutturali riguardanti le infrastrutture connesse ai trasporti, all'energia e all'ambiente e gli investimenti nel settore sociale (sanità, istruzione, alloggi, profughi, ecc.). Vanno menzionati, fra le altre iniziative, il Fondo europeo per l'Europa sudorientale (EFSE), orientato allo sviluppo del settore privato, e lo strumento per l'efficienza energetica. Il sostegno IPA cercherà quindi di combinare sovvenzioni e prestiti nel modo più conveniente dal punto di vista economico. Parteciperanno a quest'azione concertata la BEI, la BERS e altre istituzioni finanziarie internazionali come la Banca mondiale e la Banca del Consiglio d'Europa.

3.6. Mobilitare l'appoggio dei cittadini in favore dell'allargamento

La comunicazione è un elemento fondamentale della strategia dell'UE in materia di allargamento. Il pubblico deve essere informato meglio dei vantaggi e delle sfide che comporta questo processo. L'opinione dei cittadini europei in merito ai futuri allargamenti è influenzata dalla percezione di quelli passati. È indispensabile prestare ascolto ai cittadini, affrontare le questioni che li preoccupano e fornire loro informazioni più complete. Le informazioni concrete fornite dall'UE devono illustrare chiaramente ai cittadini i vantaggi e le sfide che comporta l'allargamento.

L'UE ha il difficile compito di curare la comunicazione sull'allargamento sia negli Stati membri che nei paesi candidati, effettivi e potenziali.

Negli Stati membri, si tratta principalmente di fornire dati concreti sul quinto allargamento, segnatamente sul suo impatto in termini di successo economico e di rafforzamento del ruolo dell'UE a livello mondiale, nonché di evidenziare vantaggi e problemi del processo di allargamento in corso. Le istituzioni e gli Stati membri dell'UE devono fornire ai cittadini europei informazioni sui paesi candidati effettivi e potenziali, nonché spiegare come si svolge l'allargamento, sottolineando che si tratta di un processo graduale e oculatamente gestito. Il dibattito sulle questioni connesse all'allargamento va promosso a tutti i livelli della società.

Nei paesi candidati effettivi e potenziali, l'obiettivo principale è sottolineare l'impegno dell'Unione a favore della loro prospettiva europea e spiegare le condizioni cui sono subordinati i progressi dei vari paesi verso l'UE, specificando che ognuno di essi viene giudicato singolarmente. La popolazione deve capire che i progressi sulla via dell'adesione dipendono dal ritmo delle riforme attuate in ciascun paese. Un processo di riforma più rapido ed efficace accelera i progressi del paese verso l'adesione, con tutti i vantaggi che ciò comporta. L'UE deve aiutare i governi di questi paesi a spiegare la natura dell'Unione e i vantaggi concreti che comporta per i loro cittadini l'instaurazione di rapporti più stretti con l'UE a mano a mano che procedono i preparativi per l'adesione. I cittadini devono ricevere maggiori informazioni circa vantaggi quali l'assistenza finanziaria e la consulenza tecnica preadesione, l'agevolazione del visto e le borse di studio.

Per migliorare le informazioni fornite in merito all'allargamento, la Commissione invita i governi degli Stati membri e i paesi candidati, effettivi e potenziali, a elaborare piani di comunicazione destinati agli opinion leader degli ambienti politici, ai media, agli ambienti accademici e imprenditoriali, alle parti sociali e ai giovani. Darà un contributo in tal senso anche il nuovo strumento di cui dispone la Commissione per promuovere il dialogo e lo sviluppo della società civile.

Gli Stati membri devono dare un impulso determinante al processo spiegando e difendendo le politiche stabilite, promuovendo il dialogo e illustrando i vantaggi dell'allargamento. È fondamentale a tal fine anche il ruolo dei membri del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, affiancati dalle autorità regionali e locali e dalla società civile. Più vicini ai cittadini, questi organi devono dar vita a un dibattito informato sull'allargamento.

La Commissione integrerà queste iniziative con informazioni sulla politica dell'UE in materia di allargamento, compreso il sostegno preadesione. Addurrà elementi concreti per sfatare i miti avvalendosi pienamente delle sue rappresentanze negli Stati membri e delle sue delegazioni nei paesi interessati dal processo di allargamento. La Commissione cercherà di avviare un dialogo sull'allargamento con i principali opinion leader e si avvarrà dell'esperienza positiva acquisita nel 2007 attraverso vari progetti di comunicazione, segnatamente quelli realizzati con le camere di commercio e le organizzazioni studentesche.

4. Conclusioni e raccomandazioni

Basandosi sull'analisi di cui sopra, la Commissione propone le seguenti conclusioni:

1) l'allargamento ha contribuito a far regnare pace, democrazia e stabilità in tutto il continente e ha comportato vantaggi concreti in termini di espansione del commercio, degli investimenti e della crescita economica. Diventata più competitiva, l'Unione può rispondere meglio alle sfide della globalizzazione. L'allargamento ha conferito all'UE maggior peso sulla scena mondiale.

2) Il processo di allargamento dell'UE è gestito oculatamente sulla base del consenso rinnovato definito dal Consiglio europeo del dicembre 2006, consenso che si basa sui seguenti principi: consolidamento degli impegni, condizioni eque e rigorose e miglior comunicazione con i cittadini, associati alla capacità dell'UE di assorbire nuovi membri. Il programma di allargamento attuale riguarda i paesi dei Balcani occidentali e la Turchia, a cui è stata prospettata l'adesione all'UE una volta che avranno soddisfatto le condizioni pertinenti.

3) La Commissione ha preso misure volte a migliorare qualitativamente il processo di allargamento. Gli aspetti più delicati delle riforme vengono affrontati sin dalle prime fasi. Vengono assicurati contatti e scambi di informazioni tra i dialoghi politico ed economico e il processo di allargamento. Durante i negoziati di adesione, si utilizzano appieno i parametri di riferimento per stabilire le condizioni di apertura e di chiusura dei diversi capitoli. La Commissione promuove una maggiore trasparenza, ad esempio rendendo accessibili le relazioni di screening, e sta preparando i primi studi d'impatto. Ciascun paese passa alla fase successiva del suo percorso verso l'UE una volta soddisfatte le condizioni necessarie, in linea con la roadmap stabilita nel 2005 per i Balcani occidentali.

4) Nei paesi interessati dal processo di allargamento rimane irrisolta una serie di problemi di notevole entità. È assolutamente indispensabile mantenere la visibilità e la credibilità delle loro prospettive di adesione. Ciascun paese sarà valutato singolarmente. Occorre prendere altre misure per affrontare questioni fondamentali come la costruzione dello Stato, lo Stato di diritto, la riconciliazione, la riforma amministrativa e giudiziaria e la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Rimane fondamentale il mantenimento di relazioni di buon vicinato.

5) I negoziati di adesione con la Croazia procedono bene e stanno entrando in una fase decisiva, il che dimostra all'intera regione che la prospettiva europea è reale. La Croazia deve adoperarsi con maggiore impegno, specie per quanto riguarda la riforma giudiziaria e amministrativa, i diritti delle minoranze, il ritorno dei profughi e la ristrutturazione delle industrie siderurgica e cantieristica.

6) Dal 1999, anno in cui è diventata un paese candidato, la Turchia ha attuato riforme di vasta portata. Nel corso dell'ultimo anno, la Turchia ha attraversato una crisi costituzionale che è sfociata in elezioni politiche anticipate svoltesi in modo libero ed equo. Il nuovo parlamento è rappresentativo della diversità politica del paese. Il presidente della Repubblica è stato eletto in conformità delle norme costituzionali e la democrazia è prevalsa nei rapporti fra civili e militari. La Turchia deve rilanciare con decisione le riforme politiche, concentrandosi in particolare, e con la massima urgenza, sulla libertà di espressione (articolo 301 del codice penale e altra legislazione pertinente) e sui diritti delle comunità religiose non musulmane. Il paese deve compiere ulteriori progressi, specie per quanto riguarda la riforma giudiziaria, la lotta contro la corruzione, i diritti delle donne, dei bambini e dei sindacati, i diritti culturali e il controllo civile sulle forze di sicurezza.

La Turchia non ha ancora rispettato l'obbligo di attuare in modo non discriminatorio il protocollo aggiuntivo all'accordo di Ankara né è progredita verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali con la Repubblica di Cipro. La Commissione continuerà a seguire gli sviluppi nelle prossime relazioni annuali, in linea con le conclusioni approvate dal Consiglio europeo l'11 dicembre 2006.

7) Lo status del Kosovo deve essere definito chiaramente e con la massima rapidità possibile. È di fondamentale importanza che l'UE assuma una posizione unanime al riguardo. La Commissione appoggia pienamente il lavoro della troika. Occorre trovare una soluzione duratura che garantisca un Kosovo democratico e multietnico e contribuisca alla stabilità regionale.

8) Pur avendo fatto progressi, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia deve accelerare il ritmo delle riforme nei settori chiave. Nonostante i miglioramenti registrati in una serie di settori, l'Albania e il Montenegro devono ancora affrontare problemi di notevole entità. La Bosnia-Erzegovina non si è ancora assunta la piena responsabilità della sua governance e deve portare avanti le riforme, in particolare a livello delle forze di polizia. La Serbia ha dimostrato di possedere la capacità amministrativa necessaria per compiere progressi considerevoli verso la realizzazione della sua prospettiva europea, prova ne sia il modo efficiente in cui ha condotto i negoziati tecnici sull'accordo di stabilizzazione e di associazione. La firma dell'ASA, tuttavia, è subordinata alla piena cooperazione della Serbia con il TPII. L'intera regione deve progredire verso la costruzione di democrazie moderne e lo sviluppo di una cultura politica improntata al dialogo e alla tolleranza.

Di conseguenza:

a) la Commissione si aspetta che nei prossimi dodici mesi i negoziati con la Croazia compiano notevoli progressi, con l'apertura di un gran numero di capitoli e la chiusura provvisoria di molti altri, purché il paese continui ad impegnarsi sulla via delle riforme e rispetti i parametri fissati.

b) La Commissione si aspetta che i negoziati con la Turchia progrediscano nel corso dell'anno. I capitoli per i quali sono stati ultimati i preparativi tecnici dovrebbero essere aperti secondo le procedure stabilite.

Il ritmo dei negoziati dipende dall'esito delle riforme attuate in Turchia. Se riuscirà a soddisfare i parametri di apertura, la Turchia potrebbe imprimere un maggiore impulso al processo.

La Commissione ha proposto al Consiglio che la revisione delle disposizioni del Codice penale turco riguardanti la libertà di espressione (articolo 301 e altri articoli pertinenti) diventi un parametro per l'apertura del capitolo principale sui diritti giudiziari e fondamentali.

Otto capitoli non saranno aperti fintantoché la Turchia non avrà rispettato l'impegno di attuare integralmente, e in modo non discriminatorio, il protocollo aggiuntivo all'accordo di Ankara, in linea con le conclusioni del Consiglio dell'11 dicembre 2006.

c) L'UE è pronta a fornire ulteriore sostegno per la stabilità nel Kosovo e nella regione e ad avvalersi pienamente dei suoi strumenti politici per reagire agli sviluppi.

d) Se sussisteranno le necessarie condizioni, gli accordi di stabilizzazione e di associazione con i paesi dei Balcani occidentali potrebbero essere completati nel 2008 (firma o entrata in vigore).

e) I paesi dei Balcani occidentali si assumeranno la responsabilità della cooperazione regionale con il passaggio dal patto di stabilità al nuovo Consiglio di cooperazione regionale nell'ambito del processo di cooperazione nell'Europa sudorientale. L'UE continuerà a promuovere il coinvolgimento locale nelle iniziative di cooperazione regionale.

f) Sarà considerata prioritaria la promozione dei contatti fra i cittadini dei Balcani occidentali e l'UE. La Commissione avvierà un dialogo sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini dei paesi dei Balcani occidentali come fase successiva agli accordi di facilitazione del visto e di riammissione.

g) Agli inizi del 2008, la Commissione adotterà una comunicazione in cui analizzerà gli sviluppi e indicherà la via da seguire tenendo conto dell'agenda di Salonicco e della comunicazione di Salisburgo sulla promozione del percorso dei Balcani occidentali verso l'UE.

h) I partenariati di adesione e i partenariati europei riveduti proposti dalla Commissione indicano le priorità aggiornate in materia di riforme. Le questioni fondamentali connesse alla costruzione dello Stato, alla governance e alla riforma amministrativa e giudiziaria devono essere affrontate sin dalle prime fasi.

i) Di queste priorità si terrà conto nel programmare l'assistenza finanziaria a titolo del nuovo strumento di assistenza preadesione (IPA). La Commissione creerà, nell'ambito dell'IPA, uno strumento di finanziamento per promuovere lo sviluppo e il dialogo della società civile, segnatamente attraverso progetti di scambio e di potenziamento delle capacità. La Commissione assicurerà un più stretto coordinamento con gli altri donatori e intensificherà la cooperazione con la BEI, la BERS e le altre istituzioni finanziarie internazionali.

j) È tuttora indispensabile mobilitare l'appoggio dei cittadini in favore dell'allargamento, ascoltarli cittadini e affrontare le questioni che li preoccupano fornendo loro informazioni chiare e concrete. La comunicazione sull'allargamento è una responsabilità comune, che richiede l'attiva partecipazione degli Stati membri. La Commissione continuerà a fare la sua parte insieme al Parlamento europeo, alle autorità nazionali, regionali e locali e alla società civile.

ALLEGATO

Conclusioni relative ad Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia, Kosovo [8], Turchia

Albania

Per quanto riguarda i criteri politici, l'Albania ha fatto qualche progresso verso la democrazia e lo Stato di diritto, continuando a svolgere un ruolo positivo per il mantenimento della stabilità regionale. Tuttavia, affinché il sistema politico funzioni in modo efficace e trasparente, occorre promuovere una cultura democratica e, in particolare, un dialogo costruttivo tra le parti. Il parlamento deve ancora compiere notevoli passi avanti per attuare le riforme. Una delle sfide principali è la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata.

Sono stati registrati alcuni progressi nel settore della democrazia e dello Stato di diritto. Il parlamento albanese ha assolto il proprio ruolo costituzionale con l'elezione di un nuovo presidente. Tuttavia, la scarsa volontà di cooperare dei partiti politici ha continuato a frenare le riforme, in particolare in campo elettorale e giudiziario. L'Albania ha ottenuto buoni risultati nel consolidamento delle proprie strutture di governo necessarie per attuare gli impegni assunti nei confronti dell'UE e per affrontare le proprie esigenze di sviluppo. Coordinamento e capacità restano insufficienti, mentre la programmazione strategica richiede miglioramenti. Nonostante vi sia stato un minore avvicendamento di personale all'interno dell'amministrazione pubblica albanese, occorrono ancora sforzi consistenti per garantire efficienza e imparzialità, cui potrebbe contribuire, ad esempio, la piena attuazione della legge sulla funzione pubblica. Occorre consolidare l'autorità del dipartimento della Pubblica Amministrazione e permangono diffuse lacune nella gestione delle risorse umane all'interno della pubblica amministrazione.

La riforma del sistema giudiziario ha registrato progressi limitati. Le procedure di valutazione dei giudici sono migliorate, il funzionamento dei tribunali è stato razionalizzato e l'esecuzione delle sentenze è stata relativamente accelerata. Tuttavia, il sistema giudiziario non funziona ancora in modo adeguato, per via della corruzione e della mancanza di indipendenza, trasparenza ed efficienza. Non sono ancora stati varati gli atti legislativi previsti per risolvere queste questioni.

Il governo ha adottato un approccio più strategico alla lotta alla corruzione, che rappresenta una priorità fondamentale del partenariato europeo. Nel settore degli appalti pubblici vi sono stati miglioramenti legislativi. Le inchieste anticorruzione hanno portato all'arresto di numerosi funzionari pubblici di alto livello. Ciò nonostante, la corruzione è molto diffusa e costituisce un problema estremamente serio. C'è ancora molta strada da compiere per risolvere le diverse problematiche connesse, tra cui la responsabilità giudiziaria e la trasparenza del finanziamento dei partiti politici.

Sono stati conseguiti alcuni progressi in materia di diritti dell'uomo e di tutela delle minoranze. L'Albania ha abolito la pena di morte in qualunque circostanza ed è stata varata una nuova legge per sanzionare l'istigazione alle vendette feudali. Nelle istruzioni ufficiali che vengono impartite ai procuratori e alla polizia giudiziaria, si ribadisce la necessità di rispettare i diritti dell'uomo nei procedimenti penali. e gli standard di carcerazione restano insufficienti. Si osservano alcuni miglioramenti nelle condizioni carcerarie e la maggior parte dei detenuti in regime di custodia cautelare sono stati trasferiti in appositi reparti delle prigioni. Tuttavia, le prigioni continuano ad essere sovraffollate. Occorre ulteriormente adoperarsi con vigore per una migliore attuazione delle norme sui diritti umani e per perseguire sistematicamente i responsabili delle violazioni. La legislazione relativa all'accesso all'assistenza legale gratuita risulta ancora carente.

L'Albania ha registrato alcuni progressi in materia di libertà di espressione, una delle priorità fondamentali del partenariato europeo. È stato concordato un piano d'azione per elaborare una nuova legislazione nel settore radiotelevisivo. Il comitato direttivo della radiotelevisione pubblica comprende adesso rappresentanti della società civile. Benché il quadro normativo sulla concorrenza nel settore sia stato potenziato, le decisioni prese dal governo sulle licenze ai mass media e sulla riscossione fiscale sono state criticate come discriminatorie. Occorre una riforma più consensuale e coordinata, che riguardi in particolare il servizio radiotelevisivo e la trasparenza sulla proprietà dei mezzi di informazione. È necessario che la legislazione esistente sia applicata meglio.

Esiste un quadro giuridico favorevole alle organizzazioni della società civile, ma i gruppi della società civile continuano ad essere deboli, non essendo sufficientemente coinvolti nell'elaborazione delle politiche e soffrendo di carenze in termini di risorse, capacità organizzativa e di sensibilizzazione e legami regionali.

Sono stati compiuti alcuni progressi verso il consolidamento dei diritti delle donne. È stata adottata una nuova legislazione sulle violenze domestiche, nell'ambito della quale un reparto ministeriale è stato incaricato di trattare le questioni specifiche delle pari opportunità. Tuttavia, la tutela delle donne di fronte a ogni forma di violenza è ancora insufficiente e la legislazione in merito deve essere consolidata e pienamente attuata. Sono stati compiuti alcuni passi avanti per quel che riguarda i diritti dei minori. Anche se si osserva un potenziamento della giustizia minorile, del controllo dei diritti dei minori e dell'istruzione primaria, i progressi sono ostacolati dai ritardi nella legislazione pertinente, soprattutto in materia di registrazione delle nascite, e dalla mancanza di risorse. I servizi sociali hanno registrato qualche miglioramento, nell'ambito del quale sono state assegnate risorse più cospicue per le persone, ma le misure adottate per sostenere le persone socialmente vulnerabili e i disabili continuano ad essere limitate. Un miglior coordinamento degli enti governativi potrebbe migliorare la situazione.

Sono stati fatti passi avanti per quel che riguarda il consolidamento dei diritti di proprietà, una delle priorità fondamentali del partenariato europeo. Il governo ha adottato una strategia che disciplina globalmente i processi di registrazione iniziale degli immobili, la restituzione, le compensazioni, nonché il condono degli edifici costruiti abusivamente. Sebbene una migliore gestione delle restituzioni e delle compensazioni abbia relativamente accelerato il trattamento delle domande, si continuano a registrare lungaggini. È necessario adoperarsi per garantire l'adeguato coordinamento delle procedure di registrazione, restituzione, compensazione e condono e uno snellimento nel trattamento delle relative domande.

L'Albania si è adoperata per adempiere ai suoi impegni in materia di tutela delle minoranze, in particolare per promuovere l'uso delle lingue minoritarie e dei toponomi tradizionali. A causa della mancanza di dati certi sull'entità e la situazione delle minoranze, è difficile ottenere ulteriori miglioramenti. Sono state adottate iniziative volte a migliorare la situazione dei Rom, ma queste misure hanno avuto un impatto limitato. La minoranza rom si trova ancora ad affrontare discriminazioni e condizioni di vita molto difficili, specialmente nei settori dell'istruzione, della protezione sociale, della sanità, degli alloggi e dell'occupazione.

Riguardo alle questioni regionali e agli obblighi internazionali, l'Albania ha continuato a promuovere buone relazioni con gli altri paesi dei Balcani occidentali e con i paesi limitrofi dell'UE, sia a livello multilaterale che bilaterale. Il paese continua a partecipare attivamente alla cooperazione regionale, ad esempio nel quadro del processo di cooperazione per l'Europa sudorientale (SEECP) e del consiglio di cooperazione regionale, nonché dell'accordo centroeuropeo di libero scambio modificato (CEFTA). L'Albania ha mantenuto la propria posizione costruttiva nel processo relativo allo status del Kosovo, il che ha contribuito alla stabilità nella regione. Per quanto attiene alla Corte penale internazionale, l'accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti non è in linea con la posizione comune e con i principi guida dell'UE sulla materia.

L'economia albanese ha continuato ad espandersi vigorosamente. Anche se globalmente la stabilità macroeconomica è stata mantenuta, i disavanzi esterni si sono aggravati, principalmente per via delle crisi nel settore energetico. L'attuazione carente dello Stato di diritto continua ad ostacolare il buon funzionamento dell'economia di mercato e incide sul clima imprenditoriale. Lo sviluppo economico continua ad essere ostacolato da fattori quali le infrastrutture carenti e un approvvigionamento energetico inaffidabile.

Riguardo ai criteri economici, l'Albania ha compiuto passi avanti verso l'instaurazione di un'economia di mercato funzionante, Occorrono ancora importanti riforme affinché il paese sia in grado di far fronte a lungo termine alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione.

Globalmente, è stato mantenuto un consenso politico sugli elementi essenziali della politica economica. La stabilità macroeconomica è stata in gran parte mantenuta. La crescita economica ha continuato ad essere consistente, nonostante la penuria energetica. Una politica monetaria credibile ha garantito bassi livelli d'inflazione. Il tasso di disoccupazione ufficiale, seppur ancora alto, ha continuato a scendere. L'andamento delle entrate tributarie è risultato globalmente conforme agli obiettivi e l'attuazione del bilancio è migliorata. Nonostante il progredire delle riforme delle finanze pubbliche, permangono rischi fiscali. In linea generale, il mix delle politiche macroeconomiche è risultato nell'insieme soddisfacente. Dopo una serie di forti ritardi nel 2006, le privatizzazioni sono state accelerate nel 2007. Il settore bancario privato si sta espandendo ed è globalmente in buona salute. Si è mantenuta una forte espansione del credito e il quadro normativo per la vigilanza bancaria è ben sviluppato. Anche l'integrazione degli scambi commerciali con l'Unione europea si è mantenuta relativamente alta.

Tuttavia, soprattutto a causa delle difficoltà nel settore dell'energia, i deficit esterni si sono ulteriormente aggravati. Sono stati compiuti progressi riguardo all'attuazione delle sentenze del tribunale e all'istituzione di diritti di proprietà, ma le carenze nel settore giudiziario e nell'attuazione delle leggi gravano sul clima economico. Malgrado un certo snellimento delle procedure di registrazione delle aziende, le inefficienze amministrative ostacolano l'entrata e l'uscita dal mercato. Sono stati conseguiti alcuni progressi in materia di vigilanza dei soggetti finanziari diversi dalle banche, ma occorre un ulteriore consolidamento, in particolare per quanto riguarda l'industria previdenziale. Vi è ancora disoccupazione strutturale. La mancanza di personale qualificato e le scarse infrastrutture ostacolano lo sviluppo di un settore privato in grado di contribuire fortemente allo sviluppo del paese. L'ampio settore informale, incentivato da un'applicazione della legge ancora carente e dall'inadeguatezza del quadro normativo, riduce la base imponibile, inibisce la capacità del governo di attuare le politiche economiche ed ha ripercussioni negative sul mondo degli affari.

Riguardo all'allineamento della legislazione, delle politiche e della capacità agli standard europei, l'Albania ha compiuto progressi e sta attuando gli impegni commerciali previsti dall'accordo interinale. In alcuni settori quali le dogane, la concorrenza e la lotta contro la criminalità organizzata, si sono consolidati i progressi compiuti negli anni precedenti. mentre in altri settori, come l'energia, i trasporti e i diritti di proprietà intellettuale, i risultati sono stati ancora modesti. Per poter beneficiare appieno dell'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA), è fondamentale portare avanti le riforme in materia di controlli veterinari e fitosanitari. I problemi relativi alla capacità amministrativa per le disposizioni dell'ASA non relative al commercio e all'attuazione efficace delle norme devono essere risolti affinché si possa stilare un bilancio positivo dell'attuazione dell'accordo ASA.

Benché siano stati fatti passi avanti in alcuni settori del mercato interno, resta ancora molto da fare per soddisfare gli obblighi dell'ASA. Sono stati compiuti progressi per quanto riguarda l'adozione delle norme e l'accreditamento. Si sta provvedendo a rafforzare la capacità in materia di metrologia e vigilanza del mercato, ma occorrono miglioramenti legislativi. In materia di tutela dei consumatori, occorrono miglioramenti nel disbrigo dei reclami e nella composizione delle controversie. Le incertezze legate al diritto di proprietà scoraggiano lo stabilimento; permangono inoltre talune restrizioni alla circolazione dei capitali.

Sono stati registrati passi avanti riguardo all'informatizzazione delle dogane, il che ha consentito all'Albania di attuare più efficacemente le disposizioni dell'ASA di tipo commerciale. Le entrate doganali continuano ad aumentare e l'Albania ha attuato le riduzioni tariffarie previste dall'accordo interinale. Occorre tuttavia potenziare le infrastrutture e conseguire un ulteriore allineamento alle pratiche dell'UE. Si è provveduto a razionalizzare l'amministrazione del fisco e sono stati compiuti progressi quanto all'informatizzazione e alla gestione dei ricorsi dei contribuenti. Il gettito fiscale, tuttavia, continua ad essere limitato. Attualmente si deve adottare una strategia globale di riscossione e controllo delle imposte ed avvicinare maggiormente la legislazione e le prassi a quelle dell'UE.

Sono stati registrati progressi nel settore della concorrenza. L'autorità garante della concorrenza è stata potenziata; ha esaminato alcune notifiche di concentrazioni e ha imposto ammende in caso di violazione delle norme di concorrenza. Tuttavia occorrono ulteriori sforzi per assicurare formazione al personale dell'autorità. L'Albania ha ottenuto risultati riguardo all'adempimento dei propri obblighi ASA in materia di aiuti di Stato. La direzione responsabile per gli aiuti di Stato ha ottenuto l'indipendenza dal Ministero dell'Economia circa le segnalazioni. La direzione per gli aiuti di Stato ha continuato a valutare e aggiornare l'inventario dei regimi degli aiuti di Stato.

È stata approvata una nuova normativa sugli appalti pubblici, che è molto più conforme alle norme dell'UE. Si sta rafforzando l'Agenzia per gli appalti pubblici, ma per garantire che possa adeguatamente attuare la nuova normativa, occorre potenziarne la capacità amministrativa. Si dovrebbe fare di più per ottenere l'imparzialità delle procedure di revisione. Riguardo ai diritti di proprietà intellettuale, l'Ufficio per i diritti d'autore è entrato in funzione e l'Albania ha ratificato gli strumenti internazionali sulla legislazione dei disegni industriali. Ciononostante, la tutela effettiva dei diritti di proprietà intellettuale è ancora carente. Tanto la direzione generale per i brevetti e marchi di fabbrica e di commercio quanto l'ufficio per i diritti d'autore non dispongono di risorse e competenze adeguate. È necessario varare una nuova legislazione in materia di proprietà industriale conforme alle norme europee. Molto resta ancora da fare per adempiere agli obblighi assunti in materia di diritti di proprietà intellettuale nell'ambito dell'accordo interinale.

Si è registrato un certo sviluppo rispetto alle norme europee in materia di occupazione e di politiche sociali. Sono stati introdotti programmi per potenziare l'occupazione dei gruppi vulnerabili ed è stato migliorato il quadro istituzionale e normativo, con l'adozione di una legge sull'ispettorato del lavoro. Tuttavia la capacità di tale ispettorato è ancora limitata e la salute e la sicurezza sul luogo del lavoro continuano a destare preoccupazioni. Sistemi di informazione e amministrativi carenti ostacolano la definizione di un chiaro quadro della situazione in materia di sviluppo sociale e di occupazione nonché l'elaborazione di appropriate strategie occupazionali e di inclusione sociale. Nel settore dell'istruzione, è stato compiuto qualche passo avanti per l'avvicinamento agli standard europei. Le dotazioni di bilancio a favore dell'istruzione sono state sensibilmente incrementate. Sono state varate strategie nazionali per l'istruzione preuniversitaria e per la formazione professionale ed è stata adottata una nuova legge sull'istruzione superiore.

Si registrano risultati soddisfacenti per quanto riguarda alcune politiche settoriali. Nel settore dell'industria e delle PMI, è stato istituito un centro nazionale di registrazione per facilitare la registrazione delle aziende ed è stata adottata una strategia per promuovere la competitività delle PMI. È stato adottato un piano d'azione riveduto per risolvere il problema dell'economia informale ed eliminare gli ostacoli amministrativi agli investimenti. Sono stati creati fondi di garanzia per le esportazioni. È stato varato un piano d'azione riveduto per eliminare gli ostacoli amministrativi agli investimenti. Occorrono, tuttavia, ulteriori progressi per far fronte all'economia informale e per migliorare il clima imprenditoriale. I progressi nel settore dell'agricoltura sono stati scarsi. Nonostante l'introduzione di alcuni incentivi per promuovere la produzione, la competitività del settore agricolo è piuttosto bassa. Anche il rispetto delle norme veterinarie e fitosanitarie dell'UE, richiesto per poter beneficiare delle concessioni commerciali previste dall'ASA e dall'accordo interinale, lascia ancora molto a desiderare. Nonostante alcuni progressi registrati in materia di controllo e ispezione nel settore della pesca, si continua ad assistere allo sfruttamento eccessivo e alla pesca illegale.

Nel settore dell'ambiente, sono stati compiuti progressi nella legislazione orizzontale sebbene vi sia ancora uno scarso livello di attuazione. Occorrono ulteriori sforzi nei settori della gestione dei rifiuti e della qualità delle acque. Per attuare la legislazione già recepita occorre che la capacità amministrativa sia rafforzata. Sono stati compiuti progressi limitati nel settore dei trasporti. L'Albania ha ratificato l'accordo sullo Spazio aereo comune europeo ed è impegnata ad attuarne la prima fase transitoria. L'Albania partecipa attivamente allo sviluppo della rete principale di trasporto regionale e ai lavori dell'osservatorio dei trasporti dell'Europa sudorientale, in particolare mediante l'approvazione del secondo piano progressivo pluriennale (MAP) per il quinquennio 2007-2011. Resta ancora molto da fare in materia di sicurezza dei trasporti marittimi.

Nel settore dell'energia l'Albania non è stata in grado di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di elettricità. Deve ancora compiere notevoli sforzi per adempiere ai requisiti del trattato che istituisce la Comunità dell'energia. In quanto parte del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, l'Albania è tenuta ad applicare la pertinente legislazione UE, in particolare in materia di energia, a partire dal luglio 2007. Nonostante alcuni progressi, che comprendono una nuova normativa sulle concessioni per la generazione di energia idroelettrica e un lieve aumento del tasso di riscossione delle bollette, il settore dell'energia continua a versare in condizioni disastrose, il che pone freno allo sviluppo sociale ed economico del paese.

Il paese è in ritardo nei preparativi per tener fede agli impegni sottoscritti nel quadro dell'ASA in materia di società dell'informazione e media. Si stanno muovendo i primi passi verso la liberalizzazione del mercato nei settori delle comunicazioni elettroniche delle tecnologie dell'informazione. Il quadro normativo non è ancora allineato all'acquis e l'autorità di disciplina delle telecomunicazioni non funziona adeguatamente. In materia di controllo finanziario, è stata adottata una nuova legge sul controllo finanziario interno. Occorre tuttavia sviluppare un adeguato servizio d'ispezione. Si osservano ragionevoli progressi nel settore delle statistiche: si utilizzano le principali classificazioni statistiche, in conformità delle norme dell'UE.

Si sono registrati progressi in alcuni settori in materia di giustizia, libertà e sicurezza, ma serve ancora un'azione ad ampio raggio. È stata migliorata la tecnologia per il rilascio dei visti e per rendere i passaporti diplomatici e di servizio più sicuri. È stato sottoscritto un accordo sulla facilitazione di visti tra l'UE e Albania. È necessario che vengano rilasciati passaporti biometrici in linea con le norme dell'UE. Occorre apportare ulteriori modifiche alla legge sugli stranieri affinché sia conforme alle norme dell'UE.

Il controllo delle frontiere è migliorato grazie ad una nuova infrastruttura, all'estensione dei collegamenti informatici e ad una migliore cooperazione tra autorità doganali e tra polizie a livello transfrontaliero. Il governo ha adottato una strategia integrata di gestione delle frontiere. Tuttavia, l'infrastruttura ai punti di attraversamento delle frontiere resta al di sotto delle norme dell'UE. Le leggi in materia di asilo sono conformi alle norme internazionali, ma in questo settore non è stata ancora posta in essere una strategia coerente e l'attuazione resta insufficiente. È stata istituita un'unità per la sorveglianza dell'attuazione della strategia nazionale in materia di migrazione. I controlli all'emigrazione effettuati alle frontiere sono adesso un po' più efficaci, ma restano ancora da compiere progressi. L'Albania ha firmato un protocollo di riammissione con l'Austria nel quadro dell'accordo di riammissione CE-Albania del 2006. Occorrono tuttavia una più efficace gestione dei dati ed una migliore cooperazione con i paesi vicini; è necessario che l'organico della polizia di frontiera sia più stabile, alfine soprattutto di attuare correttamente l'accordo di riammissione CE-Albania.

Il sistema bancario è maggiormente in grado di combattere il riciclaggio del denaro; la maggior parte degli stipendi della pubblica amministrazione sono attualmente pagati tramite le banche. La ricettazione è diventata un reato. Un'unità d'indagine congiunta collega i Ministeri dell'Interno e delle Finanze, l'Ufficio della procura generale e il Servizio nazionale d'intelligence. Tuttavia non si sono ancora ottenuti risultati concreti nella lotta contro il riciclaggio del denaro ed è necessario migliorare la legislazione, le risorse e le competenze investigative, il sostegno tecnologico e la cooperazione interistituzionale.

Si ricorre sempre più frequentemente alle squadre antinarcotici interservizi e la cooperazione con partner stranieri sta migliorando. Si sta costituendo un'adeguata infrastruttura per il deposito degli stupefacenti sequestrati, tuttavia il traffico degli stupefacenti continua ad essere un problema gravissimo. Le quantità di stupefacenti sequestrate sono notevoli, ma restano ancora minime rispetto alle quantità smerciate attraverso l'Albania. Occorre maggiore determinazione e una migliore cooperazione tra la polizia e il sistema giudiziario, per perseguire i trafficanti e i funzionari corrotti sospettati con sanzioni adeguate. Occorre migliorare le misure di individuazione e le attrezzature alle frontiere.

È stata adottata una nuova legge sulla polizia di Stato, che dovrebbe contribuire a depoliticizzare la polizia. La convenzione sulla cooperazione tra le polizie dell'Europa sudorientale, appena ratificata, e un accordo strategico con Europol hanno consentito di intensificare la cooperazione internazionale; tuttavia, l'organico della polizia è stato ridotto senza preoccuparsi di mantenere le capacità e di garantire la continuità delle unità principali. Il successo delle indagini e delle azioni penali continua ad essere ostacolato da una scarsa comunicazione tra la polizia e i procuratori. Occorre potenziare le strutture di gestione della polizia e di controllo interno.

La criminalità organizzata continua ad essere un problema gravissimo. Sono stati compiuti diversi clamorosi arresti nell'ambiente della criminalità organizzata e la reazione della polizia ai reati gravi è migliorata. Sono state introdotte nuove attrezzature tattiche e investigative e la cooperazione con l'Interpol è migliorata, portando ad una serie di mandati di arresto internazionale. Tuttavia non si è ancora dato seguito a numerose richieste di arresto internazionale e gli sforzi contro la criminalità organizzata continuano ad essere ostacolati dalla corruzione e da una scarsa protezione dei testimoni. Le carenze dal punto di vista informatico ostacolano l'uso dell'intelligence criminale. Sebbene sia migliorata la cooperazione con i paesi limitrofi sui furti delle autovetture, vi è una scarsa cooperazione tra le diverse agenzie del paese, a scapito dell'efficienza.

L'Albania ha continuato a indagare e condannare la tratta degli esseri umani in modo determinato. I controlli alle frontiere sono diventati un po' più efficaci e la cooperazione internazionale è migliorata. Tuttavia l'Albania resta un importante paese di transito e i traffici a scopo di sfruttamento sessuale all'interno del paese sono aumentati. Sono poche le vittime disposte a testimoniare contro i trafficanti, per via del cattivo funzionamento del sistema di protezione dei testimoni. Lo scarso coordinamento impedisce che si attui la strategia nazionale contro la tratta.

Le strutture incaricate di contrastare il terrorismo all'interno del servizio di polizia e di intelligence stanno cooperando in modo più efficace e anche la cooperazione con gli organismi internazionali ha dato frutti. L'Albania ha adottato una legge sul controllo delle esportazioni di attrezzature militari la quale è conforme all'acquis. Tuttavia le attrezzature e la formazione per gli ispettori e gli esperti del controterrorismo sono insufficienti.

Si sta procedendo a modificare la legge sulla protezione dei dati personali, per renderla conforme agli standard europei, tuttavia non è ancora stata istituita un'autorità di supervisione indipendente sulla protezione dei dati dotata di sufficienti risorse.

Bosnia-Erzegovina

Per quanto attiene ai criteri politici, i progressi della Bosnia-Erzegovina hanno subito un rallentamento. Complesse intese istituzionali, l'inosservanza dell'accordo di pace di Dayton/Parigi e una retorica nazionalista hanno minato il piano di riforme del paese. Occorre ancora occuparsi delle priorità fondamentali fissate dal partenariato europeo. I leader politici della Bosnia-Erzegovina non sono riusciti a realizzare la riforma politica. La mancanza di progressi su questa e su altre importanti questioni ritarda la conclusione dell'accordo di stabilizzazione e associazione (ASA).

Nel settore della democrazia e dello Stato di diritto sono stati compiuti progressi limitati. Il sistema di governance della Bosnia-Erzegovina prevede ancora una notevole presenza internazionale. L'ufficio dell'alto rappresentante/rappresentante speciale dell'UE (OHR) collabora strettamente con la Commissione europea per l'avvicinamento della Bosnia-Erzegovina all'UE. Tuttavia le autorità della Bosnia-Erzegovina non hanno dimostrato la capacità di approfondire ulteriormente il processo di appropriazione e di responsabilità politica. Occorrono urgenti misure che garantiscano l'effettivo funzionamento delle istituzioni a livello statale. Il Consiglio per l'attuazione della pace ha deciso di rinviare la chiusura dell'OHR al 30 giugno 2008 e di esprimere una valutazione sulla situazione nel febbraio 2008.

Le elezioni dell'ottobre 2006 si sono svolte in linea di massima nel rispetto delle norme internazionali. Il governo della Republika Srpska è stato formato a novembre, ma ci sono voluti più di quattro mesi per costituire il governo a livello dello Stato e quello della Federazione Bosnia-Erzegovina. Si sono registrati progressi a livello delle risorse tecniche e umane dell'assemblea parlamentare a livello statale, tuttavia, occorre ancora rafforzare alcuni importanti comitati, tra cui ad esempio il comitato per l'integrazione europea. Non sono stati osservati progressi relativamente al coordinamento tra lo Stato centrale e le Entità. I risultati complessivi registrati dagli organi esecutivo e legislativo rimangono scarsi. Le discussioni sulla riforma costituzionale segnano il passo.

Qualche progresso è stato realizzato nel settore dell'amministrazione pubblica, ma occorrono ancora notevoli ulteriori sforzi. L'ufficio del coordinatore della riforma della pubblica amministrazione è stato rafforzato ed è stata avviata la fase iniziale dell'attuazione della strategia di riforma dell'amministrazione pubblica, che è una priorità fondamentale del partenariato europeo. È stato istituito un fondo sostenuto dall'UE a favore della riforma dell'amministrazione pubblica. Le agenzie per la funzione pubblica hanno migliorato la loro efficienza e vi sono stati ulteriori progressi relativamente agli organici e agli uffici messi a disposizione dei ministeri e delle istituzioni a livello statale. È necessario un impegno costante e sostenuto per garantire la corretta attuazione della strategia nazionale per la pubblica amministrazione a per proseguire verso una funzione pubblica efficiente, professionale, stabile, trasparente e responsabile.

Per quanto attiene al sistema giudiziario, la Bosnia-Erzegovina ha compiuto progressi considerevoli nel ridurre la propria dipendenza dalla comunità internazionale mettendo giudici e pubblici ministeri locali al posto di quelli internazionali. Tuttavia, la frammentazione del sistema giudiziario e le disparità nel quadro giuridico continuano ad ostacolare il funzionamento della giustizia. Occorre che il sistema giudiziario goda di maggiore indipendenza e sia più efficiente. La sezione del tribunale per i crimini di guerra a livello statale ha continuato a funzionare efficacemente. Tuttavia, occorre che i criminali siano perseguiti con maggior vigore a livello di Entità.

La Bosnia-Erzegovina ha compiuto modesti progressi nella lotta contro la corruzione, fenomeno che è ancora molto diffuso e costituisce un problema serio. La strategia nazionale di lotta alla corruzione non è stata attuata correttamente. È necessaria un'azione più determinata per combattere la corruzione.

Scarsi progressi sono stati compiuti per quanto attiene ai diritti umani e alla protezione delle minoranze. Occorre che globalmente venga migliorata l'attuazione delle convenzioni internazionali nel settore dei diritti umani; non è stata ancora raggiunta una piena corrispondenza tra la legislazione della Bosnia-Erzegovina e la convenzione europea sui diritti dell'uomo. Restano da compiere progressi anche relativamente alla prevenzione dei maltrattamenti da parte delle forze dell'ordine e nella lotta contro l'impunità, nonché per l'accesso alla giustizia e per l'uguaglianza di fronte alla legge. Occorre un ulteriore impegno per migliorare il funzionamento del sistema carcerario in generale, compreso l'aspetto delle deprecabili condizioni di vita dei detenuti. Resta un problema anche l'intolleranza religiosa. Nel quadro della tutela della libertà d'espressione e dei media, la normativa sul settore radiotelevisivo federale non è stata adottata; tale normativa è necessaria per soddisfare una delle priorità fondamentali del partenariato europeo. La Bosnia-Erzegovina ha compiuto progressi per quanto attiene allo smaltimento degli arretrati di cause in materia di diritti umani, ma le sentenze non sono state sempre correttamente applicate.

Il quadro giuridico della Bosnia-Erzegovina comprende disposizioni volte a tutelare i diritti di donne, minori e di soggetti socialmente vulnerabili, ma l'attuazione è nell'insieme carente. Manca tuttora una legge antidiscriminazioni globale. Non si sono registrati progressi per quanto riguarda la registrazione della confederazione sindacale. Il dialogo sociale continua ad essere ostacolato dalla complessità del sistema di governo e dalla frammentazione della legislazione in tutto il paese. Alcuni progressi sono stati registrati per quanto attiene al sostegno fornito dalle autorità allo sviluppo della società civile, benché nell'insieme il settore resti debole.

Nel campo della tutela delle minoranze sono necessari ulteriori sforzi contro l'intolleranza e la discriminazione etnica e per migliorare l'attuazione della legislazione relativa alle minoranze. Il Consiglio nazionale per le Minoranze, a livello statale, e i corrispondenti organi a livello di Entità non sono operativi. Molti rifugiati e sfollati non beneficiano di una pensione di base e dell'assistenza sanitaria. L'integrazione socio-economica dei rimpatriati costituisce ancora un problema. La minoranza rom si trova ancora ad affrontare discriminazioni e condizioni di vita molto difficili, specialmente nei settori dell'istruzione, della protezione sociale, della sanità, degli alloggi e dell'occupazione. È richiesta un'azione concreta per attuare la strategia nazionale per i Rom.

Alcuni progressi si sono registrati per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi in campo internazionale. La Bosnia-Erzegovina partecipa attivamente alla cooperazione regionale e ha sostenuto il processo di cooperazione per l'Europa sudorientale e il consiglio di cooperazione regionale. Il paese ha concluso diversi accordi regionali, incluso l'Accordo centroeuropeo di libero scambio modificato (Central European Free Trade Agreement – CEFTA), che adesso richiede una corretta attuazione. La cooperazione della Bosnia-Erzegovina con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (TPII) è migliorata ed è ora ad un livello generalmente soddisfacente. Tuttavia, una piena cooperazione con il TPII resta un presupposto necessario per la firma dell'ASA e perché si realizzi una delle priorità fondamentali del partenariato europeo. Benché la Bosnia-Erzegovina abbia rispettato la gran parte dei criteri di post-adesione fissati dal Consiglio d'Europa, l'attuazione di tali criteri procede a rilento. Per quanto attiene alla Corte penale internazionale, l'accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti non è in linea con la posizione comune e con i principi guida dell'UE sulla materia.

Globalmente, le relazioni della Bosnia-Erzegovina con i paesi vicini sono state buone, anche se c'è stata qualche tensione in particolare per la sentenza della Corte di Giustizia internazionale nella causa per genocidio avviata dalla Bosnia-Erzegovina contro la Serbia e Montenegro. Scarsi sono stati i progressi sulle questioni ancora pendenti in materia di commercio e di frontiere.

L'economia della Bosnia-Erzegovina ha continuato ad espandersi rapidamente. In generale, la stabilità macroeconomica è stata mantenuta, ma la sostenibilità fiscale resta a rischio. Un motivo di grave preoccupazione è rappresentato dal tasso di disoccupazione tuttora molto elevato. Il deterioramento generale del clima politico del paese si è tradotto in un rallentamento della riforma strutturale e degli affari. Non è ancora stata pienamente raggiunta l'integrazione economica tra le Entità a livello nazionale.

Per quanto riguarda il rispetto dei criteri economici, la Bosnia-Erzegovina ha compiuto pochi progressi verso la creazione di un'economia di mercato funzionante. Occorrono importanti riforme affinché il paese sia in grado di far fronte a lungo termine alla pressione concorrenziale e alle forze di mercato all'interno dell'Unione.

Nel 2006, la crescita economica ha mantenuto un ritmo sostenuto ed un buon livello e la bilancia con l'estero ha mostrato notevoli miglioramenti. Il regime del comitato monetario ha continuato a sostenere la stabilità economica e l'inflazione è ritornata ai modesti livelli di prima dell'introduzione dell'IVA nel gennaio 2006. L'introduzione dell'IVA ha portato ad un incremento delle entrate fiscali nel 2006. La Federazione ha adottato misure volte a replicare la riforma della fiscalità diretta attuata nella Republika Srpska nel gennaio 2007, riforma che ha semplificato il sistema delle imposte e ha ridotto l'onere fiscale. Nella Republika Srpska vi è stata una crescita delle privatizzazioni, trainate da importanti vendite nei settori delle telecomunicazioni e del petrolio. Gli investimenti esteri diretti sono aumentati sensibilmente nel 2007 e hanno contribuito a finanziare il disavanzo con l'estero. Il settore finanziario si è sviluppato rapidamente, mentre i prezzi sono rimasti per la più parte competitivi.

Tuttavia, il clima politico generale e lo scarso consenso interno sui principi di base della politica economica hanno portato ad un rallentamento delle riforme a livello delle Entità e di altri livelli di governo. La scarsa coerenza e la mancanza di consenso nell'attuazione delle riforme sono apparse chiare in particolare nella Federazione dove la privatizzazione e la ristrutturazione di imprese pubbliche ha subito un rallentamento. Nonostante la consistente crescita economica, la disoccupazione resta molto alta. La spesa pubblica, specialmente nel settore sociale, è aumentata notevolmente, indebolendo la qualità del risanamento del bilancio e aumentando i rischi fiscali. Notevoli rigidità strutturali intralciano il funzionamento del mercato del lavoro. La ristrutturazione di imprese pubbliche è andata avanti lentamente e nella liberalizzazione delle industrie di rete i progressi sono stati limitati. Il mondo degli affari risente ancora di notevoli inefficienze amministrative, della carente applicazione dei diritti dei creditori e di proprietà e del consistente intervento dello Stato nel settore produttivo. L'ampio settore informale, incentivato da un'applicazione della legge carente e dall'inadeguatezza del quadro normativo, riduce la base imponibile, inibisce la capacità del governo di attuare le politiche economiche ed ha ripercussioni negative sul mondo degli affari.

Globalmente, i progressi realizzati dalla Bosnia-Erzegovina per conformare la sua legislazione e le sue politiche alle norme europee sono stati limitati. Qualche progresso si è osservato in aree quali concorrenza, trasporti, energia, gestione dei visti e asilo. In altre aree, quali le politiche sociali e l'occupazione, si sono conseguiti scarsi risultati. L'amministrazione della Bosnia-Erzegovina ha condotto i negoziati per l'ASA con professionalità ed efficienza; tuttavia, la capacità globale del paese in campo amministrativo deve essere rafforzata.

Per quanto riguarda il mercato interno, si sono osservati progressi in materia di libera circolazione delle merci. Vi sono stati progressi, benché lenti, nei lavori preparatori nei settori della normazione, della certificazione e della vigilanza del mercato. La mancanza di organismi e di procedure di valutazione della conformità continua a rappresentare un ostacolo per le capacità di esportazione. Resta ancora da istituire una struttura di vigilanza del mercato fondata su una normativa adeguata in materia di prodotti e da provvedere all'eliminazione progressiva dei meccanismi di controllo preliminare all'immissione sul mercato.

Limitati progressi sono stati compiuti in relazione a servizi, diritto di stabilimento e diritto societario. La registrazione delle imprese e l'ottenimento di licenze restano procedure gravose. La vigilanza bancaria non è stata inserita tra le competenze dello Stato centrale e resta dunque di responsabilità delle Entità.

Sebbene non si sia registrato nessun ulteriore significativo sviluppo in materia di libera circolazione dei capitali, i preparativi della Bosnia-Erzegovina in questo settore sono ben avviati. Per quanto riguarda le norme doganali, i nuovi progressi realizzati sono limitati. Una particolare attenzione deve essere rivolta alle questioni riguardanti le norme di origine, il valore in dogana e le zone franche. Dal punto di vista della fiscalità, le entrate dell'IVA sono state maggiori di quanto previsto, ma non è stato ancora concordato un sistema di ridistribuzione delle entrate tra le Entità e il distretto di Brčko. Qualche iniziativa è stata adottata in relazione all'armonizzazione della fiscalità diretta.

Per quanto attiene alla concorrenza, i progressi della Bosnia-Erzegovina nel campo del controllo antitrust sono costanti. Miglioramenti si sono anche osservati in relazione agli aiuti di Stato grazie all'istituzione di un inventario preliminare degli aiuti di Stato. Tuttavia, non esiste ancora un adeguato quadro normativo per gli aiuti di Stato. Si segnala qualche sviluppo positivo nel settore degli appalti pubblici, in particolare in relazione al migliore funzionamento dell'agenzia per gli appalti pubblici e dell'organismo di controllo del settore. Scarsi progressi sono stati compiuti nell'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale.

Non si sono registrati progressi riguardo alle norme europee in materia di politiche sociali, mentre riguardo alle norme europee in materia di politiche dell'occupazione i progressi sono stati pochi. La legislazione e le politiche in materia sociale e di occupazione restano estremamente frammentarie. La struttura istituzionale del paese continua a rappresentare un serio ostacolo allo sviluppo dei necessari approcci coordinati. Qualche passo avanti verso il raggiungimento delle norme europee è stato compiuto nel settore dell'istruzione, in particolare grazie all'adozione di una legge sull'insegnamento superiore che sostiene la partecipazione al processo di Bologna. Occorre impegnarsi per rafforzare il coordinamento tra le autorità che operano nel settore dell'istruzione a tutti i livelli di governo. La separazione dei bambini nelle scuole in funzione di criteri etnici resta un problema da risolvere.

Non sono stati realizzati particolari progressi al fine di garantire la nascita di un vero mercato interno in Bosnia-Erzegovina, benché si tratti di una delle priorità fondamentali previste dal partenariato europeo. In questo contesto non sono state adottate le leggi statali su obbligazioni, leasing e prodotti farmaceutici.

Per quanto riguarda le politiche settoriali, nessuno sviluppo significativo può essere segnalato nel settore dell'industria e delle piccole e medie imprese (PMI). La strategia di politica industriale e la strategia di sviluppo delle PMI non sono state adottate.

Pochi passi avanti sono stati realizzati nel settore dell'agricoltura. La politica agricola è ancora in via di elaborazione a livello delle entità e il coordinamento è tuttora insufficiente. L'elaborazione di una strategia globale nel settore agricolo è stata rimandata benché qualcosa sia stato fatto per creare il necessario quadro giuridico a livello statale. L'applicazione della legislazione nei settori veterinario, fitosanitario e della sicurezza alimentare è insufficiente, soprattutto a causa dell'inadeguatezza delle risorse umane e finanziarie e dello scarso coordinamento tra i servizi dello Stato centrale e delle Entità. I preparativi della Bosnia-Erzegovina nel settore dell'ambiente sono appena agli inizi. Non è stata ancora adottata a livello dello Stato centrale una normativa ambientale, che definisca il quadro necessario ad una tutela uniforme dell'ambiente su tutto il territorio nazionale, né è stata istituita l'Agenzia nazionale per l'ambiente.

Proseguono a ritmo lento ma costante i progressi relativi alla partecipazione della Bosnia-Erzegovina allo sviluppo della rete transeuropea di trasporto: il paese partecipa infatti attivamente allo sviluppo della rete principale di trasporto regionale e ai lavori dell'osservatorio dei trasporti dell'Europa sudorientale. La Bosnia-Erzegovina è impegnata nell'attuazione della prima fase transitoria dell'accordo sullo Spazio aereo comune europeo (ECAA).

Pochi nuovi progressi sono stati compiuti nel settore dell'energia. In quanto parte del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, la Bosnia-Erzegovina deve applicare la pertinente legislazione UE in materia di energia, in particolare le norme relative al settore del gas. Nel settore dell'elettricità sono state scorporate le attività di trasmissione e sono stati istituiti il gestore di sistema indipendente (ISO) e la società nazionale di trasmissione dell'energia elettrica (Transco). Resta ancora problematico il trasferimento delle passività tra l'ISO e la Transco, con conseguenze negative per la gestione del sistema. Le riforme nel settore del gas mostrano un grave ritardo. Non è stata ancora elaborata una strategia energetica a livello nazionale.

Nel settore della società dell'informazione e dei media si è registrato qualche progresso in termini di liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni e del ravvicinamento della legislazione sugli audiovisivi con l'acquis ad opera dell'ente normativo per le comunicazioni. Non si sono osservati progressi per quanto riguarda il settore radiotelevisivo pubblico e la creazione di un’agenzia di informazione a livello di Stato. Qualche limitato progresso è stato compiuto nel settore del controllo finanziario.

Nel campo della statistica, non è stato correttamente applicato l'accordo di cooperazione tra le istituzioni del paese che operano nel settore statistico a livello di Stato e di Entità. Sono necessari sforzi considerevoli per realizzare in Bosnia-Erzegovina un sistema statistico efficiente e conforme alle norme comunitarie.

In materia di giustizia, libertà e sicurezza si segnalano alcuni progressi per quanto riguarda la gestione dei visti, la gestione delle frontiere, l'asilo e la migrazione. È stata confermata la soppressione dell'obbligo di visto per tutti i cittadini dell'UE. Sono stati firmati gli accordi di riammissione e di facilitazione dei visti a livello UE. Ulteriori progressi sono stati compiuti nella creazione di un sistema di asilo efficace. Si è osservato un miglioramento dei risultati conseguiti nella prevenzione dell'immigrazione clandestina, benché la gestione globale delle frontiere richieda ancora notevoli miglioramenti. È necessario che vengano rilasciati passaporti biometrici.

Alcuni progressi sono stati compiuti in materia di lotta al riciclaggio di denaro. L'organico dell'unità di informazione finanziaria è stato incrementato, con un conseguente miglioramento dell'applicazione delle normative. Il riciclaggio di denaro resta un grave problema la cui soluzione richiede un impegno costante. Alcune disposizioni sono state prese nel quadro della lotta antidroga grazie alla creazione di un ufficio per la prevenzione dell'abuso di narcotici. È ancora necessario definire una politica di lotta antidroga a livello di Stato centrale in conformità con le norme comunitarie.

Qualche progresso è stato compiuto per quanto riguarda il funzionamento della polizia. È proseguita l'introduzione di strumenti quali investigazioni informatiche, sistemi di analisi criminale e tecniche di polizia scientifica. È stato concluso un accordo strategico con l'Europol. Tuttavia la mancanza di progressi nella riforma della polizia mette a repentaglio le prospettive di una forza di polizia unificata e più efficace.

La Bosnia-Erzegovina ha registrato pochi nuovi progressi in materia di lotta alla criminalità organizzata e alla tratta di esseri umani, fenomeni che costituiscono ancora motivo di preoccupazione. L'attuazione della strategia di lotta alla criminalità organizzata è stata insufficiente. Il quadro normativo per contrastare la criminalità organizzata esiste già, ma l'attuazione delle disposizioni legislative deve essere migliorata. L'Agenzia di investigazione e di protezione dello Stato ha incrementato il numero delle inchieste e degli arresti. Essa deve ora raggiungere la sua piena capacità, in particolare in termini di organico. Il piano nazionale d'azione 2005-2007 per la lotta alla tratta di esseri umani è stato attuato, senza però che sia stata prevista una strategia successiva di controllo e verifica. Le incoerenze tra la legislazione a livello dello Stato centrale e delle Entità continuano ad ostacolare la celebrazione dei processi per crimini gravi. La Bosnia-Erzegovina ha continuato ad impegnarsi contro il terrorismo, ma le risorse restano insufficienti. Non è stata definita la strategia a livello di Stato per la protezione dei dati.

Croazia

La Croazia seguita a soddisfare i criteri politici. In generale sono stati compiuti progressi, ma resta necessario un costante impegno in alcuni settori quali la riforma giudiziaria e dell'amministrazione, la lotta alla corruzione, i diritti delle minoranze e il rientro dei profughi. Le priorità a breve termine del partenariato per l'adesione sono state realizzate parzialmente.

La democrazia e lo Stato di diritto sono stati ulteriormente rafforzati. Il governo e il parlamento hanno continuato a lavorare senza difficoltà di rilievo. Molto resta ancora da fare, tuttavia, per quanto riguarda il settore giudiziario, la pubblica amministrazione e la lotta alla corruzione. In questi settori è essenziale che vengano compiuti significativi progressi in modo da creare una solida base per la piena attuazione dell'acquis.

I progressi della riforma della pubblica amministrazione sono limitati. Sono stati adottati un documento di strategia, che definisce i principi fondamentali della revisione della legge sulle procedure amministrative generali, e due regolamenti di attuazione per la legge sulla funzione pubblica. Sono stati osservati alcuni miglioramenti nella formazione dei dipendenti pubblici e nella gestione delle risorse umane. Tuttavia, è stata ulteriormente rimandata l'adozione di un quadro strategico globale della riforma e di regolamenti che consentano l'attuazione della legge sulla funzione pubblica. Il sistema amministrativo resta inefficiente. Permangono diffuse carenze nella gestione delle risorse umane. La pubblica amministrazione continua anche a risentire del frequente avvicendarsi del personale, della mancanza di elementi qualificati nonché di un'indebita ingerenza politica a tutti i livelli. È necessario ancora un impegno costante.

Si è osservato qualche progresso nell'attuazione della strategia di riforma del sistema giudiziario. Sono state adottate iniziative sul piano legislativo ed organizzativo volte a migliorare il funzionamento del sistema giudiziario. Nuovi progressi sono stati compiuti nella riduzione dell'arretrato giudiziario. Tuttavia, questi progressi sono tuttora insufficienti. Scarsi progressi sono stati compiuti per quanto attiene al miglioramento dell'assunzione di responsabilità, dell'imparzialità, della professionalità e della competenza del sistema giudiziario. Le cause arretrate restano molto numerose. Non vi sono stati grandi progressi nella razionalizzazione della rete dei tribunali. Nonostante qualche progresso, in Croazia occorrono ancora miglioramenti per quanto attiene ai processi per crimini di guerra I pregiudizi nei confronti degli imputati serbi costituiscono un problema ancora non del tutto superato, come resta un problema da risolvere la protezione dei testimoni. La riforma compie passi avanti, ma per eliminare le carenze del sistema giudiziario occorre ancora un forte impegno.

Si osservano i primi risultati della lotta alla corruzione. Il programma di lotta alla corruzione 2006-2008 è in fase di attuazione. Il quadro giuridico che consente di combattere la corruzione è stato ulteriormente migliorato. L'ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata è diventato più attivo e partecipa alle indagini in alcuni importanti casi di corruzione. La corruzione rimane tuttavia ampiamente diffusa. Occorre un maggiore impegno per prevenire, individuare e perseguire i casi di corruzione. In nessuno dei casi di corruzione ad alto livello vi sono stati rinvii a giudizio né sono state emesse sentenze. Il concetto di conflitto di interessi è chiaro a pochi. Affinché possa essere correttamente attuato il programma di lotta alla corruzione mancano un forte coordinamento ed un efficace controllo super partes.

Qualche progresso si è osservato nel settore dei diritti dell'uomo e della protezione delle minoranze. Le disposizioni normative in materia di tutela dei diritti dell'uomo sono generalmente adeguate, tuttavia in termini di applicazione restano ancora seri problemi da superare.

Vi è stato qualche progresso nell'attuazione della legge costituzionale sulle minoranze nazionali. È stato adottato un piano di assunzioni nell'amministrazione statale per il 2007 riservato alle minoranze e sono stati incrementati i finanziamenti per le minoranze. È diminuito il numero delle denunce per attacchi per motivi etnici a membri della minoranza serba e della chiesa ortodossa. Una maggiore attenzione è dedicata alla minoranza rom.

Tuttavia, la situazione delle minoranze resta problematica. La Croazia deve incentivare uno spirito di tolleranza nei confronti della minoranza serba e adottare misure adeguate per tutelare coloro che potrebbero ancora essere oggetto di minacce o di atti discriminatori, ostili o violenti. I Serbi incontrano particolari difficoltà nel settore dell'occupazione. La minoranza rom si trova ancora ad affrontare discriminazioni e condizioni di vita difficili specialmente nei settori dell'istruzione, della protezione sociale, della sanità, degli alloggi e dell'occupazione. Occorre che programmi e disposizioni giuridiche siano attuati con maggiore determinazione, specialmente nel settore dell'occupazione. Non è ancora stato adottato un piano globale strategico e di azione per la lotta a tutte le forme di discriminazione.

Sul rientro dei profughi i progressi sono stati limitati. La ricostruzione di alloggi è andata avanti, tuttavia, l'attuazione dei programmi di fornitura di alloggi agli ex titolari dei diritti di affitto lascia ancora molto a desiderare. L'attuazione di tali programmi nelle aree urbane è rimasta pressoché invariata, con poco più del 2% dei casi risolti. Inoltre, non sono stati fatti passi avanti per la convalida dei diritti alla pensione. Occorre quindi accelerare la creazione di condizioni economiche e sociali per un rientro dei profughi sostenibile.

L'accesso alla giustizia è però ancora ostacolato dai limiti dell'attuale sistema di patrocinio gratuito, nonché dagli elevati onorari degli avvocati e dalle carenze del sistema giudiziario. Le condizioni carcerarie richiedono ancora miglioramenti. Negli istituti di pena vi è carenza di personale e di spazi. La situazione di sovraffollamento persiste.

La Croazia continua ad assicurare la libertà di espressione, compresa la libertà e il pluralismo dei media, tuttavia occasionalmente gli organi di informazione subiscono ancora pressioni politiche.

Programmi volti al miglioramento dei diritti delle donne e dei minori hanno creato consapevolezza sulla questione. Tuttavia occorre migliorare ancora il livello di attuazione. Occorre che le donne siano maggiormente protette contro ogni forma di violenza. È necessario accelerare l'adozione di misure di attuazione per la tutela dei diritti dei minori.

Per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi in campo internazionale, la Croazia ha continuato ad offrire piena collaborazione al Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia (TPII) nonché ad assicurare nel complesso il rispetto degli accordi di Dayton/Parigi e di Erdut. È necessario garantire che le cause trasferite dal TPII alla giurisdizione croata siano trattate con imparzialità e lo stesso vale per le cause avviate a livello nazionale.

Nell'intera area della cooperazione regionale i progressi sono stati costanti. La presidenza croata del processo di cooperazione per l'Europa sudorientale è stata ben gestita e ha portato a buoni risultati nella transizione dal Patto di Stabilità ad un contesto di maggiore responsabilità regionale, con un processo di cooperazione per l'Europa sudorientale rafforzato e un nuovo consiglio di cooperazione regionale. La Croazia ha ratificato il nuovo Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA).

Pochi passi avanti sono stati compiuti più in generale nella ricerca di soluzioni definitive a diverse questioni bilaterali ancora aperte tra la Croazia e i paesi vicini, soprattutto riguardo ai confini. L'accordo informale tra i primi ministri di Croazia e Slovenia per la richiesta del coinvolgimento di una terza parte su questioni di confine ancora in sospeso costituisce un progresso e deve avere seguito. Nel dicembre 2006, il parlamento croato ha deciso di applicare la zona di protezione ittico-ambientale croata nei confronti degli Stati membri dell'UE a partire dal 1º gennaio 2008. La decisione si discosta dall'accordo politico raggiunto tra i paesi interessati nel giugno 2004, riportato nelle conclusioni del Consiglio europeo del 16-17 giugno 2004; occorre trovare una soluzione alla questione. Occorre intensificare gli sforzi per rafforzare la cooperazione e le relazioni di buon vicinato con i paesi limitrofi.

L'economia della Croazia ha fatto registrare una crescita rapida e consistente. La stabilità macroeconomica, compreso un tasso di inflazione contenuto, è stata mantenuta. Tuttavia, squilibri esterni possono ripercuotersi sulla stabilità macroeconomica. Il consolidamento fiscale è andato avanti e deve essere ulteriormente perseguito. Le riforme strutturali e le privatizzazioni sono andate avanti lentamente. In generale il mondo degli affari ha visto un miglioramento, ma le inefficienze della pubblica amministrazione e del settore giudiziario hanno continuato ad ostacolare lo sviluppo del settore privato.

Per quanto concerne i criteri economici, la Croazia ha un'economia di mercato funzionante. Il paese dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione, sempre che venga attuato con determinazione il programma globale di riforme volto a ridurre le carenze strutturali.

Un ampio consenso politico è stato mantenuto sui principi di base di un'economia di mercato. Le politiche macroeconomiche orientate alla stabilità hanno contribuito a contenere il tasso di inflazione, a stabilizzare i tassi di cambio e a ridurre sensibilmente il disavanzo delle amministrazioni pubbliche. I risultati economici sono rimasti buoni e gli investimenti privati hanno continuato a crescere. Si è osservato un incremento dell'occupazione e un calo della disoccupazione, che però è ancora elevata. Vi è stato un miglioramento del contesto imprenditoriale e sono stati preparate o concluse importanti operazioni di privatizzazione. La capacità del governo di definire quadri di politica economica a medio termine si è ulteriormente rafforzata. Nuova normativa prudenziale ha portato ad una più forte ricapitalizzazione delle banche, che avrà effetti favorevoli sulla stabilità del settore finanziario. Ulteriori passi avanti sono stati fatti verso il rafforzamento della concorrenza nel settore delle telecomunicazioni. Si è proseguito con le riforme del sistema ferroviario in perdita. L'economia croata è ben integrata in quella dell'UE.

Tuttavia il coordinamento della politica economica è rimasto carente. La crescita degli squilibri esterni costituisce una potenziale minaccia per la stabilità macroeconomica e rende necessario un maggior consolidamento fiscale. Il favorevole contesto economico e le consistenti entrate non sono stati interamente utilizzati per ridurre i disavanzi del bilancio, ma hanno invece portato ad una dilatazione delle spese. I sussidi alle imprese in perdita e l'elevato livello della spesa corrente hanno continuato a rallentare i cambi strutturali e a tenere sotto pressione le finanze pubbliche. Nella ristrutturazione del settore imprenditoriale i risultati sono stati disomogenei e l'intervento dello Stato è rimasto consistente. Nel settore privato, l'iniziativa è stata frenata dalle inefficienze della pubblica amministrazione e del settore giudiziario, che hanno un po' ostacolato le procedure di entrata e di uscita dal mercato e la tutela dei diritti di proprietà e dei diritti dei creditori. La mobilità del lavoro è ancora limitata. Al fine di migliorare le prospettive di una crescita sostenuta e di una reale convergenza, la Croazia deve potenziare e approfondire le riforme strutturali.

La Croazia ha registrato dei progressi quanto alla capacità di farsi carico degli obblighi che comporta l'adesione. Il lavoro per il conseguimento dei criteri dell'UE progredisce a passo sostenuto e l'allineamento con le norme UE in alcuni settori è molto avanzato. Tuttavia, occorrerà ancora un impegno notevole per completare l'allineamento. Nella maggior parte dei settori si sono registrati progressi, prevalentemente in termini di allineamento legislativo, ma anche in relazione alla creazione di capacità amministrativa. Per alcuni capitoli, ad esempio quello dei trasporti e quello dell'ambiente, è stato mantenuto il buon livello di progresso registrato negli anni precedenti. Per altri, come appalti pubblici e fiscalità, i progressi sono restati limitati. In generale, il livello di allineamento e il livello di capacità amministrativa richiedono ancora molti miglioramenti.

Qualche progresso si è compiuto nell'allineamento della legislazione relativa alla libera circolazione delle merci. Tuttavia, molti elementi dell'acquis non sono ancora stati recepiti. È richiesto ancora un forte impegno per allineare la legislazione e per applicarla e attuarla efficacemente.

Per quanto attiene alla normativa UE sulla libera circolazione dei lavoratori vi sono stati progressi, ma è richiesto un maggiore impegno per allineare la legislazione e per applicarla e attuarla efficacemente.

Alcuni passi avanti si sono registrati in materia di diritto di stabilimento e libertà di prestare servizi. Nel complesso l'allineamento all'acquis appare accettabile, benché si richiedano ulteriori, significativi sforzi in alcuni settori.

La Croazia ha compiuto qualche progresso per quanto riguarda la libera circolazione dei capitali. Globalmente, l'allineamento è accettabile. Tuttavia occorrono ulteriori sforzi, in particolare per quanto riguarda la lotta al riciclaggio di denaro e le procedure per l'acquisizione di beni immobiliari da parte di cittadini dell'UE.

La Croazia ha realizzato qualche limitato progresso nel settore degli appalti pubblici. Tuttavia, la capacità amministrativa è ancora inadeguata a tutti i livelli del sistema di appalti. Sforzi molto consistenti saranno ancora necessari per definire una strategia complessiva per l'allineamento all'acquis in materia e per consolidare il quadro istituzionale.

In materia di diritto societario è stato registrato qualche progresso. L'allineamento con l'acquis è stato avviato e per il completamento dell'opera sono stati definiti un calendario ragionevole e una pianificazione dettagliata.

Buoni progressi sono stati compiuti in relazione alla legge sulla proprietà intellettuale, tanto per la trasposizione legislativa quanto per l'attuazione. L'allineamento con l'acquis è ben avviato, ma è richiesta costanza di impegno, soprattutto per l'attuazione.

Nel campo della politica di concorrenza, la Croazia ha compiuto nuovi progressi. Tuttavia, occorre proseguire l'opera di allineamento legislativo e rafforzare la capacità amministrativa, in particolare a livello dell'autorità garante della concorrenza. Per questo capitolo, l'allineamento con l'acquis è in corso, ma occorrono ancora notevoli sforzi, in particolare per la ristrutturazione del settore siderurgico e dei cantieri navali in difficoltà.

La Croazia ha compiuto progressi nel campo dei servizi finanziari e l'allineamento con l'acquis è ben avviato. Occorrono tuttavia un maggiore impegno, volto in particolare al rafforzamento della vigilanza bancaria e dell'autorità di vigilanza del settore finanziario nel settore non-bancario.

Si è registrato qualche progresso nell'area della società dell’informazione e dei media. Occorre tuttavia impegnarsi ancora per un'effettiva liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, prevedendo tra l'altro l'introduzione di un nuovo diritto primario e il rafforzamento dell'agenzia. Nel complesso, la Croazia ha raggiunto un buon livello di allineamento all'acquis in questo capitolo.

La Croazia ha segnato nuovi progressi nei settori dell'agricoltura e dello sviluppo rurale. I preparativi relativi alla politica della qualità e dell'agricoltura biologica sono a buon punto. Buoni progressi sono stati compiuti nello sviluppo rurale, anche se i preparativi dovrebbero essere intensificati con l'IPARD. È necessario un forte impegno per la creazione di strutture amministrative che garantiscano la corretta attuazione della politica agricola comune.

Nel campo della pesca, la Croazia ha compiuto qualche progresso. Permangono carenze nei settori della gestione, ispezione e controllo della flotta, delle azioni strutturali e degli aiuti di Stato.

Sono stati registrati considerevoli progressi per quanto attiene alla politica veterinaria, fitosanitaria e della sicurezza alimentare, in particolare grazie all'adozione di leggi quadro e di diritto derivato. Occorre tuttavia un notevole ulteriore impegno finalizzato tra l'altro al rafforzamento della capacità amministrativa e all'adozione e attuazione di una strategia in materia di sicurezza alimentare.

Per quanto riguarda i trasporti, la Croazia ha continuato a compiere notevoli progressi nell'allineamento legislativo, soprattutto nei settori dei trasporti ferroviari e marittimi. Il paese è impegnato nell'attuazione della prima fase transitoria dell'accordo sullo Spazio aereo comune europeo. Il paese partecipa attivamente allo sviluppo della rete principale di trasporto regionale e ai lavori dell'osservatorio dei trasporti dell'Europa sudorientale. Occorre tuttavia un notevole ulteriore impegno, finalizzato tra l'altro a garantire un'adeguata capacità amministrativa per la maggior parte dei settori del trasporto.

Si sono registrati buoni progressi nel campo dell'energia. L'allineamento con l'acquis richiede tuttavia un impegno costante, specialmente nei settori dell'efficienza energetica e della creazione della capacità di attuazione. In quanto parte del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, la Croazia deve applicare la pertinente legislazione UE in materia di energia a partire dal luglio 2007.

Si sono osservati limitati progressi in campo fiscale. L'allineamento della normativa fiscale è tutt'altro che completo ed occorre inoltre che sia eliminata la discriminazione di fatto attuata a livello di accise sulle sigarette. Consistenti sforzi sono necessari per rafforzare la capacità amministrativa, soprattutto in relazione all'interconnettività dei sistemi informatici.

Sostanziali progressi si sono osservati nel settore della politica economica e monetaria. Globalmente, l'allineamento con l'acquis procede bene. Tuttavia occorrono ulteriori sforzi soprattutto per garantire la piena indipendenza della banca centrale.

Si sono registrati buoni progressi nel settore statistico, per il quale il quadro giuridico di base è in gran parte allineato. Tuttavia, occorre che l'impegno si mantenga costante soprattutto per quanto riguarda il rafforzamento della capacità amministrativa.

Qualche progresso si è registrato relativamente all'acquis in materia di occupazione e politica sociale. Sono necessari maggiori sforzi per completare l'allineamento e soprattutto per consolidare la capacità amministrativa e di attuazione.

In materia di politica industriale e delle imprese, i progressi della Croazia sono stati buoni ma disomogenei. Il livello di allineamento raggiunto è discreto. In settori quali la cantieristica, i progressi sono stati limitati.

Discreti passi avanti sono stati compiuti nell'allineamento legislativo con l'acquis in materia di reti transeuropee.

Qualche progresso si è registrato anche nel settore della politica regionale e del coordinamento degli strumenti strutturali. Tuttavia, un consistente impegno è richiesto per creare le strutture amministrative necessarie per la gestione dei fondi UE.

Per quanto riguarda il sistema giudiziario e i diritti fondamentali, si sono osservati alcuni progressi. Benché la riforma giudiziaria vada avanti, permangono notevoli sfide soprattutto per il miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario. Nella lotta alla corruzione è stato compiuto qualche progresso: la normativa è stata ulteriormente rafforzata e si sono ottenuti i primi risultati in alcuni importanti casi gestiti dall'ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Tuttavia la corruzione resta molto diffusa e la lotta al fenomeno richiede un impegno maggiore e costante. In linea di massima le disposizioni atte a garantire i diritti fondamentali esistono, tuttavia, occorre un maggiore impegno, soprattutto per quanto riguarda l'applicazione dei diritti delle minoranze, compreso il rientro dei profughi.

Nel settore della giustizia, libertà e sicurezza la Croazia ha registrato passi avanti soprattutto per quanto riguarda la gestione delle frontiere e la politica in materia di migrazione e di asilo. Tuttavia, il piano di azione integrato per la gestione delle frontiere non è ancora stato attuato e la qualità delle attrezzature resta ancora da migliorare. Occorrono sforzi notevoli per garantire la capacità amministrativa e di attuazione, in particolare in termini di cooperazione tra organismi, di prevenzione della corruzione e di lotta alla criminalità organizzata.

Buoni sono stati i progressi per i capitoli relativi a scienza e ricerca e a istruzione e cultura. In entrambi i casi, globalmente è stato raggiunto un buon livello di allineamento.

Per quanto attiene all'ambiente, sono stati compiuti progressi soddisfacenti, specie in campo di legislazione orizzontale, qualità dell'area, gestione dei rifiuti e prodotti chimici. La capacità amministrativa dovrebbe essere ancora notevolmente rafforzata, specialmente a livello locale. Per questo occorre che venga messo a punto un programma globale e stanziate risorse finanziarie per applicare e attuare l'acquis.

Sostanziali progressi si segnalano nel settore della salute e della tutela dei consumatori. Buono è il livello di allineamento legislativo già raggiunto. Occorre tuttavia un impegno costante per l'allineamento della legislazione in diversi settori e per una efficace applicazione e attuazione di detta legislazione.

La Croazia ha compiuto nuovi progressi nel settore dell'unione doganale, nel quale l'allineamento legislativo con l'acquis è a un buon livello. Tuttavia, i preparativi per migliorare la capacità amministrativa e sviluppare sistemi informatici sono ancora in fase iniziale, in particolare per quanto attiene all'interconnettività informatica.

Nuovi progressi sono stati registrati nel campo delle relazioni esterne.

Altri progressi si sono registrati anche nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa, nel quale inoltre è stato raggiunto un buon livello di allineamento legislativo. Occorre tuttavia incrementare l'applicazione e l'attuazione del controllo sulle armi.

Qualche progresso si è osservato nel settore del controllo finanziario, in particolare per quanto riguarda il controllo finanziario interno nel settore pubblico. Tuttavia è necessario che l'impegno resti costante. Per quanto attiene alla tutela degli interessi finanziari dell'UE, occorre che il servizio di coordinamento antifrode diventi pienamente operativo.

Si è osservato qualche progresso per quanto riguarda le disposizioni finanziarie e di bilancio.

Ex Repubblica iugoslava di Macedonia

L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha compiuto passi avanti verso il soddisfacimento dei criteri politici. Tuttavia, le frequenti tensioni e le difficoltà di instaurare un dialogo costruttivo tra i principali protagonisti della scena politica hanno impedito un efficace funzionamento delle istituzioni politiche, con un conseguente rallentamento delle riforme. Le priorità a breve termine del partenariato europeo sono state realizzate parzialmente.

L'attuazione dell'accordo quadro di Ohrid continua a contribuire al consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto. Tuttavia, occorre ancora che il paese si impegni per attuare pienamente l'accordo e consolidare la fiducia tra i partiti politici che rappresentano le diverse comunità etniche. Occorrono un approccio consensuale e la disponibilità ad accettare eventuali compromessi; nella stessa ottica è necessario conformarsi con maggior coerenza allo spirito del compromesso. Il boicottaggio del parlamento da parte di uno dei principali partiti di opposizione e la scarsa cooperazione tra il presidente e il primo ministro hanno ostacolato l'efficace funzionamento delle istituzioni politiche. Occorre che venga fatta piena luce sul recente scontro in parlamento e sull'attacco contro giornalisti, episodi che sono motivo di grave preoccupazione.

Per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione, l'attuazione della legge sulla funzione pubblica viene gradualmente posta in essere. L'obiettivo del decentramento è stato perseguito con costanza e si è dato il via alla seconda fase relativa al decentramento fiscale. La cooperazione degli organismi pubblici con il Mediatore è migliorata. Sono in corso i preparativi per l'applicazione della legge sulle forze di polizia. Tuttavia, un'effettiva e completa attuazione della riforma della polizia – che è tra le priorità fondamentali del partenariato europeo – resta un'ardua impresa. La pubblica amministrazione resta debole ed inefficiente, mentre la legge sulla funzione pubblica è scarsamente applicata. A tutti i livelli si sono verificati casi di licenziamenti arbitrari di dipendenti pubblici, decisi senza trasparenza, che hanno perturbato il funzionamento dell'amministrazione. Occorre ancora un grande impegno volto a creare una funzione pubblica stabile e professionale.

Si è osservato qualche progresso nell'attuazione della strategia di riforma del sistema giudiziario, una delle priorità fondamentali del partenariato europeo. Solo una delle cinque sezioni speciali del tribunale recentemente istituite per combattere la criminalità organizzata è pienamente operativa. Sono iniziate le attività dell'accademia per la formazione dei giudici e dei pubblici ministeri e sono stati introdotti nuovi sistemi informatici. Inoltre, l'attuazione delle leggi in materia di procedura processuale e di applicazione delle sentenze cominciano a rendere più efficiente il settore giudiziario. Tuttavia, in generale finora le riforme hanno avuto un impatto limitato. L'impasse politica sulle rimanenti nomine al consiglio della Magistratura ha fatto sì che quest'organo non avesse la capacità necessaria per rafforzare l'indipendenza e l'imparzialità del settore giudiziario. Ciò ha anche provocato ritardi nell'attuazione di aspetti fondamentali della riforma, quali la creazione del tribunale amministrativo. Le leggi sulla pubblica accusa non sono ancora state adottate e le risorse finanziarie dei tribunali sono insufficienti. Occorre continuare ad impegnarsi per garantire la piena indipendenza, efficienza e responsabilizzazione del settore giudiziario. È necessario stilare un bilancio delle realizzazioni conseguite nell'attuazione delle recenti riforme.

L'applicazione del nuovo quadro giuridico ed istituzionale per la lotta alla corruzione ha dato qualche risultato. Vi sono state diverse incriminazioni e condanne ad alto livello. Si osserva un miglioramento nella cooperazione tra i diversi organismi responsabili per la tutela della legge. Ciò nonostante, la corruzione è molto diffusa e costituisce un problema estremamente serio. È necessario un approccio globale che riguardi tutti i settori e una piena attuazione della legislazione anticorruzione.

In linea di massima, la situazione dei diritti umani e della protezione delle minoranze, e di conseguenza anche le relazioni interetniche, sono ulteriormente migliorate. Sono stati compiuti passi avanti nell'attuazione dell'accordo quadro di Ohrid, ad esempio è stata adottata una strategia sull'equa rappresentanza delle comunità etniche nell'amministrazione. Occorre tuttavia che si sviluppi una maggiore fiducia tra le comunità etniche, in particolare contrastando le difficoltà socioeconomiche che interessano tute le minoranze. Pochi sono stati i progressi compiuti in relazione alla minoranza rom, che si trova ancora ad affrontare discriminazioni e condizioni di vita molto difficili, specialmente nei settori dell'istruzione, della protezione sociale, della sanità, degli alloggi e dell'occupazione.

Contro i maltrattamenti nei confronti dei detenuti, sono stati adottati provvedimenti anche in collaborazione con il Mediatore e il ministero degli Interni. È stato definito un quadro giuridico per regolamentare le intercettazioni di comunicazioni. Per quanto attiene alla libertà religiosa, è stata adottata una nuova legge che consente la registrazione delle istituzioni religiose. Nel campo dei diritti delle donne, sono stati compiuti ulteriori passi avanti verso le pari opportunità. Occorre però che le donne siano maggiormente protette contro ogni forma di violenza. L'applicazione di misure volte a tutelare i diritti dei minori dovrebbe essere accelerata. È necessario sviluppare un ampio dialogo sociale.

Per quanto attiene alle questioni regionali e agli obblighi in campo internazionale, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha continuato a partecipare attivamente alla cooperazione regionale e a fornire il proprio appoggio al processo di cooperazione per l'Europa sudorientale, al consiglio di cooperazione regionale e all'accordo centroeuropeo di libero scambio modificato. Il paese ha conservato una piena collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (TPII). Sulla collaborazione con il TPII è stata promulgata un'apposita legge. In vista del ritorno delle pratiche dal TPII alla giurisdizione nazionale, è essenziale che venga migliorato il funzionamento delle istituzioni giudiziarie. Il paese ha mantenuto un atteggiamento costruttivo in tutte le fasi del processo relativo allo status del Kosovo. Per quanto attiene alla Corte penale internazionale, l'accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti non è in linea con la posizione comune e con i principi guida dell'UE sulla materia.

L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha stabilito buone relazioni con i paesi dei balcani occidentali. Occorre intensificare gli sforzi e adottare un approccio costruttivo onde pervenire con la Grecia, sotto l'egida delle Nazioni Unite e nel quadro delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU 817/93 e 845/93, ad una soluzione negoziata della questione del nome che sia accettabile per entrambi i paesi, il che rappresenterebbe un contributo alla cooperazione regionale e all'instaurazione di relazioni di buon vicinato. È necessario che siano evitate azioni che possano influire negativamente sulle relazioni di buon vicinato.

L'economia dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha registrato una crescita molto veloce. Benché sia stata mantenuta la stabilità macroeconomica e siano state portate ulteriormente avanti riforme strutturali, la disoccupazione, a livelli ancora molto elevati, resta un serio motivo di preoccupazione. Carenze istituzionali e lacune nello Stato di diritto ostacolano ancora il funzionamento dell'economia di mercato e si ripercuotono sul mondo degli affari.

Per quanto riguarda il rispetto dei criteri economici, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia è già ad un buon livello e ha compiuto ulteriori progressi verso la realizzazione di un'economia di mercato funzionante. Il paese dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione, sempre che venga attuato risolutamente il programma globale di riforme volto a ridurre le notevoli carenze strutturali.

Il paese ha mantenuto un ampio consenso sugli orientamenti di base della politica economica. Grazie a un opportuno dosaggio di politiche in campo economico, la stabilità e la prevedibilità macroeconomiche sono state mantenute. Il paese ha mostrato buoni sviluppi nella crescita, ma questi risultati restano ampiamente migliorabili. L'inflazione è rimasta bassa. Il saldo delle partite correnti è risultato in pareggio. Tuttavia, la disoccupazione è rimasta a livelli particolarmente elevati. Gli investimenti esteri diretti sono rimasti a livelli piuttosto bassi, dopo il forte afflusso osservato nel 2006 a seguito delle privatizzazioni. Le autorità sono intervenute più attivamente nell'economia, riducendo la pressione fiscale, migliorando la riscossione delle imposte e incrementando la spesa. Tuttavia, nel complesso il bilancio fiscale è rimasto in situazione prossima all'equilibrio. Le percentuali di riscossione delle imposte sono migliorate grazie alle maggiori entrate e a più elevate percentuali di riscossione. Il debito pubblico, già piuttosto contenuto, ha registrato una nuova diminuzione e questo ha consentito un'ulteriore riduzione della vulnerabilità esterna. Il processo di liberalizzazione dei prezzi e degli scambi è quasi ultimato ed è proseguita la privatizzazione delle proprietà statali. Le procedure fallimentari sono state abbreviate e la registrazione delle proprietà resa più celere. L'intermediazione finanziaria si è intensificata e il controllo del settore finanziario è diventato più rigoroso. Inoltre, sono stati presi provvedimenti per migliorare la qualità del capitale umano e modernizzare le infrastrutture del paese. L’integrazione economica con l’UE procede bene.

Tuttavia, il funzionamento dell'economia di mercato è ancora ostacolato dalle carenze istituzionali. Il settore giudiziario continua a far da freno e gli enti preposti alla regolamentazione e alla vigilanza talvolta non dispongono dell'indipendenza e delle risorse necessarie a svolgere efficacemente le loro funzioni. La certezza del diritto è ancora limitata e le inefficienze amministrative impediscono il buon funzionamento della pubblica amministrazione e frenano il mondo degli affari. I mercati del lavoro non funzionano ancora bene. L'ampio settore informale, incentivato da un'applicazione della legge ancora carente e dall'inadeguatezza del quadro normativo, riduce la base imponibile, inibisce la capacità del governo di attuare le politiche economiche ed ha ripercussioni negative sul mondo degli affari.

L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha continuato ad adoperarsi per rafforzare la sua capacità di farsi carico degli obblighi che comporta l'adesione. Si segnala qualche progresso quanto al conseguimento delle priorità a breve termine stabilite dal partenariato europeo. Permangono tuttavia notevoli difficoltà per quanto riguarda l'attuazione e l'effettiva applicazione delle normative. Mancano adeguate risorse umane e finanziarie per attuare appieno l'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA). A seguito dei cambiamenti politici, vi è stata una sostituzione di personale specializzato su larga scala e ciò ha contrastato gli sforzi volti a migliorare la capacità amministrativa.

Nel campo della libera circolazione delle merci, qualche progresso si è registrato per quanto attiene al rafforzamento della capacità amministrativa e all'allineamento della legislazione con l'acquis, che resta comunque in una fase iniziale. La stessa situazione si è creata nel campo della libera circolazione dei lavoratori e del diritto di stabilimento e libertà di prestare servizi. Progressi molto limitati si sono osservati nel campo della libera circolazione dei capitali. L'allineamento legislativo registra ritardi e non vi è un'adeguata capacità amministrativa che consenta di attuare la legislazione contro il riciclaggio del denaro.

Vi sono stati progressi nel campo degli appalti pubblici, nel quale l'allineamento della legislazione con l'acquis va avanti. Resta tuttavia che la capacità amministrativa a livello degli enti aggiudicatori non è sufficientemente sviluppata. Consistenti progressi sono stati compiuti nel settore del diritto societario, nel quale l'allineamento è adesso abbastanza a buon punto. In materia di normativa sulla proprietà intellettuale, vi sono stati alcuni progressi, specialmente per quanto attiene all'allineamento della legislazione nell'area dei diritti di proprietà industriale e di intercettazione alle frontiere di merce contraffatta. Tuttavia, la capacità amministrativa è ancora insufficiente per ottenere un effettiva attuazione, inoltre per reprimere la pirateria è necessaria una forte volontà politica.

Progressi si sono osservati nel settore della concorrenza, compreso in relazione alla politica degli aiuti di Stato. La legislazione è ora per la maggior parte in linea con l'acquis, e l'autorità garante della concorrenza ha acquisito maggiore capacità ed indipendenza. Occorre intensificare gli sforzi affinché l'opinione pubblica sia più consapevole dei benefici derivanti dalla politica di concorrenza e gli enti che forniscono aiuti di Stato abbiano una migliore comprensione del sistema di controllo su tali aiuti. Bisogna modificare la legge sulle aree di sviluppo tecnologico e industriale affinché sia in linea con l'acquis.

Qualche progresso si è osservato nel settore dei servizi finanziari. Tuttavia, la legislazione richiede ancora miglioramenti, in particolare per quanto attiene al settore delle assicurazioni e dei valori mobiliari. Il problema dei veicoli non assicurati richiede una maggiore attenzione. La capacità amministrativa e le garanzie di indipendenza operativa degli organi di sorveglianza del settore non finanziario sono insufficienti.

Sono stati compiuti progressi in relazione all'allineamento della legislazione con l'acquis e al potenziamento della concorrenza nell'area della società dell'informazione e dei media. Tuttavia, nel campo delle comunicazioni elettroniche, il paese è ancora inadempiente rispetto agli obblighi contratti nel quadro dell'accordo di stabilizzazione e associazione. L'applicazione e l'attuazione della normativa è ancora carente in tutti i settori, mentre l'indipendenza delle autorità di disciplina non è sufficientemente garantita.

Nel settore dell'agricoltura e dello sviluppo rurale si è registrato qualche progresso in relazione all'elaborazione delle politiche, ma l'allineamento è ancora in fase iniziale. I progressi nel settore relativo alla politica veterinaria, fitosanitaria e della sicurezza alimentare sono stati modesti. La capacità amministrativa, in termini sia di quantità sia di competenza del personale, non è adeguata a garantire una corretta attuazione dell'acquis.

Si sono registrati progressi nell'allineamento legislativo relativo alla politica dei trasporti. L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha ratificato l'accordo sullo Spazio aereo comune europeo. Il paese partecipa attivamente allo sviluppo della rete principale di trasporto regionale e ai lavori dell'osservatorio dei trasporti dell'Europa sudorientale. Tuttavia, la capacità amministrativa resta carente in tutti i settori. Si è osservato qualche progresso nell'allineamento della legislazione relativa al mercato interno dell'energia e all'energia rinnovabile. In quanto parte del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, il paese deve applicare la pertinente legislazione UE in materia di energia. La capacità amministrativa destinata all'attuazione dei regolamenti sull'efficienza energetica e sulla radioprotezione è insufficiente. Occorre inoltre rafforzare l'indipendenza dell’autorità di disciplina per il settore dell’energia.

Nell'area della fiscalità, la legislazione sulle imposte indirette è ben allineata, mentre vi sono notevoli discrepanze per quanto attiene alle imposte dirette. Sono stati fatti progressi nel rafforzamento della capacità amministrativa. Occorrono tuttavia ulteriori sforzi per garantire l'effettiva applicazione e il rispetto della legislazione.

Limitati sono stati i progressi registrati relativamente all'allineamento legislativo nel settore della politica economica e monetaria. Tuttavia, i preparativi in questo campo sono stati avviati. In materia statistica, sono state adottate considerevoli iniziative per le aree prioritarie. Tuttavia, occorre un maggiore impegno per rafforzare la capacità amministrativa.

Riguardo all'acquis in materia di politica sociale e occupazione, si sono osservati progressi nell'area dello sviluppo di strategie. Tuttavia, poiché la determinazione politica e la capacità amministrativa sono insufficienti, gli effettivi progressi nell'attuazione di queste politiche sono limitati. Si sono registrati progressi in determinate aree della politica industriale e delle imprese, in particolare per quanto riguarda il sostegno alle piccole imprese. Relativamente alle reti transeuropee, il paese partecipa alle iniziative regionali e l'allineamento in questo settore è a buon punto. L'aggiornamento dell'infrastruttura resta ancora un serio problema da risolvere. Progressi sono stati osservati nel settore della politica regionale e del coordinamento degli strumenti strutturali. Tuttavia occorre ancora un notevole impegno per creare la necessaria capacità istituzionale e amministrativa a livello centrale e locale.

Qualche progresso è stato compiuto nell'area del sistema giudiziario e dei diritti fondamentali. Le autorità si sono impegnate con maggiore determinazione nella lotta alla corruzione, e questo impegno comincia a dare risultati. Tuttavia, garantire l'indipendenza e l'efficienza del sistema giudiziario resta ancora un difficile lavoro da compiere. L'approccio della lotta alla corruzione non è ancora globale. In questo settore, la promulgazione della normativa è ad un livello soddisfacente, occorre però che essa sia maggiormente applicata, che vengano stanziate risorse specifiche e che vi sia un costante impegno politico.

Nell'area della giustizia, libertà e sicurezza, la legislazione di base è stata completata e la legislazione attuativa è stata in gran parte adottata. Occorre ancora impegno al fine di garantire una politica di rimpatrio attiva e portare le procedure di asilo in linea con le norme europee. La cooperazione tra forze di polizia e la lotta alla criminalità organizzata rappresentano un settore fonte di grave preoccupazione, nel quale i progressi sono stati disomogenei. Sono stati registrati sequestri di grandi quantitativi di droga. Nell'area della tratta di esseri umani, i progressi sono stati insufficienti. Non esiste ancora un sistema informativo integrato ad uso dei vari organismi impegnati nella lotta contro il crimine organizzato. La cooperazione tra i vari organismi deve essere rafforzata anche per quanto attiene alla lotta al terrorismo.

In diversi settori, le autorità hanno rafforzato la propria capacità operativa, sebbene prevalentemente a livello centrale. A livello locale, la capacità amministrativa resta generalmente insufficiente. Per quanto riguarda la gestione delle frontiere e Schengen, sono necessarie reti di comunicazione, attrezzature tecniche e formazione. Sono stati compiuti discreti progressi grazie all'introduzione dei passaporti biometrici. Globalmente, occorre ancora stilare un bilancio delle realizzazioni conseguite nell'applicazione e nella tutela delle norme, in particolare per quanto attiene alla lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, che resta un problema serio. L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia non è ancora sufficientemente preparata per applicare l'acquis in materia di giustizia, libertà e sicurezza.

Nel settore della scienza e della ricerca, i progressi compiuti con l'allineamento sono scarsi e la capacità delle istituzioni scientifiche rimane insufficiente. Il paese ha adottato provvedimenti in campo politico che hanno migliorato l'allineamento nell'area dell'istruzione e cultura. Tuttavia, le risorse destinate ad attuare le riforme politiche non sono sufficienti. Il paese deve continuare i preparativi per la futura partecipazione ai programmi comunitari Lifelong Learning e Youth in Action. Sono stati compiuti progressi per quanto riguarda lo sviluppo del quadro legislativo in materia di ambiente, ma l'applicazione della legislazione resta in fase iniziale, specialmente nei settori che richiedono maggiori investimenti. La capacità amministrativa e le risorse finanziarie sono ancora inadeguate. Per quanto attiene alla salute e alla tutela dei consumatori, si è osservato qualche progresso, tanto relativamente all'allineamento legislativo, quanto per la costruzione di capacità istituzionale per la salute e la tutela dei consumatori. Sono necessarie maggiori risorse umane e finanziarie affinché legislazione, strategie e piani d'azione possano essere attuati pienamente.

I progressi sono stati sostanziali in materia di unione doganale. Riguardo alla capacità amministrativa, notevoli progressi sono stati compiuti nella lotta ai traffici illegali e alla corruzione e nella riscossione delle entrate. Nel complesso, l'amministrazione doganale deve proseguire nel suo lavoro di modernizzazione.

Alcuni progressi si sono osservati nei settori delle relazioni esterne e della politica estera, di sicurezza e di difesa. Tuttavia, la capacità istituzionale e amministrativa non è ancora sufficiente per consentire al paese di partecipare pienamente alle politiche UE in questi settori.

I progressi nel campo del controllo finanziario sono stati limitati al controllo finanziario interno nel settore pubblico. La capacità amministrativa delle istituzioni responsabili resta inadeguata a far fronte agli obblighi derivanti dall'acquis. Non si sono registrati particolari progressi riguardo alle disposizioni finanziarie e di bilancio. A tempo debito occorrerà che il paese provveda a dotarsi delle opportune strutture di coordinamento e delle norme di attuazione necessarie e che rafforzi la propria capacità amministrativa.

Montenegro

Per quanto attiene ai criteri politici, il Montenegro ha compiuto qualche progresso. Il paese ha compiuto ulteriori passi avanti verso la realizzazione delle priorità fondamentali del partenariato europeo; restano comunque da raggiungere importanti obiettivi connessi principalmente alla capacità amministrativa e alla lotta alla corruzione. Il Montenegro ha compiuto buoni progressi nella creazione del quadro giuridico e delle istituzioni necessari dopo l'indipendenza. Nell'ottobre 2007 il parlamento ha adottato una costituzione globalmente in linea con le norme europee. È necessario che si compiano ancora sforzi per creare un più ampio consenso sulle principali caratteristiche della costruzione di una struttura statale.

Si rileva qualche progresso in materia di democrazia e Stato di diritto. Il Montenegro ha compiuto ancora nuovi progressi nella riforma amministrativa e giuridica. Il Montenegro ha compiuto qualche progresso nella realizzazione delle priorità fondamentali del partenariato europeo e nel rafforzamento della propria capacità amministrativa. Tuttavia, i risultati sono stati piuttosto limitati, tanto che il Montenegro non ha ancora stilato un consistente bilancio delle realizzazioni conseguite nel campo delle riforme. La riforma giudiziaria è in fase iniziale.

Il parlamento e il governo si sono adeguati ai criteri in materia di indipendenza. Essi hanno acquisito una sempre maggiore efficienza. Il parlamento ha cominciato ad applicare il regolamento interno adottato nel 2006, razionalizzando così maggiormente il proprio lavoro e rafforzando la propria capacità amministrativa. Le funzioni di controllo del parlamento sono migliorate. Il comitato parlamentare per l'integrazione europea è stato leggermente rafforzato, ma resta carente in quanto a efficienza e chiarezza di orientamenti. In generale la capacità del parlamento deve essere migliorata. Il governo è stato riorganizzato e il rafforzamento delle nuove istituzioni è andato avanti, con una particolare attenzione per la riforma della difesa, degli affari esteri e della giustizia e affari interni. Tuttavia occorre potenziare ulteriormente l'efficienza del governo, soprattutto riguardo all'attuazione della legislazione.

Benché la riforma della pubblica amministrazione sia proseguita, la pubblica amministrazione resta carente e inefficiente. Occorreranno ulteriori sforzi per garantire l'imparzialità della pubblica amministrazione e rafforzarne la capacità. Il coordinamento sulle questioni europee è migliorato. I preparativi per l'attuazione dell'ASA sono andati avanti. Il personale, compreso il nuovo organico dei principali enti pubblici e di altri enti, deve essere preparato adeguatamente per potersi occupare non solo di compiti di coordinamento, ma anche dell'attuazione di tutte le priorità del partenariato europeo e degli obblighi derivanti dall'ASA.

Nella riforma del sistema giudiziario è stato compiuto qualche progresso. La costituzione rafforza l'indipendenza del settore giudiziario mediante la creazione di un nuovo organo, il consiglio della Magistratura, responsabile della nomina e della destituzione dei giudici. Il governo ha adottato una strategia per la riforma del settore giudiziario per il periodo 2007-2012. È stata migliorata la formazione di giudici e pubblici ministeri. Adesso occorre però che venga adottata una legislazione che garantisca l'indipendenza e la responsabilità dei giudici e dei pubblici ministeri. Il parlamento esercita ancora un'indebita influenza sulle nomine e sulle promozioni dei pubblici ministeri. Sul caso della deportazione e scomparsa di più di 80 civili bosniaci nel 1992 si è ancora in fase preprocessuale e questo desta preoccupazioni circa la durata della causa. L'efficienza del settore giudiziario non è soddisfacente e i consistenti arretrati di cause, tanto civili quanto penali, sono stati solo leggermente ridotti.

La corruzione è molto diffusa e costituisce un problema molto serio. L'adozione della prima relazione della commissione nazionale creata per combattere la corruzione può essere considerata un passo avanti, tuttavia l'effettiva applicazione delle norme resta un problema. Il finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali non è trasparente. La legislazione sul conflitto di interessi per i funzionari pubblici è ancora lacunosa. Il rischio di corruzione è elevato nei settori della costruzione e lottizzazione dei terreni, della privatizzazione, delle concessioni e dei pubblici appalti. La situazione richiede interventi urgenti per conseguire risultati nella lotta alla corruzione, specialmente nel settore della corruzione ad alto livello. Occorre che siano potenziate le capacità di cooperazione internazionale nel settore della cooperazione giudiziaria e tra polizie.

Per quanto attiene ai diritti dell'uomo e alla protezione delle minoranze, si sono osservati progressi nella definizione del quadro legislativo necessario dopo l'indipendenza. Nel maggio 2007, il Montenegro è stato ammesso a far parte del Consiglio d'Europa. Nella Costituzione il paese riconosce la supremazia della legge internazionale sui diritti dell'uomo. Sull'applicazione retroattiva della legislazione in materia di diritti dell'uomo sono stati assunti impegni, di cui però occorre chiarire il valore giuridico. La legislazione e la pratica nel campo dei diritti sociali è globalmente in linea con le disposizioni della carta sociale europea riveduta. Qualche progresso è stato compiuto nel miglioramento dei diritti delle donne e dei minori. Occorre però che le donne siano maggiormente protette contro ogni forma di violenza. La restituzione della proprietà nazionalizzata è andata avanti, sebbene ci siano ancora numerosi reclami circa il metodo di attuazione. Occorre che sia potenziato il ruolo del Mediatore nella difesa dei diritti umani e nell'esercizio della sua funzione di controllo.

Nel maggio 2007, il Montenegro è entrato a far parte della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali e della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie. La complessa questione della definizione e della protezione delle minoranze è solo parzialmente coperta dalla legge del 2006 sui diritti delle minoranze nazionali. La costituzione fornisce una solida base per la protezione dei diritti delle minoranze. Le condizioni dei rifugiati e dei profughi, compresi i Rom, sono motivo di grave preoccupazione. In particolare, la popolazione rom si trova ancora ad affrontare discriminazioni e condizioni di vita molto difficili, specialmente nei settori dell'istruzione, della protezione sociale, della sanità, degli alloggi e dell'occupazione.

La società civile resta fragile e le tensioni tra enti pubblici e organizzazioni non governative perdurano.

Riguardo alle questioni regionali e gli obblighi in campo internazionale, il paese continua a partecipare attivamente alla cooperazione regionale. La cooperazione con il TPII continua ad essere soddisfacente. Il Montenegro ha continuato a far fronte ai propri obblighi internazionali sorti dopo l'indipendenza. Nel gennaio 2007, il Montenegro è diventato membro di importanti istituzioni finanziarie internazionali. I negoziati di adesione all'Organizzazione mondiale del commercio procedono senza problemi. Il Montenegro, che è impegnato nella cooperazione regionale nell'Europa sudorientale, nel maggio 2007 è entrato a far parte del processo di cooperazione dell’Europa sudorientale e partecipa al consiglio di cooperazione regionale. Il paese ha ratificato l'accordo centroeuropeo di libero scambio modificato e intrattiene buone relazioni con i paesi vicini. La maggior parte delle questioni sorte con la Serbia a seguito dell'indipendenza sono state risolte.

Nell'ottobre 2006, il Montenegro ha notificato la ratifica dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale. Tuttavia, l'accordo bilaterale di immunità firmato in aprile con gli Stati Uniti non è in linea con la posizione comune e con i principi guida dell'UE sulla materia.

L'economia del Montenegro ha continuato a crescere rapidamente e la stabilità macroeconomica ha mostrato un miglioramento; permangono tuttavia rischi derivanti soprattutto dal forte disavanzo delle partite correnti, attualmente in gran parte compensati da importanti afflussi di investimenti esteri diretti. Benché siano state attuate riforme strutturali, il corretto funzionamento dell'economia di mercato è ostacolato dalle scarse capacità istituzionali e dalle carenze nello Stato di diritto.

Per quanto riguarda i criteri economici, il Montenegro ha compiuto, anche se ad un ritmo più lento, nuovi passi avanti verso la creazione di un'economia di mercato funzionante. Occorrono importanti riforme affinché il paese sia in grado di far fronte a lungo termine alla pressione concorrenziale e alle forze di mercato all'interno dell'Unione.

Nel complesso, la stabilità macroeconomica è migliorata. La rapida crescita economica ha contribuito a creare occupazione, mentre l'inflazione è rimasta contenuta. Consistenti afflussi di investimenti esteri hanno sostenuto l'attività economica. Un prudente orientamento di politica di consolidamento fiscale ha portato ad una costante eccedenza di bilancio. La riforma del sistema pensionistico è andata avanti. Si è osservata una rapida crescita nelle attività degli intermediari finanziari. Sono stati posti in essere nuovi meccanismi per migliorare la trasparenza del processo di privatizzazione. Una nuova legislazione sull'insolvenza delle società ha facilitato l'uscita dal mercato. I sussidi sono rimasti limitati ad alcuni accordi post-privatizzazione. La riforma dei servizi pubblici è andata avanti. L'apertura degli scambi e il processo di allineamento con le norme dell'OMC hanno portato ad una maggiore integrazione economica con l'UE.

Tuttavia, la stabilità macroeconomica è un po' a rischio, in particolare a causa del forte disavanzo con l'estero. Gli aumenti del prezzo dell'energia hanno sollevato un dibattito all'interno del paese, e all'interno del governo, circa la politica energetica del Montenegro e la prevista privatizzazione dei fornitori di energia. La produzione industriale ha mostrato una crescita molto modesta. Per ottenere licenze commerciali e rendere efficaci i contratti bisogna ancora andare incontro a procedure lunghe e costose. Occorre fare di più per migliorare il settore dei servizi finanziari; tra l'altro occorre rivedere ed attuare la legge bancaria, istituire un'autorità di controllo per le assicurazioni e prevedere un controllo per le società di leasing. Inoltre, l'aumento molto elevato del credito al consumo e dei prezzi delle attività è un indicatore di crescenti squilibri macroeconomici e finanziari. Benché in flessione, la disoccupazione resta alta. Allo stesso tempo, i crescenti costi del lavoro hanno continuato ad erodere la competitività del paese. L'ampio settore informale, incentivato da un'applicazione della legge ancora carente e dall'inadeguatezza del quadro normativo, riduce la base imponibile, inibisce la capacità del governo di attuare le politiche economiche ed ha ripercussioni negative sul clima imprenditoriale.

Il paese ha compiuto qualche progresso nell'allineamento con le norme europee e nel rafforzamento della capacità amministrativa e ciò ha consentito la firma dell'accordo di stabilizzazione e associazione con l'UE. I progressi sono stati buoni in settori quali dogane e fiscalità, concorrenza, appalti pubblici, libera circolazione dei capitali e agricoltura, mentre sono stati limitati nei settori delle politiche sociali e dell'occupazione, dell'energia, dell'ambiente e di giustizia, libertà e sicurezza. Occorre rafforzare il processo di ravvicinamento della legislazione e di verifica della compatibilità della nuova legislazione con la legislazione UE. Nel complesso la capacità amministrativa del paese resta insufficiente.

Quanto al mercato interno, il quadro istituzionale relativo alla libera circolazione delle merci è stato migliorato, ma non ancora completato. Le risorse umane e fisiche non hanno ancora raggiunto gli standard europei e l'allineamento della legge sulla tutela del consumatore è ancora in fase iniziale.

In materia di circolazione dei servizi, il Montenegro persegue una politica liberale, ma la sorveglianza finanziaria deve essere notevolmente rafforzata. Il quadro giuridico che disciplina il settore finanziario presenta carenze per quanto attiene alla corporate governance e alla gestione del rischio. I progressi sono stati scarsi in relazione al diritto di stabilimento; esistono ancora troppi ostacoli amministrativi per la creazione di imprese e il sistema di licenze è restrittivo. I preparativi per l'attuazione dell'ASA nell'area della libera circolazione dei capitali sono avviati.

La legislazione doganale è adesso in gran parte in linea con gli impegni dell'ASA. Occorre che l'allineamento prosegua in relazione alle norme di origine, i regimi di transito, il valore in dogana e la lotta alla corruzione e al contrabbando. Il Montenegro ha adottato la legislazione relativa alla chiusura dei negozi esenti da dazio (duty-free shop) in punti di attraversamento delle frontiere terrestri entro la fine del 2007. L'attuazione di questa misura deve essere seguita con attenzione. I diritti doganali sono stati ridotti e posti in linea con i criteri dell'OMC. Si è registrato qualche progresso nel settore della fiscalità diretta, ma l'allineamento procede a rilento in materia di fiscalità indiretta e delle imprese. La capacità amministrativa è notevolmente migliorabile.

In generale, i preparativi nel settore della concorrenza stanno andando avanti. Occorre che il Montenegro migliori ulteriormente il proprio quadro legislativo e istituisca autorità indipendenti responsabili della concorrenza e degli aiuti di Stato.

Si sono registrati progressi nel sistema degli appalti pubblici, ma la capacità e l'organizzazione devono essere potenziate affinché sia possibile sostenere e sorvegliare efficacemente il settore.

Globalmente, occorre compiere nuovi progressi riguardo alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale, soprattutto in considerazione della scarsa capacità istituzionale, delle carenze nell'attuazione, dei diffusi fenomeni di pirateria e contraffazione e della scarsa consapevolezza delle autorità pubbliche e delle parti interessate.

Riguardo alle norme europee in materia di politiche sociali, occorre che vengano messe a punto leggi e strategie per migliorare la protezione dei gruppi vulnerabili. È necessaria una maggiore conformità alle norme europee in materia di politiche dell'occupazione, in particolare per quanto attiene al rispetto della legislazione sul lavoro e alla formazione professionale. Vi sono stati progressi in relazione al dialogo sociale tripartito nel quadro del consiglio economico e sociale, il cui mandato, però, e le disposizioni in materia di rappresentanza richiedono maggiore chiarezza.

Si sono registrati progressi nel settore dell'istruzione, soprattutto in termini di quadro giuridico e grazie ai primi tentativi di delega in un sistema educativo altamente centralizzato. Occorre che ci si impegni per coinvolgere la società civile e per migliorare la disponibilità della formazione.

Per quanto riguarda le politiche settoriali, il Montenegro ha compiuto pochi progressi nell'attuazione delle priorità del partenariato europeo nel settore dell'industria e delle PMI. È necessaria una valutazione strategica che individui i fattori di vantaggio concorrenziale e le aree che richiedono ristrutturazione e che evidenzi altresì i miglioramenti che occorre apportare alla legislazione del lavoro, alle politiche in materia di energia e ambiente e al settore della semplificazione e trasparenza amministrative.

Occorre intensificare i progressi nel settore dell'agricoltura e della sicurezza alimentare, nonché su questioni relative al settore veterinario e fitosanitario. Nell'area della pesca, occorre rafforzare la capacità di ispezione e controllo.

Qualche progresso è stato compiuto in termini di allineamento con le norme dell'EU in materia di ambiente e un'armonizzazione ulteriore è in corso. Tuttavia, occorrono ulteriori sforzi per migliorare l'applicazione e l'attuazione della normativa in questo campo. Una particolare attenzione va rivolta al rafforzamento della capacità amministrativa.

Il Montenegro ha compiuto progressi nell'area dei trasporti. Il paese è impegnato nell'attuazione della prima fase transitoria dell'accordo sullo Spazio aereo comune europeo. Il paese partecipa attivamente allo sviluppo della rete principale di trasporto regionale e ai lavori dell'osservatorio dei trasporti dell'Europa sudorientale. Tuttavia, il governo non ha ancora adottato la nuova strategia nazionale di sviluppo dei trasporti. Anche in questo settore occorre che la capacità amministrativa sia ulteriormente rafforzata.

Nel settore dell'energia si è osservato qualche discontinuo progresso. Il settore dell'energia lamenta ancora notevoli lacune nell'infrastruttura e nel quadro giuridico e istituzionale. La fornitura elettrica costituisce resta un problema serio. Occorre un forte ulteriore impegno per mettere a punto e adottare la strategia energetica e per completare le riforme nel settore. In quanto parte del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, il Montenegro deve applicare la pertinente legislazione UE in materia di energia.

Si è registrato qualche progresso nell'area della società dell’informazione e dei media. Sono necessarie misure legislative per liberalizzare efficacemente il mercato delle comunicazioni elettroniche e per allineare con l'acquis la legislazione in materia di servizi della società dell'informazione. Se da un lato l'agenzia per le trasmissioni radiotelevisive è diventata operativa a tutti i livelli ed è indipendente, occorre che la sua capacità sia ulteriormente rafforzata. Il Montenegro non ha ancora ratificato la Convenzione dell'UNESCO sulla diversità culturale e non ha firmato e ratificato la Convenzione europea sulla televisione transfrontaliera. I preparativi in questo settore sono in fase iniziale.

Per quanto attiene al controllo finanziario, si nota che il controllo interno delle finanze pubbliche e l'audit esterno sono in una fase di sviluppo iniziale e che l'indipendenza della Corte dei Conti del paese deve essere rafforzata con mezzi adeguati.

Sono stati registrati limitati progressi nel settore della statistica. La capacità resta insufficiente e permangono gravi carenze nel coordinamento e nella disponibilità di risorse dell'infrastruttura statistica. Occorre che lo sviluppo di statistiche ufficiali affidabili diventi una priorità.

Nell'area della giustizia, libertà e sicurezza, il Montenegro ha iniziato a creare il necessario quadro giuridico ed istituzionale, ma resta ancora molto da fare. Gli accordi di facilitazione dei visti e di riammissione tra Montenegro e Comunità europea sono stati firmati. È ancora necessario che dopo l'indipendenza il Montenegro migliori le capacità di attuazione relativamente ai propri visti e che gradualmente introduca le norme dell'UE. È necessario che vengano rilasciati passaporti biometrici in linea con le norme dell'UE. Si sono osservati pochi progressi e sono necessari ulteriori sforzi nell'area della polizia di frontiera, asilo e immigrazione.

Il fenomeno del riciclaggio del denaro resta motivo di preoccupazione. Le capacità della polizia restano limitate e non esiste ancora una vera e propria sorveglianza sulle operazioni finanziarie al di là del sistema bancario, soprattutto in relazione al settore immobiliare e agli investimenti esteri. Riguardo al contrabbando di droga si sono registrati progressi, ma il fenomeno resta motivo di grave preoccupazione.

Si sono osservati progressi per quanto attiene alla riorganizzazione della polizia. Occorre tuttavia rafforzare ulteriormente la capacità professionale della polizia, migliorare la formazione specifica e sviluppare strumenti informativi e di analisi del rischio. Il Montenegro registra ritardi nella lotta alla criminalità organizzata. Il crimine organizzato costituisce ancora un serio problema e per risolverlo occorre ancora un forte impegno. Riguardo alla lotta alla tratta di esseri umani, le riforme legislative sono in corso. Il Montenegro resta prevalentemente un paese di destinazione e transito.

La situazione nell'area della protezione dei dati desta grave preoccupazione. La legge sulla protezione dei dati personali non è stata ancora adottata. In questo campo, l'attuale legislazione non risponde alle priorità del partenariato europeo e non è stata ancora istituita un'autorità di sorveglianza indipendente.

Serbia

La Serbia ha compiuto qualche progresso verso la realizzazione dei criteri politici connessi al partenariato europeo. Le elezioni parlamentari, tenutesi nel gennaio 2007, si sono svolte secondo norme internazionali. Tuttavia, nel periodo successivo sono emerse profonde divisioni tra i partiti politici. Ciò ha condotto ad un generale rallentamento del ritmo delle riforme. La questione del Kosovo ha continuato a dominare l'agenda politica. La retorica nazionalista è ancora forte e ha influenzato negativamente il clima politico. Dopo diversi mesi di incertezza, nel maggio 2007 si è formato un nuovo governo orientato alle riforme. Sin dall'inizio questo governo ha ottenuto risultati positivi nel campo della cooperazione con il TPII, consentendo alla Commissione di concludere i negoziati su un accordo di stabilizzazione e associazione (ASA). Prima che la firma dell'ASA sia possibile, occorre che la Serbia soddisfi l'obbligo internazionale di cooperare pienamente con il TPII.

La democrazia e lo Stato di diritto in Serbia richiedono un ulteriore rafforzamento. Qualche progresso si è osservato nell'attuazione della nuova costituzione, entrata in vigore nel novembre 2006. Benché sia stata adottata una legge costituzionale, diverse disposizioni, relative soprattutto al settore giudiziario, devono ancora essere attuate in linea con le norme europee.

Il lavoro del parlamento è stato reso più difficile dalla situazione politica. La prima seduta del parlamento dopo l'inaugurazione è stata rinviata per almeno tre mesi a causa del protrarsi dei negoziati per la formazione del governo. I ritardi nella formazione del governo e le profonde divisioni politiche hanno influito negativamente sulle attività del parlamentari.

Nei mesi successivi alle elezioni parlamentari, il governo provvisorio ha avuto un'attività limitata. Benché nel suo programma, il nuovo governo abbia posto l'accento sull'integrazione europea, i risultati sono stati alterni. Con l'intento di accelerare il processo di riforme, nell'agosto 2007 il governo ha adottato un piano d'azione per l'armonizzazione con l'acquis. L'amministrazione serba ha partecipato ai negoziati ASA con professionalità, e questo ha contribuito a migliorare la coerenza tra i vari ministeri ed enti. Occorre tuttavia migliorare ancora il coordinamento politico. Per quanto attiene alla gestione pubblica locale, il quadro giuridico non è ancora stato pienamente sviluppato.

La capacità nel settore della pubblica amministrazione è in generale buona. Il Mediatore nazionale è stato nominato e adesso il governo deve adottare tutte le misure necessarie a garantire il pieno funzionamento del suo ufficio. È necessario che gli organismi di regolamentazione siano rafforzati, in modo che sia garantito il necessario controllo e il rispetto degli obblighi giuridici. Occorre che le riforme proseguano e che venga costituita, tanto a livello statale quanto nei livelli locali, una funzione pubblica imparziale, responsabile ed efficiente, basata su criteri di sviluppo della carriera professionale.

Si sono osservati miglioramenti per quanto attiene alla supervisione civile sulle forze armate, che costituisce una delle priorità fondamentali del partenariato europeo; in questo settore occorre soprattutto che sia garantita l'efficacia del controllo parlamentare e della supervisione finanziaria. Più in generale, nel settore della difesa non è stato ancora completato il nuovo quadro legislativo riveduto, previsto dalla costituzione, e diverse leggi devono ancora essere adottate.

La riforma del settore giudiziario, anch'essa una priorità fondamentale del partenariato, procede a rilento e non è ancora stato definito un nuovo quadro giuridico. Attualmente, la costituzione e le leggi costituzionali consentono un'influenza politica sulle nomine nel settore giudiziario. Non sono ancora state istituite corti d'appello né tribunali amministrativi e la corte costituzionale non è operativa sin dall'ottobre 2006. Per garantire l'indipendenza e l'efficienza del settore giudiziari occorrono ulteriori misure di ordine giuridico e gestionale.

Nel quadro della lotta alla corruzione, tra le altre misure è stato adottato un piano d'azione volto ad attuare la strategia nazionale contro la corruzione. Alcuni processi per reati connessi alla corruzione hanno avuto buon esito. Tuttavia, la corruzione è molto diffusa e costituisce un problema serio. È necessario istituire un'autorità responsabile della lotta alla corruzione e completare l'attuazione del piano anticorruzione. Per debellare il fenomeno della corruzione occorre un approccio più sistematico, che comprenda il controllo finanziario, procedure trasparenti per gli appalti pubblici ed un'efficace supervisione del parlamento.

In generale, la situazione dei diritti umani e della protezione delle minoranze è migliorata e la Serbia è piuttosto a buon punto per quel che riguarda il rispetto dei suoi obblighi. La nuova costituzione contiene diverse disposizioni sui diritti umani e delle minoranze, ma occorre stilare un bilancio delle realizzazioni ottenute a livello di esecuzione giudiziaria, compresi gli appelli alla corte costituzionale. La nuova costituzione proibisce discriminazioni, ma una legge generale contro le discriminazioni non è ancora stata adottata. Si sono osservati progressi sulla situazione dei diritti delle donne e dei minori. Tuttavia, occorre che la protezione di queste categorie contro ogni forma di violenza sia incrementata e che venga adottata la legge sull'uguaglianza fra i generi. Non sono ancora stati risolti i problemi relativi alla restituzione delle proprietà.

Si sono registrati miglioramenti in merito alla rappresentanza delle minoranze nei servizi pubblici e all'uso delle lingue minoritarie. Tuttavia, non è ancora stata adottata la legislazione necessaria a disciplinare l'elezione dei consigli nazionali e a definirne i compiti. Le relazioni interetniche in Voivodina hanno continuato a migliorare. La situazione nella Serbia meridionale è stabile, ma rimane tesa. Si sono osservati miglioramenti nel lavoro del corpo di polizia multietnico. Persistono tuttavia tensioni all'interno della comunità di etnia albanese e tra questa e la popolazione serba. La situazione in Sandžak ha subito un deterioramento, con l'acuirsi delle divisioni religiose all'interno della comunità musulmana e con manifestazioni di violenza.

Sono state adottate iniziative volte a rafforzare il coordinamento delle attività destinate a migliorare la situazione della popolazione rom. Tuttavia, la popolazione rom si trova ancora ad affrontare discriminazioni e condizioni di vita molto difficili, specialmente nei settori dell'istruzione, della protezione sociale, della sanità, degli alloggi e dell'occupazione. Molti Rom incontrano ancora difficoltà per ottenere documenti personali e, di conseguenza, l'accesso ai servizi di base.

Per quanto attiene alle questioni regionali e agli obblighi in campo internazionale, la Serbia ha avuto un ruolo positivo per il miglioramento della cooperazione regionale, in particolare per il processo di cooperazione per l'Europa sudorientale, il consiglio di cooperazione regionale e l'accordo centroeuropeo di libero scambio modificato (CEFTA). La Serbia deve però adottare un approccio più costruttivo nei confronti della partecipazione del Kosovo ai sensi della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite alla cooperazione regionale e ad altri consessi; In generale, le relazioni bilaterali con i paesi vicini sono buone.

Nel suo programma, il nuovo governo si è chiaramente impegnato a rispettare gli obblighi internazionali. Di conseguenza, le autorità serbe hanno migliorato la cooperazione con il TPII, e questo ha portato all'arresto di due ricercati e il loro trasferimento all'Aia. È stato istituito un consiglio di sicurezza nazionale, presieduto dal presidente della Repubblica e responsabile per il coordinamento del lavoro dei servizi di sicurezza militari e civili. Ha inoltre ripreso le attività il consiglio nazionale per la cooperazione con il TPII. Tuttavia, la Serbia non ha raggiunto quel livello di piena cooperazione con il TPII che porterebbe all'arresto dei criminali ancora latitanti. La piena cooperazione resta una delle condizioni per la firma dell'accordo di stabilizzazione ed associazione.

Nel febbraio 2007, la corte di giustizia internazionale ha stabilito che a Srebrenica erano stati perpetrati atti di genocidio. Nella causa Bosnia-Erzegovina contro Serbia e Montenegro, la corte ha stabilito che la Serbia non ha commesso il genocidio in violazione degli obblighi che le derivano dalle convenzioni sulla materia. Tuttavia la corte ha stabilito che la Serbia non ha adottato tutte le misure necessarie per impedire il genocidio di Srebrenica e per consegnarne i responsabili alla giustizia.

La Serbia ha partecipato ai negoziati sul futuro status del Kosovo, tenutisi sotto l'egida dell'inviato del segretario generale ONU per il Kosovo. La Serbia ha però respinto le raccomandazioni scaturite dai negoziati, sostenendo la posizione secondo cui il Kosovo dovrebbe continuare a far parte integrale del paese, pur con una sostanziale autonomia. Le autorità serbe partecipano attualmente alle discussioni politiche sul futuro status del Kosovo che si tengono sotto l'egida della troika internazionale di UE, USA e Russia. La Serbia ha cercato ancora di dissuadere i Serbi del Kosovo dal prendere parte alle istituzioni provvisorie di autogoverno e alle elezioni in Kosovo. La Serbia ha esortato i Serbi del Kosovo a non partecipare alle elezioni per l'assemblea e le municipalità provvisorie del Kosovo.

L'economia della Serbia ha continuato a crescere notevolmente, ma i progressi della stabilizzazione economica hanno avuto fasi alterne. L'inversione del consolidamento fiscale è andata ad aggiungersi ai rischi fiscali e macroeconomici. Le riforme strutturali, estremamente necessarie, sono andate avanti a rilento e l'elevato livello di disoccupazione è rimasto un problema da risolvere.

Per quanto riguarda i criteri economici, la Serbia ha compiuto qualche progresso verso un'economia di mercato funzionante. Occorre realizzare ulteriori iniziative di riforma per permettere alla Serbia di far fronte a medio termine alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione.

Le autorità hanno in larga parte mantenuto i principali elementi di una sana politica economica. L'economia ha continuato ad espandersi vigorosamente. L'afflusso di capitale estero è rimasto notevole. L'inflazione in calo ha contribuito all'instaurarsi di un ambiente stabile per gli operatori economici. Il bilancio è rimasto in attivo e gli investimenti hanno fatto registrare un netto miglioramento.

La privatizzazione delle banche di proprietà statale è a buon punto e la concorrenza tra banche è forte. Il nuovo governo si è mostrato limitatamente intenzionato a rilanciare il processo di privatizzazione delle imprese di proprietà statale. Il settore delle PMI ha acquistato maggiore importanza. Il commercio e gli investimenti esteri hanno continuato a crescere e l'integrazione economica con l'UE è migliorata ancora.

Tuttavia, nonostante i buoni risultati economici, la disoccupazione resta molto alta. Occorre che si compiano ulteriori progressi in materia di privatizzazione e che finalmente si faccia decollare un settore privato dinamico e competitivo. La politica fiscale ha avuto un'impronta espansionistica nella seconda metà del 2006 e nel 2007. Le retribuzioni nel settore pubblico sono aumentate notevolmente. Ciò ha portato nel 2007 ad un sensibile incremento della spesa in percentuale sul PIL ed è andato ad aggiungersi agli squilibri esterni e alle pressioni inflazionistiche. La mancanza di flessibilità del mercato del lavoro e gli elevati contributi sociali continuano a frenare la creazione di occupazione. Gli investimenti sono stati ostacolati dalle eccessive incombenze burocratiche e dalla complessità della legislazione. I tribunali commerciali hanno ancora risentito della limitatezza delle capacità e delle competenze. L'ampio settore informale, incentivato da un'applicazione della legge carente e dall'inadeguatezza del quadro normativo, riduce la base imponibile, inibisce la capacità del governo di attuare le politiche economiche ed ha ripercussioni negative sul clima imprenditoriale.

Riguardo alle norme europee, i negoziati ASA hanno mostrato che la Serbia possiede la capacità amministrativa di progredire verso l'UE. Se questa capacità è correttamente utilizzata, la Serbia ha buone prospettive di attuare un futuro ASA.

La Serbia ha compiuto qualche progresso in relazione alle priorità del partenariato nel settore del mercato interno. Nel campo della libera circolazione delle merci, la Serbia ha istituito un nuovo organo di accreditamento e ha compiuto progressi nella pubblicazione delle norme nazionali, tuttavia la capacità amministrativa e il quadro normativo devono ancora essere ulteriormente sviluppati. La Serbia ha compiuto passi avanti verso l'obiettivo dell'ingresso all'OMC. Nel settore delle dogane e fiscalità si sono registrati miglioramenti amministrativi e legislativi. La Serbia ha modificato la legislazione relativa alle accise e ha armonizzato la legge sulla tariffa doganale con la nomenclatura combinata dell'UE. Tuttavia, le capacità di attuazione sono ancora limitate. Progressi nell'area della concorrenza si sono compiuti grazie all'istituzione della commissione per la protezione della concorrenza. Occorre che sia garantita l'indipendenza della commissione. Tuttavia nel settore del controllo degli aiuti di Stato i progressi sono stati limitati e non è ancora stata istituita un'autorità indipendente responsabile degli aiuti di Stato. Nel settore degli appalti pubblici i progressi sono stati scarsi ed occorre ancora molto impegno tanto per modificare la legislazione quanto per rafforzare la capacità amministrativa. Si è osservato qualche progresso nell'area dei diritti di proprietà intellettuale, soprattutto grazie ai chiarimenti sullo status dell'istituto responsabile dei diritti di proprietà intellettuale, che hanno posto fine ad un anno di stasi istituzionale. Vi sono stati pochi progressi nell'area dell'occupazione, mentre vi sono stati sviluppi nel settore delle politiche sociali grazie all'elaborazione del quadro giuridico per la salute e la sicurezza sul lavoro. Si sono registrati pochi progressi nel settore dell'istruzione, e occorre che si compiano ancora sforzi per migliorare la capacità amministrativa, il coordinamento tra istituzioni responsabili e i collegamenti con il mercato del lavoro.

La Serbia ha fatto osservare progressi per quanto attiene al ravvicinamento alle norme europee in diverse politiche settoriali. Nel settore dell'industria e delle PMI, la Serbia è molto impegnata nel processo della carta europea per le piccole imprese. I preparativi della Serbia nel settore dell'agricoltura procedono a buon ritmo. Tuttavia, occorre che il livello di impegno sia mantenuto e che gli sforzi vengano estesi anche a settori più specifici quali quello veterinario, quello fitosanitario e quello relativo alla sicurezza alimentare. Si sono osservati progressi nel miglioramento della qualità e affidabilità delle statistiche sul mercato del lavoro e sulle attività produttive, mentre occorrono ulteriori progressi per le statistiche relative all'agricoltura e per il rafforzamento della capacità amministrativa.

Si è osservato qualche progresso nella realizzazione delle priorità dettate dal partenariato europeo nell'area dei trasporti. La Serbia è impegnata nell'attuazione della prima fase transitoria dell'accordo sullo Spazio aereo comune europeo. Tuttavia, nella pratica l'accordo non è applicato. La Serbia partecipa attivamente allo sviluppo della rete principale di trasporto regionale e ai lavori dell'osservatorio dei trasporti dell'Europa sudorientale. Occorrono ulteriori sforzi nei settori delle strade, delle ferrovie e del trasporto combinato, come pure è necessaria una strategia nazionale per l'intero settore dei trasporti. Vi è stato qualche miglioramento nel settore dell'energia, soprattutto nella liberalizzazione del mercato interno dell'energia. La politica energetica è tuttavia in una fase di sviluppo iniziale e una particolare attenzione dovrà essere rivolta al miglioramento dell'efficienza energetica, alle energie rinnovabili e alla radioprotezione. In quanto membro del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, la Serbia deve applicare la pertinente legislazione UE in materia di energia.

Pochi sono stati i progressi nel settore della società dell’informazione e dei media. Occorre che l'agenzia nazionale per le trasmissioni radiotelevisive migliori il livello generale di trasparenza e di responsabilità. Si sono registrati scarsi progressi nell'adozione di legislazione in materia di ambiente in linea con il partenariato europeo. È stato compiuto uno sforzo per sviluppare organi di ispezione, ma tali organi non sono dotati della capacità sufficiente a garantire una coerente attuazione della legislazione in materia ambientale.

Nel settore del controllo finanziario, la Serbia non è ad un livello sufficientemente avanzato e nel periodo interessato dalla relazione gli sviluppi sono stati scarsi. Occorre adottare diverse iniziative volte a porre in essere un sistema globale ed efficace per il controllo finanziario interno nel settore pubblico.

Si è registrato qualche progresso nel campo di giustizia, libertà e sicurezza. La Serbia ha concluso accordi di facilitazione dei visti e di riammissione con l'Unione europea e ha adottato la legge relativa ai documenti di viaggio. Tuttavia, l'attuale sistema di visti non rispetta in pieno le norme europee. È inoltre necessario che vengano rilasciati passaporti biometrici in linea con le norme dell'UE. Non è stata ancora adottata la legge sugli stranieri. Si sono registrati miglioramenti nel settore del controllo delle frontiere, tra questi va annoverato anche il passaggio della responsabilità sui confini di stato dall'esercito serbo al ministero degli Interni. Occorrono ancora sforzi per mettere a punto un sistema integrato di gestione delle frontiere. Si sono osservati migliori risultati nel campo dell'immigrazione clandestina, ma relativamente alla questione dell'asilo i progressi sono stati scarsi.

In Serbia, il riciclaggio di denaro costituisce un serio problema. Il nuovo quadro legislativo è stato attuato con tempi molto lunghi ed occorre ancora adottare una legislazione ed una strategia in materia di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo. Non sono ancora state attivate misure efficaci per l'introduzione e il controllo delle dichiarazioni patrimoniali. È ancora necessario migliorare la cooperazione tra le autorità statali responsabili nel settore.

La legislazione relativa alla lotta alle droghe è globalmente in linea con le convenzioni internazionali e le autorità serbe incaricate di tutelare il rispetto di tali norme hanno compiuto qualche progresso nella lotta al contrabbando di stupefacenti, nonostante le limitate risorse a disposizione. Situata su una rotta di transito balcanica, la Serbia è un punto di transito per vari tipi di droga. Si sono registrati scarsi progressi nella lotta l'abuso di droga nel paese e per l'adozione di una strategia nazionale.

La legge sulla polizia è in via di attuazione e i regolamenti sono stati in gran parte adottati. Occorrono ulteriori sforzi per rafforzare globalmente la capacità amministrativa e professionale delle forze di polizia e per incrementare la trasparenza.

Nella lotta alla criminalità organizzata si sono registrati alcuni progressi e sono state concluse importanti cause, come quella che ha portato all'incriminazione e alla condanna dei responsabili dell'assassinio dell'ex primo ministro Djindjic. Tuttavia, il crimine organizzato continua a costituire un serio problema per la Serbia e richiede sforzi maggiormente coordinati. Il piano d'azione per l'attuazione della strategia nazionale per la lotta alla criminalità organizzata non è ancora stato adottato e i servizi della polizia specializzati non dispongono della capacità necessaria per adempier pienamente ai loro compiti. Le disposizioni sulla confisca dei proventi di reato non sono state attuate adeguatamente ed è necessaria un'ulteriore normativa sul sequestro dei beni.

Vi sono stati progressi nella lotta alla tratta di esseri umani grazie ad una migliore cooperazione regionale e all'adozione di una strategia nazionale. La Serbia è stata riconosciuta come paese di origine, di transito e di destinazione. La Serbia ha da poco dato avvio allo sviluppo di un approccio globale alla lotta al terrorismo. Uno speciale dipartimento è stato creato nell'ambito della polizia criminale. Resta ancora pendente la ratifica di diverse convenzioni internazionali. Vi sono stati pochi progressi nell'area della protezione dei dati personali e l'attuale legislazione non è in linea con le norme europee.

Kosovo ai sensi della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

Per quanto riguarda i criteri politici, il Kosovo ha compiuto passi avanti nella realizzazione di alcune delle priorità del partenariato europeo. Le istituzioni provvisorie di autogoverno hanno adempiuto ai loro compiti fondamentali nelle loro aree di competenza. Tuttavia la responsabilità legislativa ed esecutiva finale spetta ancora alla missione dell’ONU per l’Amministrazione ad Interim del Kosovo (UNMIK). Le relazioni tra gli Albanesi e i Serbi del Kosovo sono rimaste tese. Le più importanti sfide politiche del Kosovo riguardano il rafforzamento dello Stato di diritto, la politica anticorruzione, la lotta alla criminalità organizzata e il rilancio del dialogo tra le comunità.

Per quanto attiene alla democrazia e allo Stato di diritto, nel complesso la stabilità è mantenuta, nonostante i ritardi nel processo di definizione dello status e qualche contrattempo. Nuovi progressi sono stati compiuti nel trasferimento di responsabilità alle istituzioni provvisorie di autogoverno. Tuttavia, la questione dello status ha continuato a dominare la politica del Kosovo. I leader politici del Kosovo hanno partecipato al processo di determinazione dello status e hanno cooperato con la comunità internazionale e con il team di programmazione dell'UE nella preparazione dell'attuazione dello status in linea con la proposta globale dell'Inviato Speciale del Segretario Generale dell'ONU [9]. Essi partecipano attualmente alle discussioni politiche sul futuro status del Kosovo che si tengono sotto l'egida della troika internazionale di UE, USA e Russia. Generalmente non vi è partecipazione da parte dei Serbi del Kosovo alle istituzioni provvisorie di autogoverno. Le autorità esercitano un controllo limitato su determinati settori nei quali continuano a funzionare istituzioni parallele, compresi tribunali paralleli, che applicano la legge serba. Ciò avviene soprattutto nelle municipalità settentrionali. Le istituzioni del Kosovo richiedono un rafforzamento a tutti i livelli.

L'assemblea ha partecipato più attivamente nel processo legislativo con una maggiore capacità amministrativa e di legiferare. Per la prima volta, l'assemblea ha basato il proprio lavoro su un programma di lavoro annuale. Tuttavia, le capacità amministrative e di legiferare dell'assemblea devono essere ulteriormente rafforzate.

Il governo di coalizione è rimasto stabile. La capacità di coordinamento centrale dell'ufficio del primo ministro è migliorata. Il governo attribuisce la massima priorità alle questioni relative all'integrazione europea. Esso ha partecipato attivamente alle riunioni nel quadro del meccanismo di controllo del processo di stabilizzazione e associazione. Il governo ha incrementato le sue attività a favore di una maggiore integrazione delle minoranze etniche, in particolare dei Serbi del Kosovo. È stato nominato un ministro serbo-kosovaro. Da parte delle municipalità vi è stato un maggiore rispetto delle limitazioni di bilancio. Tuttavia, la cooperazione tra dipartimenti governativi e tra autorità centrali e municipali è rimasta difficile. L'obiettivo fissato dal governo per la partecipazione delle minoranze nell'amministrazione non è ancora stato raggiunto.

L'efficienza della pubblica amministrazione è migliorata. Il governo ha approvato un piano d'azione per la riforma della pubblica amministrazione. Il consiglio di supervisione indipendente lavora attualmente per garantire una funzione pubblica professionale, imparziale e responsabile. Tuttavia, la pubblica amministrazione centrale e locale del Kosovo resta carente e inefficiente. I dipendenti pubblici sono ancora molto soggetti ad influenze politiche. È necessario che la riforma sia messa in pratica.

Il sistema giudiziario resta carente e instabile, tuttavia sono state adottate, e dovranno essere attuate, le prime iniziative legislative per porre in essere le strutture necessarie. Il ministero della Giustizia e il Consiglio della magistratura del Kosovo sono impegnati nella creazione delle capacità necessarie ad esercitare i poteri trasferiti loro dall'UNMIK. Entrambi gli organi hanno adottato strategie di riforma. Il ministero ha adottato un piano operativo per il 2007. L'ufficio del procuratore speciale è diventato operativo. Tuttavia, il sistema giudiziario rimane carente e vulnerabile poiché opera in un complesso contesto giuridico nel quale vi è una notevole incertezza. L'arretrato giudiziario è consistente e comprende anche cause relative agli scontri del marzo 2004.

L'agenzia anticorruzione è diventata operativa nel febbraio 2007. Nel quadro della legge e del piano d'azione anticorruzione, i politici e i funzionari pubblici di alto livello hanno presentato dichiarazioni patrimoniali. Ciò nonostante, la corruzione è molto diffusa e costituisce un problema estremamente serio.

Nel settore dei diritti umani e della protezione delle minoranze, sono stati compiuti pochi progressi. Se da un lato vi è stato un miglioramento del quadro istituzionale e giuridico per la tutela della libertà di espressione, le indebite pressioni che vengono ancora esercitate sui media limitano seriamente un aperto dibattito pubblico. Le minoranze e altri gruppi vulnerabili sono confrontati a restrizioni nell'esercizio della loro libertà di riunione e di associazione. La libertà religiosa non è pienamente rispettata; si sono ancora verificati attacchi contro siti religiosi e le inchieste su questi episodi non sono sempre concludenti. Il sistema di patrocinio gratuito non è pienamente funzionante. Si è registrato qualche progresso nel sistema penitenziario, ma occorre che l'infrastruttura e gli standard di sicurezza siano migliorati.

Nella società la consapevolezza dei diritti delle donne resta scarsa. La legislazione sull'uguaglianza fra i generi deve essere ulteriormente sviluppata e meglio attuata. Occorre che le donne siano maggiormente protette contro ogni forma di violenza. I diritti dei minori non sono pienamente rispettati e i meccanismi di protezione sono inadeguati. Il tasso di mortalità infantile in Kosovo è ancora elevato. L'integrazione e la protezione dei gruppi socialmente vulnerabili non è pienamente garantita. La legislazione antidiscriminazioni è stata sviluppata in linea con le norme UE, ma nella sua applicazione si sono registrati pochi progressi. I diritti di proprietà non sono sempre garantiti e sono soggetti ad ambiguità e a incertezze giuridiche. Le decisioni e le sentenze sono scarsamente attuate.

Pochi progressi sono stati compiuti in relazione ai rimpatriati, rifugiati e sfollati. L'integrazione e la protezione dei rimpatriati e degli sfollati non sono pienamente garantite.

I diritti delle minoranze nel Kosovo sono garantiti dalla legge, ma limitati nella pratica, per timore di problemi di sicurezza. I leader di governo si sono impegnati per stabilire buoni contatti con le comunità minoritarie, ma tali iniziative devono essere potenziate e seguite da azioni concrete. Le minoranze esprimono una crescente fiducia nell'istituzione del Mediatore. Tuttavia, la possibilità di beneficiare dei diritti delle minoranze è limitata a causa della situazione globale. Le comunità rom, ashkali ed egiziana si trovano ancora ad affrontare discriminazioni e condizioni di vita molto difficili, specialmente nei settori dell'istruzione, della protezione sociale, della sanità, degli alloggi e dell'occupazione. Non esiste ancora una strategia globale di integrazione per le comunità rom, ashkali ed egiziane.

Riguardo alle questioni regionali e alle obbligazioni internazionali, il Kosovo partecipa attivamente e in modo costruttivo alle iniziative di cooperazione regionale, nella misura in cui il suo attuale status lo consente. È stato firmato l'accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA). Il Kosovo partecipa all'osservatorio dei trasporti dell'Europa sudorientale (SEETO). Il Kosovo continua ad applicare le disposizioni derivanti dal trattato che istituisce la Comunità dell'energia e dall'accordo sullo Spazio aereo comune europeo.

Per quanto attiene alla cooperazione con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (TPII), qualche progresso si è registrato, ma l'intimidazione dei testimoni continua a costituire un problema.

Lo sviluppo economico del Kosovo continua ad essere fortemente ostacolato dalle incertezze politiche, dall'insufficienza dello Stato di diritto, da una limitata capacità produttiva e dalle carenze infrastrutturali. Un motivo di grave preoccupazione resta l'elevatissimo tasso di disoccupazione. Benché in generale le politiche economiche siano rimaste sane e siano state attuate alcune riforme, la crescita economica è rimasta modesta e i conti con l'estero precari.

Per quel che riguarda i criteri economici, il Kosovo ha compiuto limitati passi avanti nella direzione di un'economia di mercato funzionante. Occorre realizzare ulteriori e significative iniziative di riforma per permettere al paese di far fronte a lungo termine alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione.

Globalmente, le politiche economiche sono rimaste generalmente sane e orientate al mercato. L'inflazione è stata contenuta e il livello dei prezzi delle merci e dei servizi nazionali ha subito una flessione. L'attuazione del bilancio nel 2006 e nella prima metà del 2007 ha portato ad un'eccedenza significativa. Ciò è da attribuirsi in gran parte ad un incremento dei redditi eccezionale ed al di là di ogni previsione e al fatto che la spesa del governo per gli investimenti è stata inferiore di quanto previsto in bilancio. Il Kosovo non ha contratto alcun debito pubblico estero. La privatizzazione delle imprese precedentemente collettive ha conosciuto una notevole accelerazione, benché ancora tanto resti da fare. La costituzione in società delle imprese di proprietà statale è stata quasi completata, ma è necessario che la ristrutturazione continui. Il settore finanziario ha continuato ad espandersi e a consolidarsi in un contesto che vede una maggiore presenza della proprietà straniera.

Tuttavia, la crescita è stata relativamente modesta e la disoccupazione molto elevata. Un'attuazione inadeguata dello Stato di diritto, le incertezze circa lo status e i rischi fiscali hanno continuato ad incidere negativamente sul funzionamento dei meccanismi del mercato e sul mondo degli affari. Il coordinamento della politica economica è rimasto carente, tanto da rendere difficile garantire relativamente a questa politica il consenso e il rispetto degli impegni assunti. La situazione dei conti esteri è rimasta precaria, poiché il disavanzo commerciale si è ulteriormente acuito. Il Kosovo non ha ancora capacità di esportazione e competitività. Lo sviluppo di un settore privato vitale è stato ostacolato dall'accesso limitato ai finanziamenti, dall'incertezza giuridica, da insufficienti qualifiche e formazioni, dalla debole base tecnologica, nonché dal cattivo stato dell'infrastruttura nei settori dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni. L'intermediazione finanziaria ha continuato ad essere frenata dagli elevati differenziali dei tassi di interesse. L'ampio settore informale, incentivato da un'applicazione della legge ancora carente e dall'inadeguatezza del quadro normativo, riduce la base imponibile, inibisce la capacità del governo di attuare le politiche economiche ed ha ripercussioni negative sul clima imprenditoriale.

Il Kosovo ha compiuto ulteriori progressi nel ravvicinamento della legislazione e delle politiche alle norme europee. Per alcuni settori, ad esempio quello delle dogane e della libera circolazione delle merci, è stato mantenuto il buon livello di progresso registrato negli anni precedenti. Tuttavia, per quanto riguarda l'effettiva applicazione ed attuazione della legislazione i progressi sono stati limitati. Occorre un maggiore impegno affinché sia possibile creare la capacità amministrativa necessaria a garantire un ulteriore ravvicinamento alle norme europee e la loro effettiva applicazione, in particolare nei settori della lotta alla criminalità organizzata, della protezione dei confini e delle frontiere esterne, della fiscalità e dell'energia.

Alcuni progressi sono stati compiuti nell'attuazione delle priorità del partenariato europeo nel settore del mercato interno dell'UE, ma l'impegno del Kosovo per conformarsi alle norme europee è ancora in fase iniziale. Qualche progresso è stato compiuto in relazione alla libera circolazione delle merci, particolarmente nell'approntamento della legislazione e dell'infrastruttura orizzontale necessarie. Per quanto attiene alle misure orizzontali e alla normazione, i progressi sono stati scarsi. Il quadro giuridico relativo alla libera prestazione di servizi e al diritto di stabilimento è ancora frammentario. Per quanto attiene alla libera circolazione dei capitali, occorre che il trasferimento di dinari serbi verso aree prevalentemente abitate da Serbi del Kosovo sia più trasparente.

Apprezzabili progressi si sono osservati nel settore delle dogane. L'amministrazione doganale ha migliorato la propria capacità, mentre l'unità di controllo della conformità doganale, l'unità informativa e il settore investigativo sono stati rafforzati e sono ora operativi. Nel settore della fiscalità i progressi sono stati scarsi. L'amministrazione fiscale è inefficiente. La capacità dell'amministrazione di applicare la legislazione fiscale è ancora insufficiente. Nel settore della concorrenza, si sono registrati pochi sviluppi. Nel settore degli appalti pubblici, è stata promulgata una legge che modifica la legge sugli appalti pubblici del 2004. Tuttavia, occorrono ulteriori sforzi per migliorare la conformità della gestione degli appalti pubblici in Kosovo con le norme europee. Si segnalano scarsi progressi per quanto riguarda la legge sulla proprietà intellettuale. La contraffazione e la pirateria restano fenomeni molto diffusi.

Non si segnalano progressi particolari nell'adeguamento alle norme europee in materia di politica sociale e di politiche dell'occupazione. Non esiste una strategia globale in materia di occupazione e l'ispettorato del lavoro è ancora sprovvisto della capacità necessaria per monitorare l'attuazione della legislazione di base in questo campo. Riguardo alle norme europee in materia di istruzione e ricerca, si sono registrati progressi nel campo dell'istruzione, ma il sistema di istruzione e formazione ha capacità ancora molto rudimentali ed è necessario che siano compiuti sforzi per definire delle norme e unificare il sistema dell'insegnamento superiore.

Per quanto attiene allo sviluppo delle politiche settoriali, qualche progresso si è osservato nel campo dell'industria e delle PMI dove l'avviamento delle imprese è ora possibile in tempi più brevi e a costi più contenuti; Tuttavia, i preparativi in questo settore sono ancora in fase iniziale.

Pochi sono stati i progressi registrati nei settori agricolo, fitosanitario, veterinario e della pesca.

Qualche progresso è stato compiuto nel campo dell'ambiente. Diverse importanti leggi sono state adottate e la maggior parte dei servizi pubblici per la gestione dell'acqua e dei rifiuti sono stati consolidati e unificati. Tuttavia, i servizi di gestione pubblica dell'acqua e dei rifiuti hanno problemi di riscossione delle apposite tasse. La maggior parte delle strutture amministrative sono ancora fragili e devono essere rafforzate in modo da consentire al Kosovo di risolvere i problemi ambientali che sta affrontando. La consapevolezza della popolazione in materia ambientale è ancora scarsa.

Qualche progresso è stato compiuto in generale nel settore dei trasporti. L'UNMIK ha firmato l'accordo sullo Spazio aereo comune europeo per conto del Kosovo. Il paese partecipa attivamente allo sviluppo della rete principale di trasporto regionale e ai lavori dell'osservatorio dei trasporti dell'Europa sudorientale. Tuttavia i progressi nel settore ferroviario sono limitati. Nel campo dell'energia, il Kosovo è tenuto ad applicare la pertinente legislazione UE in materia di energia, in quanto parte del trattato che istituisce la Comunità dell'energia. Le questioni da affrontare in questo campo restano comunque di notevole portata. La capacità istituzionale e legislativa delle pertinenti strutture amministrative resta insufficiente. Non è garantita una fornitura di elettricità affidabile. Ciò interessa soprattutto le zone rurali o più isolate. La riscossione dei tributi resta problematica.

Pochi sono stati i progressi registrati nell'area della società dell’informazione e dei media. Non è ancora stata raggiunta l'effettiva liberalizzazione e il rilancio della concorrenza sul mercato delle comunicazioni elettroniche. Si sono registrati progressi riguardo alla riforma dei mezzi di informazione, resta però ancora da risolvere le questioni relative al finanziamento stabile e sostenibile dell'emittente radiotelevisiva pubblica, alla commissione indipendente per i mezzi di comunicazione nonché al fondo per i mezzi di comunicazione minoritari.

Nel settore del controllo finanziario si è registrato qualche progresso. Pochi i passi avanti in campo statistico. L'infrastruttura statistica e la capacità gestionale dell'ufficio di statistica restano scarsi.

Per quanto attiene al settore di giustizia, libertà e sicurezza, i progressi registrati nel ravvicinamento della legislazione e delle prassi del Kosovo alle norme europee sono stati disomogenei. Il Kosovo non possiede un sistema di visti. Occorre puntare all'introduzione di passaporti biometrici, in linea con le norme dell'UE. Mentre la responsabilità ultima per la gestione dei confini e delle frontiere spetta ancora all'UNMIK e il KFOR continua ad essere responsabile per la frontiera verde, il nucleo confini e frontiere della polizia del Kosovo è responsabile della gestione del flusso di persone attraverso il Kosovo. Sono stati firmati accordi di cooperazione e di mutuo sostegno tra la polizia dei confini e delle frontiere, l'amministrazione doganale, l'agenzia veterinaria e della sicurezza alimentare e il ministero della Cultura, Gioventù e Sport. Tuttavia, i controlli della circolazione delle persone in ingresso e in uscita dal Kosovo non sempre rispondono alle norme europee.

Non esiste una legge sull'asilo. Non esistono strutture di accoglienza e per alloggio che possano accogliere i richiedenti asilo. Sono pochissime le richieste di asilo presentate al Kosovo. Per quanto attiene alla riammissione, le istituzioni provvisorie di autogoverno devono potenziare i preparativi per un numero maggiore di rientri in linea con le norme europee, ma per il momento non esistono leggi specifiche, strategie o piani d'azione, né disposizioni finanziarie.

Le responsabilità per la lotta al riciclaggio di denaro sono state trasferite solo parzialmente alle istituzioni provvisorie di autogoverno. Nella lotta al riciclaggio di denaro sono stati riportati risultati alterni. In diversi casi le indagini sono state portate a termine, ma non sono ancora state emesse sentenze. L'elevato numero di individui coinvolti nel riciclaggio di denaro e la mancanza di una chiara distribuzione delle competenze ostacolano le indagini e le incriminazioni per reati connessi al riciclaggio di denaro. Uno dei principali problemi da risolvere è la mancanza di pubblici ministeri specializzati nel settore del riciclaggio del denaro e nei reati economici.

Il Kosovo rappresenta una delle principali rotte per il traffico di droghe diretto in Europa occidentale. Qualche progresso è stato compiuto con l'adozione di una nuova legislazione e con il rafforzamento delle strutture amministrative responsabili. I sequestri di stupefacenti sono aumentati. Tuttavia, non esiste una strategia per la prevenzione e la lotta al trasporto e all'uso illegale di droghe. Il traffico di droga rimane un problema serio.

Per quel che attiene alla polizia, si rileva qualche progresso. Generalmente la polizia del Kosovo svolge i suoi compiti con professionalità e competenza, soprattutto in relazione a reati minori. Nei casi di reati più gravi, tuttavia, le indagini sono ancora inadeguate. La cooperazione tra organismi e a livello internazionale non è sempre soddisfacente. Non esiste una legge sulla polizia. Le strutture di detenzione della polizia non rispondono alle norme internazionali. Non esiste uniformità nelle procedure e nei formulari utilizzati per i fermi di polizia. Il Kosovo non dispone ancora di una strategia per la riduzione del crimine né a livello centrale, né a livello regionale.

La lotta alla criminalità organizzata, compresa la lotta alla tratta di esseri umani, resta uno dei principali problemi da risolvere. Il numero di inchieste sulla criminalità organizzata è aumentato sensibilmente nella prima metà del 2007. Le strutture amministrative responsabili del settore, pur essendo state rafforzate, restano inefficaci per mancanza di adeguata qualificazione e di attrezzature. Il quadro legislativo per la lotta al crimine organizzato è ancora incompleto, soprattutto relativamente alla protezione dei testimoni, agli agenti infiltrati, alla confisca dei beni, alla legge antimafia e alla stessa legge sulla criminalità organizzata. Non esiste una strategia per la raccolta di armi. Il Kosovo è ancora una zona di destinazione e di transito per le vittime della tratta di esseri umani. Non esiste una legge speciale sulla tratta di esseri umani.

Non vi sono sviluppi per quanto attiene alla protezione dei dati personali. Non vi è ancora una normativa generale sulla protezione dei dati e non è stata istituita un'autorità indipendente di supervisione per la protezione dei dati.

Turchia

La Turchia continua a soddisfare in misura sufficiente ai criteri politici di Copenaghen. Le elezioni parlamentari anticipate, organizzate dopo la crisi costituzionale sopravvenuta in primavera, si sono tenute nel pieno rispetto delle norme democratiche e dello Stato di diritto. Tuttavia, nel 2007 si sono registrati progressi limitati nel campo delle riforme politiche. Occorre ancora un notevole impegno, soprattutto in materia di libertà di espressione, di controllo civile sull'apparato militare e di diritti delle comunità religiose non-musulmane. Ulteriori progressi sono necessari anche per la lotta alla corruzione, la riforma giudiziaria, i diritti sindacali e i diritti delle donne e dei minori.

Riguardo alla democrazia e allo Stato di diritto, le elezioni parlamentari sono state libere ed eque, la partecipazione è stata elevata e adesso il nuovo parlamento rappresenta meglio la diversità politica del paese. Il agosto, l'elezione del presidente da parte del parlamento si è svolta conformemente alla costituzione. È stato formato un nuovo governo che ha presentato un programma di riforma impostato su criteri dell'UE.

Si è osservato qualche progresso nella riforma legislativa della pubblica amministrazione e della funzione pubblica.

Per quanto attiene alla supervisione civile sulle forze di sicurezza, l'esito della crisi costituzionale della primavera 2007 ha riaffermato il prevalere del processo democratico. Tuttavia, l'esercito ha adottato posizioni pubbliche riguardo a questioni che esulano dalle sue competenze ed occorre ancora porre in essere un'effettiva supervisione civile sull'apparato militare e un controllo da parte del parlamento sulle spese per la difesa.

Qualche progresso è stato compiuto per il miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario. Sono andate avanti le attività per la formazione dei giudici, dei pubblici ministeri e del personale dei tribunali nonché le attività di modernizzazione. L'indipendenza e l'imparzialità del settore giudiziario destano ancora preoccupazioni.

Nella lotta alla corruzione sono stati compiuti pochi progressi. La corruzione è molto diffusa. Preoccupa il fatto che non esistano ancora una strategia globale di lotta alla corruzione, né un piano d'azione, né un meccanismo di coordinamento sulla materia.

Riguardo ai diritti umani e alla protezione delle minoranze, la Turchia ha compiuto progressi con la ratifica degli strumenti internazionali in materia di diritti umani e con l'attuazione delle sentenze della corte europea dei diritti dell'uomo. Tuttavia, sono necessari ulteriori sforzi. È necessario che il quadro istituzionale per la tutela dei diritti umani sia potenziato.

Il quadro giuridico turco comprende un esauriente pacchetto di misure di salvaguardia contro la tortura e i maltrattamenti. Il numero di casi di tortura e di maltrattamento denunciati è in costante calo. Vi sono ancora però dei casi che si verificano soprattutto prima della detenzione. Occorre che la Turchia indaghi più approfonditamente sui casi di presunte violazioni dei diritti umani da parte di membri delle forze di sicurezza.

Riguardo alla libertà di espressione, sono aumentati i casi di procedure giudiziarie a carico di giornalisti, intellettuali e attivisti nel settore dei diritti umani per aver espresso opinioni non violente. Ciò ha portato a casi di autocensura. L'articolo 301 e altre disposizioni del Codice penale turco che limitano la libertà d'espressione devono essere resi conformi alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e alle sentenze della corte europea dei diritti dell'uomo.

Per quanto attiene alla libertà religiosa, non è ancora stato istituito un quadro normativo, conforme ai requisiti della CEDU, che consenta a tutte le comunità religiose di svolgere le loro attività senza indebite restrizioni. Non vi sono stati progressi sulle difficoltà incontrate dalle comunità religiose non musulmane e dagli Alevi. Occorre che le autorità siano più risolute nella prevenzione delle discriminazioni, dell'intolleranza e degli atti di violenza da queste derivanti.

L'attenzione del pubblico per le questioni di genere è in costante aumento e sono state adottate più iniziative a favore dei diritti delle donne. In particolare, sono stati compiuti progressi nella protezione delle donne dalla violenza. Tuttavia, l'impegno nel settore deve essere intensificato. Il quadro giuridico è stato approntato, ma occorre che sia pienamente attuato.

Per i diritti dei minori si sono registrati progressi in diverse direzioni; tra questi la registrazione dei bambini alla nascita e l'istruzione. Tuttavia, occorrono ulteriori sforzi in questi campi, tanto per prevenire la violenza contro i bambini, quanto per migliorare l'applicazione generale della normativa esistente.

In materia di diritti sindacali, la Turchia non ha garantito il pieno rispetto dei diritti sindacali, in linea con le norme dell'UE e con le pertinenti convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), soprattutto riguardo al diritto di organizzarsi, di scioperare e di contrattare collettivamente. È necessario che nuove norme rafforzino i diritti dei sindacati.

Riguardo ai diritti delle minoranze, la situazione in Turchia resta invariata. Non si sono visti progressi nell'allineamento delle pratiche turche con le norme europee. Permangono restrizioni sull'esercizio dei diritti culturali, in particolare in relazione all'uso di lingue diverse dal turco per trasmissioni radiotelevisive, nella vita politica e per beneficiare di servizi pubblici. Il sistema scolastico, pubblico o privato, non offre la possibilità di apprendere il curdo. I Rom subiscono trattamenti discriminatori quando si tratta di accedere ad alloggi adeguati, all'istruzione, alla protezione sociale, alla sanità e all'occupazione. Gli sfratti restano un problema serio.

Per quanto riguarda l'Est e il Sud-Est del paese, occorre che venga adottato un approccio globale alle difficoltà economiche e sociali di questa regione e occorre creare le condizioni affinché la popolazione a predominanza curda possa godere appieno di diritti e libertà. Indennità hanno continuato ad essere corrisposte agli sfollati e inoltre sono state adottate misure per migliorare l'attuazione della legge sulla materia. Tuttavia, il governo non dispone di una strategia nazionale globale per risolvere la questione degli sfollati, compreso il ritorno.

Vi è stato un ulteriore incremento degli attacchi terroristici da parte del PKK, che figura nell'elenco delle organizzazioni terroristiche stilato dall'UE.

Per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi in campo internazionale, la Turchia ha espresso il proprio costante sostegno alle iniziative delle Nazioni Unite volte a trovare una soluzione complessiva alla questione di Cipro. Malgrado ciò, non è possibile segnalare alcun progresso verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali con la Repubblica di Cipro. La Turchia non ha attuato pienamente il protocollo aggiuntivo che adegua l'accordo di associazione e non ha eliminato tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, comprese le limitazioni ai collegamenti di trasporto diretti con Cipro.

Le relazioni con la Grecia hanno avuto un'evoluzione positiva. Sono state adottate nuove iniziative volte a stabilire un rapporto di fiducia, ma non sono stati raggiunti accordi circa le controversie sui confini. La Turchia ha continuato ad avere un ruolo positivo nei Balcani occidentali. Le relazioni di buon vicinato restano fondamentali.

L'economia turca ha continuato a crescere rapidamente, con forti afflussi di investimenti esteri. Il dosaggio di politica monetaria e fiscale si è rivelato generalmente adeguato. Le pressioni inflazionistiche, i crescenti squilibri esterni e la più debole disciplina fiscale del 2007 potrebbero ripercuotersi sulla stabilità macroeconomica. Le riforme strutturali hanno avuto un rallentamento e le rigidità del mercato ostacolano la creazione di occupazione.

Per quanto concerne i criteri economici, si può considerare che la Turchia abbia un'economia di mercato funzionante. Il paese dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alla pressione della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione, sempre che venga attuato risolutamente il programma globale di riforme volto a trovare risposta alle carenze strutturali.

La crescita economica è rimasta vigorosa, grazie soprattutto alle maggiori esportazioni, e la fiducia delle imprese è stata alta. Il nuovo governo ha assunto forti impegni per il consolidamento fiscale e la riforma strutturale. Una lira forte e la disciplina fiscale hanno portato alla riduzione del debito pubblico, nonostante gli elevati oneri finanziari e qualche turbolenza del mercato finanziario. La banca centrale conduce una politica monetaria cauta e responsabile. Gli investimenti esteri diretti hanno avuto un'impennata, soprattutto in forma di acquisizioni di società turche da parte di soggetti stranieri, ed hanno avuto un ruolo più importante per la riduzione dei rischi correlati agli squilibri macroeconomici.

Tuttavia, gli sgravi fiscali e maggiori spese infrastrutturali hanno portato ad un allentamento della politica di bilancio nel 2007. Occorrono misure correttive per raggiungere l'obiettivo di bilancio nel 2007. Le pressioni inflazionistiche sono cresciute – in particolare a causa dei prezzi di generi alimentari e servizi e delle retribuzioni – e, in assenza di rilevanti cambiamenti nella politica adottata, l'obiettivo inflazionistico fissato per fine 2007 dal governo e dalla banca centrale, potrebbe non essere raggiunto.

Gran parte del crescente disavanzo delle partite correnti è ancora finanziato da afflussi di capitale a breve termine. La pressione fiscale sul lavoro resta molto elevata e scoraggia la creazione di occupazione nel settore formale. Le rigidità strutturali sul mercato del lavoro ostacolano la creazione di occupazione, e frenano la crescita dell'occupazione femminile.

Il ritmo delle privatizzazioni ha subito un rallentamento. Il capitale umano è rimasto per la gran parte inadeguato alle esigenze di un'economia in rapida crescita ed espansione, in particolare nei settori orientati all'esportazione. Le disparità regionali restano notevoli. La mancanza di trasparenza negli aiuti di Stato continua a ripercuotersi negativamente su un'effettiva elaborazione di politiche in campo economico. Le riforme previste per il sistema di sicurezza sociale e per il settore dell'energia sono state rinviate. L'ampio settore informale, incentivato da un'applicazione della legge carente e dall'inadeguatezza del quadro normativo, riduce la base imponibile, inibisce la capacità del governo di attuare le politiche economiche ed ha ripercussioni negative sul clima imprenditoriale.

La Turchia ha rafforzato la sua capacità di farsi carico degli obblighi che comporta l'adesione. Nella maggior parte dei settori si sono registrati progressi, in particolare nei capitoli relativi alla libera circolazione delle merci, ai servizi finanziari, alle reti transeuropee e al settore di scienza e ricerca. L'allineamento è a buon punto in alcuni campi, quali la libera circolazione delle merci, i diritti di proprietà intellettuale, la politica antitrust, l'energia, la statistica, la politica industriale e delle imprese, la protezione della salute e dei consumatori e scienza e ricerca. Tuttavia, occorre impegnarsi ancora nell'allineamento soprattutto in campi quali la libera circolazione dei servizi, gli aiuti di Stato, l'agricoltura, la pesca, la sicurezza alimentare, le politiche veterinarie e fitosanitarie e l'ambiente. La Turchia è ancora inadempiente ad alcuni degli obblighi che comporta l'adesione all'Unione doganale con l'UE. È necessario che sia ulteriormente incrementata la capacità amministrativa della Turchia ad adeguarsi all'acquis.

Per quanto attiene alla libera circolazione delle merci, il livello di allineamento è generalmente avanzato, ad eccezione delle procedure di notifica e del reciproco riconoscimento. La Turchia ha compiuto progressi nella maggior parte de settori, ad esempio in quelli dell'accreditamento, della normazione, della valutazione della conformità e della vigilanza del mercato. Tuttavia, persistono alcuni ostacoli tecnici agli scambi. I progressi registrati nel settore del diritto di stabilimento e della libera prestazione di servizi sono stati molto limitati; il livello di allineamento è ancora insufficiente. Per quanto attiene alla libera circolazione dei capitali, la Turchia ha compiuto passi avanti nella circolazione dei capitali e nella prevenzione del riciclaggio di denaro. I progressi sono stati apprezzabili nel settore dei servizi finanziari, in particolare per quanto riguarda le banche, le assicurazioni e le pensioni aziendali o professionali; qualche progresso si è registrato anche per i mercati dei valori mobiliari e per i servizi di investimento.

I progressi registrati nel settore degli appalti pubblici sono limitati. La capacità amministrativa è migliorata. Tuttavia, le responsabilità per l'elaborazione e l'attuazione di politiche è ancora frammentata. Scarsi sono stati i progressi nel campo del diritto societario. Il progetto di codice commerciale non è stato adottato. L'allineamento della legge sulla proprietà intellettuale è a buon punto. Vi è stato qualche ulteriore progresso. Tuttavia, l'applicazione e l'attuazione richiedono un considerevole rafforzamento. Riguardo alla società dell'informazione e ai media, la Turchia ha compiuto qualche passo avanti; È proseguita la liberalizzazione del mercato nel campo delle comunicazioni elettroniche e delle tecnologie dell'informazione.

Nel settore della concorrenza vi sono stati progressi in relazione all'antitrust; l'allineamento all'acquis è a buon punto. Non vi sono stati però progressi riguardo all'adozione della legislazione sugli aiuti di Stato e all'istituzione dell'autorità di controllo degli aiuti di Stato. Resta una priorità il completamento del programma nazionale di ristrutturazione dell'industria siderurgica. La Turchia non ha notificato alla Commissione regimi di aiuti di Stato.

Nel settore dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, l'allineamento è ancora limitato. Si sono osservati progressi al riguardo dell'agricoltura biologica. I primi passi sono stati compiuti con l'elaborazione di un programma di sviluppo rurale e con l'adozione di una normativa di attuazione che consente di usufruire dei fondi comunitari. Tuttavia, l'approntamento delle strutture operative è in forte ritardo. La Turchia non ha eliminato gli ostacoli tecnici agli scambi di carni bovine e di animali vivi della specie bovina. Nel settore della pesca, si sono registrati progressi per quanto attiene alle risorse e alla gestione della flotta. Tuttavia, la Turchia non ha compiuto progressi per quanto attiene all'allineamento legislativo. Tanto nell'agricoltura, quanto per la pesca, le capacità di attuazione sono in fase iniziale. Pochi progressi sono stati compiuti in materia di politica veterinaria, fitosanitaria e della sicurezza alimentare. Resta causa di grave preoccupazione l'efficacia del controllo delle malattie degli animali, in particolare dell'afta epizootica. L'allineamento in questo settore è in fase iniziale.

Alcuni progressi sono stati realizzati nella politica dei trasporti. È proseguito l'allineamento all'acquis in materia di trasporti stradali, aerei e marittimi, Però la Turchia non ha compiuto progressi nel settore ferroviario. Il paese si rifiuta di adeguare alla legge comunitaria gli accordi bilaterali sui servizi aerei conclusi con Stati membri. L'assenza di comunicazione tra i centri di controllo aereo della Turchia e della Repubblica di Cipro mette a rischio la sicurezza aerea. Nel settore delle reti transeuropee sono stati compiuti buoni progressi. È necessario che l'infrastruttura di trasporto sia sottoposta a verifica. In materia di infrastruttura, si sono registrati notevoli progressi nella realizzazione dell'interconnettore delle reti di trasporto di gas turca e greca, quasi completato. La partecipazione della Turchia al gasdotto Nabucco resta fondamentale per la riuscita del progetto. Nel campo dell'energia, si è osservato qualche progresso. È stata adottata una legge quadro sull'efficienza energetica. Tuttavia, la Turchia non ha affrontato la questione relativa alla necessità di raggiungere obiettivi ambiziosi in materia di energie rinnovabili. Globalmente, l'allineamento legislativo progredisce a passo moderato.

Si è registrato qualche progresso in materia fiscale. Tuttavia, la Turchia non ha risolto le questioni relative al campo di applicazione e alle aliquote dell'IVA, alla struttura e alle aliquote delle accise nonché, alla fiscalità diretta Permane un'imposizione fiscale discriminatoria sugli alcolici e sui prodotti del tabacco.

In campo statistico, si sono registrati progressi, in particolare relativamente all'infrastruttura, alle classificazioni e alle statistiche settoriali; Globalmente, l'allineamento all'acquis è a buon punto. L'allineamento è però incompleto per quanto attiene ai registri, alle statistiche dell'agricoltura e alle statistiche economiche e monetarie.

Qualche progresso si è osservato nel settore della politica economica e monetaria. Globalmente, l'allineamento in questo campo è a buon punto. Occorre tuttavia che venga rafforzata la cooperazione tra gli organi responsabili dell'elaborazione delle politiche. Riguardo all'allineamento con l'acquis in materia di occupazione e politica sociale, la Turchia ha compiuto pochi progressi. Il dialogo sociale deve essere potenziato e il fenomeno del settore informale arginato.

La politica industriale e delle imprese ha fatto registrare progressi: L'agenzia per la promozione e il sostegno agli investimenti è diventata operativa ed è stata adottata una strategia per il turismo. Globalmente, il livello di allineamento della Turchia è elevato. L'allineamento con le politiche UE in materia di scienza e ricerca è andato notevolmente avanti. Tuttavia, il numero di ricercatori e il coinvolgimento del settore privato nella ricerca restano limitati. Sono stati osservati progressi nel settore dell'istruzione e cultura, grazie soprattutto alla partecipazione a programmi comunitari. La Turchia ha raggiunto un buon livello generale di allineamento in questi settori.

Vi sono stati progressi in materia di politica regionale e coordinamento degli strumenti strutturali, particolarmente nella designazione di strutture responsabili dell'attuazione delle componenti del nuovo strumento di assistenza preadesione (IPA) relative allo sviluppo regionale. Tuttavia, in generale l'allineamento è ancora limitato. La capacità amministrativa a livello centrale stenta a migliorare. A livello regionale, il processo di creazione di strutture responsabili dell'attuazione della politica regionale ha segnato il passo.

Per quanto attiene al settore giudiziario, si segnala qualche progresso, in particolare per quanto riguarda la formazione e l'uso di tecnologie informatiche nella gestione delle cause. Ulteriori sforzi sono necessari per migliorare l'indipendenza del settore giudiziario, in particolare per quanto riguarda la composizione del consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri. Pochi progressi sono stati realizzati nella lotta alla corruzione. Non esiste una strategia globale o un piano d'azione.

Pochi progressi, legislativi e pratici, sono stati compiuti in materia di diritti fondamentali. In questo settore occorrono notevoli ulteriori sforzi.

In tema di giustizia, libertà e sicurezza, la Turchia ha compiuto ulteriori progressi, in particolare nella lotta alla criminalità organizzata, al traffico di droga e alla tratta di esseri umani. Occorre tuttavia un impegno consistente e costante in settori quali la cooperazione tra polizie, l'asilo, l'immigrazione e i confini esterni.

In materia di ambiente, la Turchia ha compiuto consistenti progressi rafforzando la capacità amministrativa a livello centrale. Tuttavia, si sono registrati pochi progressi relativamente alla legislazione orizzontale, alla qualità dell'aria, alle sostanze chimiche, al rumore e ai rifiuti. La Turchia non ha compiuto progressi nel settore dell'inquinamento industriale e della gestione del rischio. Il livello generale di allineamento è ancora insufficiente.

Nel campo della protezione dei consumatori, l'allineamento è a buon punto. Benché si sia osservato qualche progresso, l'attuazione registra ritardi. In Turchia, il movimento dei consumatori è ancora debole. La Turchia ha compiuto progressi nell'area della tutela della salute. Anche l'allineamento avanza a ritmo moderato. La capacità amministrativa ha mostrato i primi miglioramenti.

Per quanto attiene all'unione doganale, la Turchia ha raggiunto un elevato livello di allineamento. L'allineamento, tuttavia, non è completo per quel che riguarda le zone di libero scambio, le esenzioni dai dazi doganali, la lotta contro la contraffazione e il controllo a posteriori In Turchia, i negozi duty-free che si trovano nei punti di arrivo non sono in linea con l'acquis. La Turchia ha raggiunto un elevato livello di allineamento anche nel settore delle relazioni esterne, ma non si è pienamente conformata alle posizioni dell'UE nel quadro dell'OMC e dell'OCSE.

È andato avanti il fedele allineamento della Turchia alla politica estera e di sicurezza comune dell'UE. La Turchia è ancora impegnata nella promozione della stabilità regionale in linea con le politiche dell'UE. L'intenzione della Turchia di mantenere il proprio contributo alla PESD è vista favorevolmente. Tuttavia, la Turchia si oppone alla partecipazione della Repubblica di Cipro e di Malta alla cooperazione UE-NATO. La Turchia non si è allineata con la posizione dell'UE in merito all'adesione a determinati gruppi di fornitori. La Turchia non ha firmato lo statuto della corte penale internazionale. La Turchia ha mantenuto il suo confine terrestre con l'Armenia chiuso.

I preparativi relativi al controllo finanziario sono ben avviati; Sono state varate alcune nuove norme di attuazione. Tuttavia, resta pendente l'adozione della legge riveduta della Corte dei conti turca. La Turchia non ha aggiornato la politica e la legislazione relative al controllo finanziario interno nel settore pubblico. Sono appena cominciati i preparativi per la creazione di strutture permanenti che coopereranno con l'ufficio europeo per la lotta antifrode. Non si segnalano particolari sviluppi riguardo alle disposizioni finanziarie e di bilancio.

[1] Nell'ottobre 2007 il Consiglio europeo ha approvato un nuovo trattato.

[2] L'articolo 6, paragrafo 1, recita: "L'Unione si fonda sui principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, e dello stato di diritto, principi che sono comuni agli Stati membri".

[3] Dati Eurostat.

[4] Relazioni sui progressi compiuti da Bulgaria e Romania dopo l'adesione in materia di misure di accompagnamento - COM(2007) 377 e COM(2007) 378 del 27.6.2007.

[5] Ai sensi della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell'ONU.

[6] Assistenza tecnica e scambio di informazioni.

[7] SIGMA – Sostegno per il miglioramento della governance e della gestione – programma dell'OCSE sostenuto dalla Commissione nell'ambito dell'allargamento.

[8] A norma della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

[9] S/2007/168/Add.1.

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